rossettibikenews 2008.3

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Un ultimo pensiero va ad una meravigliosa coppia di ragaz- zi che sono stati per un po’ più di tempo i più “liberi” di tutti ma che ora hanno se- guito le nostre orme e allar- gato la famiglia. Un abbrac- cio fortissimo a Fiorenza e Davide e al piccolo Luca che è arrivato a riempire casa. Sì magari la qualità del riposo non sarà più la stessa ma tanti saranno i bei momenti che vi aspetteranno… Poi per quanto riguarda Davide mi sto attrezzando per conce- dergli un fido in maniera che la sua giornata diventi di 30 ore così avrà anche tempo per allenarsi!!! Ciao a tutti. Beppe Anche la stagione 2008 è terminata, Abbiamo corso tanto, dai primi di marzo a fine ottobre e ripensando a tutte le imprese grandi e piccole di questa annata vengono i brividi. Il 2008 passerà alla storia come l’anno del primo “Prestigio” del Team Ros- setti. Era l’obiettivo di ini- zio stagione e siamo riusciti a conquistare il titolo a li- vello di squadra grazie a sette titoli individuali. Tito- lo simbolico e platonico fin- ché si vuole ma indice di un livello della nostra squadra che nonostante le sue volu- tamente piccole dimensioni è riuscita a collocarsi al trentesimo posto a livello nazionale. Il 2008 è stato il primo anno di tesseramento Udace (finalmente…) e anche lì, pur non avendolo come o- biettivo ed avendo disputa- to un ridotto numero di pro- ve, nelle classifiche delle Granfondo che qui sono re- datte tenendo conto dei risultati agonistici e non solo delle partecipazioni, siamo messi bene sia a livel- lo individuale che di squadra (dove siamo 22esimi). C’è da dire che il consegui- mento dello Scudetto di Ci- cloturismo ha succhiato mol- te energie, infatti ad una prima parte di stagione piena di impegni e trasferte ha fatto seguito, nel post- Zoncolan quando la maggior parte di noi aveva già rag- giunto il traguardo delle set- te prove, una seconda parte più parsimoniosa a livello di gare. Diciamo che si è peda- lato lo stesso ma per molti senza “stress da numero”. Sono un po’ calati probabil- mente per lo stesso motivo anche i nostri piacevoli “ritrovi” extra-bici, uno degli obiettivi del nuovo anno sarà quello di ripristinare le buo- ne abitudini… Anno terzo in archivio... O r g a n o ufficiale del Veloclub Acropolis ASD Dicembre 2008 Anno 3—Numero 3 In questo numero: Prestigio ultimo atto pag. 2 Memorial Guerra a Villano- va. Una corrida!! pag. 5 Bel debutto della Fondo Città di Cervia pag. 8 Chiusura in bellezza al Lombardia? Così avremmo sperato pag.10 In gita al Salone di Milano pag.13 Traditi dal Fattore C pag.14 E ora buon 2009 pag.15 Nel 2009 nuovo look anche per le biciclette. Grazie alla disponibilità di Claudio Brusi, ecco le nostre Napa nel colore 2009 “Red”

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Page 1: RossettiBikeNews 2008.3

Un ultimo pensiero va ad una meravigliosa coppia di ragaz-zi che sono stati per un po’ più di tempo i più “liberi” di tutti ma che ora hanno se-guito le nostre orme e allar-gato la famiglia. Un abbrac-cio fortissimo a Fiorenza e Davide e al piccolo Luca che è arrivato a riempire casa. Sì magari la qualità del riposo non sarà più la stessa ma tanti saranno i bei momenti che vi aspetteranno… Poi per quanto riguarda Davide mi sto attrezzando per conce-dergli un fido in maniera che la sua giornata diventi di 30 ore così avrà anche tempo per allenarsi!!!

Ciao a tutti.

Beppe

Anche la stagione 2008 è terminata, Abbiamo corso tanto, dai primi di marzo a fine ottobre e ripensando a tutte le imprese grandi e piccole di questa annata vengono i brividi.

Il 2008 passerà alla storia come l’anno del primo “Prestigio” del Team Ros-setti. Era l’obiettivo di ini-zio stagione e siamo riusciti a conquistare il titolo a li-vello di squadra grazie a sette titoli individuali. Tito-lo simbolico e platonico fin-ché si vuole ma indice di un livello della nostra squadra che nonostante le sue volu-tamente piccole dimensioni è riuscita a collocarsi al trentesimo posto a livello nazionale.

Il 2008 è stato il primo anno di tesseramento Udace (finalmente…) e anche lì, pur non avendolo come o-biettivo ed avendo disputa-to un ridotto numero di pro-ve, nelle classifiche delle Granfondo che qui sono re-datte tenendo conto dei risultati agonistici e non solo delle partecipazioni, siamo messi bene sia a livel-lo individuale che di squadra (dove siamo 22esimi).

C’è da dire che il consegui-mento dello Scudetto di Ci-cloturismo ha succhiato mol-te energie, infatti ad una prima parte di stagione piena di impegni e trasferte ha fatto seguito, nel post-Zoncolan quando la maggior parte di noi aveva già rag-giunto il traguardo delle set-te prove, una seconda parte più parsimoniosa a livello di gare. Diciamo che si è peda-lato lo stesso ma per molti senza “stress da numero”.

Sono un po’ calati probabil-mente per lo stesso motivo anche i nostri piacevoli “ritrovi” extra-bici, uno degli obiettivi del nuovo anno sarà quello di ripristinare le buo-ne abitudini…

Anno terzo in archivio...

O r g a n o

u f f i c i a l e d e l

V e l o c l u b

A c r o p o l i s A SD

D i c e m b r e 2 0 0 8 A n n o 3 — N u m e r o 3 In questo numero:

Prestigio ultimo atto

pag. 2

Memorial Guerra a Villano-

va. Una corrida!! pag. 5

Bel debutto della Fondo

Città di Cervia pag. 8

Chiusura in bellezza al

Lombardia? Così avremmo

sperato pag.10

In gita al Salone di Milano

pag.13

Traditi dal Fattore C

pag.14

E ora buon 2009 pag.15

Nel 2009 nuovo look anche per le biciclette.

Grazie alla disponibilità di Claudio Brusi, ecco

le nostre Napa nel colore 2009 “Red”

Page 2: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 2

Prestigio ultimo atto Il nostro Giro d’Italia comin-

ciato ben cinque mesi oro sono

in quel di Cervia, vede la sua

ultima tappa la prima domenica

di settmbre a Piacenza per la

Granfondo Colnago.

E’ la decima e ultima prova

valida per il Prestigio e per

Denis, Davide Guardigli e il

sottoscritto, le prove termina-

te sono sei. Manca l’ultimo gra-

dino e questa prova è senza

appello, sarebbe un vero pec-

cato fermarsi ad un passo dal-

la conquista di un titolo che

per quanto non dia tangibili

vantaggi e nessun ritorno eco-

nomico, anzi…, è il coronamen-

to di un lungo viaggio al quale

teniamo tantissimo.

Per farci compagnia si aggrega

il già scudettato Nelson che

dopo le ferie estive non vede

l’ora di riattaccare un numero

sulla schiena. Eh si, le ferie

d’agosto, giusto spazio da de-

dicare alle famiglie, purtroppo

tentatrici negli svaghi e nei

piaceri della tavola. Sono loro

a farci presentare al via in

condizioni abbastanza appros-

simative ma con la determina-

zione necessaria per arrivare

“comunque vada”.

Si parte dal quartiere fieristi-

co di Piacenza, location funzio-

nale anche se piuttosto fred-

da, ci accomodiamo in griglia

senza troppa fretta, tanto

come al solito la nostra è l’ulti-

ma. Quando poco prima della

partenza i vari gruppi vengono

compattati abbiamo l’esatta

percezione di quanto cavolo

siamo indietro stavolta: sui

circa 4000 partenti dietro ne

avremo si e no 300… Dal via

ufficiale al nostro passaggio

sulla linea di partenza passano

la bellezza di nove (!!!) minuti.

Un “in bocca al lupo” speciale

ci arriva dal pittoresco e ormai

famoso speaker Paolo Muton

che saluta il Team Rossetti

rispondendo al ciao del Capita-

no.

Proviamo a partire un po’ tran-

quilli con l’idea di restare tutti

e quattro assieme, ma il fio-

retto dura lo spazio di pochi

minuti: la strada larga e invi-

tante e la presenza di gruppi

sempre nuovi davanti a noi da

raggiungere, scatena l’agoni-

smo del Maestro che incurante

del vento contrario spinge con

gran vigore.

Dopo averlo detto due o tre

volte Denis battezza un gruppo

nel quale fermarsi per rifiata-

re un po’, “obbligando” Nelson

e il sottoscritto ad andare

liberi senza aspettarlo. Davi-

de, anche lui in deficit di pre-

parazione decide di restare

con lui e quindi ci dividiamo.

Dopo i primi chilometri com-

pletamente pianeggianti ci si

addentra in Appennino e si

affrontano diversi tratti vallo-

nati fino a che, al termine di

una breve discesa, sulla destra

si legge un cartello “Inserire

rapporto da salita”. Neanche il

tempo di pensare dove mai

fosse questa salita, curva sec-

ca a destra a 90° e ci troviamo

di fronte un muro in stile Giro

delle Fiandre ovviamente fitto

di ciclisti impegnati a salire

alla moviola. E’ lo strappo di

Vidiano, l’inizio della prima

salita al Passo Caldarola, si

comincia a fare sul serio.

Fortuna che il muro dura solo

un paio di chilometri nei quali

la preoccupazione maggiore è

quella di restare in equilibrio

per non mettere il piede a ter-

ra sperando che chi ti è di

fianco o davanti faccia lo stes-

so. Quando poi ci si immette in

una strada più ampiala penden-

ze è più contenuta ma ci tro-

viamo a fare i conti con un

vento teso e fastidiosamente

contro. Meno male…

La salita prosegue comunque

senza più strappi duri e dopo

quasi 14 chilometri scolliniamo

ai 778 metri (continua a pag. 3)

Page 3: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 3 Di Passo Caldarola.

La discesa è veloce ma piut-

tosto tecnica, l’attenzione va

tenuta alta per il persistere

del vento, ma in men che non

si dica arriviamo alla divisio-

ne dei percorsi. Di comune

accordo decidiamo di saltare

l’affollato ristoro e prosegui-

re.

Sarà anche per la giornata

grigia ma guardandoci attor-

no non possiamo dire di gode-

re del paesaggio che non è

proprio entusiasmante: ci

circondano colline anonime e

piuttosto brulle che nulla

hanno a che vedere con i

paesaggi mozzafiato delle

Cinque Terre che erano sta-

te teatro del primo Prestigio

mio e di Nelson nell’ormai

lontano 2002. Ah, cosa può

fare lo sponsor…

Svolta secca a sinistra e un

microscopico cartello annun-

cia la seconda asperità, la più

dura di giornata, ossia il Pas-

so Santa Barbara. 18 chilo-

metri che attaccano subito

duri ma assieme al Maestro

saliamo di buona lena recupe-

rando posizioni su posizioni.

Per rendere l’idea diciamo

che dal via non ci ha ancora

superato nessuno, sono i ma-

gri vantaggi di partire die-

tro.

Ormai siamo famosi al punto

che qualcuno di quelli che

sverniciamo lungo la salita ci

dice: “E voi cosa fate qui?

Saltate fuori adesso Rosset-

ti?” E a proposito di famosi

sono in due a dirci. “E Davide

(Fiamma…) dove l’avete mes-

so?”

Il Santa Barbara parte da

quota 213 e si scollina a 1126

ma la pendenza media del 5%

non renda l’idea di quanto sia

dura dato che presenta al-

meno 20 (dico venti e non

esagero…) strappi con pen-

denze a due cifre. Alla faccia

della scampagnata di fine

stagione che pensavamo di

fare!

Dal ristoro posto in vetta

all’arrivo mancano 70 chilo-

metri all’arrivo e bisogna

impegnarsi ancora. Intanto i

primi 15 sono di insidiosa

discesa stratta, tortuosa e

con un asfalto al limite del

vergognoso e anche se le

curve più pericolose erano

segnalate, ci viene spontanea

la domanda: “Ma non c’erano

altre strade da farci fare?”

In fondo alla discesa ci si

ricongiunge al percorso me-

dio pochi chilometri dopo

l’inizio della salita del Passo

Cerro. Ce ne accorgiamo solo

dopo un po’ di essere in salita

non avendo visto il cartello di

inizio ma la strada sale blan-

damente (3-4%) e appena

raggiungiamo un ciclista del

posto ci togliamo il dubbio.

Salita lunga e piuttosto re-

golare e anche questa la su-

periamo “in spinta” raggiun-

gendo e superando parecchi

gruppi fino a trovare adegua-

ta compagnia.

Arrivati al ristoro in vetta

Nelson deve sbrigare un bi-

sogno fisiologico e va un po’

avanti, io intanto riempio le

borracce così non perdiamo

tempo…. Sì, magari….

Riusciamo a perderci e nel

frattempo lasciamo andare

almeno 3 gruppi di ruote buo-

ne che, oltre al tempo butta-

to, sarebbero stati utilissimi.

Quando finalmente ci ritro-

viamo siamo soli e quindi co-

stretti ad aspettare qualcu-

no che arrivi da dietro dal

momento che dopo la discesa

ci aspettano diversi chilome-

tri in falsopiano che se li

affrontassimo da soli bruce-

remmo un sacco di energie

inutilmente.

Alla fine qualcuno arriva ma

non è che ci sia troppa gente

che abbia voglia di tirare,

per fortuna però c’è un geno-

vese piccolo e non col fisico

da passista che però ha una

grinta eccezionale e ci dà una

bella mano.

Arriviamo ai piedi dell’ultima

fatica di giornata, lo strappo

di Bagnolo, poco più di un

chilometro ma con dei drit-

toni cattivi che impongono

l’ennesimo cambio di ritmo.

Noi saliamo con grinta e re-

stiamo ben presto soli, pur-

troppo però nell’ultimo denti-

no un morso di crampi mi fa

rallentare, ma la cima è vici-

na e Nelson dopo la scollina

mento mi aspetta.

Purtroppo la selezione non è

stata così netta da consen-

tirci di fare gli ultimi 30

chilometri da soli e il gruppo

che ci precede lo vediamo ma

non riusciamo a rientrare

nonostante la strada scenda

leggermente e ci sia final-

mente vento a favore. Ma c’è

per tutti….

Aspettiamo quindi il gruppo

che ci seguiva così da arriva-

re a Piacenza dividendo un

po’ la fatica. Parte così una

bella catena che sfruttando

il vento viaggia a velocità

vertiginosa. Siamo costante-

mente sopra i 50 all’ora, il

cronometro ci dirà poi che

abbiamo percorso gli ultimi

29 chilometri in 33 minuti e

mezzo circa alla media di

quasi 52 km/h!!!

Nell’ultimo tratto di gara mi

metto in fondo al gruppo per

gustare fino in fondo la con-

clusione dell’avventura Pre-

stigio. Certo, la periferia

piacentina non ha nulla a che

vedere con la Riviera Ligure

ma il sapore della conquista è

comunque dolce. (continua a pag. 4)

(segue da pag. 2)

Beppe, secondo Prestigio

La grinta del Maestro

Page 4: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 4 E i nostri vec…. Ehm Davide e

Denis? Li abbiamo lasciati cir-

ca 5 ore e 130 chilometri fa,

come saranno andati? Li abbia-

mo pensati molto durante il

tragitto e li vedevamo alle pre-

se con i rimorsi per i bagordi

estivi e appellarsi a tutti i san-

ti (per essere fini…) per salire

i mille strappi di giornata.

Torniamo dalla doccia

(fredda…) e finalmente eccoli

arrivare, raggianti e contenti

per la missione compiuta. Le

reciproche congratulazioni

sono scontate.

La loro è stata una specie di

odissea tra forature e un inci-

dente nel quale è estato coin-

volto suo malgrado il Capitano.

Per un dubbio passaggio su un

tappeto di cronometraggio si è

voltato di scatto per chiedere

conferma della regolarità, ma

alle sue spalle arrivava un ka-

mikaze travestito da toscano

polemico, sicuramente con po-

ca padronanza della bici, che

presosi paura si stampava per

terra per fortuna senza conse-

guenze.

Denis si dimostra paziente

nell’incassare le parole non

certamente carine del ciclista

in questione e cerca di spie-

garsi senza essere troppo con-

vincente però. Infatti sfiga

vuole che il toscanaccio sia

parcheggiato proprio di fronte

alla macchina del Capitano (con

4000 partecipanti proprio lì

doveva mettersi…) che così

mentre sta tentando di cam-

biarsi viene di nuovo attaccato

dall’invorgnito che cerca di

riversare sugli altri le colpe

della sua impeditaggine. Di

nuovo esercizio di pazienza e

finalmente possiamo andare a

mangiare qualcosa.

Andando al pasta party ci ren-

diamo conto come efficienza

non sia sinonimo di cortesia, ti

guardi attorno e vedi tutto in

ordine ma non una persone di

servizio che ti accolga con un

sorriso, gli stand espositivi

visti al mattino che ci eravamo

riservati di guardare al nostro

arrivo non c’erano già più e ci

dobbiamo sbrigare a finire di

mangiare perché gli inservienti

extracomunitari ti sparecchia-

no da sotto il naso. Mah.

Fa eccezione un’unica persona

che ci passa una bottiglia di

spumante per brindare allo

Scudetto. Meritati festeggia-

menti per una grande impresa.

Beppe

(segue da pag. 3)

Risultati e classifiche

Percorso lungo km 157 — Totale classificati 1010

1° assoluto KLYUEV Konstantin (MG-KVis) in 4h26’07” media 35,50 km/h

227° FENATI Nelson in 5h21’38” media 29,29 km/h

228° POGGI Giuseppe in 5h21’41” media 29,28 km/h

599° FRESCHI Denis in 6h15’48” media 25,66 km/h

600° GUARDIGLI Davide in 6h15’48” media 25,66 km/h

Anche per il Capitano è

il secondo Scudetto

Ecco Denis e Davide all’ar-

rivo.

Davide, al secondo Presti-

gio consecutivo, giusta-

mente esulta.

Nelle classifiche sono

indicati i real time. Il

piazzamento determina-

to dal passaggio sull’arri-

vo risente fortemente

dei 9 minuti di zavorra

presi alla partenza.

Ma purtroppo non è una

novità.

Page 5: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 5

Ogni tanto ci piace fare qual-

che apparizione in gare che non

hanno molto a che vedere con il

nostro mondo, quello delle

granfondo, così decidiamo di

partecipare al Memorial Guer-

ra, gara in circuito in program-

ma sabato 13 settembre a Vil-

lanova di Ravenna.

Giorgio, il più corsaiolo, è il

promotore dell’iniziativa, Gian-

ni e il sottoscritto seguono a

ruota e all’ultimo momento

(sempre di corsa Maestro…) si

aggiunge anche Nelson. Per la

verità saremmo stati in 5 ma

Raffo, troppo giovane, quando

scopre che dovrebbe correre

da solo nella gara di Cadetti

Junior e Senior che parte tra

l’altro per ultima, rinuncia di-

plomaticamente per non farsi

attendere troppo a casa.

Il circuito è di quelli che si

adatta meglio anche a quelli

meno abituati a questo tipo di

gare, misura 11 chilometri ed è

in pratica un rettangolo che

unisce Villanova a S.Marco gi-

rando in senso orario, presenta

in pratica solo 4 curve. Le

strade però sono strettine,

nella nostra gara siamo in tan-

ti, un’ottantina circa, e tra

l’altro soffia un forte vento

che obbliga a stare in gruppo

più coperti possibile. Conse-

guenza di ciò le numerose

sbandate in mezzo al gruppo.

Si parte subito forte e come i

più esperti insegnano, cerchia-

mo di stare davanti anche se

non è facile. In un attimo ti

trovi in testa a tirare, se deci-

di di farti superare per non

spendere troppo vieni risuc-

chiato e ti trovi in cinquantesi-

ma posizione….

Superato il primo impatto che

ti fa salire il cuore subito in

soglia e lo lascia in pratica lì

per un’ora, le gambe iniziano e

girare e addirittura Giorgio

riesce ad avvantaggiarsi in un

gruppetto ma il vento e l area-

zione delle squadre più nume-

rose riportano il gruppo sotto.

Il tratto più impegnativo del

circuito è la prima parte dove

si pedala controvento fino alla

breve rampa che porta sull’ar-

gine del fiume. Da lì in poi il

vento è laterale prima, dietro

poi fino al rettilineo d’arrivo

dove si sente meno dato che si

è protetti dalle case.

All’inizio dell’ultimo giro rispet-

tando ciò che in teoria ci era-

vamo detti, siamo tutti davanti.

Sembra incredibile, facciamo

noi la corsa e ho la netta sen-

sazione che i gruppi più ag-

guerriti siano un po’ preoccupa-

ti di non riuscire a prenderci le

misure.

Sull’argine parte Lelli, marca-

tissimo, ma decido di seguirlo

ben sapendo che solo una fuga

a ranghi ristretti potrebbe

riservarmi un piazzamento.

Proviamo a collaborare ma il

gruppo reagisce.

Nella discesa parte come un

proiettile un passistone. Pren-

de 50 metri subito, dietro ci si

guarda (io non ne ho più…) e

questo se ne va: lo rivedremo

solo dopo l’arrivo.

Cerco di restare davanti, vedo

Nelson prima e Giorgio poi su-

perarmi, poi a 2 chilometri

dall’arrivo la fucilata di Gianni.

Parte deciso, prende qualche

metro di vantaggio ma il gruppo

ormai è lanciatissimo e non dà

più spazio. Poco prima dell’ulti-

ma curva viene ripreso e supe-

rato.

L’ultima curva è ai 500 circa

dall’arrivo e viene presa dai più

con una foga incredibile. Gianni

ed io ci rialziamo, Nelson fa lo

stesso poco dopo e anche il più

battagliero Giorgio lascia dopo

che in piena piega si è toccato

con un altro corri-

dore. Meglio non

rischiare l’osso del

collo.

Alla fine la nostra

bella figura l’abbia-

mo comunque fatta

anche a detta di

qualcuno dell’orga-

nizzazione che si

stupiva di vederci

così bene in corsa,

ci siamo divertiti,

non ci siamo fatti

male e questo è

l’importante.

Probabilmente alle-

namenti di questo genere al-

ternati a quelli di fondo che

facciamo abitualmente potreb-

bero farci ulteriormente mi-

gliorare nel colpo

di pedale che può

sempre tornare

utile nelle fasi

decisive di una

granfondo. Chis-

sà…

Comunque la gior-

nata finisce a ta-

rallucci e vino, mi

correggo a ciam-

bella e vino, infatti

al ritorno passan-

do nei pressi del

terreno di Gino

Nanni veniamo

invitati a sederci a

tavola e bere qual-

cosa dal sempre

generoso Gino. Poi

se non ti fermi gli

fai proprio un torto, ma sae

tutti i mali fossero questi vor-

remmo soffrire più spesso.

Beppe

Memorial Guerra a Villanova

Una corrida!!

Giorgio e Gianni, i

nostri migliori al-

fieri oggi

Page 6: RossettiBikeNews 2008.3

Che squadrone!!

Page 7: RossettiBikeNews 2008.3

Che squadrone!!

Page 8: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 8 Bel debutto della Fondo

Città di Cervia

Nello stile di un calendario di

gare sempre più fitto e lungo,

quest’anno è stata inserita tra

le gare del circuito Udace la

“Fondo Città di Cervia”. La

domenica scelta è il 5 ottobre,

approfittando del fatto che

negli ultimi anni i mesi di set-

tembre ed ottobre appunto

sono stati tra i migliori e i più

“pedalabili” in assoluto.

Anche quest’anno non fa ecce-

zione e ci presenta una giorna-

ta fresca di primo mattino ma

baciata de un bel sole che ci

riscalderà poi durante tutto lo

svolgimento della manifesta-

zione.

Il percorso è piuttosto inte-

ressante: non lunghissimo, 126

km, non durissimo, anche se ci

sono comunque 2200 metri di

dislivello. Diciamo adatto ad un

discreto impegno e giusto per

questo periodo.

In lotto dei partenti per l’unico

percorso agonistico (quello dei

126 km) è attorno alle 200

unità, considerando anche i

due percorsi medio e corto,

senza classifica, gli Aquilotti

di Cervia, società organizzatri-

ce conteranno circa 500 cicli-

sti.

Il Team Rossetti si presenta in

formazione abbastanza ridotta

dal momento che siamo solo in

4 un po’ per impegni concomi-

tanti di tipo familiare un po’

per le riposte velleità agonisti-

che di qualcuno. Chi c’è? Un

Giorgio al ritorno in una gran-

fondo dopo la Maratona delle

Dolomiti, Davide Guardigli che

dopo la pausa estiva e il ritor-

no a Piacenza vuole chiudere il

capitolo agonistico 2008 con

un’ultima fatica, il Capitano

pure lui Prestigioso a Piacenza

ma con la solita voglia di but-

tarsi nella mischia e il sotto-

scritto che segue a ruota…

La partenza è da Piazza Gari-

baldi nel cuore di Cervia e pri-

ma di entrare in griglia abbia-

mo il tempo di salutare Fran-

cesco Abela, carico a balestra

dal successo ottenuto nella sua

categoria alla prima edizione

della “Pantanissima” di Cesena-

tico. Faceva finta di niente ma

quando gli abbiamo fatto i

complimenti si è alzato di venti

centimetri (cioè è arrivato ad

una altezza normale…cattiva

questa)!!!

Pochi minuti prima del via arri-

va anche il saluto (al telefoni-

no) del Maestro che sarà af-

faccendato per tutto il giorno

davanti ad “altro tipo di gri-

glia”. Un in bocca al lupo che fa

piacere a tutti.

Alle 9 e qualche minuto si par-

te e il gruppo si mette in moto

in direzione S.S.16 Adriatica.

Eh sì, dobbiamo raggiungere

Cesenatico da dove poi si la-

scerà la costa per dirigersi

verso le colline, quindi viene

scelta la strada più corta ap-

profittando del fatto che il

traffico non è ancora molto

sostenuto.

In questo tratto il treno Ros-

setti si mette in bella evidenza

perché per evitare qualche

rischio preferiamo stare da-

vanti e per diversi tratti ci

troviamo a condurre il gruppo

sotto le telecamere di TeleRo-

magna che riprende l’evento.

Fantastica la scena poco prima

dell’arrivo a Savignano dove il

gruppo compatto praticamente

“inghiotte” un’auto guidata da

una donna di mezza età che

non aveva capito le indicazioni

delle moto staffette e invece

di accostare alla sua destra si

pianta, ferma al centro della

strada. Da fotografia la sua

faccia con gli occhi sbarrati

mentre si vede arrivare di

fronte centinaia di ciclisti a 50

all’ora e ancora più bella la

reazione di coprirsi la faccia

con le mani per non vedere.

Mitica!!!

Da Savignano si comincia a

salire verso il primo GPM che è

quello di Montalbano (omonimo

di quello del faentino), salita

non lunga e neppure troppo

dura tanto è vero che così in

gruppo la si percepisce come

un leggero rallentamento tanto

che Giorgio e io riusciamo a

restare nel gruppo di testa.

Davide sulle prime rampe si

sfila cercando Denis che però

non arriva, ma della gara del

Capitano parleremo dopo.

Discesa verso Felloniche e

seconda asperità, stavolta più

impegnativa, che porta al pae-

se di Roncofreddo. Qui i più

forti cominciano a menare di

brutto e la selezione si compie

sul serio anche se per buoni

tratti la salita sarebbe pedala-

bile. Riesco a tenere la ruota

di Giorgio sulla dura rampa

(15%) che precede lo scollina

mento e restiamo in un gruppo

abbastanza numeroso e ben

assortito.

Per fortuna almeno nel nostro

gruppo sulla terza salita, la più

famosa “Ciocca”, si sono spenti

un po’ di bollenti spiriti e si

sale di buon passo ma in manie-

ra regolare riuscendo a recu-

perare in parte i “fuorisoglia”

di Roncofreddo.

Arriviamo dunque a Sogliano

che oltre a farci venire in

mente il formaggio di Fossa, ci

riporta con la mente alla Nove

Colli che passa proprio da qui e

prorpio in corrispondenza del

bivio percorsi della Classica di

Cesenatico, ci immettiamo sul

percorso e scendiamo verso

Ponte Uso.

E’ una specie di revival fuori

stagione quello che viviamo

guardandoci attorno nella

strada che ci porta verso l’at-

(continua a pag.7)

Brillante ultima prova

di Giorgio

Page 9: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 9 tacco del Montetiffi. La zona

si conferma bruttarella, ma i

colori caldi dell’autunno la mi-

gliorano leggermente.

La salita che affrontiamo è

quella di Ville Montetiffi che

non è da confondere con quella

della Nove Colli, infatti al pri-

mo tornante di quest’ultima si

prosegue dritto e si prosegue

ancora diverse centinaia di

metri in falsopiano. Mai fatta,

non so quanto sia dura ma già

sull’altimetria la dipingevano

impegnativa (4,5 km al 8,1 me-

dio con punte del 14%) poi il

fatto che si vada proprio sotto

la parete della collina che de-

grada dal Barbotto, mi fa pen-

sare al peggio.

In effetti è la salita clou della

corsa, il nostro gruppo si sgre-

tola da subito , cerco di tenere

Giorgio vicino ma nel pezzo più

duro perdo 10-20 metri e alla

fine devo calare. Peccato per-

ché a conti fatti sarebbe ba-

stato resistere ancora un chi-

lometro e sarei rimasto con

Giorgio e con i primi del nostro

ex gruppo, invece quando ci

riammettiamo sul percorso

della Nove Colli, stavolta nel

tratto di (finta) discesa dopo il

Barbotto li vedo lì a qualche

centinaio di metri ma siamo

rimasti solo in due e rientrare

non è possibile, anzi i salisendi

di Rontagnano si confermano

bastardi come in primavera e il

nostro distacco cresce.

Svaniscono anche le speranze

di rientrare nella successiva

discesa di Santa Maria Riope-

tra, quindi ci rimbocchiamo le

maniche e in coppia con il forli-

vese ci diamo cambi regolari

per dividere la fatica prima

della salita di Montevecchio.

Chi mi conosce sa che questa

non è la mia salita preferita, il

mio compagno di viaggio forza

un po’ il ritmo e lo lascio anda-

re. Mi volto ma da dietro non

vedo arrivare nessuno…. Che mi

tocchino gli ultimi 50 chilome-

tri in solitaria?

No, per fortuna perché dopo la

Cima Pantani e Oriola vedo il

mio ex–socio forlivese che ar-

ranca sui saliscendi e ancora

prima che cominci la discesa

verso Calisese lo raggiungo.

Pedaliamo in un bellissimo sce-

nario di dolci colline e dolce

infatti è l’ultima salita di gior-

nata che porta a Longiano.

Guardo il mio socio e lo metto a

ruota, cerco di salire regolare

ma gli tiro un po’ nel collo per

fargli pagare lo sgarbo di Mon-

tevecchio. Non posso però la-

sciarlo perché dal’ultimo GPM

all’arrivo ci sono ancora una

trentina di chilometri di cui più

di 20 di pianura pura, tra l’al-

tro con il vento contrario. Da

soli sarebbe un morire.

Pedaliamo di buona lena ma

spendiamo tanto e quando da

dietro ai meno 15 dall’arrivo ci

raggiungono da una parte ci

dispiace (tanta fatica e ormai

eravamo arrivati…) ma dall’al-

tra è un sollievo. Nel gruppo c’è

Paolino Mazzavillani soddisfat-

to per la buona prestazione,

Lorenzo Neri e Stefano Gaspo-

ni della San Marco, ma anche

un tal Valerio Montalti del

Team Baldoni che nella vita fa

l’agente immobiliare e per pas-

sione il ciclista “vocalist”. In

pochi minuti che stiamo assie-

me mi “inscimunisce” con le

istruzioni ad ogni curva e ad

ogni buca della strada. “Ci ha

fatto due maroni che non ne

possiamo più!!!” l’eloquente

commento di Paolino. Te credo!

E alla fine arriviamo soddisfat-

ti e in allegria alla fine di que-

sta bella gara. Ritrovo Giorgio

che ha già chiuso da quasi 9

minuti. “Ho fatto una fatica

bestia” mi dice, ma porca mise-

ria se è andato… Ma non è una

novità.

Mentre siamo al pasta party

arriva anche Davide in ripresa

anche lui soddisfatto sia della

sua prova sia del bel percorso

proposto dagli organizzatori

che hanno fatto davvero un bel

lavoro.

Dalle voci che abbiamo sentito,

nel 2009 la gara probabilmente

verrà riproposta un paio di

settimane prima, verso fine

settembre e dovrebbe entrare

(con qualche variazione di per-

corso per raggiungere i 140

km) nel calendario delle Gran-

fondo Udace al posto della

G.F.Fondriest di Castrocaro

che purtroppo sembra destina-

ta a sparire per problemi orga-

nizzativi.

E il Capitano? Dovete sapere

che in settimana era stato in-

gaggiato ma sarebbe meglio

dire “precettato” da una sua

cliente, una certa Valentina del

Team Salieri che dicendosi

senza gregari gli aveva chiesto

di farla assieme. Denis un po’

per problemi commerciali, un

po’ perché è troppo buono (lui

dico….) non se l’è sentita di

dire di no e quando se l’è vista

alle nostre spalle nel tratto di

piano prima della salita quando

stavamo spingendo forte, ha

deciso di sacrificarsi…...Tra

l’altro la tipa si era dipinta così

forte al punto da far preoccu-

pare Denis di non riuscire a

starle dietro.

La realtà alla fine è un’altra, la

mora è un bradipo, non va un

cacchio e oltretutto sta male e

si ferma a vomitare, sì sì vomi-

tare due volte. La donna che

vomita è molto sexi e soprat-

tutto ti fa “innamorare” quando

testarda non vuole ritirarsi.

Così la pedalata diventa un

calvario, il nostro si prende

anche gli improperi del Team

Matteoni (che scortava un’al-

tra donna in gara) quando a

Longiano esasperato aiutava

con un bel traino la cliente-

zavorra, poi giunto sul rettili-

neo d’arrivo gira la bici e non

taglia il traguardo. “Dove vai?”

“Uno della Rossetti così indie-

tro non deve arrivare”. In ef-

fetti lei si piazza 179° su 181,

ultima delle 11 donne in gara in

5h01”04”!!! E meno male che

doveva vincere…..

Mai dar retta alle donne...

Beppe

(segue da pag. 6)

Page 10: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 1 0

(continua a poa.11)

Risultati e classifiche

Percorso lungo km 126 — Totale classificati 181

1° assoluto Menghini Angelo (Gc Melania) in 3h30’26” media 35,93 km/h

46° FRANCHI Giorgio in 3h49’46” (m. 32,90 km/h)

76° POGGI Giuseppe in 3h58’41” (m. 31,67 km/h)

103°GUARDIGLI Davide in 4h13’01” (m. 29,88 km/h)

Chiusura in bellezza al Lombardia?

Così avremmo sperato...

Era un po’ che ci pensavamo e il

desiderio era quello di chiude-

re la stagione con la classica

ciliegina sulla torta, così il Ca-

pitano ed io, mai stanchi di

correre, organizziamo la tra-

sferta a Como.

Il Giro di Lombardia è la bella

gara di chiusura della stagione

dei pro e da qualche anno an-

che quella degli amatori. I bei

ricordi della partecipazione del

2006 assieme anche a Nelson e

Davide Fiamma sono stati cer-

tamente quelli che hanno fatto

scattare la molla e grazie alle

complicità delle nostre mogli ci

prendiamo un bel week end di

solo relax e bici. Partenza ve-

nerdì nel primo pomeriggio

(così siamo su presto….), saba-

to sgambata mattutina e gara

dei professionisti il pomerig-

gio, domenica la nostra gara.

Tutto perfetto!!

Qualche avvisaglia del fatto

che poteva non essere il nostro

week end fortunato l’avevamo

avuta subito, infatti il venerdì

non avevamo fatto i conti né

con il traffico della tangenzia-

le di Milano né con il malefico

“Navigatore Garmin” di Denis…

Il simpatico apparecchio ci

depista sulla Tangenziale Est

anziché sulla Ovest e ci co-

stringe e circumnavigare in

orario di punta la città. Un’o-

dissea, arriviamo giusto

all’ora di cena….

A proposito cena, non

restiamo in albergo ma

ci sgranchiamo le gam-

be con una passeggiata

in centro, troveremo

pur qualcosa.

Ultime parole famose, i

ristoranti a Como cen-

tro sono una rarità e

travolti da una fame

atavica ci convinciamo

che “questo posticino

non è male”. Entriamo

in una pseudo pizzeria-

ristorante arredato in

stile primi anni 70 dove

siamo in pratica gli

unici clienti. Immanca-

bile anche il classico cameriere

magrebino e chi è stato su due

anni fa ben ricorda quanto Co-

mo sia invasa dai nordafricani.

Sarà la fame ma almeno la piz-

za non è male!

Sabato mattina il tempo è gri-

gio ma non minaccia pioggia,

usciamo in bici e andiamo sul

percorso per vedere bene le

due ultime salite dove di lì a

poco si deciderà la gara dei

professionisti. Denis è carico a

palla e il fatto di essere su un

palcoscenico importante lo

gasa al punto che sul Civiglio

devo impegnarmi per non per-

dere la sua ruota.

Facciamo in tempo a fare per

ben due volte il San Fermo

della Battaglia poi scendiamo

sul lungolago in attesa del pri-

mo passaggio dei corridori che,

provenienti da Varese si appre-

stano a girare attorno al lago

prima di far ritorno nel pome-

riggio a Como.

“Tranquillo Denis, qui li vedia-

mo bene” faccio col Capitano

anche se siamo in leggera di-

scesa, “qui vanno piano”. Da lì a

poco, dopo esserci goduti un

paio di scene da ridere (uno

sposo bloccato dai vigili che

chiudevano la strada e una

macchina che poco prima dell’-

arrivo del gruppone andava

tranquilla in senso opposto alla

corsa…) vediamo arrivare i pri-

Page 11: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 1 1

mi. C’è un tentativo di fuga in

atto e viaggeranno tutti, da-

vanti e dietro ad inseguire, a

cavallo dei 60 all’ora. Sono tut-

ti in fila indiana e così vediamo

in pratica tutti, Garzelli tra i

fuggitivi, Cunego e Ballan che

fa sfoggio della sua fresca

maglia di Campione del Mondo,

dietro insieme a tutti gli altri.

Del fatto che non andassero

piano avremo poi la conferma

nel pomeriggio all’arrivo dove il

vincitore Cunego farà segnare

una media superiore ai 43 ora-

ri.

Doccia e pranzo in un ristoran-

te per fortuna ottimo (passata

la fame abbiamo avuto più oc-

chio…) e riusciamo a gustarci

l’arrivo della gara dei profes-

sionisti. Peccato che il Capitano

non abbia voluto fare una bella

foto con lo “Zio Umber-

to” (Bossi) praticamente uno

zombie che fatica ormai a cam-

minare da solo ma qua idolatra-

to al pari di un Dio. Magari il

nostro fine settimana poteva

girare, invece….

Serata conclusa con le due

pappine che il Napoli mette in

saccoccia alla nostra Juve e

tutti a letto sperando che do-

mani sia almeno una bella gior-

nata.

In effetti domenica il tempo è

buono e il sole ci mette di buon

umore. Non è neppure freddo e

questo ci carica. Entriamo in

griglia con un po’ di anticipo ma

per essere onesti ci troviamo

ben oltre la metà con

davanti anche il porco

e anche numeri molto

più alti dei nostri. Ci

guardiamo attorno e

siamo circondati da

qusi tutti “lumbard”

ciccioni e con biciclet-

te improponibili, tanto

che mi lascio andare

ad alcuni “se mi sta

davanti questo, sego la

bici per traverso….”.

Non è decisamente il

nostro posto ma ci

siamo abituati.

I partenti sono molti, circa

2000 e il deflusso dal lungolago

è inevitabilmente laborioso, i

primi saliscendi allungano la

fila ma quando si passa in

strettoie e in centri abitati ci

si ricompatta.

Qui abbiamo le prime spiacevoli

sorprese date dal fatto che in

più di un’ occasione vediamo

arrivare contro al gruppo com-

patto delle auto neanche fer-

me sulla loro destra, ma in mo-

vimento…. Brividi. Meno male

che avevano garantito 20 (!!)

minuti di chiusura totale del

traffico. Neanche fossero due

ore, almeno quelli fateli rispet-

tare. Sarà stato un caso…

Le prime colline non fanno

troppa selezione e nel gruppo

cerco il Capitano che non vedo

più da qualche chilometro. Ci

ritroviamo poco prima del bivio

percorsi e pur sapendo che di li

a poco ci sarebbe stato l’asso-

luta mancanza di segnaletica(!!)

ci sorprende dal lato sbagliato

della strada. In qualche modo

io riesco ad imboccare la stra-

da giusta, mentre Denis non

vede le minuscole frecce e

viene tratto in inganno da uno

degli addetti che lo fa prose-

guire per il corto.

Inizialmente non riesco a capi-

re se abbia deciso di fare il

corto sul serio, invece accorto-

si dell’errore cerca di tornare

indietro ma deve comunque

aspettare un varco nella fiuma-

na di ciclisti che gli vengono

incontro, perde tempo e io non

lo vedo, non so nemmeno se è

tornato sul percorso giusto:

decido a malincuore di restare

con il mio gruppo.

Lissolo e Colle Brianza scorro-

no veloci sotto le ruote, sono

salite da passisti, di quelle che

non fanno grossa differenza e

anche chi perde leggermente le

ruote può rientrare nelle veloci

discese.

La cosa che si nota sul percor-

so è la frecciatura ridotta al

minimo e il menefreghismo

degli addetti agli incroci che

nonostante vedano arrivare un

gruppo abbastanza numeroso,

alzano si e no la bandierina,

mah....

Torniamo in zona lago nei pres-

si del ramo di Lecco da dove

risaliremo verso nord. Saremo

ad una decina di minuti dal

gruppo di testa ma nell’attra-

versamento del paese di Val-

madrera siamo costretti a fare

lo slalom tra le macchine che

girano tranquillamente sul per-

corso. Alla faccia della chiusu-

ra “totale” per 20 minuti alme-

no. Lo sconcerto tra i ciclisti è

palpabile, mai vista una cosa

del genere!

Molto spettacolare la strada

che porta verso Bellagio e al-

l’imbocco della salita simbolo

della corsa, il Ghisallo.

Dopo averlo scalato 2 anni fa e

averlo visto tante volte in tv, lo

conosco bene: molto duro nei

(segue da pag.10)

(continua a pag.12)

Page 12: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 1 2

4 chilometri, deciso cambio di

pendenza nella parte centrale

dove si spinge il rapportone e

un paio di chilometri scarsi

prima di scollinare davanti alla

chiesa della Madonna del Ghi-

sallo e al Museo del

Ciclismo voluto da Fio-

renzo Magni.

Che spettacolo conqui-

stare questa cima, la

splendida giornata di

sole e due ali di folla

che incitano tutti com-

pletano il quadro. Sarà

di gran lunga il momen-

to più intenso di que-

sto week end.

Già, perché il peggio ci

aspettava ancora…. La

macchina di fine corsa

(quella dei 20 minuti)

ci aveva superato nel

tratto dure della sali-

ta, forse con qualche

attimo di anticipo per-

ché, intermedi alla mano, il mio

ritardo dal primo in vetta era

di 22 minuti, sta di fatto che

già nel primo paese nella disce-

sa. Magreglio, mentre stiamo

arrivando un vigile si mette a

braccia larghe in mezzo alla

strada. Fermi che devono pas-

sare ben cinque macchine!!!

Ci fermiamo d’istinto poi un

passa, due, tre, insomma pas-

siamo tutti e il vigile cosa fa?

Ci insulta pure, ma vai a c…..

Lumbard di m…. Siamo vera-

mente interdetti, c’è un traffi-

co intenso sia nel senso oppo-

sto si nel nostro senso, peda-

liamo ai 60 in fila indiana tra

due file di automobili e il ri-

schio incidenti è altissimo. Sto

cominciando a pensare “chi me

l’ha fatto fare” poi l’agonismo

prende il sopravvento e si con-

tinua.

Tregua o quasi per qualche

chilometro, le strade meno

trafficate ci danno un po’ di

respiro e si affilano le armi per

le ultime due salite. Prima il

Civiglio, si pedala in spinta, la

gamba gira ancora bene e resto

nelle prime posizioni del mio

gruppo ma in cima la spiacevole

sorpresa. In mezzo alle case

tappo di macchine che costrin-

gono ad un surplace tipo pista

perché non c’è lo spazio fisico

per passare. C’è anche una

macchina dell’organizzazione,

che voglia di dirgliene quattro.

Discesa da incubo: difficile e

ripida di suo diventa impossibi-

le se hai le auto sulla tua de-

stra che ti stringono ulterior-

mente la carreggiata, un incubo

se trovi auto e moto che ven-

gono su nel senso opposto come

se nulla fosse.

Io mi chiedo: a Civiglio risiede-

ranno 200 persone, era così

difficile chiudere la strada

almeno in un senso??? A metà

discesa confesso di avere visto

molto bene la faccia delle mie

figlie che mi dicevano “rallenta

che ti vogliamo tutto intero” e

mi rialzo.

Arriviamo in una Como intasata

di auto ferme delle quali una

buona parte con il clacson spia-

nato, ci fanno passare al pri-

mo incrocio ma poi siamo in

completa balìa del traffico e

degli automobilisti inferociti

che non ci risparmiano insulti

di ogni genere. Gli vorrei

dire che noi abbiamo anche

pagato….

Ovviamente impossibile vede-

re la segnaletica in queste

condizioni (magari neppure in

quelle normali, però….), seguo

la strada che porta verso il

centro ed arrivo all’incrocio

dal quale parte la strada per

il San Fermo, l’ultima salita.

Strada sbarrata e per passa-

re devo fermarmi a litigare

con l’omino dell’incrocio che

ci vuole dirottare verso l’arri-

vo. A costo di passargli sopra

le orecchie io vado lo stesso,

ormai la gara è andata a farsi

friggere ma sono qui e la voglio

finire.

Salgo sul San Fermo più di ner-

vi che altro, la nuova discesa

verso Como è il solito incubo

con macchine e autobus in mez-

zo e strada libera solo negli

ultimi 300 metri. Due anni fa

con il Capitano facemmo un

volatone, adesso taglio il tra-

guardo con la voglia di fare

male a qualcuno!! Non è possibi-

le pompare così un evento e

presentare una organizzazione

di così basso livello!

Dopo l’arrivo i pareri sono una-

nimi: è stata una vergogna e

oggi abbiamo rischiato la vita.

Appena tagliato il traguardo

ricevo la telefonata di Denis

che era già arrivato. “Hai fatto

il medio allora?” “Macché, ho

fatto il lungo ma senza San

Fermo.” Bellissimo, ognuno ha

fatto la sua gara nel vero sen-

so della parola. Che schifo! Alla

fine redigeranno 4 classifiche:

Medio e Lungo con e senza San

Fermo. Una solenne figuraccia

da parte della Gazzetta, c’era

chi giurava di comprare da ora

in poi solo Tuttosport.

Per noi la ciliegina sulla torta

arriva dal fatto che in albergo

non ci avevano dato la possibili-

tà di fare la doccia dopo la

gara, così incavolati neri, spor-

chi e abbastanza odorosi ri-

prendiamo la strada di casa e

al diavolo lo Zio Umberto e suoi

discepoli.

Almeno nel ritorno niente Gar-

min Capitano!!!!

Beppe

(segue da pag.11)

Page 13: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 1 3

Ovviamente non ce l’ho fatta a

stare zitto e tornati a casa per

prima cosa ho scritto all’orga-

nizzazione per lamentare il

trattamento subìto, poi non

avendo avuto risposta ho scrit-

to a Cicloturismo, così per la

seconda volta in pochi mesi ho

avuto l’onore del primo articolo

del giornale nella posta dei

lettori.

Ma se l’altra volta era stato

per il motivo opposto, cioè un

ringraziamento, stavolta era di

tutt’altro tono, in parte smor-

zato da qualche taglio della

redazione.

Nel frattempo mi era arrivata

anche la risposta da parte di

RCS Sport che cura (?) l’orga-

nizzazione per conto della Gaz-

zetta al cui capo c’è l’ex corri-

dore Andrea Peron (ex compa-

gno di Ivan Basso alla CSC).

Con tono dimesso si scusava

dell’accaduto ribadendo solo il

concetto della chiusura delle

strade al traffico. Più di 20

minuti non si può, dice, ma che

vada ad imparare non dico da

Michil Costa in Alto Adige, lì è

un’altra parrocchia, ma basta

dai volonterosi romagnoli della

Fausto Coppi. A Cesenatico non

mi è mai successo di essere

fermato da un vigile nemmeno

per l’attraversamento dell’A-

driatica pur viaggiando ad ol-

tre un’ora dal primo...

Per l’anno prossimo rilanciano,

di nuovo il trittico con la San-

remo, Tappa della leggenda e

Giro di Lombardia, però solo un

percorso (medio) sia per San-

remo che per Como. Vedremo

quanti saranno i coraggiosi…

Ah, dimenticavo: Peron mi invi-

tava ad una gara del 2009 con

iscrizione gratuita o in alter-

nativa l’invito per assistere ad

una tappa del Giro, chissà se

ha letto CT di dicembre….

Beppe

Per quello che contano…..

Risultati e classifiche

Percorso lungo km 143 — Totale classificati 467

1° assoluto Cappè Matteo (Team Cicli Maggi FRW) in 3h47’42”

Media 37,68 km/h

149° POGGI Giuseppe in 4h29’49” media 31,79 km/h

Real time 4h27’46”

Percorso lungo (senza San Fermo) - totale classificati 87

28° FRESCHI Denis in 4h24’08” media 32,48 km/h

Real time 4h22’05”

In gita al salone di Milano Il Salone del Ciclo è sempre

stato un punto di riferimento

per gli appassionati del settore

e il poter andare a vedere e

toccare con mano le novità in

fatto di telai, gruppi, ecc. ecc.

è sempre stato un sogno.

Nonostante un po’ di questo

fascino si sia perso anche per

la collocazione novembrina

(voluta dalla concomitanza con

il ben più grande Salone della

Moto), non troppo gradita agli

operatori del settore, quella

all’Eicma di Milano è una piace-

vole gita. Riusciamo ad organiz-

zare due macchine e andiamo.

Il giorno scelto è il giovedì,

primo giorno di apertura al

pubblico, e un paio di appunta-

menti “nobilitano” il nostro

viaggio. Allo stand della Compa-

gnia Editoriale (quella che pub-

blica Cicloturismo per inten-

derci) ritiriamo il tanto sospi-

rato scudetto del Prestigio e a

casa FRW (uno dei migliori

allestimenti) assistiamo alla

presentazione della nuova

Granfondo Dolomiti Stars che

sarà supportata come main

sponsor da FRW appunto e da

Weber. Bella la presenta-

zione alla quale hanno par-

tecipato il Presidente della

FCI Di Rocco e un acciacca-

to Paolo Bettini. Il due vol-

te Campione del Mondo era

reduce da una caduta nella

Seigiorni in pista e si pre-

senta tutto doorante col

collare. Chi l’avrebbe detto

che di lì a poco ce lo sarem-

mo trovato a

battagliare di

nuovo e a vince-

re…. Sette vite

come un gatto!!!

(continua a pag.14)

Page 14: RossettiBikeNews 2008.3

P a g i n a 1 4

A proposito della Dolomiti

Stars, gara intrigante e sicura-

mente ben organizzata alla

quale faremo senz’altro un pen-

sierino: unica incognita resta la

data (13 settembre) un po’

avanti nella stagione e con buo-

ne probabilità di trovare un

clima non dei più miti lassù.

Vedremo.

Spettacolare la Seigiorni ri-

proposta dopo molti anni di

assenza su un anello di soli 166

metri (la metà di una pista o-

limpica) che rende il tutto più

raccolto e divertente. Una ker-

messe dove però nessuno ci sta

a perdere nella quale i nomi più

altisonanti sono quelli del già

citato Paolo Bettini al passo

d’addio (che in coppia con lo

spagnolo Llaneras, uno speciali-

sta, vincerà la classifica fina-

le), Filippo Pozzato e Yaroslav

Popovich.

Già, proprio il grande Yaro ispi-

ratore del soprannome di Raf-

fo per la sua somiglianza nella

postura in bicicletta. Ed è pro-

prio una sorpresa incredibile

quando passeggiando in zona

pista lo vediamo andare a piedi

alla toilette. Troppo ghiotta

l’occasione per scambiare due

battute con lui e farsi fare un

autografo. Lo aspettiamo all’u-

scita e lo scopriamo spiritoso,

disponibile e...basso! E sì, il

nostro Raffone è la copia in

grande dell’ucraino.

Prima di ripartire facciamo un

salto alla Guerciotti dove è

ospite Gilberto Simoni, anche

lui sorridente e disponibile per

foto ed autografi, poi l’appun-

tamento è allo stand della Gaz-

zetta dove c’è Danilo Di Luca

intervistato da Claudio Ghisal-

berti e che poi risponde alle

domande degli sportivi.

Un paio di domande gliele fac-

cio anch’io e non (solo) per ave-

re vicino l’avvenente hostess

che porge il microfono… scher-

zo. Chiedo a Di Luca i suoi pro-

grammi per il 2009 ottenendo

la prevista risposta con classi-

che del Nord prima, Giro d’Ita-

lia poi e massima concentrazio-

ne sul mondiale di settembre a

Mendrisio in Svizzera forse la

sua ultima occasione di indos-

sare la maglia iridata.

Su suggerimento del Maestro

la seconda domanda è relativa

al ritorno di Armstrong e qui la

risposta è meno scontata. “Io

non l’avrei fatto, ma sono con-

vinto che tornerà forte come

prima. Ci sfideremo al Giro”. La

mia replica “tu staccalo” strap-

pa un tirato “ci provo” ma sen-

za un sorriso. Troppo serio

Danilo!!!

Beppe

(segue da pag. 13)

Traditi dal fattore C Dopo anni nei quali la fortuna

era stata dalla nostra parte,

questa volta il classico

“Fattore C” ci ha tradito e sia-

mo stati vittima della spietata

legge del sorteggio della Mara-

tona delle Dolomiti.

Pensandoci bene prima o poi

doveva succedere, quasi 22mila

richieste complessive delle

quali circa 15mila dall’Italia per

meno di 3000 posti. Con un

20% di possibilità l’eventualità

di essere esclusi prima o poi

bisognava valutarla.

Forse apprezzere-

mo di più la fortuna

avuta in passato e

incroceremo ancora

le dita per il 2010

dove avremo ancora

la spada di Damocle

dell’urna a dividerci

dal gusto di una

nuova cavalcata tra

i Monti Pallidi. Con-

soliamoci però per-

ché dovesse resta-

re questo il regolamento mal

che vada nel 2011 di sicuro ci

saremo….

Ma poteva esserci una Marato-

na senza Rossetti in gara? No,

non poteva, infatti il sotto-

scritto in qualità di fedelissimo

(10 edizioni già disputate) par-

teciperà di diritto e a farmi

compagnia ci saranno sicura-

mente il Capitano e il Maestro

che non hanno resistito e sono

entrati tra le 150 iscrizioni

maggiorate vendute (e brucia-

te in pochi minuti…) a fine

n o v e m -

bre. Non

ce l’han-

no fatta,

sarebbe

s t a t o

t r o p p o

guardare

la corsa

in televi-

sione e

h a n n o

pensato

che vale-

va la pena pagare il doppio della

quota pur di esserci. E non cre-

do che anche gli altri fossero

animati dalla voglia di fare be-

neficienza.

Per chi volesse provarci even-

tualmente c’è un ultimo sprint a

fine marzo per ulteriori 150

numeri (a 150 euro), agli altri

non resterà altro che tifare

tre loro amici che cercheranno

di tenere alto l’onore della

Rossetti.

Beppe

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E ora buon 2009 P a g i n a 1 5

Il ciclista medio è bugiardo e

mai ammetterà di pensare già

adesso agli appuntamenti più

importanti della prossima sta-

gione. In effetti però la nostra

mente è abituata a ragionare

per obiettivi e quindi è naturale

proiettarsi in avanti, studiare il

calendario e programmare que-

sta o quella gara.

Molti degli appuntamenti del

2009 sono già tracciati e dopo

il raggiungimento dell’ambizioso

e dispendioso (in senso non solo

di soldi ma di energie fisiche,

mentali e….familiari) Prestigio,

il nuovo anno presenta qualche

gara nuova sì ma tutte lontano.

Sono invece confermati gli ap-

puntamenti classici di inizio

stagione dalle nostre parti ai

quali siamo soliti partecipare.

Apertura con la Roberto Conti

a Lugo l’8 marzo, conferma per

la Davide Cassani il 29 a Faen-

za (con possibili variazioni ai

percorsi non ancora pubblicati)

e fine del primo trittico con la

classica Selle Italia o Via del

Sale a Cervia il 5 aprile. Anche

qui sono preannunciati cambia-

menti soprattutto nel ritorno

verso Cervia al fine di rendere

meno pericoloso l’arrivo, stare-

mo a vedere.

Da metà aprile, passato il week

end pasquale (nel quale per al-

tro il lunedì si corre ad Igea

Marina la Fondo Mareterra

Verde Blu), torna in gioco il

Circuito Romagnolo che cerca di dare nuovi stimoli cambiando

sostanzialmente i percorsi di

almeno 3 delle 5 prove. C’è an-

che uno spostamento di data

che fa sì che la prima sia la

Bertolt Brecht a Russi il 19

aprile con la coraggiosa e ve-

dremo quanto azzeccata scelta

di sostituire le prime agevoli

asperità dei Sabbioni e Monte

Poggiolo con il più ostico Mon-

tefortino. Chi lo conosce sa

cosa può voler dire trovarsi

intruppati in quei temibili 900

metri, che servano scarpe da

ginnastica? Mah… Per il resto

tutto confermato Valbura com-

presa anche se speriamo che la

strada già devastata lo scorso

anno sia un po’ sistemata. Si

prosegue il 3 maggio con la de-

cana, il Giro della Romagna di

Lugo che è l’unica che non pre-

senta alcuna variazione rispetto

ai percorsi classici, per poi pas-

sare il 17 maggio alla Cime di

Romagna di Faenza. Questa era

la prova di apertura gli anni

passati ora viene posticipata di

un mese e si piazza nel mezzo

un po’ per evitare problemi cli-

matici un po’ per dare ai bravi

organizzatori dell’Avis un po’ di

soddisfazione con una parteci-

pazione che sarà sicuramente

più copiosa dato che la domeni-

ca precedente la Nove Colli

molti (e noi tra questi) la sfrut-

teranno come buon allenamento.

Parentesi agonistica quindi per-

ché domenica 24 maggio è l’ora

della sfida ai Nove Colli di Ce-

senatico. 39esima edizione e

rinnovato vigore per la madre

di tutte le granfondo che lancia

le iscrizioni on line dal 2 gen-

naio e visto il numero chiuso si

preannuncia un precoce esauri-

mento dei ben 11mila numeri

disponibili. Saremo pronti come

al solito…. Novità importanti

anche nella composizione delle

griglie di partenza che saranno

una in più e saranno stilate in

base al miglior tempo delle ulti-

me due edizioni. Bravo agli or-

ganizzatori che si sono dimo-

strati sensibili alle richieste

pervenute da molte parti.

La domenica successiva, il 31

maggio la Città di Lugo del

Pedale Bianconero più dura e

completamente rinnovata. Si

resta in zona ma alcune salite

vengono affrontate dal versan-

te opposto a quello abituale.

Chiusura tradizionale con la

Ercole Baldini a Massalombar-

da il 7 giugno che pur confer-

mando un chilometraggio non

impossibile non sarà una pas-

seggiata: il percorso è tutto

diverso e più impegnativo con la

ciliegina Tre Monti di Imola nel

finale.

Dopo vari tentennamenti con-

fermata dalla presenza nel cir-

cuito Granfondo e Mediofondo

Udace anche la Fondriest di

Castrocaro che trova una data

(utile per evitare la concomi-

tanza col Circuito Romagnolo),

domenica 14 giugno. E speriamo

nel sole quest’anno…..

Con la gara di Castrocaro si

chiude una prima parte di sta-

gione molto intensa e dalle no-

stre parti gare non ce ne sono

praticamente più fino al 23

agosto data della Castelli Ma-

latestiani di Rimini. Il 13 set-

tembre si svolgerà a Cesenatico

la seconda edizione della Pan-

tanissima che molto bene ha

fatto al debutto, seguita il 20

dalla Fondo Silver Cross Città

di Misano.

Chi ha partecipato quest’anno

l’ha apprezzata e la nuova data

a fine settembre (domenica 27)

non può far altro che far cre-

scere ancora la Fondo Città di

Cervia che può essere un bel

modo di chiudere la stagione.

Ce ne sono abbastanza? Direi di

sì ma siccome solo in 3 (per ora

per i motivi già descritti) par-

teciperemo il 5 luglio alla Ma-

ratona dles Dolomites per gli

altri snocciolo un po’ di date

utili per gare un po’ fuori maga-

ri ma in grado di dare i giusti

stimoli a chi voglia fare l’impre-

sa.

Dolomiti in anteprima alla Mar-

cialonga Cycling di Predazzo

domenica 31 maggio buona

sfruttando il ponte del 2 giugno

ma concomitante con la Città di

Lugo Il 21 giugno si potrà sce-

gliere tra una leggerissima

(anche se si spera meno gelida)

Sportful ex Campagnolo di Fel-

(continua a pag.16)

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tre e e una altrettanto pedala-

bile Fausto Coppi a Cuneo. Per

chi volesse far girare un po’ di

34x28 c’è sempre la Marco

Pantani ad Aprica che in pari

data ha come alternativa la

Michele Bartoli in provincia di

Lucca.

Per chi volesse provare l’eb-

brezza di calcare le strade che

decideranno il Giro d’Italia del

Centenario c’è la Straducale ad

Urbino il 26 luglio. New entry

del Prestigio 2009, la gara si

presenta durissima con Monte

Nerone e Monte Catria e il

caldo di metà estate sulle te-

ste….

Da tenere in considerazione

per tutti la Dolomiti Stars per

il primo anno slegata dalla

Challenge Gazzetta e che si

presenta in una nuova data (13

settembre) e con nuovi sponsor

tra i quali la “nostra” FRW. Ad

Arabba a metà settembre po-

trebbe essere freddino, la

stessa domenica c’è la Panta-

nissima a Cesenatico ma il fa-

scino e il livello organizzativo

di questa gara stuzzicano non

poco, vedremo.

Nel finale, sabato 10 ottobre

c’è la G.F. d’Italia di Carpi,

già pedalata qualche volta e

degna di nota per il livello dell’-

organizzazione. A proposito di

organizzazione per chi vorrà

testare gli eventuali progressi

della RCS Sport, viene ripropo-

sto su tre prove il Challenge

Gazzetta: il 22 marzo la Me-

diofondo a Sanremo, il 18 otto-

bre il Giro di Lombardia e in

mezzo, domenica 17 maggio la

Tappa della Leggenda. Il trac-

ciato di quest’ultima non è an-

cora stato reso noto ma tutto

fa pensare ad una Cuneo-

Pinerolo che il Giro affronterà

il martedì seguente. 250 km

con Maddalena, Vars, Izoard,

Monginevro e Setriere? Qui

più che leggenda siamo nel Mi-

to!!

Va bè adesso basta, pensiamo a

passare un Buon Natale, a co-

minciare bene il 2009 e sarà

poi la nostra voglia a dare for-

ma e colore ad una stagione

che siamo certi sarà ai massimi

livelli come ormai nostro costu-

me. Auguri a tutti!!

Beppe

(segue da pag.15)

Buon Natale

a tutti!!