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Principi Guida all’Integrazione Scolastica degli Studenti in situazione

di Handicap

Raccomandazioni Politiche

Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degliStudenti Disabili

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Questo documento è una sintesi delle conclusioni politiche emersedai dati di ricerca pubblicati a cura dell’Agenzia Europea. Lepubblicazioni in formato originale possono essere consultate al sitoweb dell’Agenzia: www.european-agency.orgÈ possibile citare parti del documento specificando un chiaroriferimento alla fonte.Per migliorare l’accesso all’informazione, questo documento èdisponibile in formati elettronici liberamente manipolabili e in altrelingue europee.

Le versioni elettroniche di questo documento sono disponibili al sitoweb dell’Agenzia Europea: www.european-agency.org

Questo documento è stato preparato dal seguente Gruppo diRappresentanti Politici Nazionali dell’Agenzia Europea: Lucie Bauer, Rappresentante per l’AustriaGudni Olgeirsson, Rappresentante per l’IslandaFilomena Pereira, Rappresentante per il PortogalloChristine Pluhar, Rappresentante per la GermaniaPhil Snell, Rappresentante per il Regno Unito

A cura di: Amanda Watkins, Manager di Progetto, Agenzia Europeaper lo Sviluppo dell’Istruzione degli Studenti Disabili

ISBN: 87-91350-75-1 (Versione Elettronica)ISBN: 87-91350-61-1 (Testo a Stampa)

2003

Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli StudentiDisabili

Segreteria:Østre Stationsvej 33DK-5000 Odense C

DenmarkTel: +45 64 41 00 20Fax: +45 64 41 23 03

[email protected]

Ufficio di Brussels:3, Avenue Palmerston

B- 1000 Brussels BelgiumTel: +32 2 280 33 59Fax: +32 2 280 17 88

[email protected]

Web: www.european-agency.org

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CONTENUTI

SEZIONE 1: INTRODUZIONE...................................................4

SEZIONE 2: PRINCIPI GUIDA..................................................6

Un sostegno politico e normativo all’integrazione scolastica .... 6

Provvedimenti finanziari che promuovono l’integrazione .......... 7

Strutture efficaci di monitoraggio, valutazione e contabilità ...... 8

Un punto centrale per ampliare l’accesso all’istruzione e leopportunità educative ................................................................ 9

Aree per le future politiche di sviluppo .................................... 10

SEZIONE 3: CONCLUSIONI POLITICHE PER AREETEMATICHE............................................................................12

L’integrazione in Europa ......................................................... 12

Il finanziamento ....................................................................... 13

La Didattica ............................................................................. 15

SEZIONE 4: L’AGENZIA EUROPEA......................................18

SEZIONE 5: REFERENTI E FONTI.........................................20

SECTION 6: ULTERIORI INFORMAZIONI.............................22

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SEZIONE 1: INTRODUZIONE

Questo documento elenca una serie di ‘raccomandazioni’inerenti gli aspetti chiave delle politiche educative rivolteall’handicap che sembrano un efficace sostegno all’integrazionedegli alunni disabili nel sistema scolastico ordinario. È statopreparato a cura di esperti politici del settore sulla base deirisultati emersi dal lavoro condotto finora dall’Agenzia Europeaper lo Sviluppo dell’Istruzione degli Studenti Disabili (perulteriori informazioni sull’Agenzia Europea consultare laSezione 4).

Il tema ‘handicap’ è stato affrontato attraverso ampi progetti chehanno coinvolto tutti i paesi membri dell’Agenzia Europea1. Iprogetti scelti dai paesi membri sono il riflesso delle aree diinteresse e dell’impegno degli Stati nazionali in materia dihandicap. I progetti hanno utilizzato diverse metodologie diindagine (questionari, rivisitazioni della letteratura nazionale,incontri di scambio di esperienze tra esperti nazionali) e unanotevole gamma di risultati (documenti a stampa, reportelettronici e risorse di consultazione). La Sezione 5 – Referentie Fonti - elenca le aree di indagine e i materiali prodottidall’Agenzia Europea.

Nei paesi europei è in atto un monitoraggio dell’integrazionescolastica degli studenti ‘diversamente abili’ – così comestabilito nella Carta di Lussemburgo (1996) Una Scuola perTutti – come punto di partenza per assicurare l’uguaglianza diopportunità in tutti gli aspetti della vita (istruzione, formazioneprofessionale, occupazione e vita sociale). L’integrazionerichiede sistemi scolastici flessibili che possano rispondere allediverse, e spesso complesse, esigenze dei singoli alunni.

1 Dall’inizio del 2003, i paesi membri dell’Agenzia Europea sono: Austria, Belgio(Comunità Fiamminga), Belgio (Comunità Francese), Danimarca, Finlandia, Francia,Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Norvegia,Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito. La Repubblica Ceca, l’Estonia,la Lituania e la Lettonia partecipano in qualità di paese osservatore.

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Ogni progetto ha esaminato un singolo aspetto del problemadell’integrazione scolastica al fine di definire un modello chepossa garantire a tutti gli studenti un accesso pieno e ugualeall’istruzione nella comunità locale di appartenenza. Comunque,è importante sottolineare che le realtà nazionali presentanomolte diversità. Per esempio, il numero degli studenti iscritti nelsistema scolastico ordinario obbligatorio e identificato come‘portatore di handicap’ differisce da paese in paese e oscillanotevolmente – meno dell’1% in alcuni paesi, più del 10% inaltri. È altrettanto variabile la percentuale degli alunni disabiliiscritti in scuole o classi speciali, da meno dell’1% a più del 4%.Queste variazioni riflettono le differenze esistenti tra leprocedure di assegnazione e valutazione e tra le modalità difinanziamento, piuttosto che indicare una vera incidenza delfenomeno.

Sebbene esistano contesti nazionali differenti, è stato possibileindividuare dei Principi Guida alle politiche di integrazione edescrivere i risultati in termini politici dei progetti condottidall’Agenzia Europea. Le Sezioni 2 e 3, rispettivamente,affrontano questi temi.

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SEZIONE 2: PRINCIPI GUIDA

I principi descritti in questa sezione riflettono gli elementicomuni delle diverse politiche educative nazionali perl’handicap che sembrano costituire, in base agli studi condottidall’Agenzia Europea, una struttura efficace su cui promuoverel’integrazione scolastica.

Un sostegno politico e normativo all’integrazionescolastica

La legislazione scolastica nazionale dovrebbe affermare conchiarezza l’obiettivo-integrazione. La normativa dovrebbe offriredelle facilitazioni a sostegno dello sviluppo e dei processi già inatto. Sarebbe utile avere una struttura legale di riferimento perogni settore dell’istruzione obbligatoria.

I Governi dovrebbero affermare con chiarezza l’obiettivo-integrazione. Per attuare l’integrazione scolastica, il governodovrebbe chiarire che la posizione politica è condivisa da tuttigli operatori della comunità educativa.

La politica educativa dovrebbe:

o considerare, al momento della pianificazione, delfinanziamento e della valutazione, attuazione ecreazione di ogni strategia educativa, le necessità deglistudenti disabili;

o agire sulla spinta filosofica della promozionedell’integrazione e dell’accoglienza delle esigenzeindividuali in tutti i settori educativi;

o essere abbastanza flessibile da riflettere le esigenzelocali;

o pianificare fasi di sviluppo politico dell’integrazione.Nell’immediato, potrebbe essere utile adottare un singolopiano di azione o una strategia interna alla politicagovernativa; a medio termine, l’integrazione dovrebbediventare parte della politica generale; a lungo termine

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dovrebbe essere un ‘dato di fatto’ di tutte le politicheeducative e di tutte le strategie scolastiche;

o essere multi-fase e trans-settoriale e stimolare lacooperazione tra i diversi settori nazionali. A livello localee nazionale, i politici dei settori dell’istruzione, dellasanità e delle politiche sociali dovrebbero cooperare alladefinizione di politiche e piani di sviluppo che possanofacilitare e sostenere attivamente un approcciomultidisciplinare nel pre-scuola, nel corso dell’istruzioneobbligatoria, nella fase di transizione dalla scuola almondo del lavoro e nei settori educativi post-obbligatori,come l’istruzione superiore.

o tenere in considerazione le politiche e le iniziativeintraprese a livello internazionale, soprattutto sul pianoEuropeo, al momento della definizione delle politichenazionali. Ciò garantirà l’accesso a tutte le risorsepossibili e alle opportunità previste per gli studentidisabili attraverso la diffusione dei programmi comunitari(SOCRATES e LEONARDO).

La Leadership, per quanto riguarda le politiche di attuazionedell’integrazione scolastica, è l’aspetto più importante. I governi,le regioni, le comunità, i distretti scolastici o i provveditorati eanche i dirigenti scolastici hanno il ruolo essenziale di tradurrein realtà e di mettere in pratica i dettami della politicagovernativa. I loro sforzi dovrebbero essere attivamentesostenuti da politiche educative formulate con chiarezza che liassistano efficacemente nel loro ruolo di leadership.

Provvedimenti finanziari che promuovonol’integrazione

Il Finanziamento è uno dei fattori più incisivi dell’integrazione.Se i fondi non sono assegnati in coerenza alla politicagovernativa, l’integrazione non si raggiunge. I due puntisottoindicati sintetizzano le strutture di finanziamento chehanno dimostrato una promozione efficace dell’integrazione:

o sistemi a modello decentralizzato che danno alleorganizzazioni locali il compito di intervenire nella realtà

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locale. Questo modello risulta efficace e rispondente alleesigenze delle popolazioni locali.

o dare agli istituti scolastici la possibilità di utilizzare inmodo flessibile i fondi di istituto in base alle proprieesigenze e di richiederne altri per adeguarsi alle politichenazionali.

Forme appropriate e flessibili di sostegno ai docenti chelavorano con alunni disabili dovrebbero essere previste nellepolitiche di integrazione. La disponibilità del sostegno degliinsegnanti specialisti è cruciale, dato che non tutti gli insegnantidi classe hanno una preparazione idonea ed un esperienzaprofessionale adeguata ad ogni tipologia di handicap. I politicidovrebbero assicurare che il contenuto dei programmi svoltidagli insegnanti di sostegno sia rispondente alle esigenze delsingolo e della comunità scolastica.

Accesso limitato o negato a determinate facilitazioni eprovvedimenti che possono rendere reale l’integrazione egarantire l’uguaglianza di opportunità agli studenti disabili.

È necessario procedere ad un’adeguata valutazione del ruolodelle scuole speciali o differenziate dato che il trend europeo èvolto a trasformarle in centri di ricerca. Questa tendenza hadelle chiare implicazioni sulla pianificazione, a breve e lungotermine, di tutte le tipologie di finanziamento e sostegnoall’handicap.

Strutture efficaci di monitoraggio, valutazione econtabilità

Per ottenere risultati positivi in termini di apprendimento, ènecessaria la presenza di strutture efficaci di monitoraggio,valutazione e contabilità. Il supporto alle azioni in partenariatotra scuole, gestori politici locali e famiglie richiede che questestrutture siano trasparenti, dato che devono rispondere ad unampio numero di utenti, soprattutto nei sistemi nazionali astruttura decentralizzata. È chiaro quindi che una procedura

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autonoma di valutazione della qualità dell’istruzione deglistudenti disabili dovrebbe essere parte di ogni struttura dimonitoraggio, valutazione e contabilità.

Un punto centrale per ampliare l’accessoall’istruzione e le opportunità educative

Le politiche educative di integrazione sono state studiate perampliare l’accesso all’istruzione e per promuovere opportunitàeducative valide per tutti gli alunni disabili al fine di valorizzarele loro potenzialità. I seguenti aspetti politici sono statiindividuati come contributi significativi al fine di:

o coinvolgere i genitori come partner a pieno titolo delprocesso educativo dei loro figli dandogli l’opportunità diaccedere all’informazione sulle diverse forme di offertaformativa e alle esperienze di prima mano così daessere informati delle possibilità di scelta e renderliconsapevoli delle scelte da compiere.

o incoraggiare le organizzazioni locali e le scuole asuperare le barriere dell’apprendimento e dellavalutazione che impediscono l’accesso al curriculum.L’approccio medico alla valutazione dell’apprendimentoche utilizza il concetto di ‘handicap’ dovrebbe esseresostituito da uno più ampio e a largo raggio di tipoeducativo che interessi la creazione di accessi mirati adappropriate forme curriculari. Ciò attraverso l’adozione diun piano di studio individuale (PEI)2;

o promuovere atteggiamenti positivi. Le attitudini deigenitori e degli insegnanti nei confronti dell’integrazionescolastica degli studenti disabili sembrano essere moltoinfluenzati dall’esperienza personale. Le politicheeducative dovrebbero riconoscere questi fattoriattitudinali e prevedere strategie e risorse pervalorizzarli;

o incoraggiare i docenti ad assumersi la responsabilità ditutti gli alunni, al di là delle loro specifiche esigenze

2 Per la normativa scolastica italiana, il PEI (Piano EducativoIndividualizzato) corrisponde anche al PEP (Piano EducativoPersonalizzato).

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individuali. La responsabilità è un elemento crucialedell’integrazione e dovrebbe essere parte integrale dellepolitiche educative. Un fattore critico, in questo senso, èla preparazione professionale e l’acquisizione dicompetenze che permettano al corpo docente diaffrontare la sfida dell’integrazione;

o dare accesso ad un’ampia gamma di opportunitàformative flessibili per gli alunni e adeguate per gliinsegnanti e lo staff scolastico. L’importanza dellaformazione degli insegnanti della scuola ordinaria non vadimenticata;

o utilizzare le potenzialità dell’ICT (la tecnologia dellacomunicazione e dell’informazione) per ridurre ledisparità di accesso all’istruzione e accogliere lespecifiche esigenze dei singoli alunni. La politicadovrebbe indirizzarsi verso la promozione di un usoappropriato dell’ICT come strumento di accesso alcurriculum e mezzo per raggiungere gli obiettivicurriculari;

o sostenere la transizione dalla scuola al mondo del lavoroattraverso una chiara legislazione di riferimento el’adozione di misure che incoraggino il coinvolgimentodiretto e una stretta cooperazione tra gli studenti, lefamiglie, la scuola, il mercato del lavoro e tutte le particoinvolte.

Aree per le future politiche di sviluppoDagli studi condotti dall’Agenzia Europea risulta che ci sono uncerto numero di aree, nell’ambito dell’integrazione scolastica,che richiedono particolare attenzione:

o la tensione crescente tra le esigenze delle scuole adimostrare una crescita degli indici di apprendimento e laposizione degli alunni disabili. Questo interessa ilpresente e il futuro. Va studiata la possibilità di valutare irisultati degli alunni disabili in termine di valore aggiuntoai risultati dell’intera popolazione scolastica;

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o procedure sistematiche di monitoraggio e valutazione. Ingenerale, il problema della contabilità va risoltoall’interno della struttura educativa sia speciale cheordinaria;

o strutture flessibili a sostegno di una prassidell’integrazione in tutti i settori educativi. Nella stessaottica della scuola materna e dell’infanzia e con la stessaattenzione va affrontata l’integrazione degli alunni disabilinella scuola secondaria, nella transizione al mondo dellavoro, nell’istruzione post-obbligatoria e per adulti.

o Un indicatore veritiero dello status dell’integrazione potràessere un decremento del numero di alunni presentinelle classi o negli istituti speciali.

Queste sono le aree che sembrano più sensibili ad unariflessione politica per la definizione di interventi locali enazionali.

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SEZIONE 3: CONCLUSIONI POLITICHE PER AREETEMATICHE

Questa sezione illustra alcune delle principali conclusionipolitiche emerse dallo studio tematico condotto dall’AgenziaEuropea. Queste conclusioni sono coerenti ai Principi Guidaesposti nella sezione precedente. Le informazioni sono estrattedalle ricerche effettuate dall’Agenzia Europea (per vederel’elenco completo consultare la Sezione 4) in relazione a treaspetti dell’integrazione scolastica degli alunni in situazione dihandicap: inserimento, finanziamento e pratica didattica.

L’integrazione in Europa

Tutti i paesi europei hanno già realizzato o hanno in corso diattuazione politiche educative che promuovono l’integrazionescolastica. Riguardo alle procedure, si possono rilevare diversemodalità di integrazione.

Una delle tendenze in corso è la trasformazione delle scuolespeciali in centri di risorsa, soprattutto nei paesi che registranoun elevato numero di iscritti alle scuole speciali. In generale, aicentri di risorsa sono affidati i seguenti compiti:

• offerta di corsi di formazione e ampliamentoprofessionale per i docenti;

• produzione e diffusione di materiali e approcci didattici;• sostegno alle scuole ordinarie e ai genitori;• sostegno allo studente per brevi periodi o part-time;• sostegno all’ingresso al mercato del lavoro.

Per l’efficacia dell’opera dei centri di risorsa, è essenziale lacooperazione tra le diverse tipologie di scuole.

Per quanto riguarda l’assegnazione alla classe, è chiaro che ledefinizioni e le categorie dell’handicap variano a seconda delpaese oggetto di studio. Alcuni paesi definiscono solo una odue tipologie di disabilità. Altri anche più di 10 in cui definiscono

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gli studenti iscritti nella scuola dell’obbligo ordinaria.

La maggior parte dei paesi europei utilizza il piano educativoindividualizzato (PEI) per gli studenti disabili iscritti alla scuoladell’obbligo. In genere questo documento spiega lametodologia, le risorse aggiuntive, gli obiettivi e la valutazione. Sebbene appaia con una certa evidenza che i genitori hanno unatteggiamento positivo verso l’integrazione, ciò sembra esserelargamente condizionata dalle esperienze individuali. Raresembrano essere le esperienze positive nei paesi in cui lefacilitazioni educative specialistiche si concentrano all’internodel sistema scolastico differenziato e non sono disponibili nellescuole ordinarie. Laddove le risorse e i servizi specialistici sonoofferti anche nelle scuole ordinarie, i genitori sviluppanoatteggiamenti positivi verso l’integrazione.

Nei paesi in cui è presente un forte sistema scolasticodifferenziato, la pressione dei genitori a favore degli ambientiscolastici integrati è in aumento. Mentre nei paesi in cuil’integrazione scolastica è prassi, si registrano atteggiamentipositivi dei genitori ma, in caso di patologie gravi, le famiglie (ea volte gli studenti stessi) tendono a preferire la scuolaspeciale, considerata migliore dal punto di vista delle risorse,delle competenze e della specializzazione.

Il finanziamento

Gi stati nazionali hanno adottato diversi modelli difinanziamento all’handicap, ma è possibile sintetizzare duemodelli principali:

• Un modello centralizzato in cui la politica nazionaledecide il sistema di finanziamento – esempio diapproccio centralizzato sono il finanziamento alle scuolespeciali o direttamente all’alunno;

• Un modello decentralizzato in cui le regioni o le provincesono responsabili dell’organizzazione delle risorse e deiservizi organizzativi dell’istruzione.

Nei paesi a sistema centralizzato, con un modello di

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finanziamento diretto alle scuole speciali, c’è un notevoledissenso riguardo al sistema stesso e alle forme dicomportamento strategico dei genitori, degli insegnanti e dellealtre figure del mondo dell’istruzione che ostacolanol’integrazione, portano a un maggiore utilizzo delle categorie edelle tipologie dell’handicap e un conseguente aumento deicosti. I fondi possono disperdersi in problematiche di naturanon educativa come le procedure legali e diagnostiche. Inoltre,questi paesi possono essere identificati all’interno del gruppo dipaesi europei con percentuale relativamente alta di studentidisabili iscritti in settori scolastici separati e differenziati.

Il sistema di finanziamento all’alunno (in cui i fondi sono inviatiai singoli alunni in relazione alle loro specifiche necessità)sembra presentare alcuni svantaggi. In pratica, i fondi sonodestinati agli alunni solo laddove ci sia una chiara rispondenzaa criteri predeterminati. Se manca questo requisito, i budgetnon sono sufficienti a soddisfare le esigenze individuali. Ingenerale, sembra auspicabile che i fondi siano assegnatiall’intera istituzione scolastica per tutti gli alunni creando cosìun ambiente integrato.

I paesi a forte sistema di finanziamento decentralizzatoriportano risultati positivi. Questi sistemi sono caratterizzati dabudget per l’handicap delegati dal governo centrale agli entilocali (province, comuni, distretti, provveditorati) in cui siassumono le decisioni riguardo agli investimenti eall’individuazione degli alunni che possono beneficiare di serviziaggiuntivi. I paesi con questo sistema riportano effetti negativiinferiori e si dichiarano soddisfatti del loro sistema difinanziamento. I sistemi in cui è il comune ad adottare ledecisioni sulla base delle informazioni fornite dai serviziscolastici o dai centri di assistenza e in cui la collocazione di unfondo maggiore alle scuole speciali influenza direttamente ilfinanziamento disponibile alle scuole ordinarie sembra essereefficace per l’integrazione scolastica.

Comunque, sembra consigliabile che sia l’istituzione scolasticaa decidere come collocare i fondi, in primo luogo perché può

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avvalersi della consulenza dei propri esperti e in secondo luogoper avere la capacità e l’opportunità giuridica di realizzare emantenere le strategie e i servizi specialistici necessariall’integrazione scolastica degli alunni iscritti.

La Didattica

La ricerca tematica condotta dalla Agenzia Europea indica cheesistono in Europa classi veramente integrate e chel’insegnamento adottato per gli alunni disabili è positivo pertutto il gruppo-classe.

Le difficoltà comportamentali, sociali o della sfera psico-emozionale sembrano essere la sfida maggiore all’integrazionescolastica nelle classi ordinarie. In generale, la gestione delledifferenze o delle diversità esistenti tra gli alunni è una dellemaggiori sfide della didattica.

Sono stati individuati cinque approcci educativi che sembranoefficaci per l’integrazione scolastica:

• L’insegnamento cooperativo – gli insegnanti lavoranoinsieme ad altri insegnanti (un collega o un docentespecialista), il coordinatore e altri professionisti;

• L’apprendimento cooperativo – gli alunni si aiutano avicenda, soprattutto quando hanno livelli non omogeneidi abilità traggono beneficio dall’apprendimento digruppo;

• un problem solving collaborativo – chiare regole e unaserie di limiti – concordati con gli alunni – hanno datoprova di essere particolarmente efficaci nel contrastareforme di disturbo durante le lezioni;

• eterogeneità del gruppo – la creazione di gruppi di livellodi abilità mista e di un approccio didattico differenziatosono necessari quando si affronta la diversità deglialunni presenti nel gruppo-classe;

• pianificazione individuale e apprendimento efficace – tuttigli alunni, compresi quelli disabili, raggiungono risultatimigliori quando si applicano forme di monitoraggio evalutazione sistematiche. Il curriculum può esserepiegato alle esigenze degli alunni e può essere introdotto

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un supporto aggiuntivo attraverso il Piano EducativoIndividualizzato (PEI) che si inserisce all’interno delcurriculum ordinario.

Ci sono diverse condizioni che incidono sulla didattica edeterminano il successo o l’insuccesso dell’integrazionescolastica. Per i docenti:

• l’integrazione dipende in buona parte dalle attitudini deidocenti verso gli alunni disabili, dal loro modo diaffrontare le differenze nella classe e dalla loro volontà dirispondere positivamente e efficacemente a questedifferenze;

• gli insegnanti hanno un ruolo chiave nell’assicurare ilpersonale aggiuntivo o la presenza di altre risorse adeterminati alunni in stretta cooperazione con tutte leparti coinvolte;

• gli insegnanti giocano un ruolo di vitale importanza nellacreazione di forti relazioni sociali tra gli alunni. Rapportisoddisfacenti tra gli alunni sono cruciali all’integrazionedegli alunni disabili.

Per la scuola:

• la struttura organizzativa della scuola determina laquantità e la tipologia delle risorse che i docenti possonousare nella didattica degli alunni disabili. Il sostegno puòessere interno alla scuola ma può anche provenire daservizi di supporto esterni e accordi cooperativi;

• a volte, piccoli gruppi di alunni disabili richiedonoparticolare attenzione e alcune sessioni di recuperopossono essere fondamentali per garantire la loropermanenza nella scuole ordinarie. È importante chequeste strutture abbiano un carattere flessibile e naturalee non siano esclusive per gli alunni disabili maoccasionalmente disponibili a tutti gli alunni della scuola;

• la capacità delle scuole a lavorare in cooperazione peradottare metodi di accoglienza delle esigenze individuali

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può essere un fattore di ostacolo al successodell’integrazione scolastica;

• la leadership del dirigente scolastico è un fattore decisivoper l’integrazione. Il dirigente spesso intraprendeiniziative e ne assicura l’attuazione per sostenerel’integrazione scolastica. Queste azioni spessoriguardano anche strategie decisionali, organizzazionedel team docente e mantenimento di chiari obiettiviscolastici;

• è importante la libertà della scuola e del dirigentescolastico ad utilizzare i fondi di istituto per sostenere lapropria capacità decisionale.

Un punto cruciale per il successo delle strategiedell’integrazione è il ruolo dei genitori. I genitori non solonon dovrebbero essere considerati ‘clienti’ ma ‘partner’ delprocesso educativo, ma dovrebbero essere coinvolti nellapianificazione, attuazione, valutazione della struttura e nelcontenuto del curriculum, compreso la definizione del PEI,dei loro figli.

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SEZIONE 4: L’AGENZIA EUROPEA

L’Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli StudentiDisabili è un organo indipendente e autonomo fondato daiMinisteri dell’Istruzione dei paesi membri per realizzare unapiattaforma di collaborazione nel campo dell’handicap.

L’agenzia Europea è finanziariamente e politicamentesostenuta dai Ministeri dell’Istruzione dei paesi membridell’Agenzia: Austria, Belgio (Comunità Fiamminga), Belgio(Comunità a lingua francese), Danimarca, Finlandia, Francia,Germania, Grecia, Islanda, Irlanda, Italia, Lussemburgo,Olanda, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia, Svizzera, RegnoUnito. La Repubblica Ceca, l’Estonia, la Lituania e la Lettoniapartecipano in qualità di osservatori.

L’Agenzia Europea mantiene attivamente relazioni cooperativee di mutuo beneficio con altri organi internazionali e europeipresenti nel campo dell’istruzione e dell’handicap (come laCommissione europea e i suoi corpi associati, OECD,UNESCO, Rete Europea della Scuola, Consiglio del Nord). Ciòpermette all’Agenzia Europea di indirizzare i suoi utenti agliorganismi che possono fornire informazioni e consulenze chel’Agenzia non necessariamente possiede.

In tutti gli aspetti del proprio lavoro, l’Agenzia Europea tieneconto della legislazione internazionale in materia di handicapcome le Regole Standard delle Nazioni Unite sull’Uguaglianzadi Opportunità delle Persone Disabili (1993), l’Accordo diSalamanca (1994), la Carta di Lussemburgo (1996), laRisoluzione del Parlamento Europeo sulle Pari Opportunitàdelle Persone Disabili (2001) e la Dichiarazione del ForumEuropeo sulla Disabilità di Madrid – Non Discriminazione PiùAzione Positiva Uguale Integrazione Sociale (2002).

L’Agenzia Europea contribuisce al dibattito sul miglioramentodella politica educativa, la prassi didattica e le opportunità pergli studenti disabili e le loro famiglie. Tiene conto delletematiche correlate alle pari opportunità, all’accessibilità e

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all’integrazione scolastica allo scopo di promuovere un’altaqualità dell’istruzione degli studenti disabili, riconoscendoprimariamente le differenze tra le politiche nazionali, le prassi inuso e i contesti sociali.

Il principale gruppo di riferimento dell’Agenzia Europea sono ipolitici, gli esperti e i professionisti che influenzano la politica ela prassi dell’integrazione scolastica in Europa, a livello locale enazionale. Diffondendo l’informazione a livello europeo,l’Agenzia Europea facilita lo sviluppo professionale attraverso loscambio di informazioni e di esperienze.

Per maggiori informazioni sul lavoro dell’Agenzia Europea, èpossibile consultare il sito internet: www.european-agency.org

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SEZIONE 5: REFERENTI e FONTI

Commissione Europea, DGXXII (1996) La Carta diLussemburgo, Bruxelles, Belgio

Forum Europeo sulla Disabilità (2002) La Dichiarazione diMadrid: Non Discriminazione Più Azione Positiva UgualeIntegrazione Sociale. Bruxelles, Belgio

Parlamento Europeo: Risoluzione sulla Comunicazione alConsiglio, il Parlamento Europeo, La Commissione Economicae Sociale e il Comitato delle Regioni - Verso un Europa senzaBarriere per le Persone Disabili adottata il 4 Marzo 2001(COM (20000 284 – C5-0632/2000-2000/2296 (COS))

Nazioni Unite: Regole Standard per l’Uguaglianza diOpportunità delle Persone Disabili, adottata dall’AssembleaGenerale Risoluzione 48/96 del 20 Dicembre 1993.

UNESCO (1994) Conferenza Mondiale sull’Istruzione degliStudenti Disabili: Accesso e Qualità. Salamanca: UNESCO.

Il materiale di partenza per la stesura di questo documento èstato estratto dalle seguenti pubblicazioni edite dall’AgenziaEuropea:

Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli StudentiDisabili, a cura di Meijer, C.J.W. (1998) Integrazione inEuropa. Servizi per gli Alunni con bisogni educativispeciali. Tendenze in 14 Paesi Europei, Middelfart, Denmark

Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli StudentiDisabili. Editor: Meijer, C.J.W. (1999) Il Finanziamentodell’educazione speciale: uno studio realizzato in 17 paesisulla relazione tra finanziamento dell’educaizone specialeed inclusione. Middelfart, Denmark

Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli StudentiDisabili. Editor: Meijer, C.J.W. (2003) Integrazione Scolastica

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e Proposte Didattiche. Traduzione in italiano: L. Negro.Middelfart, DenmarkAgenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli StudentiDisabili. Editor Soriano, V. (1998) Teacher Support: Supportfor Teachers Working with Special Needs in MainstreamEducation Middelfart, Denmark.

Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli StudentiDisabili. Editor Soriano, V. (2002) La Transizione dalla Scuolaall’Occupazione. I temi, i problemi e le opportunità deglistudenti con esigenze educative speciali in 16 paesieuropei. Traduzione in italiano: L. Negro, Middelfart, Denmark.

Agenzia Europea per lo Sviluppo dell’Istruzione degli StudentiDisabili. Editor: Watkins, A. (2001) Informazione eComunicazione tecnologia nell’educazione speciale,Middelfart, Denmark.

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SECTION 6: ULTERIORI INFORMAZIONI

Alla sezione Representative Board Member, National Pages,del sito web dell’Agenzia Europea è possibile reperire il recapitodei membri rappresentanti politici dell’Agenzia: www.european-agency.org

Alla Sezione Publications del sito web dell’Agenzia Europea èpossibile consultare e utilizzare le versioni elettroniche indiverse lingue di tutti i materiali utilizzati come fonte di questodocumento: www.european-agency.org

È possibile richiedere le versioni a stampa di tutti i documentisenza costo a:[email protected]

Maggiori informazioni sulla politica e la prassi della transizionedalla scuola al mondo del lavoro sono disponibili al data baseTransition: www.european-agency.org/transit/index.html Un documento politico sulla transizione è on line al sitodell’Agenzia Europea.

Maggiori dettagli sulla politica e l’applicazione dell’ICT nelcampo dell’istruzione sono disponibili al database ICT in SNE:www.european-agency.org/ict_sen_db/index.htmlUn documento sugli aspetti dell’ICT è disponibile sul sito webdell’Agenzia.

Ulteriori informazioni sulle Proposte Didattiche sono disponibilial database Transition: www.european-agency.org/IECP.html Un testo specifico sulle proposte didattiche sarà pubblicatodall’Agenzia Europea entro la fine del 2003. Sarà poidisponibile sul sito web dell’Agenzia.

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