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N° 6 • 1 APRILE 2016 R Puglia, pronti i criteri di selezione del Psr 2014-20 Sinora 350 mln dalla Pac in Puglia Made in Italy: giu’ le mani dell’Europa dal piatto AGRICOLTURA AGROALIMENTARE OLIO: APPROVATO IL PIANO OLIVICOLO NAZIONALE AgRICOLTuRA • AgROALImENTARE • TuRIsmO RuRALE DOPO 26 ANNI E CON L’APPORTO DETERmINANTE DELLA PugLIA

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AGRICOLTURA AGROALIMENTARE TURISMO RURALE

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N° 6 • 1 APRILE 2016

R

Puglia, pronti i criteri di selezione del Psr 2014-20

Sinora 350 mln dalla Pac in Puglia

Made in Italy: giu’ le mani dell’Europa dal piatto

agrICOLTUra

agrOaLImenTare

OLIO: APPROVATO IL PIANOOLIVICOLO NAZIONALE

AgRICOLTuRA • AgROALImENTARE • TuRIsmO RuRALE

DOPO 26 ANNI E CON L’APPORTO DETERmINANTE DELLA PugLIA

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1 APRILE 2016 - n. 6 - Anno 11

Q u I n d I c I n A L E d IA g R I c o L t u R A

A g R o A L I m E n t A R Et u R I s m o R u R A L E

REfEREndum tRIvELLE 17 APRILE, cosA c’è dA sAPERE l referendum del 17 aprile sulle trivellazioni riguarda le attività di ricerca ed estrazione di idrocar-

buri in mare entro le 12 miglia marine dalla costa italiana. Il quesito interessa tutti i titoli abilitativi all’estrazione e alla ricerca di idrocarburi già rilasciati e inter-viene sulla loro data di scadenza. Non ha invece effetto sulle concessioni a terra né su eventuali nuove richieste di con-cessione entro 12 miglia dalla costa: la Legge di Stabilità 2016, infatti, ha modifi-cato il d.l. 152/2006 e – a prescindere dal risultato del referendum – vieta il rilascio di nuove concessioni entro le 12 miglia. LE CONCESSIONI IN ITALIA Attualmente, le concessioni per la ricer-ca e l’estrazione di idrocarburi in mare sono in tutto 69: di queste 35 si trova-no entro le 12 miglia (e di queste 9 sono inattive, improduttive o sospese). Restano produttive 26 concessioni per un tota-le di 79 piattaforme marine (off-shore) che estraggono idrocarburi da 463 pozzi sottomarini. La maggior parte si trovano nell’Adriatico romagnolo e marchigiano. I POZZI ESTRATTIVI A TERRAA terra, abbiamo 11 pozzi estrattivi in atti-vità (on-shore), 119 sono le concessioni di coltivazione (che includono gli impianti di ricerca) già autorizzate dal Ministero dello sviluppo. L’estrazione di petrolio a terra si concentra in Sicilia (provincie di Enna, Gela e Ragusa), Basilicata (Val d’Agri) e davanti alle coste di Abruzzo e Marche.QUALCHE NUMERO SULLE PRODUZIONI Nel settore dell’Appennino Centro-Meri-dionale, Eni è operatore della concessio-ne Val d’Agri (col 60,77%) in Basilicata. La produzione proveniente dai giacimenti Monte Alpi, Monte Enoc e Cerro Falcone è trattata presso il centro olio di Viggiano. LE RISERVE ITALIANE DI PETROLIO Secon-do gli ultimi rilevamenti disponibili, in Italia sono presenti riserve per 619 milioni di ba-

I

Editoriale

rili di petrolio. Queste vengono estratte al ritmo di 114.000 barili al giorno. L’Italia però consuma 1.235.000 barili al giorno (nel 2000 prima delle crisi erano oltre 1.854.000) pari a 7,42 barili di petrolio per ogni citta-dino ogni anno (nel 2000 erano quasi 12). IL GAS ITALIANOSul fronte del gas, invece, in Italia si tro-vano riserve per 53 miliardi di metri cubi di gas. Questi vengono estratti al ritmo di 6.98 miliardi di metri cubi all’anno. Però consumiamo 995 metri cubi di gas a testa ogni anno. Gran parte dell’ener-gia siamo costretti a comprarla all’estero I LIMITI DELLA RICERCA DI IDROCARBURI Per questo negli ultimi anni – anche in seguito alle instabilità nei Paesi esporta-tori – sono aumentati gli investimenti per la ricerca di idrocarburi entro i confini na-zionali. Seppure con alcuni limiti: nell’ulti-ma Legge di Stabilità sono state bloccate le ricerche e le estrazioni in mare entro 12 miglia dalla costa: era questo l’estremo ten-tativo del governo di evitare il Referendum anti trivellazioni. La consultazione era stata richiesta da 9 consigli regionali: Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Assenti proprio la Sicilia e l’Abruzzo dove sono concentra-ti i pozzi e le piattaforme più produttive. Degli otto quesiti originali, la Corte Costi-tuzionale ha ammesso il Referendum solo per un unico quesito. Il 17 aprile gli italia-ni dovranno dire sì o no al rinnovo di sole 21 concessioni estrattive già in essere per giacimenti entro le 12 miglia dalla costa. COSA DICONO I NO TRIVIl comitato promotore sostiene che per la scansione dei fondali viene utilizzato l’air gun che danneggia pesantemente l’am-biente marino. Ci guadagnano solo le com-pagnie petrolifere e il greggio individuato è insufficiente per il fabbisogno italiano. Le riserve equivalgono a 6-7 settimane di con-sumi di petrolio e 6 mesi di gas.

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TESTATA GIORNALISTICA ACCREDITATA

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Sommario

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23 GREEN ROOFS La nuova forntiera della bioarchitettura

29 RITIRO FITOFARMACI C’è la delega dei contoterzisti 30 COPAGRI PUGLIA Il terzo congresso nazionale a Barletta

10 OLIO CAPITALE 2016 La Puglia presente12 BIOL 2016 Toscana, Spagna e Puglia sul podio

15 CENTRO MEDIA REGIONALE Foglie e Foglie tv accreditati27 VINO Arriva il vino vegano

ambIenTe

agrOaLImenTare

8 PIANO OLIVICOLO NAZIONALE Approvato dopo 26 anni 9 ACLI TERRA Soddisfazione per il piano approvato16 COLDIRETTI Difendere la nostra agricoltura18 PAC In Puglia 350 ml di euro23 CLIMA Le ciliegie in anticipo di quasi un mese25 NUOVI PSR PUGLIA Pronti i criteri di selezione

agrICOLTUra

5 REFERENDUM 17 APRILE Cosa c’è da sapere

edITOrIaLe

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a distanza di 26 anni dal primo Piano approvato a giugno del 1990 dal Comi-

tato interministeriale per la Program-mazione Economica e mai attuato, la Conferenza Stato – Regioni ha dato il via libera al Piano Olivicolo Nazio-nale utile alla riorganizzazione e alla promozione del settore. “Un successo targato Puglia – dice il Presidente della Coldiretti regionale, Gianni Cantele – di cui ringraziamo l’Assessore Di Gioia che come coordinatore degli Assessori all’Agricoltura d’Italia ha contribuito in maniera determinante a bancare un risultato tanto atteso da tutta la filie-ra. I 32 milioni di euro di investimento serviranno alla riorganizzazione del settore e ad aumentare la produzione nazionale per rispondere alla crescen-te domanda mondiale di olio ‘made in Italy’. Nel 2015 i consumi in Italia sono saliti del 17% a dimostrazione dell’im-portanza dell’alimento ‘olio’ nella dieta mediterranea”.Il settore in Puglia conta un fatturato

di 522 milioni di euro l’anno. Il tes-suto imprenditoriale è rappresentato da 270mila imprese olivicole, pari al 22% delle aziende italiane. Anche gli oli DOP pugliesi registrano il fatturato più alto d’Italia, pari a circa 28 milioni di euro. La Puglia ha ottenuto il rico-noscimento comunitario per 5 oli DOP (Denominazione d’Origine Protetta) al ‘Terra di Bari’, ‘Terra d’Otranto’, ‘Dauno’, ‘Collina di Brindisi’ e ‘Terre Tarentine’ ed una produzione pari a 11 milioni di quintali di olive ed oltre 2,2 milio-ni di quintali di olio, con un’incidenza della produzione olivicola regionale su quella nazionale pari al 36,6% e al 12% di quella mondiale.“Essenziale puntare sulla promozione e valorizzazione dell’olio extravergine di oliva – continua Cantele - con parti-colare riguardo ad azioni divulgative per favorire la conoscenza delle pro-prietà nutrizionali e salutistiche degli oli extravergini di qualità e ridare lu-stro agli oli salentini, la cui immagine è stata ingiustificatamente macchiata

dal problema ‘Xylella Fastidiosa’”. L’olio è il terzo prodotto pugliese più esportato, per un valore di circa 106 milioni di euro, quasi il 9% dell’export di olio dall’Italia.“I provvedimenti previsti dal PON – sottolinea il Direttore di Coldiretti Pu-glia, Angelo Corsetti – dovranno essere accompagnati dalla completa applica-zione della legge salva-olio “Mongiel-lo”, la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la reale qualità merceologica degli oli stranie-ri importati in Italia. Nel corso dell’ul-timo decennio le importazioni com-plessive di oli di oliva in Puglia sono cresciute rapidamente, nonostante la Puglia sia la regione più olivicola d’Europa. Le importazioni complessi-ve di oli di oliva ammontano in media a circa 87.000 tonnellate, di contro le esportazioni si aggirano sulle 38.000 tonnellate”. In attesa dell’approvazione del PON Coldiretti si è fatta promotrice di un

8 www.foglie.tv

oLIo: doPo 26 AnnI APPRovAto IL PIAno oLIvIcoLo nAZIonALE SUCCESSO TARGATO PUGLIA

agricoltura

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I l Presidente nazionale di Acli Terra, Giuseppe Cecere, esprime piena soddisfazione per l’appro-

vazione del Piano Olivicolo Nazionale nel corso della Conferenza Stato-Re-gioni. «Si tratta di una grande opportunità di rilancio e sviluppo del settore» sostie-ne Cecere, in riferimento all’attuazione del Decreto Ministeriale che definisce i criteri di distribuzione di 32 milioni di euro, per il biennio 2016-2017, in

favore del settore olivicolo. «Siamo orgogliosi e grati al Ministro Martina e al Vice Ministro Olivero che si sono impegnati affinché venisse messo a punto uno strumento in grado di ridare slancio alla strategia produt-tiva dell’olio extra vergine di oliva. Fi-nalmente le imprese italiane che com-pongono la filiera olivicola potranno puntare su un’intensificazione della produzione, sia in termini di quantità che di qualità.

Il Piano offrirà anche nuove risorse alle attività di ricerca, oltre che ai fini della valorizzazione ambientale e turi-stica delle strutture dedicate alla pro-duzione olivicola, che rappresentano importanti presidi culturali e storici, come i vecchi frantoi. L’auspicio della nostra Associazione - conclude Cecere - è che questo sia un ulteriore passo in avanti nel contrasto alla contraffazio-ne e verso la tutela dei consumatori e dei lavoratori del comparto».

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AcLI tERRA: “IL PIAno oLIvIcoLo è unA RIsoRsA dI tutELA E dI svILuPPo”Dopo l’approvazione

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accordo con validità triennale a partire dalla campagna di commercializzazio-ne 2015-2016 che sancisce l’impegno dei produttori a garantire specifiche qualità ed organolettiche del prodot-to, tracciato, in linea con i parametri comunitari certificati da laboratori ac-creditati ma anche - sottolinea la Col-diretti - il pagamento di 40 centesimi di euro al chilo in più rispetto ai prezzi di mercato, rilevati sulla Borsa merci di Bari, per partite di oli extravergine di oliva qualitativamente superiori e con un’acidità massima di 0,4%. Nello

specifico vengono definite le caratte-ristiche dell’olio extra vergine di oliva, standard di qualità elevati, sicurezza alimentare, modalità e tempi di conse-gna di uno stock di 10mila tonnellate di prodotto che dovrà essere conse-gnato entro marzo 2016 con scaden-za ogni prima settimana del mese e quantitativi variabili tra mille e le tre mila tonnellate a partire dalla firma dell’intesa. A garanzia dell’accordo si stabiliscono altresì i termini di prelievi e campionamenti per analisi, le proce-dure per dirimere le controversie e i

tempi di pagamento. Una necessità dopo che l’attività di controllo da parte delle forze dell’ordi-ne ha portato nel 2014 a sequestri per 10 milioni di euro grazie a oltre 6 mila controlli sul comparto da parte dell’I-spettorato repressione frodi. L’intera filiera si è impegnata, infatti, a costitu-ire una commissione di lavoro per un miglioramento dell’applicazione del panel test anche attraverso i marker chimici, il blind test e il test di identità genetica.

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www.foglie.tv

b ilancio più che positivo per il 10^ salone Olio Capitale di Trieste. La vetrina internazionale per gli

oli extravergini tipici e di qualità si conferma tappa obbligata per l’incontro tra i produttori olivicoli e buyer provenienti da tutto il mondo. Olio Capitale 2016 chiude con segno positivo : oltre 13.500 presenze , archiviando le 12.000 della scorsa edizione , nonostante il fuoripro-gramma NAS di lunedì pomeriggio , che ha creato non poche tensioni fra gli addetti ai lavori. Il controllo si è risolto con due verbali per la mancanza di SCIA - un adempimento preliminare alla manipolazione e sommini-strazione di prodotti alimentari - e ad alcuni prelievi di olive verdi da tavola presumibil-mente per accertare l’assenza dell’incriminato colorante, il solfato di rame. Episodio apo-strofato da taluni come enfatizzazione della stampa di colore in vista del dibattito politico preelettorale a Trieste. Ma imprevisti a par-te, quest’anno si è registrato un aumento di visitatori dall’estero , in particolare da Austria, Germania, Slovenia, Croazia, ma anche Filippi-ne, Corea, Twain, Giappone, Cina e persino da paesi produttori come Egitto, Turchia, Tunisia. Una grande presenza di pubblico rivelatasi molto competente ed esigente. Apprezzata l’iniziativa Cucina stellare- Olio Capitale con l’obbiettivo divulgativo dell’olio extravergine d’olivo cardine della dieta mediterranea. Fra i produttori partecipanti, 300 in tutto, non è mancata la matrice pugliese, largamente rap-presentata da 13 comuni a vocazione olivico-la e 70 aziende, in particolare delle province di Bari, BAT e Foggia. Presenti anche Monopoli, Fasano e Castellana Grotte rispettivamente con 3, 3,11 aziende. “Il bilancio è più che po-sitivo per l’olio castellanese – ha commentato l’Ass. alle Attività Produttive Antonio Campa-nella - , sia in termini di vendita che di contatti acquisiti. Anche perché crediamo fermamente

nel paesaggio olivicolo come strumento di marketing territoriale. Un territorio, nel nostro caso quello calcareo delle grotte, che riesce attraverso la calcite ad esprimere un olio par-ticolarmente apprezzabile per percentuale di polifenoli e acidità”. Una promozione che si è materializzata nella degustazione dell’im-panata , piatto tipico a base di purè di fave, cicorie spontanee e pane raffermo, esaltato da olio evo autoctono. Perché Olio Capitale all’evento fieristico associa mini corsi di as-saggio, coking show, dibattito,convegnistica per operatori del settore e non. “La gastrono-mia tipica , in particolare i sott’oli di un’azien-da monopolitana hanno fatto registrare il tut-to esaurito dal primo giorno – riferisce Paolo Leoci coordinatore regione Puglia Club Amici Città dell’Olio - . I lampascioni hanno primeg-giato su melanzane e carciofi esaurendo le scorte disponibili. Un segnale tangibile delle potenzialità della produzione tipica ai fini del-la valorizzazione turistica ed economica”. Ma la stazione marittima triestina si è rivelata effet-tivamente strategica per la conquista di nuovi spazi di mercato extracontinentale :”ci è giunta notizia - spiega Leoci che un’azienda pugliese, precisamente del fasanese, ha concretizzato rapporti commerciali con buyer giapponesi conosciuti in fiera . Trattasi di una fornitura di 50.000 bottiglie di olio evo biologico di altis-sima qualità – bottiglie della capacità di 500 – 250 e 100 ml, si aggirano sulle 25-30 euro al litro -sul target di aceto balsamico riser-va - . Non solo, la stessa si accinge ad inviare campioni a buyer danesi” . Non meno male per la Puglia con le premiazioni finali 2016 Olio Capitale: aggiudicate dalla Società Agricola SRL Torre Riviera per la categoria fruttato me-dio, mono cultivar “Uovo di piccione” e dall’Az. Agricola Le tre Colonne di Salvatore Stallone per la categoria fruttato intenso, “le selezioni coratina” (Giovinazzo).

oLIo cAPItALE 2016: LA PugLIA fA 13La nostra regione brilla per rappresentanza e qualità

di Paola DILEO

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Intervento della dott.ssa Dell’Erba sulle qualità sa-lutistiche dell’olio d’oliva

“oLIvo E oLIo“: un tEsto PugLIEsE ALLA kERmEssE tRIEstInA

A supportare la vasta delegazione pugliese a Olio Capitale 2016 anche l’editoria loca-le. Uno spazio nella convegnistica è stato riservato alla presentazione del libro “Olivo e Olio – botanica , alimentazione,medicina, cultura e gastronomia” per Stilo Editore. Testo a cura di Pasquale Montemurro con contributi di Laura Dell’Erba, Maria Lisa Clodoveo e Renato Morisco. L’intervento della dott.ssa Laura Dell’Erba è stato intro-dotto e moderato da Paolo Leoci dell’Ass. nazionale Città dell’Olio. Un contributo di-vulgativo- formativo a un pubblico etero-geneo che ha prestato massima attenzione alla magistrale lezione della nostra conter-ranea su aspetti nutrizionali e salutistici dell’olio evo e accorgimenti pratici per un uso gastronomico corretto. Anche “Olivo e olio”ha registrato il tutto esaurito come i lampascioni. Chapeau Puglia!

agroalimentare

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www.foglie.tv12

toscAnA sPAgnA E PugLIA suL PodIo BIoL 2016 Terzo il pugliese “Eccelso”

Se questi sono risultati i mi-gliori assoluti dell’ultima annata tra i 401 oli in gara da 16 Paesi, ad aggiudicar-

si il Premio BiolPack (miglior accop-piata etichetta-packaging assegnato da una specifica giuria di esperti in comunicazione e marketing) lo spa-gnolo “Soleae”: grazie anche alla sua etichetta anche in braille ha prevalso sul portoghese “Reserva de Familia” e sul viterbese “Tamìa” della coop. Sergio delle Monache srl. La procla-mazione dei vincitori è avvenuta al museo Must in una spettacolare cor-nice formata dai bambini della Giuria BiolKids: progetto che con percorsi formativi e laboratori d’assaggio di oli bio ha coinvolto in sette regioni (Puglia, Calabria, Campania, Lazio, Sardegna, Emilia Romagna e Liguria) oltre 1.300 ragazzi di quarte e quin-te classi di 27 scuole primarie. E 50 di loro hanno formato il baby panel che ha affiancato i giurati senior per assegnare il BiolKids all’olio preferi-to dai ragazzi: il greco “Olvia” . “L’ex aequo del primo posto – ha commen-tato il coordinatore del Biol Nino Pa-parella – si deve ad almeno tre fattori combinati: cicli di assaggi anonimi, schede di valutazione estremamente articolate per complessità di parame-tri, e una Giuria internazionale di ben 31 esperti. Un mix che può portare a un caso raro di votazioni finali coin-cidenti fino all’ultimo decimale”. In quella che è stata un’ottima annata produttiva, “le eccellenze in gara – ha proseguito – confermano come l’agri-coltura biologica e biodinamica sia-no fondamentali non solo sotto i pro-fili etici e ambientali, ma anche per migliorare la qualità del prodotto. Principio confermato anche a livello locale, visto l’alto profilo dei pugliesi ‘padroni di casa’: oltre al citato terzo posto, emblematico il premio Biol Sa-

Parla toscano, spagnolo e pugliese il podio del XXI Premio Biol, il concorso internazionale per gli extraver-gini biologici che ha emesso i suoi verdetti a Lecce. Ai vertici dell’annata olivicola bio due oli, ex aequo sul gradino più alto: il fiorentino “Guadagnolo” della Fattoria Ramerino, e l’andaluso “Picual” dell’azienda Ca-stillo de Canena, che ha una doppia caratteristica: è un biodinamico - e per la prima volta un olio certificato Demeter vince un Biol - proveniente inoltre da una cultivar finora molto sottovalutata. Al terzo posto, il pu-gliese “Eccelso” dell’azienda andriese Agrolio (che si aggiudica dunque anche il Biol Puglia e il Biol Coratina).

agroalimentare

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lento al “Tenuta Tresca” dell’omonima azienda di San Cassiano. Un ricono-scimento all’olivicoltura di una terra che, pur lottando con la Xylella, espri-me oli di grandissimo pregio: proprio come sostenuto nello slogan che ci ha accompagnati quest’anno: Evo always healthy, extravergine sem-pre sano”. Vincitori e oli aggiudicatisi le Medaglie Extragold, Gold e Silver saranno pubblicati nel tradiziona-

le Catalogo del Biol, poi presentato alle principali fiere internazionali, dal BioFach di Norimberga al Sana di Bo-logna. Si chiude dunque la kermesse organizzata dal CIBi e promossa da Camera di Commercio di Bari e Regio-ne Puglia - Assessorato all’Agricoltura, che tra sessioni della Giuria inter-nazionale coordinata dal capopanel Alfredo Marasciulo e mostra degli oli in concorso, due seminari di studio, la

visita per gli stakeholders ai territori rurali locali e la mostra-mercato del-la sostenibilità, per quattro giorni ha reso Lecce epicentro internazionale del movimento olivicolo biologico. Il Premio Biol è patrocinato da Ministe-ro delle Politiche Agricole, Comune di Lecce, Ifoam, AgribioMediterraneo, Associazione BiolItalia e Consorzio Puglia Natura.

I recenti eventi giudiziari che hanno riguardato la frode in commercio di alcune aziende

produttrici di olio extra vergine di oliva hanno evidenziato i limiti dei metodi di analisi ufficiali e reso ur-gente l’utilizzo di sistemi innovativi e affidabili per la corretta assegnazione della qualità chimica e della categoria merceologica. Per dare certezza alla qualità ed alla sua “provenienza” la Camera di Commercio di Bari (azienda speciale Samer) e il Politecnico di Bari (Innovative Solutions, società spin off) hanno ideato un innovativo sistema di

tracciabilità analitica. In Oleo Veritas, il nome del sistema che consente di dotare un lotto di pro-duzione di olio extra vergine di oliva di una sorta di codice a barre naturale, al fine di garantirne il riconoscimento affidabile e inequivocabile in fase di commercializzazione. “E’ il primo sistema di tracciabilità analitica attivato in Italia ed è il primo promosso da un’istituzione pubblica italiana a livello internazionale”, an-nuncia il presidente della Camera di Commercio di Bari, Alessandro Ambro-si che aggiunge “con questo sistema

è l’olio stesso che descrive la propria identità e la propria origine e non solo i documenti ad esso associati”. La Camera di Commercio di Bari è impegnata da anni in questo campo attraverso il laboratorio Samer con Innovative Solutions. Le comuni ricer-che scientifiche in materia sono state pubblicate nel 2015 sulla più presti-giosa rivista internazionale di chimica analitica “AnalyticalChemistry”. Le at-tività di sviluppo di metodi innovativi, inoltre, sono pubblicate sulla collana internazionale “NMR interlaboratory comparisons”.

In oLEo vERItAs, tuttA LA vERItà suLL’oLIo ExtRAvERgInE dI oLIvAInnovativo sistema di tracciabilità analitica

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d opo il successo dell’Oscar Nazionale delle web tv ottenuto nel 2013, al-

tro importante riconoscimento per “Foglie.Tv” e “Foglie” che sono stati accreditati ufficialmente nel Centro Media della Regione Puglia con determinazione del dirigente sezione comunicazione istituziona-le e pubblicazione nel bollettino ufficiale della Regione Puglia n.33 del 24 marzo scorso. Questo accre-ditamento pone il gruppo G.ED.A (Giovani Editori Associati) al fianco di importanti player della comuni-cazione come “la Gazzetta del Mez-zogiorno”, “Telenorba” ed in partico-lare all’interno della sezione web tv Foglie.TV si distingue come unica web tv dedicata al settore agricolo ed agroalimentare. La Regione Puglia, con deliberazio-ne della G.R. n. 543 del 24.03.2011: “Linee guida di indirizzo per le atti-vità di comunicazione istituzionale

fogLIE E fogLIE.tv IscRIttI AL cEntRo mEdIA REgIonALE Istituito dalla Regione Puglia

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ACCADEMIA In CAMPO DI bASfpromuovere e divulgare conoscenza in agricoltura

ASSOPROLI bARIcorso su prevenzione diffusione della Xylella

Assoproli Bari e l’oleificio cooperativo col-tivatori diretti produttori di Ostuni hanno organizzato un corso informativo sulle at-tività di prevenzione alla diffusione della Xylella fastidiosa e contenimento del Codi-ro con l’illustrazione delle linee guida della Regione Puglia.

Presso Villa Morisco, prima del periodo pasqua-le, l’associazione CiboAcculturarsi ha informato i soci intervenuti su tutte le caratteristiche cul-turali, nutrizionali e salutari dell’uovo. Abbiamo ascoltato il presidente Pasquale Montemurro, la professoressa Giuseppina Tantillo e Laura Dell’Erba.

Nuovo appuntamento con l’Accademia in cam-po di Basf presso Masseria Sanrà a Noicattaro. Consapevole che le crescenti sfide nel mondo agricolo richiedano una formazione tecnica e imprenditoriale d’eccellenza.

ASSOCIAzIOnE CIbOACCULTURARSI alla scoperta dell’uovo

Guardail video

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WWW.fOGLIE.TV l’informazione sul mondo agricolo e rurale a portata di click.

dei settori della Regione Puglia – Piano di Comunicazione 2011” ha istituito il Centro Media Regionale per la pubblicità istituzionale e per i progetti di informazione istituzio-nale attraverso i media. Detto avviso ha individuato i soggetti ammessi a presentare domanda dividendoli nelle seguenti categorie: 1. Emitten-ti televisive; 2. Emittenti radiofoni-che; 3. Giornali quotidiani; 4. Gior-nali periodici; 5. Quotidiani on line; 6. Web TV; 7. Siti web. “Foglie” è stata

iscritta in “giornali periodici” mentre “Foglie.TV” nelle categorie “WebTv” e “Siti web”. I nostri media divengono dunque mezzi riconosciuti ufficial-mente dalla Regione Puglia come possibili veicoli per la loro pubbli-cità istituzionale ed i loro progetti d’informazione. Un ulteriore rico-noscimento per il nostro lavoro, un ulteriore motivo per i nostri partner commerciali e per voi lettori e utenti di continuare o iniziare a seguirci e collaborare con noi.

agroalimentare

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16 www.foglie.tv

d opo un lungo applauso a testimoniare il cordo-glio e la vicinanza ad un

popolo colpito al cuore da vili atti di terrorismo, i 4000 agricoltori di Coldiretti, partiti dalle campagne di Puglia e Basilicata con i loro trattori e riuniti a Bari, hanno mes-so sotto ‘procedura di infrazione’ l’Europa, rea di minacciare quoti-dianamente il ‘made in Italy’ con provvedimenti dannosi per il tes-suto agricolo ed i consumatori.Novità dell’ultima ora l’ipotesi di to-gliere la data di scadenza dell’olio di oliva per favorire lo smaltimen-to delle vecchie scorte a danno dei consumatori. Con l’invecchiamento

- precisa la Coldiretti - l’olio comin-cia a perdere progressivamente tutte quelle qualità organoletti-che che lo caratterizzano (polife-noli, antiossidanti, vitamine) e che sono alla base delle proprietà che lo rendono un alimento prezioso per la salute in quanto rallentano i processi degenerativi dell’organi-smo. Secondo la Coldiretti è neces-sario mantenere il termine minimo di conservazione, prevedendo una possibilità di deroga solo qualora il produttore adotti ulteriori accor-gimenti per la conservazione orga-nolettica del prodotto, da riportare in etichetta. Sarebbe importante introdurre l’obbligo dell’indicazio-

mAdE In ItALY: gIu’ LE mAnI dELL’EuRoPA dAL PIAtto MIGLIAIA DI AGRICOLTORI E TRATTORI In STRADA A bARI

Dopo un lungo applauso a testimoniare il cordoglio e la vicinanza ad un popolo colpito al cuore da vili atti di terrorismo, i 4000 agricoltori di Coldiretti, partiti dalle campagne di Puglia e Basilicata con i loro trattori e riuniti a Bari, hanno messo sotto ‘procedura di infrazione’ l’Europa, rea di minacciare quotidianamente il ‘made in Italy’ con provvedimenti dannosi per il tessuto agricolo ed i consumatori.

agricoltura

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ne in etichetta dell’annata della raccolta.Ma il disegno di legge europea 2015 rischia di modificare in peg-gio l’etichettatura degli oli di oliva, abrogando le norme che prevedono che “l’indicazione dell’origine delle miscele di oli di oliva deve essere stampata con diversa e più eviden-te rilevanza cromatica rispetto allo sfondo, alle altre indicazioni e alla denominazione di vendita”, con l’ef-fetto di attenuare i livelli di tutela nella commercializzazione dell’o-

lio di oliva. A guadagnare – conti-nua Coldiretti - sono solo le grandi multinazionali che hanno già avu-to dall’Unione Europea un regalo da 110 milioni di euro grazie allo sconto di 1,24 euro a chilo che è stato concesso con il nuovo con-tingente agevolato di 35 milioni di chili dalla Tunisia va ad aggiunger-si alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall’accordo di associazione Ue-Tunisia, portan-do il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila ton-

nellate, praticamente pari a tutto l’import in Italia dal Paese africano.Oggi quasi la metà della spesa dei cittadini resta è anonima con prodotti importati dall’estero che vengono spacciati come italiani, perché non è obbligatoria alcuna indicazione in etichetta. Finalmen-te ci sono le condizioni per cambia-re le norme comunitarie nel senso della trasparenza sotto la spinta di Italia e Francia, alla quale è stata già concessa l’autorizzazione dalla Commissione europea per l’etichet-tatura di origine per i derivati del latte e della carne. Un via libera venuto sulla base del regolamento comunitario N.1169 del 2011, en-trato in vigore il 13 dicembre del 2014, che consente ai singoli Stati Membri di introdurre norme na-zionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla ri-levanza delle dicitura di origine, ai fini di una scelta di acquisto infor-mata e consapevole.

Intanto, crollano i prezzi nelle cam-pagne italiane, dal -43% per cento dei pomodori al -35 % per il grano duro fino al -30% per le arance ri-spetto all’anno scorso, a causa ol-tre che dall’andamento climatico, soprattutto della pressione delle importazioni, determinate dall’ac-cordi agevolati. E’ il caso delle condizioni favorevoli che sono state concesse al Maroc-co per pomodoro da mensa, arance, clementine, fragole, cetrioli, zuc-chine, aglio, olio di oliva, all’Egitto per fragole, uva da tavola, finocchi e carciofi, oltre all’olio di oliva dal-la Tunisia. L’Egitto invece - ha pre-cisato la Coldiretti - nel periodo 1° febbraio – 14 luglio può esportare a dazio zero uva da tavola nei ter-ritori dell’Ue con un impatto sulla produzione nazionale che nel mez-zogiorno arriva sul mercato già a partire da maggio.L’accordo con il Marocco è forte-mente contestato dai produttori agricoli perché nel paese africano è permesso l’uso di pesticidi peri-colosi per la salute che sono vie-

tati in Europa ma anche perché le coltivazioni sono realizzate in condizioni di dumping sociale per il basso costo della manodopera. Il risultato è che le quotazioni al pro-duttore agricolo sono praticamen-te dimezzate rispetto allo scorso anno su valori inferiori ai costi di produzione che sono insostenibili e mettono il futuro della coltiva-zione in Italia.In difficoltà - precisa la Coldiret-ti - pure gli agrumi con una pianta di arance su tre (31%) che è stata tagliata negli ultimi quindici anni, mentre i limoni si sono dimezzati (-50%) e le piante di clementine e mandarini si sono ridotte del 18 per cento. Sotto accusa è il fatto che “a distanza di un anno e mez-zo dall’approvazione da parte del Parlamento italiano della legge che aumenta la quantità’ minima di succo nelle bibite a base d’arancia dal 12 al 20% non è stato ancora emanato il decreto applicativo. Ma manca trasparenza anche sulla re-ale origine dei succhi di frutta in etichetta.

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l processo di riforma della Po-litica Agricola Comune (PAC) 2014-2020 si è svolto con re-

gole nuove che hanno determinato complessità tali da far preoccupare non poco gli agricoltori sulle even-tuali erogazioni di quanto dovuto. Ma quali sono i motivi? In primo luogo, l’entrata in vigore della PAC è stata posticipata di un anno. A questo differimento, si è aggiunta una difficoltà interpretativa delle nuove norme, come ad esempio quella sull’inverdimento, con con-seguenti rinvii procedurali.“Qualche mese di ritardo nell’ot-tenimento delle erogazioni, in un momento di crisi economica come questo, può far precipitare la situa-zione degli agricoltori e allevatori in difficoltà – commenta il depu-tato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – In que-sto contesto pieno di ostacoli, si aggiunge una frammentazione del-le scelte in materia agricola: oltre la Commissione europea ed il Mi-nistero dell’Agricoltura, infatti, le competenze vedono coinvolgere anche le singole regioni, sebbene a nostro modo di vedere sarebbe for-se ora di ritornare alla diretta e uni-ca competenza statale sulle scelte in materia di politica agricola, evi-

tando così gli ostacoli localistici. Ciò, però non deve nascondere il fulcro delle problematicità, ovvero quella riforma di Agea, tesa all’effi-cientamento, potenziamento e alla sburocratizzazione delle procedure di accesso e risoluzione delle con-troversie, sinora continuamente ri-mandata e da noi continuamente e formalmente richiesta al Ministro Martina che sul tema risulta sem-pre assente”. Dai dati a disposizio-ne, da quando a marzo 2015 si è aperta la possibilità di presentare domanda, emerge che le aziende richiedenti aiuto diretto in Puglia sono state 191.758: circa 50mila in provincia di Lecce, 42mila nella Terra di Bari, 35mila in provincia di Foggia e poi 29mila a Brindisi, 21mila a Taranto per finire con le 15mila della BAT. Di queste, 18.643 non hanno avuto diritto all’eroga-zione (4.600 a Lecce, circa 4.000 nel tarantino e barese) perché sotto la soglia limite dei 250 euro fissati dai nuovi criteri della Politica Agri-cola Comune. Complessivamente, dunque, da ottobre scorso ad oggi sono state pagate 151.501 aziende pugliesi (pari all’87,5% delle am-messe al pagamento dell’aiuto di-retto) per un valore totale di oltre 350 milioni di euro a fronte di 496 milioni richiesti. Ad incassare la ci-

nche per il 2016, dalla Sicilia alla Sardegna, dal-la Calabria al Lazio, pas-sando per la Campania,

Puglia e Basilicata, si svolgeranno i corsi sulla potatura degli agru-mi, promossi dal Consorzio Vivaisti Lucani(COVIL) a cura dell’agronomo Vito Vitelli.“Sempre più aziende agricole – di-chiara Vitelli - scelgono di investire sulla formazione del proprio perso-nale al fine di garantire una corretta

gestione della chioma delle piante di agrumi. Potare non significa sem-plicemente tagliare rami per confe-rire una bella forma finale all’albero. L’obiettivo degli interventi cesori è stabilire un giusto equilibrio tra le nuove ramificazioni e quelle che do-vrebbero produrre. Attraverso i tagli, la pianta si rigenera e si riproduce. Tutto questo avviene in un processo continuo. Da qui, infatti, l’importan-za di intervenire assiduamente tutti gli anni”.

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AgRIcoLtuRA: LA PAc PoRtA In PugLIA sInoRA 350 mILIonI dI EuRo

dalla potatura, nuove opportunita’ di lavoro per i giovani

fra oltre 150mila aziende ammesse all’aiuto diretto, hanno ottenuto i sovvenzionamenti l’87,5%

Corsi promossi dal Covil

fra più consistente è la Capitanata con oltre 131 milioni di euro, se-guita dalla Terra di Bari con 72 mln circa e dalla provincia di Lecce con 56 milioni.“Ovviamente ci sono ancora azien-de che attendono il contributo PAC – conclude il deputato pugliese L’Abbate (M5S) – e come abbiamo fatto dal nostro ingresso in Parla-mento continueremo a monitorare ed a far pressione per accelerare le procedure nonché ad informare gli agricoltori degli sviluppi della situazione e di come intendiamo risolvere le difficoltà che, ad oggi, la politica non ha voluto affrontare, chissà perché”.

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QUALITA’ E PRODUZIONI ATTRAVERSO L’ ADESIONE AI PROGRAMMI DI CERTIFICAZIONE

RICERCA E SVILUPPO DI PRODOTTI E SOLUZIONI AL PASSO DELLA MODERNA FRUTTICOLTURA

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a pochi giorni dalla fine dell’in-verno più caldo di sempre già stanno facendo capolino le prime ciliegie con un anti-

cipo di quasi un mese rispetto alla nor-ma. Saranno pronte al consumo a metà aprile, piuttosto che a maggio.Si prospetta una ottima campagna per-ché la fioritura è stata uniforme e ci sa-ranno pochi frutti gemelli. In ogni caso dipenderà tutto dall’andamento climati-co dei prossimi giorni. I consumatori stan-no già avendo la possibilità di acquistare primizie mai viste prima sin dall’inizio di marzo come le fragole e una grande varietà di ortaggi venduti a prezzi parti-colarmente vantaggiosi, perché le tem-perature anomale hanno determinato la maturazione contemporanea di verdure. L’inverno appena chiuso si è classificato come il più caldo di sempre sul pianeta a livello climatologico facendo registrare una temperatura media sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura su-

periore di 1,13 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo. Un “pazzo inverno”, caratterizzato in Italia anche da un calo del 22 per cento delle precipitazioni, che ha sconvolto le coltivazioni, ingannate dall’insolito tepore, con l’eccezionale ar-rivo di produzione fuori stagione.La ciliegia, tipica produzione della pro-vincia di Bari, non ha subito gli attacchi della tecnologia dato che è destinata esclusivamente al consumo fresco e per questa ragione devono essere mantenu-te integre la pezzatura, particolarmente consistente per la ciliegia Ferrovia, la compattezza ed il sapore. Tutto ciò richie-de un’accuratezza nelle fasi di coltivazio-ne e di raccolta facilmente riscontrabile, per cui la mano dell’uomo non può esse-re sostituita dalle macchine. La graduatoria dei prodotti agricoli pu-gliesi nel contesto nazionale vede al primo posto anche le ciliegie con una media di 467 quintali per una superficie di quasi 20.000 ettari, di cui oltre 17.000

della sola provincia di Bari, la quale copre più dell’85% della superficie investita ed il 96,6 dei quantitativi prodotti rispet-to al totale regionale. Anche in termini percentuali i dati pugliesi raggiungono livelli di tutto rispetto: la produzione di ciliegie in Puglia è pari al 39,8% sul to-tale nazionale.

cLImA: cILIEgIE In AntIcIPo dI QuAsI un mEsEIL 40% DELLA PRODUzIOnE ITALIAnA

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m eeting Arysta LifeScience Italia “ Proposte tecniche per l’Uva da Tavola” a Conversa-

no: presentato il catalogo 2016 e la nuo-va linea nutrizionale Biosolution nata sull’esperienza Goëmar . Arysta LifeScien-ce nasce nel 2015 dall’unione di Agriphar, Arysta e Chemtura AgroSolutions ed è su-bito ai primi posti nel mondo degli agro-farmaci. Per quanto concerne il catalogo 2016 ai tradizionali Syllit 65 e Syllit 355 SC, Previter, Cythrin Max e Cythrin 50 EC si affiancano alcune novità come Malvin 80 WG e Centurion 240 EC. Spicca poi Vacci-plant, induttore di resistenza alle malattie a base di laminarina, registrato su melo e pero (Colpo di fuoco, Ticchiolatura e Gleosporium), vite (oidio), fragola (Oidio e Botrite) e lattuga (Bremia). La laminari-na pura è estratta dalle alghe laminarie con un processo brevettato ed è in gra-do di preparare la pianta a difendersi da sé senza lasciare residui e con tempo di sicurezza pari a zero giorni. In una linea tecnica comprendente prodotti conven-zionali, Vacciplant contribuisce alla dimi-

nuzione dei residui complessivi ed alla gestione delle resistenze agli agrofar-maci. Arysta Lifescience affianca alla sua ampia gamma anche questa soluzione, impiegabile anche in agricoltura biologi-ca, a completamento di una proposta tec-nica innovativa. E’sull’esperienza Goëmar che invece Arysta Lifescience ha basato il nuovo catalogo nutrizionale Biosolution, una serie completa di prodotti per la sti-molazione ed il riequilibrio delle piante, dedicate ad assicurare ottime produzioni di elevata qualità. Attualmente Goemar è infatti l’azienda di riferimento a livello mondiale nel mercato dei biostimolanti. Nota anche come “alga bruna” ma il suo vero nome è Ascophyllum nodosum : sono le alghe su cui Goemar ha acquisito conoscenze specifiche nei suoi laboratori di Saint Malo, in Bretagna, dove estrae da anni una molteplicità di sostanze prezio-se da queste matrici vegetali. Frutto della Physio Acticator Techno-logy® by Goëmar, i filtrati algali conten-gono elicitori, ovvero sostanze capaci di stimolare il metabolismo delle piante,

ARYstA LIfEscIEncE PREsEntA LA suE PRoPostE tEcnIchE PER L’uvA dA tAvoLAA Conversano

incrementando l’assorbimento degli ele-menti nutritivi dal suolo e la produzione di poliammine, composti essenziali per la replicazione del Dna e per la divisione cellulare. In Bretagna le elevate escur-sioni giornaliere di marea espongono quest’alga a vita sommersa ed emersa e per tale motivo si accumulano all’interno di essa numerose sostanze antistress. Tali molecole, una volta estratte, hanno effetti positivi se applicate alle colture agricole.Ascophyllum viene raccolto manualmen-te dall’oceano nel periodo compreso tra maggio e settembre ed entro 24 ore vie-ne portato in azienda e lavorato con un procedimento esclusivo che consente di estrarre, concentrare e conservare inalte-rate le sostanze fisioattive. Grazie a ciò i prodotti della linea Biosolution di Arysta Lifescience garantiscono all’agricoltore sicurezza e stabilità del formulato ed alle piante una “crescita da campioni”.

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U na cultura del verde più evo-luta nell’era della cementifi-cazione selvaggia: focus del convegno tenutosi a Monopo-

li lo scorso 11 marzo. Un evento formativo sponsorizzato dai “Vivai S. Stefano” (Mono-poli), in collaborazione all’ Ordine Provincia-le degli Architetti, Ingegneri , Geometri e al Polo Liceale Galileo Galilei sempre di Mo-nopoli. Ai lavori coordinati dall’Arch. Andrea Fiume , hanno partecipato l’Arch. Paesaggi-sta Nicla Di Bisceglie, l’Ing. Giuseppe Colaci de Vitis, esperto di acustica ambientale e di energie rinnovabili, l’Ing. Francesco Donvito esperto di edilizia sostenibile e, l’imprendi-tore Angelo Lamanna dei Vivai S. Stefano che ha presentato un prototipo di tappeto prevegetato per giardini pensili resistenti

“gREEn Roofs”: LA nuovA fRontIERA dELLA BIoARchItEttuRAUn convegno organizzato a Monopoli sui giardini pensili

di Paola DILEO

al nostro clima. “Una copertura vegetale che richiede poca manutenzione grazie alla scel-ta di essenze succulente del genere Sedum e Crassulacee che ben si adattano ai nostri ambienti e alle estati siccitose - ha premesso Lamanna . Non necessitano di un impianto d’irrigazione grazie a sistemi di captazione e drenaggio delle acque meteoriche”. Una terrazza green che preserva il lastrico solare, risulta gradevole alla vista ed è calpestabile. L’unico intervento sostenibile sul già costru-ito con benefici per l’uomo , l’ambiente e il paesaggio. “Tra l’altro – ha ricordato l’Arch. Di Bisceglie – la storia ci insegna che ha origi-ni remote – il riferimento è andato ai giardini pensili di Babilonia del 590 a .C. , considerati una delle sette meraviglie del mondo antico, ma anche alle necropoli etrusche del VII e III sec a. C., che ne rappresentano la prima testimonianza nazionale, o ai più recenti giardini di Palazzo Madama e al cosiddetto “bosco verticale” di Le Corbusier, progettista della città verde. “Pioniera nell’uso di tappeti

green con impianto di riciclaggio delle ac-que meteoriche, è stata la Germania , seguita da Svezia e Stati Uniti con scopi didattici, terapeutici , finanche agricoli. Esemplare il caso della Svizzera , dove il tetto verde vie-ne inserito per obbligo nei piani urbanisti-ci – ha illustrato inoltre la Di Bisceglie -. Un tetto quindi altamente performante che assolve diverse funzioni sfruttando le coper-ture tradizionali. “Tanti sono i benefici este-tico – funzionali per i locali sottostanti e gli ambienti limitrofi – ha spiegato l’Ing. Colaci De Vitis –“, in testa il risparmio energetico, il confort interno con attenuazione dei rumori, la riduzione dell’isola di calore grazie all’u-midità trattenuta dalle piante e dal terreno, la protezione dei solai durante l’intero ciclo di vita dell’edificio, alleggerimento del carico idrico fognario pubblico, la mitigazione degli inquinanti come le polveri sottili, la fruibilità per momenti di relax en plein air, la tutela della biodiversità. “ La superficie verde – ha aggiunto De Vitis - copre un multistrato tec-

nologico composto da terriccio, telo filtrante, elemento drenante, tessuto immarcescibile, antiradice”. L’adattabilità ad impianti di tipo intensivo permette anche sfruttamento di tipo agricolo: gli orti alti urbani sono sempre più al centro di progetti sociali ed ecologici nelle grandi metropoli. “La costante esigenza di nuovi spazi verdi rendono il sistema del giardino pensile un’ottima soluzione com-pensativa e di ripristino ambientale. Una ne-cessità già avvertita dagli anni 70’, determi-nata da una cementificazione invasiva con elevati livelli di impermeabilizzazione con conseguenti disordini nella regimentazione delle acque meteoriche , crescita delle tem-perature massime e minime, dei processi di aridità e progressiva riduzione delle precipi-tazioni”. Di qui l’invito corale a considerare il verde non solo un ornamento , ma anche come materiale da costruzione, superando l’approccio urbanistico standard che consi-dera l’area verde come non edificabile. Solu-zioni invece da integrare.

ambiente

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PugLIA, PRontI I cRItERI dI sELEZIonE dEL PsR 2014-20 Presentati a bari durante il primo comitato di sorveglianza

I l presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ha partecipato ai lavori di insediamento del Comita-

to di sorveglianza del Psr della Regione Puglia 2014-2020, insieme all’assessore alle Risorse agroalimentari, Leonardo di Gioia. Ed è stato subito chiaro che sono imminenti i bandi del programma comunitario dedicati agli investimen-ti e alla conversione al biologico delle aziende agricole di Puglia.Il Psr Puglia 2014-2020 è forte di una dotazione finanziaria da 1638 milionidi euro, ed è il terzo Psr del Mezzogiorno d’Italia in valore dopo Sicilia e Campa-nia. Al tavolo dei lavori anche l’Autorità di gestione, Gianluca Nardone, insieme a tutto il partenariato socio economico pugliese, ai funzionari del ministero del-le Politiche agricole ed della direzione generale Agricoltura della Commissione europea. Tra i punti all’ordine del giorno della ri-unione: l’approvazione del Regolamento interno del Comitato, la presentazione del Psr Puglia e la presentazione e ap-provazione della Strategia di comunica-zione settennale.“Oggi, con l’insediamento del Comita-to di sorveglianza e l’approvazione dei criteri per la selezione delle operazioni finanziabili con il Psr 2014-2020, avvia-mo ufficialmente le attività che ci con-sentiranno di supportare una crescita sostenibile della nostra agricoltura e

delle nostre aree rurali. In uno spirito di collaborazione, intraprendiamo un la-voro intenso per tutti, avendo l’esigenza di arrivare ad una visione e ad obiettivi condivisi per lo sviluppo strategico della nostra Regione”. E’ quanto ha dichiarato l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia, Di Gioia. “Sono stati licenziati - ha proseguito l’assessore - i criteri di selezione strate-gici per un’agricoltura pugliese compe-titiva, sostenibile e innovativa e definito un cronoprogramma per spendere ri-sorse in maniera oculata e incisiva. Sarà data urgenza alla misura che sostiene gli investimenti delle aziende agricole, nelle strutture di prima trasformazione annesse, passando per gli interventi in-frastrutturali. E, altresì, alla misura dedi-cata al biologico, che consideriamo una delle nostre principali sfide.Per quanto riguarda i Gruppi di azione locale nostro obiettivo è rigenerare de-gli organismi che non sono solo mera espressione del mondo rurale, ma pro-tagonisti dello sviluppo locale sosteni-bile”. “È stato fatto un importante lavoro dai nostri uffici in sinergia con la Commis-sione europea - ha detto il presidente Emiliano - un lavoro di grande dedizione comune per raggiungere questo risulta-to e per superare tutti gli ostacoli che avevamo davanti”.“Abbiamo l’onore, come Regione Puglia - ha ricordato il presidente della Regio-

ne Puglia - di presiedere la commissione Agricoltura in sede di Conferenza delle Regioni e abbiamo il dovere, nonostan-te le difficoltà della crisi internazionale e delle limitazioni all’export, di andare avanti, di progettare iniziative, di man-tenere un elevato livello di condivisione, di stringere legami”. “Ho constatato che l’intero sistema agri-colo pugliese ha accolto le novità che stiamo proponendo con grande inte-resse. Siamo solo all’inizio della partita, il complesso lavoro di passaggio delle consegne si è realizzato positivamente, e non era scontato” ha inoltre sottoline-ato Emiliano.

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a l ProWein di Düsseldorf presen-tata la prima bottiglia di Vega-maro, il primo Negroamaro in

purezza al mondo per vegani e vegetariani, in cui non v’è traccia di sostanze di origine animale durante tutte le fasi del processo produttivo (dalla vinificazione al finissag-gio, dall’affinamento all’imbottigliamento), come per esempio l’albumina d’uovo o la ca-seina. Grande attenzione anche all’ambien-te. Tante le cantine pugliesi che utilizzano il ‘tappo bio’, la chiusura innovativa “carbon neutral”, riciclabile al 100% e realizzata con materiali rinnovabili d’origine vegetale. Il ‘Vegamaro’ della cantina Feudi di Guagna-no (Lecce) è il primo vino al mondo ottenuto da uve Negroamaro e destinato principal-mente a quella fascia di consumatori, sem-pre più numerosi, che scelgono cibi vegani alla base della propria alimentazione. An-che il packaging, dall’etichetta alla bottiglia, dal tappo alla scatola, sono stati concepiti nell’ottica della eco sostenibilità.Si stima che il vino offra durante l’anno opportunità di lavoro ad un milione e due-centocinquantamila italiani tra quanti sono impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, ma anche in attività connesse, di servizio e nell’indotto che si sono estese negli ambiti più diver-si: dall’industria vetraria a quella dei tappi, dai trasporti alle assicurazioni, da quella degli accessori, come cavatappi e sciabole,

vIno: ARRIvA IL PRImo vIno PER vEgAnI E vEgEtARIAnI

dai vivai agli imballaggi, dalla ricerca e for-mazione alla divulgazione, dall’enoturismo alla cosmetica e al mercato del benessere, dall’editoria alla pubblicità, dai programmi software fino alle bioenergie ottenute dai residui di potatura e dai sottoprodotti della vinificazione (vinacce e raspi).Secondo uno studio della Coldiretti la rac-colta di un grappolo alimenta opportunità di lavoro in ben 18 settori: 1) agricoltura, 2)

industria trasformazione, 3) commercio/ri-storazione, 4) vetro per bicchieri e bottiglie, 5) lavorazione del sughero per tappi, 6) tra-sporti, 7) assicurazioni/credito/finanza, 8) ac-cessori come cavatappi, sciabole e etilometri, 9) vivaismo, 10) imballaggi come etichette e cartoni, 11) ricerca/formazione/divulgazione, 12) enoturismo, 13) cosmetica, 14) benesse-re/salute con l’enoterapia, 15) editoria, 16) pubblicità, 17) informatica, 18) bioenergie.

E’ IL VEGAMARO 100 MADE In SALEnTO %

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RItIRo fItofARmAcI: c’è LA dELEgA PER I contotERZIstIIl Mipaaf ha chiarito la normativa sull’acquisto dei prodotti fitosanitari

u richiesta di diverse Regioni e di Uncai, il Ministero delle po-litiche agricole e forestali ha chiarito che anche le aziende

agricole sprovviste del certificato di abilita-zione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari (il cosiddetto patentino) posso-no acquistare i prodotti fitosanitari qualora abbiano provveduto a delegare al loro ritiro e impiego un contoterzista regolarmente provvisto di patentino.Il ministero specifica che l’agricoltore può delegare al c/terzista solo alcune fasi del processo di gestione dei prodotti fitosanitari o l’intero processo.Nel primo caso (la delega solo di alcune fasi), in azienda deve essere assicurata la presen-za almeno di una persona in possesso del patentino che sarà responsabile di tutte le fasi di gestione del prodotto non espres-samente delegate al contoterzista. Nel se-

condo caso (la delega dell’intero processo), tutte le fasi sono di esclusiva responsabilità del contoterzista, compreso lo smaltimento dei contenitori vuoti e delle rimanenze e lo stoccaggio in magazzino, e presso l’azienda agricola non occorre che qualcuno sia in possesso del patentino.Riguardo alla fatturazione essa può rima-nere in capo all’azienda agricola, anche se priva di patentino, purché sottoscriva un contratto di servizio con il c/terzista in cui vengano assegnate tutte le fasi del proces-so, ritiro, trasporto, stoccaggio, distribuzione e smaltimento dei contenitori vuoti e delle rimanenze.I contoterzisti non saranno quindi costretti ad anticipare la spesa necessaria per acqui-stare i fitofarmaci per conto degli agricolto-ri e neppure a strutturarsi eventualmente come rivenditori degli stessi, soluzioni non praticabili da tutti gli agro meccanici.

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PAtEntIno PER I fItofARmAcI A costo ZERo PER I PRoduttoRI dI AcQuAvIvA Unico caso in Puglia

atentino per i fitofarmaci a co-sto zero per i produttori agricoli di Acquaviva delle Fonti. E’ stata infatti avviata la procedura per

l’avvio dei corsi di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari, come prevede il decreto ministeriale del 22 gen-naio 2014. L’uso corretto dei prodotti chi-mici, infatti, è importante per la salute dei consumatori e degli agricoltori e la stessa amministrazione comunale ritiene priorita-ria la diffusione delle buone prassi in questo campo. Dopo una ricerca relativa agli enti di forma-zione professionale accreditati, il Comune

ha deciso di affidare alla società cooperati-va Agromnia di Bisceglie la gestione dei cor-si di formazione per il rilascio dei patentini, senza alcun onere per i partecipanti. Le lezioni si terranno nell’Istituto Rosa Lu-xemburg di Acquaviva delle Fonti, dove è presente l’indirizzo Tecnico agrario, agroali-mentare e agroindustria, gestione ambiente e territorio. Per i partecipanti non ci sarà alcun onere a carico - unico caso in Puglia - né ci sarà esborso da parte del Comune. Gli utenti po-tranno comunque rivolgersi anche ad altre tre società che hanno dato la disponibilità ai corsi a pagamento. Per ogni informazione

è possibile rivolgersi all’Ufficio Agricoltura del Comune. “E’ un importante sinergia tra Comune, si-stema scolastico e privati”, spiega l’assesso-re all’Agricoltura Luca Dinapoli. “Un grande passo in avanti in direzione di un’agricoltura sana e responsabile”, aggiunge il sindaco Davide Carlucci. Su questo tema, del resto, è prevista un’assemblea pubblica al Rosa Lu-xemburg per illustrare le tecniche di utilizzo dei prodotti fitosanitari e delle tecniche che prevedono alternative sostenibili all’uso di pesticidi, spingendo verso una produzione di tipo biologico e consentendo un rispar-mio dei costi per gli agricoltori.

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IL tERZo congREsso REgIonALE dELLA coPAgRI PugLIAA bARLETTA

n doppio appello. Al mondo agricolo a saper sfruttare i finanziamenti del prossimo Piano di Sviluppo Rurale per

potenziare la redditività puntando sulle tecnologie innovative e la creazione di Or-ganizzazioni di Produttori per avere peso sui canali commerciali. Alle istituzioni a risolvere il problema irriguo con un unico, efficace servizio regionale e ad affrontare in modo diverso la piaga del caporalato e del lavoro nero legando incentivi fiscali e finan-ziari alla rete del lavoro agricolo di qualità che attesta e premia le aziende in regola. Questo il messaggio lanciato dal Congres-so Regionale della Copagri Puglia svoltosi a Barletta che ha riconfermato presidente per i prossimi quattro anni Tommaso Battista. Nel documento congressuale la denuncia di forti dubbi sulla gestione dell’Arif: “Non si ripristinano le condotte irrigue ferme ai pri-mi anni ’90 ma si sono spesi solo nel 2015 50 milioni di euro per assumere, attraverso agenzie interinali bypassando le norme di legge, personale che non serve in quanto il numero dei dipendenti è abbondantemen-

te sufficiente a garantire il servizio”. Inoltre – ha segnalato nella sua relazione il Presi-dente Copagri Puglia Tommaso Battista – “gli agricoltori sono costretti a provvedere a proprie spese alle riparazioni dei danni alle condotte in prossimità dei loro terreni com-pensando le spese sostenute non pagando l’acqua ricevuta per uguale importo”. Nel corso del dibattito sono state sottolineate le battaglie condotte dal sindacato su Imu, carburante, sicurezza per l’emergenza furti nelle campagne, la piaga della Xylella e la richiesta di risarcimenti per i produttori di barbatelle. Ai lavori è intervenuto il commis-sario unico dei Consorzi di Bonifica Gabriele Papa Pagliardini che ha ribaltato la logica della sospensione del pagamento dei tributi affermando come senza entrate finanziarie gli enti non possano garantire gli interventi di manutenzione ed è già a rischio la pros-sima stagione irrigua. Il congresso è stato concluso dal presidente nazionale della Co-pagri Franco Verrascina che ha accusato l’U-nione Europea di “pretendere da una parte l’abbattimento di piante che rappresentano un patrimonio dell’olivicoltura pugliese e

nazionale e dall’altra di autorizzare un im-port massiccio di olio tunisino. Non possono essere solo agli agricoltori a pagare il conto di ragioni pur comprensibili”, ha concluso Verrascina. In Puglia la Confederazione dei Produttori Agricoli conta 41.110 tesserati e segue circa 70 mila imprese per i fascicoli Agea. Al termine dei lavori gli 83 delega-ti hanno eletto i nuovi organismi dirigenti della Confederazione e i 42 rappresentanti pugliesi al congresso nazionale della Copa-gri che si terrà in aprile a Bari.

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AZBAnY ®: PRotEZIonE dALLA A ALLA Z fungicida ad ampio spettro per cereali, riso ed orticole

ontinua in que-sto inizio 2016 l’arrivo di nuovi

prodotti nel catalogo di Sumitomo Chemical Italia grazie alla col-laborazione con Nu-farm. Ultimo arrivato è AZBANY ® , prodotto a base di azoxystrobin 250 g/l registrato per l’impiego su cereali e orticole.AZBANY ® è un fungici-da ad attività preventi-va, curativa ed antispo-rulante della famiglia degli analoghi delle strobilurine. Una volta distribuito rimane in parte sulla vegetazione trattata e in parte vie-ne assorbito e si ridi-stribuisce in modo uni-forme all’interno delle foglie (anche con mo-vimento trans-laminare e sistemico), risultando efficace a dosi contenu-te d’impiego sulle prin-cipali malattie dei ce-

reali, e di varie colture orticole.AZBANY ® è in grado di garantire un’ottima attività verso le prin-cipali malattie fungine dei cereali quali Oi-dio, Ruggini, Septorio-si, Elmintosporiosi ed inoltre possiede una spiccata attività rinver-dente grazie all’attività di stimolo dei processi fisiologici della pianta; aspetti questi che, som-mati alla persistenza d’azione, portano ad un incremento dei risultati produttivi.AZBANY ® può essere impiegato in diverse fasi di sviluppo della coltura, dallo stadio di levata fino alla fioritu-ra, da solo o in miscela con altri principi atti-vi per completarne lo spettro d’azione (Fusa-riosi). L’impiego su riso, dalla botticella fino alla fine fioritura, garantisce

l’efficacia contro bruso-ne ed elmintosporio-si e consente aumenti quantitativi e qualitati-vi del raccolto.AZBANY ® è inoltre re-gistrato per l’impiego su numerose colture orticole quali le sola-nacee (pomodoro, pe-perone, melanzana), i cavoli, la carota, l’aspa-rago, fagiolo, fagiolino e le bulbose (cipolla, aglio, porro e scalogno) per le quali è indica-to contro peronospora, ruggini, alternaria e al-tre patologie.AZBANY ® possiede un ottimo profilo tossi-cologico nei confronti dell’uomo e dell’am-biente ed è selettivo sugli acari fitoseidi e sugli insetti utili.AZBANY ® è un marchio Nufarm e viene com-mercializzato da Sumi-tomo Chemical Italia e Siapa.

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