giornaledelpopolo in primo piano chiacchierata con il ... gdp.pdf · ticino basket è fissato per...

1
I Bulls, una realtà in continua evoluzione IN PRIMO PIANO Chiacchierata con il vicepresidente Remo Semmler 1 GDP GIORNALE del POPOLO DA TENERE! 9.00: Lugano - GCZ Wildcats; sempre alla Gerra alle 13.00: Swiss Central - Lugano; a Breganzona alle 13.00: SAM 5 Stelle - Friborgo. CONCENTRAMENTO EASYBASKET Il prossimo ap- puntamento della categoria è previsto al Palasport di Bellinzona sabato 29 novembre dalle 9.00 alle 12.00. SU TELETICINO Il prossimo appuntamento con Ticino Basket è fissato per il 16 novembre alle 17.55 sempre nel corso di “In onda con voi”. CAMPIONATO NAZIONALE U16 Il campiona- to nazionale U16 fa tappa a Lugano durante il prossimo weekend con il seguente programma delle squadre ticinesi: sabato alla Gerra alle 17.00: Lugano - SAM 5 Stelle; domenica alla Gerra alle TICINO BASKET ticinesi d’oltralpe di MICHELANGELO CAVADINI Come anticipato all’incirca un mese fa, oggi inizieremo il nostro percorso alla sco- perta dei talenti ticinesi d’oltralpe, e non po- tevamo non dare spazio prima alle donne, ol- tretutto cominciando con una categoria della pallacanestro che spesso viene trascurata a livello mediatico e pure decisamente poco apprezzata da giocatori e tifoserie: l’arbitro. Incontriamo quindi Katarina Stupar, classe 1995, cresciuta a Locarno ed ora impegnata con gli studi di psicologia presso l’Universi- tà di Friborgo. Cominciamo chiedendole di raccontarci il suo percorso cestistico: «Ho co- minciato a giocare a basket da piccola a Mu- ralto, dove mia madre, Dubravka Mrsa, aveva giocato per molti anni nella squadra femmi- nile di Serie A, ed è stato così per me quasi inevitabile seguire le sue orme. Dopo l’ul- timo anno nella categoria Scolare (U15) mi sono però trasferita, cestisticamente parlan- do, a Bellinzona, nell’an- no prima di passare dalla Serie B alla Serie A, sotto l’occhio esperto di coach Scott Twehues, allenatore che reputo il più importan- te e influente nel mio per- corso da giocatrice. Dopo due tornei europei con la nazionale femminile U16 e U18, rispettivamente in Romania e in Unghe- ria, e lo scorso anno, dove ho giocato per la Serie B dell’Ellfic Fribourg, ho però deciso di appendere definitivamente le scarpette da giocatrice al chiodo per conti- nuare a tempo pieno con l’arbitraggio». Come infatti ci racconta successivamen- te Katarina, è proprio da quest’altro punto di vista del campo da gioco che lei si riconosce di più: «Mi sono avvicinata all’arbitraggio già da bambina, quando seguivo mia madre che si occupava del referto alle partite, incomin- ciando nel 2009 come mini-arbitro, per poi diventare nel 2011 arbitro regionale in Ticino e nel 2014 arbitro nazionale per la Prima Lega maschile. L’emozione più grande raggiunta sin d’ora grazie all’arbitraggio è sicuramen- te l’esperienza che ho vissuto quest’estate in Slovenia, dove ho frequentato un campo d’al- lenamento all’interno del quale, assieme ad altre 30 ragazze arbitro provenienti da tutta Europa, ho avuto l’opportunità di rappresen- tare la Svizzera. Infatti proprio in quella setti- mana ho rafforzato le mie convinzioni e ricon- fermato le mie ambizioni, cogliendo ancora una volta quella che secondo me è l’essenza dell’arbitraggio: mettermi in discussione, con- vinta di ciò che vedo e di come lo interpreto, sempre cercando di dare il meglio affinché tutti possano divertirsi e giocare nel più cor- retto dei modi». L’ultima domanda che poniamo a Katarina prima di salutarci e ringraziarla per la sua di- sponibilità è di immedesimarsi nel suo futu- ro prossimo, pensando a quali ruoli e quanto peso avranno il basket e il suo percorso di stu- di: «In assoluto spero di mantenere entrambi questi impegni portandoli al massimo delle mie capacità, vivendo tante esperienze, da permettermi di soddisfare i miei sogni e le mie ambizioni. Mi auguro che la mia professione non escluda dalla mia vita la pallacanestro, ma soprattutto vorrei riuscire a fondere i miei studi di psicologia con la passione del basket in un futuro lavorativo, siccome da giocatri- ce la parte mentale non era tra i miei punti di forza, ma al contrario mi ha messo spesso in difficoltà». di MARCO DRIUSSI Vi sono discipline affascinanti che però hanno una visibilità piut- tosto limitata. Le Paralimpiadi che si sono tenute a Rio quest’anno ci hanno permesso di avvicinarci a realtà di cui non si parla molto spesso. Una di queste è il basket in carrozzina che, anche in Ticino, ha una squadra che compete nel massimo campionato nazionale di categoria. Si tratta dei Ticino Bulls, che, nel debutto stagionale dello scorso 22 ottobre, si sono imposti contro la squadra sangallese dei Rollinrebels. Abbiamo fatto quat- tro chiacchiere con Remo Semm- ler, vicepresidente del Gruppo Pa- raplegici Ticino e giocatore della compagine ticinese di basket in carrozzina, per saperne di più. Remo Semmler, i Ticino Bulls sono una delle otto squadre che prendono parte al massimo campionato svizzero di basket in carrozzina. Le vostre ambi- zioni sono piuttosto alte per la stagione cominciata lo scorso 22 ottobre… Come avviene in tutti gli sport iniziamo il campionato con grandi ambizioni ma siamo coscienti che sarà un torneo durissimo. Quello che possiamo assicurare è che fa- remo del nostro meglio per arriva- re ai playoff e cercare di conquista- re la finale. La vostra squadra è composta da undici giocatori di età com- presa tra i 27 e i 53 anni, di cui sei risultano essere stranieri. Sembra quindi che la prove- nienza dei vostri cestisti sia piuttosto eterogenea. In un contesto come questo – con età molto diverse – come lavora- te per la cosiddetta chimica di squadra? Abbiamo giocatori con grande esperienza a livello internazionale e per questo motivo i più giovani hanno tantissimo da imparare. La nostra forza è di essere un gruppo compatto e unito anche fuori dalle palestre e fino ad ora in campo non abbiamo avuto alcun problema. Un’altra particolarità consiste in una squadra che non è solo destinata a chi presenta una disabilità ma che è addirittu- ra aperta a tutti coloro i quali sono interessati a questa disci- plina, quindi anche ai normo- dotati. Come mai questa scelta? È un’idea che viene dagli USA dove ormai è una prassi consoli- data. Diverse persone normodo- tate hanno espresso il desiderio di giocare a basket insieme a persone disabili e quindi è stata formaliz- zata la richiesta per un’autorizza- zione in tal senso. Da allora è stata adottata la nuova regolamentazio- ne che in seguito è stata estesa in tutto il mondo. Personalmente, ritengo che questa forma di ag- gregazione abbia avuto un esito positivo soprattutto in termini di garanzia di uguali condizioni per tutti i partecipanti. Oltre ad avere la vostra prima squadra, state pure lanciando una scuola basket a cui possono prendere parte tutti i ragazzi dagli otto anni in su. Come sot- tolineato sul vostro sito, questa è una sfida che avete deciso di af- frontare. Quali sono, fino ad ora, i riscontri che avete avuto? Il progetto “Basket per tutti” ha lo scopo di promuovere questo sport. A mio parere sta dando ot- timi risultati anche se ci vorrà del tempo per poter avere dei riscontri definitivi. L’interesse da parte di normodotati nel voler approcciarsi a questa disciplina è qualcosa di molto importante che genera un clima di amicizia e condivisione. Il nostro progetto nasce con lo sco- po di informare tutti gli interessati su cosa sia realmente il basket in carrozzina: Chi può giocare, quali sono le sue regole e far capire l’im- portanza sociale di questo bellissi- mo sport. Inoltre, credo sia un’ini- ziativa molto utile anche per chi ha avuto una lesione traumatica che ha causato un arresto dell’attività sportiva. In questi casi cerchiamo di offrire un’opportunità di gioca- re e mantenersi attivi con il basket in carrozzina. La scuola ha quindi il compito di dare le prime infor- mazioni pratiche e i fondamenti per la pratica sportiva con la spe- ranza di avviare nuovi giocatori e magari scoprire nuovi talenti. Più in generale, per chi non conoscesse la disciplina, quali sono le caratteristiche fonda- mentali del vostro sport rispet- to alle regole dei normodotati? 4T, tra sudore, canestri e altri sport La squadra dei Ticino Bulls è partita subito con una vittoria nella nuova stagione. Praticamente le regole sono uguali: le dimensioni del cam- po, l’altezza del canestro, la palla sono le stesse. L’unica diversità ri- guarda il palleggio. Nella versione tradizionale del gioco, terminato il palleggio bisogna passare o ti- rare la palla a canestro. Nel ba- sket in carrozzina, invece, si può continuare anche dopo l’arresto. Tuttavia, la FIBA sta valutando di eliminare anche questa unica differenza. Aggiungo infine che il basket in carrozzina ha una fede- razione internazionale, la IWBF (Internetional Wheelchair Ba- sketball Federation), riconosciu- ta dalla FIBA. A livello nazionale esiste la federazione svizzera che viene riconosciuta da Swissbasket e abbiamo persino una nazionale di basket in carrozzina. Studentessa col fischietto Quante volte è capitato di immagi- nare uno sportivo cimentarsi in una disciplina che non fosse la sua princi- pale. Si pensi ad uno dei miti viventi della pallacanestro: Michael Jordan che, in occasione del suo primo ritiro dal basket, a metà anni Novanta, de- cise di appendere temporaneamente le scarpette al chiodo e di confrontar- si con il baseball. Ebbene in Ticino, e più precisamente al Centro Naziona- le Sportivo di Tenero, è possibile, per i giovani talenti del nostro territorio, migliorarsi nelle proprie discipline ma confrontarsi pure con attività agonisti- che diverse dalla propria. Lo scorso 4 novembre, infatti, si è conclusa la quin- ta edizione del campo 4T, un’occasione per i giovani talenti sportivi del Canto- ne (230 ragazzi in rappresentanza di 13 federazioni differenti) per cimentarsi dapprima con il proprio sport e poi di entrare in contatto, nel tempo restante, con discipline diverse. Da anni ormai, una selezione canto- nale di Ticinobasket partecipa regolar- mente a questo appuntamento forma- tivo e per l’edizione 2016 la categoria prescelta è stata quella degli U14: 15 ragazzi pieni di entusiasmo si sono pre- sentati a Tenero - sotto la guida esperta di Vittorio Vaccari e Davide Campiotti – e hanno trascorso una settimana di al- a Tenero lenamenti intensi. Riposte poi le scarpe e la palla a spicchi nella propria borsa, i giovani partecipanti, come accennato, nello spirito di un’apertura verso altre discipline sportive, hanno avuto la pos- sibilità di affrontare un test diagnostico Conconi e alcune attività complemen- tari quali l’arrampicata libera ed un allenamento alternativo di pallavolo. In altre parole il campus ha permes- so ai ragazzi di lavorare in condizioni ottimali sia per migliorare nel proprio sport, sia per sviluppare competenze sociali entrando in contatto con gio- vani di altre discipline. Nulla è stato lasciato al caso per quanto concerne l’organizzazione del campus: i test di valutazione e prestazione a cui i ragaz- zi hanno potuto prendere parte, sono stati monitorati grazie alla preziosa collaborazione del Centro di medicina e chirurgia dello sport (CMCS) dell’O- spedale La Carità di Locarno. Insom- ma, la quinta edizione del 4T è quella che potremmo definire un’occasione per lavorare duramente e professio- nalmente senza però perdere d’occhio quello che è un valore aggiunto dello sport: riuscire a divertirsi e allacciare nuovi contatti con i propri coetanei.

Upload: dinhphuc

Post on 16-Feb-2019

223 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: GIORNALEdelPOPOLO in primo piano Chiacchierata con il ... GdP.pdf · Ticino Basket è fissato per il 16 novembre alle ... ciando nel 2009 come mini-arbitro, per poi diventare nel

I Bulls, una realtàin continua evoluzione

in primo piano Chiacchierata con il vicepresidente Remo Semmler

1 GDPGIORNALEdelPOPOLO

Da tenere!

9.00: Lugano - GCZ Wildcats; sempre alla Gerra alle 13.00: Swiss Central - Lugano; a Breganzona alle 13.00: SAM 5 Stelle - Friborgo.ConCEnTramEnTo EaSYBaSKET Il prossimo ap-puntamento della categoria è previsto al Palasport

di Bellinzona sabato 29 novembre dalle 9.00 alle 12.00.SU TELETiCino Il prossimo appuntamento con Ticino Basket è fissato per il 16 novembre alle 17.55 sempre nel corso di “In onda con voi”.

CampionaTo naZionaLE U16 Il campiona-to nazionale U16 fa tappa a Lugano durante il prossimo weekend con il seguente programma delle squadre ticinesi: sabato alla Gerra alle 17.00: Lugano - SAM 5 Stelle; domenica alla Gerra alle

tIcINObAskEt

ticinesi d’oltralpe

di miChELangELo Cavadini

Come anticipato all’incirca un mese fa, oggi inizieremo il nostro percorso alla sco-perta dei talenti ticinesi d’oltralpe, e non po-tevamo non dare spazio prima alle donne, ol-tretutto cominciando con una categoria della pallacanestro che spesso viene trascurata a livello mediatico e pure decisamente poco apprezzata da giocatori e tifoserie: l’arbitro. Incontriamo quindi Katarina Stupar, classe 1995, cresciuta a Locarno ed ora impegnata con gli studi di psicologia presso l’Universi-tà di Friborgo. Cominciamo chiedendole di raccontarci il suo percorso cestistico: «Ho co-minciato a giocare a basket da piccola a Mu-ralto, dove mia madre, Dubravka Mrsa, aveva giocato per molti anni nella squadra femmi-nile di Serie A, ed è stato così per me quasi inevitabile seguire le sue orme. Dopo l’ul-timo anno nella categoria Scolare (U15) mi sono però trasferita, cestisticamente parlan-

do, a Bellinzona, nell’an-no prima di passare dalla Serie B alla Serie A, sotto l’occhio esperto di coach Scott Twehues, allenatore che reputo il più importan-te e influente nel mio per-corso da giocatrice. Dopo due tornei europei con la nazionale femminile U16 e U18, rispettivamente in Romania e in Unghe-ria, e lo scorso anno, dove ho giocato per la Serie B dell’Ellfic Fribourg, ho

però deciso di appendere definitivamente le scarpette da giocatrice al chiodo per conti-nuare a tempo pieno con l’arbitraggio».

Come infatti ci racconta successivamen-te Katarina, è proprio da quest’altro punto di vista del campo da gioco che lei si riconosce di più: «Mi sono avvicinata all’arbitraggio già da bambina, quando seguivo mia madre che si occupava del referto alle partite, incomin-ciando nel 2009 come mini-arbitro, per poi diventare nel 2011 arbitro regionale in Ticino e nel 2014 arbitro nazionale per la Prima Lega maschile. L’emozione più grande raggiunta sin d’ora grazie all’arbitraggio è sicuramen-te l’esperienza che ho vissuto quest’estate in Slovenia, dove ho frequentato un campo d’al-lenamento all’interno del quale, assieme ad altre 30 ragazze arbitro provenienti da tutta Europa, ho avuto l’opportunità di rappresen-tare la Svizzera. Infatti proprio in quella setti-mana ho rafforzato le mie convinzioni e ricon-fermato le mie ambizioni, cogliendo ancora una volta quella che secondo me è l’essenza dell’arbitraggio: mettermi in discussione, con-vinta di ciò che vedo e di come lo interpreto, sempre cercando di dare il meglio affinché tutti possano divertirsi e giocare nel più cor-retto dei modi».

L’ultima domanda che poniamo a Katarina prima di salutarci e ringraziarla per la sua di-sponibilità è di immedesimarsi nel suo futu-ro prossimo, pensando a quali ruoli e quanto peso avranno il basket e il suo percorso di stu-di: «In assoluto spero di mantenere entrambi questi impegni portandoli al massimo delle mie capacità, vivendo tante esperienze, da permettermi di soddisfare i miei sogni e le mie ambizioni. Mi auguro che la mia professione non escluda dalla mia vita la pallacanestro, ma soprattutto vorrei riuscire a fondere i miei studi di psicologia con la passione del basket in un futuro lavorativo, siccome da giocatri-ce la parte mentale non era tra i miei punti di forza, ma al contrario mi ha messo spesso in difficoltà».

di marCo driUSSi

Vi sono discipline affascinanti che però hanno una visibilità piut-tosto limitata. Le Paralimpiadi che si sono tenute a Rio quest’anno ci hanno permesso di avvicinarci a realtà di cui non si parla molto spesso. Una di queste è il basket in carrozzina che, anche in Ticino, ha una squadra che compete nel massimo campionato nazionale di categoria. Si tratta dei Ticino Bulls, che, nel debutto stagionale dello scorso 22 ottobre, si sono imposti contro la squadra sangallese dei Rollinrebels. Abbiamo fatto quat-tro chiacchiere con Remo Semm-ler, vicepresidente del Gruppo Pa-raplegici Ticino e giocatore della compagine ticinese di basket in carrozzina, per saperne di più.

Remo Semmler, i Ticino Bulls sono una delle otto squadre che prendono parte al massimo campionato svizzero di basket in carrozzina. Le vostre ambi-zioni sono piuttosto alte per la stagione cominciata lo scorso 22 ottobre…Come avviene in tutti gli sport

iniziamo il campionato con grandi ambizioni ma siamo coscienti che sarà un torneo durissimo. Quello che possiamo assicurare è che fa-remo del nostro meglio per arriva-re ai playoff e cercare di conquista-re la finale.

La vostra squadra è composta da undici giocatori di età com-presa tra i 27 e i 53 anni, di cui sei risultano essere stranieri. Sembra quindi che la prove-nienza dei vostri cestisti sia piuttosto eterogenea. In un contesto come questo – con età molto diverse – come lavora-te per la cosiddetta chimica di squadra?Abbiamo giocatori con grande

esperienza a livello internazionale e per questo motivo i più giovani hanno tantissimo da imparare. La nostra forza è di essere un gruppo compatto e unito anche fuori dalle palestre e fino ad ora in campo non abbiamo avuto alcun problema.

Un’altra particolarità consiste in una squadra che non è solo destinata a chi presenta una disabilità ma che è addirittu-ra aperta a tutti coloro i quali sono interessati a questa disci-plina, quindi anche ai normo-dotati. Come mai questa scelta?È un’idea che viene dagli USA

dove ormai è una prassi consoli-data. Diverse persone normodo-tate hanno espresso il desiderio di giocare a basket insieme a persone disabili e quindi è stata formaliz-zata la richiesta per un’autorizza-zione in tal senso. Da allora è stata adottata la nuova regolamentazio-ne che in seguito è stata estesa in tutto il mondo. Personalmente, ritengo che questa forma di ag-gregazione abbia avuto un esito positivo soprattutto in termini di garanzia di uguali condizioni per tutti i partecipanti.

Oltre ad avere la vostra prima squadra, state pure lanciando una scuola basket a cui possono prendere parte tutti i ragazzi dagli otto anni in su. Come sot-tolineato sul vostro sito, questa è una sfida che avete deciso di af-frontare. Quali sono, fino ad ora, i riscontri che avete avuto?Il progetto “Basket per tutti” ha

lo scopo di promuovere questo sport. A mio parere sta dando ot-timi risultati anche se ci vorrà del tempo per poter avere dei riscontri definitivi. L’interesse da parte di normodotati nel voler approcciarsi a questa disciplina è qualcosa di molto importante che genera un clima di amicizia e condivisione. Il nostro progetto nasce con lo sco-po di informare tutti gli interessati su cosa sia realmente il basket in

carrozzina: Chi può giocare, quali sono le sue regole e far capire l’im-portanza sociale di questo bellissi-mo sport. Inoltre, credo sia un’ini-ziativa molto utile anche per chi ha avuto una lesione traumatica che ha causato un arresto dell’attività sportiva. In questi casi cerchiamo di offrire un’opportunità di gioca-re e mantenersi attivi con il basket in carrozzina. La scuola ha quindi il compito di dare le prime infor-mazioni pratiche e i fondamenti per la pratica sportiva con la spe-ranza di avviare nuovi giocatori e magari scoprire nuovi talenti.

Più in generale, per chi non conoscesse la disciplina, quali sono le caratteristiche fonda-mentali del vostro sport rispet-to alle regole dei normodotati?

4T, tra sudore, canestri e altri sport

La squadradei Ticino Bullsè partita subitocon una vittoria

nella nuova stagione.

Praticamente le regole sono uguali: le dimensioni del cam-po, l’altezza del canestro, la palla sono le stesse. L’unica diversità ri-guarda il palleggio. Nella versione tradizionale del gioco, terminato il palleggio bisogna passare o ti-rare la palla a canestro. Nel ba-sket in carrozzina, invece, si può continuare anche dopo l’arresto. Tuttavia, la FIBA sta valutando di eliminare anche questa unica differenza. Aggiungo infine che il basket in carrozzina ha una fede-razione internazionale, la IWBF (Internetional Wheelchair Ba-sketball Federation), riconosciu-ta dalla FIBA. A livello nazionale esiste la federazione svizzera che viene riconosciuta da Swissbasket e abbiamo persino una nazionale di basket in carrozzina.

Studentessacol fischietto

Quante volte è capitato di immagi-nare uno sportivo cimentarsi in una disciplina che non fosse la sua princi-pale. Si pensi ad uno dei miti viventi della pallacanestro: Michael Jordan che, in occasione del suo primo ritiro dal basket, a metà anni Novanta, de-cise di appendere temporaneamente le scarpette al chiodo e di confrontar-si con il baseball. Ebbene in Ticino, e più precisamente al Centro Naziona-le Sportivo di Tenero, è possibile, per i giovani talenti del nostro territorio, migliorarsi nelle proprie discipline ma confrontarsi pure con attività agonisti-che diverse dalla propria. Lo scorso 4 novembre, infatti, si è conclusa la quin-ta edizione del campo 4T, un’occasione per i giovani talenti sportivi del Canto-ne (230 ragazzi in rappresentanza di 13 federazioni differenti) per cimentarsi dapprima con il proprio sport e poi di entrare in contatto, nel tempo restante, con discipline diverse.

Da anni ormai, una selezione canto-nale di Ticinobasket partecipa regolar-mente a questo appuntamento forma-tivo e per l’edizione 2016 la categoria prescelta è stata quella degli U14: 15 ragazzi pieni di entusiasmo si sono pre-sentati a Tenero - sotto la guida esperta di Vittorio Vaccari e Davide Campiotti – e hanno trascorso una settimana di al-

a Tenero

lenamenti intensi. Riposte poi le scarpe e la palla a spicchi nella propria borsa, i giovani partecipanti, come accennato, nello spirito di un’apertura verso altre discipline sportive, hanno avuto la pos-sibilità di affrontare un test diagnostico Conconi e alcune attività complemen-tari quali l’arrampicata libera ed un allenamento alternativo di pallavolo. In altre parole il campus ha permes-so ai ragazzi di lavorare in condizioni ottimali sia per migliorare nel proprio sport, sia per sviluppare competenze sociali entrando in contatto con gio-vani di altre discipline. Nulla è stato

lasciato al caso per quanto concerne l’organizzazione del campus: i test di valutazione e prestazione a cui i ragaz-zi hanno potuto prendere parte, sono stati monitorati grazie alla preziosa collaborazione del Centro di medicina e chirurgia dello sport (CMCS) dell’O-spedale La Carità di Locarno. Insom-ma, la quinta edizione del 4T è quella che potremmo definire un’occasione per lavorare duramente e professio-nalmente senza però perdere d’occhio quello che è un valore aggiunto dello sport: riuscire a divertirsi e allacciare nuovi contatti con i propri coetanei.