domande per lo studio (in preparazione alla verifica) · il mito e l’epica – cl. 1 b – a.s....

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IL MITO E L’EPICA – CL. 1 B A.S. 2015 / 2016 1 Domande per lo studio (in preparazione alla verifica) Da dove deriva la parola mito? Dal greco mthos ("parola, racconto, narrazione").

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IL MITO E L’EPICA – CL. 1 B – A.S. 2015 / 2016

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Domande per lo studio

(in preparazione alla verifica)

Da dove deriva la parola mito?

Dal greco mỳthos ("parola, racconto, narrazione").

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Che tipo di narrazione è? Realistica o fantastica?

STELLA: È una narrazione fantastica che spiega le origini della natura e degli

uomini.

MICHELE: Il mito è un racconto fantastico ma che ha tratti reali quando

cerchiamo di capire le cause della creazione del mito stesso.

GIACOMO: Il mito è una narrazione fantastica che spiega le origini della natura

o dell’uomo, che racconta le vicende degli dèi e degli eroi,di esseri fantastici,

che spiega le origini delle attività umane. Inizialmente era un racconto

tramandato oralmente.

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Che cosa narra e a che cosa serve?

GIULIA G.: Il mito narra le usanze, le credenze religiose, le vicende storiche,

economiche e culturali di quella determinata civiltà che lo ha prodotto.

GIULIA B.: Narra le origini della natura e degli uomini, le vicende degli dèi e

degli eroi o delle origini di varie attività come l’agricoltura, la navigazione, il

commercio e così via. Esso serve per conoscere una civiltà vissuta in un

determinato ambiente geografico.

YOUSSEF: Ci aiuta a comprendere meglio i nostri antenati e gli altri popoli della

Terra. Gli avvenimenti narrati nel mito forniscono una serie di notizie sul popolo

che li ha prodotti, sul tipo di ambiente in cui viveva e sulle sue usanze; i miti

possono riguardare una società di agricoltori, di cacciatori, di guerrieri ecc.

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MARTINA: Il mito narra la nascita della Terra, degli uomini, degli elementi della

natura come il fuoco, la neve … Esso serve per farci conoscere delle notizie sulle

popolazioni, sull’ambiente in cui vivevano, sulle loro usanze sociali.

MICHELE: I miti spiegano la nascita della Terra e dell’uomo, l’origine degli

elementi della natura; l’origine di un oggetto, di un’usanza o di un valore

morale, di un sentimento, di una realtà misteriosa … Gli avvenimenti narrati nei

miti forniscono notizie sul popolo che li ha creati, sul tipo di ambiente in cui

viveva e sulle usanze locali.

GABRIEL C.: Serve a ritrovare le usanze, le credenze religiose e a ricostruire le

vicende storiche economiche e culturali di un popolo.

ESPERANZA: I miti narrano l’origine della Terra e dell’uomo, l’origine degli

elementi della natura. Essi servivano ai primitivi per sapere spiegare questi

elementi.

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DAMIANO: Sì, il mito è collegato al popolo perché spiega le caratteristiche di

quel popolo.

GLI UOMINI ANTICHI NON AVEVANO A DISPOSIZIONE

STRUMENTI SCIENTIFICI PER COMPRENDERE E

INTERPRETARE LA REALTÀ, PER QUESTO

ELABORARONO DEI RACCONTI, I MITI.

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TRA I VARI MITI, PARTICOLARMENTE IMPORTANTI

QUELLI RELATIVI ALLA FORMAZIONE DELL’UNIVERSO

E ALLA COMPARSA DEGLI ESSERI UMANI SULLA

TERRA.

Questi miti sono detti miti cosmogonici o cosmogonìe

(dal greco kòsmos = universo e gonìa = origine, nascita)

e cercavano di spiegare il mistero della vita, del ciclo

delle stagioni, dell’alternarsi del giorno e della notte.

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Molte civiltà sviluppatesi in epoche e luoghi lontani tra

loro hanno sviluppato miti cosmogonici simili. Comuni a

molti popoli sono infatti, ad esempio:

il mito del Caos, o del vuoto, o della Terra informe e

deserta, prima dell’origine dell’Universo. Il termine

deriva dal greco chàos, usato per indicare uno spazio

immenso e vuoto.

il mito della Genesi, l’origine di un fenomeno, come la

comparsa del mondo. Il termine deriva dal latino

gènesis (e dal greco gonìa, origine) e dà anche il nome

al primo libro della Bibbia.

il mito del Cosmo, l’universo armonioso e ordinato,

originato dal caos attraverso la genesi.

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Uno dei miti più noti e comune a diverse civiltà è quello

del diluvio universale di cui esistono circa 400 versioni.

Era diffuso in Asia, in Grecia, nell’America settentrionale.

In Europa è stato tramandato dalla Bibbia.

Secondo alcuni studiosi questo mito va fatto risalire a

devastanti inondazioni realmente avvenute.

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Com’è il linguaggio usato nel mito?

MADDALENA: Il mito usa un linguaggio semplice e ricco di suggestioni.

DAMIANO: Il linguaggio usato nel mito è semplice, ma capace di affascinare.

ESPERANZA: Il linguaggio del mito è simbolico, cioè contiene delle

rappresentazioni semplici che rimandano a una realtà più complessa. . L’uovo,

ad esempio, simboleggia la nascita, mentre il diluvio è segno della collera divina

che punisce l’empietà umana. (empietà = mancanza di rispetto verso una

divinità, malvagità)

ELEONORA: Contiene sequenze (= parti di testo) descrittive e narrative.

MARTINA: Usa periodi (= frasi) semplici.

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Il linguaggio è in genere semplice, sia a livello

lessicale sia nelle costruzioni delle frasi, brevi ma

ricche di aggettivi.

Frequente è ance la presenza di similitudini o paragoni

(es. veloce come …, bello come…)

Sono presenti formule fisse ricorrenti, spesso usate in

relazione ai personaggi, in riferimento alla loro stirpe

(patronimici, parola che deriva dal nome del padre, es.

l’Atrìde = il figlio di Atreo) e a loro caratteristiche

(epiteti, es. Achille piè veloce è un’espressione che

ricorre spesso).

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Da quali parti è formato un racconto mitologico?

Ha uno schema fisso?

ESPERANZA: Dall’inizio, che è la situazione di partenza; dalla parte centrale, con

i fatti principali; dalla conclusione, in cui si raggiunge un nuovo equilibrio,

migliore rispetto a quello di partenza. I miti hanno sempre uno schema fisso e

hanno elementi che si ripetono.

MARTINA: Un racconto mitologico è formato da tre parti, come molti altri

racconti. È composto da inizio, svolgimento e conclusione. Il racconto ha uno

schema fisso.

La narrazione segue sempre l’ordine cronologico.

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Il mito contiene elementi ricorrenti, cioè che si ripetono?

(in riferimento allo spazio, al tempo, ai personaggi...)

ELISA: Il mito presenta elementi ricorrenti: luoghi indefiniti, tempi

indeterminati, personaggi con doti particolari, elementi con valore simbolico,

riferimenti alle civiltà cui appartiene.

MADDALENA: Sì il mito contiene delle formule tipiche che si usano sia per

l’apertura sia per la chiusura.

ALESSANDRO T.: Sì, contiene elementi ricorrenti, specialmente personaggi

(solitamente soprannaturali) e luoghi (luoghi immaginari, anche se hanno

caratteristiche che corrispondono alla realtà).

ELEONORA: Sì, sono collegati ai popoli dell’antichità.

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Luoghi e tempo sono indeterminati.

I personaggi possono essere uomini, semidèi o dèi.

Spesso essi incarnano una qualità o un difetto umano,

o sono la personificazione di un fenomeno naturale.

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I miti sono collegati ai popoli che li hanno prodotti?

Spiega il perché.

ESPERANZA: Sì, perché possono riguardare i valori morali di un popolo.

STELLA: Sì, perché forniscono notizie sugli usi e costumi dei popoli.

GABRIEL C.: Sì, perché attingono a un patrimonio comune e costituiscono per il

popolo le radici concrete della propria identità culturale.

GIULIA B.: I miti sono collegati ai popoli che li hanno prodotti perché questi

racconti venivano passati di padre in figlio.

MICHELE: I miti venivano trasmessi oralmente perché riguardavano sempre il

modo di vivere del gruppo di appartenenza.

GIACOMO: Sì, perché servono a spiegare le origini, le usanze, la religione di

quel popolo.

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Una delle più grandi e importanti tradizioni di racconti

mitologici proviene dalla Grecia antica. Le narrazioni

mitologiche hanno influenzato in maniera determinante la

cultura occidentale. Quando gli antichi Romani vennero a

contatto con i Greci ne ereditarono i miti e contribuirono

alla loro diffusione grazie a poeti, scrittori e artisti latini.

Il grande poeta Ovidio, per esempio, ha raccolto molti

miti greci nel suo poema Metamorfosi.

Nel corso del Medioevo cristiano, i miti greci vennero in

parte dimenticati a causa della scarsa conoscenza che

all’epoca si aveva del mondo classico.

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A partire dall’Umanesimo e dal Rinascimento fu

riscoperta la cultura classica e anche il mito fu ripreso in

numerose opere letterarie, scultoree, pittoriche. Pensa

alla nascita di Venere di Sandro Botticelli.

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CONOSCI I SEGUENTI EROI? CONOSCI IL

LORO NOME PRESSO I GRECI E PRESSO I

ROMANI? CONOSCI LE LORO

CARATTERISTICHE, I LORO PUNTI DI

FORZA E LE LORO DEBOLEZZE?

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Le divinità più importanti della mitologia greca sono

dodici. Esse venivano dette Olimpi, perché si pensavano

che vivessero sul monte Olimpo, uno dei rilievi più

elevati della Grecia, all’epoca considerata la vetta più alta

del mondo.

Afrodite, Dioniso, Poseidone, Atena,

Ermes, Ares, Zeus, Efesto,

Era, Apollo, Artemide, Demetra

Cerca i nomi di queste divinità presso i Romani.

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Ecco i protagonisti del prossimo mito: riesci ad

indovinare di che mito si tratta? Lo puoi leggere nella

pagina che segue.

divinità greche

divinità romane

Ruolo

Ade Plutone Dio degli Inferi, dei morti, delle ricchezze della

terra (solamente presso i Romani) e delle ombre

Persefone Proserpina Dea della primavera, regina dei morti

Demetra Cerere Dea della terra, del grano, delle piante e della

fertilità

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Il rapimento di Proserpina

Una volta sulla terra c’era sempre il sole, i prati erano sempre verdi pieni

di fiori e nei campi cresceva ogni ben di Dio.

Era la Dea Cerere che seminava, innaffiava le piante e faceva sì che gli

alberi fiorissero mettendo sempre frutti. La figlia Proserpina giocava,

invece, nei boschi e la sera tornavano a casa insieme intonando

canzoni.

Tra gli Dei, però, c’era Plutone, Dio dei morti, il quale regnava sotto

terra, al freddo e al buio.

Plutone viveva solo: nessuna donna ,infatti, avrebbe voluto diventare

regina delle oscurità.

Un bel dì Plutone scorse Proserpina nei boschi. Se ne innamorò e

decise di rapirla.

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Plutone volle lusingarla chiamandola regina, mentre sulla terra era

sceso il tramonto .Cerere, per il dolore , lasciò appassire i fiori e tutto

smise di crescere.

Proserpina cedette per la fame davanti a rossi e succosi chicchi di

melograno, che Plutone, furbamente, le aveva messo nella mano.

Mangiandoli non sarebbe più ritornata sulla terra.

Proserpina, vista la trappola, fu presa dalla rabbia e Plutone , che ne era

innamorato, le confessò il movente. Così Giove per compassione

decise che Proserpina, avrebbe vissuto nel regno dei morti per sei

mesi all'anno ed per gli altri sei mesi sarebbe ritornata sulla terra

insieme alla madre Cerere facendo ritornare i fiori ed i frutti.

Questo secondo gli antichi spiegava l’alternarsi delle stagioni.

A CHE COSA SERVIVA QUESTO MITO? TROVA LA RISPOSTA!

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Semidèi ed eroi

Insieme agli dèi, abbiamo detto che protagonisti della mitologia greca sono anche gli

eroi, in genere semidèi, cioè figli di un dio e di un mortale.

Nell’antica Grecia ricordiamo:

Eracle (Ercole per i Romani), figlio di Zeus e della mortale Alcmena. È famoso

soprattutto per la sua grande forza.

Avendo ucciso, in un momento di rabbia, sua moglie e i

propri figli, per espiare la sua colpa viene messo al servizio

di un re che gli impone le cosiddette dodici fatiche:

uccidere un terribile leone e l’idra di Lena (mostro con

nove teste di serpente); catturare una cerva sacra ad

Artemide e un feroce cinghiale; abbattere dei mostruosi uccelli; pulire in un giorno le

immense stalle del re Augia; sottrarre al re Diomede le sue cavalle, nutrite con carne

umana; catturare un terribile toro che devastava Creta; rubare la cintura della regina

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delle Amazzoni, i buoi del re Gerione e i pomi d’oro delle ninfe Esperidi; catturare

Cerbero, il cane con tre teste a guardia degli Inferi.

Teseo (figlio dei sovrani di Atene)

La sua impresa più celebre è l’uccisione del Minotauro, mostro in parte uomo in parte

toro, a cui la città di Atene è periodicamente costretta a sacrificare sette giovani e sette

fanciulle.

È rappresentato quasi sempre con in mano una spada e un capo del filo donatogli da

Arianna prima di entrare nel labirinto nel quale viveva il Minotauro, oppure nell’atto di

colpire il mostro, o ancora in quello di trascinarlo fuori dal labirinto.

Entrambi questi miti li puoi leggere sul tuo libro di testo.

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COMPITI DI EPICA PER CASA PER GIOV. 10 MARZO 2016

1. LEGGERE E STUDIARE IL MITO E I TERMINI SPECIFICI (ES. PATRONIMICO, SIMILITUDINE, EPITETO)

2. LEGGERE IL MITO DI PROSERPINA (LO TROVI A P. 20 DI QUESTO FILE)

3. CERCARE I NOMI DELLE DIVINITA’ ROMANE (QUELLE INDICATE IN QUESTO FILE A P. 18) E TRASCRIVERLE SUL

QUADERNO (PUOI FARE TRE COLONNE, NELLA PRIMA METTERE IL NOME GRECO E NELLA SECONDA IL NOME

ROMANO E PER CIASCUNO CERCARE ANCHE LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI)

4. ASCOLTARE IL FILE AUDIO

http://opere.loescher.it/opere/franzi_staiperleggere/isw/Orfeo%20ed%20Euridice_1966.mp3

5. LEGGERE E SVOLGERE SUL QUADERNO TUTTI GLI ESERCIZI RELATIVI AL BRANO “DEDALO E ICARO”

BUONO STUDIO E BUON LAVORO!