catalogo adidas outdoor 2011/2012

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adidas.com/outdoor AUTUNNO / INVERNO 2011 outdoor digital full version highlight autunno-inverno 2011 marocco road trip alexander huber patagonia in solitaria matteo piccardi ragni di lecco tre cime camillotto fabio palma ragni di lecco infinite jest monte cervino in coppia sulla cresta di furggen

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Adidas Outdoor collection 2011/2012

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Page 1: Catalogo Adidas Outdoor 2011/2012

adidas.com/outdoorAUTUNNO / INVERNO 2011

outdoordigital

full version

highlight autunno-inverno 2011

maroccoroad trip

alexander huber

patagonia in solitaria

matteo piccardi ragni di lecco

tre cime camillotto

fabio palma ragni di lecco

infinite jest

monte cervinoin coppia sulla cresta di furggen

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all passionIn solitaria, in gruppo o in coppia?La scelta spetta solo a te: preparati a metterti in gioco. Nei punti più impegnativi del percorso, dove la tua resistenza è messa a dura prova, goditi le emozioni del momento e vivi appieno la tua passione. Con gli amici, con un compagno o soli con il proprio zaino, condividiamo tutti la stessa passione. L’amore per gli sport all’aria aperta ci spinge a trovare soluzioni per il presente – e sempre nuove sfide per il futuro.

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Monte Cervino

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mONTE CERVINO

In coppia sulla Cresta di Furggen

“Dopo il duro lavoro di preparazione arriva finalmente la ricompensa: la scalata. Per me arrampicare è divertimento allo stato puro. È questo il mio punto di forza. La scalata inizia lungo una venatura, ed è abbastanza semplice. Poi ci sono gli strapiombi, dove l’arrampicata è molto esposta ed estenuante. Quando finalmente ho avvistato la cima ho pensato che fosse fatta, e mi sono sentita subito più sicura. mi ero lasciata alle spalle le mie paure, le avevo affrontate e sconfitte. Che emozione! Anche se spesso ho dovuto togliere i guanti per afferrare i piccoli appigli sugli strapiombi, non mi sono nemmeno accorta del freddo. Alle 12.45 ce l’avevamo fatta, eravamo in cima. Ero la prima donna ad aver scalato i 4.478 metri del monte Cervino in inverno, per la Cresta di Furggen. Ci siamo dati un bacio.

“Puoi farcela” mi aveva detto michi, il mio ragazzo, qualche settimana prima, quando mi aveva proposto per la prima volta di cimentarci in questa difficile arrampicata. Stiamo insieme da quasi cinque anni e da allora arrampichiamo in team, siamo stati sia sulle Alpi sia in Patagonia. In tutto questo tempo ho potuto constatare che “insieme siamo forti”.So che insieme possiamo affrontare molte sfide. Per questo ho detto

La maggior parte delle persone può solo sognare di guardare giù dalla vetta del Cervino. Si tratta di un’arrampicata estremamente impegnativa. Lo scorso marzo, il nostro team composto da Denise Wenger e Michi Lerjen è riuscito nell’impresa passando addirittura dalla difficilissima e minacciosa via della Cresta di Furggen. Il risultato? Denise sarà ricordata nei libri di storia come la prima donna ad aver portato a termine quest’impresa in inverno. Pensando a quel giorno, ci ha descritto i difficili traversi e i passaggi più faticosi della scalata e ci ha spiegato come affrontare questo genere di arrampicata in coppia.

Il Cervino è uno dei classici più ambiti dell’arco alpino. Ogni anno, centinaia di arrampicatori provenienti da tutto il mondo si confrontano con questa vetta ormai emblematica. La cittadina di Zermatt è il punto d’inizio delle spedizioni dirette a questo leggendario quattromila metri che troneggia alto sulla valle. ma non esiste una via facile per salire in vetta. La Cresta di Furggen è una delle vie d’ascesa più difficili, specialmente nei mesi invernali. ma anche la via più praticata, quella che passa per la Cresta di Hörnli, è impegnativa ed estenuante. Inoltre, la via è difficile da trovare, tanto che team di arrampicatori finiscono spesso nel ghiaione; per questo è consigliabile, anche per gli alpinisti esperti, farsi accompagnare da una guida locale.

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Solvay Hut4,003 m

Pico Muzio4,191 m

Red Tower

Hörnli Hut3,260 m

HöRnLI RIDge

Summit4,477.5 m

FuRggen RIDge

Bossi Bivouac3,345 m

Summit ridge

4,243 m

Monte Cervino

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subito sì alla cresta di Furggen. Ciononostante, nel momento in cui abbiamo iniziato il sentiero che porta al Bivacco Bossi, non ero più così sicura della mia scelta. Il mio pensiero correva ai traversi che ci attendevano: io li detesto, e in più, in questo caso erano appena visibili a causa della neve. Traversi ghiacciati e scivolosi: una prova di equilibrio sull’orlo di voragini verticali. Non ero più così sicura di volerlo fare. “Non raggiungeremo mai la vetta se continuiamo a camminare a passo di lumaca”, ha esclamato all’improvviso michi. ma non è mica facile camminare nella neve. Ed eccoci nel bel mezzo di una delle nostre tipiche litigate, col rischio di piantare lì tutto e interrompere la scalata.A pensarci adesso mi viene da sorridere. Per fortuna, dopo la notte trascorsa al bivacco ci siamo lasciati tutti i dubbi alle spalle.“Sarà una splendida giornata” mi ha detto michi alle due del mattino. Poco dopo, al primo tiro di corda, guardando michi che arrampicava con sicurezza e determinazione, ho capito che sarebbe stato un grande giorno. Il resto è andato molto rapidamente. Il secondo tiro e poi su per 400 metri lungo la cresta innevata attraverso il difficile canalone e poi per una seconda sezione di cresta coperta di neve, fino a raggiungere i 4.200 metri. L’aria diveniva man mano più rarefatta, ma non era questo a lasciarmi senza fiato. Quello che mi toglieva il respiro era la consapevolezza

che i temuti traversi erano lì dinanzi a me. “Devi aver fiducia nei tuoi ramponi, passo dopo passo”, mi incitava il mio compagno. “Andiamo” mi invitò, mentre fissava la piccozza per la prima sosta.Odio i traversi, davvero. mi tremavano le gambe mentre il vento ghiacciato mi frustava. Sapevo che michi seguiva ogni mio passo. ma sapevo anche che nessuno può aiutarti in montagna. Dipendeva tutto da me, potevo fare affidamento solo sulle mie forze. Dopo 90 minuti che mi sono sembrati infiniti, ce l’abbiamo fatta! Ci siamo fermati per una breve sosta sulla Cresta di Furggen. Ero felice. Sentivo che non c’erano più ostacoli dinanzi a me. ma non era esattamente così. Dovevamo ancora affrontare la discesa dalla Cresta di Hörnli, e proprio allora ci siamo resi conto che le condizioni non erano ideali.La neve era troppo leggera, con cristalli di ghiaccio delle dimensioni di grossi granelli di sale. Quando la neve ha questa consistenza non riesce a fare attrito. Ogni passo procede nel vuoto, prima di trovare la roccia invisibile sotto il piede. Era pericoloso. Abbiamo iniziato a litigare di nuovo: “Devi guardare avanti!” mi urlava michi. “Vai, vai! Devi muoverti!”. Era davvero insopportabile! Una volta gli ho dato anche del “Grampi”, che è l’appellativo che diamo in Svizzera agli arrampicatori che si avventurano senza guida. A posteriori, discussioni come questa ci fanno sorridere.So che è importante non fermarsi per non perdere la concentrazione. ma non riuscivo ad andare più veloce di così. Alla fine, la mia guida alpina

Denise Wenger 26 anni, è cresciuta ad Emmental (Svizzera). Il lavoro e la passione per la montagna l’hanno condotta a Zermatt. Appassionata di freeride e istruttrice di sci, ha iniziato ad arrampicare cinque anni fa, quando ha incontrato michi.

Michi Lerjen 25 anni, è cresciuto a Zermatt (Svizzera). La montagna è la sua passione, il suo passatempo e il suo sport. Quando non arrampica con Denise, guida i visitatori alla scoperta delle vette circostanti.

ha espresso una certa soddisfazione per il tempo totale che abbiamo impiegato a scalare il Cervino: “Niente male per un’arrampicata invernale” si è lasciato scappare orgoglioso.A proposito, abbiamo già pianificato la nostra prossima avventura. Questa volta abbiamo scelto uno scenario più caldo: lo Yosemite in California. Forse scaleremo il Nose, una parete leggendaria. Ce la faremo? Chi può dirlo!

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TECNOLOGIE ABBIGLIAmENTO

TeRReX™ Feather JacketGiacca leggera e super equipaggiata in GORE-TEX® Pro Shell sviluppata per gli sport di montagna invernali. michi Lerjen scala la cresta del Furggen, monte Cervino.

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adidas.com/outdoorI7

gORe-TeX® Pro Shell

GORE-TEX® Pro Shell è la soluzione ideale in condizioni estreme. La sua struttura a 3 strati comprende una speciale membrana in GORE-TEX® altamente performante, legata a un robusto materiale esterno e ad una resistente imbottitura appositamente sviluppata. Il vantaggio: la totale assenza di movimento fra i tre strati si traduce in una minore usura e in una maggiore durata del capo. Realizzati con i materiali più resistenti, traspiranti, impermeabili e antivento, i 3 strati GORE-TEX® Pro Shells rispondono alle esigenze dei professionisti e degli appassionati di attività sportive all’aperto.

Cappuccio regolabile compatibile con il casco

Tasche di ventilazione a zip con inserti in mesh per consentire

il passaggio dell’aria

Zip integrale zip centrale frontale

impermeabile e bidirezionale

ghetta antineve removibileestensibile e regolabile

Orlo regolabile con cordino

un taglio studiato appositamente per adattarsi ai movimenti tipici degli sport all’aperto. Garantisce massimo

comfort e totale libertà di movimento.

gORe-TeX® Pro Shell

protezione totale dagli agenti atmosferici,traspirante, per condizioni estreme

Aperture di ventilazione con zip sottomanica, per una regolazione

personalizzata del clima

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TERREX™ GORE-TEX® Active Shell Jacket #V10378

Taglio FORmOTION™, tessuto GORE-TEX® Active Shell cappuccio interamente regolabile e compatibile con il casco di protezione, doppia tasca zip ventilata.

€ 300,00

ABBIGLIAmENTO UOmO

TeRReX™gORe-TeX®ACTIVe SHeLL La giacca TERREX™ GORE-TEX® Active Shell è perfetta per gli sport di montagna che richiedono protezione totale dagli agenti atmosferici, elevata traspirabilità.

TERREX™ PrimaLoft®Jacket #O58765

Taglio FORmOTION™, isolamento PrimaLoft® per massimizzare il calore anche in condizioni di bagnato; capo leggerissimo e richiudibile nella tasca frontale superiore, doppie tasche laterali.

€ 160,00

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adidas.com/outdoorI9

TERREX™ Hybrid Pants #V10364

Taglio FORmOTION™, tessuto CLImAPROOF® Wind Soft Shell, struttura ibrida basata sul concetto adidas di Bodymapping, ghetta antineve regolabile, doppia tasca a zip, tasca a zip posteriore.

€ 160,00

Prezzi consigliati al pubblico

TERREX™ Feather Jacket #V10383

Taglio FORmOTION™, tessuto GORE-TEX® Pro Shell fabric, cappuccio interamente regolabile e compatibile con il casco di protezione, ghetta antineve removibile, ventilazione laterale, doppio taschino, doppia tasca ventilata, elementi rifrangenti.

€ 450,00

TERREX™ GORE WINDSTOPPER® Hybrid Jacket #V10374

Taglio FORmOTION™, tessuto GORE WINDSTOPPER®, minimo ingombro, struttura ibrida basata sul concetto adidas di Bodymapping, doppia tasca, taschino.

€ 200,00

TERREX™ CLImAPROOF® Rain 3-Layer Pants #O59374

Taglio FORmOTION™, tessuto antipioggia CLImAPROOF® leggero e traspirante, offre protezione contro vento e pioggia, vita con cintura, bretelle regolabili e removibili, doppia tasca a zip.

€ 280,00

TERREX™ 1/2 Zip Longsleeve #V10368

Taglio FORmOTION™, tessuto elasticizzato CLImAWARm™ per isolamento termico e asciugatura rapida, collo rialzato con mezza zip.

€ 80,00

TERREX™ PrimaLoft® Vest #V10369

Taglio FORmOTION™, isolamento PrimaLoft® per massimizzare il calore anche in condizioni di bagnato, capo leggerissimo e richiudibile nella tasca frontale superiore, doppia tasca laterale.

€ 100,00

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TERREX™ Feather Jacket #V10363

Taglio FORmOTION™, tessuto GORE-TEX® Pro Shell, cappuccio regolabile e compatibile con il casco, ghetta antineve removibile, aperture di ventilazione laterali e sottomanica con zip, doppia tasca frontale, elementi rifrangenti.

€ 450,00

ABBIGLIAmENTO DONNA

TeRReX™FeATHeR jACkeT Sviluppata per gli sport di montagna in condizioni estreme, la giacca da donna TERREX™ Feather è realizzata in tessuto GORE-TEX® Pro Shell extra resistente alle abrasioni, traspirante ed impermeabile. Il cappuccio regolabile e compatibile con il casco offre una protezione in più dagli agenti atmosferici. Le tasche di ventilazione e la ghetta antineve removibile completano questa giacca invernale ad alte prestazioni.

TERREX™ PrimaLoft® Jumper #O59066

Taglio FORmOTION™, isolamento PrimaLoft® per massimizzare il calore anche in condizioni di bagnato, linea pullover con mezza zip per una vestibilità ottimale e il massimo comfort, cappuccio preformato, richiudibile in una tasca, tasca a marsupio.

€ 160,00

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TERREX™ multifunction Pants #V10343

Taglio FORmOTION™, NANO-TEX RESISTS SPILLS per la massima impermeabilità, vestibilità regolare nella parte superiore della gamba e aderente in quella inferiore con materiale elasticizzato softshell, doppia tasca frontale, doppia apertura di ventilazione con zip.

€ 160,00

TERREX™ GORE WINDSTOPPER® Hybrid Jacket #V10356

Taglio FORmOTION™, tessuto GORE WINDSTOPPER®, struttura ibrida basata sul principio adidas di Bodymapping, aperture di ventilazione con zip.

€ 200,00

TERREX™ GORE-TEX® Active Shell Jacket #V10360

Taglio FORmOTION™, tessuto GORE-TEX® Active Shell, giacca trasformabile con maniche removibili, migliora il controllo della temperatura e massimizza la libertà di movimento, rappresenta la migliore combinazione di funzionalità e stile nella sua categoria, con rifrangenti.

€ 300,00

TERREX™ 1/2 Zip Longsleeve #V10347

Taglio FORmOTION™, tessuto CLImAWARm™ per isolamento termico e asciugatura rapida, cappuccio preformato, mezza zip asimmetrica, asole ferma-manica per pollice.

€ 80,00

TERREX™ CLImAPROOF® Rain 3-Layer Pants #V10344

Taglio FORmOTION™, tessuto antipioggia CLImAPROOF® Rain, ghette antineve interne, bretelle removibili, cintura, zip bidirezionale per la regolazione della ventilazione lungo la gamba, doppia tasca frontale.

€ 280,00

TERREX™ PrimaLoft® Jacket #O59068

Taglio FORmOTION™, isolamento PrimaLoft® per massimizzare il calore anche in condizioni di bagnato, capo leggerissimo e richiudibile in una tasca, doppia tasca laterale.

€ 160,00

Prezzi consigliati al pubblico

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ALEXANDER HUBER

Text & Photo: Alexander Huber

chiaro di lunaalexander huberIn molti mi hanno chiesto perché continuo ad arrampicare in solitar ia. mi v iene in mente un’unica risposta: la soddisfazione che scaturisce dall’aver fatto tutto da solo. mi piace darmi un obiettivo e raggiungerlo senza alcun aiuto esterno. Ciò non significa affatto che io sia una persona imprudente. La cosa importante è riuscire ad arginare il rischio rendendolo gestibile, in modo da poterlo valutare realisticamente.

In realtà, il “Chiaro di Luna” non era il mio obiettivo originale. Inizialmente avevo deciso di arrampicare da solo sulla Torre Egger – la montagna più difficile della Patagonia. ma Charly Gabl, che mi guida sempre telefonicamente da Innsbruck illustrandomi le difficili condizioni climatiche della Patagonia, mi aveva spiegato che nei giorni seguenti non ci sarebbe stato tempo sufficiente ad effettuare una scalata del genere. Infatti, per scalare in solitaria la Torre Egger sono necessari almeno due giorni di clima secco con assenza di vento, ma le previsioni indicavano che le condizioni climatiche sarebbero state favorevoli solo martedì pomeriggio e mercoledì mattina.In teoria, avrei avuto tempo a sufficienza per raggiungere la vetta della Torre Egger con il rischio di trovarmi ad effettuare una discesa in corda doppia nel bel mezzo di una tempesta. Per questo motivo,

Alexander Huber ha viaggiato da solo fino ai confini del mondo, scattando addirittura le foto da sé. Questo big dell’arrampicata ci spiega perché ha deciso di fare una via differente da quella prestabilita (provate ad indovinare!) e perché ama tanto sfidare le pareti rocciose arrampicando in solitaria.

Essere al confine tra due mondi. È questa la sensazione che provo sulla vetta dell’Aguja Saint Exupery. Da un lato ammiro la selvaggia natura della Patagonia con le sue distese sconfinate di ghiaccio e gli impressionanti spuntoni di granito del gruppo del Cerro Torre. Dall’altro lato riesco a malapena a intravedere il piccolo villaggio montano di El Chaltén stagliarsi in lontananza con le sue casette di legno colorate e le capanne di lamiera ondulata – l’ultimo segno della civiltà. Ieri pomeriggio alle due ho iniziato a scalare la facciata occidentale dell’Aguja Saint Exupery lungo la via denominata “Chiaro di Luna” e ora, alle otto del mattino, sono giunto in cima. Solo.

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patagoniain solitariala sola conclusione logica per me è stata dimenticarmi della Torre Egger e passare ad un altro ambizioso obiettivo.È stato allora che ho posato gli occhi sul “Chiaro di Luna”, un percorso impegnativo ma possibile da completare in solitaria nel breve tempo a disposizione.

Prima di un’arrampicata in solitaria la tensione è alta. La preoccupazione maggiore deriva dalla consapevolezza di poter fare affidamento solo su se stessi. Per tranquillizzarmi penso che posso sempre tornare indietro se qualcosa dovesse andare storto. Lo stesso vale per qualsiasi altra arrampicata: se per qualche motivo non te la senti o avverti un pericolo, devi essere abbastanza responsabile da decidere di tornare indietro. Non era il caso del “Chiaro di Luna”: il percorso era in gran parte sgombro da neve e ghiaccio, il granito era fantastico - solido, pulito, compatto – e la scalata presentava molte sfide tecniche.

Davanti a me restavano 800 metri di ripida roccia, 28 lunghezze di corda di grado VIII-. Fino al VI grado sono riuscito a scalare la maggior parte della via senza sicura. Per i passaggi più difficili ho utilizzato il “soloist” che è una specie di grigri per l’assicurazione in solitaria. È stato molto faticoso, ma è andato tutto bene e prima del calar delle tenebre ho trovato un perfetto punto da bivacco circa 200 metri sotto

la cima. Alle prime luci dell’alba ero di nuovo all’opera e due ore dopo ho raggiunto la cresta che porta alla cima. Due minuti dopo ero in vetta.

Come sempre, Charly ci aveva visto giusto. mentre ero al riparo sulla parete rocciosa, ho sentito il vento che rinforzava sulla cima esposta. Per questo, mi sono affrettato a discendere. Più facile a dirsi che a farsi. Durante la discesa in corda doppia, la corda ondeggiando si è incastrata almeno cinque volte su frammenti di roccia sporgenti. Per ben due volte ho dovuto risalire l’intera lunghezza della corda per liberarla.

Verso mezzogiorno ho completato la discesa, finalmente sollevato dalla tensione che mi aveva accompagnato prima e durante l’arrampicata. Di certo sarei stato ancora più felice se fossi riuscito a scalare la Torre Egger in solitaria. ma ho fatto tutto il possibile e, in fondo, la Torre Egger non andrà da nessuna parte!

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tre cime camillotto

TRE CImE CAmILLOTTO

Matteo Piccardi - Ragni di Lecco

Matteo supera in libera la sesta lunghezza, 8a+

Foto

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Preambolo…

La via Camillotto Pellissier, sulla parete nord della cima Grande, risale all’epoca delle super direttissime a goccia d’acqua, aperta in dieci giorni di permanenza in parete e con un largo impiego di chiodi a pressione (oggi a distanza di quaranta e rotti anni non proprio a prova di bomba) dalla cordata mauro-minuzzo.Dopo le prime ripetizioni e con l’evolversi dell’approccio alle grandi pareti è scivolata nell’oblio, fino al 2003 quando per mano di mauro “bubu” Bole, fortissimo ed eclettico alpinista triestino, la Camillotto, come altre vie nel gruppo delle tre cime, risorge a nuova vita.Bubu dopo un lavoro di pulizia e restauro delle soste, trova i giusti movimenti per una salita in libera, concatenando tutti i tiri in un unico giorno!!Così r iv isitata la Pell issier presenta un arrampicata di grandissima soddisfazione e di grande resistenza, su una parete da sogno, sempre costantemente strapiombante dall’inizio alla fine.Da allora la via è stata ripercorsa da alcuni dei più forti climber habitué delle dolomiti.

…Per la cronaca…

Le pareti nord delle Tre Cime hanno da sempre rappresentato per me il massimo dell’eleganza, il massimo dell ’esposizione, insomma il massimo per arrampicare! E poi mauro “bubu” con le sue incredibili libere mi ha ispirato, anche con il suo sorriso un po’ folle a dire il vero! E tutti i grandi personaggi che hanno messo mano su queste pareti, da Christoph Hainz ai fratelloni teutonici Huber, ne sono rimasti affascinati; tutti son passati da qui, da queste immense cattedrali.

Così nella mia pentola è da un po’ di tempo che bolle questa via, ma poi si sa, il fare la guida non concilia certo con il fare alpinismo per proprio gusto.

Quest’anno però ero più determinato del solito... ho aspettato tutta l’estate, aspettato di avere il tempo libero dagli impegni di lavoro, aspettato che la meteo fosse buona e che le due cose possibilmente convergessero nel medesimo periodo!!Ormai avevo quasi accantonato l’idea, avevo quasi pensato di rinchiuderla nel cassetto dei sogni e lasciare tutto in standby per un altro anno, fino alla prossima estate, dove avrei ricominciato a giocare a Tetris con il mio lavoro di Guida e la meteo.Invece eccoci qua, con mia moglie Ale, complice una meteo ultrastabile e un caldo “africano”, appesi sulla nord della Cima Grande, ad inseguire questo sogno, per me grande, di salire in libera e in giornata la Camillotto Pellissier.

martedì provo i primi tiri e faccio al secondo giro il tiro più duro, così mi sento fiducioso e il giorno dopo, supportato da Alessandra, tra sogni e paure riesco nella libera di tutta la via.

Sono le 15 quando esco incredulo dal tetto dell’ultimo tiro duro, fatto più con la forza della disperazione che con la pompa.

Prigioniero delle tre cime

Ogni salita incomincia con un sogno, senza una ragione precisa, alle volte, con una casualità frutto del caos; un immagine, un nome, un dettaglio all’apparenza insignificante, lasciano traccia dentro di me e sedimentano nel mare dei sogni; un sedimento che a tempo debito riaffiora prepotentemente.E come tante volte, mi ritrovo a compiere i gesti di un rituale ormai consolidato, su pareti lontane, apparse in sogno; trascinando nel vortice qualsiasi persona mi stia attorno, senza nessun compromesso, con l’ossessività di un folle; prigioniero del sogno stesso.Tutto si ferma, tutto ruota attorno alla parete, alla linea, fino a raggiungere l’essenza del gesto, il singolo appoggio, la singola prensione, tutto gira vorticosamente attorno a me. La parete è il mondo. La via la mia ossessione.

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Matteo sulla terza lunghezza, 8a

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Fabio e Matteo festeggiano in cima al Wenden, 17o lunghezza

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Matteo all’uscita della quinta lunghezza

Il bivacco a meta parete

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3 Settembre 2011, sono le 17.00. Arriva il penultimo tiro, lo apri riposato nel corpo e nella mente, non c’è altra spiegazione. Quasi 35 metri, due spit, ma tutta la parte dura, 6c+, è quasi un free solo. Nel senso che il secondo spit, lontano, serve soltanto a non finire 400 metri più in basso... Dieci giorni fa, quando mi ha raggiunto in sosta, matteo ha commentato, “è chiodato lungo un botto!”. Ieri l’ha tirato lui e, forse, è stato il tiro più scabroso di tutta la via. E infine l’ultimo tiro, bellissimo, spigolo strapiombante poi una rigola finale, la vittoria della prospettiva. Ci torniamo per foto e film, ce lo diciamo. Sorvoliamo, al momento, sul fatto che per arrivarci c’è da rifare il 7a+ e il 6c+ della parte alta... e se noleggiassimo anche noi un elicottero? Lo fanno tutti!

Abbiamo attaccato alle 7.15, dodici ore dopo finiamo le doppie. Il giorno dopo sono 63 kg, ho perso 3 kg in un solo giorno. Record storico, dopo quella volta delle tre settimane di digiuno in Patagonia a causa della mancanza di soldi e cibo, allora avevo 27 anni e arrivai a 62,5 kg, ero partito da 71 kg. matteo doveva ancora

nascere. Allora non scalavo, oggi apro le vie e tento di fare del mio meglio insieme a un compagno fantastico e testardo oltre l’inverosimile. Ieri non volevo fare gli ultimi due tiri, era molto nuvoloso e se piove, lassù, sei in mezzo ad una cascata d’acqua e scariche. ma mentre ci urlavamo dietro, da sosta a sosta, ho ragionato su una nicchia e sulla possibilità di bivaccare e aspettare 36 ore, fino al termine della pioggia, prima di scendere. mi sono detto, piuttosto che rifare i tiri sotto, mi fermo quassù 36 ore. Per questo l’abbiamo finita ieri, mi sono arreso a un compromesso. Hai voglia a fare il purista, il compromesso è sempre il collo di bottiglia giusto per i codardi, e in certe situazioni, lo siamo tutti.

La chiamiamo Infinite Jest, lo scherzo infinito. E’ una frase dell’Amleto, richiamata nel titolo di uno dei più grandi libri di tutti i tempi. Così ora al Wenden c’è Zahir, e quindi Borges, e Infinite Jest, e quindi David Foster Wallace. Probabilmente matteo non leggerà mai questo libro, o magari sì, chissà, in fondo a 27 anni io avevo smesso di leggere e di scrivere, avevo perseguito una scelta di vita diversa,

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E’ la via più impegnativa, per chiodatura, che entrambi abbiamo mai salito. E’ la via più dura pubblicata nel 2011, e una delle più impegnative di tutte le Alpi. Esteticità, ambiente, esposizione, lunghezze molto rischiose, difficoltà elevate. Quattro anni per arrivare a questo 3 settembre. Così solo matteo ha salito in libera anche i due tiri più difficili, 8b e 8a+. Ed è giusto così.

In macchina si discute di tante cose. Decine e decine di viaggi, molti a vuoto. Decine

di momenti difficili. molti e forse anche troppi rischi. Per che cosa? Sono vie che se va bene ottengono una ripetizione ogni cinque anni. Dove sono i meriti? E perché lo si fa? Wallace ha scritto 1200 pagine di Infinite Jest, che non ha neppure una fine. Ha scritto un libro mentre i colleghi ne scrivevano almeno cinque. E non so quanti al mondo lo abbiano capito fino in fondo, Infinite Jest. Cioè, non l’ha capito neppure lui. Come fai a capire certe cose? Non ce la fai. Non riesci neppure a darne il valore. Davvero. Quindi scrivi un pò di righe

come queste, tanto per ricordare. Tra qualche anno ne riderai, le giudicherai stupide, forse inutili, da correggere… Intanto hai fatto questa via, come le altre.

“Le mattine peggiori, coi pavimenti freddi e le finestre calde e la luce senza pietà - la certezza dell’anima che il giorno non dovrà essere attraversato ma scalato verticalmente, e anche andare a dormire alla fine della giornata sarà come cadere da un punto molto in alto, a strapiombo”

Fabio Palma Ragni di Lecco

infinite jest

si dice così, no? e oggi...oggi, scrivo di tanto in tanto, scalo, molto e male, per la precisione. Fondamentalmente, tra il Fabio di un tempo, al ritorno dalla Patagonia e quello di oggi che scrive, rimane lo stesso peso e la stessa voglia, perenne, di scuotersi, manco avessi un prurito continuo. Già dopo una settimana, allora, ero di nuovo sopra i 70kg (mangiavo senza dietrologie di peso forma), già domani sarò 65 kg (mi sono appena scolato un litro di spumante, a cena!), e a vedere i capelli... sono gli stessi, l’età ci ha nevicato sopra, succede.

Fabio sulla temibile quarta lunghezza

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TECNOLOGIE DELLA SCARPA

TeRReX™ Fast X mid GTX®

Con tecnologia FORmOTION™. Un concentrato di comfort, controllo e stabilità. Aumenta la velocità per spingerti oltre.L’innovativa tecnologia adidas FORmOTION™ si adatta perfettamente al terreno, riducendo lo stress a carico delle articolazioni e offrendo il massimo grip. Ad ogni angolo di contatto col terreno, la coppia di dischi a scorrimento orizzontale situata nella soletta interna riduce la forza d’impatto del piede con il suolo.

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adidas.com/outdoorI19

Comfort in discesa // Riduzione della velocità angolare della suola per un impatto più fluido e naturale ad ogni passo

Prevenzione infortuni // Riduzione del carico critico sulle ginocchia e diminuzione del rischio di infortuni

Adattamento al terreno // Anche su terreni più accidentati per un grip ottimale

Sistema di allaccio rapidoper un’allacciatura rapida e confortevole

Mesh anti-abrasioneper garantire resistenza e traspirazione

gORe-TeX®

membrana extra-comfort:impermeabile e traspirante, ideale

per le attività più intense

tecnologia all’avanguardia adidas FORmOTION™

adiPRene®, adiPRene®+la tecnologia adiPRENE®+ nell‘avampiede mantiene

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Page 21: Catalogo Adidas Outdoor 2011/2012

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2020

adidas.com/outdoorI21

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Tecnologia FORmOTION™, rivestimento in GORE-TEX®, mesh anti-abrasione, avampiede in adiPRENE®+, inserto protettivo, allaccio rapido, adiPRENE®, suola TRAXION®.

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TERREX™ FAST X mID GTX® #G40733Creata appositamente per le avventure ad alto tasso di velocità e di adrenalina, la scarpa TERREX™ Fast X mid GTX® da donna è impermeabile al 100 %, grazie alla membrana traspirante in GORE-TEX®. Questa scarpa da hiking leggera è dotata di suola TRAXION® con effetto grip sul terreno e di ammortizzazione FORmOTION™.

€ 145,00

TERREX™ SOLO #G42949Soletta interna in EVA con film in TPU, imbottitura in tessuto comfort, inserto protettivo, adiPRENE®, suola TRAXION®.

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Prezzi consigliati al pubblico

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Tinerhir

Dad

ès G

orge

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Todr

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orge

El-Kelâa-m’GounaQuarzazate

marrakech

Erfoud

SAH A R A

H I G H AT L A S

marrakechCasablanca

Rabat

2222

mAROCCO

Marocco

Nessuna arrampicata tra dicembre e marzo? Mesi e mesi sulle prese di plastica colorata in palestra?

Pioggia, ghiaccio e neve nelle località più rinomate di Italia, Francia e Spagna?

Tre arrampicatori australiani – Jacob, Felix e Leo – hanno deciso di lasciarsi alle spalle i freddi mesi invernali e partire alla volta del Marocco per un viaggio

di sei settimane in camper. Una perfetta arrampicata invernale sull’Alto Atlante. Un’esperienza di conoscenza del luogo e arrampicata, anche con l’ausilio di un trapano.

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Cosa si può volere di più?Un fuoco acceso, le palme e una chitarra.

2222

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05Tre arrampicatori nel Paese delle Meraviglie

Dev’essere quella, proprio laggiù, a sinistra della strada. È un sogno. Tra le arrampicate imperdibili questa è sicuramente la migliore: una cima color caramello alta 120 metri che si staglia in lontananza contro un cielo azzurro. La superficie è talmente liscia che è quasi impossibile identificare alcuna asperità. All’apparenza quasi nessun appiglio, di certo un bel grado di difficoltà. Felix e Jacob saltano giù dal camper per dare un’occhiata da vicino. Non possono più aspettare. Finalmente un po’ di movimento… l’arrampicata è vicina!I tre sono ai piedi della loro parete, la parete perfetta. Il calcare è stato corroso e plasmato da vento e acqua fino a formare delle crepe sottili, dei rilievi appuntiti e dei minuscoli fori: un territorio vergine su cui mai nessuno si è arrampicato.Tre tiri di corda con una linea di appigli realizzati col trapano dovrebbero andar bene per riuscire a seguire una via difficile ma logica. ma è davvero una buona idea scegliere sin dal primo giorno proprio questa tra migliaia di altre pareti? Ci sono voluti sei giorni per arrivare fino a qui col camper. 3.500 kilometri per raggiungere il continente africano, il marocco. Stamattina finalmente Jacob, Felix e Leo hanno attraversato i valichi dell’Alto Atlante per raggiungere la loro destinazione: la Gola del Todra, il paradiso degli arrampicatori. Superfici rocciose alte fino a 300 metri che svettano sulla strada, il cui punto più stretto è largo appena una decina di metri. Fantastiche pareti di calcare si ergono tutt’intorno. Questa regione è famosa per le arrampicate invernali, per le sue eccezionali rocce e per la protezione che offre a qualsiasi grado di difficoltà.

Dal diario di Jakob – Verso il sole“Posso dirvelo per esperienza: in California non c’è nulla di simile al clima incredibilmente stabile e sicuro del Marocco meridionale. Le nuvole che ho visto in un mese e mezzo si contano sulle dita di una mano. Siamo arrivati nel luogo perfetto per noi, qui c’è tutto

quello di cui abbiamo bisogno: la possibilità di arrampicare sotto cieli limpidi e di muoverci in modo creativo su rocce dalla forma spettacolare.”

Diversi avvenimenti avevano rafforzato la loro decisione di sfuggire al freddo che attanagliava l’Europa. Erano passati da Arco, nel nord Italia, ma avevano passato la notte a tremare dal freddo, riuscendo a malapena a chiudere occhio. Seconda tappa prevista: Francia, cancellata a causa dell’incessante pioggia. Non c’erano più dubbi: dovevano puntare al sud, lasciandosi alle spalle l ’inverno dell’arrampicata.Oltre all’equipaggiamento standard fatto di moschettoni, imbragature e stivali, per il viaggio in marocco avevano portato con sé un trapano senza filo, per lasciare su una parete esotica una traccia indelebile del loro passaggio - “saluti da tre giovani arrampicatori austriaci”. Volevano tracciare una loro via sulla roccia e, ovviamente, doveva trattarsi di una roccia speciale, non una qualsiasi. Non riuscivano a credere di essersi imbattuti nella parete perfetta già dal primo giorno; per cui avevano deciso di dare comunque un’occhiata intorno.

Dal diario di Jakob – Relax e arrampicata“È l’alba ma ce ne accorgiamo appena. Non lasceremo il camper prima di essere svegliati dal calore del sole. Non ho idea di che ora sia, che giorno o che mese. Io, Leo e Felix ci siamo accampati in un’ampia zona libera vicino alla strada che attraversa la Gola del Todra. I nostri vicini, anch’essi arrampicatori europei arrivati qui col camper, sono già svegli. Felix prepara una frittata mentre il sole continua a salire. Io leggo seduto sul mio crash pad, pronto a sorseggiare il prossimo caffè. In mia difesa, va detto che poi sono quello che lava i piatti. “Se non riesci a prendertela comoda, non puoi goderti davvero le sfide di un’avventura,” penso mentre mi preparo all’arrampicata di oggi.Ci muoviamo agili nel ghiaione, superiamo gruppi di massi e poi raggiungiamo la base

della parete. Abbiamo l’imbarazzo della scelta: io scelgo una via fortemente a strapiombo, più che verticale. È un classico per me iniziare l’arrampicata col sorriso sulle labbra, passare a piagnucolare, quindi a urlare, per poi, ahimè, ritrovarmi appeso alla corda, sconfitto dopo una battaglia accanita. Ma, dopo quattro giorni e 5 tentativi, sono finalmente sulla cima di questo 7c. Che gioia indescrivibile!”

A volte vanno a spasso tra alberi di datteri, fichi e melograni e attraversano il mercato di Tinerhir, il villaggio della vicina oasi. La sera, Jakob, Felix e Leo siedono attorno al fuoco acceso con Yusef, un abitante del luogo, e mangiano di gusto le verdure e la carne che ha cucinato nella tajine, il tegame di terracotta tipico del marocco.ma sono ancora alla ricerca della parete perfetta da scalare con l’ausilio del trapano. Esplorano tutto il Canyon del Todra, facendosi strada a fatica nel terreno impenetrabile, fino a raggiungere le rocce vergini. Il viaggio è già di per sé appagante: ispezionare possibili mete da arrampicata è puro divertimento e i nostri tre amici lo sanno bene.A questo punto si imbattono nella Valle di Dadès a occidente. Qui le rocce sono ben lontane dal sentiero tracciato, e i tre si arrampicano con attenzione sui massi, passando attraverso il sottobosco e muovendosi con agilità tra le sabbie del deserto e le oasi verdeggianti. Correndo e arrampicando hanno già coper to una dis tanza di parecchi chilometri. Tuttavia, alla fine, devono ammettere che la parete che avevano visto il primo giorno nel Todra Canyon è senza dubbio la migliore.

Felix inizia a trapanare.

Dal diario di Jakob – Roccia vergine“Ave v am o p o r t a to co n noi un trapano senza filo

punto più stretto della Gola del Todra.

L’ultimo scorcio di sole visto dal

Se non erano i cammelli ad attraversarci la strada,

erano interi greggi di capre e pecore.

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6b

7b

6a

2424

roadtrip

scoperto che erano più duri del previsto.

Jakob non ha saputo resistere, anche se poi abbiamo

mAROCCO

roccia praticamente perfetti

Appena dopo Erfoud,

abbiamo trovato questi blocchi di

potenziali pareti da scalare.

Leo, Felix e Jakob a

Dadès Gorges alla ricerca di Più dolore che passione: l’“Hammam-Aua!”

gola del Todra.perfetti. Felix al lavoro nella

Bel tempo e blocchi di calcare

Un abbraccio liberatorio – Felix e Jakob festeggiano il successo in cima

il secondo tiro.Felix alle prese con

all’“Hammam-Aua!”

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roadtrip Non c’è tempo per pensare

al dolore fisico. Felix dà spettacolo.

per riuscire a muoverci più facilmente sulla roccia vergine. Carico di entusiasmo, Felix ha passato diversi giorni a trapanare, anche perché la batteria dura il tempo necessario a realizzare solo cinque fori. La via finale era una linea logica che passava tra placche, strapiombi e fenditure sulla parte destra della compatta parete alta 120 metri che, da lontano, appare assolutamente liscia. Ma il calcare nel Canyon del Todra sembra sia stato eroso da acqua e vento apposta per gli arrampicatori. Il risultato? Tre tiri di corda, di cui il secondo con 40 metri di 7b.”

Felix ha battezzato il suo capolavoro dell’arrampicata libera moderna, “Hammam-Aua!” “Hammam” è il nome delle terme marocchine dove scrub e massaggio costano solo tre euro. “Aua!” è riferito alle sommità appuntite delle rocce e al primo tentativo fallito di aprire la via. Si ritrovava immancabilmente appeso alla corda. La sua tenacia gli è costata un riposo forzato e i polpastrelli distrutti. E adesso, resta appena il tempo per i due giorni di viaggio

che conducono a quello che è il sogno di Jakob sin da bambino: l’Erg Chebbi, il mare di dune color arancio alle porte del Sahara. Lo si intravede già in lontananza, percorrendo l’avventurosa e spesso confusa strada che conduce fin lì. Svegliarsi al mattino e ritrovarsi circondati da queste imponenti e bizzarre montagne di sabbia è uno spettacolo della natura che non ha eguali. Una distesa infinita di lucenti colline rosse formate da finissimi granelli di sabbia.

Il vuoto e la vastità di questo spazio lasciano senza fiato. Se non cerchi, trovi: Jakob, Felix e Leo danno un’occhiata ai dintorni, e il ritorno si trasforma in un pomeriggio di bouldering su blocchi di calcare dalla forma perfetta, i cui delicati strati diagonali di roccia sembrano essere lì da migliaia di anni ad attendere proprio loro.

Dal diario di Jakob – La conquista di “Hammam-Aua!”“Tornati al campeggio nella fantastica Gola del Todra, ci resta una sola cosa da fare: la prima arrampicata sull’“Hammam-Aua!”.

È l’ultimo giorno del nostro road-trip di sei settimane: domani si fanno i bagagli e si ritorna a casa. E questa parete dalle sporgenze affilate e plasmate dalle intemperie non è mai stata scalata senza interruzioni prima d’ora.Felix il Grande si rivolge ai suoi seguaci: “Oggi che è l’ultimo giorno, vi faccio vedere io come si fa”. Ora ha qualcosa da dimostrare. Ancora una volta, si trova a penzolare sulla corda a due appigli dalla cima del tiro da 7b. Ma al tentativo successivo, mentre gli faccio sicura, dentro di me so che ce la farà. Si arrampica, grida, si afferra alla roccia facendosi strada nel cuore del percorso come se ne andasse della sua vita.Ed è così che Felix, alla fine del nostro viaggio, ha messo fine al regno del terrore dell’“Hammam-Aua!”, e l’ha conquistata. A un centinaio di chilometri da Barcellona la quinta marcia del cambio si è rotta ma non ci siamo demoralizzati poi tanto, abbiamo scalato in quarta proseguendo dritti verso casa senza fermarci neppure una volta – erano solo altre 28 ore.” Jakob festeggiano il successo in cima

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I ricordi delle nostre avventure sono uno diverso dall’altro. Ciascuno vive un’esperienza unica. Per questo è così bello parlarne dopo. Non c’è niente di più appagante, al termine di un’intensa giornata all’aperto, che rilassarsi insieme e condividere le proprie storie. Le sfide più difficili sono quelle che regalano più sorrisi. Sono momenti come questi che ci fanno sentire davvero vicini. E in men che non si dica, ci ritroviamo già a pianificare la prossima avventura!

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all together

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Gro

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retail finderadidas.com/outdoor

AOSTABieler Rue Trois Village, 234 11022 - Brusson Tel.: 0125-300163

BeLLunOnon solo SportVia T. Vecellio, 7932100 - BellunoTel.: 0437-31392

Sportissimo Via Feltre, 43 32035 - Santa Giustina Tel.: 0437-858124

BeRgAMODf Sport Specialist Via Portico, 14-16 24050 - Orio al Serio Tel.: 035-533843

BReSCIADf Sport Specialist Complesso comm. Le vele - Loc. Viadotto Via Guglielmo marconi 25015 - Desenzano Tel.: 030-9911845

LongoniVia Orzinuovi angolo Via Dalmazia25125 - Brescia Tel.: 030-3543220

universo SportVia dei mille, 4525122 - Brescia

BOLZAnOSport Ortler Fred & co. SncPiazza Città, 11 39024 - Glorenza Tel.: 0473-83151

unterhuber Via P.P. Rainer, 3 39038 - Candido Tel.: 0474-914030

Veith s.a.s. Via Generale Verdross, 27/b 39024 - malles Tel.: 0473-830713

COSenZAR & B SportVia Ippocrate,70/72 87041 - Acri (CS)Tel.: 0984-955384

FIRenZeuniverso Sport Centro Commerciale ‚I Gigli‘ Loc. Capalle Campi Bisenzio 50013 Tel.: 055-8969403

universo Sport Centro Commerciale * GavinanaVia Erbosa, 6850126 - Gavinana Tel.: 055-6810839

LeCCODf Sport Specialist Loc. Bevera (Oggiono) Via delle Industrie, 17 23890 - Bevera di Sirtori Tel.: 039-9217591

LongoniCentro Commerciale ‚meridiana‘Via Giovanni Amendola, 14723900 - Lecco Tel.: 0341-370085

MILAnOAffari & Sport Via Confalonieri, 103 20852 - Villasanta Tel.: 039-303408

Df Sport Specialist Via Palmanova, 65 20100 - milano Tel.: 02-28970877

Df Sport Specialist Centro multisala UCI Lissone Via Nuova Valassina 20035 - Lissone Tel.: 039-2454390

LongoniVia Sirtori angolo Via Adamoli20092 - Cinisello Balsamo Tel.: 02-24416956

universo Sport Centro Commerciale ‚Centrosarca‘Via milanese20099 - milano Tel.: 02-24416295

PADOVAnon solo SportStrada Battaglia, 19935020 - Albignasego Tel.: 049-8626512

PeSARO uRBInOnon solo SportStrada dei Pioppi, 1/361122 - Pesaro Tel.: 0721-404930

POTenZAAbc Sport Via mantova, 184 85100 - Potenza Tel.: 0971-55112

Vignoli Sport Viale Basento, 205 85100 - Potenza Tel.: 0971-54030

PARMAnon solo SportVia E. Lepido, 55/b43100 - Parma Tel.: 0521-460013

ReggIO eMILIAMarco Sport Via Bellessere, 1 42035 - Castelnovo Ne‘ monti Tel.: 0522-611601

SAVOnALiverani Sport Via della Cornice, 1-3 17027 - Pietra Ligure Tel.: 019-625820

TORInOCisalfaCentro Commerciale ‚Le gru‘Via Crea, 1010095 - Grugliasco Tel.: 011-4223001

TRenTOCisalfaVia Trener, 1638100 - Trento Tel.: 0461-821636

negozio Maria Rosa Via e. Colpi, 21/23 38064 - Folgaria Tel.: 0464-721279

TRIeSTenon solo SportCentro Commerciale ‚montedoro Free Time‘Via Flavia di Stramare, 11934015 - muggia Tel.: 040-9235069

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VeRBAnIAAlpiede Sport Via Rigola, 6 28921 - Intra Tel.: 032-3405583

VeROnAadidas store Via Roma, 29 37121 - Verona Tel.: 045-594615

VICenZADognini elisabetta-emme RunningVia Calibri, 91 36022 - S. Giuseppe di Cassola Tel.: 0424-383728

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