la pipa, mr. ceb e l'altra di irina turcanu

25

Upload: ciesse-edizioni

Post on 28-Mar-2016

230 views

Category:

Documents


1 download

DESCRIPTION

Alcuni collezionano francobolli, altri monete, altri ancora soldatini. Mr. Ceb collezionava pipe, dalla forma delicata e sinuosa come una donna. Uomo di potere, impegnato attivamente nella vita politica, ha una moglie accanto, tante donne attorno e un’Altra nel cuore. La conservava lì sin dalla giovinezza, racconta Lei, ed era certo di essere immune ai suoi incantesimi dopo tutti gli anni di lontananza. Rivederla, però, era ben altro dall’immaginarla. Un incontro breve, architettato, temuto, sperato era ciò che bastava per muovere al contrario le lancette del tempo e renderli ragazzi dentro, adulti fuori. Sullo sfondo di una Milano contemporanea, si intrecciano le vite di un’eterna Altra, un’eterna fidanzata ed un eterno collezionista. "La pipa, Mr. Ceb e l’Altra": un cocktail di amore, amicizia, tradimenti e riscatti. Un cocktail di vita.

TRANSCRIPT

Page 1: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu
Page 2: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

IRINA TURCANU

La Pipa, Mr. Ceb e l’Altra

Romanzo

Page 3: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

Copyright © 2010 CIESSE Edizioni Design di copertina © 2010 CIESSE

Edizioni

La pipa, Mr. Ceb e l’Altra di Irina Turcanu

Tutti i diritti sono riservati. È vietata ogni riproduzione, anche parziale. Le richieste per la pubblicazione e/o l’utilizzo della presente opera o di parte di essa, in un contesto che non sia la sola lettura privata, devono essere inviate a: CIESSE Edizioni Servizi editoriali Via Conselvana 151/E 35020 Maserà di Padova (PD) Telefono 049 7897910 - 049 8862964 Fax 049 2108830 E-Mail [email protected] P.E.C. [email protected] ISBN 9788897277385 Collana GREEN

Page 4: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

Versione eBook http://www.ciessedizioni.it NOTE DELL’EDITORE Il presente romanzo è opera di pura fantasia. Ogni riferimento a nomi di persona, luoghi, avvenimenti, indirizzi e-mail, siti web, numeri telefonici, fatti storici, siano essi realmente esistiti o esistenti, è da considerarsi puramente casuale e involontario.

Quest’opera è stata pubblicata dalla CIESSE Edizioni senza richiedere alcun

contributo economico all’Autore.

Page 5: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

L’amore è il secondo mistero dopo la vita.

Page 6: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

BIOGRAFIA DELL’AUTRICE IRINA TURCANU è nata il 24 giugno 1984 a Gura Humorului (provincia di Suceava, nel nord della Romania), la giovane Irina Turcanu emigrò nel 2001 in Italia, dove ha conseguito la maturità a Piacenza e la laurea a Milano nel 2008, con una tesi sul grande filosofo romeno Emil Cioran disponibile sul sito del Centro Culturale Italo-Romeno di Milano. Finalista a diversi concorsi letterari, oggi collabora con più giornali e riviste di Piacenza, Pavia e nazionali. BIBLIOGRAFIA 2005 Tu e il cielo, poesia pubblicata all’interno dell’Antologia del premio “Il Club dei poeti” seguita successivamente da altri componimenti poetici. 2008 Alia, su un sentiero diverso Seneca Edizioni 2010 Verso l’anima, raccolta poetica scaricabile gratuitamente su lulu.com 2010 La Frivolezza del cristallo liquido Absolutely Free Edizioni

Page 7: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

1. Il segreto della pipa

Ho sempre avuto un debole per gli uomini maturi. Che sia colpa di un padre poco presente? Non lo so. Certo è che a diciassette anni avevo grosse difficoltà a rapportarmi con i coetanei dell’altro sesso e ancor di più a trovarli interessanti. Troppi brufoli, troppi capricci. Nessun uomo, oltre i venticinque anni, mi avrebbe scroccato le sigarette oppure fatto pagare la consumazione al primo appuntamento. Lui, il mio ventisettenne, abitava al terzo piano. Stesso palazzo, stessi orari. Era il figlio di un noto avvocato e della mia insegnante di storia. Era bello e intelligente, prossimo a diventare avvocato come suo padre. Io ero la vicina del secondo piano, da salutare sul pianerottolo, mai in città. Forse aveva intuito la mia timidezza. Passavo ore intere sul davanzale della finestra, peggio di un vaso di fiori, e trasalivo al sentire il triplice bip dell’allarme di chiusura della sua macchina. Abbandonavo la finestra, uscivo in fretta e iniziavo a

Page 8: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

scendere tre, quattro gradini alla volta. C’incontravamo sempre all’ingresso del palazzo. Ai tempi, facevo moltissime finte commissioni. Ci si salutava di sfuggita e poi ognuno proseguiva per la sua strada. Credevo di non riuscire a provare emozioni più forti di quelle. Quel “ciao”, quel sorriso, una morsa allo stomaco. Ai tempi, mi appassionava Ally McBeal e volevo diventare avvocato, come lei, come il mio platonico amante del terzo piano. Mancava un anno al diploma, ma io mi stavo già preparando per l’università. Studiavo sul davanzale, a voce alta, diritto amministrativo, diritto penale, diritto romano, diritto di amare ed essere amata da un uomo vero anche se più vecchio di me. Imparavo codici a memoria senza capire nulla, con l’unico desiderio di poter stupire un giorno il mio tacito amore. Nel frattempo la vita mi regalò un giorno speciale. Come avrei mai potuto dimenticare il 12 giugno, un mese esatto al mio compleanno? Eravamo davanti all’internet caffè. Nascoste dall’oscurità, io e Katia ci fumavamo la quinta sigaretta delle ultime due ore scambiandoci impressioni sui tizi conosciuti in chat, quando all’improvviso

Page 9: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

sentii una forte fragranza ben nota al mio olfatto. Lui era lì. Mr. Ceb era lì. Il linguaggio non è in grado di descrivere certe sensazioni e fu proprio qualcosa di indescrivibile ciò che provai il momento in cui vidi quella celeste apparizione. Lui mi sorrise come sempre ed entrò nel cupo internet caffè. «Hey!», la voce di Katia giungeva alle mie orecchie come un’eco lontana, troppo debole per riportarmi alla realtà. «Ci sei?». «Sì, certo», risposi cercando di ritrovare la concentrazione. «La devi smettere, per due buone ragioni: ha dieci anni più di te ed è fidanzato, anzi quasi sposato». La stessa solfa di sempre. Conoscevo bene le solite “due buone ragioni”, ma non bastavano per fermare i palpiti del mio cuore. Non bastavano per ostacolarmi a pattugliare tutta la sera nella speranza di intravvederlo almeno nella macchina. No, non bastavano. «Lo so, lo so. Mi ha sorpreso. Non l’avevo mai visto da queste parti». «Non montarti la testa. Non è qui per te». Sapevo anche quello. Beh, col mio carattere, tendenzialmente volubile, non era facile trattenere la gioia suscitata dalla sbiadita possibilità che lui fosse lì per me. Lo

Page 10: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

riconosco, spesso scambiavo lucciole per lanterne, ma era una possibilità. Forse anche lui mi amava in segreto. «Fastidiosa voce della verità. E dimmi, Johnny09 ti ha scritto ancora?». «Non ti ho raccontato? Ci siamo incontrati ieri, cioè, quasi. È brutto, un incubo». «Sembrava così carino in foto». «Evidentemente non era la sua». «Almeno Alan non è l’unico». I muri e il cemento di quel buco amplificarono l’eco della nostra risata. Alan, piuttosto inespressivo fisicamente, si descriveva nella chat come un fico stratosferico, inviando fotografie di alpinisti in piena scalata di rocciose montagne. Certo, poi all’incontro non poteva mandare lo stesso tizio della foto e nessun rapporto si prolungava oltre il primo appuntamento. La chat, una savana ancora poco esplorata, una forza sovrumana che invaghiva i giovani animi, restava il modo prediletto per stringere nuove amicizie o, semplicemente, conoscere persone. Sulle schermate scorrevano fiumi di parole, sorrisi inesistenti fatti da una serie di suoni onomatopeici trascritti sul foglio virtuale, di “asl pls” e “gtg”, inglesismi abbreviati di cui spesso non conoscevamo il significato,

Page 11: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

sapevamo soltanto che a un certo punto della conversazione bisognava usarli. I primi figli di una generazione in corsa, o meglio le figlie, ecco cosa eravamo io e Katia, ma anche i nostri amici. Tranne lui. Ceb non chattava ma inviava email di lavoro, non usava il deodorante, ma il profumo, nel suo linguaggio non c’erano tracce di vocaboli abusati come il nostro leggendario modo di dire “non starmi addosso” proferito in ogni occasione, pertinente o non. «Scusate, avete d’accendere?». Il cuore, dov’è il suo posto? Sta forse cercando di uscire attraverso la mia bocca? Mr. Ceb mi aveva chiesto d’accendere? L’accendino era sparito oppure non l’avevo mai avuto? «Grazie». Cos’era successo? Gli avevo dato d’accendere senza accorgermene? No, era stata Katia. Mr. Ceb si accese la pipa e aspirò una boccata di fumo grigio e profumato. «Come va, fossetta?». Per un istante, la bocca si era serrata, la lingua mi era diventata di piombo. Fossetta? Mi aveva chiamata fossetta? «Bene, grazie. Tu?». Da dove mi era arrivata tutta quella sicurezza e placidità nel tono? «In giro. È tanto che non ci vediamo. Sei stata via?». S’era accorto della mia assenza

Page 12: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

sul pianerottolo. Un sussulto, cascate di immagini onirico-romantiche precipitarono illuminando l’ingresso dell’internet caffè. Non avrei mai osato farmi vedere con le pustole della varicella sul volto. «Dai nonni, in campagna». «Spero ti sia divertita. Non dovresti fumare». «Vale lo stesso per te». «Queste sono delle erbe aromatiche. Comunque, la pipa è meno nociva della sigaretta, non c’è la carta». Mi sorrise complice di verità nascoste, palpiti inenarrabili e figli inconsistenti disegnati nelle pupille. Fu quella la nostra prima conversazione: la pipa, il tabacco, dove lo comprava, il costo. Ero così presa dalle sue labbra incorniciate da un sottile pizzetto che non mi resi conto che eravamo rimasti soli. Se un moccioso della mia età avesse iniziato a raccontarmi i benefici e le qualità della pipa, l’avrei mandato a quel paese dopo due secondi. Mr. Ceb, però, sapeva rendere interessante anche gli argomenti più noiosi del mondo. «Si è fatto tardi. Ti do un passaggio?». Sorrisi affermando con la testa. Era un vano tentativo di controbilanciarmi, quelle gambe affusolate e tremanti non mi avrebbero retta

Page 13: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

ancora a lungo. Per fortuna la sua Audi era parcheggiata a due passi. Il tratto di strada era breve, ci mise più tempo a riscaldare il motore, ma per me fu come passare un intero anno in sua compagnia. «Sei molto bella, fossetta», mi disse una volta giunti davanti al palazzo. Sorrisi, visibilmente imbarazzata, scossa dal suo complimento inatteso, confusa dal nomignolo, ignara del suo significato. «Sei stupenda quando sorridi. Quella fossetta avrà fatto impazzire tanti ragazzi». Salimmo le scale in silenzio. Solo le labbra erano mute, dentro di me milioni di berimbau vibravano annidati nel cuore tempestato da emozioni senza etichette. Lui taceva, ormai mi aveva detto tutto sulle pipe, ma anche dentro di lui un piano suonava un romantico leitmotiv o forse un sensuale tango. Mi sfiorò lievemente la mano, una carezza distratta ma voluta. Per me, un brivido come se mi avesse soffiato sulla nuca, muovendo i peletti recettori e ricercatori di piacere. Chiuse le palpebre lentamente, artistico, teatrale, fissandomi, mentre l’angolo destro della bocca si sollevò lievemente. Berimbau, djambe, tabla, conga, daiko: tutti assieme sul palcoscenico del mio cuore. «Notte, fossetta».

Page 14: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

«Notte», mormorai con un filo di voce. Entrai velocemente in casa e mi affrettai ad appoggiare l’occhio sullo spioncino della porta. Non riuscivo a saziarmi. Com’era bello con la polo rossa, jeans alla moda e quella camminata sicura da uomo. Non ricordo se riuscii a dormire quella notte. Ricordo però che passai almeno due ore a sorridere davanti allo specchio in cerca della mia fossetta. Non sapevo di averne una. Eppure c’era. Appena accennata, quando sorridevo, nell’angolo sinistro della mia bocca. Il dodici giugno era rimasto incuneato nella mia memoria, ma un mese più tardi, il giorno del mio diciottesimo compleanno, mi destò il sospetto dell’inizio di una lunga serie di memorabili ricordi. A denti stretti, mio padre aveva acconsentito di festeggiare il mio compleanno in tenda con gli amici. Zaini in spalla, entusiasmo nelle vene e almeno tre chilometri di allegra passeggiata, fino a raggiungere la pineta appena fuori città. Il divertimento fu stratosferico: alcol a volontà, ragazzi con cui flirtare, chitarra stonata come sottofondo. Nulla poteva rovinare il mio primo giorno da maggiorenne. Nulla, eccetto la pioggia.

Page 15: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

Ritornare a piedi era improponibile. Chiamai rinforzi, ma a casa non rispondevano. L’unica soluzione si rivelò una passeggiata lunga cinque chilometri, sotto la pioggia torrenziale. Illusoria soluzione. Mio padre era completamente inghiottito dal suo giorno “no”, l’immediatamente successivo al giorno “sì”, intrappolato nei meandri del passato addolciti dal cognac. Scendevo le scale in lacrime, completamente assorta a maledire la vita, quando, all’improvviso, la mano di Mr. Ceb mi fermò. Si offrì di aiutarmi e glorificai la vita. Ero piuttosto riservata e l’argomento mio padre era tabù, eppure bastò un “mi dispiace vederti così triste” perché dessi voce ad anni di silenzio. Mr. Ceb ascoltava tacito la dolorosa perdita di mia madre, l’insostenibile smarrimento di mio padre, mentre la pioggia picchettava sul parabrezza. Le ore passarono come veloci battiti d’ali e i miei amici mi tornarono in mente solo quando il temporale estivo si era già fermato. Se n’erano andati tutti con il taxi, soltanto Katia era rimasta ad aspettarmi, nascosta in una tenda non ancora completamente inzuppata dalla pioggia. Aveva deciso di attendere il mio arrivo per non darmi la

Page 16: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

sensazione di aver fatto uno sforzo a vuoto. Lei attese il mio ritorno e le settimane successive la ripagai profumatamente con tanti favori. Ne era valsa la pena. Forse ero sul punto di vivere una storia d’amore indimenticabile o forse un sogno al gusto di saccarina.

Page 17: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

2. La prima volta e le altre

Era evidente l’amore di Mr. Ceb nei miei confronti. Per lo meno a me. Katia era ancora arrabbiata per il mio comportamento e aveva tutte le ragioni per esserlo. Lina era convinta che quel ragazzo mi avrebbe portato solo sofferenza, ammesso che fosse veramente interessato. Il nostro the, sorbito rigorosamente con la cannuccia sulle scalinate di Piazza Cavalli, diventò un momento penoso. La mia mente era altrove, al terzo piano del mio palazzo. Sbirciava dalla porta della stanza di Mr. Ceb. Come sarà stata la sua stanza? Era una curiosità che mi sarei tolta presto. Era passata una settimana dal soccorso del mio compleanno naufragato. Ritornavo, tra uno sbadiglio e l’altro, dalla discoteca. Rincasai piuttosto presto, completamente sfinita. Aprii il portone e cercai nel buio l’interruttore quando la luce fu accesa da qualcun altro. Sotto la pallida lampada a basso consumo riconobbi Mr. Ceb.

Page 18: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

L’emozione fece andar via la stanchezza. Un mare di adrenalina mi muoveva dall’interno. «Ciao, fossetta», disse con una voce sensuale, quasi non sua. «Ciao», risposi timidamente mentre Mr. Ceb mi si avvicinò a tal punto da poter respirare il suo alito profumato di mentolo. Tremavo, dentro. «Sei bellissima. Ti ho vista prima. Balli come una dea». E fece un altro passo verso di me. È difficile sospendere il flusso del pensiero, ma, in quel momento, il mio pensiero si arrestò. Ero una semplice spettatrice. Mr. Ceb mi prese la mano e la baciò diminuendo lo spazio tra di noi. Ero stregata, i piedi si muovevano a mia insaputa. Non so quando le sue labbra iniziarono a premere contro le mie, ad allontanarsi e ritornare spingendomi a muovermi verso di loro. Ero affamata di quella bocca. La volevo. Lo volevo. «Ti va un bicchiere di vino?», mi sussurrò nell’orecchio mordicchiandomi il lobo. Cinque minuti più tardi, la mia curiosità di sbirciare nella sua stanza fu soddisfatta. Sbirciai soltanto, perché non ebbi il tempo di guardarla. Quanta voglia di averlo! Mi tolse il vestito verde speranza mentre io, non

Page 19: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

riuscendo ad aprire i bottoni, gli strappai la camicia. «Fatti guardare». Non volevo essere guardata. Volevo essere sua. Mr. Ceb mi fissò per qualche istante, continuando a ripetere che ero bellissima, poi iniziò a sfiorarmi le gambe, prima con le mani, poi con la bocca, salendo verso il punto in cui si incontrano. Nessuno aveva mai provato a fare una simile cosa. È vero, avevo avuto un solo fidanzato poco abile nell’arte dell’amore, ma era una cosa troppo intima, forse ancor più intima del sesso stesso. Con il tempo mi sarei sciolta con la stessa velocità del ghiaccio su una stufa rovente, ma quella era la nostra prima volta e io era ancora sintonizzata sulle onde dei missionari rapidi e insapori. In pochi mesi, Mr. Ceb avrebbe dato inizio a un celere processo di disinibizione assoluta. Un grande amante, impossibile non seguirlo. Non ora, però. Gli presi il viso tra le mani e incominciai a baciarlo. Un bacio caldo che rendeva i nostri respiri sempre più rapidi. «Ti voglio!». Quelle parole furono più eccitanti di ogni altro gesto.

Page 20: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

Albeggiava quando scesi dalle lenzuola di seta azzurre di Mr. Ceb per sgattaiolare verso casa. Era bello persino mentre dormiva. Aprii la porta d’ingresso attenta a non fare rumori. Complici le scale buie, scesi al secondo piano senza che qualcuno mi vedesse. Mio padre sarebbe andato su tutte le furie, se solo avesse saputo dove avevo trascorso la notte. Era una persona ragionevole e affettuosa, ma non per questo potevo raccontargli i miei deboli per Mr. Ceb. Una ramanzina ci sarebbe stata comunque per l’orario. Non oltre le due di notte. Dalla morte di mia madre, circa diciassette anni prima, mio padre cercava di riempire quel vuoto, mio e suo, come poteva. Certe volte gli riusciva, certe altre apriva profondi abissi. Dal canto mio, non riuscivo a farmene una ragione. Non potevo accettare la morte prematura di mia madre, l’incapacità di mio padre di reagire. Aveva scelto l’oblio dell’alcol. Lui non era un lottatore, mai avrebbe vinto o perso una battaglia. Era questa la causa del nostro rapporto a singhiozzi, forzato, eccessivo. O troppe attenzioni o l’indifferenza. Un tuffo precoce nella vita reale, dove a pochi importa veramente di te. Un esercizio che mi ha resa

Page 21: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

forte. Mi sentivo forte in quasi tutte le occasioni della vita. A volte, però, la forza svaniva di colpo. Mi guardavo attorno in cerca di un braccio al quale sorreggermi: vuoto, buio, sabbie mobili. In quei momenti, litigavo con il mondo, con il mio destino. Mi aveva lasciato soltanto una foto sbiadita di mia madre e nemmeno un ricordo. Niente torte di cioccolato alla domenica, nessuno a cui rubare i vestiti per la gran fretta di crescere, nessun senso di colpa per aver tradito la fiducia marinando la scuola. Nulla, eccetto un padre troppo afflitto per fungere da madre e da padre. Aveva, però, un desiderio e una fissazione. Voleva che mi impegnassi negli studi con tutte le mie forze e ci teneva al decoro. Mi avrebbe ripudiata se solo avesse saputo ciò che combinavo dietro la porta d’ingresso del palazzo con Mr. Ceb. Era stato lì dove ci travolse la passione, la seconda volta. La terza, invece, non riuscimmo a scendere dalla macchina. Era nato così un rapporto, per me un amore. Un intero anno in cui io ero l’altra. Le mie amiche cercarono inutilmente di aprirmi gli occhi, ero sicura dei suoi sentimenti.

Page 22: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

Fu doloroso ammetterlo, ma il destino mi mostrò che le mie amiche avevano visto meglio di me. Un anno di fervida passione, un anno di tira e molla e un ultimo di atroce sofferenza. Mr. Ceb aveva sposato la mia rivale, l’eterna fidanzata e con lei e il loro pargolo in arrivo, stava per realizzare ciò che io avrei voluto regalargli sin dal primo bacio rubato sotto la luce pallida della lampadina a basso consumo.

Page 23: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

3. Sola nel deserto

In un solo anno avevo perso gli unici due uomini della mia vita. Mr. Ceb aveva coronato il suo lungo fidanzamento con le giuste nozze, segnate da una gravidanza mai portata a termine. Non aveva avuto scelta, mi disse sul pianerottolo il giorno prima che si trasferisse a Roma assieme alla moglie. Era la decima volta che mi raccontava quell’assurda storia, mentre taceva la verità. Lui non mi amava. Ero stata un breve passatempo, un attimo di svago, la ragazzina da stregare per la propria autostima. Una fortuna essermi resa conto in tempo. Il mio smisurato sentimento nei suoi confronti, mi aveva portata a scegliere l’università sbagliata. Una fortuna essermene resa conto in tempo, continuavo a ripetermi come un incantesimo capace di scongiurare la sofferenza. Giurisprudenza non era il mio ambito. Nulla era perduto, soltanto una somma non indifferente per la tassa di iscrizione. Lettere moderne era la facoltà adatta a me. Ero entusiasta, rinata,

Page 24: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

rinvigorita, colma di progetti. Il futuro mi pareva limpido e chiaro come una mattina di primavera. L’ultima gioia regalata a mio padre. Cirrosi epatica, gli avevano diagnosticato. La malattia lo divorò in pochi mesi. Sapevo che mio padre non avrebbe vissuto in eterno, ma non potevo accettare la sua perdita. Così sbiadito, incerto, instabile era pur sempre il mio punto di riferimento. Le parole, però, non hanno ancora imparato a esprimere certi dolori e io non lo espressi mai. Ai funerali, i parenti sbucarono fuori come i funghi dopo la pioggia. Mio padre non mi aveva mai parlato delle nostre origini, sapevo soltanto che la mamma era calabrese, mentre lui norvegese. Si erano incontrati a Milano. Un incontro casuale dal quale nacque una figlia e un amore spezzato da uno stupido incidente automobilistico. Perché non andavamo mai dai nonni? Perché nessuno ci visitava mai? Perché non conoscevo i miei cugini? Un mistero. Domande alle quali mio padre non aveva mai risposto. Mi risposero in cambio i miei parenti, in occasione del funerale. I rapporti si erano interrotti perché nessuno di loro vedeva di buon grado quel legame. Dopo la perdita di mia madre

Page 25: LA PIPA, MR. CEB E L'ALTRA di Irina Turcanu

cercarono di recuperare il recuperabile, ma papà si rifiutò categoricamente. Nessuno, però, avrebbe cercato di istaurare un rapporto con me. Dopo i vari abbracci e le dovute condoglianze, tutti svanirono dietro la stessa nebbia che li aveva velati per oltre vent’anni. Una zia soltanto, forse spinta dal rimorso, mi lasciò in eredita una somma non indifferente. Una vera benedizione. Mio padre aveva risparmiato tanto quanto fosse necessario perché finissi gli studi e null’altro. In un solo anno, mi ritrovai a camminare da sola nel deserto della mia esistenza. Mi aggrappai con entrambe le mani alle mie uniche due amiche e al mio nuovo obiettivo, in realtà un vecchio sogno coperto da ingannevoli desideri di essere quella che non ero. Volevo diventare giornalista. Una strada in salita, ripida, scivolosa. Sarei riuscita a raggiungere la vetta? Non ne ero sicura, ma era mio dovere provarci, nonostante i dubbi mi stessero lacerando. Ce l’avrei fatta senza gli unici due uomini della mia vita? Senza la loro guida inconsistente, volubile, singhiozzante, ma pur sempre una guida? Le mie deboli spalle avrebbero saputo reggere da sole il peso del mio universo? C’era un