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CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA NEGLI EAU website: www.iicuae.com Analisi del mercato degli Emirati Arabi Uniti Approfondimenti sul settore Oil&Gas (A cura dell’ufficio Studi della Camera di Commercio italiana negli EAU) Informazioni Generali Superficie: 83.600 Km 2 Popolazione 5.600.000 abitanti (censimento 2008). Solo il 20% circa della popolazione è composta da cittadini degli Emirati, il resto è composto da lavoratori stranieri.

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CAMERA DI COMMERCIO ITALIANA NEGLI EAU

website: www.iicuae.com

Analisi del mercato degli Emirati Arabi Uniti

Approfondimenti sul settore Oil&Gas

(A cura dell’ufficio Studi della Camera di Commercio italiana negli EAU)

Informazioni Generali

Superficie: 83.600 Km2

Popolazione

5.600.000 abitanti (censimento 2008). Solo il 20% circa della popolazione è composta da cittadini degli Emirati, il resto è composto da lavoratori stranieri.

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Lingua

La lingua ufficiale è l’arabo, l’inglese è la lingua commerciale.

Moneta

L’unità monetaria degli Emirati Arabi Uniti (U.A.E.) è il Dirham (Dh) suddiviso in 100 fils. Il tasso di cambio ufficiale del Dirham a gennaio 2011 è di 4,94525 Dh per 1 €.

Popolazione per Emirato (stima 2007, in %)

· Abu Dhabi: 33%

· Dubai: 34%

· Sharjah: 19%

· Ras al Khaimah: 5%

· Ajman: 5%

· Fujairah: 3%

· Umm al-Qaiwain: 1%

Principali indicatori economici

2008a 2009b 2010c 2011c

PIL

PIL nominale in (US$ m) 254,394 248,925 273,573 311,714

PIL nominale (DH m) 934,262 914,300 1,004.835 1,144,926

Crescita reale del PIL (%) 7.4 -2.7 2.6 3.5

Origine del PIL (% reale)

Agricultura 0.2 2.0 2.0 2.0

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Industria 8.1 -5.6 3.2 4.0

Servizi 6.7 1.7 1.8 3.0

Demografia e reddito

Popolazione (m) 6.8 6.5 6.7 7.0

PIL pro-capite (US$ a PPA) 26,814 27,369 27,446 27,694

Tasso di disoccupazione (media %) - - - -

Indicatori fiscali (% del PIL)

Reddito del Governa centrale 33.2 24.6 24.4 22.2

Spesa del Governo centrale 19.0 22.0 21.9 21.1

Bilancio di Governo 14.2 2.6 2.4 1.0

Debito netto pubblico 39.4 48.9 44.2 38.4

Prezzi e indicatori finanziari

Tasso di cambio Dh-US$ (annuale)

3.67 3.67 3.67 3.67

Tasso di cambio Dh-€ (annuale) 5.11 5.26 4.59 4.43

Prezzi al consumo (media; %) 12.3 1.6 2.2 3.2

Tasso di interesse di prestito (media; %)

7.8 5.9 5.2 5.5

Conto corrente (US$ m)

Bilancia commerciale 62,949 42,161 39,129 42,919

Merci: export fob 239,213 192,193 198,163 214,276

Merci: import fob -176,264 -150,032 -159,034 -171,757

Bilancia dei servizi -33,827 -27,320 -28,311 -30,683

Bilancia dei redditi 3,803 3,213 4,943 6,096

Bilancia dei trasferimenti di conto -10,618 -10,182 -10,107 -10,417

Bilancia in conto corrente 22,307 7,871 5,654 7,916

Riserve internazionali (US$ m)

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Totale delle Riserve internazionali 31,695 36,104 39,104 43,104

a Attuale. b Stime Economist Intelligence Unit. c Previsioni Economist Intelligence Unit

.

Fonte: IMF, International Financial Statistics. Rischio paese

La SACE colloca tutti gli Emirati nella categoria OCSE 2 su 7 (dove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo).

Condizioni di Assicurabilità: Nessuna Restrizione (apertura per tutti i tipi di operazione).

Prospettive future

Le previsioni sulla crescita sono positive anche in considerazione della stabilità politica interna di cui gode il Paese.

Il presidente degli EAU e governatore di Abu Dhabi, Khalifa bin Zayed al-Nahyan, ha consolidato la sua posizione e ha confermato l’orientamento liberale della politica economica.

Il programma delle riforme economiche e della liberalizzazione continueranno, anche per effetto delle pressioni esercitate in tal senso dalla Organizzazione Mondiale del Commercio.

Per il 2011 si prevede un'evidente crescita del PIL, circa il 3.5%, grazie agli elevati proventi petroliferi e all'espansione dell’economia non petrolifera (18,6%).

L’espansione di quest’ultima ha riguardato soprattutto l’industria manifatturiera, gran parte della quale è comunque legata al settore petrolifero.

Per il 2011, la crescita industriale si presenterà come il principale motore della dinamica economica, favorita dalla continua crescita della produzione petrolifera.

Ugualmente importante risulterà la crescita del settore non-oil, per effetto dei progetti nell’industria pesante e nel manifatturiero.

Un continuo aumento anche nella domanda di servizi, con conseguenti effetti positivi sugli investimenti.

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Nello stesso periodo il trend positivo delle esportazioni non petrolifere dovrebbe rafforzarsi, così come la vendita di petrolio.

Il positivo stato della domanda di investimenti spingerà in alto le importazioni.

In aumento anche i flussi non commerciali, soprattutto nelle voci dei servizi e dei rendimenti sullo stock di investimenti al'estero. Queste entrate saranno tuttavia assorbite dai maggiori pagamenti connessi ai costi delle importazioni e alla dipendenza dai lavoratori stranieri.

2010 2011

PIL (var.%) 2.6 3.5

Inflazione (%) 2.2 3.2

Bilancia Commerciale (miliardi di US$)

Esportazioni fob 198.2 214.7

Importazioni fob 159.0 171.8

Interscambio con l’Italia

Stando ai dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), nel 2010 le esportazioni dell’Italia verso l’U.A.E. sono scese dell’ 1,9% rispetto al 2009. In termini numerici l’interscambio complessivo tra i due Paesi ha fatto registrare nel 2010 un valore pari a € 4.135.865.519, con un saldo attivo di € 3.233.265.317, formato da € 451.300.101 di importazioni e € 3.684.565.418 di esportazioni, sottolineando il fatto che la presenza dei prodotti italiani negli emirati ha sempre un peso notevole. In relazione alle esportazioni italiane nel mondo, gli U.A.E. figurano al 17mo posto, sorpassando in questa classifica Paesi come Brasile, India, Giappone ed Egitto. Come fornitori di merci degli EAU siamo il 7mo Paese a livello mondiale e 3 Paese esportatore europeo dopo Germania e Regno Unito. La riduzione delle esportazioni non deve far trarre conclusioni affrettate sull’andamento dei nostri prodotti in questo mercato, ma va analizzata tenendo in considerazione gli aspetti macro-economici che hanno caratterizzato questo paese negli ultimi 12 mesi; tra l’altro non bisogna dimenticare la crisi che, nel 2009, ha colpito Dubai World, la maggiore compagnia finanziaria di Dubai. Era impensabile che la crisi che ha colpito i paesi piu’ industrializzati del mondo non influenzasse anche Dubai dal momento che e’ un paese caratterizzato da una forte

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propensione all’esportazione (circa il 75% del valore importato). Questa crisi finanziaria e’ stata poi superata nel corso del 2010 grazie all’intervento dell’Emirato di Abu Dhabi. La crisi in Dubai ha avuto come epicentro il settore immobiliare e relativo indotto del Sistema Casa e ha portato ad una drastica riduzione delle esportazioni italiane negli UAE del settore. Nel 2009 abbiamo subito una riduzione rispetto all’anno precedente pari a circa 274 milioni di euro. Questo valore ha inciso notevolmente sulla flessione delle esportazioni italiane negli Emirati a tal punto che se aggregassimo questa voce con quella “reattori nucleari, caldaie, macchine” potremmo spiegare più della metà delle perdite totali delle esportazioni per il 2009. Anche la voce “prodotti dell’estrazione di minerali da cave, di miniere e combustibili minerari” assume un peso rilevante in termini monetari. La flessione di tale aggregato si spiega con la riduzione di 200 milioni di euro sviluppata dalle esportazioni di perle e pietre preziose (valore che comunque ritorna al suo livello del 2007 e, quindi, non desta particolari preoccupazioni). Le altre due voci che hanno subito un’importante riduzione nel 2009 sono le voci “prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori” e “sostanze e prodotti chimici” che complessivamente hanno fatto registrare una perdita di 27 milioni di euro.

Comunque bisogna considerare che se per il 2010 si è registrata una variazione del PIL del +2,6%, è previsto un aumento del medesimo indice del 3,5% per il 2011 (fonte IMF). Inoltre, non bisogna dimenticare che, se da una parte Dubai ha vissuto un periodo di flessione, dall’altra Abu Dhabi sta attraversando un periodo di forte crescita economica. Nel 2009 ad esempio a fronte di una riduzione di esportazioni italiane negli EAU pari al %, nell’Emirato di Abu Dhabi si è registrata una crescita dell’1,5%.

Export tra Italia ed Emirati Arabi Uniti 2010 e variazione % rispetto al 2009.

SETTORE

EXPORT 2010 VARIAZIONE % EXPORT RISPETTO A 2009

ALIMENTARE

82.436.977 + 19,9

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ABBIGLIAMENTO E TESSUTI

244.519.757 - 2,9

MACCHINARI

1.400.625.073 - 19,2

CHIMICO

536.437.170 + 9

SISTEMA CASA

176.272.303 + 8,3

MOBILI

152.378.725 - 11,6

PERLE, PIETRE PREZIOSE, METALLI PREZIOSI

722.379.582 + 24,9

METALLI

279.919.071 + 7,4

Nel 2010, rispetto al 2009 notiamo una flessione del settore “mobili” (- 11,6%).

Nelle esportazioni del settore “abbigliamento” si registra una perdita (- 2,9%) legata soprattutto alla voce “indumenti e accessori”. Da notare la perdita (- 19,2%) nel settore “macchinari”, con un importo complessivo di circa 330 milioni di €, imputabili soprattutto alla vendita di “macchine ed apparecchi meccanici ed elettronici”. Dal 2008 l’esportazione di questi beni ha subito una perdita in termini monetari di 750 milioni di €.

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Notizie confortanti si riscontrano nel settore “alimentare” con un incremento del + 19,9%. Il fattore positivo è la crescita oggettiva di quasi tutte le voci in maniera considerevole.

Nel settore “sistema casa” c’è un incremento del + 8,3% che si associa a quello del “chimico” + 9% e a quello dei “metalli” + 7,4%.Altro settore in forte sviluppo è quello del commercio di “perle, pietre preziose e affini”, con un incremento del + 24,9% che si traduce in una variazione positiva di circa 180 milioni di €.

Gli E.A.U. sono un importante produttore di gas naturali e petrolio, e occupano il settimo posto mondiale nella classifica delle riserve di entrambi. Abu Dhabi possiede la maggior parte di riserve di petrolio e gas, seguita da Dubai e una piccola quantità è detenuta da Sharjah e Ras al-Khaimah. Il paese è anche membro dell’OPEC (Organization of Petroleum Exporting Countries).

Nonostante abbiano la più diversificata economia del Medio Oriente, gli E.A.U. rimangono largamente dipendenti dal settore degli idrocarburi per la crescita economica. Nonostante la politica sugli idrocarburi del governo continuerà ad incentrarsi sul petrolio i progetti relativi all’estrazione dei gas naturali stanno guadagnando importanza e soprattutto ricevendo investimenti. La crescente domanda interna di energia ed elettricità ha fatto si che gli E.A.U. diventassero un netto importatore di gas naturali e che aumentassero il volume dei liquidi disponibili per l’export.

Il totale del consumo di energia primaria, nel 2008, ha richiesto 3.257 quadrillioni di BTU (British Termal Unit, unità di misura legata all’energia). Di questo totale, approssimativamente il 70% veniva da gas naturali utilizzati per la formazione di energia elettrica (2.198 quadrillioni di BTU), mentre per il resto da prodotti petroliferi (1.06 quadrillioni di BTU).

Approfondimenti sul settore Oil&Gas

PETROLIO

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Secondo la rivista specialistica Oli & Gas Journal, gli E.A.U. a partire dal 1 gennaio 2011 hanno 97.8 miliardi di barili, che costituiscono il 7% delle riserve globali di petrolio. Gli E.A.U. durante l’ultimo decennio hanno investito sul miglioramento delle tecnologie, sull’incremento dei progetti di estrazione petrolifere che combinati con l’incremento dei prezzi del petrolio hanno permesso di produrre più riserve di quelle commercialmente perseguibili.

Verso la fine del 2008, le compagnie petrolifere occidentali hanno ottenuto le prime concessioni dopo decenni, guadagnando il diritto di sviluppare i giacimenti petroliferi di Jarn Yahpour e Rahman.

Organizzazione del settore.

La politica relativa al petrolio del governo emiratino è svolta principalmente dal Concilio Supremo del Petrolio (SPC) attraverso l’Abu Dhabi National Oil Company (ADNOC), che opera attraverso 14 società controllate. Il consorzio di produzione petrolifera maggiormente degno di nota include il Zakum Development Company (ZADCO), Abu Dhabi Company for Onshore Operations (ADCO) e Abu Dhabi Marine Operating Company (ADMA-OPCO). I maggiori attori operanti nel settore presenti negli Emirati sono i seguenti: British Petroleum, Shell, Total, ExxonMobil, Petrofac and Partex.

Nel novembre 2010 il sovrano di Sharjah, Shaikh Sultan bin Muhammad al-Qasimi, ha stabilito la creazione della Sharjah National Oil Corporation (SNOC). La nuova compagnia è posseduta dall’emirato di Sharjah ed ha indipendenza legale, finanziaria ed amministrativa di espletare operazioni precedenti e successive all’estrazione del petrolio, oltre che di investire in altre compagnie operanti in attività simili. SNOC si occupa dei progetti precedentemente gestiti da Crescent Petroleum.

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Esplorazione e produzione.

Nel 2010 gli E.A.U. hanno prodotto approssimativamente 2.81 milioni di barili di petrolio al giorno (bbl/d), 2.3 milioni dei quali sono di petrolio grezzo. La capacità di produzione di petrolio allo stato grezzo è attualmente stimata a 2.6 milioni (bbl/d). Comunque, l’incremento della capacità produttiva non ha interessato i limiti imposti dall’OPEC che costringono la produzione degli Emirati entro la quota di 2.2 milioni (bbl/d). Il governo ha respinto i piani per incrementare la capacità a 3.5 milioni (bbl/d) entro il 2018, attendendo le dichiarazioni in merito da parte degli altri membri OPEC.

Molta della produzione di petrolio negli E.A.U. arriva dalla Zakum Oil System, un insieme di giacimenti che insieme costituiscono la terza zona più grande al mondo per l’estrazione. Zakum è controllata e gestita da ZADCO, per il 60% posseduta da ADNOC e con la Japanese Oil Development Company (JODCO) e ExxonMobil che detengono le restanti azioni. Per incrementare la capacità produttiva, ZADCO sta esaminando la possibilità di estendere la portata delle trivellazioni per espandere la produzione dagli attuali 550.000 fino a 750.000 (bbl/d) entro il 2015, incrementando il tasso di estrazioni del 70%.

I giacimenti onshore più ampi sono gestiti da ADCO. ADCO opera nel giacimento petrolifero di Bu Hasa, con una produzione di 600.000 (bbl/d), oltre ai giacimenti di Murban Bab, Sahil, Asab e Shah, contribuendo con altri 705.00 (bbl/d). Inoltre, altri due nuovi giacimenti sono stati sviluppati da ADCO, Qusahwira e Bab, sommando 250.000 (bbl/d) entro il 2014. ADCO attraverso la ristrutturazione del già esistente giacimento di Bida al-Qezman, aggiungerà 20.000 (bbl/d) alla sua attuale produzione di 225.000 (bbl/d) a partire dal terzo semestre del 2012. Questi progetti fanno parte del piano di ADCO di incrementare il suo aggregato produttivo da 1,4 milioni a 1,8 milioni (bbl/d) entro il 2017.

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ADMA-OPCO svolge le sue maggiori attività di perforazione offshore in Abu Dhabi, le quali sono state ripianificate per massimizzare gli introiti. Le compagnie di perforazioni petrolifere offshore Umn Shaif e Lower Zakum hanno una capacità congiunta di 520.000 (bbl/d). Anche altri due nuovi giacimenti petroliferi si avviano alla conclusione della loro ristrutturazione: Nasr e Umm al-Lulu. Questi aggiungeranno 170.000 (bbl/d) di capacità estrattiva entro il 2018.

Dubai e Sharjah producono una quantità minore di petrolio allo stato grezzo. Dubai 100.000 (bbl/d) da 4 differenti giacimenti, i più vecchi e ricchi giacimenti di Fateh e Southwest Fateh, ai quali si aggiungonole produzioni extra derivanti da Falah e Rashid. Il giacimento più significativo e degno di nota di Sharjah è Mubarak che produce 60.000 (bbl/d). Crescent Petroleum, che ha sede a Sharjah operava in questo giacimento da 35 anni prima che passasse sotto il controllo del governo nel Dicembre del 2009.

Oleodotti.

Gli Emirati hanno una rete di oleodotti interni collegati ai giacimenti con impianti di trasformazione e porti. Ci sono anche due oleodotti essenzialmente utilizzati per l’iniezione di gas naturali che incrementano la ripresa dei giacimenti di Dubai che hanno superato il picco di produzione: uno ha origine a Sharjah mentre l’altro parte da Abu Dhabi.

Il più grande progetto in fase di sviluppo attualmente è l’Abu Dhabi Crude Oil Pipeline (ADCOP). L’International Petroleum Investment Corporation (IPIC) sta promuovendo il progetto, insieme con China Petroleum Engineering & Construction Corporation (CPECC), una società controllata di China National Petroleum Corporation (CNPC). È previsto il completamento di questo oleodotto di 230 miglia per agosto 2011 e trasporterà 1.5 milioni (bbl/d) dalla struttura ADCO di Habshan al terminal di Fujairah. Questo permetterà a più della metà delle esportazioni degli E.A.U. di scavalcare il blocco strategico dello stretto di Hormuz.

Esportazioni.

Nel 2009 gli E.A.U. hanno esportato 2.32 milioni (bbl/d), principalmente verso il mercato asiatico. Il Giappone è il principale mercato per l’esportazione del petrolio emiratino, che comprende il 40% del volume delle sue esportazioni. Abu Dhabi National Tanker Company (ADNATCO) è la società controllata di ADNOC responsabile per il trasporto dei prodotti petroliferi. La sua flotta è composta da 2 vettori e 2 petroliere e attualmente è in fase di negoziazione per acquisire altre 6 petroliere e 7 vettori cisterna di varia grandezza.

Fujairah sta rapidamente espandendo la sua capacità di esportazione. È stato costruito un secondo terminal petrolifero composto di 3 ormeggi e 4 strutture per l’attracco di petroliere, oltre all’ampliamento di magazzino merci e a un terminal di 400.000 (bbl/d) per prodotti raffinati del petrolchmico, i quali saranno operativi prima della fine del 2012.

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Raffinazione.

Secondo Oil and Gas Journal, gli E.A.U. hanno la capacità di raffinare 773.250 (bbl/d) di petrolio al giorno e 5 strutture per farlo dal 1 gennaio 2011. Le due raffinerie più grandi si trovano ad Abu Dhabi: Ruwais e Umm al-Nar, con rispettivamente un potenziale di 350.000 e 150.000 (bbl/d). La terza raffineria degna di nota è la struttura di Jebel Ali, con sede a Dubai e gestita dalla Emirates National Oil Company (ENOC), con 120.000 (bbl/d).

Produzione petrolio non raffinato, petrolio non convenzionale, gas naturale liquido (2009) (Migliaia di barili al giorno)

Paese 2009 Russia 10.210 Arabia Saudita 9.310 Stati Uniti 8.068 Iran 4.260 Cina 3.791 Canada 3.218 Messico 2.972 Emirati Arabi Uniti 2.789 Brasile 2.491 Iraq 2.482

Riserve di petrolio (1 gennaio 2010) (Milioni di barili)

Paese 1 gennaio 2010 Arabia saudita 262.400

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Iran 137.620 Iraq 115.000 Kuwait 104.000 Venezuela 99.377 Emirati Arabi Uniti 97.800 Russia 60.000 Libia 44.270 Nigeria 37.200 Kazakhstan 30.000

Rapporto produzione/riserve (2009) Paese 2009

Iraq 127 Emirati Arabi Uniti 96 Iran 88 Arabia Saudita 76 Russia 16 Brasile 14 Cina 12 Stati Uniti 10 Messico 10 Canada 8

Consumo (2009) (Migliaia di barili al giorno) Emirati Arabi Uniti 616

Consumo pro capite (2009) (Barili) Emirati Arabi Uniti 48.66

Esportazioni petrolio non raffinato, petrolio non convenzionale, gas naturale liquido, materie prime e prodotti (2009) (Migliaia di barili al giorno)

Paese 2009 Russia 7.046 Arabia Saudita 6.749 Iran 2.671 Venezuela 2.305

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Emirati Arabi Uniti 2.209 Kwait 2.185 Stati Uniti 2.089 Nigeria 2.069 Norvegia 1.896 Canada 1.783

Importazioni petrolio non raffinato, petrolio non convenzionale, gas naturale liquido, materie prime e prodotti. (2009) (Migliaia di barili al giorno) Emirati Arabi Uniti 389

Elaborazioni dati: Rapporto ENI 2010

GAS NATURALE Secondo Oil and Gas Journal, gli E.A.U. possiedono 214.4 Tcf (Trillion cubic feet, unità di misura dei gas naturali) di provati gas naturali al 1 gennaio 2010, nonostante alcune industrie stimano che il dato sia leggermente più alto, 227.2 Tcf. Questo equivale alla settima più grande riserva di gas globale, e segue Russia, Iran, Qatar, Turkmenistan, Arabia Saudita e Stati Uniti. La maggior parte di queste riserve è allocata in Abu Dhabi (198.5 Tcf), con una quantità marginale trovata a Sharjah (10.7 Tcf), Dubai (4 Tcf) e Ras al-Khaimah (1.2 Tcf).

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Esplorazione e produzione.

Nel 2009 gli E.A.U. hanno prodotto 1.865 Tfc di gas naturale commercializzato, che equivale a 5.1 miliardi di piedi cubici al giorno (Bcf/d). Nel 2007 il consumo interno ha superato per la prima volta la produzione. La domanda interna di energia elettrica continua a salire, spinta anche dalle sovvenzioni governative. La maggior parte di energia elettrica generata negli Emirati è prodotta utilizzando gas naturali come materia prima e questo ha portato il governo ad aumentare la necessità di volume, per compensare l’espansione economica e la crescita demografica. Nonostante le ampie riserve di gas naturale negli E.A.U. i costi per il raffinamento del gas e l’alto contenuto di zolfo presente sono i principali ostacoli allo sviluppo.

Abu Dhabi Gas Industries Limited (GASCO), un consorzio tra ADNOC, Shell, Total e Partex è responsabile per il trattamento onshore della produzione di gas naturale. Due mega progetti onshore nei due anni passati hanno portato on-line per poi iniettarli nei giacimenti petroliferi più di 1.5 (Bcf/d). L’Onshore Gas Development Program (ODG) ha completato la sua terza fase nel 2008, aggiungendo 1.2 (Bcf/d) di gas naturali dal giacimento di Bab. Una terza fase è in via di realizzazione anche nei giacimenti di Asab e Sahil e dovrebbe essere conclusa entro il 2012, portando la produzione qui a 450 (Mcf/d). L’Integrated Gas Development (IGD) è il più grande progetto di sviluppo attualmente presente negli Emirati. GASCO sta collaborando con l’Abu Dhabi Gas Liquefaction Company Ltd (ADGAS) per sviluppare una nuova struttura nel giacimento di Habshan, chiamato Habshan-5. Le capacità di produzione saranno di 900 (Mcf/d) e 124.800 (bbl/d) di gas naturale liquido (NGLs). GASCO ha ottenuto da Petrofac un contratto anche nella struttura di Ruwais per implementare il progetto di sviluppo del LNG 4 train (quando un gas viene trasportato tende a perdere il suo volume e quindi si trasforma in liquido, e il processo LNG train 4 è quello che ottiene la minor dispersione di volume). Molto del gas estratto per il progetto deriverà dal giacimento offshore di Umm Shaif. GASCO sta portando avanti il progetto associato Gas Offshore (OAG), il quale raffigura

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un ulteriore aumento di 200 (Mcf/d), portati onshore da giacimenti che hanno superato il picco di produzione.

Ultra-Sour Gas Project.

Nell’aprile 2010, ConocoPhillips si è tirata fuori dal giacimento di gas ultra acido di Shah, lasciando ADNOC per andare da sola su un progetto che pochi analisti pensano sia possibile realizzare senza una compagnia petrolifera internazionale (IOC) come partner. Lo zolfo contenuto nel giacimento è ad un tale livello che il gas prodotto sarebbe tossico e altamente corrosivo. Per dissociare lo zolfo dal gas ci sarebbe bisogno di sofisticate e costose tecnologie. Royal Dutch Shell è stata menzionata come un adeguato rimpiazzo per Conoco. Il governo emiratino sta spendendo 1$ miliardo per installare strutture che convertiranno lo zolfo volatile in zolfo granulare, una merce da poter esportare sui mercati internazionali. Total ha recentemente manifestato il suo interesse allo sviluppo del giacimento di Bab insieme ad ADNOC, in quanto il gas è secco (gas secco è un additivo a base di alcool usato principalmente per eliminare la possibilità di congelamento della benzina, se dovesse entrare acqua o per restituire la forza combustiva alla benzina guastata dall’acqua) e più adatto alle proprie capacità. I dirigenti di ADNOC hanno dichiarato che il loro obiettivo è sul giacimento di Shah attualmente, e non pensano di offrire un appalto su Bab prima del 2015. Il progetto di Bab convoglierà il risultante gas naturale verso Abu Dhabi per usarlo come materia prima nella generazione di elettricità.

Esportazioni e Importazioni

Nel 2009 gli E.A.U. hanno esportato 248 Bcf di gas naturali mentre 609 Bcf (1.6 Bcf/d) sono stati importati. Questo netto deficit di 361 Bcf continuerà ad ampliarsi, a meno che non vengano sfruttate nuove scorte. Nonostante le difficoltà presenti a causa dell’alta concentrazione di zolfo nel gas dei giacimenti emiratini, il governo sta apportando dei miglioramenti strutturali per ridurne il quantitativo importato ed incrementare il volume dell’esportazione di zolfo granulare. Le esportazioni sono interamente sotto forma liquida (LNG), con il gas proveniente dal ADGAS project di Das Island. Le importazioni derivano principalmente dal Qatar e sono trasportate sia sotto forma di gas liquido LNG che attraverso gasdotti.

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Nel 2001 l’Iran ha concluso un accordo con Crescent Petroleum, che prevede la costruzione, nell’arco di tempo di 25 anni, di un gasdotto sottomarino che consegnerà 525 (Mcf/d) a Sharjah e Dubai, permettendo di risparmiare molta materia prima considerata l’elevata domanda interna. Nonostante il progetto avrebbe dovuto entrare in funzione nel 2005 e Crescent continuava a mantenere l’accordo stipulato, l’Iran si è rifiutato di procedere senza una rinegoziazione del prezzo, che aveva subito un incremento, tanto che il parlamento iraniano aveva bloccato l’attivazione dei lavori. Crescent ha annunciato che richiederà l’arbitrato in materia.

Gas naturali Liquidi (LNG) – esportazione

Gli Emirati hanno fondato il primo stabilimento per i LNG nel 1977 su Das Island. Le esportazioni di gas naturale sono gestite da ADGAS, una controllata di ADNOC. L’impianto funziona con l’insieme dei gas naturali provenienti dai giacimenti di Umm Shaif, Lower Zakum e Bunduq. La National Shipping Company (NGSCO) tutte le spedizioni da Das Island, con una flotta di 8 metaniere. Approssimativamente l’85% del gas liquido prodotto a Das Island è destinato al Giappone, come materia prima per la Tokio Electric Power Company (TEPCO).

Importazioni

Il Qatar con il suo partner Shell e Dubai, hanno siglato nel 2008 un contratto di fornitura di lungo termine. Nel dicembre 2010 la prima spedizione di LNG è arrivata a Dubai. Le spedizioni di LNG arriveranno da Qatargas 4 train dal primo semestre del 2011. Il contratto sui LNG con Dubai è valido per 15 anni per un volume totale di 146 Bcf all’anno (400.3 Mcf/d), e aiuterà l’emirato a soddisfare l’alta domanda di elettricità.

Dolphin Pipeline Project.

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Il Dolphin Natural Gas Pipeline Project, che collega le vaste riserve di gas naturale del Qatar agli E.A.U. e all’Oman, è il primo gasdotto che attraversa i confini di più Paesi nella regione del golfo. Il gas naturale è importato dai giacimenti del Qatar del nord verso Abu Dhabi, Dubai e Fujairah, dove poi continua verso l’Oman. La prima distribuzione dal Qatar di gas naturale è iniziata nel 2007. Il Dolphin Pipeline System avrà un rendimento iniziale di 2 (Bcf/d), con un progetto di aumentare la capacità di fornitura di 1.2 (Bcf/d) in attesa dell’esito dei negoziati tra Dolphin Energy e le autorità qatarine. Il sistema in sè consiste in un gasdotto sottomarino di 226 miglia dal Qatar fino a strutture per la lavorazione nell’impianto di Taweelah di Abu Dhabi, dove un altra conduttura di 152 miglia porterà 1.6 (Mscf/d) di gas a due nuove centrali, includendo la centrale di Qidfa e la struttura per la dissalazione a Fujairah. Il gasdotto Taweelah-Fujairah è stato completato nel dicembre 2010. L’Oman riceve gas naturale da un gasdotto di Fujairah, un gasdotto attraverso il quale originariamente, dal gennaio del 2004, l’Oman esportava gas naturale negli Emirati. Il gasdotto nell’ottobre del 2008 è stato invertito e ora Dolphin fornisce 200 (Mscf/d) all’Oman che integra la propria produzione interna.

Produzione Gas (2009) (Miliardi di metri cubici) Emirati Arabi Uniti 48.97

Riserve di Gas (1 gennaio 2010) (Miliardi di metri cubici)

Paese 1 gennaio 2010 Russia 44.900 Iran 30.634 Qatar 25.729 Turkmenistan 8.457 Arabia Saudita 7.718 Stati Uniti 7.686 Emirati Arabi Uniti 6.432 Nigeria 5.292 Venezuela 5.130 Algeria 4.504

Rapporto tra riserve/produzione (2009) Emirati Arabi Uniti 131 Consumo pro capite (2009) Emirati Arabi Uniti 12.648

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Rapporto produzione/consumo Emirati Arabi Uniti 0.84 Importazioni Gas Naturale (2009) (Miliardi di metri cubici) Emirati Arabi Uniti 16.81

Esportazioni Emirati Arabi Uniti Gas Naturale Liquido (2009) (Miliardi di metri cubici)

Paese 2009 Giappone 6.75 India 0.17 Portogallo 0.08

Elaborazioni dati: Rapporto ENI 2010

Energy Overview

Reserve di Petrolio Provate (1 gennaio 2011)

97.8 miliardi di barili

Produzione di Petrolio (2010) 2.81 milioni (bbl/d), dei quali 2.3 milioni di petrolio grezzo.

Consumo di Petrolio (2009) 492,000 (bbl/d) Capacità di distillazione del greggio (2011E)

773,000 (bbl/d)

Riserve di Gas Naturali Provate (1 gennaio 2011)

214.4 Tcf

Produzione di Gas Naturale (2009) 1.725 Tcf

Consumo di Gas Naturale (2009) 2.1 Bcf

Oil and Gas Industry

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Maggiori Porti per Petrolio/Gas Abu Dhabi: Das Island, Jebel Dhana, Ruwais, Zirku Island, Umm al Nar; Dubai: Jebel Ali, Port Rashid; Fujairah: port

Maggiori giacimenti di Petrolio Abu Dhabi: ‘Asab, Bab, Bu Hasa, Murban, Al-Zakum; Dubai: Falah, Fateh, Southwest Fateh; Sharjah: Mubarak

Maggiori giacimenti di Gas Abu Dhabi: Khuff, Abu al-Bukhush, Bab, Bu Hasa, Umm Shaif, Zakum

Maggiori raffinerie e capacità totale di produzione

Abu Dhabi: Ruwais 350,000 (bbl/d), Umm al-Nar 150,000 (bbl/d); Dubai: Jebal Ali 120,000 (bbl/d); Fujairah: Metro Oil 82,000 (bbl/d); Sharjah: Hamriyah 71,250 (bbl/d) Totale = 773,250 (bbl/d)

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PERCHE’ INVESTIRE NEGLI EMIRATI ARABI UNITI Ragioni strategiche. Gli Emirati sono un hub logistico e finanziario di alto livello, e rappresentano un mercato potenziale di circa due miliardi di persone con la presenza di aziende di tutto il mondo. Sono uno dei centri commerciali di maggiore interesse considerata la presenza di fiere e sedi di società internazionali. Vantano una delle economie più sviluppate del pianeta, che si riflette nel PIL pro capite, 5° nella classifica mondiale e 3° in Medio Oriente, dopo Qatar e Kuwait. Secondo la Camera di Commercio di Abu Dhabi le previsioni del tasso di crescita per l'economia nei prossimi anni è del 13%. Le loro politiche di liberalizzazione incoraggiano gli stranieri e le società ad investire, prendendo parte a questo processo di crescita entusiasmante. L'assenza di tasse e un basso costo della vita sono chiari incentivi per gli investitori nelle free zones degli Emirati e nelle città industriali. La crescita delle compagnie aeree e il progetto di costruire nuovi terminal è favorevole per il traffico passeggeri e il traffico merci. CONTRATTI CONFERITI AI PAESI DEL GOLFO NEL PERIODO 2009 – 2010. (Base di $46 miliardi)

62%

28%

5% 4%1%

UAESaudi ArabiaQatarKuwaitOman

Ragioni organizzative. Le infrastrutture di qualità sono sempre all’avanguardia e puntano sempre al rinnovamento. I progetti sono costantemente in corso per mantenere la qualità di tutti i servizi UAE ai più alti livelli internazionali. Gli hub aeroportuali di Abu Dhabi e Dubai hanno registrato nel 2010 circa 60 milioni di traffico passeggeri. Lo sviluppo della rete dei trasporti interni ha fornito Dubai di una rete Metropolitana e da pochi anni le città

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sono state dotate di trasporti pubblici. L’ambiente economico favorevole è sottolineato anche dalla presenza di costi di produzione e del lavoro incredibilmente bassi, data la mancanza quasi totale di tassazione. Risulta difficile non riuscire a comunicare in inglese che rappresenta la lingua commerciale. La sicurezza e la qualità della vita sono altri aspetti da non sottovalutare: bassissimo tasso di criminalità e alto tasso di cortesia da parte di tutti gli addetti. Ragioni fiscali. Non sono presenti imposte o tasse su persone fisiche e giuridiche ma solo delle municipality service tax; i dazi sono previsti solo sulle importazioni e sono del 5%; è prevista la libertà di rimpatrio dei capitali e di assenza di vincoli sul cambio. I lavoratori espatriati rappresentano circa il 75% della popolazione. Essi cercano alloggi di alta qualità su cui spendere i loro guadagni esentasse, con evidenti effetti positivi sul mercato. L'importanza del turismo è cresciuta rapidamente con strutture di lusso e un facile accesso a queste che attrae i visitatori stranieri, la domanda turistica rappresenta lo 0,5% della domanda mondiale. Free zones. Altri vantaggi di investimento negli Emirati derivano dalla possibilità di investire e produrre nelle free zones. In queste aree c’è assenza di burocrazia, velocità e alto livello di supporto amministrativo da parte delle autorità. Le procedure di assunzione sono semplici ed efficienti e la monodopera è competitiva, qualificata ed esperta. Vi è anche completa libertà nella scelta del personale che può essere completamente straniero. Il sistema bancario è flessibile e gli operatori locali sono abituati a lavorare con attori internazionali. Non esiste tassazione sul reddito personale e sulle plusvalenze, nessuna tassa su operazioni societarie per un minimo di tempo non inferiore a 15 anni. Esenzione di dazi sulle merci importate ed esportate, possibilità di trasferimento libero ed esente da costi dei profitti e degli utili all’estero. Inoltre logistica e fornitura energetica sono abbondanti ed a basso costo. Si aggiungono anche vantaggi di origine legale, infatti, nelle free zones la proprietà può essere al 100% dell’operatore straniero, non c’è bisogno di uno sponsor o del service agent per impiantare un’attività e il rinnovo di questa è annuale. Rischi politici, economici, finanziari e operativi. Rischio politico: la situazione politica è stabile, grazie anche al totale controllo detenuto dalle famiglie regnanti e allo stato di benessere economico diffuso nella popolazione. Non c’è bisogno di richiedere il visto per entrare nel paese da parte dei cittadini italini e, inoltre, il problema della corruzione non è un aspetto che fa parte di questa società. A differenza dei Paesi che attualmente sono oggetto di rivolte da parte dei propri cittadini (Egitto, Algeria, Libia, Baharein), quest’ultimi negli EAU sono molto soddisfatti della politica svolta a loro favore dal Governo, anche con aiuti agli Emirati meno ricchi. Il resto della popolazione, circa l’80%, e’ costituita da stranieri che sono impiegati nel Paese, il cui visto di residenza deve essere rinnovato ogni due anni, che deliberatamente hanno scelte di vivere e lavorare negli EAU.

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Rischio economico: la recessione globale e la crisi finanziaria (e di Dubai) hanno avuto un impatto significativo sull’economia. Il 2010 ha visto una ripresa trainata dal potenziamento di politiche fiscali, l’incremento della spesa pubblica e dall’aumento del prezzo del petrolio. Rischio finanziario e operativo: il settore bancario resta vulnerabile, nonostante la positiva conclusione della vicenda Dubai World che ha contribuito a migliorare la fiducia degli investitori nella federazione. Riforme strutturali su trasparenza e governance risultano necessarie per ridurre il rischio operativo. Export e investimenti italiani L’export italiano trova negli EAU uno dei principali mercati di sbocco in Medio Oriente. I principali investitori esteri negli EAU sono Stati Uniti, Regno Unito e India, concentrati soprattutto nei tre emirati di Abu Dhabi, Dubai, e Sharjah. In costante aumento la presenza italiana, soprattutto nelle zone franche, nel settore manifatturiero e nella distribuzione. L’ Italia e’ il 7 fornitore degli Emirati, mentre rispetto all’export mondiale, gli EAU rappresentano il 17mo posto per valori di esportazioni, ovvero a parte i Paesi europei, come valori esportativi, sono superati esclusivamente dagli USA, Cina e Russia. Significa che esportiamo piu’ negli EAU che in India, Brasile, Giappone tanto per citare i piu’ importanti. Elaborazione dati EIA gennaio 2011

APPROCCIO AL MERCATO DELL’OIL & GAS 1. INTRODUZIONE......................................................................................................... 2. IL MERCATO DEGLI EMIRATI ARABI. ..................................................................... 3. METODOLOGIA DI ACCESSO AL MERCATO DELL’OIL & GAS............................ 4. CONCLUSIONI...........................................................................................................

1. INTRODUZIONE. Questo parte della ricerca ha lo scopo di presentare indicazioni riguardanti l’accesso al mercato dell’ Oil & Gas, all’interno degli Emirati Arabi Uniti. 2. IL MERCATO DEGLI EMIRATI ARABI. Gli EAU, guidati dall’eccezionale e saggia visione dei propri governanti, hannointrapreso un velocissimo ritmo di sviluppo che e’ diventato particolarmente rapido apartire dall’anno 2000. Da tale data, capitalizzando sul boom dell’industria petrolifera, gli Emirati (ed inmodo particolare Dubai ed Abu Dhabi), hanno iniziato processi di sviluppo delle proprieinfrastrutture, di creazione di zone franche, di concessione della proprieta’ a

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cittadini non emiratini. Tutto cio’ ha creato grandissimo valore aggiunto ed un fattore di crescita unico al mondo. Sostanzialmente, gli EAU si stanno trasformando da una economia basataunicamente sull’olio ad una economia basata sulla conoscenza. Cionondimeno, il mercato dell’oil & gas rimane al momento fondamentale risorsa per lo sviluppo del paese. Gli EAU sono quindi una giovane nazione, ormai alla pari con le nazioni piu’avanzate al mondo, con una infrastruttura ed un mercato locali di eccellenza ed in grande crescita. In questa chiave, gli EAU vanno considerati un mercato interessato allo stato dell’arte in ogni settore e che ‘salta’ direttamente alle soluzioni piu’ sofisticate e moderne diciascuna categoria merceologica. Va’ inoltre segnalata una dinamica che si e’ ormai consolidata. Anche in presenza di un partner locale, la larga parte della funzione di sviluppo degli affari deve essere eseguita dall’azienda produttrice stessa. Il partner locale, al di la’ delle funzioni assegnate per legge, provvede ai contatti, all’individuazione di iniziative, al reperimento di contatti, ma il gioco deve essere condotto dal fornitore. In sintesi, fattori importanti per la penetrazione nel mercato degli EAU ed in particolare nel settore O&G sono:

• Presenza locale, con agente nominato. • Ingresso nelle vendor list locali, superando il processo di prequalifica. • Capacita’ di adattare il proprio prodotto/ soluzione alle esigenze locali (ad

esempio, • documentazione in inglese e talvolta anche in arabo). • Compliance con le specifiche tecniche delle vendor list. • Competitivita’ del prezzo.

4. CONCLUSIONI. Il mercato dell’Oil&Gas negli Emirati Arabi Uniti e’ un mercato chiuso. Gli investimenti degli Emirati Arabi Ubiti nell’Oil & Gas sono molto grandi e quindi il potenziale di business e’ alto e concreto. Il processo di accreditamento dei prodotti / soluzioni richiede la scelta di un agente in loco ed il successivo inserimento nelle vendor list, superando il processo di prequalifica. Questo processo e’ piuttosto complesso e lungo e dura un minimo di alcuni mesi. Per affari di una certa entita’ o che richiedono molta attivita’ locale (ad esempio di manutenzione, supporto, servizi post-vendita) si suggerisce la creazione di una societa’ locale, partecipata da un partner locale e disciplinata da patti parasociali che indichino la distribuzione delle responsabilita’ e dei profitti. Si richiama inoltre l’ovvia importanza di disporre di personale proficiente in lingua inglese e di porre grande attenzione al tempo. I tempi rivestono grande importanza e rappresentano un fattore di successo; i ritardi nei tempi di consegna non sono mai ben tollerati e portano spesso all’applicazione di penalita’.