rossettibikenews 2011.1
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RossettiBikeNews 2011.1TRANSCRIPT
Organo
Ufficiale
del Team
Rossetti
del solito con l’intenzione
di fare 3 uscite quest’an-
no.
Ultima nota riservata al
nostro blog. Voleva esse-
re una sorta di esperi-
mento e i risultati dei
contatti e soprattutto
dei riscontri che abbiamo
avuto ci fanno pensare
che sia riuscito.
Abbiamo un nutrito grup-
po di lettori extra squa-
dra che per simpatia ci
seguono e abbiamo dato
il là ad una moda. Anche
il gruppetto del Surfing
ha creato il suo.
Buona lettura.
Beppe
Dove eravamo rimasti?
Ah già Wilmer sul podio
del Romagna Challenge e
sia lui che tutta la squa-
dra al terzo posto in
Coppa del Mondo Udace.
E’ passato un inverno
(quest’anno per la verità
abbastanza mite e meno
nevoso) e siamo di nuovo
sul pezzo.
Sarà la nuova linfa dei
nuovi acquisti (a proposi-
to anche il Rossetti Bile
News ha acquisito un va-
lido collaboratore), sarà
che l’appetito vien man-
giando, siamo ripartiti
come e più forte di pri-
ma.
Se il buongiorno si vede
dal mattino, e il mattino
è stato il successo di
Wilmer (con il 3° posto di
Nelson) alla Granfondo
del Sol alle Canarie.
Esordio anticipato per
qualcuno che non riusciva
proprio a tenere le ruote
ferme già a metà marzo
alla G.F. del Conero di
Ancona, poi il via al Ro-
magna Challenge con il
brutto infortunio di Wil-
mer che avrebbe ferma-
to tutti, tranne lui.
Ma di questo ed altro
ancora parleremo sulle
pagine di questo giornali-
no che si presenta prima
Subito a tutta!!!
A n n o 6 - N u m e r o 1 M a g g i o 2 0 1 1
In questo numero: Canarie conquistate pag.2
Ma guarda un po’ pag.3 L’esordio stagionale: la
G.F. del Conero pag.4 Si fa sul serio: Ecco la
Cassani pag.5 Siamo in TV!! pag.9
Dai e dai la coppa di Cer-
via è arrivata pag.9 Romagna Challenge atto
II Fondo Città di Riccio-ne pag.10
Pedalate in piacevole compagnia pag.12
La nostra Selle Italia pag.12
Sempre bella la Cime di Romagna pag.16
Si torna in pista a San Marino pag.17
Quando una foto parla da sola pag..20
Un “tranquillo” sabato mattina pag.23
Una bella domenica di sport pag.24
La Nove Colli del riscatto pag.27
Dulcis in fundo pag.33 Le pagelle di Panza-Man
pag.34
rossetti bike.blogspot.com
P A G I N A 2
Ecco i nostri Ca-Ecco i nostri Ca-Ecco i nostri Ca-Ecco i nostri Ca-
narini con il loro narini con il loro narini con il loro narini con il loro
famoso compa-famoso compa-famoso compa-famoso compa-
gno di viaggio.gno di viaggio.gno di viaggio.gno di viaggio.
Ma quant’è brutto Ma quant’è brutto Ma quant’è brutto Ma quant’è brutto
il casco della Cat-il casco della Cat-il casco della Cat-il casco della Cat-
like della Movi-like della Movi-like della Movi-like della Movi-
star ...star ...star ...star ...
Canarie conquistate!!
Così come sappiamo che
Nelson e Wilmer fanno for-
tissimo in bicicletta, così
sappiamo che non sono al-
trettanto motivati nello
scrivere e quindi del loro
viaggio alle Canarie (per
loro è la seconda esperienza
consecutiva…) mi incarico di
scrivere qualcosa io sulla
base di quanto carpito dai
loro racconti.
Partiti con lo scopo di “fare
la gamba”, hanno veramente
pedalato tantissimo allun-
gando ogni giorno l’uscita
programmata con il gruppo,
per aumentare chilometri e
soprattutto dislivello.
Tutto questo approfittando
del clima mite che, usciti
dall’inverno romagnolo, era
una vera e propria manna.
I numeri (da fonte Garmin/
ghettimoto) parlano da soli:
in 6 uscite consecutive il
buon “settemmezzo” ha sca-
ricato la bellezza di 716,49
km alla media di quasi 120 al
giorno per un dislivello tota-
le di 14.807 metri(!!!!) con
una media di quasi 2500
metri giornalieri di scalata.
Da paura!!
Tra l’altro, come si può ve-
dere nella foto qua sotto,
uno dei loro compagni di
pedalate era nientemeno
che “Il Bruss” Marzio Bru-
seghin in preparazione per
la nuova stagione con la nuo-
va maglia della Movistar (ex
Caisse d’Epargne).
“Altro passo” e se lo dice
Wilmer ci possiamo credere
ma il ragazzo nel 2011 ha
davanti Giro e Tour (e ma-
gari anche la Vuelta) e non
dimentichiamoci che nono-
stante sia uno dei vecchi del
gruppo, il buon Marzio è di
giugno del 1974 e quindi
deve ancora compiere 37
anni….
Io farei cambio….
I nostri se ne sono tornati a
casa con una gamba incredi-
bile, con una abbronzatura
invidiabile (“ e poi il sole era
spesso velato”) e con un ca-
rico di esperienze positive
che ne arricchiscono oltre
che il bagaglio tecnico, an-
che quello umano.
Oltre a Bruseghin infatti
hanno conosciuto personaggi
del calibro di Giovanni Bia,
(ex calciatore che ha milita-
to tra le altre
nel Bologna,
nel Napoli,
nell’Udinese e
nell’Inter in
serie A, ora
agente di al-
cuni calciatori
i m p o r t a n t i
come Mache-
da, Cigarini,
Dessena e
G u a r e n t e ) ,
Luca Baraldi
dirigente pure
lui in ambito
calcistico (ex
Bologna, Lazio e Parma) e
Claudio Ghisalberti apprez-
zata penna ciclistica della
Gazzetta dello Sport.
Poteva però concludersi una
simile esperienza senza una
sana competizione sportiva?
No, non poteva e l’ultimo
giorno di soggiorno i nostri
sono stati protagonisti in
positivo della “Granfondo
Del Sol” che vedeva tutto il
gruppo cimentarsi nella sca-
lata al Pico de Las Nieves
“Cima Coppi” dell’isola. Oltre
51 km di salita pressoché
continuata per passare dal
livello del mare di Maspalo-
mas ai quasi 2000 metri del
Pico.
Beh, il “Cannibale” Wilmer
non si è smentito e alla fac-
cia del mal di gambe e del
cuore che i giorni prima non
saliva più (e te credo…), e
ha piazzato prima una botta
rimanendo da solo con tal
Azzola Franco da Treviso
(ottimo granfondista…), poi
con un bel forcing si è ag-
giudicato il successo in vola-
ta che in pratica non c’è
stata visto che il compagno
di fuga trevigiano era al
gancio e aveva chiesto solo
di non essere staccato.
Alle loro spalle 3° ottimo
posto per Nelson che masti-
ca un po’ amaro per non aver
potuto provare a seguire
Wilmer che partiva mentre
lui era un po’ dietro. Nelson,
il Cannibale è il Cannibale….
Wilmer l’aveva promessa
una vittoria a braccia alzate
ed è già arrivata, compli-
menti a lui e se è vero che
chi ben comincia è a metà
dell’opera….
Beppe
Ma guarda un po’...
P A G I N A 3 A N N O 6 – N U M E R O 1
Nella mia consueta abitudi-
ne, molto gradita al mio
edicolante, molto meno a
mia moglie, di sfogliare più
di un giornale di ciclismo,
mi sono piacevolmente sof-
fermato, nel numero di
marzo del mensile che ve-
dete qui a fianco, su un fo-
rum virtuale tra un gruppo
di ciclisti reclutati ad hoc
dal giornalista.
Granfondo peraltro è un
giornale che non mi fai im-
pazzire per il taglio troppo
estremista ed aggressivo,
diciamo un po’ troppo agoni-
sta anche nei toni, però mi
pare intelligente e mi piace
l’idea di lanciare dei quesiti
di interesse comune e fare
dare le risposte diretta-
mente ai ciclisti, alle varie
tipologie di ciclisti, dal più
rilassato al più impegnato.
Nello specifico si parlava di
allenamenti e gare sotto la
pioggia, partire o no, come
vestirsi ecc. ecc.. Comincio
la lettura e chi ti trovo tra
gli “opinionisti”? Cristiano!?!
“Sì, in effetti ogni tanto c’è
un giornalista che mi scrive
delle domande su vari argo-
menti e ci scambiamo opi-
nioni via mail”.
Insomma il Team Rossetti
dice la sua anche sulla car-
ta stampata.
Beppe
P A G I N A 4 L’esordio stagionale: la G.F. del Conero Oggi 13 Marzo sveglia alle
5, si ricomincia con il rito
pregara, Wilmer, Paolo e il
sottoscritto hanno deciso di
anticipare l'esordio stagio-
nale andando ad Ancona per
la GF del Conero.
Preparo la colazione che ho
deciso di consumare duran-
te il viaggio: pasta di farina
di kamut 100 grammi che ho
preparato anche per Paolo
(che ha molto apprezzato),
panino di segale con bresao-
la e sottiletta light, porzio-
ne di crostata ai mirtilli.
Arrivati ad Ancona in per-
fetto orario, riusciamo con
calma a ritirare il pacco ga-
ra e provare i chip Winning
Time per scrupolo (non si sa
mai dopo la pausa invernale
è meglio controllare per
evitare di restare fuori
classifica).
L'ingresso alle griglie è ab-
bastanza ordinato, ci sono
circa 1500 partenti e noi
siamo tra gli ultimi ma poco
importa, per oggi non ci in-
teressa il risultato. Questa
gara la facciamo più con lo
spirito di un buon allena-
mento e per la voglia di
riattaccare il numero alla
maglia.
Uno sguardo al cielo non
manca mai,il meteo preve-
deva pioggia ma per ora è
tutto ok, siamo pronti per
partire e affrontare una
granfondo sulla carta facile
e comunque adeguata al pe-
riodo.
L’unica vera asperità del
percorso si trova nel finale
a 6/7 km dall’arrivo ed è
Monte Acuto con alcuni
tratti al 18% al quale segue
la picchiata veloce, ma su
fondo stradale disastroso,
verso Ancona, le altre salite
sono tutte in stile Bertinoro
con quella che arriva a San-
ta Maria Nova solo un po più
lunga.
Proviamo comunque a parti-
re a tutta dalle retrovie per
cercare di guadagnare qual-
che posizione e sulla prima
salita Wilmer va fortissimo,
Paolo sempre caparbio tiene
duro e riesce a rimanergli
agganciato, io invece perdo
quei 30 secondi che mi fan-
no rimanere intruppato die-
tro in un gruppo dove, quan-
do tento di rientrare, nes-
suno mi aiuta. Tutti al trai-
no: incredibile quanto
“limano” questi marchigiani.
Il percorso, fatta la sele-
zione iniziale non ti da più
possibilità di recupero, tan-
to più se nessuno collabora.
La seconda salita si presen-
ta dopo circa 20 Km che col
mio gruppo facciamo a 32
Km/h. Mi sembra di fare
una cicloturistica, tira solo
un gregarione di due ragaz-
ze con passo regolare.
Cerco di dargli una mano ma
era pronto a redarguirmi se
alzavo troppo il ritmo, cerco
ancora invano di esortare
gli altri a darci una mano ma
niente. “Non ci posso crede-
re” non mi sono mai trovato
in una situazione simile, po-
chi che collaborano va bene
ma proprio nessuno no!!!!
Davanti poi mi raccontano
che non è stato tanto diver-
so per Wilmer e Paolo.
Quando inizia la salita verso
S.Maria Nova il gruppo da-
vanti si vede, avrà un paio di
minuti di vantaggio, so però
che è impossibile rientrare:
guadagnare minuti in salite
così pedalabili è impensabile
ma la voglia è tanta e provo
a forzare,faccio il vuoto ma
poi in discesa dove vado???
Alla fine desisto e aspetto
il gruppo delle cariatidi.
Nel finale è la durezza del
tracciato che ravviva la si-
tuazione: si passa dietro al
Monte Conero e poi subito
Monte Acuto. Qui chi ne ha
può fare la differenza e
andarsene guadagnando an-
che molto.
Immagino che la vittoria i
primi se la siano giocata
proprio in questo tratto.
L’arrivo è nel viale principa-
le che taglia tutta la città e
finisce nella piazza 4 No-
vembre più conosciuta come
il “Passetto” che si affaccia
sul mare.
Alla fine in classifica sono
132° in 4h, Wilmer 60° in
3h48', Paolo 76° in 3h49'
ed è anche contentissimo
per aver fatto tutta la gara
con Wilmer che a sua volta
è soddisfatto della sua pre-
stazione considerando la
posizione di partenza.
Paolino pedala veramente
forte, ha già una gran con-
dizione, a me sarebbe pia-
ciuto andare un pò meglio,
col senno di poi avrei potuto
spingere di più sulla prima
(continua a pag. 5)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 5
salita.
Ottima l'idea di attrezzar-
ci per la doccia che abbia-
mo fatto negli spogliatoi
del vecchio stadio "Dorico",
poi al pasta party che però
decidiamo di saltare in
quanto inizia a piovere e la
lunga fila è allo scoperto.
Optiamo per un buon panino
al prosciutto e una buona
birra: fuori tabella ma me-
ritata.
Per quanto riguarda l’orga-
nizzazione, promozione a
pieni voti.
Le griglie di partenza ordi-
nate, lo start con 5 chilo-
metri di velocità controlla-
ta, i ristori chiaramente
non li ho visti ma ci sono
stati diversi rifornimenti
idrici con bottiglietta al
volo molto graditi. Ah, se ci
fossero alla 9 Colli!!!
Buona la segnalazione lungo
il percorso con cartelli e
tanti assistenti con bandie-
re a segnalare punti perico-
losi e cambi direzione, inol-
tre il mio gruppo ha sempre
avuto la moto davanti che
fermava il traffico.
IL ritorno sereno con i
compagni di squadra, tante
chiacchiere e già la testa
alla prossima GF, la Cassani
che sarà il vero esordio
stagionale con tutta la
squadra schierata.
Davide
Percorso lungo km 135 Totale classificati 263
1° CAVALLI Gianluca in 3h23’33” m.39,79 km/h
60° GHETTI Wilmer in 3h48’48” m. 35,40 km/h (11°cat.M3) 76° MAZZAVILLANI Paolo in 3h49’39” m. 35,27 km/h (14°cat.M3)
132° GUARDIGLI Davide in 4h00’06” m. 33,74 km/h (22°cat.M4)
Si fa sul serio: ecco la Cassani
Da dove partire per rac-
contare questa corsa che
per buona parte di noi
(eccezion fatta per alcuni
pionieri) ha aperto la sta-
gione 2011 e che racchiude
così tante storie da rac-
contare, alcune belle e al-
tre, purtroppo, decisamen-
te meno?
Direi che per capire come
ci siamo arrivati occorre
fare un piccolo passo indie-
tro, dando uno sguardo al-
l’inverno ormai alle spalle.
Il filo conduttore che ci ha
accompagnato durante i
mesi freddi è stato sicura-
mente l’entusiasmo, coin-
volgente e trascinatore,
col quale ognuno di noi, a
modo suo, ha impostato la
preparazione in vista della
nuova stagione di corse.
Un sentimento vibrante,
palpabile, che si percepiva
durante le classiche uscite
di gruppo dei fine settima-
na, ma anche dal tenore
acceso e dal ritmo incal-
zante dei post sul blog.
Infortuni domestici a par-
te, la nostra marcia di avvi-
cinamento agli impegni ago-
nistici del 2011 non ha re-
gistrato i classici malanni
di stagione. Anzi, per non
farsi mancare niente, Nel-
son, Wilmer e Raffo sono
volati una settimana in riti-
ro alle Canarie come dei
professionisti del Pro Tour
e ne sono tornati, oltre che
abbronzati, con una condi-
zione imbarazzante.
Ma nel frattempo, chi è
rimasto in patria non si è
fatto scrupoli ad uscire
sotto la pioggia, o peggio la
neve (neanche ci pagasse-
(segue da pag. 4)
(continua a pag. 7)
P A G I N A 6 ro….).
Giorgio Franchi ha messo
alla frusta la sua Napa Val-
ley a suon di scatti e ripetu-
te sul Monte Cavallo, Davide
s i è a f f i d a t o a l
“segretissimo” (per poco)
preparatore Nicoletti di
Modena per affilare le pro-
prie armi con uscite tecni-
che e test di endurance, di
VO2 max o di sweet spot,
Raffo è dimagrito a vista
d’occhio e si propone per le
salite lunghe della bella sta-
gione. Paolinho invece non è
dimagrito per niente, ma va
comunque come un treno.
Cristiano lo hanno avvistato
a spianare le colline forlive-
si anche agli orari più impro-
babili, Beppe, una roccia,
spinge forte come sempre,
pianura o salita che sia e
anche Giorgio Emiliani che
arrivava da un lungo stop
per motivi di salute ha ri-
preso nel migliore dei modi,
dandoci dentro di santa ra-
gione e rimettendosi in pari
col gruppo.
Non di meno, ha fatto quel
che ha potuto anche il Capi-
tano che pur avendo meno
tempo degli anni passati per
i nuovi impegni imprendito-
riali, si è comunque ritaglia-
to lo spazio per le uscite tra
una frisona da macellare e i
clienti da accontentare.
Ma alla fine, tutto questo
gran lavoro e l’impegno pro-
fuso avevano bisogno di es-
sere concretizzati, serviva
la prova dei fatti. E allora
ecco la GF Davide Cassani,
utile per dar sfogo all’ardo-
re agonistico accumulato e
anche per dare i primi giudi-
zi (le sentenze le lasciamo a
fine stagione).
Classico ritrovo nel salotto
buono di Faenza, la bellissi-
ma Piazza del Popolo, con
l’abbonamento al Romagna
Challenge che ci garantisce
un buon numero e una buona
posizione in griglia. La par-
tenza alle 9.30 ed un ina-
spettato cielo sereno, met-
te tutti di buon umore.
Nell’attesa della partenza,
si discute della Sanremo del
giorno prima, dell’impresa di
Scarponi sulla Cipressa, del-
l’allungo di Nibali sul Poggio
e intanto ci si guarda attor-
no, scrutando da sotto gli
occhiali scuri gli avversari.
Questo ha cambiato squa-
dra, quello ha cambiato bici,
quell’altro dicono che vada
fortissimo, quello lì ha fatto
due polpacci così, ecc..
Dopo il via, puntiamo verso
Modigliana a velocità subito
sostenuta. A Marzeno
sfrecciamo ben oltre il limi-
te di 50km/h, con buona
pace della pattuglia dei vigili
a bordo strada. Incuranti
del forte vento trasversale
che giunge a folate, il grup-
po si assottiglia, si allunga e
si fraziona, salvo ricompat-
tarsi al minimo rallentamen-
to dei battistrada.
Wilmer lo perdiamo subito
di vista: in due colpi di pe-
dale è lì davanti tra i big e
non intende mollarli un me-
tro.
Attacchiamo il Trebbio do-
po 25’ di rumba. Paolo ha
una bella gamba. Pedala fa-
cile facile, subito dietro a
Giorgio F., che non appena la
strada si impenna sorride e
se ne va. Raffo e D&G si
tengono a vista: l’unione fa
la forza. Perde qualche posi-
zione Cristiano, che ha pati-
to la partenza a spron bat-
tuto e ha le gambe un po’
appesantite. Nelson, sornio-
ne come al solito, si è ri-
sparmiato e ora sulle rampe
del Trebbio risale il gruppo
con agilità. Beppe e Giorgio
E., più cauti, sono lì a pochi
secondi.
Il vento la fa da padrone
anche in salita. Sui falsopia-
no in cima fanno più selezio-
ne le forti raffiche che le
pendenze al 15% appena su-
perate. Ma in 5 minuti siamo
tutti lì.
La discesa verso Dovadola
potrebbe rimescolare le
carte. Almeno questo è
quello che spera Cristiano,
che si getta a capofitto per
recuperare posizioni, ma
quando giunge sulla statale,
in leggera salita verso Rocca
S.Casciano è da solo, e cuo-
ce i ceci a metà tra il grup-
po Bandini (con Nelson e
Paolo), che resta laggiù in
lontananza, e quello con Da-
vide e Raffo che alla fine lo
riprendono all’inizio della
Busca. Giorgio invece è mol-
to più avanti, in un gruppet-
to a poca distanza da Wil-
mer.
La Busca è una salita di at-
tesa. Non ha le pendenze
aspre del Trebbio e il lungo
falsopiano a metà non invo-
glia nessuno ad andarsene.
In sostanza non succede
niente. Wilmer sta bene ed
è sorpreso pure lui della
facilità con la quale riesca a
rimanere lì con i primi asso-
luti. Non gli serve forzare
troppo, così come per Gior-
gio Franchi che segue a poca
distanza. Più indietro, il
gruppo con Cristiano, Davide
(segue da pag. 5)
Giorgio Franchi in
azione sul Trebbio
versante di Modi-
gliana.
Sotto D&G in ver-
sione Topolino
sullo stesso duro
passaggio
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 7
e Raffo forza l’andatura
per riprendere quello con
Nelson e Paolo, ma quando
arriva a meno di 30’’, al
bivio per S.Maria in Castel-
lo, Paolo dà una menata
delle sue, mette in fila tut-
ti i gregari Bandini, si bec-
ca qualche madonna da più
di qualcuno, e i sogni di ri-
congiungimento sono quan-
to meno rimandati. Anche
Beppe è lì a poca distanza
e subito dietro c’è Giorgio
E. che sale seguendo il car-
dio.
Il lungo ritorno verso Fa-
enza potrebbe essere una
passeggiata, ma il vento
che tira da nord non accen-
na a calare, moltiplicando
gli sforzi di tutti, e chi ha
montato le ruote ad alto
profilo, ha il suo bel da fa-
re a guidare la bici. Nel
gruppo di testa, quello di
Wilmer, è un momento di
calma apparente: la quiete
prima della tempesta che si
scatenerà sul secondo
Trebbio.
Il gruppo di Giorgio F., in-
vece, si sfalda al bivio per
il medio, dove la maggior
parte gira e il nostro uomo
rimane praticamente solo.
Anche nel gruppo di Nelson
e Paolo si guardano e così,
finalmente, dopo 50 km di
inseguimento, Cristiano,
Davide e Raffo, stremati,
ansimanti, e con le gambe
che bruciano, rientrano
assieme ad un paio di Bal-
doni. Ma le hanno spese
davvero tutte.
La corsa dei big si accende
sui primi strappi del Treb-
bio, i più duri, che si pren-
dono con già 100km di cor-
sa nelle gambe . Partono gli
scatti, ma Wilmer non si fa
sorprendere e pesta sui
pedali a tutta. Giorgio F.
che finora ha fatto corsa a
se, inizia a far fatica ma
tiene botta.
Anche il gruppone Bandini
si fraziona: Nelson atten-
deva questo momento e se
ne va via, portandosi dietro
una quindicina di vagoncini,
coi quali affronterà a tutta
la discesa verso Modiglia-
na, lasciando addirittura
indietro Giorgio F., al quale
non resta che attendere il
gruppo di Paolo per arriva-
re a Faenza. Cristiano e
Davide invece capiscono
che non ce la fanno e ra-
gionevolmente si lasciano
sfilare (gentile eufemismo
per dire che si sono fatti
staccare), ma non mollano
l’osso.
Raffo invece non si è ali-
mentato a dovere (le orate
non hanno mai avuto una
gran carica energetica…) e
ora accusa i principi di una
crisi di fame che gli coste-
rà cara ed è costretto ad
alzare bandiera bianca. Da
qui all’arrivo, per lui sarà
tutta salita, ma ce la farà.
Per i corridori resta da
superare la Carla, uno zap-
pellotto da niente, ma che
nel gruppo di Wilmer serve
per scremare ulteriormen-
te gli avversari. Restano in
una dozzina, Fantini e Mio-
rin sono in fuga dal Treb-
bio, altri 7 o 8 big sono
davanti ma a meno di due
minuti. Una gara di livello
assoluto.
Per tutti gli altri i giochi
sono fatti e si comincia a
pensare alla volata
dell ’arrivo, con
quell’antipatica ro-
tonda ai 200 metri.
Prima però, a circa
15 km dall’arrivo, il
percorso prevede di
raggiungere la Bri-
sighellese attraver-
sando un sentiero di
guerra (altro non lo
si può definire) che
è un vergognoso
budello di curve
strette, asfalto
rovinato, ghiaia in
traiettoria e buche
malcelate. Ed è qui
che succede il fat-
taccio. Wilmer ha
appena dato il cam-
bio in testa e si porta in
coda, ma gli ultimi due
stanno per staccarsi, quin-
di allunga per chiudere il
buco e nello slancio, men-
tre si sta per riaccodare,
l’ultimo della fila si alza in
piedi, la sua bici arretra e
tocca la ruota anteriore di
Wilmer che inevitabilmen-
te perde l’equilibrio, sban-
da e va a sbattere violen-
temente a terra con la
spalla destra.
Si rialza subito, ma il dolo-
re alla spalla è molto forte.
Nonostante ciò risistema il
tubolare che si era sfilato
dalla ruota, riparte e giun-
ge all’arrivo in 25^ posizio-
ne a poco più di 2 minuti
dal suo gruppetto e a solo
7 dal vincitore, tal Ersilio
Fantini da Bellaria, ricor-
date? .
Il responso dei medici del-
l’ambulanza è categorico:
frattura scomposta della
Ancora Davide in di-
scesa del Monte Carla
L’arrivo di Cristiano
scapola e in seguito si saprà
che anche un paio di co-
stole sono andate. Ahia,
questa proprio non ci vole-
va.
La Cassani edizione 2011 a
mio avviso ha evidenziato
un generale scadimento
del livello qualitativo for-
nito dall’organizzazione,
solitamente all’altezza.
I ristori, solo due di cui
uno, quello di Tredozio ben
poco utile perché piazzato
in fondo alla discesa. Non
si sono rivelati adeguati.
Le strade, rovinate dal
trascorso inverno, richiede-
vano se non altro un maggio-
re presidio o almeno qualche
cartello segnaletico che
inducesse maggiore atten-
zione nei punti critici, e lo
stradello dove è caduto
Wilmer non ha davvero ra-
gione di esistere in una cor-
sa con più di 1500 parteci-
panti. E pensare che l’anno
scorso non siamo passati sul
Monte Albano per 10 metri
di sterrato!!
Per quanto riguarda noi Ros-
setti, chi ha brillato in posi-
tivo sono stati Wilmer che,
caduta a parte, poteva gio-
carsi un piazzamento tra i
primi assoluti, e Paolo, bra-
vo davvero, che conferma la
propria crescita. Per il re-
sto della truppa, i valori in
campo sono più o meno quelli
di sempre.
E domenica prossima si va a
Riccione. Altro percorso,
questa volta più veloce e su
un’altra distanza, “solo” 120
km.
Cristiano
(Quello nella foto a sinistra.
Cosa non si fa per non finire
nelle scritte……)
P A G I N A 8
Qua a destra
l’arrivo di Paolo
e Giorgio Fran-
chi
Percorso lungo km 145,70 Totale classificati 533
1° FANTINI Ersilio (MG K-Vis) in 4h03’03” m. 36,04
25° GHETTI Wilmer in 4h10’18” m. 35,00 (4° cat.Vet) 37° FENATI Nelson in 4h18’14” m. 33,92 (6° cat.Vet)
72° MAZZAVILLANI Paolo in 4h21’33”m. 33,49 (20° cat.Vet)
86° FRANCHI Giorgio in 4h21’37” m. 33,48 (26° cat.Vet) 103° GARDINI Cristiano in 4h30’02” m. 32,44 (32° cat.Sen)
109° GUARDIGLI Davide in 4h30’04” m. 32,44 (35° cat.Vet) 115° POGGI Giuseppe in 4h33’54” m. 31,98 (38° cat.Vet)
169° EMILIANI Giorgio in 4h41’13” m. 31,15 (46° cat.Sen)
174° VALENTINI Raffaele in 4h41’16” m. 31,14 (57° cat.Vet)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 9
Siamo in TV!!
Sembrava uno scherzo
quando Nelson l’ha buttata
lì. “Sai, Marco Dall’Olmo
della Sixs vuole girare uno
spot pubblicitario, ha biso-
gno di qualcuno di noi un
pomeriggio, ci sei?”
Come dire di no, per rico-
noscenza e per curiosità:
vuoi vedere che andiamo in
tv veramente?
Così un lunedì di inizio mar-
zo sotto un bel sole (ma
con un freddo cane), fuga
dal lavoro prima della pausa
pranzo, passaggio di corsa
a casa dove c’era gia Gior-
gio in bicicletta che mi a-
spettava e volata a Faenza
dove l’appuntamento con
Nelson era agli studi di Te-
le1 Faenza.
Nel viaggio in macchina fu-
ro programma con esplosio-
ne della camera d’aria po-
steriore di Giorgio, così
appena scesi, ancora prima
di partire per le riprese la
prima cosa è stato cambia-
re la gomma!
Lo stesso inconveniente era
capitao pure ai ragazzi del-
la Mountain e Trial Bike,
toscani di Rosignano (LI),
anche loro convocati da
Marco per lo stesso motivo
nostro.
Il tempo di accordarci con
il “simpaticissimo” Andrea
Zama, deus ex machina di
Tele1 e conduttore delle
trasmissioni ciclistiche e
via si parte per i monti co-
ralli con al seguito Marco in
versione autista e regista e
il cameraman.
La giornata è bellissima e
molto limpida, in macchina
sarà stato anche per la
fretta era parecchio caldo
ma nonostante il sole in bici
è freschino, meglio spinge-
re un po’ così ci scaldiamo.
Il tempo di fare due chiac-
chiere con i bikers toscani
e siamo già sulla Pergola
dove cominciamo a girare.
Si cera l’inquadratura più
spettacolare, lo scorcio
migliore e a forza di sali e
scendi, passiamo di qua,
inquadra di là, ridendo e
scherzando pedaliamo per
oltre un’ora.
Salutato Marco decidiamo
di allungare il giro forando
ancora (stavolta il sotto-
scritto, te pareva….) e Nel-
son ci guida su una specie
di mulattiera semisterrata
che percorriamo rischiando
di restare a piedi visto
che ne io ne Giorgio aveva-
mo più nulla di scorta.
Il risultato? Se siete cu-
riosi ogni venerdi sera alle
20 con replica il sabato
mattina alle 8 su Tele1
Faenza Sport (canale 187
del digitale terrestre),
prima, durante e dopo la
trasmissione, tra gli spot
pubblicitari ci siamo pure
noi!
Questa ci mancava…..
Beppe
Dai e dai la coppa di Cervia è arrivata…. Ci avevo provato in diversi
modi, tramite Franco Giusti
dell’Udace, scrivendo al
sito degli Aquilotti, nessu-
na risposta.
La nostra Coppa per il 3°
posto di squadra nel mon-
diale Udace di Cervia non è
mai arrivata. Dal 26 set-
tembre, arrivati a metà
febbraio “an so stoff”.
Scrivo a Cicloturismo e gli
faccio fare una bella e me-
ritata figura di m…….
Detto fatto, il giornale di
marzo esce con l’articolet-
to che vedete qua sotto. (continua a pag.10)
P A G I N A 1 0 Proprio in quei giorni Franco
Giusti mi recapitava l’ago-
gnato premio: un caso?
Confesso che un po’ lì per lì
mi è dispiaciuto, avevamo
aspettato tanto, ma poi ho
pensato che comunque di
pazienza ne avevamo avuta
lo stesso parecchia e se a-
vessero risposto alle mail….
Comunque, per correttezza,
scrivo di nuovo per fare
presente che alla fine ave-
vamo ricevuto il tutto.
E CT di aprile pubblica pun-
tualmente (vedi a lato e sot-
to).
So che gli amici Aquilotti ci
sono rimasti lo stesso male
ma anche noi siamo saliti sul
podio senza trofeo e non è
stato bello, ci sentivamo un
po’ presi in giro, insomma ci
stava tutta.
Ma come si dice, tutto è
bene quel che finisce bene!
Beppe
Romagna Challenge atto II
Fondo Città di Riccione Orfani della nostra pun-
ta Wilmer in infermeria,
di Nelson e Denis ma
recuperando un corag-
gioso Gianni “sgessato”
solo da pochi giorni, vi-
viamo il secondo atto del
circuito Romagna Chal-
lenge, se vogliamo il più
facile a livello di diffi-
coltà altimetriche e tec-
niche ma di sicuro quello che
ci costringe ad una alzatac-
cia incredibile.
Si parte alle 8,30 da Riccio-
ne ma proprio la domenica
del cambio dell’ora quindi
con un’ora in meno di sonno.
La location di partenza è
cambiata rispetto all’anno
scorso e i viali adiacenti il
Palaterme sono sicuramente
meglio delle anguste vie del
centro nelle quali eravamo
stati collocati nel 2010.
Così, pensiamo, la partenza
che lo scorso anno fu una
pena, quest’anno andrà me-
glio.
Neanche per idea e la cosa
è strana per una gara che è
alla 13esima edizione ed è
organizzata da persone con
una certa esperienza o così
dovrebbe essere.
Anche questa volta vengono
aperte prima le griglie die-
tro rispetto a quelle davanti
e noi che partiamo da una
via laterale per prendere
posto dobbiamo fare a spal-
late. Mah.
Di bello però c’è che la par-
tenza è più facile, meno cur-
ve e la possibilità quindi di
recuperare sulla testa della
gara.
Infatti, dopo pochi chilome-
tri, anch’io che notoriamen-
te non sono un fulmine al
via, riesco a vedere i primi.
Velocità altissima, bivio per-
corsi molto precoce e su a
tutta verso Mondaino.
Qui si fanno come di con-
sueto i gruppi e la salita ir-
regolare e comunque impe-
gnativa fa la differenza.
Davanti restano Paolo, Gior-
gio F., Cristiano e Raffo, io
resto attaccato con i denti
ad un sorprendente Gianni e
a Davide, più indietro Gior-
(segue da pag.9)
(continua a pag. 11)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 1 1
gio E. ancora non al top.
E così nonostante il gruppo
davanti si veda non abbia-
mo la forza necessaria né
l’aiuto per tentare un ri-
congiungimento prima che
cominci la salita di Carpe-
gna.
Salita lunga, non durissima
ma che nel finale richiede
pazienza e forza perché
sembra che sia finita, inve-
ce la vetta si fa desidera-
re.
Discesa rapida attraverso
Montecerignone e risalita
abbastanza semplice in te-
oria verso Montegimano.
Ma qui la fatica e anche un
po’ il caldo si fanno sentire,
bisogna dare tutto per re-
stare lì e infatti davanti si
fa selezione.
Giorgio e Paolo restano soli,
Raffo e Cristiano in cima
all’ultima salita pagano un
po’ più di 2 minuti, Davide
Gianni e il sottoscritto sia-
mo ancora 2 minuti indie-
tro. Giorgino sta lottando
come un leone e tiene duro.
Saliscendi fino a Fiorenti-
no, poi discesa e pianura
fino a Riccione.
In questo tratto è impor-
tante unicamente stare
nelle prime posizioni del
proprio gruppo se non altro
per evitare pericoli di ca-
dute. I gruppetti selezio-
nati dalla salita si ricom-
pattano e si aspetta solo la
volata, qui in salita sulla
collinetta di Oltremare.
L’importante è essere arri-
vati stavolta tutti sani,
nessun incidente e qualche
punto raccolto da parte di
quasi tutti per la Challenge
grazie al nuovo punteggio
che premia i primi 50 di
categoria.
Questa è una gara per ve-
locisti e per medio fondisti
e non fa per noi, ma le no-
stre gare arriveranno….
Per il Romagna Challenge se
ne riparla a San Marino ma
con la testa siamo già alla
classica Via del Sale di do-
menica prossima, più pane
per i nostri denti.
Beppe
P.S. Alla fine riusciamo,
anzi riesco, anche a pren-
dere un “cinque” da una
donnetta del pasta party
per una fetta di crostata,
alla faccia di chi organizza
pasta party aperti a tutti …
Robe da matti.
(segue da pag.10)
Percorso lungo km 126,50 Totale classificati 536
1° CORRADINI Antonio (Viner) in 3h21’02” m.37,80 km/h
92° MAZZAVILLANI Paolo in 3h29’23” m.34,60 km/h (30°cat.Vet)
101° FRANCHI Giorgio in 3h39’26” m.34,59 km/h (35°cat.Vet) 123° GARDINI Cristiano in 3h43’43” m.33,93 km/h (36°cat.Sen)
126° VALENTINI Raffaele in 3h43’45” m.33,92 km/h (44°cat.Vet) 135° GUARDIGLI Davide in 3h45’40” m.33,63 km/h (46°cat.Vet)
139° POGGI Giuseppe in 3h45’41” m.33,63 km/h (50°cat.Vet)
174° CONTI Gianni in 3h45’48” m.33,62 km/h (64°cat.Vet) 221° EMILIANI Giorgio in 3h53’18” m.32,53 km/h (61° cat.Sen)
Giorgio E. impe-
gnato con il Titano
sullo sfondo
P A G I N A 1 2 Pedalate in piacevole compagnia Dopo lo scorso anno abbia-
mo ripetuto, nella settimana
antecedente la Selle Italia
di Cervia, l’esperienza di
“far da guide” in bicicletta
per i tutisti ospiti dell’Hotel
Manuela di Cervia.
Non per la bella faccia di
Claudio Fantini, capace solo
di mettere la sua faccia nei
manifesti pubblicitari in-
neggiando alla sicurezza su
tutto, capace poi di vendere
le iscrizioni al solo fine del
massimo lucro possibile infi-
schiandosi del resto…
Noi Fantini non l’abbiamo
manco visto, forse aveva
paura che gli chiedessimo
un caffè o un bicchier d’ac-
qua.
Ovviamente l’abbiamo fatto
per il “nostro Claudio”, Bru-
si, del quale siamo sempre
debitori e che tra l’altro in
quei giorni ha avuto un lutto
familiare che non gli ha con-
sentito di farci compagnia
se non per una sola uscita.
Poi, visto com’è andata l’an-
no scorso, niente di meglio
che qualche giro in relax
senza troppe accelerazioni
per fare la gamba in vista
della domenica successiva,
quella della gara.
Tre giornate piacevoli pas-
sate in compagnia di una
coppia di Bolzano, Jutta e
Roberto con il quale abbia-
mo condiviso uscite, chilo-
metri e chiacchiere. Hanno
l’Oetztaler di fine agosto-
nel mirino e la condizione
deve crescere ma pedalano
davvero bene e su biciclette
di primissimo livello.
Jutta è stata 2^ di catego-
ria al Giro delle Dolomiti
2010 e non potevamo certo
negarle una delle nostre
divise che sono troppo bel-
le: chiunque le vede le vuo-
le…
Beh a Bolzano la possiamo
mandare, siamo sicuri che le
farà onore. Le ho già detto
di dire che è la maglia di
una “fortissima squadra ro-
magnola”!
Grazie a Cristiano che come
il sottoscritto è sempre
venuto, a Gianni e Davide
che hanno dato il loro con-
tributo nei limiti del possi-
bile, agli altri dico di tener-
si pronti per un la prossima
volta e di non giocarsi tutti
i bonus in inverno per gli
allenamenti in solitaria….
Questo detto da Presiden-
te…..
Beppe
La nostra Selle Italia
Durante l’inverno l’abbiamo
provata e riprovata. Siamo
usciti col bel tempo e con la
nebbia, con l’acqua e anche
con la neve. Abbiamo cro-
nometrato le singole salite,
ma anche testato la tenuta
sull’intero percorso, tant’è
che già a febbraio i nostri
passaggi sul Cavallo e Mon-
tevecchio non si contavano
più. Insomma, tutto poteva-
mo dire, tranne che non la si
conoscesse per bene.
Poi l’imprevisto, con il Gene-
rale Inverno che ha voluto
lasciare il suo ultimo ricor-
dino, prima che ci proiet-
tassimo verso le temperatu-
re più miti della primavera.
E così negli ultimi giorni di
marzo e vanuta giù acqua e
neve come non se ne vedeva
da tempo, con le inevitabili
conseguenze. Tessello, già
mezzo sterrato ha peggio-
rato la sua situazione, For-
mignano assomigliava più ad
un campo da cross che ad
una strada praticabile, Pie-
ve di Rivoschio chiuso per
una voragine, Montevecchio
che costringeva a fare sla-
lom tra alberi caduti e rami
spezzati. Oriola impratica-
bile causa il fianco della
montagna venuto giù come
fosse budino.
Dall’organizzazione della
corsa nulla trapelava, ma
era evidente che stando
così le cose, il percorso a-
vrebbe subito pesanti modi-
fiche rispetto all’originale e
la situazione aveva generato
in noi una certa apprensio-
ne: che giro ci faranno fa-
re? Da dove passeremo?
Invece niente di tutto que-
sto: tornato il bel tempo,
squadre di operai hanno
chiuso le voragini e ricoper-
to i buchi, asfaltato dove si
poteva, tagliato gli alberi e
riaperto le strade chiuse.
Un miracolo!
(continua a pag.13)
P A G I N A 1 3 A N N O 6 – N U M E R O 1
La mattina della corsa l’ap-
puntamento è al parcheggio
della basilica di Classe.
Arriviamo alla spicciolata
che è ancora buio, con i
musi lunghi e le facce as-
sonnate: la levataccia è
dura da digerire e più che
un gruppo di sportivi sem-
briamo dei reduci di guer-
ra.
Fatta la conta, ci siamo
tutti. Gli assenti giustifica-
ti sono il “mistico” Davide
che ha un impegno a Lore-
to, Nelson in trasferta a
Torino per il concerto di
Jamiroquai, Raffo che ave-
va cullato il sogno di corre-
re il giro delle Fiandre, sal-
vo poi non fare ne una né
l’altra e lo “stuntman” Wil-
mer, ancora convalescente
alla spalla, clavicola e co-
stole, dopo il ruzzolo della
Cassani.
Proprio quando stiamo per
avviarci, però, un furgone
svolta verso il nostro par-
cheggio. Lo guardiamo incu-
riositi: toh, è un furgone
dello stesso modello di
quello di Wilmer. E dello
stesso colore. E con delle
scritte simili sulla fiancata.
Macchè, c’è scritto proprio
“Ghetti Moto” e nello stu-
pore di tutti , dal furgone
scende Wilmer in tenuta da
gara Rossetti. Se non sono
matti non li vogliamo, dice-
va qualcuno!!! E così ci av-
viamo verso Cervia.
A differenza dell’anno pas-
sato, quando nel pacco gara
abbiamo trovato il famoso
asciugamano da bidet re-
clamizzato come “telo ma-
re”, quest’anno l’omaggio è
stato uno zainetto di pre-
gevole fattura. Il numero
dorsale, invece, continua ad
essere il solito lenzuolo che
copre mezza schiena.
In griglia facciamo gruppo
tutti assieme, tranne Wil-
mer che, pur presentandosi
senza pacco gara (Beppe
non lo aveva portato sicuro
che non ci fosse n.d.r.), è
riuscito ad ottenerne uno
sostitutivo dall’organizza-
zione (il numero 51), e
Giorgio E. che essendosi
iscritto in un secondo tem-
po è stato inserito una gri-
glia successiva.
L’attesa del via non si è
trasformata nella solita
battaglia contro il freddo e
l’umidità: cielo sereno e
temperature gradevoli ci
accompagneranno per tutta
la corsa. Nel frattempo lo
speaker ufficiale Mutton
urla ai quattro venti i con-
tenuti tecnici dei vari trac-
ciati della corsa, minaccia
punizioni esemplari per chi
non rispetta la propria gri-
glia di partenza, ma soprat-
tutto annuncia migliaia di
iscritti, che nessuno, tran-
ne Fantini, ha visto. Si par-
la di 5.000 iscritti, all’arri-
vo i tra percorsi ne somma-
no si e no 3.000. Che ci
prendano per stupidi?
Noi Rossetti nemmeno lo
sentiamo, per quanto siamo
concentrati. Tutti, tranne il
nostro Paolo, che ad
un certo punto scopre
di non avere nelle ta-
sche il prezioso carbo-
gel. Ahia!! Via di corsa
verso la macchina e
rientro in griglia in
affanno, pochi minuti
prima di partire. La
giornata per lui non è
iniziata sotto i migliori
auspici.
Partiamo con qualche
minuto di ritardo sul-
l’insolito orario previ-
sto delle 8.25. Prima
di svoltare per le sali-
ne salutiamo patron
Brusi, anch’egli in ga-
ra, sul percorso corto.
I primi 10 km filano abba-
stanza bene, con i soliti
ripetuti “stop and go” dai
50 ai 20 all’ora e poi di
nuovo ai 50. Poi, immanca-
bile, una caduta spezza il
La prime fasi di gara:
salita a Polenta.
Wilmer a Formignano.
Con il tutore non è il
massimo….
(segue da pag.12)
(continua a pag.14)
P A G I N A 1 4 gruppone già allungato, nella
quale fortunatamente non
rimaniamo coinvolti, ma il
gruppo di testa se ne va.
Ripartiamo ma siamo indie-
tro, ed è qui che Gianni si
inventa una magia, sfode-
rando la sua arma migliore.
Al grido di “ragazzi tutti
dietro a Gianò” inizia a me-
nare ai 55 km/h neanche
fosse Cancellara o Voigt e
in un paio di chilometri rien-
triamo sul gruppo di testa.
Che meraviglia!!
Arriviamo a Fratta Terme
dopo 47 minuti, e sulle ram-
pe di Polenta, mentre tutti
sono impegnati nel massimo
sforzo, Giorgio F. ne ha da
spendere ancora, e con un
rapportone da spezzacatena
risale le posizioni e va ad
inserirsi nel gruppo Luperi-
ni/Lancioni. Poco indietro
Cristiano si è francobollato
alla ruota della Bandini e
pare intenzionato a non mol-
larla di un centimetro. Con
lui c’è Paolo, che però sbuf-
fa e sfiata più del solito.
Beppe e Gianni si tengono a
vista, facendo corsa paral-
lela, mentre i gruppetti ini-
ziano già a delinearsi.
La successiva salita di For-
mignano è uno spettacolo di
colori e pubblico festoso,
che si è radunato lassù su
quei tornanti arcigni, che
fanno così male. Ed è lì che
troviamo un inaspettato
quanto gradito tifoso: Ste-
fano il Ninho, che ha una
parola di incitamento per
tutti.
Wilmer capisce ben presto
che il suo rientro così anti-
cipato dall’infortunio è sta-
to un azzardo e decide di
svoltare per il medio. Lo
stesso farà Paolo, in giorna-
ta no, e con il morale sotto…
le tacchette. Ma è già alla
quarta granfondo di fila: un
po’ di affaticamento ci sta.
Quanto al Capitano, sul me-
dio anche lui, questo era il
debutto stagionale in gara.
C’è da togliere un po’ di
gras… ehm ruggine, ma può
già bastare così.
Gli altri sono sul lungo, com-
preso Giorgio E., che con la
fermezza e grinta che lo
contraddistinguono tiene
duro e non molla l’osso, no-
nostante il poco fondo nelle
gambe.
Il falsopiano verso Pian di
Spino è in condizioni davve-
ro vergognose. Non proprio
un bel biglietto da visita per
le migliaia di ciclisti che
ogni anno raggiungono la
riviera per questa corsa e la
Nove Colli. L’ascesa a Pieve
di Rivoschio, per contro, alla
fine si dimostrerà meglio
del previsto o, a seconda
dei punti di vista, meno peg-
gio di quanto immaginato.
A questo punto, più o meno
con 80km nelle gambe, non
abbiamo incontrato un solo
ristoro. Alzi la mano chi ha
visto quello di Pieve di Rivo-
schio, con gli addetti più
nascosti dei vigili con l’auto-
velox. Montevecchio incom-
be. Meglio mangiare qualco-
sa.
Il gruppo di Giorgio F. fila
via bene, tirato com’è dai
gregari Lancioni e Luperini.
Cristiano, dal canto suo, non
mette il naso fuori dal grup-
po Bandini neanche se lo
pagano. Solo Beppe e Gianni
si spremono alternandosi a
tirare in testa al loro grup-
po. E si attacca Montevec-
chio. qui spesso la gara
prende una piega definitiva,
sia per chi ha la gamba e se
ne va via, sia per chi la gam-
ba non ce l’ha e si stacca. E’
una salita secca, abbastanza
breve, con pendenze da sca-
latori puri. Ed è qui che la
corsa mostra il suo lato più
curioso, con i nostri scala-
tori Giorgio F. e Cristiano
che temono di perdere le
ruote del gruppo col quale
hanno corso finora.
Giorgio fa di tutto per te-
nersi nelle prime posizioni
del suo gruppetto. Sa che
scendendo verso San Carlo
le curve sono molto tecni-
che, il fondo stradale rovi-
nato, e lui non è quel che si
dice un drago in discesa.
Cristiano, memore di quanto
accaduto l’anno passato, sa
che se molla di un centime-
tro la Bandini non rientra
più.
Diversamente, i nostri pas-
sisti Beppe e Gianni devono
trattenersi per non stacca-
re i compagni di avventura e
rimanere da soli. Strane le
corse.
Non resta che il Monte Ca-
vallo… Non ci fa paura: ne
conosciamo ogni centimetro,
iniziando dalla prima curva
da impostare perfettamen-
te per uscire senza perdere
troppa velocità, continuando
con i tornanti successivi,
dove si lavora di cambio al-
ternandosi tratti facili ad
altri che sono dei muri. C’è
il drittone dove Giorgio F.
quest’inverno non ci ha ri-
sparmiati una volta e c’è il
tornantino secco con il car-
tello “Luzzena” dove la stra-
da finalmente per un po’
spiana.
C’è tutto questo, ma in cima
non succede nulla. Anzi no,
succede di tutto: Giorgio,
scollinando tra i primi 50
assoluti, rafforza la propria
convinzione di aver fatto il
E’ lui, è lui…
Il Capitano a Polenta
Giornata no per il
Cobra di Gambellara
(continua a pag.15)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 1 5
salto di qualità. Cristiano
tiene il gruppo Bandini ed
entra nei 100 e per lui è
una sferzata di adrenalina,
tale da annullare il mal di
gambe attanagliate dai
crampi.
Beppe e Gianni controllano
il loro gruppo, con Gianni
che, a dire il vero, aveva
iniziato a scuotere un po’ le
spalle e a dare di stantuffo
sulle pedivellone. Ma si è
ricordato di essere lo stes-
so che qualche ora prima
aveva chiuso un buco peda-
lando come una motoretta
per un paio di chilometri.
Cosa vuoi che sia morsare
ancora un po’.
Giorgio E. supera indenne
l’ultimo scoglio e si getta
verso Cervia col morale alle
stelle.
E Beppe? Negli ultimi chilo-
metri, dopo non aver salta-
to nemmeno un cambio, ha
scalato un paio di rapporti,
si è piegato sul manubrio,
ha stretto i denti ed è u-
scito in fuga con altri 5
coraggiosi anticipando la
volata sul lungomare Deled-
da e concedendosi il lusso
di impedire il rientro rab-
bioso del gruppone lanciato
all’inseguimento. Per chi lo
ha visto, una scena fanta-
stica.
Scusate se è poco.
Gli abbracci e le pacche
sulle spalle all’arrivo
con Wilmer, Paolo, il
Capitano e gli altri ami-
ci compagni di allena-
mento, hanno fatto da
cornice al tutto. E chi
se frega se al pasta
party hanno detto che
c’era poca roba. A noi è
stata sufficiente una
piadina e una Coca per
concludere una fanta-
stica giornata… alla
Rossetti!!!
Cristiano
Accidenti, che Giorgio!!!
Beppe e Gianni , la Vecchia
Guardia che non molla mai
La salita di Formignano.
Uno spettacolo!
P A G I N A 1 6
Percorso lungo km 165 Totale classificati 1494
1° BERTUOLA Alessandro (Viner) in 4h29’25” m.36,75 km/h
44° FRANCHI Giorgio in 4h44’22” m. 34,81 km/h (6°cat.Vet) 91° GARDINI Cristiano in 4h55’07” m. 33,55 km/h (4°cat.Int*)
166° POGGI Giuseppe in 5h07’20” m. 32,21 km/h (54°cat.Vet)
175° CONTI Gianni in 5h07’42” m. 32,17 km/h (59°cat.Vet)391° EMILIANI Giorgio in 5h26’19” m. 30,34 km/h (84°cat.Sen)
Percorso Medio km 107
Totale classificati 1374
1° NICOLETTI Stefano (Iaccobike) in 2h41’06” m.39,85 km/h 199° GHETTI Wilmer in 3h00’26” m.35,58 km/h (58°cat.Vet)
260° MAZZAVILLANI Paolo in 3h05’07” m.34,68 km/h (86°cat.Vet) 497° FRESCHI Denis in 3h14’31” m.33,00 km/h (84°cat.Gen)
* la GF Selle Italia è prova unica del Campionato Italiano Interforze, Cristiano è arrivato ad un soffio dal podio!!
Sempre bella la Cime di Romagna Il Circuito Romagnolo con la
sua formula libera e molto
economica raccoglie sempre
tantissimi consensi. Ce ne
siamo resi conto anche do-
menica 10 aprile quando
seppur in formazione ridot-
ta abbiamo deciso di parte-
cipare alla G.F. Cime di Ro-
magna organizzata dall’Avis
Faenza, quest’anno prima
prova del circuito 2011.
E’ una manifestazione sem-
pre bella, bene organizzata
e con dei ristori strepitosi
e con un percorso che forse
è il più bello tra quelli del
Circuito Romagnolo, incen-
trato sulla spettacolare
scalata al Passo dell’Eremo
e del Peschiera.
La giornata è meravigliosa,
siamo in quattro: Nelson,
Wilmer, il sottoscritto e
Raffo che arriva diretta-
mente a Faenza da Roncal-
ceci.
Partiamo assieme alla coppia
Classense (Marco e Alber-
to) e Stefano che sarà ca-
pace di stare con noi per
tutta la giornata.
Si pedala già bene sul Carla
e dopo 30 chilometri attac-
chiamo il Chioda.
Il sole già tiepido ci scalda
e ci invoglia ad andare: sal-
tiamo il primo ristoro e qui
perdiamo i Classense.
Discesa verso Rocca San
Casciano e siamo sulla sta-
tale del Muraglione che ci
porterà a Portico e sotto la
salita della Peschiera.
Ovviamente nel falsopiano
non ci risparmiamo, siamo
qua per allenarci e far cre-
scere la gamba….
Eccoci al Peschiera, salita
sulla quale Wilmer si senta
a casa avendola scalata tan-
tissime volte (la nonna abita
in zona…) e infatti sale co-
me se la clavicola 3 settima-
ne fa se la fosse rotta qual-
cun altro.
Che spettacolo questa sali-
ta: bella pedalabile, panora-
mi fantastici e da metà in
su sembra di essere sulle
alpi.
Fantastica come il ristoro
su in cima all’Eremo dove ci
(continua a pag.17)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 1 7
fermiamo stavolta per rica-
ricare le scorte energeti-
che.
Scendendo e odorando il
profumo degli abeti si re-
spira aria di libertà: ma
quant’è bello andare in bici-
cletta!!
Discesone su Marradi e via
sul Carnevale. Qui facciamo
un po’ di bagarre con Lo-
renzo della S.Marco trova-
to lungo il tragitto e che ci
ha fatto compagnia grazie
ad un’ottima gamba.
Qualche scatto, nessuno
vuole mollare e ridendo e
scherzando arriviamo in
cima.
Gli ultimi 50 chilometri sa-
ranno di discesa e pianura
con solo qualche mangia e
bevi e lo strappo dei Monti
Coralli.
Il ristoro di Palazzuolo è
semplicemente strepitoso,
c’è di ogni ben di Dio e ad-
dirittura la macedonia di
frutta! Questi sono degli
artisti….
Purtroppo dobbiamo anda-
re, non abbiamo il coniglio
in forno ma ci dobbiamo
ridurre verso casa. Viaggia-
mo belli decisi e arriviamo
“in spinta” ma come si deve
in queste manifestazioni,
senza eccessi.
Per tutti noi un allenamento
fantastico con 140 chilo-
metri pedalati (soste esclu-
se) in 4 ore e 40 minuti alla
canonica media dei 30 all’o-
ra. Meglio di così!
Nota a parte per Raffo che
arrivato a Faenza con noi
riparte per il Parco del
Carnè dove lo aspetta la
famiglia.
Già veniva da Roncalceci, lo
aspettano Brisighella, il
Monticino e la Croce di
Rontana…. Alla faccia.
Sincero? Quando lo vedo
ripartire, tra l’altro con
annessa coppia di tubolari
in pancia sotto la maglia,
non lo invidio per niente…..
Mitico!!
Beppe
(segue da pag.16)
Si torna in pista a San Marino
Comincio dando un po’ di
numeri per gli appassionati
di cabala o del Superena-
lotto.
Per gli organizzatori si
tratta della 12^ edizione,
per il Romagna Challenge è
la 3^ prova, dopo Cassani e
Riccione.
Per alcuni di noi è già la
quinta volta col numero
sulla schiena in questo 2011
e si corre su una distanza
un po’ ridotta rispetto gli
anni scorsi (chi dice 131 km
e chi parla di 138) a causa,
neanche a dirlo, di una de-
viazione dal percorso origi-
nario per un paio di frane e
smottamenti che hanno
interessato la discesa di
quella che doveva essere la
prima salita, il Passo delle
Siepi.
Il dislivello totale, invece,
è rimasto invariato, attor-
no ai 2450 metri, che si
fanno quasi tutti da metà
corsa in poi.
Corsa vera, magari non ec-
celsa a livello di numero dei
partecipanti, ma i quasi
700 al via, di cui 350 sul
lungo e 300 sul medio, si
sono dati battaglia dal pri-
mo all’ultimo chilometro,
tant’è che dopo 2 ore era-
no arrivati pressoché tutti.
Noi ci schieriamo al via in
9, agguerriti come sempre,
con l’abbonamento al Roma-
gna Challenge che ci garan-
tisce un buon numero in
griglia, del quale facciamo
tutti tesoro tranne Nelson
che rimane invischiato die-
tro una macchina parcheg-
giata di traverso nel bel
mezzo del raduno di par-
tenza.
Mancano Giorgio E., alle
prese con i postumi di una
bronchite che non vuole
saperne di mollarlo e il Ca-
pitano, alle prese con pa-
turnie mentali che lo vor-
rebbero indurre a dedicar-
si esclusivamente ai raduni
cicloturistici. Che si sia
scordato di essere uno dei
pochi ad aver scalato il
Giau in meno di 50 minuti?
A proposito di bronchiti e (contiunua a pag.18)
P A G I N A 1 8
(segue da pag.17)
di temperature, se fino ad
un paio di giorni prima dem-
brava di vivere un anticipo
di estate, la mattina della
granfondo è scesa dal Nord
Europa un’aria talmente ge-
lida da costringerci a ritira-
re fuori dai borsoni i gam-
bali, le maglie a manica lunga
e l’olio riscaldante. Poi, tan-
to per gradire, ci si è messo
di mezzo anche il vento,
tassativamente contrario
per buona parte della corsa.
Intanto partiamo. A spron
battuto, ovviamente. Ci sono
da accaparrarsi le migliori
posizioni in vista della salita
di Torriana, strappo secco
di due chilometri che af-
frontiamo a tutta, dopo ne-
anche 10 minuti di gara. E la
cosa rimane un tantino indi-
gesta a più di qualcuno, visto
e considerato che in squa-
dra non ci mancano i diesel
e i passisti che, di norma,
iniziano a carburare dopo
50km o più.
La discesa affrontata dal
versante che si scala nella
granfondo dei Castelli Mala-
testiani fa il resto, con cur-
ve continue e una pendenza
sempre molto elevata, tant’è
che dopo neanche 20 minuti
di gara, le posizioni sono già
belle delineate con i gruppi
distanziati l’uno dall’altro.
Metà dei nostri, Cristiano,
Gianni, Giorgio F., Paolo e
Wilmer sono assieme davan-
ti. Seguono Nelson, Davide e
subito dopo Beppe e Raffo.
Si viaggia a ritroso per tor-
nare verso Verucchio, altra
salita breve da fare “a can-
none”, ma che fa meno danni
della precedente, vuoi per la
pendenza più costante e
meno aspra, vuoi perché nel
frattempo si è sciolta un po’
la gamba e ci si è scaldati.
Sembra di essere sul Poggio
di Sanremo, con i tornanti
che vengono presi dal grup-
po in fila indiana e rigorosa-
mente in traiettoria.
Nel ridente paesello di Ve-
rucchio ci arriviamo col cuo-
re in gola e l’acido lattico
che punge nelle gambe. Non
bastasse, la discesa da lì
verso Dogana di San Marino
sembra un campo minato,
piena com’è di buche, crepe
sull’asfalto e avvallamenti a
non finire.
Tra di noi, chi ne fa le spese
è Gianni, che brucia un bo-
nus entrando a gran velocità
in un avvallamento e nel sob-
balzo perde il borsello con
camera d’aria, pompa e at-
trezzi vari. La cosa gli co-
sterà più cara del previsto….
Terminata questa sorta di
“single track” da mountain
bike ci sono da fare i 6 chi-
lometri in su verso Doma-
gnano. La salita di San Mari-
no, insomma.
Finalmente una salita che si
possa definire tale, regola-
re, lunga il giusto, pendenze
discrete tra il 5 e il 7 % .
Potrebbe essere un bel
trampolino di lancio per chi
ha la gamba, ma non siamo
neppure a metà corsa. Nel-
son comunque ci prova, ed
esce a bomba dal suo grup-
po, per provare a rientrare
su quello dei nostri 5 in a-
vanscoperta, che in quel mo-
mento non hanno più di un
minuto di vantaggio. Sforzo
encomiabile ma vano, visto
che nella successiva discesa
viene tradito dalla scarsità
di segnalazioni e ad un bivio
sbaglia direzione ed esce
dal percorso lungo ritrovan-
dosi nel corto.
Della serie, oggi siamo scesi
dal letto col piede sbagliato.
Lo ritroveremo all’arrivo più
abbattuto che mai. Cose che
capitano, ok, certo è che gli
organizzatori potevano cu-
rare decisamente meglio la
segnaletica.
Davide invece, che si trova-
va con lui, non si lascia ten-
tare dall’azzardo della fuga
e preferisce rimanere dov’è,
visto che nel gruppo c’è la
Bandini con tutto il suo
stuolo di gregari che posso-
no tornare utili. Dopo un
paio di minuti transita il
gruppone molto sfilacciato
di Beppe e Raffo.
Siamo a metà gara e i nostri
5 davanti si accorgono che il
gruppo Bandini (e Guardigli)
sta rinvenendo su di loro e
Sempre suggestivo
lo scorcio delle torri
di San Marino,
”Antica Terra della
Libertà”
Beppe in cima alla
salita di San Marino
(continua a pag.19)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 1 9 (segue da pag.18)
allora……..legna!! Doppia fila
ai 45 all’ora!! Da questo
scontro a distanza tra gli
uomini in rosso dell’MG K-
Vis e il treno Rossetti, vin-
cono i nostri, che non sa-
ranno ripresi.
Su un percorso vallonato si
inizia a salire verso Monte
Scudo, con solo l’ultimo km
che tira come si deve al
10%.
E quasi in paese, a poche
centinaia di metri dallo
scollinamento, ancora ricor-
dano le madonne di Giorgio
che si accorge solo lì di es-
sere sulla moltiplica grande
e una frequenza di pedalate
da SFR.
I 20 km di fondovalle che
portano alla salita di Villa-
grande sono una sorta di
lenta cottura a bagnomaria.
Il cuore sale inesorabile e
le gambe si induriscono per
i ripetuti sforzi massimali e
i continui cambi di ritmo. E
quando c’è da dare la zam-
pata ci si accorge che non
ce n’è più.
Proprio quello che è acca-
duto nel gruppo di testa dei
nostri, a Gianni e Paolo.
Invece non si sa come, ma
Cristiano si salva e rimane
agganciato al gruppo dove
Giorgio e Wilmer spadro-
neggiano.
Rimangono i 4 chilometri
del Monte Maggio dove ci si
scontra come dei corsari e
nel valzer di scatti e cambi
di ritmo, l’ha vinta ancora
una volta Cristiano, eviden-
temente in giornata di gra-
zia, che si getta in picchia-
ta nel toboga dell’ultima
discesa e anticipa di qual-
che secondo l’arrivo del
gruppetto con Giorgio e
Wilmer.
A Paolo, staccatosi sa-
lendo verso Villagran-
de , va dato comunque
atto di aver stretto i
denti e di aver tenuto
botta, anche quando ad
un certo punto è stato
ripreso e superato da
uno scatenato Davide e
dal gruppo MG-K Vis.
Gianni invece si è trova-
to a dover lottare, oltre
che con la fatica, anche
contro la sfiga. Una foratu-
ra proprio poco dopo lo
scollina mento lo ha messo
mette a terra in tutti i sen-
si: il borsello con gli attrez-
zi se n’era andato nella di-
scesa da Verucchio, ricor-
date?
L’angelo custode per lui
sarà Raffo, che gli passerà
il necessario per la ripara-
zione e arriveranno assieme
al traguardo. Lo spirito di
squadra è anche questo.
A proposito di Davide. Cor-
rendo con saggezza e misu-
rando gli sforzi si è ritro-
vato in cima a Villagrande
con ancora energie da spen-
dere. Roba da non credere
neanche per lui, e la circo-
stanza gli moltiplica le e-
nergie. Terminata la disce-
sa infatti, decide di spara-
re tutto quello che ha su
Monte Maggio.
Beh, il numero gli riesce
eccome, tagliando il tra-
guardo con 2 minuti e 30’
sul gruppo Bandini. E bravo
D&G!!
Beppe più di così non pote-
va fare. Finire una corsa
così dura solo due giorni
dopo esser stato poco bene
(gastroenterite passeggera
per lui…) è già un ottimo
risultato con il premio di
qualche punticino da mette-
re in cascina per il Romagna
Challenge.
Dopo questa gara la nostra
classifica nel circuito vede
nei Senior Cristiano in risa-
lita alla 12° posizione e
Giorgio E. 90°.
Tra i Veterani Wilmer e
Giorgio F. sono rispettiva-
mente 5° e 8°, mentre Pao-
lo scende in 10° posizione.
Guadagna qualche posto
Davide, ora 24°, mentre
Nelson scende alla 28°.
Beppe è 47°, Raffo 93°.
Per il Romagna Challenge se
ne riparla in giugno con la
Fondriest a Castrocaro
Terme, ora siamo tutti ca-
richi e pronti per il classico
attacco ai tanto agognati
Nove Colli di Cesenatico.
Cristiano
Ottima la prova di Da-
vide, qui all’arrivo
Percorso lungo km 140 Totale classificati 337
1° SGUERRI Simone (Genetik c.T.) in 3h44’10” m.36,93 km/h
34° GARDINI Cristiano in 3h59’49” m. 34,52 km/h (13°cat.Sen) 40° FRANCHI Giorgio in 4h00’02” m. 34,49 km/h (10°cat.Vet)
43° GHETTI Wilmer in 4h00’03” m. 34,49 km/h (12°cat.Vet)
62° GUARDIGLI Davide in 4h05’42” m. 33,70 km/h (20°cat.Vet) 82° MAZZAVILLANI Paolo in 4h12’44” m. 32,76 km/h (25°cat.Vet)
98° POGGI Giuseppe in 4h16’11” m. 32,32 km/h (30°cat.Vet) 166° VALENTINI Raffaele in 4h29’24” m.30,73 km/h (60°cat.Vet)
167° CONTI Gianni in 4h29’24” m.30,73 km/h (61°cat.Vet))
Percorso Corto km 73
Totale classificati 299 1° GIULIANELLI Moreno (Frecce Rosse) in 1h58’23” m.36,49 km/h
55° FENATI Nelson in 2h08’13” m.33,69 km/h (18°Cat.Vet)
P A G I N A 2 0
Quando una foto parla da sola...
La gita la facciamo ogni an-
no, la scusa stavolta era di
farla fare a Nelson e al Ca-
pitano e alla fine mancavano
proprio loro assieme a Davi-
de e Giorgino Emliani.
Ma ormai l’idea era partita
e alla vigilia di Pasqua, in
anticipo rispetto al solito (è
solo il 23 aprile) si fa il
“Giro del Cippo”.
Beh, giro del Cippo, diciamo
che il Cippo è il momento
clou di un giretto di circa
120 chilometri che come
antipasto ha il Fumaiolo da
Selvapiana e Alfero, per
proseguire poi con la Canto-
niera da Pennabilli e nel ri-
torno il “Col du Telegraph”
dei poveri, ossia la salita
che da Ponte Messa porta a
Sant’Agata Feltria, anche
questa tutt’altro che una
passeggiata. D'altronde
dobbiamo fare il posto per
l’agnello.
Partenza di buon mattino da
Ravenna in macchina alla
volta di Sarsina, siamo in
sette di noi più Stefano
“Nino”, Giorgio Milandri e
Albertone “Cacaito” Roset-
ti: ci fa compagnia un bel
cielo nuvoloso che un po’ ci
preoccupa.
Lungo il viaggio qualche goc-
cia bagna il vetro ma è ap-
pena scarichiamo le bici dal-
le auto che comincia a pio-
vere sul serio.
La parola d’ordine è “non
facciamo i patacca”, se si
mette male torniamo indie-
tro vero? Certo, ma intanto
andiamo.
Nel fondovalle verso il bivio
per Selvapiana la pioggia
aumenta e più di uno di noi
pensa che forse abbiamo
sbagliato giornata. Ci infi-
liamo le mantelline e ci chie-
diamo per l’ennesima volta
se sia il caso di andare a-
vanti o meno.
La risposta è ovvia, ma pio-
ve , zio cantante. Siamo a
300 metri di altitudine cosa
ci aspetterà ai 1400 quasi
del Fumaiolo?
Cominciamo la salita in ami-
cizia e man mano che salia-
mo la pioggia cala di intensi-
(continua a pag.21)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 2 1
tà. Decidiamo che almeno
fino al Fumaiolo arriveremo
poi decideremo il da farsi.
In cima ci sono 9 gradi e
non piove più, ci sentiamo
confortati e scendiamo
verso Le Balze dove ripa-
riamo nel solito accogliente
bar ristorante per un caffè
riscaldante.
Dentro si sta da dio ma
tornare fuori è dura, tre-
miamo tutti come delle fo-
glie. Cosa facciamo?
Verghereto e ritorno? Al-
fero passando da sotto?
Scendiamo verso Ponte
Messa che almeno caliamo
di quota, vediamo come
butta, al massimo tornere-
mo diretti a Sant’Agata e
poi Sarsina.
A parte l’incubo dei primi
chilometri di discesa al
freddo, man mano che sen-
diamo la temperatura si
alza in maniera considere-
vole. I 16 gradi che trovia-
mo a Ponte Messa e il sole
che sembra fare capolino ci
convincono: saliamo anche
sulla Cantoniera.
Sarà per il ritrovato mora-
le dato dal miglioramento
del tempo, sarà perché è
fatica tenere a freno i ca-
valli, cominciamo la salita
da Ponte Messa verso Pen-
nabilli a spron battuto.
Passato Pennabilli, persi
Giorgino e Alberto, mi
chiedo perché devo restare
così impiccato. Non riu-
scendo a darmi una rispo-
sta plausibile “decido” di
staccarmi per salire più
tranquillo e Stefano la pen-
sa come me…
Salendo per un po’ vediamo
il gruppo dei più agguerriti
che spinge e qualche pezzo
(Wilmer e Raffo) lo recu-
periamo prima della vetta
dove ci si aspetta.
Ormai è deciso, il rischio
pioggia è scongiurato e fac-
ciamo anche il Cippo.
Arriva per ultimo anche
Alberto che ha qualche
sentore di crampi ed è
combattuto nel provare la
mitica ascesa (è già due
volte che viene fino a qua e
per un motivo o per l’altro
ha sempre glissato) o ve-
nirci incontro dalla parte
più mite cioè dalla Canto-
niera senza scendere al
paese di Carpegna.
Lo convinciamo e a gruppo
compatto imbocchiamo i 6
chilometri duri che portano
sul balcone di Romagna, alle
porte del Cielo del Pirata.
Tutto ricorda il povero
Marco Pantani. Le scritte
con la sua firma sull’asfal-
to, sui muri, il monumento
in ferro battuto che si tro-
va al campeggio dopo 2km e
mezzo di salita.
Impossibile non provare
una certa emozione nel sol-
care questa strada. Emo-
zione che Cristiano con il
suo Iphone vuole immorta-
lare realizzando uno spet-
tacolare filmatino sulle
prime rampe della salita.
Sono un bel po’ dure, il
risultato è che il filmato
non viene, lui si stacca
fermandosi per metter
in tasca il telefono, fa
fatica anceh a ripartire
e lungo tutta la salita
pagherà questo sfprzo
supplementare.
Paolo, Wlmer e Giorgio se
ne vanno quasi subito con
Gianni, che adora questa
alita, che gli si incolla o
(segue da pag.20)
Qui sopra il fantastico
panorama che si vede dal
Cippo (quando c’è il sole)
L’altimetria dei terribili 6
chilometri del Cippo
(continua a pag.22)
P A G I N A 2 2 meglio ci prova, ma poi deve
calare un po’.
Gli torno sotto io e da lì in
poi saliremo fianco a fianco
quasi a braccetto.
Alla spicciolata arriviamo
tutti in cima compreso il
coraggioso Alberto che alla
faccia dei crampi ha domato
il mostro.
Non possiamo farci mancare
la foto qua sotto con la gi-
gantografia di Marco che è
una istantanea di emozioni.
Le nostre facce sorridenti
valgono più di tante parole.
Che spettacolo!!
(segue da pag.21)
Torniamo giù alla Cantoniera
prima e a Ponte Messa poi.
Manca solo l’arcigna salita a
Rocca Pratiffi e i nuvoloni
che ci aspettano. Ma ormai
il giro è fatto e chissene-
frega.
Ognuno sale con quello che
resta delle proprie gambe,
cercando di non mollare ma
con il freddo e con le salite
fatte abbiamo bruciato tan-
tissimo oggi e il barile è
quasi vuoto per tutti, tranne
che per uno.
Infatti scollinato l’ultimo
dente e arrivato a Sant’A-
gata, il grosso del gruppo (in
senso numerico, non mi rife-
risco a nessuno in particola-
re….) decide di fermarsi a
riempire le scorte di carboi-
drati e non solo al Ristoran-
te per l’ormai classico piatto
di tagliatelle che parlano.
Più il resto…..
Stefano, Wilmer, Giorgio
Franchi e il sottoscritto per
problemi di orario e di impe-
gni familiari saltiamo questa
ultima fatica e ci buttiamo
nella veloce discesa che ci
riporta nella provincia di
Forlì Cesena ai piedi di Sar-
sina.
La strada scende decisa per
una decina di chilometri che
sono una manna per scioglie-
re le gambe affaticate e
godersi l’impresa appena
compiuta, solo gli ultimi 2 o
3 chilometri tornano a salire
ma in maniera tranquilla.
“Ok ragazzi, vi saluto. Io
torno indietro”. Eeeeehhh?
Non ci credo! Giorgio ci ha
accompagnato solamente ma
torna indietro per recupe-
rare gli altri!!!
Così aggiunge al giro un’altra
salita di 10 chilometri e 6-
700 metri di dislivello. Se
mi avessero pagato non l’a-
vrei fatto.
Lui stesso mi ha confessato
dopo che ha sperato di in-
contrare il gruppetto dei
Per chi vuole, da non
perdere sul nostro blog
l’arrivo di Albertone
Rosetti (che manca
nella foto…) sul nostro
blog!!
(continua a pag.23)
A N N O 6 – N U M E R O 1
P A G I N A 2 3
mangiato-
ri a metà
strada, invece “sono dovuto
andare a tirarli fuori dal
ristorante praticamente di
peso”.
E ti credo, guarda che
facce!!!!
Beppe
L’annuncio del 29/04 nella
nostra bacheca telematica
era forte e chiaro: ore 7.15
Madonna per giro da 180
km. fino a Perticara. Un’u-
scita diversa dal solito per
preparare la prossima Nove
Colli.
Volendo essere pronto e
scattante alla mattina dopo
punto la sveglia alle 6.00,
ma un’imprevisto mi fa arri-
vare leggermente in ritardo
a San Bartolo, costringen-
domi ad una seppur breve
tirata solitaria per raggiun-
gere gli altri.
A Santo Stefano il grup-
petto è composto da Paoli-
no, Gianò, Wilmer, D.G.,
Marco, Alberto, Chicco e
Franco Campese, poi più
avanti si aggregano Giorgio
Franchi e Stefano.
Purtroppo Wilmer e Franco
ci salutano a Bertinoro per-
ché devono rientrare pre-
sto; noi invece saltiamo Po-
lenta per dirigerci diretta-
mente a Fratta, affrontare
il Cucco e poi Pieve di Rivo-
schio.
Quest’ultimo tratto di
strada è notevolmente dis-
sestato, roba più adatta al
ciclocross che alle nostre
tirate specialissime, chissà
cosa succederà quando pas-
seranno di qui 12/13.000
cavalli impazziti.
Speriamo nulla di grave,
però viene da pensare che
nella nostra cara Romagna
la manutenzione cantoniera
è lenta ed inefficiente e la
scusa delle frane dovute
alla morfologia del nostro
territorio non regge più.
Io non ho una risposta a
come si possa superare
questo problema, ma sono
solo deluso dalle nostre
Amministrazioni locali, tut-
to qua!
Comunque scaliamo il Pieve,
con un passo allegro ma non
troppo, visto che la gita
durerà circa 7 ore. Guar-
dando col naso all’insù si
capisce chiaramente che
non scamperemo alll’acqua.
In effetti le previsioni era-
no state chiare e concordi
nel segnalare pioggia a par-
te Canale 5 che Marco ci
dice aveva messo bel tempo
(forse le previsioni le hanno
fatte durante uno dei fe-
stini di Arcore).
Scendiamo a valle e fra una
pisciatina e un metti e cava
l’antivento mi stacco e rag-
giungo gli altri a salita della
Ciola già iniziata. Seconda
rincorsa, questa volta in
semi-solitaria.
Come nella salita preceden-
te Marco, Chicco e Alberto
si staccano quasi subito,
mentre il Ninho dimostra di
essere in gran forma e ci fa
compagnia.
Durante la salita Muerte
estrae la sua anima da vero
“guerriero” e trova da bac-
cagliare mangiandosi due
rincitrulliti che occupano
tutta la sede stradale, poi
in cima alla Ciola stabilisce
subito che da Mercato Sa-
raceno in poi non si scherza
più. Andiamo bene!!
Infatti dopo aver preso
caffè e pasta nel delizioso
bar- pasticceria di Mercato
se ne esce con un: “Uè, in
cima al Barbotto non ci fer-
miamo e tiriamo dritto fino
a Perticara, ok?”………….OK!
è la nostra risposta.
Come stabilito Barbotto
tirato ed una volta
“cavallato” proseguiamo
subito in direzione Soglia-
no. Durante questo pezzo
salutiamo D.G. che se ne
torna a casa.
Al bivio giriamo rispettando
il percorso Nove Colli e ci
dirigiamo verso Monte Tif-
fi-Perticara.
Il Ninho è sempre con noi,
mentre gli altri 3 sono
staccati di qualche minuto.
Li capisco perché non stia-
mo andando piano.
Alla fine della discesa del
Tiffi rallentiamo un po’ per
aspettare Stefano, perchè
in discesa non ha proprio le
stesse capacità di Cacaito/
Innerhofer.
La salita di Perticara la
facciamo avvolti da una
nebbia autunnale, gli oc-
chiali appannati sono da
(continua a pag.24)
(segue da pag.22)
Un “tranquillo” sabato mattina...
togliere altrimenti non si
vede proprio una mazza.
In paese decidiamo di en-
trare nel negozio di generi
alimentari e Gianò, Paolo e
Stefano si fanno preparare
un bel panino mentre io e
Giorgio ci beviamo solo una
coca.
Riprendiamo la strada del
ritorno e proprio all’uscita
di Perticara incrociamo gli
altri tre che stanno salen-
do.
Proprio in questo momento
la fortuna ci lascia e co-
mincia a piovere. Da qui in
poi invece di un’uscita in
bici sembrerà di essere
dei sub.
Arriviamo al Barbotto già
con le scarpe inzuppate,
poi la discesa di Santa
Maria Riopetra con le
braccia ed il corpo tre-
manti dal freddo.
Nel tratto di mangia e
bevi fino a Borello pedalia-
mo rimbrottando di continuo
contro “chissàcchi”, e una
volta passato il cavalcavia
che sovrasta la E45 succede
quello che non doveva suc-
cedere.
Paolino fora il tubolare della
ruota posteriore. Cazz….. Il
problema non è tanto la fo-
ratura in sé, ma il freddo e
il Bostik che un bravo mec-
canico (di cui qui non voglio
fare il nome) ha steso ben
bene su tutto il cerchio.
Probabilmente ha pensato
che Paolino va talmente for-
te che rischia di surriscal-
dare il cerchio e di perdere
il tubolare.
Ci mettiamo un’eternità per
toglierlo, tanto che il fred-
do ci penetra nelle ossa.
Però col senno di poi la sce-
na è veramente ridicola. Ad-
dirittura in quattro, ad otto
mani contemporaneamente
per cercare di staccarlo.
C’è chi dice “lascia fare a
me” per poi rovinarsi i pol-
pastrelli, c’è chi rompe un
solleva-copertoni in plastica
(scusate ma non so come
chiamarlo), c’è chi prova coi
denti e chi ha male alla man-
dibola a causa dei tremori.
Ripartiamo ancora sotto
l’acqua, che ci lascerà dopo
San Vittore per riprenderci
poi in forma di pioggerellina
sul tratto in piano fino quasi
a casa.
Alla fine della giostra conto
un’uscita ai 28 di media per
il tratto pedalato, quasi
3.000 kcal virtuali bruciate
(in realtà saranno molte di
più), 2652 mt. di ascesa di
quota, una distanza totale di
182,37 chilometri ad una
temperatura media di 13,7
gradi, che a fine aprile pro-
prio non ti aspetti.
Come al solito la passione
per la bici è bastarda. Sei in
discesa bagnato ed infred-
dolito e pensi a chi cavolo
me lo fa fare, a come si sta
meglio a casa all’asciutto,
non vedi l’ora di mettere i
piedi sotto la tavola al cal-
duccio davanti ad un bel
piatto di lasagne, ecc. ecc.
Poi fai la doccia e mangi e ti
viene un pensiero: “che gran
bel allenamento, che espe-
rienza eroica, domani (se me
lo permettono), quasi quasi
faccio un’uscita di scarico!”.
Da ricordare………………………
Yaroslav
P A G I N A 2 4
(segue da pag.23)
Una bella domenica di sport
Al Giro della Romagna
non si può proprio man-
care. E’ uno di quegli
appuntamenti che met-
tono d’accordo tutti,
agonisti e non.
Chi vuole può spingere
quanto vuole ma non sa
cosa si perde nel non
approfittare durante un
bell’allenamento lungo,
di ristori “luculliani”.
Noi come di consuetudi-
ne lo sfruttiamo per il
lungo pre-Nove Colli ma
preferiamo una visione
meno agonistica e più rilas-
sata come si conviene a que-
sto tipo di manifestazioni.
A dire il vero sul blog alla
vigilia si erano diffuse voci
incontrollate sia su possibili
“ritmi gara” da tenere o e-
ventuali allungamenti consi-
stenti di percorso per pro-
vare a superare i 200 chilo-
metri facendo della salita
senza sciropparsi la pianura
da Ravenna a Lugo e ritorno
come succedeva gli anni
scorsi.
Ma alla fine riguardo al rit-
mo il buon senso, mentre per
il percorso da fare la deci-
sione è venuta da sola stra-
da facendo….
Partiamo quindi da Lugo ab-
bastanza presto ma non alle
6,30 in punto quando parte il
gruppo “dei primi” così da
evitare di farci coinvolgere
in bagarre fuori luogo.
Alla fine ci raggruppiamo e
riusciamo a partire verso le
6.50, la mattina è già tiepida
e il clima ideale.
Il percorso, dopo la varia-
zione causa frane del 2010 è
(continua a pag.25)
P A G I N A 2 5 A N N O 6 – N U M E R O 1 (segue da pag.24
tornato quello storico dei
170 chilometri con Coralli,
Monte Albano, Sambuca,
Beccugiano e Collina.
L’idea nostra (suggerita da
Lorenzo Neri della San
Marco che già l’ha provata
lo scorso anno) era quella di
aggiungere in fondo il
Trebbio da Modigliana ri-
congiungendosi al percorso
a Faenza attraverso la Val
Samoggia.
Più ambiziosa ma irrealizza-
bile anche per motivi di
tempo, l’idea di Davide che
voleva sostituire il tratto
Tredozio-Modigliana con
una doppia scalata a Busca
(da Tredozio) e Trebbio (da
Dovadola). Sarebbe stato
un dislivello da tappone do-
lomitico…..
Partiamo con un buon ritmo
già dai Monti Coralli comin-
ciando una sequela intermi-
nabile di sorpassi a tanti
gruppi e gruppetti. Non è
raro sentire battute più o
meno scherzose delle per-
sone che si vedono supera-
re. A volte è sottile il con-
fine tra l’ammirazione e
l’invidia…..
Attacchiamo Monte Albano
e Paolo in testa scandisce
un ritmo deciso ma regolare
e saliamo più o meno tutti
compatti.
Perdiamo i Classense, Gior-
gino Milandri e Giorgio Emi-
liani (vittima di qualche
contrattempo alla mattina
con colazione saltata e ruo-
ta forata….) ma sapevamo
già che non ci saremmo a-
spettati se non per qualche
minuto a Casola e un po’ di
più sulla Sambuca.
A Casola saltiamo il primo
frequentatissimo ristoro
che come al solito sarà og-
getto di numerose lamente-
le da parte dei residenti
per l’inciviltà dei ciclisti
che pisciano ovunque senza
sfruttare i bagni chimici.
Polemica finita ancora an-
che sulla stampa: peccato,
già ce l’hanno a morte con i
ciclisti…..
Procediamo lungo la strada
che da Casola porta a Pa-
lazzuolo. Ovviamente tiria-
mo praticamente solo noi, il
vento contrario non aiuta
ma se ci vogliamo allenare
questo è il momento.
Si comincia la Sambuca in
allegria e tra qualche bat-
tuta ci diciamo che salire-
mo tranquilli. Seeeee doma-
ni!!!
Basta un attacco da parte
di un ciclista terzo non ben
identificato che come si
suol dire “si buttano i cani a
mollo”. Giorgio parte, Gianni
e il sottoscritto con anda-
tura più regolare cercano di
tenere il passo e il gruppo
si sfilaccia.
Ci vedremo
tutti in ci-
ma.
S e m p r e
bel l issima
la scalata
alla Sambu-
ca, non si
sente nem-
meno la
f a t i c a
quando lo
sguardo si
alza e va a
vedere da
un lato la
mo n t a g n a
verde e la
roccia, dall’altro i tornanti
e i gruppi dei ciclisti in len-
ta ascesa.
In cima Giorgio precede
Nelson, Gianni e il sotto-
scritto di 30-40 secondi
(non siamo andati piano pia-
no….) poi Paolo e Wilmer,
poi Raffo, Cristiano e un
grande Stefano, più indie-
tro Davide che ha deciso di
non rispondere alle provo-
cazioni!
Ci aspettiamo al fantastico
ristoro in vetta, poi giù in
discesa verso Marradi.
Altra salita è il Beccugiano:
più corta, più irregolare e
la precedenti più la lunga
discesa hanno lasciato un
po’ il segno sulle gambe. Più
di qualcuno sente la fatica.
E’ qui che si comincia ad
Il nostro gruppo sul
Monte Albano
Beppe e Gianni sulla
Sambuca.
Scusate se ho solo le
mie foto ma queste le
ho comprate. Dal sito
del fotografo non si
scaricano più neanche
non la protezione….
(continua a pag.26)
P A G I N A 2 6
(segue da pag.25)
insinuare in qualcuno il dub-
bio: che fare anche il Treb-
bio sia troppo?
Wilmer ha la gamba che non
gira, Paolo si sente stanco,
Cristiano ha 4000 metri di
dislivello alpino fatto la set-
timana precedente in visita
parenti, Giorgio ha problemi
di orario, Davide mette le
mani avanti (non aspettate-
mi se fate il Trebbio….).
Insomma abbiamo capito,
facciamo il Collina e poi an-
diamo dritti a Lugo.
Già che ci siamo scarichiamo
le riserve tenute per il
Trebbio e saliamo con un bel
passo anche questa ultima
non difficile ascesa che pe-
rò si fa rispettare.
Discesa e carichiamo le bat-
terie energetiche al ristoro
di Tredozio per l’ultima vo-
lata verso Lugo appunto.
Il ritorno è uno spettacolo:
superato qualche piccolo
inconveniente dovuto al
traffico sostenuto di auto e
ciclisti nel tratto da Modi-
gliana a Faenza, si mette in
moto il trenino Rossetti e
non ce n’è più per nessuno.
Oddio, non è che si faccia
avanti a tirare tutta questa
gente, a ruota con il vento
laterale si sta benissimo, ma
a noi va bene così. Nessuno
in mezzo, cambi regolari tra
di noi che ci conosciamo be-
ne e ritmo sostenuto anche
se non forsennato.
Arriviamo a Cotignola in un
lampo e sul cavalcavia che ci
porta a Lugo incrociamo la
macchina del Capitano. Tor-
na a casa dopo aver fatto un
dignitoso percorso medio
(138 km) con i Lelli (Roby e
Andrea) e Giorgio Emiliani.
Mi viene in mente cosa avrà
pensato vedendo la sua
squadra in testa ad un grup-
po a mò di cronosquadre.
Arriviamo al traguardo in
zona Stadio/Piscina con la
media di 32,6 con più di
2400 metri di dislivello...
Beh ragazzi, io mi diverto
ancora a fare anche le gare
con il numero ci manchereb-
be, ma le giornate come
queste sono da incorniciare,
quando siamo tutti assieme
siamo un vero spettacolo!!
Beppe
Ah già i Classense…. All’arri-
vo dopo il pasta party vedia-
mo Giorgio Milandri che ci
racconta che Marco, Alber-
to, Lorenzo Neri ed altri
arrivati a Modigliana abbia-
no effettivamente girato
per il Trebbio. Bravissimi
loro per la determinazione,
questa volta sono stati più
tenaci di noi!!
Beppe
P A G I N A 2 7 A N N O 6 – N U M E R O 1
La Nove Colli del riscatto C’è chi ci pensa un anno in-
tero, c’è chi cerca di non
farlo neanche alla vigilia ma
la Nove Colli, il “mondiale”
dei granfondisti, è lì pun-
tuale che ci aspetta una
domenica della seconda me-
tà di maggio, pronta a ra-
pirci con il suo fascino, le
sue incognite, le sue diffi-
coltà.
Non parlo solo di difficoltà
altimetriche e quindi fisi-
che, parlo anche di quelle
psicologiche che già premo-
no nei giorni precedenti e si
materializzano crudeli il
giorno della gara comincian-
do dalla disumana alzatac-
cia delle 3 del mattino.
Già quando la partenza era
alle 6,45 era dura, poi sono
diventate le 6,30, da qual-
che anno le 6,00…. Un osta-
colo in più in una giornata
campale.
L’emozione, già, quella che
ti può attanagliare le gam-
be proprio il giorno in cui
vorresti che girassero a
mille, quella che ti fa senti-
re quadricipiti e polpacci di
legno già nella piana prima
di Bertinoro, quella che l’-
anno scorso a molti di noi
aveva giocato un brutto
scherzo; la Nove Colli 2010
per la squadra era stato un
anno da dimenticare.
Non per tutti, intendiamoci,
ma complessivamente era-
vamo stati per diversi moti-
vi sotto le attese e la cosa
aveva solleticato i commen-
ti di qualcuno. “Vedi i Rose-
etti, quando c’è da pedalare
sul serio dove sono?”. Vai
te a spiegare….
Inutile dire che i duri alle-
namenti di questo inverno,
oltre che al far bene nel
Romagna Challenge, erano
orientati soprattutto a la-
vare quest’onta e disputare
una Nove Colli come si con-
viene.
In effetti le avvisaglie di
quello che poi è stato si
erano viste ultimamente ma
nessuno, un po’ per scara-
manzia, un po’ per non cari-
care troppo di tensione
tutto il gruppo, si voleva
sbilanciare.
Tutti stanno benissimo, è
un piacere vedervi/vederci
pedalare, perché tutto que-
sto non si doveva tradurre
in un risultato agonistico
adeguato?
Il forfait negli ultimi giorni
annunciato dal Capitano
tramite il blog (Armstrong
fa le sue dichiarazioni su
Twitter, noi abbiamo il ros-
setti bike.blogspot…) non ci
aveva sorpreso più di tanto,
gli impegni lavorativi lo han-
no costretto ad iniziare la
stagione sottotono e lo sti-
molo di una gara che l’ha
sempre visto fare benissi-
mo, fatta nelle retrovie non
era il massimo. Lo capiamo
e apprezziamo la sua sere-
nità anche perché accoppia-
ta alla tenacia ritrovata
che gli fa dire che il prossi-
mo anno sarà di nuovo con
noi.
Partiamo dunque in 10, 9 in
prima griglia, Raffone co-
stretto dal ritiro del 2009
e dal medio del 2010 nella
seconda.
La temperatura è ideale,
col pas-
sare dei
m i n u t i ,
a v v i c i -
n a n d o s i
al via
sale se possibile ancora di
più la tensione che alle 6 in
punto si può finalmente
scaricare sui pedali. In boc-
ca al lupo ragazzi!!
Lo sciame di 12800 parten-
ti è impressionante per chi
lo vede dall’alto, quando ci
sei dentro (e come noi ab-
bastanza davanti) non ci fai
caso, la concentrazione ri-
mane alta.
L’impressione è che l’anda-
tura in avvio non sia parti-
colarmente elevata, meno
isterismo e più calma. D’ac- (continua a pag.28)
P A G I N A 2 8 cordo, ci sono i soliti tira e
molla, qualche caduta, ma
nulla di particolarmente
rischioso.
Rimaniamo abbastanza da-
vanti in gruppo e ci teniamo
a vista.
Dopo qualche chilometro
Davide raccoglie un foglio di
carta da officina probabil-
mente scaricato da qualcuno
che l’aveva messo in pancia
per ripararsi dal freddo,
foglio che gli si incastra nel
cambio. Difficile per me e
Gianni che gli siamo dietro
provare a staccarlo con la
ruota davanti.
Dirgli qualcosa potrebbe
farlo preoccupare per nulla,
speriamo che si stacchi.
A farlo preoccupare ci pen-
sa un altro ciclista e da lì
Davide comincia ad impre-
care. Sarà stato il nervosi-
smo, sarà stato il solito in-
tavanato che scarta improv-
visamente, sta di fatto che
D&G si ritrova dentro uno
spartitraffico con la catena
giù. La sua Nove Colli è già
in salita.
A parte un unico ciclista,
del quale ometto il nome per
compassione (che alla fine è
arrivato 3° nel corto n.d.r.),
che è andato in fuga al 5°
chilometro il gruppo di te-
sta affronta Bertinoro
pressoché compatto e noi ci
siamo più o meno tutti an-
che se ognuno da lì in avanti
cerca di impostare il pro-
prio passo.
La strada che porta a Pieve
di Rivoschio si presenta fi-
nalmente in condizioni per-
fette, la chiusura al traffi-
co e la sistemazione nella
settimana precedente la
corsa ci ha regalato un lavo-
ro fantastico, mai vista co-
sì, un vero biliardo.
Anche il tratto centrale in
falsopiano che in marzo era
franato è stato ripristinato
in maniera perfetta. Le ruo-
te scorrono veloci….
Proprio nel tratto centrale
del Rivoschio raggiungo Ro-
berto Lelli che mi chiede
notizie degli altri.
“E chi li ha visti? Sono tutti
(o quasi) davanti”. Pensare
che ho delle ottime sensa-
zioni, non mi sembra di an-
dare affatto male, eppure….
O sono loro che stanno an-
dando fortissimo? Buona la
seconda, direi.
Non sono ancora le 8 del
mattino e siamo già a Linaro
pronti per la Ciola. Il mio
gruppetto si screma e rie-
sco a stare con quelli davan-
ti, Roberto cede leggermen-
te. Non voglio illudermi,
Roby di lunghi quest’anno ne
ha fatti veramente pochi,
se va un po’ meno del solito
è normale, però trovo con-
ferma sul mio passo che è
brillante.
Discesa velocissima della
Ciola, asfaltata in più punti
tranne che nella parte fina-
le. Giorgio Franchi è davanti
e ha avuto un ottimo inizio
ma in una curva non vede la
buca, ci va dentro e…. Puff.
Foratura!!
Mentre è lì che armeggia
recitando il Rosario (siamo
in Maggio e ci sta), arriva il
cambio ruote Shimano che
gli offre la ruota di ricam-
bio per partire subito.
“10 o 11” gli fanno, inten-
dendo il numero dei rappor-
ti sottintendendo Campa-
gnolo (11) o Shimano (10).
“11” la pronta risposta di
Giorgio.
(segue da pag.27)
Eccoci subito dopo
il via. Aguzzare la
vista plaese….
Cristiano e Paolo sulla salita
di Pieve di Rivoschio
(continua a pag.29)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 2 9
Oh, di roba è meglio averne
in più ma se hai lo Shimano
a 10 rapporti, forse la ca-
tena gira meglio che su 11...
Va bè che con la tigna che
ha Giorgio se gli avessero
dato una Graziella l’avrebbe
fatta anche con quella!!!
Siamo sul Barbotto ed è il
solito spettacolo di gente,
applausi e incitamenti per
tutti che ti danno la carica
tanto che l’ultimo micidiale
chilometro passa via tutto
sommato in fretta.
Bivio di Sogliano, vero spar-
tiacque della gara. Se vai
dritto hai finito: 30 chilo-
metri tra discesa e pianura
e sei a Cesenatico, se giri a
destra comincia la VERA
Nove Colli. A Sogliano o
poco dopo ci ritorni, ma non
prima di aver percorso 75
chilometri circa con 2000
metri di dislivello. Chi non
ha mai “osato” girare a de-
stra non sa…..
Il bivio nel 2010 era stato
tentatore per la metà di
noi, quest’anno no. Siamo in
10 e facciamo 10 lunghi.
Bravi Ragazzi!!!
Il Monte Tiffi mi è sempre
stato nel naso e la strada
che in leggera ma costante
ascesa porta sotto le dure
rampe della salita vera e
propria, mi ha sempre por-
tato la prima immancabile
crisetta dei –100 all’arrivo,
ma quest’anno sto bene.
Bevo, mangio, insomma sono
ancora carico.
Proprio nel falsopiano vedo
una maglia delle nostre. E’
Giorgio F. che dopo la fora-
tura superata con iniziale
impeto, sta un po’ soffren-
do. Gli faccio coraggio cer-
cando di trasferirgli un po’
di ottimismo sulla comunque
decorosa prestazione che
stiamo facendo.
Proprio sulle rampe del Tif-
fi raggiungiamo Gianni che
ha una scimmia gigante sul-
le spalle. Quando lo supero
provo a dirgli 2 cose ma non
capisco se e cosa mi rispon-
de. Non riesce ad accodarsi
al nostro gruppetto e one-
stamente penso che sia de-
stinato ad andare alla deri-
va ma non avevo fatto i
conti con la sua nota deter-
minazione e capacità di re-
zione. Si staccherà e conti-
nuerà a soffrire per un po’
ma poi finirà in crescendo
staccando un tempo più che
ottimo, di poco superiore a
quello fantastico del 2010.
Riesco a pedalare con Gior-
gio anche il Perticara e la
cosa mi sembra strana ma
allo stesso tempo mi con-
forta.
“Incù l’era mej ch’am stase-
va a let” (accoppiato ad un’-
altra preghierina del Rosa-
rio….). Dai Vecio, tieni bot-
ta!!
Siamo sul Pugliano, lo at-
tacco in testa al gruppetto
ma nel primo chi-
lometro ho un po’
di difficoltà nel
cambiare passo,
Giorgio se ne va.
Normale, penso,
sono già stato
fortunato a stare
un po’ con lui, ora
mi devo concen-
trare, riprendere
a macinare e quel-
lo che verrà ver-
rà, l’importante è
dare il massimo.
Metto il pilota
automatico, nel
tratto centrale
dopo il paese di Maiolo
quando la strada spiana rie-
sco a spingere bene il 53,
mi sento di nuovo a posto.
Restiamo in 2 in salita e
nella seguente discesa ver-
so S.Leo e Secchiano, ne
approfitto per mangiare e
bere qualcosa, purtroppo fa
caldo e sono ormai a secco
d’acqua….
Lungo il Passo delle Siepi
raggiungo di nuovo Giorgio,
non ha esattamente una
bella faccia ma manca poco
alla fine della salita, restia-
mo insieme e ci fermiamo
un attimo al
ristoro. Dietro
c’è un bel grup-
po che arriva,
tanto vale fer-
marsi a riempi-
re le borracce.
Nel gruppo c’è
Roberto Lelli
che ha gestito
bene le sue
forze e Loren-
zo Neri e Gigi
della San Mar-
co, bravissimi
anche loro.
Scollinato il
Nelson a tutta (e in cer-
ca di ossigeno….)
(segue da pag. 28)
Bravo Gianni. Quando
si dice “non mollare
mai”
(continua a pag. 30)
Ottima la prova di
Wilmer che nonostan-
te tutto ha battuto il
suo record personale.
Ovviamente lui non è
soddisfattissimo: sen-
za selle ballerine e
soprattutto senza in-
fortuni chissà dove
sarebbe stato…..
P A G I N A 3 0 Siepi, rispetto al percorso
storico c’è una deviazione.
Si passa in località Gine-
streto che vuol dire che do-
po un chilometro di discesa,
si gira a destra e su per al-
tri 600 metri, poi un po’ di
vallonato e alla fine discesa
stretta, tecnica e anche un
po’ sporca per riammettersi
sul percorso tradizionale
pochi chilometri prima del
Gorolo.
Percorso complessivamente
accorciato di 2-3 chilometri
ma dislivello supe-
riore, quindi più o
meno…..
Ah, il Gorolo, già
duro di per se,
siamo stanchini
tutti e nei 31 gra-
di del quasi mez-
zogiorno non sarà
una passeggiata.
Lo comincio da-
vanti poi piano
piano mi sfilo,
metto la catena
sul 27 e questa,
traditrice va giù.
Sono costretto a fermarmi
e quei 15—20 secondi, 100
metri scarsi mi sono fatali.
Perso il gruppo di Lelli e dei
San Marco, Giorgio non l’ho
visto e non so se era davanti
o dietro.
Pazienza, riparto, mi faccio
adeguatamente innaffiare
dall’omino con la gomma che
è un “must” consolidato qua
e salgo con le forze che mi
restano,
Recupero le ruote di qualcu-
no che come me si è stacca-
to dal gruppo precedente e
arriviamo in cima.
Guardo il cronometro, il
tempo c’è, l’obiettivo delle
6h50’ è alla portata, mi but-
to giù a tutta e fino a Savi-
gnano non chiedo neanche i
cambi, voglio essere sicuro
di spenderle tutte.
Ai meno 15 siamo in pianura,
mi volto e vedo che siamo
una decina e c’è anche Gior-
gio, alla fine arriveremo as-
sieme.
Per una volta che riesco a
stare con lui gli voglio arri-
vare davanti, così mi piazzo
alla sua ruota in volata e alla
fine la ruota davanti gliela
metto. Ci guardiamo in fac-
cia e ci facciamo una risata!
Spengo il Garmin e la gioia
che sempre (comunque vada)
c’è quando tagli l’arrivo di
questa avventura è ancora più grande. Sono stato sotto
le 6h 45’, finalmente una
Nove Colli fatta come si
conviene!!!
E gli altri?
Li vediamo nella zona
di arrivo, Cristiano e
Paolo sono carichi a
palla, hanno fatto una
gara meravigliosa,
praticamente in paral-
lelo a pochissima di-
stanza e con il “Cobra
di Gambellara” che
faceva sentire il suo
caratteristico sibilo
dopo essere rientrato
su Cristiano ai 5 km
dall’arrivo.
Sono dentro i 100 con
un tempo stratosferico, 6-
h32’, entrambi sotto i loro
record con un miglioramento
di circa mezz’ora per Paolo
che ha scaricato sui pedali
tutta la grinta maturata an-
che con le delusini degli anni
passati dove forature e
giornate no gli avevano im-
pedito di esprimersi al mas-
simo. Bravissimi.
Nelson, limitato dal mal di
schiena non riesce a seguire
Paolo e manca per pochi se-
condi l’aggancio al gruppo di
Cristiano. E’ anche lui nei
primi 100 classificati, non è
il suo record ma una presta-
zione che gli può dare la giu-
sta carica.
Discesa Post-Gorolo.
Legna Beppe!!!
Cristiano, 90°
assoluto, giù il
cappello….
Paolo, qui con Nelson alle
spalle nella discesa di Borghi.
Giornata straordinaria, soddi-
sfazione enorme e meritatissi-
ma….
(continua a pag. 31)
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 3 1
Ad un minuto e poco più
arriva Wilmer. Ha litigato
con una buca e la sella gli si
è spostata costringendolo
ad una sosta per assistenza
meccanica. La Nove Colli
non gli piace troppo e ogni
volta c’è qualcosa che va
storto, ma siamo sicuri che
una volta che gli prende le
misure….. Paolo docet.
Detto della volata con la
quale mi sono messo dietro
(per una volta ) Giorgio,
dopo l’arrivo scopriamo il
motivo del tanto penare di
Muerte…..
La ruota, già che è una
Campagnolo a 11v, è pure
scentrata e striscia decisa-
mente nei pattini dei freni.
Ha fatto 120 chilometri
con la ruota frenata!!!!
Fatta Bescia!!!
Arriva un Gianni in rimonta
e andiamo tutti insieme ad
aspettare gli altri nei pres-
si dello striscione di arrivo.
Non facciamo neanche in
tempo ad arrivare che pas-
sa Raffone.
Era in griglia bianca, se l’è
fatta tutta in recupero, ha
raggiunto e superato Davi-
de staccando un tempo che
fino a qualche anno fa sa-
rebbe stato impensabile.
Anche lui ha trasformato in
grinta allo stato puro gli
ultimi due anni di delusioni.
Griglia rossa abbondante-
mente riconquistata.
E Davide? Gia la settimana
era cominciata così così con
il cambio sbriciolato nella
ricognizione del martedì,
poi abbiamo detto dell’avvio
tormentato della gara, alla
fine è riuscito con grandis-
sima tenecia a portare a
termine la gara in un tempo
comunque buono.
Ma a tutti è venuta la do-
manda: se Nicoletti (il suo
preparatore) arriva 4° aso-
luto, non è che gli gira le
tabelle di seconda mano???
Davide sei un grande!
Qualche minuto dopo sul
traguardo si presenta an-
che il Ninho, Stefano. Per
la prima volta in griglia ros-
sa paga qualcosa alla poca
esperienza ma il suo è co-
munque un buon tempo.
A cavallo delle 7ore e mez-
zo arrivano anche i due
Classense Alberto e Marco
con Albertone che regola in
volata un gruppo di 50 per-
sone. E’ carico ee esulta
come se avesse vinto la
corsa. Alla fine diciamo che
è proprio così: lui e Marco
hanno vinto la sfida con
loro stessi e all’arrivo sono
quasi commossi.
Capitolo a parte me-
rita l’ultimo Rossetti
al traguardo.
Si era diffusa la voce
che potesse aver gi-
rato per il corto e
nessuno lo avrebbe
biasimato per questo,
la preparazione a ri-
lento per i problemi
fisici, il cambio di
lavoro con orari cam-
biati e poco tempo
per allenarsi. Insom-
ma ci stava tutto,
invece ci sporgiamo
alla transenna e ve-
diamo la sua maglia,
la nostra maglia.
E’ Giorgio!!!! E’ lui!!!
Urliamo a gran voce per
fargli sentire che ci siamo
e gli andiamo incontro in
zona arrivo per dirgli quan-
to siamo fieri di lui.
“Un Rossetti non può girare
per il corto”, le sue prime
parole che veramente ci
commuovono.
“Grazie di avermi aspetta-
to”. Grazie a te Giorgio per
la lezione che ci stai dando
ogni giorno, oggi il primo
dei Rossetti sei tu.
Prestazione di squadra da
incorniciare, modo migliore
per cancellare la debacle
del 2010 non ci poteva dav-
vero essere….
Beppe
(segue da pag.30)
Giorgio sul Gorolo.
Quest’altra volta
gliela diamo sul
serio la Graziella!!
Grande Raffone,
bravissimo
Se prendo Nicoletti!!!!
Percorso lungo km 204 Totale classificati 3800
1° CORRADINI Antonio (Viner) in 5h58’23” m.34,15 km/h
90° GARDINI Cristiano in 6h32’01” m. 31,22 km/h (25°cat.M2)
92° MAZZAVILLANI Paolo in 6h32’02” m. 31,22 km/h (23°cat.M3)
98° FENATI Nelson in 6h32’28” m. 31,19 km/h (24°Cat.M3) 111° GHETTI Wilmer in 6h33’37” m. 31,10 km/h (27°cat.M3)
199° POGGI Giuseppe in 6h43’51” m. 30,31 km/h (47°cat.M3) 200° FRANCHI Giorgio in 6h43’51” m. 30,31 km/h (26°cat.M4)
229° CONTI Gianni in 6h47’34” m. 30,03 km/h (56°cat.M3)
274° VALENTINI Raffaele in 6h51’44” m. 29,43 km/h (60°cat.M3) 545° GUARDIGLI Davide in 7h10’40” m. 28,42 km/h (97°cat.M4)
995° EMILIANI Giorgio in 7h33’18” m.27,00 km/h (199°cat.M2)
Fantastica cena di festeg-
giamenti post Nove Colli in
quel del Ristorante da Coa
a Mezzano.
Cena che contrariamente
alle abitudini è stata fissa-
ta al martedì per impegni
domenicali vari e così siamo
riusciti a goderci in pieno
cibo, vino e stronzate va-
rie.
Esilarante la gag del Capi-
tano “Pancia-man” (per ve-
derla andate sul blog) che
ci ha deliziato con un per-
sonalissimo monologo dedi-
cato a tutti gli eroi di Ce-
senatico.
Grazie a Denis anche per la
favolosa torta con foto
della squadra che era pure
buona oltre che bella.
Ricorda però che questa è
l’ultima Nove Colli che ti
facciamo fare “in vacanza”.
Dalla prossima sei costret-
to a faticare con noi!!
Un Capitano, c’è solo un
Capitano…..
La Tua Squadra
Per Giorgio abbiamo
finito gli aggettivi…
Concentrato di tena-
cia e grande cuore.
Siamo fieri di averti
come compagno di
avventure!!
P A G I N A 3 2
Dulcis in fundo
A N N O 6 – N U M E R O 1 P A G I N A 3 3
Il week end perfetto della
Nove Colli aveva avuto un
simpatico preambolo il ve-
nerdì precedente nella con-
segna ufficiale della nostra
maglia per la prima volta ad
una persona non facente
parte del gruppo.
Non una persona a caso, ma
una persona che ci teneva
tantissimo, una persona che
sicuramente le farà onore
portandola sulle più alte
vette alpine, insomma una
persona speciale.
Si tratta di Jutta da Bolza-
no, ricordate aveva pedala-
to con noi a Cervia nella
settimana della Selle Ita-
lia?
Beh, gliela avevo promessa
e ogni promessa è debito,
poi, visto come le sta ad-
dosso per noi è un vero o-
nore.
Per una squadra speciale
una tifosa speciale.
A sinistra la consegna
della maglia, sotto l’otti-
mo risultato finale che tra
l’altro è la foto che è nel
profilo facebook di Jutta .
Per non fare torti e visto
che abbiamo altri fan in
quel di Bolzano delle nostre
maglie ne dobbiamo conse-
gnare ancora un paio, lo
faremo con piacere non ap-
pena le avremo disponibili,
ma a Jutta lasciamo il gusto
di essere la prima.
A proposito, anche per lei
la Nove Colli 2011 è stata
una grande gara. Gareggia
da poco, ha bisogno di fare
esperienza ma ha un passo
in salita davvero notevole.
Il risultato? Ottava assolu-
ta tre le donne nella 130 e
quinta di categoria a soli 3
minuti dal podio.
Non male……
Beppe
“Vi volevo dire due cose.
Volevo fare i complimenti a tutta la Rossetti. Quest’anno avete fatto una Nove Colli che fa paura!!
Non vi ho mai visto allenarvi cosi tanto come quest’anno, col freddo, acqua, ghiaccio. E con le mogli che rompono
i…
E i risultati si sono visti.
Prima di tutti i complimenti al nostro Presidente Beppe, che finalmente ha tolto la macchia nera dal suo Palmares.
Finalmente una Nove Colli come si deve, con una prestazione esemplare.
D’altronde, tutta l’agilità che ha fatto quest’inverno…
Bravo Beppe.
Giorgio, Muerte, Bescia. L’uomo che sussurrava al Cavallo.
L’uomo che ha fatto di una salita un solco.
L’uomo che ha preso la residenza sul Cavallo.
L’uomo che non è più un uomo, ma un “ciclotauro”, mezzo ciclista e mezzo cavallo.
Una macchina da guerra.
Con tutti i problemi che ha avuto, ha fatto una Nove Colli eccezionale.
Grande Giorgio.
Fatta gamba, detto Gianò. Gianò che è la Locomotiva della Rossetti.
In effetti lui è il Trans Rossetti Express.
Lo metti davanti e chiudi su ogni fuga.
Per me ha fatto un’ottima Nove Colli, anche se dice che poteva fare meglio.
Ma sappiamo che al caghino non c’è rimedio. E non sono in tanti che dopo un rapporto col water fanno il tempo di
Gianò.
Grande anche lui.
Le pagelle di Panza-man A grande richiesta il monologo del Capitano in versione Panza-man la sera della cena al
Ristorante Coa a Mezzano
Wilmer Wolmer. Robocop. Cade, si spacca, rimonta in sella e fa tempi che per noi sono irraggiungibili anche se andiamo a letto con una
farmacista.
Alla nove Colli ha avuto un problema meccanico. Furtòna!! Volevo vedere come andava se non aveva questo pro-blema meccanico.
Una bestia. Una delle punte di diamante della Rossetti.
Davide. Ooooooooooh Davide!!!
2 cose: Ma chi cavolo è il tuo preparatore? Un lottatore di sumo? Ma lo sa, lui, che in bici “AUM AUM“ non si
fa, ma “bsogna dei in priscia”? Scherzi a parte, complimenti per la tua tenacia e precisione sulle tue tabelle che scrivi sul blog. Anche se “me an capes gnint”!! Grande Davide.
Raffo. L’uomo che ha fatto dell’eschimo un indumento da crono!!
Alla Nove Colli mi sembrava freschino, è vero, ma sul Gorolo mi hanno detto che hanno visto passare un ciclista
col loden. Dimmi che non eri tu!!
Grande Raffo. Bella Nove Colli.
Paolo. Paolino, se tua moglie non butta la gamba il sabato sera, la domenica sono cavolacci amari per tutti.
Lo sai che hanno visto un nano sul carro scopa che urlava disperato il tuo nome? Diceva che gli avevi rubato l’im-
pepata di cozze dalla borraccia.
Non so come fai, ma quest’anno hai lasciato tutti dietro.
Brev, brev, brev!!
Cristiano. L’uomo che non fa dietro macchina, ma dietro treno.
No, non il treno di Gianò, ma un merci a carbone che fa Marradi - Borgo San Lorenzo.
Sei andato fortissimo, ma secondo me, se ti attacchiamo il carrello del carbone vai il doppio.
Giorgino. Tenuto per ultimo perché per te voglio un applauso enorme.
Per noi, la tua Nove Colli è la più bella. Non per il tempo, ma per quello che significava.
Hai tagliato il traguardo e hai lasciato tutto dietro.
Sei un fenomeno, un esempio per tutti.
A non mollare mai, si vince.
Grazie da tutti noi.”
Il Capitano
Contador vince il suo secondo Giro
d’Italia.
Qui stappa la bottiglia di spumante
per festeggiare la sua maglia rosa
dopo la tappa di Ravenna.
Nel riquadro in basso la volata di
Cavendish su Petacchi e Appollonio