domenico mazzocchi da civita castellana: un compositore

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13 Domenico Mazzocchi da Civita Castellana: un compositore del '600 di rilevanza europea ALFREDO ROMANO 1 sarà affidata soltanto al suo gesto e alla sua dizione, ma anche , e soprat- tutto, alla voce. Il compositore dovrà tenerne conto e sarà sempre più costretto ad affinare la tecnica voca- le fino a farle raggiungere quegli alti livelli lirici del melodramma ottocen- tesco. Recitativo si chiamò questa maniera del recitar cantando facen- dosi di norma accompagnare sulla scena dal clavicembalo. Una manie- ra, però, che col tempo non fu solo un’esclusiva dei personaggi mitolo- gici: a Firenze irrompeva sulla scena anche il mondo cavalleresco per lo più tratto dall’Orlando Furioso dell’Ariosto; a Roma, nei primi del Seicento, apparivano soggetti cristia- ni ispirati magari a personaggi storici greco-romani. Ma c’è un’altra novità: il teatro si avvia a rompere con quelle trame semplici affidate all’unità (aristoteli- ca) di luogo-tempo-azione, comin- ciando a non disdegnare scene tragi- Tedio del recitativo e Domenico Mazzocchi entra di prepotenza nella storia dell’opera P rendete una rappresentazione teatrale e i personaggi fateli can- tare sulla scena invece di parlare ed ecco ottenuta l’opera. Si direbbe che, a ragione, che ciò non è naturale, sarebbe come conversare cantando. È questa la vecchia questione della verosimiglianza e non mancano oggi quelli che provano un senso di fastidio nell’assistere a una Traviata televisiva trovando inverosimili quei personaggi che si muovono e agisco- no cantando. Ma una ragione c’è. Nel cercarne le origini, l’opera (siamo nel ‘500) è un dramma pastorale a soggetto mitologico popolato di dèi e di eroi che sarebbe stato inverosimile far muovere sulla scena parlando. A par- lare sono gli uomini infatti e non gli dèi. Gli dèi, gli eroi, quindi, per dif- ferenziarli dagli uomini, si esprime- ranno in un tono più elevato, tra il parlato e il cantato, detto proprio “recitar cantando”. Non è uno sfizio. Si tratta, invece, di un’esigenza reale. Prendiamo l’Orfeo di Monteverdi. Qui Orfeo ha il compito di scacciare le potenze infernali. Ed ecco che il canto, più che il parlato, è per lui non solo un bisogno espressivo, ma anche un mezzo più efficace al raggiungimen- to di tale scopo. D’altronde, non si dice ancora oggi nella Chiesa che chi canta prega due volte? È importante questo passaggio nella storia dell’opera teatrale, per- ché, d’ora in poi, la figura di un per- sonaggio, la sua caratteristica, non comiche. Anche la misura risulta sti- listicamente più composita, più ricca di motivi, di forme e di abbellimenti. Barocca allora. Proprio in questo frangente a Roma viene rappresentata per la prima volta un’opera che costituisce dal punto di vista musicale una svol- ta decisiva e importantissima nella storia del melodramma, tale è la sua rottura con gli schemi stilistici del passato. È La Catena d’Adone di Domenico Mazzocchi su libretto di Ottavio Tronsarelli. La novità sta proprio nel fatto che Mazzocchi avverte la necessità di ridurre al minimo il recitativo inframmezzandolo con forme chiuse, cioè delle arie, romanze se volete, momenti lirici quindi, indugi opposti all’azione. Ma anche canzoni, ritor- nelli e danze proprio allo scopo di evitare il “tedio del recitativo” come dichiara egli stesso. D’ora in poi le arie, qualitativa- mente, prenderanno il soppravvento sul recitativo, ed è proprio grazie alle arie che poi ebbe ragione quel “bel canto” per il quale l’Italia divenne famosa in tutto il mondo. Nel ‘700 non mancava corte euro- pea che non affidasse il proprio pre- stigio culturale a dei teatri stabili ita- liani, con musicisti di grande valore in grado di fondare all’estero altret- tante opere nazionali: vedi Lulli, Cimarosa, Spontini, Salieri, ecc. Oltre al testo delle opere, anche il lin- guaggio della notazione parlava ita- liano (piano, adagio, forte, crescen- do, allegro, ecc.). E lo è ancora oggi a New York, come a Mosca, a retaggio di un pas- sato illustre, ma anche a significare che il linguaggio della musica è uno 1 Responsabile della Biblioteca Comunale “Enrico Minio” di Civita Castellana (VT).

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Domenico Mazzocchi da Civita Castellana:un compositore del '600 di rilevanza europea

ALFREDO ROMANO 1

sarà affidata soltanto al suo gesto ealla sua dizione, ma anche , e soprat-tutto, alla voce. Il compositore dovràtenerne conto e sarà sempre piùcostretto ad affinare la tecnica voca-le fino a farle raggiungere quegli altilivelli lirici del melodramma ottocen-tesco.

Recitativo si chiamò questamaniera del recitar cantando facen-dosi di norma accompagnare sullascena dal clavicembalo. Una manie-ra, però, che col tempo non fu soloun’esclusiva dei personaggi mitolo-gici: a Firenze irrompeva sulla scenaanche il mondo cavalleresco per lopiù tratto dall’Orlando Furiosodell’Ariosto; a Roma, nei primi delSeicento, apparivano soggetti cristia-ni ispirati magari a personaggi storicigreco-romani.

Ma c’è un’altra novità: il teatro siavvia a rompere con quelle tramesemplici affidate all’unità (aristoteli-ca) di luogo-tempo-azione, comin-ciando a non disdegnare scene tragi-

Tedio del recitativo e Domenico Mazzocchientra di prepotenza nella storia dell’opera

P rendete una rappresentazioneteatrale e i personaggi fateli can-

tare sulla scena invece di parlare edecco ottenuta l’opera. Si direbbe che,a ragione, che ciò non è naturale,sarebbe come conversare cantando.

È questa la vecchia questionedella verosimiglianza e non mancanooggi quelli che provano un senso difastidio nell’assistere a una Traviatatelevisiva trovando inverosimili queipersonaggi che si muovono e agisco-no cantando.

Ma una ragione c’è. Nel cercarnele origini, l’opera (siamo nel ‘500) èun dramma pastorale a soggettomitologico popolato di dèi e di eroiche sarebbe stato inverosimile farmuovere sulla scena parlando. A par-lare sono gli uomini infatti e non glidèi. Gli dèi, gli eroi, quindi, per dif-ferenziarli dagli uomini, si esprime-ranno in un tono più elevato, tra ilparlato e il cantato, detto proprio“recitar cantando”.

Non è uno sfizio. Si tratta, invece,di un’esigenza reale. Prendiamol’Orfeo di Monteverdi. Qui Orfeo hail compito di scacciare le potenzeinfernali. Ed ecco che il canto, piùche il parlato, è per lui non solo unbisogno espressivo, ma anche unmezzo più efficace al raggiungimen-to di tale scopo. D’altronde, non sidice ancora oggi nella Chiesa che chicanta prega due volte?

È importante questo passaggionella storia dell’opera teatrale, per-ché, d’ora in poi, la figura di un per-sonaggio, la sua caratteristica, non

comiche. Anche la misura risulta sti-listicamente più composita, più riccadi motivi, di forme e di abbellimenti.Barocca allora.

Proprio in questo frangente aRoma viene rappresentata per laprima volta un’opera che costituiscedal punto di vista musicale una svol-ta decisiva e importantissima nellastoria del melodramma, tale è la suarottura con gli schemi stilistici delpassato. È La Catena d’Adone diDomenico Mazzocchi su libretto diOttavio Tronsarelli.

La novità sta proprio nel fatto cheMazzocchi avverte la necessità diridurre al minimo il recitativoinframmezzandolo con forme chiuse,cioè delle arie, romanze se volete,momenti lirici quindi, indugi oppostiall’azione. Ma anche canzoni, ritor-nelli e danze proprio allo scopo dievitare il “tedio del recitativo” comedichiara egli stesso.

D’ora in poi le arie, qualitativa-mente, prenderanno il soppravventosul recitativo, ed è proprio grazie allearie che poi ebbe ragione quel “belcanto” per il quale l’Italia divennefamosa in tutto il mondo.

Nel ‘700 non mancava corte euro-pea che non affidasse il proprio pre-stigio culturale a dei teatri stabili ita-liani, con musicisti di grande valorein grado di fondare all’estero altret-tante opere nazionali: vedi Lulli,Cimarosa, Spontini, Salieri, ecc.Oltre al testo delle opere, anche il lin-guaggio della notazione parlava ita-liano (piano, adagio, forte, crescen-do, allegro, ecc.).

E lo è ancora oggi a New York,come a Mosca, a retaggio di un pas-sato illustre, ma anche a significareche il linguaggio della musica è uno

1 Responsabile della BibliotecaComunale “Enrico Minio” di CivitaCastellana (VT).

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dal poema L’Adone di GiovanBattista Marino (canti XII e XIII).

Si tratta di una favola boscherec-cia di argomento mitologico che dalpunto di vista letterario non si disco-sta dal dramma secentesco per i suoitratti moralistici e di allegoria.

In verità l’importanza storica del-l’opera va ricercata nell’ambitomusicale proprio per l’invenzione diarie che rompono il “tedio del recita-tivo”. La Catena d’Adone, inoltre, dàl’avvio sul palcoscenico a scenogra-fie grandiose con meccanismi com-plicati e suggestivi: vi appaiono giar-dini incantati, voci nascoste, grottemisteriose, fitte foreste dove risuonala voce dell’Eco che risponde alleparole di Adone amante disperato.

Domenico Mazzocchi e la condizione del musicista nel Seicento

Al Serenissimo Signore e Padronmio Colendissimo il Sig. D. OdoardoFarnese Duca di Parma e Piacenza…haverò in perpetuo di mostrare la miainfinita devozione alla Serenissima suapersona… la sua immensa benignitànel gradire la piccolezza di ciò, ch’ioinsieme con la perpetua mia servitù

humilissimamente le dedico…Humilissimo e Obbligatissimo

Servitore Domenico Mazzocchi.Questo brano è tratto dalla dedica

che Mazzocchi scrisse per il DucaFarnese introducendo l’opera laCatena d’Adone. Brano emblematicodella condizione in cui operava ilmusicista, l’artista in genere, in quelperiodo.

Occorre arrivare a Beethoven, aiprimi dell’Ottocento, per trovare lafigura del musicista che vive dellasua professione con i proventi dellestampe e delle esecuzioni musicali, illibero professionista per intenderci.

Ai tempi di Mazzocchi, invece, ilmusicista esercitava il suo mestiere alservizio di un principe presso unacorte, un salotto dell’aristocrazia o alservizio di un cardinale presso unacappella. Per lo più la sua era unamusica d’occasione composta sucommissione per avvenimenti reli-giosi, feste mondane, incoronazioni,nozze, divertimenti, ecc. In cambiov’era un appannaggio, ahimé, nonproprio cospicuo.

Il musicista, pur essendo motivodi prestigio presso il signore mecena-te, non era poi tenuto in grande con-siderazione se Mozart, ancora qual-che secolo dopo, arrivava a lamentar-si di dover mangiare a tavola con laservitù.

La musica su commissione, tutta-via, non per questo mancava di unsuo valore artistico.

L’artista, in qualunque condizionesi trovasse, storicamente ha sempretrovato la via e la maniera per espri-mersi. Fu l’avvento della prima bor-ghesia mercantile, di un pubblicopagante quindi, a mutare radicalmen-te la sua condizione.

Il teatro di San Cassiano, costrui-to a Venezia nel 1637, fu il primo tea-tro pubblico al mondo a recepire igusti della mutata società con i suoitre mila posti paganti.

solo e non ha bisogno di traduzioni.È con Mazzocchi, quindi, che

l’opera diventa un alternarsi di arie edi recitativi. Attenzione, però: l’aria,pur nella sua lirica forma e bellezza,non sarebbe tale senza quel recitativoche nello sviluppo dell’azione diven-ta attesa, ansia, tensione.

L’aria giungerà come un’esplosio-ne, un orgasmo se volete, poesia.

L’opera: diamo una definizioneL’opera è la rappresentazione sce-

nica di un’azione i cui personaggi siesprimono fondamentalmente can-tando. È per questo che si chiamaopera lirica, cioè cantata.

Questa è detta pure melodramma(dal greco melos = canto e drama =azione): azione scenica che si svolgecantando. Ma l’opera è altresì lospettacolo a cui concorrono, ciascu-no a suo modo, tutte le arti: la poesiae la musica con impiego di cantosolistico, canto corale e orchestra; learti visive attraverso la scenografia ei costumi, la recitazione, la pantomi-ma e, per finire, la danza.

Parliamo della Catena d’AdoneConsiderata l’opera più importan-

te di Domenico Mazzocchi,vennerappresentata per la prima volta incasa di Evandro Conti, duca di Poli,durante il carnevale romano del1626. Successivamente venne ese-guita nel 1648, con più fortuna, aBologna nel Teatro degli Uniti.

Il libretto, di Tronsarelli, è tratto

Domenico Mazzocchi da Civita Castellana un compositore del ’600 di rilevanza europea

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nell’arte della musica. Viene segnalato nella costruzione

dell’Oratorio di San Rocco a CivitaCastellana; doveva gestire anche unnegozio di tessuti, se è vero, comerisulta, che nel 1624 vendette dei tova-glioli e nel 1627 delle calze, dei panta-loni di lana e delle camicie, ricavando-ne la somma di 25 monete giulie.

Domenico è figlio di secondenozze. Il padre Ostilio sposa in primenozze nel 1588 Parmilia Paoletti diCivita Castellana che gli dà due figli:Maria e Santoro. Parmilia, però,muore tre anni dopo.

Dopo una vedovanza di sei mesi,Ostilio si risposa con Geronima diMarta da Sutri che mette al mondo settefigli, così in ordine: Domenico, Virgilio,Crispino, Giovanni Crispiniano, Pietro eCarlo. Ma si sposa per la terza voltacon Maria Vinciolino. Senza figli sta-volta.

Una famiglia di musicisti: il fratello Virgilio

A Virgilio Mazzocchi di Veio2 perintegrità di vita gentilezza di costumi eabilità musicale celeberrimo il qualecon grandissimi lode di genialità eperizia soprattutto nello scoprire lietee variate formule dei modi a lungoavendo riscoperto la carica di prefettomusicale prima nella BasilicaFarnesiana poi Luterana poi per 17anni nella Vaticana, caro particolar-mente ai personaggi più ragguardevo-li, soprattutto legato a F. CardinaleBarberino vice Cancelliere di SantaRomana Chiesa essendosi ritirato quiin patria, per la violenza di una rapidamalattia fu trasferito dai cori terreni aquelli celesti il 2 ottobre 1646 50°della sua vita. Il fratello DomenicoMazzocchi pose al fratello unico e otti-mo con rimpianto.

Quest’epigrafe funeraria (benvisibile sotto il portico del Duomomurata a sinistra della porta centraleguardando dirimpetto), qui tradottadal latino, fu scritta e fatta porre daDomenico Mazzocchi per il fratellomorto casualmente a CivitaCastellana, qui trovandosi per le festepatronali di settembre.

Virgilio Mazzocchi, nato nel

1597, fu avviato anche lui alla carrie-ra ecclesiastica e alla musica rico-prendo meritatamente la carica dimaestro di cappella nelle più impor-tanti chiese romane. Fu soprattuttoun ottimo didatta, ma scrisse anchenumerose opere sia sacre sia profane.La più importante viene ritenutaFiammetta e Falcone, una commediamusicale poi ripresa col titolo di Chisoffre speri. Le altre opere: SanBonifacio, Sant’Eustachio, Historiadi David e Golia, Guelfa (tragedia),Quattro Oratori per il tempo diQuaresima, Beatum Franciscum, Chimi raddoppia il giorno (un ringrazia-mento al cardinale Barberini), LaTroade (su testo di Seneca), La civet-ta (cantata). Inoltre numerosi Salmi eMottetti.

La Scuola Romana e le opereDomenico e Virgilio Mazzocchi

furono tra gli artefici principali dellaScuola Romana, che, nei primi delSeicento, inaugurò a Roma il periodoaureo del melodramma e Roma, in quelperiodo, divenne il più grande centroeuropeo di produzione operistica.

All’insegna del “recitar cantan-do”, questo genere musicale avevafatto la sua prima fortuna a Firenzeper opera della Camerata dei Bardi,un gruppo di musicisti, diciamo,allora d’avanguardia.

Monodico fu chiamato il nuovo

Se ne sarebbe giovata soprattuttola musica, che, non più all’ombra delsignore mecenate, si sarebbe ben pre-sto avviata a diventare espressionedei valori più universali, frutto del-l’ingegno di uomini liberi.

Ma qui siamo oramai in pienoRomanticismo.

Cenni sulla vita di Domenico Mazzocchi

Abbiamo poche testimonianzesulla sua vita.

Nasce a Civita Castellana l’otto dinovembre 1592 da Ostilio e daGeronima Di Marta da Sutri in pro-vincia di Viterbo. Fanciullo, vieneavviato alla carriera ecclesiastica fre-quentando gli studi nel locale semi-nario, studi che terminerà a Romalaureandosi in filosofia e diritto.

Ma l’arte della musica dovevaessergli più congeniale se, ben pre-sto, alla scuola di G. M. Nannino, sirivela un ottimo contrappuntista emadrigalista. Ottiene la cittadinanzaromana nel 1614.

A 28 anni entra come composito-re di corte al servizio degliAldobrandini, nobile famiglia fioren-tina trapiantatisi a Roma nel ‘500.Nel corso degli anni subentraronopoi i Farnese, i Barberini, i Borghese:principi e cardinali dell’aristocraziaromana che, a quel tempo, qualimecenati, avevano il “vezzo” di favo-rire gli artisti a corte a maggior lodee gloria della propria famiglia.Domenico Mazzocchi muore a Romanel 1665.

Domenico Mazzocchi a Civita Castellana: curiosità d’archivio

Si hanno notizie della famigliaMazzocchi a Civita Castellana findal 1575. Ciò grazie a un decreto delConcilio di Trento che proprio inquegli anni sanciva l’obbligo di tene-re presso la parrocchia un registrodegli atti civili. Gli acta civilia delnostro Archivio Vescovile ci dannoperciò qualche notizia in merito.

Ostilio, padre di Domenico, pareche di professione facesse il carpen-tiere e che fosse anche lui versato

2 Veio, in realtà sta per CivitaCastellana. Domenico Mazzocchi rite-neva, a torto, che Civita Castellana

fosse l’antica Veio. Scrisse per questoun libro intitolato Veio difeso. Il volu-me è consultabile nella Biblioteca

Comunale di Civita Castellana.

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Monteverdi, grande rappresentantedell’Opera Veneziana, non mancheràdi riprendere e sviluppare nella suamusica sacra.

Anche nell’oratorio, genere musi-cale di quel periodo che precedel’opera (se ne differenzia per la man-canza di azione e de scenografie sulpalcoscenico), non fu da meno e lodimostra il suo Coro di Profeti del1638. In compenso, Mazzocchi è unmusicista versatile, in lui si compe-netrano diversi stili musicali, daiconcerti vocali sacri ai sonetti profa-ni, dalle polifonie alle melodie.

Si distinse anche per i nuovi con-tributi apportati alla scrittura musica-le: fu il primo ad usare il semitonoenarmonico3 ed i segni del crescere,del diminuire, del piano e delforte, adottati ben presto da tutti icompositori di musica sacra.

Universalmente, però, DomenicoMazzocchi sarà sempre ricordatocome colui che seppe imprimere unasvolta decisiva al genere musicaledrammatico. Un contributo, tuttavia,dimenticato se è vero che La Catenad’Adone (e non solo questa) da seco-li non è più rappresentata; ci restanodelle museali ristampe anastatichedelle partiture della Catena d’Adonee dei Sonetti che si conservano gelo-samente nella Biblioteca Comunaledi Civita Castellana. Solo in questiultimi anni sono state prodotta dueincisioni discografiche.

La prima per merito del composi-tore Fausto Razzi che, grazie alla col-laborazione del Comune di CivitaCastellana, nel 2001 è riuscito nel-l’intento di far eseguire, sotto la suadirezione, al Gruppo Recitar

Cantando, alcuni dialoghi e sonetti. Eprecisamente: Dido Furens, dalDialogo I, e Nisus et Euryalus, dalDialogo IV. Da qui è stato prodottoun cd dalla Nuova Era Records diRoma con allegato un opuscolo diinformazioni in lingua italiana e inlingua inglese.

La seconda incisione è stata pro-dotta dalla Pan Classics con l’esecu-zione di Madrigali e Dialoghi.

Oltre alle opere accennate, ricor-diamo: Dramma in onore dei SantiGiovanni e Marciano, PoemataMaphaci Card. Barberini nuncUrbani VIII, Musiche sacre e morali,Praeterunt anni, Elegia Urbani VIII,Aelous, Dialogus ex libro primoAeneidos, Sacrae Concertationes,Quattro arie spirituali e profane,Declinazione del pronome hic-haec(uno scherzo a quattro voci in fuga).

Dal testamento un profondo legame con la sua terra

“In momine Domini Amen. IoDomenico Mazzocchi figliuolo diHostilio da Civita Castellana, sanoper gratia di Dio di corpo, e di menteper questo presente testamento, etultima volontà scritta, e sottoscrittadi mia propria mano, dichiaro…”

“Ma se per accidente Iddio mifacesse morire in C[ivita] Cast[ella-na] voglio che il mio corpo sia sep-pellito nella Chiesa cath[edra]le diS. Maria, et ivi (se non l’haverò fattoio) voglio che il mio herede di Romahabbia pensiero di far farsi un belDeposito con la mia testa, e con l’ar-me, conforme a quello io feci fare aVirgilio mio fratello, deposito indetta Chiesa in luogo decente

stile, cioè un insieme di voci o unostrumento, o più strumenti, cheaccompagnano una melodia princi-pale. Si contrappone a polifonico,quando in un insieme di voci o stru-menti nessuna melodia prevale sullealtre e, nel loro sviluppo, sono tutteparallele.

È proprio nella monodia che lamusica moderna getta le sue radici.

La polifonia aveva fatto il suotempo e stancavano ormai certi coriincomprensibili nel testo, costruitispesso in modo geometrico, quasipoco ispirati a dire.

La Scuola Romana ebbe il merito,però, di liberare il melodramma dauna certa seriosità introducendovimotivi anche comici come arie, ritor-nelli e danze non estranei al gusto eall’indole del popolo romano.

Con La Catena d’Adone e iMadrigali del 1638, DomenicoMazzocchi si guadagnò meritata-mente una fama europea, tanto è veroche nel XVIII secolo egli entrò abuon diritto nella storia dei cantisacri protestanti, avendo come inter-prete il grande compositore tedescoHeinrich Schutz.

Con i suoi concerti sacri a due e acinque voci, egli proseguì la tradizio-ne dei mottetti del ‘500, mottetti che

Domenico Mazzocchi da Civita Castellana un compositore del ’600 di rilevanza europea

3 Detto del terzo genere dell’anticamusica greca, che si serve dei quarti ditono (Zingarelli, 2004)

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Ma chi erano questi eredi? Uno sitrovava a Roma a nome di Ilario: erail suo figlio adottivo al quale avevaimposto il proprio cognome. A costuilasciò i mobili, gli ori e gli argentidella casa romana, nonché la libreria.Per quest’ultima, tuttavia, si preoccu-pò di farla trasferire a CivitaCastellana. L’altro erede si trovava aCivita Castellana e si chiamavaLorenzo: era figlio di un suo cugino.A Lorenzo andarono la casa e i beniesistenti a Civita.

Da buon prete, però, non dimenti-cò i poveri del suo paese. Ne scelsecento e per ognuno toccò in sorte unamoneta giulia. Non dimenticò neppu-re l’Ospedale e la Chiesa Cattedrale.Queste istituzioni potevano giovarsidi una clausola: qualora gli eredi fos-sero rimasti privi di figli maschi, neavrebbero incamerato tutti i beni.

E gli spartiti e libri di musica? Lilasciò a tutti e si raccomandò che sene facesse buon uso. Ma il tempo, sisa, è tiranno e quel testamento suonaancora oggi come una somma didesideri inascoltati. Né un busto, néuna lapide, né una tomba, né unaqualche istituzione a memoria.

PARTITURE MUSICALI 1. La Catena d’Adone / Domenico

Mazzocchi. - Bologna: Forni,1969. - 127 p.; 32 cm.((Ristampa anastatica della par-titura musicale. Si trovanell’Archivio BibliotecaComunale Civita Castellana.

2. Dialoghi e sonetti posti in musica /Domenico Mazzocchi. -[Partitura]. - Rist. fotomeccanica. -Bologna: Forni, stampa 1969. - 1partitura (182 p.); 18 x 26 cm.((Organico: S1,S2,A,T,B,bc. - Ripr.facs. dell’ed.: Roma: F. Zannetti,1638, esemplare Bologna, CivicoMuseo Bibliografico Musicale,AA.276. - Contiene: Dido Furens;Olindo, e Sofronia; Madalenaerrante; Nisus, et Euryalus; Sonettiharmonizati.

3. Domenico Mazzocchi: sechsmadrigale zu 5 stimmen zum Teilmit Generalbab / Das Chorwerk;herausgegeben von RaymandMeylan. - Wolfenbuttel: MoselerVerlag, [s.d.]. – p.; 25 cm.((Spartito musicale fotocopiatodall’originale. Si trova nell’Archivio Biblioteca ComunaleCivita Castellana.

4. Lagrime amare (La Maddalena

ricorre alle lagrime) : Roma 1638/ Domenico Mazzocchi ; a cura diCarlo Dall’Argine. Firenze:Centro studi Rinascimento musi-cale, 1975. Si trova nell’ ArchivioBiblioteca-Archivio Luigi Nono -Venezia – VE.

5. Mottetti / Domenico Mazzocchi.Roma: FEI, GIACOMO. Si trovanell’Archivio Biblioteche dellaFondazione Giorgio Cini -Venezia – VE.

6. Mazzocchi D./Maddalena erran-te / dialogo a tre voci/tratto dal-l’idillio del signor principe/Gio.Giorgio Aldobrandini [mano-scritto]. Si trova nell’ArchivioBiblioteche della FondazioneGiorgio Cini - Venezia – VE.

7. Mazzocchi, Domenico, DomenicoBelli 1615 [manoscritto]. Si trovanell’Archivio Biblioteca nazionaleMarciana - Venezia – VE.

8. Musiche sacre e morali a una,due, e tre voci / DomenicoMazzocchi. Si trova nellaBiblioteca del Conservatorio dimusica Giuseppe Verdi – Milano.

9. Piu` non sia, che m`innamori /Domenico Mazzocchi. Editonella Germania Federale daPeters, Carl Friedrich.

10. Maphei S.R.E. card. Barberininunc Urbani PP. 8. poemata aDomenico Mazzocchio modismusicis concinnata. Romae : extypographia Francisci Zanetti,1638. Si trova nella BibliotecaApostolica Vaticana - Città delVaticano.

11. Sacrae concertationes binis, ternis,quinis, octonis, novenisque voci-bus, a Dominico Mazzochio prooratoriis modis musicis concinna-tae. [Editore] Fei, Giacomo. Sitrova nella Biblioteca del Seminarioarcivescovile - Lucca – LU.

12. Sechs Madrigale zu 5 Stimmen :zum Teil mit Generalbass /Domenico Mazzocchi ; hrsg. vonRaymond Meylan. Wolfenbuttel :Moseler, c1965. Si trova nellaBiblioteca musicale delConservatorio Gioacchino Rossini -Pesaro – PU.

13. Ariette di musica, a una e due voci,di eccellentissimi autori / raccoltedal canonico D. Florido deSilvestris da Barbarano. Contiene:F. Beccarini, G. Carissimi, C.Cecchelli, Florido, G. Marciani, D.

appresso, ò dirincontro à quello deld[etto] mio fr[ratello], con una breveinscrittione &c. E se pure io morissiin Roma, ò altrove, pur voglio chenella d[ett]a Cahed[ra]le si facira ilmio Deposito, come hò detto…”

“E dalle d[ett]e mie opere, e diVirgilio medem[amen]te scioltestamp[at] e voglio che se ne levinodue altre copie per ciaschedunaopera. E si diano à gli miei heredi diCivita, acciò le conservino nellan[ost]ra casa per mem[ori]a, edeccitam[en]to di Virtù ne’ nostriPosteri, se Iddio ce ne concederà…”

“E se per voler divino doppo lamorte d’Ilario mancasse, o fossemancata la linea mascolina de mieichiamati heredi, voglio che la d[ett]amia librariola tanto di lettere, comedi musica stampata, e manoscritta,vada alla Chiesa Cath[edra]le did[ett]a Città, acciò custodita in unastanza partic[ola]re possa servireper uso, e commodità della d[ett]aChiesa, o per studio, e commoditàde’ Cittadini, che desiderino d’ap-profittarsi nelle Virtù, con licenzaperò del n[ost]ro Mons.re Vesc[ov]oo dell’Arciprete pro tempore esisten-ti & c…”

La morte è il ritorno nel ventrematerno che è la terra e tutti, almomento, sognano il paese natio.Anche Domenico Mazzocchi.

Ma non fu esaudito. Morì a Romae fu seppellito nella Chiesa di SantaMaria Maddalena dei Padri Ministridegl’Inferni. Per il suo funerale chiesesolo un paio di torce.

Nessuna pompa magna. Pregò sologli eredi di far celebrare in suo suffra-gio cento messe, metà delle quali nellaCattedrale di Civita Castellana.

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SECONDO CD Domenico MazzocchiMadrigali – Dialoghi Pan Classics

OPERE LETTERARIE1. Veio difeso / opera di Domenico

Mazzocchi. - Rist. - SalaBolognese: A. Forni, 1980. - 123p.; 25 cm. ((Ripr. facs. dell’ed.:Roma: L. Grignani, 1646. Si trovanella Biblioteca Comunale diCivita Castellana.

2. De origine et rebus faliscorum... /Antonii Massae, Gallesii Jurisconsulti= Veji defensi, seu dissertazio, quademonstratur antiquos vejios hodier-nam Civitatem Castellanam esse /Jacobi Mazzocchii = Veji antiqui seudissertazio, investigans veram ejusUrbis situm / Famiani Nardini =Vejorum defensoris, epistola apologe-tica in qua discutiuntur multaeOppositiones illi factae a vejorumeorundem investigatore / DominiciMazzocchii = Descriptio et antiquita-tes urbis reate, SabinorumAntiquissimae, Saturni et RheaeRegiae / Pompeji Angelotti. - CivitaCastellana: Lugduni Batavorum,Sumptibus Petri Vander Aa,

Biblipolae, et Typographi AcademiaeCivitatis, [1646]. - P. : ill.; 40 cm. -((Mancante di copertina. Si trovanella Biblioteca Comunale di CivitaCastellana.

3. Sole sulla rugiada [poesie] /Domenico Mazzocchi. Si trovanella Biblioteca Marucelliana -Firenze – FI.

BIBLIOGRAFIA1. Domenico Mazzocchi 1592-1665:

Dokumente und interpretationen /Witzenmann Wolfgang. - KolnWien: Bohlau-Verlag, 1970. - 282p.; 23 cm. ((Collana Analectamusicologica; band 8.

2. Cardinali Antonio, Cenni biografi-ci di Domenico e VirgilioMazzocchi: con documenti inediti/ Domenico Cardinali. - Subiaco:Tipografia dei monasteri, 1926. -40 p.: 21 cm.

3. Due geni musicali del Seicento: ifratelli Mazzocchi da CivitaCastellana / Roberto Tognoli. ((dauna pagina del “Giornale d’Italia”del 18 settembre 1936, a p. 4 inCronaca del Lazio. ((Ex librisLuigi Cimarra.Storia dell’Opera, Utet 1977.

4. D’Amico, Integrazione a “Il teatrodi Mozart” di J. Dent. Bulzoni,1980.

5. Pirrotta, I fratelli Mazzocchi in“Enciclopedia della Musica, vol.III. Milano, Ricordi, 1964.

6. Gallico, Musicalità di DomenicoMazzocchi. In Chigiana, vol. XXII.

7. Capponi, Mazzocchi.In “Enciclopedia dello spettaco-lo”, vol. VII. Roma, 1960.

Un ringraziamento va a mio cugi-no Piero Colazzo di Collemeto diGalatina (Lecce) che gentilmente miha tradotto alcuni brani dal tedescodel Domenico Mazzocchi diWitzemann della collana Analectamusicologica.

Mazzocchi, V, Mazzocchi, L.Rossi, M. Savioni, Anon.

14. Virgilii Mazzocchii in VaticanaBasilica musicae praefectiPsalmi Vespertini binis chorisconcinendi. Salmi . Titolo: 1648 .Coro1(C,A,T,B,V-nn), Coro2(C,A,T,B) ,org. Si trovanell’Archivio musicale dellaBasilica di San Giovanni inLaterano – Roma.

15. Ciaccona Del S.r Dominico 10.Mazzocchi [manoscritto]. Titolo:S’io mi parto . 17/t . S,bc. Si trovanella Biblioteca Casanatense –Roma.

16. Lamentum matris Euryali : Roma1638 / a cura di N. Anfuso, A.Gianuario con riproduzione anastati-ca dell’originale. PubblicazioneFirenze : Centro studi Rinascimentomusicale, 1976. Biblioteca-ArchivioLuigi Nono - Venezia – VE.

DISCOGRAFIAPRIMO CD. Dialogo I: DidoFurens. Dialogo IV: Nisus etEuryalus: dai dialoghi & sonetti(1638) / di DomenicoMazzocchi; Gruppo RecitarCantando; direttore FaustoRazzi; [Introduzione] I“Dialoghi” di DomenicoMazzocchi / Paola Bernardi. - 1cd. - Roma: Nuova Era Records,2001. (Durata 68’ 57”.

Domenico Mazzocchi da Civita Castellana un compositore del ’600 di rilevanza europea