narrativa italiana / marina mander per dimenticare il suicidio … · 2020. 7. 17. · per...

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IV LA STAMPA SABATO 9 MARZO 2019 tuttolibri Ragazzi di vita, vite di ragazzi & delitti infreddoliti T utto è cominciato con una parola. Una parola incon- grua, capace di produrre uno scarto. È suc- cesso quando Florin – che «di mestiere batte», come ri- vela il fulminante incipit – ha chiesto a Margherita, as- sistente sociale volontaria, se avesse una merendina da dargli: proprio lì, nel piaz- zale dell’ortomercato dove di notte la merce in vendita non è la frutta o la verdura, ma il corpo di ragazzi come lui. Grazie a quella parola inattesa pronunciata da un minorenne rumeno, la don- na ha scelto di portarselo a casa e dargli una mano, co- me in un gattile si sceglie il gatto più rognoso, ché a prenderne uno bello e sano non c’è eroismo. È Leo a raccontarlo, il fi- glio diciassettenne di Mar- gherita, che ha ereditato l’in- telligenza dal padre morto, e forse anche il senso d’inade- guatezza che lo attanaglia. Con voce ironica, caustica, piena di ritmo, ci presenta la sua famiglia di vedute tal- mente larghe che «è diventa- to sempre più difficile guar- darsi negli occhi». La madre che colma il vuoto della ve- dovanza iscrivendosi ai corsi più disparati, fidanzandosi con Tango-12-in-12-minuti, un tassista i cui polsi paiono caviglie di neonato, e con- vincendosi di poter aiutare Florin, dato che non è riusci- ta ad aiutare suo marito, e a dirla tutta nemmeno il figlio, sebbene lo abbia mandato da una «terapeuta culona». Pensa che stare con Florin gli farà bene, ma Leo non ne ca- pisce il motivo. Lui rifiuta quello scricciolo che suona l’armonica a bocca e non parla – lo chiama Iwazaru, come la scimmia della tradi- zione giapponese che si co- pre il muso con le zampe – ma ne è al contempo incurio- sito, perché è custode di un sapere a lui sconosciuto. Se le persone si dividono tra chi ha già fatto sesso e chi no, Leo sta ancora al di qua del fossato, con la sua verginità che pesa come una vergo- gna, mentre Florin del sesso dovrebbe sapere ogni cosa, ormai. Leo lo chiama «fro- cio», ma si domanda se sia sul serio gay: è mai stato con una ragazza o è andato solo con gli uomini? E ha perdo- nato suo padre, che lo ha spinto a vendersi in strada? C’è nella quotidianità di Florin una violenza degli adulti che si esercita sul cor- po; e c’è una violenza emoti- va che riempie di incubi le notti di Leo, anch’essa causa- ta dagli adulti, dalla loro inettitudine, se non dalla lo- ro volontà. Così Leo teme che prima o poi il sonnilo- quio lo tradisca e tutti sco- prano il suo segreto, o alme- no che lo scopra Florin, ades- so che gli dorme accanto: il padre è morto per colpa sua. Una mattina di quattro anni fa è entrato in acqua in pigia- ma e il mare lo ha inghiottito perché lui, pur vedendolo annaspare fra le onde, non ha fatto nulla, si è addor- mentato. È «morto di son- no», il padre: del sonno del figlio. Questa è l’accusa del tribunale immaginario che interroga senza sosta l’impu- tato adolescente. Come ne La prima vera bu- gia, piccolo caso editoriale tradotto in diverse lingue, Marina Mander mette in sce- na ne L’età straniera un ra- gazzo che deve fare i conti con la morte di un genitore, che di quella morte deve as- sumersi la responsabilità, che su quella morte non sa far altro che tacere: ne va della sua stessa vita. Allora è Leo, in realtà, che al pari del- ROSELLA POSTORINO L’uomo era entrato in pigiama nel mare e le onde l’avevano inghiottito Marina Mander «L’età straniera» Marsilio pp. 206, € 16 NARRATIVA ITALIANA / MARINA MANDER Per dimenticare il suicidio del padre una scimmia muta è meglio della terapeuta Leo è un adolescente solitario che si auto-processa ogni notte per non essere riuscito a salvare il genitore Sua madre assistente sociale accoglie in casa Florin, un giovane prostituto. Insieme provano a ritrovarsi Nata a Trieste, vive e lavora a Milano Marina Mander ha pubblicato, tra l’altro, «Manuale di ipocondria fantastica» (Transeuropa 2000, et al. 2012), «Catalogo degli addii» (Editions du Rouergue 2008, et al. 2010), «La prima vera bugia» (et al. 2011), «Nessundorma» (Mondadori 2013, finalista Premio Rapallo-Carige) e «Il potere del miao. I gatti che mi hanno cambiato la vita» (Mondadori) S ono più le cose non dette di quelle dette. E questa è la cifra del grande narratore che mostra ma non racconta, che pennella e lascia immaginare. Dell’affaire Sparsholt in veri- tà non si saprà mai niente, non un dettaglio né un parti- colare. Solo indizi, dissemi- nati con sapienza lungo la narrazione, a partire da una Oxford oscurata durante i bombardamenti del 1940 per arrivare alla Londra di oggi, tra locali notturni, cocaina e pasticche blu. La vicenda cre- sce e si dipana con una chia- rezza cristallina, sempre più nitida e profonda nel progre- dire delle pagine che si maci- nano con la gioia della bella lettura e con il dispiacere di vedere via via assottigliarsi quelle rimanenti. Il sesto romanzo di Alan Hollinghurst, conferma l’au- tore (già vincitore del Man Booker Prize nel 2004 con La linea della bellezza), come uno dei più importanti scrit- tori inglesi viventi. Edmund White nel 1988 aveva definito il libro di esordio (La bilbiote- ca della piscina )«il miglior ro- manzo gay mai scritto da un autore inglese». Oggi potrem- mo aggiornare la definizione e traslarla su questo ultimo romanzo, Il caso Sparsholt, se non fosse che definirlo «un ro- manzo gay» sarebbe ridutti- vo. La trama omosessuale si occhieggia fin dalla prima scena, che si apre nella stanza di un college di Oxford dove un gruppo di studenti esteti un po’ debosciati scrutano dalla finestra gli esercizi gin- nici del nuovo arrivato, l’atle- tico canottiere David Spar- sholt, il cui fisico da dio greco crea passioni e rivalità. Gli amici si contendono i favori del giovane studente, il quale freme in attesa di compiere diciotto anni, sposare Connie e partire finalmente per la guerra per farsi onore, da bra- vo entusiasta, ottimista e an- che un po’ stolido che è. La narrazione è divisa in cinque sezioni e dopo Oxford ci ritroviamo nell’estate del 1965, in una vacanza in Cor- novaglia. Qui David Sparsholt è eroe di guerra e industriale di successo e ha un figlio, l’adolescente Johnny che si strugge dietro a un ragazzino francese, ospite della famiglia per le vacanze. Il disastro ap- pare all’orizzonte, appena ac- cennato, nell’ombra che si in- travede dietro una tapparella. Poi si salta nella Londra del 1974, nel bel mezzo degli scioperi dei minatori e il caso Sparsholt è già scoppiato. Qualcosa di cui si è molto par- lato sui giornali, uno scandalo che ha provocato anche disse- sti familiari: David si è separa- to da Connie, il ventenne Johnny lavora da un commer- ciante d’arte, nel cui circolo ritrova gli amici gay del padre ai tempi di Oxford. Nelle ulti- me due sezioni, appare la fi- glia di Johnny, ormai pittore affermato che ha donato lo sperma per una coppia di amiche lesbiche. Una toccata nella Londra degli anni No- vanta, con i primi grandi ric- chi prodotti della rivoluzione blairiana e della new eco- nomy. Case arredate da inte- rior decorator, sfilate di Por- sche e Range Rover davanti ai garage, milionari ignoranti e CATERINA SOFFICI Alan Hollighurst «Il caso Sparsholt» (trad. di Riccardo Cravero) Guanda pp. 504, € 20 NARRATIVA INGLESE / ALAN HOLLINGHURST L’atletico canottiere sogna il fronte ma fa fremere gli studenti di Oxford Dai venti di guerra del 1940 agli scioperi dei minatori, dalla Cornovaglia alla Londra della new economy, la storia di David Sparsholt e del mistero che lo insegue, di suo figlio Johnny e della nipote. L’epopea di tre generazioni attraverso l’Inghilterra più vera Vincitore nel 2004 del Booker Prize per «La linea della bellezza», Alan Hollinghurst (1954) vive a Londra. Per Mondadori sono usciti in Italia «La biblioteca della piscina», «La stella di Espero» e «Il figlio dello sconosciuto» Dell’affaire non si sa nulla, solo indizi disseminati nella narrazione

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Page 1: NARRATIVA ITALIANA / MARINA MANDER Per dimenticare il suicidio … · 2020. 7. 17. · Per dimenticare il suicidio del padre una scimmia muta è meglio della terapeuta Leo è un adolescente

IV LA STAMPA SABATO 9 MARZO 2019 tuttolibri

Ragazzi di vita, vite di ragazzi & delitti infreddoliti

T utto è cominciatocon una parola.Una parola incon-grua, capace di

produrre uno scarto. È suc-cesso quando Florin – che«di mestiere batte», come ri-vela il fulminante incipit –ha chiesto a Margherita, as-sistente sociale volontaria,se avesse una merendina dadargli: proprio lì, nel piaz-zale dell’ortomercato dovedi notte la merce in venditanon è la frutta o la verdura,ma il corpo di ragazzi comelui. Grazie a quella parolainattesa pronunciata da unminorenne rumeno, la don-na ha scelto di portarselo a

casa e dargli una mano, co-me in un gattile si sceglie ilgatto più rognoso, ché aprenderne uno bello e sanonon c’è eroismo.

È Leo a raccontarlo, il fi-glio diciassettenne di Mar-gherita, che ha ereditato l’in-telligenza dal padre morto, eforse anche il senso d’inade-guatezza che lo attanaglia.Con voce ironica, caustica,piena di ritmo, ci presenta lasua famiglia di vedute tal-mente larghe che «è diventa-to sempre più difficile guar-darsi negli occhi». La madreche colma il vuoto della ve-dovanza iscrivendosi ai corsipiù disparati, fidanzandosicon Tango-12-in-12-minuti,un tassista i cui polsi paiono

caviglie di neonato, e con-vincendosi di poter aiutareFlorin, dato che non è riusci-ta ad aiutare suo marito, e adirla tutta nemmeno il figlio,sebbene lo abbia mandatoda una «terapeuta culona».

Pensa che stare con Florin glifarà bene, ma Leo non ne ca-pisce il motivo. Lui rifiutaquello scricciolo che suonal’armonica a bocca e nonparla – lo chiama Iwazaru,

come la scimmia della tradi-zione giapponese che si co-pre il muso con le zampe –ma ne è al contempo incurio-sito, perché è custode di unsapere a lui sconosciuto. Sele persone si dividono tra chiha già fatto sesso e chi no,Leo sta ancora al di qua delfossato, con la sua verginitàche pesa come una vergo-gna, mentre Florin del sessodovrebbe sapere ogni cosa,ormai. Leo lo chiama «fro-cio», ma si domanda se siasul serio gay: è mai stato conuna ragazza o è andato solocon gli uomini? E ha perdo-nato suo padre, che lo haspinto a vendersi in strada?

C’è nella quotidianità diFlorin una violenza degliadulti che si esercita sul cor-po; e c’è una violenza emoti-va che riempie di incubi lenotti di Leo, anch’essa causa-ta dagli adulti, dalla loroinettitudine, se non dalla lo-ro volontà. Così Leo temeche prima o poi il sonnilo-

quio lo tradisca e tutti sco-prano il suo segreto, o alme-no che lo scopra Florin, ades-so che gli dorme accanto: ilpadre è morto per colpa sua.Una mattina di quattro annifa è entrato in acqua in pigia-ma e il mare lo ha inghiottitoperché lui, pur vedendoloannaspare fra le onde, nonha fatto nulla, si è addor-mentato. È «morto di son-no», il padre: del sonno delfiglio. Questa è l’accusa deltribunale immaginario cheinterroga senza sosta l’impu-tato adolescente.

Come ne La prima vera bu-gia, piccolo caso editorialetradotto in diverse lingue,Marina Mander mette in sce-na ne L’età straniera un ra-gazzo che deve fare i conticon la morte di un genitore,che di quella morte deve as-sumersi la responsabilità,che su quella morte non safar altro che tacere: ne vadella sua stessa vita. Allora èLeo, in realtà, che al pari del-

ROSELLA POSTORINO

L’uomo era entratoin pigiama nel mare

e le ondel’avevano inghiottito

Marina Mander«L’età straniera»Marsiliopp. 206, € 16

N A R R A T I V A I T A L I A N A / M A R I N A M A N D E R

Per dimenticare il suicidio del padre una scimmia muta è meglio della terapeuta Leo è un adolescente solitario che si auto-processa ogni notte per non essere riuscito a salvare il genitore Sua madre assistente sociale accoglie in casa Florin, un giovane prostituto. Insieme provano a ritrovarsi

Nata a Trieste, vive e lavora a MilanoMarina Mander ha pubblicato, tra l’altro, «Manuale di ipocondria fantastica»(Transeuropa 2000, et al. 2012), «Catalogo degli addii» (Editions du Rouergue 2008, et al. 2010), «La prima vera bugia» (et al. 2011), «Nessundorma»(Mondadori 2013, finalista Premio Rapallo-Carige) e «Il potere del miao. I gatti che mi hanno cambiato la vita» (Mondadori)

S ono più le cose nondette di quelle dette. Equesta è la cifra delgrande narratore che

mostra ma non racconta, chepennella e lascia immaginare.Dell’affaire Sparsholt in veri-tà non si saprà mai niente, non un dettaglio né un parti-colare. Solo indizi, dissemi-nati con sapienza lungo lanarrazione, a partire da unaOxford oscurata durante ibombardamenti del 1940 perarrivare alla Londra di oggi, tra locali notturni, cocaina e pasticche blu. La vicenda cre-sce e si dipana con una chia-rezza cristallina, sempre più

nitida e profonda nel progre-dire delle pagine che si maci-nano con la gioia della bellalettura e con il dispiacere di vedere via via assottigliarsiquelle rimanenti.

Il sesto romanzo di AlanHollinghurst, conferma l’au-tore (già vincitore del Man Booker Prize nel 2004 con Lalinea della bellezza), comeuno dei più importanti scrit-tori inglesi viventi. Edmund White nel 1988 aveva definito

il libro di esordio (La bilbiote-ca della piscina )«il miglior ro-manzo gay mai scritto da un autore inglese». Oggi potrem-mo aggiornare la definizionee traslarla su questo ultimoromanzo, Il caso Sparsholt, senon fosse che definirlo «un ro-manzo gay» sarebbe ridutti-vo. La trama omosessuale si occhieggia fin dalla primascena, che si apre nella stanzadi un college di Oxford doveun gruppo di studenti esteti un po’ debosciati scrutanodalla finestra gli esercizi gin-nici del nuovo arrivato, l’atle-tico canottiere David Spar-sholt, il cui fisico da dio grecocrea passioni e rivalità. Gli amici si contendono i favori

del giovane studente, il qualefreme in attesa di compierediciotto anni, sposare Conniee partire finalmente per laguerra per farsi onore, da bra-vo entusiasta, ottimista e an-

che un po’ stolido che è. La narrazione è divisa in

cinque sezioni e dopo Oxfordci ritroviamo nell’estate del1965, in una vacanza in Cor-novaglia. Qui David Sparsholtè eroe di guerra e industrialedi successo e ha un figlio, l’adolescente Johnny che sistrugge dietro a un ragazzinofrancese, ospite della famigliaper le vacanze. Il disastro ap-pare all’orizzonte, appena ac-

cennato, nell’ombra che si in-travede dietro una tapparella.Poi si salta nella Londra del 1974, nel bel mezzo degli scioperi dei minatori e il casoSparsholt è già scoppiato. Qualcosa di cui si è molto par-lato sui giornali, uno scandaloche ha provocato anche disse-sti familiari: David si è separa-to da Connie, il ventenne Johnny lavora da un commer-ciante d’arte, nel cui circolo ritrova gli amici gay del padreai tempi di Oxford. Nelle ulti-me due sezioni, appare la fi-glia di Johnny, ormai pittoreaffermato che ha donato losperma per una coppia diamiche lesbiche. Una toccatanella Londra degli anni No-vanta, con i primi grandi ric-chi prodotti della rivoluzioneblairiana e della new eco-nomy. Case arredate da inte-rior decorator, sfilate di Por-sche e Range Rover davanti aigarage, milionari ignoranti e

CATERINA SOFFICI

Alan Hollighurst«Il caso Sparsholt»(trad. di Riccardo Cravero)Guandapp. 504, € 20

N A R R A T I V A I N G L E S E / A L A N H O L L I N G H U R S T

L’atletico canottiere sogna il frontema fa fremere gli studenti di OxfordDai venti di guerra del 1940 agli scioperi dei minatori, dalla Cornovaglia alla Londra della new economy, la storia di David Sparsholt e del mistero che lo insegue,di suo figlio Johnny e della nipote. L’epopea di tre generazioni attraverso l’Inghilterra più vera

Vincitore nel 2004 del Booker Prizeper «La linea della bellezza», Alan Hollinghurst (1954) vive a Londra. Per Mondadori sono usciti in Italia «La biblioteca della piscina», «La stella di Espero» e «Il figlio dello sconosciuto»

Dell’affaire non si sa nulla,

solo indizi disseminati nella narrazione

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SABATO 9 MARZO 2019 LA STAMPA Vtuttolibri

Louise Penny«Case di vetro»(trad. di Letizia Sacchini)Einaudipp. 560, € 15

GETTY

L e case di vetro, l’ulti-ma opera di LouisePenny, seguitissimascrittrice canadese

con 15 titoli all’attivo e un ric-co carnet di premi conquista-ti, sbarca in Italia con Einaudie, con più di cinque milioni dicopie vendute, offre al lettoreforse il suo libro più compli-cato, una specie di cruciverbadove i piani si mischiano e lesoluzioni si faticano a trova-re. Anche perché, essendo pur sempre un giallo, lo spoi-ler è severamente vietato.

Il protagonista assolutonon è l’assassino, e non è nep-pure Armand Gamache, chepure riveste il ruolo di capo della polizia canadese: il veroprotagonista è l’atmosfera che ti cattura sin dalla primapagina e non ti lascia andaresino al climax finale.

C’è una frase che la scrittri-ce mette alla fine del libro «tutto sarà bene».

E la sensazione che tuttosarà bene è quello che ti re-sta chiusa l’ultima paginadel libro, anche se ci sonostati morti, arresti e misteriintricati.

Ecco, per farsi un’idea piùcompleta del mondo in cuici muoviamo dobbiamoprendere il campione delmomento Jo Nesbo e ribal-tarlo completamente. Men-tre nei libri del norvegese latensione è un filo teso che tiscuote in continuazione, qui

la calma prevale anche neimomenti più difficili.

Il ricordo immediato va aMaigret; Armand Gamacheè un Maigret canadese, in-zuppato di neve, infreddoli-to ma mai agitato, anchequando si trova di fronte aipotenti, ai criminali o alle si-tuazioni più misteriose. La-vora a Montreal, ma appenapuò scappa nel suo rifugio,il piccolo paese di Three Pi-ness, una sorte di Presepe.Qui c’è il suo bistrot preferi-to, la panetteria, gli amicipiù cari. L’amata moglie. E iboschi, che gli cullano i pen-

sieri come se il vento gelidodel nord lo spingesse avantinell’inchiesta in corso.

All’inizio non c’è neppureun’inchiesta vera e propria maun’apparizione. No, non un fantasma ma un uomo in car-ne e ossa vestito di nero, im-mobile o meglio molto lento che si aggira per le case spian-do le finestre e le persone.

In realtà, facendo un pas-so indietro, il romanzoprende il via con un proces-so che per Gamache, nonabituato a rispondere alledomande, risulta alquantoopprimente. Ma il fatto chepiù agita il paese è quest’uo-mo silenzioso e sospetto chesi aggira per il paese. Gli abi-tanti di Three Pines la pren-dono inizialmente comeuna burla, poi la paura cre-sce, tanto da chiedere al ca-po della polizia di occupar-sene. Gamache è riluttante,lo affronta, gli si para da-vanti a muso duro ma i due

non parlano. Un free lancedel luogo scopre che potreb-be essere un esattore questonon fa che aumentare le di-scussioni nel fumoso bistrot.

Poi arrivano i primi cada-veri e la trama si intrecciacon il moltiplicarsi dei per-sonaggi, tutti tratteggiati a

colpi di penna, senza mai so-vrastare Gamache, che inuna riunione con i suoi agen-ti dimostra di sapersi tra-sformare in un uomo duro,un muro in grado di fronteg-giare la sua stessa squadrada lui praticamente creata.

Perché nel quieto Canadacompare la droga, gli scontritra la criminalità organizzata

e allora il gioco si fa duro. Lebande americane e quelle ca-nadesi si contendono con vio-lenza il confine. Per non par-lare di quel maledetto proces-so che gli porta via il sonno.

Per fortuna c’è l’amato bi-strot dove rifugiarsi e trova-re la chiave per andare avan-ti anche quando la stanchez-za inizia a pesargli come ca-pita spesso all’enorme Mai-gret. Ma lo strano caso nongli fa vedere che una grossae importante operazione an-tidroga è alle porte e l’uomonero quasi già un ricordo.

Il finale è serrato, ricco dicolpi di scena e di scontriche non ti aspetti nella quie-te, tra i grossi alberi e glianimali che pascolano sere-ni vicino agli uomini. Matutto finirà in bellezza. Tut-to è da scoprire, perchéLouise Penny ha, nell’artedell’indagare nella mentedegli uomini, la capacità dicreare nodi per poi scio-glierli con un’abilità da ma-estra. Ed il trucco è tuttoqui: non è noir, non la Si-gnora in giallo.

Tutto sarà bene, fidatevilettori. —

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MASSIMO VINCENZI

Appena può scappa nell’immaginario

Three Pines dall’amata moglie

Ma con gli agenti della sua squadra

sa trasformarsi in un duro

G I A L L O / L O U I S E P E N N Y

C’è un altro Maigret in Canadache dà la caccia all’uomo nero Delitti e droga agitano il villaggio dove si rifugia il commissario della polizia di MontrealMai in ansia, anche di fronte a criminali o potenti, affronta indagini che paiono cruciverba

Vincitrice di 7 Agatha Awards per il miglior crime dell’annoLouise Penny (Toronto, 1958) vive in un villaggio a sud di Montréal. Èautrice di quindici romanzi della serie dell’ispettore Armand Gamache,di prossima pubblicazione per Einaudi Stile Libero. In Italia sono uscitida Piemme «L’inganno della luce» e «La via di casa»

la scimmia Iwazaru non par-la, non del suo trauma: per-ché gli mancano le parole.Proprio a lui, che con le paro-le sa giocare fino a ipnotiz-zarci. Florin è il suo specchiorovesciato: come il piccoloprostituto, anche Leo ha per-so l’innocenza, ecco perchénon sa perdere la verginità.Se tuo padre si uccide, ti im-pedisce simbolicamente diucciderlo, e il terrore di aver-lo fatto davvero diventa unanevrosi che non ti consentedi crescere.

Ancora una volta, nell’uni-verso di Mander, gli adulti

sono assenti, ipocriti, o solovigliacchi. Quando Florin su-bisce l’ennesima ingiustiziae Leo vuole a ogni costo de-nunciarla, sua madre si op-pone, rinuncia. Ed è questocortocircuito, che assomigliaspaventosamente al nostropresente, a rivelare la forzadel romanzo. Con una viva-cità lessicale trascinante e losguardo disarmato e risolutodella giovinezza, Leo raccon-ta un mondo in cui restituiredignità a ciascun individuo èconsiderato un lusso che nonci si può permettere, in cuicredere nell’umanità sembraun’utopia adolescenziale, echiunque si ribelli è in fondouno straniero. —

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starlette della televisione, sof-fitti dorati e divanetti copertidi cavallino. Nella sezione fi-nale l’affare Sparsholt è or-mai solo un’ombra nella me-moria dei più vecchi, i pochi sopravvissuti all’epoca diOxford.

Un racconto lungo tre ge-nerazioni, una cavalcata dirango nell’Inghilterra più ve-ra, con scorci magistrali dellacampagna e della costa dellaCornovaglia, con la descrizio-ne della provincia più grigia eanonima di Noneatum, citta-dina della Middle England,uno dei luoghi più tristi delpaese. Una satira sociale cru-da come certe scene di pornoonline, di tirate di cocaina sutavolini lucidi, di app per in-contri e di solitudine tra la fol-la nei locali di Earl’s Court.Una satira che sfotte certi ticintellettuali e la Londra deicircoli culturali, in primis lo scrittore un tempo riverito e pieno di amanti che entra nelcono dell’oblio a una velocitàdirettamente proporzionale alla sua mancanza di talento.

Una lingua strepitosa, unromanzo letterario che scorrecome un thriller, dove alla fi-ne, come sempre deve essere,la vera protagonista, è la na-tura umana. —

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Gli adultisono assenti,

ipocriti,o solo vigliacchi