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FOOD BOOK for EXPO

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FOOD BOOK for EXPO

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Tema centrale di EXPO, il cibo è una delle eccellenze che da sempre contraddistinguono il “made in Italy” e ne fanno uno dei valori universalmente riconosciuti. Di questa ricca ed originale cultura enogastronomica, le pagine che seguono offrono un originale assaggio, attraverso il racconto di quattro dei suoi indiscussi protagonisti: la pasta (gli spaghetti), il vino (il Barolo), il formaggio (il Parmigiano reggiano) e l’olio (l’Extravergine di oliva).

Tema centrale di EXPO, il cibo è una delle eccellenze che da sempre contraddistinguono il “made in Italy” e ne fanno uno dei valori universalmente riconosciuti. Di questa ricca ed originale cultura enogastronomica, le pagine che seguono offrono un originale assaggio, attraverso il racconto di quattro dei suoi indiscussi protagonisti: la pasta (gli spaghetti), il vino (il Barolo), il formaggio (il Parmigiano reggiano) e l’olio (l’Extravergine di oliva).

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AB si occupa esclusivamente di tecnologie destinate a confermare i vantaggi applicativi della cogenerazione. La crescita imprenditoria-le di AB e il posizionamento di mercato sono testimoniati dal numero di impianti prodotti e installati, oltre che dall’autorevolezza dei clien-ti, leader nei propri settori. AB persegue con determinazione il massimo grado d’innovazio-ne, accumulando conoscenze, esperienze e tec-nologie per rispondere con soluzioni evolute a un bisogno primario dell’uomo: l’energia. Con-tribuendo alla costruzione di un futuro miglio-re nella direzione di un sistema ecosostenibile.

AB si occupa esclusivamente di tecnologie de-stinate a confermare i vantaggi applicativi della cogenerazione. La crescita imprenditoriale di AB e il posizionamento di mercato sono testi-moniati dal numero di impianti prodotti e in-stallati, oltre che dall’autorevolezza dei clienti, leader nei propri settori. AB persegue con de-terminazione il massimo grado d’innovazione, accumulando conoscenze, esperienze e tecno-logie per rispondere con soluzioni evolute a un bisogno primario dell’uomo: l’energia. Contri-buendo alla costruzione di un futuro migliore nella direzione di un sistema ecosostenibile.

THE GLOBAL LEADERIN COGENERATION SYSTEMS

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ENERGIA PER LA VITA.IL TEMA DI EXPO 2015CHE SI AFFIANCAA NUTRIRE IL PIANETA.ENERGIA PER LA VITA. IL TEMA DI EXPO 2015CHE SI AFFIANCA A NUTRIRE IL PIANETA.

“Risparmiare energia è assolutamente necessario. Per la comunità internazionale, come per il nostro pianeta. Parallelamente in tutti i continenti cresce la domanda di energia. Anche e soprattutto per nutrire una popolazione mondiale che diventa sempre più numerosa. Come conciliare questa difficile contraddizione? Quali possono essere dei percorsi concretamente praticabili? E’ significativo che proprio queste due domande siano basilari nelle tematiche che guidano Expo Milano 2015. Così come è importante notare che l’argomento Nutrire il pianeta venga indissolubilmente abbinato proprio al tema Energia per la vita. Il gruppo industriale AB è attivamente impegnato su queste sfide occupandosi di impianti di cogenerazione, vale a dire tecnologie per la produzione contemporanea di energia elettrica ed energia termica. Soluzioni che permettono di ottenere performance energetiche elevate assicurando risparmi significativi sui consumi e minore emissioni di CO

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nell’ambiente. AB si rivolge alle aziende che guardano ai vantaggi concreti e subito praticabili messi adisposizione dalla cogenerazione. AB esse offre un rapporto basato sulla franchezza e sulla fiducia, un know-how e una capacità produttiva che non hanno eguali, che assicurano l’eccellenza degli impianti e la massima qualità nell’installazione e nell’assistenza. AB persegue con determinazione l’innovazione nel proprio settore, accumulando conoscenze, esperienze e tecnologie per rispondere con soluzioni evolute al bisogno di efficienza energetica, più pulita ed ecosostenibile. Questo è il nostro lavoro, questa è la nostra etica. Questo è il nostro contributo al dibattito che anima EXPO 2015”.

Angelo Baronchelli, Fondatore e Presidente di AB

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“Risparmiare energia è assolutamente necessario. Per la comunità internazionale, come per il nostro pianeta. Parallelamente in tutti i continenti cresce la domanda di energia. Anche e soprattutto per nutrire una popolazione mondiale che diventa sempre più numerosa. Come conciliare questa difficile contraddizione? Quali possono essere dei percorsi concretamente praticabili? E’ significativo che proprio queste due domande siano basilari nelle tematiche che guidano Expo Milano 2015. Così come è importante notare che l’argomento Nutrire il pianeta venga indissolubilmente abbinato proprio al tema Energia per la vita. Il gruppo industriale AB è attivamente impegnato su queste sfide occupandosi di impianti di cogenerazione, vale a dire tecnologie per la produzione contemporanea di energia elettrica ed energia termica. Soluzioni che permettono di ottenere performance energetiche elevate assicurando risparmi significativi sui consumi e minore emissioni di CO2 nell’ambiente. AB si rivolge alle aziende che guardano ai vantaggi concreti e subito praticabili messi adisposizione dalla cogenerazione. AB esse offre un rapporto basato sulla franchezza e sulla fiducia, un know-how e una capacità produttiva che non hanno eguali, che assicurano l’eccellenza degli impianti e la massima qualità nell’installazione e nell’assistenza. AB persegue con determinazione l’innovazione nel proprio settore, accumulando conoscenze, esperienze e tecnologie per rispondere con soluzioni evolute al bisogno di efficienza energetica, più pulita ed ecosostenibile. Questo è il nostro lavoro, questa è la nostra etica. Questo è il nostro contributo al dibattito che anima EXPO 2015”.

Angelo Baronchelli, Fondatore e Presidente di AB

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LA COGENERAZIONE: SOLUZIONE STRATEGICAPER AVERE PIÙ ENERGIA E MINOR IMPATTO AMBIENTALELA COGENERAZIONE: SOLUZIONE STRATEGICA PER AVERE PIÙ ENERGIA E MINOR IMPATTO AMBIENTALE

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La cogenerazione è la scelta ideale per la produzione contemporanea di energia elettrica ed energia termica in molteplici settori industriali, commerciali ed agricoli, in particolare per quelle realtà “energivore” che richiedono costantemente significative produzioni di calore e l’impiego di rilevanti quote di energia elettrica. La cogenerazione consiste, infatti, nella produzione simultanea di energia elettrica e termica partendo da un’unica fonte e all’interno di un unico sistema integrato. Permette di ottenere risultati di efficienza energetica importanti, misurabili e quantificabili, con il vantaggio di poter gestire la produzione dei due vettori energetici in modo continuativo, affidabile e sicuro. La cogenerazione è la scelta più indicata per ottenere in tempi ragionevoli i vantaggi nella riduzione della bolletta energetica, contenendo le emissioni di CO

2. Ecco perché essa rientra a pieno titolo nella politica energetica sostenibile. Non è casuale che tutte le principali e più autorevoli organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo socio-economico, prima fra tutte le Nazioni Unite, abbiamo indicato la cogenerazione come un riferimento da considerare con la massima attenzione.

La cogenerazione è la scelta ideale per la produzione contemporanea di energia elettrica ed energia termica in molteplici settori industriali, commerciali ed agricoli, in particolare per quelle realtà “energivore” che richiedono costantemente significative produzioni di calore e l’impiego di rilevanti quote di energia elettrica. La cogenerazione consiste, infatti, nella produzione simultanea di energia elettrica e termica partendo da un’unica fonte e all’interno di un unico sistema integrato. Permette di ottenere risultati di efficienza energetica importanti, misurabili e quantificabili, con il vantaggio di poter gestire la produzione dei due vettori energetici in modo continuativo, affidabile e sicuro. La cogenerazione è la scelta più indicata per ottenere in tempi ragionevoli i vantaggi nella riduzione della bolletta energetica, contenendo le emissioni di CO2. Ecco perché essa rientra a pieno titolo nella politica energetica sostenibile. Non è casuale che tutte le principali e più autorevoli organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo socio-economico, prima fra tutte le Nazioni Unite, abbiamo indicato la cogenerazione come un riferimento da considerare con la massima attenzione.

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AB: COGENERATION WORLDAB: COGENERATION WORLD

Dal 1981 AB si occupa esclusivamente di tecnologie destinate a confermare i vantaggi applicativi della cogenerazione. Una scelta fortemente caratterizzante. La costante crescita imprenditoriale di AB e il posizionamento di mercato sono testimoniati dal numero di impianti prodotti e installati, oltre che dall’autorevolezza dei clienti, leader nei propri settori. Grazie in particolare al crescente successo della propria soluzione in packaging modulare Ecomax® e ad un processo di internazionalizzazione sempre più accentuato, nel 2010 è stato inaugurato il polo industriale di Orzinuovi (Brescia), il più importante al mondo dedicato interamente alla cogenerazione. Nel polo trovano sede i reparti produttivi, le strutture di engineering (centro di eccellenza e ricerca internazionale) e direzionali. AB è oggi l’unico Gruppo in grado di gestire in proprio tutto il ciclo di realizzazione di un impianto di cogenerazione, alimentato a gas naturale o biogas: consulenza, progettazione, produzione, installazione e avviamento con un servizio a 360°.

Dal 1981 AB si occupa esclusivamente di tecnologie destinate a confermare i vantaggi applicativi della cogenerazione. Una scelta fortemente caratterizzante. La costante crescita imprenditoriale di AB e il posizionamento di mercato sono testimoniati dal numero di impianti prodotti e installati, oltre che dall’autorevolezza dei clienti, leader nei propri settori. Grazie in particolare al crescente successo della propria soluzione in packaging modulare Ecomax®della propria soluzione in packaging modulare Ecomax®della propria soluzione in packaging modulare Ecomax e ad un processo di internazionalizzazione sempre più accentuato, nel 2010 è stato inaugurato il polo industriale di Orzinuovi (Brescia), il più importante al mondo dedicato interamente alla cogenerazione. Nel polo trovano sede i reparti produttivi, le strutture di engineering (centro di eccellenza e ricerca internazionale) e direzionali. AB è oggi l’unico Gruppo in grado di gestire in proprio tutto il ciclo di realizzazione di un impianto di cogenerazione, alimentato a gas naturale o biogas: consulenza, progettazione, produzione, installazione e avviamento con un servizio a 360°.

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LA GAMMA ECOMAX®

LA GAMMA ECOMAX®

La gamma ECOMAX® comprende soluzioni strutturate in cinque linee di prodotto che rendono l’offerta AB la più completa e caratterizzante sul mercato della cogenerazione a livello globale. AB si propone come riferimento unico per quei progetti che hanno la cogenerazione come risposta vincente alla crescente domanda di aumentare l’efficienza energetica riducendo i consumi, sempre con un’attenzione concreta alla sostenibilità ambientale. Tutte le linee di prodotto che formano la gamma ECOMAX® confermano i principi base del prodotto ideato e sviluppato da AB, mirando le loro caratteristiche allo specifico settore applicativo. AB si caratterizza sul mercato anche per la capacità di seguire direttamente e assistere gli impianti di cogenerazione per la loro intera vita operativa. AB Service è l’azienda del Gruppo AB appositamente dedicata all’assistenza e manutenzione, con oltre 200 specialisti che operano in ogni parte del mondo. Più del 90% degli impianti AB installati ha un contratto “Full” con AB Service, che prevede assistenza h24 per 365 giorni all’anno, monitoraggio in remoto dell’impianto e disponibilità di pezzi di ricambio originali. Questo significa programmare con razionalità gli interventi, ridurre al minimo i fermi macchina ed avere la certezza di ottenere il migliore rendimento in termini di monte ore di funzionamento, strategico per determinare la certezza del payback sull’investimento.

La gamma ECOMAX®La gamma ECOMAX®La gamma ECOMAX comprende soluzioni strutturate in cinque linee di prodotto che rendono l’offerta AB la più completa e caratterizzante sul mercato della cogenerazione a livello globale. AB si propone come riferimento unico per quei progetti che hanno la cogenerazione come risposta vincente alla crescente domanda di aumentare l’efficienza energetica riducendo i consumi, sempre con un’attenzione concreta alla sostenibilità ambientale. Tutte le linee di prodotto che formano la gamma ECOMAX®prodotto che formano la gamma ECOMAX®prodotto che formano la gamma ECOMAX confermano i principi base del prodotto ideato e sviluppato da AB, mirando le loro caratteristiche allo specifico settore applicativo. AB si caratterizza sul mercato anche per la capacità di seguire direttamente e assistere gli impianti di cogenerazione per la loro intera vita operativa. AB Service è l’azienda del Gruppo AB appositamente dedicata all’assistenza e manutenzione, con oltre 200 specialisti che operano in ogni parte del mondo. Più del 90% degli impianti AB installati ha un contratto “Full” con AB Service, che prevede assistenza h24 per 365 giorni all’anno, monitoraggio in remoto dell’impianto e disponibilità di pezzi di ricambio originali. Questo significa programmare con razionalità gli interventi, ridurre al minimo i fermi macchina ed avere la certezza di ottenere il migliore rendimento in termini di monte ore di funzionamento, strategico per determinare la certezza del payback sull’investimento.

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I CAMPI APPLICATIVII CAMPI APPLICATIVI

La cogenerazione rappresenta un vero e proprio volano per la crescita, un’opportunità per diversi settori industriali e commerciali nello scenario competitivo della globalizzazione. Con la linea ECOMAX® Natural gas, AB mette a disposizione del comparto industriale e commerciale impianti di cogenerazione alimentati a gas metano capaci di unire compattezza e versatilità strutturali ad elevate performance energetiche. Con la consulenza degli specialisti AB è possibile individuare la taglia e le caratteristiche più idonee dell’impianto in ragione delle esigenze energetiche e delle tecnologie già presenti in azienda.

La cogenerazione rappresenta un vero e proprio volano per la crescita, un’opportunità per diversi settori industriali e commerciali nello scenario competitivo della globalizzazione. Con la linea ECOMAX®

Natural gas, AB mette a disposizione del comparto industriale e commerciale impianti di cogenerazione alimentati a gas metano capaci di unire compattezza e versatilità strutturali ad elevate performance energetiche. Con la consulenza degli specialisti AB è possibile individuare la taglia e le caratteristiche più idonee dell’impianto in ragione delle esigenze energetiche e delle tecnologie già presenti in azienda.

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Gli impianti di cogenerazione raggiungono un’efficienza notevole nelle applicazioni greenhouse e costituiscono inoltre una sorgente di energia elettrica molto flessibile. Gli impianti di cogenerazione ECOMAX®

Greenhouse assicurano la produzione simultanea di energia elettrica, energia termica e CO

2. L’elettricità può essere può essere impiegata per l’illuminazione oppure immessa nella rete. Il calore può essere impiegato per la produzione di acqua calda, ad alta o bassa temperatura, utilizzata per il riscaldamento e la climatizzazione della serra. La CO

2 costituisce un ottimo fertilizzante. Per questo la gamma ECOMAX® Greenhouse si propone come una soluzione globale per l’efficienza delle serre.

Gli impianti di cogenerazione raggiungono un’efficienza notevole nelle applicazioni greenhouse e costituiscono inoltre una sorgente di energia elettrica molto flessibile. Gli impianti di cogenerazione ECOMAX® Greenhouse assicurano la produzione simultanea di energia elettrica, energia termica e CO2. L’elettricità può essere può essere impiegata per l’illuminazione oppure immessa nella rete. Il calore può essere impiegato per la produzione di acqua calda, ad alta o bassa temperatura, utilizzata per il riscaldamento e la climatizzazione della serra. La CO2 costituisce 2 costituisce 2

un ottimo fertilizzante. Per questo la gamma ECOMAX®un ottimo fertilizzante. Per questo la gamma ECOMAX®un ottimo fertilizzante. Per questo la gamma ECOMAX Greenhouse si propone come una soluzione globale per l’efficienza delle serre.

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Con un potere calorifico mediamente tra 3,5 e 5,0 kWh/Nm3 il gas da discarica costituisce un buon combustibile per i motori endotermici e può essere quindi impiegato efficacemente per alimentare gli impianti di cogenerazione. Nella vita media di una discarica un milione di tonnellate di rifiuti può produrre da 1,7 a 2,5 milioni di m3 di metano.Con la linea ECOMAX® Landfil gas AB propone le soluzioni tecnologiche ottimali per trasformare lo stoccaggio controllato dei rifiuti in una vantaggiosa opportunità per creare energia.

Con un potere calorifico mediamente tra 3,5 e 5,0 kWh/Nm3 il gas da discarica costituisce un buon combustibile per i motori endotermici e può essere quindi impiegato efficacemente per alimentare gli impianti di cogenerazione. Nella vita media di una discarica un milione di tonnellate di rifiuti può produrre da 1,7 a 2,5 milioni di m3 di metano.Con la linea ECOMAX® Landfil gas AB propone le soluzioni tecnologiche ottimali per trasformare lo stoccaggio controllato dei rifiuti in una vantaggiosa opportunità per creare energia.

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La cogenerazione da biogas costituisce un’opportunità di reddito molto interessante sia per imprese agricole e zootecniche, sia per società pubbliche e private che puntano alla produzione e valorizzazione del biogas in un’ottica di elevato rendimento energetico ed ecosostenibilità. Attraverso la cogenerazione da biogas si producono energia elettrica e termica utilizzando scarti agricoli-zootecnici o industriali, oppure frazioni organiche di rifiuti urbani, o ancora acque reflue. AB si propone con l’expertise degli oltre 600 impianti realizzati mediante tecnologie e soluzioni che rappresentano il cuore dell’intero sistema: la trasformazione del biogas in energia, assicurando le più elevate prestazioni in un contesto di assoluta affidabilità. La linea Ecomax® Biogas è il riferimento per ogni impresa che vuole cogliere questa vantaggiosa opportunità, grazie ad una gamma modulare che spazia da impianti di piccola taglia a quelli da 1500 kW.

La cogenerazione da biogas costituisce un’opportunità di reddito molto interessante sia per imprese agricole e zootecniche, sia per società pubbliche e private che puntano alla produzione e valorizzazione del biogas in un’ottica di elevato rendimento energetico ed ecosostenibilità. Attraverso la cogenerazione da biogas si producono energia elettrica e termica utilizzando scarti agricoli-zootecnici o industriali, oppure frazioni organiche di rifiuti urbani, o ancora acque reflue. AB si propone con l’expertise degli oltre 600 impianti realizzati mediante tecnologie e soluzioni che rappresentano il cuore dell’intero sistema: la trasformazione del biogas in energia, assicurando le più elevate prestazioni in un contesto di assoluta affidabilità. La linea Ecomax®in un contesto di assoluta affidabilità. La linea Ecomax®in un contesto di assoluta affidabilità. La linea Ecomax Biogas è il riferimento per ogni impresa che vuole cogliere questa vantaggiosa opportunità, grazie ad una gamma modulare che spazia da impianti di piccola taglia a quelli da 1500 kW.

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La Linea Ecomax® Special Gas è il riferimento ideale per impianti che impiegano il gas recuperato durante l’estrazione del petrolio e nei processi di lavorazione del carbone. I pozzi petroliferi sono caratterizzati dalla naturale presenza di gas, in particolare metano, che risulta allo stato liquido quando è mescolato al petrolio, diventando poi gassoso mentre si avvicina alla superficie. L’APG rappresenta un problema durante le estrazioni petrolifere e anche per l’ambiente, perché fuoriuscendo in pressione, può saturare l’area estrattiva. Per eliminarlo spesso viene bruciato in torcia, ma può anche diventare una grande opportunità se controllato e gestito, in particolare sfruttandolo per l’alimentazione di impianti cogenerativi. L’energia elettrica prodotta attraverso la cogenerazione può essere utilizzata per le esigenze dei siti di estrazione, in particolare per le stazioni di pompaggio, mentre l’eventuale eccedenza di elettricità può essere ceduta alla rete. Anche durante l’attività estrattiva nelle miniere carbonifere si sviluppa gas metano che, per ragioni di sicurezza e per l’opportunità economica venuta a crearsi, può essere vantaggiosamente utilizzato tramite la cogenerazione.

La Linea Ecomax® Special Gas è il riferimento ideale per impianti che impiegano il gas recuperato durante l’estrazione del petrolio e nei processi di lavorazione del carbone. I pozzi petroliferi sono caratterizzati dalla naturale presenza di gas, in particolare metano, che risulta allo stato liquido quando è mescolato al petrolio, diventando poi gassoso mentre si avvicina alla superficie. L’APG rappresenta un problema durante le estrazioni petrolifere e anche per l’ambiente, perché fuoriuscendo in pressione, può saturare l’area estrattiva. Per eliminarlo spesso viene bruciato in torcia, ma può anche diventare una grande opportunità se controllato e gestito, in particolare sfruttandolo per l’alimentazione di impianti cogenerativi. L’energia elettrica prodotta attraverso la cogenerazione può essere utilizzata per le esigenze dei siti di estrazione, in particolare per le stazioni di pompaggio, mentre l’eventuale eccedenza di elettricità può essere ceduta alla rete. Anche durante l’attività estrattiva nelle miniere carbonifere si sviluppa gas metano che, per ragioni di sicurezza e per l’opportunità economica venuta a crearsi, può essere vantaggiosamente utilizzato tramite la cogenerazione.

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UN ULTERIORE IMPEGNO DI AB: FARE CULTURA DI SETTOREUN ULTERIORE IMPEGNO DI AB:FARE CULTURA DI SETTORE

BIOGAS CHANNEL è un canale web di soli video totalmente dedicato al mondo del biogas. Uno strumento pratico e di visione globale, che raccoglie contenuti internazionali e sempre aggiornati su best practice, know-how, ricerca, mercato, tecnologia e policy. Interattivo e intuito, si pone come una vera e propria guida per tutti gli attori della filiera biogas, dalle aziende agrozootecniche alle industrie che si occupano di smaltimento di rifiuti e acque reflue, dalle imprese che vogliono valorizzare gli scarti industriali ai player finanziari, dal mondo della ricerca e dell’associazionismo fino agli operatori della digestione anaerobica e del biometano.

BIOGAS CHANNEL è un canale web di soli video totalmente dedicato al mondo del biogas. Uno strumento pratico e di visione globale, che raccoglie contenuti internazionali e sempre aggiornati su best practice, know-how, ricerca, mercato, tecnologia e policy. Interattivo e intuito, si pone come una vera e propria guida per tutti gli attori della filiera biogas, dalle aziende agrozootecniche alle industrie che si occupano di smaltimento di rifiuti e acque reflue, dalle imprese che vogliono valorizzare gli scarti industriali ai player finanziari, dal mondo della ricerca e dell’associazionismo fino agli operatori della digestione anaerobica e del biometano.

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COGENERATION CHANNEL è il canale video web che promuove l’informazione e il dialogo tecnico-scientifico riguardante la cogenerazione e l’efficienza energetica su scala internazionale. Piattaforma interattiva, propone esclusivamente video con contenuti sempre aggiornati sulle applicazioni della cogenerazione nell’ambito delle varie industries, delle istituzioni pubbliche, delle multiutility. Un modo pratico e intuitivo per approfondire le opportunità e meglio comprendere la vastità del tema, affrontando l’argomento sotto il profilo tecnologico, economico, accademico e istituzionale. Tutto il knowhow, l’expertise e l’innovazione a livello mondiale racchiusi in un canali

COGENERATION CHANNEL è il canale video web che promuove l’informazione e il dialogo tecnico-scientifico riguardante la cogenerazione e l’efficienza energetica su scala internazionale. Piattaforma interattiva, propone esclusivamente video con contenuti sempre aggiornati sulle applicazioni della cogenerazione nell’ambito delle varie industries, delle istituzioni pubbliche, delle multiutility. Un modo pratico e intuitivo per approfondire le opportunità e meglio comprendere la vastità del tema, affrontando l’argomento sotto il profilo tecnologico, economico, accademico e istituzionale. Tutto il knowhow, l’expertise e l’innovazione a livello mondiale racchiusi in un canali multimediali, disponibili sempre ed ovunque.

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PAST

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La cucina è certamente una componente es-senziale dell’identità italiana, dove fantasia e qualità si fondono in una sintesi unica al mon-do. Non è affatto casuale che la cucina italiana esprima una delle sue massime eccellenze nel-la pasta. Per le sue peculiari caratteristiche, la pasta esalta infatti una componente essenziale della cultura gastronomica italiana: l’importan-za delle cucine regionali e di territorio. Si tratta di una cucina ricchissima, nutriente e salutare, tramandata da secoli attraverso la vita familia-re, d’impronta soprattutto contadina e, in quan-to tale, vicina alla terra e ai suoi prodotti. La pasta si presta ad essere condita con gli ingre-dienti che riportano alla radice delle tradizioni locali: tanti tipi di verdure, di carni, di pesci e formaggi. La pasta è il gonfalone della territo-rialità. La pasta è l’Italia.

La cucina è certamente una componente es-senziale dell’identità italiana, dove fantasia e qualità si fondono in una sintesi unica al mon-do. Non è affatto casuale che la cucina italiana esprima una delle sue massime eccellenze nel-la pasta. Per le sue peculiari caratteristiche, la pasta esalta infatti una componente essenziale della cultura gastronomica italiana: l’importan-za delle cucine regionali e di territorio. Si tratta di una cucina ricchissima, nutriente e salutare, tramandata da secoli attraverso la vita familia-re, d’impronta soprattutto contadina e, in quan-to tale, vicina alla terra e ai suoi prodotti. La pasta si presta ad essere condita con gli ingre-dienti che riportano alla radice delle tradizioni locali: tanti tipi di verdure, di carni, di pesci e formaggi. La pasta è il gonfalone della territo-rialità. La pasta è l’Italia.

La pasta è L’itaLiaLa pasta è L’itaLia

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La pasta è un alimento ottenuto dalla macinazione del grano ed ha una storia molto antica. È difficile stabilire chi l’abbia inventata: già conosciuta dai Greci, fu dimenticata con la caduta dell’Impero Romano e riscoperta grazie agli Arabi e ai Cinesi. Può essere sia secca sia fresca, a seconda del contenuto d’acqua lasciato nell’impasto. Una storia molto suggestiva vuole che la pasta sia stata riportata in Europa da Marco Polo (comunque un italiano!) nel 1295, dopo il suo viaggio nell’impero del Gran Khan. I cinesi facevano certamente uso della pasta nella loro cucina, ma è storicamente provato che le origini sono molto più antiche e affondano le loro radici nella tradizione del Mare Mediterraneo. Tracce dell’uso della pasta si hanno anche tra gli Etruschi. Le testimonianze si moltiplicano con i Romani. In particolare si parla delle lagane, strisce di pasta più o meno larghe che spesso contenevano farciture a base di verdure. Si tratta naturalmente delle lasagne, che ancora oggi sono apprezzate in tutto il mondo.

Come e dove nasCe La grande tradizione itaLiana deLLa pasta

Le origini più antiChe, fra verità e Leggende

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Le origini più antiChe, fra verità e LeggendeLa pasta è un alimento ottenuto dalla macinazione del grano ed ha una storia molto antica. È difficile stabilire chi l’abbia inventata: già conosciuta dai Greci, fu dimenticata con la caduta dell’Impero Romano e riscoperta grazie agli Arabi e ai Cinesi. Può essere sia secca sia fresca, a seconda del contenuto d’acqua lasciato nell’impasto. Una storia molto suggestiva vuole che la pasta sia stata riportata in Europa da Marco Polo (comunque un italiano!) nel 1295, dopo il suo viaggio nell’impero del Gran Khan. I cinesi facevano certamente uso della pasta nella loro cucina, ma è storicamente provato che le origini sono molto più antiche e affondano le loro radici nella tradizione del Mare Mediterraneo. Tracce dell’uso della pasta si hanno anche tra gli Etruschi. Le testimonianze si moltiplicano con i Romani. In particolare si parla delle lagane, strisce di pasta più o meno larghe che spesso contenevano farciture a base di verdure. Si tratta naturalmente delle lasagne, che ancora oggi sono apprezzate in tutto il mondo.

Come e dove nasCe La grande tradizione itaLiana deLLa pasta

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Page 26: Food book for Expo

daLLa risCoperta in epoCa medioevaLe aLLa nasCita deLLa tradizione napoLetanaDopo la caduta dell’impero romano la tradizione della pasta si attenuò per alcuni secoli. Intorno all’anno Mille la pasta fece nuovamente la sua comparsa in Medio Oriente, nella nuova veste di pasta secca, esposta cioè al calore al termine della preparazione, in modo da ridurre il contenuto d’acqua e permetterne una più lunga conservazione. Furono gli Arabi a diffondere l’uso della pasta nel Mediterraneo. Con particola-re rifermento alla Sicilia. Le sue pianure producevano grandi quantità di grano e di cereali, materia prima per ottenere fari-na. Esistono testimonianze che narrano di navi cariche di pasta secca dirette dalla Sicilia occidentale verso l’Italia, la Sardegna, l’alto Tirreno e la Provenza. Agli inizi del XIV Secolo la pasta era ormai diffusa in tutta Italia. Fino dal Cinquecento nell’area meridionale comincio ad imporsi la Campania, favorita anche delle condizioni climatiche del territorio, con aria secca e venti-lata, ideale per la produzione in grande quantità di pasta secca.

daLLa risCoperta in epoCa medioevaLe aLLa nasCita deLLa tradizione napoLetana

Dopo la caduta dell’impero romano la tradizione della pasta si attenuò per alcuni secoli. Intorno all’anno Mille la pasta fece nuovamente la sua comparsa in Medio Oriente, nella nuova veste di pasta secca, esposta cioè al calore al termine della preparazione, in modo da ridurre il contenuto d’acqua e permetterne una più lunga conservazione. Furono gli Arabi a diffondere l’uso della pasta nel Mediterraneo. Con particolare rifermento alla Sicilia. Le sue pianure producevano grandi quantità di grano e di cereali, materia prima per ottenere farina. Esistono testimonianze che narrano di navi cariche di pasta secca dirette dalla Sicilia occidentale verso l’Italia, la Sardegna, l’alto Tirreno e la Provenza. Agli inizi del XIV Secolo la pasta era ormai diffusa in tutta Italia. Fino dal Cinquecento nell’area meridionale comincio ad imporsi la Campania, favorita anche delle condizioni climatiche del territorio, con aria secca e ventilata, ideale per la produzione in grande quantità di pasta secca.

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L’arrivo deL pomodoro e iL CresCente

suCCesso mondiaLePer secoli la pasta fu prevalentemente abbinata a verdure e soprattutto a formaggi: nelle case dei ceti sociali più elevati faceva da contenito-re a farciture di carne, come gli attuali ravioli. Nella prima metà del Seicento avvenne una vera e propria rivoluzione: nell’area napoletana, sotto il dominio spagnolo, furono introdotti i pomodori da pochi decen-ni portati in Europa dal Nuovo Mondo. Per lungo tempo, la pasta, nelle sue nuove forme, era mangiata con le mani e venduta agli angoli di strada da venditori ambulanti. Da inizio Ottocento la pasta ha registrato miglioramenti nella produzione, prima con macchine idrauliche, poi a vapore, quindi elettriche. Gli Italiani sono da sempre i maggiori consu-matori di pasta. Non a caso, fin dal Settecento, il nomignolo di ‘mangia-tori di pasta’ era affibbiato ai popolani, e in epoche più recenti l’epiteto dispregiativo di macaroni (da maccheroni, nome generico di ogni tipo di pasta) ha identificato migliaia di emigranti italiani nel mondo. Il consumo di pasta, insieme a quello di verdura e frutta, è alla base della dieta mediterranea, introdotta con successo negli anni Settanta del XX secolo, divenuta un modello mondiale di corretta alimentazione.

L’arrivo deL pomodoro e iL CresCente suCCesso mondiaLe

Per secoli la pasta fu prevalentemente abbinata a verdure e soprattutto a formaggi: nelle case dei ceti sociali più elevati faceva da contenito-re a farciture di carne, come gli attuali ravioli. Nella prima metà del Seicento avvenne una vera e propria rivoluzione: nell’area napoletana, sotto il dominio spagnolo, furono introdotti i pomodori da pochi decen-ni portati in Europa dal Nuovo Mondo. Per lungo tempo, la pasta, nelle sue nuove forme, era mangiata con le mani e venduta agli angoli di strada da venditori ambulanti. Da inizio Ottocento la pasta ha registrato miglioramenti nella produzione, prima con macchine idrauliche, poi a vapore, quindi elettriche. Gli Italiani sono da sempre i maggiori consu-matori di pasta. Non a caso, fin dal Settecento, il nomignolo di ‘mangia-tori di pasta’ era affibbiato ai popolani, e in epoche più recenti l’epiteto dispregiativo di macaroni (da maccheroni, nome generico di ogni tipo di pasta) ha identificato migliaia di emigranti italiani nel mondo. Il consumo di pasta, insieme a quello di verdura e frutta, è alla base della dieta mediterranea, introdotta con successo negli anni Settanta del XX secolo, divenuta un modello mondiale di corretta alimentazione.

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spaghetti, paCCheri e zite: da puLCineLLa aLLe tavoLe di tutto iL mondoForse nessun altro tipo di pasta come gli spaghetti formano però la connessione diretta fra gastronomia e identità nazionale italiana nel suo complesso. Nello stesso tempo gli spaghetti sono espressione della Campania e di Napoli in particolare. La maschera di Pulcinella mangia gli spaghetti. Ma anche il grande attore tragicomico De Curtis, in arte Totò, ha spesso in mente un bel piatto di spaghetti. Lo sviluppo dell’industria della pasta in Campania ha reso famosi diversi tipi e formati di pasta, che hanno anch’essi una loro storia, spesso curiosa. Ad esempio le zite prendono il nome dalle ragazze zitelle che un tempo la domenica stavano a casa da sole a preparare la pasta per la loro famiglia o per venderla ala mercato. Invece i paccheri prendono il nome da un termine greco che significa schiaffo. La maggiore ampiezza rispetto agli altri formati ricorda infatti uno schiaffo. Esiste una vasta documenta-zione fotografica e letteraria che illustra come nei vicoli di Napoli e di altre città dell’Italia meridionale, ancora sino alla fine del XIX secolo, gli spaghetti venissero mangiati con le mani, nonostante la forchetta si fosse già ampiamente diffusa da se-coli. Fu per volontà di Ferdinando II di Borbone e grazie all’ingegno del ciambellano di corte, Gennaro Spadaccini che si venne introdotto il quarto rebbio alla forchetta, favorendone l’uso per consumare gli spaghetti.

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spaghetti, paCCheri e zite: da puLCineLLa aLLe tavoLe di tutto iL mondo

Forse nessun altro tipo di pasta come gli spaghetti formano però la connessione diretta fra gastronomia e identità nazionale italiana nel suo complesso. Nello stesso tempo gli spaghetti sono espressione della Campania e di Napoli in particolare. La maschera di Pulcinella mangia gli spaghetti. Ma anche il grande attore tragicomico De Curtis, in arte Totò, ha spesso in mente un bel piatto di spaghetti. Lo sviluppo dell’industria della pasta in Campania ha reso famosi diversi tipi e formati di pasta, che hanno anch’essi una loro storia, spesso curiosa. Ad esempio le zite prendono il nome dalle ragazze zitelle che un tempo la domenica stavano a casa da sole a preparare la pasta per la loro famiglia o per venderla ala mercato. Invece i paccheri prendono il nome da un termine greco che significa schiaffo. La maggiore ampiezza rispetto agli altri formati ricorda infatti uno schiaffo. Esiste una vasta documentazione fotografica e letteraria che illustra come nei vicoli di Napoli e di altre città dell’Italia meridionale, ancora sino alla fine del XIX secolo, gli spaghetti venissero mangiati con le mani, nonostante la forchetta si fosse già ampiamente diffusa da secoli. Fu per volontà di Ferdinando II di Borbone e grazie all’ingegno del ciambellano di corte, Gennaro Spadaccini che si venne introdotto il quarto rebbio alla forchetta, favorendone l’uso per consumare gli spaghetti.

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Come si CuCinano gLi spaghetti: Le regoLe d’oro

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Prima di tutto la cosa più importante di tutte: come tutti gli altri tipi di pasta, anche gli spaghetti devono essere cotti in abbon-dante acqua. Come si dice a Napoli: “…devono sguazzare”. Ci vuole almeno 1 litro di acqua per ogni 150g. di pasta. L’acqua deve essere salata solo quando raggiunge l’ebollizione e sempre prima di gettare la pasta. L’ebollizione deve essere molto vivace. Che sale e quanto sale? Un mezzo cucchiaio di sale grosso per circa 3 litri di acqua. Altro dilemma: spezzare o no gli spaghetti? La tradizione dice di no. Lo spaghetto è preferibile che rimanga intero. Inoltre la pasta lunga viene buttata sempre tutta insieme (mentre la pasta corta invece versata nell’acqua un poco alla volta). Mescolare con una forchetta di legno in modo che tutta la pasta venga rigirata nell’acqua e non si incolli nella fase iniziale. Appoggiare il coperchio e coprire la pentola per 2/3; il vapore può fuoriuscire favorendo una cottura uniforme. Tempo di cottura: meglio guardare l’indicazione sulla confezione della pasta, visto che gli spaghetti non sono tutti uguali per tipologia e grandezze. Se invece non si dispone di indicazioni o si vuole procede-re come fanno gli esperti il consiglio è uno: assaggiare frequentemente la pasta durante la cottura, con la raccomandazione che non esiste per un italiano nulla di peggio che… spaghetti troppo cotti! Quando si è deciso che gli spaghetti sono pronti, vanno scolati rapidamente. Per condire gli spaghetti è preferibile versarli dallo scolapasta in una contenitore ampio, una grande ciotola di ceramica o di vetro (gli esperti storcono il naso se si condisce nella pentola di cottura). Il sugo va versato “in coppa”, cioè so-pra la pasta e quindi l’intero contenuto mescolato bene fino ad amalgamare il sugo alla pasta. Eventuali aggiunte di formaggio grattuggiato (al momento!), pepe o altri ingredienti è bene siano effettuate nei piati individuali di portata.

Come si CuCinano gLi spaghetti: Le regoLe d’oro

Prima di tutto la cosa più importante di tutte: come tutti gli altri tipi di pasta, anche gli spaghetti devono essere cotti in abbondante acqua. Come si dice a Napoli: “…devono sguazzare”. Ci vuole almeno 1 litro di acqua per ogni 150g. di pasta. L’acqua deve essere salata solo quando raggiunge l’ebollizio-ne e sempre prima di gettare la pasta. L’ebollizione deve essere molto vivace. Che sale e quanto sale? Un mezzo cucchiaio di sale grosso per circa 3 litri di acqua. Altro dilemma: spezzare o no gli spaghetti? La tradizione dice di no. Lo spaghetto è preferibile che rimanga intero. Inoltre la pasta lunga viene buttata sempre tutta insieme (mentre la pasta corta invece versata nell’ac-qua un poco alla volta). Mescolare con una forchetta di legno in modo che tutta la pasta venga rigirata nell’acqua e non si incolli nella fase iniziale. Appoggiare il coperchio e coprire la pentola per 2/3; il vapore può fuoriu-scire favorendo una cottura uniforme. Tempo di cottura: meglio guardare l’indicazione sulla confezione della pasta, visto che gli spaghetti non sono tutti uguali per tipologia e grandezze. Se invece non si dispone di indicazioni o si vuole procedere come fanno gli esperti il consiglio è uno: assaggiare fre-quentemente la pasta durante la cottura, con la raccomandazione che non esiste per un italiano nulla di peggio che… spaghetti troppo cotti! Quando si è deciso che gli spaghetti sono pronti, vanno scolati rapidamente. Per condire gli spaghetti è preferibile versarli dallo scolapasta in una contenitore ampio, una grande ciotola di ceramica o di vetro (gli esperti storcono il naso se si condisce nella pentola di cottura). Il sugo va versato “in coppa”, cioè sopra la pasta e quindi l’intero contenuto mescolato bene fino ad amalgamare il sugo alla pasta. Eventuali aggiunte di formaggio grattuggiato (al momento!), pepe o altri ingredienti è bene siano effettuate nei piati individuali di portata.

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Gli spaghetti aglio, olio e peperoncino sono un piatto semplicissi-mo, ma incredibilmente gustoso. Identificano tre ingredienti asso-luti della cucina Mediterranea. Esistono due principali varianti di preparazione: a cotto e a crudo. Nella prima versione l’aglio viene soffritto nell’olio con l’aggiunta di peperoncino. Nella versione a crudo occorre tritare molto finemente l’aglio, e poi schiacciarlo col dorso di un coltello per ridurlo in pasta. Quindi si mette in infusione insieme all’olio e al peperoncino, cosicché l’olio possa assorbire il gusto dell’aglio durante i 10 minuti di cottura della pasta. L’utilizzo del formaggio (in entrambe le versioni) è a discrezione. Il Parmigia-no-Reggiano è il tipico formaggio utilizzato per l’aglio e olio, anche se gli esperti e gli intenditori non utilizzano alcun formaggio.

Gli spaghetti aglio, olio e peperoncino sono un piatto semplicissi-mo, ma incredibilmente gustoso. Identificano tre ingredienti asso-luti della cucina Mediterranea. Esistono due principali varianti di preparazione: a cotto e a crudo. Nella prima versione l’aglio viene soffritto nell’olio con l’aggiunta di peperoncino. Nella versione a crudo occorre tritare molto finemente l’aglio, e poi schiacciarlo col dorso di un coltello per ridurlo in pasta. Quindi si mette in infusione insieme all’olio e al peperoncino, cosicché l’olio possa assorbire il gusto dell’aglio durante i 10 minuti di cottura della pasta. L’utilizzo del formaggio (in entrambe le versioni) è a discrezione. Il Parmigia-no-Reggiano è il tipico formaggio utilizzato per l’aglio e olio, anche se gli esperti e gli intenditori non utilizzano alcun formaggio.

aLCune famose riCette Con La pasta: Curiosità e regoLe di preparazione

spaghetti agLio, oLio e peperonCino

Ingredienti per 4 persone:• 400 g di spaghetti;• 80 g di olio extravergine di oliva;• 4-6 spicchi di aglio;• sale, pepe.Preparazione della pasta aglio e olio: cuocere la pasta in abbondante acqua salata, nel frattempo preparare il sugo a cotto o a crudo come spiegato in precedenza.

Ingredienti per 4 persone:• 400 g di spaghetti;• 80 g di olio extravergine di oliva;• 4-6 spicchi di aglio;• sale, pepe.Preparazione della pasta aglio e olio: cuocere la pasta in abbondante acqua salata, nel frattempo preparare il sugo a cotto o a crudo come spiegato in precedenza.

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Ingredienti per 8 persone:• 1 kg di ragù classico bolognese;• 400 g di Parmigiano Reggiano grattugiato al momento;• salsa besciamella fatta con 100 g di farina 00, 100 g di burro, 1 litro di latte fresco intero, sale fino e noce moscata q.b.;• burro, un panetto di circa 200 g;• 1 kg di sfoglia verde fatta con 700 g di farina 00, 3 uova fresche, 350 g di spinaci lessati, strizzati bene e tritati;• una teglia rettangolare di circa 25x35 cm, alta almeno 6 cm;

Preparazione: mettere sul fuoco una pentola piena per tre quarti di acqua salata che bolla allegramente. Tagliare la sfo-glia in rettangoli di circa 15x10 o, per chi è abile, poco più pic-coli della teglia prescelta, buttarli nell’acqua bollente e toglier-li non appena venuti a galla. Dopo un veloce passaggio in acqua fredda farli asciugare su un telo pulito, bianco, di cotone o di lino. Ungere di burro il fondo della teglia e cospargervi qualche cucchiaiata di ragù e besciamella. Coprirlo con i rettangoli di sfoglia necessari e stendervi sopra un sottile velo di besciamel-la, ragù in abbondanza, fiocchetti di burro e molto parmigiano: il tutto in uno strato più regolare possibile, facendo attenzione che non si formino bolle di aria (per ottenere questo, forare tre o quattro volte la pasta con uno stuzzicadenti). Continuare così per almeno 6 strati complessivi e terminare con una copertura di sfoglia sulla quale stendere un po’ di ragù amalgamato con un po’ di besciamella, qualche fiocchetto di burro e una spol-verata di parmigiano. Mettere alla fine un fiocchetto di burro in ogni angolo della teglia. Infornare poi per 25-30 minuti a circa 180 gradi in forno preriscaldato.

I greci e i romani chiamavano lasagne delle strisce di pasta taglia-te a riquadri condite o farcite con legumi e formaggio. Le lasagne rimasero per secoli simili a quelle dei greci e dei romani, fino al XIV. La fama delle lasagne alla bolognese passa dal patrimonio famigliare alla ristorazione professionale agli inizi del XX secolo. Ogni famiglia o ristoratore ha la propria ricetta delle lasagne, che possono essere o meno verdi (con gli spinaci nella pasta) e condite rigorosamente con il ragù, anch’esso in molte varianti.

Le Lasagne aLLa boLognese

Ingredienti per 8 persone:• 1 kg di ragù classico bolognese;• 400 g di Parmigiano Reggiano grattugiato al momento;• salsa besciamella fatta con 100 g di farina 00, 100 g di burro, 1 litro di latte fresco intero, sale fino e noce moscata q.b.;• burro, un panetto di circa 200 g;• 1 kg di sfoglia verde fatta con 700 g di farina 00, 3 uova fresche, 350 g di spinaci lessati, strizzati bene e tritati;• una teglia rettangolare di circa 25x35 cm, alta almeno 6 cm;

Preparazione: mettere sul fuoco una pentola piena per tre quarti di acqua salata che bolla allegramente. Tagliare la sfo-glia in rettangoli di circa 15x10 o, per chi è abile, poco più pic-coli della teglia prescelta, buttarli nell’acqua bollente e toglier-li non appena venuti a galla. Dopo un veloce passaggio in acqua fredda farli asciugare su un telo pulito, bianco, di cotone o di lino. Ungere di burro il fondo della teglia e cospargervi qualche cucchiaiata di ragù e besciamella. Coprirlo con i rettangoli di sfoglia necessari e stendervi sopra un sottile velo di besciamel-la, ragù in abbondanza, fiocchetti di burro e molto parmigiano: il tutto in uno strato più regolare possibile, facendo attenzione che non si formino bolle di aria (per ottenere questo, forare tre o quattro volte la pasta con uno stuzzicadenti). Continuare così per almeno 6 strati complessivi e terminare con una copertura di sfoglia sulla quale stendere un po’ di ragù amalgamato con un po’ di besciamella, qualche fiocchetto di burro e una spol-verata di parmigiano. Mettere alla fine un fiocchetto di burro in ogni angolo della teglia. Infornare poi per 25-30 minuti a circa 180 gradi in forno preriscaldato.

I greci e i romani chiamavano lasagne delle strisce di pasta taglia-te a riquadri condite o farcite con legumi e formaggio. Le lasagne rimasero per secoli simili a quelle dei greci e dei romani, fino al XIV. La fama delle lasagne alla bolognese passa dal patrimonio famigliare alla ristorazione professionale agli inizi del XX secolo. Ogni famiglia o ristoratore ha la propria ricetta delle lasagne, che possono essere o meno verdi (con gli spinaci nella pasta) e condite rigorosamente con il ragù, anch’esso in molte varianti.

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Page 34: Food book for Expo

Le vongole più pregiate sono quelle veraci, che vengono pescate a mano sui fondali sabbiosi; andrebbero spurgate per un’oretta in acqua salata per eliminare tutta la sabbia. Dopo la cottura è bene sgusciare le vongole, non tutte, ma almeno 3/4 di esse, mentre 1/4 andranno utilizzate intere come decorazione. Questo renderà il piatto molto più gustoso e facilmente mangiabile, rispetto a dover sgusciare una ad una tutte le vongole mentre la pasta si fredda. Altro segreto: il vino bianco col quale si sfumano le vongole, è fondamentale per conferire la giusta acidità al piatto, aumentandone l’appetibilità

Le vongole più pregiate sono quelle veraci, che vengono pescate a mano sui fondali sabbiosi; andrebbero spurgate per un’oretta in acqua salata per eliminare tutta la sabbia. Dopo la cottura è bene sgusciare le vongole, non tutte, ma almeno 3/4 di esse, mentre 1/4 andranno utilizzate intere come decorazione. Questo renderà il piatto molto più gustoso e facilmente mangiabile, rispetto a dover sgusciare una ad una tutte le vongole mentre la pasta si fredda. Altro segreto: il vino bianco col quale si sfumano le vongole, è fondamentale per conferire la giusta acidità al piatto, aumentandone l’appetibilità

spaghetti Con Le vongoLe

Ingredienti per 4 persone:• 320 g di spaghetti;• 1 kg di vongole o lupini;• 80 g di olio extravergine di oliva;• 150 g di vino bianco secco;• 4 spicchi di aglio;• sale;• pepe o peperoncino (facoltativi).

Preparazione: tritare l’aglio e il peperoncino. Scaldare bene una padella di 28 cm, versarvi l’olio e l’aglio (e il peperoncino se piace), soffriggere per 20 secondi, quindi unire le vongole, co-prire e cuocere a fuoco medio-alto per 2-3 minuti, mescolando di tanto in tanto, quando le vongole sono aperte, sfumare col vino, farlo evaporare e spegnere. Buttare la pasta e sgusciare i 3/4 delle vongole rimettendo nel sugo il mollusco e gettando le conchiglie. Quando la pasta è quasi pronta, riaccendere il fuoco sotto al sugo, scolarla mantenendo in una pentolino dell’ac-qua di cottura, unirla al sugo insieme a un mestolo di acqua di cottura, far evaporare il liquido in eccesso mescolando in continuazione per farla insaporire. Quando la densità è giusta e la pasta è cotta, regolare di pepe e servire.

Ingredienti per 4 persone:• 320 g di spaghetti;• 1 kg di vongole o lupini;• 80 g di olio extravergine di oliva;• 150 g di vino bianco secco;• 4 spicchi di aglio;• sale;• pepe o peperoncino (facoltativi).

Preparazione: tritare l’aglio e il peperoncino. Scaldare bene una padella di 28 cm, versarvi l’olio e l’aglio (e il peperoncino se piace), soffriggere per 20 secondi, quindi unire le vongole, co-prire e cuocere a fuoco medio-alto per 2-3 minuti, mescolando di tanto in tanto, quando le vongole sono aperte, sfumare col vino, farlo evaporare e spegnere. Buttare la pasta e sgusciare i 3/4 delle vongole rimettendo nel sugo il mollusco e gettando le conchiglie. Quando la pasta è quasi pronta, riaccendere il fuoco sotto al sugo, scolarla mantenendo in una pentolino dell’ac-qua di cottura, unirla al sugo insieme a un mestolo di acqua di cottura, far evaporare il liquido in eccesso mescolando in continuazione per farla insaporire. Quando la densità è giusta e la pasta è cotta, regolare di pepe e servire.

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Ingredienti per 4 persone: • 280 g di pappardelle;• 800 g di funghi porcini;• 100 g di cipolle bianche o gialle;• 200 g di vino bianco secco;• 100 g di Taleggio o Branzi;• 20 g di burro;• sale, pepe;• 1 cucchiaio di timo tritato.

Preparazione delle pappardelle ai funghi: tritare le cipolle, metterle in una padella antiaderente di 28 cm insieme al burro e a mezzo bicchiere di acqua, salare e cuocerle per 5 minuti, sfumare col vino, unire i funghi, salare e cuocerli per 10 minuti a fuoco medio-alto. Nel frattempo, lessare le pappardelle in acqua salata, scolarle poco prima della cottura, mantenendo due bicchieri di acqua di cottura, quindi farle insaporire nel sugo insieme al Taleggio tagliato a pezzetti, aggiungendo ac-qua di cottura se occorre, poca alla volta, quando il formaggio è completamente amalgamato, aggiungere il timo e il pepe, mescolare e servire.

Ingredienti per 4 persone: • 280 g di pappardelle;• 800 g di funghi porcini;• 100 g di cipolle bianche o gialle;• 200 g di vino bianco secco;• 100 g di Taleggio o Branzi;• 20 g di burro;• sale, pepe;• 1 cucchiaio di timo tritato.

Preparazione delle pappardelle ai funghi: tritare le cipolle, metterle in una padella antiaderente di 28 cm insieme al burro e a mezzo bicchiere di acqua, salare e cuocerle per 5 minuti, sfumare col vino, unire i funghi, salare e cuocerli per 10 minuti a fuoco medio-alto. Nel frattempo, lessare le pappardelle in acqua salata, scolarle poco prima della cottura, mantenendo due bicchieri di acqua di cottura, quindi farle insaporire nel sugo insieme al Taleggio tagliato a pezzetti, aggiungendo ac-qua di cottura se occorre, poca alla volta, quando il formaggio è completamente amalgamato, aggiungere il timo e il pepe, mescolare e servire.

Le pappardelle ai funghi sono un piatto tipico autunnale, prepa-rato soprattutto nelle zone appenniniche del nord e centro Italia. Il sugo con i funghi si sposa a sua volta magnificamente con la pasta all’uovo e in special modo con le pappardelle. Le pappardelle sono semplicemente delle tagliatelle più larghe. La misura canonica delle tagliatelle è di circa 7 mm, dunque le pappardelle hanno una larghezza di 10-12 mm. Per quanto riguarda la scelta dei funghi da abbinare alle pappardelle, si consigliano i porcini freschi.

pappardeLLe ai funghi

Le pappardelle ai funghi sono un piatto tipico autunnale, prepa-rato soprattutto nelle zone appenniniche del nord e centro Italia. Il sugo con i funghi si sposa a sua volta magnificamente con la pasta all’uovo e in special modo con le pappardelle. Le pappardelle sono semplicemente delle tagliatelle più larghe. La misura canonica delle tagliatelle è di circa 7 mm, dunque le pappardelle hanno una larghezza di 10-12 mm. Per quanto riguarda la scelta dei funghi da abbinare alle pappardelle, si consigliano i porcini freschi.

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