il giornale di villafranca maggio 2012

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Al Bano e la leucemia “Incentiviamo le donazioni di midollo osseo” >proseguimento a pag. 3 Albano Carrisi e Diego Cordioli durante l’incontro con le scuole presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio per sensibilizzare i giovani e non solo al problema della leucemia e per incentivare le donazioni di midollo osseo L’EDITORIALE di Diego Cordioli MAGGIO 2012 Registrazione al Tribunale di Verona n. 1838 NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE DEL COMPRENSORIO VILLAFRANCHESE A PORTATA DI CLICK Modernità significa anche connessio- ne, comunicazio- ne, rete. L’infor- mazione viaggia ormai on line e senza rinunciare alla versione cartacea, al profumo d’inchiostro e di carta stampata che lo contraddistingue, il Giornale di Villafranca spazia anche su internet. Una nuova dimensione che lo ren- de accessibile a livello planetario e che espande le possibilità di lettura, dialogo, confronto, con ogni poten- ziale lettore proveniente da ogni luogo. Contenuti freschi, frizzanti, vi- vaci, sempre aggiornati: seguiteci su http://ilgiornaledivillafranca.com/: sul nostro neonato sito internet po- trete trovare le ultime notizie ap- parse sul nostro giornale e sfogliare l’intera pubblicazione, comodamen- te, dal vostro pc. Per entrare in con- tatto con la nostra realtà editoriale, in uno scenario in cui le intercon- nessioni diventano fondamentali e la digitalizzazione è parte integrante delle nostre vite, cercateci sui Social Network: siamo anche su Facebook e su Twitter. La nostra curiosità, che si traduce in un lavoro giornalistico che indaga sugli avvenimenti, i fatti, i dibattiti che interessano il territorio villafranchese, non conosce limiti e si lancia, quindi, nell’esplorazione del territorio on line. Ci auguriamo che anche il vostro bisogno di conosce- re sia incontenibile e che sapremo intrattenervi ed informarvi, incurio- sendovi e magari stupendovi con le notizie che riusciremo a riportare. L’ospedale che non si farà mai articolo a pag. 4 VIVERE A VILLAFRANCA Premiato il liceo Carlo Anti articolo a pag. 16 SCUOLA & ISTRUZIONE Pasta e lenticchie articolo a pag. 15 GIUSTIZIA & LEGALITA’ Istituto alberghiero Angelo Berti CUCINA articolo a pag. 21 D’Amico: il numero uno Attenzione alle synthetic drugs SPORT SOCIETÀ & DIPENDENZE articolo a pag. 25 articolo a pag. 14 Bar - Pasticceria - Caffetteria C. so Garibaldi, 79 - Villafranca di Verona (VR) tel. 045 2226007 www.pasticcerialadolcevita.com OGNI SABATO MUSICA LIVE CON BUFFET OFFERTO › segue pag. 2 Foto di Gerardo Genito

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Il giornale di Villafranca Maggio "012

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Page 1: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Al Bano e la leucemia“Incentiviamo le donazioni di midollo osseo”

>proseguimento a pag. 3

Albano Carrisi e Diego Cordioli durante l’incontro con le scuole presso il Circolo Ufficiali di Castelvecchio per sensibilizzare i giovani e non solo al problema della leucemia e per incentivare le donazioni di midollo osseo

L’ E D I TO R I A L Edi Diego Cordiol i

MAGGIO 2012Reg is t raz ione a l Tr ibuna le d i Verona n . 1838

N OT I Z I A R I O D I I N F O R M A Z I O N E D E L C O M P R E N S O R I O V I L L A F R A N C H E S E

A PORTATA DI CLICK

Modernità significa anche connessio-ne, comunicazio-ne, rete. L’infor-mazione viaggia

ormai on line e senza rinunciare alla versione cartacea, al profumo d’inchiostro e di carta stampata che lo contraddistingue, il Giornale di Villafranca spazia anche su internet. Una nuova dimensione che lo ren-de accessibile a livello planetario e che espande le possibilità di lettura, dialogo, confronto, con ogni poten-ziale lettore proveniente da ogni luogo. Contenuti freschi, frizzanti, vi-vaci, sempre aggiornati: seguiteci su http://ilgiornaledivillafranca.com/: sul nostro neonato sito internet po-trete trovare le ultime notizie ap-parse sul nostro giornale e sfogliare l’intera pubblicazione, comodamen-te, dal vostro pc. Per entrare in con-tatto con la nostra realtà editoriale, in uno scenario in cui le intercon-nessioni diventano fondamentali e la digitalizzazione è parte integrante delle nostre vite, cercateci sui Social Network: siamo anche su Facebook e su Twitter. La nostra curiosità, che si traduce in un lavoro giornalistico che indaga sugli avvenimenti, i fatti, i dibattiti che interessano il territorio villafranchese, non conosce limiti e si lancia, quindi, nell’esplorazione del territorio on line. Ci auguriamo che anche il vostro bisogno di conosce-re sia incontenibile e che sapremo intrattenervi ed informarvi, incurio-sendovi e magari stupendovi con le notizie che riusciremo a riportare.

L’ospedaleche non si farà mai

articolo a pag. 4

VIVERE A VILLAFRANCA

Premiato il liceoCarlo Anti

articolo a pag. 16

SCUOLA & ISTRUZIONE

Pasta e lenticchie

articolo a pag. 15

GIUSTIZIA & LEGALITA’

Istituto alberghieroAngelo Berti

CUCINA

articolo a pag. 21

D’Amico:il numero uno

Attenzione allesynthetic drugs

SPORT

SOCIETÀ & DIPENDENZE

articolo a pag. 25

articolo a pag. 14

Bar - Pasticceria - Caffetteria

C. so Garibaldi, 79 - Villafranca di Verona (VR)tel. 045 2226007

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Primo Piano 05 122

Venerdì 4 maggio 2012, presso l’Auditorium cittadino, sono sta-te consegnate le borse di studio agli studenti più bravi del Comu-ne di Villafranca di Verona.L’attestazione e la somma in

denaro sono state assegnate agli studenti delle classi terza e quarta superiore con una media dei voti maggiore di 8; agli studenti che hanno superato l’esame di matu-rità con una votazione superiore ad 85; ai laureati con votazione di 110 o 110 e lode; ai laureati con una tesi riguardante il Comune di Villafranca di Verona. Presenti il Sindaco, gli assessori Zamperini, Cordioli, Dall’oca, alcuni consi-glieri, rappresentanti dell’impren-ditoria villafranchese e i Presidi delle scuole superiori. Parole di elogio da tutti e un incoraggia-mento a crescere e sviluppare la cultura come premessa per usci-re dalla crisi e accrescere la par-tecipazione socio-politica alla ge-stione della città e della nazione intera. La cultura pertanto non si taglia ma si accresce e valorizza.

Gli studenti più meritevoli del nostro comune hanno ricevuto una borsa di studio: un incentivo concreto e significativo alla cultura

Borse di studio ai miglioriA cura di Diego Cordioli

Il nostro metro di misura resta però l’uomo, nella sua completezza e fisicità, al di là delle sue proiezioni vir-tuali. Per recuperare questa dimensione fatta di strette di mano, sguardi, presenze fisiche, che purtroppo nella nostra contemporaneità va un po’ sfumando, abbiamo fondato l’associazione Vive-re a Villafranca, un luogo di incontro per i cittadini villa-franchesi. Da questo mese Vivere a Villafranca inizierà il suo percorso culturale/poli-tico e su questo numero po-trete trovare due pagine de-dicate ai grandi temi che in-teressano Villafranca. L’invito è quello ad essere presenti, sempre attenti, partecipativi: sia come lettori, che come internauti, che come cittadi-ni in carne ed ossa. La vo-stra presenza è indispensa-bile per delineare concrete possibilità di cambiamento e per migliorare il panora-ma culturale, politico e so-ciale che coinvolge ciascuno di noi. Un riscatto civico è possibile, far sentire le vo-stre ragioni a chi tiene le re-dini del potere, anche. Il pro-cesso democratico si fonda su decisioni condivise, non permettiamo mai che ven-gano prese dall’alto, senza intervenire per modificarle e adattarle al meglio alla no-stra situazione. Per quanto riguarda l’edizione cartacea del giornale, abbiamo una novità, particolarmente suc-culenta. I ragazzi dell’istituto alberghiero di Verona, l’IPS-SAR Berti, da questo nume-ro collaboreranno con noi, gestendo la rubrica di cucina e introducendo tutte le no-vità del settore. Non più la ricetta che vi abbiamo pre-sentato fino ad oggi, ma uno spazio prelibato, di cultura culinaria. Un altro articolo di rilievo che vi presentia-mo è quello nato in seguito ad un convegno per la lot-ta alle leucemie, con ospite d’onore Albano Carrisi. Un giornale, il nostro, in conti-nua evoluzione, che vi terrà sempre aggiornati: insieme a voi, siamo sempre sul pezzo per creare un dibattito, vir-tuale o reale, sui temi che chiamano in causa tutti noi. L’opinione di ognuno di voi conta e può contribuire ad imprimere un’orma impor-tante sul cammino colletti-vo che ci porta al Paese di domani.

Diego Cordioli

...continua da pag. 1

L’ E D I TO R I A L E

La polizia municipale, nel corso dei ser-vizi di prevenzione e controllo del terri-torio, ha arrestato due persone e seque-strato 78 grammi di marijuana suddivisa in dosi e pronta per essere spacciata. I due arrestati, Annan Cudjoe Theophilus Kwa-me, Ghanese di 23 anni e El Lahhas Mo-hamed, marocchino di 24 anni, sono stati giudicati con rito direttissimo.Nella prima mattina dell’8 maggio, una

pattuglia di agenti su Seg-way (le cosiddet-te bighe) ha notato i due in via Muraglie, in atteggiamento sospetto su di una panchi-na del percorso ciclo-pedonale del parco del Tione. Alla richiesta dei documenti i due si sono dati alla fuga, lasciando sulla

panchina delle buste che poi si è accer-tato contenere lo stupefacente, in parte già pronto per lo smercio ed in parte ancora da imbustare. Inseguiti, i due sono riusciti in un primo momento a dileguarsi, ma la fuga è durata poco, in quanto una delle due pattuglie automontate immedia-tamente allertate li ha intercettati dopo poco in località Paroline e tratti in arresto.Dopo la notte in camera di sicurezza

sono stati immediatamente giudicati dal Tribunale di Verona.Si presume che gli arrestati, entrambi già

noti alle forze dell’ordine e di fatto sen-za fissa dimora, pur essendo residenti nel villafranchese, stessero preparando le dosi

per lo spaccio in zona durante la matti-nata.Dovrà vedersela con la giustizia anche

un marocchino di 37 anni, A.B., anch’esso senza fissa dimora, ma da tempo presen-te nel capoluogo e quindi noto agli agenti della polizia municipale, immortalato dalle telecamere della videosorveglianza men-tre rubava una bicicletta nel parcheggio adiacente alla stazione ferroviaria.I furti di biciclette e lo spaccio minuto

di sostanze stupefacenti sono fenomeni che si intrecciano in un sottobosco fatto di persone, non solo straniere, che vivono di espedienti e sulle quali la polizia munici-pale sta concentrando l’attenzione.

Detenzione di droga per lo spaccio: due arresti e sequestrata sostanza stupefacente. Identificato e denunciato anche un ladro di biciclette

SPACCIATORI E LADRI DI BICICLETTE

di Gianfranco Tumicelli

Page 3: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Primo Piano 3

A cura di Diego Cordioli

I ragazzi sono più disposti ad ascoltare se le parole proven-gono da un volto noto e se magari la voce è la stessa che canta tante delle canzoni che più amano: per questo Albano Carrisi si è reso disponibile a cantare e a discutere con i gio-vani una tematica così delicata, come è la malattia ematologica. Gli studenti che hanno parte-cipato all’incontro provenivano da quegli istituti scolastici che avevano aderito al “Progetto Scuola”, un’iniziativa proposta dall’associazione Le.Viss., nata il 2 Aprile 2011 con l’obiettivo di informare sulla leucemia, sulle donazioni di midollo osseo e di promuovere interventi a soste-gno degli ammalati. Il “Progetto Scuola”, che ha ottenuto la col-laborazione formale dell’Ufficio Scolastico di Verona e i patrocini della Provincia e del Comune di Verona, è stato rivolto agli stu-denti delle quarte e delle quin-te superiori e si è articolato in due fasi. Nella prima i ragazzi hanno letto il libro “Ha ragione Vincenzo” ed in seguito hanno prodotto un elaborato scritto o un disegno sull’argomento. In un secondo momento, hanno assi-stito alla proiezione del film “Il bene oscuro” di Ettore Pascul-li, dopo di che due medici, uno

dell’ematologia e uno del trasfu-sionale, hanno discusso con loro della malattia ematologica, della donazione di Cellule Staminali Emopoietiche e del trapianto, portando anche la testimo-nianza di donatori e riceventi di C.S.E. Su iniziativa della Dr.ssa Anna Lisa Tiberio dell’Ufficio Scolastico Provinciale, il proget-to verrà monitorato anche dal Ministero dell’Istruzione e se i risultati saranno buoni potreb-be diventare un progetto pilota a livello nazionale per la sensibi-lizzazione al dono di C.S.E. L’in-contro con il cantante Al Bano è stato il momento conclusivo di quest’iniziativa, che ha visto il coinvolgimento di 11 Istituti Scolastici di Verona e Provincia e della Scuola degli Allievi Agenti della Polizia di Stato di Peschiera del Garda, per un totale di 1.500 ragazzi incontrati, di cui 50 han-no dato la loro disponibilità ad iscriversi all’ IBMDR (Registro nazionale italiano donatori di midollo osseo). Sei medici si sono confrontati con i giovani sul tema della leucemia e sono state portate cinque testimo-nianze dirette a riguardo. Ci si è avvalsi della collaborazione atti-va di 20 docenti e oltre all’esclu-siva presenza di Al Bano che ha cantato dal vivo, c’è stata anche

l’esibizione di tre gruppi musicali. Il problema che si è cercato di sollevare è quello della donazio-ne di midollo osseo: la disponi-bilità di donatori compatibili è bassa e non tutti i pazienti pos-sono ricevere il trapianto di cui hanno bisogno per continuare a vivere. Se si gode di buona salute e se si ha un’età compresa tra i 18 e i 37 anni è possibile, dopo un prelievo del sangue, iscriversi ai Registri dei donatori di midol-

lo osseo e avere così l’oppor-tunità, se si troverà un paziente compatibile, di salvare una vita umana. La donazione di cellule staminali emopoietiche avverrà in quel caso con un prelievo di sangue midollare oppure le cel-lule staminali potranno essere prelevate dal sangue periferico dopo la stimolazione con un fat-tore di crescita cellulare. L’anno scorso in Italia sono stati esegui-ti 882 trapianti da donatore non

consanguineo ma si stima che la necessità sia almeno del doppio. Trovare un donatore compatibile è molto difficile (la compatibilità è mediamente di 1 su 100.000), per questo serve un gran nume-ro di persone che aderiscano re-gistrandosi nei registri dei dona-tori: la loro disponibilità significa per tanti ammalati la speranza di sopravvivere.

Si ringrazia la dott.ssa Graziella Bazzoni per il materiale gentilmente fornito

Lo scorso 10 maggio al Circolo Ufficiali di Castelvecchio, il cantante Albano Carrisi ha incontrato i ragazzi coinvolti nel “Progetto Scuola” promosso dall’associazione Le. Viss. -Leucemia Vissuta-, per sensibilizzarli su questa malattia e sulla donazione del midollo osseo

Al Bano, i giovani e la leucemia

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05 12Vivere a Villafranca4

Questo è un articolo che parla dell’ospedale, ma non se ne di-scute nel solito modo che sen-tiamo dai politici, dai direttori ULSS, dai ministri della sanità: la situazione viene descritta da un villafranchese doc e queste sono le sue opinioni.Dal regolamento di uno degli

ospedali della nostra provincia leggiamo:Art. 6:Il malato è l’unico centro di

ogni interesse, ricerca, provve-dimento, struttura e organizza-zione dell’ospedale. Ogni altro interesse collettivo, materiale o morale, deve essere subordina-to al bene del malato.Art. 7:Il malato è una persona e

come tale ha diritto alle presta-zioni sanitarie più aggiornate e complete offerte con il rispetto, la premura, lo spirito di servizio che gli sono dovuti per le leggi dell’umana convivenza.Art 8: L’ammalato soffre per la sua

malattia, per la sua solitudine, per la limitazione della sua au-tonomia e necessita pertanto di una comprensione e di una vicinanza particolari. L’ammala-to non è un peso per la società, non è inutile: è stimolo per la società all’esercizio della solida-rietà fraterna dei sani.Questi articoli, che fanno parte

di una normativa che ne com-prende molti altri, dovrebbero essere, ma non lo sono, i primi tre comandamenti della nostra società sia nazionale che villa-franchese e cercherò andando avanti di spiegarvi perché. Nel-la nostra provincia di Vero-na ci sono cinque ospedali ben conosciuti e qualche altro meno noto. Ve li elen-co: quello di San Bonifacio, gli istituti ospedalieri di Ve-

rona (Borgo Roma e Borgo Trento), quelli di Negrar, Bussolengo e Peschiera. Le-gnago è meno conosciuto, come Caprino, Zevio ecc… (molti sono in dismissione). Proviamo a guardare come sono dislocati. Dall’ospedale di San Bonifacio vi sono circa 28 km, di cui 22 a scorrimento veloce, per arriva-re all’ospedale di Borgo Roma; da Borgo Roma a Borgo Trento ci sono più o meno 8 km; da Borgo Trento a Negrar, ci sono circa 11 Km; da Borgo Trento a Bussolengo suppergiù 17 km; da Bussolengo a Peschiera circa 16 km. Ora, la prima cosa che salta all’occhio guardando lo sviluppo della provincia di Verona è che da Est (Venezia) a Ovest (Mila-no) si possono contare diciamo 50 km circa: su questa distanza troviamo ben cinque ospedali tutti sullo stesso parallelo. Se guardiamo la provincia da Nord (Bolzano) a Sud (Modena), che cosa troviamo? O l’ospedale di Negrar defilato a Ovest o uno tra Borgo Roma o Borgo Tren-to per arrivare fino a Legnago; distanza? Buttiamo lì, 90 km cir-ca. Non è certo una distri-

buzione

equa per la popolazione della provincia di Verona. E noi siamo i più penalizzati! Se-conda cosa: sono dislocati sullo stesso parallelo e per spiegarci meglio, se prendete un righello vedrete che sono tutti posti su una linea che va dal senso di Ve-nezia a quello di Milano (Negrar per la verità è posto in alto). A questo proposito introduciamo, per ora, il concetto di “ospedali privati”che avrà grande rilevan-za nel proseguimento dell’arti-colo e tanto per capire meglio la situazione, faremo riferimento a Negrar che è uno di quelli.La definizione di grande

ospedale dal punto di vi-sta popolare è: “Un gran-de ospedale è dove ci sono macchinari nuovi e grandi primari.” La ragione è sem-plice: tutti i dottori vorrebbero avere a disposizione: macchi-nari, sale operatorie ecc… per poter lavorare al meglio per il bene dei malati. I grandi dottori scelgono loro con la loro equi-pe dove lavorare ed ogni loro richiesta sarà quasi sempre sod-disfatta. Per farvi capire fino in fondo come funzionano le cose

nella nostra ULSS, vi illustrerò un caso di cui sono stato mes-so al corrente. Qualche tempo fa un cittadino villafranchese è stato colpito da una grave ma-lattia; chiamata l’ambulanza fu portato al pronto soccorso di Bussolengo dove fu “stabilizza-to”, cioè fu fatto quello che era possibile perché la malattia non progredisse con esito negativo (cioè la morte). Doveva essere ricoverato in una struttura dove le cure avrebbero potuto ripor-tarlo a nuova vita. Un operatore ospedaliero spiegò ai suoi fami-gliari che la nostra ULSS indica-va come obbligatorio il ricovero all’ospedale di Caprino. Le sue osservazioni ai famigliari furono: “se questo paziente viene rico-verato a Caprino come è impo-sto dalla Direzione Sanitaria, le statistiche mostrano che le sue possibilità si salvarsi sono vera-mente poche, se invece viene ricoverato a Negrar ha buone passibilità di riprendersi.” I fami-gliari decisero di loro iniziativa di ricoverarlo a Negrar, anche se l’ospedale di Negrar non vole-va riceverlo; ma quando un pa-ziente in pericolo di vita viene

portato al Pronto Soccorso di qualsiasi ospedale, questo è ob-bligato a ricoverarlo. Ora dopo qualche tempo, questo paziente gode di buona salute.Le considerazioni su questo

caso sono molte e cercheremo di farle insieme:1°) La nostra ULSS ha come

sede Bussolengo e il Pronto Soccorso si trova a Bussolengo; comprende un ospedale “priva-to” (Peschiera) mentre Negrar é a disposizione; il ricovero di un paziente costa, tanto per dare una cifra, 100 Euro. Se il paziente viene portato in que-sti due ospedali “privati” costa all’ULSS 120 Euro. Capite ora perché non veniamo porta-ti in questi ospedali? Perché costano il 20% in più! Ora la vostra vita, quella dei vostri fi-gli, dei vostri genitori non vale il 20% in più! E’ solo questione di soldi! La continua “raziona-lizzazione” serve solo per far risparmiare i soldi all’ULSS. Fa veramente ridere, anzi piangere, tutto questo parlare di chiude-re gli ospedali, di riorganizzare il servizio, di organizzare com-missioni per stabilire dove met-

La nostra neonata associazione, Vivere a Villafranca, ha l’obiettivo di stimolare il dibattito e il confronto tra i cittadini villafranchesi per discutere i problemi, come quello dell’ospedale, che interessano il nostro territorio e cercare soluzioni condivise

L’ospedale che non si farà mai

di Giorgio Negrini

villafranca®

vivere a

Ospedale di San Bonifacio

Page 5: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Vivere a Villafranca 5

tere i parcheggi dell’ospedale, le discussioni riguardo al por-tare il servizio di questo ospe-dale in quell’altro posto ecc…più si parla di riconversione e più si getta fumo negli occhi, a noi che paghiamo: sembra fatto tutto apposta per non mettere al corrente noi villafranchesi di come stanno realmente le cose. I soldi che sono stati elargiti da qualche mese ai dirigenti dell’ULSS per aver “razio-nalizzato” il servizio non sono stati nient’altro che soldi “regalati” a qualcuno per aver tolto denaro a noi che paghiamo le tasse e per non avere nessun servizio in più.2°) Chi abita a Negrar, San Pie-

tro in Cariano, Avesa ecc… ha come ospedale di riferimento Negrar; ditemi un po’, perché mai loro dovrebbero essere di-versi da voi e da me? Loro han-no l’ospedale da 120 Euro e noi villafranchesi abbiamo l’ospeda-le da 100 Euro; non pagano le stesse tasse che paghiamo noi? Sono diversi loro o siamo diver-si noi?3°) Ho domandato a molti

addetti ospedalieri di svariati ospedali se, in caso di bisogno, avessero avuto la necessità di essere ricoverati o a Caprino o a Negrar, cosa avrebbero scelto; non ho avuto nessuna risposta da loro.4°) Con la ricetta del medico

curante se avete bisogno di fare degli esami andate alla cassa di Villafranca e prenotate: lo sape-te meglio di me l’Odissea che bisogna fare per prenotare, ma

soprattutto il tempo e gli spo-stamenti che dovrete fare. Per fare una prova ho provato a pre-notare a Negrar e sapete quale è stata la risposta? Vi dico solo che i tempi di prenotazione di quell’ospedale mi hanno lasciato di stucco!5°) Le amministrazioni co-

munali non hanno nessuna voce in capitolo sulla gestio-ne delle spese di nessuna ULSS. Qualsiasi voce di spe-sa (opere murarie, macchinari ospedalieri, servizi ai pazienti, ecc...) dipende solo dalla Di-rezione Generale dell’ULSS e su questo punto non si deroga. Nessun sindaco può dire nulla.6°) Non cerchiamo di ingan-

narci: l’ospedale di Villafran-ca, prima che andasse a fuo-co, era un piccolo ospedale. I tempi in cui vi lavorava qualche bravo medico erano passati da un pezzo; se avevamo bisogno di subire un intervento non anda-vamo di sicuro nel nostro ospe-dale ma cercavamo di recarci a Peschiera, Verona o da qualche altra parte. 7°) L’ospedale di Villafranca,

prima dell’incendio, non era messo così male per quanto ri-guarda le opere murarie. Mentre l’ospedale di Bussolengo avreb-be veramente bisogno, in mol-te sue parti, di avere strutture murarie nuove. Fino a quando gli ospedali saranno di completa gestione del ramo Sanità Regio-nale e/o Nazionale, con i tempi che corrono, prima si salderan-no i conti pubblici e poi se re-steranno dei soldi saranno spar-titi in migliaia di rivoli, visto che

la nazione ha bisogno di tutto.8°) Se qualche amministra-

tore avesse la compiacenza di spiegare a noi, poveri vil-lafranchesi all’oscuro di tut-to, come stanno veramente le cose avremmo allora la possibilità di capire e non staremmo sempre a lamen-tarci perché le cose non funzionano. Da parte dei po-litici non c’è alcuna vera infor-mazione, perché rischierebbero veramente di prendere, al posto dei soldi della Sanità, le famose due dita negli occhi.9) Non avete constatato che

quando chiedete ai medici di base o ospedalieri cosa pensa-no della vicenda ospedale non rispondono o cambiano argo-mento? Vi sarete domandati il perché di questo comporta-mento, dato che la risposta è proprio quella che vi viene in mente.10°) Tanto per capirci, l’ospe-

dale di San Bonifacio, che visto da dentro e da fuori sembra una cattedrale e lo è, considerati le mura e i macchinari che ha, è stato fatto per una ragione sola: San Bonifacio aveva un santo politico che contava e parec-chio a livello nazionale! Questo santo politico ha operato mol-to bene perché ha portato nel paese tutto quello che si poteva prendere sia a livello regionale che nazionale.11) L’impresa che ha vinto

l’appalto del corpo murario del nostro ospedale è la Bido Co-struzioni di Piove di Sacco; dal giornale Il Mattino di Padova del 12/04/2012, si legge: “Bido Co-

struzioni in crisi: tutti in Cassa integrazione. L’Azienda piovese verso la paralisi dell’attività: li-cenziamenti in vista. Chiesta la Cassa Integrazione per tutti i di-pendenti operai e impiegati”. Vi sembra una notizia che possa in-teressare i villafranchesi? Qual-cuno magari dice di no, perché sono problemi di qualcun altro, ma non pensate che se magari si dovesse arrivare a chiedere un altro bando di concorso i tempi per rifare una trafila del genere diventerebbero annuali? 12°) Per il rilancio dell’econo-

mia, i tagli della spesa pubblica, come proposto dall’attuale go-verno Monti, andranno proprio a colpire questi interventi pro-grammati e mai partiti.13°) Il nuovo regolamento

Socio-Sanitario emanato dalla Regione pochi giorni fa prevede che ogni ospe-dale abbia come minimo 200.000 residenti che gravi-tano su di esso: come si com-porterà la Regione nel distribu-ire i residenti sugli ospedali che abbiamo visto essere dislocati in questo modo nella provincia di Verona? Sarà un bel rebus.14°) Ci sono tante altre cose

che sarebbe interessante espor-re, ma come potete ben vedere lo spazio è limitato.

CONCLUSIONI GENERALIBuona parte di chi legge que-

sto articolo non vedrà mai la fine dell’Odissea che è e sarà il nostro ospedale. Se invece pensassimo di dare una svolta a tutto questo, c’è una strada da seguire che passa attraverso al-

cune soluzioni:- Costruirsi da soli le mura,

come hanno fatto Negrar e Pe-schiera, attraverso un accordo privato-pubblico.- Far eleggere alle prossime

elezioni un unico politico sen-za guardare il colore dei capelli, della maglia che indossa, sia in Regione che a Roma. Gli si chie-derebbe di portare a casa tutto il possibile come si sta facendo sia in Italia che nel resto del mondo.- Farsi dare i soldi che ci spetta-

no dalla Sanità e adoperarli per i macchinari, i servizi ecc… Ne avremmo più che a sufficienza.- Non ci sono altre vie che

possano essere percorse; se qualcuno ha idee diverse che venga qui da noi e ce le espon-ga; saremmo veramente felici di farlo parlare, perché così da-remmo il via a quello che in que-sto momento è necessario più di ogni altra cosa: parlare con i villafranchesi, soprattutto di ciò che non funziona. E ricordiamo che parlare non è mai abbastan-za! Si dice che i villafranchesi parlino soltanto; io scommetto che è venuto per tutti il tempo di agire.- Questo è un invito a tut-

ti: commercianti, imprendito-ri, impiegati, operai, casalinghe, pensionati, studenti, a tutti i vil-lafranchesi insomma; per cam-biare occorre essere uniti, una cosa sola. -Per dimostrare questa

vostra voglia di cambiare le cose, iscrivetevi a VaV, ovvero Vivere a Villafranca: insieme a noi cambierete la nostra città!

villafranca®

vivere a

Ospedale di Negrar “Sacro Cuore”

Page 6: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

05 12Attualità6

Questa associazione in un momen-to socio economico disastroso per la nostra collettività è attiva sia sul piano politico, sia nel sociale, infatti sostiene l’iniziativa di Pasquale Di Maio dell’ Uffi-cio Politiche sulla Disabilità dell’ UGL di Verona. L’iniziativa si intitola “Un mani-festo in meno per un servizio in più”: è

iniziata una raccolta firme per chiedere ai partiti politici di rinunciare al 30% dei loro rispettivi compensi elettorali, per destinarlo a tutti i compartimenti del sociale. Le iniziative che si condivideranno

con l’organizzazione sindacale consi-stono nell’effettuare una partecipazio-ne presso le piazze del nostro comune con un gazebo per la raccolta firme e di creare l’occasione per illustrare come questa iniziativa sia di importanza vitale per riportare i cittadini ad essere i per-sonaggi principali in questa società.Inoltre la nostra associata e fondatrice

dell’associazione Destra In Movimento, Rita Fiore insieme a simpatizzanti ed associati sta realizzando a Verona un nuovo circolo di questa associazione,

che seguirà i principi ispiratori dello statuto e dei suoi associati. Infatti Destra In Movimento è in col-

legamento con altre associazioni come l’Officina Paolo Danieli e Michele Cro-ce che insieme hanno sostenuto Rita Fiore, candidata nella 6° circoscrizione e Michele Croce, candidato eletto con-sigliere per il comune di Verona nella lista Tosi.Altre iniziative sono in progetto, par-

ticolarmente per quanto riguarda il co-mune di Villafranca, dove l’ associazione è attiva in prima persona sul piano po-litico attraverso incontri con altre asso-ciazioni e personalità, per un progetto politico oltre i partiti.L’associazione è in continua evoluzio-

ne, infatti attraverso il proprio blog e

Facebook alimenta discussioni e con-fronti a 360° su molti argomenti di na-tura politica, sociale ed economica.Oggi l’associazione conta parecchi

tesserati in vari comuni e il filo condut-tore di tale aggregazione sono le idee che hanno come denominatore comu-ne la famiglia tradizionale come unico valore aggiunto per una società cristia-na e con valori solidi.Ora il nostro compito è quello di ap-

portare alla politica idee nuove e che abbiano nei giovani una forza trainante per uscire da questo quadro socio eco-nomico, ma soprattutto, siano il collante per una società moderna, democratica e in grado di elevarsi per il bene di tutti.

A Villafranca di Verona l’ associazione Destra In Movimento è una realtà attiva con valori come: la famiglia, il lavoro, i principi cristiani, la patria e il sociale. Rappresenta il valore sociale in movimento

PUBLIREDAZIONALE a cura di Lino Adamo Destra In Movimento - Cultura E Politica Email : [email protected]

Il disagio dei cittadini della frazione di Quaderni in merito al traffico dei mezzi pesanti

Quaderni: KO per il trafficoUna situazione urbanistica in-

sostenibile: i problemi di traffico pesante incombono ormai da diversi anni sulla rete stradale (via Carlo Poma e Via Mazzini) che attraversa il centro del pae-se di Quaderni. In questi ultimi mesi, al già caotico e pericoloso transito di mezzi pesanti (Tir, mezzi speciali e quant’altro) si sono aggiunti camion con ri-morchio che trasportano enor-mi tubi Snam. Questi mezzi attraversano il

cuore del paese di Quaderni, non dando tregua agli abitanti e rendendo la circolazione ri-schiosa e problematica. Servi-rebbero interventi urbanistici seri per ovviare al problema.

L’assessore Francesco Ardui-ni, presentando il Piano lavori 2012/13/14 includeva anche la realizzazione della Circonvalla-zione di Quaderni in tre Stral-ci. Per l’anno 2012 sono previ-sti lavori per 400.000 euro, su un totale di spesa di 6 milioni e 200.000 euro. Conoscere i tempi tecnici per la realizzazio-ne dell’opera non è sufficiente a togliere il disagio ai cittadini di Quaderni; si potrebbe co-munque alleggerirne il peso, nel frattempo, invitando i traspor-tatori dei tubi Snam provenienti da Mozzecane ad utilizzare le circonvallazioni esistenti di Ro-verbella e Valeggio Sul Mincio come alternativa.

A cura di Diego Cordioli

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Page 8: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

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Page 9: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Economia 9

Un maggio iniziato con le ele-zioni in Europa che hanno visto la fine dell’era Sarkozy in Francia, con l’affermazione di Hollande e dei socialisti. Problemi gravi in Grecia con i tradizionali partiti Pasok e Nuova Democrazia che dimezzano i loro voti a vantaggio dell’estrema sinistra e dell’estre-ma destra. Con grande probabilità ad Atene non si riuscirà a formare un nuovo Governo, si rischia di tornare alle urne aumentando l’in-certezza in tutta Europa. In Italia, invece, alle elezioni amministrative i partiti tradizionali perdono con-sensi. Nulla purtroppo è stato fat-to in questi mesi per riformare il sistema partitocratico italiano ma,

al contrario, nuovi scandali accre-scono il malcontento e la sfiducia verso la politica. La speculazione finanziaria continua a mettere a “ferro e fuoco” i mercati. Le no-tizie che vengono dall’economia reale rimangono fortemente ne-gative in termini di consumi, pro-duttività e disoccupazione. Tutti invocano maggiore crescita e Monti, insieme al ministro Giarda, ha deciso di procedere a quei tagli di spesa che in molti chiedono da tempo. E’ la ormai famosa “spen-ding review”, ossia una revisione complessiva della spesa pubblica italiana. La tassazione, che ha rag-giunto livelli insopportabili e che sta stritolando l’economia, deve essere accompagnata da un’effi-cace politica di riorganizzazione di quella spesa pubblica inefficien-te e parassitaria per cui il nostro Paese è tristemente noto in tutta Europa. Le premesse purtroppo sono

poco incoraggianti visto che il Governo non sembra sapere dove intervenire. La spesa aggredibile è di circa 300 miliardi di euro ma il

Governo parla di un intervento intorno ai 4 miliardi di euro. Trop-po poco! Intanto cresce il malcon-tento tra lavoratori ed imprese a causa di un rigorismo che sembra non portare frutti in quanto il de-bito pubblico cresce ogni giorno ed il “mitico” spread è tornato a livelli preoccupanti. Oltre a ciò lo Stato continua a tassare senza ritegno i contribuenti (o suddi-ti?) italiani ma non restituisce agli stessi quanto dovuto. Sto parlan-do di quell’enormità di rimborsi Iva che stanno aspettando moltis-sime aziende in Italia. Sono crediti che le imprese attendono anche da oltre due anni e che le stan-no mettendo in serie difficoltà. Lo Stato pretende che le tasse siano regolarmente pagate nei tempi ri-chiesti ma non si comporta nello stesso modo quando c’è da resti-tuire imposte che si è indebita-mente trattenuto. Per non parlare del fatto che Stato ed enti locali pagano molto spesso in mostruo-so ritardo i propri fornitori. Non si restituiscono i tributi e non si pagano le imprese creditrici. Ri-

tengo giusto contribuire alla col-lettività attraverso il pagamento delle imposte e penso che buona parte della cittadinanza la pensi in questo modo. Al di là di alcu-ne sacche di evasione cronica ed indecente, non credo che la po-polazione non voglia assolvere al proprio dovere, ma mi domando come si fa a convincere la gente che quanto viene pagato, spesso a costo di duri sacrifici, abbia sen-so quando tante risorse vengono sprecate o utilizzate da burocrazie parassitarie.Tre sono le circostanze che pos-

sono spingere a non assolvere a questo obbligo :-la constatazione indiscutibile

che le tasse pagate non vengano spese nell’interesse della comu-nità ma finiscano nelle tasche di burocrazie parastatali;-l’eccesso di tassazione e la

materiale insostenibilità del cari-co tributario;-l’illegittimità di una tassazio-

ne che configura il contribuen-te come evasore fino a prova contraria.

Qualcosa bisognerà fare per evi-tare che la situazione economica e sociale possa esplodere nei pros-simi mesi. Il Presidente della Re-pubblica Luigi Einaudi a proposito delle tasse scriveva: “le imposte devono tornare ad essere certe…senza odiose inquisizioni, senza pericolo di multe improvvise e im-prevedute; poche e semplici, per evitare che il contribuente non riesca più ad orientarsi in mezzo a imposte e tasse di ogni sorta che lo minacciano e lo turbano; stabili-te sui godimenti e non sulla fatica, ossia lo Stato deve aspettare che il cittadino paghi nel momento in cui il reddito l’ha ottenuto e lo consuma…e non punisca colui che lavora mentre lavora e produ-ce; graduate in modo da attenuare le disuguaglianze nella distribuzio-ne delle fortune, senza intaccare l’interesse al risparmio ed agli investimenti.” Parole pronunciate nel primo dopoguerra da un gran-de economista liberale e rimaste per lo più inascoltate. Chissà chi potrà mai raccogliere l’eredità di questi uomini profetici!

La favola della “Spending Review”Dalle elezioni in Francia a quelle locali, dalla crisi della Grecia alle manovre di Monti, dalla “spending review”, una revisione della spesa pubblica italiana, al problema della tassazione

di Cristiano Tabarelli

Page 10: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Aziende 05 1210

PUBLIREDAZIONALE

Quando dobbiamo acquistare un’auto-mobile, oltre al prezzo apposto dal ven-ditore, siamo soliti indagare sulle “qua-lità” del veicolo: consumi, compatibilità con le norme anti inquinamento, tipo di carburante utilizzato, ecc... Praticamente analizziamo il costo globale, consideran-do anche i costi di mantenimento futuri.Perché tutto ciò non avviene quando ci

apprestiamo ad acquistare un immobile?A diritto di cronaca, negli ultimi anni

qualcosa sta cambiando e la normativa ci impone di classificare le abitazioni in base al consumo energetico (classe energetica) ed in base alla dotazione impiantistica (che spesso comporta un risparmio energetico).

COS’E’ L’EFFICIENZA ENERGETICA?L’efficienza energetica di un sistema rap-

presenta la capacità del sistema di sfrutta-re l’energia che gli viene fornita per sod-disfare il cosiddetto fabbisogno, cioè per ottenere il risultato voluto. Minori sono i consumi relativi al soddisfacimento di un determinato fabbisogno, migliore è l’effi-cienza energetica del sistema in questione. In realtà si può parlare di efficienza

energetica riferendosi a sistemi molto diversi: dalle prestazioni di un motore (il caso più noto alla maggior parte delle persone), a quelle di un comparto indu-striale, fino a quelle di un intero paese.Rendere un ambiente “energetica-

mente efficiente” significa trovare il giusto equilibrio tra il binomio involu-cro-impianto, abbassando il più possi-bile il fabbisogno di energia primaria e garantendo elevati livelli di comfort.Si rende quindi necessaria una riduzio-

ne drastica degli sprechi di energia otti-mizzando quella presente e orientandosi verso le cosiddette energie rinnovabili. Percorrendo questa strada si potrebbe

ottenere un duplice vantaggio: da una par-te si risparmierebbe sui combustibili grazie alla riduzione delle perdite (ad esempio con una buona coibentazione delle super-fici esterne delle abitazioni e l’utilizzo di serramenti e vetrate con valori contenuti di trasmittanza termica), dall’altra si rica-verebbe un ritorno economico favorito dall’installazione di tecnologie efficienti che permettano di contenere i consumi sebbe-ne con un costo iniziale superiore (impian-ti domotici, impianti di riscaldamento con caldaie a condensazione, impianti di illu-minazione led e impianti di riscaldamento per irraggiamento a pavimento e parete).Infatti è proprio nelle abitazioni che si regi-

stra un consumo energetico particolarmen-te inefficiente. Per questo motivo recente-mente sono stati introdotti obblighi di cer-tificazione per gli edifici volti a renderli più efficienti, imponendo un controllo periodi-

co delle caldaie e dei sistemi di condiziona-mento dell’aria e inoltre sono state formu-late una serie di disposizioni per gli apparec-chi che consumano energia, come gli elet-trodomestici, per migliorarne l’efficienza. Altro aspetto fondamentale della vita

quotidiana da non trascurare per limitare gli sprechi riguarda certamente il trasporto, che ha costi annuali paragonabili a quelli del-le abitazioni. Con l’utilizzo di autoveicoli e motocicli elettrici, possiamo ridurre i costi e rispettare l’ambiente allo stesso tempo, az-zerando le emissioni di anidride carbonica.Per quanto riguarda le fonti di energia

è opportuno limitare il più possibile le energie convenzionali (combustibili fossili, nucleare) in quanto risultano essere limi-tate (causa impoverimento delle riserve di materiali estratti dal sottosuolo) e sono responsabili dei danni più o meno gravi causati all’ambiente (inquinamento atmo-sferico e idrico, contaminazioni radioat-tive, ecc...). Le fonti rinnovabili di energia (fotovoltaica, eolica, geotermica) invece, hanno la comune caratteristica di essere alimentate da flussi naturali che attraversa-no più o meno costantemente la biosfera,

tali fonti di energia sono considerate per-ciò innocue all’ambiente sia localmente sia globalmente ed hanno una durata “infinita”.

La domanda che ogni buon cittadi-no si pone di fronte alla proposta di adottare misure atte a migliorare l’ef-ficienza energetica della propria abi-tazione è: MA QUANTO MI COSTA? La bacchetta magica non esiste. E’

vero che ottenere un risparmio ener-getico spesso non coincide con un ri-sparmio economico, almeno per tem-pi brevi o medi (fino a 10-15 anni).

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Page 11: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Elezioni comunaliA cura di Diego Cordioli

Sociale 11

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Page 12: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

12 Salute & Sanità 05 12

A cura di Diego Cordioli

MEDICINA GERIATRICA a cura del Dott. Garzotti Dirigente Medico I° livello presso 1^ Geriatria O.C.M. Borgo Trento

Responsabile di Struttura Semplice di Malattie Reumatiche dell’Anziano Specialista in Medicina Interna

Cari lettori, vi ringrazio dell’interesse che riscontro nelle vostre e-mail per l’argomento trattato nel precedente articolo. Come preannunciato, oggi affronteremo il problema “demenza” visto e vissuto dal “caregiver”, termine inglese che definisce il soggetto che sopporta il carico assistenziale dell’ammalato affetto da demenza senile.Allo stato di malattia si accompagna sempre un carico di sofferenza sia per il paziente che per la famiglia, ma credo che solo per la demenza si possa parlare di “malattia famigliare”. Naturalmente mi riferisco a tutte quelle ripercussioni sociali, psicologiche e fisiche che si presentano nella famiglia con un ammalato affetto da demenza e non della possibilità di una trasmissibilità della patologia.Quando il “problema demenza” irrompe nella famiglia questa è coinvolta in modo globale e talvolta drammatico, con pesanti ripercussioni che dovrebbero trovare un supporto e un sostegno da parte delle istituzioni e della società.La demenza porta con sé un lungo percorso di malattia che inizia con un semplice deficit di memoria e

disorientamento temporo-spaziale, fino ad arrivare alla totale non autosufficienza e sindrome da allettamento (trattate nel precedente articolo).Durante questo percorso la famiglia deve affrontare obbligatoriamente una totale ristrutturazione organizzativa che, talvolta, comporta uno sconvolgimento dei ruoli stabilizzati da anni con conseguente stress psicofisico. Ad esempio si potrebbero creare tensioni nel momento in cui mariti e figli si sentono trascurati dalla mamma che deve assistere i nonni; potrebbe essere necessario ricorrere alla messa in aspettativa o all’abbandono del proprio lavoro, oppure riorganizzare gli spazi della casa, i tempi e gli interessi personali, spesso destinati a passare in secondo piano perché assorbiti dal nuovo ruolo di caregiver. Tutto ciò può portare alla slatentizzazione di dinamiche negative interne alla famiglia (vecchi rancori) che ne possono minare l’equilibrio. Bisogna però sottolineare che, per fortuna, si possono innescare anche degli effetti positivi quali il bisogno di conoscere i caratteri della malattia che ha colpito il proprio caro al fine di apprendere le metodiche utili ad affrontarla e di sviluppare quella sensibilità e creatività di approccio al paziente che può avere soltanto chi ha condiviso con il malato la propria vita. Ma chi è il CAREGIVER nella famiglia? Figlie 40%, nuore 18%, mogli 15%, figli maschi 14%, mariti 6%. Come vedete i dati fino ad ora pubblicati sono molto interessanti e rispecchiano l’attuale situazione della

famiglia italiana. Credo tuttavia che gli andamenti demografico, sociale ed economico porteranno tra non molto ad un cambiamento radicale dell’attuale situazione. Non penso di esagerare quando affermo che l’invecchiamento della popolazione, la riduzione della natalità, l’allontanamento dei figli dal nucleo famigliare per necessità di lavoro, la riduzione del “welfare state”, avranno come conseguenza la necessità di rivedere e riprogettare in modo serio tutta la politica sanitaria e sociale di supporto al “problema demenza”. Già in questo momento le famiglie spesso constatano carenze nel sostegno socio sanitario. Provano ostilità e risentimento nei confronti dei servizi assistenziali che mancano di comprensione e considerazione. A tutto ciò si aggiungono una poco tollerabile pesantezza burocratica e l’inaccettabile ritardo nel dare una pronta ed idonea assistenza. All’insorgere della “demenza”, per il caregiver inizia uno smarrimento in cui prevale la negazione del problema seguita dalla comparsa di ansia ed ipercoinvolgimento (si tende a sostituirsi all’ammalato), accompagnata da un senso di colpa per non aver riconosciuto la malattia. Segue poi la rabbia derivante dalla non accettazione del problema fino ad un progressivo aumento di responsabilità e di impegno verso il proprio caro conseguente all’accettazione ed al superamento delle sofferenze psicologiche che sviluppano un nuovo equilibrio personale e famigliare. I disturbi che più frequentemente si

trovano nel caregiver sono la rabbia nei confronti dell’ammalato o dei famigliari, seguita dall’ansia e dalla depressione per un futuro incerto e difficile, sbalzi di umore, insonnia, stanchezza fisica. Il caregiver deve inizialmente informarsi sulle caratteristiche, decorso ed irreversibilità della malattia, ricercare e confrontarsi con associazioni e gruppi dedicati a questo tipo di problema (es. Associazioni Alzheimer; Federazione Alzheimer Italia; AIMA), riconoscere le proprie debolezze e sbagli, ma gratificarsi anche del proprio impegno, cogliendo anche i più piccoli segnali positivi che giungono dall’ammalato. Accettare i propri limiti e chiedere aiuto senza vergogna per evitare di trascurarsi troppo per non arrivare ad un punto di rottura in cui non si sarebbe più utili al proprio caro mentre si sarebbe dannosi per se stessi. Al di là della terapia farmacologica, che naturalmente è di pertinenza del medico, il caregiver può aiutare il proprio caro con semplici azioni quali per esempio la musicoterapica e la Pet Therapy, oppure coinvolgendolo nelle attività quotidiane con l’obiettivo di potenziarne le capacità e di promuoverne l’autonomia e l’indipendenza, stimolandolo a frequentare corsi di ginnastica o attività culturali per sviluppare la psicomotricità e la cognitività.Mi devo fermare qui per motivi di spazio, nel prossimo articolo concluderò l’argomento parlando del costi sociali, ma anche dei benefici che spettano di diritto alla famiglia che accudisce un soggetto affetto da demenza senile.

Cosa succede nella famiglia che deve affrontare il “problema della demenza” ?

Per porre i vostri quesiti, potete scrivete direttamente al Dott. Garzotti alla mail [email protected] o alla redazione del giornale a [email protected]

UROLOGIA a cura del Dott. Pecoraro Primario di Urologia presso l’Ospedale di Isola della Scala Specialista in Urologia

In casi come quello relativo al suo parente l’intervento sia che venga fatto

“con il taglio”, sia che venga eseguito per via endoscopica è controindicato per via dei farmaci che assume. Sono farmaci che hanno lo scopo, detto in parole povere, di “scoagulare” il sangue e quindi qualsiasi intervento chirurgico pone il rischio di emorragia.Vi sono però delle alternative agli interventi sopra citati e che possono creare le premesse perché possa riprendere a urinare spontaneamente. Si tratta di interventi dove il rischio di

sanguinamento praticamente non c’è e che possono essere eseguiti anche con anestesia locale.Una di queste metodiche viene adoperata nel reparto da me diretto e si tratta di un trattamento che usa come fonte di energia la radiofrequenza. Con questa metodica la prostata non viene asportata ma grazie a questo trattamento, nell’arco di un mese circa, si ottiene una riduzione del volume della prostata tale da consentire il

passaggio dell’urina con relativa ripresa della minzione.Certo, difficilmente il flusso sarà come quello che si ottiene dopo l’asportazione della prostata (difatti sono trattamenti alternativi), ma in questo momento lo scopo principale è riuscire a dare la possibilità al suo parente di togliere il catetere e questo si può fare.

Cordiali salutiGiuseppe Pecoraro

Per porre i vostri quesiti, potete scrivere direttamente al Dott. Pecoraro alla mail [email protected] o alla redazione del giornale a [email protected]

Egregio dr Pecoraro,Ho un parente che vive in Abruzzo che ha il catetere da 4 mesi ma non lo possono operare perché ha subito un intervento al cuore e deve prendere dei farmaci per almeno un anno senza interromperli. Ma non sopporta più il catetere. Ci sono altre soluzioni, oltre all’operazione, per la prostata?

V.R. di Castel d’Azzano

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A cura di Diego Cordioli

Salute & Sanità

Una persona con “ipoacusia” di solito alza il volume del televisore, non sente squillare il telefono o il campanello, alza il tono della voce, ripete spesso: “cosa?”, “come?”, “eh?” e fatica a comprendere le parole in ambienti affollati. Oggi, presso il Centro Sordità di Via Mantova 12 sono disponibili nuove tecno-logie che, grazie all’ ulteriore miniaturizza-zione dei componenti, uniscono la capacità di amplificare con più precisione la voce alle dimensioni altamente ridotte. Quasi a scomparsa nell’orecchio.10 ragioni per affidarsi al Centro Sordità:- Insieme a noi, trovi le soluzioni più ido-

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può scegliere una soluzione di pagamento dilazionata, da concordare con l’Audiopro-tesista.Contributo per il rinnovo dell’appa-

recchioIl Centro Sordità di Via Mantova offre un

contributo speciale per l’acquisto a chi ne-cessita o desidera rinnovare gli apparecchi acustici.• Meglio un apparecchio o due?

La risposta viene dal Nomenclatore Tarif-fario nazionale (è l’elenco ufficiale delle pro-tesi e degli ausili tecnici erogabili nell’ambi-to delle A.S.L.). ”La protesizzazione acustica deve essere di norma binaurale, in quanto migliora l’ascolto direzionale, migliora il guadagno acustico, ma soprattutto migliora la discriminazione del parlato in ambiente rumoroso”.Tratto dalla Gazzetta Ufficiale del 27 set-

tembre 1999.• Meglio gli apparecchi in prova o su misura?Centro Sordità propone da sempre la

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chicco di caffè e totalmente a scomparsa nell’orecchio. • E’ facile indossarli?Indossarli è molto semplice e gli Audio-

protesisti di Centro Sordità possono forni-re molti consigli utili.• Dopo la consegna degli apparecchi acustici,

sarò seguito ancora?Centro Sordità, da anni al servizio dei

deboli d’udito, garantisce un servizio di as-sistenza tecnica efficace, e continuativo. I nostri Audioprotesisti sono sempre a di-sposizione per controlli, adattamenti com-puterizzati, verifiche periodiche e aggiorna-menti.

Centro sordità: specialisti dell’uditoChi ha una diminuzione uditiva ha difficoltà soprattutto a sentire i suoni, distinguere le parole e capire la loro provenienza. Questo fenomeno tecnicamente si chiama “ipoacusia”. Presso il Centro Sordità proponiamo soluzioni per curare questo disturbo.

di Matteo Cobelli

Page 14: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

14 Società e Dipendenze 05 12

A cura di Diego Cordioli

Proprio in questi giorni si è registrata l’ennesima giovane vittima della droga. Un ragaz-zo come tanti altri, che in una sera del fine settimana, in di-scoteca, a soli 19 anni, ha visto sfumare la sua giovane vita per aver assunto una sostanza che molto probabilmente conside-rava innocua, pensando quasi certamente di essere immune da qualsiasi rischio. Negli ultimi tre anni, il nume-

ro dei consumatori di sostanze stupefacenti è calato, un mi-lione in meno; sono diminuiti anche i morti per droga, ma il Capo del Dipartimento Politi-che Antidroga, professor Gio-vanni Serpelloni, invita alla cau-tela. “Il fenomeno attira sempre le giovani generazioni ed a loro bisogna volgere la nostra atten-zione in quanto, il più delle vol-te, sono disinformate e quindi estremamente vulnerabili. E’ cambiato fra l’altro il metodo di assunzione, si fa sempre più strada il policonsumo con l’uti-lizzo di una o più sostanze ab-binate all’alcol”.L’allarme, che da più parti vie-

ne lanciato, è quello che riguar-da le nuove droghe, le synthetic drugs, dette “smart drugs”, let-teralmente “droghe furbe”, che di furbo non hanno proprio nulla. Bisognerebbe, pertanto, cambiare la loro denominazio-ne per non lasciare intendere che rappresentano qualcosa di positivo; la loro definizione, in-fatti, parrebbe riguardare qual-cosa di allettante. Si assiste, quindi, alla com-

parsa di sostanze sempre più “specializzate”, specialmente nell’ambito delle amfetamine

e metamfetamine, soprattutto sintetizzando droghe che pro-ducono contemporaneamente vari effetti di tipo eccitante ed allucinatorio. Purtroppo, que-sto tipo di sostanze sono pro-prio quelle che molto spesso vengono utilizzate dagli adole-scenti anche come droghe “ga-teway”, cioè come sostanze che inducono a percorsi evolutivi di dipendenza e che, in qualche caso, causano dei decessi.Il professor Serpelloni così

sintetizza: “sono sostanze psi-coattive di origine sia naturale che sintetica, che producono, fra l’altro, pericolosi effetti per lo più stimolanti del sistema nervoso, presenti in commer-cio sotto forma di bevande, pillole, gocce e profumatori d’ambiente. Si tratta di prodot-ti contenenti un’alta varietà di sostanze (caffeinici contenenti caffeina, taurina, guaranà, thè, cola, ed efedrinici, a base di efe-drina) spesso commercializzati come integratori alimentari per perdere peso o migliorare le prestazioni atletiche; afrodi-siaci contenenti estratti vegeta-li, quali ad esempio la damiana; eco-drugs, sostanze psicoattive di origine naturale, tra cui la più nota è la Salvia divinorum”.Va inoltre ricordato che ha

preso piede, principalmente nei punti di aggregazione giovanili come le discoteche, l’utilizzo del GHB o più semplicemente “droga dello stupro”, sostanza trasparente e inodore che, ag-giunta celatamente alle bibite, provoca all’ignara vittima uno stato di incoscienza tale da fa-cilitare abusi sessuali su giovani donne.Questi prodotti sintetici, che

vengono masticati, inalati, fu-mati, vengono ricavati in labo-ratorio anche utilizzando scarti della ricerca farmacologica e non usati sull’uomo in quanto ritenuti eccessivamente psi-coattivi e tossici. Parliamo di mefedrone, catinoni e di can-nabinoidi sintetici; questi ulti-mi, molto simili alla cannabis ma assai più deleteri, almeno quattro volte di più. Arrivano dalla Cina, vengono rielaborati nei Paesi dell’Est, soprattutto in Romania e Repubblica Ceca, e quindi immessi sul mercato ita-liano e venduti come prodotti naturali.

La loro commercializzazione è estremamente semplice, il loro costo si aggira intorno ai 20/40 Euro a dose, quindi il loro ac-quisto è sicuramente accessibi-le ai più. E’ molto facile reperire queste droghe tramite internet. Sono tantissimi i siti che offro-no sostanze stupefacenti lega-li o illegali, farmaci stimolanti, sedativi di vara natura, droghe definite come “naturali” per occultarne gli effetti negativi. Questa è la modalità di of-

ferta che si è maggiormente sviluppata, probabilmente per la facilità che hanno i giovani nell’utilizzo dei mezzi telemati-ci e per la tranquillità che nu-trono nella salvaguardia dell’a-nonimato tramite l’acquisto in rete che ha prodotto, peraltro, un ingentissimo giro d’affari. Secondo l’Osservatorio Eu-ropeo, sono più di 200 le so-stanze psicoattive vendute per mezzo dei drugstore online la maggior parte dei quali ubicati in Olanda e nel Regno Unito.Un altro dei fenomeni emer-

genti, degno di nota, è costi-

tuito dall’apertura degli smart shop; all’apparenza normalis-simi punti commerciali diffusi su tutto il territorio nazionale, principalmente in Emilia Roma-gna e nel Lazio soprattutto a Roma. In questi negozi, oltre ad ogni tipo di strumento per l’assunzione di varie sostanze psicotrope, si possono facil-mente reperire cannabinoidi sintetici, venduti sotto mentite spoglie di profumatori per am-biente, estremamente tossici i cui effetti sulla persona sono molto simili a quello del THC e anche superiori.Da qualche anno, il DPA ha

attivato dei nuovi strumenti di controllo per queste specifiche droghe attraverso il Sistema di Allerta precoce, collegato ad una rete che ha il compito di raccogliere, ovunque e in tem-po reale, notizie in ordine alla comparsa di nuove sostanze o di nuovi fenomeni d’abuso, pro-cessare le informazioni e met-tere a disposizione delle istitu-zioni gli esiti di tali analisi. Oltre a questo è stato istitu-

ito, sempre su spinta del pro-fessor Serpelloni, uno specifi-co Osservatorio Nazionale in grado di integrare tutti i dati provenienti dalle Amministra-zioni centrali dei vari dicasteri coinvolti, quali il Ministero della Salute, della Giustizia, dell’In-terno, delle Infrastrutture e Trasporti, dell’Istruzione, Uni-versità e Ricerca che contri-buiscono ad una tempestiva e migliore visuale del fenomeno.Proprio grazie al lavoro siner-

gico del Sistema di Allerta e dell’Osservatorio, è stato rag-giunto un importante risultato con l’inserimento delle droghe sintetiche, sino ad oggi indivi-duate, nell’elenco delle sostan-ze stupefacenti e con proprietà psicoattive considerate illegali.Si è aperta così una nuova

strada alla lotta alla droga ed, in particolare, alla lotta alle synthetic drugs e a tutte quel-le attività commerciali, smart shop, in cui queste vengono vendute e per le quali si può connotare, ora, il reato di traf-fico e spaccio.

Attenzione alle synthetic drugsDroghe sempre più specializzate e pericolose, diffuse su internet e vendute in smart shop. A volte disciolte nelle bevande, altre assunte consapevolmente, rappresentano un rischio grave per la salute soprattutto dei più giovani

di Fiorella Calò

Prof. Giovanni SerpelloniPresidenza del Consiglio dei Ministri

Dipartimento Politiche Antidroga

Page 15: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Marco è un bambino di cinque anni che vive con la sua mamma ed il suo papà nel-la città di Verona, all’ultimo piano di un palazzotto di Via San Giovanni in Valle, nei pressi della omonima, antica e bellissima chiesa.Marco frequenta la prima elementare

ma oggi, tempo di Carnevale, la scuoletta è chiusa e lui deve restare a casa con il suo papà, Fabrizio, che da alcuni mesi è rimasto senza lavoro. Mamma Rosa, invece, commessa in un

supermercato di San Giovanni Lupatoto, tornerà a casa solo nel tardo pomeriggio.- “Mi raccomando, Fabrizio, io vado al

lavoro; fai tu da mangiare a Marco. Ti ho preparato sul fornello la pentola con le lenticchie e su un piatto la pasta già pe-sata che devi versare quando la pentola bolle. Ho già messo il sale. Te saré bono?”- “Sì, Rosa, stai tranquilla. Non ho mai

cucinato in vita mia ma me dopero!”. Il mattino trascorre tranquillamente per

Marco, in casa con il suo papà.Sul lato non scritto di fogli di carta già

usati, Marco disegna e colora bellissimi e strani camion, gru, scavatrici, trattori. Infatti il suo sogno è guidare da grande queste enormi macchine, lui che è ancora così piccino.Approfittando del vento, che strana-

mente oggi soffia su Verona, Marco, aiuta-to dal suo papà, ha costruito un semplice aquilone: un rombo di vecchia carta co-lorata tenuto da una decina di metri di spago. Che gioia vederlo alzarsi e volteggiare

allegramente sul terrazzino di casa!Fra giochi e disegni è già mezzogiorno

ed è ora di preparare il pranzo.Papà Fabrizio, diventato improvvisamen-

te nervoso e preoccupato, accende il fuo-co sotto la pentola e vi getta dentro un bel pugno di sale grosso. Dopo un po’, il brodo di lenticchie inizia

a bollire e Fabrizio versa i ditalini rigati che mamma Rosa ha già pesato. Il novel-lo cuoco cronometra scrupolosamente il tempo di cottura e, trascorsi otto minuti esatti, spegne il fuoco.- “Marco, a tavola, è pronto!”- “Che bello papà! Mi piace pasta e len-

ticchie, a scuoletta le maestre ci dicono che fa molto bene!”Prima di portare la pentola a tavola, Fa-

brizio vi immerge un cucchiaio ed assag-gia… - “l’è troppo salà! accidenti! Rosa me lo

aveva detto di averlo già messo il sale e no la se pol magnar! Adesso come fac-cio?” - “Dai papà, mangiamo! Ho fame!”- “Marco, c’è un piccolo problema, un

po’ di pazienza! Mangeremo un po’ più tardi, oggi”.Fabrizio ci pensa un po’ su ed infine

trova una soluzione: con un mestolo tira via quanto più liquido può dalla pentola, quindi la solleva e la mette sotto il rubi-netto dell’acqua, riempiendola di liquido non salato. Accende il fuoco per riscalda-re la minestra, quindi riassaggia. - “Ostrega adesso l’è insulsa! Non sa di

niente. Beh! Basta rimettere un pugno di sale…”.Fabrizio mescola l’intruglio e riassag-

gia… scoprendo che la minestra è di nuo-vo intollerabilmente salata.Marco osserva i tentativi preoccupati di

papà Fabrizio e non capisce quale sia il problema. E’ davvero molto affamato, ma ancora tranquillo perché sa che presto la minestra sarà pronta: fino a quel giorno non è mai rimasto senza pappa.Fabrizio ripete ancora per due volte lo

stesso tentativo e l’identica procedura. Ha una grande voglia di piangere e una gran paura di assaggiare ancora una vol-ta la pasta e lenticchie. Per nascondere a Marco le lacrime che gli bruciano gli oc-chi, sale sul terrazzino e si affaccia a guar-dare il cielo azzurro, le nuvole, i tetti e i campanili di Verona.Dalla strada salgono voci gioiose, canti,

suoni di tamburi e di trombe: è il Baca-nal! Il meraviglioso Carnevale di Verona che sfila… non pochi carri giganteschi con le caricature di uomini di potere, non maschere enigmatiche e misteriose del Settecento, ma una moltitudine infinita di piccoli carri, trionfi di fantasia e spon-taneità, uno per ogni quartiere, frazione, rione della città.Mentre Fabrizio è assorto nei suoi pen-

sieri, una maschera, colpita da una sua lacrima, alza lo sguardo verso di lui. La maschera indossa mantello e cappello a cilindro azzurri ed è circondata da ricche

dame in abiti ottocenteschi e da dignita-ri di corte. E’ il Duca della Pignata, che avanza al canto dei butini (i pignattini) che inneggiano alla memoranda Pignata, in cui il Dio dell’Oro anticamente metteva il brodo.Il Duca vede Fabrizio piangere e gli chie-

de:- “Ma come?! Piansito durante el carne-

val? Perché? Dai, su de corajo che el Duca te aiuta! Dime, dime!”- “Mio figlio ha fame, gli ho preparato

la minestra di lenticchie che a lui piace tanto, ma non son buono a cucinare e no la se pol magnar!”- “Sta chieto omo! Te fè come te digo mì,

el Duca! Ciapa sta me pignata e udaghe dentro la supa e el to amor per il to butin e dighe che stà qua l’è la pignata che el Duca de Santo Stefano el tien de riserva proprio par la supa de lentichie! Dai! Vien a tortela!”.Fabrizio corre giù, prende dalle mani del

Duca la pignatta di terracotta e torna a casa a fare come la maschera gli ha detto. Quindi lui e Marco si mettono a tavola. Dalla pignatta Fabrizio con un mesto-lo riempie il piatto di Marco ed il suo. E

chiude gli occhi, sognando di trovarsi con il figlio in una trattoria della Valpollicella, fra bigoli al ragù, risotto all’Amarone, ar-rosti con la pearà, torta sbrisolona e vino Recioto. La voce di Marco lo riporta alla realtà…- “Papà, questa pasta e lenticchie è squi-

sitissima! E’ la più buona pasta e lentic-chie che ho mai mangiato!”- “Ma ti piace davvero?”- “Sì che mi piace papà, moltissimo! E’

più buona anche di quella di mamma!”Fabrizio è perplesso, ma felice… anche

se non saprà mai se il merito del suo suc-cesso come cuoco sia della pignatta del Duca o dell’amore maldestro con cui ha preparato da mangiare per Marco. La risposta non è importante. Domani sarà l’ultimo giorno di Carneva-

le e forse il Duca si fermerà ancora sotto il terrazzino, magari stavolta per aiutare Fabrizio a trovare un nuovo lavoro. Di certo però suonerà la sveglia quando

sarà ancora buio, Marco aprirà gli occhi e insieme a tutti i bambini del mondo farà sorgere il Sole.

Enrico Buttitta

15Giustizia & Legalità

A cura del Dott. Enrico Buttitta

di Enrico Buttitta

La storia: pasta e lenticchieUn racconto di Enrico Buttitta sui maldestri tentativi culinari di un padre senza lavoro che, durante il Carnevale, è a casa da solo con il figlio Marco e che, malgrado le difficoltà e con un aiuto inaspettato, riesce a rendere felice…

Page 16: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

A ritirare il premio è stato il Dirigente scolastico Claudio Pardini con alcuni docenti e una delegazione di studenti.Tutti gli studenti, i docenti e il

personale ATA sono stati prota-gonisti attivi di scelte innovative ed altamente formative in siner-gia con le famiglie. Il professore Vittorio Peder-

zoli che, insieme alla Federfar-ma, ha consegnato all’Istituto il riconoscimento per aver sostenuto i progetti realizzati dall’Ufficio Interventi Educativi dell’Ufficio scolastico XII di Ve-rona e dagli Enti preposti in ma-teria di Educazione alla Salute, è docente di Economia Politica e di Economia Sanitaria presso la Facoltà di Giurisprudenza di Ve-rona e Presidente del Comitato di Amministrazione della Casa di Cura Polispecialistica dottor Pederzoli S.p.A..L’attenzione a Roma sulla

scuola Carlo Anti è sempre alta perché organizza da un punto di vista logistico l’Expo a Padova e Job Orienta a Verona e numero-se altre fiere espositive.La giusta valorizzazione si è

avuta anche in occasione dell’i-naugurazione ufficiale dell’anno

scolastico al Quirinale a Roma con un collegamento in diretta con studenti e docenti ed auto-rità scolastiche e civili.Di questa scuola a Roma si

parla perché ha abolito l’area fumo. Un evidente segnale di quanto la salute dei ragazzi in crescita sia fondamentale e quanto bisogna informare ed educare i giovani a una promo-zione di stili di vita positivi. Una buona prassi da far conoscere a livello nazionale attraverso i referenti provinciali e regionali.Tutti i giovani hanno il dirit-

to e dovrebbero avere sempre l’opportunità di essere educa-ti in una scuola che promuove la salute. La promozione della salute nelle scuole può con-tribuire in modo significativo all’esperienza educativa di tutti i giovani che in queste scuole vivono e apprendono. Queste scuole sono destinate a produr-re un impatto sostanziale sulla riduzione di patologie, contri-buendo alla salute e al benes-sere della popolazione nel suo complesso.Anche la dottoressa Annalisa

Tiberio, in rappresentanza del MIUR, si è congratulata con chi ha favorito una corretta infor-mazione e ha condiviso questa

iniziativa con una proposta di cambiamento per un’adeguata educazione alla salute.La dottoressa Vecchioni della

Federfarma ha rilevato che è importante continuare a pro-porre percorsi innovativi e fare scelte anche contro corren-te, perché la salute è un bene da tutelare sempre ed in ogni momento della giornata di un ragazzo. Ribadisce con forza i

danni causati a un polmone in crescita dal fumo e ricorda tut-te la varie forme di dipendenza. Che danno può provocare una sigaretta al giorno per un inte-ro anno scolastico e per cinque anni scolastici? Si è discusso an-che di questo e i ragazzi, attenti e interessati, hanno apprezzato la scelta fatta dell’ Istituto Anti di Villafranca sperando che an-che nella loro scuola si arrivi ad

una decisione analoga attraver-so gli organi competenti.E’ stato presentato anche il

decalogo per una buona alimen-tazione e il progetto Androlife, Campagna Nazionale sull’infer-tilità maschile nei giovani. Tante iniziative che mettono

sotto i riflettori lo studente, il suo benessere psico-fisico e la sua salute.

Cari ragazzi, così si conclude questo viaggio che vi ha portato a rendere viva una pagina del libro di storia: oc-casione di scambio di esperienze e riflessioni per meglio compren-dere il 150° Anniversario dell’U-nità d’Italia.Un percorso che si è rivolto al passato per meglio riuscire a farvi capire ed interpretare il presente.Un vero progetto inter-istituzio-nale ma soprattutto inter-gene-razionale poiché i giovani hanno percorso le strade dei “Mille” anche con ultraottantenni, come a sancire un passaggio di testimo-nianze emozionali che il tempo difficilmente riuscirà a cancellare.Si, perché questi adulti, compagni di viaggio, sono stati guide aperte al dialogo basato sulla reciprocità

ed empatia relazionale, persone di un’altra generazione che han-no saputo essere per voi punti di riferimento.Ho compreso il vostro entusia-smo nell’affrontare questa av-ventura al momento della vostra partenza, quando una pagina del vostro libro di storia prendeva vita e come per magia vi siete ri-trovati, dopo un volo speciale, in una delle più belle isole del mon-do: la Sicilia. Non vi siete ritrovati in mille ma c’eravate voi con i vo-stri sogni, le vostre emozioni… Dal mio ufficio, al quinto piano, guardavo il cielo e vi immaginavo ad osservare paesaggi particolari dove gli azzurri del cielo si me-scolano ai verdi della natura, dove il mare fa da sfondo ad un quadro di grandissimo valore: la vita.

E vi pensavo a guardare in lon-tananza quel mare. Voi eravate spettatori di una magnificenza coreografica. Chissà quali pensie-ri affollavano la vostra mente in quella natura ancora così agreste dove il tempo sembrava essersi fermato…Chissà se sentivate le cicale can-tare o il cinguettio degli uccellini tra le voci di persone che vi rac-contavano la vita… e se pensava-te che mai nessuno avrebbe do-vuto deturpare questo spazio… uno spazio che è per persone che sanno vedere, apprezzare, ca-pire che il bello esiste anche in questo angolo di Paradiso, dove i verdi si alternano agli azzurri del cielo che cambia spesso umo-re, dove l’Italia ha preso forma come un quadro dipinto con un

pennello ricco di colori speciali: ideali e valori.Spesso la vita è pa-ragonata a un viaggio ma anche a un libro aperto al futuro che rac-chiude il passato.Sono convinta che da oggi anche voi potrete contribuire a scrivere le pagine più belle di un libro di storia, se sarete cittadini rispet-tosi e responsabili, con un’emo-zione rivolta sempre alla storia. Sicura che saprete contestualiz-zare ai nostri giorni i valori e gli ideali che hanno reso unica la no-stra Italia. Sempre partendo dalla nostra Costituzione e volgendo il vostro sguardo al Tricolore che sventola in tutti i cieli in cui ci ri-troviamo uniti come in un grande abbraccio.

Anna Lisa Tiberio

Scuola & Istruzione 05 1216

A cura della Dott.ssa Anna Lisa Tiberio

di Anna Lisa Tiberio

Premiato il liceo Carlo Anti

Mille… pagine di storia d’Italia

L’Istituto Carlo Anti di Villafranca è stato recentemente premiato dalla Federfarma e dal professor Pederzoli per aver attuato percorsi in linea con le direttive del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca riguardo la salute dei ragazzi

Una lettera ai giovani che hanno commemorato il 150° dell’Unità d’Italia, sulla scia dei “Mille”, in Sicilia

Non si arriva a una metase non per ripartire…e là dove siamo oranon è che una tappadel nostro cammino.Con un pugno di speranza in tascasi può ripartire ogni voltacon la certezza che ogni seraè la promessa di una nuova aurora

Page 17: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

17Giovani

A cura di Diego Cordioli

Il comune di Villafranca di Verona con gli assessorati alle manifestazioni e alle politiche giovanili organizza “Invasioni Sonore”, il primo concorso musicale per band emergenti, una iniziativa volta a promuo-vere il protagonismo giova-nile e a dare spazi ai giovani per esprimersi attraverso la musica.La realizzazione dell’iniziati-

va ha visto la collaborazione e l’impegno dei giovani del Ta-volo Territoriale i quali, riuniti in una apposita commissione, in collaborazione con gli uffici competenti del comune, han-no promosso e co-progettato l’iniziativa.Con questo concorso si

vuole dare la possibilità alle tante band presenti sul ter-ritorio di avere dei luoghi adibiti dove poter eseguire le proprie produzione artisti-che e fare ascoltare la propria musica.Attraverso il linguaggio della

musica si vuole facilitare l’e-spressione e l’aggregazione dei giovani per facilitare lo scambio e l’incontro tra loro e la comunità locale.L’iscrizione al concorso è

gratuita, prevede l’accettazio-ne del regolamento dedicato

e la compilazione dei moduli presenti all’interno del sito dell’Informagiovani: www.informagiovani.comune.villa-franca.vr.it Il concorso offre la possibili-

tà alle band di partecipare ad una delle quattro categorie definite da regolamento e di esibirsi, nel corso di alcune “tappe” estive, su alcuni pal-chi allestiti nel territorio di Villafranca. Le band verran-no valutate da una giuria di esperti i quali decreteranno, assieme al voto del pubbli-co, un punteggio valido per definire a conclusione del concorso i vincitori di ogni categoria che potranno infine esibirsi durante la notte bian-ca di Villafranca di Verona. Le domande di iscrizione

delle band interessate devono pervenire entro e non oltre il

25 maggio 2012 presso il co-mune di Villafranca di Verona.

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi all’Infor-magiovani di Villafranca (tel. 0456300514), all’ Ufficio Po-

litiche Giovanili del Comune di Villafranca (Tel. 0456339182, e-mail:[email protected]) o a Diego Cordioli, tel: 3921881973.

La troppa corruzione e l’ecces-siva distanza cittadino-istituzioni portano a credere che i ragazzi con la politica non solo non vo-gliano avere nulla a che fare, ma che, delusi, tentino anche di evi-tarla e di discuterne il meno pos-sibile.Tuttavia molti giovani, idealisti

secondo alcuni, sono convinti che le cose possano e debbano cambiare. Non si aspettano un miracolo dal cielo: sono invece assolutamente convinti che la partecipazione e l’interessamen-

to di ognuno siano necessari. Nella nostra stessa Villafranca vi sono dei liceali che già da mesi si stanno mobilitando: ogni ve-nerdì i componenti del sindacato studentesco degli Studenti Medi, senza obblighi né di tessere né di adesione ad un partito, si ritrova-no a proporre iniziative ed a com-mentare la situazione attuale del proprio Paese. Il sindacato, laico, antifascista

ed assolutamente contro tutte le mafie, a stampo nazionale e solo da poco nella nostra città, ha quindi ben chiare le proprie idee: difendere e diffondere i diritti degli studenti e della scuola, non attraverso chiacchiere, ma con progetti ed iniziative concrete.Più proposte sono già state rea-

lizzate qui a Villafranca, tra cui due flash mobs con argomento prima il razzismo e poi la Shoa, ed un’as-semblea scolastica sulle attuali ri-forme del governo. Nel mese di maggio inoltre si

sono già tenute tre conferenze nella sala della biblioteca, orga-nizzate in collaborazione con la CGIL: l’ultima sarà il 29 Maggio, dalle ore 17.30 alle ore 19.30 e tratterà il tema del welfare. Ad

accompagnare il tutto, sono sta-ti proposti a favore degli studenti due incontri con l’UDU (Unione degli Universitari).Come si può notare, nelle inizia-

tive un ruolo importante è stato assunto dal dialogo: nei nostri giorni, il lato della partecipazione che più spaventa è la necessità di confrontarsi e di esporsi in prima persona. Sebbene molti siano in-fatti quei ragazzi che alla politica si interessano, i partecipanti ri-mangono un numero limitato. La paura di essere bollati come

“comunisti” o “fascisti”, la consa-

pevolezza delle urla violente usa-te in televisione durante i dibat-titi ed anche il timore di perdere tempo in gruppi che, nonostante gli sforzi e la voglia di fare, hanno poche possibilità di riuscita in una politica così “anziana”, escludono il giovane interessato.Ciò che i cittadini, soprattutto i

giovani, devono davvero capire è che il loro è un ruolo attivo: sia-mo noi a far funzionare il Paese e, se qualcosa non va, la colpa è senza dubbio nostra che non vi poniamo rimedio. Tutto deve partire dalla partecipazione, dalla

consapevolezza che le cose non possono che cambiare e migliora-re: non si tratta di un’impresa con risultati a breve termine, ma, sen-za dubbio, di un nostro dovere. Ognuno dovrebbe quindi, sen-

za timore di critiche, fare mate-rialmente il possibile per rende-re migliore un Paese del quale è semplice parlare male e criticare, ma per cui pochi fanno davvero qualcosa.Ed incitiamo da giovani i giovani,

ma anche gli adulti affinché, con il loro esempio, arrivino dove le nostre parole non riescono.

Per le band: Invasioni Sonore

Giovani in fuga dalla politica

Il comune di Villafranca di Verona organizza “Invasioni Sonore”, il primo concorso musicale per band emergenti, una iniziativa volta a promuovere il protagonismo giovanile e a dare spazi ai giovani per esprimersi attraverso la musica

Vi sarà capitato di sentire che i giovani non si interessino più di politica...di “Rete degli Studenti”

di Luca Zamperini

Page 18: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Monica, il Colonnello Poni e il Signor Sartori mostrano l’oggetto ricordo realizzato per il 3° Stormo nei laboratori della cooperativa Filocontinuo

Lo scorso 11 maggio pres-so il Circolo Ufficiali del 3° Stormo Supporto Operativo di Villafranca è stata inaugu-rata la Mostra d’Arte di tele variopinte, ceramiche colora-te e tecniche miste, realizzate dai ragazzi che frequentano i Centri diurni e le Comunità alloggio dell’Azienda ULSS 22 della Regione Veneto. Le opere esposte testimoniano la crea-tività, la fantasia e la sensibilità dei ragazzi disabili che hanno trovato nell’arte un veicolo di espressione priviliegiato delle loro emozioni. L’evento è stato organizzato

dall’associazione per la pro-mozione degli svantaggiati “Ar-cobaleno”, grazie all’entusia-smo e alla voglia di fare della sua presidentessa, Mariangiola Vantini che da anni organizza iniziative che portano alla luce tutto il coraggio, la dignità e l’energia delle persone diver-samente abili. Non è la prima volta che il Reparto collabora con l’associazione “Arcobale-no”: recentemente aveva ade-rito ad un’altra iniziativa be-nefica, soprattutto allo scopo di diffondere la cultura dell’u-guaglianza e l’abbattimento delle barriere culturali talvolta ancora esistenti nei confron-ti delle persone diversamente

abili. L’apertura ufficiale della mostra, sugellata con l’Inno Nazionale suonato con la fisar-monica da uno dei ragazzi della cooperativa Filocontinuo, Mir-ko, che è anche campione ita-liano di nuoto, è stata presie-duta dal Comandante di Stor-mo e Presidio Aeronautico di Verona Colonnello Roberto Poni, alla presenza del Procu-ratore Capo della Repubblica di Verona Dottor Mario Giulio Schinaia, particolarmente vici-no all’associazione, di altre nu-merose autorità militari e civili, nonché di decine di ragazzi che hanno realizzato i lavori pitto-rici e artistici e che di fatto sono stati i “veri” protagonisti della giornata.Con l’occasione, inoltre, la

Calotta del 3° Stormo ha con-segnato alla fondatrice e pre-sidente dell’associazione “Ar-cobaleno” Mariangiola Vantini un contributo che servirà a portare a termine un progetto curato dalla cooperativa Filo-continuo, presieduta dal Signor Marco Sartori. La mostra sarà ospitata dalle strutture del 3° Stormo di via San Giovanni della Paglia fino al 31 maggio. Un’esposizione da vedere, per guardare la realtà con occhi di-versi, meno miopi e più attenti e sensibili al sociale.

Aeronautica, arte e disabiliLe opere esposte negli spazi del 3° Stormo, sono state realizzate dai ragazzi disabili e raccolte in una mostra organizzata dall’associazione Arcobaleno

Il Dottor Schinaia ed il Colonnello Poni all’intero dei locali del Circolo Ufficiali di Villafranca dove è stata allestita la mostra

A cura di Diego Cordioli

Arte 05 1218

A cura di Diego Cordioli

Page 19: Il giornale di Villafranca Maggio 2012

Musica 19

A cura di Francesco Bommartini

MUSIC CORNER in collaborazione con www.artcorner.it

26 maggio – Overfall + Bleeding Hate + Rising Madness a Il Blocco (San Giovanni Lupatoto)

27 maggio - Tregnago Rock Contest all’Auditorium (Tregnago)

31 maggio - Moto Armonico al Baricentro (San Martino Buonalbergo)

2 giugno - Skorbutiks + A war cry + Liquid Darkness all’Aerosol (Salò)

2 giugno - Ska Fest a Sala Polifunzionale (Caselle di Sommacampagna)

8 e 9 giugno - Sound Vito in piazza Madonna della Pace (Legnago)

9 giugno - Joyless Jokers + Jack the lad a Il Blocco (San Giovanni Lupatoto)

23 giugno - Morenic Music Festival con Manuels a Castellaro Lagusello (Mn)

23 giugno - Molotov Cocktail + Punk in progress a Il Blocco (San Giovanni Lupatoto)

Tornano i festival nel veronese. A Tregnago, il 27 maggio, si esibiranno una decina di band in contemporanea alla fiera del disco e del vinile. Il 2 giugno tornerà lo Ska Fest con il concerto di The Hypergroovers e La Corte Dei Folli. La settimana successiva sono attese band di primo piano al SoundVito: l’8 giugno il fiore all’occhiello saranno I Mojomatics, il 9 i Bud Spencer Blues Explosion. A Villafranca per le band emergenti grande opportunità con il concorso Invasioni Sonore. Tra i molti locali che a breve chiuderanno la stagione per lasciare il posto al caldo estivo ci sono: Il Blocco, Porky’s, Ai Portici, Baricentro…

Dopo l’entusiasmante sera-ta tenutasi venerdì 2 marzo al Blocco Musichall di San Gio-vanni Lupatoto, per la finale della seconda edizione del con-test, torna il concorso “Time is running out”. È già online nella pagina www.facebook.com/ti-rocontest il form da compilare per pre-iscriversi. Il concorso partirà ad ottobre. Ogni sera suoneranno 3 band. I premi in palio saranno: la registrazione di un demo al TransEuropa studio

di Torino (dove hanno registrato Punkreas, Caparezza, Subsonica), 12 ore di lezione a componente sul programma di registrazione Logic al Csm e un pacchetto promozione con ufficio stampa-servizio fotografico e web-pro-motion. Oltre al TransEuropa e al Csm anche Zecchini è tra gli sponsor. Sulla pagina Facebook tirocontest è possibile visionare le fotografie ed ascoltare i brani suonati nella finale dello scorso anno e sarà possibile vedere il nuovo materiale, per la prossi-ma edizione. Guglielmo Arrigoni, uno dei giudici e organizzatori,

dice: “Ci sono tante band che meritano di salire alla ribalta. L’anno prossimo sicuramente ci saranno alcune novità inte-ressanti. Contiamo di rendere il contest sempre più coinvolgen-te ed interattivo”. Anche il foto-grafo Mattia Brunelli concorda: “La seconda edizione ha visto salire sul podio, nell’ordine, Blu-mige, Legs of lamb e A war cry. Siamo orgogliosi di averli pre-miati, così come lo siamo di aver ospitato tutte le altre band che hanno suonato in un bel posto, davanti a molta gente e potendo avere mp3 dell’esibizione e fo-

tografie”. La prima edizione del concorso era stata vinta da Cafè Desordre seguiti dagli sciolti Gin Lane e dagli Ed Era. I giudici quest’anno contano di arricchi-

re la proposta con videorecen-sioni e altre novità. Tutte le band che propongono musica emer-gente sono invitate ad iscriversi.

Iscrizioni aperte: Tiro ContestLa manifestazione organizzata da tre villafranchesi si terrà a Il Blocco di San Giovanni Lupatoto. Possono iscriversi band musicali che propongono musica originale che potranno aggiudicarsi splendidi premi. Si tratta della terza edizione

di Francesco Bommartini

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di Elisa Zanola

Il convento dei Frati Cappuccini si trova nei pressi del Castello Scali-gero; la chiesa, dedicata a San Giu-seppe, venne consacrata nel 1838, come riporta anche una lapide sull’ingresso e dopo numerose tra-sformazioni, fu demolita nel 1971, ricostruita nel 1972, su progetto dell’arch. Luciano Foroni e ricon-sacrata nel 1988. Nel 1957 accan-to al convento venne costruito il Seminario Serafico, i cui spazi sono stati in seguito dedicati ad altri usi. Ci addentriamo ora all’ interno del convento, riportando alla luce le meraviglie che custodisce. Tra queste, un altare ligneo che risale all’inizio del XIX secolo e su cui

sono dipinte immagini a tempera. La sua provenienza è sconosciuta; l’altare, di gusto neoclassico, pre-senta in alto e ai lati delle raffigu-razioni, allegorie delle Virtù Teolo-gali. Il pannello centrale è assente e probabilmente rappresentava la SS. Trinità. Venendo ai dipinti, ne troviamo uno del XVII secolo, di artista anonimo, che raffigura San Giovanni Evangelista nell’isola di Patmos. Spiccati i giochi di luce ed i chiaroscuri di natura tardo-cara-vaggesca e di ispirazione barocca. Il santo rivolge lo sguardo, estasiato, in alto e ai suoi piedi si trova l’a-quila, simbolo del santo. Un altro quadro ritrae San Francesco di Paola in adorazione del crocifisso; risale al XVIII secolo e anche in questo caso non si sa chi l’abbia

realizzato. San Francesco, nel saio, ammira un crocifisso che tiene in mano; è circondato da angeli e uno di loro, a sinistra, osserva il santo e tiene un ovale con la scritta Chari-tas, emblema di San Francesco. Un altro tesoro pittorico è il Cristo crocifisso, opera probabilmente di un pittore padano del XVII secolo. Cielo e paesaggio sullo sfondo si presentano molto cupi ed in pri-mo piano si trova la figura croci-fissa del Cristo, con il capo reclino a sinistra. L’opera è probabilmente ispirata a quelle di Guido Reni. Un bel San Gerolamo del XVII secolo è opera di un pittore veneto della cerchia di Palma il Giovane; si trova nel coro della chiesa ed era stato erroneamente attribuito al pittore Antonio Corte. Sempre di un pit-

tore veneto tra gli allievi di Palma il Giovane è la tela de La Maddale-na, del XVII secolo. La Maddalena appare penitente, figura terrena, densa di carica emotiva; quest’o-pera fa pendant con quella prece-dente di San Girolamo. Di partico-lare interesse, il Cristo consegna le chiavi a San Pietro, olio su tela di un pittore veneto del XVIII se-colo. La composizione è grandiosa ed accanto ad un Cristo in piedi troviamo San Pietro in ginocchio; sullo sfondo un elemento architet-tonico e la vista di un paesaggio. Una Madonna col bambino e i SS. Antonio e Giuseppe è attribuita ad un ignoto pittore veronese del XVIII secolo. Maria ha tra le mani Gesù bambino che regge dei gigli mentre lei sorride a Sant’Antonio

che si trova in ginocchio; la Ma-donna è affiancata da Giuseppe ed in alto sulla sinistra spiccano due volti d’angelo. Un’Ultima cena del XVIII secolo è opera di un pitto-re della cerchia di Giambettino Cignaroli. Questo dipinto è domi-nato da chiaroscuri e preziosi gio-chi di luce ed ombra; i personaggi sono avvolti in un’atmosfera quasi surreale e Cristo si protende per offrire ad un apostolo un boccone di pane. Sullo sfondo si intravede la luna ed un paesaggio notturno, mentre sulla sinistra un apostolo in particolare attira l’attenzione, guardando verso l’alto con occhi ispirati. Tutti questi dipinti rappre-sentano preziosi tesori artistici dall’indubbia bellezza, che aspetta-no solo di essere ammirati.

Nei precedenti numeri vi abbiamo già parlato della storia dell’apostolato dei Frati Cappuccini a Villafranca e della nascita del convento e della chiesa; adesso entreremo all’interno del convento, per ammirarne le opere d’arte più belle e significative

I dipinti del Convento dei fratiA cura di Diego Cordioli

I Tesori di Villafranca 05 1220

A cura di Elisa Zanola

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Cucina 21

Nell’Istituto Professionale di Stato per l’Enogastronomia e l’Ospitali-tà Alberghiera “Angelo Berti” di Verona vengono formati i pro-fessionisti dei servizi ristorati-vi ed alberghieri attraverso un percorso educativo e didattico centrato sulla formazione del cit-tadino autonomo e responsabile e del professionista consapevole dell’importante ruolo sociale a lui affidato.In particolare, le abilità e le com-petenze di tipo tecnico-profes-sionale sono raggiunte attraverso il lavoro nei laboratori a scuola ed anche tramite un contatto col mondo del lavoro realizza-to con la partecipazione a stages ed a manifestazioni speciali. Per rendere maggiormente incisivo il rapporto col mondo del lavoro

l’Istituto organizza percorsi di al-ternanza scuola-lavoro.In collaborazione con diversi enti, l’Istituto Berti è presente sul ter-ritorio contribuendo alla realizza-zione di eventi di rilevanza sociale con il duplice intento di migliorare la professionalità dei propri allievi e di promuovere stili di vita sani e corretti in linea con i principi della corretta alimentazione e della si-curezza alimentare.Inoltre l’Istituto partecipa attiva-mente alla realizzazione di inizia-tive a carattere sociale quali corsi di cucina per persone diabetiche, corsi per adulti, attività per disa-bili. La collaborazione avviata con Il Giornale di Villafranca prevede una rubrica in cui verranno affron-tati i temi salienti dei nuovi trend

nel settore, non perdendo mai di vista il ricco e variegato patrimo-nio che proviene dal passato e l’a-spetto di educazione alimentare, azione che caratterizza il contri-buto di questa scuola al contesto socio-economico di riferimento.L’Istituto Berti saluta i lettori del Giornale di Villafranca con una poesia di Giovanni Pascoli poco conosciuta: Risotto Romagnole-sco, “cercata e trovata” da un no-stro chef nel libro: “Le Muse in cucina”, strenna del pesce d’oro per il 1966, un’edizione per Cate-rina Longanesi, volume stampato da Vanni Scheiwiller, impresso dal-la tipografia U. Allegretti di Campi a Milano in duemila copie il 7 di-cembre 1965, S. Ambrogio.

Cuochi si diventa, grazie al percorso di studio e professionale proposto dalla scuola veronese Angelo Berti, che forma gli specialisti della ristorazione di domani

Istituto alberghiero Angelo Berti

Amico, ho letto il tuo risotto in…ai!È buono assai, soltanto un po’ futuroCon quei tuoi “tu farai, vorrai, saprai “!

Questo è il mio paese, è più sicuroperché presente. Ella ha tritato un pocodi cipolline in un tegame puro.

V’ha messo il burro dal color di crocoZafferano (è di Milano!); a lungoQuindi ha lasciato il suo cibrèo sul fuoco.

Tu mi dirai: “Burro e cipolle?”. AggiungoChe v’era ancora qualche fegatinodi pollo, qualche buzzo, qualche fungo.

Che buon odor veniva dal camino!Io già sentiva un poco di ristorodopo il mio greco, dopo il mio latino!

Poi v’ha spremuto, qualche pomodoro;ha lasciato covare chiotto chiottoin fin c’ha preso un chiaro color d’oro.

Soltanto allora ella v’ha dentro cottoIl riso crudo, come dici tu.Già suona mezzogiorno….Ecco il mio risotto romagnolesco che mi fa Mariù.

Giovanni Pascoli

Risotto Romagnolesco

A cura dell’istituto alberghiero A.Berti di Verona

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Dio, che bellezza quando il giallo dorato dei campi di gra-no era costellato di rosso e d’azzurro, ma ormai, purtroppo, siamo riusciti a far scomparire i fiordalisi da quasi tutta l’Italia. Chissà cosa ne pensa il buon Dio. Mi piacciono la natura, i paesaggi alberati e i casolari im-mersi nel verde. Mi piace girare per i campi e lungo i fossi. Mi fermo ad osservare gli animali e le piante e ogni tanto scatto qualche fotografia. Sempre più spesso però torno a casa con un senso di angoscia perché l’ambiente che osservo è or-mai deturpato, sfregiato. Rifiuti ovunque, alberi e siepi sempre più rari, fossi inquinati, nuove case e nuovi capannoni che sor-gono improvvisi nei posti più impensati. E poi ci sono i grandi “piani di sviluppo” che voglio-

no far procedere nonostante la crisi! Come andrà a finire? La pianura padana diventerà un unico, terribile, aggrovigliato susseguirsi di aree urbanizza-te, strade, superstrade e centri logistici? Saremo tutti proprie-tari di: ville, villette, caseggiati, capannoni, parcheggi, strade a pagamento, centri di stoccag-gio, centri sportivi, acquapark, autodromi, parchi divertimento e campi da golf? Chi occuperà tutti i nuovi spazi abitativi che i vari piani regolatori ci prospet-tano? La qualità della nostra vita sarà migliorata? Solo quelli come me, amanti della natura, si lamenteranno mentre tutti gli altri staranno meglio e fi-nalmente potranno dirsi felici? Anche la perdita della biodiver-sità, cioè la scomparsa di specie animali e vegetali, è un fenome-no che sta accelerando e che non avviene solo nelle foreste tropicali ma anche nel nostro territorio. Vi siete accorti che da alcuni

anni il diserbante viene usato sempre più largamente per di-struggere le erbe ai bordi delle strade e lungo i fossi? Mi chiedo spesso perché le rive di fiumi e canali devono avere l’erba rasata come quella del giardi-ni pubblici. E noi ambientalisti (per qualcuno questa qualifica nasconde loschi individui con fini inconfessabili) chiediamo ancora di salvare gli ultimi albe-

ri e di piantare siepi sui bordi dei campi: siamo proprio fuori dalla realtà. Purtroppo la lotta alle “erbacce” fa sparire anche gli ultimi fiori e gli ultimi ani-mali che ancora riuscivano a sopravvivere in una campagna terribilmente vuota. Lo sapete che a Villafranca numerosi uc-celli come l’averla (sarsàcola) o il saltimpalo (negrisòl) non trovano più luoghi adatti per nidificare? Vi siete accorti che la nostra primavera ha perso i

canti delle allodole? Siamo noi gli unici esseri degni di vivere li-beri su questa Terra? Tutti gli al-tri animali e piante hanno dirit-to di rimanere solo se sono al nostro servizio e possibilmente dando un vantaggio economico immediato? Cosa ne penserà il Creatore? Le specie di organismi viven-

ti che si sono estinte (o che si estingueranno nei prossimi anni a ritmi accelerati) sono solo brutti esperimenti di cui Dio

si è stufato, oppure il Grande Artefice è un po’ affezionato anche a loro? E allora vorrei chiedere a chi si dice cristia-no: si può onorare il Creatore e distruggere le sue creature? Oppure, semplicemente, rima-nerne indifferenti? Confesso che sono un po’ demoralizzato ma non smetto di sperare che ci sarà un futuro in cui l’umani-tà potrà vivere in armonia con la natura.

di Ernesto Cavallini

Alla ricerca dei fiordalisiSempre più specie naturali rischiano di scomparire a causa dell’intervento dell’uomo che in molti casi ha dimenticato quanto sia importante il rispetto della natura

A cura di Diego CordioliA cura di Diego Cordioli

Ambiente 05 1222

A cura di Diego Cordioli

GLOSSARIO AMBIENTALE a cura di Luigi Facincani

Biodiversità è la varietà degli esse-ri viventi che popolano la Terra, e si misura a livello di geni, di specie, di popolazioni e di ecosistemi. Un

ecosistema è l’insieme di organismi viventi che interagiscono tra di loro e con l’ambiente che li circonda.La biodiversità si esprime con una

varietà incre-dibile di for-me viventi ge-neticamente diverse, tutte legate une alle altre, tut-te indispen-sabili, ognuna a modo suo, per la pro-s e c u z i o n e della vita sul

pianeta e sono il frutto di 3 miliar-di e mezzo di anni di evoluzione sulla Terra. Anche noi esseri umani facciamo parte della biodiversità e sfruttiamo i servizi che essa ci of-fre. Grazie alla biodiversità la natu-ra è in grado di fornirci cibo, acqua, energia e risorse per la nostra vita quotidiana. La biodiversità nel mon-do ha dei numeri impressionanti. Gli esseri viventi, dai batteri invisibili a occhio nudo alle piante, fino ai più grandi mammiferi, sono raccolti in circa 1 milione e 700 mila specie ad oggi conosciute: Batteri 10.000 spe-cie; Funghi 72.000 specie; Protisti 50.000 specie (organismi unicellula-

ri o multicellulari non specializzati); Piante 270.000 specie. Gli Animali si suddividono in circa 1.318.000 specie, di cui 1.265.000 invertebra-ti e 52.500 vertebrati (25.000 pesci, 10.000 uccelli, 8.000 rettili, 5.000 anfibi, 4.600 mammiferi).In realtà si ipotizza che possano esi-stere oltre 10 milioni di specie, più della metà delle quali concentrate nelle foreste pluviali tropicali ed i naturalisti descrivono ogni anno circa 15.000 specie nuove, per la maggior parte insetti. (Fonte dati: “WWF - World Wide Fund for Na-ture”, “WBA - World Biodiversity Association”).

Sta arrivando l’estate e noi vogliamo trovare i fiordalisi! Chi si ricorda l’ultima volta che ne ha visto uno? Li stiamo cercando e chiediamo a tutti di tenere gli occhi aperti e di avvisarci se ne vedete qualcuno!

Biodiversità

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I bruchi della Thaumatocampa Pityoucampa vengono chiamati Processionarie perché cam-minano durante i loro sposta-menti in fila indiana (o proces-sione) ai piedi o sui tronchi in particolare delle conifere ma anche di molte altre piante, di cui divorano le foglie. Il corpo è bruno con macchie rossastre ricoperto da una miriade di peli particolarmente urticanti. Tutti sappiamo della curiosità

di molti cani e possiamo imma-ginare l’approccio di “Fido” con uno di questi bruchi. Inizialmen-te lo guarderà incuriosito,poi sicuramente inizierà ad an-

nusarlo e frequentemente gli abbaierà, arriverà il momento di massima curiosità e comin-cerà a spingerlo con il naso o il muso per arrivare alla fine a prenderlo in bocca e spesso lo inghiottirà. Possiamo già pen-sare che naso, labbra, guance, lingua ed esofago siano pieni di peli urticanti. I primi sintomi rilevabili sa-

ranno un’intensa scialorrea (salivazione) come metodo di difesa naturale per cercare di limitare il bruciore in bocca e prurito a carico di labbra e naso. Il cane sarà sicuramente molto agitato e la situazione si complica per la difficoltà respi-ratoria data dalla lingua che si gonfia ed altri sintomi quali vo-mito e diarrea. Come primo intervento si

consiglia di lavare al più pre-sto le parti interessate, meglio se nell’acqua si sono messi 50 gr di bicarbonato per litro in modo da abbassare l’acidità delle sostanze urticanti e poi si deve portare subito l’animale

dal veterinario per evitare pos-sibili shock anafilattici e ridurre i gonfiori della lingua.Le spighe sono un altro dei

problemi estivi soprattutto per i cani a pelo lungo. I forasacchi (spighe) possono

entrare nel dotto uditivo, sotto le palpebre, nel naso (di tutti i cani) o fissarsi nel pelo, forare la pelle entrare nel sottocute e provocare ascessi ed a volte rovinare anche strutture mu-scolari. Si consiglia quindi al ritorno

dalla passeggiata di controlla-re bene soprattutto i cani più esposti al problema e se succe-desse che il vostro animale im-provvisamente tenesse l’occhio chiuso, starnutisse di continuo o sbattesse continuamente la testa, recatevi subito dal veteri-nario perché più si aspetta più la spiga avanza e chiaramente più diventa difficile da togliere.

A cura di Giorgio Negrini

di Riccardo Tomelleri

I nemici dei nostri cani

I nostri Amici Animali 23

Un insetto che può essere molto fastidioso per i nostri cani, sicuramente sottovalutato, è il bruco della Thaumatocampa Pityoucampa più volgarmente detto Processionaria. Un altro nemico dei nostri animali domestici è rappresentato dalle spighe

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Sport Villafranchese 05 1224

A cura di Elisa Zanola

A Verona il 28 e 29 aprile si sono disputate le fasi provincia-li dei giochi studenteschi della scuola dell’obbligo.Per la disciplina dell’hockey era

presente oltre alla scuola Don Allegri, la scuola Cavalchini. Sono state giocate ben 16 partite nel-le quali si sono misurate squadre maschili e squadre femminili.Un lavoro notevole organizzato

dal fiduciario scolastico Turrini Eugenio.Insegnante dell’istituto Don

Mazza di Verona che da tempo si sta mobilitando nelle scuole di buona parte della provincia.Al termine della fase provincia-

le il 17 maggio c’è stata a Padova la fase del triveneto. La squadra maschile e quella femminile che si sono aggiudicate il primo posto accederanno alla fase nazionale a Roma il 30 maggio.Se i maschi delle squadre che

rappresentavano gli istituti villa-franchesi sono giunti al secon-do posto bene, anzi benissimo è andata alla formazione femmini-le della scuola Cavalchini che è giunta al primo posto facendoci ben sperare per la fase interre-gionale.L’hockey Villafranchese deve

molto ai professori delle scuole Don Allegri e Cavalchini che an-dando contro corrente rispetto gli input che la società fornisce loro, insegnano ai giovani uno sport che si conosce poco e che si pratica ancora meno. Villafran-ca perla provinciale, e non solo, dell’hockey ha ancora molto da investire in formazione se vuole continuare ad essere ai vertici nazionali in questo sport.

Gli studenti giocano a hockey!I ragazzi del Don Allegri e del Cavalchini sono stati impegnati in gare di hockey che li hanno visti arrivare secondi per le squadre maschili e primi per quelle femminili alle fasi provinciali dei giochi studenteschi delle scuole dell’obbligo portando grandi soddisfazioni

CLASSIFICA maschile

1. DON MAZZA Verona2. IC VILLAFRANCA3. IC CEREA14. DON ALLEGRI

Villafranca5. IC CEREA2

CLASSIFICA femminile

1. IC VILLAFRANCA2. DON ALLEGRI

Villafranca3. IC CEREA24. IC CEREA1

SPORT E DISABILI a cura di Elisa Zanola

Domenica 29 aprile si è disputata a Pizzoletta una partita di calcio tra gli ospiti della Fondazione Historie e i ragazzi esordienti dell’Associazione Calcio Pizzoletta. Corse, goal, sudo-re e tanto divertimento. L’incontro si è rivelato essere molto di più di una semplice “partita di pallone”. Il gioco è stato sempre pulito, nessun episodio falloso o di irritazione, i ragazzi hanno dimostrato notevole dimestichezza con le regole ed al-cuni di loro hanno anche impressio-nato per bravura e facilità di corsa, altri per esperienza. Encomiabile il comportamento della squadra di Pizzoletta, ragazzini tra i 12 ed i 13 anni, che hanno compreso la situa-zione e le finalità dell’incontro e si sono avvicinati ai ragazzi disabili

con l’innocenza che spesso si attri-buisce ai bambini, ma che in questo caso è stata più simile ad una vera e propria consapevolezza che talvol-ta è assente negli adulti. Al termine dell’incontro i genitori presenti han-no accolto gli ospiti in uno spazio destinato a cene sociali e rinfreschi dove è stato allestito un buffet no-tevolissimo, vero e proprio simbolo di accettazione, sensibilità e condivi-sione. Un encomio per l’operatore e allenatore, Salvatore Siciliano che ha ideato e organizzato l’evento ed un ringraziamento per l’allenatore del Pizzoletta Francesco Bresaola, evidentemente attento anche agli aspetti educativi e umani oltreché a quelli prettamente calcistici.

Sport e amiciziaUna partita a calcio e una giornata in compagnia per i ragazzi con disabilità

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Sport 25

A cura di Elisa Zanola

Un magnifico goal, una vitto-ria da ricordare: sicuramente rappresenta un riconoscimento importante per Andrea D’Ami-co la premiazione al Gran Galà dello Sport Italiano, evento giunto alla sua terza edizione e nato per tributare un omaggio a tutti i professionisti del mondo dello sport che si sono partico-larmente messi in luce nel cor-so dell’anno. Votati da una giuria popolare e da una tecnica, sono stati premiati numerosi sportivi, a seconda delle categorie di ap-partenenza. La manifestazione è nata con lo scopo di promuo-vere la cultura sportiva, incen-tivando la funzione sociale e il ruolo educativo dello sport che rappresenta nel contempo una sfida individuale ed un arricchi-mento, attraverso l’agonismo, per l’intera collettività. Viene inoltre sostenuta una Fondazio-ne con scopi umanitari. Prota-gonisti delle serate (dal 12 al 14 maggio), a Castrocaro Terme, in Emilia Romagna, i campioni che

più hanno fatto emozionare e che hanno entusiasmato con le loro performances sportive, migliaia di persone. Per gli agen-ti di calcio, l’oscar non poteva che essere assegnato ad Andrea D’Amico, protagonista brillante del calcio mercato del 2011. Ri-cordiamo, tra le sue trattative più importanti, nella stagione del calcio mercato invernale: il passaggio di Maxi Lopez al Mi-lan, di Iaquinta al Cesena, di Ca-racciolo dal Genoa al Novara, di Riccardo Meggiorini, dal Nova-ra al Torino, di Rubin al Bologna, di Donati al Palermo. Per D’A-mico il riconoscimento al Gran Galà dello Sport Italiano si tra-duce in una piacevole soddisfa-zione, per lui stesso, ma anche per suo fratello Alessandro e per tutto il suo gruppo di lavo-ro. D’Amico è nato a Verona nel 1964; gli anni dell’Università lo vedono laurearsi alla facoltà di giurisprudenza e specializzarsi in seguito in marketing e diritto sportivo. E’ stato anche segre-tario generale dell’Associazione Italiana Procuratori di Calcio e

una delle date più importan-ti per la sua carriera è il 1990, quando, in società con l’avvoca-to Pasqualin, dà vita ad un’espe-rienza unica nel panorama della gestione dei giocatori di calcio internazionali. Tra i suoi assistiti, nomi, oltre a quelli già ricordati, come quelli di Del Piero, Gat-tuso, Giovinco. E proprio Se-bastian Giovinco era insieme a lui a Castrocaro, anche lui nella rosa dei premiati, nel suo caso come il miglior giovane giocato-re di calcio italiano. D’Amico è molto orgoglioso di lui e delle sue prestazioni sportive, che lo fanno entrare a pieno titolo nel gotha dei più talentuosi gioca-tori di serie A presenti oggi in Italia. Due grandi talenti, uno del management, l’altro del pal-lone, che hanno portato a casa un trofeo che vuole omaggiare la loro preparazione tecnica e sportiva e ricordare quanto siano benvoluti da tanti appas-sionati di calcio che ogni giorno seguono con loro le vicende di questo avvincente sport.

di Elisa Zanola

D’Amico: il numero unoAndrea D’Amico: anche lui campione. Una grande soddisfazione per il nostro concittadino, che il 14 maggio a Castrocaro Terme, in occasione del Gran Galà dello Sport Italiano organizzato dall’Italian Sport Award è stato premiato come miglior procuratore di calcio per l’anno 2011

IN LIBRERIA a cura di Elisa Zanola

È la vera storia di Adriano Ferriera Pinto, la stella bra-siliana dell’Atalanta. Un’infanzia difficile ed una vita che assomiglia davvero ad un romanzo. La sua famiglia è molto povera e Adriano è costretto abbandonare la scuola a soli sei anni per aiutare il padre con il lavoro nei campi. Rimasto orfano giovanissimo (il padre muo-re avvelenato dai concimi tossici), deve lavorare tutti i giorni per mantenere la famiglia, formata oltre che da lui, dal fratello Edievaldo e dalla sorella Miriam. Un lavoro duro in un mattonificio per sei giorni alla setti-mana. Poi il giorno di libertà, la domenica, che gli per-mette di dare sfogo alla sua passione: quella di giocare a calcio, proprio come gli aveva più volte suggerito suo padre, José Carlos, anche in punto di morte. Un paio di scarpe è un lusso e per permettersi il primo pallone deve pagarlo in quattro rate. Partecipa ad un torneo tra i quartieri della città di Ferriera assieme al fratello e segna tanti goal per la Lotto Selvaggio. La sera prima della disputa della finale si presenta a casa sua un os-servatore per la compagine dell’Uniao Sao Joao. In quel momento gli tornano alla memoria le parole del padre e comprende che suo papà aveva ragione a spronarlo

al calcio. Dopo i provini, iniziano per Adriano i viaggi in Belgio e Portogallo, fino all’arrivo in Italia (a Lanciano, Perugia, Cesena, Bergamo), grazie all’incontro, durante una partita, con Adriano Mezavilla. Nel nostro Paese riesce finalmente a diventare un campione. Per come inizia e come finisce, la sua vicenda è molto simile ad una favola. Siamo in presenza della storia di un ragazzo che riesce a diventare un buon calciatore, nonostante abbia incontrato tante difficoltà nella vita. Una storia che dimostra come il coraggio, la forza di volontà e l’impegno a volte possano permettere di affrontare anche le sfide più difficili. Il libro, insieme a: La storia balorda, Se no che gente saremmo, Testa alta due piedi, La partita e Passi da gigante è uno dei sei finalisti del Premio Bancarella Sport, alla sua 49° edizione. Il pre-mio nasce infatti nel 1964 e vi hanno partecipato da allora nomi molto importanti della letteratura e dello sport italiani. Il premio viene assegnato a Pontremoli ed al vincitore viene consegnata la statuetta raffigu-rante il “San Giovanni di Dio- protettore speciale dei librai” simbolo dei premi Bancarella.

Volevo solo giocare a calcioIl libro di Pierdomenico Baccalario, edito da Mondadori (Pagine 167, euro 16)racconta l’avventura sportiva e umana del calciatore Adriano Ferriera Pinto

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“El sìo Rico marasial”Cari amici, care amiche, Enrico Bellesini “el sio Rico marasial” ci riporterà nella “Villafranca de na’ ‘olta”, quando la luce elettrica era una novità, la burocrazia una bestia nera da far affrontare da chi ne sapeva di più e Roma era in capo al mondo. Enrico Bellesini, classe 1900, nato a Rosegaferro in una famiglia di contadini, senza mai sposarsi diventerà “el sio” (lo zio) di tutti, “in primis” per la sua totale disponibilità ad aiutare chiunque ne avesse bisogno e poi perché dai fratelli ha avuto così tanti nipoti e pronipoti da coinvolgere l’intera frazione e parte di Villafranca. Le famiglie allora, ed in particolare quelle contadine, erano assai numerose. I suoi genitori, Francesco ed Emma Faccioli ebbero otto figli: Giuseppe, Luigi (Gigio), Enrico, Santo, Lisa, Rosina, Caterina (Catina) ed Anna (Neta). Giuseppe poi di figli ne ebbe ben dodici, undici femmine e un maschio, Neta sette, Gigio cinque, Santo quattro, Catina quattro e per non arrivare in fondo alla pagina ci fermiamo qui. Enrico dopo le elementari proseguì gli studi grazie al sostegno economico di un suo zio avvocato che esercitava a Milano. Andando ogni mattina a Verona in bicicletta terminò le medie e, cosa assai rara per l’epoca, iniziò le superiori. Non riuscì però a terminare il liceo perché nel 1918, a soli diciassette anni, fu chiamato alle armi, con la sua classe, per l’infausto andamento della Grande Guerra. Sei mesi di addestramento e quando stava già per partire per il fronte per fortuna la guerra finì, non la sua vita militare però. La sua, seppur incompleta, scolarizzazione gli consentì di rimanere in servizio permanente nella categoria Sottufficiali. Fu con il determinante contributo del suo stipendio che nella casa dei Bellesini fu portata la corrente elettrica e agli inizi degli anni ‘30 in una abitazione privata di Rosegaferro si accese per la prima volta una lampadina. Prima per far luce si adoperavano lucerne a olio, lampade a petrolio o candele, ma era la luce del sole che regolava la vita della stragrande maggioranza della popolazione: ci si alzava all’alba e si andava a letto al tramonto, con le galline. Nei registri “storici” delle delibere del Comune di Villafranca si trova per la prima volta menzionata l’illuminazione elettrica pubblica il primo giugno 1904, per l’offerta di una posa in opera e manutenzione dell’impianto di illuminazione da parte di una ditta di Milano. Vale la pena inoltre ricordare che, fino a tutti gli anni ‘40 ed oltre, a Villafranca in molte corti c’era un solo contatore di energia elettrica che serviva più famiglie. Era vero che serviva solo per l’illuminazione e che le stesse famiglie in comune avevano già, oltre che il pozzo, finanche il “gabinetto (de solito en gabioto su el luamar)”, ma provateci oggi a farle andare d’accordo. E che dire degli impianti elettrici, fili volanti attorcigliati a sostegni di ceramica e corrente a 125 volt… Ma torniamo “al sio Rico”. Completò gli studi militari a Roma, dove peraltro rimase fino alla fine del servizio attivo, specializzandosi in radiofonia, la nuova branca che era diventata di fondamentale importanza militare. Fu così che grazie alla sua specializzazione, alle sue eccezionali doti fisiche e mentali ed al suo non comune coraggio, entrò fin da subito a far parte dei Servizi Segreti, dapprima nel SIM, il Servizio Informazioni Militari e poi nel SIFAR, ovviamente senza però mai dirlo a nessuno, nemmeno ai parenti più stretti. Solo dopo diversi anni che era andato in pensione, allorquando negli anni ‘70 un articolo apparso su Storia Illustrata rivelò la sua appartenenza al SIM, pur non negandolo

ed andandone invece particolarmente fiero, mantenne sui fatti di guerra il massimo riserbo: “no el ga contà mai gnente a nesun”. E fu al termine della seconda Guerra Mondiale, in quel periodo di grande confusione politica, amministrativa e sociale in cui versavano la nazione e le Forze Armate, che Enrico si trovò in una situazione paradossale, congedato senza pensione. Agendo quasi sempre sotto copertura, ben pochi erano al corrente delle sue missioni: aveva operato con passaporto diplomatico, in Grecia, in Africa, in Germania, e quei pochi che lo sapevano o erano morti o avevano aderito alla Repubblica di Salò e pertanto erano stati “epurati” o erano spariti dalla circolazione. “El sio” non si perse d’animo. Ricorse contro il provvedimento di espulsione al Consiglio di Stato e dopo una causa durata oltre quattro anni, durante i quali lavorò in un negozio di radio ed elettrodomestici a Roma, fu reintegrato nel grado e nel servizio che prestò presso lo Stato Maggiore della Difesa sino al 1963, anno in cui, cessato il lavoro per limiti di età, ritornò nella sua Villafranca. Non che Villafranca l’avesse mai dimenticata, anzi, anche per il fatto che non si era mai sposato e come a lui piaceva dire: “non che non avessi avuto l’occasione ma prima perché non potevo, poi perché c’era la guerra e poi perché era passata la stagione”, da Roma era stato sempre a disposizione di tutti i suoi concittadini. Quante pratiche di pensione, di guerra e non solo, e quanta assistenza per visite guidate a Roma… chi ne ha beneficiato ben lo sa. Era la “Villafranca de na’ ‘olta”, quando a Roma “ghe se andaa nà olta ne la vita par vedar el Papa” e non occorreva essere parenti ma bastava essere del paese “par darse una man o averghe en piaser”.Alla prossima

Rico Bresaola

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Numero chiuso in redazione il 21/05/2012