dossier paesi del golfo arabia saudita & emirati arabi uniti

61
DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti Ottobre 2010 A cura del Settore Infrastrutture di Mercato

Upload: trinhduong

Post on 14-Feb-2017

220 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

DOSSIER

PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita

& Emirati Arabi Uniti

Ottobre 2010

A cura del Settore Infrastrutture di Mercato

Page 2: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

2

Page 3: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

3

CONTENUTO

Presenza e operatività delle banche italiane nei Paesi del Golfo, assetto e

performance del settore bancario saudita ed emiratino ed altri elementi

di approfondimento su questioni economico-finanziarie

Dati macroeconomici relativi all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi Uniti

(EAU) nonché ai rapporti con l’Italia

Dati di sintesi sul sistema bancario saudita ed emiratino

DOSSIER

PAESI DEL GOLFO

Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

Page 4: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

4

Page 5: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

5

Presenza e operatività delle banche italiane nei Paesi

del Golfo, assetto e performance del settore bancario

saudita ed emiratino ed altri elementi di

approfondimento su questioni economico-finanziarie

Page 6: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

6

Page 7: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

7

Indice

1. Presenza e operatività del sistema bancario italiano

1.1 Presenza diretta ed indiretta

1.2 Accordi di collaborazione

1.3 Dati sull’operatività delle banche italiane

1.4 Esposizione del sistema bancario italiano

1.5 Profilo di rischio

2. Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) a confronto: elementi di

approfondimento sull’evoluzione del sistema bancario e finanziario

2.1 Consiglio di cooperazione nei Paesi del Golfo (GCC)

2.2 Struttura e assetti proprietari dei sistemi bancari dei Paesi del Golfo (GCC)

2.3 Effetti della crisi finanziaria internazionale e misure adottate (cenni)

2.4 Evoluzione e performance dell’industry bancaria nei Paesi del Golfo (GCC)

2.5 Prospettive di applicazione dell’Accordo di Basilea 2 e utilizzo degli IFRS

(cenni)

3. Focus Arabia Saudita: elementi di approfondimento sull’evoluzione del

sistema bancario e finanziario

3.1 Struttura e assetti proprietari del sistema bancario saudita

3.2 Performance del sistema bancario e mercato del credito

3.3 Principali misure anticrisi

4. Focus Emirati Arabi Uniti: elementi di approfondimento sull’evoluzione del

sistema bancario e finanziario

4.1 Struttura e assetti proprietari del sistema bancario

4.2 Mercato del credito

4.3 Impatto della crisi internazionale sul mercato locale e misure adottate

Page 8: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

8

1. Presenza ed operatività del sistema bancario italiano 1

1.1 Presenza diretta e indiretta

Complessivamente in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti sono presenti 4 gruppi

bancari italiani: Unicredit, Intesa Sanpaolo, BNL-BNP Paribas e Cariparma-Crédit Agricole,

con 1 partecipazione bancaria, 7 filiali, 1 ufficio di rappresentanza e 1 Italian desk.

Arabia Saudita

In Arabia Saudita non vi è una presenza diretta da parte di banche italiane.

Sono presenti, invece, BNP Paribas (capogruppo di BNL), e Crédit Agricole (capogruppo di

Cariparma e Banca Friuladria). In particolare, BNP Paribas è presente con una filiale a

Riyadh; Crédit Agricole è presente, invece, nel paese con una partecipazione del 31,1%

nella Banque Saudi Fransi. Attraverso tale banca, Crédit Agricole della quale è il maggiore

azionista (93 filiali2 che includono 10 filiali islamiche, 3 self service e 16 ladies branches)

offre una gamma completa di servizi che includono Corporate Banking, Trade and

Structured Finance, Asset Management e Islamic Banking.

BANCA TIPOLOGIA CITTA’

BNP PARIBAS FILIALE RIYADH

CREDIT AGRICOLE Partecipazione del 31,1% nella Banque Saudi Fransi RIYADH

Fonte: ABI

Emirati Arabi Uniti (EAU)

Per quanto riguarda la presenza diretta, operano nel paese 3 gruppi bancari italiani

(Intesa Sanpaolo, Unicredit e BNL – BNP Paribas,) con, rispettivamente, un ufficio di

rappresentanza (Abu Dhabi), una filiale (Dubai) e un Italian desk (Dubai).

BANCA TIPOLOGIA CITTA’

UNICREDIT GROUP UFFICIO DI RAPPRESENTANZA ABU DHABI INTESA SANPAOLO (Dubai International Financial Center - DIFC) FILIALE DUBAI

BNL - BNP PARIBAS ITALIAN DESK DUBAI

Fonte: ABI

1 Il presente documento è stato redatto sulla base delle seguenti fonti: Banca d’Italia, Blomberg, Economist Intelligence Unit, Fondo Monetario Internazionale, elaborazioni ABI, ICE, kAMCO research The Institute of International Finance, ISTAT, Saudi Arabian Monetary Agengy (SAMA), Saudi Credit Information Company (SIMAH), SACE, Sintesi 2000 srl, The World Bank, U.A.E Central Bank, UNCTAD. 2 329 ATM’s & 4662 electronic POS, 2.460 dipendenti.

Page 9: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

9

L’ufficio di rappresentanza di Abu Dhabi di Unicredit ha competenza per i sei Paesi del Gulf

Cooperation Council, con un particolare focus rivolto all’Arabia Saudita. Le attività

dell’ufficio includono origination ed execution di transazioni relative a Financial Institutions

e controparti corporate.

Negli EAU sono, inoltre, presenti BNP Paribas e il gruppo Crédit Agricole.

In particolare, BNP Paribas è presente con una filiale ad Abu Dhabi e una a Dubai mentre

Crédit Agricole è presente con due filiali a Dubai e una ad Abu Dhabi.

BANCA TIPOLOGIA CITTA’

BNP PARIBAS FILIALE FILIALE

ABU DHABI DUBAI

CREDIT AGRICOLE FILIALE FILIALE DIFC - Dubai International Financial Center

ABU DHABI DUBAI DUBAI

Fonte: ABI

Dubai International Financial Centre (DIFC)

Il Dubai International Financial Centre, zona franca “on shore” ospitata in un'area di 110 ettari nel cuore di Dubai, è stato inaugurato ufficialmente nel settembre 2004 con l’obiettivo di attirare le migliori istituzioni finanziarie mondiali e regionali, offrendo una sorta di sportello unico per i servizi finanziari ai potenziali utenti del DIFC. Il centro finanziario di Dubai mira a divenire il centro regionale della finanza internazionale sul modello di Londra, Hong Kong e Singapore, facendo da ponte tra Asia ed Europa e funzionando come porta d’accesso per i flussi di capitale da e per la regione, rafforzando così i collegamenti regionali ai mercati internazionali di capitale. Nel settembre 2005 è stata inaugurata anche la borsa di Dubai (Dubai International Financial Exchange – DIFX), nuova piazza di riferimento per il Medio Oriente.

L'”hub” finanziario di Dubai conta di attrarre società attive nelle seguenti aree: servizi bancari (investment banking, corporate banking & private banking), mercati dei capitali (equity, strumenti di debito, derivati e commodity trading), gestione degli investimenti finanziari, assicurazione e riassicurazione, finanza islamica, business processing operations e servizi sussidiari. Il DIFC intende inoltre accogliere i fornitori di servizi professionali, le agenzie di valutazione dei crediti, le imprese di servizi professionali, studi legali e fornitori di servizi informativi. Tutte le attività si uniformano ai regolamenti internazionali sotto il controllo della Dubai Financial Services Authority (DFSA), l’organismo preposto alla regolamentazione del centro, creato all’interno di quest’ultimo.

Le imprese finanziarie che operano nel DIFC beneficiano dei seguenti incentivi: i) proprietà estera al 100%; ii) assenza di tassazione sul reddito; iii) rete di convenzioni sulla doppia imposizione fiscale; iv) libero rimpatrio del capitale e dei profitti; v) denominazione in dollari delle operazioni; vi) applicazione dei principi fondamentali di integrità e trasparenza; vii) applicazione della normativa antiriciclaggio e rigida supervisione degli operatori che fanno parte del DIFC; viii) infrastrutture moderne e tecnologicamente avanzate.

Page 10: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

10

Presenza nel resto dei Paesi GCC

Le banche italiane operano negli altri paesi del Golfo attraverso accordi di collaborazione

con banche locali o per il tramite di capogruppo estere. In particolare, BNL-BNP Paribas e

Crédit Agricole operano in Bahrein, Kuwait e Qatar con 5 filiali, 1 ufficio di rappresentanza

e 1 unità di offshore banking.

1.2 Accordi di collaborazione

In generale le banche italiane vantano ottimi rapporti di collaborazione con le controparti

saudite ed emiratine e non segnalano particolari problematiche.

In particolare, da un’indagine effettuata presso il Gruppo di lavoro Relazioni Internazionali

composto dai maggiori gruppi bancari italiani, è emerso che alcune banche hanno

stipulato accordi di collaborazione con controparti bancarie dei due paesi al fine di

sviluppare il business (assistenza generale alla rispettiva clientela nelle transazioni

commerciali e finanziarie, accesso “facilitato” ai servizi finanziari prestati dalla controparte

locale con cui è in essere l’accordo, concessione di finanziamenti – eventualmente contro

garantiti dall’Italia, o emissione di garanzie in favore della propria clientela sul mercato

locale, grazie all’intervento della banca corrispondente).

Più in particolare:

Arabia Saudita: quattro gruppi bancari italiani hanno stipulato accordi di collaborazione

con Riyad Bank, Arab National Bank, Banque Saudi France;

EAU: un gruppo bancario italiano ha in essere un accordo di collaborazione con

Commercial Bank of Dubai.

Il supporto del settore bancario

La presenza diretta, le partecipazioni e gli accordi di collaborazione con gli intermediari

locali, consentono alle banche italiane di offrire numerosi servizi alla clientela che desidera

operare con l’area del Golfo.

Principali prodotti offerti dalle banche in Arabia Saudita e negli EAU

Trade finance & Project financing Servizi di tesoreria Prestiti sindacati Sistemi di pagamento cross-border Finanziamenti a mlt con/senza coperture Sace Retail banking Investment banking Private banking

Islamic banking Asset management Consulenza investitori locali Capital market Ricerche di mercato Risk management

Page 11: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

11

1.3 Dati sull’operatività delle banche italiane

Al fine di disporre di un quadro dettagliato ed aggiornato circa l’operatività dell’industry

bancaria con i paesi in questione, nel mese di agosto 2010 l’ABI ha condotto una specifica

indagine presso il Gruppo di Lavoro Relazioni Internazionali, composto dalle maggiori

banche più attive sui mercati esteri. Nella tabella che segue sono riportati i risultati

quantitativi dell’indagine, alla quale hanno risposto dieci tra i maggiori gruppi bancari.

Arabia Saudita

Plafond Complessivo (mln di €) Plafond utilizzato (totale impegni in essere e disponibilità a (mln di €)

Agosto 2010)

con Sace

senza Sace

Totale con Sace

export altro senza Sace

export altro Totale Util./Totale

Totale a breve 15,1 1.468,6 1.483,7 0,1 0,1 0,0 1.049,2 664,3 384,9 1.049,3 71%Totale a m.l.t. 0,5 779,4 779,9 0,0 0,0 0,0 283,2 14,2 269,0 283,2 36%Totale* 15,6 2.248,0 2.263,5 0,1 0,1 0,0 1.332,4 678,5 653,9 1.332,5 59%(*) Si segnala che il plafond SACE a medio-lungo è comprensivo di alcuni importi utilizzabili anche sul breve termine.

Complessivamente risulta un plafond stanziato per l’Arabia Saudita di 2.263,5 milioni di

euro, di cui 1.332,5 milioni utilizzati (59% del totale).

Pressoché la totalità del plafond stanziato (99% del totale) non prevede copertura

assicurativa ed è allocato per il 72% sul breve termine, prevalentemente con finalità

export.

Il plafond SACE rappresenta l’1% del plafond totale, è per il 97% allocato sul breve

termine e per la restante parte per il medio-lungo termine.

Per quanto riguarda il livello di utilizzo delle risorse, quasi la totalità del plafond utilizzato

(pari a circa 1.332,4 milioni di euro) è senza copertura SACE: il 79% di questo è

impiegato nel breve termine, di cui il 51% per finalità export (664,3 milioni di euro).

Con riferimento alle indicazioni settoriali fornite dalle banche interpellate, le attività

maggiormente finanziate sono le esportazioni nei settori di Oil & gas, settore delle utilities

e telecomunicazioni, macchinari, mobili e calzature.

Page 12: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

12

Emirati Arabi Uniti

Plafond Complessivo (mln di €) Plafond utilizzato (totale impegni in essere e disponibilità a (mln di €)

Agosto 2010)

con Sace

senza Sace

Totale con Sace

export altro senza Sace

export altro Totale Util./Totale

Totale a breve 15,1 1.475,8 1.490,8 0,1 0,1 0,0 1.047,4 662,9 384,5 1.047,5 70%Totale a m.l.t. 0,5 577,0 577,5 0,0 0,0 0,0 281,3 12,3 269,0 281,3 49%Totale* 15,6 2.052,8 2.068,3 0,1 0,1 0,0 1.328,7 675,2 653,5 1.328,8 64%(*) Si segnala che il plafond SACE a medio-lungo è comprensivo di alcuni importi utilizzabili anche sul breve termine.

Complessivamente risulta un plafond stanziato per gli EAU di 2.068,3 milioni di euro, di cui

1.328,8 milioni utilizzati (64% del totale).

Pressoché la totalità del plafond stanziato (99% del totale) non prevede copertura

assicurativa ed è allocato per il 65% sul breve termine, prevalentemente con finalità

export.

Il plafond SACE rappresenta l’1% del plafond totale, è per il 97% allocato sul breve

termine e per la restante parte per il medio-lungo termine.

Si rileva che quasi la totalità delle risorse è impiegata senza copertura SACE (1.332,4

milioni di euro): il 79% del totale è impiegato nel breve termine, di cui il 51% per finalità

export (678,5 milioni di euro).

Con riferimento alle indicazioni settoriali fornite dalle banche interpellate, le attività

maggiormente finanziate sono le esportazioni nei settori di Oil & gas, settore delle utilities

e telecomunicazioni, macchinari, mobili e calzature.

1.4 Esposizione del sistema bancario italiano

L’esposizione rilevata dalla Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) comprende

l’insieme dei crediti vantati da banche italiane verso soggetti esteri nonché i crediti vantati

dalle dipendenze estere di banche italiane denominati in valuta estera ed in valuta locale.

I dati riportati nei grafici rappresentano una proxy dell’esposizione complessiva

effettivamente riconducibile al sistema bancario italiano, in quanto comprende solo attività

per cassa (e non impegni di firma) e non include le operazioni che transitano attraverso

sussidiarie estere di banche italiane, collocate in Paesi terzi rispetto a quelli di residenza

dei debitori finali.

Page 13: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

13

Arabia Saudita

Secondo i più recenti dati della BRI, a fine marzo 2010, l’esposizione del sistema bancario

italiano verso l’Arabia Saudita era pari a 606 milioni di USD3, equivalente al 0,3%

dell’esposizione italiana verso il totale dei Paesi in Via di Sviluppo e al 4,2% di quella verso

i paesi Africa e Medio Oriente. Alla stessa data l’esposizione della Spagna risultava pari a

215 milioni di USD, la Francia era esposta per 17,122 miliardi di USD, la Germania per

4,770 miliardi di USD, l’Austria per 617 milioni di USD, il Regno Unito per 8,647 miliardi di

USD e gi Stati Uniti per 4,275 miliardi di USD.

0,606 0,215

17,122

4,770

0,617

8,647

4,275

02468

1012141618

ITALIA SPAGNA FRANCIA GERMANIA AUSTRIA REGNOUNITO

STATI UNITI

ESPOSIZIONE CREDITIZIA(miliardi di USD - marzo 2010)

Fonte: elaborazione su dati BRI

EAU

La BRI non rileva l’esposizione del sistema bancario italiano verso gli EAU.

A marzo 2010 l’esposizione della Spagna verso gli EAU risultava pari a 1,217 miliardi di

USD, la Francia era esposta per 11,724 miliardi di USD, la Germania per 9,970 miliardi di

USD, l’Austria per 2,114 miliardi di USD, il Regno Unito per 52,536 miliardi di USD e gi

Stati Uniti per 12,830 miliardi di USD.

3 L’importo registrato dalla BRI risulta essere inferiore rispetto a quanto rilevato da ABI in termini di esposizione in quanto le statistiche BRI non comprendono garanzie e impegni creditizi e sono altresì corrette per i trasferimenti netti di rischio.

Page 14: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

14

n.a. 1.217

11.724 9.9702.114

52.536

12.830

0

10000

20000

30000

40000

50000

60000

ITALIA SPAGNA FRANCIA GERMANIA AUSTRIA REGNOUNITO

STATI UNITI

ESPOSIZIONE CREDITIZIA(milioni di USD - marzo 2010)

Fonte: elaborazione su dati BRI

1.5 Profilo di rischio

Arabia Saudita EAU Rating (ottobre 2010)

Foreign Outlook Foreign Outlook

S & P AA- n.a. AA (Abu Dhabi) A (Ras al Khaimah)

n.a.

Fitch AA- Stable AA (Abu Dhabi) A (Rasi al Khaimah)

Stable

Moody’s Aa3 * Stable Aa2 ** Stable

Scala rischio paese SACE M1 Stable M1 *** (Abu Dhabi) M1 (Ras al Khaimah)

Stable

Categoria OCSE 2/7 3/7 (Abu Dhabi) 3/7 (Ras al Khaimah)

*) sulla scala di rating S&P e Fitch Aa3 equivale a AA-. **) sulla scala di rating S&P e Fitch Aa2 equivale a AA. ***) Il modello di rischio SACE si compone di tre classi di rischio (L=low – M=medium – H=high) ciascuna delle quali è a sua volta suddivisa in tre sottocategorie (1-2-3)

Arabia Saudita

Le agenzie Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s assegnano all’Arabia Saudita un rating pari

a AA- con outlook stabile. Per quanto riguarda la valutazione del rischio Paese effettuata

dalla SACE, l’Arabia Saudita si colloca nella categoria di rischio pari a M1 con outlook

stabile mentre la categoria OCSE la colloca nella classe di rischio 2.

Page 15: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

15

EAU

Le agenzie Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s assegnano agli EAU un rating pari a AA con

outlook stabile per quanto riguarda Abu Dhabi e A per quanto riguarda Ras al Khaimah. La

SACE colloca gli EAU nella categoria di rischio pari a M1 con outlook stabile mentre la

categoria OCSE colloca gli EAU nella classe di rischio 3 (Abu Dhabi e Ras al Khaimah).

2. Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) a confronto: elementi di

approfondimento sull’evoluzione del sistema bancario e finanziario

2.1 Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC)

Il Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) è stato costituito nel 1981 da Emirati Arabi

Uniti, Arabia Saudita, Kuwait, Bahrain, Oman e Qatar4 con l'obiettivo di promuovere

l'integrazione economica, sociale e culturale, la collaborazione scientifica e tecnologica,

nonché la cooperazione nella politica estera e di sicurezza tra i sei Stati della Penisola

Arabica5.

In particolare, l’organizzazione regionale mirava al progressivo abbattimento delle barriere

doganali, all’introduzione di una moneta unica e anche alla costituzione di una forza

armata comune, in modo da poter assicurare condizioni di pace e sicurezza e

controbilanciare il potenziale peso nell’area di Paesi limitrofi.

Nonostante gli ambiziosi obiettivi iniziali, dal 1981 ad oggi i sei Paesi del Golfo non sono

riusciti a realizzare tutti gli impegni previsti a causa di numerosi rallentamenti burocratici

e dell’assenza di una volontà politica comune. L’unione doganale è stata realizzata

ufficialmente nel 2003, mentre altre questioni, quali la realizzazione dell’unione monetaria,

sono state rinviate per anni. Al momento quattro Paesi, ovvero Arabia Saudita, Bahrein,

Kuwait e Qatar, hanno firmato l’accordo per la realizzazione dell’unione monetaria,

inizialmente prevista entro la fine del 2010, ma prorogata al 20136.

Nonostante i Paesi GCC siano prossimi ad un accordo sui criteri di convergenza da

stabilire, in vista del progetto di introduzione di una moneta unica - e pressoché la totalità

dei Paesi li soddisfi già oggi7 - permane ancora la necessità di individuare adeguate

soluzioni istituzionali per la sua implementazione, in primis con riferimento all’adozione di

4 Lo Yemen sta negoziando il suo ingresso nel GCC previsto per il 2016. 5 La somma del PIL dei sei Paesi GCC è pari a 1.059 miliardi di dollari, per un totale di 37,5 milioni di abitanti, con un prodotto interno lordo pro-capite di 28,3 mila dollari all’anno (dati GCC 2008). Per il 2010 ed il 2011, si prevedono tassi di crescita complessivi del 4,4% e del 4,7%, in netta ripresa rispetto a 0,3% registrato nel 2009. Fonte: Institute of International Finance. 6 Oman e EAU potranno aderire all’Unione monetaria successivamente. 7 Si tratta di indicatori soglia relativi al tasso di inflazione (< 2% Deviazione Media Paesi GCC), al tasso di interesse (<2% sopra media dei 3 Paesi GCC più bassi), al deficit fiscale (<3% del PIL), al debito pubblico (Max 60%del PIL), alle riserve ufficiali (almeno pari a 4 mesi di importazioni).

Page 16: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

16

una politica monetaria comune, nonché l’esigenza di risolvere problematiche “tecniche”,

quali lo sviluppo di un sistema di pagamento comune ed efficiente, l’armonizzazione delle

rilevazioni statistiche ecc; è invece pienamente realizzata la mobilità intraregionale di

beni, lavoro e capitale8.

2.2 Struttura e assetti proprietari dei sistemi bancari dei Paesi GCC

Il settore finanziario dei Paesi GCC è dominato dal comparto bancario: secondo gli ultimi

dati del Fondo Monetario Internazionale (FMI), nel 2008 la percentuale di asset

complessivi sul PIL nell’area GCC oscillava tra il 66% in Oman e il 258% in Bahrain (cfr.

tabella). Inoltre, il settore bancario dei Paesi GCC è concentrato: le principali 5 banche

locali pesano in tutti i 6 Paesi per il 50-80% degli asset totali di settore.

Tab. 1 - Asset bancari in % del PIL (2002-2008)

Bahrain Kuwait Oman Qatar Arabia Saudita

EAU

2002 106 120 52 85 68 111

2003 106 103 52 84 64 105

2004 108 94 50 76 65 107

2005 105 81 45 80 61 120

2006 123 84 50 85 61 133

2007* 254 101 64 103 71 162

2008 258 84 66 94 68 142

*L’incremento di asset avvenuto in Bahrain nel 2007 è dovuto alla concessione di licenze per retail banking ad intermediari che svolgevano altra attività.

Fonte:IMF, The GCC Banking Sector: Topography and Analysis – Aprile 2010

Come emerge dalla tabella sottostante, la partecipazione del Governo nei sistemi bancari

dei singoli Paesi del Golfo rimane ancora relativamente importante, poiché, sulla base

degli ultimi dati disponibili del FMI (2007)9, essa oscilla tra il 13% in Kuwait e il 52,3%

negli Emirati Arabi Uniti. Nel 2009, secondo la società Sintesi 200010, la quota pubblica

negli EAU e in Arabia Saudita, ammontava rispettivamente al 62% e al 52% degli asset

di settore.

8 Fonte: IIF, GCC Regional Overview - Maggio 2010. 9 Le stime del FMI relative agli assetti proprietari si basano su dati del 2007 per evitare di prendere in considerazione le iniezioni di capitali dei Governi degli EAU e del Qatar del 2008-09, considerate come temporanee. Fonte: IMF, The GCC Banking Sector: Topography and Analysis – Aprile 2010. 10 Sintesi 2000 srl è una società specializzata nella consulenza e assistenza a società bancarie e/o finanziarie per l’impostazione, lo sviluppo e la gestione dell’attività internazionale e la fornitura di servizi internazionali. Il capitale della società è suddiviso in quote paritetiche tra Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio e Veneto Banca.

Page 17: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

17

Tab. 2 - Struttura del sistema bancario Paesi GCC -2007

Privato Pubblico

Domestico Estero Paesi

Governo Quasi

Governo* Famiglia

reale Totale Totale GCC

Non GCC

Totale

Bahrain 9,0 11,4 …. 20,4 41,8 34,7 3,1 37,8 Kuwait 12,0 1,0 …. 13,0 87,0 …. …. …. Oman 10,0 19,0 1,0 30,0 40,0 14,0 16,0 30,0 Qatar 20,4 0,3 …. 20,7 75,6 3,7 0,0 3,7 Arabia Saudita 18,0 17,0 …. 35,0 52,0 …. 13,0 13,0 EAU 41,5 0,5 10,3 52,3 47,6 …. 0,2 0,2

*include fondi pensione pubblici e di previdenza sociale.

Fonte: IMF, The GCC Banking Sector: Topography and Analysis – Aprile 2010

Tale struttura rispecchia la regolamentazione in vigore nell’area del Golfo. Permangono,

infatti, ostacoli all’accesso al mercato, quali restrizioni alla concessione di licenze per le

banche estere, incluse quelle provenienti da altri Paesi GCC, nonché (con la sola eccezione

del Bahrein), limitazioni all’acquisto di partecipazioni in intermediari locali: la

partecipazione massima consentita è del 30% in Oman, 49% in Kuwait e Qatar, 40% negli

EAU e in Arabia Saudita11. Sempre secondo le ultime stime del FMI, a fine 2007 (ultimo

anno disponibile prima delle iniezioni di capitale conseguenti alla crisi e considerate

temporanee dagli analisti del FMI e quindi non prese in considerazione nell’analisi) la

presenza di banche estere era ancora limitata e pesava solo per il 2% del totale asset in

Arabia Saudita, il 12% in Oman, il 10% in Qatar e in Kuwait. D’altra parte, in Bahrein e

gli EAU, vi era una presenza numerosa di banche estere, che pesavano rispettivamente

per il 57% e 21% degli asset di settore12.

Secondo le più recenti stime della società Sintesi 2000 - basate su un campione di banche

che rappresenta oltre il 95% degli assets di settore del sistema bancario locale - a

dicembre del 2009, gli assets delle banche estere pesavano rispettivamente per il 22,42%

e l’1,47% del totale in Arabia Saudita e negli EAU.

Ulteriore tratto distintivo del settore bancario dei Paesi del Golfo è la graduale espansione

dell’attività e della presenza diretta in mercati limitrofi, anche favorita dalle prospettive di

creazione di un mercato comune ed una moneta unica.

Al miglioramento della competitività ha contribuito anche la creazione di centri finanziari

regionali, finalizzata all’attrazione delle migliori istituzioni finanziarie internazionali

11 Secondo l’ultimo rapporto del FMI “The GCC Banking Sector: Topography and Analysis”, l’Arabia Saudita applicherebbe un limite del 60% per gli operatori provenienti dai Paesi membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo. Tuttavia tale informazione è stata smentita dalla Saudi Arabai Monetary Agency (SAMA). 12Al fine di non prendere in considerazione le iniezioni di capitale del 2008 e del 2009, considerate come temporanee. le stime del FMI si basano sui dati del 2007.

Page 18: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

18

attraverso l’offerta di numerosi incentivi (proprietà estera, tassazione sul reddito esento o

ridotta, libero rimpatrio del capitale e dei profitti, infrastrutture moderne e

tecnologicamente avanzate). In particolare, si tratta del Dubai International Financial

Center – DIFC, del Qatar Financial Center (QFC) e del Bahrain Financial Harbor (BFH).

2.3 Effetti della crisi finanziaria internazionale e misure adottate (cenni)

Negli ultimi anni l’economia del mondo arabo, ivi inclusa l’industria bancaria, ha

attraversato una fase di notevole sviluppo, sorretta sia dal prezzo elevato del petrolio -

che ha consentito di sostenere spesa pubblica, produzione e esportazioni13 e attrarre

capitali dall’estero - sia dalle riforme strutturali attuate dai Governi locali. Nel periodo

2003-2008 i Paesi GCC sono cresciuti in media del 7%, per subire poi una forte battuta

d’arresto a seguito della crisi finanziaria (facendo registrare una crescita dello 0,3%). In

particolare, nel 2009, il PIL collegato alla produzione di idrocarburi si è contratto dell’8%

in Arabia Saudita, EAU e Kuwait. Il settore non-oil invece, dove è impiegata più del 95%

della forza lavoro, è cresciuto del 2,7% nel 2009 (dall’8% nel 2008).

Gli effetti della crisi finanziaria internazionale si sono propagati ai Paesi GCC

principalmente attraverso tre canali: a) l’inasprimento delle condizioni di finanziamento

esterno, conseguente alla tensione di liquidità sui mercati internazionali; b) la diminuzione

dei prezzi del petrolio (da 98 a 61 USD per barile nel biennio 2008-2009), c) l’obbligo,

imposto dall’OPEC, di limitare la produzione di petrolio, adeguandola al forte calo della

domanda mondiale. Dal 2008 al 2009 il PIL nominale dell’area GCC si è ridotto da 1.045 a

849 miliardi di USD. Tuttavia, l’impatto complessivo sull’economia reale è stato contenuto

anche grazie alle misure attuate dai Governi dei singoli Paesi. Le previsioni per il biennio

2010-2011 indicano infatti una ripresa, con un tasso di crescita del PIL pari

rispettivamente a 4,4% e a 4,7%14.

Anche l’industria bancaria del mondo arabo ha saputo contrastare gli effetti della crisi

grazie agli interventi tempestivi delle Autorità locali, volti a garantire il corretto

funzionamento dei mercati finanziari (cfr. tabella 3), quali iniezioni di liquidità o acquisto di

equity accompagnate da misure di stimolo fiscale e politiche monetarie espansive.

13 I Paesi GCC controllano circa il 40% delle riserve di petrolio e il 25% di quelle di gas. Inoltre la capacità produttiva delle regione è passata da 2 a 5 milioni di barili al giorno nel corso degli ultimi due anni. 14 Fonte: IIF – GCC Regional Overview, Maggio 2010.

Page 19: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

19

Tab. 3 - Risposta alla crisi finanziaria globale

Schemi di garanzia

sui depositi

Iniezione di liquidità *

Iniezione di capitali

Equity purchase

Politica monetaria espansiva

Stimolo fiscale

Bahrain x x x

Kuwait x x x x x

Oman x x x

Qatar x x x x Arabia Saudita x x x x EAU x x x x x Fonte: Institute of International Finance, GCC Regional Overview, Maggio 2010

2.4 Evoluzione e performance dell’industry bancaria nei Paesi del Golfo

Le più recenti analisi del FMI15 dimostrano che le caratteristiche dei sistemi bancari dei

Paesi del Golfo (cfr. paragrafo 2.2) hanno avuto un ruolo fondamentale nella capacità di

ripresa della crisi finanziaria dimostrata dalle banche locali. In primo luogo, la

predominanza di banche domestiche nella regione ha minimizzato diretti spillovers cross-

border attraverso il canale proprietario; in secondo luogo, l’elevata quota di attività

“tradizionali” sui libri delle banche ha limitato a pochi casi isolati le perdite derivanti da

esposizioni a prodotti strutturati e derivati. Infine, i settori bancari hanno potuto

beneficiare del “buffer” costituito dagli elevati profitti e dall’altro livello di capitalizzazione

raggiunto negli anni immediatamente precedenti la crisi (cfr. paragrafo 2.5).

Ciò non significa peraltro che gli istituti bancari della regione non abbiano attraversato

difficoltà, anche in conseguenza di alcuni elementi di fragilità che sono emersi con la crisi

finanziaria internazionale; tra questi, in particolare, il crescente ricorso al finanziamento

esterno16, la concentrazione dei rischi e le elevate esposizioni verso il settore immobiliare

e delle costruzioni, la vulnerabilità alle quotazioni azionarie. Durante il periodo 2003-2008

il boom nei prezzi del petrolio, una spesa pubblica prociclica e l’abbondante liquidità,

accompagnata dal clima di fiducia nel mercato da parte di investitori e consumatori, aveva

stimolato una rapida crescita nel settore non-oil e un incremento marcato nell’offerta di

credito, che hanno indotto, in alcuni casi, la creazione di squilibri (es.: bolle speculative).

La crescita del credito (cfr. grafico 1) era stata finanziata principalmente da una raccolta

domestica (depositi) abbastanza stabile ma il più volatile finanziamento esterno andava

assumendo un peso crescente. La recessione globale del 2008-2009 ha invertito la

15 Si riporta nel seguito la sintesi delle analisi proposte da Abdullah Al-Hassan, May Khamis e Nada Oulili nel paper “The GCC Banking sector: Topography and Analysis”, Aprile 2010. 16Le passività contratte sul mercato estero che sono aumentate di 4 volte dal 2003 al 2008, raggiungendo 103 miliardi di USD. Fonte IMF, The Banking Sector: Topography and Analysis, Aprile 2010.

Page 20: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

20

tendenza, attraverso la riduzione delle entrate petrolifere, l’inversione dei flussi di capitale

speculativi e la maggiore difficoltà nel rinnovo dei finanziamenti esterni.

In questo quadro, la fase di difficoltà attraversata dagli istituti di credito dei Paesi GCC si è

manifestata con una forte diminuzione dei profitti netti bancari, che si sono infatti ridotti

complessivamente del 16% circa (da 19,7 a 16,5 miliardi di USD) nel periodo 2007-2008 e

del 21% da settembre 2008 a settembre 2009 (da 17,2 a 13,7 miliardi di USD).

Tab. 4 - Profitti netti bancari – Paesi di Gulf Cooperation Council (GCC)

USD Mln 2004 2005 2006 2007 2008 9M-08 9M-09

Arabia Saudita (% su tot. profitti)

4.491 (53%)

7.171 (50%)

9.426 (52%)

8.057 (41%)

7.021 (43%)

6.370 (37%)

6.063 (44%)

Kuwait (% su tot. profitti)

1.619 (19%)

2.223 (16%)

2.799 (16%)

3.614 (18%)

1.079 (7%)

3.123 (18%)

1.153 (8%)

Abu Dhabi (% su tot. profitti)

882 (10%)

2.120 (15%)

1.919 (11%)

2.375 (12%)

2.287 (14%)

2.142 (12%)

1.824 (13%)

Dubai (% su tot. profitti)

426 (5%)

926 (7%)

1.562 (9%)

2.272 (12%)

2.239 (14%)

2.227 (13%)

1.716 (13%)

Bahrain (% su tot. profitti)

264 (3%)

360 (3%)

500 (3%)

680 (3%)

604 (4%)

667 (4%)

414 (3%)

Oman (% su tot. profitti)

172 (2%)

283 (2%)

366 (2%)

466 (2%)

509 (3%)

449 (3%)

383 (3%)

Qatar (% su tot. profitti)

552 (7%)

1.159 (8%)

1.473 (8%)

2.232 (11%)

2.715 (17%)

2.227 (13%)

2.104 (15%)

Totale Profitti

8.405 14.242 18.042 19.697 16.453 17.206 13.657

Y-o-Y Change -- 69% 27% 9% -16% -- -21% Fonte: Bank’s Statements & KAMCO Reseach, Febbraio 2010

Credito all’economia e finanza islamica

Con riferimento al credito all’economia, nel periodo 2002-2008 l’offerta di credito al

settore privato nell’area GCC è cresciuta ad un tasso annuo medio del 30%. In particolare,

il Qatar e gli EAU hanno fatto registrare tassi pari rispettivamente al 45% e al 35%,

mentre l’Oman si è mantenuto sul 20%.

Page 21: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

21

Graf. 1 GCC: Tasso di crescita annuo dei finanziamenti al settore privato (2003-2008)

05

101520253035404550

Bahrein Kuwait Oman Qatar Arabia Saudita EAU

%

Fonte: IMF, The GCC Banking sector: topography and analysis, Aprile 2010

Nel 2008 il rapporto finanziamenti al settore privato sul PIL era pari all’80% negli EAU, al

79% in Bahrein, al 55% in Kuwait, al 45% in Qatar e al 40% sia Arabia Saudita che in

Oman. La crescita del credito è stata alimentata in modo significativo da passività

contratte sul mercato estero, che sono aumentate di 4 volte dal 2003 al 2008,

raggiungendo 103 miliardi di USD. La maggior parte delle emissioni di debito sono state

fatte da Bahrein, Arabia Saudita e EAU.

Nel 2009, al seguito della crisi, il tasso di crescita complessivo dei finanziamenti al settore

privato è sceso al 3%, riflettendo un rallentamento sia nella domanda che nell’offerta di

credito. A causa di tale rallentamento, i tassi di crescita dei depositi hanno superato quelli

del credito, migliorando gli indici di liquidità dell’area. I finanziamenti rappresentano la

componente fondamentale degli attivi, seguiti in misura minore da investimenti in attività

finanziarie.

Negli EAU e in Arabia Saudita, i finanziamenti e i prodotti di islamic finance costituiscono

tra il 50% e il 71% del portafoglio bancario, mentre i titoli pesano in media per il 18%

(dall’8% del Qatar fino al 23% in Arabia Saudita). L’offerta di prodotti finanziari nei Paesi

del Golfo è stata ampliata significativamente dal crescente ruolo degli strumenti

rispondenti ai principi della finanza islamica e le banche islamiche pesano oggi

complessivamente per il 24% circa degli asset bancari della regione GCC.

Secondo gli ultimi dati del FMI, nel 2004 la quota di mercato della finanza non

convenzionale nei Paesi GCC oscillava tra il 5-24% per raggiungere un range tra l’11% e il

35% a fine 200817.

17 L’Oman è escluso dell’analisi poiché non vi sono banche sharia compliant. Fonte:IMF working Paper, The effects of the Global Crisis on Islamic and Conventional Banks: A comparative Study, Settembre 2010).

Page 22: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

22

Tab. 5 – Quota di mercato e tasso di crescita degli assets delle banche islamiche e delle banche convenzionali (%)

Quota di mercato

2008

Tasso di crescita degli assets

(banche islamiche)

Tasso di crescita degli assets (sistema bancario-incluse banche islamiche)

Periodo

Arabia Saudita* 35 33,4 19,0 2003-08

Bahrain 29,9 37,6 9,6 2000-08

EAU 13,5 59,8 38,1 2001-08

Kuwait 29,0 28,3 19,0 2002-08

Qatar 11,5 65,8 38,1 2002-08

Media Paesi GCC** 23,8 45,0 24,8

*include islamic windows**L’analisi non comprende l’Oman dove non vi sono banche islamiche. Fonte: IMF working Paper, The effects of the Global Crisis on Islamic and Conventional Banks: A comparative Study, Settembre 2010

Performance del sistema bancario: ROE e ROA

La crisi finanziaria ha avuto ripercussioni anche sulla redditività delle banche di tutti i Paesi

GCC, come emerge dal grafico sottostante, che evidenzia una forte diminuzione del Return

on Average Equity (ROAE). Prima della crisi il ROAE dei Paesi dell’area oscillava tra il 16%

e il 24%, per successivamente attestarsi tra il 6% e il 13,7% nel terzo trimestre del 2009.

Più in particolare, il ROAE dell’Arabia Saudita si è dimezzato, passando dal 24% nel 2007

al 17% nel 2008, per ridursi ulteriormente fino al 13% a settembre 2009. Anche negli

EAU, ed in particolare ad Abu Dhabi e a Dubai, vi è stata una netta riduzione del ROAE,

rispettivamente dal 20% al 9,7% e dal 21% all’11,3%.

Graf. 2 Return on Average Equity (ROAE) nei Paesi GCC

24%

20% 21%

16%18%

23%23%21%

14%16%16%

6%

17%

13%9,70%

7%

13%13,7%

9,8%8,9%11,3%

0%

5%

10%

15%

20%

25%

30%

ArabiaSaudita

Kuwait Abu Dhabi Dubai Bahrain Oman Qatar

2007 2008 9M-09

Fonte: Bank’s Financial Statement & KAMCO Research - Febbraio 2010

Page 23: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

23

Anche l’indice Return on Asset (ROA) ha subito una diminuzione a seguito della crisi e,

secondo gli ultimi dati disponibili, nel 2008 era a quota 1,3% in Bahrein, 3,2% in Kuwait,

1,7% in Oman, 2,9% in Qatar, 2,3% in Arabia Saudita e negli EAU.

Non Performing Loans (NPL)

La qualità degli assets delle banche dei Paesi GCC è migliorata notevolmente negli ultimi 7

anni; a partire dal 2003 - anno in cui vi erano percentuali con due cifre decimali – il

rapporto dei crediti in sofferenza sul totale dei crediti ha fatto registrare un trend

decrescente, (dovuto peraltro anche all’aumento del volume dei finanziamenti) fino a

raggiungere il 2% nel 2008.

A seguito della crisi finanziaria tuttavia, come evidenziato nella tabella sottostante, il peso

dei Non Performing Loans nella regione è raddoppiato, passando dal 2% al 4% nel 2009.

Con particolare riferimento all’Arabia Saudita e agli EAU, nel 2009 i livelli di NPL erano

pari rispettivamente a 3,5% e a 4,3%.

Tab. 6 - Non Performing Loans (NPL)

2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 (stime)

Arabia Saudita 5,4 2,8 1,9 2,0 2,1 1,4 3,5

Bahrain 10,3 7,6 5,8 4,8 3,2 3,1 6,4

EAU 14,3 12,5 8,3 6,3 2,9 2,5 4,3

Kuwait 6,1 5,3 5,0 3,9 3,2 3,1 6,4

Qatar 8,1 6,3 4,3 2,2 1,5 1,2 2,0

Oman 12,8 11,0 7,0 4,9 3,2 2,1 2,9

Fonte: Institute of International Finance, GCC Regional Overview, Maggio 2010

Page 24: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

24

Graf. 3 Non Performing Loans (NPL) - 2009

0 2 4 6 8 10 12 14 16

Marocco

Tunisia

Libano

Egitto

Oman

Qatar

Kuwait

Arabia Saudita

Singapore

United Arab Emirates

Giordania

Bahrain

%

I Paesi GCC sono evidenziati in rosso

Fonte: Institute of International Finance, GCC Regional Overview, Maggio 2010.

Secondo alcuni analisti del FMI18 permane il rischio che i livelli di NPL continuino ad

aumentare nell’area, fintanto che la crisi avrà ripercussioni sui sistemi bancari; il rischio

che tale peggioramento si verifichi è maggiore nei Paesi che hanno fatto registrare

un’espansione repentina del credito e nei mercati che puntano sui settori delle costruzioni

o del real estate19, comparti maggiormente colpiti dalla crisi.

2.5 Prospettive di applicazione dell’Accordo di Basilea 2 e utilizzo degli IFRS

(cenni)

Come illustrato nei paragrafi precedenti, complessivamente il sistema bancario dei Paesi

GCC ha risentito degli effetti della crisi internazionale in modo contenuto e ciò anche

grazie ad elevati livelli di capitalizzazione, nonché all’allineamento dell’infrastruttura

regolamentare agli standard internazionali.

L’area GCC ha adottato l’Accordo sul Capitale di Basilea II a fine 2008. L’Arabia Saudita

ha mantenuto all’8% l’indice minimo di capitalizzazione ponderato per il grado di rischio

dell’attivo. In Oman e Qatar, invece, l’indice è pari al 10%, mentre in Bahrain e in Kuwait 18 IMF, The GCC Banking sector: topography and analysis, Aprile 2010 19 Nel 2009 il prezzo medio delle abitazioni è sceso del 50% a Dubai, del 25% in Kuwait e del 10% in Qatar, mentre è rimasto stabile in Arabia Saudita, Abu Dhabi e Oman. Tali variazioni sono dovute principalmente alla forte riduzione della domanda e alle difficoltà nell’ottenimento di finanziamenti. Fonte: Institute of International Finance, Gulf Cooperation Council Regional Overview, Maggio 2010.

Page 25: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

25

è stato fissato al 12%. A seguito della crisi gli EAU hanno innalzato il CAR dal 10%

all’11% (settembre del 2009), per poi aumentarlo al 12% nel giugno 2010.

Tab. 7 - Capital Adequacy Ratio (CAR), 2003 - 2008

2003 2004 2005 2006 2007 2008

Arabia Saudita 19,4% 17,8% 17,8% 21,9% 20,6% 16,0%

Bahrain 23,8% 25,7% 26,9% 22,0% 21,0% 18,1%

Emirati Arabi Uniti 18,9% 16,9% 17,4% 16,6% 14,0% 13,3%

Kuwait 18,4% 17,3% 21,3% 21,8% 18,5% 16,0%

Qatar 25,3% 24,9% 24,8% 13,5% 12,2% 15,1%

Oman 17,6% 17,6% 18,5% 17,2% 15,8% 14,7%

Fonte: IMF The GCC Banking Sector: Topography and Analysis – Aprile 2010

Come indicato nella tabella che precede e nel grafico sottostante, nel 2009 l’indice medio

CAR nei Paesi GCC oscillava tra il 15,7% dell’Oman e il 19,8% del Bahrein, con una media

regionale del 17%, più elevata rispetto ad altre economie rappresentate nell’istogramma

(15,8%). In particolare, il CAR degli EAU, in forte declino nel 200820 - 13,3%, il più basso

dell’area- , è aumentato notevolmente nel 2009, fino a raggiungere uno dei livelli più

elevati (18,6%) grazie alle iniezioni di capitale realizzate dal Governo nel corso

dell’anno21. Secondo gli ultimi dati della Banca Centrale degli EAU, a giugno del 2010, il

CAR delle banche locali ammontava in media a 20,4%. In Arabia Saudita, per contro, il

livello CAR non ha subito variazioni rilevanti e si è mantenuto intorno al 16%.

20 Si segnala che nel 2005 il CAR degli EAU era pari al 17%. 21 Il governo ha autorizzato le banche locali a convertire in prestito subordinato i depositi ricevuti dal Ministero delle Finanze. Per ottenere tale forma di supporto statale, le banche dovevano avere, alla data dal 30 giugno 2009, un tier 1 ratio minimo dell’11%, da portare al 12% a giugno 2010.

Page 26: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

26

Graf. 4 Capital Adequacy Ratio (%) - 2009

0 5 10 15 20 25

Marocco

Tunisia

Libano

Egitto

Oman

Qatar

Kuwait

Arabia Saudita

Singapore

United Arab Emirates

Giordania

Bahrain

I Paesi GCC sono evidenziati in rosso.

Fonte: Gulf Cooperation Council Regional Overview, Institute of International Finance, Maggio 2010.

Per quanto riguarda infine i principi contabili internazionali IAS/ISFS, sono stati introdotti

negli EAU e n Arabia Saudita rispettivamente nel 1999 e nel 2000.

3 FOCUS ARABIA SAUDITA: elementi di approfondimento sull’evoluzione del

sistema bancario e finanziario

3.1 Struttura e assetti proprietari del sistema bancario saudita

Il settore bancario saudita, inizialmente chiuso e dominato da banche statali, ha subito

rapidi cambiamenti, attraendo negli ultimi anni un crescente numero di istituzioni bancarie

internazionali. A fine 2009 il settore bancario era composto da 23 istituti, 12 banche locali

e 11 filiali di banche estere.

Secondo gli analisti del Fondo Monetario Internazionale22 (ultimo dato disponibile al 2008),

se paragonato ad altre economie del Gulf Cooperation Council, il settore bancario saudita

presenta dimensioni relativamente contenute rispetto all’economia del Paese, con asset

pari al 68% del PIL (cfr. tabella 1).

22 Fonte: The GCC Banking Sector: Topography and Analysis – WP/10/87

Page 27: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

27

Peraltro, per totale asset, esso è il maggiore tra i Paesi GCC: secondo gli ultimi dati

disponibili della Banca Centrale saudita, la Saudi Arabia Monetary Agency (SAMA)23, a

marzo 2010 essi ammontavano a 1.377 miliardi di riyāl (SR) (367 miliardi di USD), in

aumento del 4% rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda la composizione degli asset, circa il 53% è riconducibile a

finanziamenti al settore privato, il 13% a finanziamenti al settore pubblico, il 15% a

foreign asset, mentre la percentuale rimanente comprende riserve obbligatorie.

Le prime quattro banche locali (National Commercial Bank, Samba Financial Group, Riyad

Bank e Al Rajhi Bank), di cui tre pubbliche, pesano per circa il 60% degli asset complessivi

di settore. Le principali banche del Paese sono, infatti, statali; lo Stato controlla 5 banche

(National Commercial Bank, Samba Financial Group, Riyadh Bank, The Saudi Investment

Bank e Alinea Bank) per un totale di circa il 52% degli assets di settore, a cui si

aggiungono partecipazioni di minoranza in altre banche locali.

Le Autorità saudite hanno come obiettivo quello di far diventare Riyadh un hub finanziario

della regione al pari di altri centri, già riconosciuti a livello mondiale, quali Bahrain, Dubai

e Qatar, in rapida espansione. Tuttavia, lo scoppio della bolla speculativa sulla Saudi Stock

Exchange (Tadawul)24 nel 2006, nonché gli effetti della recente crisi, hanno contribuito al

rallentamento dell’economia saudita e della performance del settore bancario e finanziario.

L’andamento del settore bancario rimane, infatti, strettamente connesso ai ricavi

provenienti dal petrolio25, driver principale dell’economia del Paese, i cui profitti, dopo aver

raggiunto il loro apice nel 2005 (+54%) grazie all’incremento del prezzo del greggio,

hanno fatto registrare un declino continuo nel triennio 2007-2009 (-27%).

Parallelamente, nel biennio 2008-2009, anche il tasso di crescita del settore finanziario

saudita ha fatto registrare un rallentamento, passando dal 2,8% e all’1,8%26.

23 La Saudi Arabian Monetary Agency (SAMA) è la Banca Centrale Saudita che controlla le emissioni di moneta, gestisce le entrate di valuta, regola e controlla il sistema bancario ed il mercato azionario. (Decreto reale del 1966). 24 La Saudi Stock exchange, chiamata anche Tadawul, è una delle maggiori Borse Valori della regione del Golfo con, nel 2009, una capitalizzazione di mercato pari a 313 miliardi di USD (Fonte: The Saudi Stock Market: Structural Issues, Recent Performance and Outlook, Dicembre 2009). Il 25 febbraio 2006, il Tadawul All Share Index (TASI), principale indice azionario, ha raggiunto il suo apice quotando 20.635 punti, prima del collasso legato al clima di incertezza e sfiducia degli investitori, alimentato in parte anche da quanto riportato dai media sauditi (si è registrata una perdita di 13.000 punti, pari a circa il 65% del valore). 25 Il Paese ha una dotazione di petrolio pari circa ad un quarto delle riserve mondiali di greggio, stimate ad oltre 260 miliardi di barili. La capacità estrattiva giornaliera del Paese è di 12,5 milioni di b/g. I proventi petroliferi rappresentano circa l’80% delle entrate governative e il 90% dei guadagni da esportazione. Dopo aver raggiunto il prezzo di 123,7 USD/barile a fine 2008, il costo del petrolio saudita è sceso precipitosamente a 38,53 USD/barile per poi attestarsi a 71,97 USD a fine anno 2009 (con una variazione positiva dell’87,7%). 26 Fonte: Ambasciata d’Italia in Arabia Saudita.

Page 28: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

28

a) Banche commerciali domestiche

Tab. 8 - Totale Asset delle banche domestiche (2009)

Banche Asset

(mln $)

Quote di mercato

(%) Proprietà

National Commercial Bank 68.654 19,48 Stato 69,3% Samba Financial Group 49.471 14,04 Stato 67,4% Riyadh Bank 47.040 13,35 Stato 71,50% Al Rajhi Bank – Al Rajhi Banking & Investment Corporation*

45.528 12,92 Privati locali

Saudi British Bank 33.823 9,12 Privati locali 60% - HSBC 40% Banque Saudi Fransi 32.153 9,6 Privati locali 68,9%

Crédit Agricole 31,1% Arab National Bank 29.413 8,34 Arab bank (JOR -40%) Saudi Hollandi Bank 15.763 4,47 Royal Bank of Scotland 40% Saudi Investment Bank 13.373 3,79 Stato 77,6% Bank Al-Jazira* 7.994 2,27 Privati locali Al Bilad Bank* 4.643 1,32 Privati locali Alinma Bank* 4.615 1,31 Stato 50% Fonte: Sintesi 2000 - *banche islamiche

La National Commercial Bank (NCB), principale banca del Regno, è detenuto a

maggioranza dal Governo saudita tramite il Public Investment Fund (69,3%) e la General

Organization for Social Insurance (10%), mentre la quota rimanente è ripartita tra

molteplici azionisti. Il gruppo, pesa per il 20% del mercato, con asset complessivi pari a

68,6 miliardi di USD e nel 2009 ha quasi raddoppiato il profitto portandolo a 1,06 miliardi

di USD, con un Return on Average Asset (ROAA) annuo dell’1,56%27.

La seconda banca del Paese per capitalizzazione è la Samba Financial Group (49,5 miliardi

di USD) di cui lo Stato è il maggiore azionista (67,4%); a fine 2009 i profitti del gruppo

risultavano cresciuti del 2,4%, attestandosi a 1,22 miliardi di USD.

La terza banca del Paese per asset (47 miliardi di USD) è la Riyadh Bank detenuta

anch’essa al 71,50% dallo Stato.

Segue nella classifica Al Rajhi Bank (45,5 miliardi di USD di assets) che appartiene ad una

delle più prominenti holding familiari saudite. La banca, leader nel settore retail, ha saputo

conformare la propria attività ai precetti islamici e sta espandendo il proprio network

anche nei mercati esteri (ha aperto un filiale in Malaysia nel 2006 e acquisito licenze in

Giordania e Kuwait). Nel 2009 il gruppo ha fatto registrare profitti pari a 1,8 miliardi di

USD (circa il 26% dei profitti complessivi delle banche), con un ROAA del 3,96%.

HSBC detiene il 40% della quinta banca locale, Saudi Bristish Bank, partnership che

conferisce al gruppo un vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti locali in termini di 27 Fonte: KAMCO Research, GCC Banking Sector – Febbraio 2010.

Page 29: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

29

gestione delle transazioni finanziarie, riducendone i costi e consentendo un’alta redditività

e alti margini di profitto.

La sesta banca del Paese, Bank Saudi Fransi, è detenuta al 31,1% da Crédit Agricole;

l’accordo con il gruppo francese, oltre a consentire l’accesso ad un network globale, ha

arrecato benefici in termini di expertise tecnica e manageriale per la gestione del rischio.

La settima banca, Arab National Bank, detenuta al 40% dalla Jordan’s Arab Bank, ha una

ampia rete di sportelli che favorisce la specializzazione nel segmento retail e nella

concessione di crediti alle piccole e medie imprese.

A seguire vi sono Saudi Hollandi Bank, Saudi Investment Bank e Bank Al Jazira,

specializzata nell’offerta di servizi sharia compliant.

Nelle ultime posizioni si segnalano le banche islamiche Bank Al - Bilad, nata nel 2004 dalla

fusione di 8 agenzie di cambio, e Alinma Bank, operativa dal 2009 e detenuta dallo Stato

al 30%.

Secondo le stime della Saudi Arabia Monetary Authority (SAMA), a marzo 2010, il numero

delle filiali retail ammontava a 1.540, in aumento rispetto alle 1.519 dell’anno precedente.

Finanza islamica

La finanza islamica si è sviluppata rapidamente negli ultimi 10 anni nell’area del Golfo, con

tassi di crescita annuali anche a due cifre, tra l’11% e il 24% a fine 2008 (cfr. paragrafo

2.4 - Credito all’economia e finanza islamica) 28. In Arabia Saudita operano al momento

quattro banche islamiche commerciali: Al Rajhi Bank, Bank Al Jazira, Al Bilad Bank e

Alinma Bank, ma anche altre banche convenzionali presenti nel Paese hanno introdotto

servizi e prodotti Sharia compliant, in considerazione delle numerose opportunità derivanti

dal rapido sviluppo del settore. Secondo le stime del FMI, nel periodo 2003-2008, in

Arabia Saudita gli asset collegati unicamente alla finanza islamica sono cresciuti del 33,4%

a fronte di una crescita del 19% registrata dall’intero sistema bancario (cf. tabella 5).

Fondi di sviluppo

Operano nel Paese 5 fondi di sviluppo del Governo con le funzioni di istituti di credito

specializzati, che offrono finanziamenti agevolati per progetti nei comparti del real estate,

agricoltura e industria. Secondo gli ultimi dati disponibili della SAMA, gli asset complessivi

dei 5 fondi (Saudi Arabian Agricultural Bank, The Real Estate Development Bank, The

28 Secondo gli analisti del Fondo Monetario Internazionale, oltre 70 Paesi offrono servizi di finanza islamica. (IMF working Paper, The effects of the Global Crisis on Islamic and Conventional Banks: A comparative Study, Settembre 2010)

Page 30: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

30

Saudi Industrial Development Fund, The public Investment Fund, Saudi Credit Bank)

ammontavano a 328 miliardi di SR a giugno 2009 (86,6 miliardi di USD), in lieve

diminuzione rispetto all’anno precedente con 330 miliardi di SR (88 miliardi di USD).

Tab.9 - Fondi di sviluppo Finanziamenti in

essere (mld SR)

Fondi Anno

costituzione Area di competenza

06/2009 06/2008 Saudi Arabian Agricultural Bank

1961 agricoltura / irrigazione 9,43 9,44

The Real Estate Development Bank

1975 sviluppo urbano 77 74,5

The Saudi Industrial Development Fund (SIDF)29

1974 progetti industriali settore private

18,2 15,2

The Public Investment Fund (PIF)

1971 finanziamenti corporate che devono avere in partnership imprese

pubbliche

37,1 21,8

Saudi Credit Bank 1973 finanziamenti retail (fasce meno abbienti)

13,0 3,9

Fonte: The Economist Intelligence Unit

Fondi di investimento

I fondi di investimento, sviluppatisi in Arabia Saudita a partire del 1979, sono gestiti dalle

banche commerciali sotto la supervisione della Banca Centrale. A fine 2009, gli assets

complessivi detenuti dai fondi ammontavano a 90 miliardi di SR (circa 24 miliardi di USD),

in crescita del 19,7% rispetto all’anno precedente. A fine 2009 erano operativi nel Paese

244 fondi di investimento, in riduzione rispetto ai 262 registrati nel 2008.

Tab.10 – Principali fondi di investimento

Fondi Gestori dei fondi Assets (USD mln)

Quota di mercato

(%) Al Alhi Saudi Riyal Trade Fund NCB Capital 4.478 17,9 Al Ahli Diversified Trade Fund NCB Capital 1.363 5,4 Saudi Riyal Commodity MUdaraba Fund Al Rajhi Capital 972 3,9 HSBC Amanah Saudi Riyal Trading Fund HSBC Saudi Arabia 948 3,8 HSBc Amanah Saudi Riyal Equity Fund HSBC Saudi Arabia 852 3,4 Riyad Equity Fund 3 Riyad Capital 640 2,6 Al Raed Fund Samba Capital 580 2,3 Riyad Equity Fund 2 Riyad Capital 503 2,1 Al Ahli Saudi Trading Equity Fund NCB Capital 471 1,9 Al Badr Murabaha Fund Caam Saudi Fransi 376 1,7 Total Asset 25.065 100

Fonte: The Economist Intelligence Unit

29 Il Saudi Industrial Development Fund (SIDF) è destinato ad investitori privati, a cui fornisce interest free soft loans per metà del valore dell’investimento. Il finanziamento può essere concesso previa valutazione delle validità della proposta.

Page 31: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

31

Nel corso degli anni i fondi hanno diversificato il proprio portafoglio sia sotto il profilo

geografico che con riferimento alla tipologia di investimento. Inizialmente i fondi

investivano principalmente in titoli esteri; tendenza che si è modificata a partire dal 2001,

quando gli investitori hanno preferito orientarsi verso mercati più sicuri, quali quello

domestico, maggiormente profittevole e sofisticato. Secondo le stime della SAMA, a fine

settembre 2009 i fondi investivano l’83% dei propri assets nel mercato domestico rispetto

ad una percentuale di appena il 50% registrata all’inizio del 2001.

b) Banche commerciali estere

Fonte: The Economist Intelligence Unit

L’introduzione della “Capital market law” a luglio del 2003, che ha portato maggior

trasparenza nel sistema finanziario locale, ha favorito l’ulteriore inserimento di banche

estere in Arabia Saudita. Con l’entrata in vigore di tale normativa è stato reso possibile

l’accesso degli istituti nel Paese anche in assenza di un partner locale e sono state avviate

ulteriori riforme realizzate in previsione dell’ingresso del Paese nell’Organizzazione

Mondiale del Commercio (OMC), avvenuto nel 2005.

Permangono peraltro disparità di trattamento anche tra le banche estere, in quanto le

banche dei Paesi aderenti al Gulf Cooperation Council (GCC), che operano nel mercato

saudita da diverso tempo, beneficiano di un trattamento più favorevole rispetto a soggetti

di altre nazionalità; in particolare, il limite massimo per l’acquisizione di partecipazioni in

un intermediario locale, pari al 40% per le banche estere, è stato innalzato al 60% per le

banche provenienti dai Paesi GCC.

Attualmente vi sono undici banche estere nel Paese, che vi operano tramite filiali. La

prima licenza per l’apertura di una filiale a Riyadh è stata concessa nell’ottobre del 2000

dalla Banca Centrale saudita (SAMA) alla Gulf International Bank (GIF) del Bahrain. A

seguire il Governo saudita ha rilasciato altre licenze a Emirates Bank International of the

United Arab Emirates (febbraio 2002), National Bank of Kuwait e National Bank of Bahrain

(settembre 2002), che hanno costituito proprie filiali nel corso del 2003. Inoltre, dal 2004

Tab. 11 - Banche estere (2009) Banche Paese di provenienza

Gulf International Bank Regno Unito Emirates Bank Emirati Arabi Uniti National Bank of Bahrain Bahrain National Bank of Kuwait Kuwait Muscat Bank Oman Deutsche bank Germania BNP Paribas Francia J.P. Morgan Chase U.S.A. National Bank of Pakistan Pakistan State Bank of India India T.C Ziraat Bankasi Turchia

Page 32: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

32

al 2006 Deutsche Bank (Germania), BNP Paribas (Francia), JP Morgan Chase (USA), Bank

Muskat (Oman), State Bank of India e National Bank of Pakistan hanno costituito filiali nel

Paese. La banca turca TC Ziraat Bankai è stata l’ultima ad essersi insediata, a febbraio

2010. A seguito della crisi finanziaria internazionale, le Autorità sembrano però orientate a

non voler concedere nuove licenze ad intermediari esteri.

Le banche estere operano in Arabia Saudita anche tramite partecipazioni di minoranza in

intermediari locali di grande dimensione. Tra queste si ricorda che HSBC detiene una

partecipazione del 40% in Saudi British Bank, Crédit Agricole detiene il 31% di Banque

Saudi Fransi, ABN AMRO il 40% di Saudi Hollandi. Citigroup, una delle prime banche ad

aver effettuato un investimento nel Paese nel 1955, ha ceduto una partecipazione del 20%

nel Samba Financial Group ad un Fondo di investimento pubblico saudita nel maggio del

2004.

3.2 Mercato del credito e performance del sistema bancario

A marzo 2010 i finanziamenti bancari in Arabia Saudita ammontavano complessivamente

a 959,4 miliardi di SR (255 miliardi di USD), in crescita dell’1,9% rispetto a marzo 2009,

con un peso pari complessivamente al 104,3% dei depositi bancari. Più in particolare, nel

periodo considerato i finanziamenti al settore privato hanno fatto registrare una crescita

del 2,4%, raggiungendo 745,8 miliardi di SR (198,8 miliardi di USD) ovvero circa l’81%

dei depositi complessivi, mentre i finanziamenti al settore pubblico sono diminuiti di 0,1%,

attestandosi a 212,7 miliari di SR (56,6 miliardi di USD), circa 23,1% dei depositi

complessivi30.

30 Economic Development, First Quarter, 2010 - Research and Statistics Department – SAMA

Page 33: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

33

Graf. 5 Finanziamenti al settore pubblico e al settore privato

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

mar-09 giu-09 set-09 dic-09 mar-10

Mili

ardi

di S

R

Settore privato Settore pubblico

Fonte: Economic Development, First Quarter, 2010 - Research and Statistics Department – SAMA

Per quanto riguarda il credito al settore privato, da gennaio a marzo 2010 i finanziamenti

a breve termine sono cresciuti dello 0,4%, fino a raggiungere 451,5 miliardi SR (120,4

miliardi di USD), i finanziamenti a medio termine sono aumentati dello 0,7%, totalizzando

117,9 miliardi di SR (31,4 miliardi di USD), mentre i finanziamenti a lungo termine hanno

fatto registrare l’aumento più marcato in termini percentuali (+4,3%), attestandosi a

177,4 miliardi di SR (47,3 miliardi di USD).

Sebbene le banche commerciali saudite offrano principalmente finanziamenti a breve

termine (a causa della corrispondente maturity delle passività), come confermano i dati

sopramenzionati, si sta assistendo ad un progressivo mutamento nella composizione del

credito concesso, con un volume crescente di finanziamenti a medio-lungo termine, che

consegue al maggiore grado di sofisticatezza che le banche locali vanno sviluppando.

Nel corso del primo trimestre 2010, i finanziamenti sono aumentati nei seguenti comparti

dell’economia: “attività commerciale” +7,6% (12,9 mld di SR - 3,4 mld USD), “agricoltura

e pesca” + 0,2% (14 milioni di SR – 3,7 milioni di USD), “altri settori” +1,5% (4,2 mld SR

– 1,1 mld di USD), “edilizia” +7,8% (3,5 mld di SR – 933 mln USD), “acqua” +15,6% (2,1

mld di SR- 560 mln USD), “industria e produzione” +2,2% (1,6 mld SR – 420 mln USD),

“settore pubblico” + 6,2% (1,8 mld di SR – 480 mln USD). Parallelamente, si è registrata

una riduzione dei finanziamenti verso altri settori quali “altri servizi” -30,4% (14 mld di SR

– 3,7 miliardi di USD), “minerario” -12,2% (0,7 mld SR – 186 mln USD), “trasporti e

Page 34: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

34

comunicazione” -2,8% (1,1 mld di SR – 293 mln USD) e “finanza” -1,6 (0,3 mld di SR –

80 mln USD).

Il portafoglio prestiti appare ben diversificato sul segmento corporate, con il commercio

che pesa per circa un quarto dei finanziamenti totali, rispecchiando la struttura

dell’economia. Tuttavia, la concentrazione del credito su singoli nominativi con redditi

molto elevati secondo gli analisti del FMI potrebbero aumentare il profilo di rischio degli

attivi. Il credito alle famiglie è invece distribuito in modo bilanciato, senza la

preponderanza di alcun sub-settore; infine, i prestiti per real estate hanno un peso

contenuto, inferiore al 10% dei finanziamenti totali.

Inoltre, la regolamentazione prudenziale vigente è peraltro disegnata in modo da tenere

sotto controllo la crescita di eventuali rischi, impedendo alle banche di ottenere

l’autorizzazione della SAMA per la concessione di credito a controparti estere, nonché limiti

statutari all’affidamento dei singoli nominativi.

Così come sul lato dei prestiti, anche sul lato della raccolta si è assistito ad un aumento

dei depositi bancari: a marzo 2010 essi ammontavano a 920,7 miliardi di SR (245 miliardi

di USD), in crescita del 4,3% rispetto all’anno precedente, nonostante il calo del 2,1%

(19,9 miliardi di SR – 5,3 miliardi di USD) registrato nel primo trimestre (nel trimestre

precedente i depositi erano aumentati del 3,2%, ovvero 29,2 miliardi di SR, equivalenti a

circa 7,7 miliardi di USD). Come riportato nella tabella sottostante, gli ultimi dati

disponibili della Banca Centrale indicano un aumento annuo rispettivamente del 20% e del

3,6% dei “demand deposits” e dei “depositi quasi–monetari” che, a marzo 2010,

ammontavano rispettivamente a 452,2 e 154,8 miliardi di SR (120,5 e 41,2 miliardi di

USD). I “depositi a tempo e a risparmio” hanno fatto registrare nel periodo in discorso una

riduzione del 12%, attestandosi, al termine del primo trimestre 2010, a 313,7 miliardi di

SR (83,6 miliardi di USD)31.

31 Fonte: Economic Development, First Quarter, 2010- Research and Statistics Department – SAMA.

Page 35: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

35

Graf. 6 Depositi bancari - Tipologia

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

mar-09 giu-09 set-09 dic-09 mar-10

Mili

ardi

di R

iyal

s

Demand deposits Depositi a tempo & a risparmio Altro - Quasi Monetary Deposits

Fonte: Economic Development, First Quarter, 2010- Research and Statistics Department – SAMA

Secondo le ultime stime della Banca Centrale saudita, a marzo 2010 il peso dei depositi

bancari sull’aggregato monetario M332 era pari a 91,1%. Come evidenziato nel grafico

sottostante, anche l’aggregato M3 è aumentato nell’ultimo anno (+4,7%), raggiungendo

circa 1.010 miliardi di SR a marzo 2010 (270 miliardi di USD).

Graf. 7 Aggregato monetario M3

930940950960970980990

10001010102010301040

mar-09 giu-09 set-09 dic-09 mar-10

Mila

rdi d

i Riy

als

Fonte: Economic Development, First Quarter, 2010- Research and Statistics Department – SAMA

32 Indicatore di liquidità monetaria comprendente: circolante e depositi a vista, depositi con cadenza fissa fino a due anni e depositi rimborsabili con preavviso fino a tre mesi, pronti contro termine, obbligazioni con scadenza fino a due anni, quote di fondi di investimento monetario e titoli di mercato monetario.

Page 36: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

36

3.3 Impatto della crisi internazionale sul mercato locale e misure adottate

Al fine di far fronte alla crisi finanziaria internazionale, il Governo ha investito i risparmi

accumulati in anni di surplus fiscale, alimentati dagli elevati prezzi del petrolio, in misure

anticicliche a sostegno dell’economia. Nel settembre 2008 è stato varato un programma

quinquennale di investimenti pubblici per 400 miliardi di USD (pari al 110% del PIL)33, che

ha previsto la costruzione di nuove città e porti, interventi per il potenziamento delle

capacità produttiva di petrolio e per la promozione dell’attività privata

Con particolare riferimento al settore bancario, la crisi finanziaria internazionale ha avuto

effetti contenuti, anche grazie alla prudente politica di regolamentazione e di supervisione

della SAMA. Il sistema bancario complessivamente ha adottato politiche creditizie e

finanziarie conservative e concentrate sul mercato domestico e non è quindi risultato

esposto in modo diretto nei confronti delle banche occidentali coinvolte nella crisi.

Inoltre, gli elevati livelli di capitalizzazione pre-crisi e la massiccia iniezione di liquidità

(pari a 37,5 miliardi di SR - circa 10 miliardi di USD) immessa dalla SAMA al momento

della crisi hanno limitato efficacemente l’impatto sul sistema finanziario locale delle

tensioni prodottesi nei mercati internazionali. La considerevole iniezione di capitale non si

è peraltro tradotta in una corrispondente espansione del credito34, comportando invece un

significativo aumento dei depositi delle banche commerciali presso la Banca Centrale,

passati da 55,4 miliardi di SR (14 mld di USD) a fine ottobre 2008 a 149 miliardi di SR (39

mld USD) a fine ottobre 2009.

L’atteggiamento più cauto del sistema bancario conseguente alla crisi finanziaria si è

infatti tradotto in una forte contrazione nell’offerta di credito: nel 2009 il credito concesso

al settore privato è cresciuto nel 2009 del 2% rispetto al 27% registrato l’anno

precedente. Le ripercussioni del rallentamento del ciclo economico si sono manifestate

soprattutto nel comparto non-oil che, nel 2009 è cresciuto del 2,5%, la peggiore

performance degli ultimi 14 anni.

In questo quadro, le banche saudite diversamente da quanto è accaduto nel complesso

della regione, hanno fatto registrare comunque profitti, seppur in calo, nell’ultimo

trimestre del 2008; il calo è proseguito anche nel corso del 2009 con profitti che si

ammontavano a 6,1 miliardi di USD (dati a settembre), in riduzione del 5% rispetto

all’anno precedente e con un peso pari al 44% dei profitti complessivi registrati dalle

banche dei Paesi del GCC (cfr. tabella n°4).

33 Fonte: GCC Regional Overview, Institute of International Finance. 34 Fonte: “Rapporto congiunto ICE-MAE”, secondo semestre del 2009.

Page 37: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

37

Tali risultati riflettono anche la politica d’ingenti accantonamenti messa in atto dalle

banche locali a fronte dell’accresciuta incertezza nell’andamento del mercato, collegata

peraltro anche al default sul debito di due grandi gruppi imprenditoriali sauditi, il SAAD

Group e l’Algosaibi Group (AHAB)35.

4. FOCUS EMIRATI ARABI UNITI (EAU): Elementi di approfondimento sull’evoluzione del sistema bancario e finanziario

4.1 Struttura e assetti proprietari del sistema bancario degli Emirati Arabi Uniti

Secondo gli ultimi dati disponibili, operano negli Emirati Arabi Uniti 51 istituti bancari, di

cui 23 banche locali e 28 estere. Il sistema bancario risulta sovradimensionato per servire

la popolazione di 4,5 milioni di abitanti che risiede nei 7 emirati36. Tale struttura è in parte

dovuta alla volontà di ogni singolo emirato di mantenere una banca nazionale al proprio

interno, anche se di modeste dimensioni, con una vocazione prettamente nazionale.

Gli EAU costituiscono peraltro un hub finanziario di livello internazionale e le banche che vi

operano sono contraddistinte comunque da un’elevata redditività e da una buona qualità

dell’attivo. Secondo l’ultimo rapporto ICE disponibile (secondo semestre del 2009), nella

graduatoria mondiale delle prime 1000 banche e delle prime 100 banche del mondo arabo,

figurano rispettivamente 14 e 18 banche degli EAU.

Il settore è concentrato, con le prime 5 banche del Paese che pesano per oltre il 65% degli

assets complessivi (dati a dicembre 2009).

Secondo gli ultimi dati della Banca Centrale, a luglio del 2010, gli assets complessivi di

settore ammontavano a 1554,4 miliardi di Dirhams (AED) (circa 423 miliardi di USD), in

aumento rispetto ai 1496,3 miliardi di AED registrati a luglio 2008 (407,4 miliardi di

USD)37, pari al 132% del PIL38.

Il sovradimensionamento del settore si riflette, infatti, in un elevato livello di

bancarizzazione (con depositi + prestiti /PIL pari al 223,98%), reso possibile anche da una

ampia rete di sportelli; gli ATMs sono passati da 2.420 a dicembre 2008 a 3.354 a marzo

35 Il sistema bancario saudita è stato peraltro colpito dalla crisi di insolvenza due dei più importanti gruppi del Paese di proprietà di famiglie saudite, Ahmad Hamad Algosaibi & Brothers (AHAB) e Saad Al Manea Group, ponendo alcuni interrogativi sulla solidità degli istituti di credito locali maggiormente esposti e sul grado di trasparenza del sistema finanziario saudita. A settembre 2009 il gruppo Saad ha preso degli accordi con banche saudite per ripagare i propri debiti mentre vi sono ancora contenziosi con i prestatori internazionali (febbraio 2010). Secondo Standard Chatered Bank, nel 2009 l’esposizione delle banche saudite nei confronti dei due gruppi finanziari ammontava a 5 miliardi di USD. 36 Circa l’83% della popolazione è composta da espatriati mentre gli emiratini residenti costituiscono il 17% della popolazione. 37 UAE Banking Indicators, Central Bank. 38 Fonte: IMF, Article IV Consultation- Country report 10/42, febbraio 2010.

Page 38: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

38

201039. Al contrario, il numero di impiegati nel comparto bancario è sceso negli ultimi anni

da 39.589 nel dicembre 2008 a 36.509 ad aprile 2010.

Vi è inoltre una forte presenza dello Stato che controlla oltre il 62% degli assets di settore.

Lo Stato è altresì il principale cliente delle banche (private e pubbliche), grazie

all’ammontare di fondi depostati presso gli istituti bancari attraverso imprese statali,

regionali e comunali e alle numerose attività di project financing.

a) Banche domestiche

Secondo gli ultimi dati disponibili (dicembre 2009), negli Emirati Arabi Uniti operano 23

gruppi bancari locali.

Come indicato nella tabella sottostante, a febbraio 2009 le 10 principali banche locali

pesavano per l’86,24% degli assets di settore, mentre le prime tre – National Bank of Abu

Dhabi, Abu Dhabi Commercial Bank e First Gulf Bank – rappresentavano una quota del

48,5%, a conferma dell’elevato grado di concentrazione del settore.

Tab. 12 Totale Asset delle banche domestiche (Dicembre 2009)

Banche Asset (mln di USD)

Peso Proprietà N°

filiali Emirates NBD 76.672 21,41% Gov. 55,64% 109 National Bank of Abu Dhabi 53.599 14,96% Gov. 70,54% 74 Abu Dhabi Commercial Bank 43.624 12,18% Gov. 64,84% 42 First Gulf Bank 34.165 9,54% n.d. 18 Mashreqbank 25.765 7,19% Privati locali 64 Dubai Islamic Bank plc * 22.765 6,41% Disperso Pri. 58,86%

e Gov. 29,8% 54

Union National Bank 20.620 5,76% Gov. 50,01% 46 Abu Dhabi Islamic Bank * 17.450 4,87% Privati 54 Commercial bank of Dubai 10.016 2,80% Gov. 20% 23 Emirates Islamic Bank * 6.886 1,92% Emirates NBD 33 Bank of Sharjah 4.918 1,37% Gov. 15% 4 Al Hilal Bank PJSC * 4.750 1,33% Gov. 100% 15 Dubai Bank * 4.737 1,32% Privati 23 Rakbank – National bank of Ras Al-Khaimah

4.661 1,30% Gov. 49,32% 27

Noor Islamic Bank * 4.591 1,28% Privati 15 Sharjah Islamic Bank * 4.350 1,21% Gov. 27,4% 24 National Bank of Umm Al-Qaiwain 3.781 1,06% Gov. 30% 17 Al Masraf-Arab Bank for Investment & Foreign Trade

3.357 0,94% Gov. 42,28%, Libyan Foreign Bank 42,28%,

Banque extérieure d’Algérie 15,44%

7

National Bank of Fujairah 3.238 0,90% Gov. 39,36% 14 Commercial Bank International 2.977 0,83% Privati 14 Invest Bank 2.634 0,74% Privati 12 United Arab Bank 1.903 0,53% Commercial Bank of

Qatar 10

Ajman Bank * 525 0,15% Gov. 25% 5 Fonte: Sintesi 2000 - *) Banche islamiche 39 Rilevazioni della Banca Centrale.

Page 39: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

39

Tale assetto risulta da un processo di consolidamento avvenuto nel corso degli anni per

evitare il fallimento degli istituti di credito in difficoltà, che sono stati assorbiti da altre

banche o che hanno dovuto far ricorso ad interventi dello Stato. In particolare, a metà

degli anni 80, a seguito del periodo di forte recessione legato alla caduta del prezzo del

petrolio, nonché dell’incremento dei livelli di Non performing loans, sono stati costituiti due

nuovi gruppi: Emirates Bank International, dalla fusione della Union Bank of the Middle

East con Dubai Bank e Emirates National Bank, e Abu Dhabi Commercial Bank, dalla

fusione di Emirates Commercial Bank con Federal Commercial Bank e Khalij Commercial

Bank. Successivamente, si segnalano invertenti del Governo nel 1988 per salvare 4

banche dell’Emirato di Sharjah (National Bank of Sharjah, Investbank, United Arab Bank e

of Sharjah), e nuovamente nel 1998 e nel 1999 con riferimento alla Dubai Islamic Bank e

alla First Gulf Bank40.

b) Banche estere

Per quanto riguarda la presenza di intermediari esteri, a dicembre 2009 operavano nel

Paese 28 banche straniere. Nonostante il numero elevato, la quota di mercato detenuta da

tali banche rimane tuttavia marginale, poiché il Governo emiratino decise di congelare

l’apertura di nuove banche straniere nel Paese nel 1987, limitando ad 8 il numero

massimo di filiali per banca estere, riducendone conseguentemente l’operatività, a

vantaggio degli intermediari locali, soprattutto sul segmento retail.

Tab. 13 banche estere (Dicembre 2009) Banche N° filiali

Barclays Bank(UK) 2 Al Ahli Bank of Kuwait (Kuwait) 2 Al Rafidain Bank 1 Arab African International bank 2 Arab Bank (Giordania) 8 Bank Melli (Iran) 7 Bank of Baroda (India) 6 Bank Saderat (Iran) 7 Blom Bank France (Libano) 2 Banque Misr (Egitto) 4 Calyon Bank (France) 2 BLC Bank (France) 4 BNP Paribas Bank (France) 2 HSBC Bank Middle East (UK) 8 Citibank (USA) 5 El Nilien Bank 1 Habib Bank (Pakistan) 7 Habib Bank Zurich (Svizzera) 8 Janata Bank (Bangaldesh) 4 Lloyds Bank (UK) 1

40 Fonte: Sintesi 2000.

Page 40: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

40

National Bank of Bahrain 1 National Bank of Oman 1 Standard Chartered Bank 8 United Bank (Pakistan) 8 Royal Bank of Scotland 3 Doha Bank (Qatar) 1 Samba Financial group (Arabia Saudita) 1 National Bank of Kuwait 1 Totale filiali 107

Fonte: Sintesi 2000

Complessivamente, a dicembre 2009, le banche estere opravano tramite 107 filiali e 98

uffici di rappresentanza negli emirati, in aumento rispetto ai 90 uffici di rappresentanza

registrati nel 2008. Nel corso del 2009 sono state, infatti, erogate 3 licenze Abu Dhabi

(KFW IPXE – Bank Gmbh; EFG Bank; Banque Libano–Française S.A.L. e 5 per Dubai

(Banco Sabadell, Attijari Wafa BLC, CIC-Credit industrial, India Overseas Bank, Bank of

China Limited).

4.2 Mercato del credito

Secondo le stime pubblicate dalla società Sintesi 2000, nel periodo 2005-2008 si è

registrata negli EAU una crescita media annua dell’attività creditizia del 34%.

Complessivamente, nel 2005 i finanziamenti ai residenti ammontavano a 353 miliardi di

AED (96 mld di USD) circa, per attestarsi a 924 miliardi di AED nel 2008 (251,5 milioni di

USD).

Nonostante il rallentamento della crescita avvenuta a seguito della crisi internazionale, la

disponibilità di risorse finanziarie aggiuntive, provenienti sia dall’aumento dei depositi che

dalle iniezioni di liquidità dalla Banca Centrale e del Governo federale (cf. paragrafo 3.1),

ha permesso alle banche di accrescere l’offerta di credito in termini di finanziamenti,

anticipi e fidi bancari da 993,7 miliardi di AED (270 miliardi USD) a fine 2008 a 1.017,7

miliardi di AED (277 mld di USD) nel dicembre 2009, per attestarsi a 1.025,5 miliardi di

AED (279 mld di USD) a luglio del 2010 (ultimi dati disponibili della Banca Centrale

emiratina).

Page 41: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

41

Tab. 14 Finanziamenti all’economia per tipologia (mln di AED) 2008 2009 Var.%

Settore Agricolo 2.391 642 -73% Settore Minerario 11.853 6.729 -43,2% Settore Manifatturiero 45.668 44.192 -3,2% Elettricità, gas e acque 20.250 24.886 22,8% Edilizia 119.251 126.010 5,6% Commercio 124.243 100.489 -19%

Wholesale 75.510 63.053 -16,5% Retaii 48.733 37.436 -23%

Trasporti e comunicazioni 25.039 27.523 9,9% Istituzioni finanziarie non bancarie 72.772 86.150 18,4% Governo 72.260 91.873 22,6% Prestiti personali per attività commerciali 160.103 171.352 7% Credito al consumo 67.039 66.561 -0,7% Altro (incluso servizi e settore no-profit) 203.516 212.181 4,2% Totale 924.383 958.588 3,7%

Fonte: Annual report 2009- Central Bank of UAE

Come emerge dai grafici sottostanti, nel biennio 2008-2009 non si sono rilevati invece

cambiamenti significativi nelle quote di finanziamenti assorbiti dai diversi settori sul totale

dei crediti concessi dal sistema bancario. Le principali variazioni hanno interessato i

finanziamenti al Governo (dall’8% al 10% del totale), i prestiti personali per attività

commerciali (dal 17% al 18%), i finanziamenti alle istituzioni finanziarie non bancarie

(dall’8% al 9%), i finanziamenti per elettricità, gas e acque (dal 2 al 3%), i finanziamenti

per attività commerciali (in calo dal 13 al 10%) e altri settori quali i servizi e il comparto

no profit (dal 23 al 21%).

Graf. 8 Finanziamenti all'economia per settore - 2008

Credito al consumo

7%

Prestiti personali per attività

commerciali17%

Altro 23%

Settore Minerario 1%

Governo8%

Istituzioni finanziarie non

bancarie8%

Commercio13%

Trasporti e comunicazioni

3%

Edilizia13%

Elettricità, gas e acque

2%

Settore Manifatturiero

5%Settore Agricolo

0%

Page 42: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

42

Graf. 9 Finanziamenti all'economia per settore - 2009

Settore Minerario 1%

Prestiti personali per attività

commerciali18%

Credito al consumo7%

Altro 21%

Settore Agricolo0%

Governo10%

Istituzioni finanziarie non

bancarie9%

Commercio10%

Trasporti e comunicazioni

3%

Edilizia13%

Elettricità, gas e acque

3%

Settore Manifatturiero

5%

Fonte: Central Bank of United Arab Emirates

Sul fronte della raccolta, secondo gli ultimi dati della Banca Centrale, nel periodo 2008-

2009-2010, i depositi bancari sono passati da 912,2 a 982,6 miliardi di AED (248,4 e

267,5 mld di USD) fino a raggiungere 998,9 miliardi di AED (271,9 mld di USD) a luglio

2010, facendo registrare un incremento complessivo del 9,5%. Nel 2009, i depositi del

settore privato pesavano per oltre un terzo di quelli complessivi; seguono i depositi

provenienti dal settore retail (circa 25%), dal Governo (22%), dai non residenti - missioni

diplomatiche, istituzioni finanziarie, persone fisiche o imprese (8,5%) e dal settore

pubblico – imprese e istituzioni finanziarie pubbliche (5%).

Tab. 15 Depositi bancari per provenienza (milioni di AED)

Governo Settore

pubblico* Settore Privato

Retail Non

residenti Totale

2008 198.298 44.760 338.451 225.483 78.738 912.170

2009 192.614 56.867 372.003 259.906 88.590 982.579

*imprese e istituzioni finanziarie pubbliche

Fonte: UAE Annual report 2009- Central Bank

4.3 Impatto della crisi internazionale sul mercato locale e misure adottate

Nel 2009 gli Emirati Arabi Uniti hanno fatto registrare un rallentamento della crescita e

delle attività del sistema bancario dovuto alla crisi internazionale, alla caduta dei prezzi del

petrolio e allo scoppio della bolla immobiliare di Dubai avvenuto tra il 2008 e il 2009

Page 43: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

43

(secondo il Dubai Land Department i prezzi delle abitazioni residenziali sono caduti di più

del 50% nel periodo considerato).

Secondo gli analisti economici del Fondo Monetario Internazionale41, le Autorità degli

Emirati Arabi Uniti hanno fatto fronte alla crisi in maniera tempestiva, principalmente

attraverso la riduzione di tassi di interesse, iniezioni di capitali, schemi di garanzia dei

depositi e ulteriori misure volte a rafforzare il sistema bancario. Come indicato nel

rapporto annuale del 2009, la Banca Centrale ha sostenuto le banche nazionali

costituendo, a settembre 2008, una Liquidity Support facility a breve termine pari a 50

miliardi di AED (13,6 miliardi di USD), che può essere utilizzata dalle banche attraverso la

sconto di Certificati di deposito della Banca Centrale, ovvero attraverso prestiti garantiti di

titoli ammessi a questo utilizzo; essa ha altresì autorizzato le banche a ritirare la totalità

delle proprie riserve e ha introdotto una dollar swap facility. Inoltre, ad ottobre 2008 il

Governo federale ha annunciato iniezioni di capitali pari a 70 miliardi di AED (19 miliardi di

USD) e ha altresì introdotto una garanzia di tre anni sia sui depositi che sui finanziamenti

interbancari. Ulteriori misure anticicliche sono state adottate più recentemente quali il

tasso dei tagli interbancari e della spesa pubblica (-15% nel 2010).

Parallelamente, il Ministero delle Finanze è intervenuto autorizzando le banche locali a

convertire i depositi a lungo termine (3 -7anni) in prestiti subordinati (cfr. paragrafo 2.5).

Infine, il Governo di Abu Dhabi ha sostenuto il capitale di 5 banche locali, iniettando

liquidità per 16 miliardi di AED (4,3 miliardi di USD) ed altresì realizzato importanti

investimenti infrastrutturali al fine di dare nuovo impulso all’economia locale, mentre il

Governo di Dubai ha varato un pacchetto di 20 miliardi di USD (per metà messo a

disposizione da Abu Dhabi e per metà dalla Banca Centrale) per sostenere

finanziariamente le società para-governative dell’Emirato, costituendo anche un apposito

fondo (Dubai Financial Support Fund) per gestire la facility.

Con particolare riferimento all’Emirato di Dubai, la turbolenza finanziaria si è protratta fino

al 2010 a causa delle difficoltà finanziarie in cui versava il Dubai World, la holding

company semi-governativa detenuta a maggioranza dal Vice Presidente e Primo Ministro

degli EAU nonché ruler di Dubai, Sceicco Mohammed Bin Rashid Al Maktum, che gestisce

progetti di investimento in settori quali real estate, trasporti, logistica, sviluppo urgano e

portuale, attraverso una molteplicità di società controllate tra cui le maggiori sono il Dubai

Port e Nakheel Inc. Il gruppo è complessivamente presente in più di 100 città con un

numero di dipendenti prossimo a 80.000 e annovera, nel suo portafoglio d’iniziative

attività in Africa, Asia, Europa e Stati Uniti. Le vulnerabilità presenti già nel periodo pre-

41 Fonte: Fondo Monetario Internazionale, United Arab Emirates: 2009 Article IV- Febbraio 2010.

Page 44: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

44

crisi nell’emirato42, esacerbate dalla crisi internazionale, hanno portato nella seconda metà

dello scorso anno al rallentamento dell’economia locale e al crollo del mercato

immobiliare, che hanno reso insostenibile la posizione finanziaria del Gruppo Dubai World

(DW); in conseguenza il 26 novembre 2009, DW ha richiesto una moratoria di 6 mesi per

procedere alla ristrutturazione di una serie di posizioni debitorie riguardanti un totale di

circa 26 miliardi di USD di finanziamenti e bonds, tra cui un sukuk emesso da Nakheel per

3,5 mld con scienza nel dicembre 2009 garantito da DW (l’annuncio ha causato pesanti

ripercussioni nelle principali borse locali e internazionali, anche in conseguenza della

assenza di una garanzia; fino a quel momento percepita come implicita a supporto delle

esposizioni della società del gruppo quasi-sovereign). Tra i principali soggetti esposti nei

confronti del gruppo figurano in particolare, le principali banche emiratine (tra cui

Emirates Bank International, National Bank of Dubai, Mashreqbank e Dubai Islamic Bank

che complessivamente detengono il 30% del debito de del DW).

L’intervento dell’Emirato di Abu Dhabi, per un ammontare di 10 miliardi di USD, a

supporto del DW occorso nel dicembre 2009, ha comunque evitato che il contagio si

propagasse ad altri comparti dell’economia emiratina; parimenti una rassicurazione per gli

investitori istituzionali è avvenuta dal nuovo Regime fallimentare varato da Dubai

anch’esso alla fine dello scorso anno finalizzata a facilitare la ristrutturazione del debito del

DW e dalle sue controllate e a tutelare i diritti dei creditori. La ristrutturazione si è rivelata

peraltro un processo lungo e laborioso, che secondo l’ultima proposta formulata a fine

luglio 2010 ha previsto la dismissione di attivi del Gruppo per consentire il ripianamento

dei debiti (secondo quanto pubblicato da Reuters il 28 agosto 2010 i creditori del DW

vantano crediti per 24,8 miliardi di USD di cui 14,4% sono finanziamenti bancari mentre la

quota rimanente sono finanziamenti a controparti pubbliche e emissioni di Nakheel). Come

evidenziato nello Staff report del FMI di febbraio 2010, le vicende del DW hanno posto le

questioni della sostenibilità dello sviluppo immobiliare attraverso il ricorso

all’indebitamento, della necessità di una cooperazione rafforzata a livello federale tra i

diversi Emirati e dell’applicazione dei principi di trasparenza nel ruolo del supporto sovrano

delle entità government related. Altrettanto rilevante risulta l’allineamento degli standards

di disclosure e revisione contabile a quelli internazionali, la ristrutturazione operativa di

linee di business finanziariamente non sostenibile e la minimizzazione dei costi gravanti

sul bilancio dello Stato per eventuali bailouts, anche al fine di evitare fenomeni di moral

hazard. Il FMI ha altresì sottolineato la necessità che sia messo a punto un “contigency

plan” per il sistema bancario locale, in modo da poter fronteggiare adeguatamente

l’eventuale ulteriore deterioramento nella qualità degli attivi (con particolare riferimento

42 Tra il 2003 e il 2008 lo sviluppo di Dubai è stato finanziato in larga misura attraverso il ricorso all’indebitamento, che ha raggiunto 80 mld di USD, equivalenti al 123% del Pil e al 50% del debito di tutti gli Emirati ( a fronte di un contributo del 30% al PIL complessivo degli EAU.)

Page 45: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

45

ai rimborsi dovuti dagli operatori del settore immobiliare ai propri fornitori e degli effetti a

catena collegati).

Page 46: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

46

Page 47: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

47

KKKEEEYYY NNNUUUMMMBBBEEERRRSSS

Dati macroeconomici relativi all’Arabia Saudita e agli EAU

Page 48: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

48

Key Numbers dell’economia

Di seguito si riportano delle tabelle per paese nelle quali sono indicati i principali indicatori

economici.

Arabia Saudita

Indicatore Unità 2000 2005 2006 2007 2008 2009 2010*

GDP (% real change pa) % 4,865 5,553 3,158 2,017 4,229 0,604 3,4

Budget balance (% of GDP) % 3,218 18,424 20,992 12,239 32,524 -6,5 2,6

Consumer prices (% change pa; av)

% -1,1 0,64 2,276 4,116 9,871 5,057 5,7

Lending interest rate (%) % 11,167 7,8 9 8,8 6,9 6,6 6,5

Exchange rate LCU:$ (end-period)

SAR/ USD

3,75 3,745 3,745 3,75 3,75 3,75 3,75

Public debt (% of GDP) % 98,615 43,958 31,017 24,764 18,783 22,563 16,6

Domestic credit growth (%) % -0,94 -9,38 -15,236 -16,52 -128,36 -111,84 400

Deposit interest rate (%) % 6,667 3,754 5,02 4,79 2,885 0,632 0,5

Current account balance/GDP

% 7,598 28,538 27,778 24,261 27,781 6,058 12,4

Import cover (months) months 4,488 21,24 23,925 25,261 30,088 30,636 31,4

Trade balance/GDP % 26,415 39,963 41,329 39,157 44,515 27,998 31

Export market growth (real, %)

% n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a.

Total debt/GDP % 20,634 13,9 13,9 18,3 16,6 19,4 18,4

EAU

Indicatore Unità 2000 2005 2006 2007 2008 2009 2010*

GDP (% real change pa) % 12,3 13,123 12,999 6,215 7,419 -2,7 2,6

Budget balance (% of GDP) % -3,752 7,789 11,261 9,103 14,2 2,6 2,4

Consumer prices (% change pa; av)

% 1,348 12,5 13,5 11,1 12,251 1,554 1,7

Lending interest rate (%) % 9,73 7,2 7,93 7,98 7,8 5,9 5,2

Exchange rate LCU:$ (end-period)

AED/ USD

3,6725 3,6725 3,6725 3,6725 3,6725 3,673 3,673

Public debt (% of GDP) % 13,1 32,3 37,2 41,2 39,4 48,9 44,2

Domestic credit growth (%) % -0,506 46,203 41,051 42,743 49,41 13,665 10

Deposit interest rate (%) % 6,17 2,94 4,36 4,33 2,97 3,7 2,2

Current account balance/GDP

% 15,705 20,062 20,812 9,526 8,769 3,162 2,1

Import cover (months) months 5,304 3,383 3,762 7,017 2,158 2,888 3

Trade balance/GDP % 26,763 30,988 32,816 22,548 24,745 16,937 14,3

Export market growth (real, %)

% 13,3 9,7 7,6 6,9 5 -12 10,7

Total debt/GDP % 26,5 40,6 43 49,3 47,8 49,2 44,8

Fonte: EIU (*) luglio 2010

Page 49: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

49

Interscambio Commerciale

Arabia Saudita (Valori in milioni di euro)

1999 2005 2006 2007 2008 2009 2010*

Esportazioni 1.347 1.800 2.425 3.030 3.316 2.445 791

Importazioni 1.101 4.237 4.236 3.625 4.276 1.963 655

Saldo 246 -2.437 -1.810 -595 -960 481 135

Interscambio 2.449 6.036 6.662 6.656 7.593 4.408 1.446 Fonte: ISTAT *) Dati all’aprile 2010

I dati ISTAT del 2009 evidenziano un calo dell’interscambio commerciale italo-saudita del -

42% rispetto all'anno 2008 (da 7.593 a 4.408 milioni di euro). Tale decremento è dovuto

soprattutto alla forte diminuzione del valore del nostro import ed alla flessione, pur se più

contenuta, del nostro export, circostanza che ha comunque comportato un miglioramento

del rapporto di scambio import-export, con un saldo positivo della nostra bilancia

commerciale (+481 milioni di euro nel 2009, contro -960 milioni di euro nel 2008).

EAU (Valori in milioni di euro)

1999 2005 2006 2007 2008 2009 2010 *

Esportazioni 1.519 2.583 3.310 4.429 5.286 3.774 1.260

Importazioni 121 260 266 324 454 364 137

Saldo 1.398 2.322 3.044 4.105 4.831 3.409 1.122

Interscambio 1.641 2.844 3.577 4.754 5.740 4.139 1.398 Fonte: ISTAT *) Dati all’aprile 2010

I dati ISTAT del 2009 evidenziano un calo dell’interscambio commerciale italo-emiratino

del -38% rispetto all'anno 2008 (da 5.740 a 4.139 milioni di euro). Tale decremento è

dovuto soprattutto alla forte diminuzione del valore del nostro export (dai 5.286 ai 3.774

milioni di euro) ed alla flessione più contenuta del nostro import (dai 454 ai 364 milioni di

euro).

Quote di mercato

Secondo i dati Istat del 2009 l’Arabia Saudita risulta essere il primo partner dell’Italia tra i

Paesi del Golfo per interscambio con una quota di mercato pari al 38,9%. Nello stesso

periodo considerato gli EAU risultano essere il secondo partner con una quota di mercato

pari al 36,7%.

Page 50: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

50

Interscambio: quote di mercato Italia i paesi del Golfo (gennaio-dicembre 2009)

PAESI QUOTA %

ARABIA SAUDITA 38,9

EAU 36,7

QATAR 13,4

KUWAIT 6,1

OMAN 3,2

BAHREN 1,8

Fonte: elaborazione ICE su dati ISTAT

Per quanto riguarda invece le esportazioni, secondo i dati Istat del 2009 l’Arabia Saudita

risulta essere il secondo partner dell’Italia tra i Paesi del Golfo con una quota di mercato

pari al 28,1% mentre gli EAU risultano essere al primo posto con una quota di mercato

pari al 45,2%.

Esportazioni: quote di mercato dell'Italia verso i principali paesi Arabi (gennaio-dicembre 2009)

PAESI QUOTA %

EAU 45,2

ARABIA SAUDITA 28,1

QATAR 13,9

KUWAIT 7,2

OMAN 3,7

BAHREN 1,9

Fonte: elaborazione ICE su dati ISTAT

Per quanto invece riguarda le esportazioni mondiali nei paesi considerati, secondo gli

ultimi dati disponibili, aggiornati a dicembre 2008, l’Italia risultava il 5° Paese fornitore

dell’Arabia Saudita dietro USA, Cina, Giappone e Germania, mentre risultava l’8° Paese

fornitore degli EAU (primo fornitore risulta essere la Cina, seguita dall’India, dagli USA, dal

Giappone, dal Regno Unito e dalla Germania).

Page 51: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

51

Le principali merci esportate dall’Italia verso l’Arabia Saudita nel periodo gennaio-aprile

2010, sono macchine di impiego generale ed altre macchine per impieghi speciali. Tutti i

prodotti esportati in Arabia Saudita hanno avuto una flessione rispetto allo stesso periodo

dell’anno precedente, ad eccezione degli aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi le

cui esportazioni sono aumentate nel periodo 2009-2010 del 382%.

Principali prodotti esportati in Arabia Saudita

(dati espressi in milioni di Euro)

2009

Gen-apr

2010

Gen-apr

Var. %

Macchine di impiego generale 131 81 -37,9

Macchine per impieghi speciali 96 78 -19,3

Macchine di impiego generale 77 66 -14,4

Mobili 24 21 -12,9

Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 27 34 +24,7

Aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi 13 67 +382,2

Fonte: ICE su dati ISTAT

Le principali merci esportate dall’Italia verso gli EAU nel periodo gennaio-aprile 2010, sono

gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, pietre preziose lavorate, prodotti derivati dalla

raffinazione del petrolio e macchine di impiego generale.

Principali prodotti esportati negli EAU

(dati espressi in mln di Euro)

2009

Gen-apr

2010

Gen-apr

Var. %

Gioielleria, bigiotteria e articoli connessi, pietre preziose 157 253 60,4

Prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 139 175 25,5

Macchine d impiego generale 124 98 -20,6

Altre macchie per impieghi speciali 114 50 -56,1

Articoli di abbigliamento 62 43 -30,4

Mobili 38 34 -11,8

Fonte: ICE su dati ISTAT

Per quanto riguarda il lato delle importazioni dai paesi considerati, a dicembre 2009 l’Italia

risultava essere l’8° Paese cliente dell’Arabia Saudita (dopo USA, Giappone, Cina, Corea

del Sud, Singapore, Tailandia e Spagna) mentre per quanto riguarda le importazioni

italiane dagli EAU il nostro paese non figura tra i principali acquirenti (al primo posto si

colloca l’India seguita dai Paesi del Consiglio di Cooperazione del Golfo e dal Regno Unito).

Page 52: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

52

Le principali merci importate italiane dall’Arabia Saudita sono: petrolio greggio, prodotti

chimici di base, fertilizzanti e composti azotati, prodotti derivati dalla raffinazione del

petrolio.

Principali prodotti importati dall’Arabia Saudita

(dati espressi in milioni di Euro)

2009

Gen-apr

2010

Gen-apr

Var. %

Petrolio greggio 332 438 31,6

Prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati 100 173 72,1

Prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio 62 20 -68,1

Cuoio conciato e lavorato, articoli da viaggio, pelletteria 3 2 -15,8

Carne lavorata e conservata e prodotti a base di carne 4 0,5 -86,4

Fonte: ICE su dati ISTAT

Le principali merci importate italiane dagli EAU sono: prodotti chimici di base, fertilizzanti

e composto azotati, materie plastiche e gomma sintetica in forme primarie, metalli di base

preziosi e altri metalli non ferrosi, combustibili nucleari.

Principali prodotti importati dagli EAU

(dati espressi in mln di Euro)

2009

Gen-apr

2010

Gen-apr

Var. %

Prodotti chimici di base fertilizzanti e composto azotati 30 19 -35,6

Metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi 17 26 51,9

Oli e grassi vegetali e animali 12 44 263,7

Altri prodotti in metallo 10 4 -58

Articoli in materie plastiche 6 14 136

Fonte: ICE su dati ISTAT

Investimenti Diretti Esteri

Nel 2009 il flusso di IDE mondiali verso l’Arabia Saudita si è attestato a 35 miliardi di

dollari contro i 39 miliardi di dollari del 2008.

Nello stesso periodo il flusso di IDE mondiali verso gli EAU si è attestato a 4 miliardi di

dollari contro i 14 miliardi di dollari del 2008.

IDE mondiali da/verso l’Arabia Saudita - flussi (mln di USD)

Investimenti Diretti 2005 2006 2007* 2008* 2009* 2010**

In entrata 12107 18317 24335 39456 35514 37290

In uscita 350 39 135 -3498 -6526 -6591

Fonte EIU: *2007-2008-2009 stime **2010 previsioni

Page 53: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

53

IDE mondiali da/verso gli EAU - flussi (mln di USD) Investimenti Diretti 2005 2006 2007* 2008* 2009* 2010**

In entrata 10900 12806 14187 13700 4003 6200

In uscita -3750 -10892 -14568 -15800 -2723 -3500

Fonte EIU: *2007-2008-2009 stime **2010 previsioni

I flussi degli investimenti diretti netti esteri dell’Italia nei confronti sia dell’Arabia Saudita

che degli EAU hanno registrato un trend di crescita quasi esponenziale negli anni 2005-

2008. Tuttavia in seguito alla crisi economica globale hanno subito nel 2009 una flessione

di circa il 30 per cento in media in entrambi i paesi considerati.

Investimenti Diretti netti dell’Italia- flussi (migliaia di Euro)

Investimenti Diretti 2005 2006 2007 2008 2009

Arabia Saudita 112 714 3.773 15.558 9.670

EAU 7.695 17.961 57.316 74.525 54.903

Fonte: annuario ICE-ISTAT 2009

Presenza delle imprese italiane

Arabia Saudita

Nel paese operano circa 40 imprese italiane, soprattutto nei seguenti settori: industriale,

energia, infrastrutture, costruzioni. Tra i principali investitori si segnalano Ansaldo,

Augusta, Danieli, Eni, Italcementi, Merloni.

EAU

Sono presenti oltre 120 società italiane con propria filiale e molte altre operano tremite

agenti locali. Tra le principali società italiane presenti in pianta stabile negli E.A.U. si

segnalano: ABBTransmission & Production, ABB-Energy Automation, Ansaldo Energia,

Astaldi, Gas Turbine Technologies (ex Fiat Avio), Belelli, Fisia Italimpianti, Snamprogett ,

Saipem, Elettronica, Danieli-Officine Meccaniche SpA, IANUA, Fantini Mosaici, Nuovo

Pignone, Italconsult, Alitalia, Messina Line, Pizzarotti, Telecom Italia, Tecnosistemi,

Tecnimont, Aster, Tower & Power, Agusta, Consonni, Gava Forwarding, Generali

Assicurazioni, Italian Design, ITS, Luxottica, Optitalia, Pirelli, Swissboring, Technip Italy,

Pacorini SpA,, Salini Spa. Si registra inoltre la presenza di Organismi associativi di imprese

italiane ad Abu Dhabi (Italian Business Group Abu Dhabi), Dubai (Italian Business Council

Dubai & Northern Emirates) e la Camera di Commercio Italiana negli Emirati Arabi Uniti,

con sede a Sharja. Tali Associazioni hanno avviato azioni sinergiche a livello federale, in

coordinamento con l’Ambasciata d’Italia. Dal marzo 2008 opera ad Abu Dhabi un Ufficio di

Rappresentanza di PROMOS Milano/Fiera Milano.

Page 54: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

54

EEEAAASSSEEE OOOFFF DDDOOOIIINNNGGG BBBUUUSSSIIINNNEEESSSSSS

Page 55: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

55

La World Bank elabora un indicatore chiamato “ease of doing business”. Tale indicatore

fornisce per 183 paesi il ranking in relazione al business environment locale comprendente

dieci indici che valutano le condizioni per lo sviluppo dell’attività imprenditoriale; secondo

tale indicatore l’Arabia Saudita si posiziona al 13° posto mentre gli EAU si posizionano al

33° posto della classifica mondiale.

Si riporta di seguito una tabella contenente il ranking dei primi 20 paesi al mondo per ease

of doing business nonché il ranking dei paesi per ciascun componente dell’indicatore

complessivo.

Doing Business 2010- Ease of doing Business

Country

Ease of Doing

Business Rank

(facilità di fare affari)

Starting a

Business (avvio di business)

Dealing with

Constr. Permits

(permessi di costruzione)

Employ Workers

(impiego di lavoratori)

Regist. Property

(registrazione di

proprietà)

Getting Credit

(ottenere

credito)

Protecting Investors (protezione

degli investitori)

Paying Taxes (pagare

le tasse)

Trading Across Borders (al livello

trans frontaliero)

Enforcing Contr.

(esecuzione dei

contratti)

Closing a Business (chiusura

di un business)

Singapore 1 4 2 1 16 4 2 5 1 13 2

New Zealand 2 1 5 15 3 4 1 9 26 10 17

HK, China 3 18 1 6 75 4 3 3 2 3 13

United States 4 8 25 1 12 4 5 61 18 8 15

United Kingdom 5 16 16 35 23 2 10 16 16 23 9

Denmark 6 28 10 9 47 15 27 13 6 28 7

Ireland 7 9 30 27 79 15 5 6 21 37 6

Canada 8 2 29 17 35 30 5 28 38 58 4

Australia 9 3 62 1 34 4 57 47 27 16 14

Norway 10 35 65 114 8 43 20 17 9 4 3

Georgia 11 5 7 9 2 30 41 64 30 41 95

Thailand 12 55 13 52 6 71 12 88 12 24 48

Saudi Arabia 13 13 33 73 1 61 16 7 23 140 60

Iceland 14 33 31 56 13 30 73 31 73 2 16

Japan 15 91 45 40 54 15 16 123 17 20 1

Finland 16 30 47 132 27 30 57 71 4 8 5

Mauritius 17 10 42 36 66 87 12 12 19 66 73

Sweden 18 43 19 117 20 71 57 42 7 51 18

Korea, Rep. 19 53 23 150 71 15 73 49 8 5 12

Bahrain 20 63 14 13 22 87 57 13 32 117 26

EAU 33 44 25 50 7 71 119 4 5 134 143

Italy 78 75 85 99 98 87 57 136 50 156 29Fonte: Nostra elaborazione su dati Banca Mondiale – Doing Business Indicators

Page 56: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

56

L’Arabia Saudita dal 2004 ad oggi è passata dal 67° posto al 13° nel 2010 e al primo

posto come il paese più facile per fare affari nella regione Mena. Questo grazie alla facile

registrazione delle proprietà, all’ottenimento di credito, a fare business e a pagare le

tasse.

RANK EASE OF DOING BUSINESS – ARABIA SAUDITA

Rank 67 Rank 38 Rank 38 Rank 23 Rank 16 Rank 15 Rank 13

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Fonte: Nostra elaborazione su dati Banca Mondiale – Doing Business Indicators

Gli Emirati Arabi Uniti sono passati invece dal 47° posto nel 2009 al 33° nel 2010.

RANK EASE OF DOING BUSINESS – EAU

n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. Rank 47 Rank 33

2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010

Fonte: Nostra elaborazione su dati Banca Mondiale – Doing Business Indicators

Per quanto riguarda l’“ease of doing business” per area di appartenenza l’Arabia Saudita

risulta essere al 1° posto mentre gli EAU risultano essere posizionati al 4° posto.

Doing Business 2010- Ease of doing Business - Middle East & North Africa

Country

Ease of Doing

Business Rank (facilità di fare affari)

Starting a Business (avvio di business)

Dealing with

Constr. Permits

(permessi di costruzione)

Employ Workers

(impiego di lavoratori)

Regist. Property

(registrazione di

proprietà)

Getting Credit

(ottenere credito)

Protecting Investors (protezione

degli investitori)

Paying

Taxes (pagar

e le tasse)

Trading Across Borders (al livello

trans frontalier

o)

Enforcing Contr.

(esecuzione dei

contratti)

Closing a Business (chiusura

di un business)

Saudi Arabia 1 1 4 9 1 2 2 3 3 16 6

Bahrain 2 9 1 1 4 5 5 6 5 10 1

Israel 3 3 13 11 17 1 1 12 2 5 4

EAU 4 4 2 4 2 3 12 2 1 14 17

Qatar 5 10 3 8 7 13 9 1 8 4 2

Kuwait 6 15 6 3 12 5 3 5 13 9 9

Oman 7 8 15 2 3 11 9 4 17 6 7

Tunisia 8 5 11 13 8 5 6 15 7 3 3

Yemen, Rep. 9 7 5 10 5 15 16 18 15 1 11

Jordan 10 13 7 5 13 11 12 7 9 13 12

Egypt, Arab Rep. 11 2 18 14 11 3 6 17 4 17 15

Lebanon 12 12 14 7 14 5 9 9 12 11 14

Morocco 13 11 9 19 15 5 17 16 10 7 8

Algeria 14 16 12 15 19 13 6 19 16 12 5

Page 57: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

57

Iran, Islamic Rep. 15 6 17 17 18 10 17 14 18 2 13

West Bank and Gaza

16 18 19 16 9 16 4 8 11 8 18

Syrian Arab Republic

17 14 16 12 10 19 12 13 14 19 10

Iraq 18 17 8 6 6 16 12 10 19 15 18

Djibouti 19 19 10 18 16 18 19 11 6 18 16

Fonte: Nostra elaborazione su dati Banca Mondiale – Doing Business Indicators

Page 58: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

58

Page 59: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

59

KKKEEEYYY NNNUUUMMMBBBEEERRRSSS

SSSIIISSSTTTEEEMMMAAA BBBAAANNNCCCAAARRRIIIOOO

Dati di sintesi sul sistema bancario

dell’Arabia Saudita e degli EAU

Page 60: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

Data analisi 30/08/10

KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO Arabia Saudita

Struttura: Dati in milioni di

US$ Numero effettivo

Numero per cui i dati

sono disponibili

Total Assets (valore assoluto e

percentuale su tot.)

Mercato dei prestiti (valore ass. e % su

tot)

Mercato dei depositi (valore ass. e % su

tot)

Banche statali 5 5 138.078 51,96% 88.658 45,68% 148.474 52,27% Banche private 4 4 90.281 25,62% 57.647 29,71% 70.315 24,76% Banche estere 3 3 78.966 22,42% 47.771 24,61% 65.245 22,97% Totale 12 12 352.325 194.076 284.034

Indicatori dell’andamento del settore: I dati medi si riferiscono ad un campione di 9 banche (che costituiscono il 95% degli assets di settore del sistema

bancario dell’Arabia Saudita).

Dati a dicembre 2009 Tasso di interesse medio sui prestiti 7,2% Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine n.d. Tasso di interesse medio sui depositi 1,2% Tasso d’inflazione medio 5,1% % Non performing loans 3,39%

ROE 15,65%

Net Interest Margin 3,52% Livello di bancarizzazione dell’economia:

Dati in milioni di US$ a dicembre 2009 In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (284.034+194.076)/369.500 129,39%

Depositi /PIL 284.034/369.500 76,86%

Prestiti /PIL 194.076/369.500 52,53% Processo di privatizzazione: Lo stato detiene 5 banche, per un totale di circa il 52% degli assets di settore. Ha anche partecipazioni di minoranza in altre banche che portano il suo controllo nel settore ad una percentuale più elevata. Regolamentazione di vigilanza: Le banche presentano i dati di bilancio secondo gli IFRS. Rispettano ampiamente i requisiti di Basilea 1. Da dicembre 2008 viene rispettato anche Basilea 2.

Page 61: DOSSIER PAESI DEL GOLFO Arabia Saudita & Emirati Arabi Uniti

Data analisi 05/08/10

KEY NUMBERS SISTEMA BANCARIO Emirati Arabi Uniti

Struttura: Dati in milioni di

US$ Numero effettivo

Numero per cui i dati

sono disponibili

Total Assets (valore assoluto e

percentuale su tot.)

Mercato dei prestiti (valore ass. e % su

tot)

Mercato dei depositi (valore ass. e % su

tot)

Banche statali 11 11 223.182 62,34% 158.630 64,62% 165.476 62,24% Banche private 9 9 95.435 26,66% 59.124 24,08% 72.665 27,33% Banche estere 30 2 5.260 1,47% 3.146 1,28% 3.667 1,38% Non disponibile 1 1 34.151 9,53% 24.601 10,02% 24.051 9,05% Totale 51 23 358.028 245.501 265.859

Indicatori dell’andamento del settore: I dati medi si riferiscono ad un campione di 23 banche (che costituiscono oltre il 95% degli assets di settore del sistema

bancario degli Emirati Arabi Uniti).

Dati a dicembre 2009 Tasso di interesse medio sui prestiti 5,9% Tasso di interesse medio sui titoli a lungo termine n.d. Tasso di interesse medio sui depositi 3,7% Tasso d’inflazione medio 1,6% % Non performing loans 3,75%

ROE 9,68%

Net Interest Margin 3,13% Livello di bancarizzazione dell’economia:

Dati in milioni di US$ a dicembre 2009 In valore assoluto e percentuale (depositi+prestiti) /PIL (265.859+245.501)/228.300 223,98%

Depositi /PIL 265.859/228.300 116,45%

Prestiti /PIL 245.501/228.300 107,53% Processo di privatizzazione: Lo stato controlla ancora oltre il 62% degli assets di settore. La privatizzazione procede a rilento. Regolamentazione di vigilanza: Dal 1999 è obbligatorio redigere il bilancio secondo gli IAS. Basilea I è rispettata. Nulla si può dire in merito all’implementazione di Basilea II.