infoanziani maggio giugno 2011

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STARBENE news www.infoanziani.it MAGGIO/GIUGNO 2011 N° 47 Inserto al bimestrale Infoanziani.it INSERTO STARBENE NEWS: Ancora dubbi sull’aspartame PAG.1 Fare sport è importante, meglio all’aria aperta PAG.3 Le Aziende Sanitarie informano: Stato di salute e programmi di prevenzione in ASS3 PAG.6 Chi sono i pazienti con malattie cronico-degenerative? PAG.7 Le associazioni di volontariato informano: Il Comitato Parenti Ospiti I.G.A. PAG.9 L’A.V.U.L.S.S. PAG.10

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Infoanziani maggio giugno 2011

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INSERTO STARBENE NEWS:Ancora dubbi sull ’aspartame PAG.1Fare sport è importante, meglio all ’aria aperta PAG.3

Le Aziende Sanitarie informano:Stato di salute e programmi di prevenzione in ASS3 PAG.6 Chi sono i pazienti con malattie cronico-degenerative? PAG.7

Le associazioni di volontariato informano:Il Comitato Parenti Ospiti I.G.A. PAG.9 L’A.V.U.L.S.S. PAG.10

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In questo numeroL’Azienda per i Servizi Sanitari n°3 informa:

L’ASS 3 Alto Friuli invitata alla 19° Conferenzaeuropea dei servizi sociali

L’Azienda per i Servizi Sanitari n°3 informa: Lo stato di salute e l ’adesione ai programmi di prevenzione in Alto Friuli

L’Azienda per i Servizi Sanitari n°5 informa:

Chi sono i pazienti con malattie cronico-degenerative?

Il Comitato Parenti Ospiti IGA informa:

I nonni ricordano...

L’A.V.U.L.S.S. informa:

Presentazione dell ’Associazione

News dall’Italia e dal mondo

Quando fare la visita oculistica

PAG.5

PAG.6

PAG.7

PAG.9

PAG.10

PAG.11

Inserto “STARBENE NEWS”

Ancora dubbi sull ’aspartame

Spinaci, e la forza sia con te

Fare sport è importante, meglio all ’aria aperta

La dieta irrita

PAG.1

PAG.2

PAG.3

PAG.4

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www.infoanziani.it MAGGIO/GIUGNO 2011N° 47

Informazioni per i lettori:

Registrazione Aut.Trib. di UD n.24 del 10.05.2005 Bimestrale gratuito Direttore editoriale Sandro Di Filippo Direttore responsabile Sandro Di Filippo Editore Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Tel. 0432 526981 - Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected] Layout Elisa Gorsa - Newprojects.it S.r.l. Collaboratori Azienda per i Servizi Sanitari n°3 “Alto Friuli” Azienda per i Servizi Sanitari n°5 “Bassa Friulana” Comitato Parenti Ospiti I.G.A. (Magda Minotti) A.V.U.L.S.S. (Pierino Clocchiatti) Pubblicità commerciale Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Tel. 0432 526981 - Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected] Stampa Tipografia Menini - Spilimbergo (PN) Abbonamenti Inviare i propri dati a: Newprojects.it S.r.l. Viale Palmanova, 22 33100 Udine Fax 0432 624246 [email protected] - [email protected]

INFOANZIANI.IT 4

Page 5: Infoanziani maggio giugno 2011

L’ASS N°3 informa:L’ ASS3 ALto FriuLi invitAtA ALLA 19° ConFerenzA europeA dei Servizi SoCiALi.preSenterà Le proprie eCCeLLenze in LugLio A vArSAviA.

INFOANZIANI.IT 5

Da 4 anni a questa parte l’Azienda per i Servizi Sanitari n. 3 Alto Friuli partecipa alla rete europea dei Servizi Sociali (comprendente soggetti erogatori di servizi sociali ma anche ad alta integrazione sociosanitaria), presentando annualmente i propri progetti particolarmente innovativi ed esportabili nel contesto europeo. Premiata a Parigi nel 2008, anche questo anno l’ASS3 ha ricevuto il prestigioso riconoscimento e presenterà il progetto “Promuovere la solidarietà e il benessere nelle comunità rurali e montane: la cultura del volontariato fra i giovani”.“In concreto” prosegue la dottoressa Olga PASSERA, dirigente dalla Struttura Marketing Sociale dell’ A SS3 che ha realizzato il progetto “l ’Azienda Sanitaria n.3 “Alto Friuli” negli ultimi quattro anni ha dato vita a diversi progetti di Servizio Civile Nazionale che hanno visto impegnati circa 25 volontari di età compresa tra i 18 e i 28 anni e un pool di 10 persone sempre a disposizione dei volontari nella formazione e nella crescita umana e professionale degli stessi. Tramite un continuo processo di empowerment si è giunti alla responsabilizzazione e all ’autonomizzazione dei volontari; il lavoro è stato periodicamente monitorato attraverso diversi strumenti, quali questionari di gradimento, focus group con la partecipazione di tutte le figure coinvolte e relazioni mensili per verificare lo stato di avanzamento dei progetti. Analoga attività è stata svolta nell ’ ambito dei progetti di Servizio Civile Solidale, sostenuti dalla Regione FVG e rivolti a ragazzi fra i 16 ed i 18 anni, prevalentemente nel periodo estivo.Inoltre, da tre anni, l ’Azienda Sanitaria vanta una fattiva collaborazione con l ’AVULSS (Associazione per il volontariato nelle unità locali per i servizi sociosanitari), grazie alla quale viene promosso annualmente un ciclo di incontri che mirano alla professionalizzazione del volontariato.Infine, dal 2007, è attivo l ’Audit Civico, uno strumento di valutazione a disposizione del cittadino. In breve, vengono formate delle équipe di lavoro composte da personale aziendale e cittadini volontari che attraverso l ’osservazione diretta e obiettiva sul campo effettuano delle rilevazioni nelle varie strutture ospedaliere e distrettuali, segnalando eventuali carenze: alla fine del processo di analisi viene redatto un piano di miglioramento per la stessa Azienda, che ha quindi lo spunto per intervenire fattivamente.”

“il progetto analizzato e prescelto dal Comitato Scientifico del progetto” - spiega il dottor Beppino COLLE, Direttore Generale dell’ASS3 - “è così sintetizzabile: in una comunità di un territorio prevalentemente montano dove le peculiarità geografiche e socioeconomiche, la frammentazione morfologica, la bassa densità e la dispersione della popolazione, le difficoltà dei collegamenti aggiungono criticità ai bisogni/problemi sociosanitari delle persone e delle famiglie, si impone all’Azienda Sanitaria una spinta organizzativa forte nella consapevolezza che, per prevenire e contrastare il disagio, per promuovere salute e benessere e creare coesione sociale, è importante puntare sulla qualità delle relazioni, sulla costruzione di legami sociali ricchi di umanità, sul no-profit, sulla formazione, sul volontariato, sulle famiglie e su tutto ciò che costruisce legame sociale. in questo contesto, attraverso azioni finalizzate, si mira a favorire il fenomeno del volontariato cercando di creare delle basi solide e durature che permettano da un lato di promuovere la cultura della solidarietà tra la popolazione locale e dall’altro, con uno sguardo più attento alla realtà giovanile, di farli sentire parte integrante di una comunità che li accoglie, li forma, li prende in carico, e, indirettamente, li spinge verso una strada lavorativa facendogli sviluppare nuove competenze in relazione alle attitudini personali.”

L’articolo continua sul sito internet: www.infoanziani.it

A cura di Dott.Andrea Iob Dipartimento di Prevenzione ASS3

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i.it Ancora dubbi sull’aspartame

C’è l’aspetto di una minaccia concreta nei confronti della propria salute a far riflettere sull’uso o meno dell’aspartame, di gran lunga il dolcificante più diffuso al mondo. Secondo un nuovo studio e percentuali massime di assunzione giornaliera (40 milligrammi per ogni chilo di peso corporeo) vanno riviste, e in fin dei conti sarebbe meglio rinunciare del tutto ai cosiddetti prodotti ipocalorici, che producono più danni che benefici. L’edulcorante più utilizzato al mondo sarebbe infatti associato all’insorgenza di una serie di neoplasie. Sulla base degli esiti dello studio, quindi, i medici chiedono alle autorità europee un riesame, da parte degli organi preposti, dei livelli di assunzione ammessi per questa sostanza.Negli anni passati, un primo studio aveva riguardato 1.800 topi a cui era stato somministrato aspartame. Nel gruppo di controllo, che aveva seguito una dieta priva di dolcificante, le probabilità di linfomi e leucemie erano risultate fino a 3 volte inferiori. Gli effetti si manifestavano già a partire dai 20 milligrammi per chilo di peso corporeo, ovvero esattamente la metà della quantità consentita e teoricamente innocua. Da parte sua, l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, fa sapere che “non ci sono evidenze scientifiche” che provino la pericolosità dell’aspartame. L’Efsa, comunque, aggiunge che continuerà a monitorare la letteratura scientifica sull’argomento per intervenire tempestivamente nel caso emergessero nuove evidenze. Quel che è certo è che sarebbe meglio privilegiare una dieta realmente equilibrata, con un apporto inferiore di grassi e zuccheri, piuttosto che cercare di mettersi a posto la coscienza con la “pillola magica” a base di aspartame.

In collaborazione con Italiasalute - Direttore responsabile Riccardo Antinori STARBENE NEWS 1

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Curio

sità

Spinaci, e la forza Sia con te La promessa di muscoli più forti per far mangiare un po’ di spinaci ai ragazzini potrebbe non essere del tutto campata in aria. È quanto riferisce una ricerca, secondo la quale i nitrati inorganici all’interno degli spinaci e di altre verdure a foglia verde produrrebbero un effetto di miglioramento delle prestazioni muscolari. Non sarebbe quindi il ferro il segreto degli spinaci, ma la presenza abbondante di questo composto capace di ridurre il consumo di ossigeno necessario per effettuare un determinato sforzo, come dimostrato dalla sperimentazione alla base della ricerca. Alcuni scienziati hanno testato gli effetti di un’alimentazione arricchita da nitrati su un gruppo di uomini e donne, sottoponendoli a sedute di cyclette per tre giorni. Ne è scaturito che i muscoli dei volontari guadagnavano in efficienza, portando a termine i compiti richiesti con un consumo minore di ossigeno. Il segreto è appunto l’azione dei nitrati sui mitocondri, che regolano il consumo di ossigeno delle cellule. I nitrati, e soprattutto l’ossido nitrico che da essi si forma nel nostro organismo, sembrano in grado di ridurre i livelli di proteine che frenano il lavoro del mitocondrio. Stavolta i nitrati sembrano dare un vantaggio evidente: il meccanismo da noi ipotizzato potrebbe perciò spiegare perché i vegetali sono tanto preziosi nel ridurre il rischio di malattie cardiovascolari o di diabete, ovvero in situazioni in cui, guarda caso, i mitocondri non funzionano al meglio. Ma attenti al collutorio, i batteri del cavo orale sono indispensabili per il primo passaggio della trasformazione dei nitrati in ossido nitrico, ovvero nella molecola che molto probabilmente è l’interruttore finale che agisce sui mitocondri: chi usa collutori antibatterici parecchio potenti potrebbe rischiare di non godere abbastanza degli effetti positivi dei nitrati inorganici.

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STARBENE NEWS 3

Salu

te

fare Sport è importante, meglio all’aria aperta Non è sufficiente fare sport,

bisogna uscire all’aria aperta ed

entrare in contatto con la natura. È

quanto sostiene una meta-ricerca

secondo la quale gli effetti prodotti

dall’attività fisica aumenterebbero

nel caso di un allenamento all’aperto

e non effettuati nel chiuso di una

palestra o della propria sala hobby.

Un gruppo di ricercatori ha

analizzato un totale di 11 studi e di

833 soggetti.

Stando ai risultati, fare attività

fisica all’aperto predispone a

risultati migliori, con un senso di

rivitalizzazione più evidente.

Le persone si sentono più energiche,

meno depresse e nervose.

Oltretutto, chi è abituato ad allenarsi

all’aperto è anche più disposto

disposto ad effettuare più sedute di

allenamento rispetto a chi rimane

al chiuso, anche se va stabilita

l’esatta differenza fra i due metodi

di fitness.

Il coordinatore della ricerca, afferma:

“Circa il 75% della popolazione

europea vive in ambienti urbani.

La nostra ricerca, che raccoglie

dati da una grande varietà di fonti,

conferma che è molto importante

passare più tempo in un ambiente

naturale per contrastare gli esiti

negativi della vita moderna, come

l’obesità e la depressione”.

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Alim

enta

zion

e la Dieta irrita

Un’esperienza che tutti o quasi abbiamo provato almeno una volta nella vita. Riuscire a perdere i chili di troppo, soprattutto in alcuni periodi dell’anno, all’avvicinarsi della bella stagione ad esempio, produce senz’altro un livello di stress aggiuntivo rispetto a quello causato dalla vita quotidiana.

A stabilirlo in maniera scientifica è ora uno studio di due prestigiose università americane. Secondo gli scienziati statunitensi, le persone che si trovano a dieta riescono con molta più difficoltà a gestire il proprio equilibrio nervoso. Di fronte a un test pratico che prevedeva la scelta di determinate categorie di film, le persone che avevano mangiato una mela come spuntino invece della barretta della barretta

di cioccolato offerta dai ricercatori mostravano di preferire film più violenti. In un altro test, chi era a dieta era in maggioranza favorevole a messaggi politici aggressivi rispetto alla media normale.

Secondo gli autori, la ricerca “ha dimostrato che esercitare l’autocontrollo aumenta la probabilità che le persone diventino aggressive verso gli altri, e che in particolare essere a dieta rende irritabili’’.

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La Direzione ed il Personale condividono passo dopo passo con l’ospite e la sua famiglia l’attività assistenziale e la vita relazionale ed affettiva.

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L’ASS N°3 informa:

INFOANZIANI.IT 6

Lo StAto di SALute e L’AdeSione Ai progrAMMi di prevenzionein ALto FriuLi

Buona salute percepita, esigua percentuale di depressi, meno soggetti sedentari rispetto alla media regionale ma per contro maggior consumatori di alcolici, circa per metà in eccesso ponderale e 3 su 10 fumatori.Questa è la fotografia dei residenti dell’Alto Friuli che emerge dal rapporto sanitario Passi relativo all’anno 2009 realizzato dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASS n.3 Alto Friuli. Ma andiamo per ordine.PASSI, acronimo di Progressi delle Aziende Sanitarie per la Salute in Italia, è un sistema di sorveglianza iniziato nel 2006 ed è concepito per fornire informazioni con dettaglio a livello regionale e aziendale, in modo da consentire confronti tra Regioni e Aziende Sanitarie e fornire elementi utili per le attività locali di programmazione e valutazione. Il sistema PASSI indaga aspetti relativi a:- principali fattori di rischio per le malattie croniche: sedentarietà, eccesso ponderale, consumo di alcol ed abitudine al fumo, ipertensione, ipercolesterolemia, - adesione ai programmi di prevenzione oncologica per il tumore della cervice uterina, della mammella e colon-retto, - pratica delle vaccinazioni contro influenza e rosolia, - sicurezza stradale e sicurezza in ambito domestico, - percezione dello stato di salute e presenza di sintomi depressivi. In Alto Friuli, e così pure nel resto della regione, ogni mese un elenco casuale di persone di età dai 18 a 69, stratificato per sesso ed età, viene estratto dagli archivi dell’anagrafe sanitaria. Operatori sanitari del Dipartimento di Prevenzione, debitamente formati, effettuano n.25 interviste mensili ai residenti campionati tramite un questionario standardizzato. I dati vengono trasmessi in forma anonima

tramite Internet e registrati in un archivio unico nazionale. In sintesi il campione intervistato tra le persone attiva dell’Alto Friuli è risultato essere:- laureato solo per l’11%- coniugato/convivente per il 58%- di cittadinanza straniera per il 7%- stabilmente occupato per il 64% (femmine per il 57%, maschi per il 74%)- senza difficoltà economiche per il 57%.Tre persone su quattro si sono dichiarati soddisfatti della propria salute, in particolare giovani nella fascia 18-34 anni, maschi, con elevato livello di istruzione, senza difficoltà economiche. Solo il 2% riferiscono sintomi di depressione (media fvg 6,4%).

Attività fisicaIl 48% delle persone intervistate ha uno stile di vita attivo: conduce infatti un’attività lavorativa pesante o pratica l’attività fisica moderata o intensa raccomandata, il 17% è completamente sedentario (media fvg 21%, media nazionale 28%).È presente una percezione distorta dell’attività fisica praticata: circa un sedentario su cinque ritiene di praticare sufficiente movimento. La percentuale di sedentari è più alta in sottogruppi di popolazione che potrebbero beneficiarne di più (in particolare persone con sintomi di depressione, ipertesi, obesi o in sovrappeso). In ambito sanitario gli operatori non promuovono ancora sufficientemente uno stile di vita attivo tra i loro assistiti.

L’articolo continua sul sito internet:www.infoanziani.it

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L’ASS N°5 informa:

L’ASS 5 Bassa Friulana ha adottato un protocollo di dimissioni protette, che nasce da un’analisi e una progettazione condivisa da parte degli operatori delle strutture operative aziendali di degenza ospedaliera (ospedale di Latisana e Palmanova) e di quelle territoriali (Distretti Sanitari Est e Ovest, Dipartimento di Salute Mentale), con il coinvolgimento e la partecipazione anche degli Ambiti Socio-assistenziali di Cervignano del Friuli e di Latisana e delle strutture residenziali per anziani presenti nel territorio della ASS n.5 “Bassa Friulana”. La necessità di garantire la continuità assistenziale nel percorso domicilio-ospedale-domicilio-rSA-residenza pro-tetta deriva dalla comune esigenza di rendere funzionali i passaggi di presa in carico fra i diversi setting di cura, assicurando la massima funzionalità di collegamento e di valutazione della complessità multidimensionale dei casi destinatari di tale tipo di intervento:- pazienti che hanno difficoltà a gestire autonomamente la cura di sé, del proprio ambiente di vita, le proprie relazioni sociali, con funzioni cognitive dubbie, autonomia limitata e impossibilità/difficoltà a raggiungere autonomamente i luoghi di erogazione delle cure; in difficoltà nell’assunzione autonoma della terapia, con assente o insufficiente compensazione della rete familiare e che necessitano, al momento delle dimissioni, del supporto di servizisociali e sanitari a domicilio (medio rischio scala Brass);- pazienti per i quali è necessario effettuare una approfondita valutazione multidisciplinare, quali: persone non autosufficienti o con grave disabilità che presentano un elevato grado di dipendenza e che, in assenza o in situazioni di grave inadeguatezza della rete di aiuto familiare, necessitano di essere assistite e sostenute nelle funzioni elementari della vita (cura di sé, del proprio ambiente di vita, relazioni sociali) e/o abbisognano di prestazioni sociali e sanitarie continuative, che comportano l’attivazione della complessa rete dei servizi sociali e sanitari (alto rischio scala Brass).

iL pAziente Con MALAttie CroniCo-degenerAtive: Continuità degLi interventi di ASSiStenzA e integrAzione dei Servizi e degLi operAtori

INFOANZIANI.IT 7

Chi sono i pazienti con malattie cronico degenerative?

Sono cittadini affetti da patologie invalidanti, i cui problemi di natura biologica e quelli di tipo funzionale rendono necessari non solo un loro accompagnamento ed un loro sostegno, ma anche un’educazione ai familiari che se ne prendono cura, rendendoli consapevoli e partecipi dell’intero percorso. Recenti indagini, condotte con l’utilizzo di strumenti validati di screening, documentano che almeno un terzo dei pazienti dimessi da un reparto di medicina (la principale collocazione in degenza dei malati con patologie cronico-degenerative) è costituito da persone che presentano necessità di supporto, sia per gli aspetti clinici che per quelli assistenziali sanitari (cure mediche, infermieristiche, riabilitative e protesiche), sia sociali (perdita di autonomia per attività di base della vita quotidiana). Spesso, queste persone vivono in situazioni di depauperamento grave della rete di relazioni di aiuto e, se non adeguatamente gestite, sono a rischio di peggioramento sotto il profilo della salute, di sofferenze ingiustificate, di difficoltà esistenziali ed economiche, di esclusione sociale e istituzionalizzazione.

Page 13: Infoanziani maggio giugno 2011

INFOANZIANI.IT 8

In sintesi, il Protocollo si pone i seguenti obiettivi:

L’attuazione del Protocollo prevede una prima fase di sperimentazione di 12 mesi; in corso d’attuazione verranno apportate eventuali modifiche, sulla base delle indicazioni fornite da un apposito gruppo di monitoraggio. La diffusione del protocollo medesimo è stata accompagnata da un fase formativa, che ha coinvolto operatori sanitari ospedalieri e territoriali impegnati nelle problematiche della continuità assistenziale, nonché operatori sociali del Servizio Sociale dei Comuni.

A cura di dott.ssa Luciana Scagnetto, coordinamento sociosanitario – Ass 5 Bassa Friulana

1. Individuare in modo chiaro ed immediato i soggetti fragili, che necessitano di percorsi di continuità assistenziale guidati.

2. Migliorare e sviluppare la continuità assistenziale.

3. a) Promuovere un ruolo attivo del familiare e se possibile del paziente, nel processo di cura.b) Promuovere e diffondere una più adeguata conoscenza dei servizi ospedale-territorio da parte di familiari e dei pazienti.

4. Permettere una maggiore fruibilità ed efficacia delle risorse nel passaggio setting di cura ospedaliero e territoriale, con particolare riferimento all’assistenza a domicilio, sia di competenza sanitaria, sia sociale.

5. Favorire la prevenzione/riduzione dei casi di ricovero ripetuto.

Classificazione puntuale del paziente/utente secondo rilevazione di rischio “basso, medio, alto” della scala Brass.

• Verifica della condizione sanitaria e sociale compatibile per il rientro a domicilio.• La comunicazione della dimissione è avvenuta ai Punti Unici di Accesso distrettuali entro 48 ore (escluse le giornate festive).

Durante la degenza:• Caregiver/paziente addestrato e formato in merito a: modi e tempi di assistenza da garantire al proprio familiare;• Conoscenza dei servizi da parte del familiare/caregiver/paziente.

• Feed back informativi sullo sviluppo del processo di presa in carico dal distretto sanitario verso il reparto di degenza;• Presenza servizi a domicilio al momento della dimissione.

Riduzione dei ricoveri ripetuti per la stessa patologia o sue complicanze.

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GIUGNO 1940: GUERRA!La nostra casa, considerata di lusso, anche perché - oltre alle sole case De’ Brandis e Arreghini - aveva il bagno (senza però i servizi, perché non si usavano: quelli dovevano stare sempre fuori), divenne un porto di mare, anche perché era affacciata sulla strada statale Udine - Gorizia - Trieste. Furono nostri ospiti (gratis) l’interprete diciottenne tedesco Conte Edmondo, ci restò per circa tre anni. Il carissimo maresciallo Willi Kaiser, persona deliziosa. Era sposato con un figlio; diceva che se fosse rimasto vivo sarebbe tornato a trovarci. Non l’ ha fatto...I primi due anni non abbiamo sofferto un granché, tanto che il 10 maggio 1942 ci nacque un fratellino, Antonino, accolto da noi e da chi ci conosceva, come una gran festa. Intanto la vita diventava sempre più cara... Tutti i giovani erano partiti a combattere. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, per giornate intere, abbiamo visto passare questi poveri ragazzi che scappavano dalle caserme rimaste senza capi. Cercavano di tornare a casa loro, scalzi e con i piedi piagati; molti entravano a bere alla nostra fontana, allora nostro padre ci mise sulla strada con un secchio d’acqua fresca e un mestolo per chi volesse bere. Un giorno arrivarono i carri armati tedeschi, e quelli che prendevano li mandavano in campo di concentramento in Germania. Molti tra quanti riuscirono a scappare, andarono a fare i partigiani in montagna. A questi, però, si unirono anche delle teste calde o degli sbandati che, secondo me screditarono molto questi gruppi. Nostro padre fu costretto a consegnare loro una bella vitella e siamo andati a farlo, io e lui, a rischio della nostra vita. Se quelli erano “i liberatori”...Si racconta che presero un certo signor Volpe che abitava a San Giovanni, lo legarono con le

catene delle mucche e lo uccisero a suon di botte. Un giorno uccisero due tedeschi che andavano nelle case a cercare uova. I capi tedeschi, allora, volevano bruciare il paese, ma il nostro interprete Edmondo trattò con loro e avvertì il papà che l’indomani andasse a far finta di lavorare i campi con i suoi fratelli, avvertendoci però di dire esattamente dov’erano, altrimenti ci avrebbero uccisi tutti. L’indomani andarono in diverse famiglie e fecero andare tutti in piazza dove fecero arrivare tredici poveretti dalle carceri di Udine. Li impiccarono davanti alla villa De’ Brandis.Io li ho visti. Ne impiccarono altri dieci in un altro paese: fra questi c’era anche Ezio Baldassi, un mio ex compagno di scuola.In più c’era Pippo, un aereo trimotore che ogni sera volava basso. Ogni tanto lasciava cadere qualche spezzone, o mitragliava se vedeva qualche piccola luce. Come si vede, vivevamo nel terrore.(continua)

Il COMITATO PARENTI OSPITI I.G.A. informa:

INFOANZIANI.IT 9

Iniziativa realizzata con il sostegno della

i nonni riCordAnorovistando nel loro passato, alcuni nonni hanno fatto riemergere ricordi che non sono solo

quelli della loro quotidianità, ma lo specchio di vita e di Storia di una comunità. ecco le bellissime memorie della signora ines Maurig.

(terza parte)

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Iniziativa realizzata con il sostegno della

L’A.V.U.L.S.S. informa:

ASSOCIAZIONE AVULSS

Associazione di Volontariato nelle Unità Locali

Socio Sanitarie di Udine

Via San’Agostino 7 Udine

Tel. 333 6478252

CHE COSA È: L’AVULSS è una Associazione libera e autonoma di cittadini che, alla luce dei principi cristiani, nello spirito di gratuità e comunione, si mettono al servizio dell’uomo in situazione di difficoltà e di sofferenza, sia direttamente sia intervenendo nelle realtà socio-sanitarie.

Il Volontario AVULSS è accanto a chi soffre, intende aiutarlo a superare i momenti di difficoltà e si offre come punto di riferimento, non è un dispensatore di cose, ma un donatore di ‘essere’, è uno che si preoccupa di crescere in umanità, per comunicare umanità.

L’AVULSS intende migliorare la qualità della vita di chi è in stato di sofferenza. Le associazioni Avulss federate alla federazione Avulss hanno un ambito cittadino, comunale o intercomunale, sono composte da un numero variabile di volontari che, sempre con la guida e il coordinamento dei Responsabili dell’Associazione, a titolo indicativo, possono svolgere i loro servizi: negli ospedali e nelle case di riposo, nei consultori pubblici e privati, nei day hospitals e nei poliambulatori, accanto ai malati a domicilio, nelle carceri, nei centri di igiene mentale, nei centri di recupero drogati, nei centri di riabilitazione, tra gli handicappati, tra i disturbati mentali , tra i familiari di quanti soffrono, a servizio dei nuclei familiari in situazione di bisogno o di disagio, nelle strutture scolastiche.

Il volontario AVULSS deve seguire un Corso di formazione di base che copre alcune delle varie situazioni nelle quali si troverà ad operare, in modo da conseguire una preparazione generica, ma molto utile per evitare possibilmente errori durante la sua attività.

LE SEDI: nella provincia di Udine operano le seguenti sedi: Cividale, Gemona, San Daniele e Udine.

A.V.U.L.S.S. di Udine: i volontari prestano servizio presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile, al Gervasutta e alla QUIETE dove l’ultimo sabato di ogni mese si svolge la manifestazione “Sabato dei compleanni”.

Se vuoi darci una mano a dare una manoIl tuo 5%° per l’AVULSS - UDINE Codice fiscale 94068090300

Page 16: Infoanziani maggio giugno 2011

NEWS IN BREVEQUANdO FARE LA VISITA OCULISTICA

La stragrande maggioranza delle persone hanno problemi di vista che possono essere risolti con lenti correttive (occhiali e lenti a contatto) o con trattamenti di chirurgia refrattiva (LASIK, PRK, lenti fachiche), ma molte persone non si preoccupano di sottoporsi a visite oculistiche di controllo. Tra le persone anziane, che sono più a rischio per problemi di salute degli occhi, solo il 62% si sottopone a visite oculistiche regolari. Per i bambini, le visite oculistiche sono in grado di rilevare i problemi che riguardano la loro capacità di apprendere e svolgere bene le proprie attività a scuola. Per gli adulti, le valutazioni regolari possono permettere agli oculisti di individuare i problemi di salute degli occhi (come il glaucoma e la degenerazione maculare) nelle fasi iniziali, prevenendo o rallentando la perdita della vista. L’esame dei vasi sanguigni della retina può anche evidenziare segni di altri problemi di salute, come la pressione alta, il diabete o il colesterolo alto. Le persone con problemi di salute degli occhi, i pazienti che portano lenti correttive e coloro che sono a rischio per problemi di vista (a causa di problemi ereditari, storia personale e relativi problemi di salute), dovrebbero consultare uno specialista oculista per sapere con che frequenza avrebbero bisogno di un controllo oculistico.

Per quelli che non hanno nessun fattore di rischio, si raccomandano degli screening con la seguente frequenza

Da adulti, i pazienti dovrebbero sottoporsi a visite oculistiche ogni uno o due anni, a seconda delle loro esigenze visive e le condizioni di salute che possono influenzare i loro occhi. Si raccomanda una visita intorno ai 40 anni per valutare i bisogni del paziente ed i successivi controlli. In genere, i pazienti che hanno oltre 65 anni dovrebbero fare visite oculistiche con frequenza annuale.

Tenere sotto controllo la pressione alta, ed anche il colesterolo, con un rimedio naturale. Secondo una ricerca un valido aiuto potrebbe arrivare dall’olivo, anzi da un estratto delle sue foglie. Un gruppo di ricercatori elvetici, ha esaminato 20 coppie di gemelli, tutti colpiti da ipertensione, per investigare le proprietà ipotensive delle preziose foglie. Ad uno dei due fratelli di ogni coppia di gemelli era somministrata una compressa con 500 mg o 1.000 mg di un estratto di foglia di olivo; all’altro fratello invece non venivano fornite sostanze ma solo consigli generici su come migliorare la salute e lo stile di vita personale. Dopo otto settimane di trattamento tutti i pazienti sono stati esaminati. Quel che è emerso è stato che i soggetti che avevano assunto le compresse di integratore a base di di foglia di olivo mostravano tutti una diminuzione dei livelli di pressione, i valori medi si abbassavano, infatti, da 137 su 80 a 126 su 76. Ed anche i livelli di colesterolo risultavano sensibilmente diminuiti.Per quanto riguarda invece i pazienti del campione

che avevano modificato le abitudini quotidiane senza utilizzare l’integratore, si è registrato un lieve miglioramento nei valori del colesterolo ma nessun beneficio in termini di pressione sanguigna. I benefici dell’estratto delle foglie d’ulivo derivano dalle componenti bioattive in esse racchiuse, come l’oleuropeina e l’oleacina. è comunque ancora prematuro affermare che le foglie di ulivo siano anti-ipertensive e che la ricerca proseguirà nei prossimi anni per avere altre conferme.Comunque in commercio si trovano già validi preparati nei quali l’olivo è associato ad altre piante ad azione ipotensiva, in particolare biancospino, vischio ed aglio. Il biancospino (utilizzabile anche in tisana insieme all’olivo) coadiuva l’azione ipotensiva e regolarizza l’attività cardiaca, proprietà utile nelle lievi aritmie, il vischio è dotato di una notevole azione ipotensiva, ma, utilizzato da solo, non è adatto a terapie lunghe perché dotato di una certa tossicità, l’aglio, blandamente ipotensivo, aiuta a regolare l’eccesso dei lipidi del sangue, problema spesso associato all’ipertensione.

ESTRATTO dI FOGLIE dI OLIVO PER CONTRASTARE L’IPERTENSIONE

Medico specialista in geriatria e gerontologia

Guglielmo Dott.Luccariceve su appuntamentoCell.339 2665997

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