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PERCHÉ «GUERRA CREMONIDEA »? EGESANDRO DI DELFI ("FHG", IV, p. 415, frg. 9) E LA FORTUNA DI UN NOME Author(s): Luisa Prandi Source: Aevum, Anno 63, Fasc. 1 (gennaio-aprile 1989), pp. 24-29 Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore Stable URL: http://www.jstor.org/stable/20858373 . Accessed: 16/06/2014 11:38 Your use of the JSTOR archive indicates your acceptance of the Terms & Conditions of Use, available at . http://www.jstor.org/page/info/about/policies/terms.jsp . JSTOR is a not-for-profit service that helps scholars, researchers, and students discover, use, and build upon a wide range of content in a trusted digital archive. We use information technology and tools to increase productivity and facilitate new forms of scholarship. For more information about JSTOR, please contact [email protected]. . Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore is collaborating with JSTOR to digitize, preserve and extend access to Aevum. http://www.jstor.org This content downloaded from 91.229.229.13 on Mon, 16 Jun 2014 11:38:15 AM All use subject to JSTOR Terms and Conditions

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PERCHÉ «GUERRA CREMONIDEA »? EGESANDRO DI DELFI ("FHG", IV, p. 415, frg. 9) E LAFORTUNA DI UN NOMEAuthor(s): Luisa PrandiSource: Aevum, Anno 63, Fasc. 1 (gennaio-aprile 1989), pp. 24-29Published by: Vita e Pensiero – Pubblicazioni dell’Università Cattolica del Sacro CuoreStable URL: http://www.jstor.org/stable/20858373 .

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PERCHE ? GUERRA CREMONIDEA ?? EGESANDRO DI DELFI (FHG, IV, p. 415, frg. 9)

E LA FORTUNA DI UN NOME

Ben accreditata nella critica moderna e l'espressione ? guerra cremonidea ? per indicare il conflitto che oppose Antigono Gonata ad una coalizione formata da Atene, Sparta con vari stati peloponnesiaci, e l'Egitto, negli anni 267-21. Essa compare per la prima ed unica volta, a nostra conoscenza, in un autore vissuto ad un secolo di di stanza dagli avvenimenti, Egesandro di Delfi (la cui opera ci e giunta in frammenti tramite Ateneo), e riconnette chiaramente la guerra alia figura di Cremonide, Fuomo

politico ateniese proponente del decreto che costitui a livello greco un'ufriciale di chiarazione di ostilita alia Macedonia.

Di tale definizione si e variamente sottolineata l'inadeguatezza e la riduttivita, dal momento che il conflitto mise in gioco realta piu ponderose del destino di Atene o di Sparta, e precisamente le mire espansionistiche tolemaiche ed antigonidi; ma

pur accanto alle giuste ed opportune sottolineature del ruolo avuto dalla diplomazia dei Tolemei, o del peso attribuibile ad Areo di Sparta nelle operazioni militari2, essa viene generalmente utilizzata per una tacita forma di convenienza o per l'im

pressione che si tratti di una definizione tradizionale gia nelPantichita3. La si inter

preta come scaturita da un'ottica ateniese, o al massimo ellenica4, la si considera come

una manifestazione dell'importanza e delPincidenza di Atene5, e al suo interno di Cre monide, sulle vicende belliche; e so ne e tratto spunto sia per tentativi di illuminare, valorizzandola forse eccessivamente, la figura di un uomo politico del quale in realta non sappiamo quasi nulla, sia per letture e interpretazioni delle fasi della guerra,

1 Per l'esame del conflitto e le spinose questioni cronologiche ad esso collegate rimando a

H. Heinen, Untersuchungen zur hellenistischen Geschichte des 3. Jahrhunderts v. Chr. Zur Ge schichte der Zeit des Ptolemaios Keraunos und zum chremonideischen Krieg, Wiesbaden 1972 (His toria, Einz. 20), sopr. pp. 95-213; Ch. Habicht, Untersuchungen zur politischen Geschichte Athens

im 3. Jahrhundert v. Chr. (Vestigia, 30), Munchen 1979, sopr. pp. 95-146; G. Marasco, Sparta

agli inizi delVeta ellenistica: il regno di Areo I {30918-26514 a.C.), Firenze 1980, sopr. pp. 139-157. 2 Cfr. K. J. Beloch, GG, IV, 1, 588, che interpretava la guerra come un conflitto tra Sparta

e la Macedonia. Per un esame defl'intervento spartano cfr. ora Marasco, Sparta, pp. 146-153: ad Areo toccava il non facile compito di forzare il blocco posto all'Istmo dai Macedoni che control lavano l'Acrocorinto, per congiungersi con gli Ateniesi; il fallimento di questo obiettivo, e la

morte di Areo nel 265 (Diod. XX. 29. 1; Pltjt. Ag. 3. 7) determinarono l'isolamento di Atene. 3 Cfr. per esempio F. Sartori, Cremonide: un dissidio fra politica e filosofia, Misc. Rostagni,

Torino 1963, p. 119. 4 Cfr. da ultimo Heusteit, Untersuchungen, p. 125, con bibliografia precedente. 5 L'ipotesi escogitata da Marasco, Sparta, p. 142 n. 18, che la rilevanza attribuita ad

Atene, tramite il nome di Cremonide, nella guerra rispecchiasse l'importanza che era stata attri buita alia citta nelle guerre persiane, delle quali il conflitto del III sec. era presentato come la

riproposizione, non mi convince appieno: proprio nel decreto di Cremonide risulta fortemente sottolineata la collaborazione di Atene con Sparta e il ruolo portante di quest'ultima.

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? GUERRA CREM0N1DEA ?? 25

che risentono piu di questo nome impostole che non dello sfruttamento delle poche notizie in nostro possesso circa le operazioni militari6.

Prendendo avvio dalla confutazione di questo assunto, del quale come si vedra e alquanto age vole smantellare la fondatezza ? poiche, se e incontestabile che il nome sia nato nell'antichita, non per questo ne consegue che fosse tradizionale ? credo si possa, sulla base di un esame storiografico delle tradizioni sulla guerra, contribuire ad una migliore comprensione della definizione stessa.

Va osservato preliminarmente che per lo piu una guerra veniva definita nell'an tichita dal nome dei nemici: "guerre persiane" o "guerre puniche" sono facili ma

significativi esempi di questa forma mentis; gia in tale prospettiva risulta difficile credere che i Greci, e/o piu particolarmente gli Ateniesi denominassero come "cie

monidea" una guerra da loro combattuta contro la Macedonia di Antigono Gonata. Ulteriori elementi in tal senso provengono da un esame della testimonianza di

Pausania sul conflitto, che e suddivisa in tre passi diver si della Periegesi (1.1.1; 7.37; III. 6.4-6) ma si presenta compatta e coerente dal punto di vista dell'interpreta zione:

? la guerra viene costantemente definita come una ? campagna di Antigono contro Atene?; mentre l'Egitto e Sparta vengono presentati come alleati di que st'ultima;

? la tendenza dei passi e naturalmente antimacedone, ma anche insistente mente polemica nei confront! dell'Egitto, il cui soccorso viene presentato come

inadeguato8; molto critica nei confronti di Sparta; e implicitamente filoateniese nella conclusione che la citta rimase di fatto sguarnita di fronte al Gonata.

Malgrado tale disposizione favorevole ad Atene che Pausania manifesta, e che costituisce l'asse portante della sua presentazione dei fatti9, egli non attribuisce alia

guerra il nome che sarebbe ovvio attendersi (almeno sulla base dell'interpretazione corrente che ne viene data dalla critica moderna), quello di "cremonidea"; e questo ingenera quantomeno il sospetto che il Periegeta, o la sua fonte, non lo conoscesse

e/o che esso non fosse in realta di matrice ateniese.

Questo nome compare in effetti in un autore che era assai diversamente orien tato nei confronti di Atene10: Egesandro infatti accoglieva volentieri nei suoi Hypom

6 Abbastanza esemplare e il gia citato articolo di Sartori, Cremonide, in part. pp. 119-120. 7 A 1.30.4 Pausania ricorda che Antigono devasto un santuario di Poseidone in Attica e che

anche in un'altra occasione danneggio il territorio di Atene. 8 Cfr. anche D. Musti-L. Beschi, Pausania. Guida della Grecia. I. LAttica, Milano 1982,

p. 284 ad 1.7.3. 9 Pausania ? filtra ? le notizie di storia ellenistica attraverso la loro risonanza o il loro

coinvolgimento per Atene, e nel contesto delle notizie sulla guerra cremonidea appare perflno antitolemaico ? tendenza abbastanza chiaramente smentita dal cosiddetto excursus tolemaico di 1.6-9 ? proprio perche pervicacemente filoateniese. Sulle fonti del Periegeta cfr. un quadro delle opinioni convenzionali in O. Regenbogen, Pausanias 17, in BE, Suppl. VIII (1956), coll. 1070-76. Da parte di C. Bearzot e annunciato in preparazione uno studio su Storiografia elle nistica in Pausania il Periegeta. 10 Circa l'ipotesi, proposta dal Pomtow in Syll. ad n. 654, pp. 218-221, sulla base di un'az zardata interpretazione di due testi epigrafici, FD, III, 2, n. 135 e n. 92 (che G. Colin, ad locc, aveva invece commentato con opportuna prudenza), accreditata da Schmid-Stahlin, GGL, II, 1, Munchen 1920, pp 298-99, e accettata dal Sartori, Vateniese Cremonide alia corte dei Tolo mei (Studi Barbagallo, I), Napoli 1970, pp. 450, cioe che Egesandro fosse in realta un Ateniese che aveva ricevuto la cittadinanza onoraria di Delfi, rimando alle refutazioni formulate, anche sulla base di nuove scoperte, da J. Bousquet, Inscriptions de Delphes, BCH 1942/3, pp. 129-31, e alle puntualizzazioni di G. Dattx, Notes de lecture, BCH 1957, pp. 391-2 e di J. e L. Robert in Bull. Ep., REG, 1959, 196 n. 192.

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nemata spunti antiateniesi11, fra i quali il frammento relativo alia guerra cremonidea e solo un esempio che si presta ad una doppia lettura, ab extra e ab intra.

Questo il testo del frammento citato da Ateneo (VI 250f):

01 ?s ?y}|xaYOYouvTS?, ^r\a'iv (scil. 'HY^cavSpo^), 'A^^vvjat xoctoc t6v

Xps^cavlSeiov TCoXsjxov xoXocxsuovts^ Tobq 'Afrr}vodou? taXXa [jlsv scjxxcrxov 7iavTa sivai xoiva tcov 'EXXtqvcov, tyjv o?e7Ui t6v oopavov dvfrp<i>7cou? (j)spoucrav 6S6v 'A^7}vaiou<g elSsvai u.6vou?.

II primo tipo di lettura evidenzia il disprezzo dello scrittore per gli uomini

politici ateniesi di tendenza democratica ed antimacedone, che vengono definiti ? demagoghi? e presentati come adulatori del popolo; in quest'ottica, la tendenza della notizia risulta fortemente antiateniese e l'argomento con cui tali uomini poli tici facevano leva sui sentimenti popolari

? che solo gli Ateniesi conoscevano la via che conduceva gli uomini al cielo ? risulta segnalato come un espediente di basso livello.

II secondo tipo di lettura consente piuttosto di gettare uno sguardo sui temi della propaganda politica dei democratici uella prima meta del III secolo e di ri

conoscervi, quale costante, il richiamo a motivi nazionalistici, gia presenti nelle

polemiche demosteniche del secolo precedente, ripresi poi negli anni di Democare ed esplicitati inline con maggior forza in occasione del conflitto con la Macedonia12.

In questo senso sia Taccenno di Egesandro sia la valutazione di Pausania ri velano pur da angolazioni opposte una sostanziale affinita, perche focalizzano am bedue il momento in cui la guerra era gia avanzata e Atene si trovava in uno stato di isolamento tanto pericoloso quanto splendido, atto ad alimentare critiche nei con fronti degli alleati (di cui resta eco nel Periegeta) e ad offrire esca per autoesaltazioni

patriottiche (stigmatizzate da Egesandro). Che Tassolutizzazione del ruolo di Atene costituisse un'evoluzione13 maturata con l'andamento non soddisfacente del con

flitto risulta piuttosto chiaro dal confronto fra quest a lettura a posteriori dei fatti, di cui sono in modo diver so testimoni Egesandro e Pausania, e quella visione pro grammatica del conflitto, elaborata a priori, che e attestata dal decreto di Cremo nide (Staatsvertrdge, III, 476), approvato sotto l'arcontato di Pitidemo14 e documento della volonta ateniese e greca di giungere ad una contrapposizione militare con

Antigono. Come e noto, il decreto si apre con un esplicito richiamo al momento delle

Guerre persiane (11.7-16): ? poiche in precedenza Atene e Sparta e i loro alleati, dopo aver stretto i piu forti vincoli di collaborazione, combatterono insieme in molte e vittoriose battaglie contro coloro che cercavano di asservire le citta, (vittorie) in seguito alle quali procurarono a se stessi la gloria e agli altri Greci la liberta, anche ora essendosi abbattute sulla Grecia circostanze analoghe, a causa di coloro che cercano di stravolgere le leggi e le costituzioni patrie ... ?. I democratici ateniesi

11 Cfr. p. es. il frg. 7 M = Athen. VI 251 a-b, sul servilismo dell'ateniese Epicrate, legato alia corte persiana; il frg. 8 = VI 250 d-e, sul comportamento morale di molti Ateniesi; il frg. 10 =

IV 132 c, suirinferiority dei banchetti ateniesi rispetto a quelli allestiti a Calcide; il frg. 34 = X 419 d, su Timoteo, figlio di Conone, e gli inviti a pranzo di Platone.

12 In questo senso cfr. Marasco, Democare di Leuconoe. Politica e cultura in Atene fra IV e III sec. a.C, Firenze 1984, p. 89.

13 Cfr. invece Habicht, Untersuchungen, p. 111. 14 In un anno fra il 267 e il 265; per le cronologie cfr. II. Flaceliere, Les Aitoliens a Delphes,,

Paris 1937, pp. 193-207, e Heinen, Untersuchungen, pp. 100-17 e 182-9.

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? GUERRA C RE M ON IDEA ?'? 27

della prima meta del III sec. interpretarono il conflitto al quale la citta si predispo neva contro il re di Macedonia (definito da una generica ma dura perifrasi) come una riproposizione delle guerre persiane; una guerra in nome della liberta, nella quale potesse dare i suoi migliori frutti il sodalizio fra Atene e Sparta, ricordate come i due

poli della precedente coalizione antibarbarica15.

In base al testo del decreto, tuttavia, Atene non gioca un ruolo decisivo nel

coagulo delle varie alleanze: la sollecitazione per un accordo proviene infatti da

Sparta (11.21-35) e il fatto che tanto Atene quanto Sparta fossero vincolate da un

rapporto di collaborazione con l'Egitto non si trasforma in un elemento operativo se non dopo l'accordo stesso. In sostanza Atene non risulta ?

dal documento ? ne

il leader di una sorta di crociata antimacedone degli stati greci, ne una citta in

pericolo che solleciti aiuti dai propri amici e alleati, ma piuttosto uno stato che

ritenga di cogliere, in un coordinamento di alleanze e in un appello alia mobilitazione

generale, l'occasione esterna per contrapporsi frontalmente ad una presenza anti

gonide senza dubbio alquanto ingombrante16. Nella propaganda ufriciale precedente al conflitto la citta attica viene presentata,

rispetto agli altri coalizzati, in una posizione paritaria e protetta, ma con tutti gli auspici di vittoria che il richiamo alle guerre persiane poteva suscitare; lo sviluppo delle vicende belliche determine) e quasi impose, per reagire al disfattismo, la cele brazione esasperata delle risorse e delle capacity degli Ateniesi. In tale contesto il motivo della superiority ateniese sugli altri Greci circa la conoscenza della via per il cielo ? che ovviamente i democratici utilizzavano per sostenere l'orgoglio citta dino e che, in questo senso, non aveva un'originale connotazione negativa (come stigmatizza invece Egesandro)

? si apparenta, per quanto con minor vigore e valore, alle idee di Pericle sul primato di Atene17.

La lettura su due piani della testimonianza di Egesandro mostra che Tespressione ?i demagoghi ... ad Atene negli anni della guerra cremonidea, adulando gli Ateniesi ... ?, sulla quale ha fondato la sua fortuna la denominazione della guerra in eta

moderna, si trova in un contesto fortemente ostile ad Atene: in mancanza di altre

prove, nulla autorizza quindi ad intenderla come la definizione che gli Ateniesi stessi davano del conflitto e a ritenere che Egesandro avesse dato, da parte sua, eco ad un nome diffuso in Atene.

Al contrario, qua! che considerazione sui frammenti di Egesandro suggerisce a mio avviso una di versa possibility circa le sue fonti di informazione. Dei 46 fram menti che possediamo

? di cui 44 provenienti dalPopera di Ateneo e 2 da lessici ben 9, oltre quello che abbiamo appena considerato, riguardano in modi diversi la

15 Nel momento anteriore allo scoppio della guerra cremonidea si colloca, a mio avviso, Tistituzione delle feste Eleuterie e 1'insediamento del koinon degli Elleni, che avevano come sede

Platea; cfr. in merito Prandi, Platea. Momenti e problemi della storia di una polis, Padova 1988, pp. 162-173.

16 Istruttivo risulta il confronto con la testimonianza di Iust. XXVI.2.1 (da abbinare a Pomp. Trog. Prol. 26) dove si dice che Antigono era impegnato (primariamente) in un conflitto con Tolemeo e con gli Spartani e che, dopo aver respinto un'incursione di Galati ed aver ottenuto il ritiro dei due nemici su posizioni piu prudenti, si rivolse con vigore contro gli Ateniesi. La

guerra, che non viene definita con un nome preciso, sembra opporre in primo luogo la Macedonia

all'Egitto con la sua longa manus spartana in Grecia, e solo in un secondo tempo la Macedonia ad Atene; i rapporti della coalizione antimacedone quale emerge dal decreto di Cremonide sono in sostanza confermati e, come nel documento e a differenza che in Pausania, gli Ateniesi non sembrano avere un ruolo di particolare preminenza. 17 Per questa dipendenza ideale cfr. Sartori, Uateniese Cremonide, p. 450.

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28 L. PRANDI

Macedonia18. All'interno di questo nucleo si trovano dati su usi e tradizioni locali ma anche episodi legati a sovrani, tre su Filippo II, uno sul Monoftalmo e Cassandro, tre su Antigono Gonata; in due di questi casi l'episodio coinvolge gli Ateniesi. La

percentuale di circa 1/5 del totale dei frammenti riguardante la Macedonia testi monia un interesse per quel regno che non trova riscontro, nei resti dell'opera, per le altre monarchic ellenistiche.

Che Egesandro attingesse anche ad opere di carattere storico e suggerito dai rimandi che fa alle Historiai di Mnesiptolemo19 e a tal Pitermo di Efeso, per noi al trimenti ignoto20. E non mancavano certo autori che avessero trattato le vicende dei Diadochi da un'angolazione antigonide. Un nome che mi sembra suggestivo prende re in considerazione, anche se con tutte le cautele di un esempio, e quello di Eufanto di Olinto, che fu precettore del Gonata e mori in eta avanzata: a lui vengono attri bute delle Historiai sui fatti 'dei suoi tempi', una ricca produzione tragica (che pro babilmente non fu senza influsso su quel la storiografica) e un discorso Perl Basileias dedicato ad Antigono stesso21.

Non va trascurato poi che nella prima meta del II secolo, quando con ogni pro bability visse Egesandro, si verified anche una precisa congiuntura politica22 idonea

18 Si tratta del frg. 3 = Athen. VI, 26 a, su Filippo II e i suoi informatori in Atene; frg. 4

=

VI.248 e, su Filippo II e un adulatore; frg. 5 = VII.289 c, su Filippo II e il medico Menecrate; frg. 8 = IV. 167 d, su Antigono Gonata, il nipote di Demetrio Falereo e gli Ateniesi; frg. 15 =

VIII.340 f, su Antigono Gonata e il poeta Antagora; frg. 25 ? XIII.572 d sulle feste Eteridie celebrate presso i Magneti dai re macedoni; frg. 33 = 1.18 a, suun uso conviviale macedone con il richiamo al Monoftalmo e al figlio Cassandro; frg. 36 = III.87 b, su due vocaboli, uno macedone e uno ateniese, indicanti le conchiglie; frg. 42 = IX.400 d, su un avvenimento zoologico durante il regno del Gonata. Per una trattazione d'insieme rimando a G. Zecchini, La cultura storica di

Ateneo, Milano 1989. 19

Frg. 2 J (n. 164) = Athen. X.432.b.

20 Cfr. frg. 2 J (n. 80) = Athen. 11.44 c; Piterno annoverava un Glaucone, bevitore d'ae

qua, fra i ? tiranni del Pireo ?, che sono probabilmente da identificare (cfr. K. Ziegler, Pythermos, in RE, XXIV (1963), col. 514, seguito da P. Krentz, The Thirty at Athens, Ithaca-London 1982, p. 65) con i capi del presidio macedone del porto piuttosto che con i Trenta; da escludere anche*

(cfr. Jacoby, FrGrHist, 2 C Comm., p. 133, che segue Beloch, GG, III.2, p. 383) l'identificazione con il Glaucone fratello di Cremonide. Frg. 3 J = Athen. 11.52 a e frg. 1 J = Athen. VII. 284 f.

21 Cfr. Jacoby, FrGrHist, II C n. 74. Le notizie biografiche su Eufanto provengono da Diog. Laer. 11.110. Che egli vada collocato fra IV e III sec. e non nell'avanzato III sec, come pensava Muller, FHG, III, 19-20, che lo riteneva precettore del Dosone, mi sembra assodato; cfr. Jacoby, FrGrHist, II C Comm., pp. 113-14, sulla base da un lato deH'identificazione del Callicrate adula tore di Tolemeo nel frg. 1 = Athen. VI.251 d con l'omonimo ammiraglio di Tolemeo I ? che lo induce ad emendare ?terzo ? in ? primo ? accanto al nome del re egizio nel testo di Ateneo; e dall'altro sulla base della notizia che Eufanto appartenne alia scuola del megarico Eubulide

(Diog. Laer. 11.110). Quanto all'altra testimonianza cui lo Jacoby rimanda (Diog. Laer. 11.113) circa la capacita di Stilpone, successore di Eubulide, di ? catturare ? discepoli, fra cui un Difilo del Bosforo figlio di Eufanto, non sono certa che sia probante: resta infatti da dimostrare che

quest'ultimo vada identificato con il nostro storico. Inoltre, piu e meglio che non l'attestazione di rapporti con Eubulide e la scuola di Megara, offre a mio avviso qualche elemento per collocare

cronologicamente Eufanto la sua qualifica di Olinzio: nel 348 la citta fu com'e noto completa mente distrutta; per quanto sia attestata una sopravvivenza nominale e ? patriottica ? dell'etnico

(cfr. D. M. Robinson, Olynthos, in RE, XVIII1, 1939, col. 329), non molto lontana da tale data sara opportuno collocare la nascita di Eufanto (che animato da spiriti patriottici non parrebbe), anche in relazione al suo ruolo di precettore del Gonata, che nacque nel 320 ca. Ipotizzando percio una data di nascita fra il 350 e il 340, non va escluso che uno storico del quale Diogene Laerzio

precisa che mori di vecchiaia potesse parlare nelle sue Historiai anche del conflitto cremonideo che si concluse nel 262 ca.

22 Per tutto quel che segue sui rapporti fra la Macedonia, Delfi e l'Anfizionia, rimando a

Daux, Delphes au II<> et au I*r sibcle, Paris 1936, pp. 303-319.

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? GUERRA CREMQNIDEA ?? 29

a suscitare, favorire, alimentare, interessi e legami con la Macedonia in un abitante di Delfl: si tratta degli anni di regno di Perseo, dalla sua ascesa al trono nel 179 fino circa allo scoppio della III macedonica nel 171, quando il sovrano imposto e realizzo un vasto programma per conquistarsi prestigio e simpatie presso i Greci; tale pro gramma aveva un fulcro proprio in Delfl, sia come centro santuariale ? basti ricor

dare la trionfale marcia armata e il sacriflcio ad Apollo in concomitanza con gli agoni pitici

? sia nei suoi rapporti con rAnfizionia, alPinterno della quale Perseo giunse a gestire un discreto numero di suffragi: particolare interessante e probabilmente non senza significato e che nella lista anflzionica del 178 i delegati di Delfi compaiano insolitamente al primo posto, precedendo sia i Tessali (che le manovre del re avevano

spodestato), sia i voti gestiti dallo stesso Perseo. Gli elementi di diverso genere finora posti in evidenza ? rapporti privilegiati

della Macedonia con Delfl all'epoca in cui visse Egesand.ro; utilizzazione da parte di

quest'ultimo di opere storiche; effettivo interesse rilevabile nei resti della sua opera per le vicende dei re macedoni ? concorrono a rendere plausibile Pipotesi che Ege sandro attingesse a fonti antigonidi e che in quell'ambito avesse potuto raccogliere la definizione di ? guerra cremonidea ?. Una definizione fin troppo agevole a coniarsi da parte di coloro che erano stati i precisi obiettivi del decreto di Cremonide, il docu mento che era di diritto e di fatto la dichiarazione di guerra di Atene nei confronti della Macedonia; Puomo politico che lo aveva proposto poteva quindi essere conside rate dai nemici, indipendentemente dalla sua effettiva importanza politica alPin terno di Atene, il responsabile "nominale" della guerra.

Luisa Prandi

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