il giornalino dei ragazzi della scuola secondaria di primo ... · il giornalino dei ragazzi della...
TRANSCRIPT
Non vedevo l’ora di partire per anda-
re a Londra, ed ecco finalmente che
è arrivato il mercoledì 9 ottobre
2013. Sono partito all’una e un
quarto da casa mia per andare
all’aeroporto “Orio al Serio”.di Berga-
mo. Il viaggio per arrivare a Bergamo
è stato abbastanza lungo; siamo
arrivati alle 15 e 55. Quando siamo
arrivati all’aeroporto ho visto l’aereo
che avrei dovuto prendere, della
Ryanair.
Sono arrivato a Londra alle ore 18 e
cinquanta. Ho preso l’autobus per la
fermata Victoria e quando finalmente
siamo arrivati abbiamo preso il taxi e
siamo arrivati in hotel alle 20:30,
giusto in tempo per dormire.
Il giorno dopo ho consumato una
colazione molto buona; c’era il
bacon, uovo, pane tostato, tè e latte.
Quando abbiamo terminato la cola-
zione siamo andati a visitare il museo
di Madame Tussaud, un palazzo con
le riproduzioni in cera di personaggi
famosi come Rihanna, Hitler, Barack
Obama, Lady Gaga, Hulk Ironman,
Michael Jackson, Bolt e altre perso-
ne. Poi, finita la visita, siamo andati a
pranzo e ho mangiato il famoso “fish
and chips”: era buonissimo. Il secon-
do giorno ho visitato il Parlamento e il
Big Ben, poi sono andato sul London
Eye (la seconda ruota panoramica
più grande del mondo), poi ho preso
l’Underground e poi per ritornare in
hotel ho preso il tipico autobus rosso
a due piano, e poi siamo tornati in
hotel a dormire.
Il terzo giorno siamo andati ad assi-
stere al cambio della guardia, abbia-
mo visitato il Tower Bridge, Carnaby
Street, Camden Town, Piccadilly
Circus, e poi siamo tornati in hotel.
Il giorno dopo siamo partiti per ritor-
nare a casa e sapevo che Londra mi
sarebbe mancata, e infatti..mi man-
ca!
Joisse Maurizio, II A
1/GEOGRAFIA: Il mio viaggio a
Londra
Noi dell’Europea
A.S. 2013/2014, numero 2
Novembre 2013
Il giornalino deI RAGAZZI DElla Scuola Secondaria di Primo Grado “Scuola Media Europea”
Caporedattore:
Prof Daniele Michienzi
Redattori: gli studenti della SME,
1/GEOGRAFIA:Il mio
viaggio a Londra
2/FIABE:Il kiwi e la scuola di
volo
3/IMMAGINA DI:Essere un
indio ai tempi dei
Conquistadores
4/USCITE DIDATTICHE: Una
giornata a Milano!
5/STORIA: La civiltà dei
Maya
6/CRONACA: La storia di
Malala
7/DONNE:Persepolis
Un giorno, un Kiwi
decise di aprire
un'attività com-
mer ciale per
guadagnare un
bel gruzzolo di cocchi (la moneta di
scambio usata nella giungla). Così,
guardando il cielo per decidere che
cosa fare, vide dei gabbiani che
volavano molto in alto e aprì una
scuola di volo. Dopo aver costruito un
campo d'addestramento, si fece
pubblicità in tutta la giungla promet-
tendo risultati eccellenti. La prima
mattina d'apertura il Kiwi si trovò una
fila di gabbiani, corvi, aquile e condor
con i loro piccoli. Il Kiwi ricevette più
di cinquanta iscrizioni e, soddisfatto
per aver ottenuto così tanti cocchi,
pensò: "Questa scuola di volo è stata
una grande idea!" o almeno lo fece
fino a che non dovette istruire i
piccoli uccelli. Il povero Kiwi, non
sapendo volare, concluse la prima
lezione con i piccoli che non avevano
imparato niente e ottenne solo la-
mentele, iscrizioni annullate e dovet-
te perfino pagare i rimborsi.
Allora il Kiwi, al verde, andò a casa e,
come al solito, guardò il cielo per
capire cosa fare. Gli vennero in
mente le parole di suo nonno: "Noi
Kiwi non sappiamo volare, ma sap-
piamo correre benissimo". Allora il
Kiwi trasformò la sua scuola di volo
in un’accademia per corridori, diven-
tò ricco e capì che ognuno deve
dedicarsi a ciò che sa fare meglio.
Carlo Buttazzoni, I A
3/IMMAGINA DI/Essere un indio ai tempi dei Conquistadores
Io sono il principe di una piccola
tribù di indios. Sono coraggioso
e curioso. Una mattina vedo al
largo una strana imbarcazione e
coi miei uomini decido immedia-
tamente di andare a conoscere
chi c’è a bordo. Con le canoe
circondiamo la nave e io e il mio
servo saliamo a bordo. Portiamo
anche preziosi doni in segno di
benvenuto: pollame e pane.
Il capitano mi abbraccia, io però
sono interessato alla nave: non
ho mai visto nulla di simile e vo-
glio capire com’è fatta. Poco
dopo il capitano mi lega a un
palo, mi strappa di dosso lo
scudo e fa capire che mi libererà
solo in cambio di oro. La mia
tribù è formata da poche perso-
ne e al villaggio non abbiamo
molto oro. Tutti hanno portato
sulla nave il poco oro che hanno.
Io mi sento triste, deluso, arrab-
biato, e allo stesso tempo sono
sicuro che i miei sudditi mi aiute-
ranno come io li ho sempre
aiutati e difesi. Quando però
sento la nave muoversi provo
terrore; non so dove mi porteran-
no e quindi se mai potrò rivede-
re il mio popolo. Piango come un
bambino. La nave a un certo
punto si ferma e capisco che
stiamo tornando a riva. Il capita-
no mi libera, mi dà uno strano
strumento e mi fa scendere
dall’imbarcazione. I miei suddi-
ti mi abbracciano felici e io
guardo per l’ultima volta quella
strana imbarcazione.
Paola Crivelli, II A
2/FIABE: Il Kiwi
e la scuola di
volo Anche su Facebook: Pagina “Scuola Media
Europea”
4/USCITE DIDATTICHE: Una giornata a Milano!
A. Pagina 2
PRIMA ALLA SEDE
DEL “CORRIERE
DELLA SERA” IN
VIA SOLFERINO... A me è piaciuto quando hanno parlato degli strilloni, persone che urlando consegnavano le copie dei giornali per venderne di più.
Joisse Maurizio, II A
O quell’edificio ha qualcosa di strano, o è stata veramente la prima uscita didattica in cui non mi sono assolutamente annoia-to.
Martino Saita, II A
Secondo me è stata una gior-nata straordinaria. Mi ha colpito la spiegazione del colore rosa della Gazzetta.
Samuele Cucchi, II A
Lunedì 4 novembre io e tutta la mia scuola siamo andati al “Corriere della Sera”, sede anche della “Gazzetta dello Sport”. Questa uscita mi è piaciuta molto perché siamo stati all’interno della sede del giornale più impor-tante d’Italia. Io ero molto onorato anche per-ché io e mio papà siamo molto appassionati di questi due giornali e tutti i pomeriggi pas-siamo un po’ del nostro tempo a leggerli e a sfogliarli. Siamo entrati anche nella sala più importante di tutta la sede, la sala “Albertini”, dove tutte le mattine alle 11 si trovano tutti i giornalisti più importanti per discutere del giornale. Poi ci hanno portati nella stanza in cui la maggior parte dei giornalisti scrive e infine abbiamo incontrato un grafico molto simpatico di nome Stefano che ci ha fatto ve-dere come si fa a modificare le foto.
Alessandro Amodeo, II A
Prima di arrivare al “Corriere” non ero molto emozionata, ma poi quando ho visitato la sede e ho sentito parlare del lavoro dei giornalisti mi sono subito ap-passionata perché non credevo che questo mestiere fosse così bello, divertente, e allo stesso tempo difficile!
Alessandra Denari, II A
Mi ha colpito quando un grafico ci ha spiegato come si montano le pagine usando Photoshop. È stato molto divertente e alla fi-ne, a sorpresa, ci hanno regala-to la prima pagina del Corriere dove c’era la nostra foto e un articolo intitolato “La scuola me-dia Europea in visita al Corrie-re”. Che emozione!
Carolina Invernizzi, II A
La parte che mi è piaciuta di più è stata quando ci siamo seduti nella sala “Albertini”: io mi sono seduta sulla sedia del Direttore!
Giulia De Giovanni, II A
Abbiamo guardato un filma-to sulla giornata tipo di un giornalista e ho capito che non voglio fare questo lavo-ro. Per me ci sono troppo stress e troppa tensione che, in dosi eccessive, ac-corciano la vita!
Carlo Buttazzoni
Pagina 3 Noi dell’Europea
E POI AL MUSEO
DI SCIENZA
NATURALE!
Al Museo di Scienze Naturali ho impa-rato molto sulle meduse: sono formate per la maggior parte da acqua e, quan-do vengono a conta t t o con qualcos’altro, d’istinto rilasciano un li-quido urticante per protezione. Io pen-savo che lo facessero per attaccare, non per proteggersi!
Laura Oldani Russo I A
Al Museo di Scienze Naturali ho ap-prezzato la spiegazione sugli inverte-brati e sono rimasta molto colpita dai giganteschi granchi giapponesi e dai colori delle conchiglie, degli scarabei e delle farfalle.
Elisabetta Quarti I A
Io adoro viaggiare, in particolare mi piace utilizzare i mezzi di trasporto pubblici. Per recarci a Milano, abbiamo preso un treno a due piani. Non ero mai salito su un treno simile! Dal fine-strino ho osservato la campagna rive-stita dai colori dell’autunno finché sia-mo arrivati a Milano, dove aumentava-no le case e diminuivano le aree verdi. Siamo proprio fortunati a vivere ad Ab-biategrasso e non in una colata di ce-mento come Milano!
Stefano Salemi I A
Al Corriere della Sera ci sia-mo anche divertiti! Un gior-nalista di nome Stefano ha trasformato la fotografia che ha scattato a tutto il gruppo: c’è chi è diventato gemello di qualcun altro, chi è scom-parso, chi è ingrassato e chi, come me, è diventato un elfo.
Laura Dell’Acqua I A
Presso la redazione del Corriere ab-biamo avuto modo di visitare la sala Albertini, dal nome del primo diretto-re. Il tavolo al suo interno è una per-fetta ricostruzione di un tavolo del Times di Londra ora perduto. Qui è presente la prima copia del giornale, senza titoli né immagini. Mi è sem-brata molto monotona rispetto a co-me è oggi il quotidiano!
Federica Grassi, I A
Al Corriere mi ha colpito in particolare la storia di due giornalisti: il coraggio di Walter Tobagi di combattere contro il terrorismo e la vo-glia di lavorare di Maria Gra-zia Cutuli.
Vittoria Lazzaroni I A Alla redazione del Corriere, le guide ci hanno presentato un giornalista cui abbia-mo rivolto una serie di domande, dalla più semplice alla più strampalata, quindi con un video ci hanno mostrato come nasce un giornale.
Mauro Contini I A
La visita al Corriere della Sera è stata interessante, ma la visita al museo della scienza mi ha incuriosita!
Martina Bianchi, I A
La civiltà Maya ha origini molto
antiche: i primi insediamenti si
possono datare al 1500 a.C. ma
nel 300 a.C. si cominciano a
sviluppare le città vere e proprie.
L’impero Maya era situato nella
penisola dello Yucatan. In que-
sto periodo la storia Maya pre-
senta il suo sviluppo più massic-
c i o n e l c a m p o
dell’organizzazione culturale,
politica, tecnologica, culminando
in uno scenario in cui ogni città
aveva contatti con altre per
intrecciare scambi commerciali.
Il mais era il prodotto agricolo
più importante. Il re era la perso-
na più importante perché rap-
presentava la divinità.
Dopo la conquista da parte degli
spagnoli, la popolazione si ridus-
se da 8 milioni a poco più di un
milione. Oggi ci rimangono pochi
resti della civiltà; il più famoso è
il Chichen Itza, nel Messico.
Guglielmo Piqué, II A
6/CRONACA: La storia di Malala
5/STORIA: La civiltà dei Maya
A.S. 2013/2014, numero 2 Pagina 4
M a l a l a Y o u s a f z a i è
un’adolescente come tante, ma
che ha avuto il coraggio di far
valere un diritto che nel Paese in
cui vive non è riconosciuto: il
diritto di studiare.
La sua storia è stata raccontata
a livello mondiale e ha commos-
so molte persone.
Malala frequentava la Khushal
School, fondata da suo padre a
Mingora nella valle dello Swat, in
Pakistan, ed era iscritta alla
nona classe.
Il giorno dell’attentato era il 9
ottobre 2012. Malala, come tutti
i giorni, alla fine delle lezioni
aveva preso il pulmino per torna-
re a casa insieme ai maestri e
alle sue compagne. Era un viag-
gio di soli 5 minuti. I talebani
aspettarono il passaggio del
pulmino lungo la strada e lo
fermarono, fecero scendere tutti
e chiesero chi fosse Malala
Yousafzai, “quella che scrive”.
Nessuno rispose, ma gli sguardi
parlarono per loro; a quel punto
tre spari, in rapida successione,
colpirono la testa della ragazza.
Così iniziò la sua seconda vita in
ospedale, in Inghilterra, dove ha
subito numerosi interventi che le
hanno salvato la vita.
Malala, dopo la sua guarigione,
non si è persa d’animo e ha
fatto della sua storia una rivolu-
zione, che l’ha condotta alle
Nazioni Unite e a scrivere un
libro. Oggi, a soli 16 anni, lotta
per far garantire l’istruzione a
tutte le giovani donne pakistane
e spiega l’importanza e la neces-
sità di cambiare la cultura di un
Paese e le sue leggi.
Malala, che è stata candidata al
Nobel per la pace, rappresenta
tutte le ragazzine di oggi. Ha
dato inizio a un grande cambia-
mento e per questo noi la ringra-
ziamo.
Alessia Indovino, II A
Lo sapevate? Il sito della Scuo-la Media Europea si è rinnova-to e contiene la versione digi-tale dei numeri del giornalino
“Noi dell’Europea”!
Inoltre per i genitori degli alun-ni siamo anche su Facebook (Pagina : “Scuola Media Euro-pea”) con attività, foto e video che illustrano le nostre attività
didattiche.
7/DONNE: Persepolis Marjane Satrapi è una fumetti-
sta e illustratrice iraniana che
vive in Francia ed è anche prota-
gonista di un film (tratto da un
libro a fumetti) che abbiamo
visto a scuola alcune settimane
fa: “Persepolis”. La storia è
questa: Marjane nasce a Rasht
nel 1969 il 22 novembre, e da
bambina è testimone del compli-
cato processo che porterà l’Iran
da una monarchia a una repub-
blica teocratica. Sua madre è la
bisnipote di Nasser-al-Din Shan,
re di Persia, cosa di cui non va
molto orgogliosa e lei stessa
dice che “non c’è niente di ecce-
zionale in tutto ciò”. Nel 1983 i
genitori di Marjane la mandano
a soli 14 anni a Vienna per te-
nerla lontana dalle vicende del
regime che è oppressivo nei
confronti delle donne.
La protagonista trascorre un
lungo periodo in Austria e poi
torna in Iran per frequentare
l’università, e qui conosce Reza,
ragazzo che poi sposerà ma da
cui divorzierà per poi trasferirsi
in Francia nel 1994 a 25 anni.
Marjane ora vive a Parigi;
“Persepolis” è la sua opera più
importante e famosa. Oltre a
disegnare fumetti fa la regista,
l’attrice, e ha anche provato a
cantare. Ecco tutto ciò che so su
Marjane Satrapi.
Il prof. Michienzi ha deciso di
farci vedere “Persepolis” per
parlare della condizione della
donna nei Paesi islamici.. Perse-
polis racconta la storia di Marka-
ne ma anche quella di tutte le
donne che vengono maltrattate
in alcuni di quei Paesi.
Carlotta Paleari, II A