specchio economico_febbraio 2010

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Specchio Economico Anno XXIX, n. 2Febbraio 2010Ciuffa EditoreMensile nazionale di attualità, politica e cultura Diretto da Victor CiuffaAmministratore Unico: Anna Maria Branca Redazione: Via Rasella 13900187 Romatel. +39.06.48.21.150fax +39.06.48.59.64mail: [email protected] di Milano:Via Fabio Mangone 120100 Milano

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F Ernesto Auci F Giorgio BenvenutoF Ettore BernabeiF Giorgio BerniniF Pier Luigi BersaniF Giorgio BertoniF Luca BorgomeoF Salvo Bruno F Umberto Cairo F Gildo Campesato F Fausto Capalbo F Sergio M. CarboneF Salvatore CardinaleF Nazzareno CardinaliF Elio CataniaF Claudio ClaudianiF Romualdo CovielloF Massimo D’Alema F Sergio D’AntoniF Dario De MarchiF Cesare De PiccoliF Maurizio de TillaF Antonio Di PietroF Viviana D’IsaF Bruno ErroiF Delfo Galileo Faroni F Piero FassinoF Cosimo Maria Ferri F Domenico Fisichella F Ilario Floresta F Giorgio FozzatiF Antonio Gambino F Silvio Garattini F Antonio Ghirelli F Pier F. GuarguagliniF Cesare ImbrianiF Pietro Larizza

F Costantino LauriaF Luigi LocatelliF Alessandro LucianoF Antonio MartuscielloF Antonio MarzanoF Giulio MazzocchiF Luigi Mazzella F Alberto Mazzuca F Vittorio MeleF Alberto Mucci F Nerio NesiF Michele NonesF Giancarlo Pagliarini F Claudio PetruccioliF Nicoletta PicchioF Cesare PucciF Serena PurarelliF Giorgio Ricordy F Silvano Rizza F Pierfilippo Roggero F Anneli RukkoF Stefano SalettiF Carlo SalvatoriF Angelo SanzaF Stefano Sassi F Enzo SavareseF Luigi ScimìaF Francesco Signoretta F Tiziano TreuF Lanfranco TurciF Adolfo UrsoF Domenico B. ValentiniF Mario ValducciF Francesco Verderami FEmilio VinciguerraF Gustavo VisentiniF Vincenzo Vita

H A N N O S C R I T T O P E RS P E C C H I O E C O N O M I C O

L’ITALIAALLO SPECCHIOdi Victor Ciuffa

FABIO DEGLI ESPOSTI: DISSETAREANCHE LEONARDO CON L’ACQUA S. PELLEGRINOintervista al Direttore del mercato internazionale del Gruppo

ANTONIO CATRICALÀ: COMPIE VENT’ANNIL’ANTITRUST E CON ESSA IL LIBERO MERCATOintervista al Garante della concorrenza

6 SPECCHIOECONOMICO

il personaggiodel mese

GIUSEPPE VADALÀ: ALIMENTIE AMBIENTE, COME GARANTIRNE LA SICUREZZAintervista al responsabile della Divisione del Corpo Forestale

GIUSEPPE CARUSO: LA MALAVITACAMBIA, MA LA POLIZIA LA PRECEDEintervista al Questore di Roma

GIUDICE LAICO, SOLO IN PARTEIL PROGETTO DEL GOVERNOdi Maurizio de Tilla, presidente dell’OUA

SCELTA NUCLEARE OBBLIGATAPER RECUPERARE IL TEMPO PERDUTOdel sen. Cesare Cursi, presidente della Commissione Industria

MARIO RESCA: COME VALORIZZAREIL PATRIMONIO CULTURALE ITALIANOintervista al Direttore Generale del Ministero dei Beni culturali

LOUIS GODART: NEL QUIRINALE OGNI CITTADINODEVE SENTIRSI A CASA PROPRIAintervista al responsabile del Patrimonio artistico

GIULIO PASCAZIO: BANCHEROMANE A NORD, BANCHE TOSCANE A ROMAintervista al responsabile del Progetto MPS per il Lazio

GIORGIO BENVENUTO: UNIGIOCO, PERIL BENESSERE DI TUTTI E PER LE FINANZE STATALIintervista al presidente della Fondazione

MASSIMO MASI: UILCA, LAVORAREPER LE BANCHE O MEGLIO PER I RISPARMIATORIintervista al Segretario generale del Sindacato

ANNA MARIA CIUFFAAmministratore unico

Direttore editoriale

Direttore R.E. e ComunicazionePaola NardellaConsulenza fotografica Lino Nanni

Direzione e redazioneAmministrazione e pubblicità:Roma: Via Rasella 139, 00187Tel. (06) 482.11.50 - 482.11.52Telefax (06) 485.964e-mail: [email protected]://www.specchioeconomico.com

VICTOR CIUFFAEditore eDirettore responsabile

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Direttore Marketing Giosetta Ciuffa

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Il disegno di legge governativo sulla riforma deigiudici onorari è solo in parte accoglibile per gliavvocati dell’OUA, che avanzano una serie dirichieste per la categoria forense e per i suoi clienti

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Vice DirettoreRomina Ciuffa

34 GIUSTIZIA di Antonio Marini

1) L’ISTITUZIONE E LE COMPETENZEDELLA PROCURA EUROPEA

2) IL MANDATO DI ARRESTO EUROPEO ALLA LUCE DEL TRATTATO DI LISBONA

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Mensile di economia,politica e attualità

2A N N O X X I X

F E B B R A I O2 0 1 0

7SPECCHIOECONOMICO

Abbonamento: annuo 60 euro Copie arretrate: 12 euro

Conto corrente postale:n. 25789009

Registrazione: Tribunale di Romanumero 255 del 5 luglio 1982

Spedizione: abbonamento postale 45 %Comma 20 lettera B art. 2 - Legge n. 662del 23/12/96 - Filiale di Roma

Tipografia: Futura GraficaVia Anicio Paolino 2100178 Roma

CORSERA STORY. GIORNALISMO,FATTI E MISFATTI RILETTI TRENT’ANNI DOPO l’opinione del Corrierista

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DIFESA. CONDIZIONE MILITARE E SPECIFICITÀ, LA SINGOLARE SITUAZIONE DEL PERSONALE del colonnello Antonino Lo Torto

REGIONE LAZIO. VIA LIBERA A NUOVEINFRASTRUTTURE FERROVIARIE E MARITTIMEporto turistico a Fiumicino, treni regionali, traghetti Laziomar

AFFARI & CULTURA. MOSTRE,PRESENTAZIONI, AVVENIMENTIpiccolo viaggio tra opere d’arte in tutta Italia

UNA SFIDA CHE DIVENTAFINALMENTE ITALIANA: LA CLASS ACTIONdi Massimiliano Dona, segretario generale dell’UNC

AMERICA AMERICA. RIFORMA SANITARIA, GAZZA (LADRA) IN CASA DEI LADRIdi Romina Ciuffa

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MASSIMO MONDINI: MUSEO DELL’AERONAUTICA,IN MOSTRA GLI AEREI CHE NON VOLANO PIÙintervista al direttore

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Tre esempi di tassi eccessivi: rilevazioni trimestralipreoccupanti soprattutto nell’attuale stretta delcredito; le differenze esistenti per categorie simili;il tasso elevato per i mutui garantiti da ipoteca

Un tempo era usato solo come complemento, oggicon il vetro si fa tutto, viene sempre più usatonelle costruzioni come un elemento strutturale, perrealizzare scale, dalla pedata all’alzata, pavimenti ecc.

53 AGUSTAWESTLAND. GIUSEPPE ORSI:SOLO DA UNO SCALO MODERNO DECOLLA L’ITALIA nuovo terminal nell’aero-vertiporto di Roma Urbe

DARIO RE: SCALE, PARAPETTI,PASSERELLE, OSSIA CITTÀ DI CRISTALLOintervista all’amministratore della Vetreria Re

CARCERI. MISURE ALTERNATIVEPER EVITARE IL SOVRAFFOLLAMENTOdi Cosimo M. Ferri, componente del C.S.M.

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AERONAUTICA E AEROSPAZIO: DAGLI ULTRALEGGERIAI SATELLITI UN GATE È APERTO AL XXI SECOLOdi Romina Ciuffa

INTERNET. INUTILI LE CENSURE,PERFINO LE RIVOLUZIONI CORRONO SU RETEdi Romano Bartoloni, presidente del Sindacato Cronisti Romani

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QUEL CHE CONVINCE E QUEL CHENON CONVINCE DELLE SPESE BANCARIEdi Fabio Picciolini, Segretario dell’Adiconsum

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5SPECCHIOECONOMICO

è chi chiede continua-mente riforme, chi so-stiene l’assoluta ne-

cessità di riformare. Spessissi-mo, anzi il più delle volte, sen-za specificare di quali riformesi tratti. Ci si limita ad affer-mare che occorrono perchéqualcosa o molto in Italia nonfunziona. Da questi riformato-ri le riforme sono presentatecome il toccasana di tutti i ma-li. Sembra, inoltre, che non vene siano state da lunghissimotempo. Insomma ogni giorno,anzi più volte al giorno, si sente ripeteredai politici che così non si va più avanti,che occorrono le riforme. E lentamente einavvertitamente la massa finisce percredere anche a questa favola.

Ma se si mette un momento a rifletteresu cosa si debba riformare, istintivamen-te pensa a tante piccole cose che angu-stiano la vita di tutti i giorni delle fami-glie e delle imprese; alle difficoltà posteda un’infinità di leggi, a inutili adempi-menti, pratiche burocratiche, ingiustizie,ritardi, furbizie di potenti ecc.. Un nutri-to elenco che non trova, però, nei pro-grammi dei grandi riformatori politici.Per il motivo semplicissimo che non so-no affatto queste le riforme che interes-sano i politici, ossia quelle di cui abbon-dantemente ma cripticamente parlano.

A loro interessa esclusivamente unasola riforma, quella che gli consenta diconquistare il potere e, una volta conqui-statolo, di mantenerlo il più a lungo pos-sibile, preferibilmente a tempo indeter-minato. Lusingano e blandiscono l’elet-torato, gli fanno grandi promesse, neesaltano i diritti e le libertà per conqui-stare la maggioranza parlamentare; rag-giunto lo scopo, glieli toglierebbero vo-lentieri per impedirgli di tornare indietro,di rinfacciargli la cattiva gestione del po-tere. Una delle principali riforme cui ten-dono è proprio questa, un tranello perl’elettorato.

Un tranello teorizzato da esperti, pro-fessori di Università, opinionisti al loroservizio, con parole altisonanti, di diffi-cile interpretazione. Ad esempio con iltermine «stabilità», più precisamente«stabilità governativa», ingannevole lo-cuzione usata per ottenere l’effetto oppo-sto a quello ufficialmente attribuitole.Perché si fa intendere all’elettorato, ossiaal Paese, che l’instabilità dei Governi,ossia la loro breve durata, caratteristicadella prima Repubblica, sia dannosa peresso, ostacoli e ritardi le decisioni, scon-volga frequentemente i programmi go-vernativi, rallenti lo sviluppo economi-co, aumenti le spese pubbliche con le ri-correnti elezioni, alimenti la sfiducia nel-

le istituzioni. Magari le riforme oggi an-nunciate evitassero tutto questo.

Chi l’afferma, o è un grande ingenuo oè in malafede. Innanzitutto perché nonoccorre un Governo di 5 anni ma di 60giorni al massimo per eliminare intralcie difficoltà con un decreto legge che,adottato alle tre del pomeriggio ed entra-to in vigore a mezzanotte con la pubbli-cazione sulla Gazzetta Ufficiale, vengaratificato entro 60 giorni da una maggio-ranza come quella esistente oggi in Par-lamento; la quale, invece, si prefiggeprofonde, inopportune e assolutamentenon necessarie riforme elettorali e costi-tuzionali. Un esempio: muoiono in autotantissimi giovani reduci dai sabato serasvoltisi in realtà la domenica mattina inlocali che aprono all’una e chiudono al-l’alba? Basterebbe un decreto di tre ri-ghe sugli orari. Protesterebbero i gesto-ri? Quanti sono e quanti sono, invece, ifamiliari dei giovani morti o in pericolodi droga, di alcol e di vita, oltre alla mas-sa delle persone di buon senso?

Un altro esempio: la vita delle fami-glie e le attività economiche nel Centrostorico di Roma, ma anche di altre città,sono paralizzate dai numerosissimi cor-tei, manifestazioni, proteste, scampa-gnate di sindacati, categorie, associazio-ni, gruppi spontanei. Nonostante le pro-messe e i tentativi compiuti da autoritàlocali dotate di scarsi poteri in materia,basterebbe un decreto di poche righe perridurre le imposte su famiglie, attività eimmobili situati nei Centri storici e ac-

collare agli organizzatori leperdite finanziarie registratedagli enti percettori.Un Governo della durata di

tre mesi - come ve ne furononella prima Repubblica -, chenon adotti queste «riforme»non lo farebbe neppure quan-do avesse 5 o 10 anni di «sta-bilità». Un’eccezione è stataquella dell’attuale segretariodel Pd Pierluigi Bersani ilquale nel 2006, come ministrodello Sviluppo economico delGoverno Prodi, varò in qual-

che mese una serie di «liberalizzazioni»;purtroppo alcune arrecarono vantaggipiù alle banche che ai consumatori. Maoccorrono esclusivamente ai politici,non certo al Paese, le riforme di cui laclasse politica parla oggi, e che il presi-dente del Consiglio Silvio Berlusconi haribadito che realizzerà ad ogni costo, cono senza il consenso dell’opposizione, nei3 anni e mezzo quasi che restano all’at-tuale Legislatura.

E, poi, chi ha ancora l’improntitudinedi sostenere che in Italia non siano statefatte riforme quando dal 1992 ad oggi, inben 18 anni filati, si è attuata una riformacontinua, il cui ultimo e clamoroso atto,dopo l’introduzione del federalismo fi-scale, risale a pochissimi giorni fa? Parlodella «privatizzazione dell’acqua», ossiadell’obbligo per i Comuni di vendere leaziende pubbliche municipali, di pro-prietà di tutti i cittadini, a persone e so-cietà private che si conteranno sulle ditadi una mano.

Vogliamo elencare alcune riforme? In-nanzitutto la trasformazione di istituti edenti pubblici - Iri, Efim, Ina, ecc. - in so-cietà per azioni, il loro smembramento ela vendita a pochissimi privati; l’elezio-ne diretta dei sindaci e la nomina di as-sessori esterni nei Comuni di oltre 15mila abitanti; le nuove leggi elettorali diProvince e Regioni, le leggi elettorali na-zionali note come Mattarellum e Porcel-lum; l’istituzione delle Autorità Garanti;le leggi Bassanini sulla Pubblica Ammi-nistrazione; la riforma della Scuola e deiBeni culturali ecc.

L’unica riforma di cui gli italiani nonhanno proprio bisogno è quella della Co-stituzione, che servirà solo a tutelare gliinteressi personali e categoriali dellaclasse politica. Semmai l’unica riformanecessaria in materia costituzionale sa-rebbe il ripristino, sic et simpliciter, del-la Costituzione del 1948, con l’elimina-zione delle modifiche apportatevi, chehanno minato una costruzione giuridicaperfetta, creato aggravi procedurali e fi-nanziari alle casse dello Stato e fiscali atutti indistintamente i cittadini.

C’C’

RIFORME, RIFORME,RIFORME:

A VANTAGGIODEI POLITICI,

NON DEI CITTADINId i V I C T O R C I U F FA

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8 SPECCHIOECONOMICO

Antonio Catricalà, presidente dell’Autorità Garanteper la Concorrenza e il Mercato

AANNTTOONNIIOO CCAATTRRIICCAALLÀÀ:: CCOOMMPPIIEE2200 AANNNNII LL’’AANNTTIITTRRUUSSTTEEDD AANNCCHHEE IILL LLIIBBEERROO MMEERRCCAATTOO

AANNTTOONNIIOO CCAATTRRIICCAALLÀÀ:: CCOOMMPPIIEE2200 AANNNNII LL’’AANNTTIITTRRUUSSTTEEDD AANNCCHHEE IILL LLIIBBEERROO MMEERRCCAATTOO

ompirà, il 10 ottobre, 20 annil’Autorità Garante della Concor-renza e del Mercato, da 5 anni

sotto la guida del presidente Antonio Ca-tricalà. La conduce, in questo 2010, ver-so la ricorrenza di un anniversario im-portante legandola alla necessità di ali-mentare il dibattito sull’importanza delcorretto funzionamento del mercato. Èun dato di fatto che l’Antitrust e la suacultura hanno incontrato ostacoli e resi-stenze in Italia più che in altri Paesi; og-gi il sistema di mercato, ancora debole,«deve essere sollecitato, spronato all’ef-ficienza, ma non può essere mortifica-to», sostiene il presidente. L’idea centra-le dichiarata per questo compleanno è

quella di «instillare logiche competitivenei comportamenti delle imprese, senzaperò deprimere quelle forze autonomeche non si sono mai potute consolidare asufficienza»; quindi di «porre con mag-giore forza il tema della regolazione re-strittiva e protezionistica», «utilizzarestrumenti di controllo che vadano oltre ilmero accertamento dell’illecito e l’irro-gazione della sanzione» e «interveniresui mercati con maggiore tempestività».L’Antitrust di Catricalà ha inauguratouna politica del dialogo con le impreseattraverso il nuovo istituto delle «deci-sioni con impegni» ponendosi all’avan-guardia in Europa, e ha cercato quotidia-namente di sensibilizzare l’opinione

pubblica sui temi della concorrenza edella tutela dei consumatori dedicandopeculiare attenzione all’attività di comu-nicazione istituzionale, consapevole del-la mancanza storica di un adeguato di-battito pubblico. Dopo vent’anni, tali te-mi costituiscono un punto di vista sem-pre presente nella discussione politica suargomenti economici e rilevante nell’at-tività delle istituzioni di regolazione deimercati. Tanto già basta per fare gli au-guri dinnanzi a una torta - un mercato li-bero e concorrenziale - con venti cande-line accese.

Domanda. L’Autorità Garante per laConcorrenza e il Mercato quest’annocompie 20 anni. Un bilancio?

CC

a cura diROMINA

CIUFFA

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za, siamo riusciti a contrastare tali prati-che e a porre in essere una molteplicità diistruttorie. Mi capita di leggere alcunepolemiche sulle nostre attività in mate-ria, ed è chiaro che chi viene da noi in-quisito e sanzionato ha tutto l’interesse adichiarare che si è trattato di un nostroerrore. Fa benissimo a difendersi fino algrado finale del giudizio, perché è neipropri diritti. Sento invece polemichesporadiche da parte di soggetti terzi efrancamente non le comprendo: noi ope-riamo a favore dei cittadini e ciò dovreb-be giovare alla società.

D. Cosa c’è in vista per l’Antitrust nelprossimo futuro?

R. Speriamo di ottenere quanto primaulteriori competenze. Mi riferisco innan-zitutto al nostro interesse e alla capacitàche possediamo in tema di contratti diserie e di massa e di clausole vessatorie. .Se ottenessimo questi nuovi compiti nonattueremmo una politica dirigista né re-golatoria, ma esamineremmo i singolicasi. Il nostro giudizio non sarebbe insin-dacabile ma potrebbe impugnarsi innan-zi al Tar per l’annullamento dei nostriprovvedimenti di inibitoria all’uso delleclausole; resterebbe al giudice ordinariodi dichiarare la nullità delle stesse. Chie-deremo per l’appunto questa competen-za. Ciò dovrebbe completare la nostra

capacità di tutelare il consumatore, inter-venendo non solo quando si sia già veri-ficata la scorrettezza commerciale, ma amonte, a livello contrattuale. Sarebberotutelati moltissimi consumatori, troppoabituati ad essere vessati e a dover firma-re tutte le clausole che vengono loro sot-toposte come condizione necessaria perconcludere un contratto. È necessariauna terza figura che filtri ogni clausoladei contratti di serie, e l’Antitrust ha laprofessionalità per farlo; bisogna avere ilcoraggio di cominciare anche con pocherisorse e nonostante vi sia già molto arre-trato da smaltire.

D. L’Italia è cambiata negli ultimivent’anni?

R. Considerando il ritardo con il qualesiamo partiti in quest’attività di tutela,l’Antitrust segna un bilancio altamentepositivo essendo oggi una delle istituzio-ni più apprezzate, come danno atto anchele associazioni dei consumatori; di essa icittadini si fidano e ne possiamo esserefieri. Intendiamo tenere alto il vessillodella libertà di mercato, perché l’abusonon è stato originato da essa, semmai da-gli scarsi controlli in determinati settori ein particolari Paesi, e solo dopo è dive-nuto un problema generale. Non c’èun’altra alternativa alla libertà di merca-to, quantomeno nel nostro Paese, e qual-siasi politica protezionistica ci portereb-be indietro di molto più di vent’anni, nonpotendo le nostre casse pubbliche per-mettersi di versare aiuti di Stato, né sipuò chiudere il mercato in un Paese chevive di esportazione. Si può piuttosto mi-gliorare nella regolazione, ma senza ren-derla opprimente al punto da stringere eavvilire l’iniziativa privata. Tantomenosi può pensare a una politica dirigista senon ci sono, da parte del Governo, glistrumenti e i mezzi per intervenire neimomenti di crisi a sanare le patologieche dovessero crearsi; né siamo in grado,con il debito pubblico che abbiamo, diconcedere gli stessi aiuti attribuiti in altriPaesi. La libertà di mercato che, sia purecon tante limitazioni, abbiamo conqui-stato è l’unica via per crescere.

D. Pensa che la scorrettezza commer-ciale sia un problema caratteristico del-l’Italia nel confronto con gli altri Paesi?

R. La differenza fondamentale con glialtri Paesi è questa: in Italia, rispetto aglialtri omologhi per il sistema di Civil Lawche li contraddistingue, non c’era unacultura della tutela del consumatore,mentre in Francia e in Germania c’è statasempre una maggiore attenzione verso ta-li ragioni. Il Codice civile tedesco tutelachi aderisce a un contratto già predispo-sto molto più di quanto non faccia il Co-dice civile italiano. È il nostro Codice delconsumo a pareggiare i conti attribuendoai consumatori la medesima tutela che siattua nel resto d’Europa. Ma in più abbia-mo un’autorità pubblica che se ne occu-pa, posso dire prestigiosa, sostanzialmen-te una marcia in più rispetto agli altri Pae-

9SPECCHIOECONOMICO

L’Antitrust esce dalla«teen-age» e raggiunge

la maturità. In tuttii sensi: con la completacompetenza in materia

concorrenzialenel settore bancario

e nelle pratichecommerciali scorrette;con la predisposizionedi una comunicazione

per far conoscereal cittadino i suoi

diritti e come tutelarli;con l’avvio di un dialogocon le Istituzioni, i Paesi

stranieri, le scuole.Ora attende

l’attribuzione dellacompetenza sui contratti

di serie e sulleclausole vessatorie

Risposta. Il 2010 è l’anno in cui l’An-titrust esce dalla «teen-age» e raggiungela maturità, direi in tutti i sensi. Ancheper aver ottenuto, nel 2005, la completacompetenza in materia concorrenziale,quando la legge sul risparmio ci ha con-sentito di occuparci di concorrenza ban-caria: è stata così colmata una grave la-cuna per un Istituto che doveva regolarel'intero mercato che dipende strettamentedal credito. Abbiamo inoltre ottenuto,nel 2006, la competenza sulle pratichecommerciali scorrette. Il nostro istitutoha una caratteristica: quando ha unacompetenza, assolve ai propri doveri, equesto è stato dimostrato nei nostrivent'anni.

D. Nel periodo della sua presidenza,quali cose sono cambiate?

R. I cinque anni dal mio insediamento- nel 2005 - sono stati ricchi di attività, eritengo di risultati: non è facile ottenernedi immediati e tangibili in una situazionecome quella del nostro mercato, ingessa-to dal punto di vista concorrenziale.L’Antitrust ha finalmente inserito, nellacultura italiana, la disciplina della tuteladei consumatori, tanto che le famiglie ciconoscono come loro tutori rispetto aipiccoli soprusi di cui sono vittime, e ciòè testimoniato dal numero enorme di se-gnalazioni che riceviamo, e dal successoche ha avuto la nostra iniziativa di isti-tuire un contact center per ricevere diret-tamente e gratuitamente le denunce dallavoce dei consumatori. La stampa ci haseguito finora con grande attenzione, equesto significa che l’opinione pubblicaasseconda e favorisce la nostra azione.Abbiamo anche avuto qualche delusionesul piano giudiziario, ma non sono deci-sioni definitive: come dire, si tratta disconfitte in battaglia e non della perditadella guerra. Sugli argomenti più signifi-cativi siamo pazienti; ad esempio siamoin attesa di un definitivo verdetto delConsiglio di Stato relativo alle 23 istrut-torie sulle banche da noi condannate peril comportamento scorretto costituitodalla mancata applicazione della disci-plina legislativa in materia di gratuitànella surroga dei mutui. Il Tar ci ha datotorto e abbiamo fatto ricorso al Consigliodi Stato, ma nel frattempo sta maturandouna coscienza ampia su che cosa sia latutela del consumatore in Italia, e speria-mo che l’organo giudicante in secondogrado sappia e voglia prendere in consi-derazione una visione diversa della tute-la del consumatore, che non sia più unadisciplina per il «peer to peer», simme-trica, perché il consumatore è più debole:ha anche bisogno di un organismo pub-blico che curi i suoi interessi rispetto aigrandi centri economici.

D. Una volta che vi è stata conferita lacompetenza a giudicare le pratiche com-merciali scorrette, siete stati inondati didenunce. Come vi avete fatto fronte?

R. Pur non avendo le risorse necessa-rie per far fronte a questa nuova evenien-

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si: tanto che la stessa Commissione euro-pea ci addita a modello ed esempio per latutela dei consumatori.

D. Rispetto agli Stati Uniti, invece, neiquali i consumatori sono molto tutelati,siamo così lontani?

R. Diversa è la storia degli Stati Unitie dei Paesi anglosassoni di CommonLaw in cui si è sviluppata una tutela deiconsumatori basata sulla «class action»,e in cui è presente una cultura molto piùattenta ai consumatori. Di fatto sonomolto più avanti a noi, soprattutto perl’esistenza di una generale azione collet-tiva e per il riconoscimento del dannopunitivo, che invece in Italia non è anco-ra stato ammesso, e forse ancora oggipotrebbe essere considerato anche inco-stituzionale.

D. Dal primo gennaio scorso anche iconsumatori italiani possono esercitarel’azione collettiva a tutela dei propri di-ritti per danni e inadempienze contrat-tuali da parte delle aziende. È a favore?

R. Ho raccomandato - e le associazio-ni sembra abbiano risposto favorevol-mente - di limitare l’esercizio di questaazione, almeno all’inizio, ai casi sicuri,cioè nei quali siano presenti un illecitogià accertato e un gruppo compatto, quin-di una classe di consumatori che può es-sere identificata con facilità come tutticoloro che hanno subito danni diretta-mente dall’azione ritenuta illecita. Se sicomincerà con azioni fumose e generi-che, il rischio sarà quello della dichiara-zione di inammissibilità da parte del giu-dice ordinario e, nel caso in cui si diffon-da la prassi di respingere le «class ac-tion», esse perderebbero di qualsiasi effi-cacia, soprattutto in deterrenza. È neces-sario allora, almeno nella prima fase delricorso al nuovo strumento, limitarlo aipochi casi in cui vi sia la certezza del ri-sultato favorevole.

D. In che rapporto la «class action» siporrà rispetto all’attività dell’Antitrust?

R. L’Antitrust non è coinvolta nell’a-zione giudiziaria, nemmeno con pareri,se non per una norma che attribuisce so-lo al giudice l’onere di sospendere laprocedura nel caso in cui sia pendenteuna nostra istruttoria, fintanto che l’An-titrust non emetta una decisione. Questoè l’unico modo in cui noi interferiamo.Una volta che l’Autorità abbia dichiaratoscorretta una prassi, ovvero ritenuto lapresenza di un abuso di posizione domi-nante o di un’intesa restrittiva della con-correnza, i consumatori potranno agire ingiudizio con maggiore facilità. La leggeha solo attribuito al giudice l’onere di so-spendere il processo in attesa della no-stra pronuncia, e sarà una sospensionebreve perché abbiamo tempi decisionalimolto stretti.

D. Con quale tempistica adotta le pro-prie decisioni l’Antitrust?

R. Per valutare una concentrazione ab-biamo 30 giorni, più altri 45 se si dà luo-go ad istruttoria. Per le pratiche commer-

ciali scorrette decidiamo mediamente in120-180 giorni; per gli abusi e le intese,invece, i tempi dell’istruttoria possonodurare anche un anno, perché bisogna da-re il tempo alle parti di difendersi ade-guatamente, trattandosi di multe salateche possono giungere a colpire il 10 percento del fatturato dell’impresa.

D. L’Antitrust presenta una relazionesemestrale in tema di conflitto di interes-si. Com’è oggi la situazione?

R. Abbiamo espresso alcune critichealla legge nella parte in cui definisce ilconflitto d’interesse in modo statico enon dinamico, e nella parte in cui vieneconsiderato come illecito di danno e noncome illecito di pericolo. Ma ho vistoche il tema non è nell'agenda del Gover-no e del Parlamento. Avremmo voluto unmeccanismo normativo più semplice,basato sul pericolo dell'esistenza di undanno e non sul suo accertamento: cosìcome è congegnato oggi il procedimen-to, perché sia configurabile un conflittodi interessi, ci dovremmo trovare in pre-senza di fatti talmente gravi da configu-rare ipotesi di reato. La legge ci lasciapochi margini. Perché esista conflitto diinteressi deve esistere un atto di governo,direttamente promosso da un membrodell'esecutivo che, grazie a quella norma,ricavi un beneficio preferenziale per ilsuo patrimonio o per quello dei suoi fa-miliari, e, in aggiunta, deve essere prova-to un danno all'interesse pubblico. Èun'ipotesi più scolastica che reale, maiverificata sul campo. Diverso il tema deipossibili conflitti d'interesse nel settorebancario. Abbiamo segnalato il rischio diconflitti di ruolo che si ha quando glistessi amministratori hanno ruoli di go-

vernance in società che dovrebbero farsiconcorrenza: è evidente che così rispon-dono agli interessi di più mandanti e sicreano situazioni di stasi non concorren-ziali. A noi interessa che questi istituti sifacciano concorrenza: il sistema interorisente dei troppi fenomeni di conflitto,perché nessuno ha interesse a far concor-renza a se stesso.

D. Come operano i contact center nel-le segnalazioni e che tipo di riscontrohanno avuto?

R. Al numero gratuito del nostro con-tact center - l’800.166.661 - rispondono,dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 14, ot-to giovani laureati in Giurisprudenza; inalternativa, è possibile lasciare un mes-saggio in Segreteria e a stretto giro, entro24 ore, si avrà una telefonata di riscontro.Il servizio ha ottenuto il riconoscimentoda parte del Ministero della FunzionePubblica per il progetto di efficienza, inquanto riconosciuto meritevole. Il con-tact center materialmente raccoglie la de-nuncia verbale, la trasforma in una segna-lazione scritta che informaticamente ètrasmessa all’ufficio competente, se si ri-tiene che ad essa vada dato un seguito; al-tra strada è quella di intervenire con una«moral suasion» nei confronti dell’im-presa segnalata, chiudendo il caso. Se ilproblema non è di competenza dell’Auto-rità, si indirizza il consumatore verso chiè competente mentre, se semplicementenon è evidente una scorrettezza commer-ciale, la pratica viene archiviata. Questosistema agevola il lavoro dell’Istitutoperché consente di sgravare a monte i no-stri uffici da tutta una serie di pratiche co-stituite da disguidi, fatti irripetibili o noncostituenti attività scorrette.

D. Come sarà celebrato il ventennaledell’Autorità Garante della Concorrenzae del Mercato?

R. Siamo grati al presidente della Re-pubblica che ha concesso il patrocinio atutte le iniziative che abbiamo voluto at-tivare, nonché al ministro Claudio Scajo-la che ha favorito l’emissione di uno spe-ciale francobollo che celebra la nostraistituzione. Stiamo facendo tutto in gran-de economia, e perfino il logo del ven-tennale è stato il dono di un creativo,Paolo Nazzaro. Indiremo, nel corso del-l’anno, una serie di incontri per sviluppa-re tutti i temi della nostra attività, fino al10 ottobre, quando sarà aperta una mo-stra ed emesso il francobollo con la tim-bratura.

D. Qual è un progetto che le sta parti-colarmente a cuore?

R. Il Progetto Scuola che, cominciatocon le elementari, porteremo nelle mediee nelle superiori, riprendendo l’attività didiffusione nelle scuole della cultura dellaconcorrenza e della tutela del consuma-tore. I nostri funzionari parleranno congli studenti, saranno indetti concorsi econferite targhe ai giovani che megliosapranno esprimere l’importanza dellaconcorrenza e del libero mercato.

SPECCHIOECONOMICO

La sede dell’Antitrust a Roma

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pianeta è composto per unterzo di terra, per tre terzid’acqua. Parte di quei tre ter-

zi è illuminata da una stella rossa,simbolo della Sanpellegrino, aziendaleader in Italia nel settore acque mi-nerali, che da più di un secolo grazieal brand S. Pellegrino è sulle tavoledi tutto il mondo, immagine del

12 SPECCHIOECONOMICO

IIll

Leonardo Da Vinci bevve acqua S. Pellegrino, precursore di oltre

un miliardo di assetati. Un marchio

dalla storia centenaria,una sorgente termale

della Val Brembana ogginota in tutto il mondo

non solo per le proprietàorganolettiche e perla garanzia di qualità,

ma anche per la diversificazionein prodotti come

l’aranciata,l’aranciata amara,il bitter analcolico,

il chinotto e le bollicinenaturali che piacciono

tanto all’estero

FABIO DEGLI ESPOSTI:DISSETARE ANCHE LEONARDOCON L’ACQUA S. PELLEGRINO

FABIO DEGLI ESPOSTI:DISSETARE ANCHE LEONARDOCON L’ACQUA S. PELLEGRINO

a cura di FLAVIO FABBRI

Fabio Degli Esposti, direttore del mercato internazionaledella Sanpellegrino

«made in Italy» che resiste alle modee alla crisi economica come vi resistela sete. Una storia che comincia lon-tano, nella Val Brembana per l’esat-tezza, in provincia di Bergamo, conun nome che è fatto risalire addirit-tura a San Pellegrino, martire e ve-scovo di Auxerre nel 1250; e checontinua con una visita di Leonardo

Da Vinci nella zona nel 1505, e conla successiva nascita della fonte co-me bagno termale. Quindi con l’ini-zio dell’attività industriale nel 1899,che si fa coincidere con l’acquisto,da parte della Società Anonima del-le Terme di San Pellegrino, dellasorgente nella quale solo un annodopo furono prodotte 35 mila botti-

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chiara posizione di marketing dell’a-zienda, le proprietà organolettichedell’acqua invariate da più di un se-colo e gli altri prodotti della famigliadi marchi Sanpellegrino - acque mi-nerali e bibite -, titoli di qualità del«made in Italy» nel comparto Beve-rage a livello mondiale e soprattuttonel mercato famiglie, ristoranti, caffèe catering.

D. In che modo l’azienda opera alivello globale?

R. La nostra attività è caratterizza-ta proprio dall’attenzione ai mercatiglobali e dalla cura nella gestione enell’identità del marchio, che hannodimostrato una continuità imprendi-toriale riscontrabile in tutto il Grup-po Nestlè, di cui fa parte Sanpellegri-no. Il marchio maggiormente espor-tato è comunque S. Pellegrino e at-tualmente circa l’80 per cento dellaproduzione è assorbita dalle esporta-zioni. È stato inoltre raggiunto e su-perato il rilevante traguardo di unmiliardo di bottiglie vendute in tuttoil mondo, un obiettivo che parla delsuccesso, dei meriti e della credibilitàconquistata a livello internazionale.

D. Quale è il suo ruolo nell’unitàNestlè Waters?

R. Entrato nel 2004, mi sono primaoccupato del mercato italiano e poi diquello internazionale, che rappresen-ta il target di riferimento per l’azien-da, con la Francia in testa, seguita da-gli Usa e dalla Germania. In totale so-no 140 i Paesi in cui arriva la nostraacqua e l’Italia occupa il quarto postoper bottiglie consumate. Il fatto che laFrancia sia il primo mercato del mar-chio S. Pellegrino è per noi motivo diorgoglio, proprio per il livello dicompetizione che in quel Paese esistee che la nostra azienda ha saputo af-frontare con evidenti risultati. Oggi laFrancia ha superato, per volumi di

importazione, anche il mercato Usa, equesto è un eccellente risultato, ancheconsiderando gli alti standard di qua-lità nel cibo che hanno i francesi, ulte-riore riconoscimento diretto dellabontà della nostra acqua.

D. Italia quarto mercato, nonostan-te sia quello d’origine: perché?

R. Il mercato italiano è molto com-petitivo, proprio per la grande pre-senza di acqua e di sorgenti, per laqualità e le proprietà organoletticheuniche riscontrabili nei prodotti. Ciòche frena le potenzialità del compar-to delle acque minerali per l’Italia èsempre legato alla limitata capacità,tutta interna alla cultura imprendito-riale italiana, di saper valorizzare almassimo ciò che si ha a portata dimano, in questo caso una risorsa na-turale straordinaria come l’acqua ef-fervescente naturale. Sanpellegrinosi conferma comunque leader dimercato in Italia grazie a numerosimarchi di acque minerali, ognunacon le sue caratteristiche legate allediverse fonti di origine presenti indiverse regioni.

D. Agli americani piacciono le bol-licine italiane?

R. Quando a New York o a SanFrancisco si ordina una bottiglia diacqua minerale, si chiede quasi sem-pre una S. Pellegrino. Questo perchénegli anni Ottanta e Novanta, inAmerica, è nata una vera e propriapassione per l’acqua frizzante e S.Pellegrino per gli americani è oggi si-nonimo di acqua effervescente, quin-di un riconoscimento assoluto dellegaranzie di qualità rispetto a qualsia-si altro marchio presente nel mercatonord-americano.

D. Come si è concluso il tentativodel Governo degli Stati Uniti di im-porre dazi all’importazione di acquaminerale?

13SPECCHIOECONOMICO

Vari prodotti, frutto della diversificazione della Sanpellegrino

glie, di cui 5 mila per l’estero; nel1905 il ritmo era salito a 50 mila algiorno.

Nasce così il San Pellegrino TermeResort e nel 1925 giungono nuoviazionisti che danno nuovo corso almarchio, che produrrà anche aran-ciata, e dal 1949 aranciata amara, dal1956 chinotto, dal 1961 aperitivoanalcolico; nel 1957 la società acqui-sta la Panna e nel 1970 semplifica ilproprio nome in Sanpellegrino. Sonomomenti storici che affascinano iconsumatori e rendono celebre l’a-zienda in tutto il mondo, tanto chenel 2003 la bottiglia da 75 centilitriraggiunge la quotazione record di 10dollari nei ristoranti di New Yorkdove ogni giorno vengono vendute65 mila bottiglie, e nel 2005 tocca iltraguardo dei 500 milioni di bottiglievendute in tutto il mondo.

Oggi l’80 per cento della produzio-ne è destinata all’estero e sono ormaipiù di un miliardo le bottiglie vendu-te in ogni angolo del pianeta di ac-qua, limonata, aranciata e chinotto.Serve allora un responsabile: FabioDegli Esposti è il direttore per il mer-cato internazionale.

Domanda. È vero che anche Leo-nardo Da Vinci ha bevuto un bicchie-re d’acqua S. Pellegrino?

Risposta. Una delle notizie stori-che più straordinarie è legata proprioalla presenza del genio toscano nellaVal Brembana agli inizi del XVI seco-lo, testimoniata da un disegno del-l’artista, notoriamente amante dellanatura e della geologia, che riprendedue delle sorgenti principali da cuiancora oggi sgorga l’acqua Sanpelle-grino, risorsa naturale dalle grandiqualità identificative, nutrizionali echimico-fisiche, note agli storici findal Settecento. Sono ben 110 anni ditradizione, che un’etichetta celebrati-va a edizione limitata ricorda ai no-stri consumatori e a coloro che anco-ra non conoscono la gloriosa storiadella nostra acqua. Delle prime 35mila bottiglie prodotte nel 1899, circaun terzo hanno subito preso la stradadell’estero, a riprova della vocazioneinternazionale dell’azienda e dell’u-nicità del prodotto e delle sue pro-prietà naturali mantenute, nell’im-bottigliamento, inalterate dalla fontealla tavola.

D. Quali sono le caratteristiche delmarchio S. Pellegrino?

R. Come per ogni altra acqua mi-nerale, anche la S. Pellegrino deve es-sere imbottigliata alla sorgente, masicuramente ciò che più affascina è lasua storia, la lunga tradizione di cui ètestimonianza il design della botti-glia, uguale da decenni e di cui anchel’etichetta e la stella rossa ne sonoimmagine nel mondo. A questi ele-menti chiave vanno aggiunti una

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14

R. Una storia davvero spiacevolefrutto di una decisione dell’ultimominuto dell’Amministrazione Bush edi una politica di ritorsione nei con-fronti dell’Unione Europea, attuatacome risposta alla messa al bandodelle carni provenienti dagli StatiUniti. Fortunatamente è subito se-guito un tavolo di trattative, attornoal quale si sono seduti i principaliprotagonisti, fino al congelamentodei provvedimenti, con la firma diun protocollo d’intesa. Un risultatoimportantissimo, arrivato grazie allostraordinario impegno dell’azienda,del Governo italiano, del ministroper le Politiche europee Andrea Ron-chi, del sottosegretario allo Sviluppoeconomico Adolfo Urso, e dell’Euro-pa, rappresentata dall’allora com-missario Lady Ashton. Senza talecoinvolgimento istituzionale e senzail nostro duro lavoro, sicuramenteavremmo subito gravi perdite nelmercato Usa, in termini di competiti-vità e di vendite.

D. Parliamo solo di acqua o San-pellegrino vuol dire anche qualco-s’altro?

R. Sicuramente chi compra Sanpel-legrino compra «made in Italy», pro-dotti - acque minerali e bibite - diqualità controllata, conosciuti in tut-to il mondo e simbolo incontrastatodello stile italiano e della «buona ta-vola», risultato dell'impegno costan-te delle 2000 persone che fanno partedel nostro Gruppo. Sanpellegrino èinoltre sinonimo di impegno nella re-sponsabilità sociale in particolare inprogetti di miglioramento dei pro-cessi produttivi volti a rendere que-st'ultimi più sostenibili lungo tutta lafiliera e finalizzati al rispetto e allasalvaguardia dell'ambiente.

D. Design, posizione del prodotto,campagne pubblicitarie indovinate:come si vende questo prodotto?

R. Il nostro prodotto è piuttostoatipico in termini di strategie di pub-blicità: non occupiamo spazi televisi-vi o di altri media e questo per unascelta aziendale precisa, andando aporci sin dall’inizio come marchioper l’alta ristorazione e il consumodomestico, venendo incontro al con-sumatore in ogni situazione, soddi-sfacendo varie aspettative alimentarie gastronomiche che in Italia sonosempre molto alte, sia al ristorante,sia a casa.

D. Si è fatta sentire la crisi dei con-sumi anche in questo settore e conquali conseguenze?

R. Il 2009 è stato un anno difficilese confrontato con gli andamenti più

che positivi degli ultimi anni. C’è sta-ta una certa contrazione dei consu-mi, sebbene il fatturato sia ancora increscita. Abbiano compensato alcunedinamiche di crisi, come negli Usa,dove le vendite complessive delle bi-bite sono cresciute e Sanpellegrino èla terza azienda nel mercato delle«non cole», la seconda in quello dellearanciate e resta a capo nel settoredelle aranciate amare. Ottime anchele prestazioni registrate in altri mer-cati meno provati dalla contingenzaeconomica negativa, con un aumentodelle vendite complessive delle be-vande di oltre il 50 per cento. Il no-stro marchio, come si vede, ha anco-ra una grande capacità di crescita neimercati non ancora maturi e questo èun fattore chiave in termini di com-petitività in Paesi come Giappone,Cina e India, in cui c’è molto da lavo-rare. Sanpellegrino ha chiuso il 2008con un fatturato di oltre 900 milionidi euro, altro risultato eccezionaleche ci conforta, visto il panorama in-ternazionale ancora frastornato dallacrisi economica.

D. Cosa risponde a chi sostiene chele acque minerali in bottiglia stannouccidendo la tradizionale acqua delrubinetto?

R. Non c’è niente di sbagliato nelpreferire l’acqua in bottiglia a quellacorrente del rubinetto. Ciò che man-ca è chiarezza e attendibilità delleinformazioni diffuse dai media. Ilconsumatore è oggi in grado decide-re tra due prodotti diversi e nellostesso tempo di comprovata qualità,

dimostrando maturità nelle scelte aseconda delle proprie inclinazioni digusto. In Italia è presente una note-vole varietà di acque minerali, unaricchezza inestimabile che non puòessere motivo di polemiche e di con-fronti aspri. Un mix di bevande, co-me quello che si ha in Italia, è unchiaro segno di attenzione dedicataall’alimentazione, con un consumoprocapite molto elevato rispetto allealtre, anche alcoliche. Si tratta solo diqualità organolettiche diverse, perdiverse modalità di consumo deiprodotti, non di una guerra tra setto-re privato e pubblico.

D. Che cosa c’è nel futuro dellaSanpellegrino?

R. La nostra gamma è composta davari marchi e tipi di acque minerali,il che significa ricchezza di offerta euna strategia multipla di marketing edi vendita sul mercato nazionale einternazionale. Da tali leve vogliamopartire per affrontare il futuro e inse-rirci nei mercati ancora vergini. Inparticolare il successo del brand S.Pellegrino è frutto anche del concor-so di un altro marchio molto impor-tante, che è l’acqua Panna, un pro-dotto che ha da subito incontrato ilfavore dei consumatori, rafforzandola nostra azione ben oltre i mercatitradizionali. Il suo potenziale, certodeve fare i conti con la contingenzaeconomica negativa presentatasi a li-vello globale, ma la storia e la qualitàdel marchio, unitamente alla fiduciadei consumatori, permetterà di supe-rarla con sicurezza e con un rinnova-

SPECCHIOECONOMICO

Uno dei processi produttivi dell'acqua S. Pellegrino

all'interno dello stabilimento di Ruspino, Bergamo

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GGIIOORRGGIIOO BBEENNVVEENNUUTTOO:: UUNNIIGGIIOOCCOOPPEERR IILL BBEENNEESSSSEERREE DDEELLLLAA SSOOCCIIEETTÀÀEE PPEERR LLEE FFIINNAANNZZEE PPUUBBBBLLIICCHHEE

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egretario generale del Mini-stero delle Finanze e docentenel Corso Superiore della

Scuola di Polizia Tributaria dellaGuardia di Finanza di Roma, GiorgioBenvenuto ha una storia sindacale epolitica esemplare in quanto caratte-rizzata dalla continua difesa degli in-teressi dei lavoratori, dei consumato-ri e della società in generale. Nato aGaeta e laureato in Giurisprudenzaalla Sapienza di Roma, nel sindacatoè stato per molti anni Segretario ge-nerale della Uil; nella politica è statoSegretario del Psi, di Alleanza demo-cratica e dell’Unione dei democratici,co-fondatore dei Democratici di Sini-stra, presidente della Direzione na-zionale DS. In Parlamento, eletto alla

Camera dei Deputati, nella XIII Legi-slatura, è stato presidente della VICommissione permanente Finanze ecomponente della Commissione bi-camerale dei 30 in materia di attua-zione della riforma fiscale. Nella XIVlegislatura, rieletto alla Camera è sta-to capogruppo dei Democratici di Si-nistra-L’Ulivo nella Commissione Fi-nanze. Eletto al Senato nella XV legi-slatura, ha presieduto la VI Commis-sione permanente Finanze e Tesoro.Recentemente ha assunto la presi-denza di un’altra impegnativa inizia-tiva, la Fondazione Unigioco, nellaquale continuare l’azione a difesa delbenessere e degli interessi della so-cietà, dei giovani in particolare e del-le finanze pubbliche.

Domanda. Che cosa è l’Unigioco eperché è nata?

Risposta. Si tratta di una Fonda-zione che analizza il fenomeno rap-presentato dal gioco, e della quale datempo si avvertiva l’esigenza perchél’Italia è tuttora un Paese singolarenel quale, per una sorta di ipocrisia odi perbenismo di facciata, il giocoviene considerato come qualcosa chesi deve fare, ma non si deve dire. Ab-biamo pensato, pertanto, di affron-tarla questa realtà da un punto di vi-sta scientifico, di conoscere più a fon-do questo mondo che rappresentaun’attività ragguardevole: il fattura-to dei Monopoli di Stato è superiore,infatti, a quello della Telecom Italia.Si tratta di un fenomeno di grandi di-

16 SPECCHIOECONOMICO

L’on.le Giorgio Benvenuto,presidentedella Fondazione Unigioco - Fondazione per il gioco

S

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propensione per il giocoinferiore a quella esi-stente in Inghilterra,Francia, Spagna e Ger-mania.D. Sono scomparse letombole?R. Tombola e bingo danoi piacciono poco men-tre in Spagna hannomolto successo. All’epo-ca si riteneva che agli ita-liani non piacessero lescommesse, e che fosse-ro destinate a restareclandestine; ora invecequesto settore si sta svi-luppando notevolmente,e bisognerà vedere checosa avverrà. D. Che fare con i giochiillegali?R. Occorre lottare controtali illegalità; sotto la di-rezione prima di GiorgioTino poi di Raffaele Fer-rara, l’AmministrazioneAutonoma dei Monopolidi Stato ha ottenuto ri-sultati molto soddisfa-

centi. L’illegalità era molto diffusa,in particolare quella legata a video-poker, slot machines, scommesse ingenere. Se le scommesse legali sonoin aumento, deriva anche dalla lottaa quelle illegali. I Monopoli di Statosi sono rinnovati non solo nell’imma-gine ma anche nell’inventiva, nellacapacità di innovare i prodotti, nellamobilitazione contro l’illegalità, otte-nendo significativi successi. Esistonoancora aree critiche nell’Italia meri-dionale, soprattutto nel settore delleslot machine; l’Amministrazione hacompiuto una serie di interventi, in-trodotto innovazioni tecnologiche;grazie a sistemi informatici ogni slotmachine, ad esempio, è direttamentecollegata e controllata dalla Sogei.Ma soprattutto sono state adottatedecisioni coraggiose e intelligenti,per far tornare ai giocatori il 65 percento dell’importo da loro comples-sivamente giocato; lo Stato e i con-cessionari dei giochi non sono statiavari nei riguardi dei giocatori. In-somma è stata seguita una politicanuova: il «Gratta e vinci» ha avutomolto successo perché consente divincere poco, è vero, ma spesso. Dalpunto di vista psicologico questo fat-tore è determinante.

D. Quali proposte avanza la Fon-dazione per combattere il gioco clan-destino?

R. Intende contribuire alla lottacontro l’illegalità e a far emergere ilgioco clandestino con valutazioni esuggerimenti e con la creazione di unclima di sicurezza e trasparenza.Questa è la strada che si deve ancora

ria. Sono state ideate nuove formule,alcune anche fantasiose come quellache mette in palio un vitalizio, chia-mata «Win for life» ossia «Vinci perla vita»; oppure il «10 e Lotto», cheoffre tanti modi per giocare e pervincere. Si tratta di giochi che pre-sentano tutti qualche elemento di no-vità. Il fenomeno si sta dilatando e sisviluppa un’offerta che tiene contodei gusti correnti, ma soprattutto deldesiderio dei giocatori di conosceresubito il risultato, in maniera non di-versa da quanto avviene in altre atti-vità e in altri settori della vita.

D. In questo vario panorama comedeve muoversi la Fondazione da leipresieduta?

R. La Fondazione è stata istituitaper studiare anche da un punto di vi-sta scientifico il fenomeno, per indi-viduarne i rischi e le opportunità, perverificare la fondatezza di alcuni luo-ghi comuni, ad esempio la credenzache le giocate aumentino in tempo dicrisi perché molta gente ritiene di ri-solvere, tramite esse, i propri proble-mi. La verità non è proprio questa,nonostante le difficoltà economiche,molti giocano grazie alla facilità, allacapacità e all’abbondanza dell’offer-ta, e perché il gioco si svolge in for-ma più trasparente e viene propostoovunque. Un tempo occorreva recar-si in una ricevitoria, adesso basta an-dare al bar o all’edicola. E più la gen-te gioca, più l’offerta deve rinnovarsie trovare nuove formule. In prospet-tiva l’industria del gioco, se così puòchiamarsi, è destinata ad aumentarein Italia perché questa registra una

mensioni, che ha modificato le abitu-dini degli italiani e che è in crescita. IlPaese ha dovuto adeguarsi a questoprofondo cambiamento di gusti, co-stumi, tecnologie. Un tempo la vitascorreva più lentamente il gioco delLotto affondava le proprie radici nel-la storia, era come lo ricordano i filmdi Totò, con la cabala, l’estrazionesettimanale, le pagine dei giornalisui numeri ritardatari, i sogni o gliavvenimenti dai quali si traevano inumeri da giocare. Oltre al Lotto c’e-rano le Lotterie, alcune famose comequelle di Tripoli, Merano, Agnano,Monza; poi sono venute le schedinedella Sisal e del Totocalcio, giochi cuisi partecipava e che si svolgevanocon un ritmo metodico. L’estrazionedel Lotto si svolgeva una volta allasettimana, i giornali del pomeriggiol’aspettavano per venire stampati, inumeri erano estratti da un bambinobendato affiancato da tre signori e al-la presenza di un finanziere. Poi ar-rivò la Lotteria di Capodanno, cheebbe un grande successo per l’abbi-namento con l’omonima trasmissio-ne televisiva.

D. Qual’è la nuova realtà?R. Negli ultimi 15 anni quei giochi

sono entrati in crisi, il Lotto da setti-manale è diventato trisettimanale equindi, con i nuovi sistemi tecnologi-ci, istantaneo, ad estrazione imme-diata. Le Lotterie hanno perduto illoro fascino, perché intercorre trop-po tempo tra l’acquisto del biglietto el’estrazione; la Lotteria di Capodan-no abbinata allo spettacolo televisivonon attrae più, il Totocalcio è statomesso in crisi dal moltiplicarsi neigiorni feriali degli incontri sportiviche si svolgono la sera, la mattina, ilgiorno dopo. Prima era tutto regola-to e scadenzato. Sono cambiati i gu-sti, gli italiani privilegiano i giochinei quali possono sapere subito sehanno vinto; c’è stato un cambia-mento radicale. Il «Gratta e Vinci» haregistrato un immediato successoperché si conosce subito se si è vintoo perso.

D. Quali sono i nuovi giochi?R. Oggi le scommesse in generale

tendono a occupare il posto dei gio-chi in auge nei decenni trascorsi,soppiantando quasi la schedina delTotocalcio, perché la tecnologia con-sente di scommettere su ogni cosa,su chi vince e su chi perde, sul risul-tato del primo tempo di una gara osu quello del secondo. Inoltre sonoentrate nel nostro Paese le slot ma-chines grazie alle quali si vince im-mediatamente e individualmente.Non solo: mentre prima la gestionedel gioco era molto burocratica,adesso l’Amministrazione dei Mono-poli è dinamica, offre spesso nuovigiochi, presenta un’offerta ricca e va-

17SPECCHIOECONOMICO

Costituita nel novembre 2009 per approfondirela comprensione del fenomeno del Gioco nei

suoi aspetti sociali, culturali, economici e politici,l’Unigioco-Fondazione per il Gioco è un’associa-zione senza scopo di lucro che ha lo scopo dielaborare proposte dirette a contrastare gliaspetti illegali e patologici del settore. L’Unigiocosi avvarrà del supporto di soggetti e figure colle-gate con il settore del gioco pubblico e della col-laborazione con autorità e organi competenti,università, enti, istituti culturali. Al Comitatoscientifico hanno aderito: l’Osservatorio Interna-zionale sul Gioco dell’Università di Salerno; ilCentro Studi sulle ludopatie del prof. GioacchinoLavanco, che svolge azione di tutela delle formeludiche di gioco e di contrasto delle forme patolo-giche; il Centro Studio sulla legislazione europeadel prof. Ruggiero Cafari Panìco; il Centro Studiosulla fiscalità del prof. Giuliano Tabet; l’associa-zione Primo Consumo, per la tutela di cittadini econsumatori; l’associazione Fiaba per le relazio-ni tra gioco e disabilità; l’Eurispes; l’ente Forma-zione Giovani, per la divulgazione e valorizzazio-ne del settore mediante conferenze e spettacolinelle scuole. La Fondazione Unigioco svolge leproprie attività in condizioni di indipendenza eautonomia grazie a donazioni private e a contri-buti di imprese.

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percorrere in Italia. Altricampi di azione riguarda-no i minori e la ludopatia,ossia la mania di giocare,l’assefazione al gioco dicui non va sottovalutato ilrischio. Sono aspetti da af-frontare nella ricerca disoluzioni, ad esempio lacollaborazione con i gesto-ri; secondo uno studiodell’Eurispes, chi vende«Gratta e vinci» non sem-pre si pone il problemadell’età dell’acquirente; espesso non c’è nessuna at-tenzione perché mancauna cultura in proposito.Non c’è da scandalizzarsiné da irritarsi, perché se ilnumero dei giocatori cre-sce, aumentano anche i ri-schi connessi.

D. Avete i mezzi e lecompetenze per svolgerequeste attività e presenta-re proposte?

R. Intendiamo studiarequesti fenomeni con l’ausilio dellascienza, affrontare questi problemianche da un punto di vista scientifi-co, organizzare corsi; a tal fine laFondazione prevede rapporti con leUniversità e con il mondo dell’infor-mazione. Di questi problemi nonpuò farsi carico solo l’Amministra-zione dei Monopoli e, se vogliamoche il gioco sia veramente un’attivitàludica, una forma di distrazione, èbene evitare le solite affermazionipseudo-moralistiche secondo le qua-li porta alla rovina.

D. È adeguata la tassazione appli-cata alle vincite?

R. Nel nostro sistema fiscale esisto-no in merito alcune contraddizioniper cui occorre individuare dei mec-canismi che consentano una tassazio-ne più equilibrata. Per esempio, sullevincita al SuperEnalotto non si paga-no imposte, sul Lotto invece sì. È ne-cessario adottare un trattamentoomogeneo basato su una politica fi-scale intelligente; affinare semprepiù i sistemi tecnologici che dannorisultati straordinari; stabilire tempie orari per le giocate per far conosce-re quasi immediatamente i risultati.Le tecnologie consentono non solotrasparenza e rapidità, ma anche ilcontrollo delle scommesse e la ridu-zione delle illegalità.

D. Un anno scorso il primo premiodella Lotteria Italia di Capodannonon è stato ritirato; che fare dellesomme vinte ma non incassate?

R. Quella somma è stata destinataad aumentare il monte-premi di que-st’anno. Poiché il caso si ripete spes-so per le vincite minori, la Fondazio-ne si propone di individuare destina-

18 SPECCHIOECONOMICO

zioni di tali fon-di più utili allacollettività. Inpassato l’alloraministro dei Be-ni culturaliWalter Veltroniottenne l’istitu-zione di una se-conda estrazio-ne settimanaledel Lotto per fi-nanziare i gran-di restauri delproprio Mini-stero; il «Grattae Vinci» fu in-trodotto nel1993 quandoera ministro delLavoro GinoGiugni, per re-perire 240 miliardi di lire dell’epocada destinare a interventi in favoredell’occupazione. Poiché per i prossi-mi 3-4 anni si prevede una crescitaesponenziale delle entrate, bisogne-rebbe deciderne sin d’ora le destina-zioni per evitare che finiscano in ma-niera anonima a far quadrare i contidello Stato. Esistono settori maggior-mente bisognosi di finanziamenti,come la Ricerca scientifica, i Beni cul-turali, la Salute, eventi naturali comeil terremoto d’Abruzzo. A questa re-gione è stato destinato l’introito diun «Gratta e Vinci» ma, poiché que-sto gioco prevede un minor aggio afavore dei distributori, non ha otte-nuto un grande successo. Per l’A-bruzzo è stata anche istituita la Lotte-ria «Vinci per la vita» con un premioconsistente in una rendita vitalizia di

4 mila euro al mese al nettodelle tasse, per venti anni; èstata un’iniziativa intelligenteper affrontare un’emergenza.D. Il successo dei giochi dipen-de anche dalla fantasia degliautori?R. Occorre in effetti una gestio-ne attiva, attenta, sensibile ver-so la grande attualità, pronta afar crescere l’offerta di giochi.La Fondazione Unigioco puòelaborare proposte in tal senso,destinate ad aumentare l’uti-lità e a migliorare la funzionesociale di questa attività ludi-ca. Occorre tener presente chel’Amministrazione Autonomadei Monopoli di Stato, solita-mente rigida, attualmente è in-vece molto sensibile verso le

nuove esigenze.Considerato chel’Agenzia delle En-trate e quelle delTerritorio e delleDogane si muovo-no con grandescioltezza e con ri-sultati soddisfacen-ti, si potrebbe isti-tuire quell’Agenziadei giochi la cui na-scita era previstaper l’inizio del 2008ma che fu rinviata.Il giocatore preferi-sce il risultatoistantaneo, l’Agen-zia potrebbe muo-versi più rapida-mente superandoproblemi e diffi-coltà nei rapporticon la Corte deiConti, il Tar, il Con-siglio di Stato ecc.La sua realizzazio-ne appare quindiormai più che mai

necessaria. Abbiamo anche visto che,quando l’Amministrazione finanzia-ria è stata modernizzata con l’istitu-zione di Equitalia, ha cominciato afunzionare meglio.

D. Quale sarà una delle prime pro-poste della Fondazione?

R. I Monopoli di Stato si avvalgo-no di personale, funzionari e dirigen-ti competenti ed esperti, però biso-gna dar loro anche la possibilità dioperare dotandoli di una strutturamoderna. Oggi esistono sistemi checompiono serie di operazioni in tem-po reale, perché il giocatore vuole co-noscere subito se ha vinto; e che aiu-tano a prevenire le azioni della mala-vita, che dispone anch’essa di unagrande fantasia; occorre inoltre, mol-ta vigilanza su internet per ridurre irischi indotti dalla globalizzazione.

«La FondazioneUnigioco vuolecontribuire alla lottacontro l’illegalità e il giococlandestino con suggerimenti e conla creazione di un climadi trasparenzae sicurezza: è la stradache si deve ancorapercorrere in Italia.Altri campi di azioneriguardano i minorie la ludopatia, ossial’assuefazione al gioco»

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MMAASSSSIIMMOO MMAASSII:: UUIILLCCAA,,LLAAVVOORRAARREE PPEERR LLEE BBAANNCCHHEEOO MMEEGGLLIIOO PPEERR II RRIISSPPAARRMMIIAATTOORRII

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resto la banca cambierà aspetto,anzi lo sta già cambiando a rit-mo accelerato e in maniera

profonda. Un esempio: non vi saràpiù il cassiere allo sportello, e non sisa se saranno ancora visibilili le ban-conote. Un bene o un male? Sempli-cemente un’ineluttabilità. Ma comevedono questa trasformazione gliaddetti ai lavori, ossia il mondo chevive dentro le mura delle banche?Massimo Masi, bolognese, ha guida-to nell’ultimo biennio un esercito di43 mila iscritti alla Uilca, il sindacatodei lavoratori del credito, delle agen-zie, della riscossione, delle assicura-zioni, dei promotori e dei mediatori

SPECCHIOECONOMICO

Pfinanziari, aderente alla Uil. Segretario uscente dell’organizzazio-ne, in occasione del congresso in pro-gramma a metà febbraio Masi ha sti-lato una puntuale diagnosi della si-tuazione del credito in Italia in unmomento particolare: dopo la crisieconomica e finanziaria dello scorsobiennio e in attesa dell’arrivo di unaripresa. L’azione di controllo svoltadalla Uilca negli anni passati ha con-tribuito notevolmente ad evitare chein Italia si diffondesse la pratica dellafinanza spregiudicata e della venditadi bond a rischio, ed è stata utile per-tanto sia ai risparmiatori sia alle stes-se banche.

Domanda. Qual è il bilancio del-l’attività della Uilca nel momento incui affronta il Congresso nazionale?

Risposta. Il bilancio è positivo. Adifferenza di altre, la nostra categoriaè riuscita a concludere accordi e arinnovare molti contratti, tutti soddi-sfacenti. Lo dobbiamo anche a un’i-niziativa adottata dal sindacato nel1997 consistente nell’avvio di unFondo per l’occupazione. Nel 1999 ilsettore del credito andò incontro aduna profonda ristrutturazione che hacomportato da allora l’uscita di 30mila dipendenti; in questi anni per-tanto l’occupazione si è mantenutastabile, solo nel 2009 la riduzione è

Massimo Masi,segretario generaledella Uilcaaderente alla Uil

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nel 2009 gli azioni-sti delle banche nonhanno ricevuto di-videndi; quest’an-no però dovrannodistribuirsi, ma i bi-lanci sono ancorapesanti, si parla disofferenze tra i 12 ei 20 miliardi di eu-ro, sperando dicontenerli a 15 mila.Il contenzioso è de-stinato ad aumenta-re, i costi a compri-mersi. Mi sono det-to favorevole a que-sto ma a condizioneche siano ridotti an-

che stipendi e bonus non solo di mas-simi amministratori ma anche di altidirigenti; e i compensi per consulen-ze miliardarie. Tutti costoro nell’ap-provare i piani industriali non hannoprevisto la crisi, hanno aperto moltefiliali che non sono arrivate a guada-gnare, sono sopraggiunte le difficoltàe oggi devono rimettono in discussio-ne i loro piani. Allora riscoprono lavalidità delle piccole e medie impre-se, la fascia più presente nel mercatoitaliano, dalle quali si erano allonta-nati per operare con le grandi impre-se. Oggi sono costretti a tornano almodello di banca regionale, del terri-torio. È vero che i grandi gruppi ban-cari sono meno scalabili e usufruisco-no di maggiori sinergie. Comunquehanno sbagliato i progetti e nessunol’ha ammesso o si è dimesso.

D. Quali richieste da presentare al-la controparte proporrà al Congressodi questo mese?

R. La formazione, sulla quale oc-corre investire perché è essenziale inquanto il ruolo del bancario si sta tra-sformando, vi saranno sempre menocassieri, sempre più consulenti, sem-pre più addetti alla vendita; la bancasarà sempre più legata ad internet, laclientela cambierà nei rapporti conessa. Già stanno apparendo sportellisenza cassiere, dotati di dispositiviche rilasciano strisciate e fotocopie.Vi sarà una notevole metamorfosinel lavoro in banca, con tanti consu-lenti, tanti addetti alle vendite, men-tre gli impiegati cureranno il cosid-detto back office. Se, per ridurre i co-sti, saremo disponibili verso forme dilavoro alternative, chiederemo chenon vi siano più trasferite lavorazio-ni all’estero, anche perché chi l’hafatto le sta riportando in Italia a cau-sa di errori e di difficoltà di lingue edi comunicazioni.

D. Per i clienti che cosa proporrà?R. Un programma informativo

consistente in incontri con i lavorato-ri e i pensionati per spiegare comefunziona il mondo della finanza, per-

quattro, En-trate, Dogane,Territorio eD e m a n i o .Vanno risoltivari problemia causa delladiversità deicontratti e delsistema pre-v i d e n z i a l e ;inoltre la Re-gione Siciliatiene moltoad avere unproprio servi-zio esattoria-le, e questorallenta la so-luzione.D. Come so-no i rapporti

con le controparti?R. Le relazioni sono normali, quel-

lo che un po’ ci preoccupa è il ruolodell’ABI. Mentre l’ANIA riesce anco-ra a catalizzare e a rappresentare leimprese assicuratrici, l’AssociazioneBancaria Italiana vede ridursi la pro-pria centralità rispetto alle banche.Fino a qualche tempo fa, infatti, tuttigli accordi passavano attraverso diessa; oggi, con la creazione di grandigruppi bancari come IntesaSanpaolo,Unicredito, Monte Paschi di Siena,Banco Popolare, questi cercano di ri-solvere autonomamente i loro pro-blemi. Alcune soluzioni concordatecostituiscono, soprattutto nel Sud,uno scavalcamento del contratto,non sono frutto di accordi nazionali.Gli inquadramenti vigenti risalgonoa 20 anni fa, di fatto non esistono più.I grandi banchieri hanno meno biso-gno dell’ABI per trattare con il Go-verno. È cambiato tutto il sistema,perché fino a dieci anni fa esistevano1.200 banche, di dimensioni minori,oggi sono 490.

D. Come vede la situazione dall’in-terno del settore?

R. A causa della crisi economica,

stata dello 0,11 per cento, nel com-plesso si è verificato un notevole ri-cambio, sono diminuiti i più anzianie sono entrati i giovani. Fare uscire30 mila persone senza mettere nessu-no sulla strada, a spese della stessacategoria e delle aziende e non delloStato, è stato un grande risultato delsindacato; l’accordo poi è stato estesoalle esattorie e alle assicurazioni.Spero che il sistema possa essere ap-plicato ad altre categorie di lavorato-ri. Nel 2009 abbiamo realizzatoun’altra iniziativa: poiché la crisi hacolpito anche banche stra-niere, finanziarie e societàcollegate a grandi gruppi,dal momento che moltidipendenti giovani nonavevano i requisiti perpartecipare al Fondo, neabbiamo proposto un al-tro, definito «emergenzia-le»; una volta istituito conun decreto ministeriale,potrà assicurare ai lavora-tori eventualmente licen-ziati dalle proprie aziendeun sostegno economicoper due anni, nonché lapossibilità di reinserirsinel lavoro.

D. Quanti sono gli inte-ressati?

R. Non si può prevede-re; abbiamo valutato unnumero di circa 1.500 l’an-no, dipende all’evolversidella crisi. Inoltre abbiamodeciso di aumentare i fi-nanziamenti per la forma-zione e svolgiamo corsi, soprattuttoper gli ultracinquannenni; corsi es-senziale dal momento che ogni dueanni aumenterà di un anno l’età pen-sionabile. La consultazione e le trat-tative sono all’ordine del giorno. Inun Gruppo come l’IntesaSanPaolo,ad esempio, in un anno abbiamoconcluso ben 190 accordi. Credo chein altri settori non avvenga ciò.

D. Per quanto riguarda le impresedi assicurazione?

R. La situazione occupazionale èmigliore, nel 2009 il numero com-plessivo dei dipendenti è aumentatodi 1.400 unità e si assiste a una conti-nua crescita. Rispetto alle banche,però, nelle assicurazioni esiste il pro-blema del precariato, che speriamodi risolvere con il rinnovo del con-tratto scaduto il 31 dicembre scorso.Per quanto riguarda le Agenzie fisca-li, negli ultimi 3-4 anni il personale èstato praticamente dimezzato scen-dendo da 13 mila a non più di 7 miladipendenti; ma con il ricorso al Fon-do non si è verificato alcun traumaoccupazionale. Ora il Governo devedecidere se creare un’unica agenziaper ridurre i costi, o mantenerne

«Il sindacatopuò dirsi favorevoleal contenimentodei costi delle banchealla condizioneche siano ridottinon soltantogli stipendi e i bonus di amministratorie di alti dirigenti,ma anche i compensielargiti perle consulenzemiliardarie»

SPECCHIOECONOMICO 21

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ché la vendita dei prodotti è un’atti-vità delicatissima, affidata a persona-le che deve sapere cosa vendere inbase alle possibilità finanziarie del-l’acquirente. Devono cessare le pres-sioni dei manager per vendere deter-minati prodotti ad alto rischio, devo-no esservi la massima chiarezza, tra-sparenza e professionalità.

D. La ripresa è ostacolata dalle dif-ficoltà poste dalle banche nella con-cessione dei crediti?

R. È ostacolata soprattutto dal fattoche grandi e medi industriali hannopreferito trasferire capitali all’esteroo li hanno tenuti in Italia ma senzainvestirli; per supplire a questa lacu-na ora chiedono credito alle banche.Sono d’accordo che queste debbanoallargare un po’ il credito, ma anchel’industria deve compiere la propriaparte. Se oggi si registra un basso li-vello, ad esempio, nella ricerca scien-tifica, la colpa non è delle banche nédello Stato, ma di chi non investe ca-pitali nella propria azienda, prefe-rendoli spostarli all’estero. Un altroostacolo alla ripresa è costituito dal-l’accordo Basilea 2, che non è taratosull’economia italiana ma su un’eco-nomia scolastica nella quale si di-chiarano tutti i redditi, si pagano tut-te le imposte ecc. Se le banche doves-sero concedere il credito in base a Ba-silea 2 non finanzierebbero nessuno.

D. Per quale motivo?R. Applicando quell’accordo, le

aziende dovrebbero portare il bilan-cio in banca, questa dovrebbe sotto-porne i dati al computer dal qualesalterebbe fuori l’importo affidabile;poiché è noto il più delle volte il fat-turato ufficiale è del 30-40 per centoinferiore a quello reale, con Basilea 2non si finanzierebbe nessuno. Inoltrenegli ultimi anni verso le piccole emedie imprese le banche hanno avu-to un calo di fiducia; ora tutte, mag-giori e minori, ricorrono ai Confidi,ossia ai consorzi di categoria dellestesse piccole e medie imprese, perfarsi garantire i crediti. Insomma as-sistiamo a imprenditori che non han-no investito nelle proprie aziende, abanche che hanno timore di concede-re crediti, a un Governo che ha affi-dato ai prefetti il controllo del credi-to. Il ministro dell’Economia GiulioTremonti aveva promesso alle ban-che di detassare i crediti verso i clien-ti che sono oggetto di contenzioso,ossia le somme sulle quali esse paga-no le imposte senza averle incassate;ma il ministro non l’ha fatto. È logicoche siano prudenti, in quanto è tuttoconcatenato.

D. Qual’è la situazione creditiziadelle famiglie?

R. Il loro indebitamento sta cre-scendo; è un fenomeno preoccupanteperché, per arrivare a fine mese, un

la. Comunqueesistono tantepiccole bancheterritoriali cheavranno sempreuna ragione di vi-ta, anche se in-c o n t r e r a n n oqualche diffi-coltà.D. Quelle delCentro-Sud ser-vono per le esi-genze locali o,centellinando ilcredito, a racco-gliere risparmioda investire nelNord?R. I dati sonocontraddittori. Inun convegno cheabbiamo organiz-zato in Calabria,un docente del-

l’Università di Cosenza ha sostenutoche non è così: le banche del Sud rac-colgono ingenti capitali cui non cor-rispondono adeguati investimenti;pertanto concedono più credito allefamiglie che alle imprese industriali,e questo sposta i confini geograficidegli impieghi. Io non credo alla pro-gettata Banca del Sud, è un’idea an-cora confusa.

D. A che cosa crede?R. Occorrono piuttosto banche col-

legate con il territorio che compianoinvestimenti e occupino personalebene a conoscenza delle rispettivezone. Le compagnie di assicurazionechiudono per l’alto tasso di truffe e icosti enormi, qualcuna ha già rinun-ciato a combattere la battaglia mora-le, questo è il problema del Paese.Nel Sud tante imprese meritano, masi scontrano con il problema di sicu-rezza. Bisogna risolverlo in qualchemodo, per sostenere lo sviluppo lestrutture finanziarie devono esserepresenti e compiere investimenti,non ha importanza il marchio. La vi-cinanza al territorio, la conoscenza,l’informazione, il contatto umano co-stituiscono le strade principali dapercorrere. Quando lavoravo in ban-ca, mi recavo a visitare le fabbriche ei capannoni, e riferivo al mio capo sedentro c’erano i macchinari o si face-va qualcos’altro. Oggi non si fa piùcosì, non c’è il contatto umano, sipreferisce compilare una scheda tec-nica e si è a posto. C’è poca volontàdi rischiare, si vuole guadagnare ra-pidamente, le banche hanno coniatoun termine che in economia non esi-ste: «a brevissimo termine». Esistonoi termini «a breve, a medio, a lungotermine»; dire «a brevissimo» signifi-ca solo che si vogliono solo fare soldi,e il più presto possibile.

numero crescente di esse deve inde-bitarsi; per di più molti si indebitanoanche per ragioni futili, visto che lemode inducono a spendere, ad anda-re in ferie sia in estate che d’inverno.C’è da augurarsi che non riparta l’in-flazione, perché con le odierne diffi-coltà occupazionali e il precariatopotrebbero sorgere conflitti sociali.Se non riprende la scalata dei prezzi,i dati dovrebbero essere soddisfacen-ti per il primo trimestre di quest’an-no, seguito da un semestre difficile eda una ripresa alla fine del 2010. Manelle banche, come la crisi arrivasempre un anno dopo, anche la ri-presa arriva un anno dopo.

D. Che pensa il sindacato dellaproprietà dei giornali da parte deigrandi gruppi bancari?

R. È così che le banche hanno sup-plito all’assenza dello Stato. Ma ilcondizionamento dell’opinione pub-blica da esse attuato non è diverso daquello compiuto dai grandi gruppiindustriali, in special modo da quellache si chiama industria finanziaria.Oggi le banche sono diventate cosìpotenti da condizionare la vita di tut-ti; tre di esse controllano il 60 percento dell’economia italiana; come sifa a prescinderne?

D. Però fusioni, accorpamenti,concentrazioni non sempre riesconobene. C’è tensione tra il personale,costretto a subire procedimenti, me-todi e culture diverse?

R. Se dovessero fondersi due sin-dacati, sorgerebbero analoghi pro-blemi. Io non critico le fusioni innan-zitutto perché le banche, divenendocosì grandi, non sono scalabili dagruppi stranieri. Le grandi concen-trazioni hanno dato risultati positivi,anche se per il personale non è statosempre così e neppure per la cliente-

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l consumatore devo-no essere assicuratiprodotti sicuri e di al-

ta qualità e quindi deve es-sere controllato ogni sin-golo anello della catenaalimentare nel percorsodal campo alla tavola. È ilprincipio cui si ispira la di-rettiva emanata lo scorsoanno dal ministro per lePolitiche agricole LucaZaia, basata sulla cosid-detta «tolleranza zero»verso le sofisticazioni,adulterazioni, violazioninel settore agroalimentare.«Tolleranza zero» resa an-cora più necessaria dallaglobalizzazione dei mer-cati internazionali checonsente l’afflusso sulmercato di enormi quanti-tativi di derrate alimentariprodotte a bassissimi costima non altrettanto sicureper la salute di masse diconsumatori. Oggi, avver-te il Corpo forestale delloStato, la sicurezza non èpiù solo quella di tipo mi-litare, economica, finan-ziaria, energetica, ma an-che alimentare e ambien-tale; e proprio a tale Cor-po, oltreché ad altri organidello Stato, spetta il com-pito di garantirla. In questaintervista spiega come questo avvieneGiuseppe Vadalà, responsabile della Di-visione Sicurezza Agroalimentare eAgroambientale del Corpo forestale del-lo Stato, una struttura impegnata tuttol’anno, giorno e notte, nella lotta controcontraffazioni alimentari, sofisticazioni,falsificazioni, importazioni di derrate didubbia provenienza, ottenute con sistemie materie pericolose per la salute, danno-se, a causa della concorrenza sleale, perl’immagine dei prodotti nazionali e perle aziende produttrici.

Domanda. Nei mercati affluisce oggiuna crescente quantità di prodotti agroa-limentari stranieri. Come garantirne lasicurezza per i consumatori?

Risposta. La globalizzazione dei mer-

cati ha aumentato la concorrenza e con-tribuito alla diminuzione dei costi equindi dei prezzi ma, considerato che ta-li prodotti provengono da aree situatenon a qualche centinaio bensì a migliaiadi chilometri di distanza, un obiettivoprioritario è quello di garantire al consu-matore la sicurezza sia delle materia pri-me prodotte in altri Paesi, sia dei proces-si tecnologici, impiegati oggi nelle pro-duzioni a differenza degli anni passati. InItalia il livello dei controlli è molto ele-vato rispetto ad altri Paesi. I controlli de-vono essere principalmente preventivi evanno attuati sia all’ingresso delle mate-rie prime sia quando queste vengono la-vorate nel territorio nazionale. Tre Mini-steri si occupano di questo: quelli delle

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GIUSEPPE VADALÀ: ALIMENTIE AMBIENTE, COMEGARANTIRNE LA SICUREZZA

Politiche agricole e fore-stali, della Salute, e del-l’Economia e delle Finan-ze, quest’ultimo attraver-so l’Agenzia delle Doga-ne e la Guardia di Finan-za. Inoltre l’Italia fa partedi un sistema europeo diallerta in campo agroali-mentare, per cui ogni ano-malia segnalata in uno deiPaesi membri dell’UnioneEuropea viene comunica-ta a tutti gli altri e scattanol’allarme e la prevenzioneai più alti livelli. All’inter-no dell’Unione per i pro-dotti agroalimentari vigeun sistema analogo aquello istituito con gli Ac-cordi di Schengen per lalibera circolazione dellepersone, per cui nel mo-mento in cui per gli ali-menti si è aperto il merca-to europeo, si è reso ne-cessario aumentare i con-trolli per garantire la qua-lità dei prodotti e la salutedei consumatori. Nel2009 il Corpo forestaledello Stato, sulla base del-le direttive del ministro,ha aumentato del 250 percento i controlli effettuatisul territorio nazionale (da1.174 si è passati a 4.167),e del 100 per cento gli il-

leciti amministrativi contestati (da 161 a342) e i reati accertati (da 29 a 75).

D. Può considerarsi superata la PAC,ovvero la politica agricola comunitariadiretta a tutelare gli interessi dei coltiva-tori e pertanto anche dei consumatori?

R. La PAC ha garantito per un lungotempo l’autosufficienza nella produzionedelle principali derrate alimentari; ci siera illusi di poterla mantenere, ma non èpossibile. L’Europa ha bisogno di impor-tare una consistente quantità ad esempiodi grano. L’Italia è tra i principali produt-tori di pasta e ha bisogno di una quantitàdi frumento che non ha; sulle autostradeun tempo si incontravano colonne di Tirdi pomodori che trasportavano pomodoridai luoghi di produzioni del Sud a quelli

GIUSEPPE VADALÀ: ALIMENTIE AMBIENTE, COMEGARANTIRNE LA SICUREZZA

a cura diANNA MARIACIUFFA

Giuseppe Vadalà, responsabiledella Divisione Sicurezza Agroalimentare e Agroambientaledel Corpo forestale dello Stato

A

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diatamente dal mercato. Proprio in que-ste settimane abbiamo bloccato un lottodi propoli contaminato con antiparassita-ri non più consentiti dall’Unione Euro-pea. Per la sicurezza alimentare non c’èaltro rimedio che aumentare la preven-zione, conoscere gli elementi contami-nanti che si nascondono nelle derrate, eche si rivelano soltanto con le analisichimiche.

D. Si può migliorare il sistema deicontrolli?

R. Si tratta di un sistema complesso;oltre ai tre Ministeri indicati, esiste an-che un Comitato apposito che ne coordi-na le attività. Dobbiamo studiare cosa sipuò fare di più; certamente si può mi-gliorare il coordinamento, il che è abba-stanza semplice. Bisogna soprattutto in-dagare se dietro le frodi agroalimentarisi nascondano grandi speculazioni e in-genti guadagni, favoriti dal fatto che i ri-schi sono molto limitati. Le sanzioni siaper le contravvenzioni amministrativesia per i reati in questo campo sono piut-tosto esigue. Occorrono norme più seve-re che ci permettano di colpire in modopiù efficace. Un’inversione di tendenzasi è registrata con l’emanazione dellalegge 99 del 2009, che ha introdotto nelCodice penale il reato di contraffazionedei prodotti agroalimentari, e che ha in-nalzato il livello di deterrenza. Con lastessa legge è stato previsto il rafforza-mento delle azioni volte alla tutela dellaqualità delle produzione agroalimentari,della pesca e dell’acquacoltura, nonchéper il contrasto delle frodi in campoagroalimentare e nella filiera ittica, at-traverso le attività svolte dagli organi dicontrollo del Ministero delle Politicheagricole, alimentari e forestali tra cui ilCorpo forestale dello Stato.

D. Cosa può fare il consumatore per lasicurezza agroalimentare?

R. In una società così complessa e ad

di trasformazione nel Nord delPaese; ora vanno in direzioneopposta non perché siano pro-dotti in Liguria o in Toscana, maperché vengono scaricati neiporti ingenti quantitativi, desti-nati alla lavorazione in Italia.

D. Quale è la causa di ciò?R. Principalmente il costo del-

la manodopera, in Italia più altoche in molti altri Paesi emergen-ti, e quindi la forte concorrenzastraniera. Per garantire la sicu-rezza dei prodotti agroalimentariesiste in campo internazionale ilcosiddetto «codex alimenta-rius», basato su criteri dettatidalla FAO e dall’OrganizzazioneMondiale della Sanità, al qualetutti i Paesi del mondo si atte-nengono; in base ad esso, se unprodotto risulta insicuro tuttal’Europa lo blocca alle frontie-re, e questo dovrebbe avvenirenegli altri Stati, ma ciò dipendedall’organizzazione di ogni Paese; ogniStato ha un proprio livello di controlli.Quindi il «codex» è l’indispensabile pre-supposto normativo internazionale, manon basta.

D. Come si controlla la sicurezza deiprodotti stranieri?

R. In Italia le verifiche sulle importa-zioni vengono fatte a volte a campione,quando le derrate entrano in quantitativimassicci; ma esiste tutta una filiera dicontrolli, di competenza del Ministerodella Salute e dei veterinari, compiuti ne-gli allevamenti e negli stabilimenti di la-vorazione. Comunque per la sicurezzaagroalimentare occorre anche una mag-giore coscienza e conoscenza da parte ditutti. In Italia siamo stati abituati a pro-durre quasi tutto ed è molto diffusa lapassione per la cucina; quindi siamo ab-bastanza sicuri che tutto venga effettiva-mente prodotto in maniera salutare. Mala globalizzazione, ossia l’apertura deimercati internazionali e la maggiore fa-cilità dei trasporti, ha totalmente modifi-cato la situazione in ogni settore. Oggidobbiamo convincerci che mangiare tan-to e male non giova alla salute; occorremangiare meno e meglio, anche spen-dendo qualcosa in più. Comunque esisto-no prodotti alimentari che si possonocomprare a buon prezzo.

D. Quali esempi può suggerire la vo-stra esperienza?

R. Per accertarne la destinazione, re-centemente abbiamo controllato unostock di 20 tonnellate di castagne cinesigiunte in Italia; abbiamo scoperto chepossono anche essere usate, una voltatrasformate, in farine come alimento ne-gli allevamenti. Dobbiamo controllareche quelle che finiscano sulle nostre ta-vole siano sicure. Negli anni scorsi ab-biamo accertato che nel peperoncino ve-niva introdotto un colorante nocivo perla salute, e l’abbiamo fatto ritirare imme-

alto rischio di illegalità la collaborazionedel cittadino con tutte le forze dell’ordi-ne è essenziale per rendere la vita più se-rena. Il Corpo Forestale dello Stato è adisposizione dei cittadini 24 ore al gior-no al numero telefonico 1515 per riceve-re segnalazioni relative ad illeciti am-bientali e agroalimentari. Ogni anno inItalia compiamo migliaia di controlliagroalimentari, e ogni nostro interventorasserena il consumatore. Quando fannola spesa, i cittadini devono fare attenzio-ne alle scadenze; l’etichettatura dellacarne, che consente di conoscerne l’ori-gine, prima del manifestarsi nel 2002della BSE o encefalopatia spongiformebovina, non esisteva; oggi si assiste an-cora a casi di macellazione clandestina,che colpiamo duramente. L’etichettaturaci permette di compiere i controlli, ma senon c’è alcun obbligo di indicare l'origi-ne, almeno su alcuni alimenti, cosa pos-siamo controllare?

D. Che cosa intende dire?R. Che dobbiamo chiederci perché nel

2010 non esiste ancora in tutti gli ali-menti l’obbligo dell’indicazione dell’ori-gine di essi o delle materie prime con cuisono prodotti. Prima della globalizzazio-ne dei mercati non se ne sentiva l’esigen-za, i pomodori erano prodotti in Italia,era impensabile che le uova per prepara-re i dolci giungessero dalla Cina, il pan-gasio dal Vietnam, le cagliate per prepa-rare le mozzarelle anche dalla Lituania.Occorre, quindi, una maggiore presa dicoscienza da parte dei consumatori, dellapubblica opinione in generale, per richie-dere controlli maggiori, per sapere se lamozzarella di bufala che si compra pro-viene da Napoli, dalla Germania o dallaLituania.

D. In quale modo si può impedire que-sta confusione?

R. Ovviamente è impensabile limitareil commercio, pretendere che la Cina nonsi sviluppi economicamente con la pro-pria capacità di crescita, imporre ad essa,al Brasile o al Sudafrica di produrre dimeno perché danneggiano troppo; si puòperò chiedere loro di produrre secondo leregole, di adeguare le legislazioni nazio-nali, consentire la rintracciabilità, que-stioni che riguardano tutti i Paesi, ancheil nostro come abbiamo visto per alcunetipologie di alimenti, pena la chiusuradelle singole aziende. Il punto nodale èl’obbligo di rintracciabilità degli alimen-ti, che già esiste per esempio per la carnee per il pesce. Se aumenta la sicurezzadei consumatori, l’etichettatura tutelaanche i produttori perché consente lorodi spuntare prezzi maggiori per chi af-fronta maggiori sacrifici imprenditorialiper creare prodotti alimentari di qualità.La sicurezza e la qualità degli alimentideve essere monetizzata, deve valereeconomicamente di più.

D. Nella stessa Unione Europea, però,si incontrano difficoltà e ostacoli. Perquale motivo?

25SPECCHIOECONOMICO

Sequestro di prodotti cinesi

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R. In effetti anche di recente, quandoin Italia è stato messo a punto il decretosull’olio, esso ha trovato qualche ostaco-lo. Questo si spiega con l’esigenza dinon restringere la concorrenza. Anche al-tri Paesi europei vantano prodotti di ec-cellenza, per cui il miglioramento diquelli italiani non deve danneggiare il li-bero mercato, necessario per di più per-ché consente di avere prezzi minori.Dobbiamo favorire la concorrenza graziealla riduzione dei costi, ma bisogna co-noscere come questo sia possibile, cosavi sia dietro i prodotti provenienti da altriPaesi. Anche noi esportiamo prodottiagroalimentari e il consumatore stranierodeve sapere cosa contengono.

D. Il Corpo forestale ha anche il com-pito di tutelare l’ambiente. Come si rac-cordano le due attività?

R. Dobbiamo tutti imparare a convive-re con il problema ambientale perché,anche se non potremo riavere un pianetacome duemila anni fa, lo sviluppo soste-nibile è un obiettivo da perseguire in pra-tica ogni giorno anche dal punto di vistaetico. Il territorio italiano è per il 70 percento montano o collinare; se abbando-nate, montagne e colline prima o poi fra-nano, abbattendosi in aree abitate; abbia-mo quindi il dovere di fermare il feno-meno non solo per noi, ma per le nuovegenerazioni. A tal fine, oltre a quella pro-duttiva, la funzione principale del boscoè idrogeologica, consiste nel tenere fer-ma la terra. Ecco perché i problemi dellasicurezza ambientale e agroalimentaresono strettamente connesse.

D. In che senso?R. Nelle aree di montagna e di collina

in cui c’è sviluppo economico non c’èdegrado, e le popolazioni vi restano.Strettamente legato a ciò è anche il pro-blema degli incendi boschivi, che si mol-tiplicano dove non c’è l’interesse econo-mico dell’uomo e subentrano l’abbando-no di terreni e il degrado. Lo Stato puòconcedere qualche incentivo, ma è im-pensabile che possa accollarsi il costodella difesa idrogeologica per milioni diettari. Occorre far sì che contadini, agri-coltori, allevatori, restino nelle colline enelle montagne. La presenza di immigra-ti che svolgono i lavori che gli italianinon vogliono più fare è utile ma non ba-sta, dobbiamo stimolare in tali zone pro-duzioni di eccellenza, il made in Italy daesportare rappresentato oggi da 194 pro-dotti con marchio a denominazione o in-dicazione geografica protetti dall’Unio-ne Europea, per consentire che un mag-gior numero di persone resti in tali terri-tori. Con il turismo, l’agriturismo, le pro-duzioni agro-silvo-pastorali ed altro dob-biamo creare in queste zone le condizio-ni per lo sviluppo, non dobbiamo bloc-carlo solo perché in montagna non si de-ve toccare nulla. Dobbiamo aiutare lapiccola proprietà terriera boschiva eagricola, il piccolo coltivatore diretto, ilcontadino. La tecnologia può aiutare per-

ché consente a que-ste categorie di re-stare a contatto conl’innovazione piùspinta e di progre-dire economica-mente nello stessomodo del settoreindustriale.

D. Occorre riabi-litare e resuscitarel’agricoltura?

R. Ci eravamo il-lusi che l’industria-lizzazione potessesoddisfare il fabbi-sogno agroalimen-tare, ma non è statocosì. L’agricolturacostituisce tuttora un’attività vitale, in-nanzitutto per i solidi valori etici checonserva, quindi per l’economia, la salu-te, l’indipendenza dall’estero, il benesse-re della popolazione. Il territorio ruralenon va abbandonato e degradato; se riu-sciremo a ricostituire i boschi aiuteremol’agricoltura, salvaguarderemo il territo-rio, ridurremo l’anidride carbonica el’inquinamento atmosferico, eviteremogli incendi di terreni incolti. Non sonoazioni semplici né facili, perché peresempio abbiamo gli Appennini, ossiaaree montuose di difficile coltivazione,dal clima sfavorevole e condizioni disa-giate che giustificherebbero un aiuto eun sostegno per chi vi resta.

D. Come è organizzato e quali sono leesigenze del Corpo?

R. Non facciamo parte della cosiddet-ta «cultura del lamento», ma piuttosto èimportante la cultura dal coordinamento.Coordinando le forze siamo più efficaci.Numericamente siamo pochi in tutto ilterritorio nazionale, abbiamo il compitodi contribuire a garantire la sicurezzaambientale e alimentare e operiamo an-che per la protezione civile. Complessi-vamente il Corpo conta 9 mila unità fa-centi capo a 1.100 Stazioni e a 120 traComandi provinciali e regionali. All’ini-

zio della carrierauna guardia fore-stale percepisce1.100 euro netti almese e solo dopo20 anni di serviziopotrà raggiungereuna retribuzione di1.600-1.800 euro.Il lavoro è appas-sionante, perchéconsiste nel risol-vere i problemidella gente. I no-stri Comandi e lenostre Stazioni sitrovano in zonemontane nellequali a volte nonsono presenti altreforze di polizia; i

nostri uomini presidianoil territorio, hanno ungrande attaccamento allavoro, la gratificazioneeconomica non è per lo-ro il primo obiettivo. D. Come ridurre il diva-rio tra i prezzi all’origi-ne dei prodotti agroali-mentari e quelli al con-sumatore?R. Spesso la grande di-stribuzione organizzata,che oggi è il principaleattore sul mercato, fissa icartellini consentendo aiconsumatori di acquista-re a prezzi relativamentecontenuti. La gente com-

pra dove i prezzi sono bassi. Per l’olioavviene proprio questo: grazie ad annatedi sovraproduzione e alla grande concor-renza si riesce a comprarlo al banco ad-dirittura anche a 2,50 o 3 euro al litro.Ma il consumatore va messo in condizio-ne di poter scegliere fra un olio da 3 euroe uno da 10; deve conoscere tutta la sca-la, perché ha capacità di spesa diverse.Al consumatore va detto se il prezzo del-l’olio che compra è giustificato. E questopossiamo farlo solo con i controlli. Nonsi può offrire l’olio extravergine di olivaa 2,50 euro al litro o una bottiglia di vinocon etichetta a un euro perché esistonolimiti per la salute umana e di qualità aldi sotto dei quali non si può scendere.

D. Per facilitare il vostro lavoro occor-rono nuovi interventi legislativi?

R. Per ottenere una maggiore sicurezzaalimentare occorrono norme più cogentiche ci consentano di compiere più indagi-ni e di attuare una maggiore prevenzionenei riguardi di frodi sottili e ben nascoste,che richiedono adeguati mezzi investiga-tivi; attualmente questo tipo di reati hacompiuto un rilevante salto di qualità. Lanostra risposta deve essere adeguata aquesti maggiori rischi per la tutela dellasalute dei consumatori e della legalità delmercato per i produttori.

SPECCHIOECONOMICO26

Operazione «Orti cinesi»: controlli della Forestale

«Per otteneremaggiore sicurezzaalimentare occorrono norme più cogentiche ci consentanodi compiere piùindagini e di realizzare una maggioreprevenzione controfrodi sottili e bennascoste, cherichiedono adeguati mezzi investigativi»

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SPECCHIOECONOMICO28

GIUSEPPE CARUSO: ROMA,LA MALAVITAMA LA POLIZIA LA PRECEDE

GIUSEPPE CARUSO: ROMA,LA MALAVITA CAMBIA,MA LA POLIZIA LA PRECEDE

ella Polizia da 36 anni e tra iprincipali protagonisti dellalotta contro la malavita e il

terrorismo, Giuseppe Caruso è giun-to a dirigere la Questura di Roma do-po una lunga esperienza compiuta invari gradi della carriera e in varie lo-calità del Nord e del Sud d’Italia. Do-po gli incarichi di commissario e ca-po della Squadra Mobile e Digos nel-la Questura di Bergamo, promossovicequestore aggiunto, passò allaQuestura di Reggio Calabria, quindia quella di Milano come dirigenteDigos e vicequestore vicario; pro-mosso Questore, diresse la Questuradi Crotone, quindi fu inviato a diri-gere quella di Vicenza e poi quella diPadova. Dal Nord di nuovo nel Sud,era la volta della Questura di Paler-mo. Una vita, quindi, trascorsa a in-dagare sui movimenti eversivi del-l’organizzazione terroristica PrimaLinea; a svolgere impegnativi servizi

di ordine pubblico in occasione di in-contri sportivi nazionali e internazio-nali; a perseguire pericolosi latitantiappartenenti alla ‘ndrangheta; a lot-tare contro il terrorismo interno e in-ternazionale e contro bande di inte-gralisti islamici; a fronteggiare i con-tini sbarchi di clandestini in Cala-bria. E ancora: a individuare bandededite al traffico di stupefacenti, as-sociazioni per delinquere di stampomafioso, autori di omicidi, estorsio-ni, rapine; a contrastare le azioni deino-global.

Per la cattura di numerosi boss ma-fiosi tra cui i latitanti Bernardo Pro-venzano e Salvatore Lo Piccolo, ope-razioni di rilievo internazionale, alquestore Caruso sono stati conferitinumerosi riconoscimenti. Dal 25agosto 2008, infine, Giuseppe Carusoè questore della Provincia di Roma.Estremamente interessante è il suogiudizio sull’andamento della crimi-

nalità e sulla situazione dell’ordinepubblico nella capitale d’Italia.

Domanda. Qual’è la situazione aRoma?

Risposta. Il consuntivo del 2009 èsotto gli occhi di tutti, ed è moltosoddisfacente; riteniamo di aver be-ne assolto i compiti assegnatici. Nel-l’agosto del 2008, quando sono giun-to, era stato appena siglato il Pattoper Roma sicura; per quanto concer-ne in particolare la Questura, dove-vamo contrastare l’abusivismo com-merciale; frenare se non debellare laprostituzione che, come mi avevarappresentato il sindaco Gianni Ale-manno, era un problema sentito inmaniera significativa da quasi tutti iromani; provvedere alla bonifica de-gli insediamenti abusivi di extra co-munitari, specialmente nelle aree at-tigue all’Aniene e al Tevere. Ho con-tribuito all’elaborazione, da parte delGabinetto del sindaco, di un’ordinan-

Giuseppe Caruso,questoredi Romae Provincia

N

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nua così ritengo che il fenomeno del-la criminalità diffusa, che tanto con-diziona il comune cittadino, possasubire un’ulteriore, significativa fre-nata.

D. Anche nei furti e nelle rapine?R. I cosiddetti reati predatori han-

no registrato un calo considerevole;già nel 2008 i furti avevano subitouna leggera flessione e nel 2009 so-no diminuiti del 14-15 per cento ri-spetto all’anno prima; la media na-zionale, comunica dal ministro del-l’Interno Roberto Maroni, è statadell’8,50-9 per cento. Le rapine sonostate il 30 per cento in meno; di 16casi di omicidi di cui ci siamo occu-pati, sulla quarantina verificatisi, 14li abbiamo già risolti. Però bisognaresponsabilmente dire che, quellache è chiamata con un termine abu-sato ma che rende l’idea, la «perce-zione della sicurezza» da parte deicittadini, non è ancora come vor-remmo, non va di pari passo con laflessione dei reati. Per cui ho dettoai miei colleghi che dobbiamo farequalcosa di più e di diverso affinchéessa cresca nella popolazione.

D. È fondata questa perplessità? R. Solitamente non diminuisce in

proporzione ai risultati concreti, per-ché il cittadino desidererebbe vederele divise sotto casa; questo non solonon è possibile per motivi di organi-co, ma a volte contrasta con l’effi-cienza del servizio. Cerco spesso dispiegarlo ai rappresentanti dei comi-tati di quartiere che lamentano deter-minate difficoltà. «Noi ci siamo, stia-mo lavorando, non agitatevi più ditanto, lasciateci fare, non possiamomostrare in maniera appariscentel’uomo in divisa, fateci svolgere il

za anti-prostituzione tale da consenti-re alle Forze dell’Ordine non di attua-re semplici azioni di disturbo, dal mo-mento che la prostituzione di per sénon è vietata; ma di intervenire graziea un’approfondita messa a punto delsistema sanzionatorio relativo peresempio ad atteggiamenti e abbiglia-menti indecorosi e indecenti e a tur-bativa alla sicurezza stradale. Ciò haconsentito di identificare, di accom-pagnare in Questura e contravvenzio-nare prostitute e clienti. Si è pertato,ottenuto un calo del fenomeno.

D. E nel settore degli stupri, visi-bilmente in aumento?

R. È un altro problema nel qualemi sono subito imbattuto, e che nonci ha consentito di dormire per mesi.Anche a questo ritengo di aver forni-to una risposta concreta nel sensoche, di fronte a casi quasi del tuttoprivi di indizi, siamo riusciti a daresoluzioni concrete prima al caso del-la Caffarella poi a quello dello stu-pratore seriale che non aveva lasciatotraccia. Altro campo di azione i benipatrimoniali acquisiti dalle organiz-zazioni mafiose; nel 2007 non eranostati compiuti nessun sequestro enessuna confisca; tra il settembre e ildicembre del 2008 siamo riuscito asequestrare a malavitosi beni per unvalore di circa 30 milioni di euro, chea fine 2009 sono saliti a 200 milioni e300 mila euro, e che spero continuinoa crescere.

D. Nel settore che interessa moltola popolazione, quello della micro-criminalità?

R. Su una felice intuizione del Ca-po della Polizia Antonio Manganelliabbiamo costituito, all’interno dellaSquadra Mobile di Roma, una nuovaSezione che nel 2009 ha compiuto ilmaggior numero di arresti nel mon-do della microcriminalità, quella chenoi chiamiamo criminalità diffusa eche interessa di più il comune citta-dino, che io considero il nostro dato-re di lavoro. Una Sezione che mi hadato grandi soddisfazioni, formatada una sessantina di uomini che rice-vono tutte le istanze, gli esposti, le la-mentele dei cittadini, direttamente otramite lettere ai giornali, rapporti didirigenti dei Commissariati su situa-zioni che, per l’esiguo numero di uo-mini di questi ultimi Uffici, non pos-sono essere fronteggiati dagli stessi edi cui invece adesso si occupa taleSezione. I risultati sono notevoli an-che perché la loro azione si svolge ingran parte delle 24 ore, dalle sette delmattino all’una di notte, e in casi diesigenze e di emergenze l’orario dilavoro prosegue nella notte. Questacontinuità di presenza e di interventiper reati di piccolo spaccio, rapine,borseggi, furti, ha consentito un rile-vante numero di arresti; se si conti-

29SPECCHIOECONOMICO

servizio in abiti civili, lasciateci faregli appostamenti, che risultano mol-to più efficaci; capisco che vedere ledivise fa sentire più sicuri, ma fidate-vi, noi dobbiamo contemperare levarie esigenze».

D. La malavita si evolve e affina ipropri metodi. Lo fate anche voi?

R. Dall’inizio dell’anno è in atto, eriscuote successo, l’iniziativa di af-fiancare agli agenti altri uomini dellaSezione Criminalità Diffusa in abiticivili, i cosiddetti «falchi», dotati dimoto, caschi e altro, anche personalein uniforme per accrescere appuntola percezione della sicurezza. Rice-vute segnalazioni da Commissariati,comitati di quartiere, lettere, giorna-li, esaminiamo con cadenza quasiquotidiana un quartiere e in manierastavolta appariscente, interveniamoottenendo risultati notevoli perquantità di materiale sequestrato epersone denunciate e arrestate. Cir-condiamo letteralmente il quartierecon posti di controllo mobili e conl’aiuto di unità cinofile e dell’elicotte-ro. Il fattore sorpresa ha dato soddi-sfacenti risultati, abbiamo registratoapplausi e manifestazioni di apprez-zamento da parte dei cittadini. È unodei modi che vogliamo usare per far-ci vedere. Vogliamo inoltre incre-mentare la nostra presenza negli isti-tuti scolastici e la vigilanza soprat-tutto sui giovani, affrontando pro-blemi reali e concreti, soprattutto intema di stupefacenti e di sballo. Co-me rileva anche il comandante pro-vinciale dei Carabinieri Gen. VittorioTomasone, l’origine dei reati a dannodel patrimonio comune, nei quali so-no coinvolte persone in giovane età,nell’80-90 per cento dei casi è legataall’alcool e alla droga. A tal fine nelprogramma delineato sono previstipiù frequenti incontri con i giovani egli istituti scolastici.

D. Si sono manifestate organizza-zioni eversive a Roma?

R. Nei confronti della criminalitàeversiva abbiamo compiuto un’ope-razione di rilevanza nazionale con lascoperta, l’identificazione e l’arrestodi una cellula di neo-brigatisti rossi,che poi neo-brigatisti neppure erano.Il capo in passato era stato sospettatodi appartenere a una cellula attiva;siamo riusciti a debellarla e soprat-tutto ad individuare, localizzare e se-questrare armi micidiali ancora inuso e pronte per essere verosimil-mente usate. L’azione di contrastonon è conclusa, prosegue, e ritengoche anche quest’anno la Digos ci

Questure«Su una feliceintuizione del Capo

della Polizia abbiamocostituito, all’internodella Squadra Mobile

di Roma, una nuovaSezione che nel 2009

ha compiuto il maggiornumero di arresti

nel mondodella criminalità

diffusa, quello cheinteressa di più

il comune cittadino»

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darà ulteriori soddisfazioni.D. E avvenimenti e interventi nel

settore dell’ordine pubblico?R. La Questura di Roma ha fron-

teggiato con grande professionalitàepisodi, manifestazioni ed eventiche si sono sempre verificati, ma cheoggi non possono essere paragonatia quelli del passato. In occasionedello svolgimento a Roma della fina-le della Champions League, gli in-glesi ci ritenevano incapaci di fron-teggiare la situazione; ma il giornodopo, per come hanno visto che èstato gestito l’ordine pubblico, han-no detto: «Le finali facciamole sem-pre a Roma». A Roma si sono svoltivari vertici del G8, molto impegnati-vi, dell’Economia, degli Interni, del-la Giustizia; si sono susseguite visitedi capi di Stato, da Obama a Muba-rak, a Gheddafi; c’è stata la Confe-renza della Fao; sono state tante lemanifestazioni che abbiamo fronteg-giato con risultati encomiabili. Adetta dei loro organizzatori, abbia-mo consentito che tutti questi eventisi svolgessero in maniera perfetta.

D. Ma la città non è rimasta semi-paralizzata?

R. Si sono creati malumori tra i cit-tadini per le conseguenze sulla circo-lazione, ma in occasione del verticedella Fao dovevamo scortare 173 tracapi di Stato e di Governo, si sonoverificati problemi ma nessuno degliinteressati ha lamentato qualche dis-servizio. Tutto questo ha comportatovantaggi economici alle categoriecommerciali e artigianali. D’altraparte, dal momento che abbiamo ilcompito di assicurare l’ordine pub-blico e i servizi di scorta, di tutela edi vigilanza, dobbiamo farlo nellamassima sicurezza. I riconoscimentisono stati molto più numerosi dellecritiche.

D. I risultati positivi contro la cri-minalità aggravano l’emergenza del-le carceri. Come evitarlo?

R. Rispetto al passato, nelle nostrecarceri si assiste ad un aumentoesponenziale degli extracomunitari,e più si va a Nord più cresce questaquota; da Roma in su si registra unnumero di immigrati detenuti supe-riore a quello degli italiani. È un datodi fatto concreto che costoro si occu-pano in via quasi esclusiva di alcunimercati dell’illecito. Il motivo è lamaggiore ricchezza esistente nelNord, la presenza di maggiore mate-ria predatoria; non si va a delinquerein un paesino del Sud dove il redditoè minore. Della penultima Questurache ho diretto, quella di Palermo,non ricordo reati al di fuori di abusodi alcol e risse con connazionali; aPadova, il problema principale eracostituito dall’attività predatoria de-gli extracomunitari, mi riferisco a

30 SPECCHIOECONOMICO

quelli irregolari.Non condividoil giudizio cheextracomunita-rio significa ille-galità; ma rico-nosco che nellenostre carceri gliextracomunitariirregolari costi-tuiscono un nu-mero considere-vole, e che sonopiù attratti dalNord non per la-vorare ma perdelinquere, per-ché c’è più ric-chezza.

D. Come giudica i romani?R. Molto tolleranti; l’anno scorso

nella città si sono svolte 2.105 mani-festazioni, un numero impressionan-te tra statiche e dinamiche. I giornalisono la cassa di risonanza delle la-mentele dei romani, che tuttavia re-stano contenute. Trascorrere ore inautomobile può farlo solo una perso-na paziente come il romano; in altrecittà si assisterebbe a reazioni moltovivaci. Questo fa onore all’aperturadei romani; ed è compito delle istitu-zioni fare in modo che il cittadino siavessato il meno possibile. Il romanospesso chiama la Polizia e collabora;è un bene che al minimo sospetto ilcittadino telefoni, sia solidale e colla-borativo con le istituzioni.

D. Sono sufficienti le forze a suadisposizione?

R. A questa domanda rispondosempre che non ho mai chiestorinforzi o adeguamento e potenzia-mento di personale, perché al verticedella Polizia vi sono sempre statigrandi poliziotti che conoscono be-nissimo la realtà, anche delle perife-rie, e sanno come distribuire la forza.Se ho a disposizione 100 uomini pos-so ottenere risultati per 100 uomini,al massimo per 110, nessuno preten-

derà di più. Con-tiamo più sullaqualità, l'intelli-genza e la pro-fessionalità piut-tosto che sullaquantità. Talvol-ta a tavolino pos-sono compiersipiù operazioniche inviando mi-gliaia di uominiin strada. Per ac-crescere la sensa-zione di sicurez-za dobbiamo es-sere presenti, manon è una que-stione di numeri.

Abbiamo funzionari fuoriclasse epersonale sicuramente di qualità.

D. La riforma del Codice di proce-dura penale non vi ha tolto i poteri?

R. Dice il capo della Polizia Anto-nio Manganelli che con l’attuale Co-dice di procedura penale si registra inItalia la presenza di investigatori in-gessati di fronte a investigatori po-sticci. Non possiamo non condivider-lo. Abbiamo funzionari della Squa-dra Mobile e personale che per de-cenni hanno «battuto» i marciapiedi,compiuto appiattamenti, pedinamen-ti, perquisizioni, investigazioni, inter-cettazioni, e che devono spesso staread aspettare deleghe da qualche giu-dice che avrà anche grande esperien-za e professionalità sotto il profilogiuridico, ma talvolta non sotto quel-lo tecnico e investigativo.

D. Come giudica il ruolo dei pub-blici ministeri?

R. La resistenza a ridare alla Poli-zia giudiziaria gli strumenti che ave-va per l’avvio delle indagini danneg-gia soprattutto i cittadini. Non sonosolo a condividere il giudizio diManganelli; della stessa opinione so-no molti magistrati e tante personedi buon senso. I Poliziotti, i Carabi-nieri, i Finanzieri in Italia, sono mol-

«Non ho mai chiestoaumenti di organico

perché al vertice dellaPolizia vi sono sempre

stati grandi poliziotti checonoscono benissimola realtà e sanno che

dai nostri uominipossono ottenersirisultati eccellenti,

dovuti non alla quantitàma alla qualità»

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SSCCEELLTTAA NNUUCCLLEEAARREEOOBBBBLLIIGGAATTAAPPEERR RREECCUUPPEERRAARREEIILL TTEEMMPPOO PPEERRDDUUTTOO

32 SPECCHIOECONOMICO

Il sen. Cesare Cursi,presidente della

Commissione Industriadi Palazzo Madama

SSCCEELLTTAA NNUUCCLLEEAARREEOOBBBBLLIIGGAATTAAPPEERR RREECCUUPPEERRAARREEIILL TTEEMMPPOO PPEERRDDUUTTOO

giusta la scelta netta intra-presa dal Governo Berlusco-ni verso la produzione dienergia nucleare: la bolletta

energetica nazionale pesa ogni annoper circa 60 miliardi di euro e pena-lizza non solo i cittadini, ma l’interosistema economico del Paese. In piùè l’unica forma di energia pulita intema di rispetto dell’ambiente. Lariapertura della questione nuclearein Italia comporta, però, non solo lanecessità di stabilire come e dove co-struire le future centrali, ma anchequella di gestire in parallelo proble-mi complessi, complementari all’a-dozione di tale tecnologia, che si con-figurano come fattispecie essenzialiper il successo dell’operazione.

È indispensabile innanzitutto at-tuare una profonda revisione del si-stema normativo e regolamentare,intesa come un delicato mix di com-petenze e doveri tra chi deve prende-re la decisione finale, ossia il Gover-no, e chi, gli enti locali, deve necessa-riamente condividere le soluzioni in-traprese. Difficilmente in Italia cisarà il nucleare senza il consenso de-gli enti locali interessati o, meglio,senza il consenso della gente. È do-veroso rispettare le preoccupazionidei singoli cittadini, spiegare loro,con straordinaria trasparenza, pregie vantaggi delle tecnologie che an-dremo ad intraprendere.

Ognuno di noi dovrà convincersiche la produzione di energia pulitada nucleare avverrà, sì, in modernisiti tecnologicamente sicuri e nel pie-no rispetto della normativa ambien-

tale, ma che questo potrà verificarsi apochi passi dalle nostre case.

La sindrome «non in my backyeard» è comune in tutto il mondo,non è certo una prerogativa naziona-le. È però necessaria, ora più che mai,una campagna d’informazione mira-ta, la quale spieghi in maniera pun-tuale che quello che ci accingiamo amettere in cantiere già è in atto dadecenni in tutti i Paesi più industria-lizzati del mondo, ed ha contribuitoa garantire in ognuno di questi be-nessere, ricchezza e sviluppo.

Bisogna dare risalto, parlando conla gente, ai vantaggi arrecati dal nu-cleare non solo come risorsa per laproduzione di energia elettrica e,quindi, fonte di notevoli risparmicon benefici per l’ambiente, vistol’impatto quasi zero per quanto ri-guarda l’emissione di anidride car-bonica. È indispensabile consideraregli altri effetti positivi generati dalrilancio del nucleare, come il coin-volgimento del mondo industriale euniversitario. Si tratta, in pratica, diun grande progetto di ambizionenazionale.

Rispetto alle polemiche di questigiorni, ampiamente preventivate, c’èda dire che non c’è ad oggi una map-pa prestabilita dei siti da realizzare, equindi chi si sente già in diritto di al-zare lo scontro lo fa per pura polemi-ca di parte. Rimango senza parole difronte alle iniziative legislative addi-rittura intraprese da due Regioni disinistra come Puglia e Campania, perdichiararsi non disponibili ad ospita-re le future centrali. Chissà, forse per

il desiderio di racimolare, nelle pros-sime elezioni regionali, il voto diqualche nostalgico non rassegnato.

Il Piano di sviluppo del nuclearenon può prescindere da un profondocoinvolgimento del sistema indu-striale nazionale. Al fine di renderedisponibili le competenze esistentinel Paese e di sfruttarle al massimoper potenziare il sistema produttivo,è quanto mai opportuno inserire nelcontesto industriale le capacità ope-rative presenti in ambito pubblico.

L’industria nazionale deve punta-re ad acquisire lo status di partner in-dustriale - e non in posizione subal-terna - dei principali costruttori direattori attraverso strategie di accor-do che consentano di qualificarsi nel-la sistemistica e nella componentisti-ca, e di partecipare ai programmi nu-cleari nazionali e internazionali. Nonsta al Governo individuare i soggettiinteressati alla realizzazione del Pia-no nucleare italiano. Accanto adEnel-Edf, che hanno già dato la pro-pria disponibilità, anche altri rilevan-ti gruppi industriali, come AnsaldoNucleare del Gruppo Finmeccanicastanno realmente valutando l’inten-zione di impegnarsi nel settore. Laconcorrenza, il know-how, il con-fronto tra nuove tecnologie, non po-tranno che accrescere le potenzialitàdi un settore così strategico per il fu-turo del nostro Paese.

Andrà potenziata la ricerca. Le at-tività conseguenti dovranno essereridefinite con riferimento specificoalle necessità di qualificazione delcomparto industriale sulle filiere che

èè

del sen. CESARE CURSI, presidente della CommissioneIndustria di Palazzo Madama

Dopo l’approvazione della Legge Sviluppo,in Parlamento l’esame dei decreti legislativiche segneranno in modo concreto il ritornodell’Italia alla produzione di energia da nucleare

Page 25: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

hanno le migliori prospettive di mer-cato. Ciò potrà essere conseguito at-traverso l’istituzione di un Consor-zio di ricerca con la partecipazionedei maggiori partner interessati. Ilmodello di finanziamento delle nuo-ve centrali nucleari, in regime di eco-nomia di mercato, richiede adegua-menti alla normativa nazionale anti-trust e adattamenti alle specificità delmercato finanziario nazionale.

In tema di formazione, anch’essaindispensabile, si rende necessarioriqualificare il sistema formativo incampo nucleare attraverso una stret-ta e rinnovata interazione tra l’Uni-versità, il sistema della ricerca e l’in-dustria, con la definizione in comunedi corsi formativi moderni. Priorita-ria, rispetto alla fase di realizzazionedei futuri impianti, sarà quella di de-finizione dei siti destinati allo stoc-caggio dei rifiuti radioattivi. I decretilegislativi al vaglio del Parlamentoelencano in maniera analitica le ca-ratteristiche tecniche per la loro indi-viduazione, pur ritenendo che, al dilà degli aspetti tecnici, il momentopiù alto del prossimo processo deci-sionale sarà quello del confronto congli enti locali interessati. Non ci sarà,come detto, futuro nucleare senzacondivisione del processo.

Scegliere il nucleare non significarinunciare alle fonti di energia rinno-vabili che, anzi, vanno per forza in-centivate. Anzi dirò di più: questedue forme di energia sono comple-mentari sia perché entrambe garanti-scono il massimo rispetto per l’am-biente, sia perché i vantaggi econo-mici derivanti dalle nuove centraliconsentiranno di finanziare lo svi-luppo delle rinnovabili che hannoancora elevati costi iniziali e, perquesto, necessitano di sussidi pubbli-ci che poi ricadono sulle bollette deiconsumatori. Con una quota a regi-me di energia del 25 per cento deri-vante da fusione dell’atomo i costidella nostra bolletta potranno scen-dere fino al 30 per cento rispetto ai li-velli attuali.

Nel mondo sono in funzione circa450 reattori, altri 40 sono in costru-zione e circa 50 sono in fase di pro-gettazione definitiva. Non stiamo an-ticipando nulla, semmai rincorriamoi ritardi del passato. L’Italia era statail secondo Paese, dopo la Gran Breta-gna, a puntare sull’energia nucleare.Un vero peccato il passo indietro del1987, ma esiste ancora un notevolemargine per rientrare attivamente ingioco da attori e non da comparse.

Il cammino verso la costruzionedei nuovi impianti vede una specifi-ca definizione di parametri, ambien-tali e tecnici, e di incentivi per i terri-tori su cui ricadranno i nuovi siti. Learee idonee ad ospitare le prossime

centrali nucleari italiane dovrannorispondere a uno schema di parame-tri di riferimento relativi a caratteri-stiche ambientali e tecniche, comeprevisto dai decreti legislativi all’e-same del Parlamento. I siti che ospi-teranno la centrali nucleari sarannodi interesse strategico nazionale e,come tali, soggetti a forme di vigi-lanza e di protezione.

Lo «schema di parametri» dovràessere definito dal Ministero delloSviluppo economico e da quellodell’Ambiente e dei Trasporti, suproposta dell’Agenzia del nucleare,entro 60 giorni dall’entrata in vigoredei decreti legislativi attuativi. Inparticolare, le caratteristiche am-bientali riguardano popolazione efattori sociali ed economici, qualitàdell’aria, risorse idriche, fattori cli-matici, suolo e geologia, valore pae-saggistico, valore architettonico-

storico e accessibilità. Le caratteri-stiche tecniche riguardano, invece,sismo-tettonica, distanza da areeabitate, geotecnica, disponibilità diadeguate risorse per il sistema diraffreddamento della tipologia diimpianti ammessa, strategicità del-l’area per il sistema energetico, ca-ratteristiche della rete elettrica, ri-schi potenziali indotti da attivitàumane nel territorio circostante.

È previsto un beneficio economicocommisurato alla potenza nominaledell’impianto, nella fase di cantiere,pari a 3 mila euro per megawatt, eduno nella fase di esercizio stabilitoin base all’energia prodotta, pari a0,4 euro per megawattora, da corri-spondere a imprese e a cittadini sul-la base dei criteri definiti dagli entilocali interessati. Sono definite, inol-tre, forme di incentivi pari al 10 percento del contributo totale per leProvince in cui è ubicato l’impianto,per il 55 per cento ai Comuni e per il35 per cento a quelli limitrofi fino auna distanza massima di 20 chilo-metri dall’impianto.

I benefici relativi alla fase di realiz-zazione dei siti sono destinati per il40 per cento agli enti locali per le fi-nalità istituzionali e per il 60 per cen-to alle persone residenti e alle impre-se presenti nel territorio circostante ilsito, mediante la riduzione della spe-sa energetica, della Tarsu, delle addi-zionali Irpef, Irpeg e dell’Ici, secondocriteri e modalità che saranno fissatidagli enti locali interessati. Quellicorrelati all’esercizio produttivo de-gli impianti, invece, saranno destina-ti alla riduzione della spesa per l’e-nergia elettrica degli utenti ubicatinei territori nei quali avranno sedegli impianti. Il cammino non sarà nésemplice né agevole: starà alla co-scienza di ognuno di noi saper co-gliere un’occasione irripetibile per losviluppo del Paese.

33SPECCHIOECONOMICO

La centrale nucleare costruita dall’Ansaldo Nucleare a Cernavoda in Romania

L’Italia era statail secondo Paese, dopola Gran Bretagna,a puntare sull’energianucleare. Un peccatoil passo indietrocompiuto nel 1987,ma esisteancora un notevolemargine per rientrareattivamente in giocoda attori e nonda comparse

Page 26: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

L’istituzionee le competenzedella Procuraeuropea

34 SPECCHIOECONOMICO

Stati membri, idiritti della per-sona nella pro-cedura penale, idiritti delle vit-time della cri-minalità, altrielementi speci-fici della pro-cedura penaleindividuati dalConsiglio inuna decisioneadottata all’u-nanimità.

In modo analogo, la stessa norma sta-bilisce che il sistema in esame possa es-sere applicato per le misure che preve-dono norme minime per la definizionedi reati e di sanzioni in settori quali ilterrorismo, la tratta degli esseri umani,il traffico illecito degli stupefacenti, losfruttamento sessuale delle donne e deiminori, il riciclaggio di capitali, la cor-ruzione, la contraffazione di mezzi dipagamento, la criminalità informatica equella organizzata in genere.

È stata invece preferita l’adozione diregolamenti, piuttosto che di direttive, inmateria di prevenzione e di lotta al terro-rismo, anche per quanto riguarda misureamministrative concernenti i movimentie il congelamento dei capitali, dei benifinanziari e dei proventi economici, e perquestioni collegate alla struttura, al fun-zionamento, alla sfera d’azione e ai com-piti dell’Eurojust.

Con regolamento può essere dispostaanche l’istituzione di una Procura euro-pea, con una procedura legislativa spe-ciale nella quale è richiesta l’unanimitàdel Consiglio, previa approvazione delParlamento europeo, ferma restando lapossibilità di chiamare in causa il Consi-glio europeo ed eventualmente di avvia-re la cooperazione rafforzata. Tale Pro-cura avrà una competenza limitata, al-meno inizialmente, ai soli reati che col-piscono gli interessi finanziari dell’U-nione, con la possibilità di esercitare l’a-zione penale per tali reati davanti agli or-

gani giurisdizionali competenti degliStati membri. Spetterà poi al Consiglioeuropeo, con delibera adottata all’unani-mità e approvata dal Parlamento euro-peo, e dopo aver consultato la Commis-sione, ampliare la competenza della Pro-cura europea anche alla lotta contro lacriminalità organizzata di carattere tran-snazionale. La procedura legislativa spe-ciale con una delibera all’unanimità esemplice consultazione del Parlamentoeuropeo è fissata per le misure nel setto-re della cooperazione di polizia che com-portano una collaborazione tra le autoritàstatali. Invece per quanto riguarda la rac-colta, l’archiviazione, il trattamento, l’a-nalisi e lo scambio delle informazioni el’individuazione di tecniche investigati-ve comuni resta ferma la procedura legi-slativa ordinaria.

Poche ma significative le novità nelsettore della cooperazione giudiziariacivile. Con l’eliminazione della limita-zione della precedente norma che indi-cava unicamente il settore civile e com-merciale, accanto al riconoscimento re-ciproco delle decisioni giudiziarie edextragiudiziali e alla loro esecuzione sisono aggiunti tre settori alla notificazio-ne transnazionale degli atti giudiziari edextragiudiziali; alla compatibilità delleregole applicabili negli Stati membri; aiconflitti di leggi e di giurisdizione; allacooperazione nell’assunzione dei mezzidi prova; all’eliminazione degli ostacolial corretto svolgimento dei procedimen-ti civili. I tre settori sono l’accesso ef-fettivo alla giustizia, lo sviluppo di me-todi alternativi per la risoluzione dellecontroversie e il sostegno alla formazio-ne dei magistrati. In tali settori, però,sono stati già adottati atti nel pilastrocomunitario.

l primo dicembre 2009 è entratoin vigore il Trattato di Lisbona.Nato dalle ceneri della Costitu-

zione europea, il nuovo Trattato ha intro-dotto talune novità degne di rilievo chehanno notevole influenza sulle norme vi-genti a livello di Unione europea in ma-teria di libertà, sicurezza e giustizia. Es-so permette, infatti, di estendere la pro-pria azione in questo campo e di render-la più legittima, efficiente, trasparente edemocratica. Il nuovo titolo IV del Trat-tato sul funzionamento dell’Unione Eu-ropea, denominato «Spazio di libertà, si-curezza e giustizia» ingloba sia quelloattualmente in vigore del Trattato comu-nitario dedicato a visti, asilo, immigra-zione e altre politiche connesse con la li-bera circolazione delle persone, sia laparte del Trattato riguardante la coopera-zione di polizia e giudiziaria penale.

Rimane fermo il principio guida costi-tuito dal reciproco riconoscimento delledecisioni giudiziarie e, in via sussidiaria,da quello del ravvicinamento delle legi-slazioni penali. La «comunitarizzazio-ne» di questi settori ha condotto all’eli-minazione delle decisioni-quadro, pre-vedendo, come per altre materie, l’ado-zione di regolamenti. Per quanto riguar-da le novità nella votazione, le delibera-zioni saranno adottate secondo la proce-dura legislativa ordinaria dal Parlamentoeuropeo e dal Consiglio, e quindi secon-do il sistema di co-decisione.

Tuttavia, è stato previsto che, se unmembro del Consiglio ritiene che unprogetto di direttiva possa incidere suaspetti fondamentali del proprio ordina-mento giudiziario penale, può bloccarela fase decisionale e rimettere la questio-ne al Consiglio europeo. Peraltro, se en-tro quattro mesi il Consiglio europeo riu-scirà ad ottenere l’unanimità, rinvierà ilprogetto al Consiglio dell’Unione Euro-pea che riprenderà l’iter. Nel caso dicontrasti tra Governi, si apre un doppioscenario: se almeno nove Stati sonod’accordo sul progetto, potranno andareavanti attraverso il ricorso alla coopera-zione rafforzata; nel caso di un consensoinferiore il progetto sarà archiviato.

Un simile meccanismo non è previstonel caso in cui l’atto legislativo riguardimisure per incentivare e sostenere l’a-zione degli Stati membri nel campo del-la prevenzione della criminalità, a me-no che non si tratti di misure di armo-nizzazione di disposizioni legislative eregolamentari degli Stati membri. Il ri-corso alla sospensione è quindi dispo-sto, per le materie indicate nell’articolo69, nel settore del reciproco riconosci-mento delle sentenze e delle decisionigiudiziarie, e la cooperazione di poliziae giudiziaria nelle materie penali condimensione transnazionale, se i provve-dimenti in discussione riguardano l’am-missibilità reciproca delle prove tra gli

La Procura europeaavrà all’iniziouna competenzalimitata ai soli reatiche colpisconogli interessi finanziaridell’Unione, masuccessivamenteil Consiglio europeopotrà ampliareed estenderela sua competenzaai più gravi reatitransnazionali

di ANTONIO MARINI

GIUSTIZIA 1I

Page 27: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

La scelta delle trentaduecategorie di reati, che sfug-gono alla regola della doppiaincriminazione, è stata com-piuta dal Consiglio proprioin base a tale principio e al-l’elevato grado di fiducia esolidarietà tra gli Stati mem-bri. Inoltre, sia per la naturadei reati sia per l’entità dellapena comminata - massimoedittale 3 anni -, le categoriedelittuose in questione rien-trano tra quelle che arrecanoun pregiudizio, all’ordine e alla sicurez-za pubblica, tale da giustificare la derogaall’obbligo di controllo della doppia in-criminazione.

Sui rapporti tra il diritto statale e le de-cisioni-quadro dell’Unione europea lastessa Corte di Lussemburgo con la sen-tenza del 16 giugno 2005, riguardante ladecisione-quadro sulla posizione dellevittime del reato nel procedimento pena-le, ha affermato che il principio di inter-pretazione conforme si impone riguardoalle decisioni-quadro adottate nell’ambi-to del Titolo VI del Trattato dell’UnioneEuropea, aggiungendo che il giudice cheapplica il diritto nazionale è tenuto a far-lo per quanto possibile alla luce della let-tera e dello scopo della decisione-qua-dro, al fine di conseguire il risultato per-seguito da questa e di conformarsi cosìall’articolo 34 dell’Unione Europea.

Nell’affermare tale principio la Corteha precisato che, rispetto alle decisioniquadro del Consiglio dell’Unione, l’ob-bligo di interpretazione conforme dellanorma interna trova i propri limiti neiprincipi generali del diritto e, in partico-lare, in quelli della certezza del diritto edella norma penale. Pertanto in nessuncaso detto obbligo può condurre a deter-minare o aggravare, sul fondamento del-la sola decisione-quadro e indipendente-mente dalla legge statale adottata per lasua attuazione, la responsabilità penaledi chi agisce in violazione delle sue di-sposizioni. In sostanza, l’obbligo deigiudici nazionali di interpretare il diritto

interno in modo conforme al diritto del-l’Unione ha attenuato non poco il rischiodi applicazioni differenziate della nor-mativa europea.

Con il Trattato di Lisbona la Corte diGiustizia ha aumentato la propria com-petenza. In materia di cooperazione dipolizia e giudiziaria in campo penale, lasua competenza a pronunciarsi in viapregiudiziale è diventata obbligatoria enon è più subordinata a una dichiarazio-ne di ciascuno Stato membro, che rico-nosca tale competenza e indichi i giudicinazionali che possono adirla. Per cui nelcampo della cooperazione giudiziaria inmateria penale ogni giudice potrà avva-lersi del rinvio pregiudiziale.

Talune disposizioni transitorie preve-dono tuttavia che tale piena competenzadella Corte sarà applicabile solo cinqueanni dopo l’entrata in vigore del Trattatodi Lisbona e cioè il primo dicembre2014. In particolare, nel protocollo n. 36all’articolo 10 è stabilito che, a titolo dimisura transitoria, le attribuzioni dellaCorte di Giustizia restano invariate pergli atti adottati nel settore della coopera-zione di polizia e della cooperazione giu-diziaria in materia penale adottati primadel primo dicembre 2009, data di entratain vigore del nuovo Trattato. Tale normatransitoria dovrà inevitabilmente appli-carsi anche alla decisione-quadro sulmandato di arresto europeo.

In conclusione, il nuovo assetto istitu-zionale posto dal Trattato di Lisbona di-mostra la persistente legittimità del man-dato di arresto europeo ed anzi apre lospazio a nuove iniziative nel campo dellacooperazione giudiziaria penale. Solol’effettiva attuazione delle norme delTrattato da parte delle istituzioni europeedimostrerà se vi sia realmente la volontàdi dare maggiore concretezza allo spaziodi libertà, sicurezza e giustizia, tenutoconto del carattere vincolante della Cartadei diritti e dell’avvenuta tendenziale«comunitarizzazione» dell’intero ambitodella cooperazione giudiziaria sia civileche penale. In questo contesto, il manda-to di arresto europeo finisce per collocar-si al crocevia delle diverse e contrappo-ste opinioni sul processo di integrazioneeuropea.

Antonio Marini

35SPECCHIOECONOMICO

Il nuovo assettoistituzionale posto dal

Trattato di Lisbonamostra la persistente

legittimità del mandatodi arresto europeo

e apre lo spazio a nuove iniziative nel campo della

cooperazione penale

Il mandatodi arresto europeoalla luce delTrattato di Lisbona

GIUSTIZIA 2

Lussemburgo. La Corte di Giustizia

entrata in vigore del Trattato di Li-sbona offre lo spunto per alcuneconsiderazioni sull’attuale funzio-

ne del mandato di arresto europeo allaluce del nuovo assetto istituzionale del-l’Unione. Il mandato di arresto europeo èstato introdotto con la decisione-quadrodel Consiglio dell’Unione europea2002/584/GAI del 13 giugno 2002, at-tuata in Italia con la legge 22 aprile 2005n. 69. Tale istituto si è immediatamenteconfigurato come un utile strumento perdare concretezza allo spazio di libertà, disicurezza e di giustizia, che avrebbe do-vuto caratterizzare l’Unione.

Esso è stato definito come una decisio-ne unitaria emessa da uno Stato membroin vista dell’arresto e della consegna diuna persona, da parte di un altro Statomembro, nell’esercizio dell’azione pena-le o dell’esecuzione di una pena privati-va della libertà personale. Il meccanismodel mandato di arresto europeo si fondasul principio di mutuo riconoscimentodelle decisioni giudiziarie. La decisionedi introdurre tale istituto con una norma-quadro in luogo di una convenzione hadeterminato alcuni dubbi, poiché talestrumento si collocava in una corniceben più «europeizzata» rispetto alle con-venzioni, che continuavano ad inserirsinell’ambito dei meccanismi intergover-nativi più idonei a salvaguardare le pre-rogative statuali.

Tali dubbi sono stati superati dallaCorte di Giustizia con la sentenza del 3maggio 2007, nella quale si riconosce lalegittimità della decisione-quadro istitu-tiva del mandato di arresto europeo. Nel-la sentenza si sottolinea che, nell’ambitodella propria discrezionalità, il Consigliopuò privilegiare lo strumento giuridicodella decisione-quadro quando sono pre-senti le condizioni per l’adozione di taleatto. Infatti la decisione-quadro è direttaa sostituire il sistema multilaterale diestradizione tra gli Stati membri con unsistema di consegna tra autorità giudizia-rie fondato sul reciproco riconoscimentodei mandati di arresto emessi da diversiStati membri in conformità al diritto del-lo Stato emittente.

L’

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36 SPECCHIOECONOMICO

MARIO RESCA: COMEVALORIZZARE IL PATRIMONIOCULTURALE ITALIANO

MARIO RESCA: COMEVALORIZZARE IL PATRIMONIOCULTURALE ITALIANO

aureato in Economia e Com-mercio alla Bocconi di Mila-no, Mario Resca ha matura-

to una ricchissima esperienza nellagestione di aziende, in particolarenel risanamento e rilancio di impresein difficoltà. Nella sua lunga carrieraè stato sempre al vertice di grandi so-cietà; può dirsi che una parte signifi-cativa della finanza italiana - ma an-che multinazionali di rilevanza mon-diale - si è avvantaggiata delle suecure. Cominciata la carriera subitodopo la laurea nella Chase Manhat-tan Bank, presto divenne direttoredella Biondi Finanziaria, società delGruppo Fiat. I successivi incarichil’hanno visto impegnato nel ruolo diconsigliere di amministrazione della

Lancôme Italia, di società dei GruppiRCS Corriere della Sera, Versace eMondadori. Dopodiché, il susseguir-si di ruoli di primissimo piano e digrande responsabilità: è stato presi-dente di Italia Zuccheri, del Casinòdi Campione, di Confimprese, diSambonet, di Kenwood Italia, dell’A-merican Chamber of Commerce; einoltre consigliere di Finance Lea-sing, Arfin ed Eni. Infine ha ricopertola carica di amministratore delegatoe presidente della McDonald's Italia.Difficilmente il settore pubblico, inparticolare il Ministero per i Beni e leAttività culturali, avrebbe trovato unmanager così esperto in ristruttura-zioni e rilanci aziendali, sensibileverso le strutture istituzionali e so-

prattutto innamorato e orgogliosodel patrimonio artistico, archeologi-co e culturale nazionale. In questa in-tervista Resca, che si è messo subitoal lavoro e che da esperto comunica-tore ha già suscitato l’interesse del-l’opinione pubblica, illustra i propriprincipi e programmi destinati a ri-svegliare l’orgoglio degli italiani,non solo degli amanti della cultura.Domanda. Può delineare un bilanciodella sua attività

Risposta. Quando il presidentedel Consiglio Silvio Berlusconi e ilministro per i Beni e le Attività cul-turali e Sandro Bondi mi hannochiesto di partecipare alla ristruttu-razione del Ministero, c’è chi hapensato ad una contrapposizione

Mario Resca, direttoregenerale per la valorizzazionedel Patrimonio culturaledel Ministero per i Benie le Attività culturali

L

Page 29: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

mero di turisti, ora è scesa al quintoposto e va verso il settimo. La Fran-cia registra 18 milioni e mezzo di vi-sitatori nei cinque musei che sono aParigi; da noi la permanenza mediadi turisti stranieri è di un giorno emezzo, a Parigi di quattro. Perchénon si trattengono altrettanto a Ro-ma, con tutto quello che abbiamo?Visitano solo il Colosseo e i MuseiVaticani.

D. Qual’è la condizione dei siti?R. Ho avuto l'onore di mostrare il

Colosseo al presidente della Repub-blica Popolare Cinese Hu Jintao, cheè un ingegnere ed è molto interessatoagli aspetti architettonici, in occasio-ne della sua visita a Roma per il G8dello scorso anno. Purtroppo mi so-no dovuto vergognare di far vedereai rappresentati della massima po-tenza mondiale, con cui il mondofarà i conti nei prossimi anni, quellache deve essere una magnificenza,semicoperta da tubi Innocenti postiprovvisoriamente 12 anni fa a cancel-li e ad arcate; spazi esterni sporchi;mercanti abusivi che importunano ituristi; finti legionari romani; reti diplastica rossa. Inoltre il Colosseo sichiude alle 16,30, un'ora prima deltramonto, quando potrebbe essereaperto 24 ore su 24 e offrire una gran-de quantità di lavoro. E noi saremmoquelli che tutelano e valorizzano?

D. Che cosa ha detto nell’occasioneil presidente cinese?

R. Nelle poche ore trascorse insie-me, Hu Jintao ha espresso osserva-

tra la tradizionale funzione di tuteladel patrimonio culturale svolta dal-la struttura istituzionale dello Stato,appunto il Ministero dei Beni cultu-rali, e l’opera voluta dal Governo.Quando è diventato noto il mio no-me, è circolata una petizione, che haraccolto ottomila firme, contraria al-la nomina di una persona non pro-veniente dal mondo della cultura.Questa preoccupazione è cadutaquando si sono constatati il rispettoche porto per la specifica strutturatecnica, la non sovrapposizione deidue ruoli, l’apprezzamento delle ri-spettive competenze professionali.E il rinonoscimento che, se abbiamola fortuna di avere il maggiore patri-monio artistico e culturale del mon-do, abbiamo la responsabilità di tu-telarlo ma anche di farne usufruire inostri connazionali, gli stranieri e lefuture generazioni.

D. A quale settore professionaleappartiene?

R. La cultura appartiene a tutti,anche a chi non viene specificamen-te dal mondo dell'arte e dell'archeo-logia. La mia, in particolare, è cultu-ra d'azienda, della gestione delle ri-sorse umane, della pianificazione,di come sviluppare le aziende e nonfarle morire. Questa è la specializza-zione che ho esercitato in questi de-cenni occupandomi di imprese indifficoltà, cercando di sanarle e dirilanciarle.

D. Quali esperienze ha nel settoredei Beni culturali?

R. Ho viaggiato moltissimo visi-tando molti musei in Italia e all'este-ro, ho parlato con sovrintendenti, di-rettori, sindacalisti, custodi, ho par-tecipato a tanti convegni, sono anda-to «sul campo», come si direbbe, maanziché scoraggiarmi, mi sono moti-vato, mi sono reso conto della neces-sità di valorizzare il nostro grandepatrimonio, intendendo valorizza-zione culturale, non economica. Os-servando dati non confutabili, ho vi-sto che, rispetto ad altri Paesi, i nostriconnazionali visitano poco i musei;in Italia quelli statali sono 399 tramusei, biblioteche, archivi ed areearcheologiche, i privati circa 4 milatra comunali, regionali, provinciali edi soggetti privati, un patrimonio in-credibile che registra solo 97 milionicirca di visitatori l’anno quando inGermania, con un ventesimo del no-stro patrimonio, i visitatori sono ol-tre 100 milioni. Questo significa chesiamo carenti nel diffondere la cultu-ra fra la popolazione attraverso le te-stimonianze esistenti in musei, bi-blioteche, archivi, siti archeologici,che gli stranieri ammirano. I dati ne-gli ultimi 5 anni sono negativi, stia-mo perdendo visitatori, 20 anni fa l'I-talia era la prima nel mondo per nu-

37SPECCHIOECONOMICO

zioni apparentemente semplici madi estremo interesse. Accostava l'i-dentità culturale dell’Italia a quelladella Cina, trattandosi delle dueuniche culture millenarie sopravvis-sute, mentre quella greca e quellaegizia sono decadute. La cultura ro-mana ha pervaso e condizionato losviluppo di tutta la cultura occiden-tale; se i Paesi del Nord e del SudAmerica sono «occidentali», dipen-de dal processo culturale inarrestatopassato dai greci ai romani. L’Italiae la Cina, sostiene Hu Jintao, sono idue poli culturali che hanno in-fluenzato il mondo; non ci sono al-tre culture millenarie.

D. Non è stato compiuta una rifor-ma quando era ministro AlbertoRonchey?

R. Ci fu un tentativo di valorizzarei beni culturali con la legge Ronchey,che consentì di introdurre nei museiun minimo di accoglienza, fonda-mentale per il visitatore. Ma in Italiai tempi sono lunghi. Dal momento incui il ministro Bondi ha deciso l’at-tuale riforma a quando è stata realiz-zata, sono trascorsi però solo novemesi e lo scorso dicembre ho com-piuto i primi 100 giorni dal mio inse-diamento come direttore generaleper la valorizzazione. I visitatori de-vono trovare un bar che funziona, in-contrare gli amici in un ambiente ac-cogliente nel quale l'arte è fruibile;quando si vede quello che fanno al-l’estero con poche risorse, ci si irritanel vedere il nostro immenso patri-monio ignorato dalla gente. Noi pre-feriamo elargire incentivi per la rot-tamazioni delle lavatrici domestiche;sarà una misura di carattere sociale,ma è una cosa diversa, non saremomai più competitivi nel produrre la-vatrici che si fabbricano in Cina e inaltri Paesi in grado di produrle aprezzi e qualità più convenienti.Questa sfida in Italia è persa. L'inno-vazione, lo sviluppo tecnologico so-no frutto di investimenti colossali diaziende di grandi dimensioni che di-spongono di risorse umane e finan-ziarie. Anche le aziende farmaceuti-che, un tempo molto solide, stannoabbandonando l'Italia. L'industria hagià perso questa scommessa, il tra-sferimento all’estero è in atto da tem-po e il processo sta continuando, lefabbriche man mano stanno chiu-dendo. L'Italia non trae più redditoda attività manifatturiere. Se com-piamo un banalissimo inventario,vediamo che non abbiamo materie

Beni culturali«I musei statali in Italia sono 399,quelli privati circa

4 mila, un patrimonioincredibile che

registra solo 97milioni di visitatori

l’anno quandoin Germania, con un

ventesimo del nostropatrimonio, sono oltre

100 milioni. Siamocarenti nel diffondere

la cultura frala popolazione tramite

musei, biblioteche,archivi, siti

archeologici»

Page 30: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

prime, energia, aziende competitivea livello globale, multinazionali. An-che il turismo balneare sta scompa-rendo, perché le nostre coste non so-no più sono più un punto di forza.

D. E non abbiamo il made in Italy?R. Nel mondo beneficiamo del cul-

to dell'italianità nei settori della mo-da, del design, della creatività; ma sevogliamo pensare al futuro e rilan-ciare il Paese, non dobbiamo fare al-tro che investire e considerare un as-se portante il turismo culturale, ca-pace di un indotto enorme; negli Sta-ti Uniti si dice che ogni dollaro inve-stito nella cultura crea un reddito di19 dollari. All’estero ci consideranouna potenza culturale. Sono semprepiù convinto, quindi, che per il rilan-cio della nostra economia è doverosorivalorizzare i nostri beni culturali.

D. Qual è allora il programma?R. Il primo obiettivo che mi sono

posto è stato quello di creare unasquadra, di valorizzare i nostri uomi-ni. Io non sono in competizione, sonoin sintonia con essi, unisco le miecompetenze alle loro per creare unasinergia, perché sono loro gli esperti.Le opportunità sono tante, il compitoè arduo ma non costituisce un pro-blema, però quanto ai tempi e alle ri-sorse finanziarie lo Stato deve capireche è fondamentale investire in que-sto settore perché crea un’enormericchezza indotta. Abbiamo elabora-to un piano triennale, abbiamo datoa sovrintendenti, direttori di musei ea tutti gli operatori del Ministero unobiettivo semplice, per la prima voltamisurabile e realistico: far sì che ita-liani e stranieri tornino a visitare inostri siti di cultura. Abbiamo lascia-to loro la libertà di definire le moda-lità e di avere l’orgoglio dei risultati.Il piano prevede un aumento di visi-tatori del 3 per cento nel 2010, del 5nel 2011, del 10 nel 2012. Visitare unmuseo non deve essere appannaggiosolo degli studiosi che saranno il 2per cento, ma anche dell'altro 98 percento, costituito dalla popolazione.

D. Qual è il ruolo dell’Italia nel pa-norama mondiale?

R. Abbiamo la responsabilità di ge-stire il patrimonio culturale mentresiamo proiettati in un futuro globa-lizzato che comporta l'apertura deimercati e la libera circolazione dellemerci. Siamo un Paese di 60 milionidi abitanti in un contesto di 6 miliar-di che tendono tutti al benessere, allacreazione e ripartizione della ric-chezza. Credo che il ruolo di questopiccolo Paese in un panorama costi-tuito dalla Cina con il suo miliardo e300 milioni di persone, all’EstremoOriente, dall'America e anche dal-l’Europa, consista nella competizio-ne e nel renderci conto di quale pos-sa essere e da dove possa venire la

38 SPECCHIOECONOMICO

nostra ricchezza. D. Lo Stato stanzia i fondi necessa-

ri per attuare questo rilancio?R. Il settore pubblico non ha risor-

se finanziarie. È un male cronico, al-la cultura abbiamo destinato da sem-pre somme insufficienti rispetto aquelle agli altri Paesi, dallo 0,20 allo

0,30 del bilancio statale, rispet-

to allo 0,90 o all’1 per cento dellaFrancia, che rientra nella media eu-ropea. Il problema oggi è grave, oc-corre coinvolgere in qualche modo ilcapitale privato. A tal fine occorrononuove norme, quindi interventi legi-slativi. Con il ministro stiamo stu-diando meccanismi di incentivazio-ne rivolti ai privati come la defisca-lizzazione, attuata all'estero, degliinvestimenti compiuti nella cultura.In quest’opera lo Stato non può esse-re solo, è fondamentale l’apporto dicapitali dei privati i quali però ne

chiedono il rendiconto, per cui annoper anno lo Stato deve dimostrare diaverli impiegati bene; dobbiamo imi-tare un concetto che all'estero è giàconsolidato.

D. La vendita dei biglietti non èsufficiente?

R. Pagare il biglietto nei musei rap-presenta un rito quasi medievaleperché l’incasso va al fisco, mentre sesi brucia una lampadina occorronosei mesi prima che giunga l'autoriz-zazione per sostituirla; nel frattempose ne sono bruciate altre. Va attribui-ta ai direttori la responsabilità dellagestione. È necessario incentivare esviluppare la produzione artisticacontemporanea, anche per aiutare igiovani autori, ma esiste l’ostacolodell’Iva, troppo alta per gli scambi diopere artistiche. Queste e altre rifor-me vanno fatte rapidamente. La que-stione non è il costo del biglietto maquante persone visitano i musei e isiti archeologici, quanti turisti giun-gono in Italia, quanto spendono neitrasporti, nella gastronomia, negli al-berghi, nei prodotti industriali e arti-gianali, nell’editoria. Anche perché,quando si conoscono, si amano e sicomprano più volentieri i prodottiitaliani. La cultura non è un fattoasettico, è un fenomeno che influen-za l’economia e quindi le condizionidi vita delle popolazioni.

D. Come riattrarre rapidamente lagente verso questo mondo?

R. Pur con mezzi molto limitati, lacampagna lanciata di recente - «Senon visitate il Colosseo lo portiamovia» ed altri inviti -, vuole essere unaprovocazione diretta ai nostri conna-zionali e a chi adotta le decisioni perfar capire quanto sia essenziale chequesto patrimonio generi ricchezzaculturale ed anche ricchezza econo-mica. A chi ha criticato la campagnarispondo che ho un po' di esperienzanella comunicazione, e che ognuno

«La campagna«Se non visitate

il Colosseolo portiamo via» vuole

essere unaprovocazione per

far capire ai nostriconnazionali quanto

sia essenziale chequesto patrimonio

generi ricchezzaculturale

ed economica»

Da sinistra: il ministro Sandro Bondi, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi,il direttore generale per la valorizzazione del Patrimonio culturale Mario Resca

Page 31: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

ORGANISMO UNITARIO DELL’AVVOCATURA

31

migliore inquadramento delgiudice laico non significa ab-bandono dell’idea più convin-

cente che i problemi della giustizia sipossono risolvere solo con la produtti-vità e con l’eventuale incremento dellamagistratura togata, uno dei due pilastrisu cui si basa la giurisdizione. L’altro pi-lastro è costituito dall’Avvocatura, cheattende un’urgente riforma del proprioordinamento. Risorse economiche ed ef-ficienza dell’organizzazione sono ulte-riori obiettivi essenziali da perseguireper migliorare l’apparato giudiziario.

In quest’ambito di integrazione - osupplenza - giudiziaria si colloca il dise-gno di legge proposto dal Governo sulla«Riforma organica della magistraturaonoraria e costituzione dell’Ufficio cir-condariale del giudice di pace». In essosi nota un’apertura ad alcune richiestepiù volte avanzate dall’Organismo Uni-tario dell’Avvocatura, tra cui il tirocinioe la formazione, che vengono ben disci-plinati. Il progetto sembra condividere lanecessità, avvertita dall’Avvocatura, diuna riforma organica della Magistraturalaica. Nella relazione che l’accompagnasi dichiara di voler «introdurre una disci-plina omogenea dei requisiti per l’acces-so alle funzioni giudiziarie onorarie, delreclutamento, della formazione profes-sionale, della durata dell’ufficio, degli il-leciti disciplinari». Tale concetto è benindicato nella relazione; nell’articolato,però, viene sviluppato solo nel senso ditrattare tutte le figure di magistrato laico- o quasi tutte - nella stessa legge, ma la-sciandole distinte tra loro.

Va inoltre condivisa l’impostazioneche tende ad eliminare le diseconomiedegli uffici dei giudici di pace. Degno diplauso è il capo II nella parte in cui cercadi razionalizzare le risorse umane edeconomiche; altrettanto non può dirsi delcapo I, per una serie di ragioni.

1) Non si può accettare che sia suffi-ciente una mera laurea in Giurisprudenzaper essere nominato giudice laico.

2) Va stabilita l’incompatibilità con laprofessione di avvocato: il divieto disvolgere contemporaneamente le funzio-ni di avvocato e di giudice deve essereassoluto, mentre nel disegno di legge èparziale e si può fare l’avvocato sia purefuori dal distretto; inoltre non si com-prende perché debba considerarsi incom-patibile con la funzione di giudice laicosolo lo svolgimento di attività professio-nale per banche e assicurazioni e non an-che per altri soggetti forti, quali le asso-ciazioni di consumatori ed altre.

3) Non è accettabile una riduzione delruolo organico: bisogna tendere a rag-giungere un indice di ricambio superioreal 100 per cento; per stabilire gli organicivanno verificate le necessità in ogni cir-condario analizzando il rapporto tra giu-dizi pendenti e numero di magistrati.

4) Non è accettabile la persistenza diuna categoria di magistrato onorario con

SPECCHIOECONOMICO

IIllGIUDICE LAICO, SOLO IN PARTESI PUÒ ACCOGLIEREIL PROGETTO DEL GOVERNO

di MAURIZIO DE TILLApresidente dell’O.U.A.,

Organismo Unitario Avvocati

funzioni meramente vicarie; il previstocrescente impiego dei Got - giudici ono-rari di Tribunale - deve essere puntual-mente disciplinato e giustifica ancor piùl’incompatibilità assoluta; il ricorso adessi deve essere temporaneo e limitato inquanto bisogna rafforzare la componentedella magistratura togata, a garanzia del-la terzietà e dell’indipendenza dell’atti-vità del giudice.

5) È necessario prevedere una retribu-zione adeguata e una piena tutela previ-denziale.

L’OUA chiede che, in sede di esameparlamentare, siano presi in considera-zione i contenuti dell’articolato predi-sposto dal coordinatore avv. GiuseppeChiaia Noya e approvato dall’assembleadell’Organizzazione sulla riforma dellamagistratura onoraria o laica, come sipreferisce denominarla. In tale articolatoè prevista una figura unica di giudicenon professionale definito laico, che asua volta si divide in giudice laico giudi-cante e giudice laico requirente.

Per il reclutamento l’OUA ha previstoun concorso con discussione orale su unaquestione di diritto civile e su una di dirit-to penale, con la redazione di una senten-za. Viene regolamentato un rigido tiroci-nio con le stesse modalità e gli organi de-putati alla formazione e all’aggiornamen-to dei magistrati ordinari. Sono previsteuna retribuzione equa parametrata a quel-la del magistrato ordinario di prima no-mina, e una tutela previdenziale.

Per garantire la qualità del lavoro deigiudici laici l’accesso al concorso deveessere limitato agli addetti ai lavori: av-vocato iscritto all’Ordine da non meno disei anni o che abbia svolto funzioni digiudice onorario per un pari periodo. Lascelta di valorizzare la professionalitàderivante dall’espletamento della profes-sione forense è chiaramente diretta adevitare che si ritrovino a giudicare o asvolgere attività requirente neolaureati inGiurisprudenza che non abbiano maiavuto effettiva e concreta contezza del-l’attività giudiziaria.

Naturalmente, si è voluta far salva laposizione di coloro che, indipendente-mente dalla «professione di provenien-za», abbiano già acquisito esperienzagiudiziaria con precedenti incarichi, nel-la consapevolezza, peraltro valida ancheper gli avvocati, che eventuali carenzepossano essere verificate periodicamentein sede di «valutazione della professio-nalità». Nel progetto di legge propostodall’OUA, inoltre, è stato realisticamen-te previsto un controllo costante dellaprofessionalità dei giudici laici che sfo-cia in valutazioni periodiche.

Il procedimento disciplinare viene an-corato in tutto e per tutto al procedimen-to previsto per i magistrati togati. Sotto ilprofilo deontologico, appare inoltre ne-cessario dare maggiore rilevanza all’Av-vocatura e, segnatamente, ai Consiglidell’Ordine forense. Viene previstaun’incompatibilità assoluta identica aquella dei magistrati ordinari, finalizzataa porre l’aspirante finalmente di frontealla consapevolezza della propria sceltae, quindi, alla decisione su quale profes-sione esercitare; in caso di approvazione,ciò eviterebbe quelle situazioni, assaifrequenti, di commistione di esercizio diprofessione e di espletamento di attivitàgiurisdizionale che, anche sotto l’appa-rente espletamento in differenti distrettigiudiziari, ma spesso vicini, creano nonpoco imbarazzo tra gli addetti ai lavori enon contribuiscono certo alla limpidezzadella figura del magistrato laico rispettoalla collettività dei fruitori del servizio-giustizia.

Poiché è stato prorogato al 31 dicem-bre 2010 il termine per varare la riformadella Magistratura onoraria, l’OUA siaugura che sia subito nominato un grup-po di lavoro con la partecipazione del-l’Avvocatura e dei rappresentanti delleAssociazioni di magistrati onorari, al fi-ne di trovare un testo di legge condivisocon il Governo.

Page 32: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

40 SPECCHIOECONOMICO

Gli sfregi al patrimonioculturale italiano sono

legati in parte all’assenzadi strumenti giuridici, masoprattutto al prevalere

degli interessi privati che cozzano con

la salvaguardia dei beni culturali e, ancor più

grave, all’assenza dellacultura relativa.

Si sente personalmenteferito Louis Godart,

consigliere per la Conservazione

del Patrimonio Artisticodella Presidenza della Repubblica,

dinnanzi agli scempi,spesso irreversibili,

delle speculazioni. Proprio lui che, scavando

da oltre mezzo secolo, ha riportato alla luce tracce delle antiche

civiltà del Mediterraneo come uno psicanalista

fa con il proprio paziente

Louis Godart, consigliere per la Conservazione del Patrimonio Artistico della Presidenza della Repubblica

LLOOUUIISS GGOODDAARRTT:: NNEELL QQUUIIRRIINNAALLEEOOGGNNII CCIITTTTAADDIINNOO DDEEVVEESSEENNTTIIRRSSII AA CCAASSAA PPRROOPPRRIIAA

LLOOUUIISS GGOODDAARRTT:: NNEELL QQUUIIRRIINNAALLEEOOGGNNII CCIITTTTAADDIINNOO DDEEVVEESSEENNTTIIRRSSII AA CCAASSAA PPRROOPPRRIIAA

a cura di ANNA MARIA BRANCA

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o diceva Freud che l’inconscio ècome un sito archeologico: sca-vando, si rinvengono i vari stadidella crescita e si può risalire ai

momenti di sviluppo precorsi, anche esoprattutto con intenti migliorativi. Allo-ra Louis Godart può a tutti gli effetti con-siderarsi lo psicanalista del Quirinalepoiché da 8 anni scava per ritrovare queireperti che hanno reso il più alto colle diRoma, e il Palazzo che lo rappresenta,ciò che è oggi. Questo scavatore giungedalla zona collinare tra la Francia e ilBelgio ma, prima di passare dalle collineal Colle, è in Grecia che, per ben 40 anni,si dedica all’archeologia. Il Mediterra-neo gli consegna, fiducioso, i propri mi-steri facendosi spogliare da un espertoche non si fa tentare dalla speculazione eche lo stesso Carlo Azeglio Ciampi alQuirinale vuole come consigliere per laConservazione del Patrimonio Artisticodella Presidenza della Repubblica. An-che il Colle si affida all’umanità dell’u-manista come Godart e gli confida i suoisegreti, perché lui li interpreti e li resti-tuisca ai cittadini, anche attraverso le suepubblicazioni e rendendo accessibile talepatrimonio a tutti coloro che voglianoconoscerlo e comprenderlo.

Domanda. Come è giunto in Italia?Risposta. La mia è una storia tipica-

mente europea: sono nato in un piccolovillaggio delle Ardenne, ho studiato Let-tere e Filosofia in Belgio e in Francia, hocondotto missioni archeologiche scavan-do in Grecia per 40 anni e, nel 1973, l’U-niversità Federico II di Napoli mi offrìuna cattedra, quella di Filologia Micenea,presso la Facoltà di Lettere e Filosofia,che mantengo da più di trent’anni. Accet-tando, ho ottenuto la cittadinanza italia-na. Veramente mi sento cittadino euro-peo. Sono rimasto affascinato dal Medi-terraneo per un motivo molto semplice: èla culla della nostra civiltà ed è attraversol’esperienza congiunta di Atene e Romache l’Europa è divenuta ciò che è.

D. Che cosa del Mediterraneo ritienefondamentale?

R. L’essere un luogo dove prima ditutto si è imposto, attraverso mille vicis-situdini, quel modo di vivere che si chia-ma democrazia, una conquista che va aldi là dei limiti legati ai singoli sistemipolitici; e l’essere un mare che, nel corsodei millenni, ha saputo avvicinare le cul-ture più varie.

D. Com’è salito sul Colle Quirinale?R. Lavoro per la Presidenza della Re-

pubblica dal 2002, un’esperienza affasci-nante. Conoscevo l’allora presidenteCarlo Azeglio Ciampi e a lui, che ha unaformazione filologica molto sensibile atutto quello che riguarda l’antichità gre-co-romana, avevo parlato dei miei scavie delle mie ricerche. Spesso ci siamoconfrontati sulla cultura classica e nelfebbraio del 2002 mi ha proposto di la-vorare con lui; ho esitato, poi mi sono la-sciato convincere e non me ne pento,

perché al Quirinale ho cercato di metterein pratica ciò che avevo imparato nei va-ri cantieri di scavo durante la mia qua-rantennale esperienza in Grecia, anchecercando di scoprire le antiche paginedella storia del palazzo. Il presidenteGiorgio Napolitano mi ha confermatonell’incarico.

D. Lei ha pubblicato dei volumi com-pleti, ricchi di fotografie, nei quali de-scrive dettagliatamente il Quirinale neisuoi vari aspetti, architettonici, pittorici,storici. È stato arduo?

R. Affatto. Il Quirinale è un palazzoche ha poco meno di 500 anni di vita. Inmezzo millennio di storia esso ha rappre-sentato per Roma, per la cristianità e peril mondo il palazzo dell’Auctoritas inquanto palazzo dei papi e dei re d’Italia,oggi sede della massima magistraturadello Stato repubblicano e unico palazzonel mondo che per tanto tempo e senzaalcuna soluzione di continuità è stato alcentro delle vicissitudini politiche e reli-giose a livello mondiale. Questo signifi-ca che tutti i padroni di casa hanno tenta-to di abbellire la costruzione ed è ciò checonferisce al Quirinale uno straordinariofascino: è il palazzo dove ognuno ha cer-cato di dare il meglio di sé per renderloemblematico di un determinato momen-to culturale.

D. Come si inserisce in tale sviluppo ilpatrimonio architettonico e ambientaledel Centro storico di Roma?

R. Il complesso del Quirinale fa partedella storia di Roma. Qui nell’antichitàavevamo grandi ville aristocratiche, e gliantichi Romani, sotto la Repubblica esotto l’Impero, avevano già un affettoparticolare per esso, il più alto dei collidi Roma, anche legato al culto estrema-mente antico del dio Quirino, una divi-nità tipicamente latina che si ricollega aiculti della fertilità. Ma prima di tutto unluogo ameno, dove c’erano vigne e dal

quale si dominavano tutti gli altri luoghidella città eterna; per questo motivo gliantichi Romani hanno scelto molto spes-so di costruirvi le loro grandi ville aristo-cratiche. Il Colle è stato particolarmentecorteggiato dagli imperatori: al posto diquella che oggi è la Corte costituzionaleerano site le Terme di Costantino ed è daqueste che provengono le due splendidestatue dei Dioscuri che abbelliscono lapiazza intorno all’obelisco. Esso affondale radici nella storia di Roma ed è mira-bilmente inserito nel panorama urbano eculturale della città.

D. Quando iniziò il momento «religio-so» del Quirinale?

R. Dal 1583 i Papi scelsero di evaderedall’afa vaticana, e soprattutto dalla ma-laria, nei mesi estivi, per trasferirsi primapro tempore, poi in modo duraturo sulColle del Quirinale.

D. In che modo compie il suo inter-vento di riscoperta del patrimonio cultu-rale del Quirinale?

R. Riscoprire le antiche pagine dellastoria di questo palazzo vuol dire aprireun libro e leggerne le varie stratigrafietentando di non cancellare determinatefasi storiche ma rispettando i vari mo-menti, limite complesso ma reso di mi-nor attrito dalla bravura dei nostri restau-ratori: l’Italia è, in questo, apprezzabileper la maestria nel restauro delle opered’arte, non a caso corteggiata da tuttiquei Paesi del mondo che intendono sal-vare una parte della propria memoria af-fidandone il restauro. Da una parte utiliz-ziamo per il Quirinale le scuole italianedi restauro, centri di eccellenza apprez-zati in tutto il mondo, dall’altra lavoria-mo a stretto contatto con la Soprinten-denza e con l’Istituto Centrale del Re-stauro e cerchiamo di seguire puntual-mente quello che è il dettato della ricercamoderna nel campo.

D. Quale influenza hanno le moderne

41

LLSPECCHIO

ECONOMICO

Interno di una berlina fotografata dal lato destro, tra le foto presenti nella pubblicazione curata da Louis Godart «Le carrozze del Quirinale»

Page 34: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

42

esigenze di sviluppo urbanistico, di con-servazione delle preesistenze, della mo-bilità crescente della popolazione?

R. È un problema molto rilevante,che non si pone solo con il Colle e il Pa-lazzo del Quirinale, ma riguarda l’Italiae il mondo. La convivenza tra le varieistanze risulta difficile perché non sem-pre esistono gli strumenti giuridici ingrado di evitare quegli scempi che trop-po spesso vediamo. Con uno sviluppourbanistico spaventosamente caotico siriescono a sfregiare in modo irreversibi-le paesaggi superiori ed opere d’arte. Laquestione è legata, come ho detto, inparte all’assenza di strumenti giuridicimalgrado l’esistenza di un Codice deibeni culturali; ma soprattutto al prevale-re degli interessi privati, che cozzanocon la salvaguardia del nostro patrimo-nio e, fatto ancor più grave, all’assenzadella cultura relativa. Quando, anche difronte al consenso di autorità locali, sicompiono scempi sui nostri beni cultu-rali, il problema resta la presa di co-scienza della bellezza in quanto tale, inmodo da poter arginare il danno irrever-sibile inferto alle opere d’arte.

D. Può citare dei luoghi che, secondolei, la speculazione privata e pubblica harovinato irreversibilmente?

R. Napoli è una città che amo profon-damente. Presenta infinite risorse intel-lettuali e umane, ma è anche lacerata dainfiniti problemi. Vedendo nella zonache da Posillipo va a Capo Miseno le ter-ribili offese inferte a un patrimonio cheè unico nel mondo, non posso non sentir-mi ferito personalmente. Ed è spiacevoleconstatare come a livello locale gli am-ministratori non si siano resi conto che,invece di cercare effimeri sviluppi eco-nomici, sarebbe stato infinitamente piùproficuo per l’economia e la bellezzadella zona sviluppare grandi poli turisticie culturali in un luogo che riassume tuttala storia d’Italia dai tempi dalla coloniz-zazione greca. Ho visto l’antica necropo-li greca di Cuma, sventrata dalla specula-zione edilizia e, sia pure la Soprinten-denza stia provando ad arginare il danno,si tratta di uno sfregio irreversibile.

D. È un problema soprattutto italiano olo ha rinvenuto anche altrove?

R. È un problema dell’Italia senz’al-tro, ma in generale del Mediterraneo, es-sendo presente, ad esempio, in Turchia enella stessa Grecia.

D. In che modo instillare una «culturadei beni culturali»?

R. È arduo, perché mancano le risorsefinanziarie, che sono irrisorie. Il fatto dispendere così poco per la cultura è unafollia se si pensa che il patrimonio italianoè potenzialmente una risorsa economica

enorme. Altri Paesi con poca disponibilitàdi beni riescono a sviluppare attività an-che con ritorni economici, mentre noi, chesiamo il primo Paese per numero di siti ri-conosciuti come patrimonio mondialedell’umanità, non sappiamo sufficiente-mente sfruttarli.

D. Quali iniziative rivestono caratteredi priorità nella programmazione dellecelebrazioni per il 150esimo anniversa-rio dell’Unità d’Italia?

R. Faccio parte di una Commissionepresieduta dallo stesso Carlo AzeglioCiampi per le celebrazioni di tale solen-ne ricorrenza. Credo che sia importantescoprire, attraverso la diversità delle Re-gioni, un filo conduttore per l’ossaturadel Paese. È evidente che l’Italia è lasomma di tante esperienze diverse, edev’esserci un comun denominatore chele leghi. Cosa c’è di particolare nella sto-ria dell’Unità? Ad esempio l’esperienzadella lingua italiana e il fatto che essa sisia imposta attraverso un libro di poesia,la Commedia, contrariamente ad altrelingue. Il francese si è imposto grazie alpotere centrale di Parigi che ha promos-so la lingua dell’Ile de France, il tedescoattraverso la traduzione della Bibbia diLutero, l’arabo con la forza delle armi,mentre l’italiano parlato nel nostro Paesedeve la propria esistenza a un libro dipoesia. Primo Levi raccontava che adAuschwitz capì perché si trovava lì soloquando un ragazzo straniero, affascinatodalla musicalità straordinaria della lin-gua italiana, gli chiese di recitare alcuniversi della Divina Commedia.

D. Di quali cantieri si è occupato al-l’interno del Quirinale?

R. Prima ho cercato di riscoprire lepagine della storia del Colle, e per que-sto ho approfittato degli scavi nei giar-dini del Quirinale in occasione della si-stemazione di alcuni impianti tecnolo-gici per giungere fino al terreno vergineriportando alla luce degli strati chegiungono all’inizio del III secolo a.C. eche consentono di radicare il Quirinale

nell’antica storia di Roma. In quell’oc-casione ho rinvenuto un frammento distatua rappresentante Giunone, che do-veva far parte della famosa triade capi-tolina con Giove e Minerva, un pezzoeccezionale del II secolo. I grandi can-tieri in atto nel Palazzo stesso riguarda-no la galleria di Alessandro VII Chigi,cui stiamo restituendo la luce e lo splen-dore che aveva nel ‘600 e nella qualeabbiamo ritrovato le pitture di Pietro daCortona. Un altro cantiere ha permessodi riportare alla luce il grande fregio del‘600 nel Salone dei Corazzieri mentreda una sala del Palazzo vicino agli ap-partamenti papali sono emerse le imma-gini di quei grandi cantieri che Paolo VBorghese voleva aprire nel suo pontifi-cato. Si tratta dei granai che erano soprale Terme di Diocleziano, dello stessoPalazzo del Quirinale, di San Pietro, ditutta una serie di fontane in Vaticano,del Palazzo Borghese in Vaticano e infi-ne di Santa Maria Maggiore. Ho cercatodi applicare al Quirinale i metodi impa-rati sui cantieri di scavo, convinto cheesso avesse un’infinità di stratigrafie.

D. In che modo i cittadini possono ac-cedere a un siffatto patrimonio?

R. La mia idea che sta a cuore al Capodello Stato: il Quirinale è la casa comunedegli italiani, e ognuno deve sentirsi nelPalazzo come in casa propria. Questo è ilpatrimonio della nazione e cerchiamo direnderlo accessibile ai cittadini d’Italia edel mondo. L’immenso patrimonio cul-turale italiano deve essere proposto alpubblico in modo leggibile e stimolante.I nostri mezzi di comunicazione, in parti-colare le televisioni, avrebbero il doveredi assolvere a questo compito, ma questosuccede raramente. Eppure il pubblico èinteressato alla cultura. Ricordo quandoRoberto Benigni lesse Dante in televisio-ne. Fu un trionfo, e ciò sta a significareche, quando la gente ha la possibilità discegliere tra un programma di questo ge-nere e un reality show, sceglie il pro-gramma più qualificante.

Una veduta del Cortile d’Onoredel Palazzo del Quirinale,

sede della Presidenzadella Repubblica

SPECCHIOECONOMICO

Page 35: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

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a sentenza del Tribunale diTorino, che accoglie il ricorsodi antisindacalità in merito al-la procedura avviata da Intesa

Sanpaolo per la cessione di Banca De-positaria a State Street, costituisce ilriconoscimento del valore dell’accor-

InPrimoPianoInPrimoPianoInPrimoPianoInPrimoPianoInPrimo

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SPECCHIOECONOMICO

LL

IntesaSanpaolo:accolto il ricorsodi antisindacalità

IBM: registrazionirecord sul nuovonastro magnetico

Reguitti: una sceltadi maniglie capacidi aprire tutte le porte

zienda bresciana che produ-ce da oltre 35 anni maniglie eaccessori di alta qualità pergli infissi, la Reguitti ha pre-

sentato a Milano il catalogo 2010,uno strumento di lavoro di oltre 850pagine per rivenditori, serramenti-sti, progettisti e utenti nel quale tro-vare le soluzioni per qualsiasi esi-genza tecnica e stilistica. Ampliatoed arricchito da nuove sezioni, per-mette una ricerca facile degli articolicontenutivi e le sezioni tematichemostrano circa 200 tra i prodottiprincipali. Molte le nuove maniglie:tra esse Q-Ubik, dalle linee geome-triche con una solida impugnaturadai tratti netti e gli spigoli arroton-dati, per porte e finestre dallo stilemoderno. La Reguitti ha presentatoanche la gamma Vintage, compren-dente i prodotti più apprezzati e ri-chiesti dal mercato, nonché la nuovafinitura Ramato vintage, che arric-chisce la serie Vintage Style, dedica-ta a chi ama uno stile sofisticato esenza tempo, ideale per ambienti dalgusto tradizionale e retrò, caratteriz-zata dalla tonalità rossa del rame.Tra le prime dieci aziende italianedel settore, la Reguitti realizza pro-dotti di elevato contenuto tecnico efunzionale. Oltre a produrre mani-glie per porte interne e finestre, por-te d’entrata e porte scorrevoli, forni-sce anche supplementi e coordinati.

do seguito alla costituzio-ne del Consorzio IntesaGroup Services. L’inizia-tiva, secondo un comuni-cato delle otto sigle sin-dacali del primo tavolo diconfronto nel Gruppo In-tesa Sanpaolo (Dircredi-to, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Silcea, Sinfub, Ugl,Uilca), si è resa necessariaper impedire a IntesaSanpaolo di aggirare l’ac-cordo e svilire le garanzieche esso attribuisce ai la-voratori del Consorzio.La sentenza confermaquindi la validità di talitutele per tutti gli 8 milalavoratori del Consorzioe non solo per quelli coin-volti dalla cessione di

Banca Depositaria. «Auspichiamo chequanto avvenuto–conclude il comu-nicato sindacale–sia motivo diprofonda riflessione da parte dell’a-zienda rispetto alle logiche chiuse erestrittive con cui interpreta le rela-zioni sindacali nel Gruppo IntesaSanpaolo. In proposito da tempo laUilca chiede che si recuperi uno spiri-to di partecipazione, di condivisionedelle scelte e di riconoscimento delruolo delle organizzazioni sindacaliche operano con senso di responsabi-lità e con metodo costruttivo».

AA

ricercatori della IBM hannoottenuto un nuovo recordmondiale nella densità di re-gistrazione dei dati su nastro

magnetico. Il risultato dimostra chela tecnologia a nastro sarà in gradodi aumentare la capacità nei prossi-mi anni, un elemento decisivoquesto dal momento che i sistemi diarchiviazione su nastro sono più ef-ficienti in termini di energia e di co-sti di quelli su hard disk. Impresepubbliche e private usano il nastromagnetico per archiviare grandi vo-lumi di dati. I ricercatori della IBMsono riusciti a registrare dati, su un

II

prototipo di nastro avanzato, a unadensità di 29,5 miliardi di bit per pol-lice quadrato, circa 39 volte la den-sità superficiale dei dati del prodottoa nastro magnetico standard del set-tore e più diffuso attualmente.

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romosso dalla RegioneLombardia, dall’Aler e dalComune di Brescia per ri-spondere alle esigenze abi-

tative degli anziani, il complesso resi-denziale «green», inaugurato lo scor-so mese in località Sanpolino, si basasu una vasta applicazione del sistemageotermico di produzione elettricalanciato dalla Energy Resources. Rea-lizzato con l’impiego di fonti rinno-vabili, fornisce energia per riscaldare

UltimissimeUltimissimeUltimissimeUltimissimeUltimissimeUltimissime

UltimissimeUltimissimeUltimissimeUltimissimeUltimissimeUltimissime

SPECCHIOECONOMICO

PP

Sanpolino, villaggioriscaldato dal caloredel sottosuolo

A Roma riprendel’haloterapia, ovveroil «bagno nel sale»

Comoli-Ferrari: altre8 filiali per la venditadi materiale elettrico

zienda ai vertici in Italianel campo della distribu-zione di materiale elettri-co, articoli per automazio-

ne, conduttori, sicurezza e illumina-zione, la Comoli-Ferrari investirà 2milioni di euro per aprire altre 8 fi-liali entro l’anno e passare da 78 a86. Quattro verranno aperte, nei pri-mi mesi del 2010, a Chiavari, Torto-na, Stradella e Biella, dove peraltro ègià presente un’altra filiale; le altrequattro in Lombardia, dove il Grup-po Comoli Ferrari, dopo l’acquisi-zione, nella scorsa primavera, dellaconcorrente milanese GDT, contagià 31 punti vendita. Attraverso ilrecupero degli esuberi, il piano diespansione della società piemonteseprevede il mantenimento di tutto ilpersonale, pari ad oltre 700 addetti.Spiega l’amministratore delegatoGiampaolo Ferrari (nella foto): «Ac-quisizioni e diffusione capillare maanche diversificazione per conqui-stare commesse in ogni settore ciconsentono di far fronte alla crisi edi continuare a crescere in un merca-to in calo del 18 per cento». Tra i set-tori che stanno dando i maggiori ri-sultati al Gruppo figurano quelli na-vale, fotovoltaico, ospedaliero, al-berghiero, della sicurezza; a un al-bergo extralusso ad Accra, in Ghana,sono stati forniti materiali per unmilione di euro. Il Gruppo ComoliFerrari, che nel 2009 ha fatturato 255milioni di euro, prevede di fatturarenell’anno in corso 275 milioni di eu-ro, con un aumento dell’8 per cento.

in inverno, raffrescare in estate e pro-durre acqua calda per i 52 alloggi e ilCentro servizi. L’Energy Resourcesha impiegato l’ultima evoluzione delsistema che sfrutta la temperatura delterreno; ha installato 86 sonde a spira-le per 3 centrali geotermiche, per unaproduzione di 290.531 chilowatt l’an-no. «L’impianto geotermico ha per-messo di conseguire notevoli vantag-gi energetici e ambientali e beneficieconomici, significativi nel caso di ca-tegorie sociali deboli–spiega Emanue-le Mainardi, responsabile della Ricer-ca di Energy Resources–. L’impiegodella nostra sonda a spirale ha tra-sformato il geotermico in un sistemafinalmente accessibile a tutti, in quan-to consente di abbattere fino al 50 per

cento i costi di installazione.Questa innovazione, brevet-tata a livello internazionale,trova sempre più confermenon solo per grandi impianti,ma anche per piccole struttu-re». Il sistema beneficia degliincentivi del Conto Energiaper il fotovoltaico che però,grazie all’abbinamento con ilgeotermico, vengono aumen-tati di ben il 30 per cento. Einoltre spariscono la bollettadel riscaldamento, la cannafumaria, il camino, l’allaccia-mento alla rete gas e i relativioneri.

AA

er la prima volta in un Cen-tro di medicina estetica,l’Aerosal in Via Aureliana aRoma è stato ripreso un me-

todo dalle origini molto antiche maoggi assoluta novità: in una stanzaprefabbricata ricoperta interamentedi sale sulle pareti, sul pavimento esul soffitto, chiamata «Grotta del sa-le» e capace di ospitare 4 persone, unerogatore diffonde particelle di salenebulizzate a secco, creando un mi-croclima dalla temperatura e umi-dità costanti; una ventola assicura il

PP

ricambio d’aria. La cura del sale - ha-loterapia - sembra utile per affezionirespiratorie, eliminazione di tossine,dermatiti, psoriasi, allergie e intossi-cazioni come quella da catramina.L’haloterapia, inoltre, è adatta a per-sone di qualsiasi età.

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52 SPECCHIOECONOMICO

che sia stata applicata la recidiva rei-terata (ex art. 99 comma 4 del Codicepenale), non operi il meccanismo disospensione dell’ordine di carcera-zione da parte del Pubblico Ministe-ro. In tali casi il condannato vienetradotto in carcere anche per sconta-re condanne di pochi mesi, e nonpuò neanche beneficiare della deten-zione domiciliare quale forma di ese-cuzione alternativa della pena.

Si potrebbe inoltre potenziare l’ef-fetto deterrente della detenzione do-miciliare facilitando il ricorso a piùstringenti forme di controllo a di-stanza. Si tratta, invero, di una possi-bilità già prevista, ma nella prassioperativa dei vari Tribunali di sorve-glianza avviene di rado che siano ap-plicate forme di controllo del detenu-to domiciliare, anche per la ragioneche tali strumenti di controllo nonsono, all’atto pratico, disponibili innumero adeguato presso le forze del-l’ordine. Si potrebbero istituire re-parti o sezioni speciali della Poliziapenitenziaria dedicati al controllodei condannati in esecuzione di mi-sure alternative alla detenzione (sulmodello statunitense del «poliziottodi sorveglianza» assegnato al dete-nuto ammesso alla libertà vigilata,del quale controlla i movimenti).

Quanto alla presenza di extraco-munitari nell’ambito della popola-zione detenuta, potrebbe essere po-tenziato lo strumento dell’espulsionequale sanzione alternativa applicabi-le da parte del Magistrato di sorve-glianza ai sensi dell’art. 16 comma 5del decreto legislativo n. 286 del1998. Così come è oggi strutturato,questo strumento perde ogni effettodeflattivo perché non riesce a supe-rare alcuni problemi applicativi: ladifficoltosa identificazione certa del-lo straniero e del Paese di provenien-za; il lungo lasso di tempo che passaprima che venga eseguito il decretodi espulsione, spesso tale da soprag-giungere nel momento in cui lo stra-niero abbia terminato di espiare lapena. Andrebbero snellite e accelera-te le procedure esecutive dell’espul-sione con particolare riguardo allefasi di identificazione e di accompa-gnamento del detenuto alla frontierada parte delle Questure competenti.

In ogni caso, la ricerca di soluzioniin merito a questo delicato tema nonpuò prescindere dalla ripresa deldialogo con gli operatori chiamati adapplicare concretamente le norme, inun clima di costruttiva collaborazio-ne che potrebbe essere favorita, cre-do, dall’istituzione di forme perma-nenti di consultazione, consentendol’indispensabile apporto tecnico allapolitica cui è demandata la responsa-bilità della sintesi legislativa.

Il problema del sovraffollamentocarcerario è dovuto a un concorsodi ragioni quali: l’edilizia peniten-

ziaria ormai vetusta; il notevole in-cremento della popolazione detenu-ta di origine extracomunitaria; lamassiccia presenza di soggetti con-dannati per pene detentive brevi, an-che di pochi mesi, per i quali il ricor-so alle misure alternative è ostacola-to da preclusioni normative. Il Pianodi edilizia penitenziaria recentemen-te presentato dal Dipartimento del-l’Amministrazione Penitenziaria(con un incremento di circa 17 milaposti) costituisce un buon punto dipartenza ma non è in grado di risol-vere il problema nell’immediato; do-vrebbe andare a regime solo nel2012, sempreché siano reperite le no-tevoli risorse finanziarie necessarie.

È quindi opportuno riflettere sulpotenziamento del sistema delle mi-sure alternative, riprendendo peresempio alcune proposte avanzateanche sul piano politico: quella delrafforzamento degli strumenti delladetenzione domiciliare per le peneinferiori ai 2 anni (anche a mezzo diparticolari forme di controllo quali ilbraccialetto elettronico), e quella del-l’espulsione degli stranieri condan-nati per pene inferiori ai 2 anni di-sposta dal magistrato di sorveglian-za ai sensi del decreto legislativo n.286 del 1998.

Ancor più concretamente si po-trebbero, a mio avviso, apportare al-cune piccole modifiche all’ordina-mento penitenziario tendenti a ri-muovere alcune di quelle preclusioninormative che negli anni hanno resopiù arduo il ricorso, da parte dellaMagistratura di sorveglianza, all’ap-plicazione di misure alternative ido-nee a garantire un adeguato conteni-mento della pericolosità sociale delcondannato. È il caso della detenzio-ne domiciliare, che consente ai con-dannati per pene inferiori ai 2 anni discontarle presso il proprio domicilio.

Rispetto a questa misura, infatti,mentre appare giustificata, in ragio-ne del maggior tasso di pericolositàsociale, la preclusione per quanti sia-no stati condannati per delitti qualiad esempio mafia, omicidio, spacciodi ingenti quantità di stupefacenti,rapina aggravata, violenza sessualeed altri, non pare invece ineliminabi-le la preclusione in forza della recidi-va reiterata. Tale divieto, infatti, nonsempre è giustificato da un’effettivapericolosità sociale del condannato.

In altri termini: se un recidivo rei-terato, condannato per violenza ses-suale o rapina aggravata, si può rite-nere portatore di un grado di perico-losità sociale tanto elevato da nonpoter essere contenuto neanche con

una detenzione domiciliare, difficil-mente si può pensare che anche unricettatore, un truffatore o un con-trabbandiere, recidivi reiterati, sianoportatori di una pericolosità socialetale da non poterla contenere conuna detenzione domiciliare.

Invece, in concreto, accade che permolte condanne, anche per pene bre-vi inferiori ai 3 anni e per reati di mo-desto allarme sociale, per il solo fatto

di COSIMO MARIA FERRIComponente del Consiglio

Superiore della Magistratura

ISTITUTI DI PENA

Misure alternativeper evitareil sovraffollamentocarcerario

«Il Piano di ediliziapenitenziaria presentato,se non può risolveresubito il problemadel sovraffollamentodelle carceri, è un buonpunto di partenza; vannopotenziate misurecome detenzionedomiciliare ed espulsione di stranieri condannati per reati più lievi»

Page 38: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

44 SPECCHIOECONOMICO

GIULIO PASCAZIO: BANCHEROMANE A NORD,MONTEPASCHI A ROMA

GIULIO PASCAZIO: BANCHEROMANE A NORD,MONTEPASCHI A ROMA

n nuovo progetto per leimprese targato Monte-paschi per potenziare irapporti tra comparticommerciali e speciali-stici attraverso una nuo-

va struttura articolata su base territo-riale: questo l’obiettivo enunciato nelcorso della presentazione del Proget-to Corporate per il Lazio nel novem-bre scorso. «Intendiamo valorizzaredi più le diversità regionali in temadi produzione, consumo, investi-menti, innovazione», dichiara GiulioPascazio, responsabile del Progettostesso. Laureato in Economia allaLuiss, Pascazio è entrato a far partedel team della banca più antica del

mondo poco più di un anno fa, nel-l’autunno 2008, forte di un’esperien-za professionale interamente vissutanel settore, «con due tappe lunghe ecaratterizzanti». «Per dieci anni holavorato alla Chase Manhattan Bank,a Roma, a Milano e successivamentea Londra. Nel 1997 sono entrato nelMediocredito Centrale, dove sono ri-masto per altri dieci anni, assistendoa tutti i passaggi di proprietà dell’i-stituto, all’epoca di diritto pubblico einteramente di proprietà del Tesoro:dalla cessione alla Banca di Roma neldicembre 1999, alla nascita di Capita-lia nel luglio 2002, all’accorpamentonell’Unicredito, nel 2007».

Entrato nel Gruppo Montepaschi

nel luglio 2008 in qualità di vicediret-tore generale di MPS Capital Servi-ces Banca per le Imprese, Pascazio haassunto nell’autunno scorso la re-sponsabilità di questa nuova iniziati-va con la quale il Gruppo intende po-tenziare le relazioni tra strutturecommerciali e specialistiche, artico-lando una struttura su base territo-riale in grado di operare costante-mente con tutti gli attori, dalla Pub-blica Amministrazione alle associa-zioni di categoria, agli organismi dirappresentanza, alle imprese.

«Tradizione e territorio sono dasempre aspetti caratteristici dellabanca che deve il proprio nome allagaranzia statale concessa nel 1624

Giulio Pascazio,responsabile delProgetto Corporateper il Lazio del MPS

a cura didi SERENAPURARELLI

U

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centro decisionale di almeno duegrandi banche, per fare questo oradeve rivolgersi a Milano. Al contra-rio noi, grazie allo stesso meccani-smo delle acquisizioni, anche se nonpossiamo presentarci come romani,possiamo però proporci come la piùvicina tra le banche grandi. Per que-sto riteniamo di poterne comprende-re meglio le esigenze.

D. Si riferisce al fatto che il Monte-paschi ha acquisito l’AntonVeneta eattraverso di essa la Banca Nazionaledell’Agricoltura?

R. Esattamente. Il rafforzamentodella nostra presenza a Roma è av-venuto proprio grazie alla BNA, unautentico pezzo di storia dell’im-prenditoria romana, e non solo persportelli bancari. Se è vero che nontutto quello che si acquisisce attra-verso un accorpamento si mantiene,è anche vero che la BNA aveva una

dal Granduca Ferdinando attraversoil vincolo delle rendite dei pascolidemaniali della Maremma, i Paschiappunto». Terzo gruppo bancarioitaliano, con quote di mercato di ri-lievo in tutte le aree di business, ilGruppo Montepaschi è oggi attivonell’intero territorio nazionale e nelleprincipali piazze internazionali: l’o-peratività spazia dall’attività banca-ria tradizionale al private banking,alla finanza d’impresa, con una par-ticolare vocazione verso la clientela«famiglie» e verso le piccole e medieimprese, in piena coerenza con le tra-dizioni mercantili e bancarie del Me-dioevo delle sue origini. «Ora come500 anni fa il nostro obiettivo è lacreazione di valore nel tempo, po-nendo attenzione prioritaria alla sod-disfazione dei clienti, allo sviluppoprofessionale delle persone, agli inte-ressi degli azionisti e al territorio diriferimento».

Domanda. Lei ha una grande espe-rienza, maturata in Italia e all’estero,in particolare nell’ambito dell’offertacorporate, ossia di gruppo. Ci può il-lustrare la ratio di questa nuova ini-ziativa e le ragioni che vi hanno por-tato a scegliere il Lazio?

Risposta. Il motore principale èstato senza dubbio la volontà dellaDirezione generale di essere più vici-na al territorio di quanto non sia sta-to fatto in precedenza, ed è questa laragione per cui la struttura che è sta-ta creata ad hoc fa capo alla capo-gruppo bancaria. Siamo un’appendi-ce di Siena che non risiede a Siena,un’antenna che, grazie al canale di-retto e preferenziale con il centro,possa comunicare e trasmettere me-glio le esigenze dell’imprenditorialocale. Quanto alla scelta del Lazioper il progetto pilota, le ragioni sonopiù di una, dalla situazione economi-ca della regione a quella geograficadella banca, alla rilevanza del ruolodella Pubblica Amministrazione.

D. Sono stati compiuti studi edesami in proposito?

R. Si è partiti dalla considerazioneche la regione Lazio è la seconda eco-nomia dopo la Lombardia, che certa-mente ha spazi maggiori di questa,che non manca davvero di banche.Inoltre, a parte una nostra tradizio-nale vocazione verso quest’area, oc-corre ricordare che, in seguito agliaccorpamenti bancari degli ultimianni, alcuni centri decisionali localisi sono trasferiti altrove. La banca diRoma per eccellenza, da cui era deri-vata Capitalia, è stata assorbita dal-l’Unicredit e la BNL, pur avendomantenuto una presenza nella capi-tale è stata considerata l’appendicedi una banca estera, Paribas. Il tessu-to imprenditoriale di questa regione,che era abituato a confrontarsi con il

45SPECCHIOECONOMICO

storia molto particolare, privata eautonoma. Questo ha reso la nostrapresenza nel Lazio più rilevante e ciha convinti che è il momento di pro-porsi in modo più vicino all’impren-ditoria, e che Roma e il Lazio si pre-sentano come il terreno più fertile.Come ha sottolineato il nostro presi-dente, l’iniziativa non può dirsi unesperimento perché siamo certi diriuscire. Il progetto parte da qui pertrasferirsi in altre regioni.

D. Come si articola l’iniziativa?R. Questa struttura ha la responsa-

bilità di coordinare l’offerta di tuttele società del Gruppo, in vari seg-menti di mercato, dalla grande im-presa seguita da un’apposita struttu-ra del Montepaschi, alle medie e pic-cole. Inoltre dobbiamo guidare lebanche prodotto, essenzialmenteMontepaschi Capital Services per

quanto riguardala finanza strut-turata e il capitalmarket, e Mon-tepaschi Leasingand Factoringper la locazionefinanziaria e lacessione di cre-diti. All’internodi questa strut-tura intendiamocoprire tuttal’offerta, dalcoordinamentodelle piccole emedie impreseall’accompagna-mento diretto

dei large corporate, fino alle societàprodotto che, anche dal punto di vi-sta fisico, sono tutte a Roma.

D. Quando parla di grandi azien-de, a quale si riferisce?

R. I large corporate romani sonograndi gruppi. Alcuni hanno un pic-colo e medio indotto, come nel casodella Finmeccanica. Inoltre vi sonosettori, come le telecomunicazioni,che pur non avendo i più grandi ope-ratori di riferimento a Roma, hannomolte aziende che ruotano intorno.Poi c’è il settore pubblico che svolgeun duplice ruolo: accanto alla colla-borazione tradizionalmente diretta asoddisfare le esigenze della PubblicaAmministrazione, vi è quella, piùnuova, riguardante le partnershippubblico-private per la realizzazionedi opere pubbliche, di interesse gene-rale. Mi riferisco a opere infrastruttu-rali come la metropolitana, o di ri-

Monte dei Paschidi Siena«La decisione

del Monte deiPaschi di Siena

di espandersi fuoridella Toscana e

di cominciare dal Laziodipende

dalla situazioneeconomica

di questa regione,dalla localizzazione

geografica della banca,dalla rilevanza

che assumela presenza a Roma

della PubblicaAmministrazione

centrale»

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qualificazione urbana, come il rias-setto dell’area degli ex Mercati Gene-rali o della vecchia Fiera di Roma.Opere per le quali la collaborazionepubblico-privato non necessariamen-te consiste nel finanziamento dellabanca all’ente pubblico o territoriale.Spesso si tratta di porre in essere ope-razioni con una propria capacità dirimborso. In questi casi l’ente pubbli-co deve intervenire principalmenteemanando i provvedimenti necessa-ri. Le opere di interesse generale ven-gono realizzate con capitale privatodopo essere state negoziate con l’entepubblico cui spetta la verifica dell’e-secuzione. Il privato cerca il propriotornaconto, ma in una logica che ser-va l’interesse generale.

D. Come creare, ad esempio, i par-cheggi necessari se appena si scava sitrovano reperti archeologici?

R. È un settore di grande interessenel quale intendiamo svolgere unruolo attivo. Il tema delle infrastrut-ture si lega a quello del turismo. Ne-gli ultimi anni c’è stato un calo dipresenze rispetto all’Europa; la rea-lizzazione di infrastrutture può rap-presentare un volano capace di farrecuperare alcune posizioni nel turi-smo, fondamentale per l’economiadella città e della regione. Occorre ri-cordare che il turismo bisogna an-darlo a prendere dove c’è, deve esse-re importato. Non arriva autonoma-mente, dobbiamo sollecitarlo. Berli-no ha fatto della musica un eventopermanente intorno al quale hannocreato il turismo di chi si muove perandare a sentire un concerto. Sonostati bravi a sfruttare questo elemen-to; noi dovremmo sfruttare meglio lenostre possibilità.

D. Nel Laziale il ruolo delle aziendesanitarie, farmaceutiche e biotecnolo-gicheè rilevante; come utilizzarle?

R. I servizi sanitari rivelano l’effi-cienza della Pubblica Amministra-zione. Soprattutto a sud di Roma so-no presenti molti centri di ricerca delsettore farmaceutico, alcuni legati adaziende straniere. Sono attività chenecessitano di capitali e spesso so-prattutto una possibile integrazionetra di loro. Alla necessità di capitalesi affianca la considerazione che inquesto settore piccolo non è bello.Spesso si tratta di iniziative estempo-ranee, basate su un’idea, e metterneinsieme più di una può essere deter-minante per il successo. Così avvienenelle telecomunicazioni, dove c’è bi-sogno di innovazione dopo lo spon-taneismo iniziale. Tutte quelle picco-le iniziative ora hanno bisogno di in-novare per crescere, perché non ba-sta più l’idea quasi banale di chi die-ci anni fa ha creato l’azienda; non èpiù sufficiente, occorre ricercare, svi-luppare, le aggregazioni diventano

46 SPECCHIOECONOMICO

un elemento fondamentale per lariuscita. Probabilmente questo è faci-le per un’imprenditoria giovane.Non siamo in un ambito di forte ra-dicamento come nelle costruzioni,dove si suole portare avanti l’inizia-tiva avviata da un padre o da unnonno. È tutto molto giovane, recen-te, non c’è neanche il nome in ditta.Spesso è il prodotto, non il nome delfondatore a caratterizzare l’azienda.

D. Quali le vostre aspettative?R. Ci siamo prefissati di raggiun-

gere rapidamente dei target; entro ilprimo semestre 2010 contiamo di ac-quisire circa 500-600 nomi. Le prime

indicazioni danno un riscontro posi-tivo. C’è interesse per la nostra ini-ziativa. La migliore pubblicità devo-no essere i nuovi clienti, soprattuttoin un periodo di crisi durante il qua-le anche le associazioni di categoriaoperano di più.

D. Qual’è al momento la vostrapresenza nel Lazio?

R. Abbiamo circa 300 sportelli nel-la regione, una parte dei quali deri-vati dall’acquisizione dell’AntonVe-neta e della BNA, soprattutto a suddi Roma. La ripartizione è regolatasu base provinciale dall’Antitrust edalla Banca d’Italia.

BOEING. CONSEGNATI481 AEREI NEL 2009. Inlinea con la previsionedi 480-485 unità, nel2009 la Boeing ha con-segnato 481 aerei com-merciali mentre gli ordi-ni rimangono ancoranumerosi, ammontan-do a 3.375. Quelli ac-quisiti nell’ultimo annosono stati 263, scesipoi a 142 a causa delcalo registrato negli ul-timi tempi dal trafficoaereo passeggeri e merci. Il 737Next Generation è stato il modellotrainante per la compagnia aerea,con 372 consegne; grazie alla suaefficienza e versatilità la Boeing haricevuto 197 ordini durante l’anno.Fra gli aerei a fusoliera larga il 777 èstato il campione, in quanto ritenutoil più affidabile ed efficiente oggi inservizio. Nel 2009 la recessione hacostretto molte compagnie a rivede-

re il proprio bisogno di aerei nel bre-ve e medio termine. Il 15 dicembrescorso il 787 Dreamliner ha compiu-to il primo volo, mentre il primo volodel 747-8 Freighter è previsto per iprimi mesi dell’anno. La Boeing pro-getta e costruisce elicotteri, sistemielettronici e di difesa, missili, satelli-ti, veicoli di lancio e sistemi avanzatidi informazione e di comunicazione.Ha clienti in oltre 90 Paesi.

DERBIGUM, 5 ETTARI DI PAN-NELLI FOTOVOLTAICI. La Der-bigum di Granarolo Emiliaha installato in Belgio, suitetti degli 8 padiglioni espo-sitivi del Flanders Expo peruna superficie di 53 milametri quadrati, un impiantofotovoltaico da 1,87 me-gawatt che produrrà 1,5 mi-lioni di chilowatt all'anno, pa-ri al consumo elettrico di 454famiglie. Il sistema usato,che unisce una base imper-meabile ai pannelli fotovol-taici dell’Unisolar, garantisce una te-nuta stagna. Posata la membranaDerbisolar Base a freddo, si applica-no i pannelli fotovoltaici a film sottile,provvisti di un adesivo sulla facciainferiore che si incolla al manto im-permeabile. Vengono poi installati iraccordi elettrici tra i pannelli e la re-te, protetti da elementi esterni in pla-stica pratici per la manutenzione. Ilsistema è molto leggero e ha un limi-

tato impatto estetico perché è inse-rito nell'impermeabilizzazione deltetto, è invisibile dal basso, è am-messo dal Conto Energia e godedei maggiori incentivi per la produ-zione di energia fotovoltaica; nonnecessita di perforazioni del tettoquindi non provoca infiltrazioni, èmolto resistente; le celle fotovoltai-che sono inserite in un materialesintetico invece che nel vetro.

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48 SPECCHIOECONOMICO

superamento dello scoperto auto-rizzato e la commissione di massi-mo scoperto se applicata. Dal calco-lo del Tasso effettivo rimangonoescluse le imposte, le tasse e le spe-se notarili sia per onorario che perla documentazione necessaria per laconcessione del finanziamento: vi-sure catastali, iscrizione nei pubbli-ci registri ecc.; sono anche escluse lespese del conto corrente aperto perla gestione del finanziamento, gliinteressi di mora o simili, le penaliper estinzione anticipata del finan-ziamento.

La nuova rilevazione ha cambiatomolto nelle categorie di finanzia-mento, inserendone nuove sia comeprodotto che come importo. Tra l’al-tro sono state inserite la categoriadello scoperto di conto senza affida-mento e del credito revolving; alcu-ne categorie sono state fortementemodificate come il credito personalee alle imprese, il leasing «spacchet-tato» nelle varie tipologie: strumen-tale, immobiliare, aeronavale. Ilnuovo metodo di rilevazione ha so-stanzialmente equiparato il TEGM(tasso effettivo globale medio) con ilTAEG (tasso annuo effettivo globa-le), il primo relativo all’insieme del-le operazioni delle singole categorie,il secondo a quello delle singoleoperazioni.

A questo punto è di tutta eviden-za che le differenze derivanti dalconfronto con le rilevazioni prece-denti sono molte. Il nuovo metodoper molti è stato una sorpresa nega-tiva, considerato che fin da quandoè stata introdotta la legge 108/96 inmolti hanno contestato la rilevazio-ne dei tassi di usura, anche con ar-gomenti senza alcun costrutto tipol’applicazione di prezzi (tassi) am-ministrati, assolutamente assurda inquanto i tassi sono calcolati sullamedia di mercato. La classificazionein vigore dal primo gennaio 2010 dàragione a chi, come chi scrive, daanni sostiene che la rilevazione, co-me avvenuta fino al 2009, non con-sentiva un’esatta valutazione dei co-sti a carico del consumatore e davaun errato valore del TEG (Tasso ef-

Ministero dell’Economia edelle Finanze con il decretodel 23 settembre 2009 ha ema-

nato le nuove norme sulla «Classifi-cazione delle operazioni creditizieper categorie omogenee ai fini dellarilevazione dei tassi effettivi globalimedi praticati dalle banche e dagli in-termediari finanziari». Con il decreto,dal primo gennaio 2010 sono entratein vigore le nuove rilevazioni elabo-rate dalla Banca d’Italia. La nuovanormativa recupera interamente lalettera e lo spirito della legge 106/08,cosiddetta legge antiusura, preve-dendo che, nella rilevazione dei tassieffettivi globali medi delle singole ca-tegorie di operazioni, praticati dagliintermediari, oltre il tasso di interessesiano previste tutte le commissioni,remunerazioni a qualsiasi titolo espese a carico della clientela.

Il nuovo calcolo del Tasso effetti-vo prevede quindi che concorranoalla sua formazione le spese diistruttoria, di revisione del finan-ziamento e, se previste, quelle dichiusura della pratica o di liquida-zione degli interessi se connessecon l’operazione di finanziamento,addebitate con cadenza periodica(di norma trimestrale); di riscossio-ne dei rimborsi e di incasso delle ra-te; per il servizio di trattenuta dellostipendio o della pensione; quelleper servizi accessori quali spese dicustodia, di pegno, per le perizie epostali; e di ogni altro costo, inseri-to nel contratto, da pagare per laconcessione del finanziamento.

Oltre a questi costi, che già eranoprevisti anche se spesso dimenticatiin base a qualche artificio, sono sta-ti ricompresi nel calcolo i costi dimediazione o di agenzia di operato-ri cui si servono gli intermediari. Lanuova rilevazione porta anche chia-rezza tra intermediari, come volutodalla Banca d’Italia, nei rapporti traintermediari e mediatori e agenti inquanto i primi dovranno conoscerel’ammontare della commissionechiesto al cliente dal mediatore-agente.

Altre voci ora comprese nel calco-lo del tasso effettivo sono quelle as-sicurative o per garanzie rilasciateper tutelare l’intermediario sul rim-borso del credito, o per tutelare i di-ritti del titolare, ad esempio incen-dio e scoppio in caso di mutuo.Questi costi devono essere ricom-presi nel calcolo sia nel caso che sia-no versati contemporaneamente allaconcessione del finanziamento, sianel caso siano determinanti per otte-nere il credito. Importante anche ilfatto che questi costi devono essereinseriti nel calcolo non solo se la po-lizza sia stipulata attraverso l’inter-

Il

mediario, ma anche se la polizza siastipulata direttamente dal cliente.

Infine, riguardo alle aperture dicredito in conto corrente, autorizza-te o meno, sono stati inseriti nelTasso effettivo i costi per la messa adisposizione dei fondi in qualsiasimodo denominate, le penali, quelliper scoperti non autorizzati o per

di FABIO PICCIOLINISegretario nazionaledell’ADICONSUM

BANCHE, INTERESSI, USURA

QUEL CHE CONVINCE E QUELCHE NON CONVINCE DEL NUOVOCALCOLO DI «SPESE» BANCARIE

Tre esempi di tassieccessivi: alcunerilevazioni trimestrali,preoccupantisoprattutto nell’attualestretta del credito;le differenze esistenti per categoriecomparabili; il tassocertamente elevatoper i mutui garantiticon ipotecadi primo grado

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fettivo globale).Era una certezza derivante da due

considerazioni. Una empirica basa-ta sulle informazioni che la clientelabancaria da anni denuncia ai proprilegali, alle associazioni dei consu-matori e nei reclami alle banche, sucosti molto superiori a quelli ripor-tati come Tassi effettivi nelle infor-mazioni e, soprattutto, nei contrattisottoscritti. L’altra più concreta, inquanto derivante dall’articolo 2adella legge 108 (antiusura): «... tassoeffettivo globale medio, comprensi-vo di commissioni, di remunerazio-ni a qualsiasi titolo e spese, esclusequelle per imposte e tasse, riferitoad anno, degli interessi praticatidalle banche e dagli intermediari fi-nanziari…». Una condizione, finoad oggi non rispettata se eranoescluse dal calcolo del TEG assicu-razioni obbligatorie, commissionedi massimo scoperto, spese di me-diazione.

Una prima analisi della nuovanormativa comporta alcune consi-derazioni. La prima riguarda l’inse-rimento, come visto, di nuove cate-gorie rilevate trimestralmente, perle quali quindi non è possibile fareconfronti specifici, anche se alcunerilevazioni sono veramente preoc-cupanti sempre, ma particolarmentein questo momento di crisi e distretta del credito. Premesso, permemoria, che i tassi di usura sonopari al 150 per cento dei tassi medirilevati dalla Banca d’Italia, il tassodi soglia per gli scoperti di contonon autorizzati si avvicina al 45 percento, quello del credito revolvingal 38 e quello dei finanziamenti con-cessi da banche, fino a 5 mila euro,intorno al 41 per cento.

L’altra, di non minore importan-za, riguarda le differenze esistentiper le categorie comparabili, purprecisando che le diversità della ri-levazione non consentono una pre-

cisa continuità con le singole seriestoriche. Se si analizzano i tassi me-di, escludendo il factoring e i mutuiche hanno una garanzia reale e per iquali comunque deve essere fattauna specifica valutazione, essi va-riano dall’8,14 al 21,27 per cento, daaumentare del 50 per cento per cal-colare il tasso di soglia, con un au-mento oscillante tra l’1,13 e il 9,02per cento. Le differenze dimostranoquanto incidono i costi prima esclu-si e ora inseriti nel calcolo.

Per quanto riguarda i mutui a tas-so sia fisso sia variabile, si riscontraun aumento rispettivamente del2,85 e dell’1,13 per cento, raggiun-gendo l’8,04 e il 4,38 per cento cometasso medio. Un tasso certamenteelevato per operazioni garantite conipoteca di primo grado per un valo-re pari ad almeno 1,50 volte l’am-montare del mutuo e che non «scon-ta» due delle nuove voci inserite nelcalcolo del TEG (commissione dimassimo scoperto e assicurazioniobbligatorie); quindi si dovrebbe ri-tenere che l’aumento dipenda dallespese di mediazione, ma ciò nonconvince in quanto l’aumento èmolto diversificato. Inoltre, se sonogiuste le informazioni ufficiali sullasottoscrizione dei mutui, una largapercentuale di quelli sottoscritti nonsono nuovi, ma derivano da rinego-ziazioni e surrogazioni, operazioniin cui le spese di mediazione do-vrebbero essere nulle o comunquemolto contenute.

Tutte le condizioni rilevate riguar-dano un periodo in cui i tassi sonostati bassi come ora, e l’unica moti-vazione che le banche possono ap-portare a propria giustificazione è ladifficoltà di fare funding. Una giu-stificazione che non sembra sosteni-bile. Con la crisi economica e finan-ziaria che ha colpito tutto il mondoe con la restrizione nella concessio-ne di credito, i nuovi prestiti sono

pari a zero o quasi, il funding perquanto caro ha come riferimento uneuribor sotto l’1 per cento e un Eu-rirs tra il 2 e il 3 per cento, e le ban-che italiane non erano in situazioneparticolarmente critiche rispetto aquelle di altri Paesi. Per questi moti-vi, il costo della raccolta non ha po-tuto raggiungere livelli troppo ele-vati. Se serve un parametro di riferi-mento, anche se le motivazioni pos-sono essere di altra natura, il siste-ma bancario ha criticato il costo deiTremonti bond che avevano un tas-so non superiore all’8,50 per cento.

Una successiva considerazione ri-guarda le nuove categorie rilevate.La scelta della Banca d’Italia con-sente una migliore distinzione dellesingole operazioni, una migliorescansione come fasce di importo ri-levate. Infine, come era necessariofare da tempo vista la trasformazio-ne di molti operatori del credito inbanca, l’unificazione degli interme-diari, banche e società finanziarie,all’interno delle singole categorie dioperazioni. La decisione dell’Istitu-to di vigilanza è più che condivisibi-le in quanto riduce gli spazi alle so-cietà finanziarie marginali, che han-no quote di mercato quasi insignifi-canti ma condizioni molto elevate,quasi sempre al limite legale massi-mo. L’unificazione degli interme-diari ha, peraltro, elevato il tassomedio e ciò potrebbe divenire unvantaggio per le banche che potreb-bero applicare condizioni più eleva-te rispetto al passato. La concorren-za e l’accortezza della clientela de-vono evitare che ciò accada.

Se si volesse segnalare qualchepossibile modifica, sembrano trequelle possibili. Inserire nuovamen-te la categoria della cessione delquinto. La motivazione va ricercatain tre aspetti diversi. Il primo ri-guarda l’inserimento nel TEG deipremi assicurativi e della commis-sione di mediazione, situazione cheaumenta il costo medio della cate-goria in cui è inserita questa opera-zione, del cui costo non è possibileavere un’esatta percezione.

Il secondo concerne la differenzatra i debitori e le condizioni a loroapplicate. I dipendenti in servizio e ipensionati, e tra questi quelli in con-venzione a condizioni molto basse equelli non in convenzione. Sarebbepoi utile scorporare dalla categoria i«finanziamenti concessi da banche»,

49SPECCHIOECONOMICO

Dal primo gennaio sonoentrate in vigore le nuoverilevazioni dei tassi compiutedalla Banca d’Italia (nella foto)

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le operazioni su pegno che presen-tano un costo molto elevato e peral-tro differenziato secondo il valoredel finanziamento, i rinnovi, il ri-scatto o meno della polizza.

La terza è soprattutto un chiari-mento da apportare sulla categoriamutui e più in generale sui costi nonobbligatori e non riportati nel TEG.Sembra che debba essere chiaritol’aspetto delle assicurazioni non ob-bligatorie ma che per tali, diretta-mente o indirettamente vengonofatte passare. Costi che devono esse-re comunicati al cliente in manierachiara, grazie anche alla nuova nor-mativa sulla trasparenza, ma inseritinel calcolo del TEG solo se conte-stuali al contratto principale. Il nuo-vo complesso di norme, la prima ri-levazione lo dimostra, modifica sen-sibilmente il quadro in cui si inseri-scono i tassi di usura.

L’opacità e l’onerosità delle condi-zioni applicate è emersa in tutta lasua entità. A poco o nulla sono ser-vite le iniziative di trasparenza chenegli anni si sono succedute, né l’in-gresso di nuovi operatori e lo svi-luppo di nuovi prodotti. Avere in-termediari che possono sentirsi au-torizzati a proporre tassi di interes-se oltre il 40 per cento è ingiustoperché al costo si aggiunge il rischiodi peggiorare la situazione dei sin-goli debitori che, in pochi anni (2 o3), vedranno raddoppiato il debitoiniziale e saranno posti nella possi-bile condizione di dover accenderenuovi prestiti per rimborsare i vec-chi, in un circolo vizioso di difficilerottura.

Tassi oltre il 40 per cento potreb-bero essere considerati un’eccezioneo una patologia di clienti che hannodifficoltà economiche, ma la situa-zione non è migliore per uno deimezzi di pagamento più utilizzati:la carta di credito. Nel recente pas-sato erano state sollevate polemicheper condizioni che erano già consi-derate esose in quanto superiori al20 per cento; oggi le condizioni me-die sono intorno al 25 per cento equelle di usura poco sotto il 40. Con-dizioni che fanno riconsiderare lacosiddetta «guerra al contante» chele banche hanno avviato da anni perridurre i costi della sua circolazione,calcolata in circa 10 miliardi di eurol’anno, e per ridurre i rischi di im-prese e consumatori. Alla luce deicosti delle carte sembra che la«guerra al contante» sia un businessancora più conveniente.

Da ultimo, una riflessione sullecondizioni applicate in rapporto allacrisi economica e finanziaria è es-senziale. L’attuale crisi da molti èconsiderata conclusa o comunque inforte rallentamento, mentre è prean-

nunciata una più o meno forte ripre-sa, che non può che basarsi su alcu-ni fondamentali: maggior reddito,minore fiscalità, ripresa dei consu-mi. Sui primi due elementi non èpossibile agire, altrimenti si riducela possibilità di agganciare la ripre-sa alla luce dei conti pubblici e delleimprese. L’unico punto su cui agireè, quindi, la ripresa dei consumi perle famiglie, e negli acquisti l’Italia èsempre più un Paese europeo utiliz-zando in misura crescente il creditorateale; alcuni comparti come l’autosi reggono soprattutto sul creditorateale.

Alle condizioni attuali nessunopuò pensare che un consumatore ac-quisti un qualsiasi bene o un quak-

siasi servizio pagandolo quasi ildoppio del suo valore; la conse-guenza è che gli acquisti latitano e laripresa, tanto annunciata, è sostan-zialmente ferma. Le banche hannola grande responsabilità della crisimondiale, ed è un fatto marginaleche le quelle italiane abbiano rispo-sto meglio di altre. Per alcuni com-parti, come per i mutui fondiari oper i debiti delle imprese, hannocondiviso la necessità di fare unpasso indietro, sottoscrivendo pri-ma un accordo con Confindustria,poi uno con le rappresentanze dellaclientela. Ora è necessario che agi-scano almeno su altri due fronti, lariduzione dei costi e lo sviluppo diprodotti sicuri, chiari e alla «portata

SI RAFFORZA IL GRUPPO COSENTINO:QUARZO E PIETRA NATURALE. Multina-zionale spagnola operante nella pro-duzione e distribuzione di superfici inquarzo e in pietra naturale, il GruppoCosentino ha acquistato il 50 per cen-to delle azioni della propria gemellaCosentino Nord America, della qualedeteneva l’altro 50 per cento, perrafforzare la posizione della Cosenti-no Nord America. Il Gruppo cercheràdi attuare il progetto dei CosentinoCenter, che forniscono un servizio tutto incluso di alta qualità per l’interagamma dei prodotti, e che riunisce marmisti, fabbricanti di cucine e bagni,interior designer e consulenti. Fondato oltre 15 anni fa in Nord America conoltre 700 dipendenti in tutti gli Usa, il Canada e il Messico, il Gruppo dispo-ne di 14 capannoni negli Usa, 8 distributori all’ingrosso e 14 fabbriche. At-tualmente opera con oltre 5 mila negozi di cucina e bagno e fornisce pro-dotti ai primi cinque Home Center americani, coinvolgendo oltre 6 mila ar-chitetti sparsi in tutto il Paese. Tre dei suoi marchi di riferimento per rivesti-menti e superfici di lavoro sono tra i più richiesti dai clienti del Nord America:Silestone per le superfici in quarzo; Sensa per il granito; Eco by Cosentino,per una clientela attenta all’ambiente.

La sede centrale negli Stati Uniti

AIR DOLOMITI SOCIA DI ASSAEREO GUIDATA DA LUPO RATTAZZI. Punto di rife-rimento per le aziende di trasporto aereo, l’Assaereo, presieduta da LupoRattazzi, ha un nuovo socio, l’Air Dolomiti. «La decisione di aderire all’As-saereo è nata dalla consapevolezza che questa ha acquisito un ruolo piùautorevole ed efficace per il miglioramento dei servizi alle aziende associa-te e quindi ai passeggeri», ha spiegato il presidente dell’Air Dolomiti Mi-chael Kraus, che ha designato Ivan Bassato, direttore generale di quest’ul-tima, consigliere dell’associazione. «Avere tra i nostri soci un’azienda disuccesso come l’Air Dolomiti è motivo di ulteriore prestigio per l’associazio-ne», ha dichiarato Lupo Rattazzi.

50 SPECCHIOECONOMICO

MARINA MILITARE: IL CACCIATORPEDINIERE ANDREA DORIAIMPEGNATO NELL’OPERAZIONE TUCANO. È partito il 21 gen-naio dalla base navale di La Spezia il cacciatorpediniereAndrea Doria per la campagna navale in Oceano Atlanticodenominata Tucano 2010, al comando del Capitano di Va-scello Giacinto Ottaviani con un equipaggio di 189 tra uo-mini e donne e un elicottero imbarcato. La nave, con ele-vate capacità di difesa aerea e dotata di strutture in gradodi imbarcare un complesso comando operativo in contestimultinazionali, farà sosta in Spagna, Brasile, Senegal,Marocco e rientrerà in Italia il 10 aprile. Lo scopo è quellodi rafforzare la cooperazione con le Marine dei Paesi visi-tati, svolgere attività addestrative, contribuire alla sorve-glianza marittima, rappresentare l’industria nazionale delladifesa e sostenere l’attività diplomatica italiana all’estero.

Il cacciatorpediniere Andrea Doria

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53SPECCHIOECONOMICO

che, nonostante la difficile congiunturaeconomica, la voglia di modernizzazionein Italia è alta, «significa che vi è grandeinteresse a valutare e a cogliere le occa-sioni di progresso; che la classe dirigenteè pronta a usare lo strumento dell’innova-zione a favore dell’aumento della compe-titività del Paese».

L’auspicata evoluzione avrà benefichericadute sull’economia italiana, comeconferma uno studio di The EuropeanHouse Ambrosetti nel sottolineare i costidi un’insufficiente mobilità accanto allereali opportunità di miglioramento: quasi5 miliardi di ore, altrimenti attive, perseogni anno a livello nazionale; 250 ore al-l’anno sprecate da ogni automobilistanell’area romana o milanese secondol’Aci; l’opportunità di recuperare annual-mente da 3 a 9 miliardi di euro di PIL inuno sviluppo integrato della mobilità.

La componente di trasporto a decolloverticale ha un potenziale ancora intatto,particolarmente significativo per le aree eper le attività trainanti lo sviluppo econo-mico. Il costruttore AgustaWestland ha«l’orgoglio di aver portato l’Italia in posi-zione di leadership mondiale nel settoredegli elicotteri», ed ora intende farlo an-che nella fase dell’impiego di questi mez-zi: «Riusciremmo così a realizzare in Ita-lia quel binomio in cui l’eccellenza delprodotto si affianca a quella del servizioche il prodotto può generare».

Il progresso tecnologico e lo sviluppodelle infrastrutture consentono ai velivoliad ala rotante di volare in ogni condizio-ne meteorologica, di operare da vertiportiurbani o di utilizzare scali aeroportuali si-multaneamente agli aerei ad ala fissa masu rotte dedicate, permettendo all'ala ro-tante di esprimere nel modo migliore lepeculiarità della propria flessibilità ope-rativa. «Con l’inaugurazione del nuovoterminal sono state poste le prime solidebasi per la messa a punto di concrete pos-sibilità di realizzazione di nuove ed avan-zate strutture vertiportuali–sottolinea Or-si–. Anche Milano avrà presto una basevertiportuale nell’aeroporto di Bresso.Queste realizzazioni costituiranno i car-dini operativi e logistici di reti regionali etransregionali di mobilità aerea capillaree collegata con gli altri vettori».

el processo di ammodernamento epotenziamento di uno scalo chiaveal servizio della città di Roma, del-la Regione Lazio e dell’intero Pae-se, si conferma l’aspirazione del-

l’Aeroporto di Roma Urbe a divenire ilpunto di riferimento sia per il traffico diaviazione generale, sia per quello elicotte-ristico, per fini istituzionali ma anche di«business aviation» e trasporto passegge-ri. Su questa scia esso inaugura un nuovoterminal, realizzato con fondi dell’Enacper un intervento di circa 800 mila euro, edà seguito a un dato: nonostante la crisi, ilsettore aeronautico cresce in modo rapidoe significativo e ciò, unito a una forte do-manda di mobilità e di spazi aerei e infra-strutturali, rimanda a quella keynesianamano invisibile che regola le leggi di mer-cato: alla domanda deve corrispondereun’adeguata offerta di trasporto aereo.

Nel quadro degli interventi dell’Aero-porto di Roma Urbe delineati nel Pianoelaborato dall’Enac, si inseriscono anchela realizzazione del nuovo fabbricato po-lifunzionale, la rotazione della pista divolo per consentire di disporre di unanuova nel rispetto degli studi di compati-bilità ambientale, la riqualificazione delleinfrastrutture esistenti e la realizzazionedi un eliporto aperto 24 ore su 24, tale daconsentire attività istituzionali, di soccor-so e di protezione civile. Proprio rispettoa quest’ultimo passaggio, la sperimenta-zione della rotta di volo strumentale IFRa bassa quota Torino-Venezia, dedicataesclusivamente agli elicotteri e resa pos-sibile dalle sinergie tra l’Enac, l’Enav eAgustaWestland con il supporto dell’Ae-ronautica Militare, ha reso evidente lamaturità tecnologica di un mezzo in gra-do oggi di porsi alla portata di un’utenzadiffusa a costi comparabili con quelli dialtri mezzi di trasporto, ma con minoriimpatti ambientali.

Lo ricorda l’amministratore delegatodi AgustaWestland, Giuseppe Orsi, di-nanzi ad Altero Matteoli, ministro delleInfrastrutture e dei Trasporti, Vito Riggioe Alessio Quaranta, presidente il primo,direttore generale il secondo dell’Enac, eper l’Enav Guido Pugliesi, amministrato-re delegato, oltre al sindaco di RomaGianni Alemanno, all’assessore alla Mo-bilità della Regione Lazio Franco Dalia,al presidente della Società Acqua Pia An-tica Marcia Francesco B. Caltagirone, alpresidente dell’Associazione CostruttoriEdili di Roma Eugenio Batelli e alle altrepersonalità presenti.

Specifica Orsi: oggi l’elicottero, doma-ni il convertiplano. «L’inaugurazione è ilprimo importante tassello di un dominovirtuoso che auspichiamo possa prestoportare a un sistema di eliporti e di verti-porti distribuiti organicamente nel territo-rio. È per noi motivo di grande soddisfa-zione constatare l’elevata sensibilità e at-tenzione dei rappresentanti del Governo,delle Amministrazioni e dell’imprendito-ria». Ciò per AgustaWestland significa

AGUSTAWESTLAND

Giuseppe Orsi:Solo da uno scalomoderno decollal’Italia del domani

IInn occasione dell’inaugurazione del nuovo

Terminal per Aviazione generale nell’Aeroporto -

Vertiporto di Roma Urbe, l’AgustaWestland auspicache l’uso del mezzo ad ala rotante sia incrementato

fino a decongestionare le infrastrutture

e restituire gli investimenti in termini

di tempo recuperato

N

di ROMINA CIUFFA

Il nuovo Terminal per Aviazione generale dell’Aeroporto di Roma Urbe; sono visibili un elicottero AgustaWestland AW139 e due AW Grand

L’ing. Giuseppe Orsi, amministratore delegato

di AgustaWestland

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no acquisite da una stazione locale il cuifunzionamento si basa sulla ricezione diun particolare tipo di messaggio trasmes-so dai transponder a bordo degli aerei.

La Provincia e la Camera di Commer-cio di Isernia sono intervenute per illu-strare le prospettive di sviluppo economi-co e turistico legate alla realizzazione diun aeroporto nel Molise, abbinandolo al-la promozione del territorio e invitando ipossessori di aerei da turismo a rinnovareil proprio interesse per la regione anchecon l’uso di aviosuperfici e aeroporti mi-nori, in un momento in cui, nonostantel’avversa congiuntura economica, il mez-zo di trasporto aereo, soprattutto privato,non cessa di essere usato. In propositol’Unica - Unione nazionale del CompartoAviazione - cita rilevazioni statisticheche fanno prevedere per il 2020 un rad-doppio dei transiti aerei e, con essi, il rad-doppio delle capacità aeroportuali, del-l’indotto, dell’occupazione e dei fatturatidi chi opera nella filiera del volo.

È coniugata all’evento una situazioneeccezionale: l’apertura dell’Aeroporto diRoma Urbe, dedicato ai mezzi di aviazio-ne generale, anche ai mezzi ultraleggerilegati al volo da diporto sportivo (Vds),entrati così nella proiezione terra-spaziocon un riconoscimento formale. Ad essi èstato quindi consentito l’ingresso nel cir-cuito aeroportuale, rendendo Roma per 4giorni cielo per tutti, mentre il convegnosulle prospettive del volo ultraleggero nelsistema di mobilità aerea ha affrontato itemi più attuali riguardanti la regolamen-tazione legislativa della disciplina delVds nel rispetto dei principi atti a garan-tirne la pratica e lo sviluppo in sicurezzae la tutela degli interessi di coloro che, avario titolo, lo praticano.

In particolare, sono state illustrate le li-nee guida del nuovo regolamento n.404/88 che consentirà, dai primi mesi del2010, agli «aeromobili» ultraleggeri diutilizzare gli scali sinora riservati esclusi-vamente all’aviazione generale. A questofaceva riferimento Vito Riggio, presiden-te dell’Enac, nella stessa sede nel corsodella precedente inaugurazione del nuo-vo Terminal per l’aviazione generale, af-fermando l’importanza di un riconosci-mento per il volo ultraleggero che ha resopossibile l’estensione di una cultura delvolo e del turismo diverso e integrativo.

L’ingresso dell’ultraleggero nell’aero-porto dell’Urbe appare, allora, di dimen-sioni più capienti. A rappresentarlo, tragli altri, Italo Marini, presidente dellaFly Roma, presente con gli aerei dellaTecnam Costruzioni Aeronautiche, fon-data dai fratelli Pascale ed oggi viva nelpolo aerospaziale campano come realtàdi elevata taratura; ma soprattutto il nuo-vissimo bimotore leggero P2006T, qua-driposto certificato il 5 giugno 2009 nel-la categoria CS23 dall’Agenzia Europeaper la Sicurezza Aerea, con cui è giunto,pilotandolo, il direttore generale dellaTecnam Paolo Pascale.

a prima esposizione internazionaleorganizzata in Italia dedicata almondo dell’aeronautica, dall’ultra-leggero al satellite, dal 21 al 24gennaio è stata ospitata dall’Aero-

porto di Roma Urbe, gestito dall’EnteNazionale di Aviazione Civile, per fare ilpunto sullo sviluppo e sulle prospettivedel settore aeroportuale, dagli equipag-giamenti per l’handling ai sistemi di ge-stione bagagli, dall’ATC ai sistemi di si-curezza per gli accessi, dalla Linea Pas-seggeri alla gestione del Cargo, con unaparticolare attenzione al mondo del low-cost e dei sistemi aeroportuali minori.

Con il patrocinio e la presenza di Enac,Enav, Asi e Cira, con la presenza dell’Ae-ronautica Militare e dell’Aero Club d’Ita-lia, il patrocinio del Ministero dello Svi-luppo Economico, della Fondazione 8Ottobre e del Comune di Roma, la parte-cipazione dell’Ada-Associazione Donnedell’Aria presieduta da Fiorenza De Ber-nardi, prima pilota commerciale italiana(occasione per mostrare l’esposizione«Aquile rosa: storie di aviatrici 1910-50»), il Gate XXI ha incontrato delega-zioni bulgare, marocchine, russe, israe-liane e ungheresi, visitatori e compratoriprovenienti da tutta Italia e dai Paesi eu-ropei, con particolare attenzione all’areadell’Est europeo e del Nord Africa.

Proseguendo nel proprio progetto di-retto a candidare l’Urbe ad aeroporto cit-tadino per l’aviazione generale e il volobusiness con interventi strutturali di ri-qualificazione per circa 4 milioni di euro,l’Enac accoglie in questo modo una vetri-na dell’aerospaziale, settore che proprionel Lazio ha il più grande distretto tecno-logico, 30 mila occupati e un fatturato di5 miliardi di euro. Con questa prima edi-zione del Gate XXI - in termini aeronau-tici il nome richiama l’accesso del com-parto aerospaziale al 21esimo secolo -l’Enac partecipa all’iniziativa di svilup-pare il settore fornendo agli operatoricoinvolti un punto di riferimento, in pro-gramma con cadenza biennale, per gli ae-roporti e per l’aerospazio.

Rappresentante eccelso di quest’ultimoè Roberto Vittori, il cui videomessaggio èstato trasmesso nel corso della tavola ro-

Aeronautica e Aerospazio

Dagli ultraleggeriai satellitiun Gate è apertoal XXI secolo

L

di ROMINA CIUFFA

Un ultraleggero, il P2002 Sierra Turbo Charged della Tecnam, eccezionalmente in decollo dall’Aeroporto di Roma Urbe. Sopra, l’atterraggio di un altro

velivolo VDS sulla pista solitamente dedicata ai mezzi di aviazione generale

tonda «Lo spazio oltre la Terra - Viaggioverso il futuro», e la cui tuta indossata inuna missione è rimasta esposta comesimbolo di integrazione tra aeroporto espazio, in una finestra sul futuro basatasulla capacità di creare soluzioni per iproblemi attuali, soprattutto ambientali.

Fra i partecipanti si è notata la presenzadella Selex Sistemi Integrati - società delGruppo Finmeccanica che opera nellaprogettazione e realizzazione di sistemiper la gestione e il controllo del trafficoaereo - con uno stand nel quale è stata al-lestita una consolle in cui, con l’impiegodella tecnologia ASD-B, sono visibili idati relativi alla posizione e all’identifica-zione degli aerei. Le informazioni vengo-

SPECCHIOECONOMICO

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MMAASSSSIIMMOO MMOONNDDIINNII:: MMUUSSEEOO SSTTOORRIICCOODDEELLLL’’AAEERROONNAAUUTTIICCAA,, DDOOVVEE AATTTTEERRRRAANNOOGGLLII AAEERREEII CCHHEE NNOONN VVOOLLAANNOO PPIIÙÙ

li aerei sono fatti per vo-lare; dopo il loro ultimoatterraggio, sono rotta-mi oppure cimeli? Rot-tami son stati fino aglianni Settanta quando

nasce in Italia, in leggero ritardo ri-spetto ad altri Paesi nord europei, lacultura della conservazione del ma-teriale storico aeronautico. Dopo diallora, cimeli. Ma dove finiscono do-po l’ultimo volo? Si può dipingere diblu un museo: l’unico in Italia e tra iprimi nel mondo è quello situato al-l’interno dell’Idroscalo di Vigna di

SPECCHIOECONOMICO

a cura diROMINA CIUFFA

Valle, sulla sponda meridionale delLago di Bracciano, il più antico sitoaeronautico d’Italia dove, nel 1907, ilMaggiore del Genio Maurizio MarioMoris, padre dell’aviazione militarein Italia, impiantò il primo cantieresperimentale aeronautico. Qui volò,nel 1908, il primo dirigibile militareItaliano, l’N1, opera degli ingegneriGaetano Arturo Crocco e Ottavio Ri-caldon, e nel 1912 il Tenente ManlioGinocchio vi sperimentò con succes-so un idrovolante. Il Museo Storicodell’Aeronautica Militare Italiana,inaugurato il 24 maggio 1977 dal Ca-

po dello Stato Giovanni Leone, è sta-to voluto e realizzato dalla Forza Ar-mata per dare degna collocazione allememorie storiche e al patrimonio ae-ronautico nazionale. Ha una superfi-cie espositiva di circa 14 mila metriquadrati, è disposto in quattro grandipadiglioni espositivi, di cui due sonohangar storici dei primi anni del1900, ed accoglie nel proprio internooltre 60 velivoli, una cospicua colle-zione di motori e centinaia di cimeliche raccontano, in successione crono-logica, la storia del volo in Italia equella degli uomini che ne furono

Il Tenente ColonnelloPilota MassimoMondini, direttore del Museo Storicodell’Aeronautica Militare

MMAASSSSIIMMOO MMOONNDDIINNII:: MMUUSSEEOO SSTTOORRIICCOODDEELLLL’’AAEERROONNAAUUTTIICCAA,, DDOOVVEE AATTTTEERRRRAANNOOGGLLII AAEERREEII CCHHEE NNOONN VVOOLLAANNOO PPIIÙÙ

G

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conservare abbiamo compiuto unabattaglia lunghissima per far ricono-scere queste macchine come pezzi diarcheologia aeronautica. È unabattaglia che dura tutt’oggi, ma è vin-ta da un punto di vista formale, menoda un punto di vista sostanziale, per-ché abbiamo ancora moltissimo da fa-re in tema di restauri e inoltre non ab-biamo ancora spazi sufficienti per l'e-sposizione di ciò che giace in magaz-zino. Eppure siamo tra i 5 musei piùgrandi nel mondo per collezione e perqualità, e in questo non dobbiamo in-vidiare nessuno, anche se i musei in-glesi e gli americani sono i capofilanel settore. Il risultato raggiunto inquesti anni è assolutamente soddisfa-cente, ma occorre anche il contributodi sponsor esterni all’Aeronautica.Per questo sono in atto molti progettidi restauro, complessi e costosi. Inquesti 10 anni, nel ruolo di direttoreho visto crescere di anno in anno lasensibilità verso i temi della conserva-zione e del restauro degli aerei storicie, grazie all’attenzione dello StatoMaggiore, siamo riusciti a salvaguar-dare e restaurare più del 70 per centodel patrimonio raccolto, un lavoro im-pegnativo che ha incluso il rinnovodelle infrastrutture museali.

D. Come mai a Vigna di Valle?R. Una scelta dettata da molte ra-

gioni. Innanzitutto Vigna di Valle è ilsito aeronautico più antico in Italia,dal quale è decollata la prima mac-china volante italiana, il dirigibileN1, nel 1908, antecedente al volo del1909 di Wilbur Wright a Centocellecon il Tenente di Vascello Mario Cal-derara e il Tenente del Genio Umber-to Savoia, considerato il primo volodi un aereo «militare» in Italia. Vignadi Valle è anche il primo cantieresperimentale aeronautico presentenel nostro territorio, istituito dal Ge-nio. La scelta di questo sito è statadettata anche dalla convenienza: era-

costruire alcuni degli aerei simbolodella nostra Forza Armata siamospesso ricorsi ad accordi e scambicon musei aeronautici stranieri; cosìè stato per il CR42 ricostruito da varipezzi donati da istituzioni svizzere esvedesi e grazie a uno scambio conl’Imperial War Museum. Molti, inanni lontani, sono finiti per la granparte distrutti senza che si pensassecome dietro a queste macchine ci fos-sero il genio italiano, la progettazio-ne, l’industria, la società. Il nostro èun museo di aeroplani, ma anche deldesign e della società, poiché in essoè visibile lo sviluppo della tecnologiainsieme al lavoro di chi l’ha creata.

D. Com’è oggi la considerazionedelle macchine aeronautiche non piùoperative?

R. Proprio per dare una sede ido-nea e dignitosa a ciò che si è riusciti a

protagonisti. Il percorso si snoda at-traverso i settori dedicati ai Pionieri,ai Dirigibili, alla Prima Guerra Mon-diale, all’epopea dei Voli Polari delGenerale Nobile, alle Grandi Crocie-re Individuali e di Massa, alla CoppaSchneider, alla Seconda Guerra Mon-diale per concludersi, nell’ultimo pa-diglione, con la rinascita dell’Aero-nautica nel dopoguerra e con i veli-voli a reazione attuali.

Lo dirige dal 2000 il Tenente Co-lonnello Pilota Massimo Mondini,presidente anche della CommissioneRestauri Velivoli Storici. Con all’atti-vo 4.500 ore di volo, è in Aeronauticadal 1972, fino al 1989 è stato pilota«combat ready» nella 46esima Briga-ta Aerea di Pisa - prima su un C119,poi su un C130 Hercules - quindi ad-detto alle operazioni della II RegioneAerea di Roma, Capo Sezione dellaTasmo (Tactical Air Support Mariti-me Operations) presso il Comandoin Capo della Squadra Navale Italia-na e rappresentante dell’Italian AirForce presso il Comando Nato delMediterraneo Centrale. Un uomocon le ali che dirige un museo di ae-rei che non volano più.

Domanda. Da rottami a cimeli: co-me è stato compiuto questo passo?

Risposta. Il Museo nasce dopo lemolte peripezie cui è incorso tutto ilmateriale raccolto che dal 1913, annodella nascita del primo museo storico,fino alla fine della seconda guerramondiale aveva trovato una sia pureinstabile collocazione in vari siti: dallacostituzione della Forza Armata, av-venuta nel 1923, il museo era statoprima dislocato presso la Reggia diCaserta e poi, negli anni Sessanta,presso il Palazzo Millefonti di Torino.Nel dopoguerra non vi era più unasede dove custodire quanto si era sal-vato dalle distruzioni del conflittomondiale e da quelle procurate dal-l’uomo. Solo una cultura della conser-vazione del materiale storico, che inItalia si è sviluppata negli anni Settan-ta, ci permette oggi di conservare al-cuni dei cimeli dei velivoli in dotazio-ne alla Regia Aeronautica o prodottiin Italia.

D. Tale materiale consente di rap-presentare l’Italia nella sua tradizio-ne aeronautica?

R. Si tratta di una percentuale bas-sissima rispetto a quella che è statal’importanza dell’Italia nel panora-ma mondiale aeronautico: parliamodi meno del 3 per cento di tutta la no-stra produzione. I velivoli e il mate-riale aeronautico venivano conside-rati rottami e distrutti. Del CR42, co-struito in 1.800 esemplari alla finedegli anni Trenta, e dell’S.55, forsel'aeroplano più importante degli an-ni Venti, quello delle crociere di ItaloBalbo, non esistono esemplari. Per ri-

77SPECCHIOECONOMICO

ILMuseo Storicodell’Aeronautica Militareè tra i più grandi d’Europa e possiede,per qualità e quantità, una delle collezionidi aerei e motoritra le più interessantinel mondo: mezziche nelle varie epoche sono stati dati in dotazione all’Aviazione Italiana, tra cui pezzi rario addirittura unici

Uno Spad VII appartenuto a Fulco Ruffo di Calabria, esposto nel padiglione Troster del Museo

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no infatti a disposizione degli hangarstorici e sin dal 1964 Vigna di Valleera divenuto un centro di raccolta divelivoli storici, dopo di allora si è ri-tenuto che fosse il luogo migliore perospitare un museo.

D. Su cosa si compie il restauro?R. La punta di diamante riguarda la

collezione esposta, ma dietro vi sonodiversi dipartimenti. Dal punto di vi-sta organizzativo è un museo moder-no, con 4 mila metri quadrati di offici-ne di restauro e personale specializza-to. Inserito nel Museo, ma non apertoal pubblico, c’è inoltre il Centro Docu-mentazione Umberto Nobile, che con-serva la biblioteca e gli archivi perso-nali di illustri personaggi della storiaaeronautica italiana. Questo materiale- migliaia di volumi aeronautici e do-cumentazione fotografica di enormeinteresse scientifico - è messo a dispo-sizione di storici e ricercatori prove-nienti da tutto il mondo.

D. Progetti per il 2010?R. È prevista l’ultimazione del re-

stauro di un velivolo significativoper la storia dell’Aeronautica, il Ro-meo Ro.43, idrovolante imbarcatosugli incrociatori italiani per la rico-gnizioni, utilizzato anche per la cac-cia marittima, di cui stiamo comple-tando il restauro; abbiamo in atto unaltro recupero avente per oggetto unRo.37 trovato in Afghanistan.

D. Come descriverebbe il museo?R. Il nostro non è soltanto un mu-

seo aeronautico ma è un contenitoreculturale per il territorio e per il Pae-se. Non facciamo soltanto accoglien-za ai visitatori, ma svolgiamo corsi econvegni, ospitiamo mostre di pittu-ra, spettacoli teatrali, concerti, comeviene indicato nelle linee guida delMinistero per i Beni culturali: un mu-seo deve essere la casa della cultura,non un cimitero. È inoltre in pro-gramma la pubblicazione online, al-l’interno del sito web del Museo Sto-rico, dell’elenco delle monografieconsultabili presso il Centro Docu-mentazione.

D. Quali rapporti internazionaliintrattenete?

R. Oltre alle consolidate collabo-razioni con enti e musei come, inGermania, lo Zeppelin e il Museodella Tecnica di Berlino, o lo Spit-sbergen Airship Museum norvege-se, sono in corso le trattative con ilMuseo Del Aire di Madrid per il re-stauro di due esemplari di Ro.37bische, una volta ricondizionati, arric-chirebbero le collezioni di entrambele istituzioni museali. L’Aeronauticacura anche allestimenti esterni, all’I-talia e all’estero.

D. Chi sono i visitatori del museo?R. Nel corso del 2009 si è registrata

una presenza di 53 mila visitatori e400 sono state le visite guidate com-

avanti il CR32, il CR42 e il CampiniCaproni CC1, primo aereo a reazio-ne italiano del 1939. Nel padiglioneBadoni sono presenti i grandi veli-voli (S79, SM82, G212, C47) e i cac-cia della Seconda Guerra Mondiale(la serie 200 dei Macchi, il Fiat G.55,lo Spitfire e il Mustang), mentre nel-l’ultimo padiglione, lo Skema, è vi-sibile lo sviluppo dell’AeronauticaMilitare, attraverso gli aerei in dota-zione, dal 1950 ai nostri giorni. Ab-biamo il motore più antico del mon-do, quello di Wright del 1907, e l’ab-biamo messo in moto per il centena-rio del volo.

D. Tra le vostre attività, tenetecorsi di restauro. A chi sono diretti?

R. È il primo corso approvato inItalia di restauro aeronautico, per noiuna pietra miliare, per cui spero pos-sano attuarsi delle collaborazioni conle università. Il nostro è rivolto a tut-ti gli enti dell’aeronautica militare e atutti gli specialisti.

D. Continua a volare?R. Per un certo periodo ho conti-

nuato a volare, adesso purtroppo gliimpegni sono tantissimi. Ma volo

piute dai volontari dell’AssociazioneArma Aeronautica di Bracciano e dalpersonale del Museo. Sono aumenta-te le richieste di informazioni da par-te di ricercatori, curiosi, appassionati,grazie soprattutto alla pubblicazioneonline del portale del Museo. Nel2008 abbiamo avuto il picco massimodegli ultimi 10 anni, con 68 mila visi-tatori, record che ha superato quellodelle 62 mila presenze del 2002.

D. Cosa espone il Museo?R. All’interno dei padiglioni espo-

sitivi sono custoditi aerei che nellevarie epoche sono stati in dotazioneall’Aviazione Italiana, tra cui pezzirari o unici. Nel padiglione Troster(hangar storico del 1914), oltre agliaerei caccia della Prima GuerraMondiale, tra i quali lo SPAD VIIappartenuto a Fulco Ruffo di Cala-bria, si possono ammirare il grandebombardiere Ca3 e il Lohner 127,idrovolante austriaco del 1915, ulti-mo esemplare rimasto nel mondo.Nel padiglione Velo, tra gli altri èesposto il Macchi MC72, idrovolan-te che ancora detiene il record di ve-locità conquistato nel 1934; più

Sopra, una sala del Museo Storico dell’Aeronautica Militare.Sotto, un idrovolante Macchi Mc-72 in esposizione

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sidenti occasionali, possessori di visto (diquale visto?), lavoratori a contratto, lati-nos e così via; per ora i testi elaborati dal-la Camera dei Rappresentanti (che esten-de la copertura a 36 milioni di americani)e dal Senato (che ne considera 5 milioniin meno), di circa 2 mila pagine ciascuno,non sono conformi e, prima di arrivare al-la Casa Bianca sull’onda oceanica piùgrande per la firma definitiva di un gran-de surfista, dovranno essere armonizzati.

Quindi la notizia cattiva: nel Massa-chusetts il seggio senatoriale, per 60 annidei Kennedy è andato, il 20 gennaio, a unrepubblicano, Scott Brown, grazie alloslogan «mi chiamo Scott e guido un fur-gone», ai tempi dell’Università mezzonudo sulla copertina di Cosmopolitan eoggi determinato a fermare una riformasanitaria «a 9 zeri che gli elettori non vo-gliono e che viene imposta all’America»,privando i democratici nella Camera Altadella maggioranza qualificata di 60 sena-tori su 100 indispensabile per approvarela riforma senza ostruzionismo da partedell’opposizione repubblicana. Com-menta Obama: «Preferisco essere unbuon presidente per un mandato che unpresidente mediocre per due». E il mon-do ricorda come il neoministro della Sa-nità Tom Daschle si ritirò prima ancorache la nomina arrivasse al Congresso perevasione fiscale: un presagio? KathleenSebelius, 44esimo governatore del Kan-sas, è ora al suo posto.

La gazza ladra, che attratta dal lucci-chio di recente si è intrufolata in un partydato alla Casa Bianca violando tutti icontrolli di sicurezza, ammonisce: non sicanti vittoria troppo presto, qui si ruba incasa dei ladri. Insiste, lei che è ladra. Ilpresidente è come l’acqua santa in unaChiesa: la si tocca, ci si bagna ma intantosi prega, si attende il miracolo. Mentre isurfisti cavalcano onde hawaiiane, il lea-der della maggioranza in Senato, HarryReid, e la speaker della Camera, NancyPelosi, rassicurano: «Elaboreremo un te-sto finale fondato sui principi della rifor-ma dell’assicurazione sanitaria: accessi-bilità per le classi medie, sicurezza per glianziani, responsabilità verso i nostri figlinella riduzione del deficit e nella traspa-renza per l’industria delle assicurazioni».

Parole sante!, gracchia la gazza, matutte queste luci la confondono. Vola inpicchiata per afferrare oggetti luccicantima sono solo il riflesso di un futuro che èopaco, e scontenta li rigetta all’aria soloaprendo il becco. Dal Chrysler la vista èmagnifica, l’acqua dell’Hudson continuaa scorrere sotto tutti i ponti e la ricca 5thAvenue newyorkese rimane sempre lasua preferita, frequentata da tutti quegliallocchi rapaci dalla testa grande chehanno rinunciato a volare pur di crederenella sicurezza degli oggetti. Ma la PicaPica - ne sono riprova le refurtive che na-sconde orgogliosa nel nido che si è co-struita molto, molto in alto - è abituata acredere solo a ciò che addenta.

obiezione principale, quando siparla di America e di americani co-me si guarda l’erba più verde delvicino, è questa: «Sì, ma quantisenzatetto sono per strada?». Il di-

battito si accende e qualcuno replica:«Come se in Italia non ne avessimo» eun’altra voce aggiunge, retoricamente:«Sono ovunque, questi sono luoghi co-muni!». Poi eccola, lei, l’Obiezione: «Ne-gli Stati Uniti, però, l’assicurazione nonpaga, si può anche morire sotto un ponte,nessuno si fermerà a prestare aiuto, tanto-meno un ente assistenziale». Vero. Ed èammesso il rifiuto di fornire copertura apersone già ammalate (nulla di nuovo perle nostre assicurazioni private, una dellequali a una leucemica ha elevato il premioassicurativo fino a 5 mila euro mensili).

Fino al precedente Governo si mette-vano sotto accusa gli Usa, dove la medi-cina è sempre stata un lusso da ricchi.Oggi non si tratta solo di assicurare unacopertura a chi ne è sprovvisto (circa il 96per cento della popolazione complessiva)ma anche di consentire a chi è coperto dipagare i premi in un momento di crisi co-me quello attuale, per il quale è opportu-no l’uso del termine «lastrico». Del buo-no c’è: l’assicurazione copre spese sani-tarie che in Italia non sono contemplate(dal chiropratico al chirurgo estetico);inoltre, la flessibilità del lavoro consentedi offrire pacchetti retributivi nei qualinon sempre la busta paga è la voce di ri-lievo, oscurata da un’adeguata coperturasanitaria che rende l’impiego appetibilenonostante un salario inferiore.

Anche per questo il mercato risultaestremamente elastico e consente agliamericani una scelta lavorativa più ri-spondente alle proprie esigenze. In sol-doni, non si è vincolati a vita allo stessolavoro, come un cane alle proprie catene,ma è generalmente data la possibilità dimuoversi all’interno del sistema secondole leggi della domanda e dell’offerta, unmercato concorrenziale che in Italia nonè nemmeno più un sogno, ma l’incubo diun sognatore sudato.

Non è tutt’oro quello che luccica, e unagazza ladra conferma: molto di questo èun falso. Infatti, pensando di rubare l’oro,ha rubato in casa dei ladri. Soprattuttoquando, chiamata l’ambulanza, alla gaz-za viene detto che: 1) può farsi condurrein ospedale e pagare una somma di circamille dollari; 2) la chiamata è gratuita so-lo se si sceglie di non utilizzare il servizioe ci si accontenta del sommario controllodei medici giunti in loco; 3) la secondachiamata costerà, comunque, un migliaiodi dollari anche senza montare sull’am-bulanza. Un deterrente per le chiamatemeno importanti. Ma la spia di un siste-ma sanitario che non va. Chiamiamolo ilbastone e la carota. Esattamente come gli«student loans», che consentono ai gio-vani di pagarsi abitazione e universitànon appena usciti dal college - in Italia lemadri devono cacciare figli 45enni da ca-

AMERICA AMERICA

Riforma sanitaria,(gazza) ladrain casa dei ladri

L’

sa - ma, mentre studiano, il costo degliinteressi si eleva a tal punto da costrin-gerli ad indebitarsi sino ad entrare in unaspirale vorticosa di dubbia uscita.

Barak Obama, di origine hawaiiana, haavuto con il 2010 una buona e una cattivanotizia. Prima la buona: con 60 voti a fa-vore (ne bastavano 51) il Senato ha ap-provato la normativa che nell’arco di 10anni estenderà, una volta concluso l’iter,l’assistenza sanitaria agli americani chene sono sprovvisti. A novembre la Came-ra aveva dato 220 voti a favore (uno deiquali proveniente dalle fila repubblicane)e 215 contro («un voto storico», l’avevadefinito Obama, reattivo nel mantenere lepromesse elettorali). Quando si dice«americani» andrà chiarito: residenti, re-

di ROMINA CIUFFA

Insieme al presidente Barak Obama il democratico Tom Daschle, uno dei

ministri protagonisti di uno scandalo:poco dopo la nomina che lo poneva alla guida del dicastero della Sanità,

si ritirò per accuse di evasione fiscale

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54 SPECCHIOECONOMICO

DARIO RE: SCALE, PARAPETTI,PASSERELLE, PAVIMENTI,OVVERO CITTÀ DI CRISTALLO

DARIO RE: SCALE, PARAPETTI,PASSERELLE, PAVIMENTI,OVVERO CITTÀ DI CRISTALLO

Mio padre, un padre di fa-miglia con quattro figli, fa-ceva il vetraio nel garage di

casa, dove lavorava solo, in una si-tuazione che non poteva essere dellepiù soddisfacenti, anche se non ci fa-ceva mancare nulla. Aveva comin-ciato quel lavoro da giovane, poi l’a-veva interrotto perché la famiglia eradiventata numerosa, e non gli basta-va più sostituire i vetri rotti; poichéera un grande lavoratore ma magariun po’ meno imprenditore, ad uncerto punto aveva preferito impie-garsi in una ditta come autista di ca-mion, continuando, per arrotondare

lo stipendio, il vecchio lavoro il saba-to e la domenica». Comincia così lastoria, quasi patetica ma emblemati-ca, della famiglia Re, titolare oggi diun’azienda di primo piano operantenella stesso settore del vetro ma dialtissima qualità, al top della tecnolo-gia e della creatività. Si tratta dellaVetreria Re di Nerviano presso Mila-no, di cui è titolare Dario Re, uno deifigli del fondatore. Quando, a 50 an-ni, per problemi di salute non potépiù fare l’autista di camion, il padre,racconta Dario, tornò al primo lavo-ro, continuando a sostituire, nel ga-rage e nel cortile di casa, i vetri rotti

delle finestre; non esistevano i doppivetri, le rotture erano frequenti. «Ioero il secondo dei quattro figli, quan-do tornavamo dalla scuola una manoovviamente dovevamo dargliela. Al-la fine, a furia di aiutarlo, dovevo oamare o odiare quel lavoro. Poichémi piaceva, finiti gli studi gli chiesidi lavorare con lui, ed egli ebbe un’i-dea brillante, mi propose di andare alavorare in un’altra azienda per ca-pirne meglio il funzionamento».

Dario si occupò così in un’impresache non c’entrava nulla con il vetro,ma all’epoca, ricorda, «c’era la fissa-zione che bisognava lavorare alle di-

Dario Re,amministratoreunico dellaVetreria Re

«

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vetrerie che non eseguono tutte le la-vorazioni. Questa è sostanzialmentela nostra storia.

D. Puntare sulla qualità non vi co-stringe a rinunciare a una buona par-te del lavoro?

R. Questo non ci impedisce di ese-guire lavori di dimensioni ragguar-devoli. Nel 2008 abbiamo eseguitocommesse per la nuova sede del-l’Emporio Armani e dell’ArmaniCafè di Pechino. Comunque conti-nuiamo ad avvalerci di studi di ar-chitettura per realizzare belle case,uffici, show room. I nostri clienti so-no sempre gli architetti che ci appor-tano i loro clienti; noi rappresentia-mo i fornitori di pregio. Il nostro la-voro si svolge essenzialmente conqueste modalità.

D. Non suggerite voi soluzioni co-struttive o decorative a imprese, stu-di professionali, famiglie?

R. Facciamo anche questo, propo-niamo e forniamo progetti studiatiad hoc. A differenza di altre vetrerie,abbiamo un ufficio tecnico con archi-tetti e tecnici in sede, molto bravi ecreativi nel disegnare e progettare;

pendenze per avere i contributi, tipagavano i bollini almeno fino a do-po il servizio militare». Fece un’espe-rienza di due anni ma non arrivò afare il militare perché nel 1986, pocoprima di partire per la leva, un’ecce-zionale grandinata infranse molti ve-tri nella zona, e il padre doveva lavo-rare fino a mezzanotte per acconten-tare i clienti. Si licenziò e andò a «da-re una mano» al genitore, e dopo unanno andò a fare il soldato.

Domanda. Cosa fece al ritorno?Risposta. Regolarizzammo la si-

tuazione dell’azienda, acquistammoun primo laboratorio di 120 metriquadrati e cominciammo. Mio padreaveva visto lontano, infatti la lineache seguiamo oggi è ancora quellaindicata da lui, consistente nel nonfare i lavori che fanno tutti e di lavo-rare principalmente a Milano, dovela mentalità era ovviamente moltopiù evoluta. Così cominciam-mo a lavorare per gli architetti,tralasciando i lavori comuni,puntando non sulla quantitàdi vetro da vendere ma sullaqualità e proseguendo su que-sta strada. In quel capannonerestammo per otto anni, alquarto anno acquisimmo unoshow room nelle vicinanze percreare un ufficio e un’esposi-zione di prodotti. Successiva-mente ci trasferimmo in un al-tro capannone di 400 metriquadrati con annesso showroom, e acquistammo altrimacchinari. Dopo altri otto an-ni ci siamo trasferiti nell’attua-le nuova sede di quasi 2 milametri quadrati, dove eseguiamo lalavorazione totale.

D. Come avete organizzato la vo-stra produzione?

R. Con gli investimenti finanziaricompiuti lo scorso anno abbiamoraggiunto la completa autonomianella gestione dei manufatti, e anzisiamo passati a lavorare anche peraltre vetrerie. In un certo senso ab-biamo ribaltato la situazione inve-stendo, appunto, per essere autono-mi, condizione essenziale nel nostrosettore per garantire sia la qualità delprodotto sia i tempi di lavorazione edi consegna. Proprio in tempi di crisieconomica come l’attuale e quindi diriduzione degli ordinativi, infatti, laprima, fondamentale richiesta avan-zata dalla clientela riguarda i tempidi consegna, ovviamente insieme al-la qualità; la seconda riguarda ilprezzo. Per attrezzarci adeguata-mente abbiamo compiuto uno sforzonotevole spendendo somme consi-stenti, ma i macchinari di cui ora di-sponiamo ci consentono di produrreper conto nostro tutti i nostri prodot-ti e di soddisfare le richieste di altre

55SPECCHIOECONOMICO

ad essi si affiancano le varie compe-tenze esistenti all’interno dell’azien-da per la realizzazione concreta delleopere. Quanto è stato disegnato devestare, infatti, in piedi, per cui occorrecorredarlo con le dimensioni, lospessore del cristallo, le strutture ne-cessarie ecc. Fino a qualche anno fa ilricorso all’architetto per arredare im-mobili era riservato a un’élite; oggiquasi chiunque deve metter su casa orealizzare uno show room o un uffi-cio ricorre all’aiuto di un professioni-sta. Vi sono architetti di vari livelli,come in ogni settore, ma è semprepiù raro trovare un privato che, perrealizzare la propria abitazione, uffi-cio o negozio, non si faccia assistereda un esperto.

D. Quali nuovi risultati ha rag-giunto l’industria del vetro?

R. Mentre prima era solo un com-plemento, oggi il vetro viene sempre

più usato e inserito nelle co-struzioni come elemento strut-turale; vi si fanno anche le sca-le, dalla pedata all’alzata, alparapetto; si fanno pavimentie plafond in vetro portante. Intutti questi casi occorre esserein grado di poterlo dimensio-nare, per questo ci siamo fattiaffiancare, negli anni, da unostaff di collaboratori esterniperché nei progetti più com-plessi forniamo anche la partedi carpenteria in ferro, in ac-ciaio, in acciaio inox, con tek oparti in legno offrendo in talmodo un pacchetto finito.D. Non avete risentito della re-cessione economica?

R. In questo anno di crisi abbiamoavvertito, piuttosto, la scomparsa dialcune aziende dal mercato a causadella concorrenza e della riduzionedei prezzi. Se prima per la realizza-zione di uno show room o di un’abi-tazione la nostra offerta poteva esse-re in competizione con un’altra o conaltre due, oggi lo stesso prezzo vienerichiesto da almeno 5 o 6 aziende,non perché il mercato si sia omoge-neizzato, ma perché il cliente chiedee confronta più preventivi. Un’altraconseguenza della crisi, che abbiamonotato, consiste nella riduzione deibudget di spesa, ma questa era un fe-nomeno inevitabile.

D. Neppure i ricchi investono?R. Molte aziende che dovrebbero

rinnovare i loro locali, anche se nonhanno reali problemi finanziari rin-viano gli investimenti in attesa di unmiglioramento del clima economico.Fortunatamente questo andamentogeneralizzato dell’economia ci sta toc-cando solo marginalmente, ma nonnascondiamo una certa preoccupa-zione relativa alle prospettive dell’e-conomia nazionale e internazionale.

«Un tempo solocomplemento, oggi

il vetro viene semprepiù usato e inserito

nelle costruzioni comeelemento strutturale;

vi si fanno anchele scale, dalla pedata

all’alzata, al parapetto,pavimenti e plafond;

noi curiamo anchela carpenteria

in ferro, acciaio,acciaio inox, tek

o parti di legno»

Page 52: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

D. Quali sono attualmente i prezzidella materia prima?

R. Il mercato è altalenante, comesempre. Se c’è poca richiesta e dimi-nuisce la produzione, i prezzi ven-gono abbassati, come è avvenutooggi. Una determinante notevolenello stabilire la quotazione dellamateria prima è la componente ditrasporto che, insieme alle quantitàacquistate, determina il potere con-trattuale del cliente e di conseguen-za la quotazione.

D. Si compie ricerca nel settore?R. La ricerca c’è senz’altro, e se ne

vedono anche i risultati. Quelli mi-gliori sono destinati principalmenteal comparto dell’edilizia, dove sonousati tutti quei prodotti innovativiche hanno sostituito il vetrocamera,o che sono usati per il risparmioenergetico, per la produzione dienergia solare, per l’isolamento acu-stico, per l’isolamento dal freddo, dalcaldo, dai raggi solari, dai rumoriesterni; sono prodotti rivolti alleaziende che, diversamente da noi,producono vetri per serramenti.

D. E a che cosa servono oggi i vetritradizionali?

R. Rispetto a qualche anno fa, orasono entrate in vigore normativemolto stringenti in termini di sicu-rezza. Il vetro semplice non si puòpiù usare quasi da nessuna parte, de-ve essere antisfondamento e posse-dere proprietà antinfortunistiche, inmodo che, infrangendosi, non cada;oppure deve essere temperato, quin-di più resistente meccanicamente eadatto ad usi estremi, con determina-ti parametri di sicurezza; se dovesserompersi, si ridurrebbe in briciolema non potrebbe ferire.

D. Come vi siete adeguati alla nuo-va situazione?

R. Per essere in linea con le normesulla sicurezza e sull’antinfortunisti-ca, l’ultimo investimento da noi com-piuto nel 2009 è consistito nell’acqui-sto di un forno di tempera per potertemperare autonomamente tutti i no-stri prodotti. Il vetro non temperato enon stratificato è ormai quasi inuti-lizzabile: in moltissimi casi - cosa chenoi facciamo già da anni -, si sta arri-vando addirittura a impiegare il ve-tro come elemento strutturale; tem-perato e stratificato contemporanea-mente, quindi con un doppio livellodi resistenza meccanica e di sicurez-za, viene impiegato per scale, passe-relle, parapetti, passaggi pedonabilie carrozzabili; ai fini della sicurezza,quindi, la ricerca è elevata. Nasce poida queste ricerche tutta una serie diprodotti innovativi anche per il desi-gn, che possono essere sottoposti arifiniture estetiche con lavorazioniad acido o a smalto, oppure rifiniticon interposizione di lastre lumino-

56 SPECCHIOECONOMICO

se, di pellicole riscaldate, di film acristalli liquidi che permettono allalastra di essere trasparente oppureopacizzata premendo solo un tasto;si tratta di trattamenti finalizzati, piùche altro, al design. Una volta il ve-tro era concepito solo intelaiato, ogginon è quasi mai intelaiato, è sorrettoda fissaggi puntuali, ridotti a piccolepinze. L’architettura tende a questesoluzioni che richiedono però livellidi sicurezza elevati, e quindi lavora-zioni aggiuntive sulla lastra per ga-rantire la resistenza meccanica e lasicurezza verso le persone.

D. Avete in programma prossima-mente altri investimenti?

R. Abbiamo appena concluso unampliamento delle strutture e un ri-levante investimento per i macchina-ri, e abbiamo ancora qualcosa in pro-getto per il 2010, perché non ci si puòfermare. Ma occorrerà anche vederecome si prospetta questo anno, an-che se nella nostra azienda non si èmai sentito parlare di cassa integra-zione guadagni o di ferie forzate; sia-mo sempre stati alle prese con unagrande mole di lavoro, con oraristraordinari, con un impegno costan-te. Anche se le difficoltà per ora cihanno solo sfiorato, il solo fatto chetutt’intorno la situazione non sia tan-to rosea ci consiglia di essere pru-

L’ingresso di un centro benessere realizzato nel 2009

SAS ITALIA, 2009 POSITIVO, SUPERIO-RE ALLA MEDIA INTERNAZIONALE. LaSAS, operante nel settore delle ana-lisi, ha registrato nel 2009 in campointernazionale ricavi pari a 2,31 mi-liardi di dollari con un aumento del2,2 per cento rispetto al 2008. Nono-stante la difficile situazione econo-mica, la società mantiene da 34 anniun trend di crescita ininterrotto dallafondazione. Le vendite di softwarehanno compiuto unbalzo del 3,3 per cen-to in un momento incui il fatturato deimaggiori produttorisè diminuito. Il 23 percento dei ricavi sonostati reinvestiti in ri-cerca e l’azienda haconcluso l’anno sen-za riduzione di perso-nale. «Anche la sedeitaliana ha registratonel 2009 un anda-mento positivo con ri-sultati superiori allamedia internazionale,in particolare nell’am-bito della Pubblica

Amministrazione centrale, nella qua-le la nostra azione ha reso più effi-cienti i processi interni», spiega Mar-co Icardi, direttore generale per l’Ita-lia. La sede Italiana è stata la prima,dopo la casa madre, a redigere unproprio rapporto di sostenibilità co-me chiave di lettura di tutte le atti-vità: attrazione e crescita dei talentiin azienda, collaborazioni con ilmondo accademico e della ricerca,

rapporti trasparenti edi reciprocità conclienti e partner. I mo-menti difficili, spiegaIcardi, fanno crescerela richiesta di soluzioniper uscire dalla crisi;nel 2009 le aziende sisono affidate alle solu-zioni SAS per aumen-tare i ricavi, migliorarele relazioni con i clientie la gestione di risor-se, costi e rischi. Lacrescita più elevata siè registrata nei settoribancario, governativo,sanitario, assicurativoe nel dettaglio.

Marco Icardi

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Il dizionario enciclopedi-co di Informatica di Danie-la Cancila e Stefano Mozzanti

- Zanichelli Editore - 33,80 eu-ro. Strumento utile per lacomprensione e la traduzio-ne della terminologia infor-matica, entrata ormai in pie-no nella vita quotidiana, l’o-pera comprende i terminitecnici aggiornati dei settoritradizionali dell’informaticacome le base di dati, la grafi-ca al calcolatore, la teoria el’analisi di algoritmi, l’archi-tettura dei calcolatori, i siste-mi operativi, lo sviluppo delsoftware, le reti di calcolato-ri e la multimedialità. E ac-coglie inoltre numerosi neo-logismi legati agli aspetti so-ciali dell’informatica e i piùnoti termini gergali e di usocomune. Nella sezione in-glese-italiano viene poi for-nita, per ogni voce, una tra-duzione corredata da unaspiegazione; nella sezioneitaliano-inglese le voci sonoseguite dal termine inglesedi origine. In entrambe le se-zioni per ogni voce vienefornita l’indicazione del set-tore di appartenenza.

Potere e violenza a cura diFedele Ruggeri e VincenzoRuggiero - Franco Angeli

Editore - 19 euro. Esiste unaviolenza che convenzional-mente non è definita tale,perché inflitta da attori po-tenti. Al pari dei criminicommessi da gruppi di ele-vato stato sociale e risorse, laviolenza non attira la rispo-sta civilizzatrice delle istitu-zioni essendo da queste stes-se inflitta, né mobilita l’in-tervento del sistema dellagiustizia criminale, orienta-to verso i crimini dei deboli.In alcuni casi si presenta co-me il suo opposto, comeun’azione che eliminerà laviolenza dal mondo e neces-saria al compiersi della sto-ria, animata perciò da nobilimotivi. Questa raccolta disaggi propone un’immaginepoco nobile della violenzacollettiva, del terrorismo,della guerra, e ne offre unadiversa chiave di lettura.

Gli altri lager di James Bac-que - Ugo Mursia Editore -19 euro. Nella II guerra

mondiale, ad opera degliamericani in Germania, al-meno 4 milioni di soldati te-deschi furono tenuti prigio-nieri all’aperto, in campi re-cintati da filo spinato masenza protezione, con pococibo e acqua, o anche nulla,fin dopo la fine delle ostilità.L’esercito francese ricevettecirca 630 mila prigionieri da-gli americani come manodo-pera, fece loro patire la famee li maltrattò, causando circa250 mila morti. Nei campiamericani si suppone il de-cesso di 750 mila prigionieri,soldati della Wehrmacht ar-resisi dopo l’8 maggio 1945,ma anche donne, bambini,anziani. Le morti furono ca-talogate come «Altre perdi-te». Pubblicato per la primavolta alla fine degli anni 80,il testo si basa su interviste acentinaia di ex prigionieri,guardie e ufficiali e su mi-gliaia di testimonianze e do-cumenti tratti dagli archividi Parigi, Londra, Coblenza,Washington e Ottawa.

Le intercettazioni di con-versazioni e comunica-zioni a cura dell’Associazio-

ne tra gli studiosi del processopenale - Giuffrè Editore - 42 eu-ro. In questo volume sonoraccolti gli atti del XIX Con-vegno dell’AssociazioneGiandomenico Pisapia, de-dicato alle intercettazioni diconversazioni e comunica-zioni, svoltosi nell’Univer-sità Bocconi di Milano dal 5al 7 ottobre 2007. Trascorsi 3anni, essi restano di impor-tanza strategica per intende-re il punto della dottrina sul-l’argomento non delicatoche oggi è ancora di «bru-ciante attualità». Interventidi Vittorio Grevi, AlfredoGaito, Enzo Zappalà, Delfi-no Siracusano ed altri, tutti apartire dall’art. 15 della Co-stituzione che delinea impre-scindibili presupposti di cor-nice per la disciplina relativaalla libertà e alla segretezzadelle comunicazioni.

Un indovino mi disse diTiziano Terzani - Tea-Tascabili Editori Associati -

10 euro. Nella primavera del1976, a Hong Kong, un vec-chio indovino cinese avvertel’autore di questo libro: «At-tento! Nel 1993 corri un granrischio di morire. In quel-l’anno non volare. Non vola-re mai». Dopo tanti anni Ter-zani non dimentica la profe-zia, che a suo modo si avve-ra, ma anzi la trasforma inun’occasione per guardare ilmondo con occhi nuovi: de-cide, infatti, di non prendereaerei per un anno, senza tut-tavia rinunciare al propriomestiere di corrispondente.Il 1993 diviene così un annomolto particolare di una vitagià tanto straordinaria: spo-standosi in treno, in nave, inauto, e talvolta anche a piedi,Terzani osserva Paesi e per-sone in Asia da una prospet-tiva nuova, spesso ignorata.Il risultato di quell’esperien-za è un libro fuori dall’ordi-nario, che è insieme roman-zo d’avventura, autobiogra-fia, narrazione di viaggio eappassionante reportage.

Le avventure di Lucy -Sex and the City alla ro-mana di Delfina Ducci -

Graus Editore - 10 euro. Ri-prende la nota serie televisi-va americana, sicuramenteper un intento lucrativo, que-st’autrice che si diverte a ri-creare atmosfere femminili,conosciute dal pubblico tele-visivo, non già a New York,dove l’originale Sex and theCity è ambientato, bensì aRoma. Il risultato è certa-mente qualcosa di diverso. Inogni caso la storia di tre don-ne, ciascuna con un propriomodo di affrontare la vita e iproblemi del quotidiano. So-prattutto il sentimento, che faloro capire, oltre la carriera,un luogo comune: che le cosenon sono mai semplici comepossono apparire, il carosellodelle occasioni perse e vissu-te, lasciate scorrere sulla pel-le con dolore è in atto, e cre-scere vuol dire rinunciare an-che in parte a se stesse.

iccola guida a libri utiliILLUSTRAZIONE DIQUINT BUCHOLZ

P SPECCHIOECONOMICO 57A CURA DI ROMINA CIUFFA

Il segreto del castello diMilano di Gianluca Pado-van e Ippolito Edmondo Fer-

rario - Ugo Mursia Editore -18 euro. Il castello di Porta diGiovia, meglio conosciutocome Castello Sforzesco, èuno dei simboli della città diMilano e uno dei luoghi piùamati dai milanesi. Fu eret-to grazie alla perizia e allafatica di generazioni di mu-ratori, carpentieri e scalpel-lini, diretti da figure di spic-co nel campo dell’architet-tura quali Antonio Averlinodetto Il Filarete, Leonardoda Vinci e Bartolomeo Ga-dio. Non tutti sanno, però,che esiste anche una partenascosta: sono i sotterraneidel castello, un vero e pro-prio mondo sommerso tut-to da scoprire, che conservaintatta la propria bellezzaarchitettonica. In queste pa-gine, un viaggio appassio-nante tra cunicoli, gallerie ecasematte seguendo gliesploratori della Scam -Speleologia Cavità Artifi-ciali Milano - che per primisi sono calati sotto le muradella fortezza milanese.

Come farsi cacciare daicacciatori di teste di VitoGioia e Attilio De Pascalis -

Il Sole 24 Ore Editore - 21 eu-ro. Fare carriera mantenen-do un sano equilibrio con lavita privata è il sogno dimolti manager. Ma per far-lo con successo bisognadarsi degli obiettivi, impie-gare con saggezza il tempoe le energie e cogliere le oc-casioni al momento giusto.Per alcuni c’è una chiamatache segna spesso una svoltadecisiva: quella di un cac-ciatore di teste che conduceuna ricerca per una posizio-ne vacante. Come fare car-riera e finire nel mirino deicacciatori di teste? È quantospiega questo volume: cosafare e cosa evitare. Un vade-mecum su come costruirsiuna buona reputazione e af-frontare i colloqui con cac-ciatori e imprese che cerca-no chi, in qualche modo, hasaputo farsi riconoscere.

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primo gennaio, dopo una lunga seriedi rinvii, è entrata in vigore la «classaction», l’azione risarcitoria collettiva.La possibilità di fare cause di gruppo èstata a lungo attesa e l’Unione Consu-matori si è sempre battuta con forzaper ottenerla: sulla carta, si tratta diuna straordinaria opportunità che l’or-dinamento mette a disposizione deiconsumatori offesi dalle scorrettezzedel mercato. Ma andrà usata con la do-vuta moderazione, senza cedere allatentazione delle speculazioni: sembrainfatti già essersi scatenata un’insensa-ta corsa alle Cancellerie dei Tribunaliper sbandierare questa o quell’azione.

Così, i soliti amanti dell’«effetto an-nuncio» tentano di farne uno strumen-to mediatico e giustizialista deviandodalla sua reale funzione, che pure do-vrebbe essere correttamente intesa nonsolo nel senso di sanare una debolezzadei consumatori, ma anche per la suacapacità di preservare la lealtà del mer-cato a beneficio delle aziende sane,competitive e rispettose dei diritti deiconsumatori.

Noi non partecipiamo a questa inuti-le gara. Siamo piuttosto fermamenteconvinti che le organizzazioni dei con-sumatori davvero interessate alla con-creta tutela dei cittadini dovranno esse-re capaci di scegliere azioni accessibili erealizzabili in tempi brevi, per dare unarisposta matura e senza fallimenti aquesta sfida. Solo così sarà possibileconsegnare nelle mani dell’opinionepubblica la prova della concreta utilitàdelle azioni di classe disciplinate dal-l’art. 140 bis del Codice del consumo.

In materia di disservizi degli aerei(spesso al centro di polemiche negli ul-timi tempi) sono in ballo, ad esempio,tante (troppe) variabili: il rischio po-trebbe essere quello di fare semplice-mente un autogol. Meglio, piuttosto,partire da casi più concreti, meno«folkloristici»: si pensi a un prodottoche ha tradito le aspettative dei propriacquirenti e alla battaglia che si potreb-be combattere contro la casa produttri-ce che rifiuta di risarcire i danneggiati.

Non possiamo certo tacere alcunievidenti limiti dell’attuale normativa,macchiata profondamente dai reiteratiemendamenti promossi dalla lobbyconfindustriale. Pur con questa consa-pevolezza, però, la norma va utilizza-ta, cercando di coglierne le potenzia-lità, con acume e realismo, anche per

sperimentare questa class action, percomprenderne i limiti, per superarne leinefficienze e per sottoporre al legisla-tore mirati e opportuni correttivi.

Nell’usare lo strumento dell’azionerisarcitoria collettiva sarà allora benefar leva sul senso di responsabilità ditutte le parti in causa (imprese, rappre-sentanti dei consumatori, magistratu-ra, autorità di vigilanza e mezzi diinformazione) perché le azioni di clas-se siano occasione di un confronto ma-turo e serio nella prospettiva di riequi-librare e risanare la debolezza dei citta-dini, troppo spesso traditi dallo strapo-tere del mondo imprenditoriale.

Ed è proprio perseguendo questoobiettivo che la nostra Unione ha re-centemente lanciato il sito www.clas-saction.it, un significativo strumentonato con un duplice intento: da un lato,quello di guidare i cittadini verso unamaggiore conoscenza dell’azione col-lettiva risarcitoria e delle circostanzenelle quali vi si può effettivamente ri-correre; dall’altro, il sito sarà lo stru-mento per tenere aggiornata l’opinionepubblica sulle azioni intraprese e rac-cogliere le adesioni degli interessati.

L’augurio è che possa presto diven-tare un punto di riferimento per tutticoloro che manifestano e riconosconol’esigenza di strumenti processuali ingrado di azionare, in un unico proces-so, le difese di interessi riconducibili auna indefinita generalità di soggetti iquali, singolarmente, rinuncerebbero abattersi per la tutela dei propri diritti.

Solo così si potrà finalmente provarea riequilibrare quell’asimmetria esi-stente fra il cittadino-consumatore e ilmondo imprenditoriale: un’asimmetria«economico-informativa» (il consuma-tore dispone generalmente di minori ri-sorse e informazioni rispetto alla suacontroparte professionale), ma anche«processuale», vale a dire concernenteil divario tra l’utilità della tutela indivi-duale rispetto al costo che il consuma-tore affronta nel momento in cui decidedi intraprendere un processo.

Ciò anche in virtù della funzione de-terrente che la minaccia dell’iniziativacollettiva è in grado di esercitare neldissuadere i comportamenti scorrettidi imprese senza scrupoli. Da que-st’anno i consumatori e i loro rappre-sentanti hanno un’arma in più: seppurtra varie incertezze, l’azione di classeva messa alla prova.

SPECCHIOECONOMICO

IL

UNA SFIDA CHE DIVENTAFINALMENTE ITALIANA:ECCO LE CLASS ACTION

UNA SFIDA CHE DIVENTAFINALMENTE ITALIANA:ECCO LE CLASS ACTION

DI MASSIMILIANO DONA

SEGRETARIO GENERALEDELL UNIONE NAZIONALE

CONSUMATORI

58

Dal primo gennaio scorsoanche in Italia

i consumatori e i lororappresentanti

hanno a disposizione un’arma in più: l’azionedi classe che, sia pure

tra varie incertezze,va messa alla prova.

Le organizzazioniinteressate alla tutela

dei cittadinidovranno scegliereiniziative realizzabili

in tempi brevi per dare una risposta certa

alle innumerevoli attese

Page 55: SPECCHIO ECONOMICO_Febbraio 2010

59SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

L’azienda Alberto Del Biondi In-dustria Del Design ha trasformato ilmese scorso la classica bicicletta inun «oggetto del desiderio» dal desi-gn essenziale e accattivante e dallatecnologia all'avanguardia. La nuovabicicletta presenta una struttura al-leggerita grazie ai materiali impiega-ti e all'assenza di alcuni elementi ca-ratteristici come i raggi e la catena. Iltelaio è realizzato in carbonio, legge-rissimo e resistente, e in nivacrom,una lega in acciaio anche essa parti-c o l a r m e n t eleggera. Que-sta combina-zione ha pro-dotto una biciil cui pesooscilla tra icinque e i seichilogrammi.Le ruote concerchio peri-metrale nonhanno raggi emozzo centra-le e sono colle-gate al telaiosul perimetro

Una rivoluzionariabici, senza raggi,mozzo e catena

Il Gen. Ranuccia capo della ScuolaSottufficiali

Neuronavigatoreper interventisicuri nel cervello

esterno; i pedali trasmettono il movi-mento alla ruota per mezzo di un in-granaggio nascosto nel telaio stesso.Il manubrio è in alluminio rivestitodi carbonio e nasconde all’interno icavi dei freni. Il risultato è un proto-tipo futuristico di grande effetto, cheunisce design, leggerezza e tecnolo-gia d'avanguardia. La bicicletta incarbonio è un progetto della Divisio-ne Industrial Design di Alberto DelBiondi Industria Del Design, polo diprogettazione unico nel proprio ge-nere in Europa. Specializzata nel set-tore moda, l'azienda ha esteso il pro-prio campo di intervento alla graficaindustriale, all’architetura e al designdi interni. I clienti sono costituiti dagruppi mondiali. Il numero comples-sivo di progetti realizzati dall’Alber-to del Biondi Industria Del Design

oscilla oggitra i 1.500 e i2 mila, conun totale di60 milionidi oggettiv e n d u t iogni anno,di cui trequarti rivol-ti al seg-mento mo-da, e conuna sessan-tina di mar-chi in tuttoil mondo.

Nell’attività di ammodernamentodi strutture e apparecchiature tecnolo-giche, l’Azienda ospedaliera San Gio-vanni-Addolorata di Roma, direttadal prof. Luigi D’Elia, si è dotata diuno degli strumenti più nuovi nelcampo della neurochirurgia: il neuro-navigatore nella sua versione più re-cente e avanzata. All’inizio dell’annooltre 30 pazienti seleziona-ti erano stati già trattatichirurgicamente con essoper neoplasie alla base delcranio e per patologie del-la colonna vertebrale. «Ri-spetto alle tecniche chirur-giche più tradizionali, so-no notevoli i vantaggi chene derivano al pazienteper il minore stress chirur-gico, la drastica contrazio-ne della degenza ospeda-liera e della morbilità post-

operatoria, la significativa riduzionedelle complicazioni legate alla proce-dura chirurgica», ha spiegato il prof.D’Elia. Grazie alla guida computeriz-zata fornita dal neuronavigatore, conquesto strumento sono esclusi even-tuali errori di localizzazione, da partedel neurochirurgo, nella rimozione dilesioni encefaliche o nell’applicazionedi viti e barre nella chirurgia della co-lonna vertebrale. Usato dall’équipemedica di Neurochirurgia diretta dalprof. Stefano Esposito, il neuronaviga-tore permette di sottoporre i pazienti ainterventi chirurgici nell’encefalo enella colonna vertebrale controllandoin tempo reale la posizione degli stru-

menti in relazione alla patologia che inquel momento si sta trattando. In po-che parole, esso consente di avere tut-te le informazioni di cui si ha bisognonel posto e nel momento giusto. Èinoltre possibile impiegare il neurona-vigatore anche nel trattamento dellepatologie della colonna vertebraleusando sia un sistema in 2D con im-magini radiografiche immediatamen-te elaborate, sia un sistema in 3D conimmagini Tac o Risonanza magnetica.Ormai ampiamente usato nelle saleoperatorie neurochirurgiche tecnolo-gicamente più attrezzate, questo siste-ma mostra in tempo reale, proprio ba-sandosi sulle immagini neuroradiolo-giche, la posizione intraoperatoria cor-retta, risolvendo il primo problemadella chirurgia: l’orientamento spazia-le anatomico. Il neuronavigatore con-sente, inoltre, di individuare, in consi-derazione delle sue immagini tridi-mensionali e degli spostamenti dallestrutture contigue, il miglior tragittoper raggiungere la lesione; valutatoun bersaglio chirurgico, l’apparecchioelabora il punto di entrata e quello daraggiungere; in tal modo una lesionepuò essere asportata praticamente daqualsiasi sede. Fer. Bru.

Il neuronavigatore del San Giovanni-Addolorata

La bici rivoluzionaria

Nella Caserma Soccorso Saloni diViterbo ha avuto luogo la cerimoniaper l’avvicendamento del Coman-dante della Scuola Sottufficiali del-l’Esercito. Alla presenza del Capo diStato Maggiore Generale di Corpod’Armata Giuseppe Valotto, il Gene-rale di Divisione Vladimiro Alexitchha ceduto il comando al Generale diDivisione Roberto Ranucci affidan-dogli la Bandiera dell’Istituto che sifregia di una Medaglia di Bronzo alValor dell’Esercito e di una Medagliad’Argento al Merito Civile. Il Gene-rale Alexitch ha lasciato la guida del-la Scuola dopo 4 anni di comandodurante i quali l’Istituto ha svoltonumerosi corsi per Allievi Marescial-li destinati alle Forze operative del-l’Esercito. Il Generale Ranucci, su-bentrante, ha frequentato l’Accade-mia Militare negli anni 1974-1976con il 156esimo corso, è laureato inScienze strategiche e ha ricoperto nu-merosi incarichi, tra i quali quelli diComandante della Brigata CorazzataAriete anche nel teatro operativo ira-cheno, e di Vice Capo DipartimentoImpiego del Personale dello StatoMaggiore dell’Esercito.

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«Auspichiamo ora che il finanzia-mento nazionale, destinato ai cinqueaeroporti in fase di trasformazione,riguardi anche Rimini; in attesa del-l’arrivo dell’Enav, Ente nazionale diassistenza volo, siamo molto tran-quilli, considerata la presenza del-l’Aeronautica Militare con la qualeabbiamo rapporti eccellenti», ha di-chiarato Massimo Masini, presidentedell’Aeradria. In riconoscimento delruolo svolto in favore della Riviera diRimini dall’Aeronautica Militare Ita-liana e, da oltre un decennio, dall’E-sercito, cui si deve la costruzione del-l’infrastruttura, Masini ha propostoal Consiglio di amministrazione del-l’Aeradria di acquistare un aereoF104 e di collocarlo nell’aeroporto aricordo del passato. Fer. Bru.

60 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

A 216 milioni di pesos, pari a 39milioni di euro, ammonta la sommache le società coinvolte nella prima-vera 2007 nella cessione della Tele-com dall’Olimpia alla Telco dovran-no pagare allo Stato argentino comemulta per aver violato le norme anti-trust. Una parte di questo ingenteimporto, pari a 32,7 milioni di euro,riguarda i soci della finanziaria di cuifacevano parte, a quell’epoca, le so-cietà Telefonica, Generali, Medio-banca, Intesa e Sintonia. La sanzioneè stata comminata alle società inte-ressate per non aver comunicatotempestivamente all’Antitrust argen-tina il passaggio di proprietà dellaTelecom. Le multe colpiscono per18,9 milioni Telefonica, per 3 milioniMediobanca, per 7,8 milioni Le Ge-nerali e per 3 milioni di euro Sintoniadel Gruppo Benetton. Per 6,3 milioniè stata multata anche la Pirelli. Lanotizia è stata diffusa dal ministroargentino dell’Economia Amado

Dopo oltre 80 anni dall’inizio dellapropria attività nell’ambito dell’a-viazione italiana e internazionale,avvenuto negli anni 30, l’aeroportoMiramare di Rimini San Marino, ap-partenente al demanio militare, èstato aperto lo scorso dicembre altraffico civile. Dedicato a FedericoFellini, pur mantenendo una presen-za militare è oggi a tutti gli effetti ci-vile e ospita in via prioritaria il traffi-co commerciale, cui vengono dedica-te via via ulteriori aree invista dello sviluppo dellelinee low cost, dell’aviazio-ne generale e del segmento«non aviation», fondamen-tale per gli aeroporti medie piccoli. Grazie al conferi-mento dell’assetto definiti-vo alle aree, l’Aeradria haottenuto la concessione perla gestione trentennale del-l’aeroporto, prevista da undecreto del maggio 2008.

AnsaldoBreda: perTrenitalia 600 nuovecarrozze a due piani

ISVAP: più notiziesulle copertureassicurative Auto

L’AnsaldoBreda si è aggiudicatauna commessa da parte di Trenitalia,del Gruppo Ferrrovie dello Stato, perla costruzione di materiale rotabileper un importo di 829 milioni di eu-ro. Si tratta di 600 nuovecarrozze a due piani de-stinate al servizio su trat-te ferroviarie regionali.La commessa è giunta adistanza di poco più diun mese da un’altra,quella per la fornitura allasocietà Bombardier di 100nuovi locomotori E 464,con l’opzione per l’acqui-sto di altri 50. La costru-zione di questi mezzi ègià cominciata e le conse-gne sono già in atto. A fi-ne 2009 l’AnsaldoBreda siè aggiudicata anche la ga-ra per fornire arredi inter-ni e nuovi finestrini per laristrutturazione di 2.334carrozze adibite al servi-zio sulle medie distanze;l’ammodernamento delle

L’Isvap, che vigila sulle assicura-zioni private, fornisce un’informa-zione più ricca sulle coperture assi-curative del comparto auto, che rap-presenta nel complesso oltre la metàdella raccolta dei rami danni e unquinto di quella complessiva. Ripro-dotta nel sito www.isvap.it una cir-colare fornisce dati e indicatori tecni-ci annuali sulle coperture di respon-sabilità civile auto RCA e sulle ga-ranzie ad esso accessorie. L’indagineevidenzia che nel 2008 la velocità diliquidazione dei sinistri è aumentatacome numeri (69,7 per cento rispettoal 61,5 del 2007) e come importi (42,2per cento rispetto al 34,6 del 2007).Nello stesso tempo sono diminuiti icosiddetti sinistri senza seguito che,dopo essere stati denunciati, nondanno luogo ad esborso: sono passa-ti dal 10,01 del 2007 all’8,67 per centodel 2008. La velocità di liquidazionesi è incrementata anche per il ramoCorpi di Veicoli terrestri come nu-meri (dal 78,3 per cento del 2007all’83,7 del 2008) sia come importi(dal 68,8 del 2007 al 74,5 del 2008).

carrozze è già stato avviato ed è com-piuto direttamente da Trenitalia cheha già consegnato le prime vetturead alcune regioni. Con la chiusuradella gara per le 600 carrozze a dop-pio piano, tra forniture e servizi asse-gnati e attività di ristrutturazione av-viate, gli investimenti già operativisono saliti a un miliardo e 450 milio-ni di euro rispetto ai 2 miliardi previ-sti nel piano di ammodernamentodella flotta regionale di Trenitalia,traguardo raggiunto a poco più di tre

mesi dalla pre-sentazione delPiano da partedall’amministra-tore delegato delGruppo FS, Mau-ro Moretti. Con-sistente in unaspesa per oltreun miliardo emezzo di euroautofinanziati eper il resto stan-ziati dal Gover-no, il Piano rap-presenta il piùimponente inve-stimento in mate-riale rotabile rea-lizzato negli ulti-mi decenni dalleFerrovie delloStato. Fer. Bru.

L’Aeradria acquistaun F104 a ricordodell’Aeronautica

Un F104 in volo

Pirelli multataper la venditadella Telecom

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61SPECCHIOECONOMICORETROSPECCHIO

Bologna: il riccoprogrammadell’Interporto

Nonostante la flessione registratanel corso del 2009 dal traffico merciferroviario e camionistico, causatadalla recessione economica naziona-le e internazionale, e la razionalizza-zione del servizio ferroviario soprat-tutto nel settore dell’intermodalitàterrestre, l’Interporto di Bologna hasvolto un’azione diretta a valorizzareadeguatamente tutti i settori di atti-vità e ad individuare, grazie a un’at-tenta analisi del mercato nazionale einternazionale, possibilità di ripresae di sviluppo nell’ambito del traspor-to ferroviario. Negli ultimi mesi laflessione del traffico si è progressiva-mente attenuata e si sono raggiuntirisultati analoghi a quelli dell’annoprecedente. L’attenuazione della cri-si economica ha consentito all’Inter-porto di dedicarsi ai programmi peril 2010, che prevedono: la consegna aun’impresa locale di circa 22 milametri quadrati di nuovi magazziniper la logistica, i primi dotati di una

cietà ferroviarie operanti nei 585 mi-la metri quadrati dei terminal di Tre-nitalia, Nord Cargo, Rail Italia, Fer-rovie Emilia Romagna, RTC-RailTraction. Nel 2009 sono state attivatenuove connessioni ferroviarie con gliInterporto di Jesi, Bologna, Pomeziae Nola. E continua il coinvolgimentodell’Interporto bolognese in progettiinternazionali. Germania ed Est Eu-ropa sono mercati di sbocco rilevantiper le imprese della regione. Unastretta collaborazione è stata adottatacon gli enti locali, l’Università di Bo-logna, associazioni industriali e com-merciali. «Nel 2009 abbiamo semina-to per il 2010, che ci auguriamo piùpositivo dal punto di vista economi-co», ha affermato il presidente dellasocietà Alessandro Ricci.

cella frigorifera a 24 gradi sotto zero;le trattative per la concessione di al-tre aree con l’obiettivo di completareentro tre anni il secondo piano parti-colareggiato di sviluppo; la defini-zione, entro l’anno, da parte delleAmministrazioni locali degli stru-menti urbanistici per attuare il terzoPiano particolareggiato. Dallo scorsomaggio è in funzione un impiantofotovoltaico dalla potenza di un me-gawatt, realizzato dall’Interporto,mentre si sta trattando per l’installa-zione, entro il 2010, di altri impiantisu 80 mila metri quadrati di fabbri-cati dell’Interporto; entro l’anno saràrealizzato un secondo varco di acces-so e saranno potenziate le infrastrut-ture di sorveglianza e di sicurezza;saranno accolti i servizi di cinque so-

Foto aerea dell’Interporto di Bologna

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nel prossimo luglio. Nonostante la cri-si, nel 2009 la Fiera di Rimini ha vistoaumentare espositori e visitatori. I pri-mi sono stati 11.209, i visitatori1.895.980, i metri quadrati occupati1.153.482. «Nel secondo semestre del2008–ha rivelato Cagnoni–avevamoindividuato i primi segnali della crisi eavevamo annunciato per il 2009 diffi-coltà ben più ampie, che si sarebberotrasmesse al settore fieristico e in par-ticolare manifatturiero che registra inItalia diminuzioni di fatturato del 30per cento». In particolare nel 2009hanno risentito della crisi le manife-stazioni Sia Guest, che ha però datosoddisfacenti risultati sotto il profiloqualitativo e degli affari per le aziendeclienti, e White and blue. Nonostante

gli sforzi profusi alivello internazio-nale e la felice ubi-cazione della nuo-va darsena, que-st’ultima, ha regi-strato una rispostadel mercato insuf-ficiente a soddisfa-re gli investimentie gli standard or-ganizzativi di Ri-mini Fiera, ponen-do questa nella

62 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

necessità di congelare il progetto in at-tesa di ulteriori verifiche di fattibilità.Tuttavia i cospicui investimenti com-piuti nel 2009 hanno dato risultati po-sitivi nel settore del turismo con TTG,dell’ambiente con Ecomondo, del be-nessere con Riminiwellness e del di-vertimento con l’Enada. Nel 2009 sisono registrati due novità nel calenda-rio: Technodomus, decisiva incursio-ne di Rimini Fiera nei grandi compartieconomici del Paese; il Salone dellaGiustizia, con il diretto coinvolgimen-to del presidente della CommissioneGiustizia del Senato senatore FilippoBerselli. Nel settore congressuale l’at-tività è aumentata di oltre il 4 per cen-to, in netta controtendenza rispetto al-la flessione in atto su scala nazionale.Nel 2010 il Gruppo Rimini Fiera pre-vede di tornare a un utile di circa 2 mi-lioni di euro. «Sono convinto–ha dettoCagnoni–che il 2010 e il 2011 sarannoancora durissimi per il profilo econo-mico generale, tuttavia per il 2010,grazie agli sforzi profusi, riusciremoad avere un risultato in utile». Tra leprincipali novità Cagnoni ha annun-ciato la prima edizione di Packology,Salone delle tecnologie per il packa-ging e il processing, organizzato conl’Ucima dall’8 all’11 giugno prossimi.Fer. Bru.

Nei prossimi mesi si aprirà a Riminiil nuovo Palacongressi, il più granded’Italia, progettato dallo Studio GMPdi Amburgo. L’inaugurazione dovevaavvenire nel 2009, ma era stata riman-data: «Faceva parte del nostro pro-gramma–ha spiegato Lorenzo Cagno-ni, presidente della società RiminiFie-ra che gestisce la Fiera di Rimini–, maè comunque in dirittura d’arrivo esarà completato nell’arco dei prossimimesi; sarà inau-gurato presumi-bilmente nelprossimo aprile».L’apertura delPalacongressi ar-ricchirà Rimini diuna nuova mani-festazione, laBTC, dedicata al-l’industria delmeeting che, la-sciata Roma, sisvolgerà a Rimini

Forum PA: 2010,un’edizione riccadi promesse e novità

«La crisi, e poi? Il ruolo della PAper uscire dalle difficoltà con un Pae-se diverso e più forte, fondato sulmerito e sull’innovazione»: è questoil titolo della prossima edizione delForum PA, ossi della Pubblica Am-ministrazione, in programma per ilprossimo maggio a Roma. Dopo ilsuccesso del 2009, la manifestazionesi annuncia con significative novitàtra le quali una riorganizzazione delmanagement interno e l’invi-to lanciato alle PubblicheAmministrazioni a sostenerei processi innovativi in gradodi ridare competitività al Pae-se e contribuire al supera-mento della crisi economica.Con l’arrivo del 2010 CarloMochi Sismondi, ideatoredell’iniziativa e partner del-l’azienda, ha assunto la caricadi presidente della società Fo-rum PA mentre la direzionegenerale è stata affidata aGianni Dominici, sociologodell’innovazione, da due anniin azienda dopo esperienzeinternazionali presso la Com-

tutto l’anno nel divulgare e promuo-vere processi innovativi in grado diridare competitività al Paese. Unesempio di questa trasformazione è«Saperi PA», grande enciclopedia inrete dell’innovazione e della moder-nizzazione nella PA e nei sistemi ter-ritoriali, costruita dal lavoro quoti-diano di Forum PA. L’opera mette adisposizione dei lettori l’enorme pa-trimonio di conoscenze accumulato:i file audio e le trascrizioni degli in-terventi nei convegni, i materiali pre-sentati dai relatori, gli editoriali dicommento, gli articoli e le intervisterealizzate dalla redazione, le schededei migliori esempi locali e i com-menti dei lettori. Migliaia di docu-menti suddivisi per tipologia e pertemi proposti nel web con commentoe collegamento con i principali sog-getti sociali. A fine gennaio erano 41mila le «voci» in rete, con 2.970 com-menti dei lettori. Oltre alla manife-stazione dello scorso maggio, ForumPA nel 2009 ha organizzato 30 corsidi alta formazione per 750 dirigenti;5 tavoli permanenti con aziende e di-rigenti; 12 convegni locali; 8 indaginie ricerche; 1.244.133 visite al sito con3.762.654 pagine visualizzate,929.494 visitatori, 2.970 commentidei lettori; 52 newsletter con 80 milalettori medi. Questo il bilancio del-l’anno passato. Nel 2010 il Forum PApunterà sul tema dell’innovazioneper uscire dalla crisi. Fer. Bru.

missione Europea e come direttore diricerca della Fondazione Censis. ConMochi Sismondi alla presidenza ilForum PA affronta il 21esimo annodi attività puntando a rafforzare lapropria capacità di creare nuove pro-spettive di intervento e nuove rela-zioni istituzionali e internazionali;con Gianni Dominici alla direzionegenerale viene confermato l’impe-gno di porre l’innovazione al centrodelle attività e delle iniziative dedi-cate alla Pubblica Amministrazionecentrale e locale. I cambiamenti orga-nizzativi seguono quelli subiti negliultimi anni che hanno trasformato lamanifestazione, dedicata alla moder-nizzazione della Pubblica Ammini-strazione, in un’azienda impegnata

Rimini: il nuovoPalacongressi, il piùgrande d’Italia

Carlo Mochi Sismondi e Gianni Dominici

Il nuovo Palacongressi di Rimini

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63SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

Specializzato in pannelli in conglo-merato di legno per arredamento, ilGruppo Trombini investe 10 milionidi euro in un laboratorio digitalizzatoper la realizzazione in tempo recorddi decorativi di tendenza. Nello sta-bilimento della controllata Rafal aRavenna ha costruito un Lab Show di6 mila metri quadrati nel quale hamesso a disposizione della clientelaavveniristiche tecnologie di stampadigitale e uno staff di designer in gra-do di anticipare le tendenze dell’arre-do con cui è possibile realizzare intempo record le più attuali decora-zioni e finiture per pannelli. Il labora-torio è già frequentato da clienti delGruppo quali Gruppo Doimo, Grup-po Setten (Mobilrecord e Record Cu-cine), Coopsette, Industrie Colombi-ni, Gruppo Berloni, Veneta Cucine.Inoltre nel Lab Show si stanno speri-mentando applicazioni del pannellotruciolare esteticamente rinnovato innuovi settori quali il contract e l’edili-

Trombini: pannellidecorativi realizzatiin tempi record

zia. «Secondo le nostre previsioni–af-ferma il presidente Andrea Trombi-ni–, il pannello riformulato grazie aldigital print ci consentirà di rinforza-re ulteriormente la nostra quota dimercato». Gli impianti digitali di ulti-ma generazione, introdotti nel LabShow consentono di realizzare in ungiorno quello che si faceva in almenoun mese. Il risparmio di tempi e costiè rilevante e lo sviluppo di soluzioniestetiche non ha limiti. «Il pannellotruciolare, ecologico, vantaggioso,duttile è al centro di una riscopertada parte di architetti e designer–spie-

ga Trombini–;adesso poi, gra-zie alle nostretecnologie distampa digita-le, è anche fonteinesauribile dii s p i r a z i o n ecreativa. Facil-mente, rapida-mente e a costicontenuti è pos-sibile riprodur-vi qualsiasi im-magine, il cheapre una seriedi straordinarieopportunità al-

l’industria del settore». Trombini siriferisce ad arredi personalizzati,semplici da trasformare, costante-mente al passo con i tempi; a mobilidotati di pannelli intercambiabili, dasostituire ogni volta che si voglia rin-novare gli ambienti senza buttare viatutto. L’azienda è l’unica produttricein Europa di pannelli dotati di unostrumento all’avanguardia nella ri-cerca come il Lab Show, ed è all’esa-me un suo futuro ingresso nel merca-to europeo. L’occupazione nel Grup-po resterà stabile nel 2009, sugli at-tuali 449 addetti. Ga. Loc.

Ravenna. Il nuovo Lab Show del Gruppo Trombini

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un patrimonio genetico immenso,che rappresenta più del 40 per centodi quello mondiale e che viene ade-guatamente tutelato, conservato evalorizzato. Attualmente sono 38 ledenominazioni d’origine attribuitedall’Unione europea all’Italia e ri-guardano tutte le regioni olivicole,con in testa la Sicilia seguita da Pu-glia e Toscana. La Fiera di Triestesarà affiancata nell’organizzazionedall’Associazione nazionale delleCittà dell’Olio. Ga. Loc.

64 SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

La SELEX Sistemi Integrati forniràall’Agenzia della Nato NC3A, perl’importo di circa 5 milioni di euro,tre sistemi radar secondari del tipoIFF destinati alla Difesa aerea polac-ca, destinati ad unirsi a tre sistemiRAT 31DL venduti dalla stessa SE-LEX alla Polonia e in fase di installa-zione. I radar IFF permettono di rico-noscere aerei amici o nemici, di de-terminarne la distanza e la direzionedella rotta. La nuova versione fornitadalla SELEX Sistemi Integrati, deno-minata Mode 5, si distingue per unnuovo modo di acquisire informa-zioni dagli aerei: usando le funzionipiù evoluto in ambito Nato, il siste-ma aumenta la capacità di trasmis-sione dei dati tra aerei e centri di con-trollo a terra, migliorando le tecnichedi riconoscimento, la sicurezza delsistema e la protezione delle infor-mazioni. La SELEX Sistemi Integraticonsegnerà il primo radar entro 22mesi dalla firma del contratto.

Dal 5 all’8 marzo prossimi si svol-gerà la IV edizione di Olio Capitale,Salone degli extravergini tipici e diqualità organizzato da Fiera Trieste.Sarà l’occasione per fare il punto sul-le nuove tendenze delcomparto oleario italiano emondiale. Olio Capitale èdiventato ormai un puntodi riferimento per il settoree in questo contesto l’olivi-coltura italiana ha trovatola propria casa comune, illuogo in cui ritrovarsi e de-cidere le politiche future.In Italia l’olivicoltura siestende su oltre un milionedi ettari e coinvolge altret-tanti produttori, due terzidei quali sono nel Meridio-ne. L’Italia può contare suun gran numero di appas-sionati olivicoltori che col-tivano oltre 500 diverse va-rietà di olivo. Si tratta di

Rilegno: al viala raccolta e il riciclodei tappi di sughero

Promosso, dopo l’iniziativa VetroIndietro, da Rilegno, consorzio nazio-nale per il recupero e il riciclaggio de-gli imballaggi di legno, e sostenutodalla Savno, azienda di servizi am-bientali del Veneto nord-orientale, ilprogetto «Tappoachi?» è finalizzatoalla raccolta e al recupero dei tappi disughero, un materiale prezioso chespesso viene erroneamente conferitoinsieme ai rifiuti secchi. Concordatacon la società Amorim Cork, produt-trice di tappi di sughero e con il Co-mune di Valdobbiadene, la sperimen-tazione avrà la durata di un anno inun’area di rinomata produzione dlProsecco, nonché ideale per la presen-za di numerosi wine bar, enoteche e ri-storanti. Nella raccolta dei tappi in su-ghero saranno coinvolti i loro esercen-ti; ad essi sarà consegnato, per la pro-mozione e la raccolta del sughero, unkit composto da sacchi in juta, bidoni emateriale informativo. Insieme agliaddetti alle attività produttive, i citta-dini potranno contribuire alla riuscitadel progetto raccogliendo i tappi econsegnandoli a un ecocentro del Co-

raccolta dei tappi di sughero usati ciconsentirà di aumentare progressiva-mente il riciclo di questo nobile mate-riale», spiega il direttore di RilegnoMarco Gasperoni. Facente capo al si-stema Conai ovvero Consorzio Nazio-nale Imballaggi, Rilegno è competenteper il recupero e il riciclo degli imbal-laggi a matrice legnosa; il sughero po-trebbe diventare un prezioso tassellonella sua attività che nel 2008 ha regi-strato il recupero di 1.680.000 tonnel-late. «L’Amorim Cork è la primaazienda nel mondo che ha attivato ilriciclo dei tappi in sughero. In Ameri-ca, in Australia e in Paesi europei co-me il Portogallo, la pratica del riciclodel sughero è da tempo consolidata;era tempo di attivarla in modo orga-nizzato anche l’Italia», commentaCarlos Santos, direttore generale del-l’Amorim Cork Italia. Il sughero rac-colto nell’ambito del’iniziativa saràseparato dai materiali estranei qualiplastica, carta o metallo, quindi saràmacinato, compresso e trasportatonegli stabilimenti del Portogallo, do-ve sarà rimacinato e lavorato per po-ter essere riciclato. Con la lavorazionedel materiale si potranno ottenerepannelli per isolamento, oggetti arti-stici, scarpe, calzature e materiali perl’edilizia; i proventi ricavati dalla rac-colta dei tappi di sughero, attraversoil progetto, saranno devoluti in inizia-tive aventi finalità sociale.

mune di Valdobbiadene. Al terminedella fase sperimentale si valuterannole eventuali modalità di estensione delservizio in tutto il territorio della Sini-stra del Piave che, per la coltivazionedella vite e la produzione del vino, sipresta al successo del progetto. «Co-me tutti i tipi di imballaggi di legno,anche quelli di sughero sono riciclabi-li al 100 per cento; il progetto per la

Dal 5 all’8 marzoTrieste capitaledell’Olio Capitale

Selex SI: la Natoacquista radarma per la Polonia

Scorcio di Olio Capitale, edizione 2009

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65SPECCHIOECONOMICO

RETROSPECCHIO

In collaborazione con l’Università diFerrara e con l’Istituto di Fisica dellaMateria del Cnr, la Dichroic Cell hamesso a punto una tecnica per trasfor-mare gli elementi troppo costosi dellecelle fotovoltaiche in altri, ridurrel’impiego di materie sempre più rare epreziose come il germanio, e contene-re tempi e costi di produzione. Gli ele-menti alla base delle celle fotovoltai-che sono silicio, arseniuro di gallio, fo-sfuro di indio, gallio e soprat-tutto germanio. Per aggirarel’ostacolo della sua scarsità, laDichroic Cell sta studiandoun metodo per convertire ilgermanio in silicio, più repe-ribile e meno costoso. Il pro-cedimento usa un reattoreche deposita il germanio sulsilicio consentendo la trasfor-mazione di quest’ultimo. Intal modo si abbatterà il costodel substrato delle celle foto-voltaiche di oltre il 60 per cen-

Nuovo metodo perridurre i costi dellecellule fotovoltaiche

Foto dai satellitiitaliani acquistatedalla Difesa Usa

to, che si riduce al 30 per cento in casodi celle fotovoltaiche più costose, consubstrato in germanio puro. Lo sfrut-tamento commerciale di questo proce-dimento aveva avuto avvio in campoaerospaziale negli anni 90; ora i ricer-catori hanno pensato di trasferire dal-l’ambito aerospaziale a quello terre-stre un metodo sofisticato e dai costiproibitivi, applicandolo per usi terre-stri su scala industriale. I risultati dellaricerca sono stati tenuti segreti, finchélo scorso settembre la Dichroic Cell haavviato la produzione. Attualmentetra tutti i dispositivi fotovoltaici pre-senti sul mercato, le celle solari basatesu composti con substrato in germa-nio hanno mostrato la maggiore possi-bilità di conversione. Ga. Loc.

Il team composto dalla statuniten-se Lockheed Martin e dall’italiana e-Geos fornirà, per 5 anni e 85 milionidi dollari, prodotti e servizi ottenutidai satelliti italiani COSMO-Sky-Med. Le immagini acquisite da que-sti satelliti serviranno a svilupparenumerose applicazioni richieste dalGoverno Usa. Per l’e-Geos, societàal’80 per cento di Telespazio e per ilresto dell’Agenzia Spaziale Italiana,si tratta di un rilevante successocommerciale e strategico grazie allecaratteristiche uniche del COSMO-SkyMed, concepito per impiego civi-le e militare. Esso prevede l’uso di 4satelliti dotati di sensori radar adapertura sintetica - tre sono in orbita,il quarto sarà lanciato entro l’anno -in grado di operare in ogni condizio-ne atmosferica, giorno e notte. Il CO-SMO-SkyMed fornisce immagini conrisoluzione fino a un metro e capa-cità di rilevazione di circa 2.400.000chilometri quadrati al giorno.

Reattore per trasformare silicio in germanio

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68 SPECCHIOECONOMICO

per modificare il corpo e la mente;una specie di democratizzazione deiprocessi di trasformazione, quali lachirurgia estetica, la modificazionedell’altezza, i miglioramenti dellamemoria o dell’attenzione e di altrecapacità intellettuali, i rafforzamentidella muscolatura (atleti bionici),dell’abilità musicale ecc.

Si può dire che due sono i filonientro i quali si riassumono le molte-plici teorie sorte in proposito, percui è possibile distinguere un usoaccettabile di queste nuove capacitào tecnologie scientifiche sul pianoterapeutico, e una loro estensionesul piano migliorativo, che si identi-fica con la cultura degli ampliamen-ti illimitati, di impostazione liberale,accusata di basarsi tutta sull’auto-nomia individuale e sulla piena di-sponibilità del corpo.

Questa impostazione viene discus-sa e contrastata solitamente anchedalle concezioni religiose, che so-stengono, in maniera testarda, l’indi-sponibilità del corpo, paventando ipericoli per il genere umano connes-si allo stravolgimento delle regole diMadre Natura, che sono le leggi fatteda Dio, come ha affermato il Papa inoccasione della recente Conferenzadi Copenaghen sul clima, svoltasidal 7 al 18 dicembre 2009. Animatadalla logica di far prevalere politichedi miglioramento della specie uma-na, la nuova genetica porterebbe ir-reparabilmente a realizzare un «libe-ro mercato» eugenetico nel quale laclonazione riproduttiva e la ricercadi bambini «progettati» punterebbesu una proliferazione sempre piùperfetta, in una competizione scate-nata, di fronte alla quale impallidi-rebbero il programma hitleriano del-la razza pura o la Rupe Tarpea deiRomani.

Occorre, perciò, contrastare conogni legittima forza questa diffusatendenza, senza peraltro escludere ilricorso alla ricerca genetica per scopiterapeutici e dunque su basi medi-che, ad esempio ampliando il campodi indagine sulle cellule staminali;ma il proponimento sano non puòprescindere dall’evitare i principaliguasti che consisterebbero nell’an-nullamento della capacità di provareumiltà e di accettare la nostra esi-stenza, condizione della nostra li-bertà; nella perdita della concezionerealistica della responsabilità, qualepossibilità di saper dire no alla rin-corsa affannosa e all’uso di scelte aldi là delle nostre capacità di calcolo edi ragionamento; nell’eliminazionedella solidarietà umana nei confrontidei meno fortunati o dei segnati dalmale. Bisogna, in altri termini, conce-pire la nostra vita, nella sua interez-

Dio creò la femmina, perché ave-va bisogno della mamma, per

essere in ogni luogo, assicurandosicosì non solo il dominio attraverso laperpetuazione della specie, ma an-che la tutela contro Lucifero, il suopiù bell’angelo ribelle; e, predileg-gendola, la istruì al punto da farglie-ne sapere una più del demonio. Conquesta impostazione teologico-strut-turale il mondo è andato sempreavanti sin dalle sue origini che si per-dono nella notte dei tempi, sia purecon gli alti e bassi che la Storia rac-conta, senza trascurare le meravigliedell’avventura e i disagi della violen-za umana, sempre in agguato comela vipera alla frescura.

L’epoca attuale, dai dilatabili con-fini spazio-temporali, si caratterizzain maniera a dir poco stravaganteper una serie di considerazioni che ciaccingiamo a svolgere. Prendiamospunto dal matrimonio, un istitutoassai antico che, nonostante tutto,ancora esiste e resiste, pur con tuttele anomalie che esso rivela e le defi-cienze che gli vengono attribuite oimposte. Muovendo da lontano, essoper i Canonisti era anche «remediumconcupiscentiae» oltre che fine pri-mario della procreazione e, secondoalcuni giuristi, «jus in corpus» incontrapposizione al «debitum coniu-gale»; comunque, un istituto calzan-te con la natura umana, in qualchemodo considerata bisognosa, se nonmeritevole, di stargli accanto.

In questo ambito Sant’Alfonso Ma-ria de’ Liguori, dottore della Chiesa,sconvolge i canoni della morale so-stenendo che, se il marito ha deside-rio contro natura, la moglie deve as-secondarlo per impedire, con il tradi-mento, il verificarsi di uno squilibriocapace di pregiudicare l’unione ma-trimoniale e l’armonia della famiglia.Le cose sono peggiorate quando il le-gislatore - leggi la politica - ha volutodare una nuova sistemazione giuri-dica ai reati sessuali, spostandoli daquelli contro la morale, dove eranostati saggiamente collocati dai nostripadri, ai reati contro la persona, do-ve li ha pretesi l’insana propagandanon so se solo femminista.

La conseguenza perniciosa, sulpiano giurisprudenziale, non si è la-sciata attendere. Invero, la sentenzadella Corte Suprema di CassazioneIII Sezione del 10 gennaio 2007 n.256, dichiarando inammissibile il ri-corso, ha legittimato la condanna perviolenza carnale del consorte dallamentalità vecchio stampo e dal vigo-re non assopito dagli anni di convi-venza, e offre un significativo esem-pio di rigorosa applicazione dei nuo-vi principî, riproducente gli effettiaberranti della nuova visione della

persona di fronte alla legge.La sua tutela, ovunque e comun-

que, non può non incidere sulla fa-miglia, primaria istituzione sociale,nucleo base di ogni sviluppo o di si-curo deragliamento, al quale stiamoassistendo sbigottiti ma incapaci diporre rimedio. L’errore di fondo con-siste nel fatto che la centralità del-l’uomo non è intesa tanto da sostene-re il maggior peso dei doveri che lavita gli impone, quanto da sbandie-rare la titolarità dei diritti che egli re-clama quale soggetto singolo e socia-le; e ci si dimentica del manzonianoammonimento che la vita non è unagioia per alcuni e un dolore per altri,ma per tutti una missione.

In questa ottica si inserisce, prepo-tente e senza regole né remore, ilprogramma di ricerca tecnologico-scientifica negli svariati campi dellascienza, della medicina e della chimi-ca i cui sviluppi, se non arginati conimmediata adeguatezza, causerannomali peggiori di un uragano. Mi rife-risco alla bioetica e, in particolare, aiproblemi che essa determina nellascelta dei criteri di legittimità, o me-no, delle varie concezioni che si con-frontano a proposito dell’uso delletecnologie dell’enhancement.

Ossia del miglioramento, avanza-mento o ampliamento delle capacitàcorporee e mentali umane; in altritermini, dell’uso diffuso di mezzi esistemi un tempo a disposizione solodi scienziati, farmacologi, medici,

Usi, costumi,credenzee sentenze

dell’avv. BIAGIO CALDERANO,specialista

in Criminologia clinica

SOCIETÀ MODERNA

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70 SPECCHIOECONOMICO

sulla gestione dell’informazione nellapubblica amministrazione, la redazione,numerosa come quella di un quotidianodi media dimensione, è composta digiornalisti persino sindacalizzati e contanto di comitato di redazione. È guidatada un direttore responsabile, SimoneTurbolente, che è anche capo dell’Uffi-cio Stampa e portavoce del sindaco. Se-condo uno schema classico di collega-mento con i mass-media, produce un no-tiziario con la differenza, rispetto a ieri,che viene trasmesso in via telematica e agetto continuo. La redazione cura, inol-tre, l’architettura dell’homepage e svol-ge un’attività multimediale per il giorna-le online, per Televideo ecc. Infine, ilportale è diretto da una figura responsa-bile del dominio internet nei confrontidel Garante della comunicazione.

Nel campo della comunicazione inte-rattiva il 2009 è passato alla storia comel’anno dei social network. Come nellaCasa Bianca dell’era di Barack Obama ein altri palazzi di Governo nel mondo, danoi prima il Vaticano e poi il Quirinalehanno cominciato a parlare alla gente at-traverso YouTube. Il canale della SantaSede è stato inaugurato il 23 gennaiodello scorso anno e nella prima settima-na ha registrato 750 mila accessi. Il pre-sidente della Repubblica Giorgio Napo-litano ha debuttato nella rete sociale conil messaggio di fine d’anno.

Nel bene come nel male, la rete pre-senta uno spaccato dei tempi, ed è diven-tata lo specchio, deformato o deformantequanto si vuole, degli umori e dei malu-mori della gente. Che non si placanorompendo lo specchio. Colpire internet,dicono gli avvocati di Google denunciataper video scabrosi, è come «processare ipostini per il contenuto delle lettere cheportano». Nei regimi dittatoriali, in Cinacome in Iran, si tenta invano di metterela sordina alla voce digitale sui fermentidella popolazione. Filmati e blog suscontri e tensioni fanno il giro del mon-do, diffusi e ingigantiti dalla stampa edalle tv. Inutili le censure: le rivoluzioniora corrono su Facebook e su Twitter elanciano la sfida in diretta mondiale.

Inevitabile il rovescio della medaglia.La cittadella televisiva del Grande Fra-tello è spiata da più di 80 postazioni pe-rennemente accese, a disposizione deiregisti di turno. La numero 71 è fissa sulbagno, per la precisione su tazza e bidet.Non arriva mai alla messa in onda, maper problemi di sicurezza (un malore) èattiva. Per gli appassionati del reality diCanale Cinque Mediaset, sono garantitela diretta tv e le registrazioni più invasi-ve delle umane debolezze. Per tutti glialtri, un organizzato Ufficio Stampa di-stribuisce spezzoni di filmati, notizie,commenti, morbosità, illazioni. Anchequesto fenomeno, che sembra il latooscuro della rete, appartiene alla comu-nicazione della nostra epoca.

Una volta, durante una conferenzasulle tecniche di giornalismosvoltasi nella Scuola Sottufficiali

dei Carabinieri a Velletri, un allievo sol-levò un’obiezione calzante ed emblema-tica ai nostri giorni. Perché i cronisti siostinano a dare la caccia alle notizie,quando nelle conferenze stampa, tramitecomunicati e via email, si offre un pano-rama completo delle operazioni di poli-zia giudiziaria?

In effetti, rispetto a un passato di silen-zi e di diffidenze, le abitudini sono cam-biate profondamente e grazie a una piùmatura sensibilità verso il valore del-l’informazione e alla padronanza delletecnologie, sono stati compiuti passi dagigante nelle comprensione delle esigen-ze della cronaca da parte di Uffici stam-pa, Relazioni esterne, Settori Comunica-zione, Marketing ecc., i cui addetti, se-condo il rapporto del dicembre 2009 del-la pubblicazione degli editori «Prima co-municazione», hanno raggiunto il nume-ro record di 14.218 pareggiando pratica-mente i conti con i giornalisti a tempopieno dei mass-media.

Tuttavia, giornali e radiotv operano inun mercato che incoraggia la libera con-correnza, e le ragioni della tempestivitàe della completezza delle notizie noncollimano tuttora con i lenti e laboriosimeccanismi delle indagini, e conun’informazione pubblica fatta preva-lentemente di annunci. I cronisti voglio-no saperne di più, controllare con i pro-pri occhi il dritto e il rovescio della me-daglia, al fine di dare un senso compiu-to di perché e di percome ai fatti acca-duti e agli impegni presi.

Dal canto loro gli investigatori sipreoccupano che la fuga delle indiscre-zioni possa bruciare l’inchiesta e favori-re la scomparsa degli indizi e delle pro-ve, mentre gli amministratori pubblici te-mono gli effetti dirompenti della critica.Per entrambe le parti la rivoluzione tec-nologica ha prodotto un terremoto neimetodi di gestione dei fatti e nella produ-zioni delle notizie. Sembrano lontani an-ni luce i tempi in cui i giornalisti si scon-travano con gli amministratori locali chepretendevano dalle cronache cittadine larisonanza, a loro misura, dell’informa-zione di servizio locale, non riuscendoancora a capire che i cambiamenti pro-dotti nel modo di fare comunicazione re-sponsabilizzano gli enti locali, almenoquelli più grandi, e che spetta a loro unruolo diretto e interattivo con i cittadini.

I Municipi di Roma, Milano, e dellepiù importanti città italiane hanno realiz-zato, nel mondo di internet, portali istitu-zionali proponendo sportelli virtuali eservizi online. Non solo, ma organizzan-do l’homepage, la pagina di apertura delportale, come un vero e proprio giornale,promuovono una comunicazione quoti-diana sulla propria attività e sullo statodei servizi erogati alla cittadinanza. A

volte, come nel caso del Comune di Ro-ma, l’assetto su scala editoriale è esem-plare. Del tradizionale ufficio stampa ri-mane soltanto l’etichetta. L’homepage èregolarmente registrato come testatagiornalistica quotidiana presso la Sezio-ne Stampa del Tribunale.

Nel rispetto della legge sull’Ordineprofessionale e della legge 150 del 2000

di ROMANO BARTOLONIpresidente del

Sindacato Cronisti Romani

INTERNET SPECCHIO DEI TEMPI

Inutili le censure,perfinole rivoluzionicorrono su rete

La rete è diventatalo specchio di umorie malumori della gente.In Cina e in Iran si tentainvano di metterela sordina alla vocedigitale sui fermentidella popolazione, filmatie blog su scontri etensioni fanno il girodel mondo, ingigantitida stampa e tv; ma èinevitabile il rovesciodella domanda

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l personale militare opera in una si-tuazione di diritti e doveri assoluta-mente singolare, differente rispetto

a quella degli altri pubblici dipendenti.Lo status dei militari è connesso con lasingolarità dell’impiego, rapportata allapeculiarità dei compiti istituzionali con-cernenti la difesa dello Stato e la realiz-zazione della pace e della sicurezza inconformità alle regole di diritto interna-zionale. La singolarità dello status incidesulle condizioni di vita, in quanto richie-de ai singoli militari: consapevolezza didover assolvere compiti inerenti alloscopo di difendere la Patria, ossia di con-correre al perseguimento degli obiettiviindicati dal Governo per il mantenimen-to della pace, nonché di dover provvede-re alla sicurezza del territorio, della po-polazione e delle libere istituzioni; co-stante efficienza fisica e psichica, asso-lutamente essenziale per l’assolvimentodel servizio; disponibilità ad operare incondizioni di disagio, anche in carenzadi adeguato supporto logistico; capacitàdi operare con coraggio e prudenza, non-ché di gestire il rischio connaturato allaprofessione militare; consapevolezza didover mantenere, anche fuori servizio,una condotta corretta, decorosa e riser-vata, adeguata alla pe-culiarità delle respon-sabilità rivestite.

Questa singolaritàdella condizione mili-tare implica la neces-sità di garantire ai mi-litari un trattamentoadeguato per esercita-re i diritti riconosciutia tutti i cittadini, com-patibilmente con l’as-solvimento delle in-combenze di servizio.Quelli della condizio-ne militare sono pro-blemi costanti, che siripropongono con di-versa configurazione in relazione alle si-tuazioni contingenti e richiedono un di-verso approccio per l’individuazionedella soluzione più appropriata. Di con-seguenza, la condizione militare oggi èall’attenzione del Governo che ha rece-pito le aspettative del personale militareper un più incisivo riconoscimento dellaspecificità, quale riferimento indispensa-bile per l’adeguato trattamento giuridicoed economico.

Il riconoscimento pieno e formale del-la specificità è ora previsto dall’articolo20 di un disegno di legge all’esame dellaCamera in seconda lettura. Questa nor-ma, al comma 1, prevede che la specifi-cità del ruolo delle Forze Armate, unita-mente alle Forze di Polizia e ai Vigili delFuoco, costituisce l’elemento caratteriz-zante dello stato giuridico del personale.A tale specificità si riconnette la defini-zione degli ordinamenti delle carriere,dei contenuti del rapporto d’impiego e

72 SPECCHIOECONOMICO

giornabile per un tempestivo adegua-mento alle nuove esigenze nascenti dal-l’evoluzione delle condizioni d’impiego.

Tutto ciò impone di utilizzare nel mo-do migliore le risorse attraverso una pia-nificazione che definisca gli obiettivi ge-nerali da conseguire progressivamente,attraverso il perseguimento di risultatiparziali di breve e medio termine, conge-gnati in modo che nel lungo periodo ri-sulti possibile apportare gli affinamentinecessari per adeguare la normativa al-l’evolversi delle esigenze.

In tale prospettiva appare ancor piùproficuo il contributo propositivo dellaRappresentanza Militare, consideratoche lo stesso articolo 20, comma 3, rico-nosce il ruolo negoziale del COCER nel-le attività destinate all’attuazione dellefinalità indicate dal comma 1, concer-nenti il trattamento economico del perso-nale del Comparto Difesa-Sicurezza. Ilruolo negoziale non ha natura contrattua-le, poiché la Rappresentanza Militarecontinua ad avere la configurazione diorganismo interno delle Forze Armate.Tale riconoscimento, in sostanza, sanzio-na il percorso evolutivo della Rappresen-tanza nell’assolvimento della funzionepropositiva nelle materie di competenza,

quale, in particolare, iltrattamento economi-co regolamentato dal-la procedura di con-certazione. Il ricono-scimento del ruolo ne-goziale, in sostanza,eleva a sistema il dia-logo e il confronto tradue componenti chenon sono contropartima elementi di un’or-ganizzazione la cuiunitarietà è tale nonperché sancita per de-creto, ma perché con-naturata alla funzioneistituzionale dell’or-

ganizzazione stessa. Inoltre realizza unproduttivo, ancorché mediato, dialogotra il personale e le autorità investite del-le responsabilità di comando.

Il dialogo interno, mirato ad eviden-ziare in modo sereno e senza pregiudi-ziali le aspettative del personale, rende lacompagine militare costantemente ani-mata da viva fiducia nella capacità dipercepire la responsabilità di apparteneread un’organizzazione chiamata a fornirealla comunità nazionale un servizio asso-lutamente singolare quale il prodotto si-curezza. In definitiva, questa fiducia, chesi concretizza nella coesione e nella soli-darietà, costituisce il veicolo naturale pergarantire l’adeguato trattamento dellaspecificità militare nel contesto di un go-verno delle Forze Armate, saldamenteancorato ai principi democratici, che as-sicurano il giusto equilibrio tra l’assolvi-mento dei doveri istituzionali e l’eserci-zio dei diritti garantiti dalla Costituzione.

II In collaborazione con lo Stato Maggiore della Difesa

del Col. ANTONINO LO TORTODirezione generaledi Commissariato e dei Servizi

della tutela economica, pensionistica eprevidenziale. Chiarisce che la specifi-cità è la risultante della combinazione didue elementi tipici quali la peculiaritàdei compiti istituzionali e la singolaritàdegli obblighi e delle limitazioni perso-nali previste da leggi e regolamenti.

Il contenuto di questa disposizione,che sembra una mera ricognizione dellenorme che disciplinano la condizione delpersonale militare, risulta tuttavia signi-ficativo se connesso al comma 2, ove è

previsto che con successivi provvedi-menti legislativi sarà definita la discipli-na attuativa e saranno stanziate le occor-renti risorse finanziarie. Sembra, in so-stanza, che il legislatore intenda sancireun formale impegno politico a raziona-lizzare il trattamento del personale delComparto Difesa-Sicurezza sulla basedell’accertata tipicità e singolarità dellostesso in seno al pubblico impiego.

Poiché non è prevedibile quando saràpossibile vedere assolto questo impegnopolitico con provvedimenti significativie incisivi, per mantenere il giusto reali-smo occorre non trascurare che i proble-mi della condizione militare risultanonaturalmente complessi perché originatida esigenze che si manifestano in modovariegato e richiedono soluzioni flessibi-li, tali cioè da consentire la determina-zione di una regolamentazione attagliataalle particolari situazioni delle diversecategorie di personale e agevolmente ag-

DIFESA

La condizionemilitaree la specificità

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metà dicembre è stato dato dallaGiunta Regionale il via liberaalla costruzione del più grande

porto turistico d’Europa, che nascerà aFiumicino. È stato infatti presentato ilprogetto del nuovo porto di Fiumicino,il primo ecosostenibile in Italia, il cuiAccordo di programma è stato firmatodal vicepresidente della Regione LazioEsterino Montino, insieme all’assessoreagli Enti locali, Reti territoriali, energe-tiche, portuali, aeroportuali e dei RifiutiGiuseppe Parroncini e al sindaco diFiumicino Mario Canapini.

Cinque anni di lavori, 325 milioni dieuro di investimenti, che saranno soste-nuti dai privati, 650 posti di lavoro ini-ziali che diventeranno 2.500 una volta aregime, 1.445 posti barca e 3.409 postiauto. Sono alcuni dei numeri del nuovoscalo che si estenderà su una superficiedi 104 ettari - 77 per opere a mare e 27per opere a terra - con 4 darsene princi-pali, e sarà in grado di ospitare princi-palmente imbarcazioni medio-grandi,candidandosi a vero polo di eccellenzaper la nautica da diporto regionale e na-zionale. Le costruzioni saranno tutterealizzate secondo tecniche di bioedili-zia, con materiali a basso impatto am-bientale, energie rinnovabili e impiantidi risparmio energetico e fotovoltaici.Dei 1.445 posti barca, 280 sono per im-barcazioni da 8 a 12 metri, 764 per bar-che da 12 a 18 metri, 285 per barche da18 a 25 metri e 116 per barche da 25 a60 metri.

«Un progetto ambizioso–ha sottoli-neato Montino–che interessa un’area dialto degrado sotto il profilo ambientale,come quella del Faro e della Foce delTevere e con il quale non si dà solo unarisposta a chi ama il mare e le barche,ma si crea un indotto molto significati-vo, fatto di cantieristica navale, di ma-nutenzione e di occasioni di lavoro im-prenditoriale». «È un progetto di cui siparla da decenni–ha ricordato l’assesso-re Parroncini–, una delle priorità conte-nute nei 39 punti dell’accordo firmatocon i sindacati, che stimola la ripresaeconomica della regione. Siamo l’unicaRegione in Italia che ha creato un di-stretto della nautica e dello sviluppo ditutte le attività ad essa connesse».

Il 19 dicembre è stato poifirmato un nuovo contrattodi servizio tra la RegioneLazio e Trenitalia: l’accor-do siglato dalle parti saràvalido per il periodo 2009-2014 e ha avuto il via liberadella Giunta regionale; sitratta del primo contrattodella durata di sei anni, chepermetterà, entro il 2014, difar arrivare sulle strade fer-rate del Lazio 26 nuovi tre-ni regionali di cui 11 con-vogli metropolitani a dop-pio piano, e di ristrutturare

73SPECCHIOECONOMICO

ciali nel comunicare o inoltrare propo-ste di variazione dei servizi e fissa in 4milioni di euro il valore massimo dellepenali e dei premi che la Regione appli-cherà a Trenitalia in relazione agli stan-dard qualitativi su puntualità, pulizia ecomfort del servizio.

La sottoscrizione di un contratto dilunga durata ha consentito all’Assesso-rato ai Trasporti della Regione Lazio diottenere una programmazione di lungoperiodo per l’ampliamento dei serviziofferti e delle infrastrutture di trasporto.Entro il 2014 arriveranno 26 nuovi tre-ni, di cui 11 convogli metropolitani adoppio piano e 75 nuove carrozze, tuttida destinare alle tratte regionali. Unprogramma di ristrutturazione inoltrecoinvolgerà 130 convogli già in circola-zione sulla rete regionale.

Il potenziamento e il rinnovo del ma-teriale rotabile costeranno 266 milionidi euro, di cui Trenitalia erogherà 231milioni e la Regione 35. Tra le opere in-frastrutturali previste dal contratto spic-cano il raddoppio della tratta Campo-leone-Aprilia e di quella Lunghezza-Guidonia. Sul fronte delle stazioni, dasegnalare invece il nuovo sottopassag-gio alla stazione di Aprilia, con adegua-mento del terzo binario in modo da au-mentare la puntualità della linea direttaa Roma, e il potenziamento delle stazio-ni di Ciampino e Colleferro.

Il 21 gennaio scorso, poi, la Giunta hadeliberato l’adozione della proposta dilegge, da sottoporre all’esame del Con-siglio regionale, relativa alla costituzio-ne di una società per azioni a partecipa-zione regionale per il servizio di colle-gamento marittimo con le isole pontine,denominata Laziomar. In attuazionedell’Accordo di programma tra Gover-no, Regione Campania e Regione Lazio,sottoscritto lo scorso 3 novembre, laRegione Campania ha acquisito a titologratuito la società di trasporto marittimoCaremar, impegnandosi a cedere gratui-tamente alla Regione Lazio entro finemese il ramo d’azienda relativo ai colle-gamenti con le isole ponziane.

Sempre in base a tale accordo e inconformità con gli obblighi e le disposi-zioni nazionali e comunitarie vigenti, laRegione Lazio provvederà ora alla costi-tuzione di una società a totale partecipa-zione regionale cui affidare le attività e lerisorse della Caremar destinate ai serviziverso l’arcipelago pontino per poi bandi-re, entro il 28 febbraio, la gara per la suaprivatizzazione attraverso la costituzionedi società a capitale misto pubblico-pri-vato con scelta del socio privato median-te procedura a evidenza pubblica e appro-vare lo schema di contratto di serviziocon la nuova società per una durata nonsuperiore a 12 anni. «Si scrive oggi–hadichiarato l’assessore alla Mobilità, Fran-co Dalia–una pagina strategica per il fu-turo della Regione e per gli abitanti del-l’arcipelago ponziano».

AA

completamente 132 altri treni. Previstiinoltre il raddoppio della tratta Campo-leone-Aprilia e di quella Lunghezza-Guidonia. Per il 2009 il costo totale perla produzione di servizi sarà di 312 mi-lioni e 800 mila euro; la Regione versaa Trenitalia 215 milioni mentre 97 mi-lioni e 800 mila verranno dai proventiricavati dai biglietti venduti.

L’accordo stabilisce anche che la Re-gione paghi 165 milioni di euro per re-golamentare i servizi svolti da Trenita-lia nel 2008, anno durante il quale, gra-zie a una proroga aveva continuato asussistere il contratto scaduto nel 2007.A questo importo vanno aggiunti i circa30 milioni di euro destinati alla RegioneLazio dal riparto dei fondi nazionali. Ilcontratto prevede un anticipo di almenosei mesi rispetto ai cambi di orario uffi-

Via libera al portoturistico di Fiumicinoche sarà dotatodi 1.445 posti-barca,116 dei quali per barcheda 25 a 60 metri;nuovi treniper le ferrovieregionali e, presto,la nascita della societàregionale di navigazioneLaziomar

REGIONE LAZIO

Via libera a nuoveinfrastruttureferroviariee marittime

La Laziomar sostituirà la Caremar. Nella foto, Ponza

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IL PESO PSICOLOGICO DEI CORPID I EGON SCHIELE E L’INTROSPEZIONE

NELLA VIENNA DEL X X SECOLO

Milano arriva EgonSchiele al PalazzoReale dal 25 febbraio

al 6 giugno con circa40 dipinti e opere su cartaaccompagnate da altrettanticapolavori di Klimt, Koko-schka, Gerstl, Moser e altriprotagonisti della culturaviennese del primo Novecen-to. La mostra ricostruisce, at-torno alla figura di Schiele, ilclima culturale di Vienna neiprimi anni del XX secolo,partendo dalla fondazionedella Secessione, attraver-sando le tendenze espressio-niste della generazione suc-cessiva, fino al 1918, annodella fine della prima guerramondiale e della morte diKlimt e Schiele. È data l’occa-sione di ammirare opere perla prima volta riunite in un

unico progetto edi intendere laspettacolarizza-zione della fisi-cità dei corpi co-me tramite versol’interiorità deipersonaggi e illoro peso psico-logico.

A

74 SPECCHIOECONOMICO

iù di 12 milioni diopere archiviate inun fondo sul Nove-

cento: si tratta dellaCollezione dello CSAC (Cen-tro Studi e Archivio dellaComunicazione dell’Univer-sità di Parma). Fino al 25aprile è possibile accederealla mostra «Novecento. Ar-te, fotografia, moda, design,architettura» inaugurando-si nel contempo un nuovospazio espositivo a Parma, ilrestaurato Palazzo del Go-vernatore nel cuore dellacittà. Lo storico edificio ria-pre con questa esposizione esarà interamente dedicatoall’arte moderna e contem-poranea. Il restauro ha con-sentito il recupero di oltre 3mila metri quadrati di su-perficie espositiva.

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AffariAffari && CulturaCultura a cura diRomina Ciuffa

al 26 febbraio al 18 lugliola mostra a PalazzoStrozzi «Uno sguardo

nell’invisibile» - così chia-mata perché per Giorgio De Chi-rico lo scopo della pittura era«far vedere ciò che non si puòvedere» - racconta l’avventuraartistica di questo artista e la du-plice influenza che la sua pitturaebbe nell’arte moderna. Attra-verso 100 opere la rassegna met-te in evidenza «la rivoluzione co-pernicana» operata da De Chiri-co nell’arte del XX secolo dandoun taglio netto alle prospettivedi ricerca esaurite del cubismo edelle avanguardie formali, unen-do alcune tra le più celebri operedel periodo metafisico di De Chi-rico con i dipinti di Carrà e Mo-randi, René Magritte, Max Ernste Balthus oltre alle opere di Nik-laus Stöcklin, Arturo Nathan,Pierre Roy e Alberto Savinio, chesulla strada aperta da De Chiricosi mossero in un ambito espres-sivo in bilico tra Metafisica, Rea-lismo magico, Surrealismo eNeo-Romanticismo.

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‘900, LA COLLEZIONE INFINITA

Sopra, Renato Guttuso, «Lapartenza del vapore»; sotto,Mario Schifano, «Al mare»

MOSTRARE CIÒ CHE NON S I P U Ò VEDEREÈ I L COMPITO DELLA PITTURA

INVISIBILE D I DE CHIRICO

CARAVAGGIO V S. CARAVAGGIO

el 400esimo anniversario, dal 18 febbraio le Scu-derie del Quirinale ospitano il Caravaggio of-frendo al pubblico la produzione certa, una car-

rellata di quadri dalla tecnica, dalla visione e dal-l’innovazione che ne fecero un pittore unico. L’interacarriera artistica di Caravaggio sarà rappresentata lungoi due piani espositivi delle Scuderie in un ordine nonstrettamente cronologico, ma diretto ad esaltare il con-fronto tra temi e soggetti caravaggeschi, come, in ambitosacro, alcune delle grandi pale d’altare romane e altredel periodo siciliano o, accanto ad opere conosciutissi-me, altre più rare e di difficoltosavisione, raramente concesse permostre a carattere temporaneo.

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«Suonatore di Liuto»

«Amor vincit Omnia»

Dall’alto: Alberto Savinio, «La navesmarrita», 1928; René Magritte, «Lacondizione umana», 1967; Giorgio De

Chirico, «Paesaggio romano», 1922

«Autoritratto con alchechengi», 1912

«Moa», 1911

«Nudo disteso», 1917

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75SPECCHIOECONOMICO

Affari & Cultura Affari & Cultura Affari & Cultura Affari & Cultura Affari & Cultura Affari & Cultura

DA ARISTOTELE AL CAVALIERE JEDI

DISSOLVENTE RICHTER

Fino al 27 febbraio è in corso la mo-stra inaugurale di un nuovo spazioespositivo milanese. La Jerome ZodoContemporary sceglie una collettiva diartisti e li raccoglie attorno a un titolo,«(Ex)communicate». Il progetto haselezionato, tra gli altri, TerryChatkupt, Zackary Drucker, Ben Gras-so, Tigran Khachatryan, Simon Senn,Andrew Schoultz, Federico Solmi,Bertold Stallmach, ossia artisti checondividono la filosofia della galleria,consistente nel restituire un ruolocentrale al fruitore dell’opera d’arte.

NUOVI SPAZI PER SENTIRE

«Spaziale! Astronomia in mo-stra», a Trento fino al 30 giugno,costituisce un viaggio coinvolgen-te lungo l’evoluzione dell’astrono-mia, dagli esordi fino al futuronella rappresentazione che si èandata creando l’umanità. Lopropone il Museo Tridentino diScienze Naturali articolandolo incinque sezioni: dal pensiero anti-co introdotto da Aristotele, agliscienziati del passato introdottida Isaac Newton, al pensiero mo-derno presentato da Edwin Hub-ble, padre della cosmologia, alpensiero futuro e alle ricerche, dicui è testimonial Joclyn Bell, sco-pritrice delle pulsar, fino alla fan-tascienza, tema introdotto da unCavaliere Jedi di Guerre Stellari.

Ben Grasso, «After Gold Rush»

Gerhard Richter, «Eule»

Ascoli Piceno

Andrew Schoultz, «Free Market Explosion»

A Firenze, il Centro di Cultura Con-temporanea Strozzina di PalazzoStrozzi ospita dal 20 febbraio al 25aprile la mostra «Gerhard Richter e ladissolvenza dell’immagine nell’artecontemporanea»: 11 opere di uno deipiù significativi artisti del secondoNovecento a confronto con quelle di 7artisti contemporanei, legati a lui -pioniere nel portare all’estremo ladissoluzione - da una profonda sfidu-cia nei confronti dell’immagine comeveicolo di verità.

In corso fino, al 5 aprile, la mostra«La Persia Qajar - Fotografi italianiin Iran 1848-1864», organizzata aRoma dall’Istituto Nazionale per laGrafica nella propria sede di Via dellaStamperia in occasione delle celebra-zioni del 35esimo anniversario dellafondazione, è dedicata all’attività diun gruppo di fotografi italiani cheoperarono in Persia sotto il regno diNâseroddin Shah, della dinastiaQajar. Sono oltre cento fotografie, di-segni, litografie e dipinti coevi, realiz-zati da illustratori italiani. Costituen-do la più precoce documentazionenota di molti aspetti rilevanti delmondo cagiaro, la testimonianza fo-tografica italiana si presenta anchecome caso emblematico ed esemplifi-cativo delle relazioni che hanno ca-ratterizzato lo scambio tra le due dif-ferenti culture. A complemento, l’e-sposizione propone alcuni documentie suggestivi reperti relativi alla fortu-nata missione in Persia del 1862.

PERSIA NON PERSA

Una delle fotografie in mostra

Nel Palazzo dei Capitani del PopoloAscoli Piceno ospita fino al 21 feb-braio, a conclusione delle celebrazioniper il centenario di quel movimentoartistico, la mostra «Futurismo inedi-to, i ritratti nascosti», uno spaccatosulle opere di Cleto Capponi, Ivo Pan-naggi, Sante Monachesi, Gerardo Dot-tori e Giacomo Balla, corredato dallatestimonianza di Maurizio Capponi, fi-glio dell’artista. 50 opere di cui più di30 disegni dei primi anni Trenta diCleto Capponi, artista nato ad Ascoli,irriverente ritrattista dei vip dell’epo-ca. L’incontro di pugilato del campio-ne Primo Carnera ad Ascoli consentì aCapponi, 22enne, di farne un ritrattoche pubblicò sul Messaggero, facendo-si notare e producendo una lunga seriedi disegni dei personaggi di rango.

Il pugile Primo Carnera in un ritratto futurista di Cleto Capponi

Gerhard Richter, «Brücke (am Meer)»

CARNERA V S. CAPPONI

L’uomo nello spazio

Nebulosa

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F E R R E T T I

SPECCHIOECONOMICO

DAL MONDO DEI MOTORI

A CURA DI ROMINA CIUFFA

A L F A R O M E O

Il Gruppo Ferretti, che opera nella progettazione, costruzione e commercializzazionedi yacht a motore, con un portafoglio di marchi tra i più esclusivi della nautica mondiale(Ferretti Yachts, Pershing, Itama, Bertram, Riva, Apreamare, Mochi Craft, CRN e Cu-stom Line), ha rafforzato la propria presenza sul mercato nordamericano con una selezio-ne di 15 imbarcazioni presentate al 50esimo Salone Nautico Internazionale di Fort Lau-derdale. Tra i modelli, cinque debutti esclusivi per il mercato statunitense: Mochi CraftLong Range 23, Bertram 511 in anteprima mondiale, Ferretti 510, Ferretti 830 Hard Tope CRN Maraya. Il Gruppo dimostra ancora una volta il proprio impegno in termini di in-novazione di prodotto e di nuovi lanci in tutto il mondo. Allo scopo di rafforzare la pro-pria presenza sul mercato americano, circa un anno fa ha nominato la controllata AlliedMarine distributore esclusivo negli Stati Uniti. Forte del sostegno del Gruppo Ferretti,l’Allied Marine è cresciuta anche nel nord-est del Paese, con l’apertura di un ufficio a SagHarbor presso, New York, meta, soprattutto in estate, dei diportisti più appassionati.

ELETTRICAMENTE TESLA

C’ERA UNA VOLT

Dopo aver aperto a Londra, nel Prin-cipato di Monaco e a Monaco di Bavie-ra, la casa californiana Tesla Motorsha nominato vicepresidente per l’Euro-pa l’italiano Cristiano Carlutti, con ilcompito di coordinare una rete di Salo-ni dedicati alla vendita della Tesla Road-ster Model S e dei futuri modelli. LaRoadster - un prezzo di circa 100 milaeuro, completamente elettrica, con370 km. di autonomia, da 0 a 100 in3,7 secondi e una velocità massima di200 km. - si aggiungerà alla lista dellealtre 4 elettriche che debutteranno nel2010. Non solo: è prevista l’apertura diun Tesla Store a Milano per dare più vi-sibilità in Italia al Gruppo californiano.

La General Motors investirà 336 mi-lioni di dollari nello stabilimento di as-semblaggio di Detroit-Hamtramck peravviare, nel 2010, la produzione dellaVolt, il modello di auto elettrica Chevro-let ad autonomia estesa. Con questaoperazione gli investimenti per i proget-ti legati alla Volt arriveranno a 700 mi-lioni di dollari e saranno suddivisi tra 8diversi stabilimenti nel Michigan. L’as-semblaggio dei primi prototipi comin-cerà in primavera e l’avvio della produ-zione di serie regolare è previsto per lafine del 2010. Per quanto riguarda imercati europei, invece, la produzionedi Chevrolet Volt inizierà a fine 2011.

La nuova Alfa Romeo Giulietta che celebra il centenario della Casa

Lo yacht Ferretti 510 dell’omonimo Gruppo

Da primavera sarà commercializzata nei principali mercati, nell’anno del suo centena-rio, la nuova Alfa Romeo Giulietta. La Giulietta è la vettura che negli anni Cinquanta hafatto sognare generazioni di automobilisti, rendendo per la prima volta accessibile il sognodi possedere un’Alfa Romeo e unendo fruibilità e comfort di alto livello all’eccellenza tec-nica. Oggi dal Centro Stile Alfa Romeo nasce una nuova vettura sportiva, compatta, cheporta sul mercato un’architettura completamente nuova, progettata per garantire tenuta distrada, agilità e sicurezza, ma anche un elevato comfort grazie alle soluzioni tecniche scel-te per le sospensioni, a un sistema sterzante di nuova generazione, alla struttura rigida eleggera. L’auto può essere personalizzata grazie al selettore Alfa DNA, dispositivo che sta-bilisce il suo comportamento in base ai differenti stili di guida o alle condizioni stradali.Gli interni riprendono chiaramente l’impostazione della Giulietta degli anni Cinquantacon linee tese e leggere e una plancia a sviluppo orizzontale. I comandi a «bilanciere», alcentro della plancia, sono invece richiami espliciti alla 8C Competizione.

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J E E P

SPECCHIOECONOMICO

Operante dal 1948 nel mondo degli ultraleggeri, ma anche in quello dell’aviazione ge-nerale, con la creazione di modelli originali destinati al mercato internazionale, la Casaaeronautica dei fratelli Luigi e Giovanni Pascale ha recentemente ottenuto l’ennesimosuccesso: la certificazione, da parte dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea, del nuo-vo bimotore leggero Tecnam P2006T, quadriposto, spinto da due Rotax 912 S3, inseritonella categoria CS23, con un peso massimo al decollo di 1.180 kg. e una velocità massi-ma di crociera di 135 nodi. Ora sull’aeroporto di Capua, dove ha la sede principale men-tre si espande in Spagna, ha fatto volare per la prima volta l’atteso Tecnam P2008, nuovoultraleggero con la fusoliera e la deriva in materiale composito, cui l’amministratore de-legato Paolo Pascale aveva fatto cenno a metà dell’anno scorso. Il pilota collaudatore En-zo De Blasio ha provato il prototipo, non verniciato per evidenziare i materiali usati perla fusoliera e il metallo dell’ala, saggiandolo con vite, stalli, velocità massima e manovreacrobatiche. L’aereo sarà disponibile nel rispetto delle norme vigenti e della futura Ela1.

Il presidente dell’Aci Enrico Gelpi èentrato a far parte della Commissioneincaricata di rivedere lo statuto dellaFederazione internazionale dell’auto-mobile. In occasione della 65esimaConferenza del Traffico e della Circola-zione, alla presenza di Renato Brunet-ta, ministro della Pubblica Ammini-strazione e l’Innovazione, aveva dichia-rato: «Il ritardo dell’Italia rispetto aglialtri Paesi europei è fin troppo eviden-te quando si parla di infrastrutture, e ilgap aumenta di anno in anno. Il nostrohandicap è imputabile alla costantecarenza di risorse, alla farraginositàdelle procedure amministrative e aicontinui salti di strategie nelle politi-che dei responsabili pubblici e privatisusseguitisi negli anni. Il deficit infra-strutturale ostacola l’integrazione trale diverse modalità di trasporto ecompromette il turismo, che in Italia èancora troppo legato all’auto».

Novità Triumph del 2010 è il Parkin-Go European Series - che avrà inizio il28 febbraio in Australia e terminerà inFrancia il 3 ottobre -, campionato chevedrà 24 piloti sfidarsi a bordo delleStreet Triple R in concomitanza con ilMondiale Superbike e Supersport. Ilcampionato ha valenza europea e pre-mierà il vincitore con un posto da pilotaufficiale nel Team BE1 Racing per di-sputare l’ultimo round del mondiale Su-persport 2010 a bordo di una TriumphDaytona 675, che sin dal suo lancio nel2006 si è dimostrata come la sportivamigliore del mercato. Grazie al suo trecilindri 675 è stata definita «King of Su-persports» nell’annuale Supertest. Daessa deriva la Street Triple R , dichiara-ta «Bike of the Year» in Australia, Inghil-terra, Giappone e Stati Uniti.

Il nuovo Tecnam P2008 della Casa della famiglia Pascale

La nuova Jeep Renegade 2010

ACI: IL DEFICIT È INFRASTRUTTURALE

TRIONFI DA TRIUMPHT E C N A M

Il marchio Jeep amplia la gamma con tre nuovi allestimenti che debuttano nel NorthAmerican International Auto Show 2010 per mostrare le capacità fuori strada e il designdel marchio americano. La nuova Jeep Liberty Renegade 2010 ha uno stile inedito e de-ciso, mentre la gamma Jeep Wrangler si arricchisce di due versioni speciali in edizione li-mitata, l’Islander e il Mountain. «Anche se destinati ai nostri clienti più affezionati, que-sti tre nuovi modelli attireranno nuovi acquirenti–ha dichiarato Mike Manley, presidentee amministratore delegato del marchio per il Chrysler Group–. La nuova Jeep Liberty Re-negade offre le affermate capacità fuori strada della Jeep e un completo equipaggiamen-to di serie in abbinamento a un esclusivo design dalle linee decise. Entrambe le versionispeciali della Jeep Wrangler introducono nella gamma inedite versioni in edizione limita-ta che soddisfano le richieste rivolteci dalla nostra clientela». Le nuove versioni Renega-de della Jeep Liberty e Islander della Jeep Wrangler saranno disponibili entro il primo tri-mestre 2010, seguite nel secondo trimestre dalla Jeep Wrangler Mountain.

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A Lorenzo Targetti(nella foto) va la presi-denza del Gruppo TargettiPoulsen operante neisistemi di illuminazione.È affiancato da EnricoBasso nel ruolo di ammi-nistratore delegato; aPaolo Targetti la presi-denza onoraria. La capo-gruppo Targetti Sankey ha sede a Firenze.

La Suntech Power,che progetta e commer-cializza sistemi fotovol-taici in Cina e negli Usa,ha nominato direttoreper l’Italia VincenzoQuintani. La societàdispone della tecnologiaPluto, brevetto in attesadi registrazione per lecelle fotovoltaiche ai cristalli di silicio.

Dalla Lo Jack, cheopera nel campo del rile-vamento e recupero deiveicoli rubati, LorenzoPappalardo ha ricevutol’incarico di responsabiledella gestione dei rappor-ti con le Forzedell’Ordine a Catania, lacittà italiana che registrail più alto rischio di furto d’auto.

Dopo aver diretto inSicilia il Kempinski HotelGiardino di Costanza,primo hotel carbon-free,cioè totalmente autoali-mentato, Paolo Sanaviaè chiamato a condurre ilMirador Lake Geneva inSvizzera, anche questastruttura facente parte delmarchio Kempinski Hotelsa.

Gaetano Tedeschi è ilnuovo presidente del con-siglio di amministrazionedella K.R.Energy, hol-ding di partecipazioniindustriali e finanziarienata dall’incorporazionedell’Eurinvest Energianella Kaitech per produr-re e commercializzareenergia derivante da fonti rinnovabili.

Fabrizio Stelluto è stato eletto presi-dente dell’ARGA, l’Associazione regiona-le del Veneto e del Trentino Alto Adige deiGiornalisti specializzati in Agricoltura,Alimentazione, Ambiente, Territorio,Foreste, Pesca, Energie Rinnovabili.

Antonella Nobile,manager di Red Travel-Italia nella Ferrari, è lanuova coordinatricecommerciale del consor-zio Dynamic Events,che riunisce le aziendespecializzate nella forni-tura di servizi specialiper eventi. Manterrà lacarica per tutta la stagione invernale.

Per la Banca Montedei Paschi di SienaGiancarlo Barbieri èora il nuovo responsabi-le della rete: guiderà leoltre 2.500 filiali distri-buite in 11 aree territo-riali. Nata nel lontano1472, la Banca Montedei Paschi di Siena èritenuta la più antica del mondo.

Dal dicembre scorsoGaetano Ruvolo, diret-tore generale della SonyComputer EntertainmentItalia, presiede l’Aesvi,associazione degli edito-ri di software video-ludi-co, che riunisce i produt-tori di software e di har-dware video-ludico ope-ranti in Italia. La guiderà nel 2010-2011.

La Belkin, aziendainternazionale che operanelle soluzioni di con-nettività e accessori tec-nologicamente all’avan-guardia, ha nominatoFrancesco Baldrighidirettore della distribu-zione per l’Italia. Natain California nel 1983,la Belkin è una società privata.

Federico Taddei è ilnuovo direttore marke-ting del Gruppo Ersel,specialista dal 1936 nellagestione di patrimoni.Tuttora guidato dallafamiglia Giubergia allaquarta generazione, haun patrimonio di 5miliardi di euro e sedi aTorino, Milano, Bologna e Lussemburgo.

Il titolo di Master of Masters 2009 asse-gnato dall’Amsda, Associazione alunnimaster Sda Bocconi, è stato assegnato aGiovanni Castellucci, amministratoredelegato di Autostrade per l’Italia e diAtlantia e vicepresidente di Impregilo.

La giuria del PremioBenvenuto Cellini e ilsuo presidente FerruccioDe Bortoli hanno decre-tato, vincitore, per lacategoria Servizi televisi-vi, l’opera di Licia Negri«I dettagli che fannostile», che è stata realiz-zata dalla societàDynamis e trasmessa dalla Fashion Tv.

La Exalead, fornitricedi soluzioni per l’acces-so alle informazioni e losviluppo di software diricerca per le aziende eper il web, ha nominatoVincenzo Genchi diret-tore commerciale dellafiliale romana perl’utenza Grandi Clientidel Centro e del Sud Italia.

Filippo Ligresti (nellafoto) è il nuovo ammini-stratore delegato dellaDell e mantiene altresìresponsabilità nella dire-zione commerciale delladivisione Large Enter-prise per l’Italia; aVincenzo Esposito èaffidato il ruolo direttivoper la regione mediterranea.

Fabrizio Suaria è ilnuovo direttore generaledell’Amway in Italianonché direttore del-l’area Spagna, Grecia ePortogallo. Operativa nelsettore della venditadiretta, la società produ-ce e commercializza pro-dotti per il benessere eper la cura personale in oltre 80 Paesi.

Enzo Mazza, presi-dente della federazioneFimi-Confindustria cherappresenta le aziendediscografiche italiane,presiede ora anche ilComitato sulla proprietàintellettuale della Came-ra di Commercio ameri-cana in Italia affiliata allaChamber of Commerce Usa.

Via tutte le nomine politiche dallaSanità. È la proposta avanzata daFrancesco Rutelli (Api): «La gente sacosa sono le Regioni, come funzionano?Impegniamo piuttosto risorse per l’im-prenditoria e la famiglia», ha dichiarato.

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69SPECCHIOECONOMICO

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ei trentasei anni che ho trascorso alCorriere della Sera ho avuto otto di-rettori, anzi nove se si calcola anche

Gaetano Afeltra che, pur avendo laqualifica di redattore capo, era in effet-ti il vero direttore del Corriere d’Infor-mazione, il quotidiano del pomeriggiodel Corsera. Sono stati: Mario Missiro-li, Alfio Russo, Giovanni Spadolini,Piero Ottone, Franco Di Bella, AlbertoCavallari, Piero Ostellino, Ugo Stille.Spesso mi sento chiedere quale sia sta-to il migliore. Rispondere mi costringea delineare una scala di meriti e quindidi demeriti, di pregi e qualità ma anchedi lacune e difetti di ognuno di essi.

Come rispondo ai miei interlocutoriche spesso si trasformano in intervista-tori? Ovviamente con qualche battuta,perché occorrerebbe troppo tempo perillustrare le personalità che hanno ca-ratterizzato quarant’anni di vita delgrande giornale, i più significativi delsecondo dopoguerra: dal 1952, anno dinomina di Mario Missiroli, al 1992 an-no di pensionamento di Ugo Stille.

Potrei accennarne in otto puntate,una per ciascuno di essi. Così facendo,per rispondere alla domanda sul mi-gliore debbo cominciare dal «peggio-re». Peggiore in che senso? Ognunosenz’altro avrà avuto, anzi ha avutopregi e difetti, qualità e lacune, meriti edemeriti; è difficile, quindi, risponderecon due parole, ossia con un nome ecognome. Comunque, se proprio do-vessi esprimere un giudizio sommario,per direttissima, una sentenza da Tri-bunale speciale o Corte marziale intempo di guerra, dovrei dire che il peg-giore è stato Piero Ottone.

Potrei meravigliare tantissimi suoiammiratori, ma proprio perché egli hascritto volumi da super maestro digiornalismo, dovrei applicare il suocodice giornalistico, le sue teorie, isuoi insegnamenti. Alla luce dei qualiegli stesso non si sottrarrebbe alla con-danna. Si potrebbe obiettare che i suoilibri, soprattutto il suo manuale intito-lato «Preghiera o bordello. Storia, per-sonaggi, fatti e misfatti del giornali-smo italiano», siano solo una summadi autoreferenzialismi, di giudizi per-sonali e gratuiti, di presunzione, proso-popea, trombonismo.

Ma il mio giudizio è basato su fatti,non su sensazioni, opinioni, supposi-zioni o impressioni. L’affidamento del-la direzione del Corsera a Piero Ottoneha infatti coinciso con il tramonto delgrande Corriere della Sera, di un’epo-ca gloriosa del giornalismo, di un’edi-toria indipendente, rispettosa delleidee e soprattutto dell’interesse dei let-tori, garantiti proprio perché la pro-prietà dei giornali era privata, non as-

servita ai partiti e al potere politico.Privata sì, ma non sfacciatamente,grossolanamente, pesantemente fina-lizzata agli interessi di grandi gruppifinanziari, bancari, assicurativi, im-prenditoriali, come avviene oggi.

Si poteva rimproverare ad AlfioRusso, direttore dal 1961 al 1968, diessere troppo succube della proprietà,rappresentata all’epoca da Tonino Leo-nardi; troppo legato a questi, troppoprono e pronto a seguirne visioni vec-chie e stantie. Ma che dire allora dellaconfidenza, della familiarità, della fre-quentazione, dei pranzi e delle vacanzein Costa Azzurra di Piero Ottone conGiulia Maria Crespi, cugina e nemicadi Tonino, dallo stesso Ottone indicatacome la «zarina» del Corriere?

Che dire degli effetti di queste costu-manze, a cominciare dalla defenestra-zione in tronco nel 1972, un anno pri-ma della scadenza del contratto, del di-rettore Giuseppe Spadolini, scarso co-me giornalista ma un colosso per sape-re storico, vittima di calunnie strumen-talmente diffuse sul suo conto, su suepresunte trame dirette poi, per ammis-sione degli stessi detrattori, a favorireuna soluzione che salvasse dal dissestofinanziario il Corriere della Sera e isuoi editori, prima dei quali la zarina?

La conseguente nomina di Piero Ot-tone avrebbe dovuto quantomeno sal-vare l’azienda da tale dissesto, che fuinvece accelerato dalla sua sterzata po-litica a sinistra, da lui illustrata nel suomanuale come apertura ai tempi nuovi,

svolta verso un giornalismo moderno,apprezzamento delle intelligenze mili-tanti a sinistra, riconoscimento dell’in-nocuità di comunismo e comunisti.

Edito nel 1996, quasi vent’anni dopola fine della sua direzione, il volume ècostituito da 500 pagine di insegna-menti e precetti che rivelano però, allarilettura odierna, il tentativo di Ottonedi fornire un’excusatio non petita, unagiustificazione, prolissa ma non con-vincente, del proprio operato e dellecatastrofiche conseguenze abbattutesi,con tale direzione, sul destino del Cor-riere della Sera e della sua proprietà.

Conseguenze consistenti nell’imme-diata disgregazione della compagineproprietaria, nella svendita del giorna-le ai suoi maggiori concorrenti GianniAgnelli ed Angelo Moratti, quindi nelpassaggio ad Andrea e ad Angelo Riz-zoli. Per finire squallidamente in manoalla P2, a poteri occulti, a banche e fac-cendieri, in un carosello di scandali,processi, arresti, carcere e suicidi. Cer-tamente, come scrive proprio Ottone, ildirettore di un giornale deve fare ilgiornalista, dare notizie, non servire ipotenti, non ingannare i lettori, nonamministrare il giornale; ma deve an-che cercare di salvarlo dai dissesti fi-nanziari. E il giornalista non può farel’amico e il consigliere segreto dellaproprietà per fare carriera, per farsi no-minare direttore, salvo mettersi poi adinsegnare come fare i giornalisti e co-me dirigere i giornali quando, per lasua gestione, il giornale perde credito elettori, incontra difficoltà finanziarie,viene deprezzato e svenduto.

Rileggere il volume di Ottone, so-prattutto nella parte che riguarda la suaascesa e permanenza alla direzione delgrande Corriere, suscita un interrogati-vo cui non è stata data risposta: avreb-bero l’accortissimo Missiroli e l’erudi-tissimo Spadolini, saputo e potuto evi-tare le lotte familiari, lo sfaldamentodella proprietà, il disinteresse dei poli-tici, la perdita di credibilità, la squalifi-cazione presso l’opinione pubblica, ildissesto finanziario? Non sarebbe an-data meglio se il Corriere fosse passatoa Eugenio Cefis, ossia all’Eni e alloStato, prospettiva aborrita da Ottone,anziché alla P2, sullo sfondo del Pontedei Frati Neri, al quale fu trovato im-piccato Roberto Calvi, il banchierecoinvolto nelle tristi vicende finanzia-rio del Corriere? Fu quella di Ottoneuna direzione di apertura ai tempi nuo-vi, un nuovo stile dell’editoria e delgiornalismo, una conquista della li-bertà, o l’inizio del completo, attualeasservimento della stampa alla grandefinanza, se non ai poteri occulti?

Victor Ciuffa

NN Corsera Story

Giornalismo,fatti e misfatti

rilettitrent’anni dopo

SPECCHIOECONOMICO

L’opinione del Corrierista

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