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________________________________________________________________________________ Con il patrocinio di MARIA MONTESSORI, IERI E OGGI “Costruire la pace è opera dell’educazione” Nel 1906, nel quartiere romano di San Lorenzo - dove da poco aveva preso avvio un lavoro di risanamento urbano inizia l’esperienza destinata a renderla famosa in tutto il mondo: Maria Montessori viene incaricata di occuparsi dei bambini in età prescolare. Nasce il 6 gennaio del 1907 a Roma la prima "Casa dei Bambini", per i piccoli dai 3 ai 6 anni, un vero laboratorio dove la dottoressa mette a punto il suo metodo pedagogico. Il materiale didattico di cui la scuola viene corredata è ideato dalla stessa Montessori. I risultati dell’esperienza condotta nelle Case dei bambini in particolare in quella romana sono riassunti e illustrati nel 1909 ne “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini”, tradotto e pubblicato poi in molte lingue. Ne deriva una fama impetuosa, che porta la Montessori a compiere numerosi viaggi all’estero. Nel 1932, la conferenza dal titolo “La pace e l’educazione,” in cui la Montessori afferma che l’educazione è lo strumento per formare mentalità di pace. Da quel momento è sorvegliata dalla polizia e nel 1934 lascia l’Italia, diffondendo in Europa, già attraversata dai primi segnali della guerra, il suo messaggio di pace con una serie di conferenze raccolte nel libro “Educazione e pace” (1949). Maria Montessori abbandona definitivamente l’Italia nel 1934. Al termine della seconda guerra mondiale Maria Montessori torna in Europa, ove si impegna per la diffusione di una pedagogia della pace, tema su cui già era intervenuta fin dal lontano 1899, nel corso di conferenze svolte in varie città d'Italia a favore della Lega per i deficienti. In Olanda, sua patria adottiva, rimarrà fino alla morte (6 maggio 1952). “Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal bambino, perché in lui si costruisce l’uomo”. Il metodo educativo ideato da Maria Montessori (nata a Chiaravalle, Ancona, il 31 agosto 1870, e morta a Noordwijk, in Olanda, il 6 maggio 1952), conferisce grande centralità all’autonomia e all’auto-correzione dell’errore. Elaborato inizialmente per i bambini disabili, fu successivamente esteso a tutti i bambini.

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Con il patrocinio di

MARIA MONTESSORI, IERI E OGGI

“Costruire la pace è opera dell’educazione”

Nel 1906, nel quartiere romano di San Lorenzo - dove

da poco aveva preso avvio un lavoro di risanamento urbano – inizia l’esperienza destinata

a renderla famosa in tutto il mondo: Maria Montessori viene incaricata di occuparsi dei

bambini in età prescolare. Nasce il 6 gennaio del 1907 a Roma la prima "Casa dei

Bambini", per i piccoli dai 3 ai 6 anni, un vero laboratorio dove la dottoressa mette a punto

il suo metodo pedagogico. Il materiale didattico di cui la scuola viene corredata è ideato

dalla stessa Montessori. I risultati dell’esperienza condotta nelle Case dei bambini – in

particolare in quella romana – sono riassunti e illustrati nel 1909 ne “Il metodo della

pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini”, tradotto e

pubblicato poi in molte lingue. Ne deriva una fama impetuosa, che porta la Montessori a

compiere numerosi viaggi all’estero. Nel 1932, la conferenza dal titolo “La pace e

l’educazione,” in cui la Montessori afferma che l’educazione è lo strumento per formare

mentalità di pace. Da quel momento è sorvegliata dalla polizia e nel 1934 lascia l’Italia,

diffondendo in Europa, già attraversata dai primi segnali della guerra, il suo messaggio di

pace con una serie di conferenze raccolte nel libro “Educazione e pace” (1949). Maria

Montessori abbandona definitivamente l’Italia nel 1934. Al termine della seconda guerra

mondiale Maria Montessori torna in Europa, ove si impegna per la diffusione di una

pedagogia della pace, tema su cui già era intervenuta fin dal lontano 1899, nel corso di

conferenze svolte in varie città d'Italia a favore della Lega per i deficienti. In Olanda, sua

patria adottiva, rimarrà fino alla morte (6 maggio 1952).

“Se v’è per l’umanità una speranza di salvezza e di aiuto, questo aiuto non potrà venire che dal

bambino, perché in lui si costruisce l’uomo”.

Il metodo educativo ideato da Maria Montessori

(nata a Chiaravalle, Ancona, il 31 agosto 1870, e morta a

Noordwijk, in Olanda, il 6 maggio 1952), conferisce

grande centralità all’autonomia e all’auto-correzione

dell’errore. Elaborato inizialmente per i bambini disabili, fu

successivamente esteso a tutti i bambini.

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Con il patrocinio di

LA MOSTRA

L’idea della mostra ha preso avvio dal rinvenimento del Materiale Montessori un tempo

utilizzato nelle scuole di Desenzano del Garda.

Per l’esposizione di tale materiale storico (prima sala), si è voluto seguire il più possibile

l'ordine in cui la stessa Montessori lo descrive nel suo “Manuale di pedagogia scientifica”

(Alberto Morano Editore, 1935 Napoli, terza edizione), dal quale sono tratte anche le

citazioni riportate nei pannelli descrittivi e in alcune didascalie.

Non tutto il materiale sensoriale ideato per i 3-6 anni è giunto sino a noi; parte degli oggetti

esposti provengono dalla scuola primaria di via Mazzini, e trovano collocazione qui perché

proposti anche nella scuola dell'infanzia (per i 4-6 anni).

Completano l’esposizione gli Album e il materiale conservato gelosamente e messo

gentilmente a disposizione dalle signore Raffaella Acerbi, Ada Casnici, Renata Iori, Rosa

Leso, Graziella Rigoni e Angela Vetrano, Maestre Montessori che hanno insegnato nella

Casa dei Bambini e nelle classi delle scuole elementari a Desenzano del Garda.

La terza e ultima sala, vede esposti i materiali di oggi prodotti dalla ditta Gonzagarredi –

GAM, una delle principali aziende nel mondo a produrre attualmente i materiali ideati da

Maria Montessori.

La catalogazione del consistente materiale pervenuto, resa possibile anche grazie

all’apporto dell’Associazione Montessori Brescia, è tuttora in corso.

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LA CASA DEI BAMBINI

Maria Montessori estende “l'educazione speciale” - che aveva dato

meravigliosi risultati coi bambini “deficienti” - alle scuole infantili per bambini dai

3 ai 7 anni, derivandone l'opportunità dal fatto che “...se un paragone è possibile

tra i deficienti e i normali, questo è nel periodo della prima infanzia – ove il

fanciullo che non ebbe la forza di sviluppare – e quello che non è ancora

sviluppato – possono in qualche modo somigliarsi”.

Così nacque la “Casa dei bambini”.

Improntata su due principi, sociale e pedagogico, la pedagogia

montessoriana pone grande enfasi sull'importanza dell'ambiente nel quale i

bambini vivono e apprendono. Non è il bambino che si deve adattare

all'ambiente, ma è l'ambiente che deve essere organizzato “a portata” di

bambino, delle sue necessità e curiosità.

Ed ancora: “Il nostro metodo nella

1- La mente del bambino (1952)

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«Chi si proponga di aiutare lo

sviluppo psichico del bambino,

deve partire dal fatto che la mente

assorbente del bambino si orienta

sull’ambiente; e, specialmente agli

inizi della vita deve prendere

speciali precauzioni affinché

l’ambiente offra interesse e

attrattive a questa mente che deve

nutrirsene per la propria

costruzione.» [1]

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LA DIRETTRICE

"La maestra intanto osserva, non vista, tace, e nota le

caratteristiche individuali: un bambino è capace di ripeter

l'esercizio tante volte finché li ha messi tutti al loro posto, un

altro si stanca subito e lascia l'esercizio, un altro

s'impazientisce, ma vuol riuscire, un'altro pigro non ha più

forza di perseverare. Ed ella scruta, conosce, dirige le attività

psichiche di ciascuno, donde il nonne di Direttrice invece di

quello di Maestra: Direttrice della vita e dell'anima dei suoi

piccoli.”

Nella Casa dei bambini, l'adulto ha un compito molto particolare, che non

è quello di aiutare o di sostituirsi al bambino, ma quello di fornirgli i materiali

giusti per il livello di sviluppo nel quale il bambino si trova. Livello che le

maestre colgono osservando in continuazione i bambini.

Oltre al compito dell'osservazione, un altro ne ha la maestra : quello

dell'esperimento, cioè quello di far lezione. La Montessori abolisce le lezioni

collettive almeno fino a quando il bambino non abbia liberamente imparato

l'ordine collettivo nella scuola, ed anche allora saranno rarissime. Queste le

indicazioni del Metodo: « I - non insistere ripetendo la lezione, Il - non far capire

al bambino che ha sbagliato o che non ha inteso, perché lo sforzerebbe a

intendere, e altererebbe lo stato naturale che deve essere utilizzato dalla

maestra per le sue osservazioni psicologiche ».

Dalla fine degli anni ’60 sino alla seconda metà degli anni ’70, il Metodo

Montessori è stato applicato in alcune sezioni della scuola dell’infanzia e nella

primaria; era attiva anche una “Casa dei bambini”.

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VITA PRATICA

“Fornita la scuola con questi piccoli e graziosi mobili, dobbiamo indirizzare

le attività infantili a usarli tutti, a rimetterli a posto dopo che furono spostati, a

ricostruirli dopo che furono demoliti, a pulirli, lavarli e lustrarli: impiantando così

un lavoro speciale che si è dimostrato adatto in modo sorprendente ai piccoli

bambini.”

Attraverso le attività di “Vita Pratica” i bambini imparano a prendersi cura di loro

stessi e dell'ambiente, mentre attraverso il Materiale Sensoriale si appropriano

delle chiavi di esplorazione dell’ambiente. Ogni bambino sceglie liberamente

l'attività che più lo attrae, muovendosi in un ambiente preparato in cui trova ciò

che appaga il suo profondo bisogno di fare e di scoprire. In tal modo, ciascuno

pone le basi della fiducia in se stesso attraverso la coscienza del proprio saper

fare.

“… Il bambino si interessa ai lavori di vita pratica in un modo sorprendente.

Egli non lavora come faremmo noi. Non si contenta solo di raggiungere uno

scopo esterno. [...] Il lavoro più complesso e che comporta le maggiori cure da

parte della maestra è quello di apparecchiare la tavola. [...] La maestra insegna

anche qui ogni atto colla più grande esattezza: come appoggiare i piatti sulla

tavola senza fare rumore, come trasportare il vassoio che contiene vari bicchieri

di vetro senza farli tintinnare.” n. 1 Serie di vassoi

“Nella cura della persona il più difficile passo è quello di imparare a

vestirsi e spogliarsi. [...] Per agevolare l’apprendimento di tutti quegli atti così

diversi, nel mio materiale esiste una collezione di telai ai quali sono attaccati

pezzi di stoffa, di cuoio, ecc. Questi possono essere abbottonati, agganciati,

legati insieme, riassumendo tutte le diverse maniere che la nostra civiltà ha

inventato per fissare i vestiti, le scarpe ecc.” n. 2 Telai delle allacciature

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I MATERIALI DI SVILUPPO

Maria Montessori definisce “sensitivi” quei periodi dello sviluppo in cui il

bambino è spinto verso alcune attività che si rivelano particolarmente adatte alla

formazione di determinate competenze.

Il Materiale Sensoriale che accompagna lo sviluppo del bambino è

costituito da un insieme di oggetti raggruppati secondo una determinata qualità

fisica dei corpi: colori, forma, suono, stato di ruvidezza, peso, temperatura.

Costituito da una sezione del materiale ideato da Itard e Séguin per

l’educazione dei bambini ritardati e da quello usato nelle stesse “Case dei

bambini” durante il primo periodo sperimentale, aiuta la mente del bambino a

mettere a fuoco le diverse qualità intrinseche e, attraverso una manipolazione

attiva, a trasformarle in altrettanti concetti.

L’educazione dei sensi e il loro raffinamento è la base dello sviluppo

dell’intelligenza. Gli oggetti che costituiscono il materiale sensoriale sono divisi

in gruppi, ogni gruppo presenta una sola qualità (colore, peso, ecc.), ma in gradi

diversi e facenti riferimento ad un solo senso (vista, tatto ecc.). Le “tre serie di

blocchi”, primo materiale descritto dalla stessa Montessori nel suo Manuale di

pedagogia scientifica, “[...]consistono in tre serie di forme geometriche solide:

cubi, prismi ad aste”. 1 - Torre rosa, 2 – Scala marrone (non reperiti nel materiale)

3- Aste numeriche ___________________________________________________________________________________________

“... i sensi, essendo gli esploratori dell’ambiente, aprono la via alla

conoscenza. I materiali per l’educazione dei sensi sono offerti come

una specie di chiave per aprire una porta all’esplorazione delle cose

esterne, come un lume che fa vedere più cose e più particolari che al

buio non si potrebbero vedere...”

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ESERCIZI DEL TATTO

“E’ la speciale sensibilità muscolare del bambino da tre a sei anni di età,

quella che forma la sua propria attività muscolare, che stimola in lui l’uso del

senso stereognostico. Quando il bambino spontaneamente si benda gli occhi

per riconoscere i diversi oggetti, come gli incastri solidi e piani, egli esercita

questo senso.”

Nel Metodo, la Montessori attribuisce grande importanza all'educazione del

“senso tattile”, tanto da descriverne puntualmente anche le fasi di preparazione

e il metodo, appunto, per gli esercizi da realizzare con il materiale da lei ideato.

“... è bene di “preparare l’organo”, facendo immergere le dita del bambino

in acqua tiepida, e sottoponendole poi ad un rapido massaggio, asciugando

ruvidamente i polpastrelli delle dita. Dopo di ciò, si insegna al bambino a

passare i morbidi polpastrelli delle dita nella maniera più leggera sopra le due

superfici separate [...].

[...] Iniziando il bambino all’educazione del senso tattile, la maestra ha sempre

nel primo tempo una parte attiva; non deve mostrare soltanto al bambino “come

si fa”; il suo intervento è più definito: essa prende la manina di lui e la guida a

toccare le superfici con la punta delle dita, nella maniera più leggera possibile.

Essa non farà spiegazioni; le sue parole saranno piuttosto l’incoraggiare il

bambino a distinguere con la mano le differenti sensazioni. Quando egli le ha

riconosciute, allora ripete da sé l’esercizio in maniera delicata, come gli è stato

insegnato.”

4 - Tavolette liscio/ruvido, 5 - Scatola delle stoffe

6 - Tavolette del senso barico, 7 - Tavolette termiche

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LE SENSAZIONI DI COLORE

“Il primo esercizio per il bambino è quello di appaiare i colori: egli sceglie

in un mucchio di colori mescolati le due tavolette uguali, le prende e le pone una

vicino all’altra.

Naturalmente la maestra non offre al bambino tutte le centoventiquattro

tavolette in un mucchio, ma sceglie soltanto pochi colori dei più vivi, per esempio

rosso turchino e giallo, e mischia solo tre o quattro paia. [...] Fatto questo, la

maestra pone il paio insieme sulla tavola. Poi prende, forse, il turchino ed il

bambino sceglie l’altra tavoletta per formare un nuovo paio. La maestra allora

mescola ancora le tavolette, perché il bambino ripeta da sé l’esercizio, cioè,

scegliere le due tavolette rosse, le due turchine, le due gialle, ecc., e mettere i

due pezzi di ogni paio vicini l’uno all’altro. [...]

“un bambino [...], per mezzo della memoria riconosce il colore, che egli

non confronta più con una realtà, ma con un’immagine impressa nella propria

mente. E’ un vero trionfo quello di identificare l’idea con la verità corrispondente

e di prendere nelle loro mani la prova del potere mentale che hanno acquistato.”

8 – 9 – 10 -Tavolette del colore

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“E’ un vero trionfo

quello di identificare l’idea

con la verità corrispondente

e di prendere nelle loro

mani la prova del potere

mentale che hanno

acquistato.”

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LA DISTINZIONE DELLE FORME

GEOMETRICHE

“Condurre il bambino in tenerissima età a una osservazione comparativa e

sistematica delle figure geometriche – e ciò per uno spontaneo impulso – è lo

scopo del materiale che viene ora descritto: gl’incastri piani.” [...]

Anche qui il controllo dell’errore sta nel materiale, perché le figure non

possono esser incastrare esattamente se non messe al proprio posto.

“a mano del bambino durante questo esercizio di toccare i contorni delle

figure geometriche ha una guida concreta dell’oggetto. […] “Tale esercizio si può

considerare una indiretta, ma vera preparazione al disegno. [...] La piccola mano

che tocca, sente e sa come seguire un contorno determinato, e si prepara,

senza saperlo alla scrittura.” 17 - Armadietto delle forme geometriche piane

18 - Cartoncini delle figure geometriche

”Nel materiale di sviluppo vi sono anche solidi geometrici – dipinti in

turchino chiaro – una sfera, un prisma, una piramide, un cono, un cilindro. La

maniera più divertente per insegnare al bambino a riconoscere queste forme, è

di fargliele palpare ad occhi chiusi, invitandolo a indovinare il loro nome: questo

sarà insegnato in una maniera che descriverò più tardi. [...]

19 - Solidi geometrici

“Il desiderio del bambino di raggiungere un fine che conosce, lo induce a

correggersi. Non è perciò un maestro, che gli renda noto lo sbaglio e mostri la

maniera di correggerlo; ma un complesso lavoro della sua intelligenza lo

conduce a tale risultato.” ___________________________________________________________________________________________

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DAI RUMORI ALLE SENSAZIONI MUSICALI

“Un modo di mettere a disposizione del bambino oggetti capaci di

produrre rumori graduati che egli possa riconoscere e comparare, è di costruire

delle scatole cilindriche (di cartone o meglio di legno) le quali contengono oggetti

diversi ed in maggiore o minore quantità; in modo che scotendole, producano

differenti rumori. Dal più forte, ove sono sassolini che si urtano insieme, al più

tenue e soffice, ove è contenuta invece della sabbia che scivola al di dentro. Ci

sono sei scatole in gradazione, dal rumore forte al rumore sordo; e la stessa

gradazione è ripetuta in doppia serie.

Dopo una spiegazione preliminare della maestra, egli ripete l’esercizio da

sé, e se si benda gli occhi, può concentrare meglio la propria attenzione.”

11 - 12 - Cilindri dei rumori

L’educazione musicale occupa un posto

importante nel Metodo Montessori. Imparare

ad ascoltare, e quindi a riconoscere e

classificare suoni, toni, ritmi, contribuisce alla

costruzione della capacità espressiva dei

bambini.

“Per gli inizi del senso musicale, usiamo un materiale che le esperienze di

Itard (medico e pedagogista, del quale la Montessori mutua il “metodo di

osservazione del bambino” - n.d.r.) e l’uso popolare e antico delle campane, ci

confermano come adatti a svegliare il sentimento iniziale della musica. Esso

consiste in una serie di doppie campane che formano un’ottava con toni e

semitoni. 13 – Campanelli, 14 – Tavole di posa dei campanelli

15 – Tavola con il rigo musicale, 16 – Note musicali ___________________________________________________________________________________________

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EDUCARE AL LINGUAGGIO

Nella sua osservazione dei bambini, la Montessori notò che mentre un

bambino cresce ci sono alcuni periodi di tempo che appaiono essere più

favorevoli per sviluppare e perfezionare particolari caratteristiche dell'essere

umano. Chiamò questi speciali periodi “Periodi sensitivi”, un termine mutuato

dalla biologia. Caratterizzati da grande potenziale, interesse e propensione

verso una particolare sensitività, possono sfociare in un'intensa, prolungata

operosità, sempre diretta allo sviluppo e all'adattamento.

Ne è un eccellente esempio il Periodo sensitivo dell'acquisizione del linguaggio.

“La prima infanzia, è, infatti, l’età nella quale […] i suoni delle parole,

indipendentemente dal loro significato, sono ricordati con interesse spontaneo.

[…]. Si tratta dunque di un metodo che conduce il bambino alla scrittura per vie

indirette. Infatti è logico che la preparazione a fare una cosa non dovrebbe

consistere nel farla.”

Gli scopi di questo materiale sono dunque di preparare/supportare il

bambino nella scrittura e nel riconoscere l'ordine dei suoni all'interno della

parola parlata. La stessa Montessori li definisce “I fattori della scrittura preparati

all’infuori della scrittura”. […] La scrittura contiene un groviglio di difficoltà che si

possono raggruppare separatamente, e superare con esercizi diversi. Ha infatti

alcune difficoltà tutte meccaniche di esecuzione, […] e il tracciare quei fini segni

che sono le lettere dell’alfabeto.”:

I colori di fondo delle lettere smerigliate non sono casuali: rosso e blu, che

connotano rispettivamente le vocali e le consonanti, sono colori contrastanti

nello spettro solare e le vocali sono su sfondo rosso per la loro importanza

(“danno voce” alle consonanti). 20 - Incastri di ferro, 21 - Lettere smerigliate

22 - Alfabetario corsivo ___________________________________________________________________________________________

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FAME DI PAROLE

Maria Montessori definisce “fame di parole” la particolare propensione del

bambino all'apprendimento di nuovi vocaboli, che lo contraddistingue in

particolare fino ai 5 anni.

Le varie Nomenclature del Metodo svolgono una funzione sensoriale di

riconoscimento delle immagini, permettendo un ottimo esercizio di

discriminazione visiva, rispondono al bisogno del bambino di assimilare parole

nuove e facilitano la conoscenza, grazie all’organizzazione per categorie.

Maria Montessori dice che “si depositano nell'inconscio”, con una importante

funzione di preparazione indiretta alla cultura.

Le Nomenclature classificate sono insiemi di

figure riunite secondo criteri sensoriali, logici o

culturali. Usualmente si dividono in tre gruppi:

1 – figure raccolte in base a caratteristiche

comuni (animali che strisciano, ….)

2 – classificazioni specifiche (animali in base

all'ambiente in cui vivono, animali con

piumaggio, …)

3 – classificazioni scientifiche (uccelli, pesci, contrasti geografici, figure

geometriche, …)

49 – Nomenclature

“Il linguaggio si fissa per mezzo di parole esatte delle idee che la mente ha

acquistato. […] In tal modo i bambini sono capaci di “trovare se stessi” tanto nel

mondo delle cose naturali, che nel mondo delle parole che li circondano.”

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PSICO ARITMETICA

“Allo stato naturale, lo spirito umano è già matematico: tende verso

l'esattezza, la misura, il confronto” [2]

Il materiale ideato dalla Montessori, vero materiale operativo di sviluppo e

non sussidio didattico, permette al bambino di rendersi conto “dall'interno” di

determinate soluzioni e procedimenti. È materiale polivalente", in quanto può

essere ripreso a livelli diversi, per fini diversi, e riconsiderato sotto aspetti

differenti dal bambino stesso, al quale richiede attività creativa di trasformazione

- o comunque manipolatoria - che lo aiuta a sviluppare le sue potenzialità.

In particolare, la conoscenza del numero prevede tre tappe: conoscenza

delle quantità, conoscenza del simbolo, associazione di cifre e quantità. Tale

conoscenza si svolge in tre momenti (secondo il concetto montessoriano della

c.d. “Lezione a tre tempi”), per mezzo di tre materiali differenti:

1. presentazione (aste ed esercizi relativi)

2. riconoscimento (fuselli)

3. dimostrazione di possesso della conoscenza (esercizio con marchette).

“L’estrema esattezza e concretezza della mente infantile ha bisogno di un

aiuto che sia preciso e chiaro. Quando si presentano al bambino le aste della

numerazione, vediamo che fanciulletti piccolissimi prendono un vivo interesse

alla numerazione.” 3 - Aste numeriche

24 - Cifre smerigliate

25 – 26 - Casellario dei fusi

27 – Cartelli delle cifre - 28 – Cartelli e marchette

[2] Dall'infanzia all'adolescenza

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DIECI, ED OLTRE

“ […] zero è niente, ma quando è messo vicino a uno, ci

permette di contare oltre 9 cioè, 10. .[…] “Qui si presenta la

necessità di un materiale più ricco per accumulare le decine – ed

ecco che si penetra insensibilmente nel periodo della istruzione

elementare – ove un ricco materiale di perle conduce ai calcoli e

alle quattro operazioni.”

Il materiale presentato in questa sezione, proprio perché “penetra

insensibilmente” nell'istruzione primaria, viene solo brevemente descritto.

Nel Metodo, comunque, anche l'introduzione al sistema decimale è fortemente

legata all'esperienza sensoriale, ed è introdotta già nella Casa dei bambini. Ma è

anche l'organizzazione geometrica a rendere il concetto numerico (100 è il

quadrato del 10, 1000 è il cubo del 10).

Grazie alla lezione con il materiale delle perle oro, definito in questo colore

dalla Montessori perché rimanda a qualcosa di molto prezioso, dal punto di vista

sensoriale, visivo e del peso (una unità è una perla oro, una decina è un

bastoncino di dieci perle, un cento è un quadrato di dieci decine legate insieme,

…), i bambini comprendono il valore relativo dei numeri, trasformando una

qualità astratta in una caratteristica percepibile: il peso.

dal 31 al 34 - Unità, decine, quadrati, cubo di perle oro

35 – Cartelli dei numeri

I multipli (cubo, quadrato) sono srotolati, scomposti, grazie a un particolare

materiale: le catene del 100 e del 1000. 36 - Catene del 100 e del 1000

Per rafforzare il concetto dei numeri oltre il dieci, i bambini utilizzano le Tavole di

Séguin, in cui eseguono le operazioni – ad esempio 10 + 4 – sovrapponendo

materialmente il quattro allo zero del dieci. 29 – 30 Tavole di Séguin

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BOTANICA

“Le stesse piante circondano il botanico ed il comune viandante, ma il botanico

vede in ogni pianta quelle qualità che sono classificate nella sua mente, ed

assegna ad ogni pianta il suo proprio posto negli ordini naturali, dando ad

ognuno il suo proprio nome. E’ appunto questa sua capacità di riconoscere una

pianta in un complesso ordine di classificazione, quella che distingue il botanico

dal comune giardiniere, ed è il linguaggio scientifico ed esatto che caratterizza

l’osservatore esercitato.”

Anche qui, il semplice materiale ad incastri invita il bambino ad un utilizzo su

piani diversi: visivo, tattile e di classificazione, con l’impiego completo e

molteplice dello stesso “mezzo” nelle diverse discipline.

46 – Incastri di pianta, foglia e fiore

GEOGRAFIA

L'applicazione manuale aiuta

l'apprendimento.

Su questo presupposto, già nella Casa dei

bambini il Materiale di geografia propone

numerosi incastri con i continenti, gli stati,

ecc., che portano all'individuazione delle

forme terrestri, dei continenti, delle regioni italiane...

47 – 48 – Mobiletti per gli incastri della geografia

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EDUCAZIONE RELIGIOSA

Con il passare degli anni, e con l’ampliarsi del suo successo su scala

mondiale, Maria Montessori si sentì investita di una missione di “palingenesi

universale” che assunse toni decisamente religiosi: non si trattava solo di

rendere l’educazione più efficace, più a misura del bambino, ma di salvare

l’umanità attraverso il bambino. Tutte le citazioni bibliche della Pedagogista

vanno quindi interpretate in senso educativo.

Il tono profetico e religioso, che attraversa profondamente tutte le opere

della Montessori, è pienamente coerente con tutto lo spirito che ha animato il

suo pensiero.

Sull’educazione religiosa nelle “Case dei bambini”, nella più vasta bibliografia di

Maria Montessori, si ricordano in particolare: I bambini viventi nella Chiesa

(1922), La Vita in Cristo (1931), e La Santa Messa spiegata ai bambini (1932).

L'aspetto religioso è molto sentito dalla Montessori, che riflette nel suo Metodo

pedagogico importanti concetti universali.

I due Calendari in legno qui esposti sono rari esemplari del materiale

appositamente ideato dalla Montessori per illustrare ai bambini i cicli dell'Anno

liturgico, comparati con i mesi e le stagioni, riprendendone i corrispondenti colori

utilizzati nei paramenti religiosi.

c – Calendario liturgico I

d – Calendario liturgico II (accompagnato dal libretto delle istruzioni)

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EDUCAZIONE E PACE

Il tema della pace accompagnò tutta la

vita di Maria Montessori, dalle guerre coloniali

alla devastante seconda guerra mondiale. Ma

è in particolare il soggiorno indiano che le

consentì di entrare in contatto con quella che si

può definire “la culla della pace” e che segnò

fortemente il pensiero montessoriano, la sua

proposta pedagogica e quindi il suo Metodo.

“Esiste, ignorata, un'entità psichica, una personalità sociale, immensa per

moltitudine di individui, una potenza del mondo che deve essere presa in

considerazione; se aiuto e salvezza possono venire, ci verranno soltanto dal

bambino; perché il bambino è il costruttore dell'uomo.

Il bambino è dotato di poteri sconosciuti, che possono guidare ad un avvenire

luminoso. Se veramente si vuole mirare ad una ricostruzione, lo sviluppo delle

potenzialità umane deve essere lo scopo dell'educazione.”

M. Montessori, La mente del bambino

"L'educazione è l'arma della pace e la pace è la condizione della buona

educazione. La pace è una meta che si può raggiungere attraverso l'accordo e

due sono i mezzi che conducono a questa unione: uno è lo sforzo immediato di

risolvere senza violenza i conflitti, vale a dire di eludere le guerre; l'altro è lo

sforzo prolungato di costruire stabilmente la pace tra gli uomini. Ora, evitare i

conflitti è compito della politica, costruire la pace è compito dell'educazione."

M. Montessori, Bruxelles 1936