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Architecture/Design/Photography

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  • CONTENTS

    01 ABOUT ME

    02 MUSEOGRAFIA &ARCHEOLOGIA

    03 RI-USO

    04 ABITARE

    05 URBANISTICA

    06 TECNOLOGIA

    07 RESTAURO

    08 DESIGN

    09 FOTOGRAFIA

    10 REALIZZAZIONI

  • 01 ABOUT ME

    SELENE CAMILLI

    2.11.1988via Nievo, 7

    62012 Civitanova Marche MCITALY

    [email protected]+39 348 074 9432

    disponibile a trasferimento

  • INTERESSI

    Musica | Fotografia | Viaggi | DIY | Grafica | Calligrafia

    LINGUE

    Italiano

    Inglese

    Tedesco

    ABILITA

    AutoCAD

    ArchiCAD

    Photoshop

    Illustrator

    Indesign

    Adobe Premire

    3ds Max

    Office

    SAP

    ISTRUZIONE E FORMAZIONE2015-2016 Diploma di master itinerante in Museografia, Architettura e Archelogia. Progettazione Strategica e Gestione Innovativa delle Aree Archeologiche Accademia Adrianea Tesi: Valorizzazione della Villa Imperiale del Pausilypon a Napoli

    2008-2015 Laure Magistrale in Ingegneria Edile - Architettura Universit Politecnica delle Marche, Ancona Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura (DICEA) Tesi: Modelli comportamentali in caso di alluvione per lacquisizione di indicazioni progettuali

    25.08-07.09.2013 Workshop di Architettura e Archeologia Premio Piranesi Prix de Rome Accademia Adrianea XI Seminario Internazionale di Museografia a Villa Adriana: Designing Villa Adriana Conseguimento di menzione speciale

    2002-2007 Diploma di scuola superiore di Perito Aziendale Corrispondente in Lingue Estere Istituto Tecnico Commerciale F. Corridoni, Civitanova Marche

    ESPERIENZE LAVORATIVE2011 Collaborazione con lo studio Fenoria Soc Coop arl Rilievo fotografico e geometrico in situ dellEsedra Ciacchi a Pesaro e restituzione grafica

    ALTRE INFORMAZIONI2015 Iscrizione allassociazione G.A.M. (Giovani Architetti di Macerata) Associazione di Promozione Sociale che diffonde la cultura architettonica, creativa, artistica e scientifica nel territorio maceratese

    2011 Corso di fotografia Centro sperimentale di fotografia Amici di Carlo di Ancona

  • VALORIZZAZIONE DELLA VILLA IMPERIALE DEL PAUSILYPON A NAPOLI

    02 MUSEOGRAFIA & ARCHEOLOGIA

    La villa del Pausilypon stata eretta sulla sommit di uno spettacolare promontorio che regala al parco archeolo-gico una vista ed un ambientazione rarissime.Il complesso archeologico di Posillipo nasce nel I sec. a.C. quando il cavaliere romano Publius Vedius Pollio de-cide di far realizzare una villa, questa doveva estendersi dalla Baia Trentaremi alle Isole della Gaiola. In seguito la villa viene trasformata in residenza imperiale dal princeps Ottaviano Augusto, affascinato dalla particolare posizio-ne, dalla difficolt che la villa presentava per essere rag-giunta via terra e dalla comoda vicinanza con la citt di Napoli. Purtroppo nel corso dei secoli la villa stata vit-tima di abbandono sia a causa del parziale crollo della grotta di accesso al sito sia per motivi economici e cultu-rali. La storia della villa conosce un nuovo cambiamento solo nellOttocento in cui questa viene riportata alla luce.Il progetto di valorizzazione del parco del Pausilypon pone particolare attenzione al teatro e alla struttura de-nominata casa rossa. Le criticit dellarea archeologica sono principalmente tre: la mancanza di percorsi ricono-scibili e quindi laccessibilit allintera area; la ridotta capa-cit del teatro greco per il suo utilizzo per rappresentazio-ni teatrali; la mancanza di servizi annessi sia alla funzione di parco archeologico che luogo di spettacolo.Per quanto concerne laccessibilit, vengono cosiderati i punti focali quali lingresso, il teatro e la casa rossa, e quelli panoramici verso il mare e la baia Trentaremi. Definendo gli assi principali e secondari, vengono delineari i percorsi che congiungono i punti notevoli e le ulteriori architet-ture presenti a sud (odeon, sala dei marmi e peristilio). Dalla volont di rendere maggiormente riconoscibile la geometria peculiare del sito e di creare degli sazi di stasi e conteplazione, si giunge al disegno complessivo delle pavimentazioni e alla loro differenziazione in quattro ti-pologie. Dallo studio dei materiali esistenti, si arriva alla definizione materica di queste tipologie: lingresso viene trattato a terra stabilizzata; i percorsi principali in legno; le linee di riconoscibilit geometrica vengono enfatizzate con mattoni posizionati di taglio e le zone di stasi vengo-no pavimentate con opus sectile in pietra con cromie-timpiche pompeiane gialle, rosse e verdi. Essendo area archeologica, importate lo studio della posa in opera

    che deve rispettare la completa reversibilit e rimovibilit dellintervento.Al fine di ampliare la capacit del teatro, lintevento quello di ricostruire una porzione della cavea attualmente inaccessibile e in rovina. Partendo dalle ricostruzioni vi-truviane, vengono individuate quali parti ricostruire e quali lasciare allo stato attualec ome resti, viene determinata la posizione del muro di summa cavea che verr ricostruito cos da riproporre le altezze dellimpianto originale e la dimensione del frontescena originale che verr delimita-to da due muri laterali per offrire maggiore riconoscibilit dellarcheologia e alloggiare gli impiani tecnici durante gli spettacoli. Gli interventi in summacavea e cavea sono co-stituiti da pietra gialla sempre in opus sectile posati con uno strato di separazione in neoprene per la reversibilit. Il alco invece costituito da assi di legno.Per i servizi necessari ed anche per laccesso al teatro dalla summa cavea, viene sfruttata la presenza della casa rossa. Su di essa si interviene eliminando le porzioni di muratura postume e ripristinate quelle originali. Un nuo-vo volume trova la sua posizione come elemento tan-genziale tra teatro e casa rossa. Entrando nella casa rossa si arriva alla stanza che ospita il collegamento verticale. Al piano primo posizionato lo spazio museale sulla Villa Imperiale del Pausilypon. Qui si gode della vista verso la baia Trentaremi, negando quella verso il teatro con la cre-azione di un nuovo muro cieco. La stanza caratteristica del museo il pozzo utilizzato come spazio espositivo con luce zenitale e uno specchio dacqua alla base. Sa-lendo ancora la casa rossa viene utilizzata come terrazza verso il teatro e qui poggia il nuovo volume che ospita servizi di ristoro e igienici e funge da foyer al teatro. Da qui possibile sia laccesso alla summa cavea che alla zona del ninfeo la cui presistenza viene denunciata con la pavimentazione e da qui si gode di un nuovo panorama oggi negato verso la baia. Matericamente gi inteventi sul-la casa vengono trattati con ietra rossa, compatibilmente con il colore dellintonaco originale che viene ricostituito. Il nuovo volume invece sotituito da una struttura in ac-ciaio utoportante poggiata a terra con travi HE in modo reversibile.

  • ACCESSIBILITA

  • 1 terreno 2 ghiaia 3 tessuto non tessuto4 massetto con rete elettro-saldata5 pavimentazione in pietra6 correnti in legno7 terra stabilizzata8 listelli in legno

  • AMPLIAMENTO DEL TEATRO GRECO

  • MUSEO E SERVIZI

    piano terra I piano

  • II piano sezione CC

    sezione BB

  • NUOVO MUSEO PER LACROPOLI DI ATENE

    02 MUSEOGRAFIA & ARCHEOLOGIA

    LAcropoli di Atene uno dei pi importanti siti archeologici al mondo e el corso della sua storia stata soggetta a numerose modifiche e avvenimenti: da bombardamenti a interventi di restauro come quello di anastilosi di Nikolas Balanos che hanno portato allimmaggine attuale dellAcropoli. Nel 1975 viene istituita una commissione per le decisioni riguardanti la conservazione dellAcropoli che ha ortato allavvio del cantiere per leliminazione dei dissesti provocati dagli interventi precedenti e dallinquinnamento. Limmaggine che oggi lAcropoli offre ai visitatori quella di un cantiere in continua evoluzione che persister per almeno altri 30 anni.Lidea di progetto quella di rendere maggiormente accessibile larea, quella di creare un nuovo museo che porti alla luce elementi che nel tempo sono stati occultati e definire un percorso coerente e che inglobi anche i resti situati pi a valle come il teatro di Dioniso e lOdeo di Erode Attico.Lingresso al sito avviene attraverso i Propilei, matenedo le volont classiche di percezione graduale dellAcropoli. Attraversando i Propilei si arriva al percorso che conduce allEreteo e al Partenone, elemento fulcro del sito. Proprio allinterno del Partenone avviene la prima esperienza museale: qui si trova un padiglione espositivo temporaneo che ospita lesposizione della storia del museo del catiere dellAcropoli. Questo volume va a osizionarsi sullantico

    sedime della moschea presente durante la dominazione turca. Anche la pavimentazione stessa del Partenone mostra le diverse modifiche che esso a subito nel tempo, disegnando con cromie e materiali diversi la sua evoluzione nel tempo.Dal lato sud del Partenone inizia un ulteriore percorso museale: dalla quota dellAcropoli si inizia a scendere veso un percorso ipegeo che porta alla scoperta del basamento e delle fondazioni del Partenone da un lato e della colmata Persiana dallaltro. Da qui il percorso prosegue prima verso una stanza allaperto, area di stasi e contemplazione verso il Partenone, in seguito, scendendo ancora, si arriva ad una nuova quota archeologica dove possibile visitare i resti del Santuario di Pandion, oggi completamente nascosto. Ancora proseguendo il percorso si arriva allelemnto di connessione con la quota di valle: un ascensore scavato nella grotta che permette un accesso facilitato e che si collega anche con il Teatro di Dioniso e il resto dellarcheologia presente sotto lAcropoli.Gli interventi non vanno a modificare la vista principale dal basso che si ha dellAcropoli, cio quella da sud e dal museo dellAcropoli, essendo lintervento completamente ipogeo. Inoltre ci si riapropria della punta estrema ad est, oggi occupata dallattuale museo, dove si pu trovare riparo dal sole e ristoro nel giardino alberato.

  • prospetto sud

    sezione AA

  • prospetto est

    sezione DD

  • RIFUNZIONALIZZAZIONE DEL TEATRO GRECO DI POSILLIPO

    02 MUSEOGRAFIA & ARCHEOLOGIA

    Fulcro della Villa Imeriale di Posillipo il teatro greco che si pone come elemento caratterizzante e predominante del sito archeologico. Il teatro completamente costruito in tufo, tipico materiale della zona naoletana, ed sato soggetto ad un recente restauro che ha portato al ripristino della parte inferiore della cavea attraverso il risanamento delle gradonate con materiale cementizio.Lo scopo del progettoda un lato quello di rendere il teatro utilizzabile per rappresentazioni e spettacoli, prevedendo un maggior numero di posti per gli spettatori; dallaltro quello di rendere riconoscibile limpianto originale, oggi poco intuibile a causa del degrado e dellabbandono.A tal scopo vengono individuate le tre parti compositive del teatro su cui agire: il muro perimetrale di summa cavea, del quale oggi perviene solo un piccolo resto nascosto dalla vegetazione, la cavea, la cui arte superiore inaccessibile e lasciata in rovina, e il frontescena del quale

    attualmente riconoscibile solo lala destra. Quella che si prevede una operazione di ricostruzione filologica, prenedendo come riferimento il teatro di Sagunto restaurato da Giorgio Grassi. Per capire come ricostruire il teatro necessario sapere come era larchitettura originale. Unipotesi di ci stata portata avanti da Gunther, studioso dellarea, quindi sulla base di questa e delle ricostruzioni delle geometrie secondo Vitruvio, vine determinato cosa ricostruire e cosa lasciare invece come testimonianza della rovina. Nella zona del frontescena sono ora visibili dei fori nel terreno, si ipotizza che siano stati utili per lalloggiamento dei pali che reggevano la scenografia che vengono ripristinati. Gli interventi sono interamente pensati in tufo, coerentemente con il sito, ma in dimensione e osa differenti da quelle originali in modo da rendere riconoscibile la ricostruzione dallesistente.

  • MUSEALIZZAZIONE DELLAUDITORIUM DI ADRIANO A ROMA

    02 MUSEOGRAFIA & ARCHEOLOGIA

    Larea di scavo contigua alla piazza della Madonna di Loreto una voragine che si apre sullo scenario di Piazza Venezia, dominata dallincombente sagoma del fusto marmoreo della colonna Traianea. In questo luogo di cerniera tra il Campo Marzio e la valle dei Fori Imperiali, a lambire le imponenti strutture di et Traianea, della biblioteca Latina e Greca e della Basilica Ulpia, si scopre un complesso architettonico di grande monumentalit, composto da sale tutte identiche disposte a raggiera, identificate poi come parti del cosiddetto Auditorium di Adriano (76-138 d.C.). Lo scavo, svoltosi tra il 2007 ed il 2010 ha riportato in luce unampia porzione di un monumentale complesso pubblico di et adrianea il cui eccezionale stato di conservazione ha per impedito di investigare le fasi ad esso precedenti. Sicuramente adrianea ledificazione di un monumentale complesso pubblico costituito da due aule rettangolari con allinterno delle gradonate. Il tema posto in esame assume un duplice significato: da una parte la necessit di protezione di uno spazio archeologico e dallaltra la necessit di integrare la copertura stessa nel contesto urbano di piazza Venezia.Il complesso processo di trasformazioni che ha condotto alla costituzione di Piazza Venezia nella sua conformazione attuale, la pone per altro allinterno di un equilibrio, gi di per s, fragile. Piazza Venezia il risultato di un lunghissimo processo di modificazioni e di stratificazioni che vanno dalla Roma Antica, a quella rinascimentale, fino ad arrivare alle ultime trasformazioni della citt moderna. Si sono introdotte nei secoli dimensioni, scale, linguaggi, che nulla hanno a che fare con la Roma rinascimentale che ricopriva, prima delle alterazioni otto-novecentesche, i resti della Roma Antica. La scala umana riservata a questi residui di citt antica e Piazza Madonna di Loreto si presenta, nella sua configurazione attuale, come il luogo

    di transizione tra questi mondi lontani. Le due colline verdi disegnate da De vico, che fiancheggiano il monumento a Vittorio Emanuele II, definendo i bordi di uno spazio dai confini slabbrati, sono ancora oggi testimoni di una topografia antica complessa, tuttaltro che lineare, com, invece, quella che limmagine astratta della citt moderna tenderebbe a restituire.Scopo del progetto quello di riorganizzare la superficie urbana creando una piazza ad esclusivo uso pedonale, integrata alle preesitenze monumentali che definiscono il carattere architettonico ed urbano del grande invaso della piazza, rispettando lo schema della viabilit esistente. A tal fine viene quindi definita la geometria della copertura dei resti archeologici che costituir la nuova piazza pedonale. Lo schema copositivo vuole ridefinire questequilibrio ridichiarando la simmetria e quindi riprendendo il disegno dellaiula di De Vico.Ulteriore punto riguarda la riconnessione del livello archeologico alla quota urbana di piazza Venezia mediante un sistema di accessibilit allarea monumentale posta ad una quota pi bassa di m.4.50. Viene quindi stabilito laccesso al livello sottostante attraverso scale e sistemi meccanizzati di risalita che portano al sistema museale costituito da passerelle, accessibili e rimovibili, che connettono tutti i punti di interesse dellAuditorium. Il ercorso museale viene caratterizzato da luce zenitale attraverso aperture poste in copertura.Necessaria risulta infine levocazione e la fruizione dallalto del sito archeologico in modo da segnalare dallesterno la presenza di un sottosuolo di natura archeologica. Nei punti di presa di luce sono posti dei totem che da un lato costituiscono una risalita della pavimentazione, dallaltro evocano la presenza sotterranea dellarcheologia con dipinti di Mimmo Palladino.

  • ARCHEOLOGIA

    COPERTURA

    EQUILIBRIO

    ACCESSO

    SEGNALE

  • prospetto ovest

    vista est

  • DESIGNING VILLA ADRIANA

    02 MUSEOGRAFIA & ARCHEOLOGIA

    Villa Adriana una delle pi straordinarie realt archeologiche del mondo. Sito Unesco dal 1999, costituisce uno dei punti pi alti dellofferta culturale riferita al patrimonio presente sul suolo italiano. Giunta fino a noi con la sua consistenza monumentale ancora molto presente e visibile, la Villa voluta dallimperatore Adriano, oggetto di studio, di visita e di ammirazione da almeno mezzo millennio. La sua composizione architettonica, prima ancora della sua rovina, a tutti gli effetti un tema ancora dibattuto e aperto. La sua architettura un caso unico nel mondo antico e sin dalla sua edifi cazione ha esibito uno scheletro tipicamente romano associato a uno spirito totalmente nuovo, se non rivoluzionario, e comunque assai lontano da quello del mos maiorum.La prima parte del progetto quella del Padiglione Cultura nella piana del Pantanello. Attualmente, buona parte dellarea del Pantanello connotata dalla presenza dei parcheggi per il pubblico, collocati a ridosso del Piazzale Marguerite Yourcenar. Tra questi e la Palestra, si sviluppaun ampio pianoro verde prospiciente i resti delledifi cio scenico del Teatro Greco. La Palestra, a sua volta, si configura come una specie di cardine che unisce e separa assieme il Pantanello con la cosiddetta Valle di Tempe, ampio falsopiano che costeggia tutto il fronte orientale della Villa e solcato dal rio dellAcqua Ferrata. Il nuovo volume prende indicazioni dimensionali e geometriche proprio dalla alestra e dal Teatro Greco, determinando una maglia rettangolare che costituisce la base costruttiva di spazi voltati che si susseguono creando stanze evocative che ospitano convegni, mostre, ricerca, didattica e, in ambito separato, direzione e logistica. Data la natura archeologica dellarea, ledificio reso rimovibile dalla tecnologia con cui viene realizzato: assemblaggio di blocchi in polistirolo strutturale armati e ancorati tra loro.La seconda area di progetto riguarda le Grandi Terme, una delle presenze monumentali pi importanti sia per la dimensione sia per il ruolo compositivo che assumono nel quartiere centrale della Villa.Le Grandi Terme offrono al visitatore una doppia lettura della loro articolazione volumetrica e archeologica. La prima, da est verso ovest, dove ledificio percepibile da due quote differenti

    riferibili rispettivamente alla terrazza di connessione tra i due palatia invernale ed estivo, e al sottostante cortile porticato originariamente destinato a palestra. La seconda lettura invece esperibile da ovest, dalla spianata compresa tra il Canopo e il Grande Vestibolo. Qui la serie di ambienti termali leggibili in una drammatica sequenza di sezioni murarie modellate dai crolli e delle spoliazioni, a segnare la percezione delledifi cio in rovina, con una cuspide percettiva nella cupola della sudatio. La percezione dello spazio interno, una volta superato il doppio, simmetrico varco che immette nel frigidarium, assume un carattere panottico, dove tutti gli ambienti che si relazionano con esso sono disponibili alla vista del visitatore il quale comprende immediatamente la differenza di quota tra il pavimento del frigidarium stesso e quello degli altri ambienti destinati ad ospitare le vasche e ricevere le acque riscaldate, a nord quelli della zona termale femminile e a sud, est e ovest quelli della parte maschile, con lambiente principale della sudatio collocato in asse con il frigidarium e la palestra.I temi di progetto per le Grandi Terme, sono relativi al restauro, alla musealizzazione delle parti attualmente non accessibili e alla sistemazione delle pertinenze.La musealizzazione viene attuata attraverso un sistema di passerelle, con appoggi puntuali, che ripropongono il percorso originale delle terme: frigidarium, tepidarium e calidarium. Questi ambienti vengono coperti attraverso il consolidamento delle murature che consiste nel ripristino delle volte originali con cemento armato. Infine, il ripristino del criptoortico orientale, che anche lelemento architettonico che defi nisce il salto di quota tra la terrazza superiore e il piano della palestra, nonch blocco di contenimento del terrazzamento superiore, consiste in un intervento di stabilizzazione del muro occidentale, quello visibile dalla palestra, che mostra evidenti segni di una deformazione dovuta alle spinte orizzontali del terrazzamento ed a rischio. La spinta viene contrastata da un sustema di bracci metallici e travi in acciaio ancorate e fondate al terreno sovrastante. Questo permette lutilizzo del muro come lapidarium e il ripristino del criptoportico come passaggio per i visitatori.

  • prospetto nord

    prospetto est

    PADIGLIONE CULTURA

  • MUSEALIZZAZIONE DELLE GRANDI TERME

    prospetto sud

  • sezione costruttiva delle passerelle

    ricostruzione delle coperture

    consolidamento del criptoportico

  • LA CITTA NEL PORTO

    03 RI-USO

    Il porto di Fano attualmente adibito in parte alle allattivit di cantiere ed in parte al lato turistico, risultando uno spazio senza identit e in sato di abbandono, quando potrebbe invece costituire una opportunit per la citt sia dal punto di vista turistico che industriale. Lo scopo del progetto prorio quello di creare le possibilit per una convivenza tra le due funzioni e di riuscire a riconnettere la citt al porto creando un unico sistema.

    Mettendo in relazione gli assi principali della citt che portano verso il mare e il lungomare che lo costeggia, attraverso un sistema verde e una gerarchia carrabile, viene definito il nuovo ingresso allarea portuale. Da questo snodo dingresso, seguedo landamento della geometria del orto, gli assi coducono verso i volumi adibiti alle varie attivit del porto: co-working, asilo, ristoro, albergo, industria, auditorium.

  • ANALISI DELLO STATO DI FATTO

    CONCEPT DI PROGETTO

  • IDEASYARD

    03 RI-USO

    Trasformare un cantiere navale in un cantirere di idee: questa la missione di Idesyard. Attravero sil completo riutilizzo dei cantieri esistente, solo attraverso azioni di aggiunta, copertura o divisione, il porto diventa il luogo per il processo creativo, assegnando ad ogni edificio unazione diversa: linsegnamento, il progetto, la creazio-

    ne e lesposizione.I nuovi flussi del porto vengono sottolineati dalle geome-trie e cromie delle pavimentazioni che, al centro dellarea, vanno a definire un nuovo auditorium alaperto che offre come sfondo il mare e la citt.

  • LA FABBRICA DELLA MUSICA

    03 RI-USO

    La fornace di San Gaudenzio si trova allinterno della cava di San Gaudenzio, dalla quale veniva estratta la materia prima lavorata allinterno dellopificio. La cava occupa una vasta area collinare planimetricamente e morfologi-camente irregolare, situata nel territorio del comune di Senigallia. Terminata lattivit estrattiva della cava, larea e gli edifici in essa contenuti sono stati acquistati da un privato ed attualmente rimangono inutilizzati.Lo scopo del progetto quello di ridare nuova vita a questo affascinante spazio utilizzandolo come Fabbrica della musica. La fornace si sviluppa su pi livelli, infatti lingresso frontale e quello sul retro si trovano a quote

    notevolmente diverse. Il progetto si sviluppa quindi come edificio adibito a rampa che funge dda collegamento tra le varie quote. Esso circonda lesistente e permette di ri-salire la collina e di incotrare altri volumi incastonati in esso esplicativi delle funzioni interne.Al termine della rampa si arriva alla piazza sul retro della fornace, qui si ha lingresso alla fornace, lingresso allau-ditorium ipogeo e linizio del percorso che porta alla cava.Entrando nella fornace si trovano le varie funzioni di spa-zi espositivi, museali, didattici, di consultazione e servizi ristoro.

  • CASA UNIFAMILIARE + STUDIO

    Il sito su cui edificare coposto da una serie di lotti che presentano stessa geometria e caratteristice. Larea a disposizione ha forma rettangolare, lungo i lati di maggiore estensione confina con altre residenze, mentre a nord si affaccia su una strada carrabile e a sud su un percorso pedonale, dai quali avvengono i rispettivi accessi. Ledificio si erge su tre livelli suddivisi tra spazio servito e spazio servente: il primo ospita i luoghi dedicati allaccoglienza con il volume dello studio, il secondo costituito dalla zona notte e il terzo completamente lasciato a terrazza. Gli spazi si affacciano verso la corte

    interna adibita a giardino che funge anche da filtro verso ledificato adiacente. Il lato ovest costituito da una cortina muraria completamente cieca in modo da creare una barriera.1: pianta iano terra; 2: pianta piano primo; 3: sezione longitudinale; 4: pianta coperture; 5: prospetto est; 6: prospetto sud; 7: prospetto nordA: ingresso; B: sala da pranzo; C: cucina; D: wc; E: lavanderia; F: sala daspetto; G: studio; H: salone; I: camera da letto

    04 ABITARE

  • 4

  • 05 URBANISTICA

    LAREA VASTA DI FANO E IL PARCO FLUVIALE

    Larea vasta di Fano si estende seguende la tipica conformazione a pettine del territorio marchigiano che segue landamento orografico dellarea. Il fiume Metauro costituisce lasse lungo il quale si sono instaurati i rincipali insediamenti dallentroterra fino alla costa. Dallo studio delle polarit dellarea si arriva alla definizione della centralit costituita dalla citt di Fano.Attraverso lanalisi di definizione di punti di forza e debolezza dellara si arriva acapire quali sono le volont di progetto: la ridefinizione del margine della citt per renderla leggibile, rispettando le tracce storiche delle centuriazioni romane; la razionalizzazione e il miglioramento dellarea produttiva e di servizi per creare un nuovo polo integrato con la citt di Fano, in grado di potenziarne anche il ruolo di centroide; lavvicinamento alla citt della sede universitaria distaccata della Facolt di Urbino per favorirne la fruizione; favorire luso di servizi e aree residenziali sulla fascia costiera mediante il ricambio di utenza durante lanno; la creazione di un parco fluviale connesso col verde urbano esistente, per la formazione di un sistema di circuiti verdi interconnessi e integrati con la citt; il miglioramento della viabilit, al fine di risolvere cattive interazioni tra diverse correnti di traffico.Da questi obiettivi scaturiscono gli interventi:lattuazione di

    varianti al PRG per favorire la costruzione delle aree libere ai margini delledificato compatto, nel rispetto delle tracce storiche delle centuriazioni romane; la condensazione allinterno dellarea industriale delle funzioni produttive; lo sfruttamento delle strutture incomplete dellarea dellex-zuccherificio, con ricollocazione delle attivit commerciali; il trasferimento delle strutture dellUniversit degli Studi di Urbino; lorganizzazione di lottizzazioni diniziativa pubblica con funzioni attive sia in inverno che in estate; lincremento della presenza di attivit ricettive e turistiche; luso delle aree fluviali di vincolo per la definizione di un Parco Naturale lungo il fiume Metauro; la creazione di percorsi ciclo-pedonali interni al Parco e sulla costa, ricollegati ai circuiti esistenti; il potenziamento dellasse viario che connette la Strada Statale 16 e la Superstrada E78.Il progetto del parco fluviale non vuole solo creare una nuova attrattiva per la citt di Fano, collegandosi con il sistema di lungomare e lattivit industriale presente creando una zona produttiva pi verde e vivibile, ma vuole essere la testata di un parco esteso a tutta larea vasta ponendosi come elemento riproducubile e replicabile lungo tutto il corso del fiume.

  • 06 TECNOLOGIA

  • PROSPETTO

  • SEZIONE COSTRUTTIVA

  • 07 RESTAURO

    LE MURA DI PITINO

    Nel 1975 il Ministero della Pubblica Istruzione dichiarava la localit di Pitino una zona di notevole interesse pub-blico perch costituisce un elemento tipico di paesaggio maceratese ma soprattutto perch sul colle sorgono ma-estosi i resti dellantico castello, tra i quali si erge limpo-nente torre del XIII secolo, visibile da un ampio raggio.Questa torre, alta 23 mt e priva della merlatura origina-ria che la rendeva ancora pi elevata, una costruzione imponente che malgrado il lungo abbandono e il grave incendio del 1470 si erge ancora come emblema di for-za e potere. Costruito in blocchi di pietra siliceo-arenaria, quello di Pitino fu un vero e proprio complesso fortificato.Questo castello, ideato e costruito come fortezza a s stante allinizio del secolo XIII, era praticamente impren-dibile e sicuramente, gi dal periodo altomedioevale, era abitato a scopi militari.I documenti storici pi antichi non precedono lanno Mille ma, vista la sua posizione strategica e la natura del luogo atto ad essere ben difeso, possiamo ipotizzare che molti secoli prima fosse stato scelto come rifugio sicuro contro le scorrerie dei barbari e dei pirati che dallAdria-tico risalivano per la valle del Potenza in cerca di preda.Nel Medioevo, il castello di Pitino contribu molto alla fama che Sanseverino ebbe di citt bellicosa, infatti mol-te furono le controversie sorte tra i sanseverinati da una parte ed i treiesi ed i tolentinati dallaltra a causa di questo castello ed a lungo se ne contesero il dominio con le armi. A parte il periodo precedente al 1239 in cui fu il co-mune di Tolentino a godere del possesso del castello, da

    questa data in poi il complesso fortificato di Pitino rest definitivamente sotto il comune di Sanseverino grazie a Manfredi, figlio di Federico II, che durante il suo regno conquist con le armi diversi castelli. Possiamo afferma-re che lultima pagina di storia Pitino la scrisse nellestate del 1426 quando Apollonio, figlio di Antonio Smeducci, vi organizz la disperata e vana difesa contro le truppe pon-tificie che, daccordo con la citt di Sanseverino, tolsero definitivamente agli Smeducci la signoria della citt. La caduta degli Smeducci segn linizio della decadenza del complesso fortificato che, persa la sua importanza strate-gica e la sua funzione, cadde lentamente in rovina. Parte delle mura e dei torrioni di cinta crollarono gi nel XVI secolo; il resto fu opera del tempo e soprattutto dellin-curia degli uomini che, considerando il castello solo una comoda cava di pietra, ne demolirono ancora una parte verso la met del secolo scorso per costruirvi il cimitero parrocchiale e le case coloniche della zona. Pitino venne definitivamente abbandonato nel 1969, quando la parrocchia, che fino ad allora aveva la sua sede entro le mura castellane, fu trasferita ai piedi del colle nel nuovo edificio costruito in tempi brevissimi: il progetto del 67, il collaudo del 68. Nel 1974 la curia diocesana alienava il complesso di Piti-no, non essendo pi in grado di mantenerlo. Il 12 marzo lintera propriet era acquistata dalla Societ Castello di Pitino, che si impegnava alla conservazione del comples-so ed alla sua utilizzazione quale centro di richiamo cul-turale e turistico.

  • INTERVENTI DI RESTAURO

    RILIEVO DEL DEGRADO

  • 05 DESIGN

    CUBIK

    CUBIK un complemento darredo che vuole rispondere a molteplici funzioni sfruttando la semplicit e la versatilit della sua forma. Dalla semplice composizione di pannelli di abete bianco, senza lutilizzo di accessori per la costruzione, si arriva alla realizzazione di CUBIK. Ogni pannello offre funzioni e possibilit differenti: sedia,

    superficie di appoggio, lampada led, scacchiera per gioco, scaffale, scatola, lavagna o suerfiicie per stampe grafiche.Chiunque pu comporre il proprio CUBIK secondo la propria necessit e volont, concentrando sei possibili funzioni in un unico oggetto.

  • 09 PHOTOGRAPHY

  • 10 REALIZZAZIONI

    ORALIBERA

    ORALIBERA un festival di arte e architettura organizzato dallassociazione G.A.M. a Civitanova Marche in occasione del Festival del Cinema di Civitanova Marche. Lo scopo del festival quello di porre allattenzione di tutti unarea della citt con potenzialit elevatissime per posizione

    e conformazione ma che oggi non viene sfruttuta ne considerata. Attraverso dibattiti, esposizioni, istallazioni e musica si cercato di creare unattrattiva per far capire limportanza dei luoghi marginali della citt e che attraverso piccoli gesti possibili ridonare vita alla citt.