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TERRE E ROCCE DA SCAVO
TECNICHE DI CAMPIONAMENTO IN SITO
SRV indagini geologiche srlGeologo Massimo Valent- Geologo Stefano Russo
Tolmezzo 15/05/2015
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NORMATIVA VIGENTE
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DEFINIZIONI
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- «PRODUTTORE», coincidente col costruttore e/o titolare del cantiere edile;
- «PROPONENTE», coincidente col committente dei lavori, ossia col titolaredel permesso edilizio;
- «SITO DI PRODUZIONE» (il cantiere che origina i materiali);
- «SITO DI DESTINAZIONE» (quello presso cui è previsto il riutilizzo);
- RIFIUTO: qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbial’intenzione o l’obbligo di disfarsi;
- SOTTOPRODOTTO: NON È UN RIFIUTO; per sottoprodotto” si intende unRESIDUO DI PRODUZIONE INDESIDERATO RIUTILIZZABILE SENZATRASFORMAZIONI NEL CORSO DEL PROCESSO DI PRODUZIONE,attraverso normali pratiche industriali;
- CSC: Concentrazione Soglia di Contaminazione.
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DEFINIZIONI
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In particolare:
- CSC: Concentrazione Soglia di Contaminazione, ovvero rappresentano queilivelli di contaminazione delle matrici ambientali al di sopra dei quali ènecessaria la caratterizzazione del sito e l’analisi di rischio sito specifica; vedicolonne A e B della tabella 1 dell'allegato 5, alla parte quarta, del decretolegislativo n. 152 del 200
- CSR: sono quei livelli di contaminazione delle matrici ambientali, dadeterminare caso per caso con l'applicazione della procedura di analisi dirischio sito specifica, il cui superamento richiede la messa in sicurezza e labonifica. I livelli di concentrazione così definiti costituiscono i livelli diaccettabilità per il sito in questione.
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DEFINIZIONI
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Costituiscono un trattamento di NORMALE PRATICA INDUSTRIALE quelle operazioni alle quali può essere sottoposto il materiale da scavo finalizzate al miglioramento delle sue caratteristiche merceologiche:
• la selezione granulometrica del materiale da scavo;
• la riduzione volumetrica mediante macinazione;
• la stabilizzazione a calce, a cemento;
• la stesa al suolo per consentire l'asciugatura e la maturazione del materiale da scavo;
• la riduzione della presenza nel materiale da scavo degli elementi/materiali antropici
(ivi inclusi, a titolo esemplificativo, frammenti di vetroresina, cementiti, bentoniti)
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A partire dal 21 agosto 2013 è in vigore la nuova disciplina per l’utilizzo delleterre e rocce da scavo come SOTTOPRODOTTI
L’art. 41-bis del D.L. 69/2013 (“Decreto del Fare”), introdotto dalla legge diconversione n. 98/13, innova la precedente normativa di settore disponendo irequisiti e le condizioni per operare con le terre e rocce da scavo provenienti daattività di piccole dimensioni (<6.000 mc) o da attività o opere non soggette avalutazione d’impatto ambientale (VIA) o ad autorizzazione integrataambientale (AIA).
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Volumi
Tipologia di procedimento
Attività od
opere NON soggette a VIA o
AIA
Attività od opere soggette a
VIA o AIA
> 6.000 mc Art. 41-bis D.L. 69/13 come convertito dalla L. 98/13
D.M. 161/12
<= 6.000 mc Art. 41-bis D.L. 69/13 come convertito dalla L. 98/13
Art. 41-bis D.L. 69/13 come convertito dalla L. 98/13
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Dal 21 agosto 2013 è quindi in vigore la nuova disciplina per l’utilizzo delle terre e rocce da scavo
come SOTTOPRODOTTI.
La nuova norma prevede all’art. 41 bis che il proponente o il produttore attesti il rispetto dei QUATTRO
PUNTI (comma 1) che consentono di considerare i materiali da scavo come sottoprodotti e non
rifiuti anche mediante una “autocertificazione” (dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, ai sensi
del DPR 445/2000) da presentare all´Arpa (comma 2) territorialmente competente.
Le attività di scavo devono essere autorizzate dagli enti competenti in quanto attività edilizie e quindi
il processo di autocertificazione dovrà comunque essere coordinato con l’iter edilizio. Il produttore
(comma 3) deve inoltre confermare l’avvenuto utilizzo alle Arpa in riferimento al luogo di
produzione e di utilizzo. Il trasporto (comma 4) avviene come bene/prodotto.
La dichiarazione deve contenere SUFFICIENTI indicazioni sulla QUANTITÀ e QUALITÀ dei
materiali da scavo e sui siti interessati (produzione, deposito e utilizzo), al fine di permettere la verifica
del rispetto delle quattro condizioni (indicate nel comma 1 dell’art. 41bis) indispensabili per poter
classificare il materiale come sottoprodotto.
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AUTOCERTIFICAZIONE PROPONENTE/PRODUTTORE
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Considerato che si tratta di una DICHIARAZIONE SOSTITUTIVA DI ATTO DI NOTORIETÀ e che il
dichiarante si assume tutte le relative
responsabilità soprattutto penali nel caso di falsa o inesatta dichiarazione,
si potrà omettere l’allegazione di eventuali certificazioni rilasciate da soggetti terzi sulla natura dei terreni
ecc. che comunque è opportuno che il produttore/proponente abbia fatto predisporre
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NORMATIVA VIGENTE
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Per ottemperare a quanto disposto dall’art. 41-bis il proponente o il produttoredeve attestare:
• a) che è CERTA la DESTINAZIONE ALL'UTILIZZO direttamente presso uno opiù siti o cicli produttivi determinati;
• b) che, in caso di destinazione a recuperi, ripristini, rimodellamenti,riempimenti ambientali o altri utilizzi sul suolo, NON SONO SUPERATI IVALORI DELLE CONCENTRAZIONI SOGLIA DI CONTAMINAZIONE di cuialle colonne A e B della tabella 1 dell'allegato 5 alla parte IV del decretolegislativo n. 152 del 2006, con riferimento alle caratteristiche delle matriciambientali e alla destinazione d'uso urbanistica del sito di destinazione e imateriali non costituiscono fonte di contaminazione diretta o indiretta perle acque sotterranee, fatti salvi i valori di fondo naturale;
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• c) che, in caso di destinazione ad un successivo ciclo di produzione,l'utilizzo NON DETERMINA RISCHI per la salute né variazioni qualitative oquantitative delle emissioni rispetto al normale utilizzo delle materie prime;
• d) che ai fini di cui alle lettere b) e c) NON È NECESSARIO SOTTOPORRE IMATERIALI DA SCAVO AD ALCUN PREVENTIVO TRATTAMENTO, fattesalve le normali pratiche industriali e di cantiere.
• autorizzazione all’attività di scavo e di utilizzo (titolo edilizio)
• Le condizioni sopra riportate devono essere rese con dichiarazione all’ARPAFVG ai sensi e per gli effetti del D.P.R. 445/00, precisando in particolare:• le quantità destinate all’utilizzo;
• il sito di deposito;
• i tempi previsti per l’utilizzo.
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NORMATIVA VIGENTE
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Se non si conosce la destinazione finale del materiale di scavo si può indicarenel modulo 1 solo il sito di deposito intermedio?
NO
Infatti secondo l’art. 41-bis perché il materiale possa essere consideratosottoprodotto la destinazione finale (e non provvisoria o temporanea ointermedia) deve essere sempre CERTA e quindi nota e dichiarata.
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NORMATIVA VIGENTE
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ATTENZIONE:
In presenza di suolo non contaminato e altro materiale allo stato naturale escavato nel corso di un’attività
di costruzione, OVE SIA CERTO CHE ESSO VERRÀ RIUTILIZZATO A FINI DI COSTRUZIONI ALLO
STATO NATURALE E NELLO STESSO SITO IN CUI È SCAVATO (art. 185, comma 1, lett. c) del D.Lgs.
152/06 e s.m.i.)
NON SI DEVE PROCEDERE CON LE NORMATIVE RELATIVE AI SOTTOPRODOTTI
Tale materiale infatti è escluso dal campo di applicazione della Parte IV del D.Lgs. 152/06
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NORMATIVA VIGENTE – FUNZIONI ARPA FVG
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Fermo restando il ruolo di supporto tecnico ambientale dell’Agenzia a tutti ilivelli della Pubblica Amministrazione, nell’ambito della gestione delle terre erocce da scavo il legislatore ha attribuito FUNZIONI ALLE ARPA in presenza dimateriali da scavo qualificati dal produttore/proponente comeSOTTOPRODOTTI
Con l’entrata in vigore dell’art. 41-bis a partire dal 21 agosto 2013 ARPA ha ilcompito di ricevere le dichiarazioni dei proponenti/produttori attestanti il rispettodelle condizioni che identificano il materiale inequivocabilmente comesottoprodotto e che sono riportate nello stesso articolo di legge.
ARPA non è titolare di procedimenti in materia di terre e rocce da scavo, nonautorizza la loro gestione come sottoprodotti, ma è garante dei requisiti diqualità ambientale previsti dalle norme
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AUTOCERTIFICAZIONE PROPONENTE/PRODUTTORE
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Quando è necessario fare le analisi della terra da scavare?
Il comma 1 lett. b) dell’art. 41-bis prevede che chi intende riutilizzare le terre da scavo dimostri
"che, in caso di destinazione a recuperi, ripristini, rimodellamenti, riempimenti ambientali o altri utilizzi
su/ suolo, non sono superati i valori delle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e
B della tabella 1 dell'allegato 5 alla parte IV del decreto legislativo n. 152 del 2006, con riferimento alle
caratteristiche delle matrici ambientali e alla destinazione d'uso urbanistica del sito di destinazione”.
Poiché tale dimostrazione è possibile solo avendo a disposizione i valori di concentrazione dei
potenziali contaminanti nel terreno da scavare, l’analisi deve essere sempre fatta quando il terreno è
destinato a riutilizzo in un sito diverso da quello di produzione (da ARPAV)
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CARATTERIZZAZIONEN.B. principi generali (D.M. 161/12 – da Piano di Riutilizzo)
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• La caratterizzazione ambientale viene svolta per ACCERTARE LA SUSSISTENZADEI REQUISITI DI QUALITÀ AMBIENTALE DEI MATERIALI DA SCAVO e deveessere inserita nella progettazione dell'opera.
• LA CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE VIENE SVOLTA A CARICO DELPROPONENTE IN FASE PROGETTUALE E COMUNQUE PRIMA DELL'INIZIODELLO SCAVO, nel rispetto di quanto riportato agli allegati 2 e 4.
• Inoltre, LA CARATTERIZZAZIONE AMBIENTALE DEVE AVERE UN GRADO DIAPPROFONDIMENTO CONOSCITIVO ALMENO PARI A QUELLO DELLALIVELLO PROGETTUALE SOGGETTO ALL'ESPLETAMENTO DELLAPROCEDURA DI APPROVAZIONE DELL'OPERA e nella caratterizzazioneambientale devono essere esplicitate le informazioni necessarie, recuperate ancheda accertamenti documentali, per poter valutare la caratterizzazione stessaproducendo i documenti di cui all'allegato 5.
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CAMPIONAMENTON.B. principi generali (D.M. 161/12 – da Piano di Riutilizzo)
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Il prelievo dei campioni deve essere eseguito in modo che esso sia RAPPRESENTATIVO dell’intera massa da caratterizzare:
• Le tecniche di campionamento devono essere tali da preservare le caratteristiche delle matrici da analizzare;
• Se serve, devono poter fornire campioni indisturbati per le analisi di laboratorio chimiche, geologiche e geotecniche;
• Si possono adottare contemporaneamente differenti tecniche di campionamento in base alle esigenze della modellizzazione
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• La caratterizzazione ambientale dovrà essere eseguita preferibilmente mediante INDAGINI DIRETTE (scavi, trincee, sondaggi).
• La DENSITÀ DEI PUNTI DI INDAGINE nonché la loro ubicazione dovrà basarsi su un modello concettuale preliminare delle aree (campionamento ragionato) o sulla base di considerazioni di tipo statistico (campionamento sistematico su griglia o casuale).
• Nel caso in cui si proceda con una disposizione a GRIGLIA, il LATO DI OGNI MAGLIA POTRÀ VARIARE DA 10 A 100 M a secondo del tipo e delle dimensioni del sito oggetto dello scavo.
• I punti d'indagine potranno essere localizzati in corrispondenza dei nodi della griglia (ubicazione sistematica) oppure all'interno di ogni maglia in posizione opportuna (ubicazione sistematica causale).
• IL NUMERO DI PUNTI D'INDAGINE NON SARÀ MAI INFERIORE A 3 e, in base alle dimensioni dell'area d'intervento, dovrà essere aumentato secondo il criterio esemplificativo di riportato nella Tabella seguente.
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Dimensione dell'area Punti di prelievo
Inferiore a 2.500 metri quadri Minimo 3
Tra 2.500 e 10.000 metri quadri 3 + 1 ogni 2.500 metri quadri
Oltre i 10.000 metri quadri 7 + 1 ogni 5.000 metri quadri eccedenti
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CAMPIONAMENTO CASUALE: prelievo di campioni da un area in modo casuale
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CAMPIONAMENTO SISTEMATICO: prelievo di campioni da un’area suddivisa in una griglia di campionamento a maglie regolari
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CAMPIONAMENTO STRATIFICATO: prelievo di campioni da un volume in modo casuale all’interno di ogni strato
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In generale, LA PROFONDITÀ D'INDAGINE sarà determinata in base alle profondità previste degli scavi. I
campioni da sottoporre ad analisi chimico-fisiche saranno come minimo:
- campione 1: da 0 a 1 m dal piano campagna;
- campione 2: nella zona di fondo scavo;
- campione 3: nella zona intermedia tra i due;
In ogni caso andrà previsto un campione rappresentativo di ogni orizzonte stratigrafico individuato ed un
campione in caso di evidenze organolettiche di potenziale contaminazione anche mediante
PID (Photo Ionization Detec): Monitoraggio in sito della concentrazione di VOCmediante fotoionizzatore portatile
PID
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• In ogni caso andrà previsto 1 CAMPIONE RAPPRESENTATIVO DI OGNI
ORIZZONTE STRATIGRAFICO individuato ed un campione in caso di evidenze
organolettiche di potenziale contaminazione.
• Per scavi superficiali, di profondità inferiore a 2 metri, i campioni da sottoporre ad
analisi chimico-fisiche POSSONO ESSERE ALMENO 2: uno per ciascun metro di
profondità.
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• Nel caso in cui gli scavi interessino la porzione SATURA DEL TERRENO, perciascun sondaggio oltre ai campioni sopra elencati sarà necessario acquisire 1CAMPIONE DELLE ACQUE SOTTERRANEE, preferibilmente ecompatibilmente con la situazione locale, con campionamento dinamico. Inpresenza di sostanze volatili si dovrà procedere con altre tecniche adeguate aconservare la significatività del prelievo.
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Nel caso di SCAVO ESPLORATIVO, al fine di considerare una rappresentatività
media, si prospettano le seguenti casistiche:
- campione composito di fondo scavo;
- campione composito su singola parete o campioni compositi su più pareti in
relazione agli orizzonti individuabili e/o variazioni laterali.
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Nel caso di SONDAGGI A CAROTAGGIO il campione sarà composto da più spezzoni di carota rappresentativi
dell'orizzonte individuato al fine di considerare una rappresentatività media.
Invece i campioni volti all'individuazione di eventuali contaminazioni ambientali (come nel caso di evidenze
organolettiche) dovranno essere prelevati con il criterio puntuale.
Qualora si riscontri la presenza di RIPORTO, non essendo nota l'origine dei materiali inerti che lo
costituiscono, la caratterizzazione ambientale, dovrà prevedere:
• l'UBICAZIONE DEI CAMPIONAMENTI in modo tale da poter caratterizzare ogni porzione di suolo
interessata dai riporti, data la possibile eterogeneità verticale ed orizzontale degli stessi;
• la VALUTAZIONE DELLA PERCENTUALE IN MASSA DEGLI ELEMENTI DI ORIGINE ANTRO
PICA.
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RIPORTO:
Sia per il riutilizzo nello stesso sito che, a maggior ragione, per il riutilizzo in altro sito diverso da quello di
produzione I MATERIALI DI RIPORTO DEVONO ESSERE SOTTOPOSTI A TEST DI CESSIONE effettuato sui
materiali granulari ai sensi dell'articolo 9 del decreto del Ministro dell'Ambiente 5 febbraio 1998, pubblicato
nel supplemento ordinario alla Gazzetta Ufficiale 16 aprile 1998, n.88, ai fini delle metodiche da utilizzare, per
escludere rischi di contaminazione delle acque sotterranee. Le matrici materiali di riporto che non siano
risultate conformi ai limiti del test di cessione sono fonte di contaminazione e come tali devono:
• O essere rimosse;
• O devono essere sottoposte a messa in sicurezza permanente utilizzando le migliori tecniche disponibili e a
costi sostenibili che consentano di utilizzare l’area secondo la destinazione urbanistica senza rischi per la
salute;
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CAMPIONAMENTO DA TRINCEE / SCAVI
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DIFFICOLTA’ DI ACCESSO/PRELIEVO
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CAMPIONAMENTO PROFONDO
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CAMPIONAMENTO PROFONDO
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CAMPIONAMENTO PROFONDO
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CAMPIONAMENTO IN LUOGHI SEGREGATI E PERICOLOSI
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CAMPIONAMENTO IN LUOGHI SEGREGATI E PERICOLOSI
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CAMPIONAMENTO IN LUOGHI SEGREGATI E PERICOLOSI
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CAMPIONAMENTO IN SPAZI RISTRETTI
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CAMPIONAMENTO LUNGO VIABILITA’ AD ELEVATO TRAFFICO
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CAMPIONAMENTO IN CORRISPONDENZA DI CANTIERI CON EVIDENZE ARCHEOLOGICHE
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CAMPIONAMENTO IN CORRISPONDENZA DI CANTIERI CON EVIDENZE ARCHEOLOGICHE
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CAMPIONAMENTO ED ANALISI I SITO
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CAMPIONAMENTO DEVE ESSERE RAPPRESENTATIVO:- PER POSIZIONE;- ORIZZONTE OMOGENEO;- PRIVO DI RIMANEGGIAMENTI
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