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Provincia di Livorno Unità di Servizio 2.1 “Difesa e Protezione del Territorio”
Unità Organizzativa “Risorse marine e Georisorse”
PROGETTO DEFINITIVO 1°STRALCIO
ATTUAZIONE INTERVENTI P.R.G.I.C. (D.G.R.T. 1214 del 5 novembre 2001) Intervento n°8 dell’Elenco interventi prioritari di recupero del litorale (D.C.R. 47/2003)
SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA
(tratto Fosso Valle Corsa – Fosso Circolare) Comune di Rosignano Marittimo
PROGETTISTI
Dott. Geol. Alessandro Bini Dott. Ing. Enrica Mori
COLLABORATORE TECNICO ALLA PROGETTAZIONE
Dott. Jessica Viacava
RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO: Dott. Geol. Enrico Bartoletti
Disciplinare descrittivo e prime indicazioni piani di sicurezza Giugno 2012
PROVINCIA DI LIVORNO
UNITA’ DI SERVIZIO “DIFESA E PROTEZIONE DEL TERRITORIO”
UNITA’ ORGANIZZATIVA “RISORSE MARINE E GEORISORSE”
PROGETTO DI SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA Disciplinare descrittivo e prime indicazioni piani di sicurezza
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UNITA’ ORGANIZZATIVA “RISORSE MARINE E GEORISORSE”
PROGETTO DI SISTEMAZIONE MORFOLOGICA DELLA SPIAGGIA DI VADA DISCIPLINARE DESCRITTIVO E PRIME INDICAZIONI PIANI DI SICUREZZA
-i-
Indice
Disciplinare descrittivo ............................................................................................................. 1
Art. 1 – Descrizione dei lavori .................................................................................... 1
PARTE 1............................................................................................................................... 1
Descrizione delle necessità e dei requisiti delle opere previste dal progetto ....................... 1
Art. 2 - Provenienza e qualità dei materiali ................................................................ 1
Art. 3 - Prescrizioni relative ai materiali .................................................................... 3
3.1 MASSI NATURALI ........................................................................................ 3
3.2 SCAPOLAME PER IMBASAMENTO ........................................................... 4
3.3 MISTO DI CAVA O TOUT-VENANT ........................................................... 5
3.4 ACQUA ............................................................................................................ 5
3.5 GEOTESSILE TNT .......................................................................................... 5
3.6 SABBIA DA RIPASCIMENTO ...................................................................... 5
Art. 4 - Prove dei materiali ......................................................................................... 6
Art. 5 - Viabilita’ di cantiere ....................................................................................... 6
Art. 6 - Opere in massi naturali ................................................................................... 7
Art. 7 - Demolizioni e salpamenti ............................................................................. 10
Art. 8 – Sospensioni e proroghe ................................................................................ 11
PARTE 2............................................................................................................................. 12
Specificazione delle opere previste dal progetto ................................................................ 12
Art. 9 – Ammontare del progetto .............................................................................. 12
Art. 10 - Designazione sommaria delle opere ............................................................. 12
Art. 11 - Forma e principali dimensioni delle opere ................................................... 13
Art. 12 - Categoria prevalente, categorie scorporabili e subappaltabili ..................... 14
Prime indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza.................................... 15
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Disciplinare descrittivo
Art. 1 – Descrizione dei lavori
I lavori, cui il presente disciplinare si riferisce, hanno per oggetto l'esecuzione delle
opere occorrenti per la protezione del litorale di Vada, per la riqualificazione ai fini turistici
e per la difesa delle infrastrutture e del cordone dunale retrostanti.
L’insieme dei lavori, come descritti nella Relazione Tecnica, ha lo scopo di riequilibrare
le spiagge esistenti, di ampliarne la superficie e di correggere positivamente le dinamiche in
atto, ai fini di ottenere una linea di costa più stabile nel tempo. Questo obiettivo sarà
raggiunto operando delle modifiche alle opere di difesa esistenti, realizzandone di nuove e
riportando sabbia sulla spiaggia, proveniente da cave a terra o se eventualmente disponibili,
da cave sommerse.
Partendo dalle spiagge di Vada e di Bonaposta, si dovrà in particolare:
— irrobustire e prolungare una scogliera esistente;
— realizzare un nuovo setto emerso per il collegamento a terra della prima scogliera a
Vada;
— costruire 1 pennelli in scogli, radicato a terra con setto affiorante e con testa a forma
ellittica a quota + 1 s.l.m.m.;
— approvvigionare e stendere sulla spiaggia sabbia e/o ghiaia fine, per il ripascimento
delle spiagge.
PARTE 1
Descrizione delle necessità e dei requisiti delle opere previste dal progetto
Art. 2 - Provenienza e qualità dei materiali
In genere i materiali occorrenti per la costruzione delle opere proverranno da ditte
fornitrici o da cave rispondenti ai requisiti previsti per la posa in mare di materiali
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provenienti da cave a terra oppure alla verifica della compatibilità al versamento in mare per
i sedimenti eventualmente provenienti da giacimenti sommersi. Tuttavia, resta sempre
all'Impresa la piena responsabilità circa i materiali adoperati o forniti durante l'esecuzione
dei lavori, essendo essa tenuta a controllare che tutti i materiali corrispondano alle
caratteristiche prescritte e a quelle dei campioni esaminati, o fatti esaminare dalla Direzione
dei Lavori.
In particolare, l’Impresa dovrà provvedere a fornire la certificazione di compatibilità
ambientale e di innocuità per lo scapolame e gli scogli provenienti da cava.
Per quanto riguarda la sabbia per il ripascimento, l’accettazione del materiale è in
generale subordinata alla verifica della perfetta compatibilità mineralogica, petrografica,
granulometrica e in termini di colorazione col materiale presente attualmente in sito. Inoltre,
è subordinata a:
— nel caso di sedimenti provenienti da cave terrestri, alla fornitura del certificato di
cava (compatibilità ambientale e innocuità) di cui in precedenza e alla fornitura di un
campione rappresentativo di ciascun lotto, per la verifica di compatibilità di cui in
precedenza, tale campione dovrà essere consegnato all’Amministrazione secondo i
tempi e le modalità che verranno specificate nelle fasi successive della progettazione.
— nel caso di sedimenti provenienti da cave sottomarine, alla consegna
all’Amministrazione della caratterizzazione (fisico, chimica, microbiologica,
ecotossicologica e biocenotica) del sito di prelievo, ai sensi delle Disposizioni
Procedimentali della Provincia di Livorno n° 19 del 4 aprile 2003 e alla fornitura di
un campione rappresentativo del lotto del ripascimento per la verifica della perfetta
compatibilità col materiale in sito, secondo quanto sopra riportato. La consegna della
caratterizzazione e del campione del materiale dovrà avvenire nei tempi e con le
modalità che verranno specificate nelle fasi successive della progettazione.
La rispondenza del campione ai requisiti di perfetta compatibilità con i sedimenti
presenti n sito descritti in precedenza, potrà anche costituire titolo preferenziale per
l’aggiudicazione della gara d’appalto.
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Art. 3 - Prescrizioni relative ai materiali
3.1 MASSI NATURALI I massi per scogliera devono rispondere ai requisiti essenziali di compattezza,
omogeneità, durabilità; essere esenti da giunti, fratture e piani di sfaldamento, e risultare
inoltre inalterabili all’acqua di mare e al gelo; il peso specifico deve essere di norma non
inferiore a 2.400 kg/mc.
Essi dovranno appartenere alle categorie di peso indicate negli elaborati grafici di
progetto, secondo il seguente schema:
massi di I categoria 300 – 1000 kg
massi di II categoria 1000 – 3000 kg
massi di III categoria 3000 – 7000 kg
massi di IV categoria 7000 – 15000 kg
I massi con grado di arrotondamento degli spigoli corrispondente alla classe “vivi”, non
devono presentare notevoli differenze tra le tre dimensioni e resta pertanto stabilito che la
loro forma è definita dai rapporti di appiattimento b/a e di allungamento c/b dove:
a, b e c rappresentano i tre lati del prisma inviluppo del singolo masso con a > b > c .
I rapporti di appiattimento e di allungamento dovranno risultare sempre superiori a 2/3.
Ai fini dell’accettabilità dimensionale di ciascun masso, non si prevedono tolleranze
sui limiti estremi fissati per ciascuna categoria, inoltre, indicato con P il peso medio
caratteristico di una categoria (semisomma dei valori estremi), nell’ambito della stessa
categoria almeno il 50% in peso di materiale deve avere un peso superiore a P.
Le prove di resistenza del materiale alla compressione, all’abrasione, alla salsedine
marina e alla gelività, che la Direzione dei lavori riterrà di disporre, saranno effettuate a
carico dell’impresa seguendo le norme in vigore per l’accettazione delle pietre naturali da
costruzione secondo i contenuti del R.D. n. 2232/1939.
In particolare dovranno essere rispettati i seguenti limiti:
- resistenza alla compressione > 500 kg/cm2
- coefficiente di usura < 1.5 mm
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- coefficiente di imbibizione < 5%
Accettazione dei materiali: i massi per scogliera dovranno essere accumulati
provvisoriamente in un’area del cantiere, da concordare con la Direzione Lavori e con il
Coordinatore per la Sicurezza, per controllarne la rispondenza ai requisiti del presente
articolo, prima della posa in opera, che dovrà essere espressamente autorizzata dal Direttore
dei Lavori. Il Direttore dei Lavori, in contraddittorio con l’Impresa, individuerà una serie di
massi, che verranno pesati e marcati con vernice indelebile, rappresentativi delle varie
categorie di peso, che saranno utilizzati per la classificazione dei vari carichi in arrivo in
cantiere. Il materiale lapideo condotto in cantiere dall’Impresa dovrà corrispondere alle
quantità previste dal computo metrico estimativo e dagli elaborati grafici per ciascuna
categoria di peso, eventuali eccedenze nelle varie categorie non saranno accettate dalla
Direzione Lavori e l’Appaltatore dovrà rimuovere i massi in eccesso e smaltirli a propria
cura e spese, senza alcun onere aggiuntivo. Il materiale rimosso non sarà contabilizzato. Il
Direttore dei Lavori potrà non accettare anche quantitativi di massi che non rispettino i
requisiti di appiattimento e allungamento, indicati in precedenza, o forniture in cui siano
presenti anche piccole quantità di scapolame e ciottoli di massi di peso inferiore a quello
previsto come limite inferiore per la categoria.
I massi destinati a formare il paramento emerso della mantellata dovranno presentare
almeno una faccia piana in modo da collocare i suddettti massi con la faccia piana rivolta
verso l’esterno per il rispetto dei disegni di progetto.
3.2 SCAPOLAME PER IMBASAMENTO Per lo strato di fondazione delle piattaforme sommerse e delle opere in generale potrà
essere utilizzato scapolame di cava che dovrà rispondere alle seguenti caratteristiche:
- pezzatura variabile da 5 a 50 kg - privo di frazioni fini (limo – argilla) e sostanze organiche e/o solubili con un limite
massimo pari al 2%. Lo scapolame per imbasamento dovrà essere provvisti della certificazione, inerente il
tout-venant di cava o materiali da scavo ai sensi dell’art. 186 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., che
attesti la compatibilità ambientale e l’innocuità e tale certificazione dovrà essere fornita alla
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Direzione Lavori al momento dell’accettazione in cantiere o prima dell’inizio dei lavori
all’Amministrazione Appaltante, qualora richiesto.
3.3 MISTO DI CAVA O TOUT-VENANT Il misto di cava deve essere di dimensioni comprese tra 0,02 cm e 50 cm, non solubile,
privo di frazioni limose o argillose e di sostanze organiche.
Il misto di cava dovrà essere provvisto della certificazione, inerente il tout-venant di
cava o materiali da scavo ai sensi dell’art. 186 del D. Lgs. 152/06 e s.m.i., che attesti la
compatibilità ambientale e l’innocuità e tale certificazione dovrà essere fornita alla
Direzione Lavori al momento dell’accettazione in cantiere o prima dell’inizio dei lavori
all’Amministrazione Appaltante, qualora richiesto.
3.4 ACQUA
L'acqua dovrà essere dolce, limpida, e scevra da sostanze organiche, materie terrose,
cospicue quantità di solfati e cloruri. Dovrà possedere una durezza massima di 32° MEC.
Sono escluse acque assolutamente pure, piovane e di nevai.
Acqua per puliture - Dovranno essere utilizzate acque assolutamente pure, prive di sali e
calcari.
3.5 GEOTESSILE TNT
Per geotessili si intendono i prodotti utilizzati per costituire strati di separazione,
contenimento, filtranti, drenaggio in opere di terra. Saranno del tipo no tessuto cioè costituiti
da fibre o filamenti distribuiti in maniera casuale, legati tra loro con trattamento meccanico
(agugliatura) ottenuti da filamento continuo di poliestere o polietilene con peso non inferiore
a 0.8 kg/m2 .
Il soddisfacimento delle prescrizioni predette si intende comprovato quando il prodotto
risponde ad una norma UNI o è in possesso di attestato di conformità: in loro mancanza
valgono i valori dichiarati dal produttore se accettati dalla Direzione dei Lavori.
3.6 SABBIA DA RIPASCIMENTO La sabbia da ripascimento dovrà corrispondere alle seguenti caratteristiche
granulometriche:
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— sabbia avente dimensioni medie (D50) comprese tra 0,3 e 0,8 mm, percentuale
frazione limoso-argillosa (<0.0625 mm) minore di 2%, percentuale della frazione
ghiaiosa (>2 mm) minore del 7%. Priva di elementi con diametro superiore a 5 mm.
— sabbia e ghiaia fine proveniente da cave a terra o da impianti di frantumazione di
dimensioni comprese fra 0,25 mm e 4 mm con diametro medio compreso fra 0,8 mm
e 2 mm, gli elementi di diametro maggiore di 5 mm non devono superare il 2% in
peso e quelli inferiori a 0,5 mm non devono superare il 10%, non devono essere
presenti fini (< 0,066 mm) in quantità superiore al 2%.
La sabbia dovrà essere compatibile per quanto riguarda la composizione mineralogica
con i materiali della spiaggia attuale .
Art. 4 - Prove dei materiali
In relazione a quanto prescritto circa la qualità e le caratteristiche di accettazione dei
materiali, l'Impresa resta obbligata ad effettuare a sue spese in ogni tempo le prove dei
materiali impiegati o da impiegarsi, nonché quelle di campioni da prelevarsi in opera,
sostenendo inoltre tutte le spese di prelevamento e di invio ad un Istituto Universitario o
Istituto Sperimentale debitamente riconosciuto (ufficiale o autorizzato ai sensi dell'art. 20
della legge n. 1086/1971) o all’ARPAT.
In particolare dovrà presentare alla Direzione dei Lavori o direttamente
all’Amminisitrazione appaltante, le analisi granulometriche e chimicho-fisiche
batteriologiche in numero sufficiente ad identificare i materiali.
Sulla base delle analisi granulometriche, eseguite da laboratori specializzati pubblici o a
partecipazione pubblica (ICRAM, ARPAT, ecc.) che verranno individuati dall’Appaltatore e
approvati dalla D.L., sarà definito il fuso utile del materiale.
Dei campioni potrà essere ordinata la conservazione munendoli di sigilli e firma del
Direttore dei Lavori e dell'Impresa, nei modi più adatti a garantirne l'autenticità.
Art. 5 - Viabilita’ di cantiere
La viabilità di cantiere dovrà essere realizzata con la stesura di geotessile tipo tessuto
non tessuto di peso non inferiore a 300 g/mq. Sul geotessile sarà posato uno strato di 20 cm
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di spessore di pietrisco di pezzatura 40-60 cm che sarà successivamente spianato e su questo
sarà steso uno strato di pietrisco di dimensioni minori (15- 25 mm) per uno spessore di 10
cm.
Durante la fase di esecuzione dei lavori la viabilità di cantiere dovrà essere mantenuta
efficiente con ricarichi e risistemazioni a cura e spese dell'Impresa, ponendo particolare
attenzione a evitare il possibile inghiaiamento della spiaggia.
Al termine dei lavori la viabilità di cantiere dovrà essere completamente rimossa e i
materiali stesi smaltiti secondo la normativa vigente a completa cura e spese dell’Impresa,
ripristinando perfettamente lo stato dei luoghi.
Art. 6 - Opere in massi naturali
Il programma operativo dei lavori dovrà essere indicato dall’impresa nel rispetto del
tempo utile contrattuale e sottoposto all’approvazione del Direttore dei lavori.
A garanzia del rispetto delle geometrie di progetto, dovrà essere installato in idoneo
fondale e in posizione significativa, a cura e spese dell’impresa, un sistema di misura delle
caratteristiche ondose incidenti. Le specifiche tecniche degli apparecchi (del tipo
accelerometrico, a pressione, ad ultrasuoni, ovvero a sonda capacitiva) dovranno essere
approvate dal Direttore dei lavori.
In ogni caso il sistema di misura dovrà fornire in tempo reale i cronogrammi delle
escursioni di altezza d’onda ad intervalli costanti di venti minuti e per una durata in continuo
non inferiore a cinque minuti. Il valore di soglia dell’altezza d’onda al di sopra della quale si
ritiene necessaria la registrazione, verrà fissato dal Direttore dei lavori e comunque non sarà
inferiore a cinquanta centimetri.
A discrezione della Direzione dei lavori potranno essere utilizzate per tali verifiche
attrezzature già installate le cui registrazioni, dirette o ricostruite con idonei modelli
matematici, siano significative per il litorale interessato dall’intervento.
Le scogliere di massi naturali sono formate da materiali appartenenti alle seguenti categorie:
a) scapolame di cava per eventuale imbasamento, come da articolo 59;
b) scogli (o massi) per il corpo della scogliera, come da articolo 58.
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Le varie parti dell’opera a gettata devono corrispondere sia per categoria, che per
quantità alle indicazioni progettuali esplicitate negli elaborati che costituiscono parte
integrante del contratto di appalto.
I materiali di cava per la formazione del nucleo e gli scogli fino a 1.000 kg potranno
essere versati direttamente da automezzi o da bettoline. I massi di peso superiore dovranno
essere posizionati individualmente con attrezzature opportune.
I massi estratti dalle cave devono essere selezionati, in relazione alle norme del presente
capitolato, scartando quelli che non si presentino idonei.
La Direzione dei Lavori, secondo le esigenze delle opere in corso, avrà la facoltà di dare
la precedenza al carico di massi di determinate dimensioni; come pure potrà ordinare
l’estrazione ed il trasporto in opera di massi di una certa dimensione anche se in cava
fossero già pronti massi di altre dimensioni che, in conseguenza dovrebbero rimanere in
sosta.
L’Impresa Appaltatrice pertanto è obbligata a corrispondere e senza pretendere
indennizzo alcuno, ad ogni richiesta di più costose manovre e di modalità esecutive più
onerose.
Fermo restando quanto prescritto circa la distribuzione delle varie categorie dei massi nella
sezione della scogliera, la Direzione dei Lavori avrà sempre la facoltà, a suo esclusivo ed
insindacabile giudizio di ordinare, per le esatte configurazione delle berme e delle scarpate
mediante intasatura, la preparazione ed il trasporto dei massi di categorie inferiori a quelle
stabilite; tale ordine opportunamente sarà dato per iscritto
In aggiunta a quanto già prescritto all’articolo 58, l'Impresa deve sollecitamente
allontanare dal cantiere e dalla zona del lavoro quei massi che la Direzione dei Lavori non
ritenga idonei ad un utile impiego. La Direzione dei lavori si riserva la facoltà di rimandare
al bilico uno o più massi (o addirittura tutto il carico) per sottoporlo a nuove verifiche di
peso ogni volta che sorga il dubbio che il peso dichiarato nelle bollette d’accompagnamento
sia errato, o che nel carico vi siano massi aventi un peso minore di quello prescritto o, infine,
quando risulti o si possa temere una qualunque altra irregolarità; e ciò senza che spetti
indennità alcuna all’appaltatore.
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In casi particolari la Direzione dei lavori può prescrivere modalità speciali di
costruzione della scogliera.
La costruzione deve essere effettuata a tutta sagoma salvo l’eventuale massiccio di
sovraccarico, procedendo per tratte successive che, salvo quella terminale, non devono avere
lunghezze superiori a 40 m (quaranta) e che dovranno essere rapidamente completate
secondo la sagoma di progetto, ponendo ogni cura per realizzare una perfetta continuità tra
le varie tratte.
La mantellata in prima fase può essere eseguita secondo una sagoma diversa da quella
definitiva, purché venga raggiunta una quota di sommità tale da evitare danni in
conseguenza di mareggiate nel corso dei lavori.
Dopo l’ultimazione dei successivi tratti di scogliera la Direzione dei lavori ne eseguirà il
rilievo e, in base a tale lavoro di ricognizione, disporrà quello che ancora l’impresa dovrà
fare affinché il lavoro pervenga a regolare compimento; in particolare, disporrà i necessari
lavori di rifiorimento, ove la scogliera risulti deficiente, rispetto alla sagoma assegnata.
Si ammette che la sagoma esecutiva della scogliera, rispetto a quella di progetto, possa
discostarsi al massimo – per la scarpata verso riva e per la scarpata e la berma della
mantellata – di più o meno 0,50 m.
La mantellata della scogliera emergente rispetto al medio mare dovrà essere realizzata
con massi, della stessa categoria prevista per la struttura sommersa, ma che presentino
almeno una faccia piana, disposta rivolta verso l’esterno, secondo il profilo di progetto con
le tolleranze medie sopra riportate. Si prescrive inoltre che tra le superfici piane dei massi
siano tra loro allineate, con scostamenti sul bordo tra due massi affiancati non superiori a
0,20m, così da far assumere al paramento esterno un aspetto cosiddetto “pettinato”.
In qualsiasi momento, i rilievi delle scogliere eseguite potranno essere ripetuti per
constatare e riparare ogni eventuale deficienza o degrado senza che per l’esecuzione di tali
rilievi o riparazioni spetti indennità alcuna all’impresa; potrà altresì, senza dar diritto a
speciali compensi, essere ordinata l’ispezione da parte di un palombaro di fiducia
dell’Amministrazione, essendo in tal caso obbligata l’impresa a fornire tutto ciò che possa
occorrere per effettuare detta ispezione subacquea.
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I massi il cui versamento o collocamento fosse male eseguito o eseguito contrariamente
alle disposizioni della Direzione dei lavori, oppure fossero caduti fuori della zona dei lavori,
non verranno contabilizzati, fermo restando l’obbligo all’impresa di rimuoverli a sue spese
trasportandoli in luogo ove non possano produrre ingombri od inconvenienti, ovvero a
salparli se caduti in mare e collocarli dove verrà indicato dalla Direzione dei lavori.
In caso di forza maggiore documentata mediante constatazione diretta o attraverso dati
del Servizio Mareografico, verranno riconosciuti e compensati solo i danni subiti dalla
scogliera eseguita in tutti i suoi strati e rilevata dalla Direzione dei lavori, nonché i danni
verificatisi nelle tratte in corso di esecuzione di lunghezza non superiore a 40 m (quaranta).
I danni subiti dalla sagoma incompleta, ma non condotta secondo le suddescritte
modalità, rimangono a carico dell’impresa.
Art. 7 - Demolizioni e salpamenti
Il salpamento delle opere esistenti, da realizzarsi sia all’asciutto sia in acqua, dovrà
essere eseguito prevedendo il reimpiego del materiale nell’ambito del cantiere per la
realizzazione dei basamenti e del nucleo delle nuove opere. Nell’interesse della riuscita
dell’opera e della sua economia, la Direzione dei lavori può ordinare all’impresa qualunque
salpamento sia all’asciutto sia in acqua.
Il materiale salpato, ove debba essere impiegato nella costruzione della scogliera,
prenderà il posto che gli compete, secondo le norme del presente Capitolato e le altre
istruzioni che potrà impartire in merito la Direzione dei lavori e verrà pagato con il relativo
prezzo di elenco.
Si precisa che nulla sarà dovuto all’impresa per salpamenti effettuati senza ordine scritto
della Direzione dei lavori, o eseguiti non già allo scopo di sistemare in opera il materiale
nella sede appropriata, ma solamente per rimuoverlo dal luogo dove non possa utilmente
rimanere.
Nelle demolizioni, scomposizioni, rimozioni e salpamenti, entro e fuori acqua, l’Impresa
deve curare che i materiali utilizzabili vengano danneggiati il meno possibile, adottando
ogni cautela e restando a suo carico ogni eventuale danno alle cose ed a terzi e provvedere
alle eventuali necessarie puntellature.
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I materiali di cui è previsto il reimpiego in progetto vanno accatastati, ripuliti e
trasportati nei luoghi di impiego, mentre quelli di risulta non impiegabili devono essere
trasportati alle discariche indicate dalla Direzione dei lavori.
Le demolizioni delle strutture in acqua possono essere fatte con quei mezzi che
l’impresa ritiene più idonei.
Nelle demolizioni fuori acqua è vietato gettare dall’alto i materiali che invece debbono
essere trasportati o guidati in basso; è vietato, inoltre, sollevare polvere, per cui sia la
muratura che i materiali di risulta devono essere opportunamente bagnati.
Art. 8 – Sospensioni e proroghe
Ai sensi della normativa vigente in materia, per consentire il corretto svolgimento della
stagione balneare, i lavori saranno sospesi per il periodo compreso tra il 1° maggio ed il 30
settembre di ciascuno degli anni interessati dall’esecuzione delle lavorazioni sia del primo
che del secondo lotto. L’Impresa Appaltatrice, anche in assenza di comunicazioni in merito
da parte della Direzione Lavori e/o dell’Amministrazione Appaltante, dovrà organizzarsi in
modo tale da sospendere le proprie lavorazioni e sgomberare il cantiere, come concordato
con la Direzione lavori e con il Coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, entro il
30 aprile di ogni anno e riprendere le attività lavorative dal successivo 1 ottobre. Deroghe
eccezionali a tale sospensione potranno essere concesse su motivate richieste dell’Impresa
Appaltatrice o dopo specifica autorizzazione degli Enti coinvolti in materia di Demanio
marittimo.
Qualora cause di forza maggiore, condizioni climatologiche (in numero maggiore
rispetto a quelle già previste nel tempo utile, come indicato all’articolo 15) od altre
circostanze speciali che impediscano in via temporanea che i lavori procedano utilmente a
regola d’arte, la direzione dei lavori d’ufficio, o su segnalazione dell’appaltatore, può
ordinare la sospensione dei lavori disponendone la ripresa quando siano cessate le ragioni
che determinarono la sospensione, redigendo appositi verbali. Sono circostanze speciali le
situazioni che determinano la necessità di procedere alla redazione di una variante in corso
d’opera nei casi previsti dall’articolo 132 del D. Lgs 163/2006.
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PARTE 2
Specificazione delle opere previste dal progetto
Art. 9 – Ammontare del progetto
L’importo complessivo dei lavori si ritiene comprensivo dei costi attinenti le forniture,
la manodopera, gli apprestamenti e le attrezzature per garantire, per tutta la durata dei lavori,
il rispetto delle norme per la prevenzione degli infortuni e la tutela della salute dei
lavoratori.
L’importo dei lavori compresi nel progetto ammonta complessivamente a:
Intervento n° 8 (D.C.R.T. 47/2003) 1° stralcio tratto Pietrabianca – Pontile di Bonaposta1 )Totale lavori a misura da computo estimativo € 1.163.578,39 2 )Totale lavori in economia da computo estimativo
/
A1) Totale lavori soggetti a ribasso d'asta A1=1+2 € 1.163.578,39 A2 ) Oneri per la sicurezza non soggetti a ribasso d'asta € 58.178,92
A) Totale lavori: A=A1 + A2 € 1.221.757,31 € 1.221.757,31
I lavori a misura saranno determinati sulla base della differenza ante e post operam delle
quantità, eseguita sotto la supervisione della D.L. e secondo quanto indicato negli articoli
del Capitolato Speciale d’Appalto.
Art. 10 - Designazione sommaria delle opere
Le opere oggetto del presente disciplinare si possono riassumere come di seguito, salvo
più precise indicazioni che sono riportate negli elaborati progettuali o che saranno inserite
nelle fasi successive della progettazione.
I lavori consistono in:
— Realizzazione di scogliera mediante fornitura e posa in opera massi di cava di 3°
categoria e di scapolame per fondazione;
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— Salpamento di scogli mediante mezzi marittimi per riconfigurazione opere di difesa
esistenti;
— Ripascimento arenili con sabbia e/o sabbia mista a ghiaia;
L’esecuzione del ripascimento potrà avvenire mediante sedimenti di provenienza da
cava terrestre oppure da cava sottomarina, a seconda della disponibilità e di quanto detto in
precedenza sull’accettazione del materiale.
Art. 11 - Forma e principali dimensioni delle opere
Le caratteristiche e le principali dimensioni delle opere oggetto dell'Appalto risultano
dai disegni, dalle indicazioni e dagli elaborati facenti parte del progetto.
Gli elaborati di progetto, che fanno parte integrante del presente Disciplinare, sono i
seguenti:
- Relazione generale
- Quadro economico, computo metrico, elenco prezzi, computo metrico estimativo
Relazione di risposta ai procedimenti ambientali e paesaggistici
Tavole progettuali:
- tavola 1 – Inquadramento area dell’intero progetto preliminare
- tavola 2 – Planimetria stato attuale
- tavola 3 – Planimetria stato di progetto
- tavola 4 – Planimetria stato sovrapposto
- tavola 5a – Planimetria e sezioni opera n.1
- tavola 5b – Planimetria e sezioni opera n.2
- tavola 5c - Planimetria e sezioni opera n.3
- tavola 6 - Profili di ripascimento
L’esecuzione dei lavori dovrà avvenire nel rispetto delle prescrizioni che potranno
essere formulate dall’Amministrazione Provinciale nell’autorizzazione, ai sensi L.R. 19/03,
o in qualche altro parere vincolante.
Resta all’Appaltatore la responsabilità di decidere circa i mezzi specifici da impiegare
per le operazioni elencate in precedenza, tenendo comunque presente l’esigenza da parte
dell’Amministrazione della massima flessibilità e che i disagi conseguenti all’eventuale
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impegno di spazi per il montaggio di eventuali strutture sull’arenile dovranno essere ridotti
al minimo. L’Amministrazione si riserva di scartare metodologie troppo invadenti o
incompatibili con le attività balneari.
Art. 12 - Categoria prevalente, categorie scorporabili e subappaltabili
Ai sensi dell’articolo 3 del regolamento per la qualificazione delle imprese di
costruzione approvato con D.P.R. 25 gennaio 2000, n. 34 e in conformità all’allegato «A» al
predetto regolamento, i lavori del presente appalto sono classificati nella sottoindicata
categoria prevalente:
Cat. prevalente: OG7 "Opere marittime e lavori di dragaggio" classifica III-bis
fino a 1.500.000 €.
Ai sensi del D. Lgs. 163/2006, i lavori sopra descritti, appartenenti alla categoria
prevalente, sono subappaltabili nella misura massima del 30% ad imprese in possesso dei
requisiti necessari.
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Prime indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di
sicurezza
Le prime indicazioni e disposizioni per la stesura dei piani di sicurezza (PSC),
individuano le principali disposizioni (per l’eliminazione o prevenzione dei rischi) che in
seguito saranno recepite nel piano della sicurezza e di coordinamento.
Per quanto riguarda l’applicazione del D.Lgs. 81/2008, dovranno essere individuate, in
sede di progettazione esecutiva relativamente alle materie di sicurezza, le figure del
committente, del responsabile dei lavori, del coordinatore della progettazione e del
coordinatore dei lavori.
Successivamente, tali indicazioni e disposizioni dovranno essere approfondite, anche
con la redazione di specifici elaborati, fino alla stesura finale del Piano di Sicurezza e di
Coordinamento e del Fascicolo dell’Opera così come previsto dalla vigente normativa
(D.Lgs. 81/2008).
In base alle esigenze specifiche delle varie fasi lavorative, nelle quali può essere
suddivisa l’esecuzione completa dei lavori, è ipotizzabile in cantiere la presenza di più
imprese e lavoratori: infatti, è ragionevole supporre che insieme all’impresa aggiudicatrice
dell’appalto, specializzata nella categoria relativa alle opere marittime, vi siano una o più
imprese subappaltatrici che eseguiranno singole lavorazioni comprese nell’appalto generale,
nel rispetto della normativa vigente sui lavori pubblici. Di conseguenza, tenuto conto della
presenza di rischi aggiuntivi (annegamento) e del quadro economico preliminare dei lavori,
è necessari, la redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento dal parte del Coordinatore
per la Progettazione ai sensi del D.Lgs. 81/2008.
La stesura del piano di sicurezza dovrà tener conto delle particolari lavorazioni che
avverranno nel cantiere. Tali lavorazioni, in base al livello attuale di progettazione
(preliminare), possono essere riassunte nel seguente elenco:
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— Installazione del cantiere, composto dalle baracche e dai locali a servizio della DL e
delle Imprese, dalla recinzione di cantiere, dagli accessi carrabili e pedonali all’area
dei lavori e dagli impianti di cantiere necessari (elettrico, idrico, fognario, ecc);
— Formazione delle opere marittime in massi mediante mezzi terrestri (autocarri per il
trasporto e escavatori cingolati per la posa in opera dei massi);
— Esecuzione del ripascimento mediante mezzi terrestri o mezzi marittimi, a seconda
della provenienza del materiale;
— Smobilitazione del cantiere.
Dopo che la progettazione esecutiva dell’opera avrà definito le modalità specifiche di
esecuzione dei lavori e la provenienza del materiale per il ripascimento, nel piano di
sicurezza si dovrà tenere conto delle problematiche specifiche connesse all’eventuale
interferenze di tali lavorazioni, facendo riferimento soprattutto a quelle che verranno
eseguite presumibilmente da imprese diverse e ai particolari fattori esterni che caratterizzano
il sito d’intervento: fattori meteomarini (mareggiate, vento, ecc), fattori urbani (viabilità e
possibile presenza pubblica nei pressi dell’area d’intervento) e fattori idrogeologici
(presenza di foci di fossi, caratteristiche del terreno sui cui si muoveranno i mezzi, ecc).
Nel rispetto delle indicazioni fornite sopra, sviluppando le problematiche sottolineate, il
piano di sicurezza dovrà individuare i soggetti del cantiere e della sicurezza, le tecnologie, le
attrezzature e gli apprestamenti. Inoltre, dovrà contenere l’individuazione, l’analisi e la
valutazione dei rischi e le conseguenti procedure esecutive e gli elementi di coordinamento
tali da garantire la sicurezza per l’intera durata dei lavori.
Ai sensi del DPR 222/03, il piano di sicurezza dovrà contenere i seguenti contenuti
minimi:
l'identificazione e la descrizione dell'opera, esplicitata con l'indirizzo del
cantiere;
l'individuazione dei soggetti con compiti di sicurezza, esplicitata con
l'indicazione dei nominativi del responsabile dei lavori, del coordinatore per
la sicurezza in fase di progettazione e del coordinatore per la sicurezza in fase
di esecuzione ed a cura dello stesso coordinatore per l'esecuzione con
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l'indicazione, prima dell'inizio dei singoli lavori, dei nominativi dei datori di
lavoro delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi;
la descrizione del contesto in cui è collocata l'area di cantiere e una
descrizione sintetica dell'opera, con particolare riferimento alle scelte
progettuali, architettoniche, strutturali e tecnologiche
le misure di sicurezza contro i possibili rischi provenienti dall’esterno del
cantiere;
la pianificazione e l’analisi dei lavori, con la definizione delle varie fasi in
cui può essere destrutturata l’intera attività lavorativa, con l’identificazione
dell’impresa che presumibilmente eseguirà tale operazione e con una stima
della possibile durata temporale e degli addetti necessari all’esecuzione di
tale lavorazione;
una relazione che, partendo dall’analisi di dettaglio descritta in precedenza,
contenga l'individuazione, l'analisi e la valutazione dei rischi concreti in
riferimento all'area ed all'organizzazione del cantiere, alle lavorazioni ed alle
loro interferenze;
le scelte progettuali ed organizzative, le procedure, le misure preventive e
protettive che dovranno essere attuate in funzione del sito specifico dell’area
di cantiere, tenuto conto dell'organizzazione del cantiere stesso e delle
lavorazioni che vi verranno eseguite;
le prescrizioni operative, le misure preventive e protettive ed i dispositivi di
protezione individuale che dovranno essere attuate a causa delle interferenze
emerse tra le varie lavorazioni;
le misure di coordinamento relative all'uso comune da parte di più imprese e
lavoratori autonomi, come scelta di pianificazione lavori finalizzata alla
sicurezza, di apprestamenti, attrezzature, infrastrutture, mezzi e servizi di
protezione collettiva;
le modalità organizzative della cooperazione e del coordinamento, nonché
della reciproca informazione, fra i datori di lavoro e tra questi ed i lavoratori
autonomi;
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l'organizzazione prevista per il servizio di pronto soccorso, antincendio ed
evacuazione dei lavoratori;
il cronoprogramma dei lavori, composto dalle varie fasi lavorative analizzate
in precedenza e l'entità presunta del cantiere espressa in uomini-giorno;
la stima analitica dei costi della sicurezza, riferita all’elenco dei Prezzi
ufficiale per le Opere Pubbliche oppure a elenco prezzi utilizzati dal
Committente o derivanti da indagini di mercato.
Il Piano di Sicurezza e Coordinamento sarà corredato da uno o più elaborati grafici,
esplicativi dell’organizzazione del cantiere, della logistica dei lavori, di eventuali particolari
modalità operative di attuazione dei lavori e di quant’altro possa essere ritenuto utile dal
Coordinatore per la Progettazione.