la scossa... n°6/2010

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BALLARO’ Il Premier non ha resistito all’impulso di chiamare in diretta Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, per contestargli le volgari menzogne di Mas- simo Giannini, vicedirettore de “La Repubblica”, reo di aver richiamato alla memoria dei telespettatori i suoi ripetuti inviti a evadere il fisco quando questo infierisca con tassazioni che vadano oltre il 30% dei loro guadagni. Diceva Montanelli che il lato debole dei bugiardi è di dimen- ticare le bugie, ma che è ancor più tragico che certi mentitori credano alle loro menzogne fino a convincersi che siano verità. Dato che ci si trovava, il Premier ha accusato di falsità i risultati del sondaggio di Pagnoncelli circa il gradimento popolare dei politici italiani che lo vedevano relegato a posizioni infime, rispetto ai dati in suo possesso: stesso livello di Casini, un’anticchia più del bolscevico Bersani e del vituperato Di Pietro, a distanza siderale dall’odiato Fini e dal carbonaro Tremonti. Come? Lui si fa un mazzo così a distribuire chiacchiere a gogò nelle sue TV e in quelle di Stato, quando lo sbarbatello del martedì lo sputtana sull’unica trasmissione non allineata? Sarà meglio che Floris smetta di fare il giornalista, apra un’edicola e affidi i suoi futuri introiti alla vendita di giornali. Magari di governo. LIBERTA’ E POPOLO Passa al Senato, con voto di fiducia, la legge sulle intercettazioni. Che poi non è solo delle intercettazioni, ma riguarda la libertà di espressione in Italia. L’OSCE condanna la proposta di legge, indicandola come una regressione, rispetto ai principi fondamentali di libertà che devono garantire la gestione democratica di una nazione. Il problema è proprio questo: sia- mo una Nazione? Con un ministro della repubblica che sceglie come inno il “Va’ pensiero” al posto di “Fratelli d’Italia”, tanto per denigrare il sentimento nazionale, sarà difficile credere che esista uno spirito comune. Per coerenza quei ministri, sottosegretari, parlamentari e via via fino all’ultimo mangia uffa a tradimento, dovrebbero rinunciare anche allo stipendio mensile, rivolgendosi agli sportelli di casa per ritirare il dovuto. Invece, eccoli lì a succhiare i capezzoli della mamma-mignotta, quando dispongono della vergine padana, grassa e florida. Ma l’ingratitudine celodurista è infinita, se insistono a chiamare la tetta “ladrona”. Fini, intanto, dice che non c’è fretta di approvare la legge alla Camera, scatenando le ire dei lecchini, che nervosi si agitano su tutte le TV. Ecco il necroforo di turno, occhialuto e corvino annunciare disgrazie se la legge non passa prima di agosto; ecco il boccheggiante pidui- sta gridare al tradimento; ecco il Capo minacciare nuove elezioni se l’avvocato- onorevole Bongiorno la tira per le lunghe, dando priorità a leggi che non servono a un cacchio, tipo finanziaria, investimenti produttivi, occupazione, pensioni, sanità. Ma che ci sarà mai da nascondere con tanta prescia? Le morti sui luoghi di lavoro sono le barbarie della democrazia La salute e la sicurezza sul lavoro, sono i capisaldi delle condizio- ni minime per dare dignità all’essere umano nell’esercizio di ogni attività. Il profitto non deve essere l’unico obiettivo importante per la vita e la competitività di un’impresa, ma prevalente deve essere il rispetto di chi, in carne ed ossa,vi opera con la propria profes- sionalità. Egli, nel sistema “occupazione” va posto al centro, ga- rantendogli il rispetto alla salute e alle norme che regolano il rap- porto di lavoro in materia di diritti e doveri . Le misure per la sicu- rezza e la salute del lavoratore non sono statiche ma devono se- guire l’evolversi delle nuove tecnologie produttive, in modo di mi- gliorarsi in funzione dei lavori che cambiano. Sotto questo punto di vista la formazione continua è fondamentale e deve essere per- cepita dal lavoratore come qualcosa di cui non si può fare a me- no. Analoga cosa per il datore di lavoro che senza aggiornamenti può mettere a repentaglio la vita di un la voratore risparmiando sui sistemi di sicurezza e sui processi che non salvaguardano la salute di chi lavora. Fattori chiave in tale processo sono l’ istruzione e la formazione. Con la legge n.81 (testo unico) qualcosa si è fatto, ma non basta, occorre puntare sull’educazione perché così facendo si tutela in modo preventivo la sicurezza del singolo e della collettività. Parallelamente occorre muoversi sul versante della repressione armonizzando i controlli, quale funzione deterrente. I seguenti dati infortunisti- ci per lavoro, registrati dall'inizio dell'anno ad ora: 493 morti, 493.892 infortuni, 12.347 invalidi, destano grande preoccupazione.Una vera emergenza sociale anche in considerazione che si riferiscono ad nu- mero alquanto ridotto di ore lavorate per il crescente fenomeno della cassa integrazione, della mobilità e della minore occupazione. Finché ci saranno ancora decessi sui luoghi di lavoro saranno sempre troppi. Gruppo Consiliare Comune di Terni Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani di Giocondo Talamonti Il Piano dell’Offerta Formativa in tema di università ha premiato la serietà con cui il Comune ha affrontato l’ostacolo di riconferma. Ai meriti del Sindaco, occorre aggiungere quelli dell’intero Consiglio. Certo, opposizione compresa. E’ stata una conquista della città per la città, ancor più rilevante se si tiene conto delle difficoltà che a livello ministeriale si stanno vivendo per il conte- nimento della spesa pubblica. Terni si è, dunque, vista confermare le realtà che con tanta ac- cortezza si è andata costruendo: Medicina, Ingegneria industriale, Economia e Commercio e, parzialmente, Scienze Politiche hanno trovato conferme di validità formativa e continuità. Sa- rebbe auspicabile che attorno a questi nuclei si aggregassero altre discipline di studio e si con- solidasse la ricerca, facendo del nostro polo un riferimento regionale e non solo. Se continueremo a coniugare mondo del lavoro e università, istruzione e università, ricerca e università e se sapremo insistere nel mantenere un linguaggio politico unitario nel bene e nel- l’interesse della popolazione, molte altre potenzialità si presenteranno al territorio per crescere e migliorarsi. La strada giusta è questa. E, almeno per una volta, percorriamola tenendoci per mano. Periodico del Gruppo Consiliare RC/CI di Terni. Redazione e Amministrazione Vico Politeama n. 1 tel. e fax: 0744549574 Direttore Responsabile: Alberto Tomassi. Fondatore e Direttore Giocondo Talamonti. Redazione Luzio Luzzi, Mauro Nannini. Stampa e divulgazione in proprio. Autorizzazione del Tribunale di Terni n.17/2009 del 23/12/2009 Registro Periodici Anno I N.6 21 giugno 2010 Feliciano Polli l'ha già capita: “Qui ha detto c'è l'impressione che l'Università pensi più ai fatti di Perugia che non a quelli di Terni”. Ecco perché lo chiamano "Fur", diminutivo di "Furmine". Perché le acchiappa al volo e perché quando c'è da prendere una decisione non fa passare nemmeno un secondo in più del necessario! E mentre gli altri stanno ancora a cercare di capire lui ha già bell'e fatto tutto. Sergio Sbarzella, presidente dell'azienda trasporti Atc, è stato eletto presidente del Club Moto Guzzi ternano. Fiduciosi i guzzisti che evidentemente non prendono mai l'autobus. Da anni ormai gli uffici regionali a Terni rappresentano una sorta di morto che cammina, privati completamente di qualsiasi funzione che conti, di dirigenti, di assessorati. Parole di Enrico Melasecche, che dopo anni passati in consiglio regionale, la faccenda l'ha capita adesso che ne è fuori. Però se uno vuole una riprova si faccia un gi- retto a Palazzo Gazzoli, sede ternana della Regione. C'è chi per ammazzare la noia si compra la settimana enig- mistica. Gli altri li vedi guardare nel vuoto. Per il resto silenzio di tomba e scrivanie senza nemmeno una carta sopra. Non è colpa dei dipendenti, i quali sono pronti a strappare dalle mani del collega qualsiasi pratica capiti di svolge- re. Se non altro per ammazzare la noia. Ma attenti perugini accentratori! Mo' è arrivato Brega. Per voi la pacchia è finita!

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Periodico del Gruppo Consiliare RC/CI di Terni

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Page 1: LA SCOSSA... N°6/2010

BALLARO’

Il Premier non ha resistito all’impulso di chiamare in diretta Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, per contestargli le volgari menzogne di Mas-simo Giannini, vicedirettore de “La Repubblica”, reo di aver richiamato alla memoria dei telespettatori i suoi ripetuti inviti a evadere il fisco quando questo infierisca con tassazioni che vadano oltre il 30% dei loro guadagni. Diceva Montanelli che il lato debole dei bugiardi è di dimen-ticare le bugie, ma che è ancor più tragico che certi mentitori credano alle loro menzogne fino a convincersi che siano verità. Dato che ci si trovava, il Premier ha accusato di falsità i risultati del sondaggio di Pagnoncelli circa il gradimento popolare dei politici italiani che lo vedevano relegato a posizioni infime, rispetto ai dati in suo possesso: stesso livello di Casini, un’anticchia più del bolscevico Bersani e del vituperato Di Pietro, a distanza siderale dall’odiato Fini e dal carbonaro Tremonti. Come? Lui si fa un mazzo così a distribuire chiacchiere a gogò nelle sue TV e in quelle di Stato, quando lo sbarbatello del martedì lo sputtana sull’unica trasmissione non allineata? Sarà meglio che Floris smetta di fare il giornalista, apra un’edicola e affidi i suoi futuri introiti alla vendita di giornali. Magari di governo. LIBERTA’ E POPOLO

Passa al Senato, con voto di fiducia, la legge sulle intercettazioni. Che poi non è solo delle intercettazioni, ma riguarda la libertà di espressione in Italia. L’OSCE condanna la proposta di legge, indicandola come una regressione, rispetto ai principi fondamentali di libertà che devono garantire la gestione democratica di una nazione. Il problema è proprio questo: sia-mo una Nazione? Con un ministro della repubblica che sceglie come inno il “Va’ pensiero” al posto di “Fratelli d’Italia”, tanto per denigrare il sentimento nazionale, sarà difficile credere che esista uno spirito comune. Per coerenza quei ministri, sottosegretari, parlamentari e via via fino all’ultimo mangia uffa a tradimento, dovrebbero rinunciare anche allo stipendio mensile, rivolgendosi agli sportelli di casa per ritirare il dovuto. Invece, eccoli lì a succhiare i capezzoli della mamma-mignotta, quando dispongono della vergine padana, grassa e florida. Ma l’ingratitudine celodurista è infinita, se insistono a chiamare la tetta “ladrona”. Fini, intanto, dice che non c’è fretta di approvare la legge alla Camera, scatenando le ire dei lecchini, che nervosi si agitano su tutte le TV. Ecco il necroforo di turno, occhialuto e corvino

annunciare disgrazie se la legge non passa prima di agosto; ecco il boccheggiante pidui-sta gridare al tradimento; ecco il Capo minacciare nuove elezioni se l’avvocato-onorevole Bongiorno la tira per le lunghe, dando priorità a leggi che non servono a un cacchio, tipo finanziaria, investimenti produttivi, occupazione, pensioni, sanità. Ma che ci sarà mai da nascondere con tanta prescia?

Le morti sui luoghi di lavoro sono le barbarie della democrazia

La salute e la sicurezza sul lavoro, sono i capisaldi delle condizio-ni minime per dare dignità all’essere umano nell’esercizio di ogni attività. Il profitto non deve essere l’unico obiettivo importante per la vita e la competitività di un’impresa, ma prevalente deve essere il rispetto di chi, in carne ed ossa,vi opera con la propria profes-sionalità. Egli, nel sistema “occupazione” va posto al centro, ga-rantendogli il rispetto alla salute e alle norme che regolano il rap-porto di lavoro in materia di diritti e doveri . Le misure per la sicu-rezza e la salute del lavoratore non sono statiche ma devono se-guire l’evolversi delle nuove tecnologie produttive, in modo di mi-gliorarsi in funzione dei lavori che cambiano. Sotto questo punto di vista la formazione continua è fondamentale e deve essere per-cepita dal lavoratore come qualcosa di cui non si può fare a me-no. Analoga cosa per il datore di lavoro che senza aggiornamenti può mettere a repentaglio la vita di un la voratore risparmiando sui sistemi di sicurezza e sui processi che non salvaguardano la

salute di chi lavora. Fattori chiave in tale processo sono l’ istruzione e la formazione. Con la legge n.81 (testo unico) qualcosa si è fatto, ma non basta, occorre puntare sull’educazione perché così facendo si tutela in modo preventivo la sicurezza del singolo e della collettività. Parallelamente occorre muoversi sul versante della repressione armonizzando i controlli, quale funzione deterrente. I seguenti dati infortunisti-ci per lavoro, registrati dall'inizio dell'anno ad ora: 493 morti, 493.892 infortuni, 12.347 invalidi, destano grande preoccupazione.Una vera emergenza sociale anche in considerazione che si riferiscono ad nu-mero alquanto ridotto di ore lavorate per il crescente fenomeno della cassa integrazione, della mobilità e della minore occupazione. Finché ci saranno ancora decessi sui luoghi di lavoro saranno sempre troppi.

Gruppo Consiliare Comune di Terni Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani

di Giocondo Talamonti

Il Piano dell’Offerta Formativa in tema di università ha premiato la serietà con cui il Comune ha affrontato l’ostacolo di riconferma. Ai meriti del Sindaco, occorre aggiungere quelli dell’intero Consiglio. Certo, opposizione compresa. E’ stata una conquista della città per la città, ancor più rilevante se si tiene conto delle difficoltà che a livello ministeriale si stanno vivendo per il conte-nimento della spesa pubblica. Terni si è, dunque, vista confermare le realtà che con tanta ac-cortezza si è andata costruendo: Medicina, Ingegneria industriale, Economia e Commercio e, parzialmente, Scienze Politiche hanno trovato conferme di validità formativa e continuità. Sa-rebbe auspicabile che attorno a questi nuclei si aggregassero altre discipline di studio e si con-solidasse la ricerca, facendo del nostro polo un riferimento regionale e non solo.

Se continueremo a coniugare mondo del lavoro e università, istruzione e università, ricerca e università e se sapremo insistere nel mantenere un linguaggio politico unitario nel bene e nel-l’interesse della popolazione, molte altre potenzialità si presenteranno al territorio per crescere e migliorarsi.

La strada giusta è questa. E, almeno per una volta, percorriamola tenendoci per mano.

Periodico del Gruppo Consiliare RC/CI di Terni.

Redazione e Amministrazione Vico Politeama n. 1 tel. e fax: 0744549574

Direttore Responsabile: Alberto Tomassi. Fondatore e Direttore Giocondo Talamonti.

Redazione Luzio Luzzi, Mauro Nannini.

Stampa e divulgazione in proprio.

Autorizzazione del Tribunale di Terni n.17/2009 del 23/12/2009 Registro Periodici Anno I N.6 21 giugno 2010

�Feliciano Polli l'ha già capita: “Qui ha detto c'è l'impressione che l'Università pensi più ai fatti di Perugia che non

a quelli di Terni”. Ecco perché lo chiamano "Fur", diminutivo di "Furmine". Perché le acchiappa al volo e perché

quando c'è da prendere una decisione non fa passare nemmeno un secondo in più del necessario! E mentre gli

altri stanno ancora a cercare di capire lui ha già bell'e fatto tutto.

� � � � �

�Sergio Sbarzella, presidente dell'azienda trasporti Atc, è stato eletto presidente del Club Moto Guzzi ternano.

Fiduciosi i guzzisti che evidentemente non prendono mai l'autobus.

� � � � �

�Da anni ormai gli uffici regionali a Terni rappresentano una sorta di morto che cammina, privati completamente di

qualsiasi funzione che conti, di dirigenti, di assessorati. Parole di Enrico Melasecche, che dopo anni passati in

consiglio regionale, la faccenda l'ha capita adesso che ne è fuori. Però se uno vuole una riprova si faccia un gi-

retto a Palazzo Gazzoli, sede ternana della Regione. C'è chi per ammazzare la noia si compra la settimana enig-

mistica. Gli altri li vedi guardare nel vuoto. Per il resto silenzio di tomba e scrivanie senza nemmeno una carta

sopra. Non è colpa dei dipendenti, i quali sono pronti a strappare dalle mani del collega qualsiasi pratica capiti di svolge-

re. Se non altro per ammazzare la noia. Ma attenti perugini accentratori! Mo' è arrivato Brega. Per voi la pacchia è finita!

Page 2: LA SCOSSA... N°6/2010

BASELL

Qualche nuvola nera s’allontana dal panorama occupazionale creatosi a seguito della decisione della Basell di di-smettere la sua attività a Terni. La prospettiva che a rilevare attrezzature e macchinari sia una società del ramo, si fa sempre più concreta, alimentando speranze fra i 120 dipendenti in cassa integrazione. Tutte le forze cittadine si sen-tono impegnate nel progetto di recupero dei posti di lavoro, impegnando risorse umane e professionali in gradi di garantire il miglior esito degli sforzi.

TK-AST

Qualche nuvola nera s’avvicina, invece, sul cielo plumbeo della TK-AST, e non solo per la stagione meteorologica in-

fausta di questo 2010. Corre voce di una dismissione immobiliare importante, presagio di difficoltà finanziarie o della

volontà di imboccare una lunga strada di progressivo e preoccupante alleggerimento dei cespiti aziendali.

L’attenzione è massima.

L’UE OBBLIGA LA PENSIONE A 65 ANNI ? FALSO! Non è assolutamente vero che l'Europa impone che le donne italiane vadano in pensione a 65 anni, come invece viene motivato in modo infondato non solo dal governo, ma dalla più parte dei media. Com'è che invece l'informazio-ne non solleva alcun dubbio? I pronunciamenti di Commissione e Parlamento europeo non riguardano l'innalzamento dell'età, ma sono fondati sull'esigenza di non discriminare il lavoro femminile, giacché tutte le ricerche denunciano retribuzioni e pensioni inferiori a quelle maschili. Con la direttiva 79/1978, l'Europa salva infatti la possibilità per gli stati di stabilire età di pensione differenti tra uomini e donne; e comunque l'Unione non può intervenire sull'età stabi-lita dai paesi membri. Può, invece, chiedere conto di atti discriminanti, come «obbligare» le donne ad andare in pen-sione prima: perché, in presenza di un regime legato ai contributi, porta a un rendimento ridotto. Esiste dunque una questione di parità, ma non riguarda l'età. Nella «Piattaforma di Pechino» i governi si erano piuttosto impegnati a e-splicitare l'impatto delle politiche economiche in termini di lavoro pagato e non pagato e di accessi al reddito delle donne. E il Consiglio Europeo di Lisbona, nel marzo 2000, fissava l'obiettivo del pieno impiego attraverso un migliora-mento quantitativo e qualitativo dell'occupazione e il diritto fondamentale al lavoro di uomini e donne. Nel diritto co-munitario, del resto, la tutela antidiscriminatoria è da sempre un architrave, che col Trattato di Amsterdam del 1998 è divenuto un principio fondamentale.

La BASELL esclude di poter vendere lo stabilimento ad un altro produttore di polipropilene ma è disponibile a valutare altre proposte.

Al Sindaco del Comune di Terni

Premesso che dall'inizio dell'anno ad ora, per incidenti sul lavoro, ci sono stati : 468 morti, 468.664 infortuni, 11.716 invalidi, numeri che continuano a essere insopportabili in una società che, da Costituzione, si definisce “Repubblica democratica fondata sul lavoro”, che riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che renda-no effettivo questo diritto.

Tenuto conto della proposta avanzata dal Presidente del Consiglio comunale di Torino che, in collaborazione con il Comune di Campello sul Clitunno(PG) e con l’ANCI, intende promuovere una rete per creare una cultura che, pur rafforzando il valore sociale dell’impresa, sia in grado di coniugare il rispetto dei diritti dei lavoratori con la ricerca del profitto.

Visto che la rete avrebbe il compito di:

1. realizzare iniziative volte a sensibilizzare tutti sulla salute e sicurezza sul lavoro, anche con interventi formativi ed informativi rivolti alle scuole;

2. elaborare politiche e interventi concreti per sostenere le vittime e i familiari;

3. adottare misure per sostenere e incentivare le imprese che attuano politiche volte alla responsabilità sociale e al miglioramento degli standard di sicurezza e tutela della salute dei lavoratori.

implementare sistemi di monitoraggio, attraverso gli organi di vigilanza sui luoghi di lavoro in collaborazione con le Autorità di Pubblica Sicurezza, l’ASL, il servizio ispettivo presso la DPL (Direzione Provinciale del Lavoro),l’INAIL e altri enti.

Il Gruppo Rifondazione e Comunisti Italiani interroga il Sindaco e l’Assessore alle Politiche del Lavoro per conoscere se:

- il Comune di Terni intende continuare l’azione intrapresa da circa tre anni (incontri e pubblicazioni) in materia di cultura della sicurezza;

- intende aderire alla rete tra enti locali, regioni, Istituzioni statali, parti sociali e organizzazioni della società civile,

proposta dal Consiglio comunale di Torino. Terni 14.06.2010

Talamonti Giocondo (RC/CI) Nannini Mauro (RC/CI) Campili Claudio (IDV)

LA SCURE DELLA MANOVRA ECONOMICA

Nel quadro di una manovra economica im-prontata alla più dura politica antisociale, la scuola è il settore che paga il prezzo più alto. Nel mirino dei vari governi Berlusconi, per il suo diretto legame con la Costituzio-ne Repubblicana, ora la scuola è fatta og-getto di un vero e proprio accanimento, rivolto tanto contro il suo finanziamento quanto contro il personale docente, diri-gente e ATA che vi opera. È bene ricordare che questi provvedimenti si aggiungono a quelli previsti dalla contro-riforma Tremonti-Gelmini e completano il

disegno governativo di smantellamento della funzione costituzionale della scuo-la pubblica.