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Genitori allo specchio: tra buoni propositi e … spropositi Scuola Secondaria di Primo Grado “Leonardo da Vinci” Mirano, 10 marzo 2014 nicoletta.pucciarelli@ordinepsico logiveneto.it Dott.sa Pucciarelli Nicoletta Psicologa - Psicoterapeuta Familiare

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Page 1: Prog Genitori allo specchio

Genitori allo specchio: tra buoni propositi e …

spropositi

Scuola Secondaria di Primo Grado “Leonardo da Vinci”

Mirano, 10 marzo 2014

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Dott.sa Pucciarelli Nicoletta Psicologa - Psicoterapeuta Familiare

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Il ciclone preadolescenzaLa preadolescenza è quella fase della vita situata tra

l’infanzia e l’adolescenza, un’età compresa tra i 9/10 e i 12 anni. E’ densa di cambiamenti che riguardano lo sviluppo fisico, lo sviluppo intellettivo, la sfera degli affetti e dell’identità.

La preadolescenza qualche volta assomiglia ad un ciclone o a qualcosa che mette in discussione tutto.

Quel tenero bambino e quella dolce bambina che si era convinti di conoscere bene, adesso mostrano aspetti nuovi e comportamenti inaspettati, atteggiamenti fino a quel momento sconosciuti .

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Page 3: Prog Genitori allo specchio

Chi sarà mai quella persona che si fa domande, si guarda allo specchio e non si riconosce?

I miei figli crescono, cambiano aspetto, e mica la prendo bene: son così belli da piccoli, te li spupazzi, poi volti gli occhi … un attimo e ti ritrovi con dei preadolescenti: il pomo d’Adamo che scende, la voce rauca, un’improvvisa e sibillina petulanza, contestazioni coatte, parolacce dovunque e comunque, insomma, vivi con degli estranei in casa.

(Antonio Pascale)

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Page 4: Prog Genitori allo specchio

Sono nervosi, irrequieti, disattenti e, sebbene siano più autonomi, manifestano problemi di

concentrazione e attenzione, che talvolta si ripercuotono sui risultati scolastici.

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L'età preadolescenziale è quella che, più di altre, si fa custode della delicatezza dei passaggi che iniziano, è l’età delle “grandi migrazioni”

Il desiderio di creare legami autentici, la paura di fare scelte sbagliate, la

nostalgia di un tempo che va dissolvendosi, la gioia di sentirsi

autonomi: sono alcune tra le tante emozioni che caratterizzano l’età preadolescenziale.

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Il concetto di crisiLa crisi è il segno di un passaggio, di un nuovo

corso che inizia e richiede un aggiustamento di rotta.

La crisi dunque ha un significato maturativo poiché rappresenta non la patologia, ma l’evoluzione,

non la malattia ma la salute.

Se durante la preadolescenza avvengono fatti che mettono in crisi sia il giovane che la sua famiglia, se entro certi limiti si sviluppano contrasti, opposizioni e incomprensioni, battute di arresto, regressioni, vuol dire che tutto sta seguendo il suo corso naturale.

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Page 6: Prog Genitori allo specchio

Cambiamenti sul piano fisicoI cambiamenti sono molto rapidi e vistosi, sono fortemente

risonanti. La sensazione sperimentata è quella di perdere un importante

schema di riferimento presente fino a quel momento. Gli aspetti maggiormente visibili sono l’altezza, il peso, la dimensione di certe parti del corpo, le proporzioni. Questo sviluppo macroscopico non avviene quasi mai in maniera armonica.

I movimenti diventano goffi (urtare oggetti, essere rumoroso), spesso i ragazzi cominciano a non sentirsi padroni delle loro azioni.

Il preadolescente sta maturando la capacità di osservare se stesso, di rappresentarsi e valutare ciò che sta avvenendo, nel contempo osserva anche i suoi pari.

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Page 7: Prog Genitori allo specchio

Questi cambiamenti hanno un influsso diretto sulla sfera psicologica, comportano un profondo senso di inquietudine

legate all’estraneità di un corpo non più bambino, alla paura di non poterlo più controllare e anche

all’impossibilità di riuscire a prevedere il risultato finale.Tali cambiamenti sono strettamente correlati alla questione

del confronto con i coetanei e possono influire sull’autostima.

Il fatto di essere precoce o tardivo nel proprio sviluppo fisico ha un suo peso nella formazione della personalità:

• I ragazzi con sembianze che ricordano ancora fortemente la fase infantile, possono invece essere presi di mira e rischiare di diventare vittime di bullismo nel contesto scolastico e amicale.

• Per le ragazze il fenomeno è per certi versi opposto. Lo sviluppo precoce rappresenta la condizione, per la quale l’atteggiamento del mondo adulto, nonché dei compagni maschi, cambia.

Una crescita fisica molto veloce può determinare a livello fisico stanchezza e da un punto di vista mentale distraibilità e intorpidimento, che si ripercuote sull’impegno nello studio.

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Sviluppo puberaleLa pubertà è una fase della preadolescenza nella

quale si completa la maturazione sessuale e si evidenziano in modo definitivo i caratteri sessuali

secondari.

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Nelle femmine è più precoce che nei ragazzi con la comparsa della prima mestruazione (menarca), la crescita delle mammelle, la comparsa dei peli del

pube, l'arrotondamento dei fianchi e la distribuzione del grasso corporeo.

Il corpo femminile deve fare i conti con l’arrivo delle mestruazioni, questo evento può essere vissuto con

reazioni di rifiuto o negazione, la ragazza può sperimentare vissuti di vergogna e cercare di

nascondere quello che le sta succedendo.Alcuni cambiamenti fisici sono molto valorizzati, altri vengono devalorizzati: risentono delle influenze degli

ideali [email protected]

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Lo sviluppo sessuale nei maschi è più ritardato e più lungo di quello delle femmine. Esistono ampie variazioni individuali, ma in genere avviene intorno ai 12-13 anni.

Per i maschi, uno dei primi segni dello sviluppo sessuale è l'ingrossamento dello scroto e dei testicoli, l’aumento del pene è successivo, si ha la comparsa dei peli pubici e il cambiamento della voce.

Vi è un’accellerazione dello sviluppo fisico con l’aumento statura-ponderale e morfologico, tutti i sistemi fisiologici sono sottoposti ai mutamenti ormonali della pubertà.

La prima eiaculazione è un fenomeno atteso anche se spesso tenuto segreto in quanto generalmente legato ad attività masturbatorie.

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Epoca di grandi cambiamentiIn questa fase avviene anche il passaggio dal pensiero

concreto a quello formale che consente un salto di qualità nell’apprendimento.

Il pensiero formale permette di lavorare per ipotesi. Transitando dal reale al possibile, il pensiero diventa molto più libero e ricco perché consente di pensare diverse soluzioni ai

problemi e verificarle.

Questo cambiamento offre all'individuo la possibilità di rappresentarsi il mondo (la sua famiglia, la scuola, la società …) non solo come è, ma anche come potrebbe

essere.La prospettiva sociale si amplia: dopo i dieci anni i ragazzi

cominciano a essere in grado di considerare la loro ottica, quella dell’altro e un terzo punto di vista, si avvia la capacità critica, con

uno sviluppo più lento rispetto ad altre competenze.La preadolescenza si contraddistingue per uno sviluppo

asincronico: lo sviluppo fisico e sessuale sono sempre più precoci , quello sociale e cognitivo posticipati.

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L’amiciziaI ragazzi in questa epoca cominciano a sentire la necessità di rompere il guscio protettivo in cui si trovano e uscire fuori, separarsi , allontanarsi dai genitori per diventare autonomi.

In questo passaggio, gli amici assumono un ruolo molto importante: l’amico per la pelle (fare le cose, esplorare le proprie capacità e il

territorio)l’amica del cuore (vicinanza affettiva, comunicazione, reciproca

conoscenza) rappresentano un prolungamento della propria personalità.

L’amicizia diventa una necessità, è una ricerca del “tu”, uno strumento attraverso il quale il preadolescente ridefinisce la sua identità, è una esperienza transitoria verso altre

forme di [email protected]

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Modelli identificativi e mass mediaAlcuni preadolescenti sviluppano un attaccamento verso

un personaggio dei media, che scelgono come modelli identificativi.

Si stabilisce con essi una relazione che, pur a senso unico, è percepita intima e vicina. Tale relazione è utilizzata per evidenziare il proprio ruolo di maschio o femmina seguendo i modelli proposti dalla propria cultura.

Nelle ricerche si evidenziano differenze di genere nella scelta dei personaggi:prevalgono i personaggi maschili scelti; i ragazzi fanno riferimento al comportamento, al potere e al

successo, condiviso con il papà e gli amici; le ragazze fanno riferimento alla bellezza, il mito ha la funzione

di “oggetto di amore”, che non comporta rischi e responsabilità perché inaccessibile. E’ condiviso con le amiche e il diario.

I personaggi scelti sono modelli più che raggiungibili, esercitano sui preadolescenti proposte valoriali fragili: “il fisico perfetto”, “il piacere agli altri”, “vincere ad ogni costo” e “fare cose pericolose”.

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Come cambia il legame con la famiglia?

In questa fase di transizione, il legame con i genitori è più in primo piano rispetto a quello dei pari nell’influenzare il comportamento emotivo dei preadolescenti, anche se la

comunicazione e la fiducia nei confronti dei pari sono fattori protettivi rispetto ai problemi di ritiro e devianza.

I preadolescenti mostrano uno stato di irrequietezza, il loro comportamento è ambivalente e automatico.

Per emanciparsi dal mondo dell’infanzia, ai genitori viene sottratto l’alone di onnipotenza e inizia un percorso di disillusione, vengono spogliati dell’infallibilità attribuitagli durante l’infanzia.

Il comportamento ambivalente nei confronti dei genitori soddisfa due bisogni contrapposti: provocare i genitori e continuare a

dipendere da loro. E’ una sorta di “dialogo”, indispensabile per i preadolescente, che

permette loro di “separarsi a piccoli strappi”[email protected]

Page 15: Prog Genitori allo specchio

I comportamenti dei preadolescenti si muovono su una continua oscillazione tra tendenze opposte:

fasi di allontanamento caratterizzate dalla richiesta di maggiore autonomia, dalla critica e dal conflitto, alternate a movimenti di riavvicinamento e di regressione caratterizzati dalla ricerca di accudimento e di vicinanza fisica ai genitori;

la voglia di dar prova di sé e delle proprie capacità si mescola alla sfiducia, al bisogno di protezione e alla richiesta di coccole;

malinconia e tristezza si alternano alla gioia e all’entusiasmo.

I ragazzi e le ragazze non riescono a comunicare quanto confusamente vivono, è come se non essendo in grado

di dare pieno significato a ciò che sentono, non trovassero le parole per comunicarlo.

Non è difficile trovare genitori che si lamentano di quanto sia diventato difficile parlare con i propri figli.

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Preadolescenza come tempo delle separazioniE’ questa continua oscillazione tra tendenze opposte che sconcerta

gli adultiI genitori, e gli adulti in generale, fanno fatica a capire i ragazzi e le

ragazze, che scelgono come modalità privilegiata di comunicare l”agito”, piuttosto che il “detto”.

Anche nel contesto scolastico il preadolescente si esprime con “domande mute”, lì sovente sceglie gli adulti di riferimento, che sostengono la sua crescita: a cui chiede di stare a guardare e ammirare le prestazioni.

Nei confronti degli insegnanti sono presenti sentimenti ambivalenti: ammirazione per le loro capacità intellettuali da una parte, e dall’altra, la critica per il ruolo di controllo che essi svolgono.

La scuola, a questa età, meglio di ogni altra istituzione educativa è capace di proiettare il ragazzo e la ragazza verso la dimensione adulta attraverso l’assunzione d’impegni personali e di proprie responsabilità.

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Come può il genitore favorire il processo di separazione?Per i genitori non è sempre facile stare nella relazione con il figlio

o figlia preadolescente, essi sono i primi bersagli dell’aggressività.

Se si vuole essere d’aiuto bisogna imparare a resistere e fronteggiare le ostilità, tollerare gli atteggiamenti provocatori

e sfidanti tipici dei preadolescenti nella certezza di rappresentare per il figlio/a ancora quel riferimento interno

sicuro . In fondo la situazione preadolescenziale per certi versi ricorda il

processo di acquisizione di nuove autonomie tipica del lattante. Rendersi disponibili ad accogliere le sue istanze, dimostrando di

“tollerare” e di riuscire a “resistere” a questa sua continua richiesta, talvolta rabbiosa, di autonomia e crescita, diventa molto importante e rimanda al preadolescente un’immagine di sé non “cattivo” né “distruttivo” nei confronti dei genitori stessi.

Un preadolescente ha bisogno di sapere che la porta è aperta e può uscire e allontanarsi, ma anche rientrare

quando ha finito la sua esplorazione o ha trovato difficoltà tali da aver bisogno di un posto sicuro in cui rifugiarsi.

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La funzione di accoglienza, di valorizzazione e sperimentazione del genitore si accompagna necessariamente alle funzioni di guida e di barriera, capace di arginare, porre dei limiti fermi quando i figli intraprendono condotte pericolose.

La chiave risolutoria, probabilmente, è rappresentata da un atteggiamento genitoriale fondato sulla fermezza e sull’

elasticità. Fermezza che non va confusa con rigidità o autoritarismo: essere genitori fermi significa dare regole

condivise, chiare e coerenti (possibilmente in accordo tra i genitori) manifestando una certa elasticità nei confronti

delle istanze che il ragazzo porta e che, spesso, comportano una rinegoziazione delle regole precedenti, ormai superate.

Ogni genitore capace di accogliere e contenere le emozioni non permette al figlio di percepirsi inadeguato, distruttivo o

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Le emozioni dei genitoriÈ importante consentire al figlio l’esperienza del dissenso, del conflitto, evitando atteggiamenti di negazione o del

“genitore-amico” che, su un piano paritario e condivisione totale, accetta ogni comportamento e, di fatto, evita di agire

il suo ruolo genitoriale.

La separazione è un vissuto del genitore più che una realtà psichica del preadolescente, vi è la ricerca di una soluzione

che riesca a conciliare le funzioni educative dei genitori con i bisogni di emancipazione dei figli.

Il genitore deve accettare il cambiamento del preadolescente, che talvolta è fonte di sofferenza, derivante dalla perdita del figlio idealizzato, del bambino immaginario,

capace di realizzare ciò che egli non ha saputo o potuto compiere. nicoletta.pucciarelli@ordinepsicologivenet

o.it

Page 20: Prog Genitori allo specchio

Figli di chi? Di quale genitore, di quale adulto? Il preadolescente specchiandosi nei riflessi offertigli dai

genitori, dagli adulti di riferimento e successivamente dal confronto con i pari, scopre la propria identità. Tanto più questa immagine è integrata, tanto più facile è l’opera di unificazione che i ragazzi e le ragazze devono attuare per la costruzione di un’identità non frammentata ma unitaria.

L’adulto non è tenuto ad incarnare nessun modello di perfezione. Ad un adulto non si deve chiedere di rappresentare l’ideale di una vita compiuta, ma di dare peso alla propria parola e provare ad assumerne tutte le sue conseguenze. Questo nel nostro tempo manca e questo bisognerebbe poter ricostruire individualmente e collettivamente (Massimo Recalcati).

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I lavoro da svolgere con i preadolescenti dovrebbe essere visto come un costante accompagnamento nei meandri

dell’esperienza quotidiana, per offrire loro quella criticità, capacità di giudizio che è un processo in costante

evoluzione.Non esistono ricette preconfezionate da esperti pronte per

l’uso, valide per ogni situazione, ma è possibile trovare uno stile proprio, e scoprirlo richiede fatica e tempo.

A volte serve aiuto, ma soprattutto la capacità di confrontarsi con gli altri in modo da mettere in discussione le tesi consolidate e rivedere quei comportamenti poco efficaci che utilizziamo.

“ Educare i figli è un’impresa creativa, un’arte più che una scienza” (B. Bettelheim).

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Grazie per la partecipazione

Per tutto ciò che non siete riusciti/e ad esprimere , per i dubbi, le curiosità da trattare al prossimo incontro inviate una mail a:

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Prossimo incontro 7 Aprile 2014

Confronto su limiti, regole, gratificazioni

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