hikikomori... · qual è lo stile di vita degli hikikomori??? gli hikikomori hanno un ritmo...
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HIKIKOMORIHIKIKOMORIHIKIKOMORIHIKIKOMORI
(presentazione basata su alcuni testi trovati su Internet e sull’articolo “Sindrome di Hikikomori, coinvolti 120mila
adolescenti” di Gianfranco Scialpi, pubblicato il 3 agosto 2019 su Facebook)
COSA SIGNIFICA IL TERMINE “HIKIKOMORICOSA SIGNIFICA IL TERMINE “HIKIKOMORICOSA SIGNIFICA IL TERMINE “HIKIKOMORICOSA SIGNIFICA IL TERMINE “HIKIKOMORI””””
Il termine “Hikikomori”, coniato per la prima volta nel 1998 dallo
psichiatra giapponese Tamaki Saito, è un termine giapponese che
significa “stare in disparte, isolarsi” ed è utilizzato per indicare le
persone che hanno deciso di ritirarsi dalla vita sociale rinchiudendosi
nella loro stanza e cercando spesso livelli estremi di isolamento e
confinamento.
Questo fenomeno è molto diffuso nella società giapponese e la
motivazione viene posta nella mancanza di una figura paterna e inmotivazione viene posta nella mancanza di una figura paterna e in
un’eccessiva protettività della madre, oltre alla grande pressione della
società giapponese verso l’autorealizzazione e il successo personale, cui
l’individuo è sottoposto fin dall’adolescenza.
Questo fenomeno, presente nella società giapponese fin dalla seconda
metà degli anni ’80, ha cominciato a diffondersi dal 2000 anche in
U.S.A. e in Europa.
Il governo giapponese, di fronte al rapido diffondersi in Giappone di
questo fenomeno, ha individuato dei criteri per poterlo definire.
Esso è perciò caratterizzato da:
• ritiro completo dalla società per più di 6 mesi;
• presenza del rifiuto scolastico e/o lavorativo;
• al momento in cui insorge il fenomeno non si riscontrano altre
patologie come schizofrenia, ritardo mentale o altre patologie
psichiatriche rilevanti.
Il fenomeno definito “hikikomori” è quindi considerato una
volontaria esclusione sociale, una ribellione dei giovani
giapponesi alla cultura tradizionale che pertanto vivono reclusi
nella loro casa o nella loro stanza senza alcun contatto né con
l’esterno né con i familiari né con gli amici.
Di cosa soffrono gli Di cosa soffrono gli Di cosa soffrono gli Di cosa soffrono gli HikikomoriHikikomoriHikikomoriHikikomori????
� isolamento sociale
� incomunicabilità
� letargia
� depressione
� comportamenti ossessivo-compulsivi (paura di essere � comportamenti ossessivo-compulsivi (paura di essere
sporchi e manie di persecuzione)
Qual è lo stile di vita degli Qual è lo stile di vita degli Qual è lo stile di vita degli Qual è lo stile di vita degli HikikomoriHikikomoriHikikomoriHikikomori????
Gli hikikomori hanno un ritmo circadiano sonno-veglia
completamente invertito e le ore notturne sono spesso dedicate ai
manga e i rapporti sociali diretti sono sostituiti da quelli tenuti
mediante internet.
Sebbene l’hikikomori intrattenga relazioni sociali via internet (dalle
chat ai videogiochi online), in realtà solo 10% di loro naviga su
internet.internet.
La maggior parte di loro impiega il tempo leggendo libri,
girovagando nella stanza o semplicemente oziando, incapaci di
cercare lavoro o frequentare la scuola.
Una cosa importante da chiarire è che l’internet addiction,
spesso correlata con questa condizione, non è la causa della
condizione di hikikomori ma anzi ne è la conseguenza.
QualiQualiQualiQuali sonosonosonosono gligligligli effettieffettieffettieffetti susususu questiquestiquestiquesti soggettisoggettisoggettisoggetti delladelladelladella
mancanzamancanzamancanzamancanza didididi contattocontattocontattocontatto socialesocialesocialesociale eeee delladelladelladella prolungataprolungataprolungataprolungata
solitudine?solitudine?solitudine?solitudine?Questi soggetti gradualmente perdono le competenze sociali, i riferimenti
comportamentali e le abilità comunicative necessarie per interagire col mondo
esterno.
QualQualQualQual èèèè solitamentesolitamentesolitamentesolitamente ilililil comportamentocomportamentocomportamentocomportamento didididi questiquestiquestiquesti
soggetti?soggetti?soggetti?soggetti?soggetti?soggetti?soggetti?soggetti?
Solitamente questi soggetti lasciano di rado la loro stanza, neppure per lavarsi, e
chiedono che il cibo, che consumano nella propria stanza, gli sia lasciato davanti
alla porta.
Alcuni di essi, tuttavia, riescono ad uscire di casa una volta al giorno o alla
settimana per andare a comprare colazioni da asporto, pasti precotti o
preconfezionati.
Come avviene il ritiro dalla società?Come avviene il ritiro dalla società?Come avviene il ritiro dalla società?Come avviene il ritiro dalla società?
Il ritiro dalla società avviene gradualmente: i ragazzi, in alcuni casi, non riescono
ad immaginarsi adulti o hanno l’impressione di non stare crescendo, appaiono
infelici, perdono le amicizie, la sicurezza e la fiducia in se stessi, dimostrano un
aumento di aggressività verso i genitori.
La percentuale dei suicidi tra gli hikikomori resta comunque bassa, nonostante
abbiano alto il desiderio di porre fine alla loro esistenza. Questo perché in essi
subentra una forma di autocompiacimento e narcisismo che li salva dal suicidio.
Nei casi più gravi, i soggetti in questione restano isolati per anni o anche decenni.
Spesso essi iniziano rifiutandosi di andare a scuola e questo nella societàSpesso essi iniziano rifiutandosi di andare a scuola e questo nella società
giapponese è possibile perché raramente le scuole giapponesi cercano di
convincere i ragazzi a tornare a scuola.
Identikit di genere dell’Identikit di genere dell’Identikit di genere dell’Identikit di genere dell’hikikomorihikikomorihikikomorihikikomori
Solitamente gli hikikomori sono maschi primogeniti, di ceto sociale medio-alto,
con età compresa tra 19 e 30 anni, e che manifestano l’inizio del disagio nel 23%
dei casi già nel primo anno della scuola media.
Solo il 10% dei soggetti appartiene al genere femminile e di solito il loro
periodo di isolamento è limitato, anche se il ritiro in casa delle ragazze è una
consuetudine nella società giapponese e quindi potrebbe mascherare il problema.
Un altro fenomeno tipico della società giapponese che potrebbe mascherareUn altro fenomeno tipico della società giapponese che potrebbe mascherare
casi di hikikomori non riconosciuti è quello dei ragazzi che continuano a
vivere con i genitori ben oltre la maggiore età e che, in una certa percentuale,
mostrano stili comportamentali simili a quelli degli hikikomori.
La diffusione del fenomeno nel mondo / 1La diffusione del fenomeno nel mondo / 1La diffusione del fenomeno nel mondo / 1La diffusione del fenomeno nel mondo / 1GIAPPONEGIAPPONEGIAPPONEGIAPPONE:::: il fenomeno ha iniziato a diffondersi dalla metà degli anni ‘80, con un
notevole incremento verso la fine degli anni ‘90. i giapponesi coinvolti in questo
fenomeno dovrebbero essere circa 400mila, anche se una stima precisa è difficile,
in parte per la reticenza delle famiglie a denunciare i casi e in parte per la scarsa
conoscenza del fenomeno da parte delle famiglie.
Anche i dati forniti dal governo giapponese sono contrastanti: a luglio 2010 il loro
numero era indicato come 700mila unità con età media di 31 anni; a settembre
2010 il numero era sceso a 236mila; nel 2012 il governo parlava di 1,2% di
persone tra 20 e 50 anni che hanno vissuto almeno un periodo di 6 mesi di ritiropersone tra 20 e 50 anni che hanno vissuto almeno un periodo di 6 mesi di ritiro
sociale e di isolamento; nel 2016 il governo parlava di 541mila soggetti interessati
tra i 15 e i 39 anni e di 613mila tra i 40 e i 64 anni.
Soprattutto per coloro che hanno 40 anni e che costituiscono la “prima
generazione”, c’è preoccupazione per il loro reinserimento nella società quando,
raggiunti i 60 anni e rimasti orfani, perderanno l’unica fonte di sostentamento.
La diffusione del fenomeno nel mondo / 2La diffusione del fenomeno nel mondo / 2La diffusione del fenomeno nel mondo / 2La diffusione del fenomeno nel mondo / 2
FRANCIAFRANCIAFRANCIAFRANCIA: tra 2011 e 2012 sono stati individuati 30 casi, nella fascia d’età 16-
30 anni, soprattutto tra coloro con scarsa vita sociale o che non hanno
completato gli studi o hanno avuto difficoltà a farlo.
In Francia il fenomeno non è riconosciuto ma si calcola che il numero degli
hikikomori francesi sia intorno alle decine di migliaia.
ITALIAITALIAITALIAITALIA:::: qui il fenomeno è spesso confuso con il disturbo da dipendenza da
Internet (IAD). In Italia si stima che il rapporto di soggetti a rischio di reclusione
sociale sia 1/250, mentre secondo altri il rapporto sarebbe 1/200. Nel 2013,sociale sia 1/250, mentre secondo altri il rapporto sarebbe 1/200. Nel 2013,
secondo la Società Italiana di Psichiatria i soggetti interessati sarebbero circa 3
milioni nella fascia di età 15-40, ma, come già detto, il fenomeno è spesso confuso
con la dipendenza da Internet. Una stima più attendibile, del 2018, fissa i numero
dei casi a 100mila, salita nel 2019 a 120mila. In Italia l’unico punto di riferimento
per le famiglie è l’”Associazione Hikikomori Italia”, fondata da Marco Crepaldi,
laureato in psicologia sociale e esperto di comunicazione digitale. Secondo
un’indagine svolta da questa Associazione, in Italia il fenomeno è più presente al
Nord, mentre il Lazio è la regione con più casi.
SPAGNASPAGNASPAGNA:::: qui sono stati individuati dei casi ma spesso come conseguenza di
disturbi come psicosi e ansia patologica.
ARGENTINAARGENTINAARGENTINAARGENTINA:::: nel 2008 sono stati accertati più di 50 casi e in particolare nella
città di Viedma è stato individuato un uomo che per 20 anni si è rifiutato di
abbandonare la propria abitazione.
BANGLADESHBANGLADESHBANGLADESHBANGLADESH:::: il fenomeno è molto diffuso.
INDIAINDIAINDIAINDIA:::: il fenomeno è molto diffuso.
IRANIRANIRANIRAN:::: il fenomeno è molto diffuso.
TAIWANTAIWANTAIWANTAIWAN:::: il fenomeno è molto diffuso.
THAILANDIATHAILANDIATHAILANDIATHAILANDIA:::: il fenomeno è molto diffuso.THAILANDIATHAILANDIATHAILANDIATHAILANDIA:::: il fenomeno è molto diffuso.
CINACINACINACINA:::: il fenomeno è molto diffuso.
COREACOREACOREACOREA DELDELDELDEL NORDNORDNORDNORD:::: qui una persona è dichiarata affetta da questa sindrome dopo
3 mesi (e non 6) di isolamento sociale. Questi soggetti, a differenza degli
hikikomori, mantengono il dialogo con i propri genitori e il fenomeno è di breve
durata perché i ragazzi coreani debbono prestare servizio militare obbligatorio dai
18 anni. Nel 2008 sono stati accertati 300mila casi, ma da allora il governo
coreano non ha più fornito stime ufficiali sul loro numero.
HONGKONGHONGKONGHONGKONGHONGKONG:::: secondo uno studio del 2012 qui i casi accertati sarebbero
circa18,500, il triplo rispetto alla stima del 2005. inoltre sono stati studiati 192
soggetti, alcuni dei quali in isolamento totale da almeno 6 anni.
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I sintomi dello hikikomori sono paragonabili a quelli che colpiscono l’integrazione
sociale ma risultano alterati rispetto alla forma originale per la peculiarità della cultura
giapponese. Uno dei motivi che spingono gli adolescenti giapponesi ad isolarsi è infatti
la volontà di opporsi al conformismo tipico della società giapponese.
Pur influenzati, secondo alcuni psichiatri, dai disturbi pervasivi dello sviluppo che
includono la sindrome di Asperger e l’autismo, e sebbene uno studio del 2007 abbia
evidenziato la correlazione tra lo stato di hikikomori e la presenza di disturbi mentali
come depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, della personalità o leggere disabilità
intellettuale, i sintomi dello hikikomori giapponese sono diversi, come già detto, da
quelli della forma occidentale.quelli della forma occidentale.
La forma giapponese del fenomeno potrebbe essere una resistenza alla pressione
all’autorealizzazione e al successo personale presente nei ragazzi giapponesi già nella
scuola media, dove è essenziale che siano eccellenti nello studio e nella professione.
Infatti, se un ragazzo non segue un preciso percorso verso un’università di élite o
un’azienda di prestigio, ciò viene visto come un grave fallimento.
Uno dei motivi principali che spinge gli adolescenti giapponesi ad isolarsi è proprio
rifiutare tutto questo. I giovani hikikomori sono spesso persone intelligenti e creative, il
cui unico modo per affermare la propria identità è nascondersi, fuggendo dalla realtà e
dalle proprie responsabilità.
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Inoltre, l’eccessiva pressione competitiva nel sistema scolastico per ambire ai
migliori posti di lavoro con la crisi degli anni ‘90 che ha portato il Giappone a
perdere la maggior parte della sua forza economica, è ritenuta dagli adolesccnti
giapponesi uno sforzo inutile, visto anche che, una volta usciti dalla scuola, non
hanno la garanzia di un impiego a vita presso aziende multinazionali come i loro
genitori. Per questo, non avendo un obiettivo di vita chiaro, alcuni si ritirano
socialmente come hikikomori.
Un’altra causa del fenomeno potrebbe essere nei rapporti sociali tra gli
adolescenti, che nel periodo scolastico spesso si dimostrano un vero incubo conadolescenti, che nel periodo scolastico spesso si dimostrano un vero incubo con
molestie e forme più o meno gravi di bullismo che provocano agorafobia, ansia,
fobia sociale e scolare fino a sfociare in una vera e propria situazione di
hikikomori.
Un’ulteriore possibile causa potrebbe essere la timidezza. Questo stato può
portare a situazioni in cui il ragazzo arrivi a provare vergogna o si senta ferito
nell’orgoglio in situazioni altrimenti facilmente sopportabili. Nei casi peggiori
questa situazione potrebbe accrescere le possibilità di isolamento sociale.
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Un’altra causa della diffusione del fenomeno in Gippone è certamente la famiglia
giapponese, caratterizzata da una interdipendenza madre-figlio e dall’assenza della
figura paterna. A questo si aggiunge che la maggior parte dei genitori aspetta molto a
lungo prima di chiedere aiuto, sperando che il figlio superi questa fase di isolamento
da solo. In parte ciò è dovuto al fatto che il figlio si vergogna di aver deluso i genitori
che, a loro volta, si vergognano di avere un figlio rimasto indietro rispetto agli altri.
Inoltre la classe media ha la capacità economica di mantenere a casa un figlio adulto
per un tempo indefinito. Infatti, nelle famiglie a basso reddito non ci sono figli
hikikomori, poiché questi, se non finiscono la scuola, devono andare a lavorare.
Assenza del padre: nella famiglia giapponese la figura del padre è assente poiché non
si prende la responsabilità della crescita dei figli (affidata totalmente alla madre) ma è
impegnato tutto il giorno sul posto di lavoro, e anche le sue amicizie sono limitate ai
soli colleghi di lavoro. Nonostante la sua assenza fisica nella vita dei figli, il padre
esercita una “violenza simbolica”, evidenziando i propri successi e la propria
dedizione al lavoro, evitando tutti i rapporti intimi, nella speranza che i figli assimilino
tali valori. Ciò può portare i figli a sviluppare i sintomi da ritiro sociale come forma di
ribellione al modello paterno.
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Dipendenza dalla madre: come contraltare all’assenza della figura paterna abbiamo
una interdipendenza dei figli, specie maschi, con la madre. Questa relazione madre-
figlio sfocerebbe in un sentimento di estrema dipendenza, impedendo al figlio uno
sviluppo psicologico autonomo. Questo accade soprattutto in presenza di madri troppo
ansiose e oppressive nelle cui mani esclusive sono affidati l’educazione e il
mantenimento del figlio e che nel 95% dei casi assecondano l’isolamento del figlio.
L’atteggiamento tipico della madre di un hikikomori è appoggiare l’atteggiamento del
figlio sena interferire e senza indagare le cause di questo suo isolamento, sperando chefiglio sena interferire e senza indagare le cause di questo suo isolamento, sperando che
col tempo la situazione torni nella normalità.
Il filgio, che in Giappone dorme normalmente fico ai 10 anni nel letto con i genitori,
acquisisce la consapevolezza della bontà e della dedizione nei suoi confronti della
madre che, soprattutto nell’epoca contemporanea, ha sviluppato un forte senso di
iperprotettività verso il figlio, causato, oltre che dall’assenza del marito, dal desiderio
di proteggere il figlio dalle aspettative che la società e la sessa famiglia hanno riposto
in lui
COME IL FENOMENO E’ TRATTATO IN COME IL FENOMENO E’ TRATTATO IN COME IL FENOMENO E’ TRATTATO IN GIAPPONEGIAPPONEGIAPPONEGIAPPONE / 1/ 1/ 1/ 1
Secondo gli psicologi è importante che lo spazio il cui si rinchiude lo hikikomori (di solito
la sua stanza) non sia violato con la forza ma che ci si approcci al soggetto con gentilezza
e pazienza.
In Giappone sono stati sviluppati due tipi di approcci al fenomeno:
1) approccio medico-psichiatrico: la condizione è trattata come un disturbo mentale o
comportamentale con ricovero ospedaliero, sedute di psicoterapia e assunzione di
psicofarmaci;
2) approccio basato sulla risocializzazione che considera il fenomeno un problema di
socializzazione piuttosto che una malattia mentale. Il soggetto viene ospitato in una
comunità alloggio in cui sono presenti altri hikikomori, con la possibilità di interagirecomunità alloggio in cui sono presenti altri hikikomori, con la possibilità di interagire
lontano dalla casa di origine.
Il secondo tipo di approccio è gestito da specifiche organizzazioni no profit, che si
propongono di aiutare questi soggetti a comunicare e integrarsi nella società, migliorando
la loro capacità di interagire in modo da renderli indipendenti dalla famiglia, assegnando
loro piccoli incarichi o lavori. Queste organizzazioni, spesso contattate dai genitori che
pagano una quota per la partecipazione del figlio alle attività, si propongono come
un’estensione della famiglia e prevedono anche una “sorella in prestito”, che cerca di
stabilire un contatto col soggetto e di convincerlo a uscire dalla sua stanza e a prendere
parte al programma.
Questo metodo però lascia perplessi molti per la scarsa formazione specifica dei volontari.
COME IL FENOMENO E’ TRATTATO IN COME IL FENOMENO E’ TRATTATO IN COME IL FENOMENO E’ TRATTATO IN GIAPPONEGIAPPONEGIAPPONEGIAPPONE / 2/ 2/ 2/ 2
Questi centri di recupero, chiamati free space o free school, sono strutturati come una
normale scuola, con programmi didattici identici. La differenza è mancano ruoli gerarchici:
i ragazzi in cura non usano divise, non viene diffusa nessuna informazione sul loro passato,
creando così un clima sereno all’interno della scuola. Viene inoltre favorito un rapporto di
fiducia, ricostruendo le relazioni sociali tramite l’empatia e l’accettazione positiva
incondizionata.
La durata del percorso riabilitativo può variare da persona a persona ma la durata media del
percorso è di circa 12 anni. Alcuni studi evidenziano che, comunque, circa il 23% dei
soggetti su 80 smettono di frequentare i centri di recupero per diversi anni. Inoltre non è
detto che questi soggetti riescano a rientrate totalmente nella società e nel mondo del lavoro,detto che questi soggetti riescano a rientrate totalmente nella società e nel mondo del lavoro,
perché le aziende giapponesi sono restie ad assumere persone con un curriculum in cui sono
presenti lunghi periodi di inattività lavorativa.
3) telepsichiatria. Questa terapia alternativa è una branca della telemedicina e si è
sviluppata grazie al progresso tecnologico, avvalendosi della connessione internet, di
webcam e computer, permettendo al medico curante e al paziente di interagire a distanza.
Questa soluzione si sposa alla perfezione col fenomeno hikikomori, perché permette di
raggiungere i soggetti in questione attraverso il loro unico sistema di mediazione col mondo
esterno. Tale sistema porrebbe le basi per la fine dell’auto-isolamento, consentendo al
medico di erogare le prime cure del trattamento del disturbo.
HIKIKOMORIHIKIKOMORIHIKIKOMORI E MANGAE MANGAE MANGAE MANGA
La figura dell’hikikomori viene spesso utilizzata negli “anime” e
nei “manga”, e può perciò essere considerata come uno stereotipo
dei cartoni animati giapponesi, nei quali molto spesso il ruolo di
“eroe” viene affidato a un hikikomori, il che dimostra una
crescente accettazione e un miglioramento dell’immagine di
questo modello psico-sociale.
IL FENOMENO IL FENOMENO IL FENOMENO IL FENOMENO HIKIKOMORIHIKIKOMORIHIKIKOMORIHIKIKOMORI E L’E L’E L’E L’ITALIAITALIAITALIAITALIA
Il fenomeno Il fenomeno Il fenomeno Il fenomeno hikikomorihikikomorihikikomorihikikomori e la scuolae la scuolae la scuolae la scuola
Il fenomeno hikikomori (= volontario isolamento sociale) sta diffondendosi
significativamente tra gli studenti e le scuole si trovano sole e senza strumenti adeguati ad
affrontare il problema ma anche a cogliere i primi segnali e ad aiutare le famiglie.
Per questo il MIUR ha istituito un Comitato Tecnico Nazionale per la tutela del diritto allo
studio di alunni e studenti che presentino questa problematica col compito di:
� definire linee guida nazionali condivise per l’assistenza di alunni e studenti che
presentano questa problematica;
� definire iniziative atte a favorire la diffusione e il recepimento delle linee guida;
� definire iniziative funzionali alla tutela del diritto allo studio, della salute e del� definire iniziative funzionali alla tutela del diritto allo studio, della salute e del
benessere di questi soggetti.
Un’esperienza pilota è stata svolta in Piemonte, dove già da tempo è stato messo a punto
un protocollo con buone pratiche, promosso dalla regione, dall’USR regionale e
dall’Associazione Hikikomori Italia.
Naturalmente, tutte queste iniziative possono avere una validità solo con la
collaborazione dei genitori che devono avere un costante dialogo e comprendere gli stati
emotivi di propri figli, individuare ogni segnale di disagio e potenziare l’autostima dei
propri figli.
Cosa devono fare i genitori?In presenza di un figlio hikikomori la Società Italiana di Pediatria propone ai genitori i
seguenti consigli:
� Parla con tuo figlio: è importante instaurare con i propri figli una comunicazione aperta,
spiegando loro cosa vuol dire un utilizzo positivo e intelligente dei media device, prestando
attenzione ai contenuti pubblicati e letti e ricordando loro che è indispensabile proteggere la
privacy online per tutelare se stessi e la propria famiglia.
� Comprendi, impara, ascolta: i genitori dovrebbero monitorare il tempo che i propri figli
passano su tablet, smatphone e pc, imparando loro per primi a usare le tecnologie a
disposizione per comprenderle il più possibile, giocando con i figli e condividendo per quanto
è possibile le attività sui media device.
� Stabilisci limiti e regole chiare: occorre limitare il tempo di utilizzo dei media device
durante il giorno o nei fine settimana, stabilendo orari precisi di divieto (p,es. a tavola,
durante i compiti o nelle riunioni familiari). Considerare i media device un’opportunità per
tutta la famiglia di vedere insieme film o condividere contenuti social o messaggi in chat e
video.
� Dai il buon esempio: l’esempio dei genitori è fondamentale, per cui essi dovrebbero per
primi limitare l’utilizzo dello smartphone in famiglia e durante i pasti e scegliere sempre
contenuti appropriati e linguaggi adeguati sui social network.
� Fai rete: indispensabile è la collaborazione tra genitori, pediatri, operatori sanitari per
tutelare e sostenere i ragazzi con campagne di informazione che diano una maggiore
consapevolezza degli aspetti positivi ma anche negativi dell’uso eccessivo dei media device.