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Il Resto del Carlino Next, mensile dedicato all'innovazione e all'impresa nella provincia di BolognaTRANSCRIPT
. IL GIORNO DEL CLICK-DAY
Ricerca e bonus fiscali:le prime sentenze
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IL LABORATORIO DI RICERCA industrialepromosso da Unindustria e Università ha
organizzato l’incontro «Le sorgentidell’innovazione». Fabio Rangoni,
consigliere delegato dell’Associazione,ha sottolineato come «la crisi attuale
spinge forzatamente le impresealla ricerca di soluzioni più
avanzate. Funziona cioè daopportunità per esplorare
modalità d’innovazionefinora tralasciate»
IL CONVEGNO DEL CONSOZIO T3 LAB
«La crisi? Uno stimolo»
SFIDE
L’ambiente,che scommessa
I GIOVANI imprenditoridi Unindustria hannoassegnato due borse distudio ad artisti dellaAccademia di Belle Arti
LA COMMISSIONE tributaria ha esaminato ilricorso di Unindustria Bologna e di 1.500 imprese sulcontributo per le attività di ricerca e sviluppo. I bonusfiscali erano stati assegnati in base alla rapidità con laquale le aziende aderivano per via telematicaall’iniziativa, senza valutarenel merito iprogetti
NASCE SOTTO IL SEGNOdel Toro, e non parlo di astrologiama di realtà, il più grandeimpianto fotovoltaico dell’EmiliaRomagna: ha cominciato dapochi giorni a lavorare sul tettodella Lamborghini di Sant’AgataBolognese. Pura potenzasprigionata dalla stella più vicinaalla Terra, il Sole appunto, econvogliata per dare energia a unsimbolo mondiale del made inItaly. Il vecchio Ferruccio amavala tecnologia spinta,l’innovazione, osare oltre ognitachimetro: e questo, unito alsimbolo del Miura, la razza di toripiù forte, gli ha portato fortuna esuccesso.Ora non è un caso se i bolidi aquattroruote per nascere investonosull’energia ecosostenibile. Vuoldire che la sfida alle nuove fonti dienergia, di cui l’industria —qualunque sia il suo mercato —ha bisogno estremo, è già di per sèsfida a mettere in campointelligenze, tecnologie e ricerca.Una scommessa che è di per sèbusiness.Proprio oggi, qui a Bologna, siapre il Green Social Festival,appuntamento d’esordio chesperiamo possa contribuire a unpiccolo miracolo italiano: riuscirea discutere di ambiente senzasteccati, senza veder riproposto ilballetto dei veti incrociati che nelnostro Paese ha contribuito solo afar decidere di non decidere. Iltempo delle scelte, legato ancheall’uscita rapida dalla crisi, passaattraverso un modo nuovo diintendere il futuro dell’energia, dicui le imprese hanno bisogno. C’èbisogno di energia a prezzi bassiper poter essere concorrenziali suimercati. C’è bisogno di tecnologieche sfruttino le fonti rinnovabili,che siano sicure per l’ambiente eper chi abita sul territorio. Eccoperché guardiamo con interessealle sfide degli imprenditori, chesono sfide di tecnologia e ricerca,di salvaguardia intelligentedell’ambiente.
di PIERLUIGIVISCI
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ARTE FIERA
Premiatii giovani
Anno 3 - Numero 2Febbraio 2010
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È REDUCE DA UN CONFRONTO con i verticidelle banche del territorio. Molti i faccia a faccianegli ultimi mesi. Necessari visto il temporaledella crisi economica. «Sì, abbiamo incontriperiodici con il sistema finanziario bolognese, conl’obiettivo di fare il punto della situazione.Purtroppo anche il 2010 non sarà un anno facile,con gli istituti che dovranno vedersela con i bilanci2009 delle aziende, per nulla brillanti» rispondeMaurizio Marchesini, presidente di Unindustria.
Presidente Marchesini, a cosa puntate?«Vogliamo rendere il meno pesante possibile lasituazione, costruendo un rapporto aperto con lebanche».
Il periodo non è facile, la crisi si fa sentire, conle imprese che hanno sempre più fame di
credito...«Il problema è che continua a esserciuna differenza tra gli annunci chevengono lanciati e la realesoddisfazione delle esigenze degliimprenditori. Così ci segnalano inostri associati. Le aziende, sotto ilprofilo del credito, purtroppovengono sempre più valutate dallebanche solo in relazione ai ratingdi Basilea 2, senza tenere contodegli asset immateriali, la ricerca e
lo sviluppo, la posizione sulmercato».Insomma, per decidere se dare
credito o no, se costruire unrapporto, si guarda solo ai numeridi bilancio nudi e crudi?
«Gli aspetti qualitativi non sono tenuti inconsiderazione, non sono valutati a sufficienza».
Soluzioni?«Bisogna far conoscere ai funzionari il mondo
delle imprese, o meglio far loro toccare conmano i problemi, i programmi».
Porte aperte nelle fabbriche?«Sì, esatto. E’ un’iniziativa che abbiamo proposto,potrebbe essere utile. Ci vuole una conoscenza delmondo delle imprese. Ma ci muoveremo pure inaltre direzioni».
Lo spieghi.«Tramite il contributo dei nostri associati,cercheremo di valutare le performance dellebanche, in modo molto trasparente. Potràessere utile».
Va tutto male nel dialogo con gliistituti?
«No, non diciamo questo, non ètutto negativo. Ci sono statesituazioni che hanno funzionatobene. Come ad esempio lamoratoria sui mutui e i debitidelle aziende. Io credo che inquesto momento didifficoltà sia utile dialogarecon le banche, unconfronto continuativodeve esserci».
Sembra dire:dobbiamo starci piùvicini. E’ così?
«Sì, perché può portaregiovamento sia a noi chea loro. Tra l’altro, ed èun’altra iniziativa cheporteremo avanti,attraverso il consorzioFidindustria, cercheremodi coinvolgere i dottoricommercialisti e i ragionieriper accompagnare le aziende,in particolare le piccole, neipercorsi bancari».
Matteo Naccari
CREDITO IL LEADER DI UNINDUSTRIA, MARCHESINI, INCONTRA GLI ISTITUTI: «VALUTATE
«Banche, si può fare
«I POCHI segnali positi-vi non ci devono far abbassare
la guardia - ha detto il presidente diUnindustria Bologna Maurizio Mar-
chesini rivolgendosi alle banche - vi pre-ghiamo di coglierli e non ignorarli. Mi rife-risco alle richieste di finanziamenti per inve-stimenti e di credito per l’export. E a tuttociò che nonostante il contesto le aziende so-no riuscite a fare». Sono ancora tante le pro-blematiche che le imprese segnalano: dallavalutazione negativa con cui alcune bancheaccolgono le richieste della moratoria aitempi di risposta troppo lunghi. «Vi chie-
diamo di credere nel sistema Bolognae di considerare il credito alle im-
prese un credito buono».
IL TEMA DELL’ACCESSO AI FINANZIAMENTI
Osservatorio sul credito:PROSEGUE IL CONFRONTOtra Unindustria Bologna e lebanche del territorio nell’ambitodel tavolo di lavoro istituitodall’associazione da oltre unanno. All’ultimo incontro hannopartecipato venti tra i maggioriistituti di credito bolognesi e ilpresidente di FidindustriaEmilia-Romagna AlessandroVolta per fare il punto assiemeall’associazione sullo stato deirapporti tra banche e aziende. Unrapporto ancora problematico ed
è per questo che Unindustria hamesso in campo per il primosemestre dell’anno una serie diiniziative per migliorarlo. In vistadi un anno che sarà difficile pertutto il sistema produttivo, ilrapporto con le banche resta unnodo cruciale. «Anche per il 2010il nostro impegno sul tema delcredito sarà una priorità», haribadito il presidentedell’associazione MaurizioMarchesini.Il primo progetto è la creazione di
un Osservatorio Banche: 200imprenditori associati farannoparte di un campione statisticoche, con periodicità semestrale,sarà interrogato sulla base di unapposito questionario. L’obiettivodell’analisi è quello di rilevare inmodo puntuale e statistico lemigliori performance del periodoe il questionario sarà redattoassieme agli stessi istituti dicredito che potranno fornireindicazioni e suggerimenti.Una seconda iniziativa migliorerà
AL VERTICEMaurizioMarchesini
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«IL SUPERAMENTOdella crisi avverrà grazie a una
maggiore competitività delle impre-se. Ma sarà perseguibile solo se si riusci-
rà a superare il collo di bottiglia del credi-to», dice Alessandro Volta, presidente di Fi-
dindustria Emilia-Romagna. «Ci sarà bisognodi sostegno alla liquidità aziendale; di creditoper ristrutturare passivi aziendali, consentireinvestimenti, favorire la capitalizzazione delleimprese; ci sarà bisogno di altre forme di finan-ziamento quali leasing e factoring. Dobbiamoaiutare le aziende che continueranno a pro-durre beni e servizi, pagheranno stipendi,
sosterranno investimenti, pagheranno in-teressi e rientreranno ragionevolmen-
te dai loro debiti. Queste aziendeavranno bisogno di finanza
per rilanciarsi».
BANCO DI SAN GEMINIANO E SAN PROSPERO
Senza plafondmi affido ai santi
RESTA UN NODO CRUCIALE DEL SISTEMA
200 «sentinelle» a caccia del fido migliore
ANCHE LA QUALITÀ DELLE IMPRESE»
(e dare) di più»
la conoscenza dei problemi delleimprese da parte delle banche:Unindustria propone una sortadi settimana delle «fabbricheaperte», un’iniziativa checonsentirà ai funzionari degliistituti di credito di toccare conmano la realtà delle aziende, iloro molti valori anche«intangibili» e, allo stesso tempo,le criticità che ogni giorno gliimprenditori si trovano a doveraffrontare.Durante l’incontro sono state
analizzate anche le debolezzedelle imprese nei rapporti con lebanche, in particolare ladifficoltà nella stesura delladocumentazione relativa ai datigestionali e di budget. Su questotema entra in campoFidindustria Emilia-Romagna: ilconsorzio sta lavorando perattivare una collaborazione con isingoli ordini provinciali deicommercialisti, con l’obiettivo didemandare ad essi il ruolo di«terzo» a cui affidare il compito
di confermare la veridicità etrasparenza dei dati forniti dalleaziende alle banche. Obiettivoulteriore: creare una modalitàstandard, attraverso un elenco didocumenti indispensabili e untiming, per la presentazione delledomande da parte delle aziendestesse. Fidindustria sta anchepredisponendo uno strumentoinformatico per aiutare leaziende a redigere business plancoerenti e sostenibili.
Elena Turrini
IN CAMPOAlessandro Volta
INSIEME PER ALLARGARE LE MAGLIE del credito afavore delle imprese, realizzando interventi mirati tesi a garantireliquidità e patrimonializzazione.Imboccano questa strada gli strumenti messi a punto daUnindustria Bologna e Banco di San Geminiano e SanProspero e messi nero su bianco in una convenzione siglata daMaurizio Marchesini, presidente di Unindustria Bologna eLeonello Guidetti, vice direttore generale della Bpv SanGeminiano e San Prospero. Una doppia firma che consolida unacollaborazione ben avviata, ma che, al tempo stesso, risponde albisogno imprenditoriale di trasparenza e velocità di risposta daparte del mondo creditizio.Cuore dell’intesa, senza limite nel plafond a disposizione,operazioni di mutuo chirografario oppure ipotecario finalizzate acoprire le molteplici esigenze delle industrie: liquidità per ilcircolante, ricapitalizzazione, innovazione einternazionalizzazione.Il binomio Unindustria Bologna-Banco di San Geminiano e SanProspero prevede, appunto, la possibilità di finanziare le spesegià sostenute negli ultimi 6 mesi in questi ultimi ambiti.L’accordo non fissa un limite di plafond a disposizione, maprevede la possibilità di accogliere le operazioni presentate edeliberate positivamente dall’istituto fino al 30 settembre 2010,data ultima in cui restano in vigore le condizioni concordate.«Questo – spiega il presidente di Unindustria Bologna – è unaccordo importante perché va incontro a quelli che sono iprincipali bisogni delle aziende, soprattutto di quelle di piùpiccole dimensioni che più di tutte soffrono le difficoltà diaccesso al credito. Le imprese bolognesi da sempre investono ininnovazione e internazionalizzazione e, dopo la crisi, potrannotornare a crescere. Non devono rischiare la mortalità per unatransitoria asfissia finanziaria. Ecco perché è positiva l’iniziativainsieme al Banco che viene incontro ad esigenze reali».«Questa intesa – osserva Guidetti - non solo conferma lavicinanza del Banco alle imprese, ma rappresenta la premessa perun’ulteriore crescita delle nostre relazioni con gli industriali».
g.r.
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«LA CRISI ATTUALESPINGE forzatamente leimprese alla ricerca di soluzionipiù avanzate, in tutti gli ambiti.Funziona, cioè, da stimolo e daopportunità per esploraremodalità d’innovazione finoratralasciate, e puntare su di esse».Lo ha detto Fabio Rangoni(nella foto), consigliere delegato
di Unindustria Bologna perl’innovazione, la ricerca
e l’università,intervenendo alconvegno «Lesorgentidell’innovazione»organizzato da T3 Lab,
il laboratorio di ricercaindustriale promosso da
Unindustria e Università diBologna. Rangoni nel corso delsuo intervento ha sottolineatocome oggi «acquisisconoimportanza approcci innovativi,come quello del design in cui, aduna progettazione basata su solicriteri tecnici, si aggiungono
valutazioni di uso ed impatto delprodotto sul suo contesto, siutilizzano materiali nuovi, siimmaginano cicli di produzionee di vita del prodotto più snelli ea minor impatto ambientale.Parliamo, in sostanza, di unainnovazione più spinta ma anchepiù consapevole di tutti i fattorial contorno, temi cari alleimprese del nostro territorio,consapevoli che la crisi siaffronta e si vince attraverso ilrinnovamento nel senso piùampio del termine».Il convegno «Le sorgentidell’innovazione» ha visto lapartecipazione di Bruno Riccò eRodolfo Vignocchi,rispettivamente presidente edirettore di T3Lab; PaoloMasoni, responsabile delLaboratorio Lisea-EneaBologna; Sergio Curioni,responsabile del LaboratorioMatmec e Carlo Branzaglia,responsabile del Design Centerdi Bologna.
Marcello Pierdicchi
FOTOVOLTAICO
Lamborghiniha messo il turbo
sul tetto
INNOVAZIONE
Il T3Lab
LA RICERCA DI SOLUZIONI AVANZATE CONTRO LA CRISI
Immagino, ergo ripartoNATO NEL 2004, ilconsorzio T3Lab —
Laboratorio per iltrasferimento tecnologico
tematico — è il laboratorio diricerca industriale promossoda Unindustria e Ateneo. E’partecipato da industrie che
con ricercatori e tutoruniversitari sviluppano
progetti dimostrativi. InT3Lab tecnici aziendali e
ricercatori operano insiemerealizzando
prototipipre-compe-
titivi cheincorpora-
noinnovazionidi punta e chepossono essere
sviluppati sulpiano industriale.
Presidente di T3Lab è BrunoRiccò, professore di
Elettronica a Ingegneria.
IL PIÙ GRANDE IMPIANTO fotovoltaicodell’Emilia-Romagna nasce sotto il segno del toro, nel cuoredella terra dei motori. Con una potenza complessiva di 1,4megawatt e un’area interessata che supera due campi dacalcio, quello realizzato da Automobili Lamborghini aSant’Agata Bolognese, nello stabilimento dove quasi 50 annifa Ferruccio fondò la casa che porta il suo segno zodiacale, è ilpiù grande impianto fotovoltaico integrato del settoreindustriale della Regione. Grazie anche a un piano dimiglioramento energetico complessivo di tutta l’azienda, conil fotovoltaico (in funzione dallo scorso 3 febbraio)Lamborghini conta di ridurre le emissioni di CO2 del 30%,pari a oltre 1067 tonnellate all’anno. L’operazione interessa lostabilimento produttivo, gli uffici commerciali, ildipartimento post vendita e il centro Stile, per un totale dioltre17 mila metri quadri.Più esattamente, mentre il fotovoltaico consente di produrreenergia verde per 1.582 megawattora per anno, equivalenti a
una riduzione del 20% delle emissioni di CO2, l’isolamentotermico dell’intera copertura, l’inserimento della domoticaper gli impianti di illuminazione e riscaldamento e l’utilizzodi destratificatori per aria calda permettono di abbattere unaltro 10%.Ma il presidente e amministratore delegato di AutomobiliLamborghini, Stephan Winkelmann, annuncia di volersispingere ancora oltre. «Stiamo valutando azioni cheporteranno in futuro a una riduzione addirittura del 50%delle emissioni dello stabilimento». E ricorda che «questoimpegno sul territorio va di pari passo con lo sviluppo delprodotto, per il quale confermiamo l’obiettivo di riduzionedel 35% di emissioni entro il 2015». L’impianto, realizzatodal gruppo spagnolo Gestamp Asetym Solar e da quelloitaliano Sinergia Sistemi, è provvisto di un counter cheriporterà in tempo reale i kilowattora di energia elettricaprodotta e il risparmio effettivo di CO2.
Elena Boromeo
PRIMATOE’ grande come duecampi da calcio e hauna potenza di 1,4megawatt: il piùgrande impiantofotovoltaicodell’Emilia Romagnafarà risparmiare milletonnellate di CO2
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CREATIVITA’
ArteFare:un premio
per due
ASSEGNARE I BONUS fiscali per la ricercasulla base della rapidità del click, come hafatto il ministero dell’Economia lo scorso 6maggio, escludendo circa 22 mila aziende aprescindere dal merito, «lascia, a dir poco,perplessi».Lo aveva detto Unindustria Bologna, che perprima ha impugnato il diniegointraprendendo un’azione legale control’Amministrazione finanziaria. Lo confermaora la commissione tributaria di Pescara cheha preso in esame il ricorso contro il ‘clickday’ di oltre 1500 imprese italiane. Secondo igiudici, infatti, la Finanziaria 2007 haattribuito alle imprese un vero e propriodiritto soggettivo a fruire dei contributi per leattività di ricerca e sviluppo.Delle due sezioni pescaresi che hanno finoraesaminato l’istanza, una (la terza) ha accoltopienamente i ricorsi esaminati, annullando ildiniego dell’Amministrazione finanziaria,sulla base del rilievo che il legislatore nel 2008ha espressamente enunciato i principi dellacertezza delle strategie d’investimento e dellagaranzia dei diritti acquisiti, applicando glistessi a tutte le situazioni maturate finoall’entrata in vigore del decreto legge anticrisi185 del 2008.L’altra sezione della commissione tributaria(la prima), pur non accogliendo il ricorsoperché, a detta dei giudici, con il diniego del
nulla osta l’Amministrazione finanziaria «nonha escluso il diritto, ma lo ha solo edeventualmente ritardato nella sua concretarealizzazione», tuttavia ha riconosciuto alleimprese ricorrenti il diritto al creditod’imposta. Ora è compitodell’Amministrazione, se non del legislatore,identificare le modalità con cui assicurare atutte le aziende che hanno diritto alcontributo, la possibilità di fruirneconcretamente (anche se i giudici fanno
notare che «la Finanziaria del 2010 ha giàimpostato il problema e dato una qualchesoluzione»). Intanto, il presidente diUnindustria Bologna, Maurizio Marchesini,fa sapere di avere accolto il pronunciamentodella commissione tributaria «con grandesoddisfazione», e invita Confindustria adaprire «un tavolo di confronto con il ministerodell’Economia» per negoziare modalità etempi di acquisizione dei bonus.
e.b.
I CRITERI DEI BONUS SULLA RICERCA IMPUGNATI DA UNINDUSTRIA BOLOGNA
Click-day, arrivanole prime note positive
LA STORIA
I ricorsisono 1500
LA STORICA CHIESA BOLOGNESE VINCE IL RICONOSCIMENTO «US AWARD»
San Giorgio in design
SONO NUMEROSE le nuove forme dimecenatismo, da salutare con grande speranza per ilfuturo, che confermano come le industrie sianosempre più attente alle possibilità creative del proprioterritorio e sempre più intenzionate a patrocinarle.Questa volta una borsa di studio, della durata di unanno, presso l’Accademia delle Belle Arti è statadivisa ex aequo tra i giovani Lorenzo Biagi e LorenzNones, primi classificati nella mostra «ArteFare»promossa dai Giovani Imprenditori di UnindustriaBologna in occasione di Arte Fiera. L’esposizione,
nata nel 2009, ha avuto anche quest’anno come filoconduttore la rappresentazione dell’impresa, e havisto 22 partecipanti alla competizione, suddivisa ingrafica e incisione, fotografia e pittura.«ArteFare è un appuntamento speciale per vedere ilmondo dell’impresa sotto una nuova luce. È unlaboratorio dove giovani imprenditori e giovaniartisti possono condividere le loro esperienze» hacommentato Andrea Paladini, presidente del gruppopromotore.
v.s.
IL 6 MAGGIO 2009, giornodel ‘click’, le imprese che
avevano investito in ricercahanno visto esaurirsi i bonus
fiscali per 2008 e 2009 (unplafond di 1,62 miliardi dieuro) in poco più di mezzo
minuto: il tempo di un rushtelematico sul sito dell’agenzia
delle Entrate. La finanziaria2007 aveva introdotto la
possibilità di ottenere uncredito d’imposta certo e
automatico per gli investimentiin ricerca, e molti contribuenti,
contando sul bonus, avevanoavviato piani di investimento.
Ma il decreto anticrisi del 2008ha cambiato le regole e ha
introdotto il ‘click day’: unaprocedura che ha escluso tre
aziende su quattro aprescindere dal merito dei
progetti. Determinata adottenere il riconoscimento deldiritto acquisito per le aziende
escluse il 4 agosto Unindustria,con un nucleo pilota di
aziende, ha impugnato ildiniego, rivolgendosi allacommissione Tributaria
provinciale, intraprendendoun’azione legale contro
l’amministrazione Finanziaria.Sono più di 1.500 le aziende
italiane che hanno fatto ricorsoseguendo UnindustriaBologna, guidate da 25
associazioni del sistemaConfindustria.
RICONOSCIMENTO L’interno di SanGiorgio in Poggiale realizzato dalla dittaMascagni su progetto di Michele De Lucchi
UNA VITTORIA per l’industria bolognese,grazie alla Mascagni di Casalecchio di Reno, esoprattutto una vittoria del connubio sempreimportante tra l’antico patrimonio italiano e leidee di artisti all’avanguardia mondiale. È ilprestigioso traguardo – non certo il primo –raggiunto dall’architetto Michele De Lucchi,classe 1951 e una lunga carriera fatta diriconoscimenti in Italia e all’estero per il suocontributo al design d’interni: l’ultimosuccesso è il premio US Award della rivista«Ufficio Stile» vinto lo scorso 3 febbraio «peraver saputo conciliare arredi contemporanei efunzionali con la dimensione di uno spaziostorico» nel suo lavoro svolto sulla Chiesa diSan Giorgio in Poggiale a Bologna.Il progetto, realizzato con la collaborazionedella divisione Contract di Mascagni, hatrasformato la chiesa, costruita tra il 1589 e il1633 e oggi sconsacrata, in una moderna
biblioteca d’arte, scrigno di preziosi volumisulla città, manoscritti, collezioni, stampe eincisioni cinquecenteschi. Restaurata inrovere grezzo con finitura a cera, la nuovabiblioteca è stata strutturata attraverso ilposizionamento dei tavoli per la consultazionee la lettura in senso longitudinale, secondouna visione prospettica che convergenell’abside centrale, e permette di ammirarel’ultima creazione dell’artista, una torreformata da 42 anelli sovrapposti che svolgeràla funzione di bussola d’ingresso.Alla cerimonia di premiazione a Milano, DeLucchi ha ritirato il premio accompagnato daPaolo Mascagni, presidente della storicaazienda che si distingue già da anni per lascelta di collaboratori d’eccezione come idesigner R.Lucci e P. Orlandini, LorenzoNegrello, Claudio Bellini e Dante Bonuccelli.
Valentina Soluri
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