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LAMA YESHE

LA PACIFICA TRANQUILLITÀDEL SILENZIO MENTALE

Buddhismo, mente e meditazione

A cura di Nicholas RibushTraduzione italiana di Erica PellatiEditing a cura di Leonardo Cirulli

Istituto Lama Tzong Khapa Edizioni

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Lama Yeshe Wisdom Archive • Bostonwww.LamaYeshe.com

Un’organizzazione no-profit per il beneficio di tutti gli esseri senzienti. Affiliataalla Fondazione per la Preservazione della tradizione Mahayanawww.fpmt.org

LAMA YESHE WISDOM ARCHIVEPO BOX 356, WESTON, MA 02493, USA

PO BOX 356, WESTON, MA 02493, USA

© Ghesce Jampa Tegchok 2006

Non riprodurre nessuna parte di questo libro senza il permesso dell’editore

ISBN

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Indice

Introduzione dell’editore pag. 9

Cap. 1 Buddhismo: qualcosa alla portata di tutti ” 11

Cap. 2 Spiritualità e materialismo ” 23

Cap. 3 L’esperienza della saggezza del silenzio ” 35

Cap. 4 L’atteggiamento mentale è più importantedell’azione ” 47

Cap. 5 Un’introduzione alla meditazione ” 61

Cap. 6 Seguire il sentiero senza attaccamento ” 73

Glossario ” 91

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Ringraziamenti dell’editore

Siamo estremamente grati ai nostri amici e sostenitori che hanno per-messo al Lama Yeshe Wisdom Archive non solo di esistere, ma anchedi funzionare: a Lama Yeshe e Lama Zopa Rinpoce, la cui gentilezzaè impossibile ripagare: a Peter e Nicole Kedge e alla Venerabile AilsaCameron per il loro lavoro iniziale sull’Archivio, al Venerabile RogerKunsang, l’instancabile attendente di Lama Zopa, per la sua genti-lezza e considerazione, e ai sostenitori che ci aiutano: Barry e Con-nie Hershey, Joan Halsall, Roger e Claire Ash-Wheeler, Claire Atkins,Thubten Yeshe, Richard Gere, Doren e Mary Harper, Tom e Su-zanne Castles, Lily Chang Wu e Hawk Furman.

Siamo anche profondamente grati a tutti coloro che sono diven-tati membri dell’Archivio negli ultimi anni. Potete trovare i dettaglidelle condizioni per diventare membri in fondo al presente libro, e senon lo siete ancora prendete in considerazione l’idea di unirvi a noi.Grazie alla loro gentilezza, ora abbiamo molti curatori che lavoranosulla nostra vasta raccolta di insegnamenti per il beneficio di tutti.Abbiamo pubblicato la lista dei singoli membri e quella delle societàsul nostro sito web, www.LamaYeshe.com. Ringraziamo ancheHenry e Catherine Lau e S.S. Lim per il loro aiuto per il programmaassociativo a Singapore e Serina Yap per quello in Malesia. Graziemolte a tutti per le vostre intuizioni e la vostra gentilezza. In parti-colare vorrei ringraziare i gentili sostenitori che hanno risposto al

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nostro appello di richiesta di fondi per la presente ristampa: ClaireRitter, Diana Van Die (in memoria di Miep e Pepe Van Die), Ven.Tenzin Lhamo, Cindy Alaia Griffith (in memoria dei suoi genitori,Walter e Lillian Smith ), Paula deWijs, Cecilia Tsong, Tushita Medi-tation Center, Beth Siomn e un generoso benefattore anonimo.

Inoltre, vorrei esprimere il mio apprezzamento per la gentilezzae la compassione di tutti gli altri generosi benefattori che hanno con-tribuito con donazioni al nostro lavoro da quando abbiamo iniziatoa pubblicare libri gratuiti. Fortunatamente siete troppo numerosi peressere citati individualmente in questo libro, ma noi valutiamo enor-memente ogni donazione che favorisca la diffusione del Dharma peril beneficio degli esseri senzienti nostre madri amorevoli, e ora ren-diamo omaggio a voi tutti sul nostro sito web. Mille grazie.

Infine, vorrei ringraziare tutte le persone che hanno chiesto chele loro donazioni fossero anonime; i volontari che hanno dato cosìgenerosamente un po’ del loro tempo per aiutarci con l’invio dellaposta, specialmente Therese Miller; mia moglie, Wendy Cook, per ilsuo costante aiuto e supporto; lo staff dedicato del nostro ufficio,Jennifer Barlow, Sonal Shastri e Italo Piva; il Ven. Thubten Labdron(Trisha Donnelly) per il suo aiuto in archivio e nella revisione; il Ven.Bob Alcorn per il suo incredibile lavoro sui DVD di Lama Yeshe;Veronica Kaczmarowski, Evelyn Williames, della FPMT Australia &Mandala Books (Brisbane) per l’assistenza molto apprezzata per la di-stribuzione in Australia; Dennis Heslop, Philip Bradley e gli altri no-stri amici alla Wisdom Books (Londra) per il loro grande aiuto nelladistribuzione in Europa; i nostri trascrittori volontari; e Greg Sned-don, Dr. Su Hung e Anne Pottage in Australia per il loro aiuto [perl’audio] nel nostro lavoro.

Se tu, caro lettore, volessi unirti a questo nobile gruppo di altrui-sti di buon cuore, contribuendo alla produzione di altri libri gratuitidi Lama Yeshe o Lama Zopa Rinpoce o ad ogni altro aspetto del la-voro del Lama Yeshe Wisdom Archive, per favore contattaci per sa-pere come.

Dr. Nicolas Ribush

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Per il merito di avere contribuito alla diffusione degli insegnamentidi Buddha per la salvezza di tutti gli esseri senzienti, possano

i nostri benefattori, le loro famiglie e i loro amici avere una vita lunga e insalute, ogni felicità, e possano tutti i loro desideri di Dharma

essere esauditi istantaneamente

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Introduzione dell’editore

Siamo lieti di presentarvi la prima ristampa del quarto libro diinsegnamenti di Lama Yeshe pubblicato dal Lama Yeshe Wisdom

Archive.

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CAPITOLO 1

Buddhismo: qualcosa alla portata di tutti

Alcune persone pensano di sapere tutto sul buddhismo e sui bud-dhisti soltanto perché hanno letto un paio di libri. Ne prendono unoa caso: “Hmm. Vediamo cosa dice questo libro. Bene, secondo quelloche c’è scritto, sembra che i buddhisti siano veramente estremisti.Credono in tutta una serie di stranezze.” Poi ne prendono un altro:“Mio Dio, i buddhisti sono totalmente nichilisti.” Queste personegiungono a molte conclusioni sbagliate sulla base di informazioniestremamente limitate, senza vedere nulla del quadro generale. Que-sto è davvero pericoloso.

Magari leggono qualcosa sulla filosofia della scuola buddhista Ma-dhyamaka, che è conosciuta per il suo rigoroso approccio intellet-tuale al soggetto della vacuità, la natura ultima della realtà, che puòessere difficile da capire. Questo può portarli a pensare: “Oh, i bud-dhisti non sono religiosi, sono atei. Non credono in niente. Pensanoche nulla esista. Come possono considerarsi religiosi?” Anche que-sto può essere pericolosissimo.

Altre persone potrebbero concludere: “Caspita! I buddhisti cre-dono in tre divinità. Affermano che il Buddha è un dio; il Dharma èun altro; il Sangha è il terzo. Devono essere supercredenti. È troppo.In occidente non si è mai sentito nulla di simile a tre divinità; solo unaesiste. Siamo religiosi, ma abbiamo un solo Dio. Non possiamo nem-

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meno essere d’accordo con i buddhisti su quanti dèi ci siano”.Se considerate solo un aspetto limitato del buddhismo, è naturale

che potrebbe sembrare troppo per voi. Ma il buddhismo non ri-guarda solo una o due cosette; non è una filosofia limitata. Il Buddhaspiegò la natura di ogni singolo fenomeno dell’universo.

A questo punto, ho accumulato circa nove o dieci anni di espe-rienza insegnando filosofia buddhista agli occidentali e sperimen-tando come si adatta alle loro menti, soprattutto durante i corsi dimeditazione di un mese che teniamo ogni anno al monastero diKopan, in Nepal. In questi corsi proviamo a spiegare ogni cosa, maho notato che se parliamo troppo dell’aspetto negativo delle cose,gli studenti rimangono sconvolti; non tutti, ma numerosi. Dicono:”Questi Lama enfatizzano troppo il negativo. Perché non parlano dipiù del positivo?” Il buddhismo non discute solo di afflizioni men-tali e sofferenza. Perché ci parlano di queste cose negative ognigiorno?”

La caratteristica del buddhismo, tuttavia, è che prima di poter in-traprendere il sentiero giovevole verso la liberazione, verso l’illumina-zione o Dio – in qualsiasi modo lo vogliate chiamare, il nome non haimportanza – dovete conoscere come opera la vostra mente negativa.

Se non capite come le due visioni estreme della sopravvalutazionee della sottovalutazione funzionano dentro di voi, come potete cor-reggere le vostre azioni e prendere il sentiero giusto? Pertanto, è cru-ciale conoscere gli aspetti negativi della vostra natura. In realtà, secomprendete l’evoluzione della vostra mente negativa dall’inizio allafine, vi sentirete a vostro agio. Al contrario, se non sapete come fun-ziona, finirete per pensare che le azioni negative siano positive.

Inoltre, se provate a praticare il sentiero della liberazione senzauna solida base riguardo a che cosa sia vantaggioso e cosa sfavore-vole, una semplice domanda provocatoria di qualcuno su cosa statefacendo potrebbe farvi deragliare completamente. Potrebbe crearviconfusione e farvi abbandonare tutto: questo è segno di una mentedebole. Dovreste vedere la totalità sia della mente positiva sia dellamente negativa.

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Alcune persone, probabilmente, considerano il buddhismo comeuna religione gradevole che si esprime sempre diplomaticamente edolcemente su argomenti sacri. Quando iniziamo a insegnare il bud-dhismo ai principianti, non cominciamo parlando di cose sacre. Laprima cosa che spieghiamo è la natura fondamentale della vostramente attuale – cosa sta succedendo quaggiù adesso – non parliamodel Buddha lassù.

A questo punto, in ogni modo, vorrei dire qualcosa sulla natura dibuddha. Come ho detto prima, alcune persone che hanno una co-noscenza limitata del buddhismo pensano che, mentre il Cristiane-simo e altre religioni affermano che Dio è uno solo, i buddhistivenerano tre divinità. In realtà, se capite la vera natura di Buddha,Dharma e Sangha, sapete che non c’è separazione fra loro. Buddhaè il Buddha; Buddha è il Dharma; Buddha è il Sangha. Accettare Bud-dha, Dharma e Sangha come rifugio finale non contraddice l’unità diDio.

Alcune persone pensano che il buddhismo sia semplicemente unafilosofia intellettuale e non comporti alcuna pratica religiosa. Anchequesto non è vero. Il buddhismo comprende sia una filosofia intel-lettuale sia una pratica religiosa. Quando il Buddha insegnava, istruivai suoi studenti come individui, offrendo ad ognuno ciò di cui avevabisogno. Dovendo offrire una soluzione per eliminare la mente ne-gativa, rivelò metodi differenti, perché la mente negativa di ogni per-sona è diversa. Alcune volte spiegava: “Si, ciò esiste”, ma altre voltediceva: “No, non esiste”, attingendo dai vari sistemi filosofici bud-dhisti il metodo più adatto al livello mentale di ogni persona.

Vedendo questo, le persone le cui menti sono limitate potrebberopensare che il Buddha fosse confuso, che le sue spiegazioni fosserocontraddittorie. Ma il Buddha non era confuso. Era un saggio mae-stro che vedeva che menti diverse sperimentavano problemi diversie, perciò, erano richiesti diversi rimedi. Per esempio, un medico abilepotrebbe consigliare a un paziente affetto da febbre di digiunare perun paio di giorni, ma poi invita il paziente a mangiare. La personadalla mente ristretta potrebbe osservare: “Questo dottore è sciocco.

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Un giorno dice di non mangiare, il giorno dopo consiglia di man-giare. È davvero confuso.” In realtà il dottore è saggio. Egli capiscel’evoluzione della malattia del paziente, quindi prescrive trattamentidifferenti in tempi diversi.

Il Buddha, il medico supremo, trattava i suoi discepoli allo stessomodo. Insegnava agli esseri senzienti in accordo al loro livello men-tale. Non potete all’improvviso iniziare a parlare delle intricate im-plicazioni intellettuali della visione illuminata a persone le cui mentisono totalmente confuse. Hanno una lunga strada da percorrere; ènecessario insegnare ciò che le loro menti limitate possono digerire.Se anche il Buddha vi insegnasse cose che le vostre menti non pos-sono digerire, ne sareste spaventati. Invece di generare merito, ri-marreste sconvolti. È bene sapere questo.

Anche prima che il buddhismo arrivasse in Tibet, esistevano giàmolte diverse scuole, dottrine e visioni filosofiche buddhiste. Ci sonoancora, ma fondamentalmente non sono in alcun modo contraddit-torie: sono tutte utili per il graduale sviluppo della mente umana.

Nella scuola inferiore di filosofia buddhista, il Buddha insegnache i fenomeni sono esistenti di per sé. In quella seguente insegna cheessi non sono completamente esistenti di per sé, che qualcosa vienedalla parte degli oggetti e qualcosa dalla parte della mente. Infine eglispiega che in realtà nulla proviene dalla parte dell’oggetto; esso esi-ste solo nominalmente.

Scoprirete che altre religioni non hanno questi differenti livelli divisione; non hanno una varietà di approcci per lo sviluppo gradualedella mente umana. Nel buddhismo, quando la vostra mente è al li-vello iniziale, vi vengono date alcune pratiche da compiere. Quando,attraverso queste pratiche, la vostra mente si è sviluppata un poco, vivengono insegnati i metodi per il livello successivo. Quando lo aveterealizzato, proseguite mediante tecniche più avanzate. In questomodo, per gradi, la vostra comprensione e percezione cambiano evoi progredite sul sentiero. Quindi, il buddhismo è davvero preciso.Chiunque voi siate, potete trovare spiegazioni filosofiche specifichee metodi di pratica che si adattano al livello della vostra mente.

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In occidente prendiamo un libro a caso: “Oh, questo sembrabello. Mi piace. Penso che praticherò questa meditazione.” Ma anchese le parole vi suonano bene e vi piace l’idea, se non siete pronti peruna certa pratica, non c’è modo che la possiate integrare con la vo-stra mente, e se ci provate potreste finire per pensare: ”Oh, questometodo non funziona.” Il problema, tuttavia, non è il metodo, è il vo-stro provare a mettere in pratica qualcosa per la quale non sietepronti. Non sapete come integrare quell’idea con la vostra mente ocome inserirla nella vostra esperienza. Questo è il problema.

Potete trovare belle idee in tutti i libri del mondo, ma in che modoqueste idee sono in relazione con la vostra mente? Come le fate en-trare nella vostra esperienza quotidiana? Se siete in grado, per voi haun senso praticarle. La vostra mente diventerà aperta, elastica e gen-tile, calma e pacifica, e la vostra vita sarà più felice. Comincerete a gu-stare il miele del Dharma. Altrimenti niente miele, solo Coca Cola.Troppa Coca, troppo gas. Niente sonno e tutti che corrono in bagno.Sto scherzando! Non sto parlando di nulla di fisico; questi sono soloesempi per la mente.

Tutto ciò che trovate nella filosofia e nella pratica buddhista è utileunicamente per il trattamento psicologico della mente umana. Il Bud-dha non ha mai proposto alcuna filosofia astrusa per poter procla-mare orgogliosamente: “Questa è la mia dottrina.” Egli non ha maisostenuto alcun punto di vista filosofico che non fosse in relazionecon la mente umana o che non fosse finalizzato a integrarsi con essa.Mai. Il buddhismo è un modo di vivere la vostra vita correlato allavostra mente, alla vostra visione, alla vostra esperienza. Perciò stateattenti quando valutate il buddhismo: ”È questo, questo e quello.”

Per esempio, dopo questa conferenza, andrete a casa e direte aglialtri: “Il buddhismo è questo, il buddhismo è quello, perché questoLama tibetano ha detto così.” Ma, per favore, non pensate che sta-sera vi ho detto tutto sul buddhismo. Ho appena grattato la superfi-cie. Ciò di cui sto parlando qui non rappresenta affatto la portata delbuddhismo.

Dal momento che le differenti scuole buddhiste e le loro visioni

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sono graduali – scuole diverse per menti diverse – come fate a sapereche, quando scegliete un testo particolare, ciò che contiene sia adattoalla vostra mente? Naturalmente negli insegnamenti del Buddha cisono metodi per ognuno di noi. Se siete saggi, certamente potetescegliere un testo che sia adatto a voi. Nel buddhismo c’è qualcosaper ognuno di noi – qualcosa che chiunque può capire e realizzare –e niente che sia troppo difficile per qualcuno, che nessuna menteumana sia in grado di comprendere. Il Buddha ha dato insegnamentiprecisi che possono essere compresi da qualsiasi individuo in accordoal proprio livello mentale – metodi diversi, visioni diverse, filosofie edottrine diverse.

Per esempio, il Buddha diede una spiegazione generale sul fun-zionamento del karma nella vita quotidiana, perciò non c’è bisognodi un intelletto sofisticato per capire. Nei suoi primissimi insegna-menti sulle quattro Nobili Verità, Egli spiegò il karma molto sem-plicemente. Per prima cosa spiegò le vere sofferenze, non è forsebuon senso questo? Se qualcuno descrive la vostra mente agitata –come arriva, come se ne va, che effetti produce – come potete rifiu-tare o negare tutto questo? “Oh, per me è troppo.” Impossibile.Come potete rifiutare qualcuno che vi insegna correttamente e indettaglio in che modo la vostra mente è turbata, in che modo è inconflitto ogni giorno perché è scissa, non integrata? Se qualcuno vioffre una perfetta spiegazione di questo, come potete affermare cheè troppo difficile da capire?

Non proviamo certo a insegnare ai principianti le implicazionidella filosofia Madhyamaka. Siamo subito in grado di capire chi èpronto ad ascoltare insegnamenti sulla vacuità e chi non lo è. Mapossiamo insegnare loro qualcosa sui problemi che affrontano ognigiorno nella vita e sulla natura della vera sofferenza in modo che pos-sano comprendere l’evoluzione della loro realtà giornaliera.

In realtà il Buddha ha affrontato la sofferenza umana e la menteturbata in molti modi diversi. Ad alcune persone ha dato spiegazionimolto semplici; ad altri, più evoluti intellettualmente, ha dato spie-gazioni più sottili e tecniche. Anche il modo in cui egli insegnò la na-

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tura della sofferenza è magnifico, utilizzò molti approcci diversi perpresentare questo argomento alla mente umana. Non è sorpren-dente? Come potete negare la vostra mente turbata? “Non credo diavere una mente turbata. Non voglio sentirne parlare.” Come potetenegare tutto ciò? Tutti i giorni della vostra vita siete intrappolati nelvostro corpo fisico e dovete averci a che fare. Nel momento in cuiqualcuno vi chiarisce la sua natura, come potete rifiutarlo? Forse po-treste replicare che voi non avete una mente agitata. In questo caso,vi chiedo di verificare come state quando vi alzate al mattino. Siateconsapevoli solo per una giornata, poi vedrete. Forse vi basta anchemeno di un giorno. Provate a stare seduti tranquilli per un’ora agambe incrociate. Il vostro ego andrà totalmente in agitazione: “Oh,mi fanno male le ginocchia.” Il dolore alle ginocchia è passeggero; lavostra mente agitata continua ad andare, ancora e ancora, tutto ilgiorno e tutta la notte, per mesi, per anni. Non si ferma mai.

In sanscrito, la parola per insegnamenti del Buddha è “Dharma”.Il Dharma è la medicina. Così come ogni malattia fisica ha il suo ri-medio, il Buddha ha prescritto un metodo specifico per ogni affli-zione mentale. Questo è ciò che ha insegnato. Egli non hasemplicemente dispensato lo stesso insegnamento per tutti, senzaconsiderazione per le persone e per il loro specifico problema. Per-ciò non potete affermare: “Il buddhismo è questo.” Il Dharma nonè una cosa sola.

Come ho detto prima, ci sono varie scuole di pensiero buddhista.Le due principali sono quella Hinayana e quella Mahayana. La Ma-hayana, a sua volta, è divisa in Paramitayana e Tantrayana (o Vajra-yana). La Tantrayana, o tantra, contiene a sua volta una varietà discuole. Fondamentalmente ce ne sono quattro, ciascuna delle quali hale sue specifiche tecniche, ma ora non posso addentrarmi. Tuttavia,per voi è importante sapere che esiste un sentiero così ben struttu-rato e graduale, attraverso il quale potete sviluppare la vostra mentefino all’illuminazione. Siccome il buddhismo tibetano non è ancoraben conosciuto in questa parte del mondo, ne sto parlando per vo-stra informazione.

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Per esempio, oggigiorno abbiamo modalità avanzate di trasporto,come auto veloci e jet, ma ciò non significa che non ci sia più postoper la bicicletta. Nell’evoluzione del trasporto umano, si iniziò consemplici carri, poi arrivarono le auto, poi gli aerei e ora abbiamo irazzi spaziali e così via. Presto ci sarà qualcosa che supererà anche irazzi di oggi; non pensate che siano l’ultima invenzione umana.

Non c’è limite a quanto la mente umana possa svilupparsi. Oggitutti hanno il televisore, ma poche decadi fa, se aveste descritto un ap-parato televisivo a qualcuno, non avrebbe creduto possibile una cosadel genere. O ancora, al giorno d’oggi, almeno nei paesi avanzati,tutti hanno un’automobile.

Forse fra qualche tempo ognuno di loro avrà un jet. Mi direte chenon è possibile, ma perché no? Queste cose sono fenomeni materialie, se la mente umana fa uno sforzo in quella direzione, queste cosepossono svilupparsi. Non c’è niente di soprannaturale: semplice-mente non è ancora accaduto.

In ogni modo, ciò che voglio dire è che, come in queste cose ma-teriali ci sono gradi di sviluppo e le versioni precedenti non entranoin conflitto con le nuove, così le filosofie, dottrine, visioni e metodicontenuti nel profondo insegnamento del Buddha sono tutte pre-senti per il graduale sviluppo spirituale di ogni individuo e non sonoin contrasto o in contraddizione tra loro.

Naturalmente, se pensate che il mondo materiale che percepitecon i sensi sia tutto ciò che esiste e che non c’è opportunità di rea-lizzare ciò che immaginate, queste sono puramente speculazionimentali, e comunque è ridicolo. Anche l’inventore del razzo ha do-vuto disegnarlo nella sua mente prima di crearlo. Prima lo ha imma-ginato, poi ha messo assieme gli elementi materiali necessari aprodurlo; poi il razzo è apparso. Non c’è modo in cui egli avrebbepotuto costruire un razzo senza prima averlo creato nella sua mente.Quindi potete vedere che tutte queste diverse invenzioni modernerisultano dal potere della mente umana. Non dovete pensare, quindi,che i sogni non diventino mai realtà. È possibile.

Forse per ora è tutto. Fondamentalmente il buddhismo Mahayana

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contiene numerosi metodi e tecniche, e ognuno di essi è necessarioper lo sviluppo della mente umana. Non intendo entrare nello spe-cifico ora, ma se avete domande, sarei felice di poter rispondere.

Domanda. Vorrei chiedere qualcosa a proposito della reincarna-zione. Alcuni occultisti credono che se si è rinati in un paese occi-dentale, si è nati là per idee che devono essere apprese in occidente,e accettare un insegnamento orientale significa regredire perché sisarebbe già stati in oriente molte volte prima. Ora, questa può essereuna visione sciocca, ma alcune persone la sostengono, e mi chiedocosa Lei ne pensi.Lama. Bene, è una bella domanda, credo! Quindi, qual è la tua

conclusione? Che coloro che sono nati in occidente sono esseriumani avanzati e quindi per loro imparare la filosofia orientale si-gnifica discendere nel regno animale? Suona un po’ così. Ma è unabuona domanda; alcuni possono pensarla così. E sono d’accordo chequalcuno possa pensare: “Sono stufo del modo di vita occidentale.Non lo sopporto più. Vado in oriente.” Questa persona è troppoestrema e il suo rigettare l’occidente e adottare le idee orientali inquesto modo può essere visto come un regresso al regno animale.

Ma un altro occidentale potrebbe pensare: “Ho tutto. Sono be-neducato, ho una moglie e una famiglia. Un buon lavoro, una casa,un’automobile e molti soldi, ma ancora non sono soddisfatto.Quando ero bambino pensavo che quando avrei avuto tutto ciò sareistato soddisfatto, ma non lo sono. Il denaro non è tutto. Ho bisognodi un sostegno per la mia mente.” Egli conosce l’intera sequenza del-l’esperienza occidentale dall’inizio alla fine, ma non è ancora soddi-sfatto e desidera imparare qualcosa sulla mente. Così, dove puòandare? Sa che gli psicologi occidentali non possono spiegare la na-tura della mente e come opera nel momento presente. Ma egli cercasoddisfazione adesso. Vuole essere in grado di affrontare il mondo esostenere ciò che pensa senza paura. Egli si guarda intorno e giungealla conclusione che il pensiero orientale può aiutarlo più di quellooccidentale. Arrivare alla filosofia orientale in questo modo è un pro-

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gresso, non una regressione al regno animale. Per alcuni è necessa-rio. Perciò, adottare il pensiero orientale per alcuni può essere posi-tivo, per altri negativo.

Domanda. Alcuni scienziati affermano che ci sono esseri intelligentinell’universo. La Terra è l’unico posto in cui le persone possono rag-giungere l’illuminazione o lei considera che ci siano esseri intelligentisu altri pianeti che possono ottenere l’illuminazione nella propria di-mensione?Lama. Non solo in questo sistema solare puoi illuminarti. Sia gliscienziati sia il Buddha hanno descritto miliardi di sistemi solari. Ciòche il Buddha ha descritto 2500 anni fa e ciò che gli scienziati odiernihanno scoperto combaciano perfettamente.

Domanda. Lei si è reincarnato? Ha avuto vite precedenti?Lama. Sì, naturalmente. La mia mente, ma non questo corpo, arrivada vite precedenti. E continuerò a farlo per sempre. Questa vita di-venterà una vita passata delle mie future vite. Nulla può fermarel’energia della coscienza o mente. Pertanto uccidersi non è la solu-zione a una vita difficile. È molto meglio rilassarsi semplicemente easpettare che la morte arrivi a tempo debito.

Domanda. Il buddhismo insegna una fine a una mente particolare op-pure il trasferimento della mente dura per sempre?Lama. Alcuni tipi di mente possono finire, ma non c’è fine alla mentesottile. La mente ordinaria, come le onde sull’oceano, può finire, mal’energia dell’oceano della mente scorre per sempre.

Domanda. Ciò significa che il mondo e l’universo continueranno in-finitamente?Lama. Ho detto che è la mente che continua.

Domanda. E chi è che fa sì che questa ruota continui a girare?Lama. Chi fa in modo che la ruota della mente continui a girare?

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L’energia. Per esempio, l’energia della tua mente di ieri automatica-mente muove la tua mente di oggi. È proprio come accade al tuocorpo in quanto, quando esso muore, l’energia dei suoi elementi con-tinua a muoversi, sebbene in un’altra forma.

Domanda. C’è sempre stato lo stesso numero di esseri senzienti? Cisarà sempre lo stesso numero?Lama. In questo sistema solare il numero cambia. A volte più, a voltemeno. In questo sistema solare gli esseri senzienti vanno e vengono.

Domanda. Questo significa che potremmo reincarnarci in un altro si-stema solare?Lama. Sì, noi ci incarniamo in mondi diversi. A volte abbiamo corpidi forma, a volte i nostri corpi sono senza forma.

Ora dobbiamo terminare. Se avete altre domande, tenetele per do-mani sera e ne discuteremo insieme.

Prince Phillip Theatre, Università di Melbourne, 4 aprile 1975

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CAPITOLO 2

Spiritualità e materialismo

Le persone parlano spesso di spiritualità e materialismo, ma che cosasignificano veramente questi due termini? In realtà, non è un argo-mento semplice, è molto vasto. Esistono probabilmente innumere-voli punti di vista su cosa siano effettivamente la spiritualità e ilmaterialismo.

Superficialmente possiamo concordare: “Questo è spirituale;quello è materiale”, ma se vi addentrate di più, troverete che, comeindividui, ognuno di noi ha una diversa visione.

Alcuni pensano che spiritualità e materialismo siano completa-mente all’opposto – due estremi inconciliabili – e che sia impossi-bile essere spirituali e materialisti allo stesso tempo. Altri pensanoche quelli che ricercano un sentiero spirituale lo fanno solo perchésono infelici delle loro vite, hanno fallito nel mondo materiale e nonriescono a trovare un modo di essere felici all’interno di questomondo, non riescono ad affrontare la vita in una società normale eperciò si creano l’allucinazione che lassù da qualche parte ci sia un dioin cui possono credere.

Un’altra concezione errata è che, se sei un ricercatore spirituale,devi abbandonare ogni agio materiale; non puoi godere di entrambiinsieme. Questo tipo di contraddizione superficiale è del tutto co-mune fra le persone su questa Terra: “Se è questo non può essere

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quello; se è quello non può essere questo.” Se un praticante spiritualedovesse essere benestante, gli altri diranno: “Come puoi essere cosìricco? Dovresti essere spirituale.” Questo tipo di giudizio filosoficomostra una totale mancanza di comprensione di cosa realmente si-gnifica spirituale e materialistico.

Il mio punto di vista è che tali interpretazioni sono concezionisbagliate; troppo estreme; idee preconcette.

Inoltre, c’è chi afferma: “Sei un praticante spirituale? Devi essereun credente. Io non credo a nulla.” Comunque, poche e semplici do-mande mostreranno che tali persone hanno più credenze della mag-gior parte delle persone religiose. La credenza non è semplicementeintellettuale. Finché avete attaccamento alle idee, alle cose materialio proiezioni di bene e male, dal mio punto di vista siete dei credenti.Quando dite: “Non credo in nulla”, non è vero. Credere non è soloavere paura che lassù nel cielo ci sia un Dio che controlla e che ti pu-nisce. Se indagate veramente nella mente umana, non troverete mainessuno che non creda in niente. È impossibile. Finché le personehanno attaccamento a qualcosa e alle idee di bene e male, a mio pa-rere, sono credenti.

In realtà, le persone religiose sagge non sostengono credenzeestremiste, come l’allucinazione di essere sotto il controllo di qualcheforza da lassù. Perciò non pensiate che coloro che sono sul sentierospirituale siano vittime di allucinazioni o estremisti. Ciò che sono di-pende dalla comprensione che hanno della natura del sentiero chestanno seguendo.

Naturalmente so che alcune persone, specialmente chi è cresciutoin occidente, possono avere un’attitudine materialistica verso il per-corso spirituale. Nel momento in cui sentono parlare di buddhismoo di qualche altra religione, sono immediatamente attratti da essa.Senza capire la religione o controllare se si addice alla loro natura es-senziale, ci si aggrappano subito: “Oh, è fantastico.” Questo è unestremismo. È anche molto pericoloso. Dal mio punto di vista nonè un atteggiamento spirituale. Solo perché amate un’idea non signi-fica che la capiate o che siate in grado di praticare o di sperimentare

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quella filosofia. Potete etichettare ogni idea come buona, ma se nonha influenza sulla vostra vita quotidiana, come potete dire: “Amoquesta idea, sono spirituale.” È ridicolo.

Tutti questi atteggiamenti sono molto pericolosi. I praticanti spi-rituali devono essere realisti riguardo alla loro vita di tutti i giorni in-vece di essere allucinati: “Sono Gesù, guardatemi ”; “Sono Buddha,guardatemi ”, sostenendo visioni esagerate e concezioni completa-mente sbagliate della loro realtà che non hanno nulla a che vederecon la religione.

La religione non è solo un’idea arida e intellettuale che vi affa-scina. Piuttosto, dovrebbe essere la filosofia di base della vostra vita:qualcosa che, attraverso l’esperienza, trovate che si possa mettere po-sitivamente in relazione con l’energia del vostro carattere psicolo-gico. Se apprendete un’idea che sembra avere un senso, primacontrollate se potete averne un assaggio attraverso l’esperienza. Soloallora dovreste adottarla come vostro percorso spirituale.

Diciamo che incontrate la filosofia buddhista per la prima volta:“Oh, fantastico, è così bello. “Poi, poiché considerate queste nuoveidee da un punto di vista materialistico, provate a fare radicali cam-biamenti alla vostra vita quotidiana. Non potete farlo; è impossibile.Potete cambiare la vostra mente solo gradualmente. Per realizzare ilDharma dovete iniziare da dove vi trovate e basare ogni pratica chefate su quelle fondamenta. Ma abbandonare la vostra natura di basee provare a cambiare voi stessi in accordo a idee fantastiche, come secambiaste abito, è veramente vivere un’allucinazione. È troppoestremo. Le persone che lo fanno non hanno alcuna comprensionedella natura del percorso spirituale. È pericoloso. Controllate, ten-diamo a giudicare le cose molto superficialmente.

Come ho detto, se ci chiedessimo qual è la natura della spiritua-lità e quale la natura del materialismo, tutti noi ce ne usciremmo conrisposte diverse. Non ci sarebbe una conclusione unanime. È cosìperché pensiamo in modo differente e abbiamo avuto diverse espe-rienze di vita. Anche se mostrate a un gruppo di persone una so-stanza materiale sconosciuta e chiedete loro di identificarla, lo

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faranno in base alla loro esperienza precedente e potranno esprimererisposte diverse. Per ragioni simili, tutti noi rispondiamo diversa-mente quando ci viene chiesto di definire la vita religiosa e quellamaterialistica.

Il mio punto di vista è che seguire un sentiero spirituale non si-gnifica automaticamente che bisogna rifiutare le cose materiali, e con-durre uno stile di vita materialistico non necessariamente vi squalificadallo spirituale. In realtà, anche se siete materialisti, se davvero cer-cate nel profondo della natura della vostra mente, troverete che c’èuna parte di essa che è già religiosa. Anche se dichiarate: “Non sonocredente”, tuttavia, nella vostra mente la dimensione religiosa è già lì.Può darsi che non sia intellettualizzata, che non sia la vostra filoso-fia a livello conscio, ma c’è un flusso spirituale di energia che attra-versa costantemente la vostra coscienza. In realtà, anche gli aspettiintellettuali e filosofici della religione sono nella vostra psiche, manon derivano dai libri o da scritture, ci sono sempre stati. Quindistate attenti. Le vostre visioni estreme possono farvi pensare che laspiritualità e il materialismo siano totalmente contraddittori, ma nonè così.

In realtà, dal punto di vista della tolleranza religiosa, il mondo oraè un luogo migliore di quanto non fosse anche meno di un secolo fa.A quel tempo le persone avevano visioni molto estreme, special-mente in occidente. I praticanti religiosi avevano paura delle personenon religiose; a sua volta, chi non era religioso temeva i praticanti.Tutti si sentivano insicuri. Tutto ciò era basato su un’idea sbagliata.È probabile che ormai il peggio sia passato, ma è anche possibile chealcuni si sentano ancora così. Certamente alcuni sentono che la vitaspirituale e quella materialistica siano del tutto incompatibili. Non èvero. Pertanto, scegliete la via di mezzo il più possibile. Evitatel’estremo di pensare: “Sono spirituale”, aggrappandovi strenuamentea quella idea, proiettando con l’immaginazione ciò che una vita spi-rituale dovrebbe essere, e poi trascurando la natura di base della vo-stra vita quotidiana. “Mi sto talmente godendo la mia vita spiritualeche non ho nemmeno voglia di fare il tè.” In questo caso non c’è

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nessuna armonia tra la vostra cosiddetta vita spirituale e le esigenzedella vostra esistenza. Se steste veramente perseguendo una vita spi-rituale, ci sarebbe più armonia e migliore cooperazione tra le due; in-vece di una barriera, ci sarebbe più coinvolgimento e comprensionedei bisogni della vita quotidiana. Una barriera tra le due significa chec’è qualcosa di sbagliato con ciò che chiamate sentiero spirituale; in-vece di essere aperti al mondo intorno a voi, siete chiusi. Perciò la co-municazione è difficile.

Se la religione che state praticando è un sentiero vero e dà rispostesoddisfacenti alla vostra mente insoddisfatta, dovreste sentirvi benecome non mai nella gestione della vostra vita e nel condurre un’esi-stenza come un essere umano decente. Vivere di idee dogmatiche e al-lucinatorie non è realistico; in questo modo non potete nemmeno farecolazione. Controllate attentamente cosa capite veramente della vostrapratica religiosa; potreste trovare molte cose da correggere.

Tutto quello che il Buddha insegnò – la sua intera filosofia e la suadottrina – è mirato a penetrare l’essenza del nostro essere, a realiz-zare la natura della mente umana. Non disse mai che dobbiamo sem-plicemente credere a ciò che ha insegnato. Al contrario, ci haincoraggiato a cercare di capire. Senza comprensione, tutto il vostroviaggio spirituale è una fantasia, un sogno, un’allucinazione; appenaqualcuno mette in dubbio le vostre credenze, la vostra intera vita spi-rituale crolla come un castello di carte. Le vostre idee allucinate sonocome carta, e non cemento; basta una domanda: “Cos’è tutto ciò?“,e l’intera costruzione scompare. Senza comprensione non potetedare risposte soddisfacenti su quello che state praticando.

Perciò vi incoraggio a mettere tutto insieme. Godetevi la vostravita materiale più che potete ma, allo stesso tempo, comprendete lanatura del vostro divertimento, del vostro godere: sia la natura del-l’oggetto di cui state godendo, sia la natura della mente che sta pro-vando quel divertimento, e come le due sono in relazione. Se capitequesto profondamente, questa è religione. Se non avete idea di tuttoquesto, se vedete solo la realtà esterna e non prestate mai attenzionea ciò che succede dentro, la vostra mente è ristretta e, dal mio punto

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di vista, materialistica. Non è necessariamente a causa del fatto chepossedete beni materiali, ma a causa del vostro atteggiamento.

Poniamo che io dedichi la vita a un oggetto: “Questo fiore è cosìbello. Finché vivrà, anche per me varrà la pena vivere. Se questo fioremuore, voglio morire anch’io.” Se credessi questo sarei stupido, vero?Naturalmente il fiore è solo un esempio, ma tale è la visione estremadi una mente materialistica. Un approccio più realistico sarebbe: “Sì,il fiore è bello, ma non durerà. Oggi è vivo, ma domani sarà morto.In ogni modo, il mio benessere non deriva solo da quel fiore e nonsono nato in un corpo umano solo per godere dei fiori.”

Perciò, quello che comprendete con la religione, con il buddhi-smo o semplicemente attraverso delle idee filosofiche, dovrebbe es-sere integrato con i princìpi della vostra vita. Poi potete domandarvi:“L’insoddisfazione viene dalla mia mente o no?“ È abbastanza. Perimparare che l’insoddisfazione proviene dalla vostra mente, non c’èbisogno che facciate cambiamenti estremi e radicali alla vostra vita,come tagliarsi improvvisamente fuori dal mondo. Potete continuarea vivere una vita normale, ma allo stesso tempo provare a osservarela natura della mente insoddisfatta. Questo approccio è così reali-stico, così pratico, e in questo modo otterrete sicuramente tutte le ri-sposte che cercate. Altrimenti, se accettate idee estreme e provate adistaccarvi dalle cose solo intellettualmente, tutto quello che fate èagitare la vostra vita. Affinché il corpo umano sopravviva, dovete al-meno essere in grado di assicurarvi il pranzo, la colazione o qualcosadel genere. Perciò siate realisti. Non è necessario fare radicali cam-biamenti esteriori. Dovete semplicemente cambiare interiormente,smettete di essere allucinati e guardate la realtà.

Se analizzate bene i due estremi – religione e materialismo – sonoentrambi allucinazioni: sono ambedue proiezioni di una mente in-quinata, che emette giudizi di valore estremisti. Non fate caso se unapersona dice: “Oh, non credo a nulla… tutto ciò che credo è che sta-mattina ho fatto colazione e oggi ho fatto questo e quello. Ciò chevedo e penso è reale: non proietto per niente.” Se domandate a que-sta persona: “Cosa pensi del colore rosso?“, automaticamente vi ac-

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corgerete che è allucinata: vede le forme e i colori del mondo deisensi, ma non ha idea della loro vera natura, e che sono semplice-mente proiezioni della mente. Domandategli: “Che colore ti piace?Ti piace il nero? “ “Oh no, non mi piace.“ “E il bianco?“ “Oh sì, ilbianco mi piace.” Così gli piace una cosa ma non l’altra. Due cose.Ciò dimostra che la sua mente è inquinata. Comunque molte cosenella nostra esperienza di vita non sono espresse verbalmente, ma cisono, indistinte nelle nostre menti. Non importa se noi non le ver-balizziamo.

Spesso non siamo sicuri di quello che vogliamo. Siamo troppoestremi, mentalmente malati. Un pensiero capriccioso sorge nella no-stra mente e, aggrappandoci ad esso, agiamo di conseguenza. Un’al-tra idea si affaccia e noi siamo pronti ad afferrarla e agiamo in unaltro modo. Io considero tutto ciò schizofrenico, senza controllo. Leidee vanno e vengono. Invece di aggrapparvi ad esse, verificatele. Al-cuni hanno idee fisse: “Questo va assolutamente bene, quello loodio.” Oppure qualcuno sostiene che qualcosa è buono e voi auto-maticamente lo contraddite: “No, no, no.” Invece di rifiutare sem-plicemente quello che la gente dice, domandatevi perché lo afferma.Provate a capire perché non siete d’accordo. Più ci annodiamo alleidee fisse, più guai causiamo a noi stessi e agli altri. Qualcuno cam-bia qualcosa e noi usciamo di senno. Invece di uscire di senno, veri-ficate perché sta cambiando quella cosa. Quando comprenderete leloro ragioni, non rimarrete così male. Le idee fisse: “La mia vita de-v’essere esattamente così“, conducono solo a problemi. È impossi-bile stabilire con certezza come la vostra vita dovrebbe essere.

La mente di ognuno, la natura di base di ognuno cambia costan-temente, costantemente, costantemente. Dovete accettarlo e portareun po’ di flessibilità nelle vostre idee di come le cose dovrebbero es-sere. Le idee preconcette rendono la vita difficile. Perché solidifi-chiamo le idee: “Voglio che la vita sia esattamente così”? Perché “Mipiace.” Questa è la ragione, perché ci piacciono le cose in questomodo. A nessuno di noi piace morire, ma possiamo porre le cose inmodo che non succederà? Ci piacerebbe vivere per sempre goden-

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doci la vita sulla terra. Possiamo fare in modo da riuscirci? No, è im-possibile. La vostra natura di base – la vostra mente, il vostro corpo,il mondo – cambia in modo automatico. Volere che le cose vadanosolo per un certo verso significa solo creare problemi a voi stessi.

Quando solidificate un’idea, vi ci afferrate e ci credete. La psico-logia del Buddha ci insegna a liberare noi stessi da questo tipo di at-taccamento e non di abbandonare tutto in modo troppo emotivorifiutandolo in tronco; essa ci insegna invece a prendere la via dimezzo tra due estremi. Se ponete la vostra mente in maniera saggianello spazio che c’è in mezzo, troverete pace e gioia. Non doveteprovare troppo tenacemente; scoprirete automaticamente un’atmo-sfera di pace, la vostra mente diventerà equilibrata e dimorerete nellapace e nella gioia.

Penso che per ora sia abbastanza. Forse è anche troppo. In ognicaso, per quanto potremmo dilungarci, non arriveremo mai alla finedi questo discorso. Perciò, se avete domande, per favore fatevi avanti.Penso che sia meglio a questo punto.

Domanda. Qual è il beneficio di diventare monaco?Lama. Dal mio punto di vista, la vita di un monaco offre più flessi-bilità e meno preconcetti. Per esempio, se vi sposate, se scegliete unofra gli infiniti atomi che esistono e dedicate la vostra vita a quella per-sona, per me è una visione ristretta. Quando diventate monaci dedi-cate la vostra vita a tutti gli esseri viventi. Invece di essere imbrigliaticon un solo atomo, la vostra mente è più equanime. Naturalmentenon sto dicendo che questa è l’unica via. Se siete saggi potete farequalsiasi cosa.

Domanda. Quindi lei non sta suggerendo a tutti di entrare in mona-stero?Lama. Dipende dall’individuo. Il mondo comporta così tante coseche generano inquietudine. Se la mente di una persona è troppo ri-stretta e trova difficile vivere nel mondo, forse è meglio che vada inun monastero. Ma se una persona può vivere in armonia con il

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mondo e, invece di essere infastidita dalle condizioni del matrimonio,può controllare perfettamente la propria mente e beneficiare sua mo-glie, può prendere quella strada. Non esiste una regola precisa; è unascelta individuale.

Domanda. Cos’è l’illuminazione?Lama. Detto semplicemente, l’illuminazione è uno stato che ha su-perato la mente senza controllo, agitata, insoddisfatta; uno stato diperfetta libertà, un eterno godimento e una piena comprensione dellanatura della mente.

Domanda. Qualcuno dice di vedere la luce nella propria mente. Cosasignifica?Lama. In generale, luce è l’opposto di oscurità, ma forse dovrei spie-garlo dal punto di vista psicologico. Quando la vostra mente è tropporistretta, zeppa di idee, forme, colori a cui vi afferrate e cose del ge-nere, tende ad essere ottusa e lenta nella propria natura. Nel mo-mento in cui tali cose spariscono, la luce sorge. Questo è quello chesuccede. È solo una visione della mente. Quindi non preoccupatevi.In realtà vedete la luce ogni giorno della vostra vita. Anche quandoè tutto oscuro, state vedendo luce nera. Ma qualsiasi luce vediate –bianca, nera, di qualsiasi colore – non è qualcosa che viene dal-l’esterno. Viene dalla vostra mente. È molto importante analizzarequesto punto: qualsiasi luce vediate, viene dalla vostra mente.Quando qualcuno vi fa arrabbiare e vedete rosso, questo viene dallavostra mente. È una proiezione della vostra mente: non viene da unafonte esterna. Questo è interessante. L’oggetto di ogni diversa per-cezione mentale ha un suo colore associato; ogni visione della menteè sempre associata a un colore. Controllate voi stessi; fate questaesperienza.

Domanda. Penso di capire ciò di cui sta parlando riguardo agli oggettivisivi, ma com’è a proposito dei concetti intellettuali come linguag-gio e grammatica, le cose che ci insegnano a scuola?

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Lama. Anche quello viene dalla vostra mente. Il linguaggio sorge dalvostro naturale suono interiore; e senza suono non c’è grammatica.Prima ci sono le vocali: a, e, i, o e u. Senza questi suoni non poteteformare le frasi; le vocali sono messe assieme alle consonanti e nasceil linguaggio. La grammatica è creata dalla mente superficiale; lamente delle persone crea il linguaggio. Ogni lingua è il risultato dellavolontà delle persone di esprimere certi pensieri che sono nelle loromenti e il proposito è la comunicazione. Il linguaggio è in realtà unsimbolo del significato. Le persone vogliono comunicare tra loro,così creano una lingua come mezzo per farlo. Ma se ci si afferratroppo al linguaggio stesso, si finisce con nulla in mano. Il linguag-gio è prodotto dall’attitudine superstiziosa di attaccamento alla co-municazione superficiale. Se volete andare oltre essa, dovetetrascendere le idee, le parole e la grammatica. Se pensate che le pa-role siano l’unico mezzo di comunicazione, non supererete mai la vi-suale superficiale. Non capirete mai la verità.

Domanda. I mantra sono un suono. Qual è il loro scopo?Lama. In realtà i mantra sono diversi dai suoni ordinari; essi aiutanola mente ad elevarsi oltre la visione superficiale. Le nostre menti sonooccupate dalle percezioni mondane e scisse da un costante torrentedi pensieri. Se è compiuta nel modo giusto, la recitazione di mantraintegra automaticamente le nostre menti e crea un’atmosfera calmae pacifica in esse. Dipende da quanto la vostra recitazione è buona.A volte non raggiungete il livello di integrazione mentale; altre voltesì. In ogni modo, una volta che avete raggiunto la mente perfetta-mente integrata della “totalità”, non avete più bisogno di contare orecitare i mantra. Vi sono inoltre diversi mantra per diversi scopi.Tutti noi abbiamo problemi differenti; c’è un mantra per ogni circo-stanza.

Domanda. Da quello che capisco, lei sta dicendo che dovremmo de-siderare l’illuminazione, ma il Buddha non disse che ogni desideriodovrebbe essere abbandonato?

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Lama. Beh, è possibile raggiungere l’illuminazione senza desiderarlo.La cosa principale è di non aggrapparsi troppo ad essa. Se vi affer-rate con attaccamento all’idea dell’illuminazione può diventare unacosa dannosa anzichè benefica. Hai ragione. Il Buddha affermò dinon provare attaccamento nemmeno all’idea di nirvana o dell’illu-minazione. Provate ad essere liberi, ma semplicemente agite co-scienziosamente e correttamente con la consapevolezza momentoper momento delle azioni dei vostri corpo, parola e mente.

Domanda. Lei ha menzionato il regno animale. Una volta che si è ani-mali, si è inchiodati lì per sempre? Possono illuminarsi gli animali?Lama. Non esiste sofferenza permanente in alcun luogo, compresoil reame animale. Anche le vite degli animali sono impermanenti,continuamente in cambiamento. Talvolta cambiano per il meglio, avolte per il peggio. Quando cambiano in senso positivo, quella mentecontinua a svilupparsi ulteriormente. Per quanto riguarda l’otteni-mento dell’illuminazione da parte degli animali, è necessario che in-fine essi rinascano come esseri umani; per realizzare ciò, tuttavia, nondevono necessariamente desiderare l’illuminazione. Se vivono in unambiente pacifico e gradevole, libero da collera e aggressività, le lorocoscienze possono gradualmente evolversi in modo tale che il lorokarma di rinascere come esseri umani possa maturare, ma le mentidegli animali che generano continuamente collera e attaccamento di-venteranno sempre più confuse e possono rinascere in posti peggioridel regno animale.

Domanda. A volte quando sto meditando e provo a focalizzarmi su unoggetto, altri oggetti appaiono alla mia mente e mi distraggono.Come posso fare in modo che non accada?Lama. Dipende dalla tua abilità. Se provi a concentrarti su una cosae qualcos’altro appare e tu sei in grado di far sparire l’oggetto di di-strazione senza prestargli attenzione, questo è il massimo, ma guar-dare l’oggetto e provare a rigettarlo non è la soluzione. L’apparire ditali oggetti è la mente che ti gioca degli scherzi; sono manifestazioni

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della memoria delle tue vecchie esperienze, spazzatura. Quindi, in-vece di rigettarle, quello che puoi fare è di investigare la loro naturain modo penetrante. Quando ti concentri focalizzandoti sulla loronatura, gli oggetti svaniscono, perché provengono dalla tua mente. Inogni caso la visione della mente cambia sempre, quindi le distrazioninon durano mai a lungo.

Grazie. se non avete più domande possiamo fermarci qui per staserae ci vedremo domani.

Prince Phillip Theatre, Università di Melbourne, 5 aprile 1975

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CAPITOLO 3

L’esperienza della saggezza del silenzio

Quando la vostra percezione sensoriale entra in contatto con gli og-getti dei sensi e provate piacere fisico, godetevi quella sensazione piùche potete. Se invece l’esperienza del contatto della vostra percezionecon il mondo sensoriale vi vincola, se più guardate il mondo dei sensipiù diventa difficile per voi, invece di diventare ansiosi: “Non possocontrollare tutto questo”, è meglio fermare l’attività dei vostri sensie osservare in silenzio la percezione sensoriale stessa.

Analogamente, se siete assillati dai problemi creati dai pensieri,invece di provare a fermare questi problemi aggrappandovi a qual-che altra idea, che è impossibile, esaminate in silenzio in che modo ipensieri vi causano difficoltà.

A volte una mente silenziosa è molto importante, ma “silen-ziosa”non significa chiusa. La mente silenziosa è vigile e sveglia; unamente che ricerca la natura della realtà. Quando i problemi delmondo dei sensi vi infastidiscono, la difficoltà deriva dalla vostra per-cezione sensoriale, non dagli oggetti esterni che percepite. Quandola mente concettuale vi disturba, anche quello non viene dall’esterno,ma dall’afferrarsi della vostra mente a quei concetti. Perciò, invece dicercare di fermare i problemi sul piano emozionale afferrandovi anuovi oggetti materiali o nuove idee, verificate in silenzio cosa staaccadendo nella vostra mente. Non ha importanza quale tipo di pro-

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blema mentale stiate sperimentando, invece di diventare nervosi oavere paura, sedete, rilassatevi e mantenete il silenzio più che potete.In questo modo siete automaticamente in grado di vedere la realtà edi capire la radice del problema.

Quando viviamo un problema, sia interiore che esteriore, la no-stra mente ristretta e inetta lo rende solo peggiore. Quando qualcunoha una sensazione di prurito da qualche parte e si gratta, prova untemporaneo sollievo e pensa che grattarsi migliori la situazione. In re-altà è peggio. Per noi è lo stesso; facciamo sempre la stessa cosa, ognigiorno delle nostre vite. Invece di tentare di fermare i problemi inquesto modo, dovremmo rilassarci e contare sulla parte della nostramente silenziosa e abile. Silenziosa non significa oscurata, non fun-zionante, indolente o addormentata.

Quindi adesso chiudete gli occhi per cinque o dieci minuti e con-centratevi su quello che considerate essere il problema maggiore pervoi. Escludete la vostra percezione sensoriale al massimo, restatecompletamente in silenzio e con la conoscenza-saggezza introspet-tiva scandagliate la vostra mente a fondo.

Dove situate l’idea del “mio problema ”? Nel vostro cervello? Inbocca? Nel cuore? Nello stomaco? Dov’è questa idea? Se non riuscitea trovare l’essenza del “problema”, non concettualizzate, rilassatevisemplicemente. Se pensieri o idee fastidiose sorgono nella vostramente, semplicemente osservate come vanno, come vengono. Nonreagite emotivamente. Praticando in questo modo, potete vederecome la mente debole e inesperta non sia in grado di affrontare iproblemi. Ma la vostra mente silenziosa di abile saggezza può af-frontare ogni problema coraggiosamente, risolverlo e avere sottocontrollo tutti gli stati emotivi e agitati della vostra mente.

Non pensate che ciò che dico sia un’idea buddhista, l’idea di unLama tibetano. Può diventare la reale esperienza di tutti gli esseri vi-venti nell’universo.

Stasera nel mio discorso potrei pronunciare molte parole, offrirvimolte idee, ma penso che sia più importante condividere con voil’esperienza del silenzio. È più realistico di qualsiasi numero di parole.

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Quando esaminate accuratamente la vostra mente, potete vederechiaramente che i pensieri spiacevoli e quelli estatici vanno e ven-gono. In più, quando investigate a fondo, essi spariscono tutti as-sieme.

Quando siete impensieriti da un evento pensate: “Non dimenti-cherò mai questa esperienza”, ma poi, se controllate con attenzione,essa automaticamente scompare. Questa è la capacità della saggezzadel silenzio. Provatela voi stessi.

Nella mia esperienza una conferenza silenziosa è più utile di unacon molte parole e nessuna pratica. Nel silenzio mentale trovate pace,gioia e soddisfazione. La gioia del silenzio interiore dura molto più alungo del piacere di mangiare la cioccolata o un dolce. Anche quelpiacere è solo una concettualizzazione.

Quando eliminate il senso superficiale della percezione ed esami-nate la vostra natura profonda, iniziate a risvegliarvi. Perché? Perchéla percezione sensoriale superficiale vi impedisce di vedere la realtàdel modo in cui il pensiero discorsivo vada e venga. Quando esclu-diamo i nostri sensi, la mente diventa più cosciente e funziona me-glio. Quando i nostri sensi superficiali sono impegnati, la nostramente è come oscurata, è totalmente preoccupata dal modo in cui isensi interpretano le cose. Perciò non potete vedere la realtà. Quindi,quando siete legati alle idee e al mondo sensoriale, invece di stres-sarvi, fermate la vostra percezione sensoriale e osservate silenziosa-mente la vostra mente. Provate ad essere totalmente svegli inveceche ossessionati solo da un atomo. Sentite la totalità invece del par-ticolare.

Non potete determinare da voi stessi come le cose dovrebberoessere. Le cose cambiano per loro natura. Come potete immobiliz-zare ogni pensiero? Vedete anche voi che non siete in grado.

Quando controllate il modo in cui pensate: “Perché credo chequesto sia buono? Perché credo che questo sia cattivo? “, iniziate adottenere reali risposte su come la mente opera. Vedete come la mag-gior parte delle vostre idee siano banali e, al contrario, come la vostramente le renda importanti. Se verificate nel modo giusto, potete ac-

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corgervi che quelle idee in realtà sono nulla. Controllando in questomodo, finite col non avere nulla nella mente. Lasciate che la mentedimori in questo stato di nulla. È così pacificante, così gioioso. Seogni mattina potete sedervi con la mente in silenzio solo per dieci eventi minuti, ne godrete molto. Sarete in grado di osservare il movi-mento delle vostre emozioni momento per momento, senza diven-tare tristi.

Vedrete anche il mondo esteriore e le altre persone diversamente;non le vedrete mai come ostacoli e non vi faranno mai sentire insi-curi. Pertanto, la bellezza deriva dalla mente. Così, questa è l’espe-rienza del silenzio.

Se avete domande, facciamo una sessione di domande e risposte.Potete discutere di quello che ho detto attraverso la vostra esperienzapersonale. Osservare e investigare la mente è semplice, molto sem-plice. Costantemente, dovunque andiate, in ogni momento, potetesperimentare questa energia. È sempre con voi. Ma la cioccolata nonè sempre con voi; quando la volete non c’è, e quando non ne avetevoglia eccola di fronte a voi.

La gioia della vostra esperienza del silenzio deriva dalla vostramente. Perciò la gioia è sempre con voi. Ogni volta che ne avete bi-sogno, è sempre là. In ogni modo, se avete domande, per favore fa-tele, sebbene una risposta dalla mente silenziosa sia meglio chetroppe parole. Ci sono così tante visioni e filosofie; invece di essered’aiuto a volte creano più confusione. Alcune parole inglesi possonoavere più di venti significati diversi.

Domanda. Qual è il modo migliore di ottenere la liberazione da soli?Dove una persona trova l’illuminazione?Lama. Occupandosi della propria mente. Conoscendo la natura dellapropria mente. Questa è la cosa migliore. Altrimenti non fate altroche raccogliere idee, troppe idee: “Questa idea, questa religione, que-sta idea religiosa.” Raccogliete idee, ma non capite come esse si pos-sano correlare alla vostra mente. Di conseguenza, finite per non averenulla. La soluzione migliore ai vostri problemi è affrontarli; provare

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a capire la loro natura. Se siete in grado di fare questo, i problemisvaniscono da soli. Potete scoprire questo attraverso la vostra espe-rienza personale. Se leggete libri che contengono idee, religioni e fi-losofie fantastiche, ma non sapete come metterle in pratica, se nonavete la chiave, le idee stesse diventano problemi. La cosa miglioreche potete fare è provare a capire la vostra stessa natura. È meglio checercare di scoprire di più chi sono io, per esempio: “Chi è questoLama?” È impossibile fermare i problemi in questo modo. Osser-vando invece la vostra vita quotidiana costantemente – come la vo-stra mente interpreta la vostra famiglia e gli amici, come la vostramente interpreta quello che sentite – controllando sempre, com-prenderete che ciò che rende la vita complicata sono le vostre con-cezioni errate. Capirete che i vostri problemi vengono da voi. Aquesto punto iniziate a imparare. Più capite, più progressi fate, più viavvicinate alla liberazione. Non c’è progresso senza comprensione.Questa è la ragione per cui il Buddha affermò che tutto ciò che do-vete fare è comprendere, allora progredirete nel sentiero. Se non ca-pite, anche se imparate un numero infinito di idee intellettuali, sonosolo idee; state sprecando la vostra vita.

Domanda. Sembra che, per ottenere il risultato desiderato dalla me-ditazione, sia necessario un certo tipo di ambiente. Quali implica-zioni ha l’ambiente per quelli di noi che vivono in un mondomateriale, rumoroso, scandito dall’orario d’ufficio, con pochi o nes-sun contatto con altre persone interessate ad un sentiero spirituale?Pensa che le droghe psichedeliche come l’LSD possano essere im-portanti o utili per queste persone?Lama. Beh, è difficile da dire. Io non ho mai assunto niente di tuttoquesto. Gli insegnamenti buddhisti, tuttavia, parlano di come le so-stanze materiali abbiano effetti sul sistema nervoso umano e dellarelazione tra il sistema nervoso e la mente. Studiamo queste cosenella filosofia buddhista. Da ciò che abbiamo imparato, direi cheprendere droghe è contrario a quello che il buddhismo consiglia. Ilmio punto di vista, in ogni modo, è che le persone che sono total-

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mente coinvolte nel mondo dei sensi, che non hanno nessuna ideadelle possibilità dello sviluppo mentale, forse possono beneficiaredell’esperienza della droga. Come? Se persone la cui realtà è limitataalla carne e alle ossa di questo corpo umano fanno questa esperienza,forse penseranno: “Caspita, pensavo che questo mondo fisico fossetutto ciò che esiste, ma ora posso vedere che è possibile per la miamente svilupparsi oltre le costrizioni del mio corpo fisico.” In alcunicasi l’esperienza della droga può aprire la mente alla possibilità dellosviluppo mentale, ma una volta che avete avuto quell’esperienza, èsbagliato continuare a prendere allucinogeni, perché l’esperienza delladroga non è vera comprensione; non è una realizzazione corretta.La mente è ancora limitata perché la materia stessa è molto limitata;è un continuo su è giù, su e giù. Inoltre, se prendete troppe droghe,potete danneggiare il vostro cervello. Dunque questo è il mio puntodi vista personale.

Domanda. Io ho bisogno di qualcosa?Lama. Spero che tu abbia bisogno di qualcosa. Anzi, hai sicuramentebisogno di qualcosa. Ma sta a te verificare cosa ti occorre. Le tue ne-cessità vengono dall’interno, non da fuori. Eppure, molte volte di-ciamo: “Mi serve questo, mi serve quello”, e durante le nostre viteaccumuliamo una quantità di cose. Ma quando indaghiamo vera-mente il perché e il come di ciò che ci occorre, finiamo per renderciconto che non abbiamo bisogno quasi di nulla.

Domanda. Sta dicendo che l’educazione occidentale è una perdita ditempo?Lama. No, non sto dicendo questo. Dipende dall’individuo, dipendeda come impari, non dall’educazione in se stessa. Il modo in cui im-pari è la cosa importante.

Domanda. Potrebbe spiegare di nuovo come riusciamo a trovare le ri-sposte dentro di noi?Lama.Molla per un po’ la tua percezione sensoriale ossessionata e la-

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scia risalire in superficie la tua mente silenziosa. Poi poniti la do-manda. Vedrai che la risposta alla tua domanda apparirà spontanea-mente dall’interno della pacifica tranquillità del tuo silenzio mentale.

Domanda. Sta dicendo che dobbiamo illuminarci da soli?Lama. È esattamente quello che sto dicendo.

Domanda. Allora perché abbiamo bisogno di seguire un maestro?Lama. Ci serve qualcuno che ci insegni il modo di trovare le rispostedentro di noi; come far fluire l’energia nel canale giusto in modo dafar apparire le giuste risposte. La maggior parte delle volte la rispo-sta è qui, ma noi la cerchiamo laggiù, nella direzione completamenteopposta.

Domanda. Che cosa offre il buddhismo tibetano rispetto alle altre tra-dizioni del buddhismo?Lama. Prima di tutto, direi che tutte le branche del buddhismo inse-gnano fondamentalmente la stessa cosa: un approccio allo sviluppodella mente umana. Ma individualmente pensiamo: “Sono cristiano,sono ebreo, appartengo a questa religione, appartengo a quella ”, main realtà non abbiamo idea di come mettere in pratica la nostra reli-gione; non conosciamo il metodo. Comunque questo dipende total-mente dall’individuo. Inoltre, il buddhismo tibetano non contraddicele altre tradizioni, Zen, Hinayana, e così via. Sostanzialmente sonotutte la stessa cosa. Naturalmente noi vediamo le cose solo dal-l’esterno, perciò i nostri giudizi sono molto superficiali. Chiediamoa qualcuno: “Qual è la tua religione? ”, lui dice: “Sono questo...” Al-lora cerchiamo di capire se la persona è felice o no. Se pensiamo chesia infelice diciamo: “Oh, è infelice; quella religione dev’essere orri-bile.” I nostri giudizi di valore sono così limitati. Dovremmo stare at-tenti a non fare così. Per esempio, stasera ho parlato di molte cose.Se domani qualcuno vi domanda: “Che cosa senti veramente a pro-posito di quello che Lama ha insegnato ieri sera? “, fate attenzione anon esprimervi come se quella fosse la vostra visione definitiva.

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Ognuno qui avrà una diversa opinione. Noi interpretiamo le cose at-traverso il nostro punto di vista limitato, quindi può essere pericolosodire categoricamente: “Questa religione è così, quella è cosà.”

Domanda. Bene, ma come sappiamo se quello che pensiamo è giu-sto o no?Lama. Osservate attentamente. Non siate soddisfatti di come la vo-stra percezione superficiale interpreta le cose. È quello che continuoa dire. Avete mille menti che funzionano dentro di voi. Ogni minuto,ogni giorno vi dicono: “Questo va bene; no prova quello; no forsequesto va bene…” Molte menti diverse sorgono: “Voglio questo ”;un minuto dopo: “No, voglio quello.” Andate in confusione. Osser-vate, invece di afferrarvi immediatamente a qualunque cosa piacciaalla vostra mente nel momento in cui ne prova piacere. La vostramente schizofrenica cambia opinione ogni minuto; diverse idee sisusseguono rapidamente nella vostra mente; ognuna genera tanta ec-citazione che vi ci afferrate immediatamente. Questo è ciò che vi creaproblemi. Perciò, invece di pensare: “Oh, fantastico“, nel momentoin cui un’idea sorge, fate un passo indietro; osservate. Controllate ilperché e il per come di quell’idea.

Domanda. In che modo controlliamo?Lama. In profondità, con saggezza. Controllare le idee non è comeun’ispezione alla dogana dell’aeroporto. Quella è superficiale. Lamente che controlla è la saggezza penetrante che vede l’autentica es-senza di tutti i fenomeni. La saggezza vede molto di più che non leforme e i colori.

Domanda. Pensa che solo verificando bene interiormente si può tro-vare la soluzione ad ogni problema?Lama. Sicuro, se avete abbastanza saggezza. Una volta trovata, doveteassicurarvi che la soluzione calzi al problema. Questo dipende dallanatura del problema, non solo dalla soluzione in sé. Anche se il me-todo è corretto, dovete aspettare il momento giusto per metterla in

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atto. Il tempo è molto importante. Se vi emozionate: “Oh, ci sonotroppe persone, troppi problemi ”, e vi precipitate in macchina cer-cando di aiutare tutti, finirete per creare più problemi e avere un esau-rimento nervoso.

Domanda. Come si è persa la coscienza di buddha?Lama. Buddha non ha perso la sua coscienza. Dove si sarebbe persa?In che modo la coscienza di buddha potrebbe perdersi? Un buddhanon ha perso niente.

Domanda.Ma non ci troviamo nella situazione in cui abbiamo persol’illuminazione che avevamo una volta?Lama. No, è una concezione sbagliata. Una volta che ottieni la bud-dhità non c’è alcuna regressione. Rimani completamente nella sod-disfazione eterna. Non è come il su e giù dell’esperienza delle droghe.Quando l’energia della droga si è dissipata, ricadi giù. L’illuminazionenon è così: è completamente indistruttibile, gioia duratura.

Domanda. Con il lavoro e gli obblighi familiari, trovo difficile mante-nere la mia pratica spirituale.Lama. Succede a molte persone. Le condizioni lo rendono difficile.Le nostre menti infantili sono molto suscettibili all’ambiente. Un’at-mosfera perturbata agita a sua volta la nostra mente. Potete osservarevoi stessi gli effetti che le diverse situazioni hanno sulla vostra mente.Ma quando otteniamo la liberazione, o libertà interiore, trascendiamole condizioni contingenti. Quando abbiamo raggiunto il livello che vaoltre la mente condizionata, non importa dove siamo, le condizioniesterne non possono toccarci. Abbiamo il completo controllo perchécomprendiamo la realtà delle nostre menti e dell’ambiente. Fino aquel momento, le condizioni sono più potenti delle nostre menti esiamo facilmente sotto il controllo dell’ambiente.

Domanda. Se qualcuno pensa di avere già una risposta soddisfacenteai problemi, qual è il beneficio della meditazione?

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Lama. Se qualcuno pensa di avere la soluzione ai propri problemisenza la meditazione, forse ha le allucinazioni. Sto scherzando. Latua domanda è molto importante. Dovete sapere cosa significa “me-ditazione”: non è solo stare seduti in un angolo a non fare niente.Meditazione significa usare la saggezza del vostro intelletto e non es-sere soddisfatti dalla mera percezione superficiale: significa vedereoltre la visione superficiale. Questo è ciò che chiamiamo meditazione.Perciò, se una persona non ha l’ottenimento della saggezza pene-trante che comprende la natura della realtà e la sua intera percezioneè un’allucinazione, è impossibile che riesca a risolvere veramentequalsiasi problema; può pensare di avere la soluzione, ma sta so-gnando.

Domanda. La vita comincia al concepimento?Lama. Sì. Prima di uscire dal grembo di tua madre – anche quandosei composto solo di poche cellule – la tua coscienza c’è già. Natu-ralmente è difficile per noi ricordarcelo, poiché le nostre menti sonocosì limitate, ma è vero che le nostre menti e i nostri corpi sono inconnessione dal momento del concepimento.

Domanda. Qual è il modo migliore per controllare le emozioni?Lama. Come ho già detto, con la mente silenziosa. Quando sentitesorgere intense emozioni, invece di fare, fare, fare, invece di diven-tare nervosi cercando di fare qualcosa, rilassatevi; provate a stare insilenzio. Ci sono molti modi di farlo. Invece di lasciare che le vostreemozioni si impadroniscano della vostra mente, incapaci di dimen-ticare che cosa vi sta disturbando, sedete, rilassatevi e focalizzate lavostra mente sul flusso del vostro respiro. Osservate esattamentecome il respiro fluisce nel sistema nervoso durante l’inspirazione ecome esce durante l’espirazione. È molto semplice. Quando vi con-centrate sul vostro respiro, automaticamente vi calmate. Questa èesperienza vissuta; non ha nulla a che vedere con un credo religioso.State osservando la vostra natura. Finché siete vivi respirate. Quindifocalizzate la vostra piena attenzione sull’andare e venire del vostro

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respiro e su come vi sentite. Se siete in grado di fare questo, le vostreemozioni automaticamente si calmeranno e le vostre fissazioni spa-riranno. È molto semplice e pratico. Posso garantirvi che se osservateil vostro respiro solo per ventuno cicli, il vostro nervosismo svanirà.Non sto inventando né esagerando. È un’esperienza acquisita da per-sone comuni, e per gioire dei benefici di questa tecnica anche voi,non avete bisogno di identificarvi con alcun gruppo religioso.

Domanda. Cosa accade durante un’iniziazione?Lama. Idealmente, la mente del maestro e la mente dell’allievo si fon-dono allo stesso livello. Inoltre, ricevere un’iniziazione non necessitadell’incontro fisico con il maestro. Se siete in grado di portare la vo-stra mente ad un certo livello, potete auto-iniziarvi. Questo è possi-bile.

Se non ci sono ulteriori domande, possiamo fermarci qui. Graziemille a tutti. Grazie.

Prince Phillip Theatre, Università di Melbourne, 6 aprile 1975

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CAPITOLO 4

L’atteggiamento mentale è più importante dell’azione

In quest’epoca, sebbene molte persone comprendano la limitatezzadegli agi materiali e si interessino a un percorso spirituale, davveropochi apprezzano il reale valore della pratica del Dharma. Per la mag-gior parte, la pratica del Dharma – o religione, meditazione, yoga, ocomunque la chiamino – è ancora superficiale: cambiano semplice-mente ciò che indossano, ciò che mangiano, il modo di camminare ecosì via. Niente di tutto ciò ha qualcosa a che fare con la pratica delDharma.

Prima di cominciare a praticare il Dharma, dovete esaminare pro-fondamente perché lo state facendo. Dovete sapere esattamentequale problema state provando a risolvere. Seguire una religione opraticare la meditazione solo perché il vostro amico lo sta facendonon è una ragione abbastanza valida.

Cambiare religione non è come tingere un abito, rendere istanta-neamente qualcosa da bianco a rosso. La vita spirituale è mentale,non fisica; richiede un cambiamento di atteggiamento mentale. Se viaccostate alla vostra pratica spirituale allo stesso modo in cui fate conle cose materiali, non svilupperete mai la saggezza, sarà solo un gesto.

Prima di intraprendere un lungo viaggio, dovete pianificare at-tentamente il percorso studiando una mappa, altrimenti vi perderete.Allo stesso modo, anche seguire ciecamente una religione può essere

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molto pericoloso. In effetti, gli errori commessi in un percorso spi-rituale sono molto peggiori di quelli compiuti nel mondo materiale.Se non comprendete la natura del sentiero per la liberazione e nonpraticate correttamente, non solo non andrete da nessuna parte, mafinirete per andare nella direzione opposta.

Pertanto, prima di iniziare a praticare il Dharma, dovete saperedove siete, conoscere la vostra attuale situazione, la natura caratteri-stica dei vostri corpo, parola e mente. Allora potete vedere la neces-sità di praticare il Dharma, la ragione logica per farlo; potete scorgereil vostro obbiettivo più chiaramente con la vostra personale espe-rienza. Se vi avviate senza una chiara visione di ciò che state facendoe di dove state provando ad andare, come potete affermare che sietesul sentiero giusto? Come potete dire se avete preso la direzione sba-gliata? È un errore agire alla cieca pensando: ”Bene, fammi fare qual-cosa e vediamo cosa succede.” Questa è la ricetta per un disastro.

Il buddhismo è meno interessato a ciò che fate rispetto alla ra-gione per cui lo fate: la vostra motivazione. La disposizione mentaledietro un’azione è molto più importante dell’azione stessa. Ad os-servatori esterni potreste apparire come umili, spirituali e sinceri, mase quello che vi spinge interiormente è una mente impura, se agite inpreda all’ignoranza della vera natura del sentiero, tutti i vostri cosid-detti sforzi spirituali non vi porteranno da nessuna parte e sarà unacompleta perdita di tempo.

Spesso le vostre azioni sembrano religiose, ma quando verificatela motivazione, l’atteggiamento mentale che sta alla base, trovate chesono l’opposto di quello che appaiono. Senza controllare, non po-trete mai essere certi se quello che state facendo sia Dharma o no.

Potreste andare in chiesa la domenica o al vostro centro diDharma ogni settimana, ma queste sono azioni di Dharma o no?Questo è quello che dovete verificare. Guardate dentro di voi e de-terminate quale tipo di mente vi motiva a fare queste cose.

Molti paesi hanno la propria cultura storico/religiosa, ma è un’ideasbagliata pensare che semplicemente seguire queste tradizioni rendale vostre azioni spirituali. Prima di tutto, cos’è la cultura? Cos’è il co-

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stume sociale? Le convenzioni sociali non hanno nulla a che fare conla comprensione-conoscenza-saggezza universale. A livello indivi-duale, non importa da dove venite – est od ovest – le vostre tradizionisociali riguardo al mangiare, bere, dormire e altre attività mondanenon hanno nulla a che vedere con la religione.

Se invece pensate che vi abbiano a che fare, la vostra compren-sione è veramente primitiva. Non intendo affermare che la vostra re-ligione sia primitiva; la vostra comprensione della religione è primitiva– che siate buddhisti, induisti, cristiani o qualsiasi altra cosa, la vi-sione che avete della vostra religione è totalmente sbagliata. Se andatein chiesa o al tempio solo per consuetudine: “Ci vado perché tutti lofanno”, è stupido e illogico. Non ha senso. Non sapete cosa fate eperché.

Se volete praticare il Dharma, meditare, seguire il sentiero spiri-tuale, fatelo con comprensione. Se non capite cosa state praticandoo perché lo fate, non fatelo.

Per esempio, quando il Buddha formulò le regole di condotta mo-nastica (Vinaya) affermò: “Se la vostra motivazione di diventare mo-naco o monaca è solo quella di ottenere cibo, abiti e un riparo, nonpotete ricevere l’ordinazione.”

Alla luce di ciò che il Buddha insegnò, verificate il motivo per ilquale siete diventati un membro della vostra religione.

Spesso adottiamo una fede o l’altra per ragioni mondane di repu-tazione o di comodo, o perché: “Mi piacciono le loro idee.” Comefate a sapere che vi piacciono le loro idee? Cosa c’è di loro che vipiace? Le avete verificate veramente? Avete controllato se le loro ideesi adattano alla vostra vita quotidiana? Vi porteranno realizzazionispirituali e una mente eternamente pacifica? Oppure semplicementesembrano buone? “Mi piacciono le loro idee; sembrano ottime.”Come sapete se lo sono davvero? Dovete verificare.

La nostra mente superficiale, che si afferra, guarda solo l’esterno.Non osserviamo mai per capire in che modo le idee che appren-diamo si adattino alla nostra vita quotidiana. Questa è la ragione percui c’è sempre un grande divario fra noi, esseri umani, e la teoria e la

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pratica religiosa. Allora, qual è il proposito di quel sentiero? È com-pletamente inutile. Il nostro ego è ancora immerso nel suo viaggiomaterialistico. Alcune persone si uniscono a una comunità spiritualeperché: “È così facile. Il cibo è buono e non c’è bisogno di lavorare.”È una mentalità così meschina, eppure molte persone sono così. Nonsto criticando qualcuno in particolare, sto generalizzando. È un sem-plice esempio. Troverete persone simili in ogni religione.

Perciò, quando decidete di praticare qualsiasi religione, dovete sa-pere perché. Non è semplicemente una questione di imparare l’inse-gnamento di tale religione. Dovete verificare con la vostra mente:“Perché accetto le idee di questa religione? ”; questo è ciò che doveteappurare. Altrimenti potete studiare in profondità la filosofia dellavostra religione e avere la testa piena di belle teorie, ma ancora nonavete la minima idea di come mettere in relazione quelle nozioni conla vostra vita. È un’idea totalmente sbagliata di quale sia lo scopo diuna religione.

Se pensate che praticare una religione consista solamente nel-l’imparare nuovi concetti, fareste meglio a succhiarvi una caramella.Almeno avreste un po’ di soddisfazione, alleviereste la vostra seteper un breve momento. Se trascorrete mesi e anni a studiare nuoveidee, raccogliere nozioni, state sprecando il vostro tempo; diventatutto spazzatura. Non sto criticando la religione, sto criticando la vo-stra mente primitiva.

Ora potreste pensare: “Questo Lama è tibetano. È lui il primitivo.Sta scherzando a chiamare me primitivo.” Bene, potreste essere alta-mente competenti nel gestire la vostra moderna vita del ventesimosecolo ma, in termini di psicologia spirituale, forse siete veramenteprimitivi. È possibile. Nel mondo industrializzato è molto difficilevivere nell’esperienza degli insegnamenti. La vibrazione materialisticadegli oggetti mondani è di gran lunga troppo forte.

È possibile che da quando vi siete imbarcati nel vostro viaggiospirituale ad ora non siate arrivati da nessuna parte, che non siatenemmeno un minimo spirituali. Verificate. Se il vostro viaggio spiri-tuale è stato quello di aggrapparvi semplicemente a idee intellettuali,

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non siete arrivati in nessun posto, non siete affatto religiosi, anche seaffermate di essere seguaci di questa o quella religione. Se quello èdavvero ciò che dichiarate, verificate perché lo dite.

È molto interessante osservare le diverse idee della gente riguardoa ciò che costituisce una pratica religiosa. Ogni individuo ha la pro-pria opinione. Non c’è consenso. Le menti limitate delle personehanno una visione limitata della religione e del suo valore. Perciò di-cono: “Questa religione è fanatica; questa religione è quello; questareligione è questo…”. Non potete affermare ciò. Non è la religione;è l’opinione dei seguaci.

Quando affermiamo: “Questa religione è degenerata”, quello chein effetti vogliamo dire è che noi siamo degenerati; siamo privi dellasaggezza della conoscenza. Diciamo: “Questa religione era così; oraè corrotta”, ma siamo noi che siamo degenerati. Non potete dire chela religione è degenerata. La religione è conoscenza-saggezza. Comepuò degenerare la conoscenza-saggezza? Eppure, potreste dire: “Iopratico una religione; medito, faccio questo, faccio quello. Prego, leggolibri di Dharma.” Tutti possono dire: “Pratico questo, pratico quello”,ma in che modo quello che dite di fare è in relazione con la vostramente? Questo è ciò che dovete controllare. La vostra pratica risolvei vostri problemi mentali e genera perfette realizzazioni e conoscenza-saggezza universale? Se la vostra risposta è “sì”, allora va bene.

È strano ma vero che spesso, una volta che abbiamo accettato uncerto punto di vista religioso, diventiamo completamente fanatici:“Questa è la sola via. Tutti gli altri sentieri sono sbagliati.” Ciò nonsignifica, in ogni modo, che la nostra religione sia una religione fa-natica; significa semplicemente che noi siamo diventati religiosi fa-natici. Le nostre menti si chiudono e tutto quello che possiamovedere è la nostra visione ristretta e personale. Pertanto diciamo:“Questo è quanto.” Ma anche all’interno del buddhismo ci sonomolti modi diversi di praticare. La pratica religiosa è qualcosa di al-tamente personale.

In realtà, secondo la abituale comprensione occidentale di cosacostituisce la religione, il buddhismo non dovrebbe essere conside-

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rato come tale. La maggior parte delle persone ha un’idea abbastanzaprecostituita di cosa sia la religione e, secondo quest’idea, il buddhi-smo non le corrisponde. Naturalmente il buddhismo ha i suoi aspettireligiosi, ma anche aspetti filosofici, psicologici, scientifici, logici emolte altre caratteristiche. Inoltre, il Buddha diede insegnamenti amolti livelli diversi, in armonia con i vari livelli mentali dei suoi nu-merosi studenti. Egli stesso affermò che, a volte, i suoi insegnamentipossono apparire contraddittori. “Insegno ad alcuni allievi: ‘Questoè così; ad altri insegno che è in quell’altro modo. Dipende dai biso-gni di ogni individuo. Perciò non ho mai desiderato che i miei se-guaci sostengano: ‘Questo è corretto perché lo ha detto il Buddha’.È totalmente sbagliato.”

Dovete controllare. È vostra responsabilità sapere se qualcosa ègiusto o sbagliato. Non potete semplicemente affermare: “Questo ègiusto perché lo ha detto il Buddha, perché lo ha detto Dio.” Lostesso Buddha lo ha espresso chiaramente.

Egli ha spiegato: “Insegno la stessa cosa in modo diverso perchéle menti delle persone sono diverse. Poiché una sola spiegazione nonsi può adattare a tutti, presento i miei insegnamenti in un ordine gra-duale, sistematico.” Per esempio, mentre il Buddha insegnò ai disce-poli più avanzati che non esiste un’anima, ai più semplici insegnòinvece che essa esiste. Perché ha dato insegnamenti così contraddit-tori? Lo ha fatto per impedire che i principianti cadessero nel-l’estremo del nichilismo. Più tardi, quando fossero stati pronti,avrebbe insegnato loro che in realtà non esiste qualcosa comeun’anima permanente ed esistente dalla sua parte.

La conclusione è che il Buddha insegnò in accordo alla psicolo-gia individuale delle persone. Ogni insegnamento andrebbe presopersonalmente. Se esaminate il modo in cui il buddhismo è praticatonei diversi paesi, osserverete che ognuno ha le sue pratiche peculiari,ma non potete giudicare il buddhismo attraverso le pratiche di unsingolo gruppo. Per esempio, i buddhisti tibetani offrono molto in-censo e lampade al burro. Guardando solo questo potreste essereportati a pensare che sono pratiche essenziali e che non c’è modo di

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praticare senza offrire quelle cose. Il grande yogi del Tibet, Milarepa,visse sulle montagne senza cibo e abiti, senza fare uso di incenso elampade al burro, ma sicuramente fu in grado di praticare. Perciò, ilmodo di praticare la religione non è in accordo alla consuetudine osemplicemente attraverso un cambiamento superficiale. Ha intera-mente a che fare con la disposizione psicologica della vostra mente.

C’è una storia tibetana che illustra questo punto. Una volta il fa-moso yogi Dromtonpa vide un uomo girare attorno a uno stupa, egli disse: “Circumambulare gli stupa va benissimo ed è giusto, manon sarebbe meglio se tu praticassi il Dharma?”, e se ne andò.

L’uomo restò perplesso e pensò: “Forse vuole dire che circu-mambulare gli stupa è per me una pratica troppo semplice e che fareimeglio a studiare i testi.”

Qualche tempo dopo, Dromtonpa vide l’uomo assorto nella letturadei testi sacri e disse: “Studiare i testi va benissimo ed è giusto, manon sarebbe meglio se tu praticassi il Dharma?”, e di nuovo se neandò.

L’uomo restò ancora più sconcertato e pensò: “Che c’è ora? Ci de-v’essere qualcosa che non va in me.” Così chiese in giro: “Che tipodi pratica fa lo yogi Dromtonpa?” Poi gli venne in mente: “Lui me-dita. Vuole dire che dovrei meditare.” Dopo un po’ di tempo, Drom-tonpa si imbatté in lui di nuovo e gli domandò: ”Che staicombinando in questi giorni? ”, e l’uomo rispose: “Sto facendo moltameditazione.” Allora Dromtonpa gli disse: “La meditazione va be-nissimo ed è giusta, ma non sarebbe meglio se tu praticassi ilDharma?”

A quel punto l’uomo, del tutto esasperato, sbottò: “Praticare ilDharma! Praticare il Dharma! Cosa vuoi dire con praticare ilDharma?” Allora il grande yogi Dromtonpa replicò: “Distogli la tuamente dall’attaccamento alla vita mondana.”

Potete circumambulare oggetti sacri, andare in chiese, monasterie templi, meditare in un angolo senza fare niente, ma, Dromtonpa in-tendeva dire che, se non cambiate la vostra disposizione mentale, levostre vecchie abitudini di attaccamento e di afferrarsi agli oggetti

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dei sensi, non importa cosa fate, non troverete la pace mentale; levostre pratiche saranno inefficaci.

Se non cambiate la vostra mente, non importa quanti cambia-menti esteriori facciate, non progredirete mai lungo il sentiero spiri-tuale; le cause dell’agitazione resteranno dentro di voi.

In questo momento molte persone sono interessate alla medita-zione, e naturalmente molte persone beneficiano della loro pratica.Tuttavia, se non cambiate la natura fondamentalmente agitata dellavostra mente e pensate semplicemente, in modo arrogante: “Sto me-ditando ”, ci sarà sempre qualcosa di sbagliato nella vostra medita-zione. Non pensiate che la meditazione sia sempre giusta, nonimporta in che modo la praticate. È qualcosa di individuale, e se vireca beneficio o no dipende da ciò che voi comprendete e dal modoin cui praticate.

Comunque, se, oltre alla mera conoscenza della teoria, delle no-zioni spoglie del vostro percorso spirituale, mettete in pratica ciò chesapete nella vostra vita quotidiana il più sinceramente possibile, lavostra pratica di Dharma – religione, meditazione o comunque la vo-gliate chiamare – sarà utile in modo fantastico, molto potente. Se,d’altro canto, avete una sorta di idea fissa, precostituita, che non haassolutamente a che fare con la verità: “Questa è religione ”, corre-rete il più velocemente possibile nella direzione opposta, con la vo-stra mente ancora inquinata da pensieri come: “Io sono questo, iosono quello.” Dovete controllare, è pericoloso.

Per questo il Buddha affermava che le persone deboli di mente, chemancano di fiducia nell’affrontare la vita e si rivolgono alla religione af-ferrandosi ad un modo per facilitarsi la vita, non sono qualificate perdiventare monaci o monache. Fu molto chiaro su questo; puntava di-rettamente alla mente. È lo stesso per noi: se entriamo in una comu-nità religiosa per guadagnarci da vivere, migliorare la nostra reputazioneo trovare altri benefici materiali, stiamo sognando; ciò è totalmente ir-realistico. Questa non è mai la via per la soddisfazione. Se possediamoquel tipo di mente inferiore, spiritualmente primitiva, non risolveremoi nostri problemi né otterremo alte realizzazioni. È impossibile.

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Perciò, come ho detto all’inizio, nel buddhismo l’interesse non èposto sulle azioni che fate o sull’aspetto esteriore, ma sullo stato dellavostra mente. È la vostra disposizione mentale, psicologica, che de-termina se le vostre azioni diventeranno il sentiero per la realizza-zione interiore e per la liberazione o la causa di sofferenza econfusione.

Il Buddha affermò: “Non siate attaccati alla mia filosofia e allamia dottrina. L’attaccamento ad ogni religione è semplicemente un’al-tra forma di malattia mentale.” Vediamo gente su tutta la terra che sicombatte in nome della religione, intraprende guerre, si impossessadi territori e si uccide. Tutte azioni totalmente sbagliate. La religionenon è la terra; la religione non è la proprietà. Le persone sono cosìignoranti. Come può tutto questo essere d’aiuto? La religione do-vrebbe portare la pace interiore e una vita migliore, ma invece lagente la usa per creare solo maggiore confusione e odio. Niente ditutto questo ha a che fare con alcuna religione, non solo con il bud-dhismo.

La pratica di Dharma è un metodo per liberarsi totalmente dal-l’attaccamento. Ma attenzione. Potreste dire: “Non sono più interes-sato allo sviluppo materiale, è sbagliato”, ma poi sublimate tutti ivostri desideri materiali nella religione. Invece di estirpare il vostro at-taccamento profondamente radicato, lo incanalate in qualcosa di piùaccettabile. Ma è ancora lo stesso vecchio viaggio. Vedete che i pos-sedimenti non portano la felicità, allora vi aggrappate alla vostra re-ligione. Poi, quando qualcuno dice: “La tua religione è spazzatura“,uscite di senno.

Un’altra storia tibetana descrive la mancanza di connessione tra laconoscenza intellettuale e l’abitudine radicata. Un giorno, un mo-naco domandò a uno dei suoi amici: ”Che combini in questo pe-riodo?“ e l’amico rispose: “Sto facendo molta meditazione sullapazienza.” Il monaco disse: “Bene, grande meditatore sulla pazienza,mangia questa cacca!”, il suo amico immediatamente si offese e re-plicò adirato: “Mangiala tu questa cacca!”.

Questo mostra come siamo. La meditazione sulla pazienza do-

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vrebbe fermare la collera, ma quando il monaco mise alla proval’amico, costui si arrabbiò alla minima provocazione. Non aveva in-tegrato l’idea di pazienza nella sua mente. Allora, qual è il punto? Ècome passare la vita intera a tessere vestiti caldi, tanti e tanti indu-menti. Poi un giorno siete fuori, siete colti da una bufera di neve emorite assiderati. È comune questo genere di cosa. Tutti noi abbiamosentito di milionari che muoiono di fame. Quindi, nella storia prece-dente, il meditatore metteva tutta la sua energia nella pratica per stac-carsi dalla collera e dall’attaccamento, ma, messo a confronto conuna situazione di vita reale, non riuscì a controllare la propria mente.

Se praticate la religione con una comprensione autentica, troveretela completa libertà, e quando incontrerete problemi, non avrete nes-suna difficoltà. Questo tipo di esperienza mostra che avete raggiuntoil vostro scopo, che avete messo veramente in pratica la vostra co-noscenza-saggezza.

Quando siamo felici superficialmente, parliamo della religione conmolta energia: “È grandioso, bellissimo, bla, bla, bla”, discutendoogni tipo di idee con entusiasmo, ma nel momento in cui accade qual-cosa di orribile, nel momento in cui incontriamo difficoltà, non ab-biamo niente. La nostra mente è completamente vuota: nessunacomprensione, nessuna saggezza, nessun controllo. Questo tipo diesperienza mostra quanto la nostra comprensione della religione –buddhismo, Dharma, meditazione o come la vogliate chiamare – siacompletamente primitiva. Se avete una comprensione corretta e in-traprendete il corretto sentiero con la giusta disposizione mentale,non c’è dubbio che sarete in grado di porre fine a tutti i problemi psi-cologici. Pertanto, se volete essere un vero praticante religioso, unbravo meditatore, invece di essere allucinati da una mente inquinatada teorie e concetti, provate a sviluppare una comprensione chiara,pulita, realistica e agite gradualmente nel sentiero per la liberazione.Se fate così, otterrete certamente le realizzazioni.

Se una persona che sta morendo di fame improvvisamente si rim-pinza di cibo, provocherà uno shock al suo stomaco. Invece di be-neficiare del cibo, si distruggerà. Invece di verificare cosa è meglio in

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quel particolare momento, egli coglie solo l’idea: “Il cibo sostanziosova bene per me“, e si riempie del miglior cibo disponibile. Solo per-ché il cibo è buono non significa che faccia bene. Dipende dall’indi-viduo.

Ugualmente, prima di intraprendere un qualsiasi tipo di praticaspirituale, dovete verificare cosa sia appropriato per voi nella vostrasituazione attuale. Dovete essere consapevoli dei vostri problemimentali e del vostro stile di vita, esaminare i molti modi differentiche esistono, e poi prendere una decisione cosciente basata sulla vo-stra attuale situazione e su quale approccio vi si confà allo stessotempo. Prima di intraprendere qualsiasi pratica, verificate se per voiè realmente quella giusta o meno. Le pratiche non sono buone o cat-tive in se stesse. Un metodo che è perfetto per una persona può ri-velarsi veleno per un’altra. Qualcosa che può suonare grandioso inteoria, può invece trasformarsi in veleno al contatto con il vostro si-stema nervoso, i vostri corpo, parola e mente.

Se comprendete la vostra mente, potete sicuramente darle il giu-sto spazio e giungere a controllarla. Con la comprensione, è facile.Ma se non capite la chiave, non potete forzare. Il controllo deve ar-rivare naturalmente. Non esiste qualcosa come il controllo mentaleistantaneo.

Pertanto, la mia conclusione è che la giusta disposizione mentaleè molto più importante dell’azione. Non portate il vostro stile di vitamaterialistico nella pratica del Dharma. Non funziona. Prima di me-ditare, controllate e correggete la vostra motivazione. Se fate così, lavostra meditazione diventerà molto più facile e significativa, e la vo-stra pratica corretta porterà le realizzazioni. Non è necessario essereaffamati di realizzazioni, afferrarsi a questo: “Oh, se farò questo ot-terrò realizzazioni meravigliose!”; non dovete avere aspettative: lerealizzazioni arriveranno automaticamente. Una volta che avete im-postato la vostra mente nel giusto sentiero, esse arriveranno di con-seguenza.

Non dovreste nemmeno attaccarvi alla vostra religione in manierache se qualcuno dicesse: “La tua religione non va bene”, vi rivolge-

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reste contro quella persona con cattiveria. Ciò è totalmente irreali-stico. Il proposito della religione è di liberarvi dalla mente agitata, in-controllata. Perciò, se qualcuno dovesse criticare la vostra religione,perché arrabbiarsi? Dovreste cercare di liberarvi da quel tipo dimente il più possibile. Quando abbandonate la mente intrisa di af-flizioni, otterrete automaticamente la pace interiore, le realizzazioni,il nirvana, Dio, Buddha, Dharma e Sangha, comunque le vogliatechiamare, ci sono così tanti nomi. È una cosa naturale.

Alcune persone pensano: “Amo la religione. Contiene così tanteidee meravigliose.” Vi piacciono quei concetti, ma se non mettetemai in relazione gli insegnamenti della vostra religione con la vostramente, qual è il punto? Fareste meglio ad avere meno idee. Troppenozioni creano conflitto nella vostra mente e vi fanno venire il maldi testa. Se tutto ciò che vi interessa sono le teorie religiose, se sieteappesi alle idee su per aria mentre la vostra vita si sta svolgendo quag-giù, c’è una profonda lacuna tra i vostri corpo, parola e mente quisulla terra e le vostre grandi idee lassù nel cielo. Allora, a causa diquesta lacuna, le due cose iniziano a darvi fastidio: “Oh, adesso la re-ligione non è poi così bella. La testa mi duole. Pensavo che la reli-gione fosse fantastica, ora però mi sta causando più problemi.” Tuttociò che fate è lamentarvi. Ma il problema deriva da voi stessi. Invecedi mettere due cose assieme, la religione e la vostra vita, avete creatouna frattura. Ecco perché il Buddha definiva negativa la mente dua-listica; essa causa sempre disturbi mentali. Vi fa combattere controvoi stessi. La mente che va oltre la dualità diventa la mente di bud-dha, saggezza ultima, suprema, assoluta consapevolezza, pace per-fetta, coscienza universale, vi sono molti modi in cui potetechiamarla.

Potete comprendere come la vostra mente dualistica funzionanella vita quotidiana. Quando trovate qualcosa che vi piace, auto-maticamente vi guardate intorno per vedere se c’è qualcosa che vipiace di più. La vostra mente è sempre in conflitto: “Questo è carino,ma quello?”. L’industria della pubblicità si fonda sullo sfruttamentodi questa tendenza umana universale, e il mondo dello sviluppo ma-

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teriale è cresciuto in modo esponenziale perché una mente è semprein competizione con un’altra.

Comunque questo è tutto quello che ho da dire al momento, mase avete domande, prego.

Domanda.Quando verifico, vedo che i fenomeni sorgono dalle emo-zioni come avidità o paura, ma cosa posso fare? So da dove sorgono,ma continuano a emergere. Come posso gestire questo?Lama. È una buona domanda. Il punto è che vedi l’emozione super-ficiale, ma non vedi veramente da dove sorge, l’energia che la spingea emergere. Non vedi l’origine profonda di quella emozione. È comese tu stessi guardando un fiore ma non riuscissi a vederne le radici.Dici di sapere da dove arrivino le emozioni, ma in realtà non lo sai.Se davvero capissi la radice dei problemi, essi sparirebbero sponta-neamente. Comunque, quando sei in una situazione in cui ti sentipsicologicamente turbato nel modo che descrivi, invece di ossessio-narti su come ti senti, concentrati su come sorge la mente agitata. Secontrolli a dovere con conoscenza-saggezza introspettiva, quellamente problematica sparirà da sola. Non hai bisogno di cacciarla viaa forza. Osserva soltanto. Sii saggio e rilassato. La tua è una buonadomanda: molte persone hanno questa esperienza. Trattala prestandomeno attenzione all’emozione superficiale e all’oggetto dei sensi chepotrebbe averla suscitata, affrettata, e guardando invece nell’intimodella tua mente per determinare che cosa faccia veramente sorgerequell’emozione.

Società Teosofica, Adyar Theatre, Sydney, 7 aprile 1975

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CAPITOLO 5

Un’introduzione alla meditazione

Fin dall’inizio dell’evoluzione umana su questo pianeta, le personehanno cercato di fare del loro meglio per essere felici e godersi lavita. Nel corso del tempo, hanno sviluppato un numero incredibiledi metodi diversi nel perseguimento di questi scopi. Fra questi me-todi troviamo diversi interessi, diversi lavori, diverse tecnologie e re-ligioni. Dalla produzione del più piccolo pezzo di dolce alla piùsofisticata nave spaziale, la motivazione sottostante è trovare la feli-cità. Le persone non fanno queste cose per niente. In ogni modo,tutti noi abbiamo familiarità con il corso della storia umana; dietro atutto questo c’è il costante perseguimento della felicità.

Tuttavia, e la filosofia buddhista è estremamente chiara su que-sto, non importa quanto progresso raggiungiate nello sviluppo ma-teriale, non troverete mai soddisfazione e felicità durevoli; èimpossibile. Il Buddha lo affermò del tutto categoricamente. È im-possibile trovare la felicità e la soddisfazione soltanto attraverso imezzi materiali.

Quando il Buddha affermò questo, non stava solo proponendouna qualche teoria da intellettuale scettico. Lo aveva imparato dallasua esperienza personale. Aveva provato di tutto: “Forse questo mifarà felice; forse quello mi renderà felice; forse ancora quell’altra cosami farà felice.” Provò di tutto, arrivò a una conclusione e poi delineò

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la sua filosofia. Nessuno dei suoi insegnamenti è una teoria arida e in-tellettuale.

Naturalmente sappiamo che il progresso della moderna tecnolo-gia può risolvere problemi fisici, come le ossa rotte e i dolori delcorpo. Il Buddha non avrebbe mai detto che tali metodi sono ridicoli,che non abbiamo bisogno di medici o medicine. Egli non fu maiestremo in questo senso.

In ogni caso, qualsiasi sensazione proviamo, spiacevole o piace-vole, è estremamente transitoria. Lo sappiamo attraverso la nostrapersonale esperienza; non è solo teoria. Abbiamo sperimentato gli altie bassi dell’esistenza fisica da quando siamo nati. A volte siamo de-boli, a volte forti. Cambia in continuazione. Ma mentre la medicinamoderna può senza dubbio aiutare ad alleviare i malanni fisici, nonsarà mai in grado di curare la mente insoddisfatta e indisciplinata.Nessuna medicina conosciuta può portare soddisfazione.

La materia fisica è impermanente per natura. È transitoria, nondura mai. Perciò, provare ad alimentare il desiderio e soddisfare lamente insoddisfatta con qualcosa che costantemente cambia è inu-tile, vano, impossibile; non c’è modo di soddisfare la mente incon-trollata e indisciplinata con i mezzi materiali.

Per fare questo, abbiamo bisogno della meditazione. La medita-zione è la giusta medicina per la mente incontrollata e indisciplinata.La meditazione è la via per la perfetta soddisfazione. La mente in-controllata è per natura malata; l’insoddisfazione è una forma di ma-lattia mentale. Qual è il giusto antidoto? È la conoscenza-saggezza;capire la natura dei fenomeni psicologici; capire come funziona ilmondo interiore. Molte persone capiscono come funziona un mac-chinario, ma non hanno idea di come funziona la mente; pochissimepersone comprendono come funziona la loro sfera psicologica. Laconoscenza-saggezza è la medicina che porta a questa comprensione.

Ogni religione promuove l’etica di non rubare, non mentire e cosìvia. Fondamentalmente, la maggior parte delle religioni tenta di con-durre i propri seguaci alla soddisfazione duratura. Qual è l’approcciobuddhista per fermare questo tipo di comportamento incontrollato?

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Il buddhismo non afferma solo che impegnarsi in azioni negative èsbagliato; esso spiega come e perché sia svantaggioso per voi agirecosì. Solo dicendovi che qualcosa è negativo non vi impedisce difarlo. È ancora solo un’idea. Dovete mettere queste idee in pratica.

Come mettete in pratica le idee religiose? Se non ci fosse un me-todo per tradurre in pratica le idee, nessuna comprensione di comela mente funziona, potreste pensare: “È ignobile fare queste cose;sono una cattiva persona”, ma non sareste ancora in grado di con-trollarvi; non sareste ancora in grado di fermarvi dal commettereazioni negative. Non potete controllare la vostra mente semplice-mente dicendo: “Voglio controllare la mia mente.” È impossibile. Maesiste un metodo psicologicamente efficace per mettere le idee inpratica: la meditazione. La cosa più importante della religione non èla teoria, le buone idee. Esse non portano molti cambiamenti nellevostre vite. Ciò che dovete sapere è come correlare tali idee alla vo-stra vita, come metterle in pratica. La chiave per questo è la cono-scenza-saggezza. Con la conoscenza-saggezza, il cambiamento arrivanaturalmente; non dovete spremervi, sforzarvi. La mente indiscipli-nata e incontrollata sorge naturalmente; quindi anche il suo antidoto,il controllo.

Come ho detto, se vivete in una società industrializzata, sapetecome operano le macchine. Ma se provate ad applicare quella cono-scenza alla vostra pratica spirituale per fare radicali cambiamenti dellavostra mente e del vostro comportamento, incontrerete difficoltà.Non potete cambiare la vostra mente velocemente come con le cosemateriali.

Quando meditate, fate un’analisi penetrante nella natura della vo-stra psiche per capire i fenomeni del vostro mondo interiore. Svi-luppando gradualmente la vostra tecnica meditativa, diventate semprepiù familiari con il modo in cui la vostra mente funziona con la na-tura dell’insoddisfazione, e così via, per essere in grado di risolvere ivostri problemi.

Per esempio, solo per mantenere la vostra casa pulita e in ordine,dovete disciplinare in qualche misura le vostre azioni. Analogamente,

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dal momento che la mente insoddisfatta è per natura caotica, avetebisogno di un certo grado di comprensione e di disciplina per raf-forzarla. Questo è il momento in cui la meditazione entra in gioco.Vi aiuta a comprendere la vostra mente e a creare ordine.

Ma meditazione non significa stare seduti in un angolo senza farenulla. Ci sono due tipi di meditazione: analitica e concentrativa. Laprima implica l’osservazione psicologica di sé, la seconda lo sviluppodella concentrazione su un punto.

Forse starete per dire: “Concentrazione? Non ho nessuna con-centrazione”, ma non è vero. Senza concentrazione non potreste so-pravvivere nemmeno per un giorno; non potreste guidareun’automobile. Ogni mente umana ha almeno un grado superficialedi concentrazione, ma svilupparla alla sua infinita potenza porta allameditazione, un livello importante di meditazione. Perciò tutti dob-biamo lavorare sul grado di concentrazione che già abbiamo. Natu-ralmente, quando perdete il controllo della vostra mente, quando viarrabbiate o siete sopraffatti da altre emozioni, perdete anche la pocaconcentrazione che avete, eppure la concentrazione su un singolopunto non è qualcosa che non esiste dentro di voi. Non è impossi-bile da realizzare, oltre la vostra portata, su nel cielo senza alcunaconnessione con voi. Non dovete avvicinarvi alla meditazione damolto lontano. Non è così. Avete già una sorta di concentrazione;deve solo essere sviluppata. A quel punto siete in grado di riordinarela vostra mente caotica e dualistica. La mente dualistica non è inte-grata. Fintanto che resta così, rimane insoddisfatta per natura, eanche se pensate di essere mentalmente e fisicamente in salute, la vo-stra mente è malata.

Tendiamo a interpretare l’insoddisfazione in modo estremamentesuperficiale. Diciamo, con disinvoltura: “Non sono mai soddisfatto”,ma non capiamo veramente cosa sia l’insoddisfazione o quanto scavinel profondo. Qualcuno suggerisce: “Siete insoddisfatti perché nonsiete stati allattati a sufficienza da vostra madre“, e noi pensiamo:“Oh, probabilmente è così.” Questo tipo di spiegazione dei problemimentali non c’entra; è un completo fraintendimento. L’insoddisfa-

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zione, inoltre, non proviene solo da cause congenite, innate. Puòanche provenire da una filosofia o una dottrina.

Da qualunque parte venga, l’insoddisfazione è un profondo disa-gio psicologico e non è necessariamente qualcosa di cui siete consci.Pensate di stare bene, ma allora perché il minimo cambiamento dellevostre condizioni vi sconvolge? È perché il seme dei problemi covanel profondo del vostro subconscio. Non siete liberi dai problemi;siete solo inconsapevoli di ciò che c’è nella vostra mente. Questa èuna situazione molto pericolosa in cui trovarsi.

La meditazione analitica, l’analisi della vostra mente, non è qual-cosa che richiede una forte fede. Non avete bisogno di credere innulla. Mettetela solo in pratica e fatene esperienza con la vostramente. È un processo del tutto scientifico. Il Buddha ha insegnatoche è possibile per tutti raggiungere lo stesso livello di visione, nonmaterialmente ma interiormente, in termini di realizzazione spiri-tuale. Grazie alla meditazione, possiamo ottenere tutti lo stesso ri-sultato comprendendo la natura ultima della nostra mente.

Spesso troviamo persone che temono coloro che vengono da di-versi paesi o diverse religioni; sono sospettosi, insicuri: “Non sonosicuro di lui.” Questo succede perché non ci capiamo reciproca-mente. Se veramente ci capissimo e comunicassimo gli uni con glialtri, i nostri timori sparirebbero. La nostra comprensione di quelloche le altre religioni insegnano e come influenzino lo sviluppo umanoè molto limitata; perciò ci sentiamo insicuri quando interagiamo coni loro seguaci.

Non abbiamo nulla da obiettare riguardo a un grande ristoranteche offra un ampio menu. Differenti persone amano tipi diversi dicibo per allietarsi la vita e sentirsi soddisfatti. È lo stesso con la reli-gione. Diversi percorsi sono necessari per le menti diverse delle per-sone. Se comprendete questo, non vi sentirete a disagio con praticantidi altre religioni; li accetterete così come sono.

Il nostro problema è che non ci accettiamo per come siamo e nonaccettiamo gli altri per come sono. Vogliamo che le cose siano di-verse da come sono perché non comprendiamo la natura della re-

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altà. La nostra visione superficiale, le nostre idee preconcette e con-cezioni sbagliate ci impediscono di vedere la realtà di cosa siamo e dicome esistiamo.

Attraverso la meditazione potete scoprire come anche le azionidi corpo e parola sono motivate psicologicamente in maniera in-controllabile. Questa scoperta vi porta al controllo naturale di tuttele vostre azioni. Una comprensione dei vostri impulsi psicologici ètutto ciò di cui avete bisogno per diventare lo psicologo di voi stessi.Allora non dovrete correre verso gli altri come un bambino: “Sonoa posto? Pensi che io vada bene?”; è puerile chiedere in continua-zione a qualcuno se siete a posto, rende la vostra vita come quella diun bimbo e vi sentite sempre insicuri. Dover dipendere da qualcunoche vi confermi di essere a posto rende solo la vostra vita più diffi-cile. In ogni caso, per metà del tempo non crederete a ciò che l’altrapersona dice, dunque perché preoccuparsi? Diventa tutto un ridicoloscherzo.

Dovreste conoscere ogni aspetto della vostra vita. Essa sarà piùintegrata e vedrete le cose più chiaramente. Una visione parziale dellavita può solo rendervi più insicuri.

Esistono molti tipi di impulsi psicologici che vi guidano a fare ciòche fate. Alcuni di essi sono buoni, altri negativi. Invece di fare sem-plicemente tutto ciò che tali impulsi vi dettano, è meglio fare un passoindietro e domandarvi: “Perché?” Per esempio, quando avete mal ditesta, invece di chiedervi: “Cos’è questo mal di testa?“, domandatevi:“Perché ho il mal di testa? Da dove è venuto?” Investigare la fontedel mal di testa è più interessante che semplicemente provare a sco-prire cosa sia. Qualche volta, anche capire soltanto la sua fonte puòfarlo scomparire. Solo chiedendosi che cosa sia non porterà mai allacomprensione. Tutto ciò che vedete è una sensazione superficiale,non la sua origine o la sua radice profonda.

A volte la gente pensa: “Sto invecchiando ogni giorno. Come èpossibile sviluppare la mente?” Se pensate che la vostra mente in-vecchia e degenera allo stesso modo del vostro corpo, vi sbagliate. Ilmodo in cui la mente e il corpo funzionano e si sviluppano è diverso.

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La meditazione non è necessariamente un’attività sacra; quandomeditate non dovete immaginare cose mistiche su nel cielo. Sempli-cemente esaminare la vostra vita dal momento della nascita fino adora, guardando al tipo di percorso che avete intrapreso e che sorta diimpulsi psicologici vi ha stimolato, è meditazione. Osservare la vo-stra mente è molto più interessante che guardare la televisione. Unavolta che avete osservato la vostra mente, troverete la televisione no-iosa. Controllare accuratamente ciò che state facendo dal momentoin cui siete nati, non tanto le azioni fisiche, ma gli impulsi della psi-che che vi guidano ad esse, è estremamente interessante ed è la ma-niera per familiarizzarvi con il modo in cui funziona il vostro mondointeriore.

Analizzare la vostra mente con la vostra conoscenza-saggezza virende mentalmente sani. È il modo di scoprire che la vostra conten-tezza non dipende dalla cioccolata; potete essere felici e soddisfattisenza cioccolata. Normalmente tendete a credere: “Finché avrò lacioccolata sarò felice, senza non posso stare bene.” Voi stessi createla vostra filosofia di vita con questo tipo di determinazione, che de-riva dall’attaccamento. Allora, quando la cioccolata sparisce, diventatenervosi: “Oh, adesso mi sento infelice.” Ma non è l’assenza di cioc-colata che vi rende infelici; sono le vostre idee preconcette. È la ma-niera in cui la vostra mente vi abbindola nel farvi credere che la vostrafelicità dipende da oggetti esteriori. Sono i vostri impulsi psicologiciche vi rendono mentalmente malati. Le persone soffrono di nostal-gia per la propria casa, vero? Bene, ecco un nuovo tipo di malattia:“choc-sick”, la sofferenza per mancanza di cioccolata. Spero che af-ferriate ciò che sto dicendo.

Naturalmente questo è solo un esempio di come la vostra mentecrea le idee preconcette. Nella nostra vita ci fissiamo a migliaia diidee in questo modo: “Se avrò questo sarò felice; se avrò quello saròfelice. Non posso essere felice se non ho questo; non posso esserefelice se non ho quello.” Ci fissiamo su questo, su quello, ma la vitacambia in continuazione, corre come un orologio automatico. Po-tete vedere l’impermanenza semplicemente osservando.

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Le idee fisse ci sconvolgono; la nostra mente è messa a disagio,agitata e dualistica. Secondo il Buddha, affidarsi ciecamente agli og-getti materiali pensando: “Solo questo mi fa felice“, è una fantasia to-tale.

Quando comprendete la vostra relazione con la cioccolata, capiteche è impermanente. La cioccolata viene, la cioccolata va, la ciocco-lata sparisce. È naturale. Quando capite che è naturale, non temete.Altrimenti il vostro aggrapparvi alla cioccolata è un rifiuto dell’ordinenaturale.

Come potete rifiutare il mondo? “Voglio avere sedici anni persempre.” Non importa quanto desideriate che le cose restino cosìcome sono, state chiedendo l’impossibile. È una concezione com-pletamente sbagliata. Dal punto di vista buddhista, state sognando.Che voi abbiate fede in una religione o che la rifiutiate, state so-gnando.

Se avete la tendenza psicologica a reificare le idee, siete un cre-dente. Anche se affermate con orgoglio: “Sono uno scettico; noncredo in nulla”, non è vero. Verificate: siete un credente. Due o tredomande lo proveranno. Pensate che alcune cose siano buone? Pen-sate che altre siano cattive? Certo che lo pensate. Queste sono cre-denze. Altrimenti cos’altro è la credenza? Una credenza è qualcosache create con la vostra logica, a prescindere che lo vogliate o no.Ognuno ha qualche ragione per pensare: “Questo è bello; questo èbrutto.” Anche se è completamente illogico, per alcuni è una ragionesufficiente per concludere: “Ah! Mi piace.” A causa di questo o diquello pensano: “Sì.” Questa è l’idea fissa; la credenza.

Non sono cinico. È la mia esperienza. Ho incontrato molti occi-dentali scettici e ho verificato. A livello intellettuale dicevano: “Noncredo in niente”, ma fate loro alcune domande e immediatamentesvelerete le numerose credenze che nutrono. Questa è esperienza di-retta, non una qualche filosofia astratta.

Comunque, la funzione della meditazione è di reintegrare la mentedissociata, separata; rendere integra la mente frammentata. La medi-tazione porta soddisfazione alla mente insoddisfatta e distrugge l’idea

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o la credenza che la felicità dipenda solo dalle circostanze. È impor-tante sapere questo.

Le persone deboli non sono in grado di affrontare i problemi. Lameditazione è un modo di aiutarvi a diventare forti abbastanza peraffrontare le vostre difficoltà invece di scappare via da esse. Vi per-mette di affrontare e gestire con abilità i vostri problemi.

Secondo la filosofia del Buddha e l’esperienza di generazioni dipraticanti buddhisti, non si possono risolvere i problemi solo perchéqualcuno afferma: “Hai questo problema a causa di questo, quello oquell’altro.” Qualcuno interpreta qualcosa per voi, dice qualche pa-rola, e all’improvviso vedete la luce: “Oh, sì, grazie. Il mio problemaè risolto.” È impossibile. La radice dei problemi è troppo profondaperché qualcosa del genere funzioni. È un approccio troppo super-ficiale per sradicarli.

La radice delle difficoltà non è intellettuale. Se lo fosse, se essevenissero semplicemente dalle idee, allora forse il suggerimento dicambiare il modo di pensare per risolverle potrebbe funzionare. Co-munque, per superare la mente insoddisfatta e indisciplinata e met-tere fine ai disagi psicologici, dovete diventare voi gli psicologi. Inaltre parole, dovete diventare conoscenza-saggezza.

Per liberarvi dovete conoscere voi stessi, e arrivare a conoscere sestessi è un’ottima conquista. Allora, non importa dove andiate, sunel cielo o sottoterra, porterete la soluzione dei vostri guai con voi.

La cioccolata, d’altra parte, non può essere sempre con voi. Inogni modo, sapete dalla vostra esperienza personale che dovunqueandiate, finché porterete con voi la vostra mente insoddisfatta saretesempre infelici. Il luogo non è il problema. È la vostra mente. Anchese andate sulla luna, non potete sfuggire ai vostri problemi. La vostramente insoddisfatta è sempre là. Qual è allora il punto di andare sullaluna se vi portate dietro la vostra mente insoddisfatta? Pensiamo:“Ah, la luna! Fantastico!” Non è fantastico; è solo un altro viaggio.

Se verificate più a fondo, troverete che ciò che normalmente ri-tenete fantastico – i piaceri dei sensi e così via – non è affatto fanta-stico. State solo correndo in cerchio; è il solito vecchio viaggio,

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ancora e ancora. La vostra mente cambia, pensate: “Sono felice”, viannoiate, cambiate di nuovo, e così via, e la poca felicità che speri-mentate non dura mai. Per provare soddisfazione, libertà e godi-mento durevoli, dovete mettere in gioco la vostra saggezza e provaread essere totalmente coscienti e consapevoli del vostro comporta-mento e degli impulsi che vi spingono ad agire, la motivazione chevi fa fare quello che fate.

Se fate questo, renderete la vostra potente e preziosa vita umanadavvero meritevole. Se non lo fate, bene, non è certo che la vostravita sarà meritevole o meno.

Non è semplice? Quanto è difficile controllare la vostra mente?Non c’è bisogno di andare in un tempio; non dovete andare in chiesa.In ogni caso la vostra mente è il vostro tempio; la vostra mente è lavostra chiesa. È il luogo in cui integrate la vostra mente attraverso lavostra saggezza-conoscenza. È molto semplice. Non potete negareciò che sto dicendo: “Non ho bisogno di comprendere i miei impulsipsicologici.” Non potete dirlo. È della vostra mente che stiamo par-lando. Dovete conoscere i vostri fenomeni psicologici. Sono partedi voi; dovete sapere chi siete, la vostra natura. Il Buddha non ha maiinsistito: “Dovete conoscere il Buddha.” Ciò che enfatizzava era:“Dovete conoscere voi stessi.”

Di solito pensiamo che osservare il nostro comportamento si-gnifica osservare ciò che facciamo fisicamente, ma gli impulsi psico-logici non necessariamente si traducono in azioni manifeste. Perosservare quegli impulsi che non si manifestano esternamente e sonoperciò oscurati alla vista, dobbiamo meditare. Quando meditiamoprofondamente, noi integriamo o unifichiamo la nostra mente con-trollando automaticamente in tal modo l’agitazione che normalmentesorge dalla visione dualistica proiettata dalla nostra percezione sen-soriale. In altre parole, siamo in grado di trascendere la nostra per-cezione dei sensi. Tutti possiamo raggiungere quel livello.

Pertanto, esaminate il vostro potenziale per capire i vostri impulsipsicologici e sviluppare la soddisfazione e la gioia durature. Con-trollando potete arrivare a delle conclusioni; se non lo fate, non rag-

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giungerete mai nulla e la vostra vita intera diventerà insipida, incertae insicura.

Perché non siete in pace? Perché non siete soddisfatti. Dal puntodi vista buddhista, la mente insoddisfatta è la colpevole, il vero pro-blema. La natura dell’insoddisfazione è l’agitazione; opera per di-sturbare la nostra pace mentale.

Analizzando le cose materiali in dettaglio, le persone scoprono dadove derivano e di cosa sono fatte. Se mettete questo tipo di sforzonell’esaminare il vostro mondo interiore, sarete in grado di trovare lavera soddisfazione.

Forse è abbastanza, e dal momento che non avete domande viauguro semplicemente buonanotte e molte grazie.

Anzac House, Sidney, 8 aprile 1975

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CAPITOLO 6

Seguire il sentiero senza attaccamento

Chi pratica la meditazione o una religione non dovrebbe avere at-taccamento ad alcuna idea.

Le idee preconcette non sono fenomeni esterni. Le nostre mentispesso si afferrano alle cose che sembrano buone, ma può esseredavvero pericoloso. Anche noi accettiamo facilmente cose di cui siparla bene: “Oh, la meditazione è ottima.” Certo, la meditazione è ot-tima se capite in cosa consiste e se la praticate correttamente; potetesicuramente trovare le risposte alle domande della vita. Ciò che stodicendo è che, qualsiasi cosa pratichiate nel campo della filosofia,dottrina o religione, è meglio non afferrarsi alle idee; non abbiate at-taccamento per il vostro sentiero.

Di nuovo, non mi sto riferendo agli oggetti esterni; sto parlandodei fenomeni interiori, psicologici. Sto parlando di sviluppare unamente sana, sviluppare ciò che il buddhismo chiama indistruttibilecomprensione-saggezza.

Alcune persone si godono la meditazione e la soddisfazione cheporta, ma allo stesso tempo si afferrano fortemente all’idea intel-lettuale di essa: “Oh, la meditazione è perfetta per me. È la cosa mi-gliore del mondo. Sto ottenendo dei risultati. Sono così felice!”; macome reagiscono se qualcuno svilisce la loro pratica? Se non si of-fendono è fantastico. Ciò dimostra che stanno procedendo come si

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deve nella loro religione o pratica meditativa.Analogamente, potete avere una tremenda devozione a Dio, a

Buddha o per qualcosa basato sulla comprensione profonda e lagrande esperienza, ed essere sicuri al cento per cento di quello chestate facendo, ma se avete anche solo un minimo attaccamento allevostre idee, se qualcuno dice: “Sei devoto a Buddha? Buddha è unmaiale.” Oppure: “Credi in Dio? Dio è peggio di un cane!”, uscite to-talmente di senno. Le parole non possono fare di Buddha un maialené di Dio un cane, ma ancora il vostro attaccamento, la vostra menteidealistica resta totalmente sconvolta: “Oh mi ferisci! Come osi direcose simili?”

Non importa quello che qualcuno dice: Buddha è buono, Bud-dha è cattivo, la caratteristica natura assolutamente indistruttibile delBuddha resta intatta. Nessuno può aumentare o diminuire il suo va-lore. È esattamente lo stesso quando la gente vi dice che siete buonio che siete cattivi; a prescindere da quello che dicono, voi rimanetegli stessi. Le parole altrui non possono cambiare la vostra realtà. Per-ciò, perché avete questi alti e bassi quando la gente vi loda o vi cri-tica? È a causa del vostro attaccamento; la vostra mente che si afferra;le vostre idee fisse. Siate sicuri di avere chiaro questo concetto den-tro di voi.

Controllate. È molto interessante. Verificate la vostra psicologia.Come reagite se qualcuno vi dice che l’intero vostro sentiero è sba-gliato? Se davvero comprendete la natura della vostra mente, nonreagirete mai male a questo tipo di cose, ma se non capite la vostrapsicologia, se avete le allucinazioni e se vi offendete facilmente, ve-drete la vostra pace mentale velocemente disturbata. Sono solo pa-role, idee, ma ci rimanete male così facilmente.

Le nostre menti sono incredibili. I nostri alti e bassi non hannonulla a che fare con la realtà, niente a che vedere con la verità. Èmolto importante capire la psicologia di questo.

È comune per noi pensare che il nostro sentiero e le nostre ideesiano giuste, meritevoli e perfette, ma focalizzandoci eccessivamentesu quello, inconsciamente mortifichiamo altri sentieri e altre idee.

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Per esempio, penso: “Il giallo è un colore fantastico”, e vi spiegoin dettaglio quanto il giallo sia bello. Allora, a causa di tutte le mie ra-gioni logiche, anche voi iniziate a pensare: “Il giallo è bello; è il co-lore perfetto.” Ma ciò causa automaticamente nella vostra mente ilsorgere di credenze contraddittorie: “Il blu non è così bello; il rossonon è così bello.”

Ci sono due cose in conflitto fra loro. È comune, ma è un errore,soprattutto quando riguarda la religione. Non dovremmo permet-tere che tali contraddizioni sorgano nella nostra mente nel caso incui, accettando una cosa, ne rifiutiamo automaticamente un’altra. Secontrollate, comprenderete che non state inseguendo ciecamentequalcosa di esteriore, ma è la vostra mente che è troppo estrema inuna direzione. Questo automaticamente mette in opposizione l’altroestremo, così il conflitto tra i due sbilancia la vostra mente e disturbala vostra pace interiore.

Questo è il modo in cui sorge la faziosità religiosa. Voi affermate:“Appartengo a questa religione”, e quando incontrate un seguace diun’altra tradizione vi sentite insicuri. Ciò significa che la vostra co-noscenza-saggezza è debole. Non capite la natura vera della vostramente e vi afferrate a un punto di vista estremo. Non lasciate che lavostra mente si inquini in questa maniera; assicuratevi di essere men-talmente sani. Dopo tutto, il proposito della pratica religiosa, del bud-dhismo, del Dharma, della meditazione o in qualunque altro modola vogliate chiamare, è di portare la vostra mente al di là di attitudinimentali dannose e contraddittorie.

Lo stesso Buddha esortava gli studenti insegnando a praticaresenza attaccamento. Sebbene egli insegnasse un metodo preciso euniversale, fece promettere ai suoi studenti di non essere attaccati aisuoi insegnamenti o alle realizzazioni, alla libertà interiore, al nirvanao all’illuminazione stessa.

Ottenere la libertà dall’attaccamento è una cosa molto difficile,specialmente in una società materialistica. È quasi impossibile pervoi avere a che fare con le cose materiali senza attaccamento, e que-sto vi induce a portare un atteggiamento simile nella spiritualità. Tut-

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tavia, sebbene sia difficile, dovete verificare come la psicologia delBuddha vi offra una perfetta salute mentale, libera dagli estremi diquesto o quello.

Nella nostra vita ordinaria, samsarica, mondana, proviamo facil-mente attaccamento e ci afferriamo alle cose che ci piacciono, e nes-suno ci consiglia mai di evitare l’attaccamento. Ma il Buddha, sebbeneoffrisse ai suoi studenti il metodo più alto per ottenere la meta su-prema, li ammoniva sempre a non essere mai attaccati a niente ditutto ciò. Diceva: “Se avete il minimo attaccamento a me o ai miei in-segnamenti, non solo siete psicologicamente malati, ma distrugge-rete ogni possibilità che avete di ottenere la completa e perfettailluminazione.”

Inoltre, non disse mai alla gente di essere faziosa nei confrontidel suo sentiero, oppure che seguire il suo sentiero era giusto e se-guire gli altri era sbagliato. In effetti, uno dei voti del bodhisattva chedava ai suoi seguaci era la promessa di non criticare gli insegnamentidelle altre religioni. Pensate alla ragione per la quale fece questa af-fermazione: mostrava quanto perfettamente egli conoscesse la psi-cologia umana. Se fosse stato per noi, avremmo detto: “Vi stoinsegnando il metodo più alto, il più perfetto, tutti gli altri non val-gono niente.”

Noi trattiamo il sentiero spirituale esattamente nel modo compe-titivo in cui agiamo con gli interessi materiali e, se continuiamo acomportarci in questo modo, non saremo mai mentalmente sani, néscopriremo il nirvana o la duratura e pacifica illuminazione. Allora,qual è il punto della nostra pratica spirituale?

Verificate. Anche nelle attività e relazioni della vostra vita samsa-rica e mondana, nel momento in cui avete un’idea o scegliete unacosa: “Questo va bene”, un pensiero contraddittorio automatica-mente sorge nella vostra mente. Se siete innamorati in modo mon-dano ed egoista, verificate se la vostra mente sia troppo estrema o no;troverete che lo è.

Ugualmente, dovreste evitare gli estremi anche quando praticateun sentiero spirituale. Naturalmente, ciò non dovrebbe fermarvi dal

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praticare il Dharma o la meditazione; dovete continuare a farlo. Pra-ticate solo secondo il vostro personale livello di comprensione.

Non significa nemmeno che la vostra mente dovrebbe esserechiusa ad altre religioni. Potete studiare ogni religione; verificatelo. Ilproblema è che, quando scegliete una particolare religione, diventateestremisti sulle idee sostenute da essa e sminuite altre religioni e fi-losofie. Questo accade perché non conoscete il proposito di una re-ligione, il perché esiste o come praticarla. Se lo sapeste, non visentireste insicuri sulle altre religioni. Non conoscere la natura di altrereligioni o i loro intendimenti vi fa temere i praticanti di altri sentieri.Se comprendete che le diverse menti di persone diverse necessitanodi differenti metodi e soluzioni, capirete il motivo per cui c’è bisognodi molte religioni.

Vale davvero la pena per voi di capire questa psicologia di base.Allora, anche nella vostra vita quotidiana, quando la gente dice chesiete buoni o cattivi, voi non avrete alti e bassi; saprete che non èquello che la gente dice a rendervi buoni o cattivi. Se, in ogni caso,vi ritroverete ad avere alti e bassi a seconda di quello che le personedicono, dovreste riconoscere che ciò accade perché la vostra menteè inquinata; non vedete la realtà. A causa di questo, i vostri giudizi re-lativi, mondani, stanno etichettando le cose in buone e cattive e la vo-stra mente sta facendo su e giù di conseguenza. I vostri alti e bassiderivano dalla vostra mente che vi fa credere che quelle cose siano ve-ramente buone o cattive. Ecco perché vivete alti e bassi.

Se rifiutate di credere a questa visione superficiale, non ci sarà pervoi più alcuna ragione di avere alti e bassi quando qualcuno dice“buono” o “cattivo.” Le parole non sono la realtà; le idee non sonola realtà. Scordatevi della natura ultima della vostra mente; se com-prendete anche la sua natura relativa, non c’è modo che qualcunopossa provocarvi alti e bassi con quello che dice. Anche con questolivello più superficiale di comprensione, scoprite un grado di veritàdentro di voi.

Una parte rilevante della nostra sofferenza sorge perché siamopreoccupati per la nostra reputazione. Invece di essere preoccupati

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della realtà di chi siamo, ci angustiamo per quello che gli altri pensanodi noi. Guardiamo troppo alle apparenze. È incredibile. Per quantoriguarda il buddhismo, questa è una mente malata; totalmente, clini-camente malata. Gli psicologi occidentali, naturalmente, non consi-derano questo stato una malattia mentale. La loro terminologia èdiversa. Perché c’è questa differenza? È perché l’approccio del Bud-dha ci insegna a cercare il risultato più alto, la pace mentale duratura,interiore e indistruttibile, e solo quando otteniamo quel livello dimente secondo il buddhismo non siamo più malati. Prima di questo,la nostra mente è suscettibile agli alti e bassi e perciò è ancora malata;abbiamo bisogno quindi di una medicina in più: la meditazione, lapratica di Dharma o come la vogliate chiamare. Questa è vera, pro-fonda psicologia. Gli psicologi occidentali sono soddisfatti che voinon siate clinicamente malati se state bene abbastanza per gestire ivostri affari quotidiani, comunicare con i vostri amici e così via.Fanno così: “Ok, ora puoi andare!” Sono facilmente soddisfatti. Malo psicologo supremo, il Buddha, guarda più a fondo. Vede cosa suc-cede nell’inconscio profondo. Gli psicologi occidentali sono fieri didove sono giunti, ma aggiungono che, a dispetto dei numerosi pro-gressi, rispetto alla comprensione della natura inconscia della mente,la strada da percorrere è ancora lunga. L’ho letto in un libro di psi-cologia.

Comunque, la realtà è che vi attaccate a qualsiasi idea pensate siabuona, quindi anche se gli insegnamenti del vostro percorso spiri-tuale possono in effetti essere buoni, provate a praticarli senza at-taccamento.

A volte vedete persone le cui credenze sono troppo estreme, fuorisulle strade a distribuire materiale religioso. Anche se siete indaffarati,e vi state affrettando da qualche parte, vi fermano: “Ecco, leggi que-sto.” Essi desiderano così malamente diffondere le loro idee, che pre-gano anche nei centri commerciali. Questo è eccessivo. Non ènecessario fare così. La mente ha bisogno di tempo per assorbirequalsiasi idea. Se davvero volete insegnare qualcosa a qualcuno, do-vete aspettare fino a quando la persona è pronta, allora potete farlo.

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Se la mente non è pronta, non dovreste provare a inculcare le vostreidee religiose in questa persona, non importa quanto fortemente voicrediate in quelle idee. È come dare a una persona morente un gio-iello prezioso.

Molte religioni insegnano l’importanza dell’amore universale, mala domanda è come svilupparlo dentro di voi. Non potete mettere inpratica l’amore universale solamente recitando: “Amore universale,amore universale, amore universale.” Perciò come ottenere quellarealizzazione?

Secondo il Buddha, il primo passo è sviluppare una mente equili-brata verso tutti gli esseri senzienti; prima di poter ottenere l’amoreuniversale, dovete provare equanimità verso tutti gli esseri nell’universo.Perciò, la prima cosa da fare è di esercitarvi nell’equanimità, e, se pen-sate di poter sviluppare l’amore universale senza di essa, sognate.

Altrimenti pensate che l’amore universale sia una idea meravi-gliosa, ma allo stesso tempo siete fanatici riguardo alla religione cheavete adottato. Vi vengono le fissazioni: “Questa è la mia religione.”Quando qualcuno di un’altra fede si avvicina vi sentite a disagio; lavostra mente va in conflitto. Allora, dov’è il vostro amore univer-sale? Sebbene pensiate che sia meraviglioso, non siete in grado dimanifestarlo perché la vostra mente è sbilanciata. Affinché l’amoreuniversale entri nella vostra mente, dovete sviluppare un sentimentodi equilibrio con tutti gli esseri nell’universo.

Ma è più facile a dirsi che a farsi, così forse dovrei spiegare comesviluppare l’equilibrio. Lo facciamo durante la meditazione seduta.Visualizzate di fronte a voi una persona che vi agita; qualcuno chenon vi piace. Visualizzate dietro di voi la persona a cui siete più at-taccati. E visualizzate tutto intorno a voi le persone verso cui provateindifferenza; coloro che non considerate amici, parenti o nemici.Guardate queste tre categorie di persone: amico, nemico ed estra-neo, e meditate; esaminate come vi sentite verso ognuno di loro.Quando osservate il vostro caro amico, sorge un sentimento di at-taccamento, volete andare in quella direzione. Quando osservate lapersona che vi ferisce e vi infastidisce, volete girarvi; rifiutate quella

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persona. Questo modo è semplice per verificare come vi sentite conpersone diverse; non è complicato. Visualizzatele e guardate comevi sentite. Poi domandare a voi stessi: “Perché mi sento diverso conpersone diverse? Perché voglio aiutare la persona che mi piace e nonquella che odio?” Se siete onesti, troverete che le risposte sono quellecompletamente irragionevoli di una mente in preda alle afflizionimentali.

Questo significa che non capite veramente la natura imperma-nente delle relazioni umane. Coloro che conoscono la reale, vera na-tura della mente umana, capiscono che le relazioni sono soggette acambiamento e che non esiste una cosa come una relazione perma-nente; sebbene lo desideriate, è impossibile. Ma ripercorrete l’interastoria della vita sulla terra, da quando è iniziata fino ad ora; dov’è talerelazione permanente?

Quando c’è mai stata una relazione permanente? Dovrebbe an-cora essere lì, ma non è così, perché non esiste una cosa del genere.Per di più, il vostro giudizio sulle persone come amici, nemici edestranei è un totale fraintendimento: anzitutto, è basato su ragionitotalmente illogiche. Qualsiasi sia la vostra ragione, le vostre sensa-zioni di: “Lui mi piace, lei non mi piace”, è totalmente illogica. Nonhanno nulla a che fare con la vera natura sia del soggetto che del-l’oggetto.

Giudicando le persone nel modo in cui fate, siete come qualcunoche ha due persone estremamente assetate che arrivano alla sua portachiedendo dell’acqua, e arbitrariamente ne sceglie una: “Per favore,tu vieni dentro”, e rifiuta l’altra: “Tu vai via.” Questo è esattamentecome siete. Se veramente controllate con la conoscenza-saggezza in-trospettiva, vedrete che il vostro giudizio di buono e cattivo deriva dalpreoccuparvi solo del vostro piacere egoistico e mai della felicità deglialtri.

Controllate: visualizzate tutti gli esseri dell’universo intorno a voie comprendete che, ugualmente, proprio come voi, tutti desideranola felicità e non vogliono l’infelicità. Perciò non c’è ragione di fare unadistinzione psicologica tra amico e nemico, voler aiutare l’amico con

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estremo attaccamento e voler abbandonare ciò che dà fastidio, il ne-mico, che genera conflitto con accanimento. Questo tipo di mente èdel tutto irrealistica perché, siccome la mente umana insoddisfattava su e giù, quei tipi di relazioni cambiano naturalmente.

Anche se volete arrabbiarvi con qualcuno, dovreste prendervelacon la mente disturbata di quella persona, non con il suo corpo fisico.La sua mente è incontrollata, non ha scelta. Quando vi attacca, è gui-data da attaccamento o collera incontrollate; questo è ciò contro cuivoi dovreste arrabbiarvi. Se qualcuno vi urta con un’auto, non vi ar-rabbiate con l’auto, vero? Ve la prendete con il guidatore. È esatta-mente la stessa cosa. Il guidatore interiore è la mente insoddisfattadella persona, non i sintomi delle sue emozioni. Perciò, non è il vo-stro nemico di per sé, ma voi dovreste arrabbiarvi con le sue afflizionimentali. Ciò che una persona dice o fa è semplicemente sintomaticodi ciò che è nella sua mente.

Comunque, questo è l’approccio per sviluppare l’equilibrio e, piùlo praticate, più comprenderete che in realtà non c’è ragione di di-stinguere gli esseri senzienti in amici, nemici ed estranei sulla basedegli estremi dell’attaccamento e dell’odio; solo una mente malatapuò fare questo. E quando sperimentate l’equilibrio, vi meraviglie-rete di come la vostra visione dei nemici cambi. La persona che vi agi-tava e vi infastidiva appare completamente diversa, non perché siacambiata, ma perché la vostra mente lo è; avete cambiato la vostrapercezione. Non è una favola; questa è la realtà.

Quando cambiate la vostra disposizione mentale, la vostra visionedel mondo dei sensi cambia a sua volta. Quando la vostra mente è an-nebbiata, il mondo intorno a voi sembra annebbiato; quando la vo-stra mente è chiara, il mondo intorno sembra bello. Sapete questoper esperienza personale. La vostra visione del mondo deriva dallavostra mente: è un riflesso della vostra mente. Nel mondo non esi-ste qualcosa di permanente e perfettamente buono. Dove potrestetrovare qualcosa del genere? È impossibile.

Dovete conoscere la vostra psicologia, come funziona la vostramente, come discriminate tra gli esseri senzienti a causa di ragioni il-

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logiche, irrealistiche. Perciò, avete bisogno di meditare. Per scoprirel’amore universale nella vostra mente, dovete sviluppare un senti-mento di equanimità verso tutti gli esseri viventi nell’universo. Unavolta sviluppato l’equilibrio, non dovete preoccuparvi dell’amore uni-versale; arriverà automaticamente. Questo è il modo in cui funzionala psicologia umana. Non è qualcosa che potete forzare: “Oh, l’amoreuniversale. Io divento te; tu diventi me.” Cos’è questo? Non pensatein questo modo.

Quando la vostra mente sarà bilanciata con un sentimento equa-nime per tutti gli esseri viventi, voi sarete automaticamente felici.Non dovrete dire: “Ho bisogno della felicità.” Sarete automatica-mente pacifici e felici, e inoltre il vostro corpo e la vostra parola ge-nereranno una vibrazione pacifica che automaticamente beneficeràgli altri al di là delle parole. Dovunque andiate quella vibrazione saràcon voi. Ma è impossibile raggiungere quel livello senza meditazione.Senza meditare non potete liberarvi da alcun attaccamento, né spiri-tuale né materiale, non parliamo poi di sperimentare l’amore univer-sale.

Il metodo Mahayana di portare la mente all’illuminazione è gra-duale. Come abbiamo visto, per sviluppare l’amore universale, dob-biamo prima sviluppare l’equanimità. Su questa base, generiamo lamente dell’illuminazione del bodhisattva, bodhicitta, e dopo averla ge-nerata il nostro compito è di mettere in pratica le sei perfezioni: ge-nerosità, moralità, pazienza, sforzo, concentrazione e saggezza.

Tutte le religioni enfatizzano l’importanza della generosità, mal’approccio del Buddha differisce dalla gran parte di esse per il fattoche egli spiega principalmente l’aspetto psicologico del donare, e nonè tanto interessato ai suoi aspetti esteriori. Perché? Perché la perfe-zione della generosità è realizzata solo quando noi liberiamo com-pletamente la mente dall’attaccamento dell’avarizia, e questa è unacosa puramente mentale.

Molte persone pensano, con arroganza e orgoglio, di essere reli-giose perché donano molti beni materiali, ma ciò è davvero superfi-ciale. Tali persone non hanno idea dell’essenza della generosità;

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hanno solo una vaga nozione del fatto che essa è positiva. Non sannoveramente cosa sia. Impegnarsi nella pratica di generosità del bodhi-sattva è estremamente difficile; dev’essere fatto senza traccia di ava-rizia.

Molte persone donano con orgoglio e attaccamento. Questa nonè generosità; è solo egoismo e, fondamentalmente, non virtù. La pra-tica di generosità del bodhisattva, o, in effetti, di ognuna delle sei per-fezioni, deve includere le altre cinque. In altre parole, la generositàdev’essere praticata insieme a moralità, pazienza, sforzo entusiastico,concentrazione e saggezza, specialmente quest’ultima. Dobbiamoavere una profonda comprensione della vacuità di ciò che chiamiamo“le tre sfere”: la vacuità dell’oggetto che stiamo dando, la vacuità del-l’azione del dare e la vacuità di colui che riceve il nostro regalo. Sediamo senza questa comprensione, non è di beneficio né è perfettoe, in più, può portare a una reazione contraddittoria.

Per esempio, se non siamo privi di attaccamento, potremmo darequalcosa a qualcuno oggi, e domani pensare: “Sarebbe stato megliose non glielo avessi dato; ora ne ho bisogno.” Questo modo di do-nare non ha nulla a che fare con la religione.

Potremmo vedere persone fare la carità e pensare a quanto me-ravigliosamente generose siano, ma tutto ciò che vediamo è l’azioneesteriore. Non vediamo la motivazione interiore, che può essere to-talmente egoista o folle. La reale definizione della generosità religiosaè determinata dalla disposizione mentale del donatore, non dalle sueazioni fisiche.

Se il vostro donare indebolisce le vostre attitudini negative di-sturbanti e porta maggior pace e comprensione nella vostra mente,è religioso, ma se serve esclusivamente per incrementare le vostre af-flizioni mentali, fareste meglio a non farlo, in qualsiasi modo appaiadall’esterno. Perché fare qualcosa che peggiora la vostra mente giàturbata? Siate realistici; sappiate cosa state facendo. Se conducete lavostra pratica spirituale con comprensione, sarà veramente merite-vole ed efficace e porterà i risultati che cercate. Anche semplicementesentirsi equanimi verso tutti gli altri esseri viventi, senza discriminare

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gli altri come amici, nemici ed estranei, può procurarvi grande feli-cità e libertà dall’insicurezza.

Spesso ci sentiamo infastiditi dagli altri, ma dobbiamo capire chevederli come nemici viene da noi, non da loro. Non esiste qualcosacome un nemico nato. Lo creiamo totalmente noi. Non esiste qual-cosa che sia un “cattivo” permanente. In realtà, maligna è la mentenegativa che proietta il male fuori; una mente positiva etichetterà lastessa cosa come buona. Le cose cambiano sempre; il male perma-nente è totalmente inesistente.

Ancora, quando siamo depressi pensiamo: “Sono cattivo, sononegativo, sono un peccatore”, ma ciò non ha alcun senso: un estremoesagerato. Noi possediamo entrambi dentro di noi, il positivo e il ne-gativo; è semplicemente una questione di quale è il più forte in undato istante. Questo è ciò che dobbiamo verificare. Pertanto, ognivolta che la nostra mente ci causa problemi, è un segno che stiamopensando in modo estremo.

Ecco dove entra in gioco la meditazione. Meditazione significa ana-lizzare la mente per vedere cosa sta accadendo. Quando la pratichiamocorrettamente, purifichiamo e portiamo pace nella nostra mente squi-librata. Questa è la funzione della meditazione; la funzione della reli-gione. Perciò dovremmo meditare il più correttamente possibile.

Una cosa da evitare sul sentiero spirituale è di accogliere imme-diatamente le idee. Provate invece a trovare la chiave per inserire lenozioni nella vostra esperienza spirituale. Sperimentare il loro signi-ficato è molto più importante delle nozioni stesse. Per esempio, nondovremmo praticare la generosità con le cose che appartengono adaltri, come la nostra famiglia o i nostri amici. Ho sentito spesso par-lare di giovani che prendono le cose ai loro genitori, come i gioiellidella madre, e li danno via ai mendicanti per la strada. Questo èstrano, non è generosità. E mi è stato chiesto spesso se è giusto ru-bare al ricco per dare al povero. Nemmeno questa è carità.

La normale interpretazione di generosità è quella di donare beniagli altri ma, come potete vedere, il punto di vista buddhista è che ladonazione materiale non è necessariamente carità. La vera generosità

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ha a che fare con la mente: dare mentalmente. La pratica della gene-rosità esercita la mente a superare l’avarizia. L’attaccamento del-l’avarizia è nella mente, pertanto l’antidoto dev’essere mentale.

Un’altra cosa è che, quando capita di donare, a volte siamoestremi. Non controlliamo per assicurarci che chi riceve ha bisognodi ciò che gli stiamo donando, diamo senza esitazione. Tuttavia, avolte potrebbe non essere di beneficio; in questi casi è meglio nondare. Se quello che donate crea problemi e, invece di essere aiutata,la persona che riceve viene danneggiata, non è generosità. Pensateche la vostra azione sia positiva, invece è sfavorevole.

Se verificate in modo veramente profondo cosa sia la generosità,probabilmente scoprirete che in tutta la vostra vita non avete mai com-piuto neppure un atto di generosità. Avete mai indagato riguardo allenecessità del destinatario? Avete generato la giusta motivazione primadi dare? Avete agito con la meditazione sulle “tre sfere”? E se avetedato con orgoglio, allora non importa quanto prezioso sia il vostro re-galo, è stato sprecato; la vostra donazione è stata uno scherzo.

Potete vedere, dunque, quanto difficile sia la generosità perfetta.Non voglio sembrare solo negativo: sono realista. Assicuratevi chequalsiasi cosa facciate diventi meritevole. Se praticate con compren-sione, può essere potente e psicologicamente efficace, avere un verosignificato e, senza dubbio, può portare le realizzazioni pacifiche chedesiderate. D’altra parte, se praticate senza troppa convinzione esenza comprensione, tutto ciò che ottenete è di diventare depressi.

Perciò, non pensate che la generosità sia materiale. È mentale. Lagenerosità è distogliere la mente dall’avidità e liberarsene. È fanta-stico. È la meditazione, uno stato psicologico mentale molto effi-cace. Dovreste anche evitare di donare cose che possono ferire glialtri. Per esempio, non dovreste fare donazioni per lo sforzo bellico.A volte potrebbero chiedervi di dare denaro a persone che lottanonel nome della religione, ma come può essere spirituale sostenere laguerra? È impossibile. Dovete verificare attentamente che la vostradonazione non porti danno.

È estremamente difficile praticare il Dharma in modo tale che di-

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minuisca le vostre afflizioni ma, se potete, è la cosa più meritevole;scuoterà veramente il vostro ego. Anche un piccolo atto di genero-sità motivato dall’intenzione di realizzare l’illuminazione duratura epacifica può essere incredibilmente efficace e può veramente man-dare in frantumi il vostro attaccamento.

Ci sono tre tipi di generosità: donare oggetti materiali, dare co-noscenza-saggezza, e preservare gli altri dal pericolo. Dovreste pra-ticare quella che potete, con la migliore comprensione possibile,secondo la vostra capacità.

Lo scopo ultimo della generosità è l’illuminazione, quindi dovre-ste dedicare i vostri atti di generosità a questo obiettivo. Ma non lofacciamo, vero? Se qualcuno ha freddo, gli passiamo una coperta:“Hai abbastanza caldo? Va bene”, e lasciamo perdere. Se qualcuno hasete, gli diamo una bibita: “È finita la sete? Bene“, e quella è la con-clusione. I nostri traguardi sono temporanei e così poco lungimirantiche il nostro donare diventa solo un altro viaggio materiale. La no-stra comprensione della generosità è troppo superficiale. Al contra-rio, dovremmo aiutare gli altri con i loro bisogni materiali capendoche, per raggiungere l’illuminazione, hanno bisogno di un corpo e diuna mente in salute, e dare per aiutare la loro pratica di Dharma, de-dicando i nostri meriti all’illuminazione di tutti gli esseri senzienti.

Non sono negativo; sto parlando di come siamo. E sono sicuroche, se praticate nel modo dovuto, potete ottenere sicuramente l’il-luminazione pacifica ed eterna. Ma anche lasciando da parte questo,se praticate bene oggi, domani sarete automaticamente più pacifici;se meditate nel modo giusto al mattino, la vostra intera giornata tra-scorrerà più tranquilla. Potete facilmente sperimentare come ciò siavero. Tuttavia, ottenere l’illuminazione attraverso la meditazione, pra-ticare le sei perfezioni e progredire attraverso i dieci terreni del bo-dhisattva è un processo graduale.

Quando otteniamo l’illuminazione non abbiamo più sentimentidi parzialità. Se accanto al Buddha ci fossero una persona che concollera accoltellasse il suo braccio destro e un’altra che devotamenteungesse il suo braccio sinistro con olio profumato, Egli non prove-

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rebbe odio per uno né attaccamento per l’altro. Sentirebbe ugualeamore per entrambi; l’amore che un essere illuminato sente per glialtri è universale e completamente imparziale.

Il nostro amore, d’altra parte, è completamente egoistico. Ci at-tacchiamo alle persone che sono gentili nei nostri confronti e non cipiacciono quelle che ci trattano male. Le nostre menti sono estre-mamente squilibrate.

La mia conclusione è che non dovremmo essere attaccati a niente,nemmeno alla nostra religione, ancor meno alle cose materiali. Do-vremmo praticare il nostro sentiero spirituale comprendendo la suarealtà e come si pone in rapporto a noi come individui. Questo è ilmodo di scoprire l’amore universale, libero da insicuri sentimentipartigiani come: “Sono buddhista”, “Sono cristiano”, “Sono hindu”,o chissà cosa. Non importa ciò che siamo, ognuno di noi deve tro-vare il percorso che gli si addice come individuo.

Ad alcune persone piace il riso, ad altre le patate; ad altre ancoraqualcos’altro. Lasciamo che le persone mangino ciò che piace loro,quello che soddisfa i loro corpi. Non potete dire: “Non mi piace ilriso; nessuno dovrebbe mangiare riso.” È lo stesso con la religione.

Se avete questo tipo di comprensione, non sarete mai contro nes-suna religione. Persone diverse hanno bisogno di percorsi diversi.Lasciamoli fare ciò di cui hanno bisogno. Ma sfortunatamente, le no-stre menti limitate non sono così rilassate. Pensiamo: “La mia reli-gione è la migliore, la sola via. Tutte le altre sono sbagliate.”Mantenere questi preconcetti fissi significa che siamo malati. Nonsono le religioni ad avere torto; sono i loro seguaci. Pertanto, se vo-lete essere psicologicamente sani, comprendete il vostro sentiero eagite correttamente, così le realizzazioni arriveranno di conseguenza.

Ora, prima di concludere, voglio chiarire una cosa. Non sto criti-cando nessuno; non sto minimizzando la pratica di nessuno. Ma, diquesti tempi, la maggior parte di noi cresce in società che non of-frono molte opportunità per lo studio serio della pratica religiosa.Perciò, quando praticate il Dharma, è importante che lo facciate cor-rettamente e che non trasformiate la vostra pratica solo in un altro

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traguardo mondano. Il mondo moderno pensa che lo sviluppo ma-teriale sia assolutamente importante e scarta senza esitazioni lo svi-luppo di una mente pacifica. Naturalmente, se qualcuno vi domanda:“Pensi che i traguardi spirituali siano importanti?“, voi direte: “Si,ma…” C’è sempre un “ma, ma, ma “coinvolto. Ciò mostra comesiamo realmente.

Domanda. Se non ci sono molti monaci al tempo e nel luogo dovesiamo nati, è il risultato di un karma negativo?Lama. Non penso. È come dire che è karma negativo non essere mo-naco. Non è così. Non dovete essere monaco o monaca per essereben preparati. Non potete affermare che le persone con le vesti sianosuperiori a coloro che non portano le vesti da monaco. Non potetegiudicare le cose in questo modo. Sta interamente all’individuo. Tut-tavia, forse potete dire che è karma individuale negativo trovarsi inuna situazione in cui non potete capire la vostra mente e le vostre di-sposizioni mentali o scoprire la vera pace e soddisfazione interiore.

Domanda. Lama, quando meditiamo, come sappiamo che il pensaree il pensiero sono gli stessi? Che il pensatore è il pensiero; che il pen-satore non è separato dal pensiero?Lama. A livello convenzionale il pensatore non è il pensiero. Il pen-satore è solo un “nome“ e, in quel momento, il pensiero è solo “fun-zionamento”. Se, tuttavia, potete integrare completamente voi stessicon il pensiero mentre meditate, è una buona esperienza. Tuttavia, dalpunto di vista della verità convenzionale e della comprensione scien-tifica, la persona e il pensiero sono diversi. Voi non siete “pensiero”.Anche se nella meditazione vi sentite completamente una cosa solacon il vostro pensiero, tuttavia voi e il pensiero non siete la stessacosa. Sebbene a livello ultimo ci sia unità, a livello convenzionale c’èuna differenza. Ma quando meditate, se vi sentite una cosa sola contutti i fenomeni dell’universo, se sentite che il vostro essere fisico ècome un singolo atomo ma la vostra natura è totalmente unificatacon l’energia dell’intero universo, è una buona esperienza.

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Inoltre, quando cercate di concentrarvi su una cosa e altri pensiericontinuano ad arrivare, invece di rifiutarli, provando a scacciarli, pen-sate: “Sei il benvenuto”, e analizzateli con penetrante, introspettivaconoscenza-saggezza, guardando nella natura della realtà dei vostripensieri. I pensieri sono fatui: quando li osservate, scompaiono. Vistanno solo abbindolando; quando li analizzate, svaniscono. Finora,più avete provato a respingerli, più hanno continuato ad arrivare.Provate ad accoglierli.In realtà, guardare i vostri pensieri è molto più interessante che guar-dare la televisione. La televisione è noiosa, è la solita vecchia cosatrita e ritrita. Quando osservate la vostra mente, incredibilmente ap-paiono tantissime cose. Avete un’incredibile collezione di ricordi;dopo tutti questi anni, anche i ricordi dell’infanzia vengono a galla.La TV non è così interessante.Quando capite il modo in cui la vostra mente funziona, è l’inizio delcontrollo. Smetterete di infastidirvi quando i pensieri compaiono; psi-cologicamente, sapete cosa significano. Chi non ha idea di cosa sia lamente o come funzioni, si turba quando la mente inconscia improv-visamente si manifesta a livello conscio: “Oh, cos’è?” Quando capitela vostra mente e come funziona, vi aspettate che accadano cose si-mili. Comprendete la natura della vostra mente e avete una soluzioneper la sua parte oscura. Se pensate di essere completamente puri e al-l’improvviso sorge una mente orribile, restate sconvolti. Tuttavia, do-vete anche capire che non siete completamente negativi. La vostramente ha entrambe le nature, positiva e negativa. Ma è tutto relativo,va e viene come le nuvole nel cielo. Al di sotto di tutto ciò, tuttavia,la vostra reale natura resta completamente pura, immutabile come ilcielo stesso. Pertanto, essere umani è essere potenti; abbiamo l’abilitàdi fare grandi cose perché la nostra natura fondamentale è positiva.

Grazie mille, grazie.

Chinese Buddhist Society, Sidney, 24 aprile 1975

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Glossario

(Skt = Sanscrito; Tib = Tibetano)

allucinazione. L’uso di Lama Yeshe non si riferisce ad allucina-zioni indotte da sostanze chimiche o malattie, ma a improprie pro-iezioni della mente ignorante. Vedere superstizione.

Atisha (924 – 1054). Il grande Maestro indiano conosciuto per lasua pratica di bodhicitta, che andò in Tibet per rivitalizzare il bud-dhismo, ove trascorse gli ultimi diciassette anni della sua vita. Il suotesto fondamentale, Una lampada sul sentiero per l’illuminazione, diedeorigine alla tradizione del sentiero graduale (Lam rim), presente intutte le scuole del buddhismo tibetano. Fu il fondatore della scuolaKadampa, precursore della scuola Ghelug.

bodhicitta (Skt). La determinazione altruistica di raggiungere l’il-luminazione con lo scopo di portare all’illuminazione tutti gli esserisenzienti.

bodhisattva (Skt).Qualcuno la cui pratica spirituale è diretta versol’ottenimento dell’illuminazione per la salvezza di tutti gli esseri sen-zienti. Qualcuno che, con la motivazione compassionevole di bo-

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dhicitta, segue Il sentiero Mahayana attraverso i dieci terreni verso l’il-luminazione.

buddha (Skt). Un essere pienamente illuminato. Qualcuno che haeliminato tutte le oscurazioni che velano la mente e che ha sviluppatotutte le buone qualità alla perfezione. Il primo dei Tre Gioielli di Ri-fugio. Vedere anche illuminazione, Shakyamuni Buddha.

concezione di un sé/io. La concezione errata: “Io esisto intrin-secamente.” L’ignoranza della natura della mente e del sé.

Dharma (Skt). Insegnamenti spirituali, in particolare quelli di Bud-dha Shakyamuni. Letteralmente, “ciò che trattiene dalla sofferenza.”Il secondo dei Tre Gioielli di rifugio.

esistenza ciclica (Skt: samsara; Tib: khor-wa). È il ciclo senza ini-zio del ricorrere continuo di nascita e morte sotto il controllo delleafflizioni mentali e del karma nei sei reami dell’esistenza ciclica, treinferiori – inferni (Skt: narak), spiriti famelici (Skt: preta) e animale –e tre superiori – umano, semidèi (Skt: asura) e dèi (Skt: sura/deva).Esso si riferisce anche agli aggregati contaminati di un essere sen-ziente.

Ghelug/Kagyu/Sakya/Nyingma. Le quattro scuole principalidel buddhismo tibetano. Lama Yeshe apparteneva alla scuola Ghe-lug.

Hinayana (Skt). Letteralmente, Piccolo Veicolo o Veicolo degliuditori. È una delle due divisioni generali del buddhismo. La moti-vazione dei seguaci dell’Hinayana per perseguire il sentiero delDharma è principalmente il loro intenso desiderio di una liberazionepersonale dall’esistenza ciclica o samsara. Vi sono due tipi di prati-canti Hinayana: uditori e realizzatori solitari.

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illuminazione (Skt: bodhi). Il pieno risveglio; la buddhità. Lo scopoultimo della pratica buddhista, ottenuta quando tutti i limiti sono statieliminati dalla mente e il potenziale positivo di qualcuno è stato com-pletamente e perfettamente realizzato. È uno stato caratterizzato dainfinita compassione, saggezza e abilità dei mezzi.

Kadampa. Scuola del buddhismo tibetano fondata nell’undicesimosecolo da Atisha e dai suoi seguaci, principalmente il suo interprete,Dromtonpa.

kalpa (Skt). Eone. Secondo Buddha Shakyamuni, esso è più lungodel periodo di tempo che impiegherebbe un cubo di solido granitoa consumarsi con il leggero sfregamento di un pezzo di seta fine ognicento anni.

Lam rim (Tib).Gli stadi del sentiero. Una presentazione degli inse-gnamenti di Buddha Shakyamuni in una forma adatta all’addestra-mento di un discepolo condotto passo per passo. Il Lam rim fuinizialmente formulato dal grande maestro indiano Atisha (Dipam-kara Shrijnana, 982-1055) quando giunse in Tibet nel 1042. Vedereanche i tre sentieri principali.

Mahayana (Skt). Letteralmente, Grande Veicolo. È una delle duedivisioni generali del buddhismo. La motivazione dei seguaci del Ma-hayana per perseguire il sentiero del Dharma è principalmente il lorointenso desiderio che tutti gli esseri senzienti siano liberati dall’esi-stenza ciclica, e che raggiungano la piena illuminazione della bud-dhità. Il Mahayana ha due divisioni: Paramitayana (Sutrayana) eVajrayana (Tantrayana o Mantrayana).

mente (Skt: citta; Tib: sem). Sinonimo di coscienza (Skt: vijnana; Tib:namshe) e di facoltà di sentire/percepire (Skt: manas; Tib: yi). È defi-nita come ciò che è “chiara e conosce ”, un’entità senza forma cheha la capacità di conoscere gli oggetti. La mente è divisa in sei menti

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primarie e cinquantuno fattori mentali.

Nagarjuna (Skt). Il filosofo indiano buddhista del secondo secolod.C. che chiarì la filosofia Mahayana della vacuità.

Nobili Verità, quattro. La verità della sofferenza, la verità del-l’origine della sofferenza, la verità della cessazione della sofferenza ela verità del sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza;l’argomento del primo giro della ruota del Dharma – il primo di-scorso tenuto dal Buddha.

otto dharma mondani. Le otto preoccupazioni mondane per:profitto e perdita, fama e cattiva reputazione, lodi e critiche, felicitàe sofferenza.

Padmasambhava (Tib: Guru Rinpoce). Maestro tantrico indianoinvitato in Tibet dal Re Trisong Detsen nell’ottavo secolo. Fonda-tore della scuola Nyingma del buddhismo tibetano.

perfezioni, sei (Skt: paramita). Generosità, moralità, pazienza,sforzo entusiastico, concentrazione e saggezza.

rifugio. La porta al sentiero del Dharma. Un buddhista prende ri-fugio nei Tre Gioielli temendo le sofferenze del samsara e avendofede che Buddha, Dharma e Sangha abbiano il potere di condurlofuori dalla sofferenza alla felicità, liberazione o illuminazione.

Sangha (Skt). Comunità spirituale; il terzo dei Tre Gioielli di rifu-gio. Il Sangha ultimo sono coloro che hanno realizzato direttamentela vacuità; il Sangha relativo sono i monaci e le monache.

Shakyamuni Buddha (563-483 a. C.). Quarto dei mille Buddhache appariranno in questa presente era del mondo. Nato come Sid-

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dharta Gotama, un principe del clan dei Shakya nel nord dell’India,egli insegnò il sentiero del sutra e del tantra per la liberazione e l’il-luminazione; fondatore di ciò che venne conosciuto come buddhi-smo. (dal Skt: Buddha, “pienamente illuminato”).

shunyata (Skt). Vacuità. L’assenza di tutte le false concezioni sucome le cose esistono; specificamente, la mancanza dell’apparenteesistenza a sé stante dei fenomeni.

superstizione (Tib: nam-tog). Visione erronea della realtà.

tre reami inferiori. I tre reami delle maggiori sofferenze nel-l’esistenza ciclica, che comprendono i reami degli animali, degli spi-riti famelici (Skt: preta) e degli inferni.

tre principali sentieri. I tre grandi aspetti del Lam rim: rinun-cia, bodhicitta e corretta visione.

Tzong Khapa, Lama Je (1357-1417). Fondatore della tradizioneGhelug del buddhismo tibetano, rivivificatore di molti lignaggi disutra e tantra e della tradizione monastica nel Tibet.

visione dualistica. La visione generata dall’ignoranza caratteri-stica della mente non illuminata, nella quale tutte le cose sono falsa-mente concepite come avere una concreta esistenza a sé stante. Peruna visione come questa, l’apparenza di un oggetto mescolata con lafalsa immagine del suo essere indipendente, porta in tal modo ad ul-teriori visioni dualistiche che riguardano soggetto e oggetto, il sé el’altro, questo e quello e così via.

yana (Skt). Letteralmente, veicolo. Un veicolo interiore che vi portalungo il sentiero spirituale verso l’illuminazione. Il buddhismo è di-viso in due principali veicoli, Hinayana e Mahayana.

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