illustrando villafranca tirrena

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ILLUSTRANDO VILLAFRANCA TIRRENA DESCRIZIONE DEI LUOGHI PIU’ CARATTERISTICI DEL COMUNE DI VILLAFRANCA TIRRENA PRO LOCO DI VILLAFRANCA TIRRENA VIA PRINCIPE DI CASTELNUOVO,24 TEL/FAX 090-3379514 [email protected] PROLOCOVILLAFRANCATIRRENA.IT

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DESCRIZIONE DEI LUOGHI PIU’ CARATTERISTICI DEL COMUNE DI VILLAFRANCA TIRRENA Da diversi anni la Pro Loco di Villafranca Tirrena si occupa della promozione turistica del proprio territorio e grazie a volontari appassionati e ad elementi del servizio civile, svolge anche il compito di guida a gruppi scolastici e religiosi nonché a turisti, intesi nel senso più classico della parola, che sono interessati alla visita del paese. Si organizzano anche percorsi personalizzati.

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I L L U S T R A N D O

V I L L A F R A N C A T I R R E N A

D E S C R I Z I O N E D E I

L U O G H I P I U ’ C A R AT T E R I S T I C I D E L

C O M U N E D I V I L L A F R A N C A T I R R E N A

P R O L O C O

D I

V I L L A F R A N C A T I R R E N A

V I A P R I N C I P E D I

C A S T E L N U O V O , 2 4

T E L / F A X 0 9 0 - 3 3 7 9 5 1 4

P R O L O C O . V @ T I S C A L I . I T

P R O L O C O V I L L A F R A N C A T I R R E N A . I T

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Da diversi anni la Pro Loco di Villafranca Tirrena si occupa della promozione turistica del proprio territorio e grazie a volontari appassionati e ad

elementi del servizio civile, svolge anche il compito di guida a gruppi scolastici e religiosi

nonché a turisti, intesi nel senso più classico della parola, che sono interessati alla visita del paese.

Si organizzano anche percorsi personalizzati.

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Indice

B R E V I N O T IZ I E ST O RI CH E - I E R I E O G G I

7

I L C A S T E L L O D I B A U S O 13

S A N T U A R IO “ E C C E H O MO ” 22

C H I E S A S A N N I C O LO ’ DI B A R I 29

C H I E S A S A N T A M A R G H ER I T A D ’ AN T IO C H I A 31

C H I E S A D E L L A M A D O N N A D E I C E RE I 33

C H I E S A D I SA N G R E G O RI O M A G N O 34

C H I E S A D I SA N T ’ A N T O N I O 36

T O RR E D I DIV I E T O 37

M U S E O D E LL A M E D I C I N A 38

I B O RG H I E L A P I E T R A D I B A U S O 39

I L L U N G O MA R E 40

S E R R O 41

L E T R A D I ZIO N I ED I L FO L K L O R E 45

A L B E R G H I E R I ST O R AN T I 49

A C C E S S I B I L IT A ’ A L P A E S E 50

S I N T E SI D A T I V I L L A F R A N C A T I RR E N A 51

R I N G R A ZI A M E N T I 61

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BREVI NOTIZIE STORICHE

IERI E OGGI

Villafranca Tirrena, cittadina di antica

costituzione, risulta l’insieme di diverse

componenti paesistiche Villafranca Tirrena,

Divieto, Calvaruso, Serro, Castello, e Saponara

fino alla prima metà del secolo scorso. Di queste la

prima ingloba i successivi paesi, oggi frazioni.

Diverse ma tutte importanti le storie delle

varie frazioni, tra le quali quella di più antica

conoscenza è relativa a Divieto che, anticamente

chiamata Dimeto, rivestiva il ruolo di porto per le

imbarcazioni romane che da qui portavano alla

Roma imperiale il foraggio del granaio

dell’impero: la Sicilia.

Anticamente chiamata Briosa (in epoca

normanna) e poi Bauso, Villafranca Tirrena è una

piccola cittadina della provincia di Messina che si

affaccia sul Mar Tirreno, la prima che si incontra

viaggiando dal capoluogo in direzione Palermo.

Le notizie documentate risalgono al 1271 quando

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Re Carlo d’Angiò assegnò a Pierre Gruyer il feudo

Bàusus, precedentemente appartenuto a Enrico de

Dissinto. In epoca aragonese, il feudo Bauso

insieme al vicino Calvaruso appartennero a varie

famiglie nobili (Manna, Gioeni, Giovanni da

Taranto) fino ad arrivare nel 1399 al tesoriere del

Regno Nicolò Castagna, alla morte del quale i

feudi andarono in dote alla nipote Pina e per via

femminile passarono prima ai Bonifacio e poi ai

Ventimiglia, La Grua, Pollicino, Merulla e

Spadafora. Nel 1548, la baronia di Bauso, fu

acquistata da Giovanni Nicola Cottone. Questo è

il periodo di maggior lustro per l’antica Bauso.

Nel 1590 Stefano Cottone vi fece ricostruire il

Castello, che ancora oggi domina il centro della

cittadina. Nel 1591, l’imperatore Filippo II elevò il

feudo di Bauso a contea e nel 1623 Filippo IV di

Spagna investì Giuseppe Cottone del titolo di

“Principe di Castelnuovo” (altro nome del

contado di Bauso). Nel Settecento, l’Abate e

storico Vito Amico cita nei suoi scritti Bauso,

descrivendolo come territorio coltivato a frutteti e

gelsi. Da altri documenti sappiamo che il paese,

col suo fondaco situato nell’attuale Piazza Dante,

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all’epoca Piazza del Fondaco, attivo già nel sec.

XVI, era punto di sosta lungo la strada Palermo-

Messina. Nel 1819, la terra di Bauso e il castello

con l’annesso titolo di Principe di Castelnuovo,

furono venduti da Carlo Cottone Cedronio a

Domenico Marcello Pettini, ex giudice della Gran

Corte Civile di Palermo, il quale l’acquisto per

9.000 onze. Villafranca Tirrena diventò comune

autonomo nel 1825 mantenendo la

denominazione Bauso fino al 1929, quando cambiò

nome nell’attuale Villafranca Tirrena, associando i

due paesi di Calvaruso e Saponara (quest’ultimo

divenuto autonomo nel 1952). Per gran parte del

secolo scorso Villafranca Tirrena fu uno dei centri

industriali più importanti della provincia di

Messina, nel quale operavano grandi imprese

come Italcementi (subito dopo il terremoto di

Messina del 1908) e Pirelli, per non parlare poi di

piccole e medie imprese (calzifici, maglifici,

costruzioni edili e plastica). Gradatamente però,

per motivi di mercato, la grande industria si

spostò da Villafranca Tirrena (l’ultimo impianto

funzionante, lo stabilimento Pirelli, chiuse i

battenti nel 1992), comportando un necessario

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cambiamento di rotta nell’economia locale,

sviluppatasi di recente più nel settore

commerciale e turistico, anche se le aree

industriali non sono state abbandonate, ma anzi

rilanciate attraverso strumenti di

programmazione negoziata che hanno consentito

l’insediamento di nuove aziende.

L’odierna Villafranca Tirrena (9043 ab.) è un

luogo piacevole in cui trascorrere momenti di

svago, ma anche un ampio contenitore

storico/culturale dal quale il turista può attingere

a piene mani.

Il territorio di Villafranca Tirrena confina a Nord

con il Mar Tirreno, a sud-est con il comune di

Messina, a nord-ovest con il territorio comunale di

Saponara. Il territorio altimetricamente si estende

tra la quota 0 e 828 ms/n, prevalentemente formato

da zone collinari che lasciano spazio in prossimità

del litorale, ad una zona pianeggiante sulla quale

sorge gran parte del centro urbano. La maggior

parte del territorio comunale è utilizzato a colture

specializzate (agrumeto vigneto, uliveto). Lungo il

confine est del territorio corre la fiumara Gallo che

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divide il comune di Messina con quello di

Villafranca. Nella parte ovest del territorio ci sono

i torrenti Calvaruso e Santa Caterina; il primo

parte dalle colline soprastanti Calvaruso e scende

fino al Mar Tirreno, il secondo ha le sorgenti delle

colline di Saponara e Calvaruso e sotto il

caseggiato di Bauso presso la S.S. confluisce nel

primo dando origine ad un unico delta.

Villafranca da tempo intende proporsi quale

ente beneficiario del riconoscimento di Comune a

economia prevalentemente turistica e Città d’Arte.

Una mission per la quale Villafranca Tirrena ha

saputo ricostruirsi un’identità dopo il

“tradimento” delle grandi realtà imprenditoriali

del Nord, diventando oggi una delle realtà più

vivaci e dinamiche del comprensorio tirrenico

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messinese. Un passaggio che si è attuato

innanzitutto attraverso la riscoperta e la

valorizzazione della propria storia e delle proprie

tradizioni, la riqualificazione di importanti beni

culturali resi finalmente fruibili al pubblico, e

l’investimento sul recupero della spiaggia e sulla

qualità dei servizi, a partire da quelli ricettivi.

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IL CASTELLO DI BAUSO ( SEC. XVI)

Castello del Conte: è detto Castelnuovo, e da

esso, che è signoreggiante il paese, prese titolo

il principato, che nel parlamento generale di

Sicilia occupò il XXXI posto. Vi si accede da un

lato percorrendo tutta l'amenesissima villa,

nella quale i viceré spagnoli solevano riposarsi

nei loro viaggi da Palermo a Messina, e

dall'altro di fronte l'attuale chiesa madre.

(Dizionario illustrato dei Comuni di Sicilia;

Francesco Nicotra, 1907).

Fu il Conte Stefano Cottone, mercante e banchiere

tra i più importanti di Messina, a far costruire nel

1590 il primo borgo che ha forma di castello (esso

è conosciuto come Castel Nuovo), come conferma

la frase riportata nell’epigrafe situata sul portale

del bastione sud-est : «[…] a difesa dalle incursioni

da terra e dal mare, Stefano Cottone, IV signore di

Bauso, eresse le mura dalle fondamenta …nel 1590… »

Le dimensioni e la fattura del palazzo dimostrano

che l’edificio era solo una residenza secondaria

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dei Cottone, i quali vi sostavano per curare i loro

interessi sul territorio, mentre la fortificazione

vera serviva anche ai cittadini del borgo come

rifugio nel caso di attacchi da parte di corsari

barbareschi, a quell’epoca frequenti in tutta l’isola.

L’edificio, a due elevazioni, presenta grandi

finestre e porta d’ingresso sul lato nord. Anche

all’interno la distribuzione degli ambienti, l’atrio,

le scale, la tessitura delle murature, ripetono

schemi di edifici residenziali, lontani da

qualunque intenzione militaresca.

La cinta muraria e i baluardi angolari possono

considerarsi soltanto elementi tipici del Castello,

ma privi di qualsiasi cautela difensiva.

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La struttura che vediamo oggi dimostra che il

castello fu realizzato in fasi costruttive successive:

prima la cinta muraria bastionata che si sviluppa

su livelli differenti adattandosi alla morfologia

della collina, poi il Palazzo vero e proprio al

centro del recinto fortificato, il cui prospetto

principale è rivolto a nord verso il mare. Infine, la

porta d’accesso che si apre sul lato corto del

bastione sud-est.

Estintasi con il Principe Carlo la famiglia Cottone,

tutti i beni furono acquistati nel 1819 dalla

famiglia Pettini, i quali curiosamente mantennero

gli stemmi gentilizi dei loro predecessori

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limitandosi a sostituire il motto “POTENTIOR”

dei Cottone con il loro “NE PEREAT”.

Con l’avvento dei nuovi proprietari, il castello

conobbe nuova vita e splendore, ospitando

periodicamente i Viceré spagnoli. I Pettini

arricchirono l’edificio di rilievi marmorei e busti

con ritratti di antenati. Si deve a loro anche la

creazione intorno al castello di uno splendido

“Giardino all’italiana”. Una passerella collegava

direttamente il Castello a un laghetto della villa,

nel quale una serie di canali con particolari

fontanelle permettevano giochi d’acqua

caratteristici e davano vita alle cascate delle tre

grotte artificiali intitolate ai tre Canti della Divina

Commedia: Paradiso, Purgatorio e Inferno.

Per la costruzione del Giardino sono state

utilizzate pietre di colore diverso e vetri

multicolori e al suo interno insisteva un laghetto

artificiale, habitat favorevole di diverse varietà di

piante acquatiche, le grotte “Inferno”,

“Purgatorio” e “Paradiso”, e opere artistiche di

pregio come la “Fontana dei quattro Leoni”

attribuita allo scultore fiorentino Giovanni Angelo

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Montorsoli. L’attuale amministrazione comunale

ha ottenuto un finanziamento di 650mila euro che

a breve consentirà di ripristinare in tutta la sua

magnificenza l’antico parco giardino, creando un

eco-museo naturale, e di riunirlo, tramite la

creazione di un passaggio pedonale, al Castello di

Bauso, restituendo finalmente a Villafranca il suo

cuore storico e culturale e ai turisti una meta da

non perdere.

Internamente al Palazzo–Castello, ogni stanza è

corredata da un camino di fattura rinascimentale e

ornata con fregi, statue, affreschi e busti

marmorei. Tra quest’ultimi, spiccano le

raffigurazioni dei poeti Dante, Virgilio e Tasso,

oltre alle sculture che rappresentano le “Quattro

Stagioni”.

Una pavimentazione di mattonelle di ceramica

dipinte a mano di manifattura siciliana abbellisce

sia la gradinata esterna del castello che portava

alla porta principale, sia le stanze interne. Dopo

un periodo di abbandono, il castello è stato

riaperto al pubblico nel 2003 e oggi sono in fase di

ultimazione i lavori di restauro che riporteranno

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l’antica residenza nobiliare, con il suo fastoso

giardino, allo splendore originale.

Legata al Castello, la nota vicenda di Pasquale

Bruno, brigante

difensore dei deboli

e degli oppressi, che

rubava ai ricchi per

dare ai poveri,

vissuto tra Bauso e

Calvaruso tra la fine

del Settecento e

l’agosto del 1803, quando venne giustiziato a

Palermo. Il suo nome e quello di Bauso divennero

famosi grazie alla penna di Alessandro Dumas

padre che, nel 1838, scrisse appunto il Pascal Bruno

dopo aver avuto accennata la storia dall’amico

Vincenzo Bellini a Parigi, e dopo essersi informato

direttamente sul posto che visitò durante un suo

viaggio lungo le coste della Sicilia. Una vicenda in

cui s’intrecciano storia, leggenda e mito.

Il castello di Bauso e il feudo annesso ap-

partenevano, all’epoca dei fatti narrati da Dumas,

alla famiglia Cottone, principi di Castelnuovo. La

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storia affonda le sue radici nel 1783, quando il 5

maggio di quell’anno tale Antonino Bruno (detto

Zuzza), di Bauso, venne giustiziato in piazza

Marina a Palermo, perché reo di aver attentato

alla vita dell’allora principe di Castelnuovo

(sembra tale Gaetano Cottone Morso).

Quest’ultimo aveva violentato la moglie di Bruno,

applicando la spregevole pratica feudale dello Jus

Primae Noctis, il diritto cioè da parte del feudatario

di “possedere” la sposa novella di un suddito

ancor prima del consorte.

Catturato e giustiziato, il teschio di Antonino

Bruno fu chiuso in una gabbia di ferro e appeso

alle mura del Castello di Bauso per lungo tempo.

Successivamente, il figlio Pasquale Bruno provò a

vendicare il padre.

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Eroe buono Pasquale, che combatte contro le

soverchierie dei potenti, e del principe di

Castelnuovo in particolare, amato dalla sua gente

per le sue gesta memorabili. Ma la sua giovane

esistenza ebbe fine nel 1803 sul patibolo della

stessa Piazza Marina a Palermo che vide

giustiziare il padre.

Risultarono coinvolte nella vicenda il baronato di

Carini e il Principato di Butera.

Ascoltate - mi disse - non dimenticate di

fare una cosa quando andrete da

Palermo a Messina per mare o per terra.

Fermatevi al piccolo paese di Bauso,

vicino alla punta di Capo Bianco. Di

fronte ad un albergo troverete una

strada in salita che termina a destra con

un piccolo castello a forma di cittadella.

Alle mura di quel castello si trovano

appese due gabbie: una è vuota,

nell'altra biancheggia da vent'anni la

testa di un morto. Domandate al primo

viandante che incontrerete la storia

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dell'Uomo a cui appartenne quella testa

e avrete uno di quei racconti completi

che dipingono tutta una società, dalle

montagne alla città, dal contadino al

gran Signore...."

Alexandre Dumas, Pascal Brunò, 1838

Nel periodo in cui il Castello di Bauso è

tornato fruibile, si è registrata una media di 1100

presenze annue. Già sede di mostre, convegni ed

eventi culturali, è in itinere la realizzazione,

all’interno delle sue stanze, di un museo del

brigantaggio e di un museo etno-antropologico.

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SANTUARIO “ECCE HOMO” (SEC. XVII )

La nobile principessa Donna Eleonora Moncada,

al cui casato era infeudato quasi tutto il territorio

di Calvaruso, fece erigere sul poggio di S.

Giovanni, sito di fronte al piccolo centro, una

chiesa con annesso convento da affidare alla

custodia dei Francescani Minori Riformati.

Inizialmente dedicato alla Vergine Immacolata,

l’edificio venne definitivamente consacrato al

culto dell’Ecce Homo dopo la realizzazione, nel

1634, della statua lignea raffigurante il Cristo nella

sua sofferenza terrena da parte di Giovan

Francesco Pitorno, al secolo Frate Umile da

Petralia. La leggenda vuole che il volto della

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scultura sia stato realizzato dagli angeli, non

essendo stato capace, Frate Umile, di ultimare la

statua nel laboratorio del castello Moncada.

L’edificio sacro si ricorda soprattutto per le opere

d’arte che esso preserva, a partire dalla succitata

seicentesca statua lignea

dell’Ecce Homo, scolpita in

legno di cipresso, passando

per la seicentesca tela

raffigurante l’Immacolata

insieme a San Francesco,

Santa Margherita, Santa

Chiara e Sant’Anna.

TRA STORIA E LEGGENDA:

“A Cabbarusu c’è u Signuri”, questa è una delle

espressioni comuni che indicano la fede genuina,

schietta e popolare che lega la gente del luogo al

Santuario di Gesù Ecce Homo. Intorno alla statua

aleggia un mistero che rende ancora più mistico il

luogo stesso. La statua in legno del Crocefisso fu

commissionata dal Principe Don Cesare Moncada a

Frate Umile da Petralia, noto sculture e crocifissista

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del tempo. Il mistero comincia dalla scelta dell’albero

di cipresso dal quale il frate avrebbe dovuto trarre la

scultura ma nessun albero sembrava adatto fin

quando non comparve, improvvisamente, un cipresso

dalle foglie luccicanti e quest’apparizione venne

interpretata come un miracolo. Frate Umile aveva,

inoltre, delle abitudini particolari, infatti, era solito

chiudersi nel suo laboratorio, non permettendo a

nessuno di entrare, e prima di cominciare a scolpire

soleva sottoporsi a pratiche ascetiche. Egli,infatti,

chiese al Principe una stanza del castello nella quale

dedicarsi al suo lavoro; dopo un po' di tempo il

Principe chiese come procedeva il lavoro e il Frate

rispose che entro poco tempo il Cristo sarebbe stato

completato e sarebbe stato possibile, così, portarlo in

processione alla chiesa del convento. Passarono pochi

giorni e il Frate consegnò al Principe le chiavi della

stanza pregandolo di non entrare prima della

processione. Il Principe fece questa promessa ma la

Principessa, spinta dalla curiosità, convinse il marito

a entrare e inesprimibile fu la loro meraviglia quando

videro che la statua era tutta rifinita tranne che nel

volto, nonostante il Frate avesse loro assicurato che

era pronta. Giunta l’ora della processione la stanza

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fu aperta e i Principi, consapevoli dell’aspetto

precedente, furono ora estasiati dal suo volto, come se

a ultimarla fossero stati gli angeli. Quale sia il limite

tra realtà e leggenda non possiamo dimostrarlo,

possiamo solo dire che, di chiunque sia l’opera, il

Cristo è ritratto in un contegno regale nonostante le

sofferenze inflitte dalla flagellazione e il dolore è

ancor più spiritualizzato dall’espressione del volto che

racchiude il mistero della resurrezione e della vittoria

finale sulla morte.

Di particolare importanza è anche il settecentesco

chiostro del convento, caratteristica costante degli

antichi conventi

francescani, dove al

centro è situato

l’antico pozzo che

forniva l’acqua ai

frati.

Il chiostro di forma quadrangolare presenta

un colonnato di dodici pilastri con archi

rinforzati nel corso delle recenti restauri. Sulle

lunette delle due pareti laterali si trovano una

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serie di affreschi del ‘700 che raffigurano i più

noti santi Francescani. Fra le due lunette vi è

inoltre un medaglione affrescato raffigurante

frate Umile da Petralia nell’ atto di scolpire la

statua dell’ Ecce Homo. A questo sottostà la

seguente iscrizione in alcune parti cancellata

dal tempo:

Il ven. servo di Dio frat. Humile da Petralia sup.

scultore clarissimo scolpì in Sicilia ... immagini del SS.

Crocifisso e tutti oprano miracoli, digiunava scolpendo

in pane ed acqua, spargendo continua lagrimazione,

meditando l'acerbissima passione, fra le quali fu questo

del n.ro SS. Ecce Homo, che conforme accettò D.

Cesare Moncada, primo principe di questa terra,

havendo tenuta la sera nascostamente la statua tutta

tinta eccetto la testa, quale solamente era sbozzata, si

prese gran fastidio per haversi da fare la processione, la

mattina si vide con gran stupore la testa

miracolosamente formata, e .... il fatto .... con lagrime

di devozione .... Mori .... miracoli.

Di notevole pregio anche il ciborio ligneo, della

seconda metà del ‘700.

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Nei locali attigui al chiostro, dal 1983, è aperto

ai visitatori il “Museo della Devozione” così

detto perché, fra l’altro, conserva alcuni ex voto.

All’interno del museo sono custodite

numerose opere di notevole importanza artistica e

storica, tra cui antiche statuette (oltre 50) di scuola

napoletana che rappresentano “La Strage Degli

Innocenti”, alcuni testi religiosi che vanno dal ‘600

all’ ‘800, appartenenti all’antica biblioteca del

convento, una reliquia di S. Candida, una statua

lignea del ‘600 raffigurante S. Margherita

d’Antiochia e altre opere ancora. Intorno al

santuario, inoltre, ruotano importanti eventi come

il pellegrinaggio alla statua dell’ Ecce Homo del

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lunedì di Pasqua, l’annuale concorso del mini-

presepe, il presepe vivente e la Via crucis

interparrocchiale.

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CHIESA SAN NICOLO’ DI BARI ( SEC. XVII )

Di datazione incerta, già presente in alcune

notizie relative ad avvenimenti risalenti alla

prima metà dell’800 in cui si accenna ad un

incendio appiccato alla stessa, edificata sulle

antiche spoglie

della Chiesa

dell’Addolorata,

la Chiesa San

Nicolò di Bari

venne distrutta

dal terremoto del

1908 e riedificata intorno al 1930. Al suo interno

l’edificio sacro conserva opere risalenti a diversi

periodi storici:

la statua raffigurante “Madonna col

Bambino”, realizzata in marmo da artista ignoto

nel XVIII secolo; la statua “San Nicolo’ di Bari”

del XVIII secolo, restaurata nel 1937 dallo scultore

di Messina Mollica; un Altare del 1767 in marmi

policromi; l’“Altare della Sacra Famiglia” datato

1865; un’Acquasantiera marmorea del XVII

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secolo; una lapide marmorea dedicata dal Conte

Pettini alla moglie, morta nel 1844 all’età di 26

anni, sulla quale è possibile leggere la poesia di

Felice Bisazza ad essa dedicata; una Croce dipinta

in legno della prima metà del XVI secolo

proveniente dal distrutto convento dei minori

osservanti dedicato a S. Maria Annunziata, è

attribuita all’artista Mariano Riccio.

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CHIESA SANTA MARGHERITA D’ANTIOCHIA

( SEC. XVII )

Dedicata alla Patrona di Calvaruso, la chiesa è

stata costruita nel 1617 dai Principi Moncada.

Nonostante sia stata danneggiata dai terremoti del

1894 e 1908, conserva i portali e le strutture

originali di carattere tardo-rinascimentale. La

Chiesa conserva diverse opere di varia natura e di

varie epoche tra cui: dipinto su tela raffigurante S.

Giovanni Battista (sec. XVII); dipinto su tela

raffigurante S. Giuseppe e Gesù Bambino (sec.

XVII); dipinto su tela raffigurante la Madonna del

Rosario (sec XVII); dipinto su tela raffigurante la

Madonna col Bambino (sec XVII); fonte

battesimale in marmo rosso (sec XVII);

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acquasantiera in marmo (sec XVII); pulpito in

legno intagliato (sec XVII); paliotto in marmo con

l’immagine della Madonna del Rosario posto

sull’altare absidale destro; paliotto in marmo con

l’immagine del sacramento posto sull’altare

absidale sinistro; tavola raffigurante S. Lucia,

dipinta da Marco Antonio Veneziano e nella quale

vi è l'iscrizione Marco Antonio Venetiano 1582 oc

opus fieri fecit Pietrus Mortelliti di S. Lucia;

affreschi della tribuna datati 1761 raffiguranti

“Incoronazione della Vergine e Gloria della

Chiesa” e “Storia di San Margherita”. Presso

l'altare maggiore vi è una moderna e bellissima

statua in legno di Santa Margherita, scolpita nel

1871 dall'artista messinese Michele Cangeri.

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33333333

CHIESA DELLA MADONNA DEI CEREI (SEC

XVIX)

Comunemente detta “della Candelora”, la

chiesa “Madonna dei Cerei” è un tipico esempio

di arte normanna, legato all’ordine dei monaci

Basiliani di stanza a Gesso. Interessanti sono al

suo interno il paliotto a tarsie marmoree

policrome posto sull’Altare maggiore e la tela di

Andrea Bruno raffigurante “la Madonna con le

anime del purgatorio risalente al 1658”.

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34343434

CHIESA DI SAN GREGORIO MAGNO (XX SEC)

Il titolo stesso della parrocchia è quello

dell’antico monastero basiliano di San Gregorio

Magno che sorgeva nella valle di Gesso, che fu

confiscato e poi demolito nel 1890 per dar posto

all’attuale stazione ferroviaria di Gesso sulla linea

Messina- Palermo.

Ciò che resta di secoli di storia, fede e tradizioni è

stato trasferito nel 1921 all’attuale parrocchia di

Divieto come le poche ma significative opere

d’arte e il titolo di San Gregorio Magno. Il nuovo

edificio parrocchiale è ubicato sul sito della chiesa

baracca, donata dal Papa Pio X dopo il sisma del

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ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

35353535

1908, concesso dai Baroni Marullo Arau di

Condojanni.

Venne ultimato nel 1932 come attesta l’iscrizione

sul portale d’ingresso; Vescovo del tempo era

mons. Angelo Pajno che si adoperò tanto per la

riedificazione di Messina e delle sue chiese, e il cui

stemma trovasi nel timpano della facciata.

Page 36: Illustrando Villafranca Tirrena

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36363636

CHIESA DI SANT’ANTONIO (XVIX SEC)

Particolare chiesa dalle dimensioni

ridottissime molto frequentata dagli abitanti della

zona “Castelluccio” e dalla quale parte e arriva la

processione più importante e seguita del paese: la

processione di Sant’Antonio. Di stile rustico,

presenta una vetrata di notevole fattura.

Page 37: Illustrando Villafranca Tirrena

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TORRE DI DIVIETO

Di probabile origine tardo-medievale, fu

realizzata quale strumento di difesa e di avviso in

caso di pericolo per la fortificazione eretta nello

spazio in cui oggi sorge il Castello di Bauso.

Venne inserita nel sistema delle torri costiere di

Sicilia che, nella prima metà dell’800, cessò di

esistere. Negli ultimi decenni, è stata

notevolmente modificata dagli interventi di

trasformazione in abitazione. Nonostante tali

modifiche ancora oggi conserva la forma

cilindrica.

Page 38: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

38383838

MUSEO DELLA MEDICINA

Inaugurato nel 2004 dopo una

convenzione stipulata fra l’Amministrazione

Comunale e il Dottore Paolo Badessa, il Museo

della Medicina e degli strumenti medicali è sito in

una palazzina in stile liberty di via Rovere.

All’interno vi sono, collocati in delle apposite

teche, circa 200 reperti di alto valore scientifico,

databili fra la fine del ‘700 e il 1940.

Page 39: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

39393939

I BORGHI E LA PIETRA DI BAUSO

I borghi di castello, calvaruso e serro

rappresentano l’anima antica del paese. Questi

conservano caratteristiche architettoniche: alcune

case custodiscono i blocchi di pietra scolpiti a

mano, come colonne e archi di portoni. Molti

balconi sono sostenuti da “gagnola” realizzati da

scalpellini che

lavoravano la

pietra estratta

dalle locali cave.

Da queste, infatti,

veniva estratta la

famosa pietra di Bauso la cui presenza era

affascinante nell’antica Palazzata del Gullì (XVII

sec) di Messina (distrutta dal terremoto del 1783 e

rinomata da Goethe, ma che tutt’oggi si trova

presente nella Cattedrale di Palermo, nel Monte di

Pietà di Messina, nel Duomo di Messina, nella

Polveriera di Messina, nel Castello di Bauso, nelle

fortificazioni e lungo le pareti di alcune vie di

Messina.

Page 40: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

40404040

IL LUNGOMARE

Caratterizzato da una spiaggia lunga 1,5 km e

larga dai 6 ai 30 metri e frequentatissima dai

paesani e dai cittadini di Messina, nonché da

qualche vip. E’ sormontata da una praticissima

strada con relativa passeggiata; quest’ultima è

adornata da tre piazze molto visitate soprattutto

da Aprile in poi. Le due piazze esterne sono

dotate di parco giochi, mentre quella più a Ovest

presenta anche un campo di calcetto con relativa

tribuna.

Page 41: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

41414141

SERRO

Il paesino si snoda sulla cresta di un colle

lungo la via Candelora, dalla quale si dipartono, a

destra e a sinistra, le sue stradine strette e

tortuose, sulle quali si affacciano balconi fioriti e

minuscoli giardinetti verdi, profumati e ben

curati.

“Piano Chiesa” da il benvenuto al visitatore che si

inerpica per la strada da Villafranca. In particolari

condizioni atmosferiche è possibile scorgere un

versante dell'Etna.

La Piazza, "Aria Cola",

probabilmente "aria"

voleva significare aia,

luogo tipico della

cultura contadina, dove

le donne, sfruttando la

naturale ventilazione

del luogo, erano solite

"spagghiari" i legumi

per separare i semi dalle foglie e dai residui

secchi; "zu Cola" era il nome del probabile

proprietario del luogo. Dalla Piazza si scorge

Page 42: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

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l'ampio arco dei Monti Peloritani, la Torre di

Pizzo Chiarino, Forte Campone, San Martino di

Spadafora, Rometta, Capo Milazzo, Capo Calava e

le bellissime isole Eolie. Una stele in marmo

ricorda i caduti delle due guerre mondiali.

Allontanandosi dalla Piazza si va verso la

contrada San Maccati dove, si narra, attorno al

1500 viveva "Zu Riole", un vecchio saggio e

veggente, tenuto in gran considerazione dai suoi

compaesani che si rivolgevano a lui per avere

indicazioni sulle semine, sulle coltivazioni

d'annata alle quali sarebbe stato conveniente

dedicarsi. Egli viveva in una capanna costruita

con rami di ginestra, lontano dal paese, con la sua

saggezza contadina e con la stima e l'affetto dei

serrentini.

Ed ancora più distante, nei pressi di una stradina

giace una grossa pietra, forse una vecchia macina

che abili scalpellini hanno lavorato utilizzando

una pietra chiamata "giuliana"; dal vecchio nome

della contrada in cui risiede. Essa è da sempre

meta obbligata di tante passeggiate .

Nei vicoletti è possibile osservare qualche

palmento ancora funzionante dei 15 attivi nel

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ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

43434343

paese, quando la viticoltura era molto attiva, e un

frantoio dei tre funzionanti un tempo.

Un pozzo, ormai in disuso, fa bella mostra in un

angolo antico.

Un'edicola in pietra, al primo piano di una

vecchia abitazione, ricorda ancora la devozione di

chi vi abitava.

Un'altra piazzetta del paese è dedicata alla

maestra Giovanna Berlenda che, proveniente dalla

provincia di Palermo, si era stabilita a Serro, per

svolgere la sua attività di insegnante. Amata e

stimata da tutte le famiglie, divenne madrina di

battesimo di molti bambini o, comunque, madrina

di "fazzoletto" o di "cuffietta"; scrisse le lettere di

quelle madri, che avevano i figli lontani e ne lesse

le risposte, partecipando con emozione alle loro

vicende, anche le più personali ed intime.

Condivise con gli abitanti di Serro ogni problema,

affrontando con coraggio le conseguenze e

pagando di persona, durante il periodo fascista

per la questione dell'acqua pubblica.

Il panorama che si ammira dalla piazza della

chiesa è mozzafiato: il cielo e il mare si

confondono in un unico abbraccio; il sole, al

Page 44: Illustrando Villafranca Tirrena

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44444444

tramonto, dipinge l'orizzonte di mille fantastici

colori. Gli abitanti, più numerosi in estate,

sembrano un'unica grande famiglia, organizzata

nella scansione degli eventi e delle tradizioni che

animano la vita ricreativo-culturale della piccola

comunità: iniziative di carattere Sportivo come il

Premio Dinnammare, spettacoli teatrali, feste

religiose e popolari: tutto nel rispetto e nella

valorizzazione di ciò che è stato e che va

tramandato con diligenza ai giovani perché

conoscano ed amino le loro radici culturali.

Diversi i paesaggi naturali presenti nella zona

mete di escursioni podistiche; tra questi meritano

attenzione i calanchi di gesso.

Page 45: Illustrando Villafranca Tirrena

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45454545

LE TRADIZIONI ED IL FOLKLORE

L'Antica tradizione

villafranchese del

«Bamparizzu» si ripete

il 5 di dicembre alla

Vigilia del Patrono San

Nicola. La manifestazione ha carattere storico-

culturale e prende vita nel pomeriggio quando dei

ragazzi in abiti da pescatori cominciano a

trascinare a piedi nudi una barca addobbata con

fiori e vecchie lanterne facendola scivolare sulle

tipiche falanghe in legno per le vie del paese, dalla

marina fino a Piazza Castello, questo come segno

di buon auspicio e in onore di San Nicola. Dalla

Piazza Castello, antistante la Chiesa Madre e il

Palazzo Baronale, parte nel frattempo la Corte

Principesca, preceduta da alcuni ragazzi in

costume da alabardiere ed archibugiere e da

cavalieri a cavallo. I pescatori e i nobili si

incontrano davanti al Palazzo Municipale, e qui

avviene la consegna delle chiavi del Castello di

Bauso da parte del Principe ai pescatori come

segno di benevolenza e rispetto. Successivamente

Page 46: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

46464646

la corte e i pescatori proseguono insieme il loro

cammino fino a raggiungere la piazza Castello

dove al loro arrivo si assiste all’accensione del

falò.

Di notevole richiamo le numerose

processioni religiose che si sviluppano nel corso

dell’anno:

• 02/02 Festa della Candelora Processione di Maria

SS della Candelora con benedizione di candele.

• 11/02 Festa della

Madonna di Lourdes - processione

• Lunedì di Pasqua

Pellegrinaggio a Gesù Ecce Homo -

Santuario di Calvaruso

• Domenica successiva al 13

giugno Corpus Domini – processione

e infiorata

• Ultima settimana di Luglio Festa di Sant'Antonio

– processione in onore del Santo, fiera, concerto e giochi

pirotecnici

• Prima domenica di agosto festa di S. Margherita –

processione in onore della Santa

• 03/09 S. Gregorio Magno – processione in onore

del Santo

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47474747

• 08/09 Madonna delle Grazie – processione in

onore della Madonna

• 06/12 Festa di S. Nicola di Bari Processione in

onore del Patrono di Villafranca e giochi pirotecnici

Sta notevolmente crescendo d’importanza la

cultura del Carnevale Villafranchese che richiama

bellissimi gruppi mascherati e carri allegorici. Si

ripete nelle due domeniche antecedenti il martedì

grasso e, in una versione estiva, la prima

domenica di agosto richiamando un notevole

afflusso turistico.

E’ ormai di rinomata importanza l’”Estate

Villafranchese” che dalla seconda metà di Luglio

Page 48: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

48484848

fino alla prima di settembre sviluppa

quotidianamente manifestazioni di spettacolo,

cultura e sport nonché la fiera dell’artigianato che

di anno in anno ha sempre più richiamo.

Page 49: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

49494949

ALBERGHI E RISTORANTI

Villafranca ha il pregio di possedere due

alberghi di notevole fattura.

“Il Parco degli Ulivi” di categoria 3 stelle

superior, contempla 100 posti letto, una piscina,

un maneggio, un centro benessere, un ampio

ristorante ergendosi sulla parte collinare del

paese.

“L’Hotel Viola” di categoria 4 stelle,

contempla 60 posti letto, negozi, un giardino

d’inverno, un ampio ristorante, si trova allo

svincolo di Villafranca Tirrena.

Oltre ai ristoranti sopra citati, vi sono il

Canarillo Brillo (nei pressi dell’ufficio postale di

Villafranca Tirrena), il El Dorado (nei pressi del

vecchio municipio), il Massoto (nei pressi di

Serro), Jordan’s Bar (di fronte il rifornimento

Agip)

Page 50: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

50505050

ACCESSIBILITA’ AL PAESE

Villafranca Tirrena, allocata a 12 km da

Messina, si trova abbracciata da due svincoli

autostradali: quello di Villafranca Tirrena

(usufruibile solo nella direzione Messina –

Palermo) e quello di Rometta.

E’ raggiungibile anche per mezzo delle

autolinee AST, ATM, Campagna e Ciccolo,

Giuntabus, TAI e della stazione ferroviaria di

Villafranca Tirrena. In particolare la linea

Campagna e Ciccolo perpetra un percorso che

abbraccia anche le frazioni interne di Calvaruso e

Serro.

Page 51: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

51515151

PRO LOCO

Sintesi dati

Villafranca Tirrena

Città Villafranca

Tirrena Provincia Messina Regione Sicilia

TOTALE Fino a 17

anni Dai 18 ai 65

Oltre i 65

anni

Abitanti 9.000 1.510 5.843 1.647

TOTALE Fino alle

Elementari Media

Inferiore Media

Superiore Laurea

Scolarità abitanti

1.586 512 294 630 150

N.

Frazioni

Superficie comunale

(Kmq) 14 Periferie 5

Altitudine s.l.m.

22 Clima temperato ad estate calda

Page 52: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

52525252

Presentazione territorio dal punto di vista Morfologico

prevalentemente formato da zone collinari che lasciano spazio in prossimità del litorale ad

una zona pianeggiante sulla quale sorge gran parte del centro urbano

km tempo

occorrente festivi

tempo occorrente

feriali

Distanza dal Capoluogo

percorso con auto

18 20' 28'

percorso in

treno 19 15' 15'

percorso in

autobus 18 30' 25'

percorso in

bicicletta 32 1h 15' 1h 30'

distanza

dal centro in km

tempo occorrente

festivi

tempo occorrente

feriali

Infrastrutture Stazione

Ferroviaria 0,5 2' 3'

Casello

Autostradale 2 5' 10'

Aeroporto 121 1h 1h 17m

Porto 17 10 m 17 m

Page 53: Illustrando Villafranca Tirrena

ILLU STR ANDO V IL LAFR ANC A TIR R ENA

53535353

Pubbliche Private

Strutture Asili Nido 1

Scuole

materne 2 2

Scuole elementari

4

Scuole medie 1

Palestre 4

Piscine

Campi sportivi

1 calcio, 1 calcetto, 1 atletica,

2 polifunzionali

Centri ricreativi

1

Cinema/Teatro

2

Centro sociale

1

Altro 4

ristoranti/pizzerie

Tipologia Numero Posti letto

Arrivi in

Anno

Presenze Turistiche (in giorni)

Permanenza media

Strutture Alberghiere

Albergo 2 150 6.304 15855 3

Page 54: Illustrando Villafranca Tirrena

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54545454

A cura di:

Servizi Assistenza fasce deboli

(anziani, disabili, etc.) Amministrazione Comunale

Sportelli informatici dedicati

(informagiovani o simili) Amministrazione Comunale

Mense scolastiche Amministrazione Comunale

Trasporto locale scuola

dell'obbligo Amministrazione Comunale

Sportello informazione

turistica Amministrazione Comunale,

Pro Loco

Biblioteca Amministrazione Comunale

Bagni pubblici Amministrazione Comunale

sito P.zza G. Campagna

La realtà

economica (numeri in %)

Economia Agricola 5

Alberghiera 5

Artigianale 10

Commerciale 30

Industriale 40

Della ristorazione

5

Turistica 1

(Indicata l'incidenza percentuale del singolo

settore)

Altro (specificare):

4

100

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55555555

Numero Specificare

Associazioni culturali folkloriche

29

ACRS Calvaruso Insieme, Amici della cultura, AS S an Gregorio magno, ASAS "Pippo La Rosa", Ass. "Il Gattopardo", Ass. "L'Avvenire", Ass. Carlo Cottone, Ass. S. Antonio, Ass. "New Dancing

School", Associazione Commercianti, Centro Accademico, Centro Studi,

Gruppo Majorettes, Highlander, MCL,n Renato Guttuso, Sinistra Giovanile,

Arvenum 696, Fun Fair, Mary Dance, New Cosmos, Pro Loco, Giovani in

Movimento, Coop Sociale Tirreno 96, Grupp Fem Azzurro Donna, A.S. Par.

San Gregorio Magno, Charitas Par. San Gregorio Magno, Ass. Pro Carnevale

Associazioni sportive

21

AS San Gregorio Magno, AS Libertas Villafranca, AS Real Villafranca, ASD Judo Kodakan Club, A.S.D. Real Club

Villafranca, ASAS "Pippo La Rosa", Atletica Villafranca, Circolo Cacciatori, Fiamma Calvaruso, Gruppo Ciclistico

Villafranca, Ludus Meeting, Moto Club, Polisportiva M.G. Mascena, Sci Club

Serro, Sporting Club Villafranca, Tennis Club Serro, Polisportiva Villalfranca Tirrena, C.S. "Nino

Campanella" Soc. Body Elegance Center, Top Competition, Tennis Club

Bauso, G.S.D. Twirling Villafranca, Polisportiva Omnia Sport,

Movimenti politici locali

6 Sinistra giovanile, Alleanza Nazionale, Azione Giovani, Giovani in Movimento, Azzurro donne, Giovani in Movimento

Circoli sociali 4 Castelnuovo MCL, Alleanza Nazionale,

Combattenti, Cacciatori

Associazioni di interesse sociale

3 Briosa, Tirrena, Le Viole

Oratori 3 N.S. di Lourdes, S. Gregorio Magno, S.

Margherita

Sedi di Partito 2 Alleanza Nazionale, Partito democratico

Caf 3 CGIL, MCL, USPIDAP

TOTALE ASSOCIAZIONI

71

Page 56: Illustrando Villafranca Tirrena

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56565656

Nome dell'evento

Chi lo realizza

Eventuali Partner

Periodo data

dell'anno

Da quanto tempo viene

organizzato (media anni)

Affluenza media

partecipanti

Processione della Candelora

Comitato Parrocchiale

02-feb 200 1.000

Carnevale Villafranchese Carnevale Estivo

Comitato Pro Carnevale

Comune di Villafranca Tirrena

Carnevale Agosto

7 25000 20000

Via Crucis vivente verso l'"Ecce Homo"

Movimento Cristiano Lavoratori

Settimana Santa

15 500

Processione della Madonna di Lourdes

Parrocchia S. Nicolò di Bari

11-feb 5 300

Processione "Corpus Domini"

Parrocchia S. Nicolò di Bari

Domenica successiva al 13 giugno

30 1.500

Processione Sant'Antonio

Parrocchia S. Nicolò di Bari

Comitato S.Antonio

Ultima domenica di Luglio

100 40.000

Estate Villafranchese

Pro Loco di Villafranca Tirrena

Comune di Villafranca Tirrena

Dagli ultimi giorni di luglio ai primi di settembre

15 20.000

Page 57: Illustrando Villafranca Tirrena

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57575757

Nome dell'evento

Chi lo realizza

Eventuali Partner

Periodo data

dell'anno

Da quanto tempo viene

organizzato (media anni)

Affluenza media

partecipanti

Processione di Santa Margherita

Confraternita Francescana di Calvaruso

Prima domenica di Agosto

200 1.000

Processione di San Gregorio

Parrocchia di San Gregorio

Ultima Domenica di Agosto

100 1.000

Pellegrinagio all'Ecce Homo

Confraternita Francescana di Calvaruso

Settimana Santa

200 26.000

Sfilata della Corte Principesca e 'Bamparizzu

"Vivere Villafranca"

Comune di Villafranca Tirrena, Pro Loco, Comitato Pro Carnevale

05-dic 7 8.000

Processione di San Nicolò di Bari

Parrocchia S. Nicolò di Bari

06-dic 100 200

Page 58: Illustrando Villafranca Tirrena

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58585858

Risorse Culturali e Ambientali

Tipologia Epoca storica

Proprietà

Stato di

conservazione

Fruibilità (n.visite /anno)

Fonte Battesimale Parrocchia

San Gregorio

Normanna Parrocchia San Gregorio

buono totale 200

Castello di Bauso

XV sec Sovrintend. ai beni culturali

buono totale 1.000

Castello di Calvaruso

XIV sec Comune di Villafranca Tirrena

pessimo nulla -

Statua lignea "Ecce

Homo" XVII sec

Confraternita Francescana

buono totale 10.000

Chiostro seicentesco

con affreschi XVIII sec

Confraternita Francescana

buono totale 10.000

Museo della devozione

XX sec Confraternita Francescana

buono totale 10.000

Biblioteca del

Santuario dell'Ecce

Homo

XVI sec Confraternita Francescana

pessimo nulla -

Museo della Medicina

XX sec Comune di Villafranca Tirrena

buono totale 2.000

Page 59: Illustrando Villafranca Tirrena

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59595959

Tipologia Epoca storica

Proprietà

Stato di

conservazione

Fruibilità (n.visite /anno)

Biblioteca comunale

XX sec Comune di Villafranca Tirrena

buono parziale 1.000

I calanchi di gesso IZPS

XVI sec Comune di Villafranca Tirrena

discreto parziale 200

Villa Saiya XIX sec Comune di Villafranca Tirrena

ristrutturato nulla -

TOTALE VISITATORI

ALL'ANNO 34.400

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60606060

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RINGRAZIAMENTI

Si ringrazia, per il materiale fotografico e il

testo, fornito direttamente ed indirettamente:

Domenico Milella, Nunzio Pagano, Prof.

Domenico Battaglia, Prof. Santina Ruggeri,

Antonio Domenico Bonaccorso, il Comune di

Villafranca Tirrena, Wikipedia e tutte quelle

persone che pur non identificate hanno permesso

di realizzare questa pubblicazione.

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