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n. 5/6 - Maggio/Giugno 2012 | anno XVIII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it SEGNIdeiTEMPI giornale di attualità sociale, culturale e religiosa Dalla Mostra d’Oltremare un segnale con l’inaugurazione del Palacongressi: nuova vita per il complesso realizzato 70 anni fa NAPOLI RIPARTE DA OVEST Previsti anche l’apertura di un albergo e del ristorante-piscina. E la chiesa sarà recuperata I naugurato il nuovo Palacongressi della Mostra d’Oltremare. L’opera non è una nuova realizzazione ma un intervento di re- stauro di uno dei 36 storici padiglioni del complesso che fu inaugurato ufficialmente da Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1940. Agli oltre 25.000 mq di spazi espositivi co- perti, si sono così aggiunte 9 sale, con la plenaria da 1200 ed altre sale da 30 a 500 posti. Dalla fine degli anni ’90 la società per azio- ni Mostra d'Oltremare ha riorganizzato le proprie attività, valorizzando le risorse strutturali e ambientali. Ricordiamo alcuni dei principali lavori di restauro: padiglione dell'America Latina (1999), teatro Medi- terraneo (2000), Arena Flegrea (2001), in- gresso monumentale (2002), padiglioni del complesso Caboto (2003), piscina olimpica (2005), fontana dell'Esedra (2006). Ora il nuovo Palacongressi Oltremare. Prossimi all’apertura l’albergo nel Palazzo degli Uffi- ci e il ristorante con piscina. Programmate altre opere. La Mostra rappresenta quindi un reale volano per lo sviluppo dell’intera città di Napoli e per il Mezzogiorno, gra- zie soprattutto al dinamismo del presidente Nando Morra. Previsto anche il recupero della chiesa presente nel complesso, come prospettato in un incontro avuto con il vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, pochi giorni prima dell’inaugurazione del Palacongressi. (articolo di Alessandro Castagnaro a pag. 2) Quarto e il Sindaco pescatore Al Centro Polifunzionale della Gesù Divino Maestro la pre- sentazione del premio intito- lato ad Angelo Vassallo; coin- volte le scuole impegnate sui temi della legalità Pag. 15 Dalla malavita al catechismo Don Fabio e le storie di Nisida Anche l’Istituto minorile ha un cappellano. Breve viaggio nell’isola-carcere tra volontari e giovani detenuti Pag. 4 e 5 Le tre giornate del CDV che ha anche organizzato la veglia di preghiera nella parrocchia san Castrese a Quarto Pag. 8 Centro diocesano vocazioni Rispondere all’amore si può «Ogni vocazione accolta e vissuta è sempre una benedizione del Signore; in modo particolare la vocazione al ministero sacerdotale». Queste le pa- role del vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, nell’omelia tenuta il 28 aprile scorso nella concattedrale san Paolo Apostolo, per l’ordina- zione presbiterale di don Vin- cenzo Cimarelli. L’immagine è del Signore “buon pastore”, che dà la propria vita per le pecore, amandole fino a dare la vita per loro: «E come Lui - sottolinea monsignor Pasca- rella rivolgendosi a don Enzo - non ti fermare solo alle pecore che sono nel recinto; allarga il tuo cuore anche a quelle che sono fuori: anch’esse ti sono affida- te. Abbi la passione del Signore per l’unità: un solo gregge, un solo pastore». Da non trascurare il particolare invito alla preghiera quotidiana, senza farsi “risucchiare” dal semplice attivismo. E le parole ricordate sono state quelle di don To- nino Bello in “Lettera a chi è molto impegnato”: «Fermati un po’ a fare il pieno. Tu non vuoi perdere tempo per riempire il serbatoio, ma sappi che ne perderai molto di più se rimarrai a metà strada. Ritira- ti nel deserto: non per fuggire dal mondo, ma per disegnare le cartine dell’esodo…». Come sottolineato da Benedetto XVI, «senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima profonda, si riduce ad un semplice attivismo che, alla fine, lascia insoddisfatti». (continua a pag. 7) Irene Ioffredo «Un solo gregge, un solo pastore» Un nuovo sacerdote nella Chiesa di Pozzuoli: il vescovo ordina il diacono Enzo Cimarelli Visita il nostro sito: www.segnideitempi.it

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Segni dei Tempi, testata di attualità sociale, culturale e religiosa

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Page 1: Maggio-Giugno 2012

n. 5/6 - Maggio/Giugno 2012 | anno XVIII | Registrazione del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001 www.diocesidipozzuoli.org | www.segnideitempi.it

SEGNIdeiTEMPIgiornale di attualità sociale, culturale e religiosa

Dalla Mostra d’Oltremare un segnale con l’inaugurazione del Palacongressi: nuova vita per il complesso realizzato 70 anni fa

NAPOLI RIPARTE DA OVESTPrevisti anche l’apertura di un albergo e del ristorante-piscina. E la chiesa sarà recuperata

Inaugurato il nuovo Palacongressi della Mostra d’Oltremare. L’opera non è una

nuova realizzazione ma un intervento di re-stauro di uno dei 36 storici padiglioni del complesso che fu inaugurato ufficialmente da Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1940. Agli oltre 25.000 mq di spazi espositivi co-perti, si sono così aggiunte 9 sale, con la plenaria da 1200 ed altre sale da 30 a 500 posti. Dalla fine degli anni ’90 la società per azio-ni Mostra d'Oltremare ha riorganizzato le proprie attività, valorizzando le risorse strutturali e ambientali. Ricordiamo alcuni dei principali lavori di restauro: padiglione dell'America Latina (1999), teatro Medi-terraneo (2000), Arena Flegrea (2001), in-gresso monumentale (2002), padiglioni del complesso Caboto (2003), piscina olimpica (2005), fontana dell'Esedra (2006). Ora il nuovo Palacongressi Oltremare. Prossimi all’apertura l’albergo nel Palazzo degli Uffi-ci e il ristorante con piscina. Programmate altre opere. La Mostra rappresenta quindi un reale volano per lo sviluppo dell’intera città di Napoli e per il Mezzogiorno, gra-zie soprattutto al dinamismo del presidente Nando Morra. Previsto anche il recupero della chiesa presente nel complesso, come prospettato in un incontro avuto con il vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, pochi giorni prima dell’inaugurazione del Palacongressi.

(articolo di Alessandro Castagnaro a pag. 2)

Quarto e il Sindaco pescatoreAl Centro Polifunzionale della Gesù Divino Maestro la pre-sentazione del premio intito-lato ad Angelo Vassallo; coin-volte le scuole impegnate sui temi della legalità Pag. 15

Dalla malavita al catechismoDon Fabio e le storie di NisidaAnche l’Istituto minorile ha un cappellano. Breve viaggio nell’isola-carcere tra volontari e giovani detenuti

Pag. 4 e 5

Le tre giornate del CDV che ha anche organizzato la veglia di preghiera nella parrocchia san Castrese a Quarto

Pag. 8

Centro diocesano vocazioni Rispondere all’amore si può

«Ogni vocazione accolta e vissuta è sempre una benedizione del Signore; in modo particolare la vocazione al ministero sacerdotale». Queste le pa-role del vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, nell’omelia tenuta il 28 aprile scorso nella concattedrale san Paolo Apostolo, per l’ordina-zione presbiterale di don Vin-cenzo Cimarelli. L’immagine è del Signore “buon pastore”, che dà la propria vita per le pecore, amandole fino a dare la vita per loro: «E come Lui - sottolinea monsignor Pasca-rella rivolgendosi a don Enzo - non ti fermare solo alle pecore che sono nel recinto; allarga il tuo cuore anche a quelle che sono fuori: anch’esse ti sono affida-te. Abbi la passione del Signore per l’unità: un solo gregge, un solo pastore». Da non trascurare

il particolare invito alla preghiera quotidiana, senza farsi “risucchiare” dal semplice attivismo. E le parole ricordate sono state quelle di don To-nino Bello in “Lettera a chi è molto impegnato”:

«Fermati un po’ a fare il pieno. Tu non vuoi perdere tempo per riempire il serbatoio, ma sappi che ne perderai molto di più se rimarrai a metà strada. Ritira-ti nel deserto: non per fuggire dal mondo, ma per disegnare le cartine dell’esodo…». Come sottolineato da Benedetto XVI, «senza la preghiera quotidiana vissuta con fedeltà, il nostro fare si svuota, perde l’anima

profonda, si riduce ad un semplice attivismo che, alla fine, lascia insoddisfatti».(continua a pag. 7)

Irene Ioffredo

«Un solo gregge, un solo pastore»Un nuovo sacerdote nella Chiesa di Pozzuoli: il vescovo ordina il diacono Enzo Cimarelli

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Page 2: Maggio-Giugno 2012

La Mostra d’Oltremare in cifre- Superficie totale: oltre mezzo milione mq- Spazi espositivi coperti: 25.000 mq- Spazi espositivi scoperti: 60.000 mq- Spazi accessori: 73.000 mq- Posti auto coperti: 366- Posti auto scoperti: 750- 9 padiglioni espositivi con varie quadrature- oltre 30 sale congressuali da 20 a 2.000 posti- 1 teatro da 900 posti- 1 arena all'aperto da 6.000 posti- 3 campi da tennis- 2 piscine- 1 parco giochi

SEGNI FLEGREI PRIMO PIANO

Lo scopo della creazione a Napoli nel 1940 di uno spazio espositivo permanente, la Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare, era triplice:- realizzare un luogo fortemente celebrativo per l'Italia ed il suo governo;- aiutare lo sviluppo economico del Mezzogiorno;- incoraggiare l'espansione di Napoli verso i Campi Flegrei.

Direttore Responsabile: Salvatore MannaDirettore Editoriale: Carlo LettieriRedazione: Paolo Auricchio, Pino Natale, Ciro Biondi Collaborano: Maddalena Annigliato, Vincenzo Boccardi, Valentina Cavaliere, Fabio Cutolo, Eugenio d'Accardi, Antonio Franco, Irene Ioffredo, Antonio Izzo, Gaetano Lombardi, Nello Mazzone, Maria Rosa-ria Merone, Giovanni Moio, Gianni Palmers, Raffaela Pingi, Angelo VolpeSegni dei Tempi on-line: Riccardo Lettieri - ZendoADV.it (portale)Grafica e impaginazione: Luca Scognamiglio (ZendoADV.it)Fotografie: Redazione Segni dei Tempi Stampa delle 4.000 copie: STIEM S.p.A.Pubblicità e amministrazione: coop. Ifocs

Mensile della Diocesi di Pozzuoli, realizzato presso il Centro Studi per il Volontariato -Caritas diocesana, grazie alle collaborazioni gratuite ed all’utilizzo dei contributi giuntida: “otto per mille” e privati. Per contributi: Diocesi di Pozzuoli c/c postale 22293807Per la pubblicità: [email protected] del Tribunale di Napoli n° 5185 del 26 gennaio 2001

Redazione c/o Centro Studi per il Volontariato Via N. Fasano, 9 - 80078 Pozzuoli (NA) telefax 081.853.06.26 - 393.586.19.41 - e-mail: [email protected]

www.segnideitempi.it - www.segniflegrei.it

anno XVIII - n. 5/6 - maggio/giugno 2012

Associato all’USPI

Federazione Italiana Settimanali Cattolici Unione Stampa Periodica Italiana

Associato alla Fisc

SEGNI DEI TEMPI

2maggio/giugno 2012

Il nuovo Palacongressi Oltre-mare, appena inaugurato,

non è una nuova realizzazione bensì un intervento di restau-ro del Padiglione della Sanità, Razza e Cultura, uno degli sto-rici padiglioni che fu inaugura-to da Vittorio Emanuele III il 9 maggio 1940, assieme ad altri 35 e al parco faunistico, a viali e ingressi, al percorso archeolo-gico, al parco dei divertimenti e alla Funivia per Posillipo. Un complesso che costituisce un significativo esempio del Razionalismo a Napoli, quel-la tendenza che in Germania, Olanda e Svizzera, già dagli

anni ’20, aveva caratterizzato il Movimento Moderno e che qui, grazie al Funzionalismo, assunse dei caratteri di origi-nalità, di semplicità e talvolta di unicità. Il padiglione fu re-alizzato da Ferdinando Chiaro-monte, noto docente della fa-coltà di architettura del tempo e tra i progettisti più produttivi (sul quale Antonella di Luggo e chi scrive hanno pubblicato una monografia nel 2008). Di-ventato Padiglione della Mari-na Mercantile nel 1952, suc-cessivamente viene utilizzato come sede del’Isef fino al 1998. Attualmente, dopo tre anni

di lavori eseguiti dall’impresa Arefin dell’ingegnere Calzo-lari, il complesso è costituito da 9 sale conferenze, da quella plenaria di 1200 posti a quella più piccola di 30, aggregabile modularmente ad altre, con-sentendo grande flessibilità. La struttura da un lato affaccia sui fantastici giochi d’acqua della Fontana dell’Esedra, dall’altro sul verde e sulla nuova Arena Flegrea. Rappresenta, quindi, un sistema congressuale che offre la possibilità a Napoli di realizzare convegni in una lo-cation straordinaria. L’opera s’inserisce in una programma-

zione più ampia, che si sta con-cretizzando con la realizzazione di una serie di progetti di tra-sformazione della destinazione d’uso, previsti dall’avanzata cultura del restauro del Mo-derno. La Mostra, è bene ricordarlo, dopo la seconda guerra mon-diale fu riaperta nel 1952, grazie all’impegno di maggiori artisti dell’epoca, riuscendo a realizzare un complesso dalle eccezionali caratteristiche, al passo con i più significativi esempi della scuola milanese, fino ad allora ben più avanzata della nostra. Purtrop-po, a partire dagli anni ’80, ini-

ziò un lungo periodo di incuria, che ha segnato la distruzione di molte opere, come le Serre Bo-taniche, e la demolizione dell’o-riginale Arena Flegrea.Certo, c’è ancora tanto da fare per recuperare quell’abbandono in cui versano tante opere, ma si sta percorrendo la strada giusta, puntando ad una rifunzionaliz-zazione necessaria al riutilizzo delle architetture, per la loro valorizzazione, senza alterare quell’eccezionale patrimonio che rappresentano. Molto si deve al presidente Nando Morra e al direttore generale Maurizio Castellucci, che stanno ridando luce ad un complesso eccezio-nale al servizio della città, con attività in grado di richiamare turisti e convegnisti, che Napoli attende speranzosa. Prossimi ap-puntamenti sono l’inaugurazio-ne dell’albergo nel Palazzo degli Uffici, di Marcello Canino, e la riapertura del ristorante con pi-scina, di Carlo Cocchia.

Alessandro Castagnaro

Foto di Alessandro Castagnaro

Con il Palacongressi, l’albergo e il ristorante-piscinaecco la nuova Mostra: una storia che parte da lontano

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PRIMO PIANO SEGNI FLEGREI

Nel 2002, nella scuola me-dia “Ferdinando Russo”

di Pianura, iniziava un’avven-tura tra mille dubbi e una sola certezza: essere solidali contro la criminalità. A dieci anni di distanza (nove dalla data della firma dello statuto) l’Associa-zione Antiracket di Pianura ha fatto il punto della situazione per ricordare i traguardi otte-nuti e quelli da affrontare per i prossimi anni. Primo traguardo: a Pianura si registra – come annunciato più volte nel corso di un even-to che si è svolto a marzo pro-prio nella scuola “Russo” – la diminuzione considerevole del numero di estorsioni ai danni dei commercianti. Un risultato positivo dovuto alla tenacia, alla capacità organizzativa, al coordinamento tra istituzioni, forze dell’ordine e associazio-nismo che può essere consi-derato un modello non solo per la città di Napoli ma per tutto il Paese. A raccontare la lunga, entusiasmante e faticosa storia alcuni dei protagonisti: Giorgio Baiano, imprenditore

e presidente dell’associazione, Luigi Cuomo, fondatore del sodalizio, oggi coordinatore della Rete Regionale per la Le-galità e presidente della Fonda-zione Paulus, il senatore Fran-co Malvano, ex questore e oggi coordinatore delle associazioni e fondazioni Antiracket della Regione Campania, Antonio D’Amore, referente provinciale dell’associazione Libera, Loren-zo Diana, ex magistrato ed ex deputato, Antonello Ardituro, magistrato della Direzione Di-strettuale Antimafia, e ancora padre Vittorio Zeccone, dieci anni fa parroco a San Giorgio e tra i fondatori dell’associazio-

ne, Maurizio Lezzi, presidente della IX Municipalità. «Abbia-mo quasi eliminato il fenome-no delle estorsioni nel nostro quartiere - dichiara Giorgio Baiano - episodi ci sono sem-pre, ma bisogna dire che si trat-ta di commercianti che hanno scelto di pagare perché, secon-do loro, è conveniente: poi si ricrederanno. Abbiamo fatto in modo che alcuni criminali ricevessero condanne esempla-ri. Oggi possiamo dire che de-nunciare è importante e che lo Stato è con noi». Luigi Cuomo: «Non è stato facile ma abbiamo dimostrato che combattere e vincere contro la mafia non è

impossibile. Il nostro è un la-voro entusiasmante, faticoso e replicabile anche altrove. Ora abbiamo progetti per il futuro. Abbiamo ridotto al minimo il racket in questo quartiere, il livello è decisamente più bas-so rispetto a quello degli al-tri quartieri di Napoli. Tutto questo perché dieci anni fa un gruppo di commercianti disse: è colpa nostra se stiamo zitti: li conosciamo, reagiamo. Ora l’obiettivo è estendere la nostra esperienza altrove. Sarebbe un fallimento se decidessimo di

pensare solo a Pianura. Sareb-be un’idea pericolosa anche per la nostra incolumità. Abbiamo aderito alla Rete Regionale per la Legalità e a Libera che è l’as-sociazione più importante nel-la lotta alle mafie. A Pozzuoli abbiamo stretto contatti con la Fondazione Paulus, voluta dal vescovo Pascarella che ha già coinvolto alcuni imprenditori colpiti dal racket. Nel quartiere di San Carlo all’Arena stiamo creando un’esperienza simile alla nostra».

Ciro Biondi

Il bilancio dei dieci anni dell’associazione nata per aiutare imprenditori e commercianti stretti nella morsa delle estorsioni

Da Pianura un primo schiaffo al racket«Lo Stato è con noi e la battaglia per costruire la legalità continua anche in altri quartieri»

3 maggio/giugno 2012

«Dopo l’ottimo lavoro fatto fino ad oggi, è necessario pensare ad una nuo-va fase». Antonello Ardituro, pm del-la DDA di Napoli, ha sempre seguito le attività e alcuni dei processi nati dall’azione dell’Associazione Anti-racket di Pianura. L’ultima inchie-sta, in ordine di tempo, riguarda le infiltrazioni criminali dietro alcune proteste contro la discarica di Pianu-ra nel 2008. «Ora – sostiene – è il caso di trattare in maniera diversa i temi della legalità. Partiamo da al-cune domande: perché imprenditore dovrebbe denunciare? Perché un cit-tadino dovrebbe collaborare con lo Stato? E poi, ancora, bisogna capi-re che la galera ai camorristi non fa paura, appartiene alla loro cultura: i criminali mettono in conto di sta-re anche dieci e venti anni in carcere ed avere comunque le loro famiglie stipendiate dai clan. In questi anni abbiamo arrestato i vertici di molti clan e abbiamo sequestrato patrimoni per svariati milioni di euro, eppure il fenomeno malavitoso non si estingue

e si rigenera. Questo ci fa pensare che c’è bisogno di un cambio di mentalità nella lotta ai clan. Siamo nella fase in cui bisogna valorizzare l’imprendito-re che sceglie la legalità. Chi sceglie di stare dalla parte dello Stato deve ave-re dei benefici reali, economici ed im-prenditoriali. Quando le associazioni antiracket come quella di Pianura furono costituite, l’intento era difen-dere gli imprenditori onesti. Ora però è necessario passare all’attacco per rendere appetibile la denuncia. La legalità deve convenire non solo per i valori sociali ed etici che comporta, ma anche per sostenere economica-mente l’imprenditore». Ardituro ha anche raccontato il suo rapporto con il territorio flegreo: «Nel recente pas-sato abbiamo fatto un ottimo lavoro a Pozzuoli e abbiamo ripristinato la legalità in alcuni contesti, come il Mercato Ittico. In questa fase l’azione della magistratura si è spostata nella zona di Quarto e quindi di Marano con l’ultima frontiera che consiste nel-la lotta al clan Polverino».

Il pm: «Attenti, la camorra cambia»La necessità di passare alla fase 2 con benefici per chi denuncia

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SEGNI FLEGREI

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TERRITORIO

Un’isola. Un luogo diverso per tanti ragazzi. È Nisida. Nel mare

di Napoli: quasi legata a Posillipo, tra i luoghi più belli del mondo, e quasi legata a Bagnoli: simbolo della Napoli operaia che fu e della Napoli moder-na che si aspetta già da troppo tempo. L’antica Nesis, residenza di patrizi ro-mani, dal 1934 ospita il carcere mino-rile, simbolo del malessere napoletano; di una città che continua a generare figli senza futuro. I ragazzi vengono per lo più dai Quartieri Spagnoli, da Forcella, dalla Sanità, dai quartieri periferici di Secondigliano, Ponticelli, Barra e da realtà come Bagnoli. Op-pure dalla provincia: zona vesuviana ma anche da Pozzuoli. In Campania esistono due istituti penitenziari mi-norili: Nisida e Airola, in provincia di Benevento (pochi anni fa è stato chiu-so ai minori il carcere di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta). Il primo ospita quasi solo napoletani. Il secondo sia napoletani che casertani e ragazzi provenienti da altre regioni. È questo un primo dato per capire come l’area metropolitana napoletana soffra e offra i ragazzi alla malavita. Se-condo dato: da Roma in su il minore detenuto è prevalentemente straniero. Nel Meridione i ragazzi reclusi sono

soprattutto italiani: campani, calabre-si, siciliani. Le mura di Nisida ospitano sessan-ta giovani, comprese sette ragazze. Il problema del sovraffollamento delle carceri c’è anche qui: la struttura do-vrebbe ospitare fino a quaranta reclusi. L’età media è di 17 anni. I reati più frequenti per i maschi: omicidio e ten-tato omicidio, rapina e danni contro il patrimonio, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. L’omicidio e il tentato omicidio sono in continua crescita. Le donne (quasi tutte di ori-gine rom) sono detenute per la mag-gior parte per furto. Nelle carceri per minori si entra dai 14 anni in poi e

si può restare fino al compimento dei 21 anni, se il reato è stato commesso da minorenne. «Ma facciamo di tut-to affinché non varchino la soglia del carcere per adulti» ricorda Ignazio Ga-sperini, vicedirettore ed educatore da più di venti anni. Una sfida continua per dirigenti ed educatori. Una sfida che viene combattuta anche grazie al contributo di soggetti esterni alle mura del carcere. «Ci sono attività regolamentate per legge – chiarisce Gasperini – come scuola, formazione professionale e sport; tra i più pratica-ti: calcio, rugby, pallavolo e pallacane-stro. Ma è importante anche fare altro perché servono attività che richiedono

una messa in gio-co, per scuotere le loro coscienze. E così sperare nel c a m b i a m e n t o . Poi ci sono atti-vità che aiutano a riflettere, come la musica e il te-atro». Insomma, nei progetti c’è il futuro, come spie-ga anche Gianluca Guida, originario di Paola, in Cala-

bria, dal 1996 direttore della struttura penitenziaria di Nisida: «I progetti che ci propongono i soggetti esterni aiuta-no a sviluppare il progetto educativo per i nostri ragazzi. In questo modo tentiamo anche di interagire con il territorio».

La giornata tipo di un minore detenuto. Ore 7,30: sveglia, pulizia della stanza e pulizia personale. 8,45: prima colazione. 9,00: inizio lezioni a scuola e formazione professionale. 12,00: pranzo e riposo. Alle 14,30: formazione professionale per chi la mattina è andato a scuola. 16,45: in refettorio per la merenda. 17,00: inizio attività cosiddette “leggere” e inizio delle attività sportive. 19,00: cena e rientro nelle stanze. Sabato è il giorno dei colloqui. Ogni detenuto ha diritto a un massimo di dieci ore di colloquio al mese e una sola telefonata a settimana di dieci minuti. La domenica è dedicata al riposo e, per chi vuole, c’è la celebrazione della Santa Messa in cappella.

maggio/giugno 2012

Alla scoperta dell’Istituto per i minori di NisidaTra Posillipo e Bagnoli un’isola nel mare dei progetti

Un laboratorio di “evasione” nel carcere minorile. Basta un sorriso. “L’isola che non c’è” è un progetto finanziato dal Centro Servizi per il Volontariato di Napoli (Bando di Idee 2010). Ed è organizzato dalle associazioni “Peter Pan partenopeo”, “Quelli dell’83” e “Campi Flegrei” con sede a Bagnoli. Il laboratorio coinvolge i giovani che, attraverso la risata, e le sue potenzialità terapeutiche riducono lo stress e il disagio. I ragazzi imparano le tecniche di clown terapia e di improvvisazione teatrale. «Questi progetti – spiega il direttore del carcere Gianluca Guida - sono opportunità per interagire con il territorio. Si tratta di attività che noi non possiamo offrire. Sono essen-ziali allo sviluppo del programma educativo. In carcere abbiamo ragazzi con caratteristiche di “precoce adultizzazione”: sono cioè diventati grandi prima del tempo. Questo progetto aiuta a rompere alcuni schemi, in cui sono costretti, imparando a ridere di se stessi».

L’arte e la letteratura ai primi posti nel progetto educativo dei ragazzi di Nisida. Già due libri pubblicati in due anni. Il primo “Racconti per Nisida” (2010) con la prefazione della scrittrice Dacia Maraini e il secondo “Rac-conti per Nisida e l’Unità d’Italia” (2011) a cura di Maria Franco, una delle insegnanti e tra le promotrici di varie iniziative. Le due raccolte sono state pubblicate grazie al contributo di Guida Editore. Si tratta di scritti di autori nell’ambito del progetto “Nisida come parco letterario” (a sua volta finanziato dal Ministero dell’Istruzione nell’ambito del Progetto “Le ali al futuro”) che vede insieme l’Istituto penitenziario e le scuole medie “Soglia-no” e “Michelangelo”. I ragazzi sono impegnati anche con il Premio “Elsa Morante”, importante riconoscimento letterario. Sono loro, insieme agli ope-ratori a formare la giuria del premio speciale “Nisida-Roberto Dinacci”.

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TERRITORIO

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SEGNI FLEGREI Pagine 4 e 5 a cura di Ciro Biondi

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Il compito del cappellano del carcere è dare assi-

stenza spirituale ai ragazzi di religione cattolica. Ma si va anche oltre. Don Fabio De Luca (nella foto), laurea in economia, da quattro anni è il cappellano di Nisida. «Sono ragazzi che vengono da famiglie con tradizione cristiana – racconta don Fabio - anche se la loro è spesso una religiosità popo-lare fatta prevalentemente di superstizione. Nel carce-re c’è la possibilità di segui-re i corsi di catechismo per la prima comunione. Per le cresime preferisco stabilire un rapporto con il parroco del quartiere di provenien-za anche se da quest’anno, con l’aiuto di alcuni gio-vani del movimento ne-ocatecumenale, abbiamo iniziato un percorso che termina con la cresima. L’obiettivo è far proseguire il ragazzo, una volta fuori, nel suo cammino nella co-munità di origine». Non è facile essere cappellano di un carcere. È difficilissi-

mo esserlo a Nisida. «Non ho una storia particolare da raccontare – dice don Fabio – perché sono tutte particolari». Quasi sempre si tratta di giovani cresciuti in ambienti criminali: fa-miglia o quartiere. «Quello che posso prospettare per loro – afferma - è la puri-ficazione attraverso la Fede. Non è semplice. Ma biso-gna anche dire che ci sono forti segnali: la celebrazione domenicale è molto parte-cipata».Come si svolge la giornata di un cappellano? «Cerco di essere sempre presente. Ci vado quasi tut-ti i giorni. Mi parlano, mi raccontano i loro problemi. Con un prete è più facile parlare liberamente, perché non rappresenta lo Stato. Con il tempo si fidano e si confidano. Il rapporto è ottimo, per nulla formale. Questo comporta dei ri-schi: è necessario gestire il rapporto perché si tratta di ragazzi».Di cosa parlate?

A colloquio con il sacerdote che segue i giovanissimi detenuti di Nisida: nel carcere si seguono anche i corsi di catechismo

Il cappellano? Un punto di riferimento«Cerchiamo di far incontrare quelli che stanno dentro e quelli di fuori: un’occasione per crescere»

Laboratorio di politica

Roberto Dinacci era un giovane politico di Quarto dece-duto nel 2008, a soli 27 anni, in seguito ad un incidente stradale. Collaboratore dell’allora ministro all’innovazione Luigi Nicolais e molto impegnato nel sociale, aveva dedi-

cato alcuni progetti ai ragazzi di Nisida, tra cui il progetto 100Na-poli. A lui è dedicato il Laboratorio Politico dei minori detenuti: i ragazzi leggono libri e giornali, discutono di cittadinanza e co-stituzione, incontrano personalità della politica, della cultura e dell’economia. Il 1° ottobre scorso hanno incontrato il Presiden-te della Repubblica, Giorgio Napolitano, a cui hanno rivolto alcune domande (nella foto: il Capo dello Stato consegna il tricolore ai ragazzi di Nisida).

«Di tutto. Gesù innan-zitutto. E di come viene vissuta la fede da me come sacerdote: per la loro cultu-ra è inammissibile che un uomo metta da parte la sua sessualità. Ecco, bisogna farli reagire in un discorso di fede. Il carcere è un tem-po di grazia che deve essere un’occasione, un cammino. Ma parliamo anche di poli-tica, delle ragazze…». Come trasmettere la fede?«L’Annuncio del Vangelo va inserito nella promozio-ne dell’uomo. Se l’Annun-cio resta solo teorico il mio lavoro è inconcludente. Bi-sogna risollevare l’uomo, e per i ragazzi è un’emergen-za».E il rapporto con chi sta fuori?«Invito i giovani delle par-rocchie a partecipare alla celebrazione della dome-nica. È sempre presente il gruppo di Rinnovamento dello Spirito. Oppure c’è la

Gifra di Soccavo. Ci sono anche amici come Mena, Mario di Monterusciello e Martina di Bagnoli. Ma è importante che anche i ra-gazzi conoscano quello che c’è fuori. A turno ci sono due o tre volontari all’anno, che un giorno a settimana, mi accompagnano all’ospe-dale di Pozzuoli. Insieme ai volontari del gruppo di Santa Elisabetta assistiamo gli ammalati dando cibo, li aiutiamo a lavarsi… In-somma, faccio in modo che i giovani di fuori vengano a vedere il carcere, perché an-che per loro è un’occasione di crescita. E poi quelli di dentro devono capire ciò che di buono c’è fuori. Per esempio quando si organiz-zano eventi diocesani per i giovani ci sono anche i ra-gazzi di Nisida». I desideri dei giovani…«Devono aspirare ad esse-re felici. Anche se per loro l’idea della felicità è diver-

sa. Per alcuni la vita cri-minale è tutto: sono nati in quell’ambiente e lì vo-gliono continuare a vivere. Per altri invece il sistema è un’occasione per fare soldi: vogliono mettere da parte la somma per aprire un ne-gozio e vivere tranquilli. Si tratta di due posizioni pe-ricolosissime. C’è bisogno che cambino vita, taglino le radici, ma non è facile». Ma la missione di don Fa-bio non si esaurisce certo tra le mura del carcere…«Il tribunale mi ha affidato due ragazzi. Vivono con me e mi seguono anche nelle vacanze. Anzi, è proprio a loro che penso quando or-ganizzo le vacanze. È un modo di vivere il mio com-pito in maniera piena. Ma con tutti cerco di stabilire un rapporto che vada oltre le mura del carcere. Spesso mi chiamano se hanno dif-ficoltà. Per loro il sacerdote è un punto di riferimento».

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SEGNI DEI TEMPI

maggio/giugno 2012

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maggio/giugno 2012

DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

(segue dalla prima pagina)

«Abbiamo bisogno so-prattutto di sacerdoti

santi – ha messo in luce il vescovo, monsignor Gen-naro Pascarella, durante la celebrazione dell’ordinazio-ne presbiterale di Vincenzo Cimarelli -. Sappiamo come i mass-media sottolineino la poca santità di alcuni preti. Ma la luce è più forte delle tenebre, l’amore è più forte di ogni male, la santità te-stimonia la bellezza di Dio, manifestando l’amarezza e la tristezza del peccato». Il vescovo si è quindi rivolto a don Enzo: «Sii sempre con-sapevole che, come amava ri-petere il Santo Curato d’Ars, “il prete non è prete per sé; lo è per voi”, per i fratelli, per la comunità. In mezzo alle difficoltà, soprattutto quando vivi in situazioni di sospensione, quando non ti è chiaro cosa fare o gli osta-

coli frenano il cammino, ricordati che Dio ti ama, ti è sempre vicino, è sempre con te e ti chiama sempre ad amare. Ti siano di con-forto e di luce le parole che San Giovanni della Croce scriveva ad una priora di un monastero spagnolo, in pena per la drammatica situazione di sospensione in cui viveva in quegli anni: “Non pensi ad altro se non che tutto è disposto da Dio; e dove non c’è amore, metta amore e raccoglierà amore”». Infine, monsignor Genna-ro Pascarella ha espresso un invito all’assemblea presente alla celebrazione, ma che si allarga a tutta la comunità diocesana: «Pregate con as-siduità per i vostri sacerdoti: siano sempre più “immagini visibili”, seppure “sempre imperfette”, dell’amore di Dio; santi come Lui è Santo, “suscitatori di comunione” e ministri di speranza, forti

e miti, umili e saggi, mise-ricordiosi e radicati nella verità». Don Bosco diceva: «Il più grande dono che Dio possa fare ad una famiglia è quella di una vocazione al Sacerdozio». Ed è proprio questa la frase scelta da don Enzo, nuovo sacerdote della Chiesa di Pozzuoli, per la sua ordinazione presbiterale.E la gioia è stata pienamente manifestata nell’accogliere la consacrazione di questo nuovo “ministro di Cristo”,

in una festa che è continuata il giorno dopo, nella chiesa santi Apostoli Pietro e Pa-olo, quando don Enzo ha presieduto per la prima volta la santa Eucarestia. I consi-gli e le preghiere degli altri presbiteri, in particolare del parroco don Umberto Cio-tola e di padre Claudio De Caro, ad essere sempre servo fedele e annunciatore della Parola di Dio, hanno forti-ficato le parole del vescovo: «Sii sempre come un vetro

pienamente trasparente che fa passare la luce: Gesù, un ostensorio che trova il senso del suo esistere per mostra-re il Signore agli altri. Aiuta la gente che ti sarà affidata a non fermarsi mai a Te, in-dica sempre con decisione Gesù Cristo». I ringraziamenti finali di don Vincenzo, la commo-zione dei familiari e degli amici, l’accompagnamento e il sostegno della comuni-tà, hanno intensificato la preghiera di gratitudine per questo dono del sacerdo-zio ricevuto: perché questo sia una testimonianza e un seme di speranza per coloro che avvertono il manifestar-si dei segni di una chiamata ad una speciale consacrazio-ne, affinché, come auspicato dal Papa, «possano sbocciare tanti “sì”, quali generose ri-sposte alla chiamata di amo-re di Dio».

Irene Ioffredo

L’omelia di monsignor Pascarella che ha ordinato presbitero il diacono Cimarelli: un’occasione per riflettere sulle vocazioni

«Pregate con assiduità per i sacerdoti»La prima Eucarestia nella chiesa dei santi Apostoli Pietro e Paolo: una festa per la comunità

Civilizzazione dell’economia, un incontro del Meic a Monte di Procida

Il giorno 26 aprile, nel Laboratorio delle Arti di Monte di Procida, si è tenuto l’undicesimo incontro del Meic sul tema “Per una civilizzazione dell’economia, tra teoria e prassi”. Presenti Luigi Fusco Girard, ordinario di economia ed estimo all’Università degli studi di Napoli Federico II, Francesco Paolo Iannuzzi, sindaco di Monte di Procida, don Giovanni Illiano, parroco di S. Maria assunta in cielo, don Elio Santaniello, assistente diocesano di Ac, Eugenio d’Accardi, presidente diocesano Meic. Il professore Fusco Girard ha aperto il suo intervento con la constatazione della diffusione globale della crisi economica, che per ora non tocca solo Cina, India e America del Sud. Il generale declino economico dell’Occidente viene percepito anche come declino morale mosso dall’individualismo, dalla vanità delle aspirazioni e dal rifugio in mondi di fantasia. Ai fini di ricreare capitale economico pare necessario rigenerare capitale sociale, tramite un’azione dal basso localizzata nelle città. Da qui l’espressione “economia civile”, un’economia che nasce storicamente nei Comuni italiani del Medioevo con strutture come gli ospedali e i monti di pietà. Luogo di creatività e di vita comunitaria, la città è oggi un luogo di scarsa integrazione sociale: ciò deriva dalla logica capitalistica della massimizzazione degli interessi individuali che comporta la non organizzazione di un sistema e quindi non genera la programmazione di dinamiche generali. Alla radice di ciò la logica della divisione del lavoro, elaborata da Adam Smith, che permette l’incremento della produttività e la specializzazione delle competenze, ma anche la divisione della conoscenza e quindi dell’interscambio tra gli individui. Con particolare riferimento alla realtà architettonica delle città italiane, è stata analizzata la modalità di gestione dei centri storici, dove si perpetua una preservazione “sotto vuoto” degli spazi, finalizzata a renderli spendibili per un turismo non sempre culturale, ma più spesso “mordi e fuggi”. Un turismo del genere mira ad attirare capitali generati altrove con diversi metodi produttivi, richiamando un pubblico ampio e non realmente mosso da un interesse storico, moltiplicando non la conoscenza ma l’informazione. Sarebbe invece auspicabile che i capitali ottenuti si reinvestissero in attività creative volte a rivitalizzare i centri storici riscoprendone i valori funzionali.In chiusura, padre Elio ha evidenziato la mancanza, anche a Monte di Procida, di strutture pubbliche utili alla socializzazione giovanile a Monte di Procida.

Iolanda Fevola - Meic Monte di Procida

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DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

“Le vocazioni sono frut-to della carità di Dio”.

Questo l’insegnamento di Benedetto XVI nel suo mes-saggio per la 49ª Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni, richiamando la ve-rità che è a fondamento della nostra fede: Dio è amore (1Gv 4, 8). Poiché ci ama, Dio ci chiama. Ogni vocazione, in-fatti, è una risposta a questo amore unico e personale; una risposta per niente facile, né nel matrimonio, né nel sa-cerdozio, né nella vita consa-crata, specialmente in questo

nostro tempo in cui imperano relativismo, individualismo e consumismo. Eppure rispon-dere all’amore si può ed è l’u-nica cosa che rende l’uomo veramente felice.Il Centro diocesano vocazioni per tutto l’anno pastorale si è impegnato a proporre questo tema alla riflessione di parroci ed operatori, fornendo anche materiali e sussidi, rivolgen-dosi soprattutto ai giovani, per i quali sono state orga-nizzate tre giornate vocazio-nali al Villaggio del fanciullo, per aiutarli a fare esperienza

dell’amore di Dio e capire a che cosa ognuno di loro è chiamato. La prima giornata (che si è svolta a gennaio) è stata dedicata alla vocazione al matrimonio, la seconda (feb-braio) ha presentato la voca-zione al sacerdozio, nella terza (marzo) si è riflettuto sulla vocazione alla vita consacrata. Hanno partecipato in tutto circa un centinaio di giovani.Il primo impegno del CDV è quello di pregare per le vo-cazioni, ricordando la rac-comandazione dello stesso Gesù: “Pregate il padrone del-la messe perché mandi operai nella sua messe” (Mc 9,38). L’appuntamento annuale im-prescindibile è quello della veglia diocesana di preghiera per le vocazioni che viene ce-lebrata ogni anno in una fora-nia diversa. Quest’anno è sta-ta celebrata venerdì 27 aprile nella parrocchia san Castrese a Quarto. Nella prima parte della veglia, presieduta dal ve-scovo, monsignor Pascarella, sono state presentate alcune testimonianze, prima di una coppia e poi di don Enzo Ci-marelli, alla vigilia della sua ordinazione sacerdotale. Il vescovo ha ricordato che l’a-

more per Dio e per il fratello costituisce l’elemento quali-ficante” di ogni vocazione ed è nell’Eucaristia, “espressione perfetta di amore”, dove at-tingiamo soprattutto la forza di amare. Nella seconda par-te della veglia ci siamo messi in adorazione davanti a Gesù sacramentato, accompagnati dal canto, da brevi preghiere e soprattutto da un silenzio veramente orante.In conclusione, tutti insie-me abbiamo cantato e bal-lato l’inno della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, “Rispondere all’a-more si può”, che è diventata la sigla di tutti gli incontri di quest’anno del CDV e speria-mo possa diventare per tutti i giovani e le famiglie della dio-cesi il leit-motiv che li aiuti e li sostenga nel cammino della vita e nelle scelte più difficili e più belle. Anche il meeting dei mini-stranti di domenica 20 mag-gio è stato scandito dall’inno. Per un pomeriggio il Villaggio del fanciullo è diventato un tripudio di colori, di musica e di gioia per la presenza di circa 400 ministranti prove-nienti da 35 parrocchie della

diocesi. Nell’auditorium si è svolto un momento di pre-ghiera e alcuni ministranti hanno posto al vescovo delle domande a nome di tutti. Poi, i ministranti dai 16 anni in su sono rimasti in auditorium per ascoltare la testimonian-za di un seminarista, mentre quelli tra i 7 e i 15 anni hanno dato vita ad un’appassionante caccia al tesoro sfidandosi in ben dieci prove, nell’ultima sono stati coinvolti anche i ragazzi più grandi per con-cludere insieme la giornata (“Cdv e Ministranti Pozzuo-li” è anche su facebook, dove troverete una ricca fotogallery degli eventi).

suor Teresa Soria sdv

L’impegno e la preghiera della diocesi per le vocazioni“Rispondere all’amore si può”: le tre giornate del Cdv

Su www.segnideitempi.it gli articoli completi di questa pagina

maggio/giugno 2012

Una nuova Comunità di FamiglieIl 6 maggio si è tenuto il terzo incontro annuale napoletano del Gruppo di Condivisione di MCF (Mondo di Comunità e Famiglia) nella magnifica cor-nice del Parco Virgiliano a Posillipo (alcune foto su segnideitempi on line). I due precedenti incontri, nel 2010 e nel 2011, sempre durante il mese di maggio, si erano tenuti nei locali della parrocchia s. Ciro martire a Cavalleg-geri, grazie alla disponibilità del parroco, don Giovanni Napolitano. Questi appuntamenti fanno parte di un cammino che la realtà napoletana, di cui fac-ciamo parte, sta realizzando con un gruppo di persone di Roma. Tutti siamo accomunati dal desiderio di conoscere meglio la proposta delle Comunità di Famiglie, in un cammino che si sta concretizzando con incontri mensili nella capitale e che ha previsto l’incontro primaverile di maggio nella nostra diocesi.Il nostro desiderio è quello di coinvolgere altre persone dell’area flegrea per la nascita di una Comunità di Famiglie e ci stiamo già muovendo in tal senso. Chi è interessato, può inviare una mail a [email protected] oppure lasciare un messaggio sulla segreteria telefonica al numero 081/19463209 (per avere maggiori informazioni su Comunità di Famiglie e Condomini Solidali: www.comunitaefamiglia.org).

Luigi Russo e Lucia Rizzuti

Il Mieac e il Desiderio d’AmoreProseguono gli incontri del Mieac diocesano. Su segnideitempi on line pubbli-chiamo un articolo di Laura e Massimo D’Angelo sull’incontro che si è svolto ad aprile nella parrocchia s. Antonio Ardia a Fuorigrotta. L’incontro è iniziato con l’ascolto della canzone di Franco Battiato “Tutto l’universo obbedisce all’amore”, un testo essenziale ma molto incisivo sull’amore di coppia. E la riflessione si è in-centrata proprio sull’amore coniugale, sulla bellezza ma anche sull’enorme diffi-coltà di questa particolare vocazione alla quale tanta parte di umanità viene chia-mata, sulla fedeltà coniugale, sulla relazione sponsale oggi più che mai minata da mille insidie, che risiedono in una grande povertà di valori e in un grandissimo individualismo, cose che, purtroppo, lasciando spesso andare alla deriva unioni che potrebbero, con buona volontà e molto amore, appunto, essere “salvate

Educatori esperti in umanitàL’Azione cattolica italiana, anche alla luce del convegno delle presidenze diocesane che si è tenuto a Roma dal 28 aprile al 1° maggio, sta concentrando il suo impegno nel triennio in corso su questi punti: la fede che cambia la vita, generando scelte; la vita associativa al servizio dell’educazione; l’impegno per il bene comune. Tre le esperienze fondanti per perseguire tali propositi: il Concilio, l’Associazione, la formazione.

Brevi dalla Diocesi

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DENTRO LA DIOCESI SEGNI DEI TEMPI

“Anche tu come Gesù”. È stato il motto della Giornata Mis-

sionaria dei Ragazzi che si è svolta nella mattina di sabato 5 maggio nei locali della parrocchia di Maria Im-macolata della Medaglia Miracolosa a Soccavo. Lo slogan prende spunto dalla Giornata missionaria mondiale del 2011 (Testimoni di Dio). Al Ri-one Traiano è stata una festa di bam-bini per i bambini. Decine di piccoli per testimoniare l’impegno missio-nario con la loro presenza e il loro entusiasmo. L’evento è stato organiz-zato dal Centro missionario diocesa-no diretto da don Pasquale Mancuso e dalle Missionarie dell’Immacolata, Pime. I bambini sono stati divisi in cinque gruppi. «Ogni gruppo – ha spiegato don Pasquale – rappresenta uno dei cinque continenti. I ragazzi,

grazie alle loro catechiste, hanno ap-profondito le realtà delle varie zone del mondo, e per l’occasione si sono vestiti a tema». Cappelli a cono e maglie gialle per l’Asia, t-shirt nere a simboleggiare l’Africa, fazzoletti rossi per le Americhe… «Ogni continente è parte del mondo – ha detto don Pasquale - quindi ogni continente per noi può rappresenta-re uno dei cinque atteggiamenti che dobbiamo tenere per vivere alla ma-niera di Gesù, testimone dell’amore di Dio: l’Africa rappresenta l’ascol-tare, cioè seguire Gesù attraverso la parola, l’Oceania è il dialogo e l’ac-coglienza senza pregiudizi, l’Europa è l’incontrare ed è l’amicizia, l’Asia è condividere, così come Gesù che si è fatto servo e, infine, l’America rappresenta l’annunciare. Il mondo è nostro, per essere tutti fratelli dob-biamo essere come Gesù, dobbiamo imparare da Lui, non c’è altra stra-da». I ragazzi hanno giocato e canta-to grazie all’animazione proposta dai volontari dell’Ufficio missionario. Hanno ascoltato la testimonianza di don Vitale Luongo, giovane diacono transeunte della diocesi di Pozzuoli che la scorsa estate ha avuto un’e-sperienza missionaria in Zambia,

nel sud dell’Africa. I bambini hanno ascoltato con attenzione don Vita-le, guardato le sue fotografie e han-no posto domande sull’esperienza vissuta con tra la gente dei villaggi dove umili capanne ospitano scuola e parrocchia. «So che molti di voi – ha detto don Vitale – hanno portato dei piccoli salvadanai con le monete. I vostri soldi sono importanti perché servono a fare qualcosa di bello per i bambini come voi che vivono in pa-esi svantaggiati. Per voi basta poco ma per loro è tantissimo». Presente all’iniziativa padre Carmine Mada-lese, parroco della chiesa Maria Im-macolata della Medaglia Miracolosa e vicario foraneo di Soccavo. “Anche tu come Gesù” è anche il titolo e il ritornello della canzone che i bam-bini hanno cantato nel corso dell’e-vento. Di solito la Gmr è organizzata il 6 gennaio, giorno dell’Epifania (il Vangelo indica che Gesù in questo giorno si manifesta agli altri popoli rappresentati dai Magi), ma le Chie-se locali possono scegliere altri gior-ni. La diocesi di Pozzuoli ha scelto l’inizio di maggio, in primavera inoltrata, per mettere insieme bimbi delle parrocchie in rappresentanza di tutte le foranie.

maggio/giugno 2012

«La pastorale delle nuove generazioni, costituisce il cuore stesso della missione evangelizzatrice della Chiesa. I giovani, in essa, non sono soggetti pas-sivi, ma vi prendono parte da veri protagonisti. La Chiesa italiana ha fatto della pastorale giovanile un’opzione primaria del suo apostolato: li vuole in-contrare, questi giovani, fino agli estremi confini». Con queste parole del cardinale Stanislaw Rilko, presidente del Pontificio consiglio per i laici (pro-nunciate a Salsomaggiore Terme nel gennaio 2008), è iniziata la relazione di don Mario Russo, direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale giovanile, in occasione della visita a Pozzuoli del vescovo mon-signor Lucio Lemmo, neodelegato regionale per la pastorale giovanile, che sta realizzando un impegna-tivo giro in tutte le diocesi della Campania. Nell’in-contro, che si è svolto il 17 aprile nell’auditorium del seminario puteolano, alla presenza del vescovo, monsignor Gennaro Pascarella, si sono ritrovati tut-ti i rappresentanti del coordinamento di pastorale giovanile e dei gruppi giovanili di parrocchie, enti e associazioni dell’intera diocesi. Sono state illustrate diverse esperienze positive; in particolare, Gennaro Lubrano e Giovanni Cerlisio hanno presentato la serie d’incontri per i giovani che sono stati organiz-zati insieme ai rappresentanti delle parrocchie della forania Pozzuoli2.

All’incontro erano presenti anche don Pasquale Incoronato, direttore dell’ufficio per la pastorale giovanile della diocesi di Napoli, e don Francesco Riccio, responsabile della pastorale giovanile regio-nale. Quest’ultimo si è soffermato sulla validità della testimonianza: «La bellezza della pastorale giovanile è scoprire che nella Chiesa ci sono dei giovani che già hanno scelto Gesù, l’hanno incontrato e hanno questo desiderio di raccontarlo anche agli altri, ai loro coetanei e amici». L’attenzione ai giovani è stata sottolineata anche da mon-signor Pascarella: «I protagonisti della vita della Chiesa devono diventare sempre di più anche i giovani. Purtroppo, nella socie-tà che ci circonda, difficilmente i giovani sono realmente ascol-tati, li mettiamo sempre un po’ ai margini. Almeno noi, come Chiesa, dobbiamo fare questo scatto, passare da una pastorale solo per i giovani, a una pasto-rale con i giovani e dei giovani, farli diventare davvero protago-nisti nelle realtà ecclesiali». Un pensiero ripreso da don Mario

Russo: «Il punto centrale di ogni azione pastorale deve avere la persona di Gesù Cristo. C’è il rischio di scadere in facili giovanilismi, cioè di creare eventi di festa, di gioia, di momenti che lasciano il tempo che trovano. Non dobbiamo avere paura di dona-re Gesù ai nostri ragazzi; dobbiamo piuttosto avere paura di non donare niente».

Angelo Volpe

Il “tour” della pastorale giovanile: in cerca di protagonisti

Alla parrocchia di Maria Immacolata della Medaglia Miracolosa al Rione Traiano la Giornata Missionaria dei Ragazzi

Baby testimoni alla scoperta del mondoCinque continenti, cinque gruppi e cinque atteggiamenti da avere per vivere alla maniera di Gesù

Puoi trovare il giornale Segni dei Tempi:

• tutte le parrocchie dei comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto, della zona occidentale di Napoli (Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo) e parte di Marano

• biblioteca comunale Raffaele Artigliere, Palazzo Toledo a Pozzuoli

• istituto Virgilio, via vecchia S. Gennaro, 106 a Pozzuoli

• edicola corso Umberto I a Pozzuoli (zona Gerolomini)

• edicola viale dell’Europa unita al Rione Toiano (sotto il monte)

• edicola via Consalvo 99/D a Fuorigrotta

• edicola Ines, Via Marotta a Monterusciello

• bar Primavera, giardinetti di via Carmine a Pozzuoli

• supermercato Sisa Essedì, via Cupa Tredici, 6 a Pozzuoli

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L’Obolo di san Pietro oggi24 giugno: “Carità del Papa”Le offerte dei fedeli al

Santo Padre sono de-stinate alle opere ecclesiali, alle iniziative umanitarie e di promozione sociale, come anche al sostentamen-to delle attività della Santa Sede. Il Papa, come Pastore di tutta la Chiesa, si preoc-cupa anche delle necessità materiali di diocesi pove-re, istituti religiosi e fedeli in gravi difficoltà (poveri, bambini, anziani, emar-ginati, vittime di guerre e disastri naturali, aiuti parti-colari a diocesi in necessità, educazione cattolica, aiu-to a profughi e migranti). «L’‘obolo di San Pietro’ – evidenziava Benedetto XVI in un discorso del 2006 – è l’espressione più tipica della partecipazione di tut-ti i fedeli alle iniziative di bene del Vescovo di Roma nei confronti della Chiesa universale. È un gesto che ha valore non soltanto pra-tico, ma anche fortemente simbolico, come segno di comunione col Papa e di

attenzione alle necessità dei fratelli; e per questo il

vostro servizio possiede un valore squisitamente eccle-siale». Ancora, nell’Encicli-ca “Deus caritas est” il Papa ha ricordato che “la Chiesa non può mai essere dispen-

sata dall’esercizio della cari-tà come attività organizzata

dei credenti e, d’altra parte, non ci sarà mai una situa-zione in cui non occorra la carità di ciascun singolo cristiano, perché l’uomo, al di là della giustizia, ha e

avrà sempre bisogno dell’a-more” (n. 29). Attenzione per l’Obolo come forma del sostegno dei credenti al ministero dei successo-ri di San Pietro al servizio della Chiesa universale era già stata espressa dai Pon-tefici precedenti. Giovanni Paolo II ne sottolineò l’im-portanza con queste parole: «Vi sono note le crescenti necessità dell’apostolato, i bisogni delle Comunità ecclesiali specialmente in terra di missione, le richie-ste di aiuto che giungono da popolazioni, individui e famiglie che versano in condizioni precarie. Tanti attendono dalla Sede Apo-stolica un sostegno che spesso non riescono a tro-vare altrove. In quest’ottica, l’Obolo costituisce una vera e propria partecipazione all’azione evangelizzatrice, specialmente se si conside-rano il senso e l’importanza di condividere concreta-mente le sollecitudini della Chiesa universale».

Pozzuoli ricorda suor Maria Teresa

Suor Maria Teresa Celia, dal 1936

nell’istituto Carlo Rosini di Pozzuoli,

impegnata al servizio dell’istruzio-

ne e della carità per ben 78 anni, si

e addormentata nel Signore il 29

maggio.

La ricordano con affetto le consorel-

le, i sacerdoti e le tante generazioni

di allievi oggi affermati nel campo

lavorativo e sociale. Tra i suoi alunni

ha avuto anche Sofia Loren.

La celebrazione delle esequie si è

svolta nella chiesa Santa Maria delle

Grazie a Pozzuoli il 30 maggio.

Con la scomparsa di Sr. Maria Teresa

va via un “archivio vivente” di storia

e di memorie della Congregazione

delle Suore Figlie della Carità, non-

ché dello storico e indimenticabile

Istituto e Orfanotrofio Carlo Maria

Rosini di Pozzuoli.

Per lei le nostre preghiere e la nostra

gratitudine.

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DENTRO LA DIOCESI

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SEGNI DEI TEMPI

maggio/giugno 2012

Page 11: Maggio-Giugno 2012

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IDEE & PROGETTI SEGNI DEI TEMPI

Si è concluso venerdì 1° giugno il ciclo d’incontri di formazio-

ne organizzato dalla parrocchia s. Maria delle grazie di Pozzuoli, a cinquant’anni dal Concilio Vatica-no II. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la sezione san Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà teologica dell’Italia meridio-nale. Abbiamo chiesto al professor Pasquale Giustiniani, docente di fi-losofia teoretica, organizzatore e mo-deratore degli incontri, di raccontar-ci com’è andata questa esperienza.Professore, partiamo dalla scelta del titolo “Il più bel frutto della primavera della Chiesa”…«La primavera è il periodo della fiori-tura, ma anche della semina dei frut-ti che poi raccoglieremo d’estate. E il più bel frutto della primavera del-la Chiesa è il Concilio Vaticano II. L’idea di Giovanni XXIII fu accolta all’inizio con sospetto, anche perché nessuno si aspettava un concilio che facesse fare “un balzo in avanti” e parlasse di “aggiornamento”, abitua-ti ad una Chiesa che fondamental-mente ripeteva la dottrina perenne».Come sono stati strutturati gli in-contri?«Nella prima serata, il professor An-

drea Milano, docente di storia del cristianesimo e delle Chiese, ha il-lustrato “Come e perché la Chiesa arrivò al Concilio ecumenico Vati-cano II”. Poi si sono tenuti quattro incontri, affidati ad altrettanti do-centi della Pontificia Facoltà teolo-gica dell’Italia meridionale di Na-poli, che hanno presentato le grandi costituzioni della Chiesa conciliare: Gaetano Di Palma, vice preside della

Facoltà teologica (“Ascolto della pa-rola di Dio e sua proclamazione con ferma fiducia - Dei Verbum”), Edo-ardo Scognamiglio, docente di teo-logia dogmatica (“La luce del Cristo che risplende sul volto della Chiesa - Lumen Gentium”), Giuseppe Fa-langa, docente di Teologia dogmati-ca (“Riforma e promozione della li-turgia - Sacrosanctum Concilium”). Nell’ultimo incontro ho curato la

rilettura della Gaudium et spes (“Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, soprat-tutto dei poveri e di tutti coloro che soffrono”). La formula usata è stata agile, intervallando le relazioni con momenti di esecuzione di brani d’organo».L’idea di organizzare gli incontri nel centro puteolano non è stata casuale.«La parrocchia di santa Maria delle Grazie è un po’ nel cuore della dio-cesi, ha una vocazione territoriale, è nel centro storico, in una zona semi pedonalizzata, nella quale si riuni-scono tanti giovani e tanti adulti, a tutte le ore, soprattutto in quelle della notte. La chiesa, non è solo il luogo dove si fa il catechismo, si ce-lebra la Messa e i sacramenti, ma si trasforma in aula di formazione per gli adulti e i giovani. Significativa quindi la scelta del Consiglio pasto-rale parrocchiale, insieme al parroco don Antonio Russo, di realizzare questo primo ciclo d’incontri sulla “realtà primaverile della Chiesa cat-tolica”. Si tratta di un primo ciclo, perché si prevede di replicare questa esperienza positiva».

Carlo Lettieri

Pozzuoli. A santa Maria delle Grazie un ciclo d’incontri in collaborazione con la Pontificia Facoltà teologica di Napoli

Il Concilio Vaticano II 50 anni dopoParla Pasquale Giustiniani: «Ecco perché è stato il più bel frutto della primavera della Chiesa»

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SEGNI DEI TEMPI

QUESTI SONO TEMPI IN CUI È SEMPRE PIÙ IMPORTANTE DESTINARE

L’8XMILLE ALLA CHIESA CATTOLICA

IN ITALIAA Ozieri la Caritas diocesana ha avviato progettioccupazionali per persone in difficoltà: unpanificio, una falegnameria, un laboratorio diserigrafia, una piccola fabbrica di ostie e unavigna.

A Rovereto 140 volontari si alternano “nel-l’emergenze freddo”. La fondazione “Comunitàsolidale” cerca di assistere i senza fissa dimorache, anche per colpa della crisi economica,sono in continuo aumento. Diverse le struttured’accoglienza in città e i corsi di reinserimento.

A Firenze la Caritas ha aperto alcune casealloggio per l’assistenza diurna e notturna deimalati di Aids. Oltre alle cure mediche essiricevono calore e accoglienza per romperequella barriera di solitudine e dolore in cui lamalattia li costringe.

A Palermo nel quartiere Ballarò l’asilo multietnico“Il giardino di madre Teresa” si prende cura deibambini dalle 7.30 del mattino alle 18.00 per-mettendo ai genitori, per lo più immigrati, disvolgere un lavoro, requisito importante peruna vera integrazione.

A Palermo la cooperativa sociale “Solidarietà”avvia attività per l’inserimento di persone condisagio psichico come il progetto “Ortocircuito”.Attraverso la cura e la produzione delle piantegrasse i ragazzi con passato difficile compionograndi passi per tornare ad una vita serena.

Nella primavera del 2006 l’Aquila e dintornifurono colpite dal terribile terremoto. La Chiesa èsempre stata presente anche attraverso la figuradei sacerdoti. Ne è esempio don Vincenzo che, aRocca di Mezzo, ha portato conforto ai terremotatianche attraverso le parole del Vangelo.

Nel cuore di Roma, le suore delle poverelleospitano gli anziani soli in difficoltà economica.Nella casa di riposo, con attenzione e affetto, sipresta assistenza agli ospiti, facendoli sentireamati e accolti come in una vera famiglia.

ALL’ESTEROIn Brasile, a Fortaleza, padre Adolfo, insiemead alcune suore, accoglie giovani madri vittimedi violenza domestica, costrette a prostituirsi ea drogarsi. Si organizzano corsi di formazionedi musica, cucina, informatica e per parrucchiera.

E a Salvador de Bahia i volontari e operatoridell’Avsi (volontari per il servizio internazionale)sono impegnati nella zona periferica di NovosAlagados. Vengono donati nuovi alloggi al postodelle palafitte fatiscenti (senza fogne, acqua eluce) e si offre la possibilità di essere introdottinell’ambiente lavorativo.

FARE TRASPARENZA: UN IMPERATIVO IRRINUNCIABILE“La trasparenza, caratteristica che accompagna da sempre il nuovo sistema del sostegnoeconomico, è - e deve rimanere -condizione imprescindibile e necessaria per il nostro percorso di Chiesa”. Le parole del CardinalePresidente della C.E.I. AngeloBagnasco non lasciano spazio ad interpretazioni. Pronunciatedurante un incontro nazionale del “sovvenire”, sono state moltoapprezzate anche in tutto il mondoecclesiale e civile. Il ServizioPromozione Sostegno Economicoalla Chiesa, guidato da MatteoCalabresi, firma, anche quest’anno,una campagna di comunicazioneche dona luce alla trasparenza.“Dalle storie evidenziate negli spottv si può risalire all’impegnoconcreto della Chiesa oggi inItalia, in prima fila con l’8xmilleper far fronte alla crisieconomica”, spiega Calabresi,“spesso essa fornisce un soccorsoche va oltre l’emergenza, e sostiene molte persone nelriprendere in mano la propriavita”. Così da aprile a luglioguardando uno spot in tv o, con più calma durante tutto l’anno,navigando in web nellamappa8xmille, la campagna di comunicazione Chiediloaloro ha fatto il bis. Incontreremo storie,volti, esperienze, vite che si rivelanoe raccontano come, grazieall’8xmille destinato alla Chiesacattolica, è stato possibile offrire conil contributo di volontari, sacerdoti estrutture un vero aiuto a chi ha bisogno.

MARIA GRAZIA BAMBINO

Sono oltre 90 le opere visitate in Italia e nei Paesi in via di sviluppo diventate protagoniste negli ultimi 12 anni delle nostre campagne di comunicazione sulla trasparenza. Ecco le nove storie 2012

Anche quest’anno per destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica si può usare:uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 maggio 2012 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato;uil modello 730-1 allegato al modello 730 da presentare entro il 31 maggio 2012 per chi si rivolge ad un CAF o ad un professionista abilitato;uil modello Unico da consegnare entro il 30 settembre 2012 direttamente via internet oppure a un intermediario fiscale. Chi invece non è obbligato all’invio telematicopuò effettuare la consegna dal 2 maggio al 30 giugno presso qualsiasi ufficio postale;ula scheda allegata al modello CUD. Chi non è più obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi (pensionati e lavoratori dipendenti senza altri redditi né onerideducibili), può comunque destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica attraverso la scheda allegata al CUD. Questa può essere consegnata gratuitamente entro il 31 luglio 2012in busta chiusa presso tutti gli uffici postali oppure ad un intermediario fiscale (CAF) che può chiedere un corrispettivo per il servizio.Il 5xmille si affianca all’8xmille. Il contribuente può firmare per tutti e due perché l’uno non esclude l’altro, ed entrambi non costano nulla in più.

2009

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CULTURA

A quattro anni dalla scom-parsa, l’Isis “Tassinari”

di Pozzuoli, ha dedicato ad Angelo D’Ambrosio l’Aula Magna. Il 18 aprile, il vescovo di Pozzuoli, monsignor Gen-naro Pascarella, ha scoperto la targa che ricorda la figura del sacerdote, dello studioso e del docente. Un’intera giornata è stata dedicata all’insegnante che per quasi venti anni ha lavorato all’istituto puteolano. In mattinata lo stesso vescovo ha presieduto la Santa Messa a cui hanno partecipato gli alunni della scuola. Nel po-meriggio, invece, si è svolto un incontro pubblico a cui sono intervenuti, oltre a monsignor Pascarella, il dirigente scola-stico Dario Sessa, il vicario episcopale per la Carità don Fernando Carannante, l’ex docente don Nicola Rispoli, lo storico Raffaele Giamminelli, l’archivista Fabio Cutolo e l’ex docente Anna Elia Incoronato. L’incontro è stato moderato da Ciro Biondi, giornalista, con intermezzi musicali di Maria Fosco, cantante lirica. Duran-

te la manifestazione sono state ricordate la figura del sacer-dote puteolano e le sue opere, importantissime per chi vuole conoscere il territorio flegreo e la Chiesa di Pozzuoli. «Gloria del clero puteolano, vanto di Pozzuoli». Così mon-signor Nicola Rispoli descrive Angelo D’Ambrosio, amico e collega insegnante per gli anni trascorsi insieme all’Isis. «Ange-lo ha svolto tantissimi incarichi per la Chiesa – ha detto don Ni-cola - ma non è mai stato par-

roco: in effetti è stato parroco di tutta la diocesi, un punto di riferimento per la città. È stato il sacerdote più dotato cultural-mente ed è stato anticipatore del futuro. Basti ricordare il suo impegno come assistente spiri-tuale della Fuci e le tante attività culturali come l’organizzazione del primo cineforum a Pozzuoli e gli appuntamenti del “vener-dì culturale”. In tante cose egli è stato un innovatore. È grazie a lui che a Pozzuoli è passato il Concilio Vaticano II. Ed è

stato sempre lui, nella nostra diocesi, a mettere in pratica per primo la riforma liturgica». Ha chiuso gli interventi monsignor Gennaro Pascarella: «L’ho co-nosciuto nel 2004 quando sono venuto a Pozzuoli e quindi solo per pochi anni ho avuto modo di apprezzare le sue qualità. È stato un rapporto sereno, bello, intriso di franchezza. Ha sem-pre dimostrato un’onestà intel-lettuale anche nelle scelte che lo hanno portato alla solitudi-ne. Nel suo ufficio all’Archivio

Storico era accogliente e offriva sempre la sua competenza; non esitava a mettere a disposizione il suo sapere e sapeva trasmet-tere agli altri la sua passione. Egli era una biblioteca vivente con un forte spirito umoristico. Negli ultimi anni ha puntato all’essenziale. In una sua lettera scrisse una riflessione sulla figu-ra del sacerdote: l’amore non ha misura e come Cristo ha dato la vita anche noi dobbiamo amare fino al dono della vita; diaconia, servizio è umiltà; l’amore per i poveri è preferenziale; amore aperto a tutti, anche ai nemici; mettersi dalla parte dei fratelli e fare il vuoto dentro di noi…».

L’Isis di Pozzuoli dedica l’Aula Magna ad Angelo D’Ambrosio per ricordare lo studioso scomparso 4 anni fa

Il sorriso del “prete del Concilio”Il vescovo: una biblioteca vivente con un forte spirito umoristico. Organizzò anche il cineforum

Una vita al servizio della culturaAngelo D’Ambrosio nasce a Napoli il 29 novembre del 1929 da Gennaro e Silvia Perito. Nel 1940 la famiglia si trasferisce a Pozzuoli. Nel 1952 è ordinato sacerdo-te. Dopo una lunga formazione teolo-gica e letteraria, ha ricoperto numerosi incarichi che, nel corso degli anni, i vari vescovi gli hanno affidato. È stato attivo nell’ambito diocesano e nell’ambito cul-turale flegreo. Ha creato l’Archivio stori-co diocesano; con decreto del Ministero della Pubblica Istruzione è stato nomina-to ispettore onorario per l’archeologia, i beni ambientali, architettonici e storici del Comune di Pozzuoli. Insegnante di materie letterarie (dal 1978 al 1995 è stato docente all’Itis, poi Isis, di Poz-zuoli). Nel 1986 il vescovo di Pozzuoli, monsignor Salvatore Sorrentino, lo no-mina responsabile dell’Archivio Storico Diocesano. Di cui è diventato direttore nel 1994. Due anni dopo il vescovo mon-signor Silvio Padoin lo nomina direttore dell’Ufficio Diocesano per i beni culturali ecclesiastici. Ha collaborato con vari enti

pubblici, enti privati e riviste culturali. Ha pubblicato oltre cento studi e libri su Pozzuoli e i Campi Flegrei che ne fanno uno degli storici locali più importanti. Tra le pubblicazioni più significative: “La Diocesi e i vescovi di Pozzuoli” (1990), scritta a quattro mani con Domenico Ambrasi, un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere la storia del-la Chiesa puteolana dalle origini al ‘900; l’introvabile “Storia di Pozzuoli… in pillo-le” (1959); “Le chiese di Pozzuoli” (1964) in collaborazione con Raffaele Giam-minelli. D’Ambrosio è morto a Pozzuo-li il 18 aprile 2008. Un anno dopo, il 18 aprile, dopo un convegno in suo onore organizzato dal Vicariato episcopale per la cultura, a lui è stato intitolato l’Archi-vio storico della Diocesi, al Villaggio del Fanciullo. Quest’anno, in occasione del-la dedicazione dell’Aula Magna dell’Isis, la Biblioteca diocesana ha allestito una mostra dei suoi libri ed è stata distribuita una breve bibliografia a cura di Raffaele Giamminelli.

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Il musical Pinocchio della Quasimodo Domenica 27 maggio, nel Teatro Acacia a Napoli, si è realizzato il musical “Pinocchio” organizzato dalla scuola media statale “Artiaco – Quasimodo” di Pozzuoli (su sdt on line altre foto della serata). La rappre-sentazione ha costituito la chiusura del Progetto “Teatro Danza” che ha coinvolto circa 40 alunni di tutte le classi dell’istituto scolastico, con attività pomeridiane di ballo, canto e recitazione. Le attività sono state coordinate dalle professoresse Paola Fontana, Grazia Mura, Gabriella D’Alessandro, Carmela Lucente e Rosanna Vecchio-ne. Le docenti, insieme ai genitori, hanno curato anche le scenografie, le coreografie e i costumi. Lo spettacolo è stato rappresentato, fuori concorso, nell’ambito della V edizione della rassegna “La scuola in palcoscenico – Festival del Teatro Scolasti-co”. Nella prima edizione del Festival la scuola Quasimodo, guidata dal dirigente scolastico Francesco Gentile, si aggiudicò il primo premio con la rappresentazione del musical “Grease”.

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SPORT

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Successo di partecipanti, almeno cinquecento e di

pubblico per la seconda edi-zione della “Straputeoli. Stu-denti…in pista”, organizzata dall’Isis Guido Tassinari di Pozzuoli con la collaborazio-ne tecnica del Csi – Centro Zona Pozzuoli e il patroci-nio del Comune di Pozzuoli. Ospite d’onore della manife-stazione don Luigi Merola: «Lo sport è scuola di vita. La partecipazione dei ragazzi delle scuole e delle associa-zioni a questa manifestazione deve essere vista come una voglia di riscatto per questa città – ha detto salutando i ragazzi all’arrivo della stracit-tadina -. In genere le strade sono sempre viste come un pericolo, invece, iniziative come questa possono farle diventare luoghi di recupero, aggregazione, riscatto. Dob-biamo pertanto agevolare, contribuire alla promozione del podismo e dello sport in qualunque forma». Alla folta partecipazione degli studenti hanno contribuito tra gli isti-

tuti superiori l’Isis Tassinari, il Virgilio e il Pareto, tra le scuole medie le delegazioni più rappresentative erano quelle della Diano, della Diaz e dell’Artiaco-Quasimodo. Ma un po’ tutte le scuole flegree si sono mobilitate per una iniziativa che nata in sordina lo scorso anno ha visto una notevole crescita di adesioni, con una proposta di percorso più ricco sotto il profilo ambientale. Da citare tra i partecipanti anche gli allievi degli istituti: Labriola, Nautico, Pitagora e Pergole-si. Con tutti questi ragazzi s’è complimentato don Luigi Merola che ha accolto con gioia l’arrivo dei primi atleti

della 5km a passo libero, e al quale sono stati mostrati alcuni lavoretti realizzati dai giovani della comunità Nuo-va Emmaus di Cuma gestita dall’Acli Campi Flegrei. Sul suggestivo percorso della litoranea tra Pozzuoli e Ba-gnoli anche una gara agoni-stica sulla distanza dei 10km i cui partecipanti si sono sfi-dati con impegno, entusia-smo e sana rivalità. Il primo a tagliare il traguardo è stato il marocchino Adim Ismail (30’ 56”). «Una bellissima giornata ed una grande gara – ha commentato al traguar-do –. Sono contento per la mia prestazione, ma soprat-tutto per aver visto tanti teen

agers divertirsi correndo». E molti “agonisti” hanno am-messo alla fine di aver visto qualche studente che aveva un ottimo passo. Secondo posto per Gennaro Lamber-ti (35’26”) che ha rivelato di praticare abitualmente il triathlon. Terzo Domenico Chiocca (36’9”). Senza so-luzione di continuità sono giunti tutti gli altri con il po-dio femminile composto da Rossella Lubrano (44’23”), Maria Lucignano e Giusep-pina Intermoia. Tra i giova-ni primo Mauro Panucci del Pitagora.Alla riuscita della manife-stazione hanno contribu-ito i giudici ed i tecnici del Csi Comitato Provinciale di Napoli e del Centro Zona Pozzuoli, i volontari del ser-vizio civile dell’associazione “Un’ala di riserva”, gli agenti della polizia municipale, una squadra delle guardie ecolo-giche volontarie Albatros–di-staccamento di Acerra e tutti i docenti accompagnatori.

Giuseppe Moio

Alla stracittadina di Pozzuoli tanti… Studenti in pistaE un messaggio: anche correndo c’è voglia di riscatto

Questo l’ordine di arrivo con i premiati: Gara KM 10

Maschile:1) Adim Ismail in 30’56” (Marocco)2) Lamberti Gennaro in 35’24”3) Chiocca Domenico in 36’09

Femminile:1) Lubrano Rossella in 44’23”2) Lucignano Maria Goretti3) Intermoia GiuseppinaUnder 40: De Rosa AntonioUnder 50: Nogarotto Antonio Under 60: Intermoia GennaroVeterano: Maestrini Giuseppe

Mascotte: Guzu Nicola

Gara Km 5

Maschile:1) Panucci Mauro (ISS Pitagora)2) Di Meo Giuseppe (Alba Bacoli)3) Di Costanzo Procolo (Isis Tas-sinari)

Femminile: 1) Volpe Roberta2) Illiano Francesca3) Sauro Rossella

Mascotte: Di Falco Federica

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Tagliato il traguardo della decima edizione della gara Corriamo nel mitoGennaro Ciambriello con il tempo di 41’38” ha vinto l’edizione 2012 della “Corriamo nel Mito”, gara podistica di km 11,200 organizzata dal CPD Csi Pozzuoli intorno ai laghi Averno e Lucrino. Per Ciambriello, che difende i colori dell’Atletica Calvizzano, si è trattato del quinto successo nella competizione dopo le vittorie consecutive riportate dal 2007 al 2009 e quella conseguita lo scorso anno. Su sdt on line articolo completo, fotogallery e elenco vincitori, in ordine di arrivo.

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TAM TAM

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Il premio per la legalità “Angelo Vassallo – Città di

Quarto”, presentato al Cen-tro Polifunzionale Giovanile “Qualcosa in più” della par-rocchia Gesù Divino Mae-stro, è un bando aperto a tutti gli studenti delle elementari, medie e superiori residenti a Quarto. «Bisogna parlare di legalità, non solo a Quarto – ha spiegato Antonio Grana-to, organizzatore e membro dell’associazione “Dialogos per la comunicazione social” - ma in tutti i Campi Flegrei, coinvolgendo le scuole. An-gelo Vassallo è stato un uomo che amava il suo territorio e che non ha esitato a fare po-litica per migliorarlo. Questa edizione del premio è solo un punto di partenza, vogliamo che continui negli anni». Angelo Vassallo, è stato sin-daco di Pollica, in provincia di Salerno, dal 1995 al 2010. Difensore della legalità e dell’ambiente (era anche pre-sidente del Parco nazionale del Cilento e del Vallo di Dia-no) era chiamato il “sindaco

pescatore”. È stato assassina-to il 5 settembre del 2010. Le indagini sono ancora in corso ma si tratta, con ogni probabilità, di un omicidio di camorra. «Il “Sindaco pesca-tore” – ha detto don Gennaro Guardascione, parroco della chiesa Gesù Divino Maestro e vicario foraneo - ha sapu-to valorizzare al massimo la sua terra, il suo mare, facen-do convivere pacificamente

la sua gente con quello che Dio ci ha donato. Quello che noi vogliamo è una Quarto un po’ più vivibile, a misura d’uomo». Due le sezioni a cui gli alunni possono partecipare: scritto (per esempio racconti, poesie e favole) e arti grafiche e figu-rative (per esempio disegni, dipinti e fotografie). I vin-citori di ogni categoria (ele-mentare, media, superiore)

riceveranno borse di studio da utilizzare esclusivamente per l’acquisto di libri e materiale scolastico. Termine ultimo per la presentazione dei lavori è il 30 settembre. Il materiale deve essere consegnato ai pun-ti raccolta (Ipercoop “Quarto Nuovo” al banco informazioni soci; parrocchia “Gesù Divin Maestro”; Scuola Media “Go-betti”, Isis Quarto; IV Circolo didattico “Don Milani”). In

alternativa, si potranno invia-re i lavori all'indirizzo di po-sta elettronica [email protected] indicando tutte le generalità richieste per la consegna materiale (autore, recapiti, categoria). I premi: categoria “Elementari” (250 euro al primo classificato per sezione scritto e 250 euro al primo classificato per sezio-ne arti grafiche); categoria “Medie” (350 euro al primo classificato per sezione scritto e 350 euro al primo classifica-to per sezione arti grafiche); categoria “Superiori” (450 euro al primo classificato per sezione scritto e 450 euro per il primo classificato per sezio-ne arti grafiche). La premia-zione sarà pubblica e avverrà entro il mese di ottobre. Alla presentazione sono interve-nuti anche Antonio D’Amore (coordinatore della provincia di Napoli dell’associazione Libera), Giovanni D’Auria (responsabile politiche socia-li Unicoop Tirreno – Cam-pania) e Antonio Marciano (consigliere regionale).

Presentato al Centro Polifunzionale della Gesù Divino Maestro di Quarto il premio intitolato ad Angelo Vassallo

Legalità in nome del Sindaco pescatoreL’impegno dei promotori per mettere insieme pace e territorio puntando a una città più vivibile

L’organizzazione del Premio per la Legalità “Angelo Vassallo – Città di Quarto, ideato da Antonio Granato, Marco Esposito e Stefano Scardi, ha messo a un sito internet (premiovassal-loquarto.it) e una pagina su Facebook (premioangelovassalloquarto) su cui è possibile reperire tutte le informazioni necessarie. Per altre informazioni si può mandare una mail a [email protected] oppure si può chiamare i numeri 348.0825918 - 348.0079664. Le giurie, coordinate da Antonio Granato (consigliere comu-nale di Quarto e membro dell’associa-zione Dialogos per la comunicazione sociale), sono composte da personalità legate alla scuola, all’arte, al giornali-smo e all’associazionismo. Sezione scrit-ti: Ciro Biondi (giornalista e presidente dell’associazione Dialogos per la comu-nicazione sociale), Valeria Del Vasto (dirigente Sms “Gobetti” di Quarto), Marco Esposito (Gruppo Giobbe – Ri-one 219), don Gennaro Guardascione (parroco Gesù Divino Maestro e vicario foraneo), Marcello Coleman (musicista

e autore), Daniela Sciarelli (dirigente Isis Quarto), Franco Di Fraia (dirigen-te scolastico II Circolo di Quarto). Se-zione arti grafiche e figurative: Antonio Ciraci (ex sindaco di Quarto e docente del liceo Artistico di Pozzuoli), Filip-po Monaco (dirigente scolastico del IV Circolo di Quarto), Alessandro Napoli-tano (giornalista di “Cronache di Na-poli”), Romualdo Molino (Comitato Soci Ipercoop di Quarto), Eugenio Ian-nicelli (associazione Quarto Giovane), Aldo Cimmino (associazione Libera), Giuseppe Nucera (dirigente scolastico Sms “De Filippo”). L’organizzazione del premio coinvolge il Consiglio Regio-nale della Campania, la Commissione Anticamorra della Regione Campania, la Diocesi di Pozzuoli con la Forania di Quarto, le scuole di Quarto, la Uni-Coop Tirreno, i Soci Coop del Centro Quarto Nuovo, l’associazione Libera, il Gruppo Giobbe Rione 219, l’associa-zione Quarto Giovane e l’associazione Dialogos per la comunicazione sociale. Media partner: il mensile Segni dei Tempi.

I “Dialogos” per comunicare Premio Napoli nel MondoAssegnati i riconoscimenti per la prima edizione del Premio Napoli nel Mon-do, organizzato dall’Associazione Napoli nel Mondo, insieme alle associa-zioni EurTec (Associazione Italiana Tecnici Professionisti), Natakapa e il Mu-seo del Tesoro di San Gennaro, con il patrocinio morale dell’Ordine Sovrano e Militare del Tempio di Jerusalemme (Osmtj) e dell’Orden Civico y Militar Reales Tercios de España, Italia y Flandes. Tra i premiati quattro puteolani: - Orazio Baiano, socio e amministratore di aziende di distribuzione gas, per il settore “Imprenditoria”;- Mattia La Rana, ingegnere e imprenditore, per il settore “Imprenditoria”;- Gaetano Lombardi, docente, giornalista e storico, collaboratore della no-stra testata giornalistica Segni dei tempi, per il settore “Istruzione”; - Gennaro Nappo, ingegnere, precettoria Osmtj di Napoli - progetto scuola, per il settore “Attività sociali”.

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SEGNI DEI TEMPI

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