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LIBERTÀ dal Popolo Aut. del tribunale di Cuneo n° 625 del 20 settembre 2010 - Sped. in a.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Cuneo - Dir. resp. Aldo Benevelli Realizzazione e stampa GRAPHEDIT Boves (CN) Anno 2012 - Numero 2 NOTIZIARIO DELLA F .I.V .L.FEDERAZIONE ITALIANA VOLONTARI DELLA LIBERTÀ - GIUGNO 2012 PERCHÉ LIBERTÀ DAL POPOLO? Perché Libertà, Democrazia ed Unità le avevamo gradualmente perse per 20 anni dall’imbroglio fascista, dalla ignominosa fuga di Monarchia, Go- verno e Stato Maggiore e poi dalla fe- roce invasione nazista (8 settembre 1943). Ripartendo DAL basso DALLA gente comune (soldati sbandati, ope- rai e contadini, studenti, uomini e donne) l’abbiamo, con gli Alleati, ri- conquistata e restituita all’Italia. Martedì 29 maggio 2012 rimarrà senza dubbio una data storica perché la tragica vicenda dell’eccidio delle malghe di Porzus, sulle alture del Friuli orientale, ha avuto il ricono- scimento autorevole del massimo rappresentante dello Stato italiano, il Presidente della Repubblica on.le Giorgio Napolitano. Nella sala comunale ad attendere Na- politano vi erano il Presidente del- l’Associazione Partigiani Osoppo Cesare Marzona, accompagnato dalla medaglia d’oro Paola Del Din, dal- l’osovano Senatore Mario Toros e da Tazio de Gregori nipote di Bolla, il co- raggioso comandante caduto alle malghe. Vi era, poi, il quasi centena- rio don Redento Bello, don Candido, che il Presidente della Repubblica ha salutato con particolare affetto. Molti decenni sono passati dall’ec- cidio di cui furono vittime, nel feb- braio del 1945, i patrioti della leggendaria Brigata partigiana Osoppo: una strage che un recente volume, opera di illustri studiosi, definisce “il più grave scontro in- terno al movimento” resistenziale italiano. Quella strage resta tra le più pesanti ombre che siano gra- vate sulla gloriosa epopea della Re- sistenza. E io fin dall’inizio del mio mandato dissi di non voler ignorare “zone d’ombra, eccessi e aberra- zioni” che non possono oscurare il valore storico del movimento di li- berazione dell’Italia dal nazifasci- smo, ma vanno ricordate, non rimosse, per rendere giustizia e ri- spetto a vittime innocenti. E così, solo così, che possono essere sa- nate le più dolorose ferite del pas- sato: ed e per questo, e in questo spirito, che sono oggi qui con voi. L’iniziativa assunta nel 2008 dalla Camera dei Deputati unanime- mente per conferire al complesso delle Malghe di Porzus lo statuto di Monumento nazionale (attual- mente- secondo le nuove norme del Codice dei Beni culturali- “sito di interesse storico-culturale”) sanci- sce il superamento, nell’identità unitaria dell’Italia d’oggi, delle ra- dici di quell’eccidio in cui precipi- tarono, in un torbido groviglio, feroci ideologismi di una parte, con calcoli e pretese di dominio di una potenza straniera a danno dell’Ita- lia, in una zona martoriata come quella del confine orientale del no- stro Paese. Le ragioni, quelle palesi e quelle occulte, per le quali dei partigiani garibaldini, membri di una forma- zione legata al Partito Comunista Italiano, uccisero altri partigiani, della formazione Osoppo, ci paiono oggi incomprensibili, tanto sono lontane l’asprezza e la ferocia degli scontri di quegli anni e la durezza di visioni ideologicamente totalita- rie. Ne fu certo questo - occorre riba- dirlo con forza - il carattere fonda- mentale della Resistenza italiana, che seppe mantenere uno spirito unitario e condusse con comune impegno la lotta contro il nazismo ed il fascismo repubblichino. Di tale realtà, subito dopo il voto che ne fu espressione e che sancì la nascita della Repubblica, la no- stra Costituzione rimane la più alta espressione, profondamente radi- cata nella storia della nostra Pa- tria: guida sicura nell’operato di chi ha il compito e l’onore di espri- mere l’identità della Nazione ita- liana. Possiamo anche affermare, con una convinzione, profonda, figlia di scelte a lungo maturate, consa- crate da atti solenni dei governi, che il ricordo di quella orrenda tra- gedia non divide più il nostro po- polo da quelli a noi vicini, oggi partecipi di quella grande costru- zione istituzionale che ha dato vita a una Europa di pace,per la prima volta unita, nella sua lunga storia. Consentitemi di invitare tutti voi a un momento di silenzio, di rifles- sione sul passato e di raccogli- mento nel ricordo di coloro che persero la vita nella tragedia che in questi luoghi si compì. Udine, 31 maggio 2012 Associazione Partigiani Osoppo Friuli IL PROSSIMO CONSIGLIO FEDE- RALE F.I.V.L. – UN APPUNTA- MENTO IMPEGNATIVO E DI FORTE SIGNIFICATO Il consiglio Federale della F.I.V.L. è fissato per il 6 e 7 luglio, nella sede estiva di Voghera, come stabi- lito dalla Giunta federale, e giunge a conclusione delle manifestazioni del 150° dell’Unità d’Italia, culmi- nate nella consegna di oltre 900 medaglie ai partigiani viventi. L’ ini- ziativa ha consentito alla F.I.V.L. di riprendere vigore e proiettarsi nel futuro rilanciando il continuum culturale che congiunge il nostro primo Risorgimento con la Resi- stenza, valorizzando chi ha dato molto per questa Italia, oggi abba- stanza distratta e confusa. Sarà una appuntamento significa- tivo e pregnante perché si prefigge importanti obiettivi: - Conduce la F.I.V.L. verso il tra- guardo dei 65 anni di vita, conse- guenza della dolorosa spaccatura dell’Associazionismo resisten- ziale, che permise però all’Italia di seguire la via della democrazia, della libertà, della pace e giustizia sociale. - Sancisce una nuova fase in cui sa- ranno protagonisti, accanto ai padri e ai nonni storici, i loro di- scendenti divenuti soci effettivi; apertura in maniera seria e istitu- zionale, evitando la politicizza- zione e l’arruolamento ideologico, ma promuovendo la fiera consape- volezza dell’importanza per un gio- vane del ventunesimo secolo di appartenere ed operare all’interno di una realtà “partigiana”. - Si prefigge di avviare il rinnova- mento delle Associazioni federate alla FIVL secondo un approfondi- mento dei problemi fondamentali della Federazione, affinché al ri- cordo dei fatti d’arma si faccia pre- cedere il richiamo di punti significativi delle testimonianze coerenti offerteci dai nostri Co- mandanti e Presidenti come Mattei - Scrivia - Taviani - Marcora (ricor- rono quest’anno anniversari di loro date anagrafiche molto significa- tive). I tempi e i modi del Consiglio sono scanditi dall’ordine dei lavori: Nomina ufficio di Presidenza; rela- zione introduttiva del Presidente; relazione generale sull’attività as- sociativa a norma degli adempi- menti statutari; elezione organi statutari. Il Presidente Guido De Carli Ciao Tenente Lanza e che la terra ti sia leggera Caratteristica la sua figura: superati i 95 anni, diritto come un fuso, idee chiare che riusciva con il suo parlare lento ma chiaro a comunicare agli altri, uomo tutto di un pezzo, dell’al- pino aveva assorbito tutte le doti mi- gliori, fu un Presidente della Federazione Prov.le Combattenti e Reduci di Cuneo che sapeva attirarsi le simpatie di tutti, sapeva farsi amare ed apprezzare; tutti i suoi sforzi furono sempre indirizzati a la- vorare sodo perché il ricordo di co- loro che fecero dono delle loro forze alla Patria non andasse perduto e fosse ancora germe di nuove forze di cui la Società ha tanto bisogno. Bertu Lanza sarà ricordato sempre e preso ad esempio dai giovani e non più giovani perché i sacrifici, le sof- ferenze, i dolori dei tanti che, sui campi di battaglia, sacrificarono la loro vita non vengano dimenticati. Usava dire e ricordare sempre “ci siamo ancora” e le sue parole scen- devano vive e vitali nell’animo degli ascoltatori. Venerdì 20 gennaio 2012, a Cuneo, accompagnato da una folla di gente, è andato a riposare in mezzo ai suoi alpini e ai suoi ex Combattenti ma del suo ricordo resterà il segno finchè ci sarà in vita un Combattente. RICORDO DI GIOVANNI BISCIA Giovedì 17 maggio, a Villanova Mon- dovì, erano in tanti a dare l’ultimo sa- luto a Giovanni Biscia, uno come tanti, semplice, umano, generoso, uno che non avresti distinto tra la folla eppure un uomo che aveva tanto meritato. Durante la guerra di liberazione era partigiano nel distaccamento del Pino sopra Baracco. Pur non avendo la stoffa del guerriero, si comportò benissimo, prestandosi ad ogni azione. Ricordo le tante sere in cui la malin- conia ti prendeva, il ricordo della casa laggiù in pianura ti rendeva dura la vita; sere in cui non sapevi se il giorno dopo saresti stato ancora vivo, non sapevi ove il nemico si nascon- desse e il morale cadeva a pezzi: era allora che entrava in gioco Giovanni con la sua fisarmonica e la sua mu- sica rialzava il morale e ti portava ine- vitabilmente a sperare di più nella vita. Al Pino, sotto l’alto pino verdeg- giante, Giovanni, con Silvio Barelli al violino, teneva concerto e quante volte la marcia “Pietro ritorna” era quasi una scommessa con il destino. Al Pino venivano anche i partigiani degli altri distaccamenti ed i monta- nari che erano al pascolo, a fare scorte di speranze, attese: grazie Gio- vanni, a nome di tutti! Molti li avrai già incontrati e ti avranno ringraziato come il Capitano Cosa, l’Avv. Giacosa, l’Ammiraglio Marenco che ti ascoltava ad occhi chiusi, il Maggiore Temple che so- gnava la sua isola dondolandosi sullo sgabello. La magia della musica hai avuto la fortuna di poterla trasmettere a tua figlia Mariangela che stringiamo con tutto il calore della solidarietà umana, unitamente a tutti i tuoi fa- migliari. Giovanni Raineri IN RICORDO DI MARCELLO OLIVI La sera del 20 aprile ha concluso la sua vita terrena l’Avv. On. Marcello OLIVI, Comandante Partigiano , Me- daglia d’Argento al Valor Militare; si è spento nei giorni che precedono una data che gli era nel cuore, quella del 25 Aprile, l’anniversario della Libera- zione (che a Padova, in realtà, av- venne il 28 aprile 1945). Nato a Genova il 19 giugno 1923, aveva partecipato alla Resistenza tra i laureati cattolici e i Volontari della libertà assumendo un ruolo di co- mando fra i partigiani cattolici; poli- tico di grande cultura, fu presidente della Provincia di Padova dal 1965 al 1970. Figura di primo piano nella vita padovana, ha sostenuto con convin- zione gli ideali di liberta' e democra- zia. Eletto deputato dal 1972 al 1976 ha svolto un'intensa attivita' istitu- zionale. ASSEMBLEA NAZIONALE FIVL 6-7 LUGLIO CON O.D.G. DI FORTI IMPEGNI Poiché la Federazione Italiana Volon- tari della Libertà, grazie a Mattei, Scri- via, Dossetti, Taviani ed ai suoi martiri Teresio Olivelli, Ignazio Vian, ... ha i suoi fondatori e protettori, le nostre ra- dici cristiane devono essere testimo- niate. Il Messia è venuto per donarci un mondo giusto che allontani un mondo corrotto. La giovane Mamma di Gesù proclama nella sua gioiosa visita al- l’anziana parente Elisabetta, una chiara sequenza sul progetto che ha Dio protagonista nel rimuovere l’ingiu- stizia umana. (Luca cap. 1,51) Qualche cosa di simile l’ha tentato, con i suoi limiti, il primo governo democra- tico dopo la Liberazione, presieduto dal partigiano Ferruccio Parri, superando l’ondata di vendette e di resa dei conti ed eccessi...Vara il provvedimento che prende il nome di “epurazione”, cioé istituzione di organi speciali preposti all’operazione di arresto e punizione di quanti hanno utilizzato il regime fasci- sta per impinguare il proprio profitto. Non è che il progetto di giustizia abbia ottenuto sempre successo. I dati storici “contano istruiti 10.000 processi che in prima istanza commi- nano centinaia di condanne a morte. A metà del 1946 ci sono nelle carceri ita- liane dai 40 ai 50.000 detenuti per de- litti riconosciuti loro dai tribunali dell’epurazione.” La Consulta darà la precedenza di pena ai capi e capetti del regime. Di quanti miliardi è stato derubato il popolo italiano in questi nostri anni. Le operazioni della Magistratura de- nunciano oggi capi e capetti di troppi partiti per miliardi e miliardi. Se gli organi di giustizia concludono le indagini per truffa ed impongono la re- stituzione delle paghette mensili al fi- glio, dell’acquisto di un’auto-super, delle ristrutturazioni a case e scuole private della moglie, si potrebbero rea- lizzare investimenti per creare posti di lavoro a parte dei due milioni di citta- dini disoccupati! Caterina da Siena se vivesse oggi, scri- verebbe a questi “papà di famiglia”: “Porre a reggere e governare uomini che non sanno reggere loro medesimi, nè le famiglie loro, sono modi che fanno perdere lo Stato!” (Lettera n. 268, anno 1377) E i soldi per il “popolo padano”? Per la fantomatica secessione? Per le truffe delle quote latte (a beneficio di certi coltivatori diretti disonesti), delle feste politiche con Ministri, Presidenti re- gionali di color verde, sulle terrazze ro- mane? (Cronache romane, La Stampa 22 luglio 2010, pag. 17) Altrettanto bisognerebbe pretendere da chi “orgoglioso del suo stile di vita”, spende venti milioni di euro per le ra- gazze di Arcore, o dall’amministratore della Margherita, o da chi finanzia il giro ciclistico della Padania. E’ vero, i partiti sono indispendabili, af- ferma il sempre saggio Presidente Na- politano, ma precisa con forza: nel fare memoria d’un politico onesto come Be- nigno Zaccagnini, medico partigiano, “Bisogna estirpare il marcio dai partiti.” Un monito che più volte ha espresso, invano, il Presidente dei vescovi Italiani card. Bagnasco. Fuori dai piedi i falsi politici ignoranti, ambiziosi, ingordi e corrotti! FIVL Sabato 2 giugno festa popolare in piazza Duomo. L’ex sindaco di Voghera dott. Carlo Scotti ha parlato ad una vivace folla di amici e di simpatizzanti della Re- sistenza. Scotti ha ricordato il discusso appa- iamento d’una lapide sul lato del Ca- stello Visconteo, riproponendo una commissione ad hoc. Sono seguiti numerosi interventi ed il discorso su Costituzione, Demo- crazia e Resistenza del Vice Presi- dente della FIVL. RESISTENZA ESIGE GIU-STI-ZIA! DA VOGHERA APERTO IL MUSEO DI ORNAVASSO (VERBANIA) IN PRIMA PAGINA RICORDIAMO I NOSTRI DEFUNTI IL PRESIDENTE NAPOLITANO PARLA IN FRIULI IL VALORE DELLA RESISTENZA NON PUÒ ESSERE OSCURATO DALLA STRAGE DELLE MALGHE DI PORZUS GRAZIE AGLI AMICI E LETTORI CHE AIUTANO IL GIORNALE A VIVERE. UTILIZZATE IL BOLLETTINO ALLEGATO C.C.P. N° 12220273 VI RINGRAZIAMO PER LA VITA ED IL SUCCESSO DI “LIBERTÀ DAL POPOLO!” Da marzo è aperto il Museo Partigiano che raccoglie oltre 700 documenti, lettere, foto- grafie d’epoca, ecc... Si tratta di un accurato allesti- mento che riporta agli eroici tempi della Repubblica dell’Os- sola: 40 giorni di libertà.

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LIBERTÀdal Popolo

Aut. del tribunale di Cuneo n° 625 del 20 settembre 2010 - Sped. in a.p. art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Cuneo - Dir. resp. Aldo BenevelliRealizzazione e stampa GRAPHEDIT Boves (CN)

Anno 2012 - Numero 2

NOTIZIARIO DELLA F.I.V.L. FEDERAZIONE ITALIANA VOLONTARI DELLA LIBERTÀ - GIUGNO 2012

PERCHÉ LIBERTÀ DAL POPOLO?Perché Libertà, Democrazia ed Unitàle avevamo gradualmente perse per20 anni dall’imbroglio fascista, dallaignominosa fuga di Monarchia, Go-verno e Stato Maggiore e poi dalla fe-roce invasione nazista (8 settembre1943). Ripartendo DAL basso DALLAgente comune (soldati sbandati, ope-rai e contadini, studenti, uomini edonne) l’abbiamo, con gli Alleati, ri-conquistata e restituita all’Italia.

Martedì 29 maggio 2012 rimarràsenza dubbio una data storica perchéla tragica vicenda dell’eccidio dellemalghe di Porzus, sulle alture delFriuli orientale, ha avuto il ricono-scimento autorevole del massimorappresentante dello Stato italiano, ilPresidente della Repubblica on.leGiorgio Napolitano. Nella sala comunale ad attendere Na-politano vi erano il Presidente del-l’Associazione Partigiani OsoppoCesare Marzona, accompagnato dallamedaglia d’oro Paola Del Din, dal-l’osovano Senatore Mario Toros e daTazio de Gregori nipote di Bolla, il co-raggioso comandante caduto allemalghe. Vi era, poi, il quasi centena-rio don Redento Bello, don Candido,che il Presidente della Repubblica hasalutato con particolare affetto.

Molti decenni sono passati dall’ec-cidio di cui furono vittime, nel feb-braio del 1945, i patrioti dellaleggendaria Brigata partigianaOsoppo: una strage che un recentevolume, opera di illustri studiosi,definisce “il più grave scontro in-terno al movimento” resistenzialeitaliano. Quella strage resta tra lepiù pesanti ombre che siano gra-vate sulla gloriosa epopea della Re-sistenza. E io fin dall’inizio del miomandato dissi di non voler ignorare“zone d’ombra, eccessi e aberra-zioni” che non possono oscurare ilvalore storico del movimento di li-berazione dell’Italia dal nazifasci-smo, ma vanno ricordate, nonrimosse, per rendere giustizia e ri-spetto a vittime innocenti. E così,solo così, che possono essere sa-nate le più dolorose ferite del pas-sato: ed e per questo, e in questo

spirito, che sono oggi qui con voi.L’iniziativa assunta nel 2008 dallaCamera dei Deputati unanime-mente per conferire al complessodelle Malghe di Porzus lo statuto diMonumento nazionale (attual-mente- secondo le nuove norme delCodice dei Beni culturali- “sito diinteresse storico-culturale”) sanci-sce il superamento, nell’identitàunitaria dell’Italia d’oggi, delle ra-dici di quell’eccidio in cui precipi-tarono, in un torbido groviglio,feroci ideologismi di una parte, concalcoli e pretese di dominio di unapotenza straniera a danno dell’Ita-lia, in una zona martoriata comequella del confine orientale del no-stro Paese.Le ragioni, quelle palesi e quelleocculte, per le quali dei partigianigaribaldini, membri di una forma-zione legata al Partito Comunista

Italiano, uccisero altri partigiani,della formazione Osoppo, ci paionooggi incomprensibili, tanto sonolontane l’asprezza e la ferocia degliscontri di quegli anni e la durezzadi visioni ideologicamente totalita-rie.Ne fu certo questo - occorre riba-dirlo con forza - il carattere fonda-mentale della Resistenza italiana,che seppe mantenere uno spiritounitario e condusse con comuneimpegno la lotta contro il nazismoed il fascismo repubblichino.Di tale realtà, subito dopo il votoche ne fu espressione e che sancìla nascita della Repubblica, la no-stra Costituzione rimane la più altaespressione, profondamente radi-cata nella storia della nostra Pa-tria: guida sicura nell’operato dichi ha il compito e l’onore di espri-mere l’identità della Nazione ita-liana.Possiamo anche affermare, conuna convinzione, profonda, figlia discelte a lungo maturate, consa-crate da atti solenni dei governi,che il ricordo di quella orrenda tra-gedia non divide più il nostro po-polo da quelli a noi vicini, oggipartecipi di quella grande costru-zione istituzionale che ha dato vitaa una Europa di pace,per la primavolta unita, nella sua lunga storia.Consentitemi di invitare tutti voi aun momento di silenzio, di rifles-sione sul passato e di raccogli-mento nel ricordo di coloro chepersero la vita nella tragedia che inquesti luoghi si compì.

Udine, 31 maggio 2012 Associazione Partigiani Osoppo

Friuli

IL PROSSIMO CONSIGLIO FEDE-RALE F.I.V.L. – UN APPUNTA-MENTO IMPEGNATIVO E DI FORTESIGNIFICATOIl consiglio Federale della F.I.V.L.è fissato per il 6 e 7 luglio, nellasede estiva di Voghera, come stabi-lito dalla Giunta federale, e giungea conclusione delle manifestazionidel 150° dell’Unità d’Italia, culmi-nate nella consegna di oltre 900medaglie ai partigiani viventi. L’ ini-ziativa ha consentito alla F.I.V.L. diriprendere vigore e proiettarsi nelfuturo rilanciando il continuumculturale che congiunge il nostroprimo Risorgimento con la Resi-stenza, valorizzando chi ha datomolto per questa Italia, oggi abba-stanza distratta e confusa.Sarà una appuntamento significa-tivo e pregnante perché si prefiggeimportanti obiettivi:- Conduce la F.I.V.L. verso il tra-guardo dei 65 anni di vita, conse-guenza della dolorosa spaccaturadell’Associazionismo resisten-ziale, che permise però all’Italia diseguire la via della democrazia,della libertà, della pace e giustiziasociale.- Sancisce una nuova fase in cui sa-ranno protagonisti, accanto ai

padri e ai nonni storici, i loro di-scendenti divenuti soci effettivi;apertura in maniera seria e istitu-zionale, evitando la politicizza-zione e l’arruolamento ideologico,ma promuovendo la fiera consape-volezza dell’importanza per un gio-vane del ventunesimo secolo diappartenere ed operare all’internodi una realtà “partigiana”.- Si prefigge di avviare il rinnova-mento delle Associazioni federatealla FIVL secondo un approfondi-mento dei problemi fondamentalidella Federazione, affinché al ri-cordo dei fatti d’arma si faccia pre-cedere il richiamo di puntisignificativi delle testimonianzecoerenti offerteci dai nostri Co-mandanti e Presidenti come Mattei- Scrivia - Taviani - Marcora (ricor-rono quest’anno anniversari di lorodate anagrafiche molto significa-tive).I tempi e i modi del Consiglio sonoscanditi dall’ordine dei lavori:Nomina ufficio di Presidenza; rela-zione introduttiva del Presidente;relazione generale sull’attività as-sociativa a norma degli adempi-menti statutari; elezione organistatutari.

Il Presidente Guido De Carli

Ciao Tenente Lanza e che la terra tisia leggeraCaratteristica la sua figura: superati i95 anni, diritto come un fuso, ideechiare che riusciva con il suo parlarelento ma chiaro a comunicare aglialtri, uomo tutto di un pezzo, dell’al-pino aveva assorbito tutte le doti mi-gliori, fu un Presidente dellaFederazione Prov.le Combattenti eReduci di Cuneo che sapeva attirarsile simpatie di tutti, sapeva farsiamare ed apprezzare; tutti i suoisforzi furono sempre indirizzati a la-vorare sodo perché il ricordo di co-loro che fecero dono delle loro forzealla Patria non andasse perduto efosse ancora germe di nuove forze dicui la Società ha tanto bisogno.Bertu Lanza sarà ricordato sempre epreso ad esempio dai giovani e nonpiù giovani perché i sacrifici, le sof-ferenze, i dolori dei tanti che, suicampi di battaglia, sacrificarono laloro vita non vengano dimenticati.Usava dire e ricordare sempre “cisiamo ancora” e le sue parole scen-devano vive e vitali nell’animo degliascoltatori.Venerdì 20 gennaio 2012, a Cuneo,accompagnato da una folla di gente,è andato a riposare in mezzo ai suoialpini e ai suoi ex Combattenti ma delsuo ricordo resterà il segno finchè cisarà in vita un Combattente.

RICORDO DI GIOVANNI BISCIAGiovedì 17 maggio, a Villanova Mon-dovì, erano in tanti a dare l’ultimo sa-luto a Giovanni Biscia, uno cometanti, semplice, umano, generoso,uno che non avresti distinto tra lafolla eppure un uomo che aveva tantomeritato.Durante la guerra di liberazione erapartigiano nel distaccamento delPino sopra Baracco. Pur non avendola stoffa del guerriero, si comportòbenissimo, prestandosi ad ogniazione.Ricordo le tante sere in cui la malin-conia ti prendeva, il ricordo dellacasa laggiù in pianura ti rendeva durala vita; sere in cui non sapevi se ilgiorno dopo saresti stato ancora vivo,

non sapevi ove il nemico si nascon-desse e il morale cadeva a pezzi: eraallora che entrava in gioco Giovannicon la sua fisarmonica e la sua mu-sica rialzava il morale e ti portava ine-vitabilmente a sperare di più nellavita. Al Pino, sotto l’alto pino verdeg-giante, Giovanni, con Silvio Barelli alviolino, teneva concerto e quantevolte la marcia “Pietro ritorna” eraquasi una scommessa con il destino.Al Pino venivano anche i partigianidegli altri distaccamenti ed i monta-nari che erano al pascolo, a farescorte di speranze, attese: grazie Gio-vanni, a nome di tutti!Molti li avrai già incontrati e tiavranno ringraziato come il CapitanoCosa, l’Avv. Giacosa, l’AmmiraglioMarenco che ti ascoltava ad occhichiusi, il Maggiore Temple che so-gnava la sua isola dondolandosi sullosgabello.La magia della musica hai avuto lafortuna di poterla trasmettere a tuafiglia Mariangela che stringiamo contutto il calore della solidarietàumana, unitamente a tutti i tuoi fa-migliari.Giovanni Raineri

IN RICORDO DI MARCELLO OLIVILa sera del 20 aprile ha concluso lasua vita terrena l’Avv. On. MarcelloOLIVI, Comandante Partigiano , Me-daglia d’Argento al Valor Militare; si èspento nei giorni che precedono unadata che gli era nel cuore, quella del25 Aprile, l’anniversario della Libera-zione (che a Padova, in realtà, av-venne il 28 aprile 1945). Nato a Genova il 19 giugno 1923,aveva partecipato alla Resistenza trai laureati cattolici e i Volontari dellalibertà assumendo un ruolo di co-mando fra i partigiani cattolici; poli-tico di grande cultura, fu presidentedella Provincia di Padova dal 1965 al1970. Figura di primo piano nella vitapadovana, ha sostenuto con convin-zione gli ideali di liberta' e democra-zia. Eletto deputato dal 1972 al 1976ha svolto un'intensa attivita' istitu-zionale.

ASSEMBLEA NAZIONALE FIVL6-7 LUGLIO CON O.D.G. DI FORTI IMPEGNI

Poiché la Federazione Italiana Volon-tari della Libertà, grazie a Mattei, Scri-via, Dossetti, Taviani ed ai suoi martiriTeresio Olivelli, Ignazio Vian, ... ha isuoi fondatori e protettori, le nostre ra-dici cristiane devono essere testimo-niate. Il Messia è venuto per donarci unmondo giusto che allontani un mondocorrotto. La giovane Mamma di Gesùproclama nella sua gioiosa visita al-l’anziana parente Elisabetta, unachiara sequenza sul progetto che haDio protagonista nel rimuovere l’ingiu-stizia umana. (Luca cap. 1,51)Qualche cosa di simile l’ha tentato, coni suoi limiti, il primo governo democra-tico dopo la Liberazione, presieduto dalpartigiano Ferruccio Parri, superandol’ondata di vendette e di resa dei contied eccessi...Vara il provvedimento cheprende il nome di “epurazione”, cioéistituzione di organi speciali prepostiall’operazione di arresto e punizione diquanti hanno utilizzato il regime fasci-sta per impinguare il proprio profitto.Non è che il progetto di giustizia abbiaottenuto sempre successo.I dati storici “contano istruiti 10.000processi che in prima istanza commi-nano centinaia di condanne a morte. Ametà del 1946 ci sono nelle carceri ita-liane dai 40 ai 50.000 detenuti per de-litti riconosciuti loro dai tribunalidell’epurazione.”La Consulta darà la precedenza di penaai capi e capetti del regime.Di quanti miliardi è stato derubato ilpopolo italiano in questi nostri anni.Le operazioni della Magistratura de-nunciano oggi capi e capetti di troppipartiti per miliardi e miliardi.Se gli organi di giustizia concludono le

indagini per truffa ed impongono la re-stituzione delle paghette mensili al fi-glio, dell’acquisto di un’auto-super,delle ristrutturazioni a case e scuoleprivate della moglie, si potrebbero rea-lizzare investimenti per creare posti dilavoro a parte dei due milioni di citta-dini disoccupati!Caterina da Siena se vivesse oggi, scri-verebbe a questi “papà di famiglia”:“Porre a reggere e governare uominiche non sanno reggere loro medesimi,nè le famiglie loro, sono modi chefanno perdere lo Stato!”(Lettera n. 268, anno 1377)E i soldi per il “popolo padano”? Per lafantomatica secessione? Per le truffedelle quote latte (a beneficio di certicoltivatori diretti disonesti), delle festepolitiche con Ministri, Presidenti re-gionali di color verde, sulle terrazze ro-mane?(Cronache romane, La Stampa 22 luglio2010, pag. 17)Altrettanto bisognerebbe pretendere dachi “orgoglioso del suo stile di vita”,spende venti milioni di euro per le ra-gazze di Arcore, o dall’amministratoredella Margherita, o da chi finanzia il girociclistico della Padania.E’ vero, i partiti sono indispendabili, af-ferma il sempre saggio Presidente Na-politano, ma precisa con forza: nel farememoria d’un politico onesto come Be-nigno Zaccagnini, medico partigiano,“Bisogna estirpare il marcio dai partiti.”Un monito che più volte ha espresso,invano, il Presidente dei vescovi Italianicard. Bagnasco.Fuori dai piedi i falsi politici ignoranti,ambiziosi, ingordi e corrotti!

FIVL

Sabato 2 giugno festa popolare inpiazza Duomo.L’ex sindaco di Voghera dott. CarloScotti ha parlato ad una vivace folladi amici e di simpatizzanti della Re-sistenza.Scotti ha ricordato il discusso appa-iamento d’una lapide sul lato del Ca-stello Visconteo, riproponendo unacommissione ad hoc.Sono seguiti numerosi interventi edil discorso su Costituzione, Demo-crazia e Resistenza del Vice Presi-dente della FIVL.

RESISTENZA ESIGE GIU-STI-ZIA!DA VOGHERA

APERTO IL MUSEODI ORNAVASSO(VERBANIA)

IN PRIMA PAGINA RICORDIAMOI NOSTRI DEFUNTI

IL PRESIDENTE NAPOLITANO PARLA IN FRIULIIL VALORE DELLA RESISTENZA NON PUÒ ESSERE

OSCURATO DALLA STRAGE DELLE MALGHE DI PORZUS

GRAZIE AGLI AMICI E LETTORICHE AIUTANO IL GIORNALE A VIVERE.UTILIZZATE IL BOLLETTINO ALLEGATO

C.C.P. N° 12220273VI RINGRAZIAMO PER LA VITA ED IL

SUCCESSO DI“LIBERTÀ DAL POPOLO!”

Da marzo è aperto il MuseoPartigiano che raccoglie oltre700 documenti, lettere, foto-grafie d’epoca, ecc...Si tratta di un accurato allesti-mento che riporta agli eroicitempi della Repubblica dell’Os-sola: 40 giorni di libertà.

CRONACHE PARTIGIANE25 APRILE 2012: FESTA SEMPRE NUOVA

SENAGO (MI) - OMAGGIOAI SACERDOTI COSTRUTTORIDELLA LIBERTÀ

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E così la piazza principale di Brusa-sco, piccolo paese ai piedi delle col-line del Monferrato, come ogni annoha visto una bella Italia celebrare laricorrenza del suo 25 aprile, il 67° diuna nuova era democratica. Gli in-terventi dei vari soggetti presentiquel mattino in piazza, a partire daquelli del Consiglio comunale deibambini con il bel discorso preparatocon genitori e insegnanti, seguiti daquelli del Sindaco e da quelli di figlie fratelli di partigiani, hanno messoin luce il particolare momento sem-pre più difficile che l’Italia vive datempo e con essa anche la nostraCarta Costituzionale nei suoi valorifondanti. Gli interventi hanno pave-sato il rischio, reale, di una modificadella Costituzione in senso negativoe per questo è stata ribadita la ne-cessità di porre attenzione e vigi-lanza sin da ora per difenderla datentativi di modifica contenenti pre-supposti decisamente antidemocra-tici.Questo è stato il succo reale di unamattina che è iniziata come tutti ipassati 25 aprile. I vecchi partigianidella 7.ma Divisione Autonoma Mon-ferrato hanno posato un mazzo difiori con la scritta “i tuoi partigiani”sulla tomba del loro Comandante Ga-briele Cotta, sepolto nel piccolo ci-mitero di Robella, in cima allacollina. Poi tutti giù nella valle conl’orazione ufficiale presso la steleche ricorda l’azione e il sacrificiodella 7.ma Divisione Autonoma Mon-ferrato. Di lì si sono diretti per unbreve corteo commemorativo lungole vie di Brusasco, seguito poi dallafunzione religiosa nella Chiesa Par-rocchiale dove, presenti partigiani,autorità e tanta gente si è ricordato ilsignificativo apporto della chiesa lo-cale al movimento partigiano.Una bella cerimonia civile si è svoltaquindi nella piazza antistante lachiesa e il Municipio. L’intensità el’emozione che i vari intervenuti

hanno trasmesso a tutti ci fa pensaree sperare che questa bella Italia chericorda e condivide, attualizzandoli, ivalori che l’hanno rifondata a partireda quel lontano 25 aprile, possa edebba portare un grande contributonei momenti difficili che ci aspet-tano.A completare la giornata, la serenitàdella festa: dall’aperitivo offerto dalComune di Brusasco al pranzo so-ciale nella trattoria di sempre, La Pi-renta, alla posa verso sera dell’ultimacorona, nei pressi di Mombello Mon-ferrato, al monumento dedicato daipartigiani superstiti ai compagni ca-duti delle Divisioni che hanno ope-rato su quel territorio: Garibaldi,Matteotti, Monferrato, Patria e ValleCerrina.

Stefano Remelli

Ogni anno una delegazione dellaF.I.V.L. (Federazione Italiana Volon-tari della Libertà) “Brigate del Po-polo” si reca per un pellegrinaggiopresso le tombe dei Sacerdoti, Ani-matori e Costruttori della Libertànella zona Nord Milano.Con il presidente della F.I.V.L. sena-ghese e zonale, dr. Lino Pogliani,due partigiani decorati di Medagliad’Argento dal presidente nazionaleF.I.V.L. Guido De Carli e diversi sena-ghesi, sabato 14 aprile ci si è recati aVillasanta per ricordare, con le auto-rità civili e religiose del luogo, donGiacomo Gervasoni che fu coadiutoree assistente dell’Oratorio di Garba-gnate Milanese negli anni dellaguerra di Liberazione.Dopo l’8 settembre del ’43 don Ger-vasoni diventa protagonista dellalotta antifascista, punto di riferi-mento per chi pensa che la Libertà ela Democrazia siano obiettivi primarida conquistare anche a prezzo dellavita. Molti oratoriani e giovani com-battenti aderiscono al movimentopartigiano aggregandosi alla 16^ Bri-gata del Popolo. Nel ’68 l’Esercito Ita-liano gli conferisce la Croce al Meritodi Guerra. Nell’ ’85 il cardinale di Mi-lano, Carlo Maria Martini, gli esprime“riconoscenza della Chiesa di Milanoper l’opera svolta negli anni dellaguerra di Liberazione, attuandoquella ribellione di amore che ri-scattò l’uomo dalla menzogna, viltà epaura”.È stato parroco di Villasanta dal ’50al ’86 e muore nel ’95 a Corrido diComo.La delegazione si è poi recata a Vi-mercate per ricordare in modo simi-lare monsignor Enrico Assi,Animatore della 13^ Brigata del Po-polo. Famoso per le sue conversa-zioni di sociologia ed etica politicatenute ai vari gruppi delle Brigate delPopolo, ma anche quale tessitore dicollegamenti con gruppi ispirati aideologie diverse, come le Brigate Ga-ribaldi. A Liberazione avvenuta vienea conoscenza della fucilazione a Vi-mercate di un esponente di primopiano della Repubblica di Salò. Pro-fondamente turbato parla ai vari capipartigiani di Vimercate e fa presenteche i processi sommari possono solomoltiplicare l’odio e la violenza tra-dendo così la memoria di coloro cheerano morti per un mondo di giusti-zia e di pace. Diversi anni più tardidiventa vescovo di Cremona; muorenel ’92 ed è sepolto a Vimercate, suopaese di origine.

La conclusione a Pagnano di Meratedove è sepolto don Giovanni Fuma-galli, assistente all’oratorio di Senagodal 1935 al 1947. Dal ’43 al ’45 è l’au-tentico animatore di una trentina digiovani che sotto la sua guida con-fluiscono nella 16^ Brigata del Po-polo, formazione che opera nelterritorio della pieve di Bollate instretto collegamento con il C.L.N.Alta Italia di Milano.Con grande commozione i due parti-giani senaghesi rievocano episodi einsegnamenti di don Giovanni, di cuiricorre quest’anno il centenario dellanascita.

Attilio Rossetti e Lino Pogliani

BRUSASCO (TO) - TUTTO IL PAESE SULLA COLLINACON SINDACO, PARTIGIANI, RAGAZZI E DISCORSI

ODERZO (TV) RICORDATO IL MARTIREANGELO BRUSATINMEDAGLIA D’ARGENTOAL VALOR MILITAREIl 15-4-2012 l’Associazione Volon-tari della Libertà di Treviso eOderzo ha commemorato un gio-vane trascinatore e protagonistadella lotta contro la dittatura nazi-fascista. Più volte arrestato e sevi-ziato riuscì sempre a sottrarsi allaferocia dei suoi aguzzini e a ricon-

quistare la libertà. Durante l’insur-rezione generale per un’interanotte guidava gli aspri combatti-menti con pochi animosi contro ununitissimo presidio tedesco ed almattino con abile mossa, l’obbli-gava alla resa. Desideroso di nuovalotta, inseguiva, su una motocar-rozzetta con alcuni compagni , uncamion tedesco forte di una tren-tina di uomini e con l’ardire che gliera abituale, impegnava con essidura e cruenta lotta. Colpito alpetto da una raffica nemica cadevaesanime tra le braccia dei compa-gni incitandoli a persistere nelcombattimento.

(Zona del Piave 27 Aprile 1945)

BRUSASCO 25 APRILE: LA GENTE E LE AUTORITÀ ARRIVANO IN PIAZZA

IL DISCORSO DEL SINDACO DEL CONSIGLIO COMUNALE DEI BAMBINI

DISCORSI E CORTEO SOTTO LA PIOGGIA A SENAGO

Uno degli eventi significativi delle cele-brazioni in Liguria dell’anniversariodella Liberazione è stato il conferi-mento, domenica 22 Aprile, nella Salaconsiliare del Comune di Millesimo,della “Medaglia d’Argento della FIVL” adei combattenti per la Libertà, a dei pro-motori dei valori della Resistenza ed alComune di Millesimo “quale centro sto-rico patriottico dell’Alta Valbormida, pro-tagonista del Secondo Risorgimento eper il suo contributo all’Italia libera e de-mocratica”. Si è trattato d’una sugge-stiva cerimonia, alla presenza d’un foltopubblico, svoltasi per iniziativa dell’AVL-Associazione Volontari della Libertà Li-guria, membro della FIVL-FederazioneItaliana Volontari della Libertà, di con-certo con l’Amministrazione comunaledi Millesimo, in occasione del 63° anni-versario della costituzione della FIVL enello spirito del 150° anniversario del-l’Unità d’Italia. Un apprezzamento pertale loro impegno è più volte ricorsonelle parole delle Autorità intervenuteall’incontro. La FIVL era rappresentatadal Vice Presidente Nazionale e Presi-dente AVL Liguria Lelio Speranza e daiconsiglieri nazionali Arturo Actis eGianfranco Cagnasso. Per il gruppo diSavona dell’AVL erano presenti i consi-glieri Balduino Astengo e Athos Carle,membri pure, con Cagnasso e Speranza,del Direttivo dell’ISREC-Istituto per laStoria della Resistenza e dell’Età Con-temporanea di Savona, a nome del qualeera presente anche il Presidente sen.Umberto Scardaoni. Assieme al Meda-gliere della FIVL, scortato da rappresen-tanti del Raggruppamento padano deipartigiani “Autonomi”, ed al gonfalonedi Millesimo, erano presenti gagliardettie stendardi di Associazioni combatten-tistiche e d’Arma, anch’essi autorevol-mente scortati. Con il Prefetto diSavona, Gerardina Basilicata, alla suaprima uscita ufficiale nel territorio,erano intervenuti il Vice Presidente delConsiglio della Regione Liguria, MicheleBoffa, il Presidente della Provincia di Sa-vona, Angelo Vaccarezza, i Sindaci deiComuni dell’Alta Valbormida, il Coman-dante provinciale dei Carabinieri di Sa-vona, Giovanni Garau, il Comandanteprovinciale della Guardia di Finanza diSavona, Roberto Visintin.IL SINDACO DI MILLESIMO RICORDADefinendo l’incontro testimonianza del-l’impegno civile e politico della ValleBormida nel passato e per il futuro, ilsindaco di Millesimo, Mauro Righello,ha ricordato alcuni personaggi ed epi-sodi della lotta delle genti del territorioper un’Italia libera e democratica e delsuccessivo avvio della sua ricostru-zione, ed in particolare Arturo Giacosa,di Millesimo, uno dei primi sette martiridella Resistenza nel savonese, fucilatidai nazifascisti per rappresaglia il 27 Di-cembre 1943 al forte della Madonnadegli Angeli, di Savona; i cinque conta-dini di Acquafredda, frazione di Mille-simo, inermi vittime d’una rappresagliacompiuta nei campi dalle SS il 24 agosto1944; Pietro Vallerini, primo sindaco diMillesimo dopo la Liberazione. Lelio Speranza, rivolgendosi alle auto-rità, ai premiati ed agli altri intervenuti,ha reso innanzitutto omaggio, con com-mozione, ai Caduti “sempre vivi nel no-stro cuore e presenti nella memoriapubblica, anche attraverso iniziative emanifestazioni come quella odierna. Nelloro nome sentiamo l’impegno di ope-rare attivamente per mantenere vivo ilculto degli ideali che, prima e durante laResistenza, furono all’origine della lottaper la libertà e del loro sacrificio”. Spe-ranza ha poi richiamato l’attenzionesulla situazione del Paese, segnato dasbandamenti di varia natura, come ri-cordato recentemente dal Capo delloStato. All’origine di tale “malessere”, fo-riero di danni per la collettività se noncontrollato e vinto, sta forse anche “ungraduale offuscamento della consapevo-lezza del valore delle libertà democrati-che da noi così duramente recuperate edella cui importanza, nei giorni dellalotta armata, noi invece ci rendevamoben conto”. Vi sono oggi, dunque, degliignari di “quel glorioso retaggio, forseanche per nostra inadeguatezza nel pro-porlo”. Ma v’è pure chi “con secondi fini,ha approfittato del regime di libertà”. Asimili, preoccupanti aspetti della situa-zione interna se ne aggiungono altri, a

livello internazionale – ha evidenziatoSperanza - con “segnali di precarietà deldomani” e di “confusione di idee”. La si-tuazione non è però “ancora precipitatain modo irrimediabile”, per il rifiutodella maggior parte del popolo italiano“di gettarsi nella facile via dell’egoismo,della violenza”. La FIVL, come sempre al di sopra deiPartiti, delle correnti, delle fazioni,mossa dall’anelito, che le è proprio, digiustizia e di libertà e dall’esigenza di te-stimoniarlo, richiama tutti “a sentire ildovere della solidarietà - solidarietàumana e cristiana - e richiede l’impegnodi ogni cittadino per la difesa dei prin-cipi e dei valori che furono alla basedella lotta per la Libertà prima e durantela Resistenza.Gli insigniti della “Medaglia d’Argentodella FIVL”Lelio Speranza, dopo aver illustrato gliaspetti più significativi della presenzadella FIVL in Liguria e nel vicino Pie-monte, ha poi proceduto, con il SindacoMauro Righello e con le altre Autorità, alconferimento della “Medaglia d’Argentodella FIVL”. Ne sono stati insigniti i trefratelli Bruno: Andrea, nomi di battagliaDiplomatico e Orazio, “agente specialedel Servizio C” dell’intelligence del CLN;Franco, Walter, anche lui operante nel-l’intelligence della Resistenza ed espo-nente della sezione savonese del “Frontedella Gioventù”; Mario, Lina, partigianonella Prima Brigata Valbormida “AntonioGiuliani” della Divisione Alpina Auto-noma “Eugenio Fumagalli”; Maria Fava,Asta, membro della sezione savonesedel “Fronte della Gioventù”, dei “Gruppi

di Difesa della Donna” e poi di forma-zioni partigiane; Mario Miradei, Volpe,comandante d’una delle formazioni dellaBrigata Montenotte “Giovanni Chiar-lone” della Divisione Alpina Autonoma“Eugenio Fumagalli”; Nicolò Siri, Kim,

membro della sezione savonese del“Fronte della Gioventù”, responsabiledella diffusione della stampa clandestinain Savona e in tale ambito protagonistadi rischiose azioni; Aldo Gasco, parte-cipe d’un episodio della Resistenza e piùavanti responsabile di “Europa Libera”;Federico Marzinot, giornalista e scrit-tore, curatore di ricerche e libri sulla Re-sistenza; Aldo Pastore, membro d’unafamiglia antifascista, medico, più volte

Assessore alla Sanità del Comune di Sa-vona, realizzandovi, tra i primi in Italia, ilServizio di Assistenza domiciliare aglianziani, Deputato per due legislature,impegnato nel volontariato, scrittore.

Federico Marzinot

CRONACHE PARTIGIANEMILLESIMO (LIGURIA) - AL CENTRO DELLE CELEBRAZIONI LIGURILA MEDAGLIA AI TESTIMONI ED AL COMUNE

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“A 66 anni dalla conclu-sione della 2^ Guerramondiale, dopo vent’annidi regime fascista e tre dioccupazione nazista, ilPiemonte continua a ri-cordare una pagina im-portante della sua storiae della storia nazionale,in un frangente in cui lanostra regione ebbe unruolo cruciale per resti-tuire all’Italia la libertà ela democrazia” Con que-sta parole il Presidentedel Consiglio regionaleValerio Cattaneo ha datoil benvenuto ai partigianipiemontesi premiati oggiin Aula consiliare conuna medaglia commemorativa, alla pre-senza di numerose autorità civili e mili-tari.Le cerimonia è stata organizzata dallaF.I.V.L. che ha deciso di assegnare a tuttii partigiani ancora viventi iscritti alle As-sociazioni federate, un riconoscimento,in occasione dei 150° anni dell’Unitàd’Italia.“La libertà, la difesa della democrazia,l’attaccamento al territorio rappresen-tano un insegnamento importante e sem-pre attuale che i partigiani ci hanno dato”ha affermato il Presidente della GiuntaRegionale Roberto Cota. “In Piemonte laResistenza ebbe un carattere spiccata-mente unitario sia a livello socioculturalesia a livello politico” ha dichiarato il Sin-daco Giuseppe Fassino “ed essere qui

oggi non significa solo compiere un giu-sto omaggio a chi si sacrificò per la libe-razione del Paese, ma vuol dire anchericonfermare l’impegno per vivere ognigiorno quei valori nella nostra vita e nelleistituzioni”. “I valori della assistenza nonappartengono a una parte sola ma a tuttala comunità – ha ricordato Roberto Pla-cido, vicepresidente Consiglio Regionaledelegato al Comitato Resistenza e Costi-tuzione.Infine, con commozione e coinvolgi-mento, è intervenuto il Presidente dellaF.I.V.L., comm. Guido De Carli, “Passionee sacrificio – ha affermato – hanno ani-mato i partigiani e sono stati elementi dacui è partita la rinascita della patria, cheha ricevuto libertà, democrazia e una Co-stituzione.

ALPINI DELL’ANA, RAGAZZI DELLE SCUOLE, GIOVANI D’UNA STAFFETTA DI ATLETI, UNA SIMPATICA FOLLA DI EX PARTIGIANI REDUCIDELLE FORMAZIONI R (RINNOVAMENTO) DEL COMANDANTE TINO COSA, ACCOMPAGNATI DA FAMIGLIARI, FIGLI E NIPOTI, IN TESTA ILSINDACO DI CHIUSA PESIO E TUTTE LE AUTORITÀ ATTORNO AL SEVERO SACRARIO DEI CADUTI. È STATO UN SILENZIOSO ASCOLTO DICOMMOSSE PAROLE DI MEMORIA, DI MONITO E DI SPERANZA.

IL PREFETTO DI SAVONA PREMIA LA MARIA FAVIA EX PARTIGIANA

IL V. PRESIDENTE FIVL LELIO SPERANZA APRE LA CERIMONIA A MILLESIMO

CUNEO - CERTOSA DI PESIO - FIACCOLATA 24 APRILE 2012

TORINO 11 NOVEMBRE 2011:LA PRIMA DISTRIBUZIONE DELLE MEDAGLIE

FIVL PER IL 150° UNITÀ D’ITALIA

IL PRESIDENTE CON IL RESPONSABILE DELLA FIVLDI TORINO GIULIO GRAVINO

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CRONACHE PARTIGIANESabato 10 dicembre 2011 presso la SalaConsiliare del Comune di Pavia, la FIVLha conferito la Medaglia d’argento a tren-totto tra “vecchi” e “nuovi” resistenti Apc(Associazione partigiani cristiani) delleprovince di Pavia, Lodi, Milano e Roma.Per la cerimonia di premiazione è giuntoda Savona il comandante partigiano LelioSperanza, presidente Avl Liguria e vice-presidente nazionale Fivl, con GianfrancoCagnasso, membro di Giunta della Fivl,nonché vicepresidente dell’Istituto sto-rico della Resistenza e dell’Età contem-poranea della provincia di Savona. Erapure presente Carlo Scotti, presidente delRap “Raggruppamento autonomo pa-dano”, segretario Fivl della sezione di Vo-ghera e consigliere nazionale . Lacerimonia, accuratamente organizzata ecoordinata dal vice presidente nazionaleApc Emanuele Gallotti, con la collabora-zione del Presidente Nazionale Apc Raf-faele Morini è stata aperta dal canto coraledell’Inno di Mameli e dalla lettura della“Preghiera del Ribelle” di Teresio Olivelli.Significativi gli indirizzi di saluto propo-sti da alcune delle numerose autorità in-tervenute: Alessandro Cattaneo, sindacodi Pavia; Raffaele Morini, presidente na-zionale dell’Apc, autore del libro: “EnricoMattei. Il partigiano che sfidò le Sette So-relle” ed. Mursia; il Prefetto di Pavia, PegStrano Materi; il già citato Lelio Speranza,Daniele Bosone, presidente della Provin-cia di Pavia; Tullio Montagna del ComitatoUnitario antifascista; Raffaele Babuscio,presidente giunta d’intesa “D’arma com-battentistica” ed il Vescovo della Diocesi,Mons. Giovanni Giudici.La prima medaglia è stata assegnata aS.E. il Prefetto della provincia di Pavia,Peg. Strano Materia, nella sua veste dimassimo rappresentante dello Stato nel-l’ambito provinciale e quale estimatrice diEnrico Mattei, fondatore sia della Fivl siadell’Apc. Tre medaglie sono state conferite alla me-moria: al Gonfalone della Città di Pavia, aricordo dei partigiani cristiani (uomini edonne) della città che, con il sacrificiodella vita e le azioni, hanno difeso gliideali della Resistenza; al Gonfalone dellaProvincia di Pavia, ai Religiosi di tutta laProvincia che con il loro sangue hannocontribuito al riscatto della patria,e anchea ricordo dei religiosi che si sono distintinel generoso sacrificio di fornire aiuti ma-teriali e spirituali alla gente bisognosa. Diciotto medaglie sono state assegnateagli ultimi ex partigiani e resistenti del-l’A.P.C.: Albertazzi Francesco, BertazzoRenzo, Berti Ambrogio, Bozzini Luigi,Cantone Alessandro, Chiappini Renzo, DeBlasi Giuseppe (premio ritirato da Fran-cesco Brandolini), Devoti Mario, FusariLuigi (premio ritirato dal figlio Gianluigi),Lastricati Emilio (premio ritirato da Raf-faele Morini), Maiocchi Giacomo, MoriniRaffaele, Scevola Pierangelo, Stoppini Gia-como, Tavazzi Luigi, Giovanni Tavazzani.N.B. - Al presidente onorario dell’Apc San-dro Vota di Roma e a Virginio Rognoni, im-possibilitati a ritirare l’onorificenza, lamedaglia con relativo diploma verrà reca-pitata a domicilio. Sedici medaglie ai “nuovi” aderentiall’A.P.C. Bottoni Mario, Gatti Luigi, Mi-coni Marco, Guazzi Andrea, Schira Fran-cesco, Gallotti Emanuele, BertelegniGiancarlo, Ghisolfi Fabrizia, GiordanelliNicola, Portaluri Debora, Zanino Giu-seppe, Montagna Tullio (presidente Comi-tato unitaria antifascista), Mela Dante,mons. Molinari Giuseppe. N.B. – A MarcoCrevani e a Carla De Lucchi Orsi di Ce-cima, la medaglia con relativo diplomaverrà recapitata a domicilio perchè im-possibilitati a ritirare l’onorificenza.Numerosissime le autorità e le delega-zioni di Associazioni combattentistiche ed’arma con i rispettivi labari e bandiere.La Sala Consiliare era una festa di colori:erano presenti, oltre alla bandiera trico-lore, quella dell’Unione Europea, i gonfa-loni del Comune di Pavia e della Provinciadi Pavia e dei Comuni vicini, il gonfalonedel comune di Belgioioso in rappresen-tanza dell’Unione dei Comuni terre vi-scontee basso pavese; i labari dell’Apc(Pavia, Sant’Angelo Lodigiano, Castiglioned’Adda, San Donato Milanese) che, con ifazzoletti azzurri, hanno contribuito adare un prestigioso tono al significativoevento.

Emanuele Gallotti

LA MEDAGLIA FIVL RISVEGLIA UNITÀ, MEMORIA, AMICIZIA!A PAVIA: 38 RICONOSCIMENTI ALL’APC

Sono arrivati anche in Australia e in Ar-gentina i cappelli da alpino che l’Asso-ciazione Alpini di Reggio Emilia ha volutoconsegnare ai partigiani superstiti delle“Fiamme Verdi” di “Don Carlo”, ricono-scendo loro il pieno diritto ad indossarli.La Federazione Italiana Volontari della Li-bertà, cui aderisce l’Associazione LiberiPartigiani Italiani di Reggio Emilia, ha, asua volta, consegnato a ciascuno di lorouna medaglia d’argento ed un diploma,stante l’occasione del 150° anniversariodell’Unità d’Italia e per celebrarne la con-tinuità del Risorgimento, che portò al-l’unità nazionale, con il NuovoRisorgimento che restituì dopo l’otto set-tembre 1943 all’Italia la libertà e la de-mocrazia. E’ stato però il ricevere ilcappello con la penna che ha fatto loromaggior piacere .E’ bene ricordare un fatto unico della Re-sistenza reggiana che ha caratterizzatol’operato delle “Fiamme Verdi” di DonCarlo, e cioè l’aver ottenuto per la BrigataPatrioti Fiamme Verdi dal Ministro dellaGuerra ( così si chiamava al tempo l’at-tuale Ministro della Difesa) sin dal20.1.1945 il riconoscimento come re-parto del Regio Esercito operante oltre lelinee del fronte con la denominazione“Battaglione Fiamme Verdi del Cusna”E’ bene inoltre ricordare che nella Brigataerano attive ed arruolate anche giovanidonne : in primis Giulia Orlandini , so-rella di “Don Carlo” di appena 16 anni eQuadreri Laura “Foresta” di 18 anni confunzioni di infermiera, che possono cosìconsiderarsi la prime donne-alpino d’Ita-lia: al tempo infatti , a differenza d’oggi,l’arruolamento nel Regio Esercito ,equindi anche nel corpo degli Alpini, erasolo ed esclusivamente maschile.

* * *MEDAGLIE A VILLA MINOZZO, AU-STRALIA E ARGENTINAAi partigiani superstiti medaglia e cap-pello sono stati loro consegnati a VillaMinozzo nel settembre scorso in occa-sione dell’annuale raduno provincialedegli Alpini, ma ben tre cappelli e meda-glie sono stati spediti in Australia ed unoin Argentina.In Australia, e più precisamente nell’Au-stralia Occidentale-Western Australia concapitale Perth, infatti vive oggi ad 84anni Giulia Orlandini . Sposatasi conAronne Castellini di Talada, ove il fratelloDon Carlo era parroco, emigrarono in Au-stralia e ,mentre il marito si imbarcòcome meccanico su navi mercantili, Giu-lia si impegnò a dissodare e a disboscareun terreno assegnatogli per svilupparviun’azienda agricola. Dei loro tre figli unovive in Inghilterra mentre gli altri due conle loro rispettive famiglie vivono essi purein Australia. La nostalgia di Giulia per lasua terra natale è tuttora vivissima, mal’età e ragioni di salute le impediscono ilviaggio.

Sempre in Australia di-plomi, medaglie e cappellisono giunti anche ai fratelliIvo e Nello Caluzzi . A NelloCaluzzi il riconoscimento ègiunto pochi giorni primadella sua scomparsa, ed erastato il più giovane parti-giano in assoluto delleFiamme Verdi( non a caso ilsuo nome di battaglia eraPITIN) perché aveva solo 12anni e ,nonostante lamamma lo rincorresse pertenerlo a casa, volle rag-giungere e raggiunse i suoifratelli maggiori : Ivo “Fol-gore”, Nunzio “Bosco”, Vito“Taylor”, tutti appartenentiad una numerosa famiglia diVilla Minozzo capoluogo,per l’esattezza della borgata“Le Case di Là”, di otto fra-telli e una sorella e di cui,come dianzi precisato, benquattro impegnati nelleFiamme Verdi. Vito morirà da coraggiosonella Pasqua di Sangue del 1 Aprile 1945al Monte della Castagna in comune diToano ed il suo generoso sacrificio vedràil riconoscimento alla memoria con unamedaglia al valor militare.Il fratello maggiore Ivo , che ha avuto unruolo di rilievo come Comandante del Di-staccamento “E.Filippi”, ex “Matilde diCanossa” ,costituito da ben 32 partigianiha ricevuto dapprima medaglia e diplomae solo successivamente il cappello inquanto la prima spedizione del cappelloera stata respinta dalle rigorose autoritàdoganali australiane come materiale mi-litare , ma poi il tutto è stato chiarito edil cappello con la penna è arrivato giusta-mente anche a Ivo “Folgore” che ha oggi88 anni.

* * *In Argentina invece vive il Dr. Farri Ninfo,nativo di Castelnuovo Sotto ove tuttoravivono il fratello Silvano ed il nipoteAldo, oggi ha ben 92 anni, e militò colnome di battaglia “Piergiorgio” nel Di-staccamento Sabotatori “Santa Barbara”comandato dall’Ing. Bottarelli Gottardo -“Bassi”, che era un Tenente Colonnellodel Genio . e composto da ben 30 parti-giani, tutti provenienti dalla città e dallapianura e in gran parte studenti o diplo-mati.Il Dr. Farri laureatosi in Farmacia e co-niugatosi con Lusetti Eugenia prima diemigrare in Argentina dette al proprio fi-glio primogenito il nome di Piergiorgio aricordo del suo nome di battaglia da par-tigiano. La famiglia, una volta trasferitosiin Argentina, si accrebbe di altri 5 figli,Magdalena, Maria, Marina, Gabriele e Mar-cello, tutti laureati. Piergiorgio e Marcellosono entrambi farmacisti come il padre egestiscono due farmacie in Villa Giardino,

che è una ridente cittadina a circa 80 Kmda Cordoba, città di quasi un milione diabitanti ed anche la capitale dell’ omo-nima provincia-stato, stante che la Re-pubblica argentina ha una costituzione dinatura federale.Il dr. Farri ha subito indossato il cappellod’alpino che suo nipote Aldo gli ha por-tato personalmente nello scorso gennaioe che ora conserva, per proteggerlo dallapolvere, in una teca di vetro ed ha proce-duto ad inquadrare anche il diploma dellaFIVL con annessa medaglia d’argento perappenderlo nel soggiorno della sua abi-tazione. E’ orgoglioso assieme alla mogliedi avere venti nipoti e 16 pronipoti argen-tini e ci tiene a precisare che i pronipotisono sedici, ma solo per adesso !LA MOTIVAZIONE DELLA MEDAGLIACONFERITA AL PARTIGIANO-ALPINOVITO CALUZZI “Taylor” (Villa Minozzo26.1.1926 –Toano 1.4.1945)“Invitato con il Distaccamento di cui eracomandante come rinforzo alle linee par-tigiane minacciate da un’infiltrazione ne-mica, si trovava improvvisamente difronte forze nazifasciste.All’intimazione di resa rispondeva ordi-nando il fuoco. Nel cruento combatti-mento che ne seguiva, permetteva losganciamento della propria formazione,ma, nel successivo vittorioso contrat-tacco, immolava la giovanissima vita as-sieme a tre compagni di lotta. Cà’Marastoni, 1 Aprile 1945”.

* * *L’EMIGRAZIONE IN AUSTRALIA di IVOCALUZZI. NELLA DESCRIZIONEDELLA FIGLIA MANUELAIvo Caluzzi si è sposato all’inizio del 1947con Mirella Iori dalla quale ha avuto 5figli: Manuela, Massimo, Vinicio, Danielee Julia, quest’ultima nata in Australia.Dopo il matrimonio ha vissuto con la fa-

miglia 5 anni a Villa Gaida, poi nella na-tale Villa per altri 5 e successivamente aGenova da dove si è imbarcato nel 1964con tutta la famiglia per emigrare in Au-stralia ove si erano già ben sistemati altridue fratelli, Luigi e Giuseppe, che ave-vano ivi impiantato con successo unafabbrica di falegnameria. All’arrivo a Melbourne il 6 Aprile la fami-glia veniva accolta dai due fratelli di Ivocon mogli e figli, e portata in una casettapresa in affitto dai fratelli nel sobborgo diSunshine, dove la famiglia sarebbe cre-sciuta e dove Ivo e Mirella vivono tuttora,non nella casetta originale, ma in unacasa costruita per loro sei mesi dopo illoro arrivo.” E poi ricorda sempre Ma-nuela :” A scuola, in divisa ( con guanti ecappello imprescindibili per le ragazze !)la prole di Ivo e Manuela riprendeva astudiare : sarebbero arrivati in tre su cin-que alla laurea, con i due restanti che la-sciavano dopo alcuni anni l’Universitàper intraprendere con successo carrierenel pubblico impiego e in campo privato.”Per quanto riguarda la figlia maggioreManuela ecco cosa racconta di se :” se-guiva all’Università un corso di lettere,che l’avrebbe portata dapprima ad inse-gnare l’italiano alla stessa Università diMelbourne, dove si era laureata, e poi la-vorare alla radio, dove nel 1975 iniziavauna programmazione nelle varie lingue, abeneficio delle comunità immigrate. Allaradio, oggi Special Broadcasting Service(SBS), con programmi in circa 70 lingue,e affiancata dall’80 in poi dalla televisionemulticulturale, Manuela diventava la re-sponsabile dei programmi italiani e lavo-rava per oltre 25 anni, mentre fratelli esorelle crescevano e studiavano e si face-vano, come lei, una famiglia.”Tornando ai propri genitori, il partigiano-alpino Ivo “Folgore” e la moglie Mirellascrive sempre Manuela : “Oggi Ivo e Mi-rella sono, come era nei loro desideri, cir-condati dai figli e dalle loro famiglie: unsolo figlio,Massimo, vive a Canberra dovelo ha portato il suo lavoro, ma anche lui ela sua famiglia sono in costante contattocon i genitori e nonni e vengono regolar-mente spesso a trovarli. Gli altri sonotutti a Melbourne. E a Pasqua e Natale eCapodanno si continua con la grande riu-nione famigliare e il pranzo, e i regali e lacaccia all’uovo di Pasqua per i bambini,che invadono il giardino (ce ne sono 8sotto i 10 anni).La famiglia si è arricchita di parenti au-straliani, neozelandesi e perfino canadesi(di estrazione danese/ucraina).Cinque figli, dieci nipoti, quattro proni-poti: una situazione economica serenaper tutti e tanta vicinanza fisica e emo-tiva. Ivo e Mirella Caluzzi non possonochiedere di più”Ed a noi non resta che augurare loro, uti-lizzando il latino: “Ad multos annos!”

Danilo Morini

RAFFAELE MORINI EMANUELE GALLOTTI(A DESTRA)

LUIGI BOZZINI A FIANCO DELCOM. SPERANZA

MARCO MICONI

REGGIO EMILIA: UNO SCAMBIO INTERNAZIONALEDI MEDAGLIE FIVL E DI CAPPELLI D’ALPINI DEI

PARTIGIANI FIAMME VERDI

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“Voglio ringraziare a nome mio perso-nale e delle Istituzioni che rappresento –l’Istituto Veronese per la Storia della Re-sistenza e dell’Età Contemporanea e ilComitato Provinciale dell’ANPI di Verona– di essere qui a Villafranca in questo 25aprile 2012, cioè a poche settimane dalla

fine delle celebrazioni ufficiali per i 150dell’Unità d’Italia.La ringrazio di questo invito, signor Sin-daco, perché così mi ha dato la possibi-lità di celebrare e ricordare anche illegame ideale tra il primo e il secondoRisorgimento rappresentato propriodalla Resistenza e dalla guerra di Libe-razione dal nazifascismo.Non è certo un caso se le due brigate chehanno operato in queste zone vennerochiamate significativamente Italia eAnita Garibaldi, quasi a sottolinearecome ci fosse in quei partigiani lo stessoDNA patriottico di quanti centocinquant’anni prima presero parte come volontarialle guerre d’indipendenza.Al contrario delle divisioni che opera-vano in montagna, come la Vittorio Ave-sani che combatté sul monte Baldo e inValdadige, i componenti di queste for-mazioni non avevano lasciato la fami-glia, il lavoro, la vita di tutti i giorni, anzicontinuavano la loro esistenza che digiorno era apparentemente normale perpotere, durante la notte, effettuare im-boscate, attacchi e tutte le altre opera-zioni che la guerra partigiana imponeva.Una lotta non facile la loro, consideratoche all’indomani dell’8 settembre 1943la nostra provincia – per la sua partico-lare posizione geografica e strategica –divenne il cuore politico-militare dellacosiddetta Repubblica di Salò, ma so-prattutto dell’occupazione nazista in Ita-lia.Tra il lago di Garda e Verona trovaronoinfatti sede tutti i ministeri della RSI; ilcomando supremo della polizia di sicu-rezza nazista per l’Italia occupata (a par-tire dalla Gestapo); il comando militaretedesco per il Nord Italia; la sede dell’uf-ficio per la deportazione dall’Italia degliebrei; oltre a 7 prigioni e tre tribunali diguerra tedeschi.Le due brigate partigiane facevano partedella divisione Lorenzo Fava, che preseil nome dal giovane gappista veroneseche partecipò il 17 luglio – perdendo lavita, fucilato dai fascisti dopo una setti-mana di sevizie e torture – alla libera-zione del sindacalista antifascistaGiovanni Roveda dal carcere degli Scalzia Verona.Quasi presagendo la sua fine, pochigiorni prima dell’assalto agli Scalzi, inquello che viene considerato come ilsuo testamento morale e politico, Lo-renzo Fava scrisse: “I mali più gravisono in noi. Se gli uomini in camicianera presto mancheranno, lo spirito delfascismo perdurerà. Per l’arrivismo, i fa-cili guadagni, l’opportunismo, il timoredel rischio e il terrore della morte, l’egoi-smo e la mancanza di dignità, l’insince-rità e la mafia. Il protezionismo e ilnepotismo. Quando noi avremo abbat-tuti tutti questi colossali nemici, allorasoltanto avremo eliminato lo spirito delfascismo”.Quando si pensa alla Medaglia d’orodata alla città di Verona, generalmente sifa riferimento proprio alla liberazione di

Roveda dalle carceri fasciste e al-l’estremo sacrificio di Lorenzo Fava eDanilo Pretto, ucciso durante l’assalto.Invece, come altri, penso che quella me-daglia sia stata data a Verona per rico-noscere il merito di quelle migliaia didonne e uomini che in città, sulle mon-

tagne, nelle nostre pianure, a Villa-franca, come a Quaderni, Dossobuono,Valeggio, Sommacampagna, Castel d’Az-zano o Vigasio, hanno operato – con esenza armi – giorno dopo giorno per ar-rivare alla Liberazione, per arrivare al 25aprile.INAUGURAZIONE DELLA MOSTRADEI COMBATTENTI DELLA LIBERTA’Tra poco andremo a inaugurare una mo-stra – piccola nelle dimensioni, magrande per il suo valore documentale estorico – che racconta con documenti,manifesti, lettere, fotografie cosa sonostati quei giorni di guerra e di Libera-zione.Vi faccio solo un invito: quando guardatele foto, i volti e gli atteggiamenti – ancheun po’ guasconi – di quei giovani com-battenti per la libertà, cercate sì di dareun nome a quelle donne e a quegli uo-mini, ma soprattutto guardate i loroocchi, perché lì potrete leggere il loro co-raggio, il loro spirito, i loro sogni perun’Italia migliore. Lì potrete leggere lavoglia di riscatto di tutto un popolo.E’ anche grazie a mostre come questache si riesce non solo a conservare masoprattutto a perpetuare la memoria diciò che è stato. A rendere omaggio aiprotagonisti di quella lotta di Libera-zione di cui ancora oggi godiamo i frutti.Ai loro valori di democrazia, giustizia, li-bertà e solidarietà, che furono poi decli-nati in quello che è ancora il pattofondativo del nostro Paese, ovvero la Co-stituzione della Repubblica Italiana.E a proposito di memoria, in questigiorni è uscito un bel libro “Io sono l’ul-timo”, che raccoglie sotto forma di brevilettere destinate ai giovani le storie, ipensieri e i ricordi di molti partigiani an-cora in vita. E per chiudere questo miointervento uso le parole di uno di loroNello Quartieri, nome di battaglia Ita-liano, classe 1921.“La mia vicenda umana sta per termi-nare. Non importa. L’importante è stato

vivere per qualcosa, non come un’animaspenta. – Cercate di non fuggire la li-bertà – diceva qualcuno. Noi non siamofuggiti. Non sono fuggiti i colti e gli igno-ranti. E penso con intensità sempremaggiore, intanto che vedo arrivare lafine, a come i nostri contadini potessero

combattere una battaglia senza aspet-tare ritorni fruttuosi, con la sola ambi-zione di ritornare a essere padroni acasa loro. E ritrovo con commozione icompagni persi nelle boscaglie, nei gretidei fiumi, nei nostri alti pascoli, nati po-veri prima della Resistenza e morti po-veri prima di poterne apprezzare i frutti.Se potessero parlare, direbbero: “Nonvogliamo essere celebrati ma amati”.

Beppe Muraro

Ad Este, in occasione della celebra-zione del 25 aprile, è stata conferitala medaglia d’argento della F.I.V.L. alpartigiano BERTON SILVIO. Riportiamo il testo del discorso com-memorativo del Segretario Provin-ciale F.I.V.L. di Padova Cirillo Mentoti.Ringrazio il Sindaco della città diEste per avermi invitato a comme-morare il 67° anniversario della Libe-razione e del ritorno dell’Italia nellalibertà e democrazia. La FederazioneItaliana Volontari della Libertà, di cuifaccio parte in qualità di SegretarioProv.le della FIVL di Padova, in occa-sione del 150° anniversario dell’Unitàd’Italia ha avviato una campagna di“gratitudine nazionale” per ricordarele partigiane e i partigiani che hannocombattuto o collaborato nella Resi-stenza armata contro la ferocia occu-pazione nazista nel periodo 1943-45.A tutti questi Eroi la Federazione Na-zionale ha ritenuto opportuno asse-gnare una medaglia d’argento qualesemplice ma sentito gesto di gratitu-dine per aver contribuito a riscattarela dignità di un popolo oppresso peruna Italia unita e democratica.Il vostro Sindaco, a cui mi ero ri-

volto, ha scelto la data del 25 aprileper conferire la medaglia d’argento al

vostro concittadino Berton Silvio. IlPresidente Nazionale della F.I.V.L. havoluto, in via eccezionale, che il me-dagliere nazionale fosse presentequi, ad Este, anziché a Padova. Nelpomeriggio il medagliere partirà perla città di Oderzo, in provincia di Tre-viso. E’ un fatto eccezionale, tra l’al-tro, che sia un orfano di un Cadutodella Guerra di Liberazione a com-memorare questa ricorrenza.Si celebra la ricorrenza del 25 aprilecome giorno di libertà, unità e me-moria. E per usare le parole del Pre-sidente della Repubblica, il 25 aprileè una festa nazionale che continuerànegli anni a rappresentare un mo-mento di formazione civile, di memo-ria, di speranza per il futuro, diriflessione sui valori che uniscono,tengono viva e vitale la nazione: i va-lori della nostra Costituzione repub-blicana nata dalla Resistenza.Infatti il periodo in cui si colloca laResistenza è stato, come pochi altri,caratterizzato da uno scontro dram-matico sul piano dei valori:LA LIBERTA’ contro LA TIRANNIA;LA DEMOCRAZIA contro L’AUTORI-TARISMO; LA VOLONTA’ DI PACEcontro LA VOLONTA’ DI GUERRA; ILRISPETTO DEI DEBOLI E DEGLIIN-DIFESI contro LA FEROCIA DELLERAPPRESAGLIE; L’UGUAGLIANZADEGLI UOMINI contro il RAZZISMOE IL GENOCIDIO.La celebrazione del 25 aprile è ilgiorno in cui ritroviamo il senso piùprofondo di questi valori che sono iveri valori della Patria. Le memorie,le date non vanno cancellate. Le me-morie possono essere anche divise,la storia non può essere che unitaria.Ma spesso mi chiedo, siamo davverocapaci di ricordare?La memoria costituisce patrimoniostorico, ecco perché occorre ricor-dare ai ragazzi e studenti, genera-zioni d’oggi diseducate a volte dallastessa scuola a tale memoria, cheproprio i tanti eroi italiani, chiamati adifendere la Patria, ci hanno consen-tito di essere oggi una nazione indi-pendente, libera e democratica.E quale civiltà può essere quella cheperde la memoria della sua storia, in-

capace di comunicare e tramandare ivalori dei padri? E quale civiltà puòessere quella che non trova più ilsenso della pietà, del pudore e delperdono, dove regna il menefreghi-smo e la corruzione?

Ai ragazzi delle scuole che vengono avisitare il Museo dell’Internamento aPadova-Terranegra, unico in Italia,come guida, faccio ripetere a memo-ria questa frase riportata su un murodel famigerato campo di sterminio diAuschtviz: “chi non conosce la sto-ria, presto o tardi, dovrà rifarla o su-birla a proprie spese”Il drammaturgo tedesco BertoldBrecht ci invita a stare attenti perchéil ventre che ha generato i mostri cheabbiamo conosciuto e di cui ab-biamo sperimentato la prepotenza di-sumana, ebbene quel ventre potrebbeancora generare altri mostri, capacidi instaurare nuovi regimi apporta-tori di violenza e disgregazione.Nei confronti dei Combattenti e Ca-duti nei vari fronti di guerra e dellevittime innocenti come quella di miopadre, barbaramente fucilato dai te-deschi all’età di 39 anni, abbiamo ungrande debito che la nostra genera-zione non riuscirà a saldare.Riconoscenza che ci impegna ad im-pedire che venga rubato il passato aquesti nostri giovani che sono mortiper rivendicare il diritto alla libertà.

Cirillo Mentoti

CRONACHE PARTIGIANEVERONA-VILLAFRANCA: LA STORIA DELLA LIBERAZIONEVERONESE NEL DISCORSO DEL 25 APRILE

ESTE-PADOVA: IL “GIORNO DEI VALORI”PARLA L’ORFANO DI UN CADUTO

IL SINDACO MARIO FACCIOLI, ANGELO GRANUZZO, PRESIDENTE AVL VILLAFRANCAE L’ORATORE BEPPE MURARO

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IL TUO GIORNALELIBERTÀ DAL POPOLO

VUOLE CRESCERE NELLA SUA IMMAGINE E NELLEPAGINE. SERVITI DEL BOLLETTINO POSTALE ALLEGATO.

MANDA IL TUO CONTRIBUTO! GRAZIE!

PER I CONTRIBUTI AL GIORNALE SUGGERIAMO L’USO DEL

C.C.P. N° 12220273VI RINGRAZIAMO PER LA VITA ED IL SUCCESSO DI

“LIBERTÀ DAL POPOLO!”

RACCONTO DI TINA MERLINBEFFA DELLE “DEVOTE” CHE SALVÒ I PARTIGIANI

I l n o n n o r a c c o n t a . . .RUBRICA DI STORIE VERE DELLA RESISTENZA RACCOLTE 60 ANNI DOPO

UOMINI DELLE SS E DELLA WER-MACHT (LA STORIA NE È STRA-PIENA E PUÒ DOCUMENTARE!)HANNO FATTO PIANGERE MEZZAEUROPA! IN QUESTA SUA CURIOSA,DETTAGLIATA, PATETICA MEMORIANONNO GIANNI RAINERI, GIA’ CO-MANDANTE DI UNA BRIGATA PARTI-GIANA AFFERMA CHE LI HA VISTI,CON I SUOI OCCHI, PIANGERE!Sono trascorsi quasi settant’annima la notizia mi torna tutti i giornialla mente e non riesco a farmeneuna ragione. Si è sempre ritenuto chei tedeschi fossero gente dura, non fa-cile alla lacrime, che sapesse affron-tare gli avvenimenti quotidiani ostraordinari con una forza d’animonon comune. Un giorno di alcuni de-cenni orsono mi sono dovuto ricre-dere: anche i tedeschi piangono e lelacrime sono vere non finte, accom-pagnate da gemiti che avrebbero com-mosso una statua di marmo.Il Cap. Gigi Comandante la brigata, mi

aveva incaricato di fare da sostegnoarmato ad un gruppo di partigiani cheavrebbero dovuto prelevare materialedei magazzini del Genio militare diPogliola; la cosiddetta “battaglia diPogliola” contro una colonna tede-sca che, proveniente da Mondovì, siera avviata sulla strada di Cuneo:dopo uno scambio di colpi duratomezz’ora, una trentina di prigioniericadde nelle nostre mani, nonchèquattro camions e un piccolo numerodi pugni corazzati: arma terribile, seben usata e se la si sa usare, mentreper noi partigiani fu quasi un peso. Itedeschi, durante quell’azione, eb-bero quattro caduti, da parte nostranessuna perdita.I pugni corazzati, portati alla sede delcomando partigiano di Prea, furonmessi a disposizione di Ernest Braun,il nostro interprete, il quale, dopoaver letto e riletto le informazioni in-collate sull’arma, ci disse che erameglio provare per saperne di più,sfruttando quel poco che aveva com-

preso dal tedesco tecnico… Fu cosìche, tentativo dopo tentativo, met-tendo spavento a tutta la popolazione,quasi tutti i pugni corazzati furonofatti scoppiare e da parte di tutti sidisse, come a suo tempo dissero i cu-neesi dei fuochi artificiali fatti scop-piare a mezzogiorno, “i colori non liabbiamo visti ma il rumore è statogrande”.Terminato il combattimento, con mo-menti terribili vissuti fra sibili infer-nali, con la resa dei tedeschi, iprigionieri, con la scorta di Terreno,Griseri, Mellano, Russo, del lungoLeone e di un altro il cui cognome misfugge, furono avviati a piedi lungo laprovinciale Pogliola, San Grato, Ma-donna del Pasco, Villanova per esseretrasferiti in un locale sicuro che erastato individuato in un magazzino diformaggi all’altezza della Balma diFrabosa Soprana. Li osservai mentre imiei uomini li inquadravano: lo spet-tacolo che si presentò ai miei occhi

mi colpì profondamente : quelle faccein genere truci e quegli occhi freddimanifestavano un travaglio dolorosointerno. Dov’era finito lo spirito guer-riero tedesco?Io, avendo la responsabilità del-l’azione, mi fermai per organizzare iltrasloco dei camions con la loro pre-ziosa mercanzia: infatti oltre ai pugnicorazzati trasportavano ferri chirur-gici che donammo alla Casa di Riposodi Villanova; ai medici dell’Ospedaledi Mondovì consegnammo un tedescoa cui una scheggia di bomba a manoaveva asportato mezza guancia.Mentre con la macchina mi avviavoverso la montagna, dalle cascinelungo la strada decine di braccia si al-zavano a far segno di fermare e unasignora quasi senza voce midisse: “Fermati, nasconditi, ci sono itedeschi, sono passati poco fa!” Larassicurai e mi parve che stentasse acredermi; anche le persone delle ca-scine vicine guardavano trasognate didietro le siepi non osando farsi ve-

dere. La voce “arrivano i tedeschi”procedeva velocemente, come il tam-tam in Africa, e la gente – specie gliuomini nel fiore degli anni – correva anascondersi nei luoghi più impensati.Non si vedeva più nessuno in giro,qualcuno aveva addirittura abbando-nato animali ed attrezzi nei campi:una scena che incuteva paura!Finalmente raggiunsi il gruppo deiprigionieri mentre stava per entrare aVillanova; gli accompagnatori li ave-vano fatti sostare a prendere fiato,ben guardati e coi fucili puntati. Qual-cuno dei tedeschi si era seduto perterra e sembrava fuori di sé. Già dalontano vidi che vicino al gruppo si di-stingueva l’alta figura di una donna,la signora Maria Silvestrini, un’amicadi Villanova che stava parlando ai pri-gionieri.Mi fermo, scendo dalla macchina, miavvicino e un urlo quasi disperato epieno di pianto si leva quasi urlando:“Ora caput, Ora caput”!, Maria con la

sua voce dolce, li rassicurava ripe-tendo. “no, miei amici non fare maicaput!” senza però grandi risultati im-mediati: i tedeschi, i grandi soldati diHitler, continuavano a piangere comefontanelle che hanno sorgenti senzafine. Anche il maresciallo, nella suabella divisa, se ne stava a capo chino,incapace di biascicare parola. Nem-meno le mie parole ebbero grande ef-fetto sui “piagnucolosi” tedeschi.Anche coloro che si credevano invin-cibili e fortissimi piangevano!Ed intanto il paese si andava barri-cando, chiudendo porte e finestre,non potendo credere ai propri occhi:com’era possibile che una piccolamanciata di partigiani avesse potutoprendere tanti prigionieri tedeschi?Villanova visse momenti di verapaura! Finalmente la paura si annullònei primi giorni di dicembre 1944,quando all’Annunziata di Villanovaavvenne lo scambio dei prigionieri!

Gianni Raineri

L’Associazione Partigiana Ignazio Vianin collaborazione con il PARCO NATU-RALE DEL MARGUAREIS e con il CO-MUNE DI CHIUSA PESIO, dopo leriuscitissime esperienze degli anniscorsi, ripropone la camminata da Piandelle Gorre (Valle Pesio) a Carnino (AltaValle Tanaro) per rievocare la marcia di

ripiegamento della Battaglia di Pasqua(aprile 1944) dei Partigiani della VallePesio.Quest’anno sarà possibile scegliere tradue proposte:Escursione di 2 giorni con partenza daPIAN DELLE GORRE alle ore 14.00 diSABATO 23 GIUGNO 2012 e pernotta-

mento al Rifugio Garelli (durante la se-rata i partecipanti saranno intrattenutida una breve conferenza sulla Resi-stenza, preceduta e seguita da musicadal vivo ed osservazioni astronomicheal telescopio guidate da un astrofilo).Escursione in giornata con partenza daPIAN DELLE GORRE alle ore 5.30 diDOMENICA 24 GIUGNO 2012.Per chi non partecipa alla camminata,il ritrovo sarà a Carmino alle ore 12 del24 giugno, per il pranzo.Prenotazioni: 328 6648824 per la cam-minata - 328 4878090 per il pranzo

PREGHIERE PER IL SANTO PATRONOVerso l’imbrunire le donne sentirono chequalcosa stava per accadere. Le patate bolli-vano come ogni sera, nella pentola, e i bam-bini non stavano zitti un attimo,naturalmente. Ma c’era qualcosa, nell’aria, dipesante. Una uscì nel cortile: guardò il cielo,scrutò l’orizzonte. “ C’è qualcosa che nonva,” disse rientrando. Le famiglie si sedet-tero a tavola inquiete. Patate con il latte, po-lenta e latte, patate fritte con poco lardo,sempre così, ed era già molto possederetutto ciò di quei tempi.A un tratto la porta venne spalancata conviolenza e un ragazzetto apparve, senzafiato. “I partigiani – disse – lassù sullachiesa. Saranno presi in trappola”. “Gesum-mio, ecco che sta succedendo” e le donne sifecero il segno della croce. “Venite, venite avedere” il ragazzetto disse. Le donne accor-sero sulla porta. Già si sentiva il rombare deicamion che correvano verso il paese. Oltre ilponte la lunga fila si avanzava, facendo tre-mare la terra. “Quei due, lassù. Gesummariali prenderanno!” “e non stiamo qui incan-tate – scattò la madre – Facciamo qualcosa”.“Che si può fare?” “Si potrebbe dire il rosa-rio e tentare di farli uscire tra la gente. Po-veri figli, sono andati a riposare”. “Giusto.Corri Luciano da Carolina che vada ad aprirela chiesa. E fa’ passare la voce. Alle settetutti A DIRE IL ROSARIO”.Il ragazzo scomparve con la velocità di unlampo. Nella piccola piazza gli autocarri sierano fermati e ne erano scesi i soldati. Simisero a pattugliare i vicoli. Due gendarmientrarono in una casa, senza bussare. Sul ta-volo fumavano ancora le patate. Ladonna disse: “Servitevi pure ma fate presto,stiamo per andare in chiesa”. “Chiesa? – dis-sero meravigliati i tedeschi – Essere prete inquesto paese? – sapevano bene che nonc’era, conoscevano il posto.“Il prete abita su, nel capoluogo. E’ unadonna, qui, la custode della chiesa. Lei apree noi andiamo a pregare.” “Proprio stassera,voi andare a pregare?” “Si stassera” “Cosaessere stassera? Per chi pregare? – interro-garono ancora i soldati dubbiosi. “Per il no-stro santo patrono. A giorni è la sua festa.Noi osserviamo le regole. In suo onore reci-tiamo il rosario tutte le sere”.La gente confluiva verso la chiesetta. Uscivada ogni portone, da ogni via e camminavatranquilla, ma guardinga, tra i soldati. I primigruppetti furono fermati per una spiega-zione. “Si va al rosario – tutti dicevano , - peril santo patrono”.I tedeschi non comprendevano bene: tuttaquella gente per le strade, nel bel mezzo diun rastrellamento, non si era mai vista. Mase andava in chiesa, non era poi da preoccu-parsi, tanto più che le madri si portavano die-tro anche i bambini.Il paese sembrava segnato dal destino. Queidannati tedeschi non lo lasciavano in paceneppure una settimana. Sempre piombavanolì, con una scusa e con l’altra. Era vero che itedeschi sapevano fin troppo bene comequella gente la pensava nei loro riguardi,anche se, ad interrogarla, non sapeva mainiente di quanto succedeva lì intorno. I tede-schi, sì, perché ne facevano le spese. La zonaera piena di partigiani, briganti che facevanoscomparire pattuglie, deragliavano treni, as-saltavano posti di blocco e caserme. Da dovevenivano? Dove erano rifugiati? Chi li soste-neva? Mistero! La gente non sapeva mainulla, malgrado le dure lezioni sommini-strate al paese e agli abitanti. “Guardali lì,tutti: bambini e vecchi, uomini e donne.Vanno a pregare anche se devono passare da-vanti ai mitra. I loro comodi fanno”. Cosìpensava tra sé il gendarme che comandava.I due partigiani, dopo diverse notti di azionecontinua, erano arrivati in paese stanchimorti. Avevano bisogno di dormire. Eranostate le donne ad indicar loro la soffitta dellachiesa, l’unico luogo sicuro. Stavano dor-mendo dall’alba e neppure si sarebbero sve-gliati senza quel fracasso di autocarri. Da unminuscolo finestrino spiavano la situazione.Non c’era via di scampo, ormai. Neppurec’era da far niente; solo aspettare che quellise ne andassero, sperando non capitasseloro in mente di frugare nelle soffitte dellechiese. Per di più non potevano accendereneppure un cerino per guardarsi in faccia;quelli, da basso, avrebbero potuto scorgerela fiammella. E anche la fame cominciava a

farsi sentire. A un certo punto risuonaronodei passi giù nella chiesa, sempre più nume-rosi. “Sono entrati, quei cani” disse uno.“Sss…non parlare, ci possono sentire”.D’un tratto percepirono un lieve struscia-mento di piedi su per la scaletta che portavaalla soffitta. I due balzarono come gatti, pi-

stola alla mano, accanto all’entrata. Il ru-more cessò per un attimo, poi riprese vicinoalla porta. Tra le fessure s’intravedeva il chia-rore di un lume. I due partigiani stavano inattesa, rannicchiati dietro l’ingresso. Laporta si dischiuse cautamente, e una vocedisse sottovoce prima di entrare: “State at-tenti, ragazzi, sono io, Carolina” I partigianirespirarono: meno male che era la custode.La donna raccontò loro in fretta quanto stavasuccedendo: “Da basso la gente dice il rosa-rio. Per il santo protettore…” e strizzò l’oc-chio ai due partigiani. “Quando avrannofinito potrete scendere e uscire con gli altri.E’ notte, in mezzo a tutti non vi scorgeranno.E’ rischioso, ma è sempre meglio tentare. Lagente è al corrente”.Il salmodiare della popolazione arrivava nellasoffitta come un incoraggiamento. Tranne levoci oranti nessun rumore disturbava, nellachiesa. Le voci erano così alte che desta-rono l’attenzione dei tedeschi nella piazza.Due gendarmi si presentarono sulla portadella chiesa ma era troppo buio all’interno,dalla soglia non riuscirono a scorgere nulla,se non una massa nera di teste curve in attodi pregare. Si avanzarono di qualche passo,battendo gli stivali sul pavimento di pietra,che rimandò il sordo rumore con immensorimbombo. Per un attimo il vecchio sotto l’al-tare sembrò perdere il filo dell’orazione, masi riebbe subito e intonò ancor più forte: “Re-gina Pacis” – “Ora pro nobis” rispose frago-rosamente il coro, e sembrò un esercitoall’attacco. I soldati fecero il giro dellachiesa, scrutando in volto le persone. Ledonne strinsero ancor più da vicino i bam-bini e avvicinarono i gomiti una all’altra perfarsi coraggio, per non tremare nella voce.Continuando a pregare, seguivano consguardi circospetti, di sotto in su, il cammi-nare dei tedeschi, le loro mani che ogni tantocambiavano di posto l’arma tenuta sotto-braccio. Come un grido si levò di nuovo altala risposta: “Ora pro nobis” I gendarmi si vol-sero e con il passo pesante, forse ancor piùpesante del normale per impaurire la gente,ritornarono indietro e uscirono nella piazza.Finalmente la funzione ebbe termine. Un ri-volo di gente, come una processione, siapriva la strada tra i soldati. Si scorgeva ap-pena il viso del vicino, dal buio. I due parti-giani erano in mezzo alla folla, sparsi inpunti diversi del lungo corteo, stretti da vi-cino e quasi nascosti dalla gente. Fuori, nellapiazza, la processione si disintegrò. Ognunoritornò alla propria abitazione. I partigiani fu-rono accompagnati in case diverse, che ave-vano uscite di fortuna verso la campagna.I tedeschi presidiarono il paese per tregiorni. Ed ogni giorno era normale la proces-sione di gente che ogni sera si recava a reci-tare il rosario. Il quarto giorno i gendarmi sene andarono, dopo aver perquisito da cima afondo il paese e anche la soffitta della chiesa.Per la quarta sera consecutiva la popolazionesi recò a pregare. Non si poteva mai sapere….Mai rosario fu recitato con tanta ricono-scenza!

Da “Menica e le altre” RaccontiPartigiani di Tina Merlin. Ed.CIERRE

LO RICORDA ANCORA OGGI...IL GIÀ COMANDANTE GIANNI RAINERI GIURA:“ANCHE I TEDESCHI PIANGONO”