eclisse magazine #1

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Page 1: Eclisse Magazine #1

eclisse

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GOD

IN THE SHADOWWE ARE

Mrs Storm:Fredda come la notte, fredda come la morte, neppure un soffio d’aria nei capelli, neppure un rumore umano nelle orec-chie, non più un bagliore giorno negli occhi, spez-zata in due, schiacciata da catene...

Giulia Hepburn:Aspetto che ritorni quel vento che mi ha avvolto e trafitto, con il suo sapore orientale, di curry, di fritto, di un paese che ho sogna-to per tanti anni, e che in pochi giorni ho vissuto.

InnerIvey:Una volta celebri, sapete, potete leggere cose sul vostro conto, le idee di qualcun altro su di voi; ma ciò che conta — per so-pravvivere, per affrontare giorno per giorno ciò che vi capita — è quel che pen-sate di voi stessi.

Davide akaUaz Raimondi: “La giusta maniera di fare, lo stile, non è un concetto vano. È semplicemente il modo di fare ciò che deve essere fatto. Che poi il modo giusto, a cosa com-piuta, risulti anche bello, è un fatto accidentale.”

Serena Bosca: La parabola di dio di questo mese è : un uomo camminando sempre guar-dando a terra per paura di inciampare, non si accorse del piede che lo stava cal-pestando...riflettete fedeli.

Edward Nicklasse:Ognuno deve portare le proprie ferite, se si so-pravvive, poi le ferite gua-riscono...anche se restano le cicatrici.

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Siamo arrivati al secondo appuntamento con Eclisse. La nostra crew è cresciuta, donando nuovi contenuti ricchi di ispirazione, suggestive visioni del mondo, da chi vorrebbe emergere in questa entropia di artisti. In questo clima di recessione, si sente la voglia di cam-biamento, di emergere, eppure, qualcosa lo impedisce. L’esperienza? L’incapacità di presentarsi adeguatamente?O forse è semplicemente il clima italiano?Parlando tra di noi, sembra che l’argomento “lavoro” sia direttamente proporzionale alla parola “estero”. Perchè tutto questo?Perchè guardiamo la terra straniera come l’Eden? Come possiamo essere così sicuri che lì, troveremo il successo?Speranze, sogni, che si mescolano con racconti di chi c’è l’ha fatta. Eppure, se qualcuno c’è la facesse in Italia, con questo clima, con le proprie capacità, con il proprio talento, e non con un pagamento per apparire in qualche mostra di più o meno fama nazionale e non, non saremmo già dei vincitori? L’incertezza però è una compagna meschina, si insinua nei momenti in cui siamo più deboli, fomenta le nostre paure ed insicurezze, ci mostra un mondo governato dall’ombra.Eclisse, come rinascita, scoperta, viaggio interiore alla ricerca di risposte. Noi, come Ulisse, alla ricerca del sa-pere, della conoscienza.Guarrieri, naufraghi, amanti, amati, padri, mariti, compa-gni. Ci attende forse un’avventura omerica.Speriamo solo che non duri vent’anni.

eclisse

CONTATTI

[email protected]

youtube.com/user/EclisseMagazine?feature=g-all-uvimeo.com/user9878158

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Neronotte. Tutto tace da ogni fronte. Disegno, spennello, canticchio. Un cane segna la siepe del parco sotto casa, l’abat-jour ronza come un frigorifero indispettito, ticchetta l’orologio, grillo dalle diacroniche lancette. Le strade sono dei gatti. La china s’allarga, nerochina. Dilaga a macchia d’olio, lasciando intendere quel che ne caverò. La riprendo col pennino. Si tratta solo d’assecondarla. Le linee s’alter-nano al singhiozzo della caldaia: traccio e ferisco, blocco e rilancio. Il foglio resiste. Il cane se ne va: cade la coda dell’occhio, la coda s’eclissa. Restano i gatti a battere le strade. Sorrido. C’è un mondo là fuori: pugili, barboni, inge-gneri, puttane d’ogni colore, per ogni stomaco e stipendio. Stivali biancolatte e mini rinfrangenti. La notte m’assecon-da: caccia la gente nei sogni che ricorrono da sempre, ancorati al dorso dell’eternità. Sono libero da ogni interfe-renza. So di non perdermi nulla: il mondo è immobile. Tutto tace. Solo i gatti fan la ronda, randagi e bagatti.

QUANDO LE STRADE SONO DEI GATTI…

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la bambolaAssassinaAvete qualcuno che porprio non sopportate? Volete farla pagare a qualcuno? Portatevi con voi la bambola assassina, esaudirà il vostro desiderio.Ritagliate e scegliete l’abbigliamento adeguato per commettere l’atto.

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istruzioni d’uso:ritagliate e vesti-tela,portatela con voi e mostratela alla vittima designata.ATTENZIONE:la bambola as-sassina può solo uccidere con i mezzi dati in do-tazione per cui pensate attenta-mente all’arma da utilizzare.

p.s.se le date un nome non si ri-bellerà a voi...

fate richiesta se volete nuovi abiti.

Abbiate cura de-gli abiti, dopo l’uso lavateli a mano, alla bam-bola piace la pu-lizia.

Le armi dovran-no essere riaffilate in caso di uso conti-nuo.

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dondola...

albeliaKStormNeverland

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il pungi si muove

dondola... ondeggia... ...e dondola.

davanti a me.

cosa prova il serpente, cosa pensa il serpente.

cosa desidera,cosa ricorda.

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si dice sprigioni suoni, ma io questo non lo so.

non so cosa siano i rumori.

ondeggio con il pungi che dondola.

il suonatore, l'uomo di fronte a me, sembra

conoscermi, sa quello che voglio, il dondolio

che piace a me.

sa come affascinarmi e farsi guardare.

è giovane questo suonatore...

...di cui non conosco il suono.

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ondeggio. ondeggio. ondeggio.

i miei dondolii diventano teli in movimento.

le mie squame diventano decori rossi e gialli su

fondo nero.

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ora sto ballando la kalbelia.

il pungi conosce i movimenti che voglio e stavolta il suono lo sento.

secco, sordo, il mio corpo lo sa seguire. lo conosco e lui conosce me, come cobra che dondola e come ragazza

che balla la kalbelia.

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il suonatore è lì ed è giovane e bellissimo.

io, in quanto ragazza,

lo guardo mentre ruoto nella

danza del cobra...

...pensando a come sarebbe bello morire... e poi rinascere

in serpente...

...per continuare a

ruotare per lui.

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fantasia v/s realta’= cappio al collo

Vi chiedo scusa in anticipo per il mio scarso lessico e per gli errori di sintassi!!! Quelli grammaticali Giulia me li corregge-rà...spero!!

Volevo parlarvi in questo numero della “Children’s book fair” di Bologna, per chi non c’é mai stato e non sa cos’é, si sta parlando di quel mondo fatato e maledetto dell’illustrazione!!!

Questo é il secondo anno che partecipo, ( il primo anno che sono andata non mi sono preoccupata molto su cosa portare e come presentarmi ) quest’anno ho preparato le tavole con il passe par tout, ho fatto i biglietti da visita, ho acquistato una cartellina ecc. Oltre alla presentazione mi ero data qualche piccolo obbiettivo su alcune case editrici in linea con i miei lavori, ma chi mi conosce lo sa già che quello che porto a ter-mine é tutto al contrario di quello che mi aspetto.

Per motivi di privacy i nomi presenti in questo racconto sono inventati, sapete, non vorrei mai menzionare qualcuno che non voglia essere menzionato.

Siamo partiti per Bologna in macchina, Io, Amedeo, Maria, Morena e il tipo di Morena, a cui dobbiamo molto per la pa-zienza ed aver guidato, dato che dopo 5 minuti in macchina ci siamo addormentati avendo passato la notte in bianco per finire di montare le tavole.

Arrivati ci siamo messi a nostro agio, Bologna é una bella cit-tà, calda e ospitale, ma già entrati in fiera abbiamo visto come sempre l’enorme quantità di gente che vi partecipa, grazie ai

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ridotti siamo riusciti ad entrare più di un giorno.Si puó anche entrare gratuitamente mandando, le tavole al concorso: ora ve ne spiego il funzionamento.

tema: liberoquantità di tavole: credo minimo 3 massimo 5periodicità: annuale sempre stesso periodounico limite é che siano sequenzialidecisione: scelta se fiction, non fiction ecc...

(non ho il bando sottomano per cui qualche piccolo cambia-mento può esserci).

Quindi di per se non ci sono molti contro ma solo pro.

La fase di scelta....Le tavole verranno posizionate tutte su dei tavoli enormi , una sopra l’altra, sicuramente faranno tutto in modo da non rovi-narle, percui non preoccupatevi.Il bello arriva dopo, la giuria passa e seleziona. Immaginate la grande quantità di tavole presneti, la giurià fa più cernite, ma le tavole, essendo una sotto l’altra, non si vedranno comple-ta, ma solo qualche angolo o metà, ed è proprio quel pezzo di immagine che dovrà comunicare qualcosa ai giudici, se no verrà scartata.Quindi l’illustratore piú bravo del mondo puó non essere scelto e magari uno incapace puó essere scelto per aver una macchia (magari fatta per caso) sul foglio, per questo vi con-siglio di curare tutta la tavola, anche angoli e bordi (con que-sto non voglio dire che dobbiate colorarla completamente, solo di porre attenzione a non lasciare incomplete le cose).

So che ora sarete un po’ delusi dal concorso, ma il bello arriva dopo, se si è stati selezionati, le case editrici più importanti, forse 5 minuti per te li sprecano!!!!!

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La mostra di quest’anno presentava meno cose diverse o particolari dell’anno scorso, non mi é piaciuta particolar-mente.

Ai colloqui...Da casa Morena, io naturalmente no, la mia disorganizzazione parte dalla preistoria, ha fatto una lista delle case editrici che ricevono senza appuntamento e da li ci siamo dispersi tra la massa.Teoricamente bisognerebbe puntare sulle case editrici che si leghino di più al proprio stile, ma noi non ci abbiamo dato molto peso, ci interessava piú che altro vedere cosa ci dice-vano, ascoltare qualche consiglio per migliorarci ecc, sap-piamo di essere agli inizi e quindi di essere gli ultimi degli ultimi, nessuno era andato con la consapevolezza di essere assunto, ma diciamo per fare una ricerca di mercato.

In due giorni siamo passati all’incirca da una decina di case editrici, alcune ci hanno chiuso subito il portfolio dopo averlo aperto ( tristezza infinita, ma alla fine non ci diceva-no che faceva schifo ma che non era in linea con la loro li-nea editoriale quindi non ci siamo depressi molto) poi ecco, qualcuno ha iniziato a selezionarci alcune tavole scambian-doci il contatto mail, e li inizia lo stupore, “che bello allora a qualcuno piace qualcosa”, poi le incredibili risare sui tentati discorsi in altre lingue!!! mi sono lanciata a tradurre storie dall’italiano all’inglese tentando una qualche spiegazione, e devo dire che anche in quei momenti gli Artdirector non sembravano per niente cattivi, tentavano di capirti, face-vano domande e spiegavano anche perché non andavi bene ecc.

In 10 colloqui sono riuscita ad avere 5 contatti, so che non serviranno a molto, cioé mandi le tavole per mail e andran-no a finire in un archivio, quindi potrai essere chiamato come no, ma uno mi ha detto che non ha visto un mare co-lorato come il mio!!!! li mi sono comparse le stelline negli occhi! sono stata felice, in realtà quel mare lo fatto molto semplice e l’effetto particolare era dovuto alla tecnica piú che alla mia capacità ma mi sono davvero sentita felice.

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L’ esperienza che ho avuto é stata magnifica, c’erano pa-recchie nuove case editrici, e di questo mi sono stupita perchè tra quest’ anno e lo scorso hanno chiuso delle case editrici importati, quelle case che mi hanno fatto avvicinare all’illustrazione “particolare”.

Purtroppo devo ammettere che ci sono dei Big insuperabili che schiacciano il mercato, che alcuni di quelli mi piacevano perchè facevano qualcosa di mai visto, solo che tutti i libri che illustrano hanno le stesse caratteristiche, non si rinno-vano, e la cosa mi intristisce.

Credo che ogni libro, ogni storia meriti di avere un’ illustra-zione propria, unicamente per quel libro, lo stile piò essere uguale, ma un particolare che ha solo quel libro deve averlo per renderlo diverso e unico.

L’ illustrazione é libera, é fantasia pura, ma il mercato la schiaccia, la caccia e la uccide per unificarla.Se piace il diverso facciamo tutti il diverso, e rendiamo uguale agli altri diversi, l’ignoto spaventa, e la fantasia si impicca piuttosto di essere presa e trasformata in qualcosa che non vuole!!

Spero di non avervi annoiato troppo con questi discorsi mi piacerebbe che commentaste i miei pensieri e questo ar-ticolo su facebook, sul sito, di persona per chi mi conosce ecc..

grazie per l’attenzione, Dio

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Unuomo tuttobiancoma-chiato di

Rosso

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Era li difronte a me.Credo di aver sbattuto la testa, non vedo molto chiara-mente, non sento bene, non riesco a pensare e a muo-vermi.

E’ tutto bianco: l’atmosfera, la sua pelle, i suoi occhi, i suoi capelli e poi c’é quella striscia rossa che mi cattura l’attenzione.I denti macchiati di sangue, che cola giú dalla bocca, attraversa il lungo collo e finisce sul petto.

Sta morendo?

Il sangue é suo?

Non si muove, sembra che pianga al cielo, e le lacrime saranno blu o bianche??

Ma io? Perché sono a terra?

Le mie mani, non riesco capire di che colore sono, non riesco a capire se quel sangue é mio, non sento dolo-re, voglio alzarmi ma non mi ricordo come si fa, non mi ricordo, come è possibile??

Aiutami figura in bianco! E mentre continuo ad osser-varla mi accorgo che anche le lacrime sono bianche, mi piace il bianco perché penso alla neve, ma come poteva esistere una persona tutta bianca.Non posso che continuare ad osservarla, sembra che stia tentando di dirmi qualcosa, sembra disperato, for-se sono io che dovrei aiutarlo.

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Non ti sento uomo in bianco, non riesco a capirti...

Quando apre la bocca degli schizzi di sangue mi colpi-scono, si porta le mani alla faccia e le trascina giú graf-fiandosi.

Smettila di preoccuparti, smettila di farti male, sto mo-rendo ho capito!! la battaglia é persa, ti prego stringimi la mano e non andar via.

Non so se mi capí ma le palpebre mi si chuisero come il tendone di un teatro, non avevo piú nessun controllo e poi il nul..

by Dio

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Eco Chic!Giulia Hepburn

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Eco Chic! “Ecologia”. Spesso leggiamo notizie sui gior-nali o sentiamo alla televione questa paro-la, accompagnata suo malgrado, da termini quali, disastro ambientale, deforestazione, animali in via d’estinzione, inquinamen-to, effetto serra, surriscaldamento globale. Abbiamo visto immagini di denuncia, ma anche di speranza, come il riutilizzo di ma-teriali come la plastica, la carta. Ma cosa succede se proviamo ad accostare la parola ecologia alla moda? Pensiamo a fibre natu-rali, ambiente naturale, riciclo. Cosa capita invece se noi ci “vestissimo di ecologia”, e fossimo i protagonisti di fiabe e racconti da

L’ecologia è [...] nel suo aspetto migliore, una scienza artistica – o un’arte scientifica – è

una forma di poesia che riunisce scienza ed arte in un’unica sintesi.

Murray Boochin

leggere ai più piccoli, ma che fanno riflettere anche i più grandi? Il progetto “EcoChic!” rappresenta proprio questo: tre piccole sto-rie, dove l’ambiente è il vero protagonista. Abiti realizzati con bottiglie di platsica, sac-chetti per la raccolta dei rifiuti e la carta di giornale, assumono un nuovo significato, in grado di far pensare, come con la fantasia, il rispetto per la nostra madre Gaia, si possa creare qualcosa di fashion e trendy.

Photo: Giulia HepburnModel: Storm Neverland

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Princess of bottles!Una grande festa in maschera ecologica si è svolta nella città che ora riposa.Tutti i cittadini erano stati invitati, ed ognuno di loro indossava una maschera diversa: chi si è vestito da mummia con la carta di giornale, chi invece ha interpre-tato l’uomo di latta ricoprendosi di allu-minio. Ma tra tutte le maschere presenti, una su tutte destò ammirazione e sopresa.

Si aggirava schiva, forse un po’ intimorita, nel grande giardino pieno di invitati. Il suo lungo scialle verde, finemente decorato con bottiglie di plastica, però richiamava gli sguardi di tutti gli invitati. E fu lei a vincere il titolo di principessa della serata: la princi-pessa delle bottiglie.

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Plastic Mermaid!Si riflette sulla superfice scura dell’acqua.Non è Narciso, ma una sirena. Aspetta, nascosta tra le fronde, l’arrivo del suo in-namorato. Prepara la sua lunga coda, si-stema le squame in maniera ordinata, e

ancora una volta si specchia. L’immagine riflessa la spaventa e l’attira, e si domanda, quando arriverà il suo amore. Infine, av-volge l’acquitrino con la sua sinuosa coda. Qualcosa si muove tra gli alberi.

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Pop-updoll!Quando sfogliate un libro, prestate atten-zione ad ogni singola pagina. Potrebbe capitarvi di vedere la bambola pop-up da un momento all’altro! Si nasconde tra un foglio e l’altro. Curiosa di uscire dalla car-ta stampata, curiosa di vedere la realtà.Il suo abito è formato dalle pagine di tutto ciò che legge. Una lunga veste a balze la ri-

copre. Quindi ogni qualvolta prendete un libro, portate omaggio alla bambola della carta.

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Ogni giorno, in mezzo a questa città

deserta e rannuvolata,sembra passi con la velocità di

un’ eternità.

Betelgeuse Edward presentaLe Monde d’Hoffman

Neige

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Mi sembra di congelare anche dentro la tuta termica, come se il gas potesse entrarmi nei polmoni e soffocarmi.

Frine?

E chi potrebbe mai essere, sennò?

Che risposte... e pretendi pure

che ti apra!

CLAUDIA!

Pretendi anche che dica...

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Pretendi anche che dica...

Bentornata...

Ed io che...

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Ho portato la cena.

Grande!

Il tempo sta cambiando... il gas è più denso.

Mhn... beh, ti metterò i filtri nuovi..

Ma anche se il tempo sembra non

scorrere,

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GUARDA!

...nevica. Un ottimo modo

per gelarmi gli alluci.

Ma smettila... lo sai anche tu che è romantico.

Ogni secondo insieme a lei, non basta mai.

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InnerEvey Poetry

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Il destino intreccia con sottilissimi fili le trame della nostra esistenza.

Il suo passo,appena percettibile, ci affianca e

ci conduce.Qualcuno può udire la sua voce gridante nel

silenzio;qualcuno corre

inseguendo la sua scia;qualcuno ha nitido in sé il

suo nome.Qualcuno, ancora, ha

compreso che un istante della sua ombra

Può racchiudere tutta l’immensità...

Page 49: Eclisse Magazine #1

Il giorno e la notte.Ognuno di noi

vorrebbe unirli, dimenticarli,

possederli. E c’è chi li odia, li disprezza,li comprende, li ama e

li osserva susseguirsi

incessantemente su di uno splendido arazzo: la vita.

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Arrivederci,viaggiatore eterno,intraprendi ora un

incerto viaggioancor non sai se troverai l’inferno

o se ti circonderà di luce un fulgido

raggio.

Un sogno ti ha colto,un ideale ti rappre-

senta,e tu credi, stolto,

che nel tuo incedere

qualcuno ti senta.

Come sfondo il cielo stellato

Come riparo l’arida terra:

il primo nella fede e nella speranza t’ha

abbandonato,la seconda è da sempre teatro di

orrida guerra.

Cammini ancoraEd affronti il vento,

ti accoglie ogni giorno l’aurora

ma tu,ora,procedi più lento.

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Te ne andasti Come cade una

debole Ed effimera rosa.Ma io la risollevaiE la tenni in vita

Con l’acqua del mio ricordo.

Ti fermi sfinito,ed ecco, ti volti

Un grido hai uditoO sei caduto vittima dell’ironia dei molti?

Sia tu guida tenace,ammirato generale,

inneggiato condottiero

o soltanto semplice pellegrino,

di fronte al tuo viaggio sollevati e

procedi fiero!La luce del tuo

pensiero Sarà il faro nel tuo

cammino.