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Allegato 1
Modello A
SCHEDA DI PROGETTO (MODELLO A)
1. Tematica/
Filiera Allevamento sostenibile del coniglio / Filiera cunicola
2. Titolo
BENESSERE E SICUREZZA ALIMENTARE IN FILIERA CORTA
PER UN
CONIGLIO ITALIANO DI QUALITA’ SUPERIORE
3. Acronimo CIQUAS (CONIGLIO ITALIANO DI QUALITA’ SUPERIORE)
4. Tipo di progetto Bando Affidamento diretto Sportello
1
2 X
3
5. Durata (mesi) 26
6. Importo (€)
Costo totale
Costo congruo4 Finanziamento
richiesto
Finanziamento 5concesso
694.993,01 680.000,00
7. Coordinatore
di progetto Nome e Cognome Fabrizio Agnoletti
Qualifica Dirigente Veterinario
Istituzione di
appartenenza
Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
Indirizzo Vicolo Mazzini 4/5, 31020 - Villorba (TV)
Tel/fax 0422 302302 - fax 0422 421154
e-mail [email protected]
8. Istituzione
proponente
Denominazione: Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
Indirizzo: viale dell’Università 10, 35020 Legnaro (PD)
Tel.: 049 8084211, Fax:049 8830046, e-mail: [email protected]
IBAN IT65F0622512034100000000024
ABI 06225 CAB 12034 BIC IBSPIT2P
N. di conto di contabilità speciale aperto presso la Tesoreria centrale e
provinciale dello Stato ai sensi della legge 29.10.1984, N. 720 di
"Istituzione del sistema di Tesoreria unica per Enti ed Organismi pubblici".
Allegato 1
Modello A
10. Descrizione del progetto
Sintesi del progetto7 (abstract max. 1/2pag)
Il progetto intende promuovere modalità di allevamento professionale del coniglio più compatibili
con gli indirizzi della Commissione Europea rivolti alla riduzione dell’utilizzo di farmaci negli
allevamenti zootecnici e all’aumento delle condizioni di benessere degli animali allevati.
Al tempo stesso il progetto si propone di valorizzare le caratteristiche di qualità del prodotto
nazionale, al fine di rendere la filiera cunicola italiana capace di resistere alle sfide della
globalizzazione e all’allargamento dei mercati. A questo scopo verranno sperimentate modalità di
allevamento di razze cunicole nazionali, caratterizzate da elevata rusticità (intesa come capacità di
adattamento a forme di allevamento alternative ma anche come resistenza alle patologie), sia in
strutture all’aperto (plen air) che in capannoni tradizionali all’interno dei quali, tuttavia, la densità
animale (calcolata a pieno carico come Kg p.v./ m2
di superficie di capannone), sarà di 12-16 Kg
/m2 , e cioè inferiore di almeno il 30% rispetto alle densità raggiunte nelle attuali realtà produttive.
Per l’alimentazione degli animali, inoltre, verranno utilizzate razioni rappresentate da pellet con
integrazione di fibra e da una razione sperimentale di tipo unifeed. Durante le fasi di allevamento
sarà vietato ogni intervento antibiotico con finalità profilattiche ed eventuali interventi terapeutici
saranno adottati sulla base di indagini di laboratorio. Durante tutte le fasi di allevamento verranno
registrate le informazioni sulle condizioni sanitarie delle partite, integrate, a campione, da
osservazioni comportamentali ottenute mediante sistemi di videoregistrazione e dalla valutazione
della qualità dell’aria (sia dal punto di vista microbiologico che della presenza di gas nocivi),
utilizzata come indicatore di benessere delle specie allevate all’interno della Direttiva 98/58/EC.
Alla fine del ciclo di ingrasso gli animali verranno regolarmente macellati e verranno valutate le
rese di macellazione, le caratteristiche delle carcasse e, a campione, le caratteristiche
bromatologiche e chimiche delle carni. Al macello verranno anche prelevati campioni di contenuto
ciecale utilizzati per l’isolamento di Escherichia coli, che servirà da indicatore di resistenza agli
antimicrobici. In particolare, il confronto delle prevalenze di resistenza e dei pattern di
multiresistenza di ceppi isolati da conigli alimentati con mangimi medicati o non medicati, fornirà
indicazioni sulle possibilità di contenere le resistenze applicando le modalità di prudent use del
farmaco e, in assoluto, riducendo la somministrazione di antimicrobici per via orale.
I criteri per definire il successo di una combinazione di allevamento (ovvero di una combinazione
di razze, alimenti e ambiente/densità di stabulazione) saranno basati sull’integrazione dei risultati
sanitari dei diversi cicli di allevamento, delle osservazioni comportamentali, delle performance
zootecniche e delle caratteristiche chimico-bromatologiche delle carni e con la comparazione con
analoghi risultati ottenuti in cicli di ingrasso effettuati in condizioni standard, ovvero con le densità
e gli alimenti pellettati attualmente in uso. Questi dati, a loro volta integrati dai costi di produzione,
permetteranno di scegliere una o più combinazioni di allevamento ottimali che potranno
rappresentare un’alternativa sostenibile agli attuali sistemi di produzione intensiva della carne di
coniglio.
Allegato 1
Modello A
10.1 Inquadramento del progetto negli obiettivi della programmazione del settore (max 1
pagina)8
La filiera della carne di coniglio evidenzia alcune specificità non trascurabili in sede di
elaborazione di mirate politiche di intervento. Le relazioni esistenti tra gli operatori della filiera
mostrano elevati livelli di complementarità e di integrazione. La competitività è, quindi, da
ricercarsi nella funzionalità dell’intera filiera, di cui fanno parte non soltanto le imprese
direttamente impegnate nei processi di allevamento, lavorazione e trasformazione delle carni, ma
anche quelle imprese attive a monte e a valle degli stessi processi di produzione primaria, non
escludendo il ruolo e le funzioni espletate da quelle istituzioni – private e pubbliche- che possono
favorire un contesto operativo più fluido e funzionale alla competitività delle imprese. A livello
nazionale la struttura degli allevamenti cunicoli è cosi suddivisa:
- 98% degli allevamenti intensivi attua il ciclo chiuso (svezzamento e ingrasso del coniglio);
- 2% effettua in modo separato lo svezzamento e l’ingrasso del coniglio.
L’allevamento di coniglio, pur essendo presente su tutto il territorio nazionale, ha un’importante
differenziazione territoriale, collegata alla localizzazione geografica degli allevamenti (Nord,
Centro e Sud Italia) sia per motivi climatici (il clima influenza i cicli biologici degli animali) sia
per motivi tecnico-strutturali ed organizzativi, che si riscontrano nel peso finale del coniglio
prodotto nelle diverse aree geografiche: nel Nord Italia supera i 2,6-2,8 kg/capo, nel Centro Italia
2,5 – 2,6 kg/capo, nel Sud Italia è di 2,4- 2,5 kg/capo. L’ Organizzazione di filiera in alcune aree
del paese (Centro Nord Italia) è già strutturata con alcune punte di eccellenza, mentre in altre deve
subire un forte impulso (Sud Italia). La macellazione a livello nazionale opera con circa 50 macelli
aventi Bollo CEE, concentrati prevalentemente nel Nord Italia. I canali di commercializzazione
delle carni di coniglio sono i seguenti: il 40% circa con la G.D.O, il 36% circa mediante il
commercio tradizionale mentre il rimanente 24% con le altre forme di distribuzione ( piccoli
negozi, vendita diretta, consumo familiare).
Nell’ambito di questo quadro generale del comparto, il presente progetto risponde ad alcune linee
di intervento previste negli assi dello stesso Piano Nazionale di intervento per il settore Cunicolo.
Tale piano prevede la fattibilità di un disciplinare denominato “Coniglio italiano di qualità”.
Il programma di ricerca ha come obiettivo generale, attraverso il conseguimento dei successivi
obiettivi specifici descritti, la messa a punto di un nuovo modello organizzativo basato sulla
creazione di una filiera corta per la produzione, trasformazione e commercializzazione del coniglio
da carne, sia in forma tradizionale che attraverso prodotti innovativi, in grado di qualificare e
innovare la produzione nazionale rendendola riconoscibile e mantenendo al tempo stesso la
massima parte del valore aggiunto presso la produzione. Nell’insieme, si tratta di proporre agli
allevamenti italiani, alle loro organizzazioni ed in ultima analisi al consumatore, un prodotto
pensato, nato ed allevato in Italia, realizzato secondo apposite linee guida e precisi protocolli
operativi, garantito e certificato mediante un proprio disciplinare di produzione e trasformazione,
che consenta di identificare e valorizzare il prodotto nazionale favorendone l’inserimento nel
previsto Sistema di Qualità Nazionale. In particolare nell’ambito delle linee di intervento suddivise
in 4 Assi, il progetto proposto si inserisce nell’ambito dell’Asse 4, che prevede la realizzazione di
interventi per “Innovazione e promozione degli investimenti”; in particolare il punto 4B richiama
la necessità di sviluppare “investimenti di riqualificazione degli allevamenti con specifici interventi
volti a favorire la qualificazione aziendale con l’assegnazione di incentivi e/o agevolazioni per
l’adeguamento strutturale alle nuove esigenze di benessere animale previste dalla normativa
comunitaria”. L’Unione Europea sta completando anche per il coniglio la normativa sul benessere
di allevamento con conseguente necessità, per gli allevamenti italiani, di adeguamenti strutturali a
nuovi standard produttivi. Il presente progetto risponde anche agli obiettivi riportati nell’ambito
dell’Asse 3 che prevede al punto 3A l’istituzione del disciplinare del “Coniglio italiano di qualità”
e al punto 3B l’etichettatura di origine.
Allegato 1
Modello A
10.2 Stato dell’arte generale sull’argomento del progetto (max ½ pagina)14
La Commissione Europea ha recentemente pubblicato un “Action Plan against antimicrobial
resistance” articolato in 12 azioni concrete da attuare nei prossimi cinque anni e finalizzate, in
ambito veterinario, a promuovere l’uso prudente degli antimicrobici, a rafforzare le legislazioni
nazionali sul farmaco e ad implementare sistemi di sorveglianza sull’impiego degli antimicrobici
(EC press release 17.11.2011,http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/11/1359).
La gravità del fenomeno delle resistenze batteriche agli antimicrobici, ed i costi sociali ed
economici ad essa correlati, sono ormai chiari (ECDC-EMEA Technical Report “The bacterial
challange: time to react” http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document library/Report/2009/
11/WC500008770.pdf), così com’è ormai assodato il ruolo dell’utilizzo del farmaco veterinario
nell’induzione delle resistenze (Scientific Opinion on the public health risks of bacterial strains
producing extended-spectrum β-lactamases and/or AmpC β-lactamases in food and food-producing
animals. EFSA Journal 2011;9(8):2322 [95 pp.]. doi:10.2903/j.efsa.2011.2322).
In questo contesto è evidente che l’utilizzo di antimicrobici nel mangime con finalità di profilassi o
metafilassi non sarà più sostenibile nell’immediato futuro. In particolare questa modalità di impiego
del farmaco è ancora molto diffusa nella coniglicoltura italiana, penalizzata da dimensioni degli
allevamenti mediamente doppie rispetto a quelle di altri produttori europei. E’ noto, infatti, che
queste maggiori dimensioni, spesso associate a sistemi automatici di alimentazione, introducono
elementi di rigidità nella gestione aziendale che si ripercuotono sullo stato di salute e di benessere
degli animali allevati comportando l’utilizzo di farmaci antimicrobici come fattore ordinario di
produzione. Anche sul fronte del benessere, peraltro, l’attenzione è elevata (European Food Safety
Authority, 2005. The Impact of the current housing and husbandry systems on the health and
welfare of farmed domestic rabbits. EFSA Journal 267:1-31), anche se non si è ancora tradotta in
una norma di legge specifica per il coniglio. Pertanto si pone con urgenza la necessità di
riconvertire la filiera italiana del coniglio ad un modello produttivo più rispettoso della salute e del
benessere animale, nella quale l’utilizzo del farmaco avvenga unicamente per necessità terapeutiche
secondo i criteri di prudent use. In questo ambito la ricerca si è impegnata in modo limitato e le
conoscenze sugli effetti della riduzione delle densità e dell’adozione di diete ad elevato contenuto in
fibra, anche mediante somministrazioni di razioni di tipo unifeed, sono sostanzialmente basate su
evidenze di campo e sulle esperienze delle organizzazioni dei produttori.
10.3 Obiettivi generali e specifici (intermedi e finali - max ½ pagina)
Il progetto intende promuovere modalità di allevamento professionale del coniglio più compatibili
con gli indirizzi della Commissione Europea rivolti alla riduzione dell’utilizzo di farmaci negli
allevamenti zootecnici e all’aumento delle condizioni di benessere degli animali allevati.
Al tempo stesso il progetto si propone di valorizzare le caratteristiche di qualità del prodotto
nazionale, al fine di rendere la filiera cunicola capace di resistere alle sfide della globalizzazione e
all’allargamento dei mercati.
A questo scopo verranno sperimentate modalità di allevamento di razze cunicole nazionali,
caratterizzate da elevata rusticità (intesa come capacità di adattamento a forme di allevamento
alternative ma anche come resistenza alle patologie), sia in strutture all’aperto (plen air) sia in
capannoni tradizionali all’interno dei quali, tuttavia, la densità animale ( calcolata a pieno carico
come Kg peso vivo/ m2 di superficie di capannone), sarà di 12-16 Kg /m
2 , e cioè inferiore di
almeno il 30% rispetto alle densità raggiunte nelle attuali realtà produttive. Per l’alimentazione
degli animali, inoltre, verranno utilizzate razioni rappresentate da pellet con integrazione di fibra e
Allegato 1
Modello A
da una razione sperimentale di tipo unifeed. Durante tutte le fasi di allevamento verranno registrate
le informazioni sulle condizioni sanitarie delle partite, integrate, a campione, da osservazioni
comportamentali ottenute mediante sistemi di videoregistrazione e dalla valutazione della qualità
ambientale, utilizzando come indicatori la qualità microbiologica dell’aria e la concentrazione di
gas nocivi. Alla fine del ciclo di ingrasso gli animali verranno regolarmente macellati e verranno
valutate le rese di macellazione, le caratteristiche delle carcasse e, a campione, le caratteristiche
bromatologiche, nutraceutiche e della shelf life delle carni. La comparazione dei profili di
multiresistenza e della prevalenza delle resistenze in ceppi di microrganismi indicatori (E.coli)
ottenuti da tamponi ciecali prelavati al macello, fornirà indicazioni sulle possibilità di contenere le
resistenze applicando i criteri del prudent use del farmaco e, in assoluto, riducendo la
somministrazione di antimicrobici per via orale.
Obiettivi Generali: Messa a punto di modelli di allevamento cunicolo in grado di salvaguardare il
benessere animale garantendo un minor utilizzo di antimicrobici, ottenendo così carni di qualità
superiore.
Obiettivi specifici saranno in ordine cronologico:
1) individuazione di linee genetiche che, per caratteristiche di rusticità, risultino più adatte ad un
allevamento professionale caratterizzato da assenza di medicazioni profilattiche del mangime,
nonché ad un allevamento di tipo plen air;
2) formulazione di razioni alimentari alternative, anche di tipo unifeed , caratterizzate da elevati
livelli di fibra grezza;
3) messa a punto di protocolli per il monitoraggio sanitario, comportamentale e ambientale
4) realizzazione di cicli di ingrasso secondo il piano sperimentale durante i quali verranno eseguiti i
monitoraggi previsti e verranno messi a punto i piani operativi necessari per esportare i modelli
sperimentale testati;
5) valutazione delle caratteristiche bromatologiche, chimiche e della shelf life delle carni degli
animali prodotti nelle diverse condizioni sperimentali;
6) ottenere indicazioni sulle possibilità di contenere le resistenze batteriche applicando i criteri di
prudent use del farmaco e, in assoluto, riducendo la somministrazione agli animali allevati di
antimicrobici per os.
7) elaborazione dei dati raccolti durante il progetto e la valutazione delle combinazioni sostenibili di
linea genetica, alimento e tipologia di allevamento;
8) divulgazione dei risultati agli operatori della filiera cunicola nazionale
10.4. Enti partecipanti al progetto
▪ Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
▪ Organizzazione professionale “Coniglio Veneto”
▪ ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani)
▪ CRA-PCM (Centro di ricerca per la produzione delle carni e il miglioramento genetico)
10.4.1.Unità Operative
U.O. n. 1: Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie
Coordinatore del progetto, coinvolto in tutti i work package, curerà in particolare la valutazione
delle condizioni sanitarie dei gruppi allevati (monitoraggio sanitario), effettuerà i rilievi
comportamentali (monitoraggio comportamentale), la valutazione della qualità dell’aria quale
indicatore di benessere ai sensi della Direttiva 98/58/EC (monitoraggio ambientale), il monitoraggio
Allegato 1
Modello A
delle resistenze batteriche, la raccolta, l’analisi e l’elaborazione dei dati, la stesura della relazione
finale.
U.O. n. 2 Organizzazione Professionale “Coniglio Veneto”
Parteciperà alla pianificazione delle attività sperimentali e si farà carico delle prove di ingrasso in
allevamenti dei propri soci. In particolare metterà a disposizioni un allevamento convenzionale
dotato di strutture idonee all’esecuzione di prove di ingrasso in diverse situazioni sperimentali
(diversa alimentazione, diversa genetica e diversa densità) ed un allevamento di tipologia “plen air”
dove effettuare analoghe sperimentazioni. Attraverso il proprio personale si farà carico delle
registrazioni giornaliere previste nel progetto (compilazione “schede di ciclo”) che verranno poi
consegnate all’UO n. 1. Parteciperà attivamente alla formulazione delle razioni alimentari e alla
scelta delle linee genetiche da utilizzare nel progetto.
U.O. n. 3 ANCI (Associazione Nazionale Coniglicoltori Italiani)
Parteciperà alla pianificazione delle attività sperimentali e si farà carico delle prove di ingrasso
mettendo a disposizione le proprie strutture e la propria organizzazione. In particolare metterà a
disposizioni un allevamento convenzionale dotato di strutture idonee all’esecuzione di prove di
ingrasso in diverse situazioni sperimentali (diversa alimentazione, diversa genetica o diverso
densità). Attraverso il proprio personale si farà carico delle registrazioni giornaliere previste nel
progetto (compilazione “schede di ciclo”) che verranno poi consegnate all’UO n. 1. Parteciperà
attivamente alla formulazione delle razioni alimentari, alla scelta delle linee genetiche da utilizzare
nel progetto e alla diffusione dei risultati agli operatori della filiera cunicola nazionale.
U.O n. 4: CRA-PCM (Centro di ricerca per la produzione delle carni e il miglioramento genetico)
Parteciperà alla pianificazione delle attività e si farà carico della definizione delle caratteristiche
delle carcasse originate dalle diverse situazioni sperimentali (partite di animali di diversa linea
genetica, diversamente alimentati e allevati in diverse tipologie di strutture e/o a diverse densità)
nonché delle caratteristiche bromatologiche, nutraceutiche e della shelf life delle carni, lavorando
su campioni ricevuti dalle UO 2 e 3.
10.4.2 Imprese
10.4.3 Collaborazioni
L’UO 1 prevede di acquisire la collaborazione per la realizzazione delle attività di
comunicazione/divulgazione ed un supporto tecnico al coordinatore.
L’UO2 prevede di avvalersi della collaborazione della Ditta F.lli Martini SPA per l’acquisto dei
mangimi
10.5a WBS (Work breakdown structure)
Work Package Descrizione attività
Wp 1 Coordinamento del progetto
Wp 2 Individuazione delle linee genetiche
Wp 3 Scelta e allestimento degli allevamenti in cui attuare le prove sperimentali
Wp 4 Definizione dei mangimi e della tipologia di razionamento da adottare nel corso
delle prove sperimentali
Wp 5 Definizione protocolli per la valutazione sanitaria delle partite, del benessere e
della qualità dell’aria
Wp 6 Definizione protocolli per la valutazione delle caratteristiche delle carcasse e
delle analisi chimico-bromatologiche delle carni
Wp 7 Pianificazione delle attività e dei flussi informativi
Allegato 1
Modello A
Wp 8 Attività sperimentali in capannone con linea genetica A e mangimi alternativi
Wp 9 Attività sperimentali in capannone con linea genetica B e mangimi alternativi
Wp 10 Attività sperimentali in “plen air” con linea genetica A e mangimi alternativi
Wp 11 Attività sperimentali in “plen air” con linea genetica B e mangimi alternativi
Wp 12 Monitoraggio sanitario
Wp 13 Monitoraggio comportamentale
Wp 14 Monitoraggio ambientale
Wp 15 Valutazione delle caratteristiche chimico-bromatologiche delle carni
Wp 16 Monitoraggio delle resistenze
Wp 17 Analisi ed elaborazione dati
Wp 18 Piano di sfruttamento dei risultati e valutazione delle ricadute
10.5b Piano di attività (max 10 pagine)15
Il progetto intende promuovere modalità di allevamento professionale del coniglio più compatibili
con gli indirizzi della Commissione Europea rivolti alla riduzione dell’utilizzo di farmaci negli
allevamenti zootecnici e all’aumento delle condizioni di benessere degli animali allevati.
Al tempo stesso il progetto si propone di valorizzare le caratteristiche di qualità del prodotto
nazionale, al fine di rendere la filiera cunicola capace di resistere alle sfide della globalizzazione e
all’allargamento dei mercati.
A questo scopo verranno sperimentate modalità di allevamento di razze cunicole nazionali,
caratterizzate da elevata rusticità (intesa come capacità di adattamento a forme di allevamento
alternative ma anche come resistenza alle patologie), sia in strutture all’aperto (“plen air”) sia in
capannoni tradizionali all’interno dei quali, tuttavia, la densità animale ( calcolata a pieno carico
come Kg peso vivo/ m2 di superficie di capannone), sarà di 12-16 Kg /m
2 , e cioè inferiore di
almeno il 30% rispetto alle densità raggiunte nelle attuali realtà produttive. Per l’alimentazione
degli animali, inoltre, verranno utilizzate razioni rappresentate da pellet con integrazione di fibra e
da una razione sperimentale di tipo unifeed. Durante tutte le fasi di allevamento verranno registrate
le informazioni sulle condizioni sanitarie delle partite, integrate, a campione, da osservazioni
comportamentali ottenute mediante sistemi di videoregistrazione e dalla valutazione della qualità
ambientale, utilizzando come indicatori la qualità microbiologica dell’aria e la concentrazione di
gas nocivi.
Alla fine del ciclo di ingrasso gli animali verranno regolarmente macellati e verranno valutate le
rese di macellazione, le caratteristiche delle carcasse e, a campione, le caratteristiche
bromatologiche, nutraceutiche e della shelf life delle carni.
Infine, la comparazione dei profili di multiresistenza e della prevalenza delle resistenze in ceppi di
microrganismi indicatori (E.coli) ottenuti da tamponi ciecali prelavati al macello, fornirà
indicazioni sulle possibilità di contenere le resistenze applicando le modalità di prudent use del
farmaco e, in assoluto, riducendo la somministrazione di antimicrobici per os.
WP n Titolo WP Attività e metodi Risultati UO Indicatori di verifica
1 Coordinamento
del progetto
Riunioni o web
conference,
sopralluoghi nelle
aziende
sperimentali e/o
Coordinamento
del progetto,
verifica dello
svolgimento delle
attività secondo il
1 Verbali riunioni trasmessi a
tutte le UO
Allegato 1
Modello A
nelle sedi delle
diverse UO
cronoprogramma,
verifica del
raggiungimento
degli obiettivi
intermedi e
finali, adozione di
misure correttive
in caso di
scostamento dalla
pianificazione
iniziale.
2 Individuazione
delle linee
genetiche
Analisi delle
caratteristiche
delle linee
genetiche a
disposizione e
scelta delle due
linee da impiegare
nelle prove
sperimentali
Scelta delle due
linee genetiche da
utilizzare nel
progetto
1,2,3 Documento del
coordinatore del progetto
trasmesso a tutte le UO
3 Scelta e
allestimento degli
allevamenti in
cui attuare le
prove
sperimentali
Analisi degli
allevamenti
disponibili per le
prove
sperimentali e
delle loro
caratteristiche
strutturali.
Pianificazione dei
cicli di
allevamento e
delle modalità
pratiche di
realizzazione.
Scelta degli
allevamenti e
definizione delle
modifiche
organizzative
finalizzate
all’esecuzione
delle prove
sperimentali.
1,2,3 Documento del
coordinatore del progetto
trasmesso a tutte le UO
4 Definizione dei
mangimi e della
tipologia di
razionamento da
adottare nel corso
delle prove
sperimentali
Nel corso di
riunioni o web
conference
verranno discusse
le caratteristiche
dei mangimi sulla
base delle
pregresse
esperienze delle
UO 2 e 3
Scelta della
tipologia di
mangimi da
adottare nelle
prove di ingrasso
e definizione
esatta delle loro
caratteristiche
fisiche e
nutrizionali.
1,2,3 Documento del
coordinatore del progetto
trasmesso a tutte le UO
5 Definizione
protocolli per la
valutazione
sanitaria delle
partite, del
benessere e della
qualità dell’aria
Definizione dei
protocolli
mediante
revisione critica
della letteratura
scientifica ed
utilizzando
pregresse
esperienze di
ricerca dell’UO 1
Definizione dei
metodi,
produzione di
schede raccolta
dati e formazione
del personale
coinvolto.
1 Documento del
coordinatore del progetto
trasmesso a tutte le UO.
Predisposizione schede
raccolta dati. Verbali
formazione del personale
coinvolto.
6 Definizione
protocolli per la
Definizione dei
protocolli
Definizione dei
protocolli, delle
1,4 Documento del
coordinatore del progetto
Allegato 1
Modello A
valutazione delle
caratteristiche
delle carcasse e
delle analisi
chimico-
bromatologiche
delle carni
mediante
revisione critica
della letteratura
scientifica
modalità di
campionamento e
di invio dei
campioni all’UO
4
trasmesso a tutte le UO
7 Pianificazione
delle attività e dei
flussi informativi
Definizione nel
corso di riunioni o
web conference di
tutte le attività di
progetto e dei
flussi informativi
Pianificazione di
dettaglio delle
prove
sperimentali e
diagramma di
flusso delle
informazioni
1,2,3,
4
Calendario delle attività e
diagramma di flusso
trasmesso a tutte le UO
8 Attività
sperimentali in
capannone con
linea genetica A
e mangimi
alternativi
Prove di ingrasso
realizzate in
allevamenti
coperti con
diverse densità di
allevamento
utilizzando
conigli della linea
genetica A
Definizione delle
performance
zootecniche e
sanitarie della
linea genetica A
in capannone
coperto con due
diverse densità di
allevamento e
con diverse
tipologie di
mangime
1,2,3 Schede “ciclo ingrasso”
compilate dagli addetti alle
prove
9 Attività
sperimentali in
capannone con
linea genetica B e
mangimi
alternativi
Prove di ingrasso
realizzate in
allevamenti
coperti con
diverse densità di
allevamento
utilizzando
conigli della linea
genetica B
Definizione delle
performance
zootecniche e
sanitarie della
linea genetica B
in capannone
coperto con due
diverse densità di
allevamento e
con diverse
tipologie di
mangime
1,2,3 Schede “ciclo ingrasso”
compilate dagli addetti alle
prove
10 Attività
sperimentali in
“plen air” con
linea genetica A
e mangimi
alternativi
Prove di ingrasso
realizzate in
allevamento di
tipo plen air
con diverse
densità di
allevamento
utilizzando
conigli della linea
genetica A
Definizione delle
performance
zootecniche e
sanitarie della
linea genetica A
in allevamento
plen air con due
diverse densità di
allevamento e
con diverse
tipologie di
mangime
1,2 Schede “ciclo ingrasso”
compilate dagli addetti alle
prove
11 Attività
sperimentali in
“plen air” con
linea genetica B e
mangimi
alternativi
Prove di ingrasso
realizzate in
allevamento di
tipo plen air con
diverse densità di
allevamento
Definizione delle
performance
zootecniche e
sanitarie della
linea genetica B
in allevamento
1,2 Schede “ciclo ingrasso”
compilate dagli addetti alle
prove
Allegato 1
Modello A
utilizzando
conigli della linea
genetica B
plen air con due
diverse densità di
allevamento e
con diverse
tipologie di
mangime
12 Monitoraggio
sanitario
Valutazione
clinica degli
animali allevati
secondo un
protocollo
standardizzato e
compilazione di
apposite schede
sanitarie. Indagini
di laboratorio con
finalità
diagnostiche in
caso di patologie.
Definizione delle
performance
sanitarie per
ciascun ciclo di
ingrasso.
1 Schede sanitarie compilate
per ciascun ciclo di
ingrasso
13
Monitoraggio
comportamentale
Videoregistrazio-
ne etogramma
Valutazione del
pattern
comportamentale
degli animali
delle linee
genetiche A e B
nelle diverse
condizioni di
allevamento
1 Videoregistrazioni
14 Monitoraggio
ambientale
Valutazione
qualità
microbiologica
dell’aria e delle
concentrazioni di
gas nocivi
secondo le
procedure messe a
punto dall’UO 1
in precedenti
progetti di ricerca
Definizione delle
caratteristiche
microbiologiche
dell’aria e delle
concentrazioni di
gas nocivi nelle
diverse situazioni
sperimentali
1 Numero cicli di ingrasso
esaminati
15 Valutazione delle
caratteristiche
chimico-
bromatologiche
delle carni
Esecuzione della
dissezione a
campione delle
carcasse di
conigli, analisi
chimico-
bromatologiche,
ricerca di alcuni
nutraceutici
specifici e
valutazione
della shelf life
sui campioni di
carne
provenienti dalle
Risultati
riguardanti la
valutazione
della carcassa e
delle
caratteristiche
bromatologiche
delle carni
Individuazione e
quantificazione
di nutraceutici
specifici e
determinazione
della
conservabilità
1,4 Numero carcasse
esaminate e numero di
determinazioni eseguite.
Valutazione della
variabilità e attendibilità
dei risultati in confronto
con i dati di letteratura
relativi al dato analitico
indagato .
Allegato 1
Modello A
diverse tesi
sperimentali
inviati dalla UO
2 e 3
della carne in tre
tempi diversi.
16 Monitoraggio
delle resistenze
batteriche
Al macello
prelievi
randomizzati di
tamponi ciecali
da ciascun
gruppo di
ingrasso,
isolamento di
microrganismi
indicatori (E.
coli) e
valutazione
farmacosensibili
tà (MIC).
Prevalenza delle
resistenze
batteriche e
profili di
multiresistenza
in
microrganismi
indicatori isolati
dai gruppi di
conigli
alimentati con
mangime
medicato e non
medicato
1 Numero di ceppi
batterici esaminati,
relazione del
responsabile del progetto
17 Analisi ed
elaborazione dati
Creazione di un
database unificato
dei risultati
sperimentali ed
applicazione di
metodi statistici
Individuazione
delle condizioni
sperimentali in
cui si sono avuti i
migliori risultati
sanitari e
zootecnici
1,4 Relazione finale del
progetto
18 Piano di
sfruttamento dei
risultati e
ricadute
Brainstorming nel
corso di riunioni o
web conference
Definizione
modalità di
divulgazione dei
risultati del
progetto.
Pianificazione dei
futuri sviluppi.
1,2,3,
4 Documento del
coordinatore
Atti delle riunioni fatte con
tecnici e operatori del
settore.
Definizione linee guida
“disciplinare coniglio
italiano di qualità”.
10.5.1 Ricadute e benefici del progetto
Il progetto rappresenta una ricerca applicata che vede la collaborazione di Enti Pubblici (IZSVe e
CRA) e di organizzazioni di produttori (O.P. “Coniglio Veneto” e ANCI) con la finalità di
individuare rapidamente modalità di allevamento intensivo del coniglio da carne che consentano
all’attuale sistema produttivo italiano di adeguarsi ai mutati scenari sociali ed economici, senza
laceranti discontinuità. In particolare sono tre gli elementi che sollecitano un cambiamento:
1) l’ampia diffusione di resistenza agli antibiotici in EU e l’allarme per i costi umani ed economici
ad essa correlati; 2) la spinta del legislatore verso modelli produttivi più rispettosi del benessere
animale e più coerenti con i mutamenti culturali e sociali intervenuti in Europa; 3) i continui
incrementi dei costi di produzione che, negli ultimi anni, hanno drammaticamente eroso la
marginalità dei produttori mettendone in discussione la sopravvivenza stessa.
Questo progetto si propone di individuare modalità di allevamento intensivo meno “spinte”, che
consentano, attraverso una riduzione delle densità animali e mediante l’utilizzo di mangimi più
simili all’alimentazione naturale del coniglio, di migliorare le condizioni di salute e di benessere
degli animali allevati, riducendo al tempo stesso i costi di produzione.
Allegato 1
Modello A
Quest’ultimo obiettivo potrebbe essere raggiunto attraverso l’utilizzo di alimenti meno costosi
rispetto al tradizionale mangime pellettato. La riduzione dei costi, tuttavia, potrebbe essere
raggiunta , indirettamente, anche attraverso la riduzione di mortalità e di patologie enteriche
conseguente al miglioramento della fisiologia digestiva dovuto all’incremento del contenuto in
fibra grezza e alla diminuzione del tenore in amido delle razioni. Ciò consentirebbe anche di
eliminare i costi, oggi rilevanti, sostenuti dagli allevatori per le medicazioni profilattiche o
metafilattiche dei mangimi, a loro volta spesso responsabili di patologie enteriche iatrogene. Il
minor utilizzo di antibiotici, inoltre, avrebbe evidenti ripercussioni sulla qualità del prodotto e
sulla sicurezza alimentare, venendo incontro alle richieste della CE in merito alla riduzione
dell’uso di farmaci nel comparto zootecnico. Il modello produttivo che consentirà le migliori
performance zootecniche, sanitarie, chimico-bromatologiche, senza incremento dei costi di
produzione, verrà inserito in Protocolli Operativi di produzione, trasferibili alle diverse realtà della
filiera cunicola italiana.
10.5.2 Ostacoli prevedibili ed azioni correttive
In questo progetto una delle possibili fonti di errore è rappresentata da modalità difformi di
raccolta dati. Nei diciannove mesi di attività sperimentale “di campo”, infatti, in allevamenti
diversi e geograficamente distanti fra loro, sarà necessario raccogliere dati sulle condizioni
sanitarie dei gruppi allevati, sugli aspetti comportamentali, sulle performance zootecniche e sulla
qualità dell’ambiente. Al superamento di questa problematica, tuttavia, saranno dedicati specifici
WP che si propongono di standardizzare quanto più possibile le procedure e di formare
adeguatamente il personale coinvolto nella sperimentazione. Inoltre, per ridurre al massimo le
variabili di progetto, molte attività saranno centralizzate; ad esempio l’analisi dei dati verrà
centralizzata presso l’UO n. 1; la macellazione a fine ciclo verrà effettuata presso un’unica struttura
di macellazione; le analisi bromatologiche e chimiche verranno effettuate unicamente presso il
CRA-PCM (UO n. 4) ed anche la produzione dei mangimi sarà affidata ad un unico mangimificio
per tutte le prove di ingrasso. Nonostante questo, il buon andamento delle fasi di ingrasso di
animali alimentati con mangimi non tradizionali non è scontato ed è possibile che durante i diversi
cicli di ingrasso si manifestino problematiche sanitarie di tipo enterico o, più probabilmente, si
osservino accrescimenti ponderali non ottimali. Durante il periodo di sperimentazione, tuttavia, la
salute degli animali sarà monitorata grazie alla continua assistenza veterinaria, garantita dalle U.O.
1 e 3., e sarà possibile intervenire in qualunque momento con terapie mirate in acqua. Inoltre,
utilizzando consulenti esperti nel settore del razionamento e della formulazione dei mangimi,
garantiti dall’U.O. 2, sarà possibile adattare la formulazione dei mangimi fra un ciclo produttivo
ed il successivo, cercando di eliminare progressivamente i difetti di formulazione eventualmente
osservati. Infine possibili bias legati alla diversa localizzazione geografica degli allevamenti ed alle
conseguenti diversità climatiche, verranno superati riproducendo in ciascun allevamento le stesse
combinazioni di densità, linea genetica e alimento.
Allegato 1
Modello A
10.5.3 Diagramma di Gantt
mesi 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26
Wp 1
Wp 2
Wp 3
Wp 4
Wp 5
Wp 6
WP 7
Wp 8
Wp 9
Wp 10
Wp 11
Wp 12
Wp 13
Wp 14
Wp 15
Wp 16
Wp 17
Wp 18
Wp 1: coordinamento e supervisione del progetto
Wp 2: individuazione delle linee genetiche
Wp 3: scelta e allestimento degli allevamenti in cui attuare le prove sperimentali
Wp 4: definizione dei mangimi e della tipologia di razionamento da adottare nel corso delle prove sperimentali
Wp 5: definizione protocolli per la valutazione sanitaria delle partite, del benessere e della qualità dell’aria
Wp 6: definizione protocolli per la valutazione delle caratteristiche delle carcasse e delle analisi chimico-bromatologiche delle carni
Wp 7: pianificazione delle attività e dei flussi informativi
Wp 8: attività sperimentali in capannone con linea genetica A e mangimi alternativi
Wp 9: attività sperimentali in capannone con linea genetica B e mangimi alternativi
Wp 10: attività sperimentali in “plen air” con linea genetica A e mangimi alternativi
Wp 11: attività sperimentali in “plen air” con linea genetica B e mangimi alternativi
Allegato 1
Modello A
Wp 12: monitoraggio sanitario
Wp 13: monitoraggio comportamentale
Wp 14: monitoraggio ambientale
Wp 15: valutazione delle caratteristiche chimico-bromatologiche delle carni
Wp 16: Monitoraggio delle resistenze batteriche
Wp 17: analisi ed elaborazione dati
Wp 18: piano di sfruttamento dei risultati e valutazione delle ricadute
Allegato 1
Modello A
10.5.4 Reticolo logico del progetto (diagramma di Pert) che illustra l’articolazione delle attività fra le diverse U.O. (Le attività di coordinamento e i flussi informativi sono descritti mediante linea tratteggiata)
O.P. Coniglio V.to linea genetica A
ANCI linea genetica B
O.P. Coniglio V.to ANCI Allev. in capannone a densità ridotta
O.P. Coniglio V.to ANCI Allev. in capannone a densità standard (controllo)
O.P. Coniglio V.to Allevamento “plen air”
Alimento C
Alimento A
Alimento B
Alimento C
Alimento A
Alimento B
Alimento C
Alimento A
Alimento B
C.R.A.-PCM
Valutazione caratteristiche delle carcasse e analisi bromatologiche
delle carni
Macellazione.
IZSVe Coordinamento del progetto
Raccolta ed elaborazione dati unitamente alla altre U.O.
O.P. Coniglio V.to fornitore unico mangimi
Alimento A: alimento tradizionale Alimento B: pellet con integrazione di fibra Alimento C: unifeed
Allegato 1
Modello B
10.5.4a Matrice delle responsabilità
U.O. 1 U.O. 2 U.O. 3 U.O. 4
Wp 1 ●
Wp 2 ● ● ●
Wp 3 ● ● ●
Wp 4 ● ● ●
Wp 5 ●
Wp 6 ● ●
WP 7 ● ● ● ●
Wp 8 ● ● ●
Wp 9 ● ● ●
Wp 10 ● ●
Wp 11 ● ●
Wp 12 ●
Wp 13 ●
Wp 14 ●
Wp 15 ● ●
Wp 16 ●
Wp 17 ● ●
Wp 18 ● ● ● ●
U.O. n. 1 : IZSVe
U.O. n. 2: O.P. “Coniglio Veneto”
U.O. n. 3: ANCI
U.O. n. 4: CRA-PCM
Allegato 1
Modello B
11. Elenco degli strumenti tecnico-scientifici (attrezzature) funzionali alla ricerca proposta già
in dotazione degli enti partecipanti (max. ½ pag)
Descrizione Uso Unità operativa
Apparecchio AIRNOVA Rilevazione simultanea di gas
nocivi nell’aria
UO 1
Strumentazione completa per
laboratorio diagnostico e
microbiologico
Monitoraggio sanitario UO 1
Laboratorio di dissezione delle
carcasse,
Colorimetro spettrofotometro
Minolta per la valutazione del
colore della carne,
Dinamometro Instron, per
valutazioni tissurometriche ,
pH-metro,
Spettrofotometro a doppio
raggio per la valutazione del
TBARS e altri composti
chimici di degradazione,
sistema Soxlet per la
determinazione dei grassi
totali.
HPLC per la ricerca di
nutraceutici e sostanze
chimiche traccia,
gas cromatografo per l’analisi
del grasso ,
Fornetto di Grafite per
microelementi traccia,
Assorbimento atomico per
minerali,
Microonde ad alta pressione.
Stufe, muffole e piastre
riscaldanti per la
determinazione delle frazioni
di liquidi nelle carni.
Valutazione caratteristiche
chimico-bromatologiche delle
carni
UO 4
12. Elenco di strumenti tecnico-scientifici (attrezzature) che si intende acquistare con il
presente finanziamento16
Descrizione Motivazione Unità operativa acquirente
// // //