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• Il principale problema del controllo dello stato di idratazione

è che la velocità di assorbimento dei liquidi è molto inferiore

alla velocità con cui i liquidi vengono persi

• Per ovviare a questo problema è necessario ricorrere a

strategie anticipatorie, assumendo liquidi prima che la

perdita si verifichi

Il problema dell’idratazione

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Bere per idratarsi, ma cosa bere?

• La velocità di assorbimento dell’acqua aumenta se le

bevande contengono sali e soluti

• La terapia reidratante orale, permette di salvare

milioni di bambini dalla dissenteria aumentando la

velocità di assorbimento dell’acqua

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Soluzioni con NaCl e glucosio aumentano l’assorbimento d’acqua

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Formula per idratazione orale a bassa osmolarità

Nuova formula (mmol/l) Vecchia formula (mmol/l)

Na 75 Na 50

Cl 65 Cl 40

Glucosio 75 Glucosio 111

K 20 K 20

Na-citrato 10 Na-citrato 30

Osmolarità 245 Osmolarità 311

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• Una riduzione modesta del volume ematico (<2%) è ben

tollerata dall’organismo e non comporta problemi per la

salute di una persona normale

• Una riduzione modesta del volume ematico (<2%) è

però in grado di ridurre la prestazione sportiva di un

atleta

Ipovolemia e prestazione sportiva

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Lo shock ipovolemico compensato

• Una perdita di liquidi inferiore al 10% del totale

corrisponde alla condizione di shock ipovolemico

compensato

• Nello shock compensato i meccanismi compensatori che

permettono di prevenire il calo della pressione arteriosa

riducono però l’apporto di sangue al muscolo riducendo

la prestazione sportiva

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La centralizzazione del circolo

• La perdita di volume plasmatico comporta una riduzione

della pressione arteriosa che viene compensata tramite

la centralizzazione del circolo

• La centralizzazione del circolo consiste nella

redistribuzione del flusso ematico, che mantiene un

flusso adeguato agli organi vitali (cuore, polmoni,

cervello) e lo riduce ad altri distretti vascolari (cutaneo e

muscolare)

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L’idratazione dello sportivo

• L’introduzione di liquidi (idratazione) è necessaria allo

sportivo per evitare il calo della volemia che inducendo

la centralizzazione del circolo riduce l’apporto di

ossigeno e nutrienti ai muscoli

• L’idratazione dello sportivo presenta però alcuni

problemi legati alle cinetiche del ricambio idrico

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Problemi dell’idratazione basata su soluzioni con glucosio

• L’assunzione di glucosio ed il suo rapido assorbimento causano un rapido aumento della insulinemia

• L’aumento dell’insulinemia rende disponibile il glucosio a tutte le cellule del corpo.

• La conseguenza sarà una rapida ipoglicemia che riduce la capacità di lavoro muscolare

ipoglicemia

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Integratori salini con carboidrati a basso indice glicemico

• L’indice glicemico di un prodotto quantifica

l’elevazione della glicemia (e quindi dell’insulina) in

seguito alla sua assunzione

• Le maltodestrine contenute negli integratori salini

consentono sia l’integrazione energetica che

un’efficace idratazione

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GLOSSARIO

Il glossario è derivato da quello del documento del Scientific Committee for Food della Commissione

Europea (Commission of the European Communities, 1993).

kcal Chilocaloria

unità di misura dell’energia espressa come quantità di calore, ovvero la quantità di calore necessaria per

elevare da 14,5 a 15,5 °C 1 kg di acqua, (1 kcal = 4,186 kJ).

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IMC Indice di Massa Corporea

o Indice di Quetelet, (in inglese BMI, Body Mass Index) ossia il peso corporeo (in kg) diviso per

il quadrato della statura (in m). I valori soglia di IMC consigliati dall’OMS per definire la

condizione di sottopeso, normopeso, sovrappeso e obesità dell’adulto sono recentemente

stati unificati per uomini e donne: rispettivamente IMC < 18,5 (sottopeso); 18,5 < IMC < 25

(normopeso); 25 < IMC < 30 (sovrappeso); BMI > 30 (obesità) (WHO, 1995).

Nell’edizione precedente dei LARN venivano invece utilizzati livelli soglia di IMC diversi per

l’uomo e per la donna. Per l’adolescente ed il giovane adulto (10-18 anni), i valori soglia

adottati rappresentano il 5° (per il sottopeso) e l’85° centile (per il sovrappeso) delle

distribuzioni di IMC per l’età.

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( )2(m) Altezza(kg) PesoBMI =

( )2

2 m kg 23.01m 1.74kg 70 −=

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• Il GIRO VITA

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MB Metabolismo di base

(in inglese: BMR, Basal Metabolic Rate) ossia la quantità di energia impiegata nello stato post-

assorbitivo in condizioni altamente standardizzate di neutralità termica, nel soggetto sveglio

ma in condizioni di totale rilassamento psicologico e fisico. Si esprime come quantità di

energia (o lavoro) per unità di tempo: kcal/min, kcal/giorno (kJ/minuto; kJ/giorno).

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Il primo passo per la determinazione del fabbisogno energetico consiste nella stima del MB.

Il Metabolismo di Base (MB)

rappresenta la somma dell’energia utilizzata per compiere i lavori interni necessari all’organismo (sintesi e/o

degradazione di vari costituenti cellulari, cicli biochimici, pompe ioniche, turnover proteico, ecc.). In un individuo adulto

sano e sedentario il MB incide per circa il 65-75% del dispendio energetico totale.

I consumi energetici basali sono da attribuire principalmente all'attività della massa magra dell'organismo. In

particolare, nell’adulto, fegato, cervello, cuore e reni, pur rappresentando solo approssimativamente il 6% del peso

corporeo, sono responsabili del 60-70% del MB, mentre la massa muscolare (circa il 40% del peso corporeo) incide per il

18-20% sul MB (Bursztein et al. , 1989).

Il MB di un adulto è quindi determinato dal peso e dalla composizione corporea, oltre che dall’età e dal sesso. Gli

uomini hanno generalmente una massa magra maggiore di quella delle donne. Con l’avanzare dell'età, sia nell’uomo

che nella donna, si verifica una progressiva perdita di massa magra ed un aumento del grasso corporeo. Di

conseguenza, il MB per kg di peso corporeo è più basso nelle donne rispetto agli uomini e declina nell’anziano. Altri

fattori quali stati di tensione nervosa, l’innalzamento della temperatura corporea, la temperatura ambientale, il tipo di

dieta possono concorrere a modificare il dispendio energetico di base. Inoltre, crescita e condizioni fisiologiche

particolari come allattamento e gravidanza determinano un incremento del dispendio energetico basale, a causa del

costo energetico della sintesi e deposizione di nuovi tessuti.

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È difficile stimare con elevata precisione il fabbisogno energetico del singolo individuo senza ricorrere alla misura diretta

del suo MB e del costo calorico delle varie attività fisiche, oltre che al suo uso del tempo. Esiste infatti una inevitabile

variabilità inter-individuale. Per quel che riguarda il MB, tale variabilità è dell’ordine del 10-15%. Per ciò che riguarda il

costo energetico delle singole attività, le differenze possono essere anche assai superiori, in relazione al diverso tono

muscolare, l’efficacia ergonomica con cui viene effettuata l’attività, il suo ritmo, ecc. Ciò comporta che il fabbisogno

individuale di soggetti omogenei per sesso, età, peso e attività occupazionale, può variare fino ad oltre il 30%. Questo

approccio resta tuttavia il metodo di elezione, sia per le ragioni dette precedentemente, sia considerando che la varianza

inter-individuale degli apporti energetici con la dieta è comunque assai superiore a quella del dispendio energetico.

Questa variabilità è un fenomeno reale e fisiologico, di cui va tenuto debito conto quando si procede alla stima dei

fabbisogni energetici di gruppi di soggetti.

Oltre alla misura diretta e meticolosa del dispendio energetico - raramente possibile al di fuori di un laboratorio di

fisiologia - esistono altri approcci semplificati per la stima del fabbisogno energetico dell’adulto. Il più classico è il

cosiddetto metodo "fattoriale" descritto di seguito:

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Se non si può misurare direttamente, il MB può essere predetto sulla base del peso corporeo. Questo può essere

predetto mediante equazioni specifiche per il sesso e per le diverse fasce di età (tab. 4 A e B, Commission of the

European Communities, 1993). A livello di gruppo, l’errore standard della predizione è di circa il 2%.

Queste equazioni sono state proposte nel rapporto WHO/FAO/UNU sul fabbisogno energetico (WHO, 1985) e da

Schoffield et al. (1985); i dati sulla popolazione anziana sono stati integrati con dati raccolti su uomini e donne anziane

in Italia (Ferro-Luzzi, 1987). Ovviamente, a secondo dell’approccio normativo o conservativo, il peso corporeo utilizzato

nel calcolo, sarà quello osservato o quello desiderabile. Per un IMC compreso tra 18,5 e 25 kg/m2, va utilizzato

comunque il peso osservato. Se l’IMC è superiore a 25 kg/m2, e il calcolo viene eseguito per l’individuo, l’adozione di

peso corrispondente ad un IMC di 25 kg/m2 comporterà la stima del fabbisogno quale sarebbe se il soggetto non fosse

in sovrappeso, quindi con sottostima del suo reale fabbisogno. Il valore soglia dell’IMC va abbassato a 22 kg/m2 nel

caso che si stimi il fabbisogno di gruppo. Questo valore rappresenta la media tra il limite inferiore accettabile di 18,5

kg/m2, ed il limite superiore di normalità, 25 kg/m2. Per il calcolo del peso normativo corrispondente a un dato IMC,

per esempio 25 kg/m2, si moltiplica il quadrato della statura (espressa in metri) per 25. Bisogna ovviamente

moltiplicare il quadrato della statura per 22 per ottenere il peso normativo corrispondente a un IMC di 22 kg/m2.

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ETA’ (anni) ALTEZZA (cm) PESO (kg) MB (Kcal)

5 110 30 1185 (1148)

15 166 60 1712 (1714)

25 174 64 1658

45 174 66 1645

65 174 72 1557

5 15 25 45 6511001200130014001500160017001800

MET

ABOL

ISM

O BA

SALE

(Kca

l)

ETA' (ANNI)

150 Kcal/die = 16 g di grassi/die Accumulo di circa 0.5 kg/mese

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FMB Fattore MB

(in inglese: BMR Factor), ossia il costo energetico di una singola attività, per esempio, camminare o sbucciare patate o tritare verdure

a mano, o rimestare una pentola. Il costo si riferisce all’attività svolta ad un ritmo "normale", senza l’inclusione di pause di riposo.

Questo costo si esprime come multiplo del MB, così per esempio, un’attività che ha un FMB = 5 significa costa 5 volte il MB; per un

soggetto con un MB di 0,85 kcal/min, l’attività in questione ha quindi un costo calorico di 0,85 x 5 = 4,3 kcal/min). L’espressione dei

costi delle attività in termini di FMB rappresenta un progresso rispetto al costo standardizzato sulla base del peso del corpo, e

consente una più corretta comparabilità tra soggetti di diversa taglia corporea.

TAF Tasso di attività fisica

(in inglese: PAR, Physical Activity Ratio) ossia il costo energetico di attività specifiche. Questo rappresenta un grado superiore di

complessità dell’attività rispetto al FMB, in quanto descrive attività complesse, riunendo le attività semplici che la compongono. Così,

per esempio, il costo di "cucinare un pasto" potrà includere l’attività di sbucciare le patate, triturare le verdure, rimestare una pentola,

ecc. Sono ovviamente comprese le pause ed interruzioni che è normale osservare nell’esecuzione di simili attività. Anche il TAF si

esprime come multiplo del MB (vedi descrizione del FMB).

IEI Indice Energetico Integrato

(in inglese: IEI, Integrated Energy Index) ossia il costo energetico di una specifica occupazione. L’IEI comprende il costo calorico delle

svariate attività semplici che costituiscono una specifica occupazione. Ad esempio l’IEI di una collaboratrice domestica rappresenta il

dispendio energetico per tutto il periodo lavorativo, e quindi comprenderà una gamma di compiti specifici quali cucinare, lavare i

piatti, stirare, rifare i letti, ecc. È importante ricordare che nell’IEI sono comprese sia le interruzioni brevi all’interno delle singole

attività che le più lunghe pause di riposo. Queste possono essere anche molto lunghe, e si è osservato che più elevato è il costo

calorico delle singole attività, maggiore frequenza e durata hanno le pause di riposo. L’IEI si esprime, come il TAF ed il FMB, come

multiplo del MB.

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I coefficienti riportati in tabella servono per calcolare il costo metabolico di un’attività professionale in funzione del proprio metabolismo basale. Come utilizzare questi valori per stimare il costo di un’attività professionale? Consideriamo un soggetto con un metabolismo basale di 1800 Kcal per 24 h. Il suo costo metabolico orario sarà: 1800/24 = 75 Kcal h-1. Occorre poi identificare l’attività riportata in tabella che meglio identifica la propria condizione lavorativa. Se il soggetto lavora come impiegato per 8 ore al giorno la spesa energetica competente al lavoro sarà: 75 Kcal h-1 x 1.6 x 8 h = 960 Kcal

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Volendo stimare il costo metabolico della propria

giornata occorre aggiungere il costo delle singole

attività svolte, da moltiplicare per il numero di ore

e per il costo metabolico basale orario.

Esempio: studente con un MB di 1800 Kcal.

Spende 1 ora per igiene personale, 2 ore per i

pasti, 8 ore di studio, 1 ora per la cura della casa, 2

ore cammina, 8 ore di sonno e 2 ore di TV.

ATTIVITA’

ORE COEFFIC.

CALCOLO COSTO

SONNO 8 1 75 x 8 x 1 600STUDIO 8 1.5 75 x 8 x 1.5 900PASTI 2 1.5 75 x 2 x 1.5 225IGIENE 1 2.5 75 x 1 x 2.5 187.5TV 2 1.1 75 x 2 x 1.1 165CURA CASA 1 2.5 75 x 1 x 2.5 187.5CAMMINARE

2 4 75 x 2 x 4 600

COSTO TOTALE = 2865 Kcal

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Quanto sono realistici i valori dei tempi dedicati alle singole attività? Nella tabella vengono forniti dei valori medi di riferimento ricavati dall’indagine ISTAT del 1993.