fidaart n 2 2012

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FIDAart PERIODICO della FIDA-Trento N° 2 - Settembre ANNO 2012

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Pietro Verdini

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In copertina Pietro Verdini - Calciatore (2004)

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FIDAartsommario2.Sett. 2012, Anno 1 - N. 2

Editoriale

Programmi FIDA-Trento 2012

Un progetto editoriale

Intervista a Pietro Verdini

Le città invisibili e le città visibili

Zeitgeist

Rassegna mostre in regione

Memorandum

pag. 4

pag. 5

pag. 6-19

pag. 20

pag. 22

pag. 23

pag. 24-25

pag. 21

pag. 26

pag. 27-33

pag. 34

XIII BITM Magica Montagna

Voci poetiche

Il 2% per l’arte in Provincia di Trento - Dal 200 al 2010

Copyright FIDA-Trento Tutti i diritti sono riservatiL’Editore rimane a disposizione degli eventuali detentori dei diritti delle immagini (o even-tuali scambi tra fotografi) che non è riuscito a definire, nè a rintracciare

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In questo numero presentiamo l’opera e il pensiero di Pietro Verdini, pittore decano di FI-

DA-Trento e “pensatore” estremamente originale e anticonformista. Non un intellettuale in

senso stretto (lui odia gli intellettuali!), quanto un osservatore dalle fortissime convinzioni e

refrattario ai compromessi. Da questa sua visione primitiva, proudhoniana (il rifiuto di ogni

tipo di potere al di sopra dell’individuo), deriva la sua ricerca pittorica fuori dal tempo e dagli

stili (l’autorità) che lui pratica con la fatica e la pazienza di chi deve realizzare le cose “a regola

d’arte”. In una persona così energica, sanguigna, spesso eccessiva, si comprende come questi

racconti per immagini che comportano un grande impegno psicologico e fisico, rappresentino

una sorta di arte-terapia la quale, attraverso una dolorosa auto analisi porta alla luce il suo

vissuto. Nelle forme che si ritrovano nelle sue tavole e che lui definisce “le forme inseguite”,

i significati nascosti sono molteplici in un continuo intrecciarsi di cultura alta e ricordi perso-

nali, il tutto mediato dalla sapiente capacità manuale e tecnica. Infatti, il suo sistema pittorico

tonale, apparentemente semplice e naive per l’uso di soli tre colori, il nero, il blu oltremare e

il bianco è, in realtà, il risultato di un lavoro lungo e faticoso. I colori sono ‘tirati’ sulla tavola

di legno fino a raggiungere mediante la continua soprapposizione di velature trasparenti, una

superficie chiaroscurale naturalmente translucida capace di esaltare la profondità dei sogget-

ti con effetti ottici che richiamano i bassorilievi.

Ancora oggi Pietro ritorna sui vecchi quadri correggendo dettagli minimi che solo a lui sem-

brano non soddisfacenti, oppure rifacendoli due-tre volte in una costante ricerca del suo ide-

ale di armonia generale. I suoi dipinti possiedono una immediata “riconoscibilità” anche in

mezzo ad altri mille, e già solo questo basterebbe per collocarlo tra i veri pittori.

L’altro tema affrontato in questo numero interessa e coinvolge - direttamente o indirettamen-

te - migliaia di artisti. L’occasione per parlarne è fornita dalla pubblicazione da parte della

Sovintendenza per i Beni Architettonici del libro “Il 2% per l’arte in Provincia di Trento - Dal

2000 al 2010”. La legge del 2% ha dimostrato la sua validità perché ha portato in luoghi, al-

trimenti penalizzati da problemi economici o culturali, le idee e il linguaggio del moderno e

questa prassi, seppur dagli effetti non immediatamente quantificabili, è un piccolo seme che

contribuirà a far crescere nuove mentalità anche nelle comunità periferiche.

Ebbene, su questa legge che ha permesso di realizzare o acquistare su tutto il territorio tren-

tino centinaia di opere e sulla stessa gestione del mondo dell’arte, sarà importante iniziare

una discussione tra l’Assessorato Provinciale alla Cultura e le associazioni culturali per cercare

di collaborare alla costruzione di un nuovo sistema organico di diffusione e valorizzazione

dell’arte in una realtà in continua trasformazione.

EDITORIALE

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8 destini = 1 passione - 19 ottobre 2012

L’inaugurazione della mostra dal titolo “8 destini = 1 passione” è stata fissata il giorno 19 ottobre alle ore 17.30 presso Spazio Archeologico - P.zza Lodron - Trento. Invece, l’inaugurazione del Festival ITALIA-RUSSIA avverrà il giorno 20 ottobre.Le quattro artiste della FIDA che partecipano sono: Graziella Gremes, Cassia Raad, Silvana Todesco e Giulia Trettel. Non si conoscono ancora i nomi delle quattro artiste russe

Natura Libera - 9 novembre - 9 dicembre 2012

L’inaugurazione della mostra “Natura Libera”, è stata fissata il giorno 9 novembre alle ore 18.30 presso Palazzo Libera a Villalagarina. I quattro artisti della FIDA che partecipano sono: Mauro Berlanda, Alessia Carli, Carla Decarli e Anna Lorenzetti.

COLLETTIVA FIDA 2012 - dicembre 2012 - gennaio 2013

Le città invisibili e le città visibili - 19-28 settembre 2012

L’inaugurazione della mostra dal titolo “Le città invisibili e le città visibili” è stata fissata il giorno 19 settembre alle ore 18.00 presso la sala al piano terra del Palazzo della Regione in Piazza Dante a Trento I sette artisti della FIDA che partecipano sono: Martina Angarano, Matteo Boato, Die-go Bridi, Sergio D’Angelo, Mirta de Simoni, Matteo Menotto, Pietro Verdini.VEDI NOTIZIE a pagina 21

Magica Montagna - 22-23 settembre 2012

La Collettiva della FIDA, “Magica Montagna” alla BITM 2012, la Borsa Internazionale del

Turismo Montano XIII Edizione, si terrà a Trento i giorni 22 e 23 Settembre al padiglione di

Piazza Fiera

VEDI NOTIZIE a pagina 22

PROGRAMMI FIDA-Trento 2012

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INTERVISTA A PIETRO VERDINI

Pietro Verdini è nato nel 1936, eppure, e non è assolutamente piaggeria, la sua vi-talità, la sua curiosità e la sua forza fisica farebbero invidia a un giovane, e queste caratteristiche sono tutt’altro che secondarie nel suo fare arte. In effetti, Pietro è un “personaggio”, un artista a tutto tondo e un pittore che possiede la sua materia con una conoscenza e una coscienza invidiabili. Sentire le sue storie e vedere i suoi dipinti, equivale a vivere un’esperienza di altri tempi quando la Storia era tramandata solo attraverso il racconto orale e i grandi dipinti e affreschi costituivano la fonte dell’im-

La mostruosa assurda ragione degli uomini Testa d’angelo (1998)

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maginario di una comunità. “Noi di Gra-gnola siamo così” è una sua frase ricor-rente per spiegare strane regole di vita, comportamenti primitivi e sentimenti anarchici altrimenti incomprensibili. In Verdini, infatti, è sempre presente la memoria, precisissima, ossessiva, di tutto il suo passato: “mi scorre davanti come un film”. E i personaggi, i luoghi, gli ambienti delle sue narrazioni si ritrovano tutti nelle forme simboliche archetipiche dei dipinti bianchi-neri-blu. Grande affabulatore, con poche frasi

e dettagli apparentemente secondari, accompagnandosi con voce, mimi e ge-sti da attore consumato, descrive le sue esperienze di vita rendendole avventure incredibili che stupefanno l’ascoltatore.Ma, quanto Pietro è esuberante, san-guigno, eccessivo e strambo nella vita, tanto è delicato, sobrio, misurato, dolce, malinconico nella sua pittura. “Io sono la mia pittura!” dichiara. E, forse, in quelle ombre nere si legge la coscienza dolente del destino dell’Uomo. Paolo Tomio

Bosco (pineta) 2007

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Quando e perché hai cominciato a de-dicarti alla pittura?

In un periodo di crisi esistenziale, constatando che le situazioni da me vissute non avevano alcun valore spirituale, ho iniziato per quasi per caso a disegnare e dipingere. Im-mediatamente ho sentito che la pit-tura sarebbe stata la mia salvezza.

Quali sono stati le correnti artistiche, del passato o moderne, che ti hanno condizionato?

Inizialmente ero affascinato dalla corrente impressionista. In seguito, avendo vissuto otto anni in conventi francescani della oscana, a contat-to quotidiano con le più importanti opere di Andrea Della Robbia, la pittura classica del 500, del 400, in-dietro fino a Giotto e Cimabue, il mio gusto artistico è stato influenzato in maggior misura da questi artisti.

E quali artisti non apprezzi o, addirittu-ra, detesti? Cosa ricerchi in un’opera d’arte altrui? Quali caratteristiche ti atti-rano e quali ti respingono?

Per poter rispondere in maniera completa a queste domande do-vrei scrivere un intero libro, tente-rò di farlo in forma essenziale. Es-sendo la mia ricerca guidata dalla solitudine e dalla marginalità ho cominciato immediatamente ad

odiare gli artisti contemporanei di successo poiché per me il suc-cesso non può derivare dalla vera arte, il successo è figlio del mer-cato e il mercato è figlio dell’im-broglio. In un’opera d’arte cerco le forme essenziali, l’opera deve suscitarmi un’attrazione misteriosa.

Crocifisso (2009)

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Hai conosciuto molti pittori trentini: chi apprezzi e perché?

Nell’arco della mia vita ho cono-sciuto quasi tutti i pittori trentini. Mariano Fracalossi è stato colui con il quale ho avuto un sincero rapporto di stima. Ho conosciuto Guido Polo che mi ha incoraggia-to nel mio lavoro. Considero sen-za dubbio la pittura di Polo la più raffinata del contesto trentino, le sue nature morte le preferisco a quelle di Morandi, vi riconosco tut-ta la cultura pittorica europea, le atmosfere sono raffinatissime, gli spazi se pur minimi sulla tela si di-

latano diventando immensi, in un frammento di dipinto di Polo scor-go l’intera pittura colta europea. Inoltre ho conosciuto l’opera di Gino Pancheri, anche lui un grande artista, i suoi paesaggi collinari del trentino mi hanno stregato, mi spia-ce molto che sia mancato così pre-sto, sarebbe sicuramente diventa-to uno dei pittori più grandi del 900.

Hai attraversato diverse fasi prima di arrivare al tuo stile attuale? Nel corso della tua attività hai gradualmente eli-

Abbado, vieni a dirigermi questo mare (1980)

a destra: Il gotico nel bosco (2010)

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minato il colore optando solo per bian-co, nero e blu. Cosa ti ha portato a questa opera di sintesi estrema?

Nel 1963 ho conosciuto e segui-to il grande pittore tedesco Con-rad Peter Bergman, mi ha accolto come un figlio, insegnato la tecnica pittorica e risvegliato in me l’etica che ognuno ha insita nel proprio animo. Con la nascita di mia figlia Angela nel 1978 sono praticamen-te rinato ed ho iniziato, con mia soddisfazione, la ricerca di forme e colori essenziali. Ho scoperto i notturni scendendo di notte lun-go il Fersina ed ho eliminato man mano la pittura descrittiva del pa-esaggio perché la notte “mangia” le forme ed i colori, le immagini acquistano un mistero metafisico.

Come scegli il soggetto che vuoi di-pingere? Parti da un’idea astratta, da una forma, da un’emozione?

I miei soggetti nascono quasi sem-pre da situazioni che vivo in modo tormentato, dalla rabbia che accu-mulo in modo crescente, tuttavia dal mio pennello non esce mai rabbia od odio ma solo malinconia. Dipin-gendo ritrovo l’equilibrio interiore.

Tu dipingi ad olio su tavole di legno con un tecnica molto particolare e faticosa che rende la superficie liscia e lucida. Come sei arrivato a questa scelta?

Ho iniziato a dipingere su tavole, perché non volevo dipingere sulle misure uniformate delle tele, per-ciò cercavo un vecchio tavolo, un cassetto, un sedile di legno, un vecchio portone. Quelle superfici che trovavo casualmente diveni-vano per me obbligatorie, così ho sempre dipinto su vecchie tavole.

Tu sei anche un ottimo disegnatore: quale è per te la differenza tra il dise-gno e la pittura ad olio?

A me piace moltissimo trovare le mie forme, per farlo comincio dal disegno, lo modifico più e più vol-te, lo faccio per settimane intere, poi riporto il disegno sulla tavola e dipingendo, proseguo nella varia-zione del disegno alla ricerca con-tinua della forma. Mentre dipingo ruoto la tavola in continuazione, la giro fino a capovolgerla anche di 180°, per cui lavoro solamente le forme che vedo in quella determi-nata posizione ed il significato del soggetto iniziale per me non con-ta più. Con il disegno creo le for-me di un corpo, di un paesaggio, inseguito con la pittura modifico la realtà che appare dal disegno.

Sei stato definito dalla critica un pittore “primitivo”. Secondo te, cosa significa

a destra: Violoncellista del mare (2000)

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e ti riconosci in questo termine?

Io mi sento un archeologo che cerca la trepidazione e la soffe-renza degli artisti dei secoli pas-sati all’indietro fino Cimabue, che amo moltissimo, naturalmente agendo in questo modo mi ri-mane addosso quel “primitivo” che io gradisco. Del moderno e del futuro non mi interessa nulla.

I tuoi quadri sono molto diversi dalla

tua personalità estroversa e sangui-gna: come spieghi questa apparente incongruenza?

Io sono quello che traspare dai miei quadri, quando parlo con le persone è come fossi su un palco-scenico a recitare un copione, in-vece la mia vera identità è quella che si manifesta mentre dipingo.

Qualche anno fa hai disegnato a san-guigna su una tavola un Cristo in croce

Albero attraversato dal mare (2004) - particolare

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enorme. Perché hai affrontato questo tema classico del Cristianesimo?

Come ha scritto di me Rinaldo Sandri, mi piacciono le sfide. Ho voluto disegnare una crocifissio-ne di 6 metri di altezza su tavola per provare tutte le difficoltà tecni-che causate dalla grandezza del tavolato che ho dovuto assem-blare, girare e rigirare da solo a causa del mio modo di dipinge-re. Il soggetto l’ho scelto perché è il simbolo della sofferenza di tutti gli uomini e di tutti gli animali che vengono quotidianamente uccisi.

Nei tuoi quadri le forme sono fonda-mentali, forme pure, morbide, lisce, definite solo con il chiaroscuro: dei veri e propri bassorilievi. Da dove na-

sce questa attenzione?

Ho intitolato una mia mostra “ La forma inseguita”, questo perché per me l’armonia, la bellezza, e l’etica si trovano in modo chiaro nelle forme pure. Questo concetto si è radicato fortemente in me, sco-prendo giorno per giorno che sotto il colore, il tono c’è la forma pura.

Spesso si ripete nelle tue opere uno strano “angelo” arrotondato. Cosa vor-rebbe significare?

Semplicemente l’angelo è una for-ma in sè completa al pari di un pae-saggio di montagna o di un bosco.L’angelo fa parte dei personaggi

La barca di Oscare (2011)

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della mia “Tebaide”, quando lo poso immenso sopra un bosco, imme-diatamente il bosco diviene sacro.

I tuoi personaggi sono quasi sempre composti, malinconici, dolenti e fer-mati in pose quasi statuarie. Di che umanità si tratta?

Unicamente la sofferenza delle per-sone, anzitutto umili e povere, mi commuove, perché indifese, che rimangono immobili nella sofferen-za quasi come vittime sacrificali. Le rappresento nelle mie tavole per dar loro visibilità, un riscatto. Le pose statuarie, le teste rivolte al cielo, rappresentano la poesia che esse hanno senza alcun dubbio dentro.

Cos’è la bellezza? E’ ancora un valore assoluto o una variabile relativa legata allo spirito del tempo?

La bellezza è sicuramente piace-vole, un bel paesaggio di mare o di montagna rilassa lo spirito, ma credo che il bello sia in ogni cosa, basta saper cogliere i valori posi-tivi. Personalmente come artista non ricerco il bello, ma il giusto.

E, per finire, la domanda più difficile: cosa è, per te, l’arte? E chi è l’artista?

Per me l’arte è il mezzo per denun-ciare e combattere il potere, l’abu-so, l’ingiustizia, la truffa, la guerra. L’arte è il modo più adeguato per raggiungere una morale supe-riore. L’artista è l’alambicco delle sofferenze poiché accoglie dentro di sè i mali della società, gene-rati dalla prepotenza, dall’invidia, dall’opportunismo e dall’imbro-glio, li distilla nella sua opera attra-verso una catarsi di purificazione.

Sembra di capire che, per te, l’arte sia molto simile a una religione laica e che l’artista sia il sacerdote che la custodisca, la officia e la diffonda tra la gente. Insomma, l’arte non deve ri-cercare e procurare piacere, ma solo lenire dall’inelluttabile dolore?

Per me l’arte ha un contenuto su-periore alla religione: è una irrefre-nabile ricerca dell’etica, cioè quello che Dino Campana chiamava la “morale superiore dell’artista”. Io lavoro per trovare il mio equlibrio interiore, ma se il dipinto contiene l’armonia delle forme e del colore, il senso del mistero, trasmette sen-za dubbio questi valori anche a chi guardi l’opera. Il quadro, infatti, è come uno spec-chio di fronte al quale ognuno vede sè stesso.

a sinistra: Prigioniera (2006) retro: Bambina arcaica (2007)

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Pietro Verdini

Nasce a Gragnola, in provincia di Massa Carrara, il 21 settembre 1936 da Laura Catelani e Ettore Verdini. Alla prematura e improv-visa morte del padre, Pietro viene affidato ai nonni materni. E’ in par-ticolare la figura del nonno fabbro a lasciare il segno nella sua for-mazione negli anni della seconda guerra mondiale tra sfollamenti, bombardamenti, rastrellamenti e fucilazione dei partigiani.

Nel 1948 Pietro entra nel collegio francescano dei Frati Minori.

Nel 1956, lasciato il convento, si arruola nella Guardia di Finanza e nel 1961 viene trasferito in Alto Adige. Due anni più tardi a Bres-sanone conosce l’artista Conrad Peter Bergmann, diventa suo allie-vo, affinando le tecniche pittoriche. Incomincia ad esporre e nel 1964 vince il primo premio alla mostra biennale organizzata dalla Guardia di Finanza.

Nel 1966 è a Trento dove frequenta il gruppo Arti Visuali e la Galleria Fo-golino diretti da Mariano Fracalossi e le Gallerie Il Castello e La Tavo-lozza, del pittore Gino Castelli. Nel 1978 sposa Edda Capozzi e si tra-sferisce a Pergine Valsugana. Nel 1981 lascia la Guardia di Finanza per dedicarsi esclusivamente alla pittura. Dopo la mostra alla Galleria Fogolino, tenutasi nel 1983, l’ami-cizia con Rinaldo Sandri lo spinge a collaborare per il quotidiano l’Adi-ge per il quale realizza alcune illu-strazioni. Tra il 1986 e il 1989 apre a Pergine una galleria d’arte. Nel 1988 illustra i versi dialettali del vo-

lume “Emigranti” di Renzo France-scotti con il quale stringe una col-laborazione che continuerà negli anni. Nel 1992 realizza per Palaz-zo Trautmannsdorf di Trento, sede della Casa del Vino, una serie di pannelli a sanguigna su tavola. Nel 2007 il Comune di Pergine orga-nizza una mostra personale “Pietro Verdini - Nero, Blu e Bianco”. So-cio della FIDA-Trento partecipa alle Collettive nel 2010, 2012 e alle mo-stre “La forma inseguita” e “La città invisibile e la città visibilie”.

Vive e lavora a Pergine Valsugana

[email protected]

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UN PROGETTO EDITORIALE

E’ eccessivamente ambizioso e presuntuoso pensare che un’associazione artisti di provincia possa uscire, periodicamente, con una rivista DIGITALE che si occupi di arte e cultura? Sono oramai troppe le informazioni che occupano la Rete ed è, oramai, impossi-bile trovare il tempo necessario alla loro lettura?Non ci sono persone in FIDA

FIDAart copertina del Numero 2

Periodico di arte e cultura della FIDA-Trento

SI CERCANO cinque, sei persone

disposte a collaborare a questa rivista digitale

fornendo, idee, proposte, critiche, progetti

e materiali !

(e fuori) in grado di scrivere qualcosa che valga la pena di essere letto? Forse si. Forse no.Molti parlano, molti criticano, ma pochi hanno la voglia, il tempo e, diciamolo, il coraggio di esprimere delle idee, dei concetti, delle proposte, sul fare arte. Eppure, gente pensante l’abbiamo anche noi. Eppure, persone che hanno delle cose da dire, non necessariamente eclatanti, dovremmo poterle trovare!O, forse, l’Autonomia, invece di renderci più liberi e aperti, ci ha resi solo più ricchi?

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LE CITTA’ E INVISIBILI E LE CITTA’ VISIBILI

Con questa seconda mostra intitolata “Le città visibili e invisibili” prosegue il fruttuoso rapporto di collaborazione tra FIDA-Trento e Regione Trentino-Alto Adige. Questa collet-tiva che vede presenti sette artisti di varie formazioni culturali e diversa notorietà, si ripropone di ricordare che quest’anno ricor-rono i 40 anni dalla pubblicazione del libro di Italo Calvino “Le città invisibili” per l’editore Einaudi. Questo omaggio è stato integrato con un secondo tema, “le città visibili”, che contribuisce ad arricchire e ad ampliare l’ar-gomento in una dialettica aperta alle più va-rie interpretazioni.

La città è stata definita “cultura pietrificata” nel duplice senso che è il risultato stratifica-to nei secoli di civiltà spesso antichissime e, anche, che la cultura di una comunità viene rappresentata attraverso le forme fisiche co-struite (i pieni degli edifici) o gli spazi vuoti (strade, piazze ecc.) e dai loro rapporti. Non esiste una città uguale all’altra, né sul piano architettonico e urbanistico, né per quan-

to riguarda la specifica “personalità” che è l’espressione diretta della Storia, sua e dei suoi abitanti. Per il loro sviluppo orizzontale e verticale fuori scala le metropoli vengono spesso descritte come dei moderni labirinti in cui l’uomo vaga solo tra la folla. Gaber cantava: “...Com’è bella la città, com’è gran-de la città, com’è viva la città, com’è allegra la città. Piena di strade e di negozi e di vetri-ne piene di luce, con tanta gente che lavo-ra con tanta gente che produce. Con le ré-clames sempre più grandi, coi magazzini le scale mobili, coi grattacieli sempre più alti, e tante macchine sempre di più…”

Come un organismo vivo, le città possiedono mille facce, colori, suoni e odori che si tra-sformano durante il giorno e nel corso del tempo, “costruendo” a loro volta delle map-pe mentali e psichiche che connotano i luo-ghi e, il vero viaggiatore, è proprio chi riesce a cogliere il loro genius loci.

I sette artisti hanno creato, ognuno secondo la propria sensibilità e attraverso gli stru-menti tecnici propri, il loro punto di vista su un tema non facile privilegiando, chi il visi-bile, chi l’invisibile e chi il confine ambiguo che corre tra i due e dove la città diventa so-gno o incubo. Crediamo che le opere esposte contribuiranno ad arricchire l’immaginario collettivo fornendo diverse chiavi di lettura, estetiche o concettuali, utili per comprende-re l’infinita complessità delle più grandi co-struzioni realizzate dall’uomo nel corso dei millenni.

Pres. FIDA-Trento Paolo Tomio

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XIII BITM

“Magica Montagna”

Anche quest’anno FIDA, la Federazione Ita-liana Degli Artisti di Trento, parteciperà alla BITM con una mostra che i suoi artisti rea-lizzeranno ispirandosi al tema del Convegno “La montagna e il ritorno sereno alla villeg-giatura”.

Ovviamente, gli approcci saranno mediati dalle diverse sensibilità e dai vari linguaggi e tecniche artistiche che ognuno riterrà di uti-lizzare. In questo senso, la montagna che vi sarà rappresentata potrà esprimere tanto la realtà fisica e concreta che tutti conosciamo, quanto una dimensione più spirituale e me-tafisica. La “Montagna”, infatti, è un mondo a sé stante, talmente vasto, vario e magico che è difficile associarla a delle immagini precise e che rientra, piuttosto, nel mondo delle emozioni e delle idee.

Anche il concetto ri-proposto di “villeggiatu-ra”, è un intreccio di sensazioni, ricordi lon-tani e fantasie che rimandano più a letture e a immagini cariche di nostalgia che a dei luoghi reali. Si tratta, infatti, di un termine “vintage” perché legato a una concezione di tempo lineare “analogico” (meccanico), ormai sostituito dalla precisione del tempo relativo “digitale” (elettronico). L’importan-za del tempo, sia nella vita quotidiana sia nel cosiddetto “tempo libero”, è andata tal-mente cambiando che, oggi, tempo e velo-cità sono le due facce dello stesso pensiero unico che regola la vita. Per questa ragione, cercare di rallentare o controllare questi rit-

mi implica, soprattutto, rimettere in discus-sione il sistema di vita.

Montagna e villeggiatura hanno perso, via via, il fascino di un’esperienza di vita per diventare solo una pausa dal “tempo non libero”, sempre più breve e sempre più con-centrata, nel tentativo di “sfruttare” sia il tempo che l’ambiente per ottenere la mas-sima resa.

Ma, il tempo della Montagna si misura in centinaia di milioni di anni e questa corsa dell’uomo è ridicola perché, ovviamente, perdente.

Collettiva FIDA-Trento “Magica Montagna”

Borsa Internazionale Turismo Montano

Trento - 22-23 Settembre 2012

Magica Montagna

Federazione Italiana Degli Artisti - Trento

XIII Borsa Internazionale Turismo Montano - Trento 22-23 sett. 2012

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VOCI POETICHE

TORNA A SCORRERE IL TEMPO

Movimento 1

Suona la sveglia, piume ammutinate veleggiano schive sul letto.La fame si fa sentire ancora prima che si sollevi il sole.

Echeggiano cumuli di fieno sui prati scoscesi della memoria, un attimodopo il cielo garrisce.

Brilli di luce scendono fra i rami del noce.

Movimento 2

Lunghe trecce di mare ingurgitano attimi dimenticati.Spesso la vita si interrompe senza troppe scosse.

Arbusti anneriti dalla notte - nessuno può scalfire il respiro del giorno.Ho scordato di chiudere il rubinetto, la porta cigola, stanche opinioni

appese al soffitto.Nella mangiatoia della vita naufragi di uomini nulli.

Aria stanca, che bussa dove sbocciano sorrisi appannati.Torna a scorrere il tempo.

Movimento 3

Ai margini dei fiumi tutto è più lento, le libellule danzano in controluce.Tiro il fiato, infilo il bracciale dei desideri, bevo un corso di tristezza.Cerco un modo nuovo per arrampicarmi sulla sommità degli alberi e

in cima ai pennoni.Mi perdo a contare le crepe di gesso alle pareti.

Oggi si balla stretti!

Renato Sclaunich

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RASSEGNA

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IL 2% PER L’ARTE - Dal 200 al 2010

In Maggio, l’Assessore alla Cultura Franco Panizza ha presentato al Castello del Buon-consiglio il bel libro realizzato dalla Soprin-tendenza per i Beni Architettonici, “Il 2% per l’arte in Provincia di Trento - Dal 2000 al 2010”.

Il volume, un vero e proprio “libro d’arte”, cu-rato dall’architetto Sandro Flaim, arricchito da interventi di architetti e critici e illustrato con centinaia di foto a colori appositamen-te realizzate sui luoghi degli interventi, è un documento importante sulla storia dell’at-tività artistica realizzata nella Provincia di Trento grazie ai finanziamenti di un’apposita

legge: il cosiddetto 2%. In pratica, una per-centuale della spesa prevista nel progetto di ogni nuovo edifici pubblico, riservata speci-ficamente alla realizzazione o all’acquisto di una o più opere d’arte, mediante concorso aperto a tutti gli artisti.

Si tratta di un importo che, fin dal dopo-guerra, una legge nazionale ritenne di dover riservare a “opere di abbellimento” da inse-rire nei nuovi fabbricati, sulla base dell’idea che si riteneva necessario valorizzare de-gnamente tutti gli edifici destinati all’attività pubblica. La Provincia di Trento, dopo averla adottata è, quasi sicuramente, tra le regioni italiane, la più attenta e coerente nell’appli-cazione di questa norma.

Sui giornali locali appaiono, di tanto in tanto, delle critiche a questa spesa perché consi-derata uno “spreco” in quanto l’arte è “non-utile” per definizione e, ancor più oggi, in tempi di crisi economica. Ebbene, le centi-naia di immagini pubblicate in questo libro documentano i quadri, le sculture, i mosaici, le fontane, gli affreschi e gli arredi realizzati o acquistati in tutto il Trentino grazie al 2%. e, come sottolinea l’arch. Flaim, quanto le opere d’arte realizzate abbiano “contribuito a rendere più bello il nostro territorio”.

Ci fa molto piacere leggere le considerazioni dell’ass. Panizza il quale rivendica orgoglio-samente “un unico, immenso museo d’arte all’aria aperta” che offre a tutti la possibi-lità gratuita di fruire dell’arte. E ci troviamo anche in totale sintonia quando afferma che, grazie al 2%, “l’arte contemporanea è

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RASSEGNA

preziosa testimonianza di una cultura che adotta linguaggi sempre nuovi per comu-nicare emozioni e idee” e che ciò “rientra nell’educazione al bello”. Non possiamo che trovarci completamente d’accordo con ciò che noi andiamo ripetendo da sempre, e cioè che l’arte è elemento indispensabi-le di ogni società. Per questa ragione, non abbiamo risparmiato critiche alla gestione del 2% da parte della Provincia, ad esempio quando, nel 2009, all’insaputa di tutti, que-sta percentuale è stata drasticamente ridot-ta all’1% (e allo 0,5 oltre i 3 milioni di euro), proprio dall’assessore Panizza.

Nella sua relazione l’architetto Flaim, giu-stamente, riporta una serie di dati di grande interesse: nel decennio 2000-2010 gli inter-venti provinciali con bando di gara o attra-verso acquisizione diretta sono stati 104 e gli artisti coinvolti in questi concorsi sono stati 3469!. Una cifra enorme che fa capire come questi concorsi si trasformino in occasioni positive di partecipazione, informazione, scambio e utile confronto anche per le aree e le amministrazioni più decentrate del no-

stro territorio.

Vogliamo aggiungere che la costruzione di opere complesse come sculture, mosaici o strutture di arredi interni o esterni, compor-tano il coinvolgimento di artigiani altamente specializzati, di imprese edili, per non par-lare dei servizi informatici, di aziende del settore artistico, modellistico, tipografico, stampa e fotografia, o di tecnici incaricati dei calcoli statici o della sicurezza, con una conseguente ricaduta economica, oltre che tecnologica e culturale sul nostro territorio.

Dopo aver, doverosamente, elogiato l’Asses-sore Panizza e la sua Soprintendenza per il libro che, crediamo, abbia fatto piazza pulita di tutte le sterili e gratuite polemiche sulla (ex) legge del 2%, auspichiamo che all’inte-resse sincero che abbiamo colto nelle sue parole, segua un’azione politica altrettan-to lungimirante e partecipata nei confronti dell’arte e degli artisti presenti sul territorio trentino.

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Mostre in regione

Sett. 2012, Anno I - N.2

Città invisibili e cittò visibili Magica Montagna

Magica Montagna

Terra e Acqua

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Arrivano mensilmente INVITI dei soci alle loro personali e collettive.

Per poter informare sollecitamente i lettori, si invitano i soci interessati a pubbliciz-

zare le proprie iniziative a spedire con largo anticipo il materiale da pubblicare a:

PAOLO TOMIO [email protected]

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Magica Montagna

Federazione Italiana Degli Artisti - Trento

XIII Borsa Internazionale Turismo Montano - Trento 22-23 sett. 2012

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Magica Montagna

Federazione Italiana Degli Artisti - Trento

XIII Borsa Internazionale Turismo Montano - Trento 22-23 sett. 2012

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Federazione Italiana Degli Artisti - Trento

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QUOTA DI ISCRIZIONE PER L’ANNO 2012

E’ stata mantenuta la quota d’iscrizione di euro 50.00 Il versamento dovrà essere effettuato con la causale: ISCRIZIONE ANNO 2012

MEMORANDUM

IMPORTANTE

Per ragioni fiscali e contabili, TUTTI i versamenti (ad es. per l’iscrizione, la quota an-nuale, partecipazioni a mostre o eventi FIDA ecc.) dovranno essere effettuati sul con-to corrente della FIDA-Trento: Volksbank-Banca Popolare dell’Alto Adige - Piazza Lodron 31 38100 Trento IBAN: IT47 B058 5601 8010 8357 1214 752 INSERIRE SEMPRE LA CAUSALE: (es.iscrizione)Dato che questo Conto Corrente dovrà essere utilizzato sempre si consiglia di stam-parlo e di tenerlo sul computer in una cartella FIDASegretario-tesoriere: Alessando Goio [email protected]

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Si ricorda che l’indirizzo Mail ufficiale di FIDA-Trento è: [email protected]

INDIRIZZO FIDA-Trento

Si ricorda che l’indirizzo ufficiale di FIDA-Trento è: C/o Paolo TomioVia Cernidor 43 - 38123 TrentoTel. 0461 934276

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