indagini sociali

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G e n t r y G e o g r a f i a S o c i a l e Q u a l i t à C u l t u r a S p a z i o

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Studio utenza città

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Page 1: Indagini sociali

G e n t r y

G e o g r a f i a

S o c i a l e

Q u a l i t à

C u l t u r a

S p a z i o

Page 2: Indagini sociali

0 | ABSTRACT

FASE 1 GENTRIFICATION • Fenomeno Gentrification 2 • Cause del fenomeno 4• Attori 6• Effetti 8

CITTA’ _ FENOMENO

• Globalizazione 10• Milano 11• Milano : quartiere Isola 12• Newcastle 13• Fener e Balat Quartieri 14• Isola Art Center 15• Artisti /contraddizioni 16

POLITICHE DI CONTROLLO DEL FENOMENO • Zoning Inclusionary 18• The state -led gentrification • Programma going for grow a new castle dutton

SPAZI CREATIVI

• Classe creativa 20 • Le persone creative vivono in certi posti 22• Interazioni sociali • Caratteristiche dei luoghi • Indice di valutazione 24• Bourdieu 26• Investire nella creatività 28• Coesione sociale

FASE 2 PROFILI UTENZA 36

FASE 3 .• Relazione del luogo con il contesto; • Cerniera per le nuove comunità; • Layout; • La residenza dei giovani; • Nuove destinazioni d’uso;

• Conclusioni 43• Riferimenti 44• Collegamenti esterni 45

Laurea Magistrale Indirizzo : Paesaggio Emilio Boiardi

Page 3: Indagini sociali

0 | ABSTRACT

Nelle città storiche la rigenerazione fisica dei quartieri centrali è stata quasi sempre accompagnata da un elevato turnover sociale e da una radicale trasformazione del tessuto economico. Il processo , a volte spontaneo, a volte invece è generato da politiche e piani di riqualificazione . Processo definito nella let-tura internazionale dalla parola “gentrification”. Termine coniato da Ruth Glass nel 1964 per descrivere i cambiamenti osservati nella struttura sociale e nel mercato abitativo in alcuni quartieri centrali londinesi. Forme emergenti del fenomeno evidenziano un bisogno di conoscenza della città e delle trasformazioni in corso. Il concetto di ”gentrification “ e la sua trattazione teorica , sono uno strumento , una finestra attra-verso il quale osservare i cambiamenti , sociali e culturali delle città , ed i meccanismi prodotti dal mercato e dalle sue politiche. La riqualificazione dell’ambiente costruito, da una sua radicale trasformazione delle attività economiche e dei servizi , rafforzano l’ attrattività del quartiere , generando un’ impennata dei va-lori immobiliari.Il processo classico di gentrification intreccia diverse dimensioni : geografica, sociale , architettura e eco-nomia.La ricerca principale del lavoro è capire la natura del processo e il profilo dei nuovi abitanti .Il principio centrale è quello di incoraggiare le persone a reinserirsi nelle città e allargare la base socio-economica. Questo documento identifica il processo di ‘Gentrification’ che si svolge in diversi quartieri e considera le sfide politiche e le opportunità offerte dallo sviluppo di ‘vita in città’ .Recentemente si registra un modello di Gentrification caratterizzata da un attore sociale,la municipali-tà. Guidato da politiche pubbliche che utilizzano il carattere positivo del fenomeno come macchina per produrre rigenerazione urbana. Questo atteggiamento include l’utilizzo della produzione culturale e delle politiche culturali come promotrici di rigenerazioni sotto una nuova chiave interpretativa del fenomeno “Rigeneration”.La discussione sulla “New gentrification” e su recenti tendenze dello sviluppo urbano, quali politiche di ri-qualificazione e densificazione. Una domanda sarà rivolta ai ruoli degli attori coinvolti in questi fenomeni: le autorità nazionali e locali, gli attori del mercato immobiliare e le famiglie che si stabiliscono in nuove abitazioni (nuova classe media, immigranti, famiglie, ecc.)Infine, le conseguenze della gentrification sulla società . L’approfondimento su questo aspetto legato alle architetture e al contesto che la genera . L’immagine di un contenitore “architettura” che raccoglie forme nuove di abitare e diviene una cerniera per la società.

Spazi o

Sociale/ culturale

Architettura

Economia

Immagine Qualità

Cultura

Page 4: Indagini sociali

FENOMENO GENTRIFICATION

Termine coniato da Ruth Glass nel 1964 per descrivere i cambiamenti osservati nella struttura sociale e nel mercato abitativo in alcuno quartieri centrali londinesi .Ciò che si definisce con questo termine è appunto il progressivo imborghesimento “da Gentry= Borghesia , nobiltà minore , gente per bene” generato da sostituzione sociale e da riqualificazione edilizia , che trasfor-ma quartieri popolari , centrali e degradati , in quartieri abitati da famiglie benestanti .Nelle città storiche la rigenerazione fisica dei quartieri centrali è stata quasi sempre accompagnata da un elevato turnover sociale , e da una radicale trasformazione del tessuto economico. Il processo , a volte spon-taneo, a volte innestato da politiche e piani di riqualificazione , viene definito nella lettura internazionale gentrification .La scala del fenomeno è locale ed assume la “dimensione di quartiere” , una scala intermedia tra pochi isolati e la circoscrizione urbana , una dimensione che potremmo definire di vicinato .Una volta avviati gli andamenti delle trasformazioni ,sembrano l’esito di un comportamento collettivo imitativo prodotto dall’interazione di tante decisioni individuali che si influenzano reciprocamente all’interno di un certo intorno spaziale. Decisioni operate da attori diversi : piccoli proprietari , inquilini, operatori immobiliari. Decisori che operano sulla base di informazioni locali. La riqualificazione dell’ambiente costruito ed una radicale trasformazione delle attività economiche, e dei servizi , rafforzano l’attrattività del quartiere gene-rando un’ inpennata dei valori immobiliari. L’entrata dei nuovi abitanti diviene sempre più selettiva rispetto al reddito. Si può affermare che un processo classico di gentrification intreccia tre dimensioni : geografia, sociale, edilizia. Questi fattori sono connessi tra loro da una logica manifesta. Le case d’epoca in seguito all’espansione suburbana perdono il loro valore d’uso , e la carenza di manutenzione la tramuta in abitazio-ni per ceti popolari . Quale migliore investimento del loro recupero per una classe media affluente, ormai stanca del pendolarismo suburbano?

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Economia

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media-altaalta bassaIstruzioneEducazione Stile di vita

Architettura

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Page 5: Indagini sociali

CAUSE DEL FENOMENO

Molti sociologi e geografi urbani convergono su una spiegazione di “domanda” : domanda di centralità , di qualità di vita urbana e di accessibilità che determinano l’attrazione residenziale del centro cittadino. Data la limitatezza degli immobili disponibili in posizione centrale , la domanda tracima in quartieri cit-tadini limitrofi. Si tratterebbe quindi , di una manifestazione evidente di una domanda di città in aumento , correlata alla fase espansiva dello sviluppo urbano o alla fase di transizione industriale /post industriale , dell’ economia urbana in cui lo sviluppo di finanza , business and creative business inducono significativi cambiamenti nel mercato del lavoro (Hamnett,2003) Una teorizzazione del fenomeno antiteco alla precedente si attesta invece su posizioni di “Offerta” : la leva del processo è costituita da interventi edilizi di larga scala di imprenditori immobiliari, i “developers”, i quali attivano il mercato immobiliare di aree degradate ma centrali , rigenerandole e immettendole sul mer-cato. Questa tesi è sostenuta con particolare enfasi da un economista Marxiano ; Neil Smith ( 1979,1995). E’ questa un ‘ipotesi non solo plausibile , ma verificabile in una serie di casi in particolare negli Stati Uniti , laddove la proprietà fondiaria si consolida nelle mani di pochi proprietari o operatori immobiliari. Tuttavia queste posizioni teoriche non sono in grado di spiegare perchè il fenomeno avvenga in alcuni quartieri e non in altri altrettanto centrali. Sembra ragionevole supporre che giochino un ruolo rilevante fattori locali ambientali, estetici e di impianto urbano che sembrano sottovalutati nell’ampia letteratura esistente di matrici prevalentemente sociologica e di economica. I molti studi condotti da più di trent’anni a livello internazionale ed in particolare nel mondo anglosassone e le lotte avvenute in Italia negli anni 70 e 80 in vari quartieri storici investiti da pesanti operazioni immobiliari di rinnovo urbano ( quartiere Garibaldi), hanno portato ad un giudizio estremamente negativo del processo a causa dei costi sociali infiniti e infine l’espulsione dei ceti deboli . La globalizzazione avrebbe significativamente alterato la scala in cui vivono e si organizzano le strutture sociali generando una pluralità di comunità. La classe dei gentrifiers costituisce una di queste comunità emergenti. Basata su una concezione di prestigio e benessere , la gentrification costituirebbe una strategia Socio-spaziale locale di costruzione di un’identità sempre più mercificata.

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Formazione del Rent Gap ( Smith, 1979)

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Tempo ( data di costruzione)

Page 6: Indagini sociali

ATTORI

Nella letteratura sull’argomento emergono diverse posizioni che tentano di spiegare il fenomeno a partire essenzialmente dalla sua natura economica , culturale e sociale. • Attore1RentGap : “back to city movement of capital” ( Smith ) o della natura culturale “a back to

the city movement of people” (Ley) che corrispondono alle teorie del production-site e consumption-side. Smith pone l’accento sul processo di accumulo di capitale mediante il meccanismo del mercato immobiliare. Per Smith la gentrification si spiega attraverso il Rent gap: differenza tra il valore del terreno in un centro urbano, ( fenomeni di dismissione, decentramento delle attività ) e il suo valore potenziale a seguito di un miglioramento delle condizioni fisiche e ambientali dell’area.

• Attore2 Cultura: David Ley attribuisce alla loro produzione culturale un ruolo importante nel pro-cesso di gentrification. Non solo la presenza di artisti in un dato quartiere determina gentrification. Il processo è piuttosto relazionato al valore attribuito alla produzione artistica , alle competenze cultu-rali e alla loro capacità di attirare capitale economico. Nella teoria sul capitale culturale di Bourdieu si trovano le basi per spiegare come la produzione di capire culturale abbia la capacità intrinseca di produrre valore . Si tratta di una disposizione estetica che trasforma materiali ordinari ( spazi) in oggetti di valore ( luoghi) , una stilizzazione della vita dove nulla è più distintivo e distinguibile della capacità di conferire uno stato estetico ad uno oggetto che è banale e addirittura comune ( Bourdieu, in Lay David 2002) . Un livello di produzione culturale in una determinata scena urbana, determina uno spostamento della categoria di spazio privo di valore in luoghi dell’esperienza urbana e successiva-mente , in uno stato di mercificazione e ri-investimento, basato sul valore potenziale e dotato di un’alta capacità economica.

• Attore 3 Sociale : Recentemente si registra un terzo modello di gentrification caratterizzata da un attore sociale , la municipalità , e guidato da politiche pubbliche che utilizzano il caratteri positivo del fenomeno come macchina per produrre rigenerazione urbana. Questo fenomeno include l’utilizzo della produzione culturale e delle politiche culturali come promotrici di rigenerazione associate a un desiderio processo di gentrification e fornisce una chiave interpretativa nuova del fenomeno “rigene-razione”. si tratta delle culture-led regeneration strategy adottate in diverse città europee caratterizzate da periodi di crisi economica -sociale in seguito a grandi processi di dismissione delle attività Econo-miche trainanti, quali esempio New Castle , Liverpool, Glasgow e Barcellona.

• Attore4Geografico: dal punto di vista geografico , è importante dire che la gentrificazione riguarda il terreno urbano , in particolare le aree racchiuse all’interno del centro storico della città. In ambito anglosassone , e specialmente nordamericano , la gentrification indica essenzialmente un movimento di popolazione opposto a quello verificatosi negli anni successivi alla seconda guerra mondiale, ovve-ro alla cosiddetta “suburbanizzazione”.In quegli anni l’aumentata disponibilità e velocità dei mezzi di trasporto e la diffusione sempre maggiore dell’automobile di proprietà avevano spinto gran parte dei membri delle classi medie ad abbandonare le città per inserirsi nelle periferie in cerca di tranquillità e ordine ; nel centro cittadino restavano le classi operaie meno ambienti , che continuavano ad abitare in prossimità dei luoghi di produzione .In riferimento agli stati uniti e gran Bretagna , a partire dagli anni Sessanta si assiste a una inversione di Tendenza : i centri cittadini cominciano gradualmente a rivalutarsi e a popolarsi di persone appartenente a ceti medi più abbienti.

Attivareilmodello: Sembra quasi evidente che questo fenomeno viene attivato da tre tipologie :1- di tipo spontaneo, avviato da micro-trasformazioni in città, in cui il mercato immobiliare è particolar-mente vivace (Caso studio Milano Isola).2 - di tipo spontaneo ma avviato dall’offerta di operatori immobiliari che acquistano aree e immobili de-gradati e operano un intervento di scala orientato ad una popolazione più abbiente della residente (caso studio Torino Quadrilatero).3- di tipo pianificato esito di politiche pubbliche di rigenerazione e riqualificazione di interi quartieri( piazza delle erbe Genova).

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Domanda diqualità di vita

Limitata disponibilità posizione centrale Classe media

Fenomeno 1 : Domanda

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Operazioni immobiliari

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Avvertenze 1 Input: residenza d’epoca o insediamenti produttivi , diventano

2 input: Ristrutturazione rete commerciale3 input: sostituzione media classe a Working class4 Input : Immagine ordinata della area5 Input : Aumento valore immobiliare

Arrivo classe media?

Page 7: Indagini sociali

EFFETTI

Il concetto di gentrification e la sua trattazione teorica sono uno strumento , una finestra , attraverso la quale osservare i cambiamenti spaziali , sociali e culturali delle città , sia quelli spontanei prodotti dal mec-canismo del mercato che quelli indotti dalle politiche . Le forme e i modi del cambiamento delle città, avviene attraverso l’osservazione dello spazio urbano e delle sue reciproche relazioni con i fenomeni socio culturali e spaziali che lo investono. Partendo dal presupposto che le città si trasformano anche senza che vi sia una corrispondenza fisica evidente del cambiamento , ma piuttosto la costruzione immateriale dell’esperienza urbana e dell’abitare , ci si accorge che la dimensione spaziale è a sua volta prodotta da due fattori :uno materiale legato agli investimenti fatti sul capitale fisico della città , sulla infrastruttura fisica necessaria in grado di ospitare gli attori sociali del processo e sulla mobilitazione del capitale immobile della città stessa. Uno immateriale legato alla sfera del simbolo e dell’ esteticizzazione. Al cambiamento infatti contribuisce anche una cultura estetica della produzione dello spazio e la riproduzione di nuove forme di Habitus , ristoranti , caffè, boutique , gallerie d’arte .luoghi di ritrovo per spettacoli, sono luoghi e servizi richiesti da una popolazione tendenzialmente giovane preva-lentemente senza figli a medio ed alto reddito , e con elevati consumi , ma soprattutto con forti bisogni di socialità ed interazione sociale. L’appetibilità del quartiere , che viene rinnovato , sotto il profilo dell’im-magine , da orientamenti culturali nuovi e sotto il profilo spaziale , dai nuovi servizi e dalle nuove funzioni che offre per particolari stili di vita in esso diffusi , dipende dal successo dell’estetica dominante . Così il quartiere è allo stesso tempo il luogo della popolazione culturale e il sottoprodotto di essa, l’esternalità positiva di questo processo nella misura in cui viene infuso di espressioni culturali nuove .Queste forme di concentrazione e determinazione di geografie socialmente connotate ridisegnano l’immagine della città la rendono in parte impenetrabile. Vi sono casi di buone pratiche che utilizzano strumenti quali ad esempio: I Contratti di Quartiere ma dipendono dalla sensibilità dell’Amministrazione Comunale. Sembrano più es-sere atti caritatevoli che appartenere ad una strategia ampia per una più equa distribuzione della ricchezza nello spazio.

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Comunita’ radicata

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RESIDENTI

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Immigrati ecc.

Page 8: Indagini sociali

GLOBALIZZAZIONE

Un concetto che ha ricevuto molta considerazione è l’idea di globalization ed il ruolo della città in questo nuovo ambiente economico, in cui le agglomerazioni urbane sono allineate dalla loro capacità di funzionare in un clima dove i bordi nazionali stanno diventando sempre meno importanti. Alcuni accademici teorica-mente ed empiricamente hanno studiato i prodotti di globalization come de-industrializzato, città globali e ristrutturazione economica. Una recente ricerca del Censis sulle municipalità italiane ha esaminato i comportamenti e le opinioni dei residenti nei comuni italiani con oltre 10.000 abitanti, e cioè circa l’81% della popolazione del nostro paese. La ricerca era finalizata a valutare come gli abitanti di queste città percepiscono e vivono la dimen-sione urbana. Da questa ricerca emerge, in generale, una correlazione diretta tra la dimensione urbana e l’allarme sociale, e cioè più grande la città in cui le persone abitano, più elevata la preoccupazione degli abitanti per tematiche tipo la disoccupazione, la criminalità, l’immigrazione, la carenza dei servizi sociali, la tossicodipendenza, ed altri tipi di patologie. Prendendo ad esempio il problema della criminalità que-sto è considerato grave dal 73,7 % della popolazione delle grandi città, contro solo il 56% di quelli delle piccole e medie. Ma questo squilibrio, a favore delle piccole e medie città italiane, è presente anche per altri problemi, come il funzionamento dei servizi sociali e scolastici, i problemi dell’occupazione, quelli dell’integrazione sociale, ecc. ecc. Se prendiamo anche un altro esempio, quello dei problemi dell’ambien-te, gli insoddisfatti per la qualità dell’aria sono solo il 13,,8% nei piccoli centri; il 23,7 % nelle città medie, il 37,1 5 nelle grandi città, e rispetto all’igiene urbana, contro solo il 12,4% nelle piccole città si ha il 35% di insoddisfatti nelle grandi. Ed anche per i problemi della viabilità e della mobilità i più alti livelli di insoddisfazione si trovano tra gli abitanti delle grandi città, il 51,5 % di questi si dichiarano infatti insod-disfatti per la viabilità , il 66,9 % per la disponibilità dei parcheggi, ed il 36,8 % per i trasporti.

IL CAMBIAMENTO OGGI

Cosa è cambiato che prima non c’era , annullamento del centro storico ma periferia, in oltre la gentrifica-tion oggi è cambiata ed è necessaria una rilettura dei fattori che la determinano:• Il modo di intendere il processo un tempo definito con un’accezione negativa del termine• Un tempo i soggetti, pionieri del processo erano le classi medie alte dotate di capitale culturale ed

economico, adesso il governo, le corporazioni, la partnership e le nuove elite urbane appartenenti alla classe manageriale internazionale.

• I luoghi e le geografie coinvolte nel processo “ decentramento”• Il ruolo del soggetto pubblico • La portata del capitale disponibile da investire nelle trasformazioni urbane • La globalizzazione che la fa sembrare un processo normale • Politiche pubbliche e programmi di rigenerazione , come culture-led-rigeneration, fanno della gentri-

fication il punto di forza dell’agenda urbana.

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Decentramento sociale

Concentramento sociale

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RUSSIA

Page 9: Indagini sociali

CASO STUDIO: MILANO ISOLA

Le testimonianze storiche descrivono l’Isola come un quartiere turbolento , rifugio della mala milanese , ricco di trattorie , case a ringhiera e opifici . Con la realizzazione della seconda linea di Metropolitana il quartiere acquista una notevole accessibilità, essendo servito dalle stazioni Garibaldi e Gioia. Nel 1995 è entrata in funzione la stazione Zara sulla linea 3 . Tuttavia negli anni ‘90 l’Isola resta un quartiere popolare che mostra segni di degrado edilizio e sociale in alcune sue parti. Nel 2001 lo sbocco dell’annoso progetto Garibaldi -Repubblica ha incrementato la visibilità del quartiere Isola sui mezzi di informazione : negli stessi anni la compiuta riqualificazione di corso Como ha orientato la domanda residenziale eccedente verso il più economico quartiere Isola , al di la della ferrovia . Per la concomitanza di questi due fattori si è registrato nel quartiere il tasso di crescita dei valori immobiliari più alto di tutta la città. In essa convivo-no popolazioni a basso reddito con nuove popolazioni emergenti, espressione del cambiamento della base economica urbana. Gli agenti immobiliari segnalano che il profilo di chi cerca alloggio nell’isola è vicino a quello tipico del gentrifiers. L’alto numero di famiglie che vivono in alloggi di proprietà ha impedito forme di abbandono volontario del quartiere da parte di chi ha acquistato l’alloggio in anni favorevoli e coglie adesso l’opportunità di vendere per migliorare la propria condizione abitativa. Nel gruppo insediato dal 2002-2007 si nota un incremento del 57 % di famiglie “coppie con figli”mentre un ribasso del 23% di single. Un confronto sulla struttura per età nell’Isola rispetto a Milano nel suo complesso rivela la maggior presen-za delle classi d’eta dai 35 ai 65 anni nel quartiere. L’isola ha offerto a famiglie con redditi diversi , la pos-sibilità di accedere alla proprietà dell’alloggio . Soltanto nel 23,4 % dei casi il nucleo famigliare intervistato era proprietario del precedente alloggio, mentre il 64% per cento dei nuclei si trovava in locazione. Tra i proprietari del precedente alloggio ( 46 nuclei) quasi tutti sono proprietari dell’alloggio attuale ( 44 nuclei). Tra coloro che erano locatori / 126 ( ora 71 sono i proprietari , portando le famiglie proprietarie al 68 % del campione totale , mentre 43 nuclei permangono locatari) .il giudizio del quartiere allo stato attuale rispetto all’epoca del proprio arrivo , il 43 % degli intervistati ritiene che esso sia peggiorato, il 34 ,5 % ritiene che sia migliorato e il 18 % giudica invariante le condizioni generali . Le risposte relative ai fattori specifici si differenziano considerando le categorie familiari. La massima sensibilità all’inquinamento si riscontra tra le coppie con figli (8,34 in media su una scala decimale ). La mancanza di parcheggi è più sentita dai single (8,04%) cosi come la scarsa pulizia degli spazi pubblici lo è dalle coppie senza figli (7,95). Le opportunità del trasporto pubblico sono molto apprezzate dalle coppie con figli (8,49). I single apprezzano il quartiere per la rete commerciale (7,83),per la qualità degli edifici ( 6,96) e per le occasioni di intrattenimento e svago (6,96). L’aumento di immigrazione e criminalità , non di rado associati nelle risposte preoccupa le donne più degli uomini. L’immigrazione come aspetto peggiora-tivo è del 38,5% degli intervistati e con licenza elementare. Tale dato scende al 6,9% tra i laureati. Tra gli intervistati apprezzano che il quartiere è bene servito e la vicinanza al centro della città. Due fattori di tipo posizionale occupano dunque la testa della classifica . Seguono la dimensione adeguata e la buona qualità edilizia , quasi alla pari con la prossimità al luogo di lavoro / studio

MILANO

La gentrificazione non è un evento recente a Milano. Le lotte degli inquilini sfrattati da corso Garibaldi per cedere il posto a famiglie borghesi risalgono agli anni 60 , in parallelo con quanto avveniva a Londra per Islington, Paddington, North Kensington. La trasformazione di Brera da popolare ritrovo di artisti e studenti in quartiere d’elite è un fenomeno degli anni ‘80. D principio . La gentrification ha investito quar-tieri storici situati entro le cerchia dei navigli oppure a ridosso di questa, ma si osserva die profili distinti : • Una gentrification erosiva,dovuta alla pressione delle funzioni terziaria che scalzano le funzioni resi-

denziali più povere ;• Una gentrification dovuta al frazionamento e alla ristrutturazione del patrimonio edilizio per soddi-

sfare una domanda residenziale affluente . Nel corso degli anni ‘90 il fenomeno valica la cerchia delle mura spagnole e tocca quartieri della prima espansione ottocentesca .Il Ticinese, il lazzaretto e corso Cormo, per esempio , subiscono intensi cambia-menti demografici che si traducono in alterazione dell’immagine consolidata di quartieri popolari. Prima che nelle facciate degli edifici, il ricambio si avverte nella ristrutturazione della rete commerciale, nella proliferazione di atelier, negozi e ristoranti rivolti e consumatori sofisticati. Scompaiono le rivendite di abiti usati, lavanderie, latteria , cinema a luci rosse. Dentro l’anello dell’esondazione ottocentesca vi sono settori diversi dal punto di vista dell’offerta che si possono cosi articolare : • 1) settori borghesi che hanno sempre mantenuto caratteri di pregio;• 2) settori borghesi con una qualità non elevata del contesto urbano;• 3) settori popolari con forte afflusso di immigrati stranieri;• 4 ) settori popolari abitati da famiglie italiana.Le aeree gentrificate si trovano nei settori 3 e 4 e sono accomunate da un alto degrado di accessibilità do-vuto alla presenza della gentrification si è ampliato ulteriormente. Supportato dalla crescita esponenziale dei valori immobiliari e dallo sviluppo delle professioni legate al terziario avanzato, il fenomeno penetra in enclave segnale da condizioni strutturali di isolamento . Tanto il quartiere isola quanto la zona Savona/ tortona sono sacche delimitante dal tracciato ferroviario sorto intorno alla metà dell’ottocento. All’Isola prevale un profilo residenziale , mentre via Savona diviene un recapito privilegiato per attività produttive di genere creativo , anche grazie a una struttura più concentrata della proprietà immobiliare .Per geografia, da un punto di vista geografico , la gentrification si colloca in un’area urbana , assume una dimensione di quartiere e riguarda aree deprivate ma prossime al centro . Dal punto di vista sociale assu-me immediata rilevanza l’appartenenza di classe ad il ricambio sociale . accade , infatti , che famiglie della middle class preoccupino alloggi e quartieri dai quali sono espulse famiglie della working class .Dal punto di vista edilizio il processo riguarda vecchie abitazioni in condizioni di degrado , le quali sono recuperata e ammodernate dai nuovi residenti con ripercussioni evidenti sul valore immobiliare .Ai fini della mappat-tura a scala urbana ,ci si basa su una analisi incrociata delle variabili socio-culturali relative a : turn over demografico e socio-professionale , in assenza di dati sulle riqualificazioni edilizie , la dinamica dei valori immobiliari. Gli indicatori sono i seguenti : • 1) Turnover demografico • 2) Turnover professionale con particolare riferimento alle classi dirigenti e creative • 3) Saggio di variazione dei laureati • 4) Distanza dal centro città (Duomo )• 5) Presenza di edifici residenziali d’epoca o di insediamenti produttivi trasformabili in residenza • 6) Saggio di variazione delle abitazioni in proprietà

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Page 10: Indagini sociali

FENER E BALAT (QUARTIERI ISTANBUL)

Un altro quartiere storico di Istanbul, Fener e Balat nel distretto di Fatih, è attualmente in fase di ri-qualifi-cazione. Un progetto globale finalizzato ad acquisire la ricostruzione fisica e sociale del territorio, evitando così gentrification. (Ergun, 2004)Il distretto di Fatih è una delle più antiche zone di Istanbul e della Turchia, con Fener è una ex area greca , e Balat un ex distretto ebreo. Il quartiere è situato direttamente sul mare, e aveva un legame economico forte soprattutto con l’industria navale. L’industria è dismessa da tempo , e gli abitanti di oggi sono per lo più immigrati dal Mar Nero, i quali sono estremamente poveri. Le case sono in cattive condizioni con troppe persone che vivono in troppo poco spazio e in generale la carenza di infrastrutture. C’è solo un accesso limitato all’acqua corrente, senza riscaldamento, e una piccola assistenza sanitaria pubblica per i residenti. (Williams, 2000). Tuttavia, al fine di sostenere l’abitare e prevenire le case da un decadimento, le Nazioni Unite stanno intervenendo sul quartiere. Attivando un piano di riabilitazione di 7.000.000 Euro che è stato istituito per Fener e Balat al fine di preservare dal degrado il quartiere nel 2003. La Comunità europea, comune Fatih e la Fran-Cais Institut d’Etudes Anatoliennes, dopo la conferenza di Habitat II, 1996 a Istanbul, ha introdotto e impostato l’idea del progetto, al fine di ricreare l’architettura e proteggere la comunità di Fener e Balat.Gli edifici sono stati restaurati , un centro comunitario sarà costruito per sostenere gli abitanti . In totale 200 case saranno restaurate. La gestione del progetto creato attraverso i contratti con i proprietari di case al fine di mantenere gli affitti bassi , inoltre e proibita la vendita delle case restaurate per i prossimi cinque anni. L’idea è buona, tuttavia, ignora la realtà del quartiere. Il progetto è iniziato ed il processo di ripristino e già avvenuto con successo , mentre gli investitori già iniziato a vedere l’area come un nuovo hotspot con la possibilità di attirare gli acquirenti benestanti e cul-turalmente interessati. L’obiettivo di preservare un tradizionale quartiere di Istanbul è ambizioso e onorevole, tuttavia, le implica-zioni sociali e strutturali che vanno con esso sono discutibili. Il quartiere si trova vicino al mare e vicino al centro città e la pulizia della zona ha già portato a interessi per il quartiere. Il mercato immobiliare nella megalopoli crescente di Istanbul è particolarmente stretta, e vecchie case restaurate sono un’altra attrattiva per il mercato immobiliare in forte espansione nel centro della città, e sarà improbabile per la popolazione trovare alloggi a prezzi accessibili nel lungo periodo. Infine, si può sostenere che c’è bisogno di volontà politica e la partecipazione degli stakeholders locali, al fine di migliorare sia le condizioni di vita e di man-tenere i residenti del centro.

NEWCASTLE

Newcastle ha vissuto 30 anni di politiche di rigenerazione e di programmi del Progetto comunitario per lo sviluppo dei primi anni 1970, attraverso il programma Urban, Tyne and Wear Development Corporation, City Challenge, Single Regeneration Budget e New Deal for Communities. Nel West End solo negli ultimi 20 anni £ 500m (a prezzi correnti) è stato speso per iniziative di rigenerazione. Eppure siamo ancora speri-mentando aree significative della povertà e della continua diminuzione.Utilizzando gli indicatori chiave di occupazione, istruzione, salute, abitazione, criminalità e qualità della vita siamo in grado di valutare lo stato attuale delle comunità e identificare le tendenze.Possiamo vedere quelle aree che stanno facendo bene (verde), le aree che necessitano di un sostegno spe-cifico (ambra) e le aree che necessitano di ristrutturazione fondamentali (rosso). La mappa dice solo parte della storia. Nel West End, per esempio, negli ultimi dieci anni il patrimonio abitativo si è ridotto del 26% e vuoti sono ancora alti, attualmente 900. Il settore privato ha smesso di investire nel mercato immobiliare e la Housing Corporation ha posto una moratoria sullo sviluppo di Registered Social Landlords. In una zona con una popolazione di 70.000 il mercato immobiliare è nel migliore dei piatti e nel peggiore dei casi inesi-stente. In alcune aree il crollo del mercato immobiliare ha portato ad una crescita incontrollata del settore privato che fornisce in affitto per le persone che hanno meno scelta in cui vivere.Estese aree della città non hanno accesso ai servizi di base come lo shopping e l’assistenza sanitaria prima-ria. Nel West End non c’è superstore e solo una banca. Il declino è un salasso per le risorse locali e nazio-nali. Nel West End gestione declino pone un costo aggiuntivo annuale relativo alla fornitura di servizi del Consiglio di £ 10m. £ 7m di questo è fornito attraverso il sostegno del governo, tuttavia i restanti 3 milioni di sterline è un peso diretto sulla tassa del Consiglio e contribuenti affitto nel resto della città.Utilizzando gli indicatori chiave di occupazione, istruzione, salute, abitazione, criminalità e qualità della vita siamo in grado di valutare lo stato attuale delle comunità e identificare le tendenze.Going for Growth non è un’opzione, è una necessità il caso di cambiamenti.•40%dellapopolazionehalasciatoilWestEnd-30%nell’EastEnd•QuattrofamiglielascianoScotswoodognisettimana•Soloil6nuovecaseprivatecostruitenell’EastEndnegliultimi10annideclino•GestionedeicostiWestEndConsiglioServizidi£10.000.000perogni10anni•£500milionidipersonespesiperiniziativerigenerantenelWestEndeancoravuolelasciare•Perditadellapopolazionerendeimpraticabilescuole.

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ISOLA ART CENTER

Il centro prende il suo nome dal quartiere Isola a Milano, il luogo dove si sta costituendo. Si tratta di un Centro d’arte contemporanea precario e inedito. È composto da uno spazio espositivo di 1500 metri quadri al secondo piano di una ex-fabbrica di proprietà comunale, parzialmente occupata, chiamata “La Stecca degli artigiani”. L’edificio e i due giardini adiacenti sono al centro di un conflitto tra il quartiere e la giunta comunale, che vorrebbe privatizzare ed eliminare i giardini e la “Stecca”. I programmi urbanistici legati al “Garibaldi-Re-pubblica” prevedono di costruire sull’area delle torri, un’area commerciale e una strada di attraversamento che taglierebbe il quartiere in due. Le associazioni del quartiere invece si impegnano per la riqualificazione dei giardini e dell’edificio con l’obiettivo di salvare la qualità e la quantitá dello spazio pubblico. In questo conflitto la promozione di un progetto alternativo con un Centro d’arte ha rinforzato la posizione del quartiere. Il progetto viene promosso dall’associazione Isola dell’Arte, con l’appoggio di tanti esponenti del mondo dell’arte milanese, italiano ed internazionale, in sintonia con le associazioni del quartiere. L’azione comune ha permesso di evidenziare due problemi della città di Milano: da un lato la mancanza di spazi pubblici per l’arte contemporanea, e dall’altro il rischio della distruzione dello spazio pubblico di quartieri storici. Con la nuova proposta della creazione di un centro per l’arte e la comunità “Isola Art & Community Cen-ter”, il centro d’arte diventa uno strumento per la difesa dello spazio pubblico e dell’identità del quartiere. Nello stesso tempo l’impegno delle associazioni del quartiere aiuta a conquistare e difendere un terreno per la sperimentazione artistica. L’esperienza di Isola Art Center si sviluppa nell’ambito di una situazionepolitica altamente conflittuale. La realizzazione dei piani urbanistici approvati dalla maggioranza del consi-glio comunale di Milano sono stati affidati al gruppo Ligresti e alla multinazionale texana Hines. Se questi piani saranno eseguiti come previsto, le conseguenze per gli abitanti del quartiere Isola saranno semplice-mente disastrose.Tre saranno in particolare gli effetti più negativi: L’impatto ambientale dovuto alla realizzazione di una nuova strada che attraverserà il quartiere e la costru-zione di 120.000 metri cubi, di cui 90.000 sullo spazio dei giardini attuali, che toglieranno l’unico verde di prossimità vitale al quartiere, e aumenteranno in modo smisurato parcheggi, traffico e densità di costru-zioni. L’impatto economico negativo sulla rete dei piccoli negozi del quartiere dovuto alla concorrenza di una grande area commerciale. L’impatto sociale dovuto all’arrivo in quartiere di centinaia di residenti di ceto alto che occuperanno le torri e le case di lusso disegnate da Boeri Studio per i giardini di via Confalonieri. In un’intervista del 2007, la sociologa americana Saskia Sassen ha commentato così i progetti previsti all’Isola:”Troppo dislocamento, troppo potere che spinge i più deboli fuori.”In questo contesto, è da prevedere che il cosiddetto “Incubatore dell’Arte” (o “Stecca nuova”) sempre con-cepito da Boeri Studio, diventerà uno degli strumenti di gentrification, ovvero della trasformazione di un quartiere popolare e misto in un quartiere per ricchi. Questo effetto collaterale “segregativo” a seguito della creazione di musei e spazi per l’arte in quartieri popolari, è stato constatato in tante città in Europa e altrove

ARTISTI CONTRADDIZIONI

Nelle metropoli europee i residenti si battono insieme agli artisti contro la gentrificazione dei loro quartie-ri. Succede praticamente dappertutto. Eppure, i creativi sono sempre più malvisti. Molti di loro, un tempo portabandiera di avanguardie rivoluzionarie, oggi aspirano solo a entrare a far parte dell’establishment. In molte città europee, ormai da decenni i protagonisti della cultura alternativa si installano nei quartieri decadenti e fuori moda, trasformandoli e infondendovi nuova linfa. Spesso i creativi sono all’origine di numerosi progetti di rinnovamento urbano. Sempre alla ricerca di alloggi a buon mercato, di uffici e atelier, gli artisti investono nelle zone che i vecchi residenti si sono affrettati ad abbandonare.Per molto tempo è sembrato che questa tendenza potesse permettere alla critica sociale di sinistra di strin-gere un legame forte con le diverse forme di espressione artistica. In città come Francoforte, Amburgo o Berlino gli artisti si sono difesi da urbanisti ostinati e costruttori senza scrupoli, spesso non senza una buona dose di senso dell’umorismo e di capacità di persuasione. Soprattutto grazie a loro, diversi quartieri un tempo marginali oggi sono particolarmente apprezzati. Dopo la riunificazione della Germania, le occu-pazioni che avevano alla base motivazioni di carattere politico e ideologico sono state sostituite da un altro tipo di squatting, quello degli artisti e dei creativi.

• Creativi contro autonomiPraticamente ovunque si assiste allo stesso fenomeno: a Berlino, Amburgo e Colonia – come anche ad Amsterdam, Copenaghen, Barcellona, Londra, Varsavia e Praga – appena gli artisti scelgono un quartiere dove installarsi ecco che immediatamente fa la sua comparsa uno stuolo di caffè raffinati e di ristoranti alla moda. Subito dopo arrivano i giovani – i ragazzi con la barba di cinque giorni e le ragazze dal look nostalgico-vintage – tutti presi dai loro computer portatili e impegnati a lanciare i loro nuovi “progetti”. Il quartiere ci guadagna immediatamente in termini di attrattiva. Aprono boutique indipendenti e arrivano le gallerie d’arte e gli uffici degli architetti. E il prezzo degli affitti s’impenna rapidamente.Gli artisti e i creativi non sono più i portabandiera di un’avanguardia ribelle ma i primi responsabili della gentrificazione dei quartieri, rappresentanti di una nuova borghesia proprietaria. La tensione in atto rivela la concezione reazionaria degli aggressori, che evidentemente non riescono a tollerare le presenza degli artisti se non quando è funzionale ai loro obiettivi. Diventa inoltre sempre più evidente il profondo cambia-mento nei rapporti tra la creatività e la sensibilità politica. Da molto tempo gli artisti non sono più in lotta contro i valori borghesi. Si sono adattati a un’ epoca nella quale l’economia creativa è un settore in rapida ascesa e sempre più interessante per i grandi investitori.L’osmosi tra creatività e mondo degli affari è evidentissima. L’immagine dell’artista solitario, eremita con-finato ai margini della società, è del tutto superata. Oggi gli artisti di successo presenziano a tutti i party che contano, curano con attenzione le relazioni pubbliche come fossero imprenditori, girano per le mostre di tutto il mondo e prendono l’aereo con la stessa frequenza con cui le persone normali prendono l’autobus. Come per tutte le altre categorie, però, la gloria riguarda solo i pochi fortunati che riescono a sfondare. Il loro successo servirà a ispirare una nuova generazione di epigoni, ragazzi per cui l’arte non è più un’ecce-zione in un percorso professionale precario ma semplicemente un mezzo per affermarsi.

• Se l’artista non ha i soldi per l’affittoEppure l’immagine del creativo-imprenditore corrisponde spesso a un cliché che ha poco a che vedere con la realtà. In città come Amburgo, Colonia o Berlino, considerate le capitali del fermento creativo in Ger-mania, la maggior parte degli artisti ha un reddito medio annuale che li posizione tra gli strati sociali più bassi. Spesso sono proprio loro i primi a dover lasciare i quartieri che hanno contribuito a far rinascere, perché non riescono a star dietro all’aumento degli affitti. Eppure gli artisti e i creativi che, loro malgrado, provocano oggi la gentrificazione dei quartieri sono spesso considerati dall’opinione pubblica come i mag-giori beneficiari di questo sistema.

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POLITICHE DI CONTROLLO FENOMENO

Gentrification è spesso ignorata o scarsamente comprensibile per le autorità pubbliche, che sono felici con la disgregazione sociale che si traduce in quartieri popolari. Inoltre, le politiche per la ristrutturazione di edifici e la riqualificazione degli spazi pubblici - anche in consultazione con i residenti, che sono principal-mente i gentrifiers - opera a favore della loro acquisizione dell’area a spese delle classi lavoratrici.Affrontando il dibattito sulla gentrification dal punto di vista delle politiche si distinguono almeno tre livelli di analisi che riguardano:• Il giudizio sulle responsabilità pubbliche nell’innesco e negli sviluppi del processo, • Il giudizio sugli esiti sociali e spaziali, • Le possibili modalità di intervento nei processi in atto

Zoning inclusionary, Vantaggi di Zonizzazione , Politica e sviluppo.Come giurisdizioni struttura di inclusione zonizzazione (IZ) politiche dipende dalla modelli di sviluppo della comunità, le esigenze dei residenti alloggi a prezzi accessibili, e della fattibilità politica. Infatti, ci sono compromessi tra i diversi componenti di una politica IZ adattandolo alle esigenze locali è il segno distintivo della sua efficacia.• La creazione di redditi misti, Diverse, Comunità Integrata.• In risposta alla crisi Affordable Housing con l’aiuto del settore privato.• Fornire Custodia per una forza lavoro diversificata.• Protezione contro Dislocamento a New investimenti si verifica.

Il programma Going for Growth, adottato dalla città di Newcastle nel 1999, insiste sulla necessità di attrarre popolazioni diversificate e nuovi posti di lavoro nei quartieri centrali in declino attraverso una politica di large-scale housing redevelopment che Dutton (2003) giudica foriera di gentrification per via della sosti-tuzione di council housing con abitazioni private. Casi analoghi sono documentati da Ha (2004) per Seul e da Bounds e Morris (2006) per Sydney. Cameron e Doling (1994) hanno mostrato che simili operazioni di restructuring, nei centri urbani di Birmingham e Newcastle-upon-Tyne, non hanno provocato l’espulsione di residenti a basso reddito dai quartieri vicini, ma neppure hanno arrecato loro i benefici attesi in termini di opportunità di lavoro e di crescita culturale.• Poliche urbane • Controllo• Comunità organizza• Zonizzazione ordinanze• Controllo dei canoni d’affitto • Programmi di residenze d’artista e iniziative educative che collega artisti professionisti con la comuni-

tà, locale scuole e centri di cura. Strategia da applicare conto l’immigrazione• Coesione sociale • Coinvolgimento sociale • Composizione della popolazione • Strutture di vicinato • Atmosfera sociale • Vicinato reputazione • Vivibilità

NOTE 1 : I casi più evidenti di gentrification state-led sono quelli in cui obiettivi di ricambio sociale sono associati a interventi estesi di ristrutturazione urbana. Il programma Going for Growth, adottato dalla città di Newcastle nel 1999, insiste sulla necessità di attrarre po-polazioni diversificate e nuovi posti di lavoro nei quartieri centrali in declino attraverso una politica di large-scale housing redevelopment che Dutton (2003) giudica foriera di gentrification per via della sostituzione di council housing con abitazioni private. Casi analoghi sono documentati da Ha (2004) per Seul e da Bounds e Morris (2006) per Sydney. |

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Occupazione

Istruzione Salute

Abitazione

Criminalità

Qualità della vita

Integrazione sociale

Qualità dell’aria

Page 13: Indagini sociali

CLASSE CREATIVA

In molti paesi europei la classe creativa rappresenta ormai quasi il 30% della forza lavoro ( 30% Olanda ,29%Finlandia, 27% Inghilterra ,26% Irlanda ecc) . Ma la situazione che forse colpisce di più è quella dell’i-talia , che si colloca agli ultimi posti in quasi tutte le dimensioni competitive analizzate .Infatti registra risultati deludenti anche in tema di innovazione industriale e, soprattutto tecnologia. Finlandia nuovo lea-der tecnologico (28%) di brevetti prodotti ( settori come softwere , industria farmaceutica, progettazione aerospaziale, biotecnologie ecc., appena il 13% dei brevetti italiani nasce da questi settori. L’Italia un tempo leader di creatività , che ora stanno perdendo progressivamente terreno sulla scena competitiva europea e mondiale. Sono sempre di più i giovani con buona base scolastica o alto potenziale creativo che lasciano le città di origine per trasferirsi in luoghi più stimolanti (Milano, Londra ,New York ecc.). E simili sposta-menti non riguardano solo le persone , ma anche le imprese. Queste imprese hanno bisogno di centri vivi, dove ci sia forte fermento di idee e talenti , per poter mantenere alti i livelli di innovazione e competitività. I fattori critici per il successo di un paese nell’attuale sistema economico possono essere sintetizzati in quelle che noi chiamiamo “le tre T”: Tecnologia, Talento e Tolleranza. Solo quando tutti e tre i fattori sono bene sviluppati è possibile creare un ambiente dove crescita e innovazione di alimentano vicendevolmente in maniera virtuosa .In Italia ci sono quattro aree prioritarie di intervento:

1) Investire in tecnologia , la ricerca universitaria è il cuore dell’economia creativa .

2) Coltivare la creatività , sotto ogni forma in tutta la popolazione . La creatività sconfigge razze , etnicità, età preferenze sessuali e reddito. Non si può sapere chi sarà il prossimo Giorgio Armani ecc, ma soprat-tutto dove nascerà , non incoraggiare queste doti in tutta la popolazione rappresenta un enorme spreco di potenziale creativo .

3) Alimentare la tolleranza e l’apertura verso il nuovo e i diverso , un sistema semi chiuso come in Italia ostacola e inibisce la creatività e l’imprenditorialità e rallenta la crescita del paese. E’ necessario che l’italia impari a coltivare e apprezzare sempre di più i valori di apertura sociale e di espressione personale , così come di accettazione di diversità culturali, sociali e razziali.

4)Valorizzare le risorse esistenti , infatti l’italia ha un patrimonio enorme da riscoprire , utilizzare e aprire al mondo. Grandi e splendide città come Roma , Venezia, Firenze ricchi di storia , cultura artistica, ambien-tale , alimentare , queste posso attrarre creativi e talenti da tutto il mondo. Quello che queste città devono fare e riscoprire la le loro radici , e dall’altro aprirsi al futuro: ridare vita al centro storico e recuperare le periferie, aprirsi a nuove culture e influenze , e divenire luoghi dove i giovani , i talenti e i creativi di ogni provenienza posso sentirsi stimolati e incoraggiati. Questi punti servono come guida per i leader , i politici , gli economisti e i cittadini italiani perchè possano capire meglio il cambiamento radicale che sta trasformando le loro ragioni, le loro città , i loro stessi figli , capire i loro bisogni e le loro potenzialità .

Note : Una classe è un insieme di individui che hanno interessi comuni e tendono a pensare , sentire e com-portarsi in modo simile , affinità che sono essenzialmente determinate da fattori economici e dal genere di lavoro che quelle persone svolgono per vivere.)

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Nel 2005 gli stranieri residenti a milanosono aumentati del 13,7% rispetto all’anno precedente

Caritas/Migrates, Immigrazione.Dossier statico,2006

Le nazioni più rappresentate fra gli stranieri residenti a Milano son oFilippine (26.633 , pari al 16,4 % )Egitto ( 20.979 , 12,9%) Perù (13.775, 8,5% )Cina (13.095 , 8%) Ecuador (12.339, 7,6% )

Caritas/Migrates, Immigrazione.Dossier statico,2006

Il 90,8% degli stranieriresidenti a Milano ha al massimo 50 anni Istat 2004

A Milano nel 2004 risultavano 26.333 cittadinistranieri minori , pari al 21% del totale dei minori milanesi

Elaborazioni Ismu su dati Comune di Milano, Settore statistica e istat

Nel 2002 nelle scuola materne comunuli milanesi il 25% degli iscitti era straniero

Comuni di Milano, Assessorato all’educazione ; atti del convegno” Di tutti i colori. Accoglienza dei bambini stranieri nella scu ola milanese”,2004

Nelle scuole di Milano, dal 2002 al 2004 , gli alunni stranieri sono cresciutidel 25% ogni anno. Vi sono classi dove gli alunni stranieri sono il 50% della popolazione scolastica

Comuni di Milano, Assessorato all’educazione ; atti del convegno” Di tutti i colori. Accoglienza dei bambini stranieri nella scuola milanese”,2004

Fonte: Cronache dell’abitare Milano

Page 14: Indagini sociali

LE PERSONE CREATIVE VIVONO IN CERTI POSTI

Quando si tratta di scegliere il luogo in cui stabilirsi , lo stile di vita è quasi sempre più importante del tipo di lavoro. Molti raccontano di avere rifiutato delle opportunità di impiego o rinunciato a cercare, se le località dove avevano sede non offrivano lo scenario “diversificato” che volevano: scena musicale, artistica, tecnologica, attività sportive all’aperto e cosi via. Prima si pensava che ci sono posti per fare soldi e altri posti per divertirsi . Oggi la gente si aspetta di più dal posto in cui vive i lavoratori della fascia di elite della città postindustriale pretendono “qualità della vita” e si comportano sempre più come turisti nella propria città. Chi la pensa così sostiene che una corsa o un giro in bicicletta durante un giorno lavorativo lungo diventa un momento saliente e essenziale per svagare. A questo punto i parchi e i sentieri li vuole a portata di mano .La vita notturna diventa importante , e risulta apprezzato l’incontro diretto ( incontri musicali, gallerie d’arte nel quartiere, spazi teatrali . Molti preferiscono i ristoranti aperti e i teatri ,seguiti da pub , club di jazz o tavole caldi , altri ancora i bar , le mega discoteche mentre altri si lamentano degli orari per il trasporto pubblico i quali che sostengono che dovrebbero essere attivi 24 su 24 ed essere più attivi ed efficaci .

INTERAZIONI SOCIALI

Dopo la casa e il lavoro esistevano i terzi posti cioè quei luoghi di incontro , come le tavole calde , le librerie,i caffè dove si poteva interagire su un piano di informalità. In essi le persone passano del tempo solo per il piacere della buona compagnia e di una vivace conversazione. Questi giocano un ruolo chiave nel rendere desiderabile una comunità. Questo perchè le altre due fonti di interazione e di stabilità , la famiglia e il posto di lavoro , sono diventate meno sicure e meno stabili. E’ più facile oggi, che la gente viva sola e cambi spesso lavoro . I terzi posti riempiono un vuoto , fornendo occasione per incontri e interazioni. Per essere desiderabile, il luogo non dev’essere per forza una grande città , ma dev’essere cosmopolita, un posto dove si è certi di trovare un gruppo di pari nel quale ci si senta a proprio agio, e anche altri gruppi che agiscano da stimolo .

CARATTERISTICHE DEI LUOGHI

I luoghi rappresentano un aspetto sempre più importante della nostra identità , mentre lo è sempre meno l’azienda per cui lavoriamo. Città come New York , Parigi o Londra hanno sempre goduto di un prestigio elevato .Chi non viveva li, evidentemente aveva scelto di fare a meno dello status del luogo a favore di quel-lo economico di un impiego ben pagato con una società prestigiosa. Ora invece le persone dicono che per loro è importante andare a vivere in un luogo che conferisca uno status elevato. La qualità’ del luogo ha in generale tre caratteristiche: • Quello che c’è : l’insieme di elementi naturali e di costruzioni; uno scenario propizio all’obiettivo di

una vita creativa .• Chi c’è : persone diverse fra loro , che interagiscono e segnalano che in quella comunità chiunque può

integrare e costruirsi una vita• Ciò che vi succede: L’esuberanza della vita delle strade , la cultura dei caffè , arte , musica e persone che

praticano attività all’aperto. In definitiva la presenza di molte, stimolanti attività creative.

La qualità del luogo offerta da una città può riassumersi quindi in un complesso interrelato di esperienze. Molte di esse, come le scene di strada , sono dinamiche partecipative. Non è necessario esserne solo spetta-tori : si può esserne attori in prima persona. La città consente anche di calibrare le esperienze; di scegliere da soli il mix, di regolare il volume dell’intensità e partecipare alla creazione dell’esperienza piuttosto che limitarsi a consumarla . I luoghi che hanno successo non offrono un’ attrattività sola: ma forniscono un ventaglio di opzioni per persone diverse in diverse fasi della vita. I giovani quando si trasferiscono a New York , vivono in zone come l’East Village, Park Slope, Williamsburg o Hoboken, dove gli affitti sono accessi-bili e dove risiedono molti coetanei, Quando cominciano a guadagnare di più , si spostano nell’Upper West Side o magari a SoHo; poi , col salire del reddito, si trasferiscono nel West Village o nell’Upper East Side.

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A Milano nel 2005 sono stati contati 10 atenei e 22 facoltàche attraggono circa 175.900 studenti universitari, di cui 40.000 sono fuori sede

S.Amato Molinari, E Bernabei. la popolazione universitaria, associazione Meglio Milano , 2005

A Milano nel 2005 il costo di u n posto letto in appertamento nel mercato immobiliare privato per gli studenti era in media 300 euro S.Amato Molinari, E Bernabei. la popolazione universitaria, associazione Meglio Milano , 2005

Page 15: Indagini sociali

INDICE DI VALUTAZIONE

Il bohemian Index , è un indice che censisce scrittori,disegnatori,musicisti,attori registi,pittori e scultori,fotografi e danzatori. Il Bohemian Index rappresenta un perfezionamento rispetto alle tradizionali misurazioni delle attrattive culturali di una regione, perchè prende in considerazione i diretti produttori delle attrattive, utilizzando dati affidabili,tratti da censimento. Il Bohemian Index risulta essere un progno-sticatore di sorprendente efficacia, sia per quanto riguarda il settore higt-tech delle regioni che per la cre-scita complessiva della popolazione e dell’occupazione .Esso è anche un buon prognosticatore per quanto riguarda la crescita demografica e dell’occupazione . La concentrazione di Bohemians nel 1990 si traduce in una concentrazione di imprese high-tech e in crescita demografica e dell’occupazione nel decennio 1990-2000. Questo conferma che le località con un vitale ambiente artistico e culturale sono anche quelle che generano i migliori risultati nell’economia creativa e nello sviluppo economico in generale.

• Crescita demografica : la combinazione di diversità e creatività ottiene di stimolare la crescita demogra-fica. Nè le industrie high-tech né il capitale imano giocano u ruolo chiave. I tre migliori indicatori di crescita demografica fra il 1990 e il 2000 sono il Bohemian Index, il Melting Pot Index e il CDI

• Aumento dell’occupazione : la creatività e il fattore chiave . Come per la crescita demografica, né l’indu-stria high-tech né il talento sembrano avere un peso determinante . Il migliore indicatore dell’aumento della occupazione è il Bohemian Index .

• Grandi regioni: creatività e diversità insieme trascinano sia la crescita demografica che quella dell’occu-pazione nelle grandi città. Il bohemian index è il solo indicatore attendibile per la crescita demografica e dell’occupazione nelle regioni con oltre 2,2 milioni di residenti. Queste regioni dovrebbero mettere in atto strategie per incoraggiare l’aperture alla diversità e investire risorse nello sviluppo di una vivace vita artistica e culturale locale.

• Regioni piccole e medie: per queste regioni l’immigrazione è un fattore di crescita più importante .Il Melting Pot Index è il solo indicatore valido per lo sviluppo demografico . le regioni più piccole do-vrebbero quindi mettere in atto strategie per attirate gli immigrati.

Melting Pot Index: questo indice misura la percentuale relativa di persone nata all’estero residenti nella regione e si basa sull’ U.S Decennal Census Public Use Microdata Sample del 1990. Creativity index : è un indice composito che si basa sui dati del più vicino anno disponibile di quattro indi-ci: Innovation index ( 1999) , High-Tech Index (2000), Gay Index (2000) e creative Class (1999)

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Ristorant i

galleria d’arte

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spazi aperti / incontri musicali

fast food

Esposizione

Atelier

discoteca

Negozi

Biblioteca / libreria

cinema

svago / bici /piste ecc .

museo

Reddito e consumi Medi

Reddito e consumi Alti

Reddito e consumi Alti

bambini

single singl e singl e

coppie

Industriali

con diploma o laurea

spazi teatrali

Club jazz

Page 16: Indagini sociali

BOURDIEU

Pierre Bourdieu e James Coleman usano il termine Bourdieu per spiegare i vantaggi e le opportunità che de-rivano dall’appartenenza ai gruppi, mentre Coleman pone l’accento sui vantaggi che derivano agli individui dai legami sociali. Capitale sociale in calo significa che nella società c’è meno fiducia e meno senso civico.Una comunità sana , dotata di senso civico ,sia essenzialmente per la prosperità. Il deficit di capitale sociale che si sta profilando sconvolge la nostra società in molti aspetti , impoverisce i nostri quartieri , si riper-cuote sulla nostra salute, ci rende felici , danneggia il nostro sistema educativo , minacciando il benessere dei nostri figli, erode le istituzioni democratiche e minaccia le fonti stesse della nostra civiltà. • (Habitus). Termine latino – già utilizzato da Marcel Mauss – con cui è configurato l’insieme delle di-

sposizioni che sono proprie della soggettività umana e che danno luogo sia ai modi d’essere della perso-na che alle abilità individuali. Consiste nel meccanismo interno – cioè nella strutturazione dinamica di schemi, percezioni, modi d’essere, gusto, ecc. Che è proprio di ogni gruppo di individui ed a cui ogni individuo fa ricorso per interagire nella società. E’ il sistema delle disposizioni durevoli: una sorta di “giacimento di capitale culturale” a cui l’agente sociale fa – volontariamente o involontariamente – ri-corso nella vita quotidiana, attribuendosene la paternità, ignorando che è il frutto dell’inculturazione operata – deliberatamente e non – dalle strutture esterne. E’ l’esito incorporato nella soggettività uma-na degli effetti che il potere sociale fa ricadere sulla persona a seguito dell’educazione di base e dell’i-struzione scolastica. Bourdieu spiega che il suo habitus basilare era quello di un bambino il cui padre è stato un postino di provincia, ma l’eccellenza della sua scolarizzazione ha fatto sì che la configurazione iniziale sia mutata in quella attuale, peraltro continuamente coltivata dal suo portatore.

• Capital cultural (Capitale culturale). Riprende da Karl Marx il concetto di “capitale”. Il capitale eco-nomico è riferito alla proprietà dei mezzi di produzione che assicurano l’accumulazione capitalistica e il controllo sociale dei significati del potere sociale; il capitale sociale consiste nella sommatoria delle risorse che la rete sociale rende disponibile a ogni individuo; il capitale culturale, infine, è il complesso delle risorse che hanno significato per le attitudini dell’individuo Tra capitale culturale posseduto e il capitale (scolastico, estetico, sportivo, ecc.) che è acquisito sussiste sempre il problema di verificare qual è il grado del divario in termini di classi sociali storiche. In campo alimentare, per esempio, il gusto dipende dall’idea che ogni classe sociale “si fa” tanto del corpo umano quanto del risultato dell’a-limentazione – forza, salute, forma, bellezza, agilità, ecc. Per tutti il corpo non è una macchina vivente, ma un produttore di segni. Per le classi lavoratrici, fautrici della distinzione tra interno ed esterno ma cultrici dell’interno per l’esterno, il corpo comunica in termini di essere. Per le classi borghesi, invece, che rifiutano la distinzione tra interno ed esterno, tra domestico e pubblico, tra quotidiano e festivo, la comunicazione è in termini di forma, apparenza, stile. Talvolta, però, anche all’interno delle classi medie c’è chi ha un gusto adatto ai propri mezzi e chi ha dei mezzi inadatti al proprio gusto, come accade se si confrontano i professionisti o i dirigenti con gli insegnanti, e ciò è causa di divario tra capitale economico e capitale culturale, anche al di là degli standard di istruzione scolastica ed eredità familiare.

• Strutturazione (Structuration). E’ il processo attraverso cui le strutture sociali acquistano consistenza e forma. Con tale concetto si connette teoricamente l’azione alla struttura sociale, senza far sì che l’una scompaia nell’altra. Occorre adottare uno sguardo bi-focale: da una parte c’è la vita oggettiva, ovvero le strutture; dall’altra, c’è la vita soggettiva, cioè l’opera degli individui. Ciascun individuo è un agente sociale: la sua azione è conforme sia alle cause che sono esterne a lui, sia dalle sue credenze, aspettative, emozioni, interessi, mezzi e previdenze. Strutture oggettive e costruzioni sociali oggettive sono dunque – al pari dei concetti di campo e di habitus – i poli di riferimento. Per spiegare cosa sono i fatti sociali. All’analisi sociologica è chiesto di tener conto di due livelli: uno strutturalista, che invita a guardare alla società patendo dall’esterno e dall’alto per rappresentarne gli standard fisici e le modificazioni sociali; l’altro, costruttivista, volto a considerare la società a partire da ciò che fanno gli individui nella vita quotidiana alla luce delle pratiche espresse dalla soggettività.

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26Fonte : Richard Florida

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INVESTIRE NELLA CREATIVITA’

Nel passato , le imprese e i governi tendevano a fare grandi i investimenti in capitale materiale: nuove mac-chine ,fabbriche,canali,strade,aeroporti e infrastrutture di vario tipo. Tutte iniziative che hanno reso in ter-mini di migliorata efficienza e hanno anche stimolato la domanda e attivato influenti effetti moltiplicatori. Noi dobbiamo distogliere i fondi pubblici e privati dagli investimenti nel capitale materiale e destinarli al capitale creativo. Investire nell’istruzione e nella costruzione della propria professionalità e di gran lunga la scelta migliore e più proficua che si possa fare. E’ nel loro stesso interesse e in quello della società ottenere che imprese , regioni e nazioni facciano altrettanto. Gli stanziamenti pubblici per la ricerca e lo sviluppo , per esempio , sono fra gli investimenti a maggiore rendimento , e forse i soli autentici che il nostro go-verno federale mette in atto (U.S.A). In tutto il paese , stati ed enti locali continuano a riversare miliardi in stadi sportivi, centri congressi , centri turistici e di intrattenimento e in altri progetti di dubbio valore economico. Se si investisse nel capitale creativo ad esempio finanziando la ricerca di nuove biotecnologie e nuovi softwere , oppure nelle arti e nella creatività artistica in generale. Questi investimenti generano sostanziali e duraturi ritorni, perchè calamitano talenti scientifici,tecnici e creativi, attirano imprese da altre zone e ne generano di nuove .Aumentando la base di capitale creativo, essi accrescono la ricchezza e i redditi e creano posti di lavoro per persone di tutte le classi . Quando agli stadi ,sarebbe molto meglio depositare quei soldi su un libretto di risparmio : le spese di quel tipo hanno l’effetto di ridurre la ricchezza netta locale e i redditi.

COESIONE SOCIALE

Nei periodi di trasformazioni economiche le disgregazioni sociali sono un fenomeno naturale. Quando la natura della vecchia economia cambia , le vecchie istituzioni cessano di funzionare : persone e gruppi so-ciali non riescono più a relazionarsi come prima perchè il ruolo è cambiato. La chiave sta nel creare nuovi meccanismi atti a costruire coesione sociale in un’era definita da diversità, alta mobilità , legami deboli e impegni condizionati.Attività come il Rotary club e delle associazioni di bowling sono tra gli strumenti per produrre e misurare un certo tipo di coesione sociale , ma non hanno certo una funzione decisiva. La chiave della coesione so-ciale è la comunità forte, e non le single istituzioni al suo interno. Con lo sfalsarsi dei legami di gruppo , è la stessa comunità che deve fare da collante sociale. La comunità essendo radicata geograficamente,sono le sole entità che rimangono ferme .Quelli stabili forniscono continuità , mentre i nuovi arrivati forniscono la diversità e le interazioni che generano il mix creativo. E passato il tempo in cui una comunità poteva attrar-re e trattenere le persone semplicemente offrendo un lavoro ben pagato, un a casa a prezzo accessibile e un mezzo veloce per andare dal primo alla seconda. Oggi è più facile che venga scelta una comunità se questa offre un ambiente diversificato, desiderabile , autentico e coeso ove vivere e lavorare. A Toronto , creativi di tutti i tipi vivono fianco a fianco con immigrati recenti e gruppi meno ricchi , e i loro figli frequentano tutti la stessa scuola. Le persone ad alto reddito della classe creativa che si trasferiscono in un quartiere caratterizzato da diversità etniche ed economiche non devono dare semplicemente per scontato che la loro presenza possa automaticamente < rivitalizzare > il posto. Non è così ed esempio, per molti lavoratori della classe operaia o di quella dei servizi , perchè di solito succede solo che gli affitti aumentano , che si crei forse qualche posto di lavoro in più , però mal pagato , per camerieri , domestiche a ore e simili. E anche se le classi vivono fisicamente vicine , non si verificano interazioni significative : è come se abitassero mondi diversi.

Fonte : Richard Florida

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AgricolturaManufacturingServiceCreative Class

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2008 Richard Florida www.hosyoucity.com

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ATTORI SOCIALI

La domanda flessibile nel tempo di spazi per l’abitazione , per il lavoro e lo svago richiede il ripensamento delle tipologie abitative tradizionali. A questa mutata domanda si contrappone un’offerta di suolo stabil-mente sotto dimensionati. Per ridurre lo sprawl, ogni occasione di trasformazione di aree poste ai limiti della città è preziosa per densificare , come strumento di sviluppo e controllato. Mixitè sociale , diversifi-cazione degli appartamenti , spazi verdi collettivi patii e tetti verdi concorrono a determinare un alto livello della qualità di vita , insieme all’alta accessibiltà e alla buona localizzazione dell’intervento . abitare la re-sidenza sociale non deve essere una condizione obbligata per la popolazione a basso reddito ma dovrebbe costituire l’occasione, al limite una scelta consapevole , di crescita sociale e scambio interculturale.

CONTRIBUTI SOCIALI • Mantenimento di utenti• Alloggio per gli utenti• Prevenzione di gentrification• Scambi vicini• Aumentare l’interesse per la manutenzione

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Ristoranti

galleria d’arte

boutique

Auditorium

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Esposizione

Atelier

discoteca

Negozi

Biblioteca

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svago

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coppie

Club jazz

come si attiva il processo di interazione attraverso le funzioni?Attività economiche e non

Asilo

Piscina

Sala massaggi

Area istallazioni

Professionisti ecc.

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Studenti ecc.

Reddito e consumi bassi

Reddito e consumi Medi

Reddito e consumi Alti

Pagamento

Gratis

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da 18 a 30 da 30 a 50 da 50 a 65

Parentela Mamma/ Papa’/ Zio_a Nonno_a

casa + riposo

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Studente / Ricercatore.. lavoratore / Pittore... Pensionato / Relax

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Spazio Multi-uso

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Fornitura/accessori

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40 anni 60 anni 75 anni

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da 18 a 30 da 30 a 50 da 50 a 65

Parentela Mamma/ Papa’/ Zio_a Nonno_a

casa + riposo

casa / lavoro

Studente / Ricercatore.. lavoratore / Pittore... Pensionato / Relax

Panoram

Spazio Multi-uso

Parcheggi

tecnologi

Fornitura/accessori

1 Bedroom

Dimensioni T=0

Reddito

Arrivo Ospiti

Basso Alto Medi o

40 anni 60 anni 75 anni

Elasticità

Evoluzione

Flessibilità

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Parcheggio

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Richieste di alloggio

professione

3 Bedrooms

Balcone

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Panorama

casa + riposo

Spazio multi-uso

Giardino Privato

Posto macchina

Parcheggio

tecnologia

Finitura interne

casa / lavoro

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RIFERIMENTI bibliografici

Milano . Cronache dell’Abitare. di multiplicity.lab, Bruno Mondadori, Milano 2007 L’ ascesa della nuova classe creativa. Stile di vita, valori e professionidi Richard Florida

Rigenerazione urbana e ricambio sociale. Gentrification in atto nei quartieri storici italianiAutori e curatori Lidia Diappi

Gentrification e Creatività : quale prospettiva per gli scenari urbani?Ipotesi di ricerca di Dottorato 29-03-2006 di Sandra Annunziata

Cultural industries and cultural policyDavid Hesmondhalgh and Andy C. Pratt

Gentrification in a global context: the new urban colonialism di Rowland Atkinson,Gary Bridge

Titolo: Total Housing: Alternatives to Urban SprawlRedattori: Albert Ferre, Tihamer Salij, Sakamoto Tomoko

Project Japan: Metabolism Talks...studio Oma

Abitare la densità La città delle cooperative di abitantiA cura di Paolo Mazzoleni

MVRDVdi Michele Costanzo

LOCATON & VASSAL

Housing in the 21 st centuryJosep Maria Montaner, Zaida Muxi, David H.Falagan

COLLEGAMENTI ESTERNI

http://www.newgeography.com/content/001657-the-myth-back-city-migration

http://oma.eu/

http://ricerca.uniroma3.it/Pdf

http://www.alejandroaravena.com/obras/vivienda-housing/

http://www.stevenholl.com/

http://www.big.dk/

http://www.njiric.com

http://www.censis.it/

http://www.creativeclass.com

http://www.kokoarch.com/

http://usj.sagepub.com

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Page 26: Indagini sociali

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