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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
CANDIDATO: Salcone Michele
SEZIONE: San Severo (FG)
TUTOR: Scimenes Pasquale Oscar
DATA RICHIESTA: 01.09.2006
DATA ASSEGNAZIONE: 13.09.2006
DATA CONSEGNA: 20.09.2008
TITOLO DELLA TESI: Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella
Branca E/E
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
“… Ma il vero modo di essere felici è
quello di procurare la felicità agli altri!”
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Indice Un’esperienza personale pag. 5 PREMESSA Un po’ di storia pag. 6 CAPITOLO I Il rapporto fra Capo e genitori pag. 9 CAPITOLO II L’inserimento di un ragazzo diversamente abile in Sezione, nel Reparto e nella Pattuglia pag. 12 CAPITOLO III Il Metodo Scaut e l’inclusione degli E/E con abilità differenti pag. 14 CAPITOLO IV Proposta per la compilazione di una Scheda di Osservazione: COSA e QUANDO osservare, per meglio intervenire pag. 22 CAPITOLO V Quali i possibili benefici dell’inclusione? pag. 26 CAPITOLO VI Riflessioni finali pag. 29 CONCLUSIONI Riferimenti bibliografici pag. 30 BIBLIOGRAFIA
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Premessa
Un’esperienza personale
o Scautismo è un tutto unico che trova il
proprio significato e la propria ragion
d’essere nel suo aspetto unitario ed anche, al di là della sua
normale applicazione, negli esempi di “Scautismo
d’estensione”, ovvero tutti quei tentativi di portare nello
Scautismo quei ragazzi con abilità differenti,
impossibilitati quindi a seguire una vita Scaut normale.
Questo concetto è frutto della mia esperienza personale,
maturata prima come esploratore e poi come Capo durante i
sei anni di servizio nella Branca Esploratori/trici, passati ad
osservare ed interagire con ragazzi diversamente abili,
inseriti in Reparti formati da esploratori/trici normodotati/e.
L UN BREVE PENSIERO
Inoltre questo mio lavoro si riferisce a ragazzi/e, compresi fra
gli undici ed i quindici anni, con abilità differenti affetti/e
da lievi ritardi mentali, motori ed audiolesi.
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Capitolo I
Un po’ di storia
o “Scautismo d’estensione” nasce e si sviluppa
nell’ambito di quel gran risveglio educativo
nella prima metà del secolo scorso, caratterizzato dalle prime
esperienze delle cosiddette scuole nuove dell’attivismo psico-
pedagogico; lo Scautismo è principalmente il primo
movimento al mondo ad aver puntato sull’integrazione dei
diversamente abili. Non a caso, Baden Powell, ne “Il libro
dei Capi”, dedicando un intero capitolo alla psicologia del
ragazzo, scrive: “È bene che voi cerchiate di ricordare, per
quanto possibile, le vostre idee di quando eravate ragazzi. In
tal modo, vi sarà possibile comprendere assai meglio i
sentimenti ed i desideri del vostro ragazzo”. La sua intenzione
è quella di convincere coloro, che in seguito si sarebbero
occupati dei giovani nel Movimento Scaut, della necessità
per l’Educatore di spogliarsi della propria mentalità e dei
gusti di uomo maturo, per fare propri quelli tipici dei
ragazzi che intende educare.
L IL LIBRO DEI CAPI
Tale concetto sarà ripreso ed “esteso” ai ragazzi con
abilità differenti (ecco il perché del termine “Scautismo
d’estensione”), dopo la sua morte e precisamente
nell’immediato secondo dopoguerra. Difatti il primo Agoon,
ovvero il Campo Estivo per gli Scaut con abilità differenti, si
tenne nel 1949 in Olanda dal 16 al 23 luglio e vi
parteciparono 130 diversamente abili con circa altrettanti
accompagnatori, più alcuni Reparti di servizio. Le nazioni
LO SCAUTISMO
D’ESTENSIONE
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
partecipanti furono Olanda, Belgio, Gran Bretagna, Francia
e Svizzera.
Altro aspetto storico di notevole rilevanza è costituito
dalle varie definizioni che l’Organizzazione Mondiale della
Salute (OMS) ha diffuso durante gli ultimi trent’anni. Le
principali pubblicazioni a riguardo sono:
ICIDH (Classificazione Internazionale delle
Menomazioni, delle Disabilità e degli Svantaggi
Esistenziali, 1980);
ICF (Classificazione Internazionale del
Funzionamento, della Disabilità e della Salute, 2001).
L’ICIDH è la classificazione delle conseguenze delle
malattie e dell’essere (definito) malato; si concentra sulle
componenti patologiche della persona ed è basato sui
seguenti tre livelli:
Menomazione, ovvero qualsiasi perdita o anomalia
permanente a carico di una struttura anatomica o di
una funzione psicologica, fisiologica o anatomica
(esteriorizzazione);
Disabilità, ovvero qualsiasi limitazione o perdita,
conseguente a menomazione, della capacità di
compiere un’attività di base, come camminare,
mangiare, bere … (oggettivazione);
Handicap, ovvero la condizione di svantaggio,
conseguente ad una disabilità, che nel soggetto limita
o impedisce l’adempimento di un ruolo sociale
(socializzazione).
L’ICF, invece, è la classificazione delle componenti della
salute, concentrata sul funzionamento delle parti sane nella
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L’ORGANIZZAZIONE
MONDIALE DELLA
SALUTE
Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
persona malata e sui relativi fattori di contesto. È un cambio
radicale poiché sposta l’attenzione dalla malattia del
soggetto alla salute di tutti i soggetti, sani e non. Non si
discute più di menomazioni ma di funzioni e strutture
corporee (non solo deficit ma parti sane) e l’handicap non è
inteso più solo come svantaggio sociale ma come possibile
partecipazione attiva nell’ambiente culturale e sociale in cui
il soggetto è inserito.
ICIDH - 1980 ICF - 2001
Menomazione Funzioni e strutture corporee
Disabilità Attività
Handicap Partecipazione
DALL’HANDICAP AL
DIVERSAMENTE ABILE
Inoltre è stato sancito il principio secondo il quale:
“Ogni persona, in qualunque momento della sua vita
può trovarsi in condizioni di salute che, in un
ambiente negativo, divengono disabilità”. Nonostante
nella quotidianità si continui ad utilizzare la vecchia
terminologia, questo principio ha contribuito ad un
graduale cambiamento nel modo di pensare comune: infatti,
nella maggior parte dei casi, un soggetto con deficit non è
più considerato “un handicappato” ma “una persona con
abilità differenti”.
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Capitolo II
Il rapporto fra Capo e genitori
no dei rapporti più difficili da gestire per noi
Capi, è quello con i genitori di ragazzi
diversamente abili, poiché sono i primi, e molte volte i soli,
a sostenere e sopportare il peso dell’handicap dei propri figli.
Molte volte li vediamo arrivare traditi e frustrati dalle tante
aspettative irrealizzate alla ricerca di qualcuno o qualcosa
che dia una svolta alla loro vita, risolvendo tutti i loro
problemi. A volte, invece, sono poco collaborativi e pronti a
nascondere i problemi del figlio, per paura che non venga
accettato agli Scaut in quanto disabile. In ogni caso, sono
persone che meritano un gran rispetto ed il nostro
compito è quello di dare una speranza basata su una
realtà positiva, ma soprattutto non illusoria.
U UN GRAN RISPETTO
ACCORGIMENTI Per rendere possibile tutto questo, è necessario
mettere in pratica i seguenti accorgimenti:
dovremo aiutare i genitori a vedere chi il ragazzo è e
non chi il ragazzo non è;
non diremo mai che il problema non esiste, perché
daremmo un messaggio utopico;
cercheremo di aiutare i genitori a non identificare il
figlio con la patologia da cui è affetto;
non dovremo dare risposte che non ci competono (ad
esempio: “Guardi che deve rivolgersi ad un medico per
suo figlio…!”) ma fare domande appropriate (ad
esempio: “Noi siamo disponibili, ma non riusciamo
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
bene a capire cosa ha suo figlio. Possiamo parlarne
assieme?”);
comunicheremo periodicamente (a maggior ragione
in presenza di un esploratore diversamente abile) ai
genitori gli obiettivi raggiunti o meno dal proprio
figlio;
se necessario, spiegheremo ai genitori la differenza
che vi è tra deficit, disabilità ed handicap.
Sarà molto più semplice, a questo punto, far capire ai
genitori che lo Scautismo agisce sull’handicap poiché,
essendo legato all’incontro tra il diversamente abile ed il suo
ambiente, dipende dal contesto. Ed è proprio sul contesto
che entra in gioco lo Scautismo, il quale organizza (prima) e
propone (poi) un ambiente capace di accogliere il deficit per
ridurre l’handicap.
Non credo si possa immaginare un contesto in grado
di accogliere tutti i deficit. Non c’è dubbio che quando i
problemi diventano più grandi delle nostre capacità e
conoscenze, questo ci mette in difficoltà. Quindi è necessario
capire bene quale offerta formativa è possibile proporre,
tenendo a mente i seguenti aspetti:
GLI ASPETTI
DELL’OFFERTA
FORMATIVA
non bisogna chiudersi a priori alle differenze, ma
neanche eccedere in uno slancio generoso che può
poi condurre a risultati opposti a quelli auspicati.
Infatti quando stabiliamo l’eventuale entrata in unità
del ragazzo con abilità differenti, occorre tanta onestà
e collaborazione con la famiglia, col ragazzo e con noi
stessi, ricordando che siamo una delle maglie di una
rete fatta dalla famiglia, dalla scuola, dal terapista,
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
dallo psicologo, eccetera. La nostra maglia può unirsi
alle altre quando si incontrano tre componenti: il
ragazzo, il Metodo e gli altri ragazzi del Reparto;
non dobbiamo inserire un ragazzo diversamente
abile in Reparto per poi escluderlo alle soglie del
passaggio in Compagnia. Non dovremmo mai dire
ai genitori: “Mi dispiace, ma per la Branca successiva
la cosa non si può più fare!”.
È fondamentale che, come noi ascoltiamo i genitori, loro
ascoltino noi. Ciò posto e chiarito, se vi è un progetto di vita
Scaut condiviso con tutta la Sezione, la presenza di un
diversamente abile allora potrà essere sicuramente utile a lui
stesso e ne beneficeranno anche gli altri ragazzi, nonché noi
Educatori.
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Capitolo III
L’inserimento di un ragazzo diversamente abile
in Sezione, nel Reparto e nella Pattuglia
‘inserimento di un ragazzo diversamente abile
va programmato sin dalla sua entrata nella L P
ROGRAMMAZIONEIN SEZIONE
Branca L/L, in modo tale da porre in essere un progetto di
crescita che lo accompagni per tutta la sua vita Scaut, poiché
ogni ragazzo con abilità differenti prevede un diverso modo
di approccio e relazione a seconda del suo vissuto familiare
ed extrafamiliare, anche se apparentemente è affetto dalla
medesima patologia. Inoltre, affinché il ragazzo possa essere
incluso in maniera efficace, occorre necessariamente
un’attenta analisi del caso specifico in seno di Comitato
Tecnico di Sezione, in modo tale che ci sia un unico filo
conduttore per tutte le Branche della Sezione, che permetta
di sfruttare al meglio tutto il lavoro svolto nelle precedenti
unità d’appartenenza.
IN BRANCA In base alla mia esperienza, suggerisco di introdurre
un solo caso per Branca, poiché i diversamente abili
tendono a relazionare fra di loro, distaccandosi così da quello
che è il contesto normalizzante (nel nostro caso, costituito
dal Reparto). Se così fosse, avremmo sì l’integrazione (dove
per integrazione si intende il semplice inserimento di un
ragazzo con abilità differenti all’interno di un gruppo di
normodotati) ma non l’inclusione (dove per inclusione si
intende l’insieme di relazioni che permettono al
diversamente abile di divenire parte attiva del gruppo di
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
normodotati) che rappresenta il fine ultimo di ogni azione
volto all’inclusione del nostro esploratore.
IN PATTUGLIA
Esaminando nello specifico la seconda Branca, ritengo
opportuno inserire l’unico ragazzo con abilità differenti nella
Pattuglia dove sono presenti gli esploratori/trici più maturi
e particolarmente preparati tecnicamente:
maturi perché dovranno essere pazienti e sensibili nel
capire i ritmi più lenti di apprendimento del loro
fratello Scaut, durante il trapasso delle nozioni e più
in generale in tutte le attività riguardanti la vita di
Pattuglia;
preparati tecnicamente perché dovranno altresì
avere ottime capacità di apprendimento che
permettono di assimilare concetti e tecniche nel più
breve tempo possibile così da poter dedicare, a loro
volta, maggior tempo all’esploratore diversamente
abile.
Così facendo questi non sarà considerato una “zavorra” ma
parte integrante ed attiva della Pattuglia, eliminando il
rischio di veder vanificato tutto il lavoro sino ad allora
realizzato.
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Capitolo IV
Il Metodo Scaut e l’inclusione degli E/E con abilità differenti
l Metodo Scaut, per come è organizzato, svolge le
sue attività come fossero dei laboratori che meglio
recuperano ed integrano le abilità differenti, elaborando
(ovviamente di concerto con i genitori, lo psico-pedagogista,
l’assistente sociale, i Capi Scaut, eccetera) quelle che sono le
aree e le modalità d’intervento per ogni singolo ragazzo,
giocando su quelli che sono i suoi punti di forza e debolezza.
La presenza del diversamente abile, in Reparto, deve essere
organizzata su tre momenti: spettatore, partecipante e
protagonista.
I L’INCLUSIONE E LE
SUE FASI
SPETTATORE Il momento da spettatore è costituito da un’attività
d’osservazione su quello che fa il Capo Pattuglia e i suoi
pattugliotti e ciò avviene durante il trapasso delle nozioni.
PARTECIPANTE Il momento da partecipante è costituito da quelle
attività dove non è necessaria la piena consapevolezza di
tutto e ciò avviene durante le attività di Pattuglia. Ad
esempio, nella costruzione di un refettorio o nel montaggio
di una tenda, l’attenzione non ricade sul singolo ma su tutta
la Pattuglia che lavora: si eviterà così che l’esploratore con
abilità differenti subisca una sorta di inibizione, sentendosi
osservato.
PROTAGONISTA Il momento da protagonista è quello nel quale il
diversamente abile ricopre un ruolo attivo, ovvero la
situazione in cui l’esploratore affronta la progressione
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
personale. Ogni prova che supera, attraverso il “saper fare”,
rappresenta per lui la costruzione della propria autonomia
ed autostima (di fondamentale importanza è che il
superamento della prova sia effettivo, onde evitare la
creazione di un risultato illusorio).
PROVE EQUIVALENTI
Va considerato comunque che i ragazzi con abilità
differenti, in base al loro deficit, non possono svolgere tutte
le prove poste in essere nella progressione personale; a questo
punto è necessario l’intervento del Capo Reparto, con la
creazione di prove equivalenti. Per esempio, ad un
esploratore con lieve ritardo motorio, psichico o psico-
motorio, non è opportuno far svolgere la prova relativa l’uso
dell’accetta o del coltello ma può essere sostituita con una
prova riguardante l’utilizzo adeguato dei componenti di una
popota e le norme igieniche nel suo utilizzo.
INCLUSIONE ED
AUTONOMIA
Restringendo il campo all’inclusione e all’autonomia,
un adolescente diversamente abile troverà di fronte a sé
principalmente due ostacoli:
le difficoltà specifiche legate al deficit;
le ambivalenze dell’ambiente, cioè tutti quegli
atteggiamenti che ostacolano la crescita di una
persona.
Un esempio di ostacolo del primo tipo: non saper fare le
legature. Un esempio di ostacolo del secondo tipo: siccome
Andrea non sa fare le legature io… gli preparo lo zaino. Il
primo ostacolo è legato al deficit, il secondo è dovuto al
pensare che se una persona non è capace di fare alcune cose è
incapace di fare tutto. La conseguenza è che Andrea, a
vent’anni, non solo non saprà preparare lo zaino, ma
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
probabilmente neanche un piatto di pasta al pomodoro.
L’inclusione, quindi l’educazione all’autonomia, deve
avvenire fin dall’infanzia, in modo che, in età adolescenziale,
trasli da dentro a fuori casa. Obiettivo dello “Scautismo
d’estensione” è offrire ai ragazzi con abilità differenti,
la possibilità di acquisire nuove competenze per
l’inserimento sociale nella vita di tutti i giorni, fuori
dalle mura domestiche, attraverso un itinerario di
apprendimento teorico-pratico (l’orientamento, l’uso dei
mezzi di trasporto, gli acquisti, eccetera…).
Ricordando, in chiave piagetiana, che l’interesse di un
ragazzo non è attirato dall’oggetto materiale in sé ma
piuttosto dalle operazioni/funzioni su oggetti o su sistemi
di pensiero o azioni, se devo insegnare l’utilizzo della corda,
non devo soffermarmi su di essa ma devo dimostrare cosa
si può fare con essa: tendere, trascinare, congiungere,
legare, eccetera…, stimolando il ragazzo con abilità
differenti a compiere una o più di queste azioni,
avvalendomi di determinate tecniche, quali il nodo, la
legatura, il tirante, eccetera… Così facendo potenzio la
conoscenza del proprio corpo, la manualità e la logica
esecutiva che, se ben sostenute, hanno un ritorno a livello
psicologico, in quanto il ragazzo si convince di saper fare ed
acquisisce di ritorno il concetto di autonomia ed utilità a se
stesso e agli altri. Tutte le attività devono essere finalizzate
all’apprendimento di specifiche abilità in un contesto
prevalentemente ricreativo. Inoltre è necessario stimolare la
capacità di comunicazione e di progettazione dei ragazzi
L’INTERESSE
DEL RAGAZZO
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
nell’individuazione assieme a loro di luoghi o situazioni da
esplorare.
LE DISABILITÀ PIÙ
FREQUENTI Passando ad analizzare quelle che sono le disabilità
più frequenti, ossia quella del linguaggio, quella psichica e
quella motoria, possiamo esemplificare il Metodo di
inclusione del nostro esploratore.
E/E AUDIOLESO Il ragazzo audioleso che non può usare il linguaggio
quale mezzo fondamentale per uscire dal proprio io e
compiere così nuove esperienze, trova nell’attività Scaut non
solo il modo di esprimersi, ma anche di perfezionare le
proprie conoscenze, e più ancora, di acquisire tutte le
principali capacità necessarie alla sua inclusione nel contesto
sociale, attraverso giochi e attività riguardanti il linguaggio
del corpo e la mimica facciale.
E/E CON LIEVE
DEFICIT PSICHICO Il ragazzo con lieve deficit psichico può ottenere
qualche risultato degno di considerazione quando vi è un
allargamento lento e progressivo del suo orizzonte mentale,
attraverso i canti, i giochi, la vita all’aria aperta, le prove
manuali, le cerimonie, i distintivi con il loro simbolismo.
Così facendo lo Scautismo offre un’atmosfera concreta e
sensibile ed un calore affettivo che gli permette di
risvegliare le facoltà sensoriali, di sentirsi felice e di
potenziare le sue capacità.
E/E CON LIEVE
DEFICIT MOTORIO Il ragazzo con lieve deficit motorio imparerà a
conoscere un albero perché vi sarà salito sopra, uno stagno
per essersi avventurato fra le canne e il fango, un vero fuoco
per averlo acceso. Anche lui vive al campo e svolge i compiti
che questo tipo di vita comporta: giocare nei boschi, fare
cucina, andare in paese per gli acquisti, tutte queste diverse
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
operazioni danno, tramite la padronanza dei muscoli,
l’agilità e la disinvoltura che di solito gli manca.
I I Capi hanno alcuni compiti molto importanti, come:
COMPITI DEL CAPOtrovare la strategia educativa adatta al singolo
ragazzo (es. al ragazzo che ha capacità d’astrazione
proporrà l’uso della cartina topografica per
raggiungere la meta, invece al ragazzo che ha
difficoltà d’astrazione proporrà di chiedere ai passanti
le indicazioni necessarie);
far si che l’esperienza diventi competenza,
aiutando i ragazzi a rileggere le azioni fatte e
memorizzarle;
fare in modo che i ragazzi diversamente abili
rispettino le regole come tutti gli altri
pattugliotti, poiché la loro accettazione, da parte dei
coetanei, passa anche attraverso la condivisione delle
stesse regole.
In tutto ciò l’importanza del gruppo è fondamentale,
perché autonomia è anche saper collaborare. Al contrario,
troppo spesso, si può cadere nell’errore di rapporti uno a
uno, con il rischio che l’adolescente con abilità differenti
diventi una sorta di satellite del Capo.
L’ERRORE DI
MEDICALIZZARE
È opportuno, quindi, che ogni Capo si ponga queste
domande. “Chi deve stare a cuore al Capo?“ L’esploratore,
Andrea. “A chi si rivolge la proposta educativa?“ Ad Andrea.
Non Andrea il disabile, ma Andrea che ascolta musica
leggera, lavora in un pub ed ha quel deficit lì. Non bisogna
fare l’errore di “medicalizzare”: a cosa serve leggere testi,
informarsi su internet, se alla fine sappiamo tutto del deficit
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
ma poco o nulla di Andrea? Non dobbiamo essere né bravi
assistenti sociali né bravi medici, né bravi psicologi, ma
“solo” bravi Educatori Scaut. Il Capo non deve intervenire
sul deficit e/o sulla disabilità ma sullo svantaggio sociale e
sul rischio di emarginazione (handicap); per questi compiti
è perfettamente attrezzato, a patto che sia consapevole (ed
ogni Capo dovrebbe esserlo) che il Metodo potrà dare
risultati positivi solo se lo si usa tutto e non solo alcune
parti. Per riuscirci occorre un paio d’occhiali con due lenti
davvero speciali: la prima per vedere quello che una persona
è, non quello che una persona non è; l’altra per imparare a
non leggere tutto in chiave handicap e cercando sempre di
pensare non a cosa l’esploratore sa fare, ma cosa
saprebbe fare se noi Educatori ci sforzassimo di
conoscere meglio chi dobbiamo educare.
Quindi ci si ritroverà a fare del vero Scautismo, anche
se, chiaramente, molte tecniche e molte attività devono
essere per così dire ridimensionate, eliminate o aggiunte,
senza dimenticare che per un ragazzo con abilità differenti
seppur il livello logico/intellettivo non potrebbe corrisponde
all’età anagrafica, ha sempre un’età esperienziale di cui
bisogna assolutamente tener conto. Altrimenti si corre il
rischio di aumentare quelle che sono le sue frustrazioni, nel
momento in cui gli si fanno svolgere delle attività diverse da
quelle dei suoi coetanei, rimarcando ulteriormente quelle
che sono le differenze. Ma le possibilità pratiche dello
Scautismo sono così molteplici e varie che tale lavoro di
adattamento non è certo difficile o, peggio, impossibile.
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
EDUCAZIONE
ALLA DIVERSITÀ È importante che, prima di inserire un ragazzo con
abilità differenti in Branca, il Capo educhi gli esploratori del
Reparto alla diversità ed sia dotato una buona dose di spirito
di immedesimazione e di pazienza, perché niente è più
importante del non avere fretta e di accontentarsi dei
risultati ottenuti, seppur minimi, poiché ogni
diversamente abile ha una propria logica, di cui bisogna
tener conto nella fase osservativa, se si vuole arrivare
all’inclusione e quindi ad una certa autonomia. Il sorriso,
l’allegria, e anche la confidenza del Capo nei suoi confronti
sono tutti fattori veramente decisivi per la sua formazione
psichica, perché servono assai bene a far superare tutte quelle
forme di “traumi” affettivi che l’infermità stessa procura. A
ciò si deve aggiungere poi la grande importanza della vita di
Pattuglia, attuata in tutta la sua estensione ed in tutte le sue
principali caratteristiche, non tralasciando l’abitudine alle
responsabilità concrete sia personali che di gruppo e
all’educazione sociale che ovviamente rappresenta sempre la
difficoltà maggiore.
In estrema sintesi, ripeto, il compito principale (e
aggiungerei naturale) del Capo è quello di
organizzare/proporre un contesto capace di accogliere il
deficit per ridurre quanto più possibile l’handicap.
Personalmente credo molto nel Metodo Scaut come
strumento di inclusione, per le seguenti tre ragioni:
CONSIDERAZIONI
SUL METODO
l’educazione alla responsabilità ed all’autonomia
(strutture fondamentali dello Scautismo), che trovano
il proprio compimento in particolar modo nei posti
d’azione e gli incarichi di Pattuglia;
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
il linguaggio dello Scautismo, che si avvale non solo
delle parole ma anche dei simboli, dell’espressione,
del corpo (una persona con disabilità può essere
deficitaria a livello verbale e nello Scautismo riesce a
trovare il proprio linguaggio);
la progressione del gruppo e la progressione
personale, due cammini di crescita che si integrano
tra loro, il migliore contesto possibile affinché una
persona con difficoltà specifiche possa essere incluso.
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Capitolo V
Proposta per la compilazione di una Scheda di Osservazione:
COSA e QUANDO osservare, per meglio intervenire
a scheda che segue è una proposta, credo assai
utile al Capo Reparto ed al suo Staff, atta a
facilitare l’inclusione di un ragazzo con abilità differenti in
Reparto. Essa è suddivisa in tre macro “aree“ e in
“descrittori” relativi a COSA osservare e QUANDO osservare.
Funzione di tali descrittori è quella di facilitare
l’osservazione dei comportamenti dell’esploratore
diversamente abile per calibrare, ed eventualmente
ricalibrare, gli interventi all’interno della Branca e della
Pattuglia.
L LE AREE E I
DESCRITTORI
Affinché tale scheda possa essere un reale strumento
di supporto all’inclusione, suggerisco la sua compilazione e
il suo aggiornamento durante le fasi di seguito descritte:
QCO
LA
UANDO
MPILARE
SCHEDA
dopo la fase di osservazione (generalmente dopo
uno o due mesi di attività) per “fotografare la
situazione di partenza”;
al raggiungimento di un obiettivo primario (a
discrezione del Capo) per controllare l’evolversi dei
progressi ed eventualmente attuare un cambio di
rotta nella programmazione delle attività;
all’uscita del ragazzo dalla Branca, per evidenziare
i risultati del lavoro svolto e fornire al Capo
Compagnia la “sua situazione di partenza”).
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Proposta per la compilazione di una Scheda di Osservazione:
COSA e QUANDO osservare, per meglio intervenire
SCHEDA DI OSSERVAZIONE
AREA MOTORIA È l’area riguardante il movimento ed il coordinamento fisico del ragazzo. COSA OSSERVARE: se è • autonomo negli spostamenti sia in sede che fuori sede • sicuro nei movimenti in sede che fuori sede QUANDO: • in situazione di normale gestione di sé (spostamenti, uso
servizi, scale, ecc…) • durante le attività in sede e non • nel gioco libero ed organizzato dai Capi • in attività di manipolazione, legature, nodi, ecc… • nell’indossare l’uniforme • nell’igiene di sé
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
AREA RELAZIONALE È l’area riguardante gli approccio e i rapporti che il ragazzo pone in essere con il gruppo (Pattuglia) e con il singolo adulto (Capo) o coetaneo (pattugliotto). COSA OSSERVARE: se ha • un ruolo attivo (collaborativo) • un ruolo passivo (dipendente, rinunciatario) • un ruolo competitivo • un ruolo propositivo • un atteggiamento di chiusura • un atteggiamento di oppositività • un accettazione dei ruoli proposti • un adattamento alle situazioni nuove, ai cambiamenti • delle proposte personali • delle richieste continue di aiuto • dei comportamenti di elusione dei compiti • dei comportamenti problematici (di aggressione, di
isolamento, di apprensione) QUANDO: • in situazione di normale gestione di sé (spostamenti, uso
servizi, scale, ecc…) • durante le attività in sede e non • nel gioco libero ed organizzato dai Capi • in attività di manipolazione, legature, nodi, ecc… • nell’indossare l’uniforme • nell’igiene di sé
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
AREA COGNITIVA È l’area riguardante le conoscenze che il ragazzo riesce a memorizzare, rielaborare ed infine ad utilizzare. COSA OSSERVARE: se ha • memoria
dei ricordi emotivi ed esperienziali delle sequenze di lavoro
• attenzione durata:
o brevissima (meno di 5 min.) o breve (da 5 a 10 min.) o media (da 10 a 20 min.) o nella norma (oltre i 20 min.)
• concetti spazio-temporali capacità di orientamento in spazi conosciuti o nuovi,
grandi o piccoli capacità di orientamento nel tempo (nell’arco della
giornata, della settimana, del mese, dell’anno) capacità di utilizzo strumenti per orientarsi nello
spazio e nel tempo (calendario, orologio, lettura di percorsi, di carte topografiche)
• capacità di rielaborazione dei messaggi verbali e scritti capacità di ascolto (intesa come comprensione di
messaggi orali) capacità di espressione orale (riportare tutto ciò che
ha ascoltato) capacità di lettura e comprensione dei testi scritti
• capacità di associazione, classificazione e di rapporto causa – effetto
QUANDO: • in situazione di normale gestione di sé (spostamenti, uso
servizi, scale, ecc…) • durante le attività in sede e non • nel gioco libero ed organizzato dai Capi • in attività di manipolazione, legature, nodi, ecc…
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Capitolo VI
Quali i possibili benefici dell’inclusione?
Il primo possibile beneficio, che 1’appartenenza al
Movimento Scaut offre ai ragazzi con abilità differenti, è la
spinta che ricevono verso il superamento di quella
inevitabile “inibizione” che si sviluppa in loro e che
rappresenta di solito uno degli ostacoli più gravi per un loro
“normale” adattamento all’ambiente sociale.
L’UTILITÀ DELLO
SCAUTISMO PER I
DIVERSAMENTE ABILI
Un ragazzo audioleso, per esempio, anche quando
abbia imparato a parlare, ben difficilmente oserà stabilire
rapporti di amicizia con i suoi coetanei normodotati, e
altrettanto difficilmente si avventurerà nella vita civile,
anche nei suoi aspetti elementari. Cosi come un ragazzo con
lieve ritardo mentale, anche quando sia riuscito ad imparare
a muoversi con relativa sicurezza, di solito non sarà
psicologicamente capace di ritenersi alla stessa stregua degli
altri. Ma, una volta entrati nel Mondo Scaut, essi hanno una
grossa possibilità di sentirsi effettivamente parte di una
grande famiglia di ragazzi, giungendo ben presto a
considerarsi alla stessa stregua degli altri, riprendendo
fiducia nella loro possibilità di vivere e nell’osservare gli
stessi obblighi sociali.
Tutto ciò non conduce soltanto verso la conquista di
una già importante capacità di autonomia, ma da un lato dà
anche modo di superare quella forma di passività molto
spesso presente in loro e dall’altro di formare in essi quel
gusto del lavoro fatto bene e quel desiderio di apprendere,
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
che sono le premesse indispensabili per una formazione
professionale.
Nella vita in comune che lo Scautismo offre, nella
quale le gioie e le fatiche vengono divise perché tutti si
sforzano di diventare amici fra di loro, col passare del tempo
la confidenza aumenta e i momenti nei quali il ragazzo trova
il bisogno di esprimere i propri sentimenti diventano
sempre più numerosi. Il fatto di dare fiducia e
responsabilità, utilizzando e valorizzando il bisogno
naturale di affermarsi, combatte l’apatia, il senso di
diversità e di sfiducia nella vita. Tutto ciò, ha un risvolto
psicologico di notevole importanza, poiché se il ragazzo
diversamente abile raggiunge degli obiettivi fino ad allora
insperati, scatta in lui la molla dell’autostima: si convince
toccando con mano, di poter essere utile a se stesso e agli
altri, diminuendo quelle che sono le proprie frustrazioni e
dando così vita all’inclusione.
L’UTILITÀ DEL
DIVERSAMENTE ABILE
PER LO SCAUTISMO
Altro possibile beneficio, che l’inclusione di un
ragazzo con abilità differenti offre allo Scautismo, è
costituito dal fatto che il suo arrivo in una unità è
un’occasione forte di educazione all’accoglienza: infatti va
a scardinare dei meccanismi grazie alla particolare attenzione
che gli viene dedicata da tutti. Ed è la qualità complessiva
della proposta educativa che ne beneficia. Un esempio
semplice ed efficace: le olimpiadi Scaut sono un attività
tradizionale di Reparto, durante il campo estivo. Se Andrea
è affetto da ritardo motorio, il Capo “sarà costretto” dalla
novità ad inventare altre competizioni per sostituire la corsa,
il salto in lungo ed il salto in alto. Ad esempio, proporrà il
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
tiro delle freccette e la pesca con la calamita, dove Andrea
potrà far valere quelle che sono le sue abilità dal punto di
vista della precisione, a differenza di altri, facendo così venir
fuori le piccole diversità di tutti e le necessità di attenzione
ad esse.
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Conclusioni
Riflessioni finali
oglio terminare questo mio lavoro
sottolineando come a beneficiare
dell’inserimento e della successiva inclusione di un ragazzo
con abilità differenti, è ovviamente il ragazzo stesso ma
anche il Reparto che lo accoglie, vista la molteplicità di
relazioni biunivoche che si instaurano e che arricchiscono
tutti gli attori in gioco.
V
Concludendo, riporto la frase di un Capo Scaut con
abilità differenti, pronunciata a conclusione del Convegno
“Scoutismo & Handicap” tenutosi a Napoli il 01.03.2003:
”Un messaggio che voglio lasciarvi è che non tutto si
risolve. Bisogna essere molto obiettivi e riconoscerlo.
Non tutto si risolve, è vero, ma molto sì. Ho imparato
ad essere autosufficiente non soltanto grazie allo
Scoutismo, ma sicuramente anche grazie allo
Scoutismo”. Un’indimenticabile lezione di vita, capace di
comunicare una straordinaria carica di gioia e di vitalità, per
trovare il coraggio e la volontà di accettare con allegria e
concretezza la propria condizione di diversamente abile,
sviluppando e mettendo a disposizione degli altri un mondo
interiore d’incredibile ricchezza.
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Metodi di integrazione di ragazzi con abilità differenti nella Branca E/E
Bibliografia
Riferimenti bibliografici
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BADEN POWELL Suggerimenti per l’educatore scout - Ed. Ancona, Milano 1963
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P. BERTOLINI V. PRANZINI Pedagogia scout - Ed. Nuova Fiordaliso, Roma 2001
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ORGANIZZAZIONE MONDIALE Classificazione Internazionale del Funzionamento, DELLA SALUTE della Disabilità e della Salute (ICF) - Ed Erikson, Trento 1980
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