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ANPI Viareggio ISREC LuccaSIT Comune di Viareggio Topografia della Viareggio antifascista e resistente 1 Eudemio Menesini (1924 1944) La casa dei fratelli Menesini si trovava nel luogo corrispondente all’attuale via IV Novembre 177. Eudemio Menesini fu allievo del Prof. Giuseppe Del Freo al Liceo Classico Carducci. A cura di: Clementina Cirillo, Tiziana Gualtieri, Eleonora Lauro e Ilaria Lemmetti. Eudemio Menesini nacque a Lavagna il 19 giugno 1924 e morì il 13 giugno 1944 a Forno. Faceva parte di una famiglia di sei persone, i genitori e quattro figli: Eudemio, Giovanni, Mario e Anna Rosa. Eudemio, iscritto al Liceo classico Carducci di Viareggio, fu alunno dalla personalità spiccata. Fu allievo di Giuseppe Del Freo, professore noto per il suo grande affetto verso i suoi ragazzi e uomo volto verso nobili valori di libertà che cercò di infondere nelle giovani menti dei suoi alunni anche durante le escursioni sulle Apuane, che era solito fare con gli studenti. Eudemio conseguì positivamente la maturità classica nell’anno scolastico 1942/43 e si iscrisse alla Facoltà di Medicina presso l’Università di Pisa. Dopo l’8 settembre 1943, quando fu richiamata alla leva la classe del 1924, Eudemio, in alternativa al servizio militare, nel febbraio del 1944, iniziò a lavorare in una ditta di Massa Carrara che eseguiva lavori per la Todt. L’organizzazione attendeva alla costruzione della Linea gotica, la linea fortificata che andava dal Cinquale fino all’Adriatico, passando dalla Garfagnana e anche da Vinca, località nei cui pressi fu impiegato Eudemio. Essendo studente in medicina, nel cantiere svolgeva un’attività di infermiere. Tra i suoi compagni di lavoro erano Palmiro Guidotti e Beppe Domenici, entrambi di Viareggio; questi personaggi, sul lavoro, proteggevano altri compagni che Eudemio Menesini

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Eudemio Menesini

(1924 – 1944)

La casa dei fratelli Menesini si trovava nel luogo corrispondente all’attuale via IV Novembre 177. Eudemio

Menesini fu allievo del Prof. Giuseppe Del Freo al Liceo Classico Carducci.

A cura di:

Clementina Cirillo, Tiziana Gualtieri, Eleonora Lauro e Ilaria Lemmetti.

Eudemio Menesini nacque a Lavagna il 19 giugno 1924 e morì il 13 giugno 1944 a Forno.

Faceva parte di una famiglia di sei persone, i genitori e quattro figli: Eudemio, Giovanni, Mario e

Anna Rosa.

Eudemio, iscritto al Liceo classico Carducci di Viareggio, fu alunno dalla personalità spiccata.

Fu allievo di Giuseppe Del Freo, professore noto per il suo grande affetto verso i suoi ragazzi e

uomo volto verso nobili valori di libertà che cercò di infondere nelle giovani menti dei suoi alunni

anche durante le escursioni sulle Apuane, che era

solito fare con gli studenti.

Eudemio conseguì positivamente la maturità

classica nell’anno scolastico 1942/43 e si iscrisse alla

Facoltà di Medicina presso l’Università di Pisa.

Dopo l’8 settembre 1943, quando fu richiamata

alla leva la classe del 1924, Eudemio, in alternativa al

servizio militare, nel febbraio del 1944, iniziò a

lavorare in una ditta di Massa Carrara che eseguiva

lavori per la Todt. L’organizzazione attendeva alla

costruzione della Linea gotica, la linea fortificata che

andava dal Cinquale fino all’Adriatico, passando

dalla Garfagnana e anche da Vinca, località nei cui

pressi fu impiegato Eudemio.

Essendo studente in medicina, nel cantiere

svolgeva un’attività di infermiere. Tra i suoi compagni di lavoro erano Palmiro Guidotti e Beppe

Domenici, entrambi di Viareggio; questi personaggi, sul lavoro, proteggevano altri compagni che

Eudemio Menesini

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facevano parte di formazioni partigiane, come testimonia il Domenici in un suo scritto, segnando

presenze fasulle sui luoghi di lavoro di partigiani ricercati che operavano invece nelle varie

formazioni.

Anche Eudemio Menesini venne a far parte di una formazione partigiana della Lunigiana, con

centro a La Spezia e distaccamento a Equi Terme, con a capo Giacomo Zini, deceduto sul Gabberi

nel luglio 1944. Le formazioni partigiane delle Apuane erano state in parte riunite sotto il comando

di Marcello Garosi, detto Tito. I partigiani, nel giugno 1944, avevano occupato il paesino di Forno e

presidiato le zone di accesso ad esso, ma la notte tra il 12 e il 13 giugno, mossero l’attacco a Forno

un migliaio di armati tra S.S. tedesche, militi della G.N.R. e X Mas, in particolare il battaglione San

Marco, guidato dal tenente Umberto Bertozzi. Tito, rimasto ferito preferì uccidersi piuttosto che

cadere vivo tra le mani del nemico.

Secondo quanto troviamo nell’Annuario del Liceo, nei giorni precedenti all’attacco tedesco a

Forno, Eudemio era assente da Vinca. Secondo la testimonianza del fratello Mario, egli si trovava

appunto presso la famiglia, sfollata in Lucchesia, vicino a Montecarlo di Lucca (era giunto lì da

Equi); lì trovò anche il fratello Giovanni, di due anni più giovane, che era da poco rientrato, dopo

aver concluso il quarto anno al Liceo scientifico “Vallisneri” di Lucca. Alla partenza, Eudemio

decise di portare con sé il fratello, pensando di metterlo al sicuro da eventuali rastrellamenti.

Ripartiti per rientrare nella zona apuana, durante il cammino verso Forno, furono catturati da

squadre tedesche delle S.S. e da italiani della X Mas.

I Menesini, catturati insieme ad altri, la mattina del 13 giugno furono condotti a Forno come

ostaggi, dove si svolse la rappresaglia. Bertozzi stesso suddivise i prigionieri in due gruppi: uno

indirizzato alla deportazione in Germania, l’altro alla fucilazione.

Sui fatti, Ezio Figueroa, partigiano e amico dei due fratelli sin dall’infanzia, ha ricordi in parte

diversi: Eudemio sarebbe stato raggiunto a Equi, qualche giorno prima i fatti di Forno, dal fratello

Giovanni che, nel suo viaggio, fu ospitato a Gorfigliano, appunto dall’amico Ezio, per la notte. In

quei giorni la Todt di Vinca era stata occupata da Garosi e molti si erano uniti al gruppo partigiano

che nei giorni successivi prese Forno. Secondo questa versione, i due fratelli potrebbero aver

partecipato all’occupazione del paese. Poi, quando le cose si misero male, cercarono di fuggire da

Forno, ormai circondato dalle forze nemiche, ma, superato il primo accerchiamento, furono presi

mentre si dirigevano nuovamente verso Vinca.

Quale che sia stato il percorso e la dinamica che condusse i due fratelli a Forno, l’epilogo fu

tragico. Gli ostaggi, tra cui i Menesini, furono condotti in una caserma e lì divisi in due gruppi:

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Eudemio fu assegnato al gruppo dei militari di leva (destinato alla fucilazione), Giovanni, invece,

essendo più giovane, al gruppo destinato alla deportazione in Germania. Giovanni, vedendosi

separato dal fratello, volle riunirsi a lui; fu così che andarono incontro allo stesso destino. I

condannati all’esecuzione furono uccisi al bordo della strada maestra in località Sant’Anna, a

scaglioni. I sessanta corpi dei fucilati caddero nel greto del sottostante torrente Frigido. Al

momento del recupero delle salme, due giovani erano abbracciati: erano i Menesini.

Molte delle vittime vennero riconosciute e sepolte immediatamente dai propri cari. Invece,

venti di loro, prive di ogni documento d’identità, furono seppellite senza nome, come sconosciuti,

nel cimitero di Mirteto a Massa, dopo che il parroco di Forno ebbe provveduto a conservare in

buste numerate eventuali oggetti rinvenuti. Per Eudemio e Giovanni la riesumazione avvenne il 4

agosto 1945. Il riconoscimento fu effettuato sulla base dei tessuti di indumenti che indossavano al

momento, dal calco dei denti e infine della dichiarazione del parroco di Forno, Don Vittorio

Tonarelli che servì da conferma.

La classe I A, anno scolastico 1940-41, con il prof. Giuseppe Del Freo. Eudemio è lo studente al centro, proprio sotto il professore.

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Certificazione della impresa di costruzioni che eseguiva lavori per la Todt, presso cui era impiegato Eudemio. (archivio familiare)

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Copia della dichiarazione di Don Tonarelli (archivio familiare)