composizione dei gruppi di ricerca: a) - ricercatori - infn · 2002. 7. 26. · paolo lipari art....
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I III IV V
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno
COMPOSIZIONE DEI GRUPPI DI RICERCA: A) - RICERCATORIComponenti del Gruppo e ricerche alle quali partecipano:
2003
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
RICERCHE DEL GRUPPO IN % Percentuale impegno
in altri GruppiN.
Coordinatore:
Gruppo
2ROMA I
Struttura
Paolo Lipari
Art. 23
1 Agneni Alessandro 2 30P.O.
2 Ameli Fabrizio 2 60 40AsRic
3 Amelino Camelia Giovanni 4 20 80R.U.
4 Astone Maria Pia I Ric 2 100
5 Baccaro Stefania 1 5020ENEA
6 Baffioni Francesco 2 100DIS
7 Bizzarri Romano 2 100P.O.
8 Bonifazi Paolo 2 60CNR
9 Bonori Maurizio 2 100P.A.
10 Borgia Bruno 2 100P.O.
11 Bosio Carlo D.R. 2 5050
12 Brocco Laura 2 100AsRic
13 Capone Antonio 2 80 20P.A.
14 Dore Ubaldo 2 50 50P.O.****
15 Frasca Sergio 2 100R.U.
16 Gentile Simonetta 1 4060P.A.
17 Incicchitti Antonella I Ric 2 100
18 Lipari Paolo D.R. 702 30
19 Loverre Pier Ferruccio 1 6040P.O.
20 Ludovici Lucio Ric 2 90 10****
21 Massa Fabrizio I Ric 2 100
22 Montecchi Marco 1 5020ENEA
23 Pallottino Gian Vittorio 2 100P.O.
24 Paolozzi Antonio 2 30P.A.
25 Paparo Gabriele 2 50CNR
26 Prosperi Daniele 2 100P.O.
27 Rapagnani Piero 2 30 70P.A.
28 Ricci Fulvio 2 100 0P.O.
29 Righini Pierpaolo 2 100AsRic
30 Rosa Giovanni 2 100P.A.
31 Rossi Corinne 2 30R.U.
32 Salusti Sallustio Ettore I Ric 4 20 30 50
33 Schuller Jean-Pierre 2 50 50D.R.
34 Torrioli Guido 2 30 60CNR
INSERIRE I NOMINATIVI IN ORDINE ALFABETICO (N.B. NON VANNO INSERITI I LAUREANDI)
Ricercatori 1.2 5.2 2.8 1.8 3.0 3.7 2.0 2.9 5.2 .8
*** 20 % esp. L3 su DOT1**** U.Dore (40% HARP e 10% NUFACT)**** L.Ludovici (10% NUFACT)
**** D.Zanello (20% MIR)Note:
Mod. G. 1
1) PER I DIPENDENTI: Indicare il profilo INFN2) PER GLI INCARICHI DI RICERCA: Indicare la Qualifica Universitaria (P.O, P.A, R.U) o Ente di appartenenza3) PER GLI INCARICHI DI ASSOCIAZIONE: Indicare la Qualifica Universitaria o Ente di appartenenza per Dipendenti altri Enti;
Bors.) Borsista; B.P-D) Post-Doc; B.Str.) Borsista straniero; Perf.) Perfezionando; Dott.) Dottorando; AsRic) Assegno di ricerca; S.Str.) Studioso straniero;
DIS) Docente Istituto Superiore4) INDICARE IL GRUPPO DI AFFERENZA
LA PERCENTUALE DI IMPEGNO NEGLI ESPERIMENTI SI RIFERISCE ALL’IMPEGNO TOTALE NELLA RICERCA, ANCHE AL DI FUORI DELL’INFN
I III IV V
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno
COMPOSIZIONE DEI GRUPPI DI RICERCA: A) - RICERCATORIComponenti del Gruppo e ricerche alle quali partecipano:
2003
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
RICERCHE DEL GRUPPO IN % Percentuale impegno
in altri GruppiN.
Coordinatore:
Gruppo
2ROMA I
Struttura
Paolo Lipari
Art. 23
35 Tretyak Vladimir 2 100I Ric
36 Valente Enzo D.R. 1 7030 0***
37 Valente Vincenzo (LNF) D.R. 2 70 30
38 Zanello Dino D.R. 502 20 30****
INSERIRE I NOMINATIVI IN ORDINE ALFABETICO (N.B. NON VANNO INSERITI I LAUREANDI)
Ricercatori 1.2 5.2 2.8 1.8 3.0 3.7 2.0 2.9 5.2 .8
*** 20 % esp. L3 su DOT1**** U.Dore (40% HARP e 10% NUFACT)**** L.Ludovici (10% NUFACT)
**** D.Zanello (20% MIR)Note:
Mod. G. 1
1) PER I DIPENDENTI: Indicare il profilo INFN2) PER GLI INCARICHI DI RICERCA: Indicare la Qualifica Universitaria (P.O, P.A, R.U) o Ente di appartenenza3) PER GLI INCARICHI DI ASSOCIAZIONE: Indicare la Qualifica Universitaria o Ente di appartenenza per Dipendenti altri Enti;
Bors.) Borsista; B.P-D) Post-Doc; B.Str.) Borsista straniero; Perf.) Perfezionando; Dott.) Dottorando; AsRic) Assegno di ricerca; S.Str.) Studioso straniero;
DIS) Docente Istituto Superiore4) INDICARE IL GRUPPO DI AFFERENZA
LA PERCENTUALE DI IMPEGNO NEGLI ESPERIMENTI SI RIFERISCE ALL’IMPEGNO TOTALE NELLA RICERCA, ANCHE AL DI FUORI DELL’INFN
Assoc.Tecnologica
COMPOSIZIONE DEI GRUPPI DI RICERCA: B) - TECNOLOGI
Componenti del Gruppo e ricerche alle quali partecipano:
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art.23
RICERCHE DEL GRUPPO IN % Percentuale impegno in altri Gruppi
I III IV V
N.
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Coordinatore:
Gruppo
2ROMA I
Struttura
Paolo Lipari
1 Bartoloni Alessandro Tecn 30 2050
2 De Seriis Nicola Tecn 20 80
3 Gargiulo Corrado Tecn 30 70
4 Maslennikov Andrei 30Caspur
5 Palomba Cristiano 100 0Tecn
6 Puppo Paola 100Tecn
7 Vicini Piero Tecn 20 80
Mod. G. 2
1) PER I DIPENDENTI: Indicare il profilo INFN
2) PER GLI INCARICHI DI ASSOCIAZIONE: Indicare Ente da cui dipendono, Bors. T.) Borsista Tecnologo
Note:
COMPOSIZIONE DEI GRUPPI DI RICERCA: C) - TECNICI
Componenti del Gruppo e ricerche alle quali partecipano:
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art.15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
RICERCHE DEL GRUPPO IN % Percentuale impegno in altri Gruppi
I III IV V
N.
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Coordinatore:
Gruppo
2ROMA I
Struttura
Paolo Lipari
1 Berardo Lucilla Cter 100
2 Casani Sante Cter 30
3 Ciaccafava Mauro O.T. 90
4 Federici Gianni Cter 100
5 Martinelli Giancarlo 40 30CNR
6 Masullo Rocco 40 50 10Univ.
7 Mattei Angelo O.T. 8010
8 Pecchi Paola Cter 100
9 Perciballi Maurizio Cter 90
10 Petruccetti Marco O.T. 40 40 1011 Pulcinella Francesco Cter 3050
12 Ruggieri Alessandro Cter 50 5013 Serrani Eugenio 40 30Univ.
Servizi ( mesi uomo)
Mod. G. 3
1) PER I DIPENDENTI: Indicare il profilo INFN
2) PER GLI INCARICHI DI COLLABORAZIONE TECNICA: Indicare Ente da cui dipendono
2) PER GLI INCARICHI DI ASSOCIAZIONE TECNICA: Indicare Ente da cui dipendono
Note:
Mod. G. 4
PREVISIONE DELLE SPESE DI DOTAZIONE E GENERALI DI GRUPPO
VOCI DI SPESA DESCRIZIONE DELLA SPESAIMPORTI
Parziali TotaleCompet.
In kEuro
Estero
Interno
Materialedi Consumo
Pubblicazioni Scientifiche
Spese Calcolo
Affitti e ManutenzioneApparecchiature (1)
Dettaglio della previsione delle spese del Gruppo che non afferisconoai singoli Esperimenti e per l’ampliamento della Dotazione di base del Gruppo
MaterialeInventariabile
Spese Seminari
(1) Indicare tutte le macchine in manutenzione
Trasporti e facch.
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEAREPreventivo per l'anno 2003
23,0
Conferenze, scuole, riunioni Commissioni 15,0Missioni interne esperimento HARP 1,0Discussione nazionale partecipazione esperimento JHF 1,0Missioni interne proposta esperimento MIR (D. Zanello) 6,0
45,0
Conferenze e scuole all'estero 30,0Partecipazione esperimento HARP (U. Dore) 5,0Discussione internazionale partecipazione esperimento JHF 5,0Missioni Dresda, Parigi - proposta esperimento MIR (D. Zanello) 5,0
3,03,0
25,0
37,0
Manutenzione della strumentazione e metabolismo laboratorioAcquisto elio liquido MQC
2,0Metabolismo proposta esperimento MIR (D. Zanello) 10,0
TOTALI
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
40,0
10,0
40,0
159,5
Strumentazione per gruppi afferenti
Manutenzione macchine calcolo in Sezione
1,51,5
10,0
Gruppo
2ROMA I
Struttura
5,0 11,0 5,0 21,0AGILE
5,0 50,0 15,0 120,05,0 195,0AMS0
6,0 63,0 10,0 5,0 5,0 89,0ANTARES
1,5 18,0 8,0 27,5CHORUS
16,0 10,0 60,0 6,0 50,0 142,0DAMA
51,0 24,0 13,0 57,05,0 5,0 155,0NEMO-RD
29,0 26,0 30,0 60,035,0 180,0OPERA
6,0 27,0 29,0 23,0 85,0ROG
48,0 36,0 100,0 50,011,0 5,0 298,0 548,0VIRGO
Miss. interno
Miss. estero
Mater.di cons.
Trasp. e Facchin.
Spese Calc.
Mater.Invent.
Costruz. Appar.
TOT.Compet.
Mod. G.5
Totali (A+B+C)
PREVISIONE DELLE SPESE PER LE RICERCHE
SIGLA
ESPERIMENTO
RIEPILOGO DELLE SPESE PREVISTE PER LE RICERCHE DEL GRUPPO In kEuro
Pubbl. Scient.
Spese Semin.
S P E S A P R O P O S T A
Totali A)
C) Dotazioni di Gruppo
Totali B)
Aff. eManut. App.
159,5
1'602,0
45,0 37,0 3,0 1,5 10,0 40,0
310,0 307,0 10,0 11,0 21,0 461,03,0 1,5 287,0
23,0
190,5
265,0 270,0 10,0 11,0 11,0 421,0 1'442,5287,0
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEAREPreventivo per l'anno 2003
167,5
Gruppo
2ROMA I
Struttura
INFORMAZIONI GENERALI
Rivelazione di Raggi Gamma di origine cosmicaAstrofisica delle Particelle
Satelliti in orbita equatoriale
AGILE
CERN
Fasci di test ,T7, T11 (Cern) elettroni, protoni e pioni da 1 GeV a 10 GeV
Misure dei flussi e studio dei processi fisici di produzione di raggi gamma cosmici tra 10MeV e 50 GeV
Tracciatore al silicioCalorimetro tracciante basato sulla tecnica dello ioduro di cesioAnticoincidenza con scintillatori plastici
Roma1, Roma2, Trieste
Agenzia Spaziale Italiana, IFC (CNR, Mi), TESRE (CNR,Bo), IAS (CNR,Roma) Gruppo di supporto con 12 Univ. estere , NASA, CEA, NRL
Due anni di costruzione dell’apparato, 3 anni di presa dati
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
ROMA I
003 AGILE 2
Guido Barbiellini
Trieste
P.OPaolo Lipari
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
[email protected]:e-mail:
(a cura del responsabile locale)
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Codice EsperimentoAGILE
Gruppo2003
Resp. loc.: Paolo Lipari
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
Contatti altri gruppi, meeting
Metabolismo, partecipazioni tests
Partecipazione test al CERN
Note:
Calibrazione strumento al CERNIncontri gruppi EGRET e GLAST
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
5,0
5,0
11,0
5,0
21,0
5,0
3,04,04,0
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
Codice EsperimentoAGILE
Gruppo2003
Resp. loc.: Paolo Lipari
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
5,0 11,0 5,0 21,0
TOTALI 21,0 11,0 47,0
ANNIFINANZIARI
2003
15,0
5,0 5,0 3,0 13,020045,0 5,0 3,0 13,02005
Codice EsperimentoAGILE
Gruppo2003
Resp. loc.: Paolo Lipari
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoAGILE
Gruppo
ROMA I
2003
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
2,0
1,2Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei TecnologiTecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici
Tecnici Full Time Equivalent
Lipari Paolo D.R. 7021
Zanello Dino D.R. 5022
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Paolo Lipari
Codice EsperimentoAGILE
Gruppo
ROMA I
2003
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (cont.)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Paolo Lipari
INFORMAZIONI GENERALI
Fisica delle particelle nello spazio
NASA, L.B.Johnson Space Center, Houston, Texas, USA
AMS-02
Antimateria extragalattica, natura materia oscura, origine ed evoluzione dei raggi cosmici
AMS spettrometro magnetico a grande accettanza per lo studio dei raggi cosmici nellospazio
Bologna, Milano, Perugia, Pisa, Roma1
HUT, Turku Univ. (finlandia), ISN, LAPP (Francia), RWTH I e III, MEPI (Germania);Accademia Sinica, CALT, IEE, Shandong Univ. (Cina), ITEP, LIP, MEPI, SRI-RAS(russia), CIEMAT (spagna), ETH, Geneve Univ. (Svizzera), Boston Univ., CALTEC, GSFC,J. Hopkins Univ., LSU, MIT, Maryland Univ. Utah Univ. (USA)
10 anni
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
ROMA I
016 AMS0 2
R. Battiston
Perugia
Incarico di ricercaBruno Borgia
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
[email protected]:e-mail:
(a cura del responsabile locale)
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Codice EsperimentoAMS0
Gruppo2016
Resp. loc.: Bruno Borgia
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
2 PC per test crate UGE completo
Costruzione moduli "engineering" 2xUGM, 5xUGFV, 3xUGBC,
Riunioni di Collaborazione
Metabolismo
Riunioni di Collaborazione al CERN e USA
Note:
Contatti ditte
3xUGBS, 1xUGBP, 1xcrate
Sviluppo ottica star tracker e test di qualifica
Test componenti e sistema gas a Darmstadt e Aachen
Inizio costruzione moduli "Flight"
Test meccanica
Test TRD al CERN
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
5,0
5,0
5,0
50,0
15,0
5,0
120,0
195,0
5,0
70,0
5,0
50,0
50,0
5,0
Costruzione dei moduli richiede un finanziamento ASI pari a 60 KEuro
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
Codice EsperimentoAMS0
Gruppo2016
Resp. loc.: Bruno Borgia
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
5,0 50,0 15,0 5,0 120,0 195,0
TOTALI 50,0 15,0 5,0 120,0 195,0
ANNIFINANZIARI
2003
5,0
Codice EsperimentoAMS0
Gruppo2016
Resp. loc.: Bruno Borgia
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoAMS0
Gruppo
ROMA I
2016
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
12,0
5,2Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei Tecnologi 2,0
,6Tecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici
Tecnici Full Time Equivalent
Agneni Alessandro 302P.O.1
Amelino Camelia Giovanni 204R.U.2
Baccaro Stefania 201ENEA3
Baffioni Francesco 1002DIS4
Borgia Bruno 1002P.O.5
Bosio Carlo D.R. 5026
Gentile Simonetta 601P.A.7
Montecchi Marco 201ENEA8
Paolozzi Antonio 302P.A.9
Rapagnani Piero 302P.A.10
Rossi Corinne 302R.U.11
Valente Enzo D.R. 30112
Bartoloni Alessandro Tecn 301
Gargiulo Corrado Tecn 302
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Bruno Borgia
Codice EsperimentoAMS0
Gruppo
ROMA I
2016
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (cont.)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Bruno Borgia
INFORMAZIONI GENERALI
Neutrino Astronomy
Laboratorio Sottomarino ANTARES, Tolone (Fancia)
Rivelazione di neutrini di alta energia
Rivelatore ANTARES
Bari, Bologna, Catania, Genova, G.C. Messina, LNS, Roma1
Collaborazione Internazionale ANTARES
4 anni (2001-2004) per la costruzione + 10 anni perraccolta dati.
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
ROMA I
O20 ANTARES 2
Carlo De Marzo
Bari
P.O.Antonio Capone
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
[email protected]:[email protected]:
(a cura del responsabile locale)
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Codice EsperimentoANTARES
Gruppo2O20
Resp. loc.: Antonio Capone
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
1 PC per analisi dati
Meetings della Collaborazione Italiana
Assemblaggio e messa in opera della Linea Instrum.
Da Roma a Tolone strumenti per Linea Instrumentata
Messa in opera della Linea Instrumentata (1mu*4pers.)
Note:
Costruzione apparato e raccolta dati (2mu*4pers.)Presentazione risultati a Conferenze Internazionali4 meetings della Collab. Internaz. (2 fisici*4 giorni)
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
10,0
5,0
6,0
63,0
10,0
5,0
5,0
89,0
6,0
5,0
20,030,03,0
10,0
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
Nel 2002 sara' stata fatta la prima innersione di un settore della "stinga di ANTARES" e diuna versione ridotta (MINI) della Linea Instrumentata.Nel 2003 tale apparato sara' recuperato, quindi saranno allestite le prime stringhe completedi ANTARES e la Linea Instrumentata completa.Tali stringhe saranno posizionate nel 2003. Successivamente iniziera' la raccolta datisperimentali e continuera' la costruzione dell'apparato con altre stringhe con moduli ottici.La responsabilita' dei dati forniti dalla Linea Instrumentata grava sul gruppo di Roma1quindi si prevede la necessita' non solo di essere attivi in forze durante la fase dicostruzione ma anche durante la raccolta dati (almeno nella fase iniziale).
Codice EsperimentoANTARES
Gruppo2O20
Resp. loc.: Antonio Capone
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:La costruzione di ANTARES sara' completata
nel 2004.Il gruppo di Roma contribuisce in generalealla costruzione dell'apparato ed in particolarealla realizzazione di una Linea Instrumentata.Nel 2003 inizia la raccolta dati e la relativaanalisi.
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
6,0 63,0 10,0 5,0 5,0 89,0
TOTALI 123,0 15,0 7,0 7,0 164,0
ANNIFINANZIARI
2003
12,0
6,0 60,0 5,0 2,0 2,0 75,02004
Codice EsperimentoANTARES
Gruppo2O20
Resp. loc.: Antonio Capone
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoANTARES
Gruppo
ROMA I
2O20
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
5,0
2,8Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei TecnologiTecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici 3,0
1,1Tecnici Full Time Equivalent
Ameli Fabrizio 602AsRic1
Capone Antonio 802P.A.2
Salusti Sallustio Ettore I Ric 2043
Schuller Jean-Pierre 502D.R.4
Valente Vincenzo (LNF) D.R. 7025
Casani Sante Cter 301
Masullo Rocco 40Univ.2
Petruccetti Marco O.T. 403
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Antonio Capone
Codice EsperimentoANTARES
Gruppo
ROMA I
2O20
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (cont.)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Antonio Capone
INFORMAZIONI GENERALI
Fisica delle interazioni deboli
CERN
CHORUS
SPS
Wide Band Beam dell'SPS
Oscillazioni di neutrino mu in neutrino tau
Bersaglio di emulsione con sistema di puntamento, magnete in aria, calorimetro tracciante,spettrometro a µ
CA, NA, RM, SA
Berlino, Bruxelles, CERN, Lovanio, Mosca, Japan Emulsion Group, Korea EmulsionGroup, YEFAM (Ankara)
1991 - 2003
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
ROMA I
078 CHORUS 2
Ubaldo Dore
Roma1
Incarico di ricercaLucio Ludovici
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
(a cura del responsabile locale)
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
e-mail:
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
Mod. EC. 2
Riunioni componente italiana
Fondo comune (per tutta la componente italiana)
Meeting di collaborazione
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Metabolismo sede
Meeting di collaborazione in Giappone
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
5,0
1,5
18,0
8,0
27,5
1,5
14,04,0
3,0
Codice EsperimentoCHORUS
Gruppo2078
Resp. loc.: Lucio Ludovici
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
Codice EsperimentoCHORUS
Gruppo2078
Resp. loc.: Lucio Ludovici
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Codice EsperimentoCHORUS
Gruppo2078
Resp. loc.: Lucio Ludovici
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
1,5 18,0 8,0 27,5
TOTALI 18,0 8,0 27,5
ANNIFINANZIARI
2003
1,5
PREVENTIVO GLOBALE PER L'ANNO 2003In kEuro
Note:
Mod. EC. 4
(a cura del rappresentante nazionale)
A CARICO DELL’ I.N.F.N.
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp. eFacch.
Spese Calc.
Affitti eManut.Appar.
Mater.inventar.
Costruz. appar.
TOTALECompet.
Acarico di altri Enti
,5 7,0 0,0
TOTALI 6,0 49,5 32,0 87,5
Struttura
CAGLIARI 1,0 5,5
0,0
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
NB. La colonna A carico di altri Enti deve essere compilata obbligatoriamente
15,5 33,5 0,0NAPOLI 2,0 16,08,0 27,5 0,0ROMA1 1,5 18,08,0 19,5 0,0SALERNO 1,5 10,0
Codice EsperimentoCHORUS
Gruppo2078
Resp. Naz.: Ubaldo Dore
Mod. EC. 5
A) ATTIVITA’ SVOLTA FINO A GIUGNO 2002
B) ATTIVITA’ PREVISTA PER L’ANNO 2003
C) FINANZIAMENTI GLOBALI AVUTI NEGLI ANNI PRECEDENTI In kEuro
- Misure eventi nei laboratori di emulsioni- Continuazione analisi eventi di oscillazione- Studio degli eventi contenenti particelle charmate (primi risultati pubblicati)
- Conclusione misura eventi- Finalizzazione nei limiti di oscillazione- Ulteriori risultati sulla fisica del charm
(a cura del rappresentante nazionale)
AnnoFinanziario
Missioni interno
Missioni estero
Materiale diconsumo
Trasp. eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti eManut.Apparec.
Materialeinventar.
Costruz.apparati TOTALE
TOTALE
1991-1992 28,9 385,7 272,6 25,2 25,8 173,9 1'078,8 1'990,9
373,1 4'618,8 2'297,5 49,9 110,7 1'254,6 1'373,1 10'077,7
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
1993 36,6 485,9 145,6 24,7 20,6 98,1 294,3 1'105,8
1994 39,2 676,0 466,3 30,9 216,9 1'429,3
1995 40,8 679,6 258,2 18,0 182,8 1'179,4
1'301,7
1997 36,6 544,3 205,0 95,5 881,4
1998 42,3 355,3 197,2 71,2 666,0
1999 41,8 309,8 179,7 114,1 645,4
2000 35,1 256,1 126,5 57,3 475,0
2001 18,6 146,2 91,9 33,6 290,3
2002 13,0 59,5 40,0 112,5
1996 40,2 720,4 314,5 15,4 211,2
Codice EsperimentoCHORUS
Gruppo2078
Resp. Naz.: Ubaldo Dore
In kEuro
Mod. EC. 6
Note:
PREVISIONE DI SPESA
Piano finanziario globale di spesa
(a cura del rappresentante nazionale)
Miss. interno
Miss. estero
Materialedi
cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
6,0 49,5 32,0 87,5
TOTALI 6,0 49,5 32,0 87,5
ANNIFINANZIARI
2003
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Codice EsperimentoCHORUS
Gruppo2078
Resp. Naz.: Ubaldo Dore
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoCHORUS
Gruppo
ROMA I
2078
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
3,0
1,8Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei Tecnologi 1,0
,3Tecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici
Tecnici Full Time Equivalent
Dore Ubaldo 502P.O.1
Loverre Pier Ferruccio 401P.O.2
Ludovici Lucio Ric 9023
Maslennikov Andrei 30Caspur1
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Lucio Ludovici
Codice EsperimentoCHORUS
Gruppo
ROMA I
2078
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (a cura del responsabile locale)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Lucio Ludovici
Data completamento
MILESTONES PROPOSTE PER IL 2003 (a cura del responsabile nazionale)
31/12/2003 Completamento misure nel laboratorio di emulsioni
31/12/2003 Finalizzazione dei risultati sui limiti delle oscillazioni
31/12/2003 Ulteriori studi sulla fisica della particelle charmate
Descrizione Resp. Naz.: Ubaldo Dore
INFORMAZIONI GENERALI
Rivelazione di candidati di "dark-matter"
L.N.G.S.
DAMA
Rivelazione di candidati di dark-matter mediante scattering elastico, vari processi rari(risultati "by-products" o misure nell' apparato R&D)
Scintillatori a bassa attività intrinseca quali NaI(TI) e Xenon liquido
RM, RM2
In collaborazione con l'IHEP - Beijing + per misure con neutroni in coll. con ricercatori dell'ENEA-Frascati
Pluriennale
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
ROMA I
104 DAMA 2
Rita Bernabei
Roma2
Incarico di Collab.Daniele Prosperi
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
[email protected]:[email protected]:
(a cura del responsabile locale)
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Codice EsperimentoDAMA
Gruppo2104
Resp. loc.: Daniele Prosperi
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
1 crate controller CAMAC + 1 sequencer list CAMAC
Manutenzione Leybold per apparato LXe
20 mesi/uomo presso L.N.G.S.
Metabolismo apparati (filtri, componenti vuoto, getters, riparazioni,
Contatti scientifici; riunioni con collaboratori stranieri; contatti con
Note:
2 schede HV (spare per LIBRA)
tute, guanti, tappeti, soprascarpe, prodotti chimici,
ditte (Crismatec, Bicron, Electron Tube Ltd), conferenze
10 preamplificatori
componentistica, etc..)
1 crate VXI
Completamento movimentazione schermo apparato R&D
4 Timing Filter Amplifiers (LXe + R&D + spare per LIBRA)
Materiale per rinnovo sigillazioni e schermaggi + materiali per utilizzopresso apparato R&D (cfr. allegato EC2)
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
6,0
12,0
16,0
10,0
60,0
6,0
50,0
142,0
16,0
10,0
12,0
25,0
4,0
20,0
12,010,0
15,0
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
ALLEGATO ALLA VOCE DI CONSUMO DEL MODULO EC2 ROMA1
- Lastre di polietilene - Rotoli e lastre di teflon per incartare rivelatori - Grasso ottico selezionato per bassa attività - "Glove-boxes" mobili com manipolatori - Tute e sovrascarpe - Guida - tappeto in Dycem "clean zone" - Rulli a strappo per pulizia pareti, superfici e pavimento + ricambi - Set di strumenti (cacciaviti, spatole, pinzette, baker, ...) da usare in ambientecontrollato - Nastri e carta ottica
Codice EsperimentoDAMA
Gruppo2104
Resp. loc.: Daniele Prosperi
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
16,0 10,0 60,0 6,0 50,0 142,0
TOTALI 46,0 205,5 6,0 174,5 513,0
ANNIFINANZIARI
2003
81,0
15,5 9,5 41,5 41,5 108,0200415,5 9,5 41,5 41,5 108,0200515,5 9,5 36,5 26,0 87,5200613,0 4,5 26,0 15,5 59,020075,5 3,0 8,52008
Codice EsperimentoDAMA
Gruppo2104
Resp. loc.: Daniele Prosperi
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoDAMA
Gruppo
ROMA I
2104
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
3,0
3,0Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei TecnologiTecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici 1,0
,1Tecnici Full Time Equivalent
Incicchitti Antonella I Ric 10021
Prosperi Daniele 1002P.O.2
Tretyak Vladimir 1002I Ric3
Mattei Angelo O.T. 101
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Daniele Prosperi
Richiesta esperimento DAMA: Officina Meccanica - 2 mesi/uomo
Codice EsperimentoDAMA
Gruppo
ROMA I
2104
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (cont.)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Daniele Prosperi
INFORMAZIONI GENERALI
Neutrino Astronomy
Stazione di prova sottomarina a 20 Km dal porto di Catania(LNS) e sito ad 80 Km SE di Capo Passero.
Rivelazione di neutrini di alta energia, proprieta' otticheed oceanografiche di siti marini a > 3000m di profondita'.
Apparati per la caratterizzazione delle proprieta' otticheed oceanografiche dei siti, stazione di Prova SottomarinaLNS
Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, G.C. Messina, LNF, LNS, Roma 1
Ist.Nazionale per l'Oceanografia e la GeofisicaSperimentale, Trieste; Ist. Talassografico CNR,Messina; Ist. di Biologia del Mare CNR, Venezia;Ist. per l'Oceanografia Fisica CNR, La Spezia;Istituti partecipanti alla collaborazione ANTARES
2001 - 2005
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
ROMA I
322 NEMO-RD 2
Emilio Migneco
L.N.S.
Incarico di ricercaAntonio Capone
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
[email protected]:[email protected]:
(a cura del responsabile locale)
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Codice EsperimentoNEMO-RD
Gruppo2322
Resp. loc.: Antonio Capone
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
PC con due slot PCI a 64 bit per read-out NEMO-FASE1
Elettronica alimentaz., front-end per 3 moduli ottici
Campagne di misura ottiche ed oceanogr. a Capo Passero
Materiale a perdere (ancore, cavi, catene, batterie..)
Elettronica, moduli ottici Roma-LNS-Genova e viceversa
1 campagna Tolone 3 pers. (2k/camp/uomo)
Note:
Meetings/contatti sviluppo elettronica per NEMO-Fase1Allestimento strumentazione al test site di LNS
PC per analisi dati oceanografici
Elettronica per 2 "concentratori", 2 "deconcentratori"
Pratiche portuali di esportazione/import. temporanea
Collaborazione con gruppi di Boston e di Mosca.
2 schede PCI per read-out a riva dati NEMO-FASE1
Contatti con gruppi intern. su elettronica per il Km3Presentazione risultati a Conferenze Internazionali
Strumenti per campagne
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
5,0
3,0
17,0
51,0
24,0
13,0
5,0
5,0
57,0
155,0
12,0
2,0
6,0
9,030,0
2,0
40,0
10,0
5,0
5,03,0
3,0
3,0
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
Il gruppo NEMO per i due prossimi anni prevede:- la continuazione delle attivita' di ricerca tese a caratterizzare il sito di "Capo Passero"per la costruzione del telescopio per neutrini da 1 km3- la realizzazione, al test site di LNS (2200m di profondita' davantia a Catania) di unapparato dimostratore delle tecnologie da utilizzare per il km3.Per tale seconda attivita', denominata "NEMO-FASE1" (vedasi allegato: Progetto NEMO "FASE 1")il gruppo di Roma e' fortemente impegnato nella progettazione e dimensionamento dellaelettronica e nella realizzazione del sistema di read-out a riva.L'elettronica del Km3 sara' quanto piu' commerciale. L'elettronica di acquisizione dei datidei moduli-ottici sara' progettata da gruppi INFN (nel 2003 il gruppo di Roma ha laresponsabilita' di realizzare i prototipi necessari per due piani di una torre (8 moduliottici).Per trasmettere i dati dei moduli ottici con elettronica "commerciale" si deve "concentrare"i flussi di dati digitali in opportuni moduli elettronici: il gruppo di Roma ha laresponsabilita' di realizzare i prototipi dei "concentratori" necessari per la trasmissione ericezione dei dati prodotti da due "piani" di NEMO-FASE1.L'elettronica di digitizzazione e dei concentratori e' descritta nel capitolo 7dell'allegato.Missioni Interne:Si prevedono 4 campagne di misura ottiche ed oceanografiche a Capo Passero per 3 persone(fisici e/o tecnici) al costo 1 keuro/camp/uomo.Per il progetto NEMO-FASE1 che prevede l'installazione di due torri di NEMO al test site diLNS a Catania Roma ha la responsabilita' di realizzare parte dell'elettronica didigitizzazione/trasmissione/ricezione: per tale attivita' prevediamo 6 meetings/contatti per3 persone al costo di 0.5keuro/persona e per meeting.L'attivita' di NEMO-FASE1 ci vedra' fortemente impegnati nell'allestimento dellastrumentazione al test site di LNS-Catania (2 m.u. per 2 fisici+1 tecnico = 6 m.u.)
Missioni Estere:Si prevede una campagna di misure comune NEMO/ANTARES al largo di Tolone (3 persone*2k).Stiamo intraprendendo una stretta collaborazione con ricercatori del "Woods HoleOceanographic Institute" di Boston (prof. Melinda Hall) e dello "Shirshov Institute ofOceanology" di Mosca (prof. Dmitry Aleynik). Tale Collaborazione punta alla analisidettagliata della gran mole di dati oceanografici collezionati da NEMO negli ultimi treanni per estrarre informazioni sulle caratteristiche del sito di Capo Passero e sulladinamica marina della zona su scala piu' ampia. Prevediamo per uno di noi (Ettore Salusti) lapermanenza di circa un mese presso ognuno dei due Istituti.
Consumo ed Inventariabile:Il gruppo, grazie all'ingresso di nuovi collaboratori, sta affrontando il problema dellaricezione, a riva, dei dati prodotti da NEMO-FASE1 (2 GB/s su fibra ottica). Per laricezione, riordino temporare dei dati e trigger di primo livello intandiamo realizzare unprototipo di sistema di ricezione basato su schede PCI commerciali e logiche programmabiliconnesse a un numero sufficiente di processori. Per valutare larealizzabilita' del progetto intendiamo acquisire due schede di sviluppo PCISYS100 (2,5Keuro/ognuna) ed un PC con slot PCI a 64 bit (3kEuro)
Codice EsperimentoNEMO-RD
Gruppo2322
Resp. loc.: Antonio Capone
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:NEMO-FASE1 sara' realizzato anche con
finanziamenti esterni all'INFN: per lacostruzione dell'apparato sperimentale ed ilcompletamento dell'infrastuttura presso iL.N.S.Chiediamo M.I. per poter partecipare allacostruzione dell'apparato, ai test ed allaraccolta dati; M.E. per continuare lacollaborazione con Istituti di ricercaoceanografica di Boston e Mosca (10kEuro) eper la partecipazione a misure nell'ambito del
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
51,0 24,0 13,0 5,0 5,0 57,0 155,0
TOTALI 64,0 23,0 11,0 9,0 57,0 329,0
ANNIFINANZIARI
2003
165,0
57,0 20,0 5,0 3,0 2,0 87,0200457,0 20,0 5,0 3,0 2,0 87,02005
Codice EsperimentoNEMO-RD
Gruppo2322
Resp. loc.: Antonio Capone
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoNEMO-RD
Gruppo
ROMA I
2322
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
7,0
3,7Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei Tecnologi 1,0
,2Tecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici 3,0
1,4Tecnici Full Time Equivalent
Ameli Fabrizio 402AsRic1
Bonori Maurizio 1002P.A.2
Capone Antonio 202P.A.3
Massa Fabrizio I Ric 10024
Salusti Sallustio Ettore I Ric 3045
Schuller Jean-Pierre 502D.R.6
Valente Vincenzo (LNF) D.R. 3027
Vicini Piero Tecn 201
Masullo Rocco 50Univ.1
Petruccetti Marco O.T. 402
Pulcinella Francesco Cter 503
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Antonio Capone
Codice EsperimentoNEMO-RD
Gruppo
ROMA I
2322
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (cont.)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Antonio Capone
Progetto NEMO - Fase 1
1
Progetto NEMO “FASE 1”
1. Introduzione Gli ambienti marini profondi possono essere considerati oggi come una nuova frontiera da esplorare nel prossimo futuro. L’esplorazione e lo studio di queste nuove regioni, le più vaste del pianeta, rappresentano una sfida per un nuovo sviluppo tecnologico e scientifico. Infatti, negli ultimi anni gruppi di scienziati di varie discipline, hanno intrapreso ricerche sulle proprietà del mare, dei suoi fondali e delle sue caratteristiche oceanografiche, fisiche e geofisiche.
I principali problemi presentati dall’esplorazione dei fondali abissali sono legati innanzitutto alle limitate attrezzature sottomarine, alla difficoltà di comunicare efficacemente attraverso la colonna d’acqua ed alla presenza di un ambiente molto ostile per le tecnologie (alte pressioni, corrosione, etc…). Fino ad oggi, infatti, le ricerche sono state limitate dalla possibilità di accedere agli ambenti profondi solo per periodi relativamente brevi di tempo con spedizioni condotte da navi da ricerca. Queste incursioni consentono di acquisire regolarmente dati sulla fisica e la chimica della massa d’acqua, sulla natura dei fondi oceanici, sulla biodiversità marina, etc…, che ci danno solo un’idea parziale del funzionamento degli oceani. I recenti sviluppi nel campo delle tecnologie delle comunicazioni, della robotica e dei sensori rendono adesso possibile una strategia del tutto differente: realizzare una struttura permanente che permetta un monitoraggio in situ continuo ed in tempo reale degli ambienti marini. Le prospettive offerte da questa possibilità nel campo delle ricerche geofisiche, sismologiche, oceanografiche e biologiche sono di enorme portata.
Recentemente sugli abissi marini si è anche rivolta l’attenzione dei ricercatori operanti nel campo dell’astrofisica e della fisica delle particelle di alta energia. Negli ultimi anni, infatti, è stata prospettata la possibilità di utilizzare l’acqua delle profondità marine come rivelatore di particelle cosmiche, in particolare di neutrini di origine astrofisica che permetterebbero di osservare regioni dell’Universo inaccessibili con altre “sonde” astronomiche quali i fotoni di altissima energia.
La tecnica proposta consiste nel rivelare i segnali ottici generati dal propagarsi in acqua di un particolare prodotto dell’interazione di neutrino: il muone. Queste particelle, di carica elettrica unitaria, sono molto penetranti e sufficientemente massive (200 volte la massa di un elettrone) da non perdere tutta la loro energia per via di emissioni elettromagnetiche. Se il muone prodotto si propaga a velocità superiore a quella della luce in acqua esso genera, con un meccanismo (detto effetto Cherenkov) simile a quello che porta al “bang” caratteristico di un jet che supera la velocità del suono, un fronte luminoso con un angolo ben determinato rispetto alla sua direzione di moto. L’angolo Cherenkov in acqua è circa 42° per la radiazione visibile. Equipaggiando grandi volumi d’acqua (o ghiaccio) con sensori capaci di rivelare segnali luminosi anche debolissimi, si può identificare la traccia del muone. Poiché i muoni si propagano (ad altissima energia) per distanze dell’ordine di un km lungo la direzione del neutrino e ne trasportano in media il 50-60% dell’energia, identificare una traccia di muone permette di avere informazioni precise sul neutrino incidente.
Progetto NEMO - Fase 1
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Il rivelatore dovrebbe essere costituito da una matrice di sensori ottici disposti su un volume d’acqua dell’ordine di 1 km3 in grado di rivelare la luce prodotta dal passaggio di tali particelle. L’enorme volume permetterebbe di osservare i neutrini prodotti nelle più remote e potenti sorgenti d’energia conosciute nell’universo, consentendoci così di “vedere” il cielo in una maniera completamente nuova e di chiarire i processi fisici che danno origine alle sorgenti astrofisiche di alta energia.
L’obiettivo che la Collaborazione NEMO propone di realizzare è un grande laboratorio sottomarino collocato ad alta profondità (circa 3500 m) nel Mar Mediterraneo, che ospiti, oltre al telescopio per neutrini, anche numerosi altri osservatori interdisciplinari. Questo laboratorio sarà costituito da una rete di cavi elettro-ottici che consentirà la connessione di un numero molto elevato di strutture di rivelazione. Questa rete sarà in grado di fornire al sistema di sensori la potenza necessaria e, allo stesso tempo, di trasmettere l’enorme mole di dati raccolta dalle profondità marine ad un laboratorio sulla costa. Inoltre il laboratorio comprenderà anche il sistema di strutture in grado di supportare la rete di sensori necessaria e di consentire il suo recupero.
Un progetto preliminare del laboratorio sottomarino da 1 km3 è stato elaborato dalla Collaborazione NEMO. È, comunque, opinione diffusa che la realizzazione di questo grande laboratorio debba passare attraverso una fase intermedia che consenta di verificare e validare le soluzioni tecnologiche proposte. Pertanto si propone di realizzare come Fase 1 del progetto un laboratorio sottomarino a media profondità (2000 m) dove implementare un sottoinsieme del laboratorio sottomarino NEMO che includa tutti i componenti critici del sistema. In questa prima fase queste attività di Ricerca e Sviluppo potranno fare uso di infrastrutture già esistenti quali il cavo elettro-ottico della stazione sottomarina di Catania ed il laboratorio a terra realizzato dai LNS al Porto di Catania.
Già da questa fase, oltre ai prototipi per il telescopio sottomarino per neutrini, sarà comunque possibile integrare in questa infrastruttura diversi altri osservatori mirati allo studio di svariati aspetti del sistema marino, quali una stazione di monitoraggio sismico ed ambientale ed una stazione per studi di bioacustica marina, realizzando così un primo laboratorio sottomarino interdisciplinare. La realizzazione di un osservatorio sismico permetterà il monitoraggio di una vasta area di interesse sismologico. estendendo la rete di monitoraggio sismico POSEIDON che l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha creato in Sicilia. Il laboratorio verrà anche attrezzato con sensori acustici che permetteranno lo studio dei cetacei. Benché ristretto ad un’area limitata l’esperimento potrebbe fornire informazioni molto dettagliate sul comportamento e sul modo di comunicare di questi mammiferi. L’eventuale espansione della rete di sensori acustici potrebbe anche essere utilizzata per studiare i flussi migratori di estesi banchi di pesci.
Le potenzialità del progetto non si limitano solo alla realizzazione di questi osservatori, ma la disponibilità di una infrastruttura nelle profondità del mare apre anche altre possibilità, non solo per quanto riguarda la ricerca di base nei campi già menzionati, ma anche per quanto concerne attività di ricerca e sviluppo più direttamente connesse con le tecnologie di interesse per l’industria che opera nel settore sottomarino. La realizzazione stessa del laboratorio rappresenta una sfida tecnologica che richiede un’attività di ricerca industriale in settori quali quelli dei sensori per alta profondità, dei cavi elettro-ottici, dei sistemi di trasmissione dati ad alta velocità ed affidabilità, delle tecnologie dei materiali da utilizzare in ambiente ostile e delle tecnologie dei mezzi sottomarini robotizzati.
Progetto NEMO - Fase 1
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2. Descrizione del progetto L’obiettivo del progetto NEMO è la realizzazione di un grande laboratorio interdisciplinare sottomarino ad alta profondità (3500 m) che includerà, oltre ad un telescopio per neutrini di alta energia da 1 km3, numerosi altri osservatori per studi geologici, oceanografici e biologici. In questa sezione daremo una breve descrizione sia del laboratorio da 1 km3 NEMO che del progetto di Fase 1, oggetto della presente proposta, per la realizzazione di un sottosistema del laboratorio sottomarino.
2.1 Il km3 NEMO Schematicamente possiamo considerare il laboratorio sottomarino da 1 km3 come composto da tre sottosistemi:
- la stazione a terra, che ospita i sistemi per fornire l’energia al laboratorio di terra ed al laboratorio sottomarino, il sistema per il controllo e gestione della strumentazione ed il sistema per la raccolta dei dati;
- una rete di cavi sottomarini elettro-ottici, per connettere la struttura del laboratorio alla stazione a terra. Questo collegamento deve essere in grado di assicurare il trasporto di tutte le informazioni da e verso la strumentazione ed il trasporto dell’energia verso gli apparati sommersi. La tecnologia attuale delle telecomunicazioni è già in grado di fornire tale collegamento con i necessari requisiti di affidabilità, costo e manutenibilità tanto da poter scegliere con un notevole grado di sicurezza il collegamento con un singolo cavo.
Cavo elettro ottico principale
JB Primaria
JB Secondaria
Torre
Cavo elettro ottico principale
JB Primaria
JB Secondaria
Torre
Fig. 1 – Layout proposto per il telescopio km3 NEMO.
Progetto NEMO - Fase 1
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Pertanto la rete sarà costituita da un cavo principale che connette la stazione a terra con la struttura del laboratorio ad alta profondità, e da una serie di cavi secondari, che si diramano a partire da opportune scatole di diramazione, disposti in modo da formare una maglia coprente una superficie di circa 1.6 × 1.6 km2 del fondale marino;
- il laboratorio sottomarino propriamente detto, realizzato con una serie di strutture meccaniche, ciascuna dell’altezza di circa 700 m, ancorate al fondo e ospitanti la strumentazione di ricerca.
Simulazioni effettuate per studiare le prestazioni del rivelatore, indicano che una struttura composta da 64 torri, ciascuna ospitante 64 moduli ottici (per un totale di 4096 moduli ottici), distanziate l’una dall’altra di circa 200 m permette di raggiungere un’area efficace del rivelatore di circa 2 km2 per eventi di alta energia (Eν ≥ 1 TeV). Una definizione più precisa del layout del rivelatore richiederà ulteriori simulazioni, per il momento però possiamo assumere, ai fini della valutazione di fattibilità tecnica del rivelatore, un layout come quello illustrato in fig. 1 in cui le torri sono disposte su di un reticolo quadrato 8 × 8 con spaziatura 200 m. L’interconnessione di queste torri può essere effettuata mediante una rete di cavi a stella in cui da una junction box principale, dove arriva il cavo elettro-ottico principale, si diramano 8 cavi secondari ciascuno dei quali serve una junction box secondaria da cui a loro volta si diramano i cavi verso 8 torri.
2.2 Il progetto FASE 1 L’obiettivo del progetto Fase 1 è quello di validare le scelte tecniche, di layout e tecnologiche effettuate al fine di applicarle successivamente, con gli opportuni up-grade, al progetto finale di NEMO.
Il sottosistema sarà quindi costituito da tutti i sottocomponenti principali di NEMO, in particolare da:
• Junction Box primaria
• Junction Box secondaria
• Torre
• Sistema di trasmissione dati
• Sistema di posizionamento
• Sistema di distribuzione della potenza
• Sistema di alimentazione
• Sensoristica oceanografica
• Sistemi di connessione (cavi elettro-ottici, connettori e penetratori).
Il sottosistema verrà installato nel test site di Catania (vedi fig. 2). Questo permetterà di simulare la struttura del telescopio sottomarino NEMO utilizzando strutture già esistenti, in particolare:
- la stazione di terra, già realizzata nell’area portuale di Catania, nella quale saranno installati i sistemi di controllo dell’alimentazione e dell’elettronica, la parte di terra del sistema di trasmissione, raccolta ed elaborazione dei dati.
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- il cavo elettro-ottico sottomarino, depositato nel settembre del 2001, in grado di connettere la stazione di terra con il laboratorio sottomarino. La lunghezza del cavo è di circa 25 km e per NEMO saranno a disposizione 6 fibre ottiche G652 e 4 cavi elettrici (Ø = 4 mm2).
Il sottosistema proposto verrà collegato al cavo elettro ottico principale mediante uno o due connettori elettro ottici. Il sito prevede l’installazione dei sistemi ad una profondità di circa 2050 m sotto il livello del mare.
Il costo del sottosistema proposto è di circa 8 milioni di Euro (vedi allegato A), corrispondenti a circa il 7% del costo stimato per il laboratorio da 1 km3.
Le strutture realizzate saranno riutilizzabili per il rivelatore da 1 km3 da realizzare alla profondità di 3500 m nel sito di Capo Passero (sito ottimale per le proprietà ottiche ed oceanografiche dell’acqua).
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3. Struttura del progetto FASE 1 Il sottosistema, che costituisce il progetto di FASE 1 sarà costituito, come visibile in fig. 4, da cinque componenti principali:
• Una Junction Box primaria
• Due Junction Box secondarie
• Due torri tipo “NEMO”
La configurazione prescelta permetterà di simulare le diverse condizioni di funzionamento del telescopio NEMO.
La distanza tra le junction Box e le torri sarà quella reale del layout del telescopio principale.
Nella configurazione prevista per il progetto di Fase 1 sarà necessario simulare il cavo principale ed il sistema di connessione con la junction box principale, tenendo in considerazione quelle che sono le caratteristiche del test site di Catania.
La junction box primaria verrà collegata, tramite due jumper (cavi elettro ottici dotati agli estremi di connettori del tipo “operabili da ROV”) al frame di terminazione del cavo elettro ottico principale, visibile in fig 5.
4. Struttura dell’apparato di rivelazione La strumentazione di ricerca sarà montata su due torri di altezza circa 750 m disposte sul fondo ad una distanza di circa 200 m. Ognuna porterà 64 moduli ottici più varia strumentazione.
Durante la fase di studio preliminare sono state considerate diverse configurazioni del rivelatore, che sono state prese in esame sia dal punto di vista tecnico-realizzativo, verificandone la fattibilità meccanica e i costi, sia dal punto di vista funzionale, verificandone per mezzo di simulazioni numeriche le prestazioni in termini di risposta ai segnali attesi. Al termine di questa analisi un solo tipo di struttura è stata ritenuta valida ed utilizzata come
Fig. 5 - Immagine virtuale del Frame di terminazione del cavo elettro
ottico principale
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Fig. 6 - Struttura della
torre
struttura di riferimento per la realizzazione dei supporti verticali per il laboratorio sottomarino: questa struttura è denominata “torre”. Da un punto di vista logico la struttura può essere considerata come una sequenza di “piani”, ciascuno dei quali fa da supporto a un certo numero di sensori, collegati tra loro per mezzo di cavi. L’intero sistema è ancorato al fondo tramite una zavorra posta alla base e mantenuto in tensione da un opportuno galleggiante posto al suo vertice. Una delle principali caratteristiche della struttura è la modularità: il numero di piani può essere variato così come la distanza tra i piani, con opportune modifiche alla struttura iniziale del sistema. Per la struttura selezionata, in base ai risultati ottenuti dalle simulazioni numeriche, il numero di piani è stato fissato a 16. Sempre in base ai risultati delle simulazioni, la separazione tra piani successivi è stata fissata a 40 m. Considerando che il primo dei piani è posto ad un’altezza di circa 150 m dal fondo, risulta che ciascuna struttura sarà alta circa 750 m.
La configurazione “torre” è composta da 16 travi, una per piano, lunghe 20 m, con due rivelatori ad ogni estremità, rivolti uno verso il basso ed uno verso l’alto. Le travi sono spaziate verticalmente di 40 m ed ognuna è ruotata sul piano orizzontale di 90° rispetto alla precedente. Le 16 travi sono mantenute in tensione da 4 cavi di sospensione: due per ogni lato della trave, collegati come mostrato in figura 6.
La torre presenta notevoli vantaggi dal punto di vista della risposta complessiva del rivelatore ai segnali attesi. Le principali caratteristiche geometriche della struttura sono riassunte in Tab. 1.
Tab. 1 Caratteristiche geometriche della torre
Altezza complessiva 750 m
Distanza tra il primo piano e la base 150 m
Distanza tra piani 40 m
Numero totale di piani 16
Altezza utile 600
Moduli ottici per piano 4
Numero totale di moduli ottici 64
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4.1 La torre Ogni torre è costituita dai seguenti sottosistemi:
- 16 piani, realizzati con tubi di grosso diametro giuntati tra di loro tramite cavi in fibre sintetiche per la ritenuta meccanica e tramite cavi elettro-ottici per la trasmissione dei segnali e della potenza elettrica;
- un sistema di boe, che dà la spinta verticale necessaria ad assicurare l’equilibrio idrostatico della torre;
- una base da cui partono il primo gruppo di cavi in fibra sintetica ed il cavo elettro-ottico. La base è dotata inoltre di un contenitore che ha la funzione di alloggiare l’elettronica per lo scambio di dati ed i convertitori di tensione atti ad assicurare la corretta alimentazione della strumentazione posta sulla torre;
- un corpo morto necessario ad ancorare sul fondo la torre stessa.
4.1.1 Moduli ottici
La parte fondamentale dell’apparato di misura è il Modulo Ottico (OM): è questo dispositivo che rivela i fotoni Cherenkov prodotti in acqua dalle tracce dei muoni. Diversamente dagli esperimenti di superficie, i moduli ottici per il km3 devono essere alloggiati in opportuni contenitori resistenti ad alte pressioni collegati tra loro ed a terra da un sistema di cavi e connettori elettro-ottici marinizzati.
Ogni singolo modulo ottico sarà composto da un fotomoltiplicatore (PMT) di grande area, diametro 8” o maggiore, con partitore di tensione ed elettronica associata, il tutto alloggiato all’interno di una sfera in vetro borosilicato di diametro esterno di 43 cm e di spessore 15 mm. La sfera, separata in due semisfere, è garantita per resistere ad una pressione di 700 bar.
4.1.2 Modulo di controllo locale
I componenti di elettronica e trasmissione dati che per ragioni di funzionalità devono essere collocati ad una distanza dai sensori non superiore alla decina di metri saranno alloggiati in un contenitore cilindrico denominato Modulo di Controllo Locale (MCL).
Il modulo di controllo locale verrà montato all’interno della struttura di supporto per i moduli ottici. Le sue funzioni sono quelle di:
- permettere la connessione del cavo elettro-ottico con il piano della struttura;
- permettere la raccolta dei dati rilevati dai moduli ottici e dai sensori presenti in ognuno dei piani;
- permettere il trasferimento dei dati raccolti verso la base della struttura;
- permettere il controllo e la diagnostica dell’elettronica presente su un piano.
Le specifiche realizzative che sono state tenute in considerazione in fase di progettazione sono:
- l’elettronica, contenuta internamente al modulo, non deve raggiungere elevate temperature, allo scopo di garantire la maggior vita utile possibile;
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- il materiale utilizzato deve essere amagnetico, al fine di evitare interferenze con la strumentazione elettronica necessaria per rilevare il posizionamento delle strutture in acqua.
Il contenitore sarà realizzato tramite un tubo e due flange in Titanio. Le flange saranno opportunamente forate per permettere l’inserimento dei connettori elettro ottici sottomarini.
4.1.3 Struttura di Base della Torre
La Struttura di Base della Torre (SBT) è la struttura che serve ad ancorare la torre al fondo (fig. 7). Le sue funzioni sono di:
- Consentire una stabile interazione tra la torre strumentata e il fondo del mare. É necessario infatti che la struttura sia il più possibile stabile sul fondo del terreno per non avere delle derive della stessa con conseguenti deformazioni della geometria del rivelatore e problemi durante le operazioni di aggancio e sgancio dei connettori per il collegamento della torre con la junction box.
- Supportare il sistema di connessione con la torre strumentata. Il basamento sarà dotato di un sistema meccanico per l’aggancio e lo sgancio del connettore elettro ottico. Questo permetterà il recupero della torre nel caso di operazioni di manutenzione della stessa ed il collegamento della torre sia in fase di prima installazione del laboratorio sottomarino, sia in fase di sostituzione della stessa.
- Agevolare, per gravità, l’installazione della torre stessa. Durante la fase di deployment della torre la stessa deve poter essere filata sino alla quota di installazione del laboratorio sottomarino mantenendo la struttura quanto più possibile rigida. Questo è necessario per garantire un buon posizionamento del basamento della torre nel punto prestabilito per il deployment, ed inoltre per evitare che in qualche modo la torre durante il deployment possa interferire con le strutture precedentemente installate.
- Permettere il posizionamento della torre strumentata sul fondo del mare relativamente alle altre stringhe.
Fig. 7 - Esempio di una possibile Struttura di Base della Torre (SBT).
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- Mantenere in posizione stabile la strumentazione elettronica di acquisizione e trasmissione dei dati ricevuti da tutti i sensori presenti sulla torre.
La struttura del basamento è modulare ed è composta di due parti principali:
- parte recuperabile;
- ancora o peso morto.
Le due parti sono tenute collegate insieme mediante un sistema ridondante realizzato tramite due sganciatori acustici ed una catena in titanio. In caso di recupero gli sganciatori vengono attivati tramite un segnale acustico codificato. Dopo il rilascio della catena la torre, alleggerita del peso morto, risale in superficie. La ridondanza degli sganciatori acustici permette di effettuare lo sgancio della catena anche nel caso in cui uno dei due risultasse malfunzionante.
Alla base di ogni torre verrà inoltre installato un sistema di sgancio d’emergenza operabile tramite veicoli subacquei come ROV o AUV, da utilizzare nel caso in cui entrambi gli sganciatori mostrassero problemi di malfunzionamento.
Il peso morto ha la funzione di permettere il deployment della struttura e la stabilità nel mantenimento della posizione una volta posata la torre sul fondo del mare. Una soluzione per la struttura prevede la realizzazione della stessa con dei blocchi di pietra lavica opportunamente assemblati mediante l’utilizzo di profilati di titanio fissati tra di loro mediante un insieme di barre filettate, realizzate con lo stesso materiale. Questa soluzione permetterebbe di realizzare un peso morto a costi ridotti, con materiale facilmente reperibile ed a basso impatto ambientale. I blocchi di pietra lavica sono distanziati in modo tale da evitare un effetto paracadute durante le operazioni di deployment della torre che potrebbe provocare una deriva eccessiva della torre stessa con conseguenti danni alle strutture vicine.
4.1.4 Modulo di controllo di torre
Sulla base di ogni torre troverà posto un Modulo di Controllo di Torre (MCT) che avrà le seguenti funzioni:
- contenere in sicurezza il modulo del sistema di trasmissione dati che raccoglie e trasmette i dati provenienti dai vari piani della torre;
- contenere l’elettronica per la gestione ed il controllo dei vari componenti elettronici presenti nella torre: inclinometri, transponder acustici, etc…;
- permettere il collegamento del cavo elettro ottico che trasporta tutti i dati da e per la torre con il cavo elettro ottico proveniente dalla junction box presente nella dorsale.
Onsiderate le dimensioni dei componenti che deve alloggiare, l’MCT sarà realizzato con due semisfere di titanio connesse ad un distanziale anch’esso realizzato in titanio.
Sul distanziale verranno realizzati i fori per la connessione con il connettore del cavo elettro ottico proveniente dalla junction box e la connessione con il cavo o i cavi elettro ottici che alimentano e acquisiscono i dati provenienti dai diversi piani della struttura.
L’MCT verrà fissato alla parte recuperabile del basamento della torre mediante appositi supporti in grado di mantenere il sistema stabile ed in sicurezza durante le fasi di funzionamento del dispositivo e durante le fasi più critiche di deployment e di eventuale recupero della torre.
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4.1.5 Boa
L’elemento che consente di mantenere tesa la struttura è una boa posta all’estremità superiore del cavo. Il dimensionamento è fatto in funzione del peso della struttura e delle correnti marine affinché la struttura stessa non oscilli a tal punto da pregiudicare il sistema di rilevamento per la posizione relativa dei moduli ottici.
La boa per le torri di NEMO dovrà avere una spinta di circa 1.5 tonnellate (tenendo in considerazione la configurazione attualmente scelta come riferimento e le sue dimensioni geometriche).
4.1.6 Struttura di sostegno per i moduli ottici
Nel caso della torre la struttura di sostegno sarà costituita essenzialmente da tubi in vetroresina di grosso diametro (� 600 mm), per una lunghezza totale di 20 m. I tubi dovranno essere opportunamente lavorati e giuntati tra loro per raggiungere la lunghezza toltale desiderata senza pregiudicare la trasportabilità e la maneggevolezza dei componenti.
In figura 8 si può osservare una rappresentazione schematica della disposizione delle sfere contenenti i fotomoltiplicatori. Tali sfere verranno poste alle estremità dei singoli piani, il resto della strumentazione andrà invece allocata all’interno dei tubi.
4.1.7 Cavi per la ritenuta meccanica
Il collegamento tra due piani successivi della torre è effettuato per mezzo di quattro cavi di ritenuta realizzati in dynema (particolare fibra di composito in grado di resistere alle sollecitazioni imposte dalla torre durante la fase di funzionamento e di permettere un facile svolgimento e riavvolgimento della struttura in fase di deployment e di recupero), secondo lo schema mostrato in figura 9.
I cavi per la ritenuta meccanica assolvono le seguenti funzioni:
- collegare la parte superiore della torre con la base da fissare sul fondo del mare;
- assicurare la corretta spaziatura tra i piani che costituiscono la torre;
Fig. 9 - Schema di collegamento tra i piani
della torre.
Fig. 8 - La struttura di sostegno della torre.
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- assicurare il corretto orientamento spaziale dei piani della torre.
4.1.8 Cavo elettro-ottico
Il cavo elettro-ottico ha la funzione di:
- fornire la potenza elettrica per il funzionamento dei singoli moduli ottici;
- consentire la trasmissione delle informazioni elaborate dai moduli ottici alla stazione di raccolta dati a terra.
4.2 Analisi delle sollecitazioni La prima distinzione che si deve fare quando si analizzano gli stress cui sono sottoposte le strutture dell’esperimento NEMO è quella relativa alla differenza tra il comportamento durante la vita operativa n acqua e il comportamento durante il trasporto fuori dall’acqua.
Le varie parti di cui è composta la struttura contribuiscono in maniera diversa alla risposta alle forze agenti. A tal fine si può suddividere la torre in due sottoinsiemi principali:
- parte rigida;
- parte flessibile.
La parte rigida ha il compito di sostenere la strumentazione nelle posizioni adatte ad effettuare le misure. La parte flessibile, costituita da cavi in fibra sintetica ad altissima resistenza, serve invece per mantenere costante la distanza e la disposizione spaziale dei piani di cui è composta la struttura.
Una volta posizionata la torre alla profondità operativa, i piani di cui essa è costituita sono soggetti alle seguenti sollecitazioni:
- peso proprio;
- peso dei moduli ottici e delle altre strumentazioni;
- azione idrostatica della massa d’acqua in cui sono immersi;
- tiro dei cavi per la ritenuta meccanica;
- azione dinamica esercitata dalle correnti marine.
Per via della disposizione spaziale che devono avere i cavi per la ritenuta meccanica, la spinta della boa posta in cima alla torre causa uno sforzo di compressione lungo l’asse principale dei singoli piani. Un tale tipo di sollecitazione implica un dimensionamento adeguato dei tubi, al fine di evitare il rischio dell’instabilità elastica. Tali tubi sono inoltre sottoposti ad una sollecitazione di flessione dovuta all’azione idrodinamica dell’acqua. La flessione diminuisce ulteriormente il carico massimo di compressione assiale che si può applicare sui tubi senza correre il rischio che essi collassino. Di conseguenza il dimensionamento delle strutture è stato fatto tenendo conto anche di tali sforzi.
Quando la torre si trova ancora fuori dall’acqua i carichi meccanici prevalenti sono invece:
- il peso proprio del tubo;
- il peso delle sfere che contengono i fotomoltiplicatori.
La sollecitazione che ne deriva è una flessione retta applicata su tutta la lunghezza del tubo. Risulta trascurabile, ai fini dei calcoli, il peso dei contenitori per la strumentazione in quanto
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questi ultimi andranno posizionati al centro dei piani. Si è provveduto quindi ad un dimensionamento delle strutture in modo da farle resistere anche durante la movimentazione fuori dall’acqua.
Un discorso diverso è quello relativo alle sollecitazioni cui sono sottoposti i cavi di ritenuta meccanica. Nel corso della vita utile del rivelatore cavi assumeranno una configurazione tridimensionale come quella mostrata in figura 10. Il particolare di due piani, riportato per maggiore chiarezza di rappresentazione, va pensato moltiplicato per il numero totale di livelli che costituiscono la torre. In tale figura si può notare come, grazie all’angolazione che assumono i cavi in fibra sintetica, i piani non hanno la possibilità di compiere delle rotazioni relative attorno all’asse verticale
Tale configurazione è stata scelta al fine di assicurare un sufficiente rigidezza torsionale a tutto l’insieme pur sfruttando la capacità che ha un qualunque cavo di resistere alla sola trazione.
Durante il trasporto e lo stoccaggio fuori dall’acqua, come si può vedere in figura 10, la torre viene “impacchettata” al fine di ridurne le dimensioni e le possibilità di danneggiamento della strumentazione che vi è montata. In una tale situazione ovviamente i cavi non sono tensionati e non sono sottoposti ad alcun tipo di stress.
Fig. 10 - La torre configurata per lo stoccaggio ed il trasporto.
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4.3 Scelta dei materiali Una notevole attività di Ricerca & Sviluppo è stata effettuata per determinare quale fossero le caratteristiche chimiche e meccaniche dei materiali da utilizzare per la realizzazione del laboratorio sottomarino.
In questa attività di R&D si sono tenuti in considerazione alcuni parametri fondamentali come:
- la necessità del laboratorio sottomarino di avere una vita utile dell’ordine di almeno 10 anni;
- l’aggressività dell’ambiente in cui verrà installato il laboratorio sottomarino;
- la necessità di realizzare strutture con basso impatto ambientale.
4.3.1 Materiali per le strutture di sostegno
La soluzione che teneva in considerazione l’utilizzo dell’acciaio per la realizzazione delle strutture meccaniche è stata scartata dal momento che non garantiva le specifiche minime di vita utile delle strutture a meno di utilizzare delle soluzioni tecniche particolari per la riduzione dei fenomeni corrosivi come la protezione catodica.
Questa soluzione implicava l’utilizzo di una notevole quantità di anodi di zinco o di leghe particolari è stata scartata per diversi motivi:
- Possibili inquinamenti delle zone circostanti il laboratorio sottomarino;
- Necessità di sostituire gli anodi periodicamente con conseguenti aumenti dei costi di manutenzione della struttura;
- Aumento del peso e delle dimensioni della struttura dovuti alla presenza degli anodi;
- Difficoltà a realizzare una protezione catodica che garantisse la vita utile richiesta.
Per tale motivo, l’analisi e la ricerca sui materiali ha portato alla scelta di due soluzioni possibili ed attuabili sia dal punto di vista della realizzazione tecnica che dal punto di vista della fattibilità economica, i materiali prescelti sono:
- Titanio
- Vetroresina
4.3.2 Materiali per le boe di spinta
Le boe di profondità sono realizzate inserendo all’interno dell’involucro principale, realizzato in materiale composito, delle microsfere di vetro che garantiscono la galleggiabilità richiesta.
Questa soluzione permette di realizzare delle strutture ad elevata affidabilità che non necessitano di manutenzione periodica.
5. Sistema di posizionamento Lo scopo della strumentazione di posizionamento è duplice.
- consentire l’installazione e quindi il posizionamento della singola torre in accordo alla posizione nominale prevista;
Progetto NEMO - Fase 1
18
- consentire la ricostruzione spaziale della posizione di ogni singolo modulo ottico della torre nel rispetto delle tolleranze da definire.
Il primo obiettivo è ottenuto mediante una rete di transponder acustici (equipaggiati con batteria di alimentazione) installata sul fondo del mare prima della fase di installazione delle torri. Queste ultime saranno dotate di un trasduttore acustico montato sul basamento della torre stessa.
Il secondo obiettivo è ottenuto mediante una combinazione ridondante di due sistemi: acustico e inerziale. Il sistema di posizionamento acustico prevede la presenza di un trasduttore su alcuni piani della torre, all’interno del modulo di controllo. Il secondo si basa sull’utilizzo di inclinometri. Il primo inclinometro è installato in prossimità della connessione del cavo elettro-ottico con il basamento. I restanti sono installati sulle strutture per moduli ottici a piani alterni. In questo modo è possibile ricostruire la deformata assunta dalla torre in condizioni operative e da essa la posizione dei singoli moduli ottici.
La posizione esatta dei moduli ottici è completata mediante l’utilizzo su ogni piano di una girobussola che consente di definire l'orientazione spaziale di tutti i moduli ottici presenti nella torre.
Ambedue le soluzioni prevedono, per la parte acustica, l’impiego di un sistema MULBL
Master
Slave1 Slave2
Slave3Slave4
f0
f1
f2 f3
f4
JB Primaria
JB Secondaria
Torre 1
Torre 2
Master
Slave1 Slave2
Slave3Slave4
f0
f1
f2 f3
f4
JB Primaria
JB Secondaria
Torre 1
Torre 2
Fig. 11 - Diagramma schematico del sistema di posizionamento acustico per la FASE 1
Progetto NEMO - Fase 1
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(“Multi User Long Base Line”) rappresentato schematicamente in figura 11. Questi sistemi sono comunemente utilizzati in attività sottomarine che necessitano di informazioni sulla posizione sia in fase di deployment di strutture che in fase di normali condizioni di funzionamento.
Il sistema è composto da una rete o matrice di transponder che viene depositata sul fondo del mare in corrispondenza del sito di installazione del sistema. Uno dei transponder (master) verrà posizionato in modo tale da essere in grado di trasmettere e comunicare con tutti gli altri (slave) della matrice (la posizione di questo, per tale motivo, è normalmente al centro della matrice acustica).
Sulle torri verranno invece installati ad ogni piano o ogni due piani dei ricevitori acustici (RX).
La LBL verrà quindi calibrata al fine di determinare l’esatta distanza tra i vari transponder della matrice acustica. La rete sottomarina potrà essere alimentata a batteria o mediante un cavo di collegamento (in questo caso potranno essere indipendenti o installati a bordo delle stesse strutture meccaniche che verranno depositate sul fondo del mare).
La misura della posizione avverrà a seguito di un segnale di trigger f0 spedito dal Master ai vari Slave; gli slave a loro volta emetteranno i loro segnali individuali (diversi l’uno dall’altro: f1, f2, ….., fn) ai vari RX posizionati sui piani delle torri.
Ciascun RX riceverà dai vari slave un segnale in tempi diversi (funzione della distanza tra gli slave ed il ricevitore). Il tempo d’arrivo sarà quindi:
Tarrivo = f dMaster, Slavei, dSlavei , RXj( )
Dall’informazione il sistema sarà in grado di ottenere l’esatta posizione del ricevitore al tempo t.
La posizione della rete di transponder e di ricevitori acustici sarà funzione fondamentalmente di:
- layout e composizione del sistema sottomarino;
- Proprietà meccaniche delle strutture che devono essere monitorate (dimensioni, peso, elasticità, ..);
- vincoli meccanici.
L’accuratezza della misura dipenderà da diversi fattori che dovranno essere tenuti in considerazione in fase di progettazione e definizione delle specifiche del sistema.
Una dei fattori da cui dipende l’accuratezza del sistema è la velocità del suono nell’acqua, questa risulta una funzione della densità dell’acqua, e quindi dalla temperatura e salinità. Opportuna strumentazione oceanografica installata a bordo delle torri permetterà di determinare il valore ed il profilo della velocità del suono nell’acqua e di tutti i parametri che permetteranno di ottenere la massima precisione in fase di calibrazione della MULBL e della determinazione della posizione dei vari RX.
Progetto NEMO - Fase 1
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6. Topologia della rete di distribuzione di segnali e potenza
Il collegamento tra il laboratorio sottomarino e la stazione di terra deve essere in grado di assicurare il trasporto di tutte le informazioni da e verso la strumentazione ed il trasporto dell’energia verso gli apparati sommersi. La tecnologia attuale delle telecomunicazioni è già in grado di fornire tale collegamento con i necessari requisiti di affidabilità, costo e manutenibilità tanto da poter scegliere con un notevole grado di sicurezza il collegamento con un singolo cavo.
Dal punto di arrivo del cavo elettro-ottico principale una rete di cavi consentirà la distribuzione di dati ed energia a tutto l’apparato. Tale distribuzione deve ubbidire al fondamentale requisito dell’affidabilità e ad alcune limitazioni imposte dai dispositivi attualmente disponibili sul mercato.
Il cavo principale sarà collegato ad una Junction Box principale, come nel layout del telescopio NEMO. Questa Junction Box principale conterrà una serie di trasformatori, collegati tra di loro per permettere una ridondanza ed una maggiore affidabilità del sistema, e di una serie di componenti elettronici necessari per il controllo della JB primaria, per la distribuzione della potenza alle varie JB, ect. La JB primaria è collegata tramite dei cavi elettro ottici alle JB secondarie.
Da ciascuna JB secondaria si dipartono i cavi elettro ottici che connettono la JB con ogni torre. Alla base della torre sarà collocato un Modulo di Controllo di Torre (MCT) che alloggerà un alimentatore e i dispositivi necessari a raccogliere i dati provenienti da ogni singolo piano. Ogni piano avrà a sua volta un organo di gestione dei dati da e per i singoli sensori che sarà alloggiato nel Modulo di Controllo Locale (MLC) presente in ogni piano (fig. 12).
Per l’alimentazione dell’intero laboratorio sottomarino, a causa di vincoli tecnologici (per esempio la tensione massima imposta alla rete dai connettori sottomarini, cavi di sezioni ridotte, ecc.), nasce l’esigenza di utilizzare più livelli di tensione al fine di ridurre il più possibile le perdite.
Il rivelatore verrà alimentato grazie ad un cavo elettro-ottico principale che da terra giunge sino al sito sottomarino. La rete elettrica del laboratorio sottomarino può essere suddivisa in tre sottosistemi, tenendo conto sia della dislocazione dei carichi sia delle loro caratteristiche elettriche:
• sistema di trasmissione (da terra al sito del laboratorio);
• sistema di distribuzione primaria (dal cavo principale alle Junction Box);
Fig. 12 - Disposizione dei Moduli di Controllo Locali (MCL) e del Modulo di Controllo di Torre (MCT) lungo la torre
Progetto NEMO - Fase 1
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• sistema di distribuzione secondaria (dalle Junction Box ai piani della torre);
• sistema di distribuzione sul piano.
7. Sistema di trasmissione dati
7.1 Dimensionamento dei canali trasmissivi Il trasporto delle informazioni, in esperimenti di questo tipo, esige due canali: uno dal mare verso terra (convenzionalmente, canale in salita) ed uno dalla terra verso il mare (canale in discesa).
La quantità di dati da scambiare per il canale in salita é di circa 5 Mbps per la presa dati dal Modulo Ottico più pochi kbps provenienti dagli apparati di controllo (termometri, pressostati etc.); in discesa si ha il canale di sincronizzazione più pochi kbps per il controllo degli strumenti di misura ambientali.
Il flusso dei dati complessivo per piano, alla luce di questi dati, é circa di 20 Mbps in salita e circa 40 kbps in discesa. In definitiva bisogna creare due canali di comunicazione, uno ad alta velocità ed unidirezionale (in salita) ed un altro a bassa velocità bidirezionale (in salita e in discesa). Un particolare non trascurabile é la necessità, che discende dalla natura dell’esperimento, di temporizzare tutto l’apparto in modo assolutamente isocrono e quindi il tipo di collegamento al quale ci si deve riferire é quello sincrono.
7.2 Considerazioni progettuali Ai fini della descrizione é utile suddividere l’apparato nelle parti in cui si generano o si raggruppano i segnali (Fig. 13), queste parti sono: Modulo Ottico, Modulo di Controllo Locale, Modulo di Controllo di Torre e Junction Box. Il Modulo Ottico, che è contenuto in una sfera trasparente di cerca 40 cm di diametro trovano posto un fotomoltiplicatore, l’elettronica di cattura e di acquisizione ed alcuni sensori ambientali. Ogni Modulo Ottico si collega al centro del piano per mezzo di un cavo metallico a sei conduttori lungo circa 20 m.
Tutte le comunicazioni sono di tipo seriale autosincrone ed il tipo di dati impone una codifica di trasmissione “proprietary”. La circostanza di non poter usare una interfaccia standard é venuta alla luce dopo una ricerca estensiva di tutto ciò che offre il mercato (ricerca effettuata con pesanti limitazioni al contorno, come consumo, costo, dimensioni, affidabilità, etc…).
Nel Modulo di Controllo Locale trova posto l’elettronica che raggruppa i segnali provenienti dai Moduli Ottici e da altri sensori ambientali (bassa velocità, canali di controllo bidirezionali) e forma un unico flusso seriale (bidirezionale) da scambiare con le apparecchiature nella Base della Torre. Il collegamento, a larga banda, è su fibra ottica e con le caratteristiche dell’interfaccia STM-1 dello standard SDH.
Questa scelta é particolarmente raccomandata poiché da questo punto in poi (Modulo di Controllo Locale) i canali di trasmissione sono standard e si é quindi nella possibilità di scegliere apparecchiature nel vastissimo panorama della produzione industriale.
Nel Modulo di Controllo di Torre viene alloggiata l’apparecchiatura che, da un lato, viene alimentata dai sedici flussi STM-1, provenienti dai rispettivi piani, e fornisce dall’altro lato un unico flusso STM-16 da spedire alla Junction Box.
Progetto NEMO - Fase 1
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Nella Junction Box vi é l’apparecchiatura che riceve segnali da una o più torri e incanala il tutto in un’unica fibra ottica pilotandola con una potenza adeguata al superamento dei circa 100 km che la separano dalla terraferma.
7.3 Caratteristiche dei sottoinsiemi
7.3.1 Lo standard STM-1
Per fissare definitivamente le caratteristiche riguardanti il numero di canali, la larghezza di banda, la possibilità di una certa elasticità nel progetto di Fase 1, è necessaria una breve introduzione allo standard STM-1. Questo standard consente di trasportare dati alla velocità di 155 Mbps che si giustifica pensando alla necessità di portare a circa 750 m (dal piano più alto di una Torre fino alla sua base) un flusso di dati di parecchie decine di Mbps. Un canale di
Fig 13 - Flussi “in salita” della torre
Progetto NEMO - Fase 1
23
comunicazione così largo e su queste distanze è trasportabile solo su fibra e, di fatto, il primo standard in fibra che si incontra nella letteratura di settore è proprio l’STM-1 che consente non solo il traffico generato da NEMO ma anche una discreta flessibilità. L’intera banda di 155 Mbps è costituita assemblando 2430 flussi da 64 kbps.
Parte di questi flussi (81) sono riservati alla gestione di questo standard mentre i rimanenti (2349) è possibile usarli liberamente. Questo fatto consente una grande flessibilità perché permetterà, senza cambiare nulla, o la gestione di canali fisici con larghezza di banda maggiore del previsto od un diverso numero di canali.
7.3.2 Elettronica di Acquisizione
L’elettronica di cattura e d’acquisizione risiede vicini ai sensori all’interno dei Moduli Ottici. Un sistema di trigger Hardware/Software consente di prelevare, codificare ed inviare in avanti soltanto i dati relativi a segnali significativi. Il campionamento dei segnali avviene a 200 Mcampionamenti/secondo con conversione pseudologaritmica ad otto bit. Con questa tecnica è possibile ridurre il flusso medio a circa 5 Mbps dipendente dal sito e dalle dimensioni del fotomoltiplicatore.
In questa fase sperimentale (FASE 1) non è inopportuno fissare il flusso massimo a 10 Mbps. I dati vengono trasmessi in formato seriale con una opportuna codifica (PPM); in questo flusso vengono anche “introdotti” i dati di controllo lento provenienti dai sensori ambientali presenti anch’essi nel Modulo Ottico. Un secondo flusso di dati, in direzione opposta, viene spedito alla medesima elettronica per fornire il segnale di sincronismo e dati (lenti) di controllo e configurazione poichéè possibile da terra cambiare le funzionalità. Riassumendo, ogni canale di misura si interfaccia con il mondo esterno con una interfaccia seriale, sincrona, bidirezionale, asimmetrica (10 Mbps in salita, 9.6 kbps in discesa).
7.3.3 Elettronica nel Modulo di Controllo Locale
L’elettronica del concentratore (Fig. 15) svolge il ruolo fondamentale di interfacciamento tra un insieme di periferiche (i canali di misura) non standard e la rete di trasporto dati perfettamente standardizzata.
Fig. 14 – Schema dell’elettronica di acquisizione
Progetto NEMO - Fase 1
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Anche quest’elettronica è composta in larga misura da componenti programmabili e quindi, da terra, è possibile cambiarne la funzionalità. Il lato “mare” del concentratore serve quattro canali di misura più almeno quattro porte seriali bidirezionali asincrone (RS232) per servire i canali di servizio (sensori ambientali). Il lato “terra” del concentratore sarà costituito da un’interfaccia standard STM-1 in fibra ottica.
7.3.4 Elettronica nel Modulo di Controllo di Torre
L’apparato installato nella Base di ogni Torre è da scegliere tra quelli offerti dal mercato delle telecomunicazioni. Il suo lato “mare” dovrà servire i sedici flussi STM-1 provenienti dai piani che compongono una Torre ed il suo lato “terra” fornirà un unico flusso STM-16, eventualmente ad una specifica lunghezza d’onda per poter consentire un multiplex ottico. Tutte le interfacce di questo apparato saranno in fibra ottica.
7.3.5 Elettronica nella Junction Box
Anche quest’apparato sarà da scegliere tra quelli offerti dal mercato delle telecomunicazioni. Esso dovrà acquisire i segnali provenienti dalle torri, almeno sedici, e convogliarli tutti in un unico flusso da spedire a terra. Anche in questo caso tutte le interfacce saranno in fibra ottica.
7.4 Proposta di Elettronica per il progetto NEMO Fase 1 Per il progetto di Fase 1 composto da due Torri saranno necessarie le seguenti apparecchiature (Fig. 16):
nel sito subacqueo
128 Moduli di acquisizione;
32 Moduli di Concentratore;
Fig. 15 – Schema dell’elettronica del concentratore
Progetto NEMO - Fase 1
25
2 Moduli di Base 16 STM-1 → 1 STM-16;
1 Modulo (nella Scatola di Interconnessione) 16 STM-16 → 1 STM-256;
nel sito a terra
1 Modulo (nella Scatola di Interconnessione) 16 STM-16 → 1 STM-256;
2 Moduli di Base 16 STM-1 → 1 STM-16;
32 Moduli di Concentratore (come sopra con qualche diversità);
1 Apparecchiatura di controllo e gestione della strumentazione per le telecomunicazioni.
8. Obiettivo Finale del Progetto “Fase 1” L’obiettivo finale del progetto sarà quello di riuscire a dimostrare la fattibilità del telescopio sottomarino ed in particolare:
• prototipazione delle strutture meccaniche e verifica dei materiali;
• trasmissione e ricezione dei dati dal sottosistema sottomarino alla stazione di terra;
• controllo della strumentazione sottomarina ed eventuali possibilità di variare i parametri di funzionamento;
• Alimentazione dei componenti sia in condizioni di regime che in condizioni di accensione e/o spegnimento del sistema;
Fig. 17 - Diagramma schematico del sistema di acquisizione della FASE 1.
Progetto NEMO - Fase 1
26
• Distribuzione della potenza tra i vari sottosistemi sottomarini, analisi di funzionamento dei loop di sicurezza;
• Monitoraggio strutturale della torre e degli altri componenti meccanici mediante una opportuna rete di sensori (strain gauges a fibra ottica);
• Definizione delle procedure di deployment: impacchettamento e trasporto della torre, deployment della torre e delle junction boxes, svolgimento della torre nella sua configurazione finale, connessione dei sistemi meccanici mediante l’utilizzo di jumper e ROV;
• Funzionalità del sistema di posizionamento;
• Recupero delle strutture;
• Redazione delle procedure di qualificazione dell’esperimento.
9. Definizione dei principali obiettivi realizzativi Il progetto prevede:
• Definizione delle specifiche - Definizione del layout del telescopio: ottimizzazione della struttura, del numero di
connessioni, della lunghezza dei cavi elettro ottici, ….
- Definizione delle procedure per il deployment e la connessione del telescopio
- Definizione delle procedure di qualificazione dell’esperimento: test delle strutture a terra ed in acqua, sistema di qualità, …
• Progettazione - Progettazione della Junction Box primaria
- Progettazione dei sistemi di connessione
- Progettazione delle junction box secondarie
- Progettazione delle torri: moduli di controllo locali, piani, sistemi di collegamento dei moduli ottici con i piani, cablaggio elettrico ed ottico, sistemi di collegamento tra piani, ….
- Progettazione del sistema di posizionamento
- Progettazione del sistema di alimentazione (stazione di terra e laboratorio sottomarino)
- R&D su sistemi per la trasmissione dati e potenza non a contatto in ambienti sottomarini
- Progettazione dell’elettronica
- Progettazione del sistema di trasmissione dati
- Progettazione della stazione di terra
Progetto NEMO - Fase 1
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• Realizzazione - Realizzazione della junction box primaria;
- Realizzazione di 2 junction box secondarie;
- Realizzazione meccanica di due torri;
- Realizzazione del sistema di posizionamento;
- Realizzazione del sistema di trasmissione dati (stazione di terra, JB, ..)
- Realizzazione del sistema di distribuzione della potenza
- Integrazione di tutta la sensoristica con il sistema di trasmissione dati
- Integrazione della strumentazione, dell’elettronica, dei PMT con la torre;
- Realizzazione del sistema di controllo del laboratorio
• Deployment e connessioni - Posa della junction Box primaria e delle due junction box secondarie;
- Posa delle torri;
- Collegamento dei componenti tramite ROV;
10. Articolazione del progetto Il diagramma di sviluppo temporale del progetto è mostrato nell’allegato A. Esso comprende anche le attività già realizzate presso il Test Site dei LNS, quali la realizzazione e posa del cavo elettro-ottico e la ristrutturazione dell’edificio da adibire a laboratorio di terra.
Per la realizzazione del progetto Fase 1 si prevede di fare ricorso per la maggior parte a fonti di finanziamento esterne all’INFN. In particolare sono state individuate due tipologie di finanziamenti cui accedere:
• Finanziamenti previsti dal Bando n. 68/2002 del 23 gennaio 2002 per la presentazione di progetti nell’ambito del Piano Operativo Nazionale (PON) per la “Ricerca Scientifica, Sviluppo Tecnologico, Alta Formazione”, Asse II, Misura II.1 “Rafforzamento del Sistema Scientifico Meridionale”. La tipologia di attività cui fare riferimento è il “Potenziamento della dotazione di attrezzature scientifico tecnologiche”. Il bando prevede il finanziamento di progetti proposti in cofinanziamento da Università o Enti Pubblici di Ricerca realizzati in zone Obiettivo 1. L’ammontare dei progetti proposti può raggiungere un massimo di 5 milioni di Euro, di cui un massimo di 3 milioni di Euro cofinanziati dal MIUR ed un massimo di 2 milioni di Euro cofinanziati dall’Ente proponente. La quota minima di finanziamento da parte dell’Ente proponente non può essere, comunque, inferiore al 10% dell’ammontare del progetto. All’interno della quota in cofinanziamento dell’Ente sono contabilizzabili tutte le spese eleggibili sostenute a partire dal 1 gennaio 2000. Il livello di cofinanziamento garantito dal soggetto proponente concorre, nella misura di 20 punti su 100, alla determinazione della valutazione del progetto. I progetti devono essere completati entro due anni dall’erogazione dei fondi.
• Finanziamenti previsti dal Decreto Legislativo n. 297/99 del 27 luglio 1999, che prevede agevolazioni per attività di preminente ricerca industriale. In questo caso i progetti, nel
Progetto NEMO - Fase 1
28
caso in cui siano presentati da un Ente Pubblico di Ricerca, devono prevedere la partecipazione in partenariato di uno o più soggetti industriali con una quota non inferiore al 30%. La percentuale di cofinanziamento del MIUR può arrivare ad un massimo del 70% nel caso di attività di ricerca svolte in zone Obiettivo 1.
Per quanto riguarda il progetto PON, essendo fissato il budget a disposizione per gli interventi previsti dal bando in oggetto ad un tetto di 39 milioni di Euro, si è ritenuto opportuno presentare il progetto alla prima scadenza disponibile (31 maggio 2002). La presentazione del progetto è stata approvata nel Consiglio Direttivo del 24 maggio 2002.
Per i progetti relativi al DL 297 non esistono scadenze per la presentazione dei progetti. Il budget è definito con stanziamenti previsti nella legge finanziaria. Anche in questo caso è opportuno presentare il progetto prima possibile. Considerando i tempi necessari per la redazione della domanda, riteniamo possibile che essa sia inoltrata entro la fine di settembre 2002.
Nonostante le indicazioni del bando fissino in tre mesi il tempo massimo per la valutazione dei progetti, sulla base di informazioni riguardo all’iter in corso di altri progetti si può stimare in circa un anno il tempo necessario allo svolgimento delle procedure preliminari di approvazione, dalla presentazione del progetto all’erogazione dei fondi. Pertanto si ritiene essenziale aggiungere a questi due progetti (PON e 297) una fase preparatoria, che includerà la parte di definizione delle specifiche dell’intero progeto FASE 1, la realizzazione di alcuni prototipi di strutture (sulla cui funzionalità è essenziale avere delle risposte in tempi brevi) e la progettazione esecutiva. I finanziamenti necessari saranno richiesti alla Commissione II dell’INFN come finanziamenti per il 2003 (con anticipi, ove possibile, al bilancio 2002). Questo permetterà di trovarsi al momento dell’erogazione dei fondi, supposta per maggio 2003 per il progetto PON e per settembre 2003 per il progetto 297, nelle condizioni di iniziare immediatamente la fase realizzativa che, come già ricordato, deve concludersi entro due anni.
Sulla base di tali considerazioni il programma del progetto NEMO FASE 1 è stato articolato in tre parti per le quali si prevede di ricorrere alle differenti fonti di finanziamento sopra indicate:
• Prima parte: definizione delle specifiche, realizzazione di alcuni prototipi e progettazione esecutiva (INFN).
• Seconda parte: realizzazione delle infrastrutture del laboratorio sottomarino di Fase 1 (PON).
• Terza parte: realizzazione delle strutture delle torri con la strumentazione (Legge 297).
Prima parte (esperimento NEMO-RD, INFN) Questa parte delle attività si articola su un periodo di circa un anno dal luglio 2002 al giugno 2003 e prevede, oltre alla definizione delle specifiche del sistema, anche la realizzazione di prototipi di parti meccaniche ed elettroniche e la progettazione esecutiva.
Le attività previste sono:
• Progettazione preliminare dell’elettronica, sistema di controllo e acquisizione dati;
• Analisi di affidabilità del sistema;
• Progettazione esecutiva della meccanica delle Junction Boxes;
• Progettazione esecutiva della torre;
Progetto NEMO - Fase 1
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• Realizzazione di un modello in scala della torre;
• Realizzazione un prototipo di due piani della torre;
Seconda parte (progetto PON) Questa parte del progetto comprende la realizzazione delle infrastrutture del laboratorio sottomarino: junction boxes, sistema di alimentazione e controllo, parte del sistema di trasmissione dati.
Le attività previste sono:
• Progettazione e realizzazione della JB principale;
• Progettazione e realizzazione di due JB secondarie;
• Progettazione e realizzazione della parte a terra e di quella interna alle JB del sistema di alimentazione e controllo;
• Progettazione e realizzazione della parte a terra e di quella interna alle JB del sistema di acquisizione dati;
• Realizzazione dei cavi di interconnessione delle JB;
• Integrazione, assemblaggio e test delle JB;
• Deployment e connessione delle JB;
• …
• …
Per questo progetto è stata individuata come fonte di finanziamento il bando 68/2002 per la presentazione di progetti nell’ambito del PON ricerca. Il progetto da sottoporre al MIUR prevede la realizzazione di una infrastruttura sottomarina permanente ad alta profondità in grado di effettuare attività rivolte alla realizzazione di prototipi per la verifica di soluzioni tecniche per il telescopio per neutrini da 1 km3 e varie attività interdisciplinari. Il progetto include, come quota in cofinanziamento da parte dell’INFN, tutte le realizzazione relative al Test Site dei LNS effettuate dopo il 1-1-2000, ed in particolare: la ristrutturazione dell’edificio adibito a laboratorio a terra completo di impianti, l’acquisto dei connettori per le terminazioni del cavo elettro-ottico, la realizzazione e la messa in opera delle terminazioni del cavo elettro-ottico.
L’ammontare complessivo del progetto è stato valutato in 4.475.000 Euro, di cui 3.000.000 da richiedere come finanziamento MIUR e 1.475.000 come quota di cofinanziamento da parte dell’INFN. Di questa quota 1.100.000 Euro fanno riferimento a spese già effettuate o programmate dai LNS sul bilancio 2002. Per la parte restante della quota in cofinanziamento potranno essere conteggiate parte delle spese effettuate utilizzando i finanziamenti erogati dalla Commissione II per il 2002-2003 per la parte 1 del progetto.
Terza parte (progetto 297) Questo parte del progetto comprende la realizzazione di due torri equipaggiate con moduli ottici e tutta la strumentazione necessaria (sistema di posizionamento acustico, sensori oceanografici, …) nonché di tutta l’elettronica della torre compresa la parte del sistema di alimentazione e del sistema di trasmissione dati alloggiata all’interno della torre.
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Le attività previste sono:
• Progettazione e realizzazione di due torri;
• Realizzazione di 128 Moduli Ottici;
• Progettazione e realizzazione dell’elettronica della torre;
• Progettazione e realizzazione della parte del sistema di trasmissione dati all’interno della torre;
• Integrazione, assemblaggio e test delle torri;
• Deployment e connessione delle torri;
• …
• …
Per questo progetto è stata individuata, come possibile fonte di finanziamento, le agevolazioni previste dal Decreto Legislativo n. 297/99 per attività di preminente ricerca industriale
In questo caso sarà necessaria la presenza tra i richiedenti di almeno un partner industriale con una quota non inferiore al 30% del valore del progetto.
Diverse imprese hanno espresso interesse a partecipare a questo progetto, in particolare:
Consorzio HBS Network, per quanto riguarda la progettazione, realizzazione di parti meccaniche e assemblaggio di componenti (moduli ottici, moduli di elettronica, …);
Pirelli S.p.A., per quanto riguarda la realizzazione dei cavi elettro-ottici, del sistema di trasmissione dati e dell’engineering del sistema;
Whitehead Alenia S.p.A., per quanto riguarda il sistema di posizionamento acustico.
INFORMAZIONI GENERALI
Ricerca di oscillazioni neutrino mu - neutrino tau su Long Baseline (Fascio NGS)
L.N.G.S.
SpS/CERN
Fascio di neutrini muonici NGS
Ricerca di oscillazioni di neutrino mu - neutrino tau nella regione dei parametri dioscillazione indicata dal deficit di neutrini atmosferici e dalla sua dipendenza azimutale
Apparato ibrido costituito da Emulsion Cloud Chamber (ECC) completata da rivelatorielettronici e spettrometri per muoni
Gruppo Collegato AQ,BA, BO, L.N.F., LNGS, NA, PD, RM1, Gruppo Collegato SA
Aichi, Ankara, Annecy, Beijing, Berlin, Bern, Brussels, Funabashi, CERN, Hagen.Hamburg, Haifa, Kobe, Lyon, Moscow, Munster, Nagoya, Orsay, Rostock, Strasbourg,Shantung, Utsunomiya , Zagreb
fino al 2011
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
ROMA I
346 OPERA 2
M.Teresa Muciaccia
Bari
Inc. di RicercaGiovanni Rosa
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
[email protected]:[email protected]:
(a cura del responsabile locale)
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Codice EsperimentoOPERA
Gruppo2346
Resp. loc.: Giovanni Rosa
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
Attrezzature per emulsioni al Gran Sasso
Predisposizione di emulsion storage con schermo Fe al LNGS
Riunioni per R&D microscopi e software
Lab. Emulsioni, altre infrastrutture e test al Gran Sasso
Test beam e test in Giappone
Note:
Test e preparazione infrastrutture al Gran SassoRiunioni di Collaborazione e dei gruppi italiani di OPERA
Upgrade microscopio con scheda digitizzatrice e telecamera
Progetto
Consumo Lab. Microscopio in sede e spese generali
Riunioni di Collaborazione in Europa e Giappone Riunioni di software e per R&D di analisi di immagineCoordinamento infrastrutture emulsioni (con Giappone)
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
20,0
10,0
50,0
29,0
26,0
30,0
35,0
60,0
180,0
6,0
9,0
20,03,0
25,0
10,0
7,55,54,0
10,0
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
Codice EsperimentoOPERA
Gruppo2346
Resp. loc.: Giovanni Rosa
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
29,0 26,0 30,0 35,0 60,0 180,0
TOTALI 26,0 30,0 35,0 60,0 180,0
ANNIFINANZIARI
2003
29,0
Codice EsperimentoOPERA
Gruppo2346
Resp. loc.: Giovanni Rosa
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoOPERA
Gruppo
ROMA I
2346
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
2,0
2,0Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei TecnologiTecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici 3,0
2,5Tecnici Full Time Equivalent
Righini Pierpaolo 1002AsRic1
Rosa Giovanni 1002P.A.2
Berardo Lucilla Cter 1001
Pecchi Paola Cter 1002
Ruggieri Alessandro Cter 503
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Giovanni Rosa
Codice EsperimentoOPERA
Gruppo
ROMA I
2346
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (cont.)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Giovanni Rosa
INFORMAZIONI GENERALI
Ricerca di onde gravitazionali
CERN, L.N.F.
ROG
Onde Gravitazionali
Antenna Gravitazionale
L'Aquila, L.N.F, Roma1, Roma2
60 mesi
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
ROMA I
498 ROG 2
E. Coccia/F. Ronga
Roma2
AssociatoGian Vittorio Pallottino
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
[email protected]:e-mail:
(a cura del responsabile locale)
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Codice EsperimentoROG
Gruppo2498
Resp. loc.: Gian Vittorio Pallottino
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
Dischi per Database FFT
Missioni interno
Explorer (team CERN)
Turni al CERN (4 + mesi uomo)
Note:
Preamplificatori e filtri per Explorer
Magazzino CERN
Collaborazioni Internazionali
Consumi di magazzino Roma1SoftwareManut. elettronica
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
8,0
10,0
6,0
27,0
29,0
23,0
85,0
6,0
20,0
13,0
7,0
8,04,04,0
5,0
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
Codice EsperimentoROG
Gruppo2498
Resp. loc.: Gian Vittorio Pallottino
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
6,0 27,0 29,0 23,0 85,0
TOTALI 87,0 119,0 98,0 322,0
ANNIFINANZIARI
2003
18,0
4,0 20,0 30,0 25,0 79,020044,0 20,0 30,0 25,0 79,020054,0 20,0 30,0 25,0 79,02006
Codice EsperimentoROG
Gruppo2498
Resp. loc.: Gian Vittorio Pallottino
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoROG
Gruppo
ROMA I
2498
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
4,0
2,9Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei TecnologiTecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici 3,0
1,8Tecnici Full Time Equivalent
Astone Maria Pia I Ric 10021
Bonifazi Paolo 602CNR2
Pallottino Gian Vittorio 1002P.O.3
Torrioli Guido 302CNR4
Federici Gianni Cter 1001
Martinelli Giancarlo 40CNR2
Serrani Eugenio 40Univ.3
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Gian Vittorio Pallottino
Codice EsperimentoROG
Gruppo
ROMA I
2498
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (cont.)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Gian Vittorio Pallottino
INFORMAZIONI GENERALI
Onde Gravitazionali
Sezione di Roma
Ricerca di Onde Gravitazionali
VIRGO
Firenze/Urbino, Frascati, Napoli, Perugia, Pisa, Roma 1
IPN (Lyon), EPSCI (Paris), LAL (Orsay), LAPP (Annecy), Observatoire de la Cote d'Azur
3 anni
Linea di ricerca
Laboratorio ovesi raccolgono i dati
Sigla delloesperimento assegnata
dal Laboratorio
Acceleratore usato
Fascio
(sigla e caratteristiche)
Processo fisico studiato
Apparato strumentale utilizzato
Sezioni partecipanti all'esperimento
Istituzioni esterneall'Ente partecipanti
Durata esperimento
Mod. EC. 1
Esperimento Gruppo
Ricercatoreresponsabile locale:
RappresentanteNazionale:
Struttura diappartenenza:
ROMA I
VIRGO 2
Adalberto Giazotto
Pisa
Fulvio Ricci
CodiceISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
[email protected]:[email protected]:
(a cura del responsabile locale)
Posizionenell'I.N.F.N.:
PREVENTIVO LOCALE DI SPESA PER L’ANNO 2003In kEuro
(a cura del responsabile locale)Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
Codice EsperimentoVIRGO
Gruppo2
Resp. loc.: Fulvio Ricci
VOCIDI
SPESA
DESCRIZIONE DELLA SPESA
Consorzio Ore CPU Spazio Disco Cassette Altro
Totale
Vedi allegato 11,0
Storage da 1 Tbyte (8 kEuro)+Server (3 kEuro)
Cambio braccetti marionetta MACOR (sub judice EGO)
16 mesi/uomo (3 kEuro/mese)
Diodi Laser con fibra ottica, lampade e alimentatori
Collaborazione con TAMA &Caltech sospensioni
Note:
Cluster da kSI 2000 (1 kSI2000=2.5 kEuro)
Manutenzione modal analyser
Costi Connessione ed installazione cluster (rack+cavi+switch)
Collaborazione USA (Ligo/Virgo network Software tool)
Due camere CCD raffreddate per bassa intensità (sub judice EGO)
R&D Low frequency facility (cambio payload)
Estensione network GEO/TAMA
R&D: Refrigeratore a 4 K
Running cost laboratorio (manutenzione strumentazione e liquidi)
Analizzatore di spettro
IMPORTI
ParzialiTotale
Compet.
A cura del la Comm.ne Scient i f ica Nazionale
35,0
11,0
11,0
50,0
48,0
36,0
100,0
11,0
5,0
298,0
50,0
548,0
48,0
5,0
5,0
175,0
25,0
20,0
40,0
6,0
30,0
52,020,0
15,0
Sono previsti interventi di edilizia e/o impiantistica che ricadono sotto la disciplina della legge Merloni?Breve descrizione dell'intervento:
(a cura del responsabile locale)All. Mod. EC. 2
ROMA I
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
ALLEGATO MODELLO EC 2
Spese CalcoloSupporto sviluppo software Hough Code (CASPUR) 7Mat lab license+new itanium compilers 4 Tot 11
Codice EsperimentoVIRGO
Gruppo2
Resp. loc.: Fulvio Ricci
In kEuro
Mod. EC. 3
Note:
PREVISIONE DI SPESA: PIANO FINANZIARIO LOCALE
PER GLI ANNI DELLA DURATA DEL PROGETTO
(a cura del responsabile locale)
Osservazioni del Direttore della Struttura in merito alladisponibilità di personale e di attrezzature:
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
ROMA I
Struttura
Miss. interno
Miss. estero
Mater. di cons.
Trasp.eFacch.
SpeseCalcolo
Affitti emanut.appar.
Mat.inventar.
Costruz.apparati
TOTALECompetenza
48,0 36,0 100,0 11,0 5,0 298,0 50,0 548,0
TOTALI 116,0 600,0 41,0 5,0 1'798,0 50,0 2'858,0
ANNIFINANZIARI
2003
248,0
100,0 40,0 250,0 15,0 750,0 1'155,02004100,0 40,0 250,0 15,0 750,0 1'155,02005
Codice EsperimentoVIRGO
Gruppo2
Resp. loc.: Fulvio Ricci
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ricerca Assoc.
Affer. al
Gruppo
Numero totale dei Ricercatori
Codice EsperimentoVIRGO
Gruppo
ROMA I
2
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA
RICERCATORI
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 23 Ass. Tecnol.
TECNOLOGI
N N
6,0
5,2Ricercatori Full Time Equivalent
Numero totale dei Tecnologi 2,0
2,0Tecnologi Full Time Equivalent
Cognome e Nome
Qualifica
Dipendenti Incarichi
Ruolo Art. 15 Collab.tecnica
Assoc.tecnica
TECNICI
N
Numero totale dei Tecnici 4,0
2,4Tecnici Full Time Equivalent
Bizzarri Romano 1002P.O.1
Brocco Laura 1002AsRic2
Frasca Sergio 1002R.U.3
Paparo Gabriele 502CNR4
Rapagnani Piero 702P.A.5
Ricci Fulvio 1002P.O.6
Palomba Cristiano 100Tecn1
Puppo Paola 100Tecn2
Ciaccafava Mauro O.T. 901
Martinelli Giancarlo 30CNR2
Perciballi Maurizio Cter 903
Serrani Eugenio 30Univ.4
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 7
Resp. loc.: Fulvio Ricci
Codice EsperimentoVIRGO
Gruppo
ROMA I
2
ISTITUTO NAZIONALE DI FISICA NUCLEARE
Preventivo per l'anno 2003
Struttura
COMPOSIZIONE DEL GRUPPO DI RICERCA (cont.)
SERVIZI TECNICI Annotazioni:
(a cura del responsabile locale)Mod. EC/EN 8
Denominazione mesi-uomo
Resp. loc.: Fulvio Ricci
ALLEGATO N. 1 ALLA RICHIESTA DI FINANZIAMENTO DELL’ESPERIMENTO VIRGO PER LA SEZIONE DI ROMA 1 PER IL 2003.
L’attività del gruppo della Sezione di Roma 1 della collaborazione VIRGO si articolaprincipalmente in quattro grandi temi:
Le Memorie di Posizione e l’ Allineamento Non Lineare.
L’ultimo stadio di sospensione degli elementi ottici di VIRGO: il payload.
L’Analisi Dati ed il Calcolo.
Attività di R&D
Cercheremo di illustrare sinteticamente lo stato di ciascuna di queste attività per il2002 e le prospettive future per il 2003.
ATTIVITA DEL 2002
1- Le Memorie di Posizione e l’ Allineamento Non Lineare.L’installazione della nuova ottica per la funzione di trasferimento avverrà alla finedell’anno in collaborazione con il gruppo di Napoli. È stata definita la configurazioneottica di lavoro e nel mese di settembre si proverà in sede il primo sistema completocosi da poter provvedere al completamento degli ordini per tutte le torri di VIRGO equindi al montaggio a Cascina per la fine dell’anno 2002.
2- L’ultimo stadio di sospensione degli elementi ottici di VIRGO: il payload.Nell’ anno 2002 i nuovi payload sono stati costruiti nel primo semestre e sarannoinstallati nel secondo.
3- L’Analisi Dati ed il Calcolo.Per il ciò che concerne il calcolo di VIRGO, la fase di sperimentazione nel 2002 haraggiunto la prima milestone:
- test su piccola scala del sistema di gestione di code dedicato alla ricerca dei segnalicontinui, il software di base e della versione preliminare completa del software diesperimento (milestone di giugno 2002). È stato possibile andare oltre e testare ilsoftware della ricerca dei segnali continui a tutto cielo in ambiente GRID dedicato aVIRGO, costituito dalle tre farm distribuite a Napoli, a Bologna e a Roma.
La seconda milestone,- test della catena di analisi su dati a banda stretta cioè su dati selezionati di VIRGOCITF e (in collaborazione con ROG) su dati da antenne risonanti messi a disposizionedall’esperimento ROG (milestone di dicembre 2002)è prevista per la fine dell’anno almeno per l’analisi dei dati delle antenne risonanti.
4 - Attività di R&D
Nel 2002 abbiamo portato avanti in collaborazione con il gruppo del ICRR di Tokyo,uno studio sulle proprietà meccaniche del CaF2 a bassa temperatura. Il CaF2 è unpotenziale candidato per costruire specchi criogenici. Illustriamo qui in modosintetico il lavoro fatto e le misure sino ad oggi effettuate.Riportiamo qui lo schema e le foto dell’apparato oltre ad un grafico in cui sonosintetizzate le misure di caratterizzazione criogenica del CaF2.
- - Method: ring down- Excitation: PZT- Transducer: Capacitive- CaF2 sample: Φ50×25 mm- Suspension: 1 loop Φ75μm NbTi
Stiamo attualmente migliorando l’affidabilità del sistema di pick-up del segnale per lemisure di Q meccanico onde limitare ulteriormente la perturbazione indotta dalsistema di traduzione.
Infine, per quel che concerne il contributo romano all’attività relativa alla LowFrequency Facilità (LFF) installata a San Piero a Grado (Pisa), abbiamo provveduto asviluppare un nuovo sistema di sospensione del payload con il quale sono stateeffettuate le misure di caratterizzazione meccanica dell’intero sistema.
ATTIVITA e MILESTONE del 2003.
L’ultimo stadio di sospensione degli elementi ottici di VIRGO: il payload.
Nei primi mesi del 2003, una volta concluso il montaggio di VIRGO, è previsto ilcommissioning dei nuovi payloads (aprile 2003).In questa fase misureremo anche sui nuovi sistemi i termini non lineari residui diaccoppiamento presenti negli attuali sistemi di attuazione dei payolad che possonorendere più difficoltoso il controllo dell’interferometro e limitarne la sensibilità abassa frequenza. Per ottenere un’ulteriore riduzione dei termini non lineari occorreprocedere alla sostituzione dei braccetti metallici della marionetta con oggettiequivalenti in materiale ceramico (la ceramica assicura la compatibilità con lecondizioni di vuoto di VIRGO).Riportiamo in figura i risultati delle misure, effettuate in laboratorio sul prototipo dipayload installato a Roma. In ordinate è riportata, in funzione dell’ampiezza delsegnale inviato agli attuatori, una variabile angolare proporzionale al contributoquadratico in corrente del momento delle forze impresso alla marionetta. È evidentecome la marionetta con bracci non conduttori sia esente da tale contributo.Noi abbiamo già previsto nell’ambito delle richieste di finanziamento il costo perportare avanti questo cambiamento (fine anno 2003). Tale voce è accompagnata dalla dizione “sub-judice EGO” perchè noi intendiamoproporre ad EGO di accollarsi tale spesa. Ciò sarebbe naturale se dovesse accaderein corso di anno che il sistema “marionetta” , inventariato presso la Sezione di Roma1 dell’INFN, passi in comodato d’uso dalla Sezione al consorzio EGO.Nell’eventualità in cui ciò non dovesse accadere chiederemo alla Commissione II divalutare tale richiesta nel suo ambito tale richiesta.
Allineamento non lineare di VIRGO.
Una volta completato il montaggio di VIRGO occorrerà preliminarmente procedereall’allineamento ottico dei componenti (luglio 2003).La procedura di allineamento “non lineare” in VIRGO si basa sulla rivelazione delfascio laser in uscita dalle torri terminali Est ed Ovest di VIRGO. Quando le cavitàottiche sono disallineate il fascio di luce, che ha attraversato anche lo specchioterminale dell’interferometro ad altissima riflettività, sarà fortemente attenuato e conuna dimensione trasversale dell’ordine del centimetro. Risulterà quindi difficoltosorivelarne la posizione con telecamere analoghe a quelle attualmente utilizzate per ilcontrollo locale di posizione degli specchi.Per questo motivo proponiamo l’acquisto di due telecamere ad alta sensibilità(ottenuta raffreddando l’elemento sensibile) da porre all’esterno delle torri Est edOvest.Noi abbiamo già previsto nell’ambito delle richieste di finanziamento il costo perportare avanti questa installazione. Tale voce e’ accompagnata dalla dizione “sub-judice EGO” perchè noi intendiamo proporre ad EGO di accollarsi anche tale spesa.Cio’ sarebbe naturale se dovesse accadere in corso di anno che anche il sistema“allineamento” inventariato presso la Sezione di Roma 1 dell’INFN, passi incomodato d’uso dalla Sezione al consorzio EGO.Nell’eventualità in cui ciò non dovesse accadere chiederemo alla Commissione II divalutare tale richiesta nel suo ambito tale richiesta.
Attività di Calcolo
In virtù dell’accordo della Sezione di Roma di accogliere nelle strutture del servizioSICR, il Tier 2 di Virgo dedicato alla ricerca a tutto cielo di segnali continui emessidalle stelle di neutroni galattiche, noi proponiamo di procedere alla costituzione delprimo nucleo di questo Tier 2 di VIRGO, espandendo l’attuale farm ed installandouno “storage element” da 1 Tbyte essenziale per accogliere il data base dedicato(SFTDB).
Le milestone relative sono quindi la costruzione del SFTDB dei dati di VIRGO per laricerca dei segnali continui. (luglio 2003)Applicazione del metodo della trasforma di Hough ai primi dati VIRGO 2003,utilizzando i nodi di calcolo di VIRGO ( GRID job dispatch) (ottobre 2003)
Attività di R&D
LFF
Le misure effettuate sul sistema della LFF hanno evidenziato che è necessariocontrollare un ulteriore grado di libertà del sistema. Occorre inoltre garantire unamigliore compatibilità con le condizioni di vuoto del sistema. Per questo motivo sono
necessarie delle modifiche al payload che prevediamo di apportare nel corso del 2003(luglio).
Criogenia
Nell'anno di finanziamento richiesto si intende svolgere un primo studio di fattibilitàper il raffreddamento degli specchi dell’ interferometro.In particolare noi ci proponiamo di focalizzare lo studio
- sulla definizione di un sistema di raffreddamento a basso livello divibrazione per gli elementi ottici,
- sullo sviluppo di un modello criogenico dell’ultimo stadio di sospensionee controllo dello specchio.
L’obiettivo scientifico è quella di mettere a punto un apparato di dimensioni ridotterispetto al sistema utilizzato da VIRGO che permetterà di provare più rapidamente lepossibili configurazioni di raffreddamento misurando le perturbazioni meccano-acustiche indotte.Ci piace qui ricordare che alcuni dei componenti del gruppo VIRGO di Roma hannopartecipato a partire dagli anni 70 alla realizzazione delle antenne gravitazionalicriogeniche Explorer (1979) e Nautilus (1986). L’esperienza sviluppata con taliapparati criogenici ha insegnato quanto sia essenziale lavorare su prototipi piccoli perdefinire le strategie di raffreddamento e di riduzione delle extra sorgenti di rumoreintrodotte per raffreddare. La storia di tale ricerca è costellata di infruttuosi tentativisviluppati lavorando immediatamente su grande scala. Può essere utile ripercorre conl’ausilio della bibliografia allegata alcune delle tappe fondamentali del processo disviluppo che portarono dalle antenne a temperatura ambiente a quelle criogeniche. Siritiene quindi essenziale, procedere portando avanti prima lo studio di fattibilità su unprototipo sviluppato su una scala ragionevole (1:3) per poi, sulla base dei risultatiottenuti, costruire un prototipo in scala 1:1. Il motivo va semplicemente ricercato neitempi di messa a punto e di gestione degli apparati criogenici che crescono con ladimensione degli apparati.
Al fine di delineare la strategia di raffreddamento ci proponiamo inizialmentedi comparare l’entità delle vibrazioni introdotte dai sistemi di refrigerazione. Questaprima fase ci si orienterà sull'utilizzo di refrigeratori a ciclo chiuso con particolareattenzione ai Gifford – McMahon e a quelli a "Pulse Tube". Questi ultimi sono ilfrutto di una tecnologia sviluppata di recente, che consente di limitare la sorgente dirumore sismo-acustico legato alla presenza di parti meccaniche in movimento nellazona fredda. Misure degli spettri di rumore di accelerazione a bassa temperaturacontribuiranno a qualificare i diversi apparati.In parallelo si procederà alla progettazione di un primo prototipo di payloadcriogenico. Questo ci consentirà poi di effettuare prove di dissipazione meccanica sudifferenti materiali e per differenti configurazioni dello specchio sospeso.
Ci proponiamo quindi di affrontare il problema rispettando le seguenti milestone:
1) Analisi conclusiva dei dati delle proprietà meccaniche del CaF2 a bassatemperatura (ottobre 2003)
2) Misure di rumore generato in macchine refrigeranti atte a raffreddare gli specchi a4 K. (ottobre 2003)
3) Studio della configurazione ottimale di raffreddamento e progettazione di unprototipo di payload criogenico. (dicembre 2003)
Bibliografia relativa all’ applicazione delle tecniche di bassa temperatura negliesperimenti gravitazionali.
1) - L. Adami, M. Cerdonio, F. Ricci, G. L. Romani: "A superconducting straintransducer"; Applied Physics Letters 30, 240, (1977)
2) - M. Cerdonio, F. F. Ricci, G. L. Romani: "Toroidal Squid with ferromagnetic coresuperconducting transformer"; Journal of Applied Physics 48, 4799, (1977)
3) - E. Amaldi, P. Bonifazi, F. Bordoni, C. Cosmelli, V. Ferrrari, S. Frasca, U.Giovanardi, V. Iafolla, I. Modena, G. V. Pallottino, B. Pavan, G. Pizzella,, F. Ricci, S.Ugazio, G. Vannaroni: "Initial operation of the M=390 kg cryogenic GravitationalWave Antenna": Il Nuovo Cimento 1C, 497, (1978)
4) - F. Fuligni, F. Ricci: "A study on the external noise input in a Weber-typegravitational wave antenna"; Il Nuovo Cimento 4C, 93, (1981)
5) - U. Giovanardi, V. Iafolla, P. Napoleoni, B. Pavan, F. Ricci, S. Ugazio: "Thecryogenic detector of gravitational waves in Frascati"; Journal of Physics: ScientificInstruments, 14, 1067, (1981)
6) - F. Ricci: "Mechanical noise and low temperature physics aspects of thegravitational wave experiment"; in The Search of Gravitational Waves, E. Posada andG. Violini editors, 157, (1982) Word Scientific Pub.
7) - E. Amaldi, E. Coccia, C. Cosmelli, Y. Ogawa, G. Pizzella, P. Rapagnani, F.Ricci, P. Bonifazi, M. G. Castellano, G. Vannaroni, F. Bronzini, P. Carelli, V.Foglietti, G. Cavallari, R. Habel, I. Modena, G. V Pallottino: " Initial Operation atliquid helium temperature of the M=2270 kg 5056 Al gravitational wave antenna ofthe Rome group"; Il Nuovo Cimento 7C, 338, (1984)
8) - F. Bronzini, E. Coccia, I. Modena, P. Rapagnani, F. Ricci: "The cryogenic systemof the Roma group gravitational wave experiment"; Cryogenics 25, 234, (1985)
9) - E. Amaldi, C. Cosmelli, G. V. Pallottino, G. Pizzella, P. Rapagnani, F. Ricci, P.Bonifazi, M. G. Castellano, P. Carelli, V. Foglietti, P. Carelli, V. Foglietti, G.Cavallari, E. Coccia, I. Modena, R. Habel: "Preliminary results on the Operation of a2270 kg cryogenic gravitational wave antenna with a resonant capacitive transduceron a d.c. SQUID amplifier"; Il Nuovo Cimento 9C, 829, (1986)
10) - E. Coccia, I. Modena, G. Pizzella, P. Rapagnani, F. Ricci: " Features of thecooling at Ultra Low Temperatures of a Resonant Gravitational-Wave Antenna";Proceeding of the Fifth Marcel Grossmann meeting on general relativity, Perth,
Australia, 8 - 13 Aug. 1988, D. G. Blair and M. J. Buckingham ed., R. Ruffini seriesed., (1989) Word Scientific.
11) - E. Majorana, P. Rapagnani, F. Ricci: " Test facility for resonant transducer ofgravitational wave antennas"; Meas. in Science and Tech. - Jour. of Phys. E 3, (1992)501
12) - P. Astone, M. Bassan, P. Bonifazi, E. Coccia, C. Cosmelli, S. Frasca, E.Majorana, I. Modena, G. V. Pallottino, G. Pizzella, P. Rapagnani, F. Ricci, M. Visco:"Noise behaviour of the EXPLORER gravitational wave antenna during the ltransition to superfluid phase" Cryogenics, 32, (1992) 668 – 670
13) - P. Astone, M. Bassan, P. Bonifazi, F. Bronzini, P. Carelli, M.G. castellano, G.Cavallari, E. Coccia, C. Cosmelli, V Fafone, S. Frasca, E. Majorana, I. Modena, G. V.Pallottino, G. Pizzella, P. Rapagnani, F. Ricci, M. Visco: "First cooling below 0.1 Kof the new gravitational wave antenna of the Rome group"; Europhyscs Letters 16,(1991)23
14) - E. Majorana, N. Pergola, P. Puppo, P. Rapagnani, F. Ricci: "Observation of theBrownian motion of a mechanical oscillator by means of a Back Action EvadingSystem", Physics Letters A, 180, (1993), 43-49
15) - E. Majorana, P. Rapagnani, F. Ricci, P. Tricarico: " Anelastic and elasticproperties of a synthetic monocrystal of bismuth germanate Bi4 Ge3 O12 at lowtemperatures", Journ. of Alloys and Compounds 211/212, (1994), 640-643
16) - C. Cinquegrana, E. Majorana, N. Pergola, P. Puppo, P. Rapagnani, F. Ricci:"Performances of a super conductive parabridge transducer for liquid heliumtemperature applications" Cryogenics, 34, (1994), 443-447;