la settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

8
Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Andrea Fagioli Coordinatore diocesano Nicola Sangiacomo Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 17 febbraio 2013 così triste che spesso gli interessati sposi, sacerdoti, religiosi o lavo- ratori non riescano ad approfondire abbastanza la loro vocazione e non la vivano più intensamente. Ed è altrettanto triste che chi incon- tra queste vocazioni non sappia precisamente che cosa significano; in- vece di vedere in esse delle testimonianze, ma tutte belle, dell’amore del Signore. Ma mi pare anche che essere vigilanti e attenti voglia dire saper vedere i vari bisogni: e saperli vedere tutti nella Chiesa e nel mondo, nei vici- ni e nei lontani. Senza essere trattenuti inutilmente da bisogni che forse non ci sono più; e senza essere ciechi di fronte ai nuovi che inve- ce si impongono con urgenza. È questo un problema di carità che nel- la Chiesa tocca ogni persona ed ogni Comunità, piccola o grande. (Dall’invito al Sinodo 30 novembre 1980) È FAMIGLIA In corsa per la felicità enerdì prossimo 15 febbraio alle 17.30, nella sala della Provincia di Livorno sarà presente il sociologo Sergio Belardinelli, docente all’Università di Bologna e coordinatore degli eventi del Progetto Culturale Nazionale. Invitato dalla Diocesi a parlare della famiglia, il professore illustrerà un recente studio, realizzato da alcuni specialisti, sulla tipologia di famiglia che secondo le statistiche riesce oggi ad essere un luogo di educazione vera, di formazione dell’individuo, di accoglienza, dove insomma un bambino e poi un giovane può incontrare la felicità e crescere così con le spalle forti per affrontare la vita. Al termine della conferenza, il Vescovo ha invitato i candidati alle prossime elezioni politiche ad esprimersi sul documento per nuove politiche familiari (che trovate in questa stessa pagina ndr), stilato da un gruppo di cattolici impegnati in politica appartenenti a diversi schieramenti, che da tempo si incontrano, alla presenza di monsignor Giusti. Il documento sarà presentato al Consiglio Comunale di Livorno e a quelli dei Comuni del territorio diocesano. In attesa di ascoltare il relatore, pubblichiamo alcuni brani dell’intervista al sociologo Pierpaolo Donati, docente collega di Belardinelli, autore di «La famiglia. Il genoma che fa vivere la società (Rubbettino, pp. 248, euro 12)», intervista realizzata dal giornalista Zanini, uscita sul quotidiano Avvenire nei giorni scorsi. La famiglia artificiale «La società contemporanea - afferma il sociologo - ritiene che il moltiplicarsi delle forme di famiglia sia un aumento di libertà per gli individui e quindi un progresso, invece è un regresso culturale. Un’illusione che non ha alcun riscontro scientifico. Un’illusione collettiva alimentata dall’ideologia e dai media che inseguono un mito di società felice che è in realtà un grande inganno»....«la famiglia intesa in senso naturale è il contesto più logico per far nascere e crescere i valori essenziali alla base di ogni società che si proponga di durare nel tempo. Il libro mostra le ragioni scientifiche per cui questa concezione di famiglia, la famiglia naturale, resta la migliore». «Convivenze, unioni di fatto, coppie gay, aggregazioni opportunistiche... si suppone che siano tutte forme equivalenti, come quando si dice che una coppia omosessuale possa essere anche più capace di cure nei confronti dei bambini rispetto a una coppia etero. Insomma, non c’è più la famiglia, ma le famiglie. Ma dal punto di vista scientifico queste affermazioni sono errate, perché una simile pluralità di forme familiari, per esempio, genera una società più discriminante». «Nel futuro la forma di famiglia sarà sempre più determinante agli effetti del benessere e della felicità delle persone in quanto è scientificamente dimostrato che le forme familiari non sono equivalenti, ma incidono in modo diverso sulla salute, l’istruzione, il lavoro e in generale sulle possibilità di vita delle persone... esistono decine di studi (fra i più recenti: Mark Regnerus, Università del Texas, su Social science research) che dimostrano che c’è enorme diversità fra i bimbi cresciuti da coppie omosessuali e quelli cresciuti in coppie etero, come ce ne sono fra bimbi nati in una famiglia eterosessuale stabile e quelli nati da matrimoni instabili, da coppie di fatto, da separati e via dicendo». Riguardo ai figli delle coppie gay continua Donati - «Da indagini effettuate su alcune migliaia di adulti cresciuti in coppie omosessuali in Paesi dove queste sono realtà assodate, risultano dati molto negativi: hanno una percentuale tre volte superiore di propensione al suicidio; una propensione tre volte superiore di tradimento del partner; una percentuale cinque volte superiore di disoccupati; ricorrono tre volte di più a terapie psicologiche... non è un giudizio morale ma una presa d’atto». C’è un nesso fra la crisi della famiglia e la crisi della società? «Diciamo - spiega il professore - che l’annullamento di quello che definisco il genoma della famiglia coincide con l’ingresso nella famiglia delle logiche di mercato. Per cui ci si aggrega in funzione della maggiore convenienza o del maggior piacere sessuale. Questo conduce a ciò che Tocqueville definiva una società individualista, in cui viene meno la coscienza sociale, la responsabilità verso il bene comune e dove il sistema politico o quello economico possono agevolmente dominare sulla massa degli individui privatizzati». V 1. TUTELA DELLA VITA UMANA. Servizi socio sanitari pubblici e privati per la promozione della maternità e della paternità, sostegno economico alle famiglie con neonati La vita umana è tutelata dalla Costituzione, dalle leggi dello Stato, dall’Unione Europea. Il principio irrinunciabile di qualsiasi politica orientata al benessere della popolazione non può prescindere dal diritto fondamentale alla vita proprio di ciascun essere umano. Vanno quindi evidenziati ed attuati interventi di sostegno alla vita a cominciare dal suo concepimento, nel suo svilupparsi, e sino alla sua fine naturale. Tutelare la vita, incentivare il coraggio di generare figli, sostenere i genitori nell’affascinante avventura dell’educazione dei figli sono fattori che aumentano il benessere di tutta la società. Occorre quindi promuovere politiche di incentivo alla natalità, di estensione dei servizi per la prima infanzia, di assistenza alle famiglie bisognose e di quelle con disabili, di sostegno alle donne in gravidanza che necessitano di accoglienza (valorizzando, ad esempio, il progetto Mamma Segreta realizzato dalla Regione Toscana), di promozione dell’istituto dell’adozione e dell’affido familiare. Nella limitatezza delle risorse disponibili, occorre riqualificare la spesa destinata al sociale e riequilibrarla a favore delle giovani generazioni per offrire una prospettiva di futuro alla città. 2. POLITICHE ABITATIVE FAMILIARI Integrazione nel piano regolatore degli interventi di politiche abitative familiari, di urbanistica ambientale, di individuazione degli spazi associativi per i giovani e per lo scambio intergenerazionale, di accesso ai servizi La città a misura d’uomo e di famiglia è un progetto sostenuto dall’Associazione nazionale comuni italiani (Anci). Negli strumenti di pianificazione urbanistica devono essere introdotti strumenti per migliorare la vivibilità della nostra città, partendo dal principio che la famiglia deve essere posta al centro della società. Ciò comporta che l’amministrazione comunale sia attenta a tutti gli aspetti attinenti alla vita delle famiglie come le scuole, la formazione, la conciliazione famiglia/lavoro, i trasporti, l’arredo urbano, l’ambiente cittadino. In questo senso promuove, incentiva e sostiene tutte le iniziative, anche non pubbliche, che mirino ad agevolare lo sviluppo armonico delle famiglie, soprattutto di quelle che vivono situazioni di maggiore difficoltà, come le famiglie con disabili e quelle molto numerose, e che rischiano di essere coinvolte nel fenomeno delle nuove povertà 3. INTRODUZIONE DI MISURE DI EQUITÀ FAMILIARE NELLA FISCALITÀ COMUNALE attraverso la revisione delle soglie Isee, l’applicazione della Tares, la modulazione delle rette comunali e delle imposte locali secondo un principio di equità che agevoli le famiglie con carichi familiari, con disabili e le famiglie numerose. Le amministrazioni comunali stabiliscono l’ammontare delle addizionali comunali Irpef e Imu, le tariffe per i servizi e i rifiuti (Tares), quelle per i trasporti, le soglie dell’Isee per l’accesso ai servizi erogati dal Comune in ambito sanitario, sociale, socio-sanitario, tenuto conto delle opportunità consentite dalle leggi promulgate dal Parlamento e/o dalla Regione. I Comuni possono contribuire efficacemente a promuovere il benessere sociale attraverso la valorizzazione della famiglia in quanto portatrice di interessi, istanze economiche. Occorre quindi rafforzare e rimodulare le misure specifiche per il calcolo dei carichi familiari, per le famiglie con figli numerosi, con disabili a carico, con neonati, con bimbi in età scolastica. Tra queste sembra opportuno far riferimento anche al Fattore Famiglia, già adottato da alcune amministrazioni locali in Italia, quale elemento di valorizzazione della risorsa familiare nell’ambito dell’economia complessiva dell’ente pubblico. 4. INTERVENTI DI INTEGRAZIONE CULTURALE PER L’ACCOGLIENZA E LA MULTICULTURALITÀ DELLA SOCIETÀ La società multiculturale in continua evoluzione non può lasciar fuori dall’attenzione dei Comuni le famiglie degli immigrati. Questi cittadini, che hanno il dovere di rispettare i principi della Costituzione italiana, devono godere, come tutti gli altri, di servizi a misura, a partire dalla possibilità di capirsi nel mettersi in relazione con l’ente locale. Quindi occorre che le amministrazioni locali promuovano iniziative concrete per arrivare a una vera città dell’accoglienza. UN DOCUMENTO per il bene della città Livorno, amica della Famiglia Quattro proposte concrete di intervento a sostegno delle famiglie del territorio, scritte dal gruppo di cattolici impegnati in politica riuniti con ilVescovo nel Progetto Culturale diocesano. Il documento sarà la base per un’iniziativa politica che esponenti di partiti diversi porteranno in Consiglio Comunale IL GRANELLO di senape di mons. Alberto Ablondi

Upload: diocesi-di-livorno

Post on 28-Mar-2016

219 views

Category:

Documents


2 download

DESCRIPTION

Settimanale della Diocesi di Livorno

TRANSCRIPT

Page 1: La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/[email protected]

Notiziario locale Direttore responsabileAndrea Fagioli

Coordinatore diocesanoNicola Sangiacomo

Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

17 febbraio 2013

così triste che spesso gli interessati sposi, sacerdoti, religiosi o lavo-ratori non riescano ad approfondire abbastanza la loro vocazione e

non la vivano più intensamente. Ed è altrettanto triste che chi incon-tra queste vocazioni non sappia precisamente che cosa significano; in-vece di vedere in esse delle testimonianze, ma tutte belle, dell’amoredel Signore.Ma mi pare anche che essere vigilanti e attenti voglia dire saper vederei vari bisogni: e saperli vedere tutti nella Chiesa e nel mondo, nei vici-ni e nei lontani. Senza essere trattenuti inutilmente da bisogni cheforse non ci sono più; e senza essere ciechi di fronte ai nuovi che inve-ce si impongono con urgenza. È questo un problema di carità che nel-la Chiesa tocca ogni persona ed ogni Comunità, piccola o grande.

(Dall’invito al Sinodo 30 novembre 1980)

È

FAMIGLIAIn corsa per la felicità

enerdìprossimo 15febbraio alle17.30, nella sala

della Provincia diLivorno sarà presente ilsociologo SergioBelardinelli, docenteall’Università di Bolognae coordinatore deglieventi del ProgettoCulturale Nazionale.Invitato dalla Diocesi aparlare della famiglia, ilprofessore illustrerà unrecente studio, realizzatoda alcuni specialisti,sulla tipologia difamiglia che secondo lestatistiche riesce oggi adessere un luogo dieducazione vera, diformazionedell’individuo, diaccoglienza, doveinsomma un bambino epoi un giovane puòincontrare la felicità ecrescere così con lespalle forti per affrontarela vita.

Al termine dellaconferenza, il Vescovoha invitato i candidatialle prossime elezionipolitiche ad esprimersisul documento pernuove politichefamiliari (che trovatein questa stessa paginandr), stilato da ungruppo di cattoliciimpegnati in politicaappartenenti a diversischieramenti, che datempo si incontrano,alla presenza dimonsignor Giusti. Ildocumento saràpresentato al ConsiglioComunale di Livorno e aquelli dei Comuni delterritorio diocesano.

In attesa di ascoltare ilrelatore, pubblichiamoalcuni branidell’intervista alsociologo PierpaoloDonati, docente collegadi Belardinelli, autore di «La famiglia. Ilgenoma che fa vivere lasocietà (Rubbettino,

pp. 248, euro 12)»,intervista realizzata dalgiornalista Zanini, uscitasul quotidiano Avvenirenei giorni scorsi.

La famigliaartificiale«La societàcontemporanea -afferma il sociologo -ritiene che ilmoltiplicarsi delle formedi famiglia sia unaumento di libertà pergli individui e quindi unprogresso, invece è unregresso culturale.Un’illusione che non haalcun riscontroscientifico. Un’illusionecollettiva alimentatadall’ideologia e daimedia che inseguono unmito di società felice cheè in realtà un grandeinganno»....«la famigliaintesa in senso naturale èil contesto più logico perfar nascere e crescere ivalori essenziali alla basedi ogni società che siproponga di durare neltempo. Il libro mostra leragioni scientifiche percui questa concezione difamiglia, la famiglianaturale, resta lamigliore». «Convivenze, unioni difatto, coppie gay,aggregazioniopportunistiche... sisuppone che siano tutteforme equivalenti, comequando si dice che unacoppia omosessualepossa essere anche piùcapace di cure neiconfronti dei bambinirispetto a una coppiaetero. Insomma, non c’èpiù la famiglia, ma lefamiglie. Ma dal puntodi vista scientifico questeaffermazioni sono errate,perché una similepluralità di formefamiliari, per esempio,genera una società piùdiscriminante».«Nel futuro la forma difamiglia sarà sempre più

determinante agli effettidel benessere e dellafelicità delle persone inquanto èscientificamentedimostrato che le formefamiliari non sonoequivalenti, maincidono in mododiverso sulla salute,l’istruzione, il lavoro e ingenerale sulle possibilitàdi vita delle persone...esistono decine di studi(fra i più recenti: MarkRegnerus, Università delTexas, su Social scienceresearch) chedimostrano che c’èenorme diversità fra ibimbi cresciuti dacoppie omosessuali equelli cresciuti in coppieetero, come ce ne sonofra bimbi nati in unafamiglia eterosessualestabile e quelli nati damatrimoni instabili, dacoppie di fatto, daseparati e viadicendo». Riguardo ai figlidelle coppie gaycontinuaDonati - «Daindaginieffettuate sualcune migliaiadi adulticresciuti incoppieomosessuali inPaesi dovequeste sonorealtà assodate,risultano datimolto negativi:hanno unapercentuale trevolte superioredi propensioneal suicidio; unapropensione trevolte superioredi tradimentodel partner; unapercentualecinque voltesuperiore didisoccupati;ricorrono trevolte di più aterapiepsicologiche...non è un

giudizio morale ma unapresa d’atto».C’è un nesso fra la crisidella famiglia e la crisidella società? «Diciamo -spiega il professore - chel’annullamento diquello che definisco ilgenoma della famigliacoincide con l’ingressonella famiglia dellelogiche di mercato. Percui ci si aggrega infunzione della maggioreconvenienza o delmaggior piacere sessuale.Questo conduce a ciòche Tocqueville definivauna societàindividualista, in cuiviene meno la coscienzasociale, la responsabilitàverso il bene comune edove il sistema politico oquello economicopossono agevolmentedominare sulla massadegli individuiprivatizzati».

V

1. TUTELA DELLA VITA UMANA.Servizi socio sanitari pubblici eprivati per la promozione dellamaternità e della paternità, sostegnoeconomico alle famiglie con neonatiLa vita umana è tutelata dallaCostituzione, dalle leggi dello Stato,dall’Unione Europea. Il principioirrinunciabile di qualsiasi politicaorientata al benessere dellapopolazione non può prescinderedal diritto fondamentale alla vitaproprio di ciascun essere umano.Vanno quindi evidenziati ed attuatiinterventi di sostegno alla vita acominciare dal suo concepimento,nel suo svilupparsi, e sino alla suafine naturale.Tutelare la vita, incentivare ilcoraggio di generare figli, sostenere igenitori nell’affascinante avventuradell’educazione dei figli sono fattoriche aumentano il benessere di tuttala società.Occorre quindi promuoverepolitiche di incentivo alla natalità, diestensione dei servizi per la primainfanzia, di assistenza alle famigliebisognose e di quelle con disabili, disostegno alle donne in gravidanzache necessitano di accoglienza(valorizzando, ad esempio, ilprogetto Mamma Segreta realizzatodalla Regione Toscana), dipromozione dell’istitutodell’adozione e dell’affido familiare.Nella limitatezza delle risorsedisponibili, occorre riqualificare laspesa destinata al sociale eriequilibrarla a favore delle giovani

generazioni per offrireuna prospettiva di futuroalla città.

2. POLITICHE ABITATIVEFAMILIARIIntegrazione nel pianoregolatore degliinterventi di politicheabitative familiari, diurbanistica ambientale,di individuazione deglispazi associativi per igiovani e per lo scambiointergenerazionale, diaccesso ai serviziLa città a misura d’uomoe di famiglia è unprogetto sostenutodall’Associazionenazionale comuniitaliani (Anci). Neglistrumenti dipianificazioneurbanistica devonoessere introdottistrumenti per migliorarela vivibilità della nostracittà, partendo dalprincipio che la famigliadeve essere posta alcentro della società. Ciòcomporta chel’amministrazione

comunale sia attenta a tutti gli aspettiattinenti alla vita delle famiglie comele scuole, la formazione, laconciliazione famiglia/lavoro, itrasporti, l’arredo urbano, l’ambientecittadino. In questo senso promuove,incentiva e sostiene tutte le iniziative,anche non pubbliche, che mirino adagevolare lo sviluppo armonico dellefamiglie, soprattutto di quelle chevivono situazioni di maggioredifficoltà, come le famiglie condisabili e quelle molto numerose, eche rischiano di essere coinvolte nelfenomeno delle nuove povertà

3. INTRODUZIONE DI MISURE DIEQUITÀ FAMILIARE NELLA FISCALITÀCOMUNALE attraverso la revisionedelle soglie Isee, l’applicazione dellaTares, la modulazione delle rettecomunali e delle imposte localisecondo un principio di equità cheagevoli le famiglie con carichifamiliari, con disabili e le famiglienumerose.Le amministrazioni comunalistabiliscono l’ammontare delleaddizionali comunali Irpef e Imu, letariffe per i servizi e i rifiuti (Tares),quelle per i trasporti, le sogliedell’Isee per l’accesso ai servizierogati dal Comune in ambitosanitario, sociale, socio-sanitario,tenuto conto delle opportunitàconsentite dalle leggi promulgate dalParlamento e/o dalla Regione.I Comuni possono contribuireefficacemente a promuovere ilbenessere sociale attraverso lavalorizzazione della famiglia inquanto portatrice di interessi, istanzeeconomiche. Occorre quindirafforzare e rimodulare le misurespecifiche per il calcolo dei carichifamiliari, per le famiglie con figlinumerosi, con disabili a carico, conneonati, con bimbi in età scolastica.Tra queste sembra opportuno farriferimento anche al FattoreFamiglia, già adottato da alcuneamministrazioni locali in Italia,quale elemento di valorizzazionedella risorsa familiare nell’ambitodell’economia complessiva dell’entepubblico.

4. INTERVENTI DI INTEGRAZIONECULTURALE PER L’ACCOGLIENZA E LAMULTICULTURALITÀ DELLA SOCIETÀLa società multiculturale in continuaevoluzione non può lasciar fuoridall’attenzione dei Comuni lefamiglie degli immigrati. Questicittadini, che hanno il dovere dirispettare i principi dellaCostituzione italiana, devonogodere, come tutti gli altri, di servizia misura, a partire dalla possibilità dicapirsi nel mettersi in relazione conl’ente locale. Quindi occorre che leamministrazioni locali promuovanoiniziative concrete per arrivare a unavera città dell’accoglienza.

UN DOCUMENTOper il bene della città

Livorno, amicadella FamigliaQuattro proposte concrete di intervento a sostegnodelle famiglie del territorio, scritte dal gruppodi cattolici impegnati in politica riuniti con il Vescovo nel Progetto Culturale diocesano.Il documento sarà la base per un’iniziativa politica che esponenti di partiti diversi porterannoin Consiglio Comunale

IL GRANELLOdi senape

di mons. Alberto Ablondi

Page 2: La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 febbraio 2013II

«Un piccolo d’uomo è un uomo piccolo»

a celebrazione della Giornata delMalato in occasione della festa della

Madonna di Lourdes, è statacaratterizzata dalla notizia eclatantedelle “dimissioni del Papa”.Monsignor Giusti all’inizio dellacelebrazione eucaristica che si è tenutanella cappella dell’ospedale, ha infattisottolineato come in questa Giornata,a noi cara perché ricordiamo leapparizioni della Madonna aBernardette, tutta la Chiesa e il mondointero hanno vissuto momenti disconcerto e di sconforto, alla notiziache il Papa, dal 28 febbraio prossimo,si ritirerà in preghiera presso le Suoredel Carmelo nel Vaticano stesso.Questa notizia va letta invece alla lucedi quanto già lui aveva detto inGermania nel 2010 quando in undiscorso pubblico presentava i critericon i quali il Papa può e devedimettersi quando le circostanze lorichiedono. Se poi guardiamo almessaggio della Quaresima cheBenedetto XVI ha scritto, ciaccorgiamo come il suo invito acredere nella Carità significa avere fedein Dio stesso che è carità dalla qualenasce da parte nostra unatteggiamento di umiltà dove “tuttisiamo importanti, ma nessuno èindispensabile, mentre la preghiera hail primo posto, e questa il Papa l’hascelta come modo di vita nel suo ritironel monastero”.Il Papa come Mosè continuerà asostenere la Chiesa; c’è bisogno ora dipersone come Giosuè che nella pianaaffrontino le battaglie con la forzadell’amore. Benedetto XVI ha bencompreso che non è importante ilposto che ricopre, ma una vita di fedeche vissuta nella preghiera puòsostenere la Chiesa e lasciare che Dioprovveda ad Essa. Monsignor Giustidurante l’omelia ricordando il secolo

XIX in cui si sono compiute leapparizioni, ha evidenziato come laChiesa stesse vivendo momenti assaidifficili, perseguitata sia dallaRivoluzione Francese che daNapoleone. Maria fece sentire la suapresenza non solo a Lourdes ma anchea De Lubac e a La Salette. Le personeche Maria sceglie non sono certo igrandi della terra ma gli umili, gliilletterati. Bernardette come Maria puòinnalzare il Magnificat perchénell’umiltà della sua persona e dellasua vita ha sempre e soltanto confidatoin Dio e chi si reca a Nevers a visitare lasua salma, può vedere nella seraficitàdel suo volto l’espressione di colei cheha atteso le braccia di Maria per poteressere presentata al cospetto di Dio.Monsignore ha quindi ringraziato ilpersonale medico e paramedico, leassociazioni di volontariato cheoperano nell’ospedale che come ilbuon samaritano si fanno prossimi ecurano le ferite del corpo e dellospirito di coloro che soffrono. Aconclusione della celebrazione ilVescovo ha visitato il reparto di curepalliative e alcuni volontari si sonorecati ad ostetricia e ginecologia perdare un omaggio alle neo mamme.

Monica Cuzzocrea

L

La Messa e la visita in ospedale

Nella giornatadel malato

DI MAURO DONATEO

a genetica moderna siriassume in questocredo elementare:all’inizio è dato un

messaggio, questo messaggio ènella vita, questo messaggio è lavita. Vera e propria perifrasidell’inizio di un vecchio libro cheben conoscete, tale credo è quellodel genetista più materialistapossibile…». Così si esprimevaJérôme Lejeune nei confrontidella vita, e da questo discorsosi può comprendere la suapersona. Ilmedicogenetista dauna parte, el’uomo difede dall’altra.Ha difeso lavita,soprattutto ipiù “deboli”,animatosempre dallaconvinzionedelle parole diGesù, «tuttoquello che avetefatto a uno deipiù piccoli diquesti mieifratelli, lo avetefatto a me».Infatti, è conquesto spiritoche nel 1959,dopo anni diricerca percurare lasindrome diDown, neidentifica la causa nellapresenza di un cromosoma inpiù nella coppia ventuno,ovvero la "trisomia 21".Lejeune, insomma, è stato unesempio di come la scienzadebba essere a disposizionedel bene delle persone e non ilcontrario, come invece hannofatto suoi diversi colleghi,sfruttando le sue scoperte perfini eugenetici. La Diocesi havoluto ricordare la figura diquesto medico, all’internodegli incontri dedicati alFebbraio per la Vita. Tra i variospiti c’era anche l’on. CarloCasini, presidente delMovimento per la Vita.Il convegno si è tenuto nellaSala della Provincia, di frontea un discreto pubblico.Prima dell’inizio dei lavori, èstato proiettato il video“Checco, il veloprotto lento”,realizzato da AlessandraBattaglini e Gianluca Neri, incui tramite la favola si cerca dispiegare ai bambini (ma ancheadulti) il valore della diversità.Dopo di che sono iniziati i variinterventi, moderati dal dottorAndrea Rossi, presidente delSAIS di Livorno. Il primo aparlare è stato il dott. DanieleTornar, presidentedell’Associazione ItalianaPersone Down di Livorno, ilquale ha sottolineato come loscopo principale di Lejeunefosse curare la malattia, nonsopprimerla e che «occorredifendere la vita da coloro chela minacciano», come, adesempio, l’ipotesi di una leggedanese che favorisca ladiagnosi prenatale el’eventuale aborto, in caso di

feto affetto da sindromeDown. La prof.ssa Lucia GelliPratesi, insegnante e biologa,ha illustrato brevemente la vitadi Lejeune, evidenziandol’importanza del medicofrancese per la citogenetica e dicome egli fosse convinto dipoter curare l’embrionemalato tramite l’amniocentesi.Il dottor Luca Mastrosimone,presidente dell’AssociazioneCattolica Operatori Sanitari di

Livorno, haparlato, invece,dei pericolidell’eugenetica edi chi lapromuove indifesa dellaqualità dellavita.Mastrosimoneha messo inevidenza anchela questionedell’obiezione dicoscienza daparte dei medici,di fronte apropostecontrarie ai loroprincipi, «vistoche è un diritto eche esiste anchenei casi dellavivisezione deglianimali, perchécriticare chi loesercita neiconfronti delle

persone umane?». Infine, èintervenuto l’on. Carlo Casini,il quale ha ricordato che ilmotto di Lejeune (cha haconosciuto di persona) era lostesso che aveva difeso i neriamericani contro il razzismo:“A man is a man”, e che ilgenetista tendeva a tradurlo in“un piccolo d’uomo, è unuomo piccolo”, portandoavanti la sua battaglia in difesadella vita sin dal

concepimento e dei “suoiragazzi”, i down, che amavaprofondamente. L’onorevoleha continuato il suo discorsoparlando del drammadell’aborto, definendolo, conle parole di Madre Teresa diCalcutta, «il principio chemette in crisi la pace». Infine,ha presentato l’iniziativa “Unodi Noi”, promossa dal Mpv. Sitratta della raccolta di almenoun milione di firme in diversipaesi europei, affinché possaessere discussa a Bruxelles laloro proposta, ovvero che l’Ueinterrompa i finanziamentiper la sperimentazione degliembrioni umani e di altreattività che distruggono lavita. A concludere i lavori èstato monsignor SimoneGiusti, il quale riferendosi alperiodo elettorale (ma anchepiù in generale), ha ribaditopiù volte che «l’origine dellacrisi che stiamo vivendorisiede nella decadenzaculturale, e che in Occidentec’è il rischio di un nuovocrollo a causa dei barbari, conla differenza, però, chestavolta l’imbarbarimentovenga da dentro. Abbiamodimenticato che cos’èl’uomo». Il Vescovo haterminato dicendo che non èquestione di schieramentipolitici, ma di valori e«uccidere un bambino è unassassinio».

Al convegno “In nome dellaverità”è stato ricordatoil medico cheidentificò nellatrisomia 21 la sindrome di Down

■ FEBBRAIO PER LA VITA: SCIENZA E FEDE IN JÉRÔME LEJEUNE

La biografia di Lejeune- 13 giugno del 1926: nasce a Montrouge.- 1944-1951: studia Medicina a Parigi.- 1958: scopre insieme ad altri due colleghi scopre la causa della sindrome di Down, latrisomia 21. L’anno successivo pubblicano ufficialmente le loro ricerche. In seguito Lejeune riuscirà adescrivere anche la Sindrome del grido di gatto, detta poi Sindrome di Lejeune.- 1969: ottiene il premio William Alan. In agostoa San Francisco si pronuncia pubblicamentecontro la proposta di legge di far abortire fetiaffetti da sindrome Down, dirà infatti: "To kill ornot to kill, that is the question". La sera stessatelefonando alla moglie, ammetterà "oggi misono giocato il Nobel".- 1974: diventa membro dell’AccademiaPontificia delle Scienza.- 1981: è eletto all’Accademia delle ScienzeMorali e Politiche. Insieme ad altri colleghi dellaPontificia, partecipa alla missione nell’URSS perspiegare le pericolose conseguenze delle arminucleari.- 1994: nonostante sia gravemente malato,Giovanni Paolo II lo nomina presidente dellaPontificia Accademia per la Vita. Dopo un mese,domenica 4 aprile, giorno in cui si celebra laPasqua, Lejeune muore a Parigi. - 2007: è stata aperta la causa di beatificazionenei suoi confronti. La Chiesa lo ha dichiaratoServo di Dio.

Page 3: La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 febbraio 2013 III

UNA STORIAper non dimenticare

Sono viva per il coraggio di chisi è ribellato

DI BENEDETTA AGRETTI

uesta storia, rispetto adaltri racconti disofferenza, èprincipalmente unastoria di salvezza, una

storia a lieto fine.È la storia di Daniela Sarfatti,una signora ebrea, nata a Romanel 1944, non per caso.Con piglio deciso, intervallato daattimi in cui l’emozione vibranelle parole, Daniela ricorda gliavvenimenti che hanno portatoalla sua nascita, nel contestostorico che tutti purtroppoconosciamo: una storia quindi, sìdi sofferenza, ma anche un giustotributo alla generosità di quellepoche persone che hanno avuto ilcoraggio di ribellarsi a un sistemamarcio e crudele.

LE LEGGI RAZZIALI E LA FUGAMa per ricostruire tutta lavicenda è necessario fare unsalto indietro di qualche anno,fino al 1938 quando furonopromulgate le odiose leggirazziali. I genitori di Danielaerano veneziani, il padre erafunzionario al Banco di Romae nel novembre del 1938 vennelicenziato in modo repentino ebrutale, tanto che gli fuimpedito persino di arrivarealla propria scrivania perritirare gli oggetti personali.Daniela ricorda ancora larabbia di suo padre quando leraccontava che, lo stesso giornodel suo licenziamento, inPiazza San Marco venivaaccolto con una fastosacerimonia re VittorioEmanuele: proprio lui, ilresponsabile della firma sulleleggi razziali.Tuttavia il padre di Danielaaveva attitudini notevoli perl’epoca, parlava tre lingue edera ragioniere, per cui riuscì atrovare dei lavori clandestiniche gli permisero disopravvivere assieme al fratellominore e alla madre malata. Nel 1943 si sposò con Regina,madre di Daniela. Ilmatrimonio fu celebrato incasa dei nonni materni da unrabbino ceco, in seguitodeportato ed ucciso adAuschwitz. Dopo poco tempola situazione precipitò: Reginarimase incinta, mentre lecondizioni della nonnapaterna peggioravano. Fuallora che un amico di famigliaavvisò il padre di Daniela cheerano cominciati irastrellamenti.

Q

La fuga fuinevitabile:dapprima lafamiglia si trasferì aLa Favorita, unpaesinonell’entroterra traMestre e Treviso,per poi fuggire allavolta di MaranoVeneto. Nellaprecarietà di unsituazione semprepiù pericolosa, fupoi presa ladecisione di arrivarefino a Roma, nellasperanza di essereaccolti in Vaticano.Fu un viaggio terribile,compiuto interamente sotto ibombardamenti, alla fine delquale la speranza di trovarerifugio in Vaticano vennevanificata.Nonostante la sorte avversa,però, il padre di Daniela riuscìa trovare, grazie all’aiuto di uncugino, quello che dovevafungere da appartamento, mache in realtà era uno scantinatomaleodorante. I componentidella famiglia, tutti conidentità rigorosamente falsa,cooperavano come potevanoper riuscire in qualche modo asopravvivere in un clima ormaiimbevuto di odio epropaganda.

UNA NASCITA DIFFICILEFu in quello scantinato cheDaniela vide la luce: fu unparto tremendo, che richiesel’uso del forcipe e36 punti disutura. Il padre, disperato,andò in cerca di un medico egli fu indicato il professorQuattrocchi, il quale siprecipitò a prestare aiuto senzavolere una lira in cambio: siscoprì più tardi che aveva lamoglie ebrea.Quando nacque Daniela, gli ziimaterni vennero a trovarla. Lamadre, con l’ingenuità di chinon si aspetta che la situazionepossa ulteriormenteprecipitare, li presentò usandodei cognomi ovviamente falsi.

Accadde purtroppo chequalcuno fece una spiata. Sipresentarono allora nelloscantinato sette soldati dellaGestapo e un fascista cherastrellarono la famiglia,mandando il padre a LeMantellate e la madre a ReginaCoeli.Fu in quel frangente che lamadre di Daniela fu sottopostaa un durissimo interrogatorio,al fine di estorcerle i nomi e gliindirizzi dei fratelli. Reginaresistette alle percosse e alterrore scatenato dallaminaccia di un’ultima misuracoercitiva: quella di dare labambina appena nata in pastoai cani alsaziani.Purtroppo la conseguenza ditanta violenza fu la perdita dellatte. Fu allora che le altredetenute presenti in quellacella comune, tra le quali c’eraun’assassina, compirono unatto estremo di generosità:

impegnarono leloro collaninedandole alle suoree, così facendo,riuscirono acomprare del latteartificiale.È concommozione cheDaniela ricorda lecompagne di celladella madre. Èanche grazie a lorose è viva. Così come è graziealla generosità diun cugino cherischiò la vitafacendo il doppiogioco e fingendosifascista, che la

famiglia di Daniela riuscì adottenere un permesso discarcerazione. Una voltaliberati si rifugiarono in unconvento di suore di clausura,le Sacramentine, che si trovavavicino all’Anagrafe. Nellostesso convento avevanotrovato rifugio, dall’inizio dellaguerra, anche la sorella dellamadre assieme alle sue trefiglie. Lì rimasero per pocotempo, fino a quando ilconflitto finì, ponendo laparola fine al più grandesterminio mai concepitodall’uomo.

IL PERCHÉ DI UN RACCONTOPerché questa testimonianza?Perché non si può considerarela Shoah una parola astratta ouno sterminio di massa. Chevuol dire" sterminio dimassa"? Dietro ogni vita diquelle persone, uomini,bambini, donne, anziani,c’erano amori, legami,sentimenti e aspettative … chesono state spazzate via comecarne da macello, in un climadi indifferenza o, peggio, dicollaborazione. Se Daniela èviva e oggi può testimoniare ègrazie a quelle poche personeche con generosità hannomesso a rischio la propria vita,rifiutando di seguire unapropaganda disumana.

La testimonianza di Daniela Sarfatti,una donna ebrea cheha conosciuto il dolore del suo popoloe la barbarie della Shoà

arlare di politica in mododistaccato, neutrale e senza

prendere posizioni non è affaresemplice.Se è difficile capire a chi dare ilproprio voto per un italiano, compitoassai più difficile è per un cattolico.Un cattolico dovrebbe votare non inbase a particolari indirizzi politici, mapiuttosto in base a determinatepolitiche sociali, familiari e cittadineche le varie “agende”, mettono inprogramma.Cerchiamo di fare ordine nellaconfusione della politica italiana.Una politica incentrata sul ruolo della

famiglia nellanostra societàsarebbe daincentivareedincoraggiare.Capire cheper usciredalla crisi checiaccompagnaormai daqualche annoè impossibilesenza unaforte chimicafamiliare allespalle.Impegnarsi a

saldare la famiglia come principalevalore della vita politica e sociale diuna città.Forse una soluzione potrebbe esserequella di considerare questo temacentrale all’interno della vita politica,chiedere il parere di chi la crisi la vivein prima linea: famiglie nellanecessità, famiglie che nonostante ledifficoltà riescono ad andare avanti,spinti dalla fede e dalla loro unità.Questo dovrebbe essere ilfondamento della società:”unafamiglia unita per una città unita”.Iniziamo “far politica” nel nostronucleo familiare per poi espanderci eprovare a cambiare le cose.Un grande uomo politico come LaPira, uno dei padri della nostracostituzione, sindaco di una cittàimportante come Firenze, fu ungrande uomo di stato e allo stessotempo un grande uomo di fede.Era solito concludere i suoi discorsicon un pensiero a Maria o a Gesù,non per vantarsi o sottolineare la suaappartenenza religiosa, ma per unaragione molto più semplice: erafermamente convinto che esportare ivalori della sua fede nell’ambitopolitico non poteva che giovare a lui eallo stato.E’ bene chiarire che le duedimensioni, quella della fede e quelladella politica non devono essere neantagoniste ne indifferenti fra di loro.Per questo è bene far politica anche incomunità, parlare di politica aigiovani che si formano nelleparrocchie.Un cattolico impegnato e consapevolenon può che essere un bene per lostato e la città.Partecipare sempre, da soli o meglioancora in gruppo, avere un pensieroautonomo ma ispirato e fondato susolide fondamenta di fede.Cercare infine di testimoniare la gioiadi fare qualcosa per il bene comune,per la nostra famiglia e per la grandefamiglia della società.

Michele Martella

P

Un giovane a pochigiorni dalle elezioni

LA FAMIGLIAAL CENTRODELLAPOLITICA

La sua vita a Livornossendo nata nell’aprile del 44, non ho alcun ricordodiretto dell’esperienza vissuta,avevo solo 2 mesi quan-

do Roma fu liberata.Mia madre invece è rimasta segnata tutta la vita, piena diansie, insonne e depressa per lunghi periodi. Mi ha tra-smesso la paura fobica dei cani mai superata, ma per il re-sto ho avuto una vita serena.Ho conosciuto mio marito a una festa a Firenze. Ci siamofidanzati nel 67;appena laureata mi sono sposata e son ve-nuta a Livorno dove mio marito risiedeva dal 56».Daniela ha insegnato inglese e realizzato con MargheritaAscarelli e Jenny De Paz la mostra «1938. La scuola ebraicadi Livorno: una alternativa alle leggi razziali». È stata guidaal Museo ebraico Yeshiva Marini e ha collaborato a vario ti-tolo con la Comunità ebraica di Livorno. Attenta osservatri-ce dei processi di cambiamento sociale e sostenitrice di po-litiche a favore delle persone svantaggiate, ha scritto il libro«Luda e le altre. Antologia di autobiografie di donne dell’e-st. La forza delle donne», Livorno, Belforte, 2007. Ha pub-blicato inoltre due raccolte di barzellette: «Ridi che ti passa»e «Non solo barzellette», per Felici editore.

Cerchiamo difare ordine nellaconfusione dellapolitica italiana.Una politicaincentrata sul ruolo dellafamiglia nellanostra societàsarebbe da incentivare ed incoraggiare

Page 4: La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 febbraio 2013IV

VENERDÌ 15 FEBBRAIONella mattina, visita alla Valle Bene-detta17.30 alla sala consiliare della Provin-cia, nell’ambito delle iniziative per laSettimana per la vita, incontro dal ti-tolo "Quale famiglia oggi" (vd. Locan-dina a pagina VIII)

SABATO 16 FEBBRAIO8.00 pellegrinaggio mensile diocesanoa Montenero e a seguire S. Messa10.30 alla Camera di Commercio, ta-vola rotonda "Agiamo contro la povertà:la vecchia, la nuova"18.00 in vescovado, S. Messa per legiovani coppie

DOMENICA 17 FEBBRAIO10.30 S. Messa e visita alla comunitàeucaristica alla chiesa di N.S. del Rosa-rio15.30 processione mariana per il 50°della parrocchia di Nostra Signora diFatima (partenza dalla chiesa di SanMatteo)

LUNEDÌ 18 FEBBRAIO10.00 allo Studio Teologico Interdio-cesano a Camaiore, consiglio dei Ve-scovi21.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con il con-siglio pastorale parrocchiale e il consi-glio affari economici alla SS. Trinità

MARTEDÌ 19 FEBBRAIONella mattina, udienze clero in vesco-vado21.00 incontro con i direttori degli uf-fici del centro di pastorale per l’evan-gelizzazione in vescovado

MERCOLEDÌ 20 FEBBRAIONella mattina, udienze laici in vesco-vado17.00 al Centro Culturale diocesano,giornata di riflessione ebraico-cristia-na (vedi locandina in pagina)21.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con il con-siglio pastorale parrocchiale e il consi-glio affari economici a S.M. Soccorso

GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO10.30 Incontro del consiglio direttivodi Memoria Ecclesiae in vescovado

VENERDÌ 22 FEBBRAIO21.00 a Casale Monferrato, incontrocon i giovani della diocesi di Alessan-dria e Casale Monferrato

SABATO 23 FEBBRAIO16.00 in occasione della visita pastora-le al III vicariato, incontro con i geni-tori alla chiesa di S. Agostino19.00 S. Messa in vescovado con Co-munione Liberazione nell’anniversa-rio della morte di don Giussani

DOMENICA 24 FEBBRAIO10.30 S. Messa per la visita pastoralealla chiesa di S. Agostino15.30 ritiro di Quaresima per operato-ri di pastorale e scuola di teologia allachiesa dei Sette Santi

Agenda del VESCOVO

BREVI DALLA DIOCESI

Festa dei Sette Santi FondatoriVENERDÌ 15 FEBBRAIO ALLE 21.15SABATO 16 FEBBRAIO ALLE 16.00In occasione della festa dei Sette Santi fondatori laparrocchia a loro intitolata e il terzo vicariato organizzanoin occasione del 50° del concilio vaticano II unaconferenza dal titolo: “CONCILIO VATICANO II:“EVENTO” DA CUI NON SI TORNA INDIETRO!”.Relatore sarà don Ordesio Bellini.

UNITALSIDOMENICA 17 FEBBRAIO ALLE 15.30Alla parrocchia di Nostra Signora di Fatima (quartiereCorea), celebrazione solenne di Intronizzazione ufficialedell’immagine della Madonna di Fatima, benedetta aFatima nella Cappellina delle Apparizioni. Sarà presente inVescovo mons. Simone Giusti

Chiesa valdeseDOMENICA 17 FEBBRAIO ALLE 10.30Culto e pranzo comunitario in occasione della ricorrenzain cui i valdesi ricordano l’ottenimento dei diritti civili, il17 febbraio 1848

Incontro SAE22 FEBBRAIO ALLE 17,45Presso la parrocchia della Sacra Famiglia (locali ViaBerger), incontro dal titolo "Voi dunque pregate così";riflessioni sul documento del Gruppo di Dombes sul PadreNostro. Relatori Marco Fornerone, della Chiesa valdese eAndrea Zargani, insegnante di religione.

Cooperatori PaoliniSABATO 23 FEBBRAIO ALLE 15.45In via Corcos, incontro con don Bruno Simonetto

UNITALSISABATO 23 FEBBRAIO ALLE 17.30Alla parrocchia di San Ferdinando, recita del Rosario e aseguire alle 18.00 S. Messa.

EMERGENZAFREDDO

a Caritas, SVS, CISOM e le Misericordie con il supportodell’Arma dei Carabinieri da martedì 12 febbraio hanno

fatto partire l’emergenza freddo.Saranno a disposizione dei posti letto per tutte le personesenza fissa dimora.

Il piano sarà operativo nel seguente modo:Ore 18.00 cena calda presso la Caritas "Porto di fraternità"in Via delle Cateratte 15Ore 19.00 trasporto presso la Sede SVS in Via delleCorallaie - Picchianti, per alloggio notturnoOre 7.30 colazione presso Sede SVSA disposizione degli ospiti ci saranno cambio dibiancheria e vestiario, coperte, pasto caldo serale e primacolazione.

Il piano freddo sarà valutato giorno per giorno in base allecondizioni atmosferiche. Per segnalazioni varie chiamare SVS 0586888888.

Si chiede la collaborazione di tanti volontari oltre acoperte, sacchi a pelo e scarpe, per tale disponibilitàcontattare Caritas al 0586884693 [email protected]

L

Chiesa Livorno informaquesta settimana andrà inonda in questi orari:

Venerdì 15 ore 19.50Sabato 16 ore 14.15 e 21.05 Domenica 17 ore 10.15, 21.20 e 00.20

I viaggi di PHARUS

A MEDJUGORIE DAL 09 AL 12 MAGGIOQuota di partecipazione Euro 565,00Volo diretto Firenze/Mostar

Per informazioni rivolgersi a:PHARUS VIAGGIVia Sant’Andrea 69tel. 0586/211294 email: [email protected]

I Quaresimali del Vescovo

CREDERE NELLA CARITA’SUSCITACARITA’“Abbiamo conosciuto e creduto l’amoreche Dio ha in noi”(1 Gv 4,16)

PELLEGRINAGGI MENSILI A MONTENEROSabato 16 Febbraio e Sabato 16 Marzo, ore 8.10 piazza del-le Carrozze , recita del Rosario, salita verso il Santuario eCelebrazione Eucaristica

RITIRO SPIRITUALE PER OPERATORI DI PASTORALE ESCUOLA DI TEOLOGIADomenica 24 Febbraio, ore 15.30, Chiesa Sette Santi

VIA CRUCISVenerdì 8 Marzo, ore 21 Chiesa S. Luca, StagnoVenerdì 15 Marzo, ore 21 Chiesa S. Leopoldo, VadaVenerdì 22 Marzo, ore 21 Chiesa Ss. Pietro e Paolo

Diocesiinforma

Page 5: La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 febbraio 2013 V

ato a Milano da unafamiglia di umiliorigini (il nonno, lozio e il padre avevano

esercitato la professione dicuoco), si era laureato in lettereclassiche con indirizzoarcheologico nel 1947, lo stessoanno in cui fu ordinatosacerdote. Nel 1950 prese unaseconda laurea, in Filosofia; enel 1955 la terza, inGiurisprudenza.Alla dimensione intellettuale,Ablondi univa però una fortecarica pastorale: fu parroco a SanRemo nella chiesa di S.Mariadegli angeli, insegnante direligione, assistente della FUCI edei Laureati Cattolici. ElettoVescovo alla Chiesa Titolare diMulli il 13 agosto 1966 dal PapaPaolo VI, consacrato Vescovo il 1ottobre 1966 ha svolto ilministero come Coadiutore condiritto di successione di Mons.Guano a Livorno eAmministratore Apostolico dal8 settembre 1970. E’ statoamministratore Apostolico diMassa Marittima dal 1967 al1969. Il 26 settembre 1970, allamorte di mons. Guano, divenneVescovo di Livorno. Lo rimaseper 30 anni, fino al 2000.Furono gli anni durante i qualiAblondi divenne, all’internodell’episcopato italiano, unadelle punte più avanzate deldialogo ecumenico edinterreligioso e del dialogo conil mondo laico. Del resto, lacattedra di Livorno si prestavabene allo slancio umano epastorale di Ablondi: a Livornocittà di forti tradizioni operaie,convivono da secoli diverseconfessioni cristiane (ortodossi,cattolici di rito bizantino,armeno, maronita) e altrecomunità religiose (numerosaquella ebraica, ma nutrita anchela presenza musulmana),all’interno di una cittadinanzacosmopolita, che porta tracceevidenti dell’integrazioneavvenuta, nei secoli, tra diversigruppi etnici (olandesi, inglesi,

N

greci, francesi, portoghesi,corsi).Particolarmente significativo edintenso fu il rapporto di Ablondicon la comunità ebraica, che aLivorno ha una radicata esignificativa presenza e doveAblondi istituì, nel 1989, laGiornata dell’ebraismo - laprima iniziativa del genere, nonsolo in Italia - da celebrarsi il 17gennaio di ogni anno all’iniziodella Settimana per l’unità deicristiani. Simbolo del

riavvicinamento traebrei e cattolici, unodei frutti più evidentidella stagionepostconciliare, fu la suaamicizia con il rabbinocapo di Roma (nato ecresciuto a Livorno),Elio Toaff. MaAblondi ebbe ancherelazioni fraterne con numerosiesponenti del mondomusulmano. Nel corso del suomagistero si è rivolto con una

quindicina di lettere pastoralialla diocesi Livorno ed a quelladi Massa: messaggi per varieoccasioni (feste della mamma, ilbattesimo, S.Giulia, festa delvoto, lettere ai giovani, lettereper i Sinodi, o in occasione dieventi particolarmentesignificativi per la città) Omelie,Circolari, libri.Una vasta produzione di cuil’ultimo tassello è stato il libro Apasso d’uomo verso il divinoscritto un anno prima della suamorte, quando era ormaiVescovo emerito. Mons. Ablondiè morto il 21 agosto 2010lasciando un grande vuoto nelcuore di tanti. Il motto da luiscelto per il suo stemma Veritasin Charitate significa che laverità si raggiunge facendo lacarità. Il motto non costituiscesoltanto un programma di vitapastorale, ma compendia il suospirito di uomo e di sacerdoteche lo vuole prima di tuttocaritatevole. Carità con i giovani,con gli studiosi, con iprofessionisti, con i lavoratori,con gli increduli, e soprattuttocon i poveri. Il suo stemmaraffigura una lampada cheillumina una montagna sopra laquale si spalanca l’azzurro deicieli ove brilla una stella.Secondo la simbologia cristianala lampada, di stile romano,rappresenta l’incontenibilecarità dei primi cristiani, lamontagna l’ascesa faticosa, lastella la verità celeste.Il ricordo di mons. Ablondi èancora troppo vivo nel cuoredelle persone per pensare dipoterne parlare in modoesauriente.

Trent’anni insiemeai livornesi

MONSIGNOR ALBERTO ABLONDI: QUATTORDICESIMO VESCOVO.........

Particolarmente significativo ed intenso fu il rapporto con la comunità ebraica. Nel 1989 Ablondi istituì, per la prima volta in Italia, la Giornata dell’ebraismo

el prologo del Vangelo secondo Giovan-ni, troviamo come Giovanni ripete per

due volte questa verità, cioè, che il mondo èstato fatto per mezzo di Lui (Gesù Cristo) esenza di Lui niente è stato fatto e il mondo fufatto per mezzo di Lui. Anche San Paolo, nel-la lettera ai Colossesi (Col 1,16), curiosa-mente ripete due volte tutte le cose che sonostate create per mezzo di Lui. Sembra chequesti due apostoli esprimano la necessità dirimarcare che Gesù Cristo non è creatura, cheprecede tutta quanta la Creazione, e quindipossiede natura divina. Questo è un puntochiave della professione di fede, e viene ripe-tuto due volte come per dire agli ascoltatori:"guardate che è così, non mi sono espressomale, è una verità nuova, difficile da com-prendere, ma è questo che c’è stato rivelato".Il Catechismo della Chiesa Cattolica, nelnr.291 afferma: "Il Nuovo Testamento rivelache Dio ha creato tutto per mezzo del VerboEterno, il Figlio suo diletto." Se tutto è stato

fatto attraverso il Figlio, anche il tempo è sta-to fatto attraverso di Lui, e quindi il Verbo ènell’eternità.La seconda parte: "Per noi uomini e per lanostra salvezza discese dal cielo…" Qui ilCredo punta il dito, sottolinea il vero motivodella venuta di Gesù, cioè, per la nostra sal-vezza. La parola stessa Gesù, vuol dire Il Dioche salva. La missione di Gesù è salarci. Gesùci salva per riportarci da dove siamo venuti: ciporta nel cuore stesso di Dio. Gesù proprioviene dal cielo per salvarci: Io sono salvato dame stesso, dalle mie scelte sbagliate, del pec-cato, semplicemente perché peccandomuoio, mi spengo, non respiro. Ma soprat-tutto sono salvato per la vera vita che in cam-bio mi viene donata, per la grande gioia chene ricevo, per quel paradiso di Amore che miattende senza fine dentro la gloria di Dio, eper tutte quelle anticipazioni regalate quag-giù dai doni dello Spirito.

don Anibal Reyes Hernandez

N

PER MEZZO DI LUI (GESÙ CRISTO) TUTTE LE COSE SONO STATE CREATE.PER NOI UOMINI E LA PER LA NOSTRASALVEZZA DISCESE DAL CIELO

Prosegue la spiegazione del Credo attraversola riflessione di don Anibal Reyes Hernandez

Le parole della FEDE

VES

COV

II

nost

ri

Page 6: La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 febbraio 2013VI

Le settimane di AZIONE CATTOLICA

Se tu credi...la pace verrà!

on Tomasz ha lavoceemozionata, avolte non trova

le parole giuste perspiegare. Sta al suosolito posto,all’ambone, ma non è lìper un’omelia: parla delsuo paese, dellaPolonia, di operai eSolidarnosc, di cosasignifichi per lui laparola "pace".Siamo nella parrocchiadi San Benedetto e quisi tiene il primo deicinque incontri chel’Azione Cattolica haorganizzato fino amaggio per lecosiddette "Settimanedi AC": momenti diincontro con la Parola edi riflessione sutematiche particolaridel quotidiano, per dareradici più solide allanostra fede, secondo leindicazioni di papaBenedetto per questoAnno della Fede.Incontri svolti inmaniera itinerante inalcune parrocchie delladiocesi, ma estendendol’invito anche a tutti gliinteressati.

D

Si parte, appunto, daltema della pace, el’incontro si snodainizialmente frabeatitudini, salmi epreghiere, secondo unpercorso ormaicollaudato. Poi donTomasz svolge la suariflessione, e i ricordipersonali sono la matitarossa per sottolinearequanto gli sta a cuore:la pace - è il cuore delsuo messaggio -dipende dalla libertà, èil frutto della libertà; seuna persona, un popolonon è libero, non puòaver pace e prima o poisi ribellerà. Ma lalibertà, e la pace conessa, possono costaremolto caro a chi ne fa loscopo della propria vitae lotta per esse, fino a

richiedere a volte ilsacrificio della vitastessa, il martirio. I partecipantiall’incontro, adultigiovani e ragazzi diS.Benedetto assieme adaltri venuti da fuoriparrocchia, ascoltanointeressati, cercando diimmaginare nellapropria mente il film diquanto don Tomasz staraccontando. Dopo la riflessione delparroco i partecipanti sidividono: i ragazzi sirecano all’oratorioparrocchiale, persviluppare il tema dellapace con giochi eriflessioni, gli adulti sispostano in altri localiper approfondire alcunipassaggi dell’ultimomessaggio del Papa per

il 1° gennaio scorso,Giornata Mondialedella Pace. E quiemergono altreriflessioni interessanti:la pace dipende dallalibertà ma anche dallagiustizia, perché se visono ingiustizie sociali,a livello mondiale comea livello di singolopaese, difficilmente lapace si svilupperà; lapace dipende dallasituazione economica,perché un’eccessivapolarizzazionericchi/poveri non portaalla pace, e qui lariflessione ha investitoanche l’economialocale, con tutte leproblematiche cheattanagliano la nostracittà; infine, la Chiesa èveramente operatrice dipace, perché ogni uomoè immagine di Dio e lafraternità universalerichiede relazioni dipace: se ogni uomo èmio fratello, è naturalevivere in pace.Poi tutti di nuovo inchiesa, per il momentofinale di condivisionedelle riflessioni emersee per la preghiera

conclusiva, La paceverrà di Charles deFoucauld, da cuiprendo a prestitoqualche strofa sparsa:Se tu credi che unsorriso è più forte diun’arma, se tu credi cheessere diversi è unaricchezza e non unpericolo, se tu credi cheil perdono ha più valoredella vendetta... allorala pace verrà! Alla fine, come spessoaccade, un gran vociareper tutta la chiesa, ma lachiesa questa volta, diquesti segni di vita, nonsembra dispiaciuta: sicommenta, si parlad’altro, ci si saluta, ci sida appuntamento alprossimo incontro. Già,il prossimo incontrodelle Settimane di AC,che si terrà sabato 2marzo presso laparrocchia diS.Agostino; tema indiscussione, lapressante richiesta degliApostoli, che diventaanche quella delcristiano di ogni tempo,"Signore, aumenta lanostra fede!".

Gabriele Maremmani

resso lo Yacht Club è stato organizzato unincontro dal Propeller Club–ort of Leghorn

e il Serra Club sulla fede e la devozionemariana nella marineria. Il Dott. Milani,Presidente del Propeller e Comandante deipiloti del porto, nel porgere i saluti aiconvenuti ha sottolineato il piacere di poterdar luogo al convegno organizzato col Dott.Tattanelli del Serra perché contrariamente aquanto solitamente si pensa, sulle navi siamilitari che mercantili di tutto il mondo, sitrovano sempre dei simboli religiosi. Don LucaGiustarini, parroco del Santuario diMontenero, ha presentato una riccadocumentazione di devozione marinara allaBeata Vergine delle Grazie di Montenero, dalleorigini della presenza del santuario nellanostra città fino ai giorni nostri. La sala degliex voto presso il Santuario infatti, contiene atal proposito, tantissime raffigurazioni esimboli che raccontano di marinai, ammiragli,marittimi che hanno costantemente chiesto aMaria protezione aiuti e guarigioni. IlGranduca di Toscana addirittura, fin dal 1496per liberare le coste dai pirati invocò l’aiutodella Vergine; venendo poi al secolo scorso, nel1930, quando Ella fu dichiarata Patrona dellaMarineria, fu progettato un santuario marianoche avrebbe dovuto esser costruito doveattualmente si trova la chiesa di San Jacopo (ilprogetto è conservato nel museo delSantuario). Don Luca ha pertanto sottolineatoil grande valore che hanno le sale checontengono questi ex voto, non solo dal puntodi vista storico perché evidenziano come il

Santuario di Montenero sia sempre statovisitato durante i secoli, ma anche perchéracchiudono una enorme ricchezza dal puntodi vista spirituale in quanto ci presentano unaviva religiosità che ci aiuta a ritrovare le nostreradici di fede.L’ammiraglio Luigi Donolo, Comandante dellaScuola di Guerra dell’Accademia Navale diLivorno, ha messo in luce anche gli aspettisuperstiziosi delle tradizioni marinare chehanno la loro origine dalla storia greco-romana ed erano dovuti anche al fatto che lamaggior parte di coloro che si imbarcavanoerano così giovani (avevano solitamente dai10 ai 12 anni), per cui erano soggetti adallucinazioni che accompagnate alle scarseconoscenze davano luogo a false credenze.Trale più diffuse ormai desuete, vi sono quelle dinon cambiare mai il nome della nave, di nonfischiare in mare, il colore sia delle navi chedelle barche non deve essere verde, il nomenon deve mai iniziare per A, non metter maiper primo il piede sinistro e così pure nonportare mai fiori a bordo. La diffusione delcristianesimo ha influito invece soprattutto sualcune decisioni quali di non far partire le navidi venerdì, il sabato invece era ritenuto ilgiorno più idoneo e in caso di tempesta per lasalvezza della nave le preghiere venivanoeffettuate all’ora nona. Se poi guardiamo ainomi anche della navi più famose, essiportano nomi di santi e quasi sempre quandoesse si trovano nei pressi dei Santuari Mariani,sparano a salve in segno di omaggio.Monsignor Giusti,Vescovo di Livorno, ospitedella serata, nel saluto ai presenti ha osservatocome la fede vera, non nasce dallasuperstizione, ma da un atteggiamento seriodi ricerca, libero da preclusioni che alla lucedella ragione, aiuta a comprendere anche queifenomeni che altrimenti rimarrebbero oscuri ochiusi in un ambito che niente ha a che vederecon la religione. Durante la serata, l’artistaPaolo Grigò ha informato i presentisull’ultimazione della “Madonna dei Popoli”che molto probabilmente verrà collocata einaugurata nel porto labronico il 15 Maggioprossimo. La statua, alta quasi 10 metri ègiunta all’ultima fase di lavorazione con unmateriale argilloso per poi esser cotta a1.200° e così poter resistere alle intemperie.

(La foto dell’incontro è dellaSignora Laura Bolognesi)

P

Nella parrocchia di San Benedetto, il primo incontro delle «Settimane di AC».Don Tomasz e la sua esperienzagiovanile in Polonia. Prossimo incontroil 2 marzo a S.Agostino

MARINERIAE DEVOZIONEMARIANA

SERRAclub

di Monica Cuzzocrea

giunto inaspettato alla chiesa di San Ferdinando, a seguitodella mancata partenza del traghetto che doveva portarlo per

una visita al carcere di Gorgona, frà Josè Narlaly ministro genera-le dell’Ordine della SS.ma Trinità, accolto dal parroco padre Lo-renzo Moretti e padre Michele Siggillino.Nella Messa, allietata dai canti della Corale Sarda, officiata nellachiesa di "Crocetta", frà Josè, dopo la lettura del Vangelo che par-lava della presenza di Gesù nella sinagoga, nel corso dell’Omeliaricordando che il 14 febbraio sarà festeggiato San Giovanni Batti-sta della Concezione, riformatore dell’Ordine Trinitario che subìangherie, anche da parte di confratelli, per aver ascoltato la vocedi nostro Signore che lo invitò a riconvertire l’Ordine Trinitario,proseguendo nell’Omelia ha ricordato:"anche ai giorni nostri,come allora, la conversione e cioè il cambiamento radicale dellenostre abitudini e della nostra mentalità, ci reca disagio. E’ infattipiù facile proseguire in comportamenti non proprio in linea conquanto ci insegna il Vangelo, piuttosto che testimoniare nella vi-ta, nel lavoro, nella famiglia, a scuola, nelle conversazioni, atteg-giamenti che riescano a trasmettere segnali di speranza e di sere-nità a chiunque mi avvicini". Ma è nella società contemporaneache frà Josè riscontra il maggior ostacolo alla parola di Dio: "lasocietà contemporanea rifiuta la parola di Dio, perché in essa ri-scontra dei moniti che tendono a risvegliarla dal torpore e dalmale in cui è affossata. Mettendola in guardia dalle vie sbagliate,che molti nostri fratelli hanno intrapreso, la parola di nostro Si-gnore ci invita a cambiare vita rientrando nel solco del Vangelo".Il messaggio di frà Josè Narlaly così prosegue: "a cosa serve dirsicristiano, se poi rifiuto ogni giorno l’invito di Gesù alla conver-sione? Una domanda a cui dovremo tutti quotidianamente sot-toporci, per capire se i nostri comportamenti verso Dio e verso inostri fratelli, siano in costante sintonia con quanto richiestocidal Vangelo".

Roberto Olivato

È

Nella chiesa di San Ferdinando una presenza significativa

Frà Josè e i padri Trinitari

Page 7: La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI17 febbraio 2013 VII

LE PICCOLE FIGLIE di San Giovanni Gualberto

Un «castello» per la caritàDI FABIO FIGARA

ompletamente immersanel verde si può scorgerequesta struttura ricca ditorrioni, di merli

ghibellini e di monofore,abbellita da decorazioni inpietra serena, da arcatelle gotichee da portali vetrati: non mancaniente a questa maestosa villa,che il cavaliere Alessandro VonBerger, nel 1870, volle costruirerendendola simile ad un piccolocastello medievale sul terreno untempo noto come il “Campo alLupo”. Purtroppo informazioniprecise sulla famiglia Von Bergersono difficili da reperire, anchese esiste un carteggio - pochelettere - dello stesso Alessandronel Fondo “Pietro Vigo”conservato nella BibliotecaLabronica che meriterebbe unapprofondimento. Oggi, intornoalla singolare residenza sita invia delle Carmelitane, possiamoancora trovare importantiappezzamenti di terreno dacoltivare e un ampio oliveto, evarie strutture ormai in disusoda anni, probabilmente le casedei fattori alle dipendenze dellafamiglia. Dopo i Von Berger, laresidenza ed il parco passaronoalle Monache BenedettineVallombrosane di Santa Umiltàdi Faenza, le quali utilizzaronola villa per le loro attivitàscolastiche e di apostolato,trasformandola infine in uncollegio femminile. Nellaseconda metà degli anni ‘80l’intera struttura fu poi donataalla Congregazione religiosafemminile delle Piccole Figlie diS. Giovanni Gualberto. «In questa struttura cioccupiamo soprattutto diassistenza agli anziani,accogliendoli nell’edificiolaterale costruito in epocasuccessiva alla creazione dellavilla.» A parlare è suor GiuliaPanarareyil, Madre Generaledella Congregazione conventicinque anni di apostolatotra l’India e l’Italia. «Nellastruttura più moderna abbiamoi dormitori, con punti di ritrovoe una piccola cappella per la S.Messa, mentre la mensa si trova

C

nel grandecorridoio checollega idormitori conla villa, doveviviamo noi.L’assistenza allepersoneanziane quiospitate occupala maggior partedel nostrotempo anche se,nonostantetutto, riusciamoad impegnarcianche in altre attività.» E infattile suore di Villa Castello sioccupano anche dell’ausilio alleragazze portatrici di handicapsegnalate dal Santuario, grazieall’aiuto di suore diplomate OSA

provenienti da Villa Mayer,assistono il Vescovo e i sacerdotiin cerimonie ufficiali e sioccupano del catechismo con imonaci vallombrosani «Qui, aparte la Madre Superiora, siamo

rimaste solo insette, tutteprovenientidall’India, su untotale di 46 suoreche risiedonoattualmente inItalia nelle altreCase: in Toscanaabbiamo dellestrutture anche aPescia e a Sorano.Ogni tre anni,secondo dei turniprestabiliti, ognunadi noi può tornarequalche tempo nelproprio paese diorigine,permettendo cosìad altre sorelle diraggiungere l’Italia».Purtroppo, a causadei continui

impegni, le Suore non riesconoad occuparsi come vorrebberoper il mantenimento di tutta lastruttura, che necessiterebbe diuna serie di interventi diristrutturazione e di recupero dialcune parti architettoniche eanche delle ampie zonecoltivabili: queste ultime, inparticolare, richiederebbero unlavoro costante da parte diagricoltori esperti. «Vorremmo dedicarcimaggiormente alla cura dellavilla - continua suor Giulia –alcune sorelle si occupano digiardinaggio e di curare alcuneparti dei campi, ma gli impegniaumentano e noi siamo sempredi meno. Tuttavia non ciarrendiamo, e cerchiamo diaffrontare tutto con spiritopositivo e di venire incontro allevarie esigenze che si presentano.Quest’anno, da settembre, imonaci vallombrosani hannoprogettato l’apertura di un asilo:noi siamo già pronte a fornireloro un aiuto perl’insegnamento e la gestionedelle attività».Nelle foto: alcune immagini delcastello e le suore Piccole Figlie

di San Giovanni Gualberto

Poco prima di arrivare in Piazzadelle Carrozzetroviamo Villa VonBerger, meglioconosciuta come“Villa Castello”,attualmente gestita dallaCongregazionedelle Piccole Figliedi S. GiovanniGualberto.Alcunicenni storici sul complesso e sull’attività delle suore

na manifestazione organizzatadall’Associazione "La Funicolare"

insieme con le suore dellaCongregazione delle Piccole Figlie di S.Giovanni Gualberto, che anchequest’anno ha visto un nutrito gruppo dipartecipanti. Per l’occasione è stataorganizzata una sfilata con abiti indiani:Francesco Lamacchia, presidentedell’associazione organizzatrice, haillustrato e indossato un kurta(conosciuto anche come panjabi), tipicoabito maschile indiano, mentre alcuneragazze hanno vestito i tradizionali abitifemminili indiani (Sari), composti dalarghe fasce di stoffa lunga tra i quattro ei nove metri, avvolta intorno al corpodell’indossatrice con vari metodi espesso stretta in vita o con un capo cheavvolge una spalla.Contemporaneamente l’artista BeatriceDe Laurentiis della scuola "Keramiké" diCollesalvetti ha allestito una piccolamostra con alcune delle sue ultimeopere, mentre le suore indiane hannoorganizzato il pranzo di beneficienza,per raccogliere fondi da inviare allemissioni, tutto a base di tipici piattiindiani. A fine manifestazione, mostra difotografie sulla vita dei bambini indianinelle missioni della Congregazione.

F.F.Nelle foto: un momento del pranzo;una ragazza che indossa il Sari, l’operadella scultrice De Laurentiis "le nuoveprigioni".

U

Per i bambini indianie le missioni

Festa di beneficienzaa Villa MayerDomenica 10 febbraio,nei locali della “Villa delGovernatore”a Montenero,si è tenuta la nuovaedizione della rassegna“Gusto e Cultura”

Page 8: La Settimana n. 7 del 17 febbraio 2013

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI17 febbraio 2013VIII