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Fondato nel 1987 Distretto2050-Gruppo Ticino n°9 Aprile 2004 Presidenza Ricotti Bollettino Mensile del Rotary Club Oltrepò Pavese e Piacentino E-mail: [email protected]t Sito Web del Distretto 2050 : www.rotary2050.org 1 ROTARY CLUB OLTREPÒ PAVESE PIACENTINO Bollettino Mensile Di cosa parliamo? Pag 1 Prima Pagina, Pag 1 La lettera del Governatore Pag 2 Calendario Distrettuale Aprile 04 Pag 2-7 Relazioni Caminetti e Conviviali del mese di Aprile 2004 Pag 7-9 Storia del Ponte Coperto IV Pag 9 Catastrofi climatiche Pag 11 Proverbio del mese Pag 11 La foto del mese Pag 11 rogramma di Maggio 2004 Pag 12 Assiduità Aprile 2004 PRIMA PAGINA Un altro amico ci ha lasciato: la mattina del 27 Aprile Ernesto Sfondrini improvvisamente ha chiuso il suo percorso terreno ed ha raggiunto gli altri soci prematuramente scomparsi. Che cosa dire ancora, che durante questo anno rotariano non abbiamo ancora detto. Possiamo solo unirci al dolore della sua famiglia e continuare a comportarci come sappiamo per rappresentare degnamente la memoria degli amici che non sono più con noi fisicamente ma che comunque ci affiancano. Bella la convizione dei Pellerossa che pensavano agli scomparsi mentre cavalcavano sui pascoli dell’aldilà in comunione con il Grande Spirito. Sarebbe bello anche per noi pensare a qualche cosa del genere per cui, chi può, utilizzi lo strumento della Fede per aiutare ed aiutarsi a stare al mondo. La lettera del Governatore Aprile 2004 Cari amici rotariani, mentre siamo intenti a completare i programmi e le attività, non mi sembra necessario ricordare che l'anno rotariano sta volgendo al termine, e nel mese si stanno per concludere molti progetti. Sempre più numerose mi giungono dai Club e dai soci le richieste perchè partecipi al significativo momento finale delle loro iniziative. Sono avvincenti inviti di vivere insieme momenti indimenticabili. Rimpiango d’essere talvolta costretto a comunicare la mia rinuncia, motivata dalla contemporaneità di altri impegni che mi impediscono così di lasciarmi coinvolgere in alcuni tra i vostri momenti più attesi, belli e desiderati dell’anno. Il mese di aprile è stato denso di impegni: dai Forum organizzati dai Club, a quello distrettuale dell’Ambiente a Guardamiglio su “Utilizzo e gestione delle golene”, fino all’iniziativa congiunta di Assisi dei Sede: Ristorante CORTE MONTINI Conviviali : 2° e 4° giovedì, non festivi, di ogni mese– Ore 20.00 Via Emilia, 19 – 27046 SANTA GIULETTA (Pv) Caminetti :1° e 3° giovedì, non festivi, di ogni mese – Ore 21.15

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Fondato nel 1987 Distretto2050-Gruppo Ticino n°9 Aprile 2004 Presidenza Ricotti

Bollettino Mensile del Rotary Club Oltrepò Pavese e Piacentino

E-mail: [email protected] Sito Web del Distretto 2050 : www.rotary2050.org

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ROTARY CLUB OLTREPÒ PAVESE PIACENTINO

Bollettino Mensile

Di cosa parliamo?

Pag 1 Prima Pagina, Pag 1 La lettera del Governatore Pag 2 Calendario Distrettuale Aprile 04 Pag 2-7 Relazioni Caminetti e Conviviali

del mese di Aprile 2004 Pag 7-9 Storia del Ponte Coperto IV

Pag 9 Catastrofi climatiche Pag 11 Proverbio del mese Pag 11 La foto del mese Pag 11 rogramma di Maggio 2004 Pag 12 Assiduità Aprile 2004

PRIMA PAGINA

Un altro amico ci ha lasciato: la mattina del 27 Aprile Ernesto Sfondrini improvvisamente ha chiuso il suo percorso terreno ed ha raggiunto gli altri soci prematuramente scomparsi. Che cosa dire ancora, che durante questo anno rotariano non abbiamo ancora detto. Possiamo solo unirci al dolore della sua famiglia e continuare a comportarci come sappiamo per rappresentare degnamente la memoria degli amici che non sono più con noi fisicamente ma che comunque ci affiancano. Bella la convizione dei Pellerossa che pensavano agli scomparsi mentre cavalcavano sui pascoli dell’aldilà in comunione con il Grande Spirito. Sarebbe bello anche per noi pensare a qualche cosa del genere per cui, chi può, utilizzi lo strumento della Fede per aiutare ed aiutarsi a stare al mondo.

La lettera del Governatore

Aprile 2004

Cari amici rotariani,

mentre siamo intenti a completare i programmi e le attività, non mi sembra necessario ricordare che l'anno rotariano sta volgendo al termine, e nel mese si stanno per concludere molti progetti. Sempre più numerose mi giungono dai Club e dai soci le richieste perchè partecipi al significativo

momento finale delle loro iniziative. Sono avvincenti inviti di vivere insieme momenti indimenticabili. Rimpiango d’essere talvolta costretto a comunicare la mia rinuncia, motivata dalla contemporaneità di altri impegni che mi impediscono così di lasciarmi coinvolgere in alcuni tra i vostri momenti più attesi, belli e desiderati dell’anno. Il mese di aprile è stato denso di impegni: dai Forum organizzati dai Club, a quello distrettuale dell’Ambiente a Guardamiglio su “Utilizzo e gestione delle golene”, fino all’iniziativa congiunta di Assisi dei

Sede: Ristorante CORTE MONTINI Conviviali : 2° e 4° giovedì, non festivi, di ogni mese– Ore 20.00 Via Emilia, 19 – 27046 SANTA GIULETTA (Pv) Caminetti :1° e 3° giovedì, non festivi, di ogni mese – Ore 21.15

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Governatori dei Distretti Italiani: “Operatori di Pace per la risoluzione dei conflitti”. E mentre si spegne l’eco dell’Assemblea del 17 aprile, maggio propone il conclusivo XIX Congresso distrettuale, dal 15 al 16 maggio, a Sirmione. Non dimenticando la Convention, il Congresso Internazionale del Rotary, che si svolgerà a Osaka in Giappone dal 23 al 26 maggio 2004. All’Assemblea, Adriano Lecci ha presentato il programma per il prossimo anno rotariano. Al Congresso, ci ritroveremo per la riunione distrettuale intesa a concludere il programma annuale del Rotary: è un'occasione di incontri amichevoli, discorsi e discussioni riguardanti le attività svolte, distrettuali e di club. Si tratta di due eventi che ben esplicitano la continuità e la rotazione di cui tanto vi parlai: si collocano tra i momenti più importanti dell’anno rotariano, e sono opportunità che nessun Rotariano può perdere. Ritorno a quanto già ho indicato in precedenti scritti, ricordando che partecipare alle riunioni rotariane, dalle conviviali ai convegni, ai Forum, alle Assemblee, ai Congressi, fino agli Institute e alle Convention, dovrebbe essere un obbligo sentito dai rotariani, soprattutto (ma non solo) da quelli di recente acquisizione. Ma non so ancora quanto tale obbligo sia veramente sentito, e da quanti. Mi sembra opportuno Tendere la mano anche a qualche nostro socio per sollecitarlo a partecipare e coinvolgerlo, ancor più, nel conoscere il Rotary.

Con il mio più caro saluto

M a r i o

CALENDARIO DISTRETTUALE 15-16 maggio

CONGRESSO DISTRETTUALE

Sirmione

CONVENTION del ROTARY

INTERNAZIONALE

Osaka

Giovedì 1 Aprile 2004 Caminetto

Presenti:Beolchini, Carpignano, Casati, Consonni, De Masi, Fiordelise, Galazzo, Lorini, Magnaghi, Massoni, Metti, Rampulla, Ricotti, Rovati, Serantoni, per un totale di 15 soci pari al.33% dell’effettivo. Ruggero Consonni ci ha intrattenuto con un’interessante dissertazione sui difetti della vista e sulle possibilità di correzione offerta dalla moderna tecnologia. Per un semicecato come il sottoscritto è stato istruttivo venire a conoscenza delle più moderne tecniche usate dagli optometristi per aiutarci a mettere a fuoco. In senso metaforico ciò può avere molti significati, in senso medico, invece, rimanda immediatamente alla vista. Nel seguito un piccolo riassunto di quanto ben argomentato da Ruggero. “Quando la luce entra nell’occhio umano viene fatta convergere in un punto detto fuoco; in un occhio che ci vede bene (senza difetti) il fuoco deve cadere esattamente sulla retina, in questo caso la visione sarà nitida e l’occhio normale viene definito emmetrope. Ecco i casi più frequenti di difetti della visione: Miopia Quando il fuoco, cioè il punto nel quale vengono fatti convergere i raggi che entrano nell’occhio, si trova davanti alla retina, parliamo di miopia. Un occhio miope è cioè più lungo del dovuto e per rendere possibile una visione corretta sarà necessario anteporgli una lente negativa (divergente) che, facendo divergere i raggi luminosi consenta al fuoco di cadere esattamente sulla retina. Quella descritta viene definita miopia assiale, riguardante cioè l’asse ottico dell’occhio umano, è la più comune, si eredita dagli antenati e tende a manifestarsi in maniera graduale e progressiva fino alla raggiunta costituzione oculare adulta. È pertanto erroneo considerare ogni variazione od aumento della miopia che avvenga entro i 25-30 anni di età quale conseguenza di particolari sforzi visivi o di atteggiamenti di sguardo non corretti; come la statura o i connotati del viso un occhio è soggetto ad evoluzione fino al conseguimento dell’età

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adulta, sviluppando se ne è geneticamente predisposto il difetto ereditato. Questo spiega la naturale progressione della miopia, il cui aumento risulta più repentino nell’adolescenza per poi stabilizzarsi negli anni successivi. È importante correggere la miopia con occhiali o lenti a contatto adeguate, non tanto perchè ciò permetta di arrestarne l’evoluzione, ma piuttosto per abituare i nostri occhi ad una visione nitida fin dai primi anni di vita. Ipermetropia Quando il fuoco, cioè il punto nel quale vengono fatti convergere i raggi che entrano nell’occhio, si trova dietro alla retina, parliamo di ipermetropia. Un occhio ipermetrope è cioè più corto del dovuto e per rendere possibile una visione corretta sarà necessario anteporgli una lente positiva (convergente) che, facendo convergere i raggi luminosi consenta al fuoco di cadere esattamente sulla retina. In alcun casi la presenza del cristallino gioca un ruolo importantissimo, infatti l’accomodazione (lo sfruttamento del potere elastico del cristallino) facoltà che normalmente utilizziamo per mettere a fuoco oggetti vicini (lettura, ricamo ecc.), può venire in aiuto alla visione per lontano, ponendo temporaneamente rimedio ad alcune forme lievi di ipermetropia. Ciò accade quando il difetto sia limitato a valori contenuti, ma complica la vita all’oculista che per effettuare una corretta valutazione dell’entità del difetto deve "smascherarlo" nella sua interezza bloccando l’accomodazione. Ciò è quanto avviene quando l’esame della rifrazione avviene dopo l’instillazione di colliri (cicloplegici) che dilatano la pupilla e soprattutto bloccano temporaneamente l’elasticità del cristallino. L’ipermetropia presente in molti bambini in forma latente (l’occhio del bambino e più corto del normale) può regredire o spesso rimanere non diagnosticata, grazie al compenso garantito dall’accomodazione per poi manifestarsi più avanti quando il compenso del cristallino viene progressivamente meno; in ogni caso una visita oculistica può fugare ogni dubbio sull’esistenza di questo difetto subdolo che può essere causa di cefalea o affaticamento nella visione per vicino.

Astigmatismo In condizioni di normalità la cornea o comunque le lenti naturali che compongono la parte anteriore dell’occhio umano dovrebbero avere le dimensioni di una mezza sfera, dovrebbero cioè assomigliare alla metà di un pallone da calcio. Quando assumono una forma simile alla metà di un pallone da rugby, alla metà cioè di un ovoide, definiamo tale difetto come astigmatismo. La luce diretta alla retina non viene più in questo caso fatta convergere in un punto (fuoco) ma in una linea (linea focale); tale aberrazione evidentemente non permette una visione distinta, inoltre data la sua complessità richiede per essere corretta lenti particolari di forma cilindrica e per di più orientate secondo un asse. Per essere più semplici diremo che in una montatura di occhiale con lenti rotonde basta ruotare di poco la lente su se stessa per alterare il potere desiderato. Tale difetto è normalmente presente fin dalla nascita e tende a rimanere stabile, se non intervengono altre patologie oculari, per tutto il corso della vita. Le lenti a contatto tendono a correggere l’astigmatismo per quanto riesca loro in maniera meccanica, si comportano cioè come dei veri e propri conformatori; immaginiamo di appoggiare una scodella sferica su di un budino ovale, quest’ultimo tenderà ad assumerne la forma. Lo stesso accade per le lenti a contatto, ma il ritorno alla sfericità è consentito solamente quando l’astigmatismo è ridotto, in caso contrario dovremo ricorrere a lenti "toriche" nelle quali "la superficie interna della scodella" è asimmetrica. L’astigmatismo va assolutamente corretto in età infantile, in caso contrario una visione non a fuoco dei nostri occhi non permetterà loro di imparare correttamente a vedere; una correzione tardiva per quanto precisa non renderà ragione di una acutezza visiva normale di 10/10. Presbiopia La presbiopia è quel difetto che impedisce ai nostri occhi una corretta visione per vicino. I primi sintomi insorgono normalmente tra i 40 ed i 45 anni ed è dovuta alla progressiva riduzione della capacità accomodativa. Un soggetto emmetrope sano, senza cioè difetti

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visivi, si avvale della elasticità di una lente naturale che i nostri occhi contengono, il cristallino, per mettere a fuoco un qualunque oggetto posto vicino. Questa facoltà prende il nome di accomodazione ed è dovuta all’azione di un piccolissimo muscolo, il muscolo ciliare, che contraendosi induce il cristallino ad assumere una forma più sferica e così facendo ci permette di mettere a fuoco, ad esempio, le righe di questo bollettino. Il decadimento fisico dovuto all’implacabilità dell’anagrafe provoca nei nostri occhi una progressiva diminuzione dell’elasticità del cristallino o, in termini tecnici, una riduzione della capacità accomodativa. Questo fenomeno termina intorno ai 60 anni e pertanto non deve spaventare la necessità di utilizzare occhiali per lettura gradualmente più spessi, non state peggiorando bensì seguendo il normale corso della vita. A questa condizione, che limita inevitabilmente attività quotidiane come il leggere, lo scrivere o il cucire (attività cui si dedica da tempo il nostro Presidente Ricotti), si può tranquillamente porre rimedio ricorrendo all’uso degli occhiali. Il soggetto presbite può scegliere di portare un paio di occhiali adatti alla sola lettura; oppure può orientarsi verso un paio di lenti bifocali, quelle per intenderci con le mezze lune nella parte inferiore, oppure ancora verso quelle multifocali. Il cristallino, grazie alla sua elasticità, è a tutti gli effetti una lente che cambia, senza che noi ne siamo consapevoli, il suo spessore più volte ogni minuto; ciò evidentemente non accade con le lenti dei nostri occhiali. Questo spiega perché un tempo i ricettari degli oculisti differenziavano la prescrizione di "lenti per lettura" e "lenti per musica", dobbiamo cioè abituarci al fatto che un paio di lenti semplici ci permette una messa a fuoco ad una distanza ben precisa. Per poter vedere bene da lontano, per potere guidare e al tempo stesso leggere un libro o ricamare indossando lo stesso paio di occhiali dovremo la nostra scelta dovrà necessariamente essere orientata verso lenti multifocali. Le lenti multifocali, dette anche progressive, sono quanto di più sofisticato oggi la tecnologia ottica proponga, infatti posseggono un potere

refrattivo (uno spessore) che varia gradualmente dalla porzione centrale della lente a quella inferiore. La visione a distanze differenti è possibile poiché, abbassando lo sguardo, i nostri occhi vanno alla ricerca della porzione di lente che possiede la gradazione che meglio ci consente la messa a fuoco dell’oggetto che stiamo in quel momento osservando. Tutto ciò avviene in maniera naturale e confortevole se, fin dall’inizio, chi sceglie di portare occhiali progressivi è disposto ad affrontare un periodo iniziale di adattamento non sempre semplicissimo da superare con successo. D’altro canto le lenti progressive permettono al soggetto presbite di leggere solamente se abbassa gli occhi ma non il capo, se così facesse infatti guarderebbe attraverso il centro ottico della lente che è adatto alla visione per lontano. In definitiva una scelta intelligente deve essere dettata dalle esigenze soggettive: chi nella vita quotidiana alterna molto spesso la visione per vicino a quella per lontano, il professionista che parla al cliente e lavora alla scrivania o al computer ad esempio, trarrà enorme vantaggio dall’uso di un solo paio di occhiali multifocali. Chi al contrario si dedica per tempi lunghi alla lettura, in poltrona, a letto o alla scrivania senza mai staccare gli occhi da un testo scritto, sicuramente si troverà a suo agio con un paio di lenti graduate per quella esclusiva distanza a cui è abituato a leggere, sarà così libero di volgere il capo nella direzione desiderata senza problemi di messa a fuoco. Esistono poi, per i più esigenti, lenti a contatto multifocali, che al vantaggio delle lenti per occhiali progressive appena descritte, aggiungono la comodità delle normali lenti a contatto. Anche questa soluzione disponibile di recente richiede un training non sempre immediato. A quanto abbiamo detto esiste una sola categoria di persone che rimane immune: i miopi. La miopia limita fortemente la visione per lontano (quando non viene corretta adeguatamente) ma consente la messa a fuoco per vicino senza che l’accomodazione intervenga. Naturalmente anche i miopi diventano presbiti ma possono leggere senza

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occhiali: unico neo resta per loro la distanza a cui vedono a fuoco, che dipende dal grado di miopia che posseggono (nel mio caso ad esempio è di circa 5 cm!!).

Sabato 17 Aprile 2004

Asta dei Vini a Casteggio Presenti: Asiotti e Sig.ra, Balzanelli e Sig.ra, Beolchin e Sig.ra, Bertini e Sig.ra, Bolognesi e Sig.ra, Brandolini e Sig.ra, Bruni e Sig.ra,Consonni e Sig.ra, Dardano, De Masi e Sig.ra,Ferrari e Sig.ra, Fossati e Sig.ra, Ghisi e Sig.ra, Lisandria e Sig.ra, Lorini e Sig.ra, Magnaghi, Maini, Mangiarotti e Sig.ra, Massoni e Sig.ra, Perduca e Sig.ra, Portinari e Sig.ra, Rampulla e Sig.ra, Ricotti e Sig.ra,Rizzini e Sig.ra, Rocchelli e Sig.ra, Rossi, Rovati e Sig.ra, Ruffinazzi e Sig.ra, per un totale di 28 soci pari al 61% dell’effettivo e 24 gentili consorti. Presente il Socio Onorario Gianfranco Boveri e Sig.ra. Presenti i seguenti ospiti:l’Assessore Provinciale all’Agricoltura Invernizzi

Nella cornice della Cantina di Casteggio, la cui Direzione ha messo gentilmente a disposizione della nostra manifestazione la sua struttura, si è svolta la seconda edizione dell’Asta dei Vini dell’Oltrepò Pavese. Come al solito, il pessimismo che pervadeva i soci impegnati nella realizzazione dell’impegnativa serata (ed anche gli altri) poche ore prima dell’inizio, è stato spazzato via dalla partecipazione, ancor più numerosa e vispa rispetto allo scorso anno, del pubblico presente. Stimolato dalla vivacità del nostro Presidente-Battitore Mario Ricotti il pubblico ha dato vita

ad un’accesa gara per aggiudicarsi i 47 lotti di vini locali accuratamente selezionati e preparati dal nostro eno-socio Vittorio Portinari. Oltre al ringraziamento a tutte le cantine e alle imprese vinicole che hanno voluto dare il loro generoso contributo al nostro impegno a sostegno della campagna Rotariana mondiale Polio Plus, dobbiamo ancora una volta dare lustro allo sforzo notevole profuso dall’amico Bertini, vero trascinatore di tutto il gruppo coinvolto. Pare che l’impegno fisico sia stato talmente elevato che in un futuro molto prossimo l’amico Marco ci lasci temporaneamente per una lunga vacanza negli Stati Uniti dove è richiesto dal Rotary per organizzare un asta a Evanston. A parte gli scherzi, grazie a Marco Bertini per il suo fondamentale contributo e complimenti per la prestigiosa ed impegnativa opportunità messagli a disposizione dal Rotary International. Nel corso dell’Asta sono stati raccolti 8800 Euro, interamente versati dal nostro Tesoriere Rovati alla Fondazione RI per l’acquisto di più di 10000 dosi di vaccino antipolio destinato ai bambini delle aree dove ancora questo flagello è presente. Un altro doveroso ringraziamento al socio Vincenzo Balzanelli che, anche quest’anno, ha voluto farci dono di una serie di bottiglie da collezione che hanno trovato subito appassionati estimatori.

Alla fine della serata un po’ di confusione dovuta al fatto che tutti si sono riversati insieme a ritirare i lotti. Chi si è ritrovato 12 bottiglie in più di Cabernet si faccia riconoscere.

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Giovedì 22Aprile 2004 Caminetto

Presenti: Beolchini, Bertini, Casatii, Consonni, Dardano, De Masi, Lorini, Magnaghi, Maini, Mangiarotti, Massoni, Metti, Rampulla, Ricotti, Rocchelli, Rossi, Rovati, per un totale di 17 soci pari al 37% dell’effettivo. Era presente l’amico Claudio Pasquarelli del RC Pavia Ticinum. L’argomento della serata è stato il naturale proseguimento del caminetto del mese scorso riguardante il caso Ustica. Il nostro socio Vittorio Mangiarotti ha preparato una completissima relazione sugli accadimenti precedenti e cioè il tremendo attentato alla stazione di Bologna dell’agosto 1980. A parte la grandissima capacità espositiva di Vittorio, che va comunque rimarcata, quello che mi preme far giungere ai miei cinque lettori è il messaggio seguente: molto è stato scritto su quei fatti ma solo ciò che andava in una certa direzione veniva largamente pubblicizzato e certe ipotesi, diciamo così, controcorrente erano accuratamente tenute nascoste. Così ad esempio, la stessa idea che tra i due tragici fatti ci sia un nesso pare che non sfiori la mente degli inquirenti e dei gestori dell’informazione. Sta di fatto che sono stati fatti processi, riempiti chilometri di fogli, costruite tesi accusatorie, imprigionate persone, trovati i colpevoli, rifatti i processi e scagionati alcuni. Esistono però dei testi, autore tra gli altri un certo Zamberletti, noto ai più per essersi comportato in maniera egregia durante un’emergenza di calamità nazionale, che danno molti spunti per cominciare a pensare con la propria testa senza farsi influenzare dal conformismo generale. Chi fosse interessato ad avere informazioni su tali pubblicazioni, peraltro difficilemente reperibili, sicuramente potrà avere tutte le informazioni complete dal nostro socio. Oltre alla conoscenza delle fonti di informazione utili per saperne di più su quei fatti, ci siamo fatti sicuramente un’idea di come vengono gestite le informazioni di un certo tipo dalle autorità preposte. Mi riferisco ai segreti di stato che tutti i Primi Ministri ed i Ministri degli Interni, all’atto di ricevere il potere, vengono,

volenti o nolenti, a conoscere. Possibile che a nessuno sia mai venuta la voglia di squarciare il vergognoso velo di menzogne che dopo decenni ancora avvolge una pagina disgustosa della storia italiana? Avrebbe certo perso il posto ma in compenso avrebbe guadagnato la riconoscenza perenne di un popolo che aspetta ancora di guadagnarsi una coscienza civile e nazionale.

Giovedì 29 Aprile 2004 Conviviale

Presenti: Asiotti e Sig.ra, Beolchini e Sig.ra, Bertini e Sig.ra, Bruni, Carpignano e Sig.ra, Consonni e Sig.ra, Dardano, De Masi e Sig.ra, Ferrari e Sig.ra, Lorini, Maccarini, Magnaghi, Massoni, Metti e Sig.ra, Perduca, Rampulla, Ricotti e Sig.ra, Rizzini, Rossi e Sig.ra, Rovati e Sig.ra, per un totale di 20 soci pari al 43% dell’effettivo e 12 gentili consorti. Presenti il Socio Onorario e primo Presidente del RCO Gianfranco Boveri e Sig.ra. Ospiti : Relatore Prof Remo Melloni

Il Prof Remo Melloni, (Docente di storia del teatro popolare alla Civica Scuola d'Arte Drammatica di Milano e docente al DAMS di teatro d'animazione) ha attivamente partecipato alla serata con un doppio intervento. Infatti, oltre alla prevista rievocazione della figura di Natalia Bisbini, segretaria di Paolo Grassi ai tempi eroici del Piccolo Teatro e poi erede della conservazione di una sensazionale collezione di marionette e burattini, Melloni ci ha donato una inaspettata e gradevolissima rappresentazione su cassetta VHS di uno spettacolo di burattini russi

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del 1963. Una registrazione di valore culturale grandissimo ed anche molto piacevole alla visione nonostante il bianco e nero (o forse grazie al bianco e nero) e l’anzianità della pellicola. Durante la serata, approfittando della presenza del Dr Gianfranco Boveri, che si prese cura affettuosa della Sig.ra Natalia Bisbini negli ultimi anni della sua lunga esistenza, è stata consegnata al Prof Melloni l’onoreficienza Rotariana PHF. Cosa molto piacevole è stato scoprire, abituati alla scarsa informazione sul Rotary in generale da parte del prossimo, che il Prof Melloni sapeva benissimo cosa fosse il riconoscimento Paul Harris e che sia rimasto colpito dalla cosa. Per quanto ci riguarda, dopo averne constatato direttamente l’entusiasmo per la sua attività non possiamo che essere sicuri di aver dato il nostro massimo premio ad una persona che se lo è ampiamente meritato. Per quanto riguarda gli argomenti della serata vi allego alcune note: Nel dicembre 2001, presso le Scuole Civiche di Milano fu inaugurato il museo virtuale del burattino e della marionetta, dedicato alla più importante collezione di burattini e marionette (e a tutto il mondo del teatro d'animazione). Il nucleo piu' rilevante dei materiali utilizzati e' oggi custodito al Museo Davia Bargellini di Bologna, ma nel percorso della mostra e' possibile accostarsi anche agli splendidi pezzi del Museo Correr di Venezia e della preziosa collezione Borromeo conservata sul Lago Maggiore. Completano l'esposizione virtuale numerosi documenti di altre raccolte pubbliche e private, tra le quali quella conservata presso la Scuola d'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano (a cui tanto si dedicò la Sig.ra Bisbini). La mostra si sviluppa attraverso dieci stanze virtuali nelle quali e' possibile incontrare accanto alle rappresentazioni dei personaggi della societa' di quel tempo, dai ceti sociali piu' bassi a quelli piu' elevati (servitori, popolane, precettori, soldati, cavalieri, dame e gentiluomini), anche le maschere tipiche della Commedia dell'Arte (Arlecchino, Brighella, Pulcinella, Pantalone, il Dottore). I costumi di burattini e marionette del Settecento sono

specchio della societa' e della cultura che li hanno prodotti: talvolta seguono i dettami della moda del secolo (i bustini scollati, le voluminose sopragonne, le scarpine con fibbie dorate, le camicie con jabot, i polsini di pizzo ..) e fanno propri i gusti e gli ideali dell'epoca (l'esotismo con gli abiti orientaleggianti, ''alla turca'', e l'ideale dell'eroe classico con corazze ed elmi piumati), in altri casi contravvengono volutamente alle regole sociali, come nel caso delle nuove maschere che vestono spesso i servitori in livrea, in barba alle disposizioni napoleoniche. Nel seguente sito: http://www.buma.it sarà possibile approfondire gli argomenti trattati dal Prof Melloni.

Cenni storici sul Ponte Coperto di Pavia

Di Gaetano Panazza Quarta ed ultima parte Il ponte aveva sicuri elementi di contatto con quello di Verona: questo era dotato di alti parapetti merlati, con torricelle sui piloni, che da un lato erano a sperone, dall'altro a superficie piana come nel nostro, con torre terminale verso il Castello, ma con diverso ritmo nella luce degli archi. Anche in quello di Verona mattone e pietra si univano e si contrastavano con bellissimo effetto, anche in quello vi era una tensione degli archi, che quasi scattavano come molle sull'acqua, simile a quella delle Arcate maggiori nel ponte di Roma. Ma in quello scaligero vi era quasi un lento, continuo crescendo di arcate, sempre maggiori di luce e di altezza fino a raggiungere la riva dove, accigliato, con le sue torri, sorge Castelvecchio.

La costruzione pavese era da poco terminata, che già necessitava di cure: nel 1378 si doveva nuovamente coprire e riattare il tetto e così nel 1382, dopo che un turbine ne aveva rovinato le colonnette di sostegno; nel 1392-93 una pila veniva riparata; negli stessi anni Cristofaro Meda dipingeva in oro fino, argento ed azzurro l'arma di Gian

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Galeazzo c contemporaneamente la torre verso la Città era munita di ponte levatoio.

Nel 1405 il terzo pilone e parte dalla Città subivano profondi lavori di restauro; i documenti del 1445 e del 1447 parlano del ponte levatoio verso il Borgo. Ma tutti questi lavori non dovettero alterare di molto il monumento rispetto al disegno originario.

Col secolo successivo, invece, la trasformazione aveva inizio: nel 15295 i Francesi lo tagliavano nel mezzo e solo nel 1533 veniva riparato; nel 1559-61 a seguito della costruzione delle nuove mura si abbatteva la torre verso la Città erigendovi sulla sua area un bastione di pianta poligonale. Da allora in poi il ponte veniva quasi a passar sotto la cortina militare, con uno stanzone di povero aspetto.

Altre riparazioni subivano nel 1560 e 1568 i piloni; il 29 agosto 1580 un nubifragio faceva volar via tutto il tetto abbattendone le colonnette. L'll settembre dello stesso anno una Commissione, con l'assistenza dell'Ingegnere Pirovano ne decideva la ricostruzione iniziata nel novembre: ma alle colonnette marmoree circolari del trecento furono sostituiti i cento pilastrini in miarolo, più rustici e semplici dei sostegni antichi, ma non ineleganti e che, tuttavia, non alteravano di troppo il primiero aspetto.

Dopo lunghe discussioni, durate dal 1584 al 1588, si distruggeva anche la torre verso il Borgo sostituendola nel 1588 con la porta monumentale rimasta fino ai nostri giorni e terminata per onorare il passaggio di Margherita d'Austria che si recava a sposare Filippo III di Spagna.

La porta era una discreta costruzione rivestita di conci in pietra, a tre ordini: l'inferiore, con arco a pieno centro, semplicissimo; il secondo diviso in tre- riquadri da lesene a bugne; il terzo formato dal timpano tr-iangolare sorretto da mensole con teste di leone che servivano anche di capitello alle sottostanti lesene.

E’ questo l’aspetto del ponte che ritroviamo in un modesto affresco del XVII

secolo nella Chiesa del Carmine, nelle varie incisioni raffiguranti la città: da quella del Claricio (1599) a quella contemporanea del Corte, nuovamente edita dal Ballada (1654), a quella pubblicata dall'Hondio (1627).

Nel 1635 si tagliava nuovamente il penultimo arco per inserirvi, senza però interrompere la continuità dei parapetti, un ponte levatoio, secondo l'ordine del Marchese Francesco Corrado governatore di Pavia: così vediamo il ponte nella pianta dedicata al Vescovo Biglia (1655) in quella di Leopold e Verner (1736) e nelle successive. Sarà infatti soltanto nel 1792 che il ponte levatoio verrà tolto e ricostruita l'arcata in pietra, come ricordava una lapide marmorea murata nel sottostante sperone.

II ponte levatoio venne a trovarsi a fianco della chiesetta di S. Giovanni Nepomuceno eretta negli anni 1745-48 sul quinto grande pilone partendo dalla Città.

Squisita architettura del più gentile rococò per eleganza dì linee, finezza di decorazione in stucco, ricchezza di marmi e di ferri battuti.

Veramente geniale fu 1'Architetto ancora ignoto che ne ideò 1'inserzione, tanto felicemente riuscì a collegare il sacello alla struttura trecentesca ed al tetto da parere nato con questi fin dall'origine onde apportarvi urta nota gentile e pittoresca.

La chiesetta divenne subito cara ai pavesi, a borghigiani e barcaioli e ai pescatori ed il dolce rintocco della sua campana accompagnava le preghiere per le povere vittime del fiume.

Nel 1796 e nel 1799 il ponte veniva minato dai Francesi prima, e poi dagli Austriaci; questi ultimi arrecando rovine piuttosto gravi all'arco maggiore che nondimeno nel 1803 era di nuovo ripristinato.

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Distrutti i bastioni nel 1822 si innalzava il nobile arco disegnato dall'Amati smontato di recente per la costruzione del nuovo ponte e che ora giace nel fossato del Castello in attesa di una degna sistemazione.

Questo fu l'ultimo mutamento degno di speciale nata a11'aspetto antico della costruzione; così si presentò a Carlo Alberto quando fece con il suo esercito il trionfale ingresso in Pavia il 29 marzo 1848, cantato dal Manzoni iniziando la prima guerra per l'indipendenza italiana; così rimase fino al 4 e 5 settembre 1944 quando i numerosi bombardamenti Anglo-Americani sconquassarono la compagine dell'intero manufatto.

Le estreme arcate verso il Borgo furono abbattute, scomparvero la copertura e la Chiesetta, gravi danni ebbero gli altri piloni che tuttavia dopo quattro anni dalla fine della guerra mostravano quanto solida fosse ancora la trecentesca costruzione (fot. 8).

Ora, anche se un altro Ponte è venuto a sostituire quello distrutto, rimane, sempre vivo il rimpianto per l'insigne monumento scomparso, per l'elemento essenziale del paesaggio, ora mancante, per la perdita, nella serie non cospicua di ponti trecenteschi, di questa testimonianza della sapienza costruttiva di nostra gente.

Catastrofi climatiche La denominazione di eventi estremi comprende fenomeni eterogenei: ondate di caldo (come quella della scorsa estate in Europa), prolungate siccità, piogge intense, straripamenti di fiumi, inondazioni costiere, uragani e mareggiate. Questi eventi causano vittime, danni economici, possono avere effetti traumatici sulle strutture economiche e sociali. È evidente l'importanza di valutarne la tendenza presente e l'evoluzione futura. Su questi temi non è raro assistere al confronto fra due posizioni contrastanti. Da un lato, gli scettici sostengono che l'attuale succedersi di eventi estremi è normale, segue dalla naturale dinamica del clima, e non c'è alcuna evidenza convincente di una tendenza a una variazione della loro intensità. Dall'altro lato si presentano anomalie, vittime e danni come le evidenti conseguenze di un cambiamento climatico in atto. Come al solito nel mezzo ci sta il giusto. È opportuno quindi inquadrare i termini della questione. Gli eventi estremi sono definiti come tali in base alla loro rarità, ossia come quelli poco probabili. Non sono definiti in riferimento al superamento di un valore di soglia. Estremo è quindi un concetto relativo: ondate di caldo, siccità, mareggiate estremi per un regione o per un periodo dell'anno non lo sono in altre situazioni. Ad esempio può essere definito estremo il valore della temperatura media giornaliera che si supera in media una sola volta ogni dieci anni, e questo valore dipende dalla località e dalla stagione. Quindi, non ha senso parlare di "aumentata frequenza di eventi estremi" ed espressioni quali "estremizzazione del clima" possono essere suggestive, ma sono imprecise se non accompagnate da opportune precisazioni. Ha invece senso chiedersi se i valori degli estremi variano, ossia ad esempio se aumenta il valore massimo della precipitazione giornaliera superato, in media, ogni dieci anni. Questo indicherebbe, ad esempio, che bisogna modificare le difese contro le alluvioni in modo da renderle in grado si sostenere ondate di piena di maggiore

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intensità. Infatti, la pericolosità degli eventi estremi viene accentuata quanto le difese e le strategie per contrastarli non vengono sufficientemente sviluppate, perché è sottovalutata la probabilità che essi si verifichino. Spesso, le valutazioni sulle tendenze degli estremi sono basate su valutazioni a priori, che prescindono da analisi statistiche. Ad esempio, si ipotizza che in un clima più caldo gli uragani sarebbero più frequenti ed avrebbero maggiore intensità, perché il superamento di un valore di soglia della temperatura della superficie marina (circa 26°) è richiesto per la loro formazione. Oppure, si ipotizzano perturbazioni e piogge di maggiore intensità, perché con l'aumentare della temperatura aumenta la quantità di vapore acqueo che l'atmosfera può contenere. Queste aspettative sono ragionevoli, ma rappresentano semplificazioni di processi molto complessi e devono essere valutate con prudenza, possibilmente confrontandole con le osservazioni disponibili nel passato. La loro conferma sulla base di tali osservazioni è spesso incerta. L'intrinseca rarità degli eventi estremi è la ragione della difficoltà di valutarne con precisione le tendenze. Lo studioso che si propone di accertarle si trova in una situazione simile a quella di un giocatore che dovesse decidere se la roulette è un po' truccata, in modo da penalizzare slealmente alla lunga le sue giocate, ma ha solo pochi lanci a disposizione. In genere potrà avere dei sospetti, ma gli servirebbero molte giocate per raggiungere una ragionevole certezza. Gli eventi estremi sono associati ad un'alta dose di casualità e gli scettici hanno, in genere, gioco facile a dimostrare che la loro successione non presenta chiare anomalie. L'esame statistico conclude spesso che la distribuzione temporale degli estremi si può ragionevolmente considerare stazionaria, senza una convincente tendenza ad aumentare o diminuire Gli estremi sono quindi dei pessimi indicatori di un mutamento climatico. Per identificarlo sono molto più

affidabili quantità medie, come la temperatura e la precipitazione mediate annualmente su scale spaziali molto grandi. Tuttavia, i requisiti richiesti dall'analisi statistica per identificare cambiamenti degli estremi includono margini di errore tipicamente inferiori al 5%, cioè molto stringenti. Applicati alle scelte che operiamo nella vita implicherebbero l'impossibilità di arrivare ad una decisione. Se utilizzati per decisioni determinanti e "rischiose" della nostra vita che riguardano amore, interessi, studi, lavoro, matrimonio, figli, investimenti economici determinerebbero la paralisi. Infatti per queste decisioni, spesso prese in modo ragionevole, decidiamo in base ad una personale scala di valori e livello di priorità, facendo al più una valutazione di rischi e benefici. La scelta su come fronteggiare il rischio di cambiamenti negli eventi estremi, credo abbia aspetti analoghi, che necessitano la valutazione di priorità, costi e benefici, includendo, come componente fondamentale, lo sviluppo di strategie flessibili in grado di adattarsi a diversi scenari. Aspettare la ragionevole certezza che sia in atto un'intensificazione degli estremi climatici potrebbe essere troppo tardi per porvi rimedio.

4 Maggio 2004

Dato che la situazione climatica non lo consentiva, ho pensato di proporvi l’immagine, ripresa a Montpellier, dell’eclisse di luna avvenuto in codesta data.

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Proverbio del mese

Sta mal un rat in buca al gat ma peg un om in maen d’un aucat

Sta male un topo in bocca ad un gatto ma peggio un uomo in mano ad un avvocato

Non so se il nostro amico Mangiarotti sarebbe d’accordo ma i meandri delle leggi e le loro

possibili interpretazioni fanno si che l’uomo normale sia succube del sistema giudiziario e delle varie componenti in gioco per cui deve sempre sperare di non rimanere invischiato in qualche

trappola si da necessitare l’aiuto di un esperto per avere qualche possibilità di salvezza.

Programma del mese di Maggio 2004

7-8-9 Maggio 2004 Visita Rotary Club Carnoux

Alcuni soci parteciperanno all’annuale visita scambio con il Club contatto di Carnoux

Giovedì 13 Maggio 2004 Conviviale Ore 20,15 Il socio Cesare Lisandria ci intratterrà sul tema: Le interpretazioni economiche dell’Arte

Giovedì 20 Maggio 2004 Caminetto Ore 21,15 Serata rotariana imperniata sul tema: L’Assiduità come valore primario della nostra partecipazione al Rotary

Giovedì 27 Maggio 2004 Conviviale Ore 20,15 Relatore: Filippo Dal Verme, titolare di una azienda avicola locale, ci intratterrà sul tema: Sviluppo della moderna avicoltura e prevenzione delle malattie negli allevamenti

Venerdì 21 Maggio Santuario Maria di Caravaggio Fumo

Ore 21,00 Funzione religiosa in suffragio degli amici rotariani recentemente scomparsi

La foto del mese

Non c’è più religione, figuratevi che in un negozio di accessori per sposalizi sono comparse queste simpatiche statuette orna-torte. Si può ben immaginare a cosa

si riferiscano ma lascio all’immaginazione dei più maliziosi il recondito significato

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ASSIDUITA’ MESE DI APRILE 2004

SOCIO PRESENZE SOCIO

PRESENZE

ASIOTTI Costante 50% 2 LORINI Aldo 100% 4 BALZANELLI Vincenzo 25% 1 MACCARINI Carlo 25% 1 BASSI Guido 0% 0 MAGNAGHI Riccardo 100% 4 BEOLCHINI Enrico 100% 4 MAINI Mauro 50% 2 BERTINI Marco 75% 3 MANGIAROTTI Vittorio 50% 2 BOLOGNESI Carlo 25% 1 MARIOTTI Elio 0% 0 BONIZZONI Maurizio 0% 0 MASSONI Alberto 100% 4 BRANDOLINI Ettore 25% 1 MATTO Giorgio 0% 0 BRUNI Gianpietro 50% 2 METTI Gianluigi 75% 3 CANTARINI Lelio 0% 0 PAGANELLI Corrado 0% 0 CARPIGNANO Roberto 50% 2 PERDUCA Piero 50% 2 CASATI Franco 50% 2 PORTINARI Vittorio 25% 1 CONSONNI Ruggero 100% 4 RAMPULLA Ciro 100% 4 DARDANO Paolo 75% 3 RICOTTI Mario 100% 4 DE MASI Paolo 100% 4 RIZZINI Renato 50% 2 FERRARI Romano 50% 2 ROCCHELLI Antonio 50% 2 FIOCCHI Pierluigi 0% 0 ROSSI Mario 75% 3 FIORDELISE Stefano 25% 1 ROVATI Marco 100% 4 FOSSATI Giansilvio 25% 1 RUFFINAZZI Vittorio 25% 1 GALAZZO Girolamo 25% 1 SERANTONI Paolo 25% 1 GHISI Perfetto Angelo 25% 1 SFONDRINI Ernesto 0% 0 LANATI Ettore 0% 0 STICOTTI Gianpaolo 0% 0 LISANDRIA Cesare 25% 1