bergamo economia 13

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Ottobre 2008 - anno 2 - numero Economia, attualità, costume e stile INCHIESTA Prostituzione? Un affare di Stato Quanto si guadagnerebbe a tassarla KILOWATT&IMPRESE L'energia non è più sostenibile Come abbattere i continui rincari STATISTICHE&BUSINESS PMI, superata la grande industria sul lavoro Aumentate dell'1.5% le assunzioni in soli sei mesi 13 Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente. Fort Fibre Ottiche, trent'anni in piena luce Importante traguardo per un'eccellenza industriale internazionale, che illumina le più grandi navi da crociera e i musei più prestigiosi del mondo

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Bergamo Economia 13

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Page 1: Bergamo Economia 13

Ottobre 2008 - anno 2 - numeroEconomia, attualità, costume e stile

INCHIESTAProstituzione? Un affare di StatoQuanto si guadagnerebbe a tassarla

KILOWATT&IMPRESEL'energia non è più sostenibileCome abbattere i continui rincari

STATISTICHE&BUSINESSPMI, superata la grande industria sul lavoroAumentate dell'1.5% le assunzioni in soli sei mesi

13

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Fort Fibre Ottiche,trent'anni in piena luce

Importante traguardo per un'eccellenza industriale internazionale, che illumina le più grandi navi da crociera e i musei più prestigiosi del mondo

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Addio cara legge Merlin. Dopo cinquanta anni sei andata in pensione, nor-ma bistrattata e tanto odiata - capace di chiudere i postriboli, le cosid-

dette "case chiuse" - facendo scalpore e per certi versi storia. A soppiantarti ildisegno di legge voluto e promosso dal ministro Mara Carfagna, capace di far-ti riposare per sempre in un’estate sulla via del tramonto. Si potrebbe recitarecosì l'epitaffio della legge numero 75, approvata il 20 febbraio 1958 dal Parla-mento italiano. D'ora in poi si cambia musica per le strade: lucciole e clienti inmanette, multe salate senza sconti. Un giro di vite particolarmente vigoroso,per una tematica dibattuta in un'Italia sempre e comunque cattolica.

In una nazione spaccata dalla crisi Alitalia, mentre gli States pre-elettorali tre-mano con il sipario dei fratelli Lehman (o Lehman Brothers, chiamateli come

volete), Mara Carfagna è riuscita a dividere ancor di più il nostro Paese tremo-lante, con un disegno di legge anomalo. Non è infatti chiara la logica di un simi-le provvedimento, una scelta forse dettata più da volontà morali che economico-sociali. Un disegno di legge di cui sono abbastanza prevedibili i risultati: non unariduzione della prostituzione, ma un suo semplice spostamento dalla strada ailuoghi chiusi. La formulazione della norma ignora l'evidenza empirica sui rischi diquesta scelta, così come emerge dall'esperienza di altri paesi europei. Parados-salmente ritorniamo - malamente - a ciò che venne bandito nel 1958: le casechiuse. Prima legali e controllate, a breve sommerse prigioni di giovani donne.

Un fenomeno antico, la prostituzione. Un problema combattuto fin dal Me-dioevo e mai debellato. Sin dagli inizi la Chiesa l'ha condannato in ogni

sua forma, per poi assogettarsi definendolo "il minore fra i mali". Come disseTommaso d'Aquino: "Anche il palazzo deve avere le sue fogne". Ora, in un'Ita-lia in cui le "fogne" sono a cielo aperto, decidiamo di nasconderle credendo difare del bene. Guardiamo in faccia alla realtà: la prostituzione, quella libera epriva di sfruttamento, fa parte della cultura dell'uomo. Non c'è modo d'estir-parla, l'unica soluzione possibile è quella d'incanalarla con leggi adeguate enon secondo dogmi cristiani e morali, più adatti forse a cinquant'anni fa. Nonfacciamo finta di niente: politici, banchieri, muratori e operai vanno a prostitu-te. Non dobbiamo demonizzare il fenomeno, bensì permettere di svolgerlo nel-la totale legalità. Cerchiamo di non commettere nuovamente l'errore italico dinascondere la "polvere sotto il tappeto". Togliere le ragazze dalle strade è pu-lizia, ma così facendo sarebbe come nasconderle sotto un bel Persiano di ca-sa Italia. Per gli operatori sociali e la polizia diventerà ancora più difficile en-trare in contatto con le prostitute e, nei casi di sfruttamento, aiutarle.

Contenere e indirizzare il mercato attraverso strumenti economici, piuttostoche affrontarlo con soli strumenti penali, darebbe certamente risultati mi-

gliori. In questo numero di Bergamo Economia abbiamo voluto, forse in modoprovocatorio, capire quali benefici economico-sociali deriverebbero dal legaliz-zare e regolamentare la prostituzione, con conseguente tassazione. Pensiamo aGermania e Svizzera, ma anche Olanda. Lì il fenomeno è controllato e lo Statone guadagna su più fronti: economico, sociale e sanitario. Non significa avere unGoverno "pappone", ma modernizzare una moralità oramai vetusta. Del resto larepressione a volte può essere un'arma a doppio taglio: al tempo del proibizio-nismo americano c'erano molti più alcolizzati di oggi. Di questo passo avremo unnumero maggiore di prostitute e appartamenti "bordello" senza controllo, frasfruttatori e omertà. Dove tutto funzionerà come prima. Anzi meglio, i clienti -sempre tanti - avranno anche la comodità della quattro mura.

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Impaginazione: Erika Malusardi

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L’editorialeItalia, postriboli e moralità: un brutto tuffo nel passato

di Luca Bilotta, redattore responsabile

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IL PRIMO MENSILE ECONOMICO DI BERGAMO

S O M M A

17 PMI, superatala grande industria sul lavoro

L'energia non è più sostenibile18

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26

22

Cia, obiettivo rilancioLa parola al presidente Piero Bonalumi

Con Confapi Energia, il risparmio non è più indicizzato

KILOWATT&IMPRESE

SCENARI LOMBARDI

AGRICOLTURA&BUSINESS

Prostituzione? Un affare di StatoQuanto si guadagnerebbe a tassarla

11

BOLLETTE&RISPARMI

INCHIESTA

STATISTICHE&BUSINESS

Le mille poltrone di A2A

IN COPERTINAFort Fibre Ottiche, trent'anni in piena luce56

28 I signori delle autostrade messi a nudo da un bergamasco

STUDI&AFFARI

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Ottobre 2008

R I OOGNI PRIMO VENERDI’ DEL MESE IN EDICOLA

ORIZZONTI FINANZIARI

44 Emintad, le Azioni miglioriper entrare in Borsa

BergamoScienza, sesto anno ai confini della realtà

RUBRICHE

68 DIVE&LEGGENDESua Altezza Reale Grace Kelly

OROLOGI E TEMPO LIBEROSerafino Consoli & Parmigiani,il movimento ha il suo tempo

STORIA D’INDUSTRIACrespi d'Adda, patrimonio immateriale d'idee

MOTORIBMW Serie 3 XDriveLegacy e Outback SubaruCorvette “Special edition 427”

CHI, DOVE E PERCHE’

90 Eventi, foto e curiosità

APPUNTAMENTI

48

TECNOLOGIA&IMPRESE

52 TecnoWatt, la potenza è nulla senza controllo

BUSINESS&MANAGEMENT

62 Proxima, il partner dell'azienda che cambia

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Tempi duri per la nostra compagniadi bandiera. Fra continui litigi, incon-tri e scontri sembra essere ritornatoil sereno. Dopo un periodo buio incui il fallimento era l'unica soluzio-ne, l'accordo sindacale pare esserci.Si può stare tranquilli? Mai, i ribal-toni sono sempre dietro l'angolo. Ariguardo Bergamo Economia ha pre-ferito astenersi, ovviamente nelprossimo numero approfondiremol'argomento. Con calma, ma soprat-tutto a bocce ferme: ora come ora,infatti, l'unica cosa certa sono i "ta-gli". Del resto, non ci voleva molto acapire che uno dei problemi princi-pali dell’Alitalia era la monumentalee onerosa quantità di dipendenti.

Notizie in breve

Alitalia, sì no o forse?Certo, si "taglia"

A cura di Stefano Ronchi

Fallimento Lehman BrothersLa San Carlo: "Noi non centriamo"

I timori seguiti al crac della LehmanBrothers Holding Inc. sono arrivatianche alla San Carlo di Spinone al

Lago, in bergamasca, dove si trova unodegli stabilimenti della Spumador spa,l'azienda che produce e imbottiglia be-vande e acqua minerale e che, dal 2005,appartiene per il 77% al fondo d'investi-menti statunitense Lehman BrothersMerchant Banking (LBMB). Nel sito pro-duttivo di Spinone ci sono una sessanti-na di lavoratori. Insieme a clienti, ban-che e fornitori, la storica azienda (ven-ne fondata nel 1942 dalle sorelle Colom-bo) ha cercato di rassicurare anche ilpersonale, diramando un comunicatodatato 16 settembre e in cui si leggeche: "Il fondo di investimento (LehmanBrothers Merchant Banking) che possie-de la maggioranza della società Spuma-dor non è incluso nella procedura di am-ministrazione controllata richiesta. Ilfondo di investimento sopracitato èun'entità indipendente, la cui maggio-ranza è controllata da investitori terzi in-dipendenti e non soggetti ad alcuna pro-cedura di amministrazione controllata.

Questo fondo è un'entità legale separatai cui beni non sono disponibili ai credito-ri di Lehman Brothers Holding Inc, cosìcome Spumador è una società autonomafinanziariamente e gestionalmente e nonha debiti o crediti pendenti con LehmanBrothers Holding Inc.".

Anche la Brembotira il frenoMeno turni e meno interinali

E ccellenza o non eccellenza, ar-riva un momento in cui anche icampioni devono tirare il fiato.

Lo sta facendo la Bosch, concorrentenumero uno, ed è logico che una fasedi assestamento si renda necessariaanche alla Brembo, premiata ditta disistemi frenanti attiva dalla F1 alMotoGp, dall'extralusso su quattroruote alla nuova 500 Abarth. I primisegnali si sono visti nel turno di do-menica notte, con la richiesta al per-sonale di prendersi un po' di ferie,ma sembra che lo scotto maggioresarà a carico dei lavoratori assunti atempo determinato: alla scadenza,150-200 di loro non si vedranno rin-novare il contratto.

AAA aspiranti ingegneri tessilicercansi disperatamente

P er il tessile continua il momentac-cio. Un settore che, nel 2000,sfiorava i 30.000 addetti, gravita

oggi intorno alle 20.000 unità senzaconsiderare il conto che di qui a pocopresenterà la Legler. Un gruppo d'ec-cellenza come quello di Miro Radici,che nel meccanotessile compete a li-vello mondiale, a sua volta sta attuan-do una riduzione del personale perfronteggiare una congiuntura difficilis-sima. Se ne sono accorti anche all'U-niversità, dove il corso di Ingegneriatessile fortissimamente voluto dai con-findustriali sta faticando sempre più araccogliere iscritti, nonostante la fa-coltà metta a disposizione una stanzagratis per gli studenti fuori sede, vicinoal polo di Dalmine. Eppure, affermanogli operatori, il settore sarebbe in gra-do di assorbire qualche decina di neo-laureati ogni anno. "Bisogna però ve-dere che stipendio prendono, questineolaureati - ha precisato Fulvio Bolis,segretario provinciale dei tessili Cgil -se l'offerta è di 7-800 euro al mese perun contratto flessibile, allora è chiaro ilperché di scelte universitarie diverse".

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Quando Cavourcedette ai piaceri della carne

Pagine di storiadi Luca Bilotta

La chiusura dei postriboli nel 1958 segnò non solo la fine diun'epoca, ma anche quella di una storia millenaria. Le casedi piacere, strutture dove esercitare il mestiere più antico delmondo, in Italia esistevano infatti sin dall'antica Roma: sichiamavano "lupanari", perché in latino il popolo indicava le

prostitute come "lupe" (un termine poi ripreso da Giovanni Verga ne"La lupa"). Per altri 1.850 anni tutto continuò a svolgersi senza scosso-ni: lo Stato continuò a disinteressarsi di quello che succedeva all'in-terno dei postriboli, dove gli affari andavano sempre a gonfie vele an-che in tempo di crisi e carestia. Bisogna arrivare al 1859 perché si tro-vi traccia dell'interessamento delle autorità ai bordelli: è la data di undecreto di Cavour in risposta a una richiesta di Napoleone III perché aisuoi soldati, impegnati ad appoggiare la seconda guerra d'indipen-denza dei sabaudi contro l'Austria, venissero assicurati luoghi "sicuri"dove prendersi "il riposo del guerriero". E così il conte autorizzò l'aper-tura, in Lombardia, di alcune "case" controllate direttamente dallo Sta-to. Quel decreto fu poi convertito in legge, e il 15 febbraio 1860 venneemanato il "Regolamento del servizio di sorveglianza sulla prostituzio-ne": una data che segna ufficialmente la nascita delle "case di tolle-ranza", così chiamate perché la loro esistenza era "tollerata" dallo Sta-to. I bordelli venivano suddivisi da questo regolamento in 3 categorie,per ognuna delle quali era lo Stato a fissare le tariffe: 5 lire per le "ca-se" di lusso, da 2 a 5 lire per quelle di medio livello e 2 lire per quelle"popolari". Inoltre veniva stabilito che i tenutari fossero obbligati a pa-gare le tasse sugli introiti e che per poter aprire un postribolo fosse ne-cessario ottenere una licenza apposita.

BUSINESS DELL'800 - Nemmeno trent'anni dopo, nel 1888, la vitaall'interno delle case di tolleranza era di nuovo in discussione in Parla-mento: non perché a qualcuno fosse venuta in mente la possibilità dichiuderle (a qualcuno, in realtà, sì, ma si trattava di voci fuori dal coro)quanto sull'opportunità che nei postriboli, oltre al sesso, fossero ven-duti anche cibi e bevande. E così tra la destra conservatrice (che vole-

va vietare la vendita) e la sinistra liberale (che invece era favorevole)si accese una ferocissima battaglia. Alla fine la spuntò la destra, e lalegge Crispi vietò di vendere cibi e bevande, di tenere feste, di canta-re e di ballare. Divenne inoltre obbligatorio (e da qui il nome utilizzatofino ad oggi) tenere sempre chiuse le imposte delle finestre, in modoche i passanti non fossero turbati dallo spettacolo dell'interno. Infine,la legge del 1888 fissò modi e tempi dei controlli medici da effettuaresulle "signorine" per evitare la diffusione delle malattie veneree.

TARIFFE E SANITA' -Nel 1891 un altro intervento statale, quello delministro dell'Interno Giovanni Nicotera, modificò il tariffario delle casechiuse: la crisi e l'inflazione, infatti, avevano reso impossibile per le clas-si meno abbienti affrontare la spesa di 2 lire (lo stipendio medio giorna-liero di un operaio si aggirava intorno alle 3 lire), dando nuovo slancio al-la prostituzione "libera" (e più economica) ma anche alla diffusione diquelle malattie veneree che l'istituzione delle case di tolleranza si pro-poneva di combattere. Ecco quindi che le tariffe vennero riviste al ribas-so: la minima venne dimezzata e diventò di 1 lira, ulteriormente sconta-ta a 70 centesimi per i sottufficiali. In compenso vennero aumentati iprezzi delle case di lusso, dove la tariffa passò da 5 a 7 lire.

LA CHIUSURA - Per i successivi sessant'anni le case di tolleranzacontinuarono a prosperare, tra alti e bassi, nonostante due guerremondiali e qualche sporadico e debole tentativo moralizzatore(quello del presidente del Consiglio, Giuseppe Saracco, nel 1900 equello di Filippo Turati nel 1919) avesse cercato di abolirle. Ma nel1948 iniziò la battaglia, durata un decennio, della senatrice socia-lista Lina Merlin: dopo la Seconda Guerra mondiale, infatti, quasitutti i Paesi europei avevano abolito la prostituzione di Stato, com-presa, nel 1946, la Francia che ne era stata l'inventrice. Il resto èstoria dei giorni nostri: il fenomeno prostituzione è passato in ma-no alla malavita, sulle strade e per mezzo - o meglio per corpo - digiovani e spesso minorenni clandestine.

Storia d'Italia e della prostituzione: un rapporto millenario, dai romani ai giorni nostri

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Era il 20 settembre del 1958 quando in Italia,con l'entrata in vigore della legge Merlin, fi-nì l'era delle case di tolleranza. Da alloranon c'è stato Governo che non abbia cerca-to di togliere le prostitute dalle strade e por-

re così fine allo scempio del sesso a pagamento allaluce del sole. Ma quante sono le lucciole che vendonoil proprio corpo in Italia? E soprattutto quanto frutta al-la malavita organizzata una simile "industria"? Doman-de a cui cercheremo di dare una risposta in quest'ana-lisi, vedendo anche quanto può essere giusto tassaree legalizzare il fenomeno, parecchio dibattuto in que-ste settimane per via del Disegno di legge "Carfagna".Uno sguardo totalmente asettico, senza addentrarci inquestioni prettamente morali. Il nostro obiettivo, infat-ti, è quello di redigere uno spaccato dell'Italia e dei

Viaggio nel mondo dell'illegalità,che frutta alla malavita 1 miliardo di euro l'anno

Prostituzione? Un affare di Stato

InchiestaA cura di Luca Bilotta

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suoi cittadini, osservando anche i nostri vicini di casa europei. Inun contesto storico in cui lo Stato deve trovare risorse economi-che alternative per rimpinguare le proprie casse, diminuendo ilcarico di tasse sulle spalle degli italiani sempre più in difficoltà,ecco palesarsi all'orizzonte una possibile boccata d'ossigeno.Trarre profitto dalla prostituzione, proprio come accade in Ger-mania, Olanda eSvizzera. Atten-zione: non inten-diamo trasforma-re lo Stato in un"protettore" diproporzioni colos-sali. Bensì legaliz-zare un fenomeno dilagante e in mano alla malavita, regola-mentandolo in ogni sua forma. In pratica togliere le ragazzedalla strada, permettendo di svolgere la professione di luc-ciola solo a chi veramente vorrà farlo. E solo a loro, come nor-mali lavoratrici in proprio e di night-club, verrà richiesto di pa-gare le tasse. Garantendole dal punto di vista sanitario, di si-curezza personale e di previdenza sociale. Vogliamo, in prati-ca, capire quanto può essere utile sviluppare in questo sensoil Ddl di Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità delGoverno Berlusconi, approvato dal consiglio dei Ministri loscorso settembre. Una scelta che non solo salverebbe le mi-gliaia di ragazze sulle nostre strade, molte delle quali sfrutta-te miseramente dai protettori, ma permetterebbe all'Italia in-tera di beneficiarne dal punto di vista economico e sociale.

IN ITALIA - Il dato più allarmante riguarda i numeri. E' infatticompreso fra le 60 e le 80mila il numero reale di prostitutein Italia. I dati riguardano un'indagine condotta dalla commis-sione Affari sociali della Camera proprio l'anno scorso. Un feno-meno allargatosi nel giro di 3 anni di 10 mila unità, consideran-do che il precedente studio stimava le lucciole in una fascia com-

presa fra le 50 e le 70 mila. Diqueste, circa 25mila sa-

rebbero immigrate, 3mila minorenni men-tre oltre 2 mila ledonne e le ragazzeridotte in schiavitù

e costrette a prosti-tuirsi. Facendo un'ul-teriore analisi si sco-

pre che circa 29 mila(il 65%) lavorano in

strada, il 29,1% in ap-partamento e il restante

5,9% in albergo. Il94,2% delle

prostituteè rap-

presentato da donne, il 5% da transessuali e lo 0,8%da travestiti.

BERGAMO E LOMBARDIA - Per quanto riguarda la nostra cit-tà, il fenomeno della prostituzione su strada coinvolge principal-mente la provincia: Dalmine e Osio i paesi più colpiti, mentre sul-

la statale "Francesca" enelle zone fra Caverna-go e Ghisalba c'è lamaggiore concentrazio-ne - di pomeriggio e dinotte - di lucciole clan-destine. In totale sonopiù di 700 secondo le

stime di Melarancia, Caritas e Lule, associazioni che si occupa-no di questo problema sul nostro territorio. Sono tutte gio-vanissime (tra i 15 e i 25 anni) e immigrate: nigeriane, gha-nesi, albanesi, moldave, russe e rumene. La maggioranzaarriva da Milano, vero centro di smistamento, e vengonotrasferite di sera sulle nostre strade da una serie di "autisti"assoldati dalla malavita. In Lombardia, invece, il numero diragazze sulla strada si aggira intorno alle 6.500 unità, 2.500solo a Milano e nell'hinterland.

SOLDI E VIOLENZA - A discapito di quanto si possa im-maginare, a gestire il business della prostituzione non sonopiù i singoli protettori o la mafia italiana. Stando a fonti uf-ficiali della Polizia di Stato, infatti, il fenomeno è in mano aitrafficanti di droga internazionali (soprattutto di origine est-europea, balcanica e nigeriana), che organizzano mensil-mente una vera e propria tratta di esseri umani. Da prosti-tute a schiave. Con meccanismi diversi, a seconda della na-zionalità e con un giro di ragazze che varia di mese in mese,da città in città. I più crudeli sembrano essere i nigeriani chericorrono a brutalità, ricatti, ritorsioni verso i familiari. Gli al-banesi invece si sono allontanati dalle pratiche più violente,che portavano alla fuga delle prostitute e al rischio di esse-re scoperti. Ora tendono a lasciar loro più libertà e più gua-dagni. Le cinesi, ultime arrivate, vengono fatte prostituiresolo nelle case private e diventano quindi vittime invisibili.Come dicevamo, le stime parlano di circa 70mila prostitutenel nostro Paese, per un totale annuale di 9 milioni diclienti stando ai dati forniti dalla Caritas. Il costo medio perprestazione si aggira attorno ai 30 euro, mentre per una not-te intera si arriva a spendere circa 150 euro. Un giro d'affa-ri colossale, pari a 90 milioni al mese, oltre un miliardodi euro l'anno. Un business capace di fornire alla malavitaun utile netto - togliendo quindi le spese di trasferimento emantenimento in Italia delle ragazze - di circa 700 milionidi euro annui. Possiamo quindi immaginare, partendo daqueste cifre, quanto potrebbe essere il guadagno dello Sta-to se si decidesse di tassare il business delle prostitute. Ov-viamente le cifre totali sarebbero più basse, considerando

Il Disegno di legge voluto da Mara Carfagna non basta, per tutelare le prostitute e dare ossigeno

alle casse dello Stato serve legalizzare e tassare la professione più antica del mondo

12 Il ministro Mara Carfagna

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che la professione verrebbe svolta nel segno della legalità econ meno ragazze, solo quelle veramente convinte di svol-gere il mestiere più antico nel mondo.

IN EUROPA - Una professione legale, fra l'altro, nella mag-gioranza dei paesi europei. Il caso più eclatante è quellosvizzero, dove lo stato federale guadagna cifre importantisoprattutto dai locali da ballo con annesse "soubrette". So-lo in Ticino le 2 mila "artiste" dei night-club contribuisconoalle entrate nelle casse della confederazione con ben 10 mi-lioni in tasse e 6,5 milioni in contributi assicurativi. Altro ca-so emblematico l'Olanda, dove le case chiuse sono legali eanche qui le lavoratrici del sesso pagano regolarmente letasse. Famosissimo ad Amsterdam il "Red Light District":un quartiere in cui può capitare di veder uscire una mammacon i propri figlioletti da casa, quando proprio nello stessomomento entra un cliente nell'abitazione della signora in"rosso" che vive al piano inferiore. Una professione consi-derata come tante altre, un'attività di grande impatto eco-nomico, con un fatturato ragguardevole che contribuisce at-tivamente all'economia del Paese. Circa 27 miliardi di euroannui, all'incirca lo 0,3% del Pil nazionale olandese. In Ger-mania, infine la professione di prostituta è stata legalizza-ta solo nel 2001, riconoscendola come normale attività di la-voro e trasformando le lucciole in soggetti fiscali a pieno ti-tolo, con diritto alla mutua e alla pensione. Secondo le ulti-me stime, ci sono oggi circa 500 mila "lavoratrici del sesso"operanti nei sedici Laender federali, con un giro di 1 milionedi clienti al giorno e un volume d'affari calcolato intorno ai14 miliardi di euro l'anno. Insomma, tassare è convenienteper tutti. E gli italiani stanno a guardare. A parte un casospecifico di pochi mesi fa.

PRECEDENTE ITALIANO - Dall'introduzione della leggeMerlin ad oggi, solo un caso si è registrato nella storia ita-liana, di una prostituta "costretta" a pagare le tasse. La no-tizia ha fatto il giro d'Italia nel giugno scorso, quando una24enne brasiliana con regolare cittadinanza italiana è statabeccata con un conto corrente carico di 357 mila euro. Unavicenda storica, anche se a Milano e Bologna si sono verifi-cati casi simili finiti però con un nulla di fatto giuridico. AParma, invece, per la prima volta una prostituta è stata chia-mata a pagare le tasse sui guadagni della sua attività. L'in-dagine, partita grazie ai rilievi del Nucleo speciale di poliziavalutaria di Roma, si era sviluppata nei primi mesi del 2008.Gli agenti, alla ricerca di movimenti sospetti e possibili cri-mini come riciclaggio o frodi, si erano imbattuti nel contocorrente della ragazza, la quale nel giro di quattro anni ave-va effettuato 254 movimenti. Nel 2005 aveva depositato piùdi 85mila euro, nel 2006 circa 160mila, l'anno seguente91mila e infine ventimila nei primi mesi del 2008. In tutto357mila euro di "risparmi" messi da parte grazie al propriocorpo. Tanti soldi, talmente tanti che per la Guardia di Fi-

nanza di Parma - che aveva rilevato le indagini - dovevanoessere tassati. Come? Grazie a Visco e Bersani, con un giroburocratico a dir poco singolare. Il primo passo è stato quel-lo di valutare il meretricio come illecito civile. Da qui la Gdfha preso in considerazione la legge 537 del 1993 - del TestoUnico sulle imposte dirette - che ritiene "tassabili i proventiderivanti da fatti, atti e attività qualificabili come illecito ci-vile, penale o amministrativo", purché inquadrabili nella ca-tegoria di reddito previste dal Testo unico. Ma siccome laprostituzione non rientrava nelle categorie del Testo unico,tassare la ragazza risultava impossibile. Quando tutto sem-brava destinato a cadere nel vuoto però, ecco spuntare il 34

13

Zoom

L' articolo 1 del disegno dilegge (che modifica lalegge Merlin del 1958) in-

troduce il reato di esercizio dellaprostituzione in luogo pubblico oaperto al pubblico: arresto da cin-que a quindici giorni ed ammendada 200 a 3.000 euro per chi offreprestazioni sessuali, pena appli-cata anche ai clienti delle luccio-le. Se la prostituzione - si spieganella relazione illustrativa del Ddl- deve considerarsi "fenomeno diallarme sociale", non puo' ammet-tersi un "distinto trattamento" trachi la eserciti e chi se ne avvalga.Il ddl Carfagna, quindi, mira ad in-trodurre misure che "tutelino la di-gnità ed i valori della personaumana e la sua libertà di determi-nazione", prevenendo "le cause diun diffuso allarme per l'ordinepubblico e la sicurezza". Con l'in-troduzione del reato di prostituzio-ne in luogo pubblico o aperto alpubblico si vuole eliminare la pro-stituzione di strada e, contempo-raneamente, contrastare lo sfrut-tamento. Per questo, il disegno dilegge, all'articolo 3, prevede an-che pene più pesanti per chi orga-nizza o partecipa ad un'associa-zione a delinquere finalizzata allosfruttamento della prostituzione:nel primo caso si rischia da 4 a 8

anni di reclusione, nel secondo da2 a 6 anni. Un punto importantedel Ddl (articolo 2), inoltre, è dedi-cato alla prostituzione minorile:carcere da 6 a 12 anni e multa da15 mila a 150 mila euro per chi"recluta o induce alla prostituzio-ne una persona di età inferioreagli anni diciotto" o "favorisce,sfrutta, gestisce, organizza o con-trolla la prostituzione di una per-sona di età inferiore agli anni di-ciotto". Chiunque compie atti ses-suali con un minore di età com-presa tra i 16 ed i 18 anni, in cam-bio di denaro od altro, anche solopromessi, potrà essere punito conla reclusione da 6 mesi a 4 anni econ la multa da 1.500 a 6.000 eu-ro. Se il minorenne ha meno di 16anni, la pena è aumentata da unterzo alla metà e le attenuanti nonpossono essere equivalenti o pre-valenti rispetto al prescritto au-mento di pena. I minori stranierinon accompagnati che esercitanola prostituzione nel nostro Paesesaranno riaffidati alla famiglia oalle autorità responsabili del loroPaese d'origine. Con un regola-mento da emanarsi entro 60 gior-ni dall'entrata in vigore della leg-ge, verranno stabilite procedureaccelerate e semplificate per ilrimpatrio del minore.

Il Disegno di legge di Mara Carfagna: giro di vite

per sfruttatori e clienti

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bis del decreto legge Bersani-Visco. Nell'articolo 36, comma34-bis del d.l 223/2006, infatti, si dice che nel caso in cui iproventi illeciti (ovvero i risparmi della ragazza) non possanoessere ricondotti alle categorie di reddito indicate dal Testounico, gli stessi devono essere considerati redditi diversi".Insomma, in parole povere, il meretricio è tassabile: i gua-dagni della prostituzione sono da tassare in quanto redditidiversi. Totale da versare all'Erario? Circa 90mila euro, perbuona pace della giovane brasileira. A questo punto ci sor-ge una domanda. Ma quanto guadagnerebbe l'Italia a tassa-re le prostitute o "squillo" d'alto bordo?

PROIEZIONI - Prendiamo come esempio una libera profes-sionista, senza immobili di proprietà: tre clienti al giorno conun costo di 50 euro a prestazione. Il totale parlerebbe di 150euro giornalieri. Considerando una media di 5 giorni lavora-tivi a settimana, la nostra ragazza avrebbe un reddito an-nuale di 112 mila euro (3 mila al mese circa, escluse ferie e

problemi fisici vari). A questi pagherebbe d'Iva 22 mila eurocirca all'anno, scaricandone 7 mila per spese detraibili (pro-filattici, materiale medico ecc…). Aggiungendo le eventua-li tasse, ecco arrivare il contributo pro capite a quota 40 mi-la euro annui di tasse. Ora, sulla base dei dati Caritas (70mila ragazze sulle strade in Italia), consideriamo solo il 30%di queste come future escort: 20 mila donne per 40 mila eu-ro annuali di contributi. Si potrebbe stimare il guadagno an-nuo per lo Stato in circa 1 miliardo e 200 milioni di euro. Tas-se pagate solamente dalle escort che lavorano nel proprioappartamento, escludendo quindi le eventuali "ballerine" innight-club o "case chiuse" moderne. Ovviamente stiamo par-lando di cifre indicative, ma comunque soldi freschi per loStato in un periodo economicamente non facile. Lo stessoche ne guadagnerebbe anche in sicurezza per le strade,dando un colpo pesante alla malavita organizzata. Per nonparlare della felicità delle stesse prostitute che sarebberosane, non sfruttate seppur tassate.

In Olanda sono 27 miliardi di euro annui i proven-ti legali del meretricio, all'incirca lo 0,3% del

Pil nazionale. In Germania il giro d'af-fari sfiora quota 14 miliardi

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Irlanda drastica in tutto, Svezia severissima con i clienti

Germania - La prostituzione è regolata da normeche di fatto legalizzano l'attività delle 400.000 la-

voratrici del sesso del Paese. La legge assegna alle pro-stitute tutte le garanzie assicurative in materia di ma-lattia, disoccupazione e pensione. L'attività dei bordelliè consentita legalmente e il favoreggiamento non è piùpunibile, a condizione che non vi sia sfruttamento. Leprostitute tedesche pagano le tasse.

Svizzera - Possono esercitare la prostituzionea livello professionale solo le persone che han-

no raggiunto la maggiore età sessuale (fissata dallalegge a 16 anni), dispongono di un permesso di sog-giorno e di lavoro, rispettano le condizioni quadro vi-genti. Sono punibili dalla legge, la promozione dellaprostituzione e lo sfruttamento degli atti sessuali. I"protettori", i proprietari delle case chiuse e altri da-tori di lavoro commettono reato se le donne che eser-citano la prostituzione non sono libere di decidere au-tonomamente quali clienti vogliono servire. Oppurese sono controllate durante l'esercizio della loro atti-vità, non possono disporre liberamente delle loro en-trate e sono obbligate a prostituirsi con forza.

Olanda - La prostituzione è legale fin dal 1815.Dall'ottobre 2000 sono diventati legali anche i

bordelli. L'Olanda dispone inoltre di zone "speciali",dove le professioniste del piacere lavorano all'a-

perto. La polizia però le può arrestare se lavoranofuori da queste zone. Le prostitute in regola sonotenute a pagare le tasse, ma non a sottoporsi re-golarmente a controlli sanitari.

Svezia - E' uno dei Paesi europei più severi neiconfronti del sesso a pagamento: pur non consi-

derandolo un reato, con la legge in vigore dal gennaio1999, finalizzata alla protezione della donna, è statascelta la strada delle maniere forti con i clienti dellelucciole. Se vengono colti in flagrante rischiano da seimesi a un anno di carcere. La stessa legge stabiliscela non punibilità di chi si prostituisce, ma sanziona l'a-descamento, sia esso compiuto da chi vuole vendere oda chi vuole comprare una prestazione sessuale.

Irlanda - La prostituzione è reato. Non esisto-no case chiuse e sono previste ammende ed ar-

resto per le prostitute ed i clienti.

Belgio - La prostituzione è legale fin dal 1948,ma viene perseguita quando turba l'ordine pub-

blico, anche se l'adescamento viene condotto in formepoco appariscenti. E' perseguito per legge lo sfrutta-mento. Il grosso dell'attività economica legata al ses-so si svolge in bar a luci rosse e case private. Le pro-stitute sono tenute a dichiararsi al fisco come lavorati-ci autonome e possono godere di assistenza sociale.

Gran Bretagna - Fornire sesso a pagamento nonè illegale, ma lo sono l'adescamento e lo sfrutta-

mento della prostituzione. Le prostitute prevalentemen-te lavorano in locali e abitazioni private, ma anche instrada. La politica verso il meretricio è di fatto definitaa livello locale, dai Consigli comunali e dalla polizia.

Francia - Le case di tolleranza sono state chiu-se nel 1946 con la legge Marthe Richard. La

legge non considera reato la prostituzione di adul-ti sulle strade. Secondo le nuove regole la prosti-tuzione viene definita "attività" che viola la tran-quillità e l' "ordine pubblico". Sanzioni, quindi,contro l'adescamento e i clienti.

Spagna - Le case chiuse sono state dichiarateillegali nel 1956 ma gli antichi bordelli sono di-

ventati "club". Dal 1995 la legge non proibisce laprostituzione, ma è punito chi ricatta e sfrutta le pro-stitute. Qualche mese fa, il governo della Catalogna- il primo nel Paese -, ha approvato un decreto chestabilisce regole sanitarie, d'orario e di collocazionedei locali dove si esercita la prostituzione.

Grecia - Chi esercita la prostituzione ha l'obbli-go di iscriversi in appositi registi e deve sotto-

porsi periodicamente a visite mediche che autorizza-no a svolgere il lavoro in veste quasi ufficiale.

La prostituzione in Europa:Francia e Italia alla pari

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In un contesto storico in cui la crisi economica imperantesta mettendo al tappeto Stati Uniti e parte dell'Europa,l'Italia può tirare un sospiro di sollievo grazie alle Pmi.Già, stando ai dati del consuntivo di Excelsior 2008, il si-stema informativo targato ministero del Lavoro e Union-

camere sui fabbisogni delle imprese, le aziende di piccola emedia grandezza hanno incrementato dell'1,5% le assunzioni.Un piccolo spiraglio di luce in un periodo particolarmentebuio, in cui delocalizzazioni e fallimenti stanno rendendo la vi-ta difficile ai lavoratori. Un piccolo record, che ha tutto il sa-pore di una vittoria considerando che il livello occupazionaledelle grandi aziende ha registrato una diminuzione del nume-ro di occupati pari allo 0,2 per cento. Un trend che conferma,con ogni probabilità, la previsione a fine 2008 dei 110mila po-sti di lavoro in più nelle aziende italiane.

SEI MESI E 100 MILA POSTI - Del resto a giugno le picco-le imprese avevano già assunto i 100mila nuovi dipendentipreventivati a inizio 2008, con buone prospettive di migliora-mento nel futuro. A segnare nuovi posti di lavoro anche le me-die imprese (+0,8%), mentre - come detto - è sempre piùpreoccupante la situazione nelle grandi aziende, dove l'attesoaumento dello 0,2% della forza lavoro si è in realtà tradottoin una riduzione dello 0,2 per cento. Dati che confermanoquanto la piccola dimensione d'impresa, che contraddistingueil sistema produttivo nazionale, ha una capacità di reazione edi adattamento maggiore alle notevoli avversità dei mercati.

DIRIGENTI AL TOP - Dai dati di bilancio di Excelsior 2008

emerge, inoltre, un'elevata richiesta (oltre 20mila unità) didirigenti, impiegati a elevata specializzazione e tecnici, adiscapito delle professioni meno qualificate, che fanno regi-strare una sensibile diminuzione (103mila contro i 115milarichiesti nel 2007). Tra i profili elevati più richiesti, ai qualile imprese, in quasi il 60% dei casi, offrono un contratto atempo indeterminato, spiccano gli impiegati in amministra-zione e finanza, in controllo di gestione, gli informatici e gliaddetti alla logistica. Positive, anche, le richieste di figurelegate ai servizi alla persona: infermieri, fisioterapisti e as-sistenti sociali, anche se - precisa Unioncamere - non si pre-sentano più tanto dinamiche come in passato.

MENO IMPIEGATI - Sul fronte, invece, dei lavori menoqualificati, in calo impiegati e venditori, mentre fanno re-gistrare un lieve aumento gli operai. Discorso a parte, in-fine, per i lavoratori immigrati: nel complesso, assunzio-ni in calo, ma sempre più qualificate. Nel 2008, infatti, inuovi posti di lavoro "immigrati" non dovrebbero rappre-sentare più del 20,3% delle entrate complessive (eranopari al 27,1% nel 2007). Una quota ben lontana dal piccoraggiunto nel 2003, quando addirittura un terzo delle as-sunzioni programmate riguardava la manodopera stranie-ra. Tuttavia, aumenta il personale qualificato, soprattut-to, nel commercio e nei servizi: con un dato lusinghiero:il 7% delle nuove assunzioni d'immigrati andrà a ricopri-re ruoli dirigenziali o, comunque, di elevata specializza-zione. Insomma, una buona notizia per tutti quelli che nonsi rassegnano solo a lavori stagionali.

PMI, superata la grande industriasul lavoroAumentate dell'1.5% le assunzioni in soli sei mesi: raggiunta la quota dei 100milanuovi dipendenti preventivati a inizio 2008

Statistiche&Business

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Le offerte di fornitura energetica per le imprese, intempo di mercato libero, non mancano di certo etutte sembrano promettere grandi risparmi e van-taggi sicuri, ma questi buoni propositi rimangonoparole scritte e non si traducono mai in proposte

chiaramente concorrenziali. Tutto questo perché lo sbandie-rato processo di liberalizzazione del mercato italiano dell'e-nergia continua a mantenere una situazione di mercato so-stanzialmente oligopolistico, in cui una politica di alte tarif-fe, che gli indici prevedono tendenzialmente crescenti an-che nei prossimi anni, denuncia la situazione tipica di posi-

zioni monopoliste. L'entrata di nuove società nel settore,non produce una particolare scossa, perché queste nuoverealtà sono attratte non da motivazioni di carattere in-dustriale o di sviluppo, ma dalla esclusiva realizzazione difinalità di profitto speculativo. La situazione, quindi, èquella di un mercato libero dell'energia ancora per pocheimprese e ancora poco conveniente, così che gli imprendi-tori si mantengono sulla difensiva, manifestando un atteg-giamento di aperta diffidenza circa la convenienza econo-mica e la qualità delle offerte di energia tutt'ora presentisul mercato. Risultato: nonostante siano passati 4 anni

L'energia non è più sostenibileLe aziende italiane pagano il 52% in più rispetto alle altre impreseeuropee. Da luglio 2007 ad oggi il costo dell'energia elettrica è aumentato del 14,9%

Energia&ImpreseArticolo di Livio Casanova

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dall'apertura del mercato dell'energia, soltanto il 18,1%delle piccole imprese, pari a 475.472 aziende, oggi si ap-provvigiona di "elettricità libera". Il restante 81,9,1% dipiccole imprese, quantificate in 3.180.465 aziende, operanel cosiddetto mercato di maggior tutela nel quale i prezzivengono aggiornati ogni trimestre dall'Autorità per l'ener-gia elettrica e il gas. Si rende necessario, quindi, per leaziende mettere in atto processi mirati al risparmio ener-getico, intanto i prezzi continuano a salire. Da luglio 2007ad oggi il costo dell'energia elettrica per le piccole impre-se è aumentato del 14,9%. Effetto: in un anno i piccoli im-prenditori che operano sul mercato tutelato hanno dovutospendere 505,1 milioni di euro in più guadagnando un al-tro primato, negativo. Le piccole imprese italiane pagano iprezzi dell'energia elettrica più alti dell'Ue, fino al 52% inpiù rispetto ai competitors europei. Per restare in casa,inoltre, i rincari subiti dalle piccole imprese nell'ultimo an-no sono superiori di 5 punti rispetto a quelli che hanno col-pito le famiglie e doppi rispetto alla media degli aumentiregistrati nei Paesi dell'area euro. "La riforma federalistapotrebbe essere l'occasione per ridisegnare, nell'ambitodei tributi il cui gettito sarà attribuito alle Province, il si-stema di tassazione delle accise sull'energia elettrica - losollecita Giorgio Guerrini, presidente di Confartigianato -che attualmente grava soltanto sulle piccole imprese. Sitratta di realizzare una tassazione più equa a parità di get-tito". L'Ufficio studi della Confederazione ha misurato l'e-scalation del prelievo fiscale riguardante le addizionaliprovinciali sull'elettricità utilizzata dalle imprese. Dal 2000al 2008 le imposte applicate dalle province sui consumi dienergia elettrica per usi industriali sono aumentate del34,9%, con un costo per le piccole imprese che, per il

2008, Confartigianato stima in 834 milioni di euro. Nel pa-norama nazionale le PMI sono le più penalizzate ditutte, poiché l'addizionale viene applicata sui con-sumi fino a 200.000 kWh /mese: in pratica, quelli dellepiccole imprese. I consumi sopra tale soglia, vale a direquelli delle grandi aziende, sono invece esenti dall'addi-zionale. Le province possono decidere di applicarla conun'aliquota minima di 9,30 euro per mille kWh oppure conun'aliquota massima di 11,40 euro per mille kWh. Moltopiù delle grandi imprese, che bene o male possono far va-lere il loro potere contrattuale per negoziare risparmi sulmercato delle offerte alternative. Più delle famiglie, co-munque tutelate dal calmiere dei contratti da tre kilowattcon una fascia base di consumi comunque scontati. L'Au-tority per l'energia ha promesso di studiare bene l'ennesi-ma impennata dei costi energetici già da questo mese, e lecontromosse ipotizzate s'indirizzano su due fronti: la rego-lazione dei prezzi di riferimento per chi non è ancora transitato al mercato libero, le cosiddette tariffe "di mag-gior tutela" che ricalcano sostanzialmente le vecchie tarif-fe amministrate ante-liberalizzazione; l'accelerazione dellenorme che dovrebbero appunto garantire una pluralità diofferte realmente competitive alle piccole imprese, ma an-che alle famiglie. "Gli effetti dello shock petrolifero sullabolletta elettrica delle aziende potrebbero essere più con-tenuti - continua Giorgio Guerrini - se in Italia avessimo unmercato dell'energia realmente libero e animato da veraconcorrenza ed un sistema di distribuzione e di trasmissio-ne efficiente e trasparente". Mentre si attende che qual-cuno getti il sasso nello stagno, dall'anno prossimo le co-se potrebbero peggiorare. Dal primo gennaio 2009, infatti,per le piccole imprese che operano sul mercato di maggior

Un basso switch per le imprese fino a 20 addettiContratti con agenzie, giugno 2008. Tra parentesi valori in %

Fonte: elab. Ufficio Studi Confartigianato, su dati Osservatorio Congiunturale e Istat

Totale3.995.559

Libero per entrambi 247.725(6,2)

Liberoper il gas

91.898(2,3)

Libero per l’energiaelettrica475.472

(11,9)

Vincolato/tutelatoper entrambi3.180.465(79,6)

Prezzo dell’energia elettrica per le piccole impreseSecondo semestre 2007 - e/kWh - Prezzo finaIe Iva esclusa

Fonte: elab. Ufficio Studi Confartigianato su dati Eurostata

Ue27

Germania

Spagna

Francia

Italia

Inghilterra

Gap Italia rispetto Ue27

14,93

17,59

15,74

10,60

20,20

14,31

11,22

12,25

11,57

7,38

15,93

12,09

9,59

10,13

9,62

5,80

14,58

10,78

35,3% 42,0% 52,0%

Minore di20mila kWh

Tra 20mila e500mila kWh

Tra 500mila e2milioni kWh

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tutela - vale a dire le 3.180.465 già citate sopra -, entreràin vigore il nuovo sistema di pagamento la profilazione perfasce orarie, che pur rendendo i prezzi dell'energia elettri-ca più aderenti ai reali costi di produzione, potrebbe de-terminare aggravi di spesa per chi consuma nelle ore diur-ne dei giorni feriali, cioè proprio quelle in cui si concentrail 91,3% dei consumi di energia. Confartigianato ha stima-to che questo nuovo sistema potrebbe comportare un ulte-riore aumento di 384 milioni di euro, equivalente a 120,7euro in più per ciascuna impresa.

Dal 2000 ad oggi si è quadruplicato il numero delleprovince che hanno applicato l'aliquota massima del-l'addizionale: nel 2000 applicava l'aliquota minima il

75,7% delle province, mentre nel 2008 il rapporto si è in-vertito e il 72% delle province ha adottato l'aliquota mas-sima. L'addizionale è un'imposta che "pesa" per il 6,2% sul-la bolletta elettrica delle piccole imprese e il gettito che nederiva è al terzo posto nella classifica dei tributi provincia-li. Contribuisce infatti per il 15,6% al totale delle entratetributarie delle province ed è preceduto soltanto da quellodi due imposte che gravano sui veicoli: le imposte sull'as-sicurazione Rc auto (che incidono per il 43,7%) e le imposteprovinciali di trascrizione (26,5%). In valori assoluti, le pro-vince dove si registra il maggior prelievo da addizionale suiconsumi elettrici sono quelle della Lombardia con 153,2milioni di euro (20,4% del totale), seguite da quelle del Ve-neto con 77,6 milioni di euro (10,3%), dell'Emilia Romagnacon 75,9 milioni euro (10,1%) e del Lazio con 61 milioni dieuro (8,1%). Tra il 2001 e il 2006 la maggiore crescita delgettito accertato da addizionale si è registrata nel Nord(+19,8%), seguito dal Mezzogiorno (+17,7%) e dal Centro(+13,3%). Ma la classifica regionale dei maggiori incre-menti di entrate da addizionale vede al primo posto la Ba-silicata con un +233%, seguita da Piemonte (+32,5%), Sar-degna (+32,1%), Emilia Romagna (+31,9%), Umbria(+27,1%), Friuli Venezia Giulia (+21,8%). Sono soltanto 21le province "virtuose" che dal 2000 ad oggi hanno mante-nuto l'aliquota al livello minimo. Si tratta di Aosta, Avelli-no, Bari, Bolzano, Brescia, Firenze, Isernia, L'Aquila, Napo-li, Nuoro, Padova, Prato, Reggio Calabria, Roma, Siena,Sondrio, Terni, Trento, Varese e Vibo Valentia. Mentre Ber-gamo, non raggiunge i livelli di Belluno o Biella, ma galop-pa forte dal 9,3% del 2000 fino al 11,360 di quest'anno.

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L'addizionale provinciale sull'energia

2008 2000

L'addizionale sull'energia elettrica per le imprese per provincia anni 2000-2008 ogni 1000 kWh

Provincia

Dal minimo al massimo

11,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36011,36011,36011,36011,36011,36011,36011,360

9,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,2962

BellunoBiellaBolognaComoCremonaFerraraGoriziaMilanoModenaPaviaRiminiSavonaAgrigentoCasertaCataniaChietiEnnaFrosinoneLecceMatera (*)MessinaRavennaRietiRovigoSalernoTarantoAlessandriaBeneventoBergamoBrindisi (*)CagliariCaltanissettaCatanzaroCosenza

AostaAvellinoBariBolzanoBresciaFirenzeIsernia (*)L'AquilaNapoli (*)NuoroPadovaPratoRoma (*)VareseVibo Valentia (*)Reggio Calabria (*)

11,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,40011,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36211,36011,36011,36011,36011,36011,36011,36011,360

9,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,30009,2962

Le virtuose sempre al massimo

(*) si presume una aliquota pari al 2007 non essendo pervenuta al Ministero alcuna deliberazione Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Ministero Economia e Finanze

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Con Confapi Energia,il risparmio non è più indicizzato

Bollette&RisparmiArticolo di Livio Casanova

Nel 2008 l'associazione di categoria delle PMI, sul mercato libero dell'energia elettrica, ha siglato un contratto di fornitura molto vantaggioso

Un miliardo di kilowattora di energia elettrica aprezzi scontati, pari a poco più di 150 milioni dieuro per le piccole e medie e imprese del nordItalia, bolletta alla mano, le Pmi hanno rispar-miato il 15% sui loro costi energetici. Numeri

che snocciolano - l'indice risparmio - di Api Energia. Risul-tati ottenuti grazie allo sforzo contrattuale del settoreenergia di Api industria Bergamo con i distretti di Brescia,Milano, Torino e Varese, che fanno capo ad altrettante as-sociazioni del sistema Confapi. Insieme, hanno formato ungruppo di acquisto di energia e di gas in grado di strappa-re condizioni contrattuali e prezzi di fornitura energeticamolto favorevoli in un mercato alle prese, ancora, con pro-ve tecniche di liberalizzazione. A partire dal 1999 nel no-stro paese, come per il resto dell' Unione Europea, il mer-cato dell'energia elettrica è stato liberalizzato - decretoBersani - successivamente è stata la volta del gas metano- decreto Letta - con l'obiettivo preciso di offrire alle fami-glie e alle imprese un modo per risparmiare sui loro con-sumi. Con la delibera 107/04 del luglio 2004 sono stati tol-ti tutti i vincoli relativi alla soglia minima di consumi allar-gando a tutte le imprese queste ipotetiche condizioni fa-

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Page 23: Bergamo Economia 13

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vorevoli. Il mercato dell'energia elettrica e del gas si èspalancato a differenti attori che muovono tutta la filieraenergetica: dalla produzione o l'importazione, alla tra-smissione, dalla distribuzione alla vendita, e di conse-guenza, si è modificato il sistema della struttura tariffaria.Questi importanti cambiamenti, decantati come l'opportu-nità straordinaria di ri-sparmio per il sistemaproduttivo italiano han-no tradito le più roseeaspettative. Le profondemodifiche sul mercatonon sono ancora, poi,cosi profonde e gli sce-nari attuali da un lato presentano il solito mercato di sal-vaguardia, ex vincolato, soggetto a tariffe amministrative,dall'altra parte, quello libero, regolato dalla contrattazionedelle parti, scaturito dall'incontro fra domanda e offerta,tutto sommato appare ancora ingessato. In quest' ultimoambito si dovrebbero giocare i vantaggi per l'utenza, cheavrebbe dovuto assistere allo strutturarsi di mercati effi-cienti e competitivi, ad una competizione fra i diversi ope-

ratori presenti sul mercato. Qui si gioca inevitabilmentetutta la partita del risparmio. Questa è la parte dei buonipropositi ma in realtà, il potere d'acquisto delle singoleimprese stenta a decollare, incapaci singolarmente di farfronte al bazar energetico dei grandi fornitori. Più che ot-tenere grossi vantaggi, l'imprenditore deve tenere alta la

guardia per non in-cappare in scari-che, e non soloenergetiche, sullesue bollette. Ma -aiutati che il ciel tiaiuta - le Pmi grazieallo strumento del

consorzio d'acquisto possono accedere al mercato liberoed acquistare energia a prezzi competitivi. Il Consorzioagisce sul risparmio grazie alla sua più forte capacità con-trattuale dovuta, sia ai quantitativi elevati di energia cheacquista sul mercato, sia alla possibilità di creare "aggre-gazioni" di consorzi. "Il Consorzio è stato istituito -spiega Vincenzo Caricari, Presidente della CommissioneNazionale Energia Confapi e presidente di Api Energia

Il presidente Caricari: "Lo scopo del Consorzio non è solo quello di ottenere le migliori opportunità

offerte dalle utility, ma far crescere all'interno delle singole aziende la cultura del risparmio"

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Bergamo - non solamente come un aggregazione diclienti, ma è stato strutturato in modo tale che po-tesse accompagnare e sostenere le imprese nelmercato libero in modo proficuo". Consorzi e gruppid'acquisto si stanno rivelando un'opportunità per tutte lePmi: offrono la possibilità di acquistare energia a prezzimolto competitivi e a condizioni contrattuali di forniturapersonalizzata e flessibili per ogni azienda, offrono la pos-sibilità di essere attivi mediante un organismo forte ecompetente su un mercato del quale ancora poco si cono-sce ed è in continuo mutamento, offrono la possibilità diusufruire di servizi ante e post fornitura che consentonoazioni di ottimizzazione del carico e di minimizzazione delcosto della fornitura, e infine offrono la possibilità di ac-quisire servizi tecnologici e di data monitoring innovativied efficienti, per un'informazione puntuale e aggiornata.Le dinamiche interne di un consorzio, in questo caso APIEnergia, con l'obiettivo fondamentale di far risparmiare leaziende senza precludere la loro produttività, sono messein atto per fronteggiare scenari incerti con prezzi dell'oronero che non tendono a diminuire. "Lo scopo del Con-sorzio - continua il presidente Caricari - non è solo quel-lo di ottenere, per le 365 aziende aderenti, le miglio-ri opportunità offerte dalle utility ma far crescere al-l'interno delle singole aziende la cultura del rispar-mio e della ottimizzazione delle risorse energeti-che". Praticamente le possibilità di acquisto dell'energia,fermo restando tutte le variabili e le conseguenti formuleche compongono gli indici, si giocano tra un prezzo fisso eil prezzo indicizzato, legato a tutte le oscillazioni del mer-cato petrolifero. Dopo il monitoraggio energetico di tuttele imprese associate con la relativa percentuale di utilizzoin base alle fasce orarie, il Consorzio stabilisce degli ag-

gregati, su quali poi formulare delle richieste di fornitura.Quest'anno, il gruppo d’acquisto energia Confapi EnergiaBergamo per un aggregato con consumi giornalieri dalle8.00 alle 20.00 ha ottenuto, sul mercato libero un prezzofisso vantaggioso di circa il 20/30% rispetto agli altri prez-zi presenti sul mercato libero. Un risultato eccezionale perle aziende coinvolte, che hanno beneficiato di un vantag-gio economico pari al 40% rispetto ad una contrattazionefatta singolarmente. Il consorzio, coinvolgendo molte pro-vince, si caratterizza per la sua trasversalità, rompendo,praticamente i vincoli dei fornitori, che si dividono il mer-cato e fanno cartello, creando di fatto una situazione dimonopolio territoriale. Il futuro, per ora, rimane legato al-le capacità contrattuali dei soggetti coinvolti, mentre ilvento non soffia con la dovuta energia per trasformarsi inenergia eolica, scusate il gioco di parole, e il sole solo avolte fa capolino tra le nuvole. In tutti i casi il passaggioa queste forme di energia sarà lento a causa di motivi tec-nici ed economici: il costo relativo dei combustibili fossilirispetto alle altre energie pulite risulta ancora basso, cisono ancora riserve considerevoli disponibili e c'è unacomplessa struttura operativa di miniere, pozzi, oleodotti egasdotti difficile da sostituire anche per i molteplici inte-ressi in gioco. Rimangono i timori per il nucleare, ma cipenseranno, prima o poi, le continue impennate del petro-lio a spazzarli via. "Nel frattempo - conclude il presidenteCaricari - l'unica fonte di energia alternativa, pulita, eco-nomica, immediata e accessibile a tutti è il risparmio ener-getico. La sfida è ridurre i consumi rispettamdo i tempi diproduzione delle aziende. Alle semplici azioni di buon sen-so è necessario introdurre dei dispositivi di stima e di con-trollo dei consumi di energia per ottenere un rapporto suiconsumi energetici dell'intero ciclo produttivo".

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Tutte le aziende coinvolte hanno beneficiato di un vantaggio economico

pari al 40% rispetto ad una contrattazionestrappata singolarmente

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Scenari LombardiArticolo di Carlo Quiri

Se Brescia e Milano litigano, se il titolo crollasui nuovi minimi assoluti e ci rimettono gliazionisti, il motivo è anche tecnico: le 1.001poltrone di A2A, l'utility nata dalla fusionetra Aem e Asm che si è portata in dote anche

l'ex Bas di Bergamo. Non per nulla, il tema del conten-dere - cioè il riassetto definito "milanocentrico" dallacomponente bresciana - tocca direttamente anche laBas Omniservizi, quella che recapita le bollette del me-tano, ultima superstite della vecchia Bergamo AmbienteServizi a mantenere il nome originario. Secondo quantoMF-Milano Finanza ha potuto ricostruire, sono ben 781gli amministratori e sindaci ereditati nelle 90 società

partecipate da Aem e Asm che sono confluite nel nuovautility. Un numero di incarichi abnorme se si considerache il gruppo lombardo, sommando A2A e le societàcontrollate, conta in tutto 8.799 dipendenti. E la situa-zione è ancora più impressionante se si considera cheagli amministratori e sindaci delle controllate preesi-stenti le fusioni, vanno aggiunti 220 tra sindaci effettivie amministratori di nomina A2A, che portano la cifracomplessiva a 1.001. Osservando più da vicino il nume-ro dei dipendenti, emerge poi un'altra considerazionenon di poco conto in un periodo come questo che vedecontrapposta l'anima bresciana e quella milanese delgruppo sulla questione della rappresentanza degli inte-

Nella foto: La sala comandi del Termoutilizzatore ASM Brescia

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Le mille poltrone di A2A

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Record di 8.800 dipendenti fra amministratori e sindaci nella capogruppo e nelle partecipate. Brescia fa la parte della Leonessa controllando il grosso degli organici

ressi cittadini nell'organigramma societario. E cioè chementre la direzione Aree corporate e mercato guidatadal direttore generale Renato Ravanelli (di nomina mila-nese) ha alle sue dipendenze 1.301 lavoratori (il 15%del totale formato da 8.799 dipendenti), di cui 626 inA2A e 675 nelle 12 società controllate, l'altra direzionegenerale, quella dell'Area tecnico operativa guidata dalbresciano Paolo Rossetti, vanta 7.498 dipendenti (vale adire l'85% del totale) dei quali 6.387 nelle 37 societàcontrollate e 1.111 nella capogruppo A2A. Una situazio-ne che almeno a livello di numero di dipendenti e di ca-riche amministrative (visto che le controllate sono 37contro 12) consegna un maggiore potere alla componen-te bresciana guidata dal presidente del consiglio disorveglianza Renzo Capra. E proprio nel consiglio disorveglianza siede il membro di designazione ber-gamasca, il professor Tancredi Bianchi che, in oc-casione della spaccatura consumatasi l'8 settembre,aveva appoggiato la mozione milanese fa-vorevole al riassetto, bocciata però permancanza del quorum (11 membri su 13).Quello che appare certo, comunque, èche a fare le maggiori spese tra le con-tinue guerre di campanile tra i manag-er delle due città lombarde è il titolodel gruppo. E soprattutto quel 35,1% delcapitale in mano ai piccoli soci, molti deiquali sono risparmiatori non solo milane-si o bresciani. La maggioranza del capi-tale è tuttavia in mano ai comuni di Mi-

lano e Brescia, legati da un patto parasociale, che pos-siedono ciascuno il 27,5% del capitale. A questo 55% vapoi aggiunto il 5% di Atel, il 2,5% della Carlo Tassara, il2,4% di Fil e l'1,97 del Comune di Bergamo. In questosenso non si fatica a capire perché analisti e operatoricontinuino a guardare con sfavore la bocciatura del pianodi razionalizzazione societaria imposta dai consiglieri disorveglianza di nomina bresciana. Del resto, recentemen-te, anche gli analisti hanno iniziato a storcere il naso: dalpunto di vista industriale, la società sarebbe un gioiello,ma sconta una struttura di azionariato e di corporate go-vernance che blocca il proces-so decisionale nelle fasi cru-

ciali della vita aziendalee che perciò potrebbemettere in pericolo ilraggiungimento delle si-nergie attese: 130 milio-

ni entro il 2011.

Renzo Capra e Giuliano Zuccoli

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Le regole, i sussidi, gli investi-menti, le tariffe, la durata del-le concessioni - che hannodeterminato il rapporto tra loStato e le concessionarie au-

tostradali, pubbliche o private che fos-sero -, e molto altro ancora. Tut-

to questo lo troverete

nel libro "I signori delle autostrade" (218 pagine, appenauscita per Il Mulino) dove il professor Giorgio Ragazzi - unpassato alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Interna-zionale, oggi docente di Politica Economica all'Università diBergamo - ha realmente messo a nudo i potenti, raccontan-do i segreti più nascosti delle autostrade italiane. Il settore,spiega il professor Ragazzi, registra da tempo profitti moltoelevati. Per citare solo i casi più rilevanti, in sei anni la

L'economista Giorgio Ragazzi, professore di Politica economica all'Università di Bergamo racconta in un libro il meccanismo che arricchisce i concessionari

I signori delle autostrade messi a nudo da un bergamasco

Giorgio Ragazzi

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"Schemaventotto" dei Benetton ha moltiplicato persei/sette volte il valore del suo investimento. L'impren-ditore Gavio, entrato nel settore meno di dieci anni ad-

dietro con un piccolissimo investimento, controlla oggiun impero che vale quattro miliardi. Ma non solo. C'è n'èper tutti, anche per la Brebemi. La stessa non solo si ba-sa su uno studio vecchio di undici anni, ma la gara ven-ne aggiudicata a costi che poi si rivelarono circa la metàdi quelli reali, con il risultato che i pedaggi - per essereremunerativi - dovrebbero essere più alti dell'A4. All'ar-gomento è dedicato un intero capitolo del libro di Ragaz-zi, partendo dal presupposto che l'irrazionalità nellastruttura tariffaria appare particolarmente grave nel ca-so di costruzione di nuove tratte alternative a quelle esi-stenti. Considerando i tre progetti di nuove autostrade,Brescia-Bergamo-Milano (BreBeMi), supertangenziale ePedemontana, che interessano l'area Brescia-Milano-Malpensa e che offriranno percorsi parzialmente alter-nativi alla Milano-Bergamo, in concessione ad Aspi, ilcosto previsto per queste nuove tratte varia da 30 a 50milioni di euro al chilometro (al lordo del contributo sta-tale per la Pedemontana). Mentre la Autostrade Spa èstata privatizzata a un EV (ovvero equity più debiti), cor-rispondente a un prezzo medio di 2.8 milioni di euro alchilometro. Se a ciascuna concessionaria venisse rico-nosciuta una tariffa commisurata ai costi medi, com'ènella filosofia del project-financing, sulle nuove tratte sidovrebbero praticare pedaggi molto più alti che sulla A4,per ammortizzare un investimento dieci volte più costosopur considerando il sussidio pubblico. Ma differenze ta-riffarie di questo tipo avrebbero l'effetto perverso di sco-raggiare il traffico sulle nuove tratte, richiedendo cosìpedaggi ancor più elevati per coprirne i costi fissi. D'al-tronde, se si consentisse di alzare le tariffe sulla A4 allivello delle nuove tratte, verrebbe generato un in-giustificato extraprofitto per il concessiona-rio. Per cercare di capire questi meccani-smi, il professor Ragazzi ha ripercorso lastoria del settore dalle origini a oggi.Poiché le concessionarie erano preva-lentemente pubbliche, dell'Iri o di entilocali, ministri e Anas sono semprestati molto benevoli nei loro confronti(alle spalle degli utenti). Già le rivalutazio-ni monetarie del 1976 e 1983 erano stateuna fonte di grandi profitti per le concessio-narie; senza quelle rivalutazioni, nella mag-gior parte dei casi le autostrade sareb-bero già state inte-ramente ammortiz-zate alla fine deglianni '90. La priva-tizzazione di Auto-strade ha poi inne-scato una vera cuc-cagna e ne hanno

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La scheda

G iorgio Ragazzi ha con-seguito il Master inEconomics presso la

University of Virgina. Attual-mente è professore associatodi Politica Economica al Di-partimento di Scienze Econo-miche dell'Università di Ber-gamo. In precedenza è statodirettore esecutivo della Ban-

ca Mondiale, economistapresso il Fondo Monetario In-ternazionale e ha svolto atti-vità di consulenza per il Mini-stero delle Partecipazioni Sta-tali e per il Ministero del Bi-lancio e della Programmazio-ne Economica. Ha inoltre in-segnato all'Università degliStudi di Torino e alla LUISS.

Master negli Stati Uniti ed ex direttore esecutivo della Banca Mondiale

Luciano Benetton

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beneficiato anche gli azionisti privati. È l'obiettivo di massi-mizzarne il valore che ha indotto alla proroga generalizzatadelle concessioni alla fine degli anni '90 e all'introduzione diun price cap particolar-mente favorevole per leconcessionarie, per nonparlare delle clausole pri-vilegiate inserite nellaconvenzione della Auto-strade. Ragazzi affermache "non esiste nessun settore dove un Governo, o addirittu-ra solo un ministro, possa fare regali così imponenti a socie-tà (pubbliche o private) mediante la proroga della concessio-ne e la regolazione delle tariffe, senza che gli utenti ne per-cepiscano nemmeno i costi addizionali". Gli investimenti era-no stati finanziati pressoché interamente a debito, da tutte le

concessionarie: a fine 1975 le 21concessionarie avevano un capi-

tale proprio (equity) di 115 mi-liardi di lire, a fronte di 5.100miliardi d'investimenti. Il ca-pitale investito della maggiorparte delle concessionarieera già stato ampiamente

ammortizzato e remunerato,tra la metà e la fine degli anni

'90. Le tariffe avrebbero quindipotuto essere drasticamenteridotte (o gli "extraprofitti"girati allo Stato come era

previsto dalla legislazione degli anni '60). Al termine delleconcessioni i beni avrebbero dovuto essere devoluti gratui-tamente allo Stato. Le concessionarie sono invece risorte a

nuova vita con la pro-roga generalizzata del-le convenzioni nel1999-2000. Il nuovo si-stema tariffario (pricecap) è partito poi sta-bilendo norme per gli

incrementi di tariffa, ma accettando per buoni i livelli tariffa-ri esistenti, senza verifica della loro congruità rispetto al ca-pitale netto investito residuo di ciascuna. La maggior valuta-zione dell'autostrada (o del ramo d'azienda cui è intestata laconcessione) si giustifica solo perché produce "extraprofitti",cioè profitti molto superiori a quanto sarebbe "congruo" ri-spetto ai valori storici. Da tenere presente poi che i pedaggivariano (dati 2006, al netto di Iva e contributo al Fondo cen-trale di garanzia) da 3,6 a 11,6 centesimi di euro per veico-lo/km, e si nota appunto una correlazione inversa tra livellodel pedaggio e intensità di traffico. Un rapporto che ha subi-to molte evoluzioni, partendo dalle prime e limitate conces-sionarie private degli anni '20, alla massiccia estensione del-la rete con le concessionarie pubbliche degli anni '60, fino adarrivare alla privatizzazione del 78% della rete, lunga ormai6.800 km, degli anni '90. Una ricostruzione che non tralasciai rilevanti e irrisolti problemi di regolazione oggi più apertiche mai, oggetto di recenti interventi normativi, che alimen-tano il dibattito politico e le polemiche tra i diversi soggettiin campo e che proseguiranno di certo nei prossimi anni.

Da Gavio ai Benetton, perché servirsi della Brebemi costerà di più rispetto all'A4

L'imprenditore Gavio

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Non passa lo stranieroDopo il 2007 record, bilancio turistico in calo nella prima parte dell'anno: calano i pernottamenti e spesa a picco, ma Orio continua a sfornare viaggiatori

Afronte di un numero di visitatori in leggerissi-ma flessione, il sistema turistico bergamascoaccusa un calo di pernottamenti che sfiora il6% e soprattutto una perdita di fatturatodell'11,6%. Undici milioni di euro in meno, per

intenderci. Eppure, l'aeroporto di Orio continua a sfornarefiumi di passeggeri in arrivo da tutta Europa, anzi, è uno deipochi scali che continua a crescere in un sistema lombardoche, tra l'Alitalia e Malpensa, ha visto svanire nel nulla 2milioni di viaggiatori. Se i due fenomeni viaggiano lungo bi-nari divergenti, se a un forte aumento degli sbarchi corri-sponde una flessione dell'indotto, la ragione va cercata pro-babilmente in una crisi dei consumi (vedi il bilancio Ascomdei saldi estivi: -15%) che non può non investire anche ilsegmento low cost su cui si basa la Bergamo che vola. Di-

cevamo della bilancia turistica. I dati pocorosei arrivano dall'Ufficio Italiano Cambi(ora confluito nella Banca d'Italia) cheanalizza la presenze straniere nel periodogennaio-maggio 2008, raffrontandolo conil corrispondente periodo di un anno fa.Che molte stanze di hotel fossero rima-ste vuote, era già emerso nella setti-mana di ferragosto, quandopraticamente tutti gli alber-ghi cittadini avevano postidisponibili. E' vero che la ba-se orobica è formata da unaclientela business, ma nonva nascosto che l'andamento

Turismo

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negativo della provincia non trova riscontri né a livello na-zionale che regionale. O meglio, se la Lombardia ha cedutoparecchio (-14,6%) in termini di pernottamenti, quantome-no il sistema è riuscito a trasferire la perdita sulle tasche deiclienti, essendo la spesa turistica lombarda in lieve crescita(+1,1%). Guardando la serie storica, la prima constatazioneè che il confronto con il 2007 si presenta tra i più difficili:si trattò infatti di una stagione irripetibile, di un veroparadiso del turismo straniero a Bergamo. L'autunnoscorso, di questi tempi, gli operatori stavano festeggian-do infatti il record assoluto da quando esiste il rile-vamento UIC, che poi si è tradotto anche nel bi-lancio a dodici mesi: tre milioni e mezzo di pernot-tamenti (+57%), duecentocinquantamila visitatoriin più e un volume d'affari lievitato del 18% sem-bravano il viatico migliore. In assoluto, il numerodi viaggiatori stranieri è rimasto pressochè inva-riato, scendendo di 2.000 unità su 288.000 (-0,70%), quindi il cuore del business è rimastointonso e non pregiudica il suo ritorno ai fastipassati. Il problema è che tutti questi stranierihanno sempre meno soldi, si fermano sempremeno a Bergamo e - quando lo fanno - stu-diano soluzioni più economiche rispetto alpassato. Di buono, dicevamo, c'è la tenutadelle presenze e la costante tendenza allacrescita di Orio, mentre nei primi otto mesi

dell'anno gli aeroporti lombardi hanno perso complessiva-mente 2 milioni di passeggeri. Trend in crescita (sin dal2002) per lo scalo bergamasco: da gennaio ad agosto lo sca-lo è stato utilizzato da 4.446.960 passeggeri e si conta di ar-rivare a 6,4 milioni a dicembre, con un incremento del 14per cento rispetto al 2007. Montichiari è passato dai139.901 passeggeri dei primi otto mesi del 2007 agli oltre

207mila di quest'anno ma a fronte della recente sospen-sione delle attività di Air Bee si profila un prossimo futu-

ro difficile con un solo volo di linea, quello di Ryanairper Londra, ora attivo. I dati di traffico di Monti-

chiari evidenziano inoltre un andamento altale-nante negli ultimi otto anni con un picco di270mila passeggeri in otto mesi raggiuntonel 2005. Da Malpensa sono transitati13.628.835 passeggeri, con un calo di oltre il

15% sul 2007 e anche Linate chiude i primidue terzi dell'anno in negativo: 6,5 milioni, cir-ca il 2% in meno. I due scali sono vittime con

modalità diverse della ritirata di Alitalia: Malpen-sa in modo diretto, dato che l'ex compagnia dibandiera ha tagliato drasticamente i voli a favoredi Fiumicino; Linate in modo indiretto, in quanto

soffre per il trasferimento di buona parte dei voli diAir One a Malpensa. Se si prende come periodo diriferimento l'intero anno, invece, dal 2000 al 2007 i

quattro aeroporti lombardi nel loro complesso hanno

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Aeroporti: la Lombardia perde 2 milioni di passeggeri, mentre lo scalo bergamasco sale del 14 per cento

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incrementato il traffico pas-seggeri del 41% arrivando aun totale di 39,7 milioni, ri-spetto a una crescita dell'inte-ro sistema italiano del 47 percento. Anche in questo caso, ilpasso tenuto dagli scali è dif-ferente: Bergamo in sette anniha fatto un balzo del 362%, Li-nate del 64% mentre Bresciae Malpensa, per motivi diver-si, si sono fermati al 15%. Dif-ferenze che si riscontrano an-che nei bilanci delle società digestione del 2007 poichéquanto avvenuto negli ultimimesi riproduce situazionipreesistenti: l'ottimo anda-mento di Bergamo, gli alti ebassi di Brescia, l'effetto Ali-talia su Linate e Malpensa. LaSacbo (Orio al Serio) grazie alforte trend di crescita del traf-fico passeggeri, ha chiuso ilbilancio 2007 con utili per9,932 milioni di euro in au-

mento del 31,6% rispetto ai 7,543 milioni del 2006. Un risul-tato ottenuto grazie a un apporto consistente dei ricavi aero-nautici, che rappresentano il 75,4% del totale, mentre le at-tività commerciali non aviation si sono fermate al 24,6%, co-munque in crescita di un punto percentuale rispetto al 2006.Il ricavo non-aviation per passeggero, comunque, in un annoè passato da 2,7 a 3,35 euro: il prezzo di un panino, oppure diuna brioche con cappuccino. In futuro l'incidenza di questavoce sul bilancio è attesa in crescita, anche grazie al com-pletamento dei lavori di ampliamento dell'aerostazione di cuista partendo la seconda fase. Una situazione decisamente

differente da quella che emerge scorrendo il bilancio dellaSea, la società che ha in gestione gli scali di Malpensa e Li-nate. Per quest'ultima i ricavi non aeronautici nel 2007 han-no costituito il 43,7% del totale, con una crescita del 9,6%sul 2006, rispetto a un incremento del 3% dei ricavi aviation.Sea ha chiuso l'ultimo bilancio con un utile di esercizio di30,4 milioni di euro, in calo del 14,2% rispetto al 2006 a cau-sa delle svalutazioni degli investimenti effettuati dalla so-cietà per dotare Malpensa di infrastrutture legate alla fun-zione di hub di Alitalia. In assenza di tale svalutazione, l'uti-le sarebbe stato di 60,3 milioni di euro. In prospettiva Sea hacome obiettivo un'ulteriore crescita della quota dei ricavinon aviation sul totale, in linea con quanto già avviene peralcuni delle principali società europee attive nel settore. Danon trascurare che la Sea è poi il più grosso socio della Sac-bo al 49,9% e che, recentemente, si è accordata con l'AirBerlin perché lasciasse Orio e si spostasse nell'hub varesino,ottenendo sconti di gestione e il più prestigioso terminal 2.Ma il tiro mancino si è rivelato un boomerang, visto che larotta è stata rimpiazzata dalla Ryanair, per di più con il rad-doppio delle frequenze, così adesso per andare a Berlino sispende molto meno da Bergamo che da Malpensa. Per tor-nare al sistema lombardo, si conferma in rosso per il secon-do anno consecutivo il bilancio del Gabriele D'Annunzio, ge-store dello scalo di Brescia Montichiari. Il 2007 ha registra-to un passivo di 5,119 milioni di euro in crescita del 25,3%rispetto ai 4,085 del 2006: per gli industriali bresciani, gran-di sponsor dell'aeroporto, è un magone difficile da mandargiù. Traffico passeggeri in calo, settore merci con alti e bas-si non hanno consentito di raggiungere un risultato positivo.Sul secondo fronte, in particolare, la decisione di Poste Ita-liane di collocare qui un centro di smistamento e l'attivitàsvolta dagli altri vettori non sono stati sufficienti a compen-sare i costi determinati proprio dalla nuova attività postale edall'aumento del costo del lavoro. Nel corso del 2007 nelloscalo si sono effettuati interventi di potenziamento per untotale di oltre 11 milioni di euro.

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2004 2005 2006 2007 Gennaiomaggio ‘07

Gennaiomaggio ‘08

Var. %

Spesa (milioni di euro)

Lombardia

Bergamo

Numero visitatori (migliaia)

Lombardia

Bergamo

Numero di pernottamenti (migliaia)

Lombardia

Bergamo

4.488

177

13.479

541

40.190

2.316

4.192

242

13.202

512

36.236

2.779

5.412

260

17.228

775

49.643

3.509

2.121

95

6.607

288

19.468

1.176

2.146

84

6.919

286

16.615

1.106

+ 1,1

- 11,60

+ 14,70

- 0,70

- 14,60

- 5,90

4.849

222

15.620

545

41.786

2.231

La retromarcia del turista estero

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Il prototipo si ribalta: basta maschi musulmani, operai e spesso edili. La caduta del welfare ha spalancato le porte alle badanti e alle lavoratrici domestiche

Il prototipo dell'immigrato si ribalta. Se finora eravamo abituati auno standard di maschi, musulmani, operai e spesso edili, la ca-duta del welfare ha spalancato le porte a un esercito di cristia-ne dell'Est, badanti, colf, lavoratrici domestiche o assistenti do-miciliari. E per la gran parte si tratta di donne giovani (il 78% ha

un'età fra i 30 e i 40 anni) e sole: poche portano in Italia i figli, quasinessuna il marito o altri parenti. In compenso, la metà di queste im-migrate lavora in nero. L'aggiornamento arriva da una ricerca dellaFondazione Ismu che, per la provincia di Bergamo, parte da una basetra 96mila e 100mila stranieri, compresi gli irregolari e i regolari nonresidenti. Le donne tra i 20 e i 64 anni di età ne rappresentano il 43 percento: sono più di 40.000. L'Ismu fa inoltre notare un altro parallelismotra edilizia e lavoro domestico: entrambi i settori, oltre ad assorbire ilgrosso della manodopera straniera, costituiscono anche un serbatoiodi irregolarità senza rivali. In base a elaborazioni di un sub-campionedi indagine, l'Osservatorio Regionale per l'integrazione e la multietni-cità stima che le donne sole siano oltre 5mila a cui si aggiungono 2mi-la donne sole con almeno un figlio, ma senza marito né convivente

adulto. Poco più della metà lavo-ra regolarmente e a tempo in-determinato, mentre circa il40% è costituito da lavoratrici

subordinate in nero: percen-tuale 3-4 volte superiorealla media tra tutti glistranieri in provincia diBergamo, pari all'11%

circa. Escludendo qual-che lavoratrice parasu-

bordinata o autonoma ealcune studentesse, il tas-

so di disoccupazione reale è

minimo, cioè pari all'1%. Più dei quattro quinti svolge lavori di assi-stenza domiciliare o comunque domestici o di pulizie. Il 5% è inveceimpegnato in mestieri di tipo intellettuale (a fronte di una media in pro-vincia del 2,5-3% per gli immigrati da paesi a forte pressione migra-toria) e un ulteriore 2% di tipo impiegatizio. Un'altra novità riguarda lamigrazione intraprovinciale degli stranieri: in un quadro di crescita, lapresenza di stranieri è diminuita nei distretti di Clusone (-8%), Lovere(-4%) e Bergamo (-1%), con uno spostamento dei flussi verso Treviglio(+10% a 10.000 unità), Isola (+11% a 11.000 unità) Romano (+8% a9.800 unità) e Dalmine (+8% a 12.700 unità).

Bergamo, boom d'immigrate single dall'Est arrivano 7.000 donne sole

Stranieri&NumeriArticolo di Carlo Quiri

S econdo l'Osservatorio Re-gionale il numero di immi-grati cinesi in Lombardia al

1° luglio 2007 è di 45mila unità,pari al 4,8% del totale provenienteda paesi a forte pressione migra-toria. Gli immigrati cinesi si con-centrano in maggioranza nel mila-nese. Le donne sono circa 21mila.Il tasso di irregolarità della presen-za cinese in Lombardia è inferiorealla media regionale, anche senell'hinterland milanese raggiun-ge il 19% contro una media terri-toriale del 16. Rispetto alla media

regionale i cinesi registrano un al-to numero di proprietari di case edi situazioni professionali autono-me o imprenditoriali. I tassi di dis-occupazione "reale" sono minimi equasi nulli. Il reddito medio è di cir-ca 1.200 euro mensili. Mentre me-no della metà dei lavoratori cinesiguadagna in realtà più di 1.000 eu-ro al mese, uno su sei ne guada-gna più di 1.500 e uno su sedici piùdi 2.500. Le professioni maggior-mente svolte sono negli ambitidella ristorazione, delle attivitàcommerciali e dell'artigianato.

Identikit dei cinesi in Lombardia disoccupazione verso quota zero

La scheda

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Agricoltura&BusinessArticolo di Roberto AmaglioFoto di Laura Pietra

Cia, obiettivo rilancio

Nell'ultimo mese l'agricoltura si è guadagnata a suo malgradole luci della ribalta, soprattutto per i rialzi dei prezzi dei pro-dotti agricoli. Un argomento più di una volta trattato dai me-dia, impegnati a fotografare le difficoltà dei consumatori edelle famiglie italiane. Ma se i disagi dei consumatori del Bel-

paese sono indiscutibili, basta affrontare la tematica dal punto di vista delproduttore per capire che nemmeno l'agricoltore se la passa meglio. L'in-flazione e l'aumento dei prezzi del gasolio - senza dimenticare il mangime -stanno mettendo in ginocchio molte aziende bergamasche. A farsi portavo-ce dei disagi del settore è il presidente della CIA (Confederazione ItalianaAgricoltori) Piero Bonalumi, che lancia il grido d'allarme ponendo le basiper un'eventuale rinascita. "Principalmente le difficoltà degli agricoltori so-no due: l'aumento dei costi di produzione e la riduzione dei fondi europeiper il piano di sviluppo rurale. Per quanto riguarda il primo punto, sappiamotutti quanto l'inflazione stia pesando sulle tasche degli italiani; anche gliagricoltori sono messi alla frusta dall'innalzamento dei prezzi dei mangimi,delle materie prime e del gasolio. Se a questo incremento di costi si ag-giunge che il prezzo all'ingrosso è rimasto per molti prodotti invariato - sipensi per esempio al latte, fermo a 37/38 centesimi al litro -, si capisce co-me le aziende agricole si stiano indebitando sempre di più".

Una situazione che non migliora, anzi sembrerebbe che pure l'U-nione Europea si sia dimenticata di voi.

"Si, a quanto pare. La riduzione dei contributi UE all'agricolturaper il piano di sviluppo rurale, che a Bergamo servivano anche

per promuovere ed agevolare le aziende nel difficile territo-rio montano della nostra provincia, rende più difficile lapossibilità di pianificare il futuro del nostro settore".

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Piero Bonalumi, presidente della Confederazione Italiana Agricoltoridi Bergamo: "E' fondamentale riconquistare una posizione forte

sul mercato, soprattutto in un periodo difficile come questo"

Piero Bonalumi

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La parola d'ordine per mettere un freno all'inflazione e ri-vitalizzare al contempo il produttore sembra essere quel-la della filiera corta, ossia eliminare alcuni passaggi trail produttore e il consumatore. Qual è l'idea della CIA?"Anche tenendo conto delle peculiarità del territorio bergama-sco, la CIA da anni caldeggia una riduzione della filiera, pro-muovendo anche punti vendita diretti, che potrebbero agevolaresia l'agricoltore che il consumatore. A nostro avviso, sono so-prattutto quegli agricoltori che si trovano vicini ai centri urbaniche dovrebbero lanciarsi in quest'iniziativa. Ovviamente sarebbesbagliato demonizzare la via industriale, che comunque non hatutte le colpe di questa situazione economica difficile e i cui van-taggi, anche per i produttori, non sono mai da dimenticare".

Come conciliare interessi del produttore e quelli degliindustriali?"Per quanto ci riguarda, riteniamo che gli industriali debbano co-munque tener conto della situazione attuale, riconoscendo unmaggior valore di mercato a prodotti come il latte, che in questiultimi anni ha visto lievitare i costi di produzione senza un ade-guato ritocco verso l'alto del prezzo all'ingrosso. Tuttavia, da par-te degli agricoltori, ci deve essere anche la capacità e l'elastici-tà di fornire al mercato i prodotti giusti al momento giusto. Inpratica, l'agricoltore deve anche essere capace di cogliere le esi-genze del cliente e del mercato".

Le maggiori preoccupazioni, tuttavia, sembrano proveni-re dall'estero, più precisamente da Bruxelles. In data 8settembre, infatti, l'Unione Europea ha dato il via liberadefinitivo alla commercializzazione di una nuova soiaOgm destinata all'alimentazione animale. Sappiamo chela posizione della CIA è scettica."Il pensiero della Confederazione è che tali soluzioni non faccia-no il bene dell'agricoltura italiana, chiamata invece a guada-gnarsi una fetta di mercato grazie ai prodotti autoctoni e di qua-lità, senza ricorrere a soluzioni geneticamente modificate che,per come sono attualmente le cose, andrebbero a favorire Pae-si come gli Stati Uniti, il Brasile, l'India o la Cina, già da qualcheanno attive nel settore Ogm".

C'è chi dice che in questo modo s'abbatterebbero i costie si aumenterebbe la produzione."È giusto fare delle considerazioni. Accantonando le valutazio-ni qualitative sulle produzioni Ogm, bisogna comunque sotto-lineare come in Italia, dove le aziende agricole sono contrad-distinte da dimensioni ridotte, il ricorso a tale espediente po-trebbe rivelarsi controproducente, in quanto bisognerebbesegmentare con precisione i terreni adibiti alle singole col-ture, adottando delle precauzioni che possono avere an-che dei costi non risibili. Proprio per questo, molte com-missioni agricole dei Paesi europei avevano bocciato lasoluzione, non riconoscendonell'Ogm la soluzione per rilan-

ciare l'agricoltura del vecchio continente. Tuttavia, se gliOgm sono sicuramente il tema sulla bocca di tutti, qui inLombardia le nostre preoccupazioni riguardano la normativasulla riduzione dei nitrati".

Ci vuole spiegare meglio?"In parole povere, la disposizione mira a diminuire l'inquina-mento delle acque causato dai nitrati provenienti da fontiagricole e a prevenire così un ulteriore inquinamento. Per fa-re questo molti agricoltori dovrebbero, nel giro di pochi me-si, disfarsi del 30 per cento del loro bestiame, compromet-tendo la loro attività. Ma il problema maggiore è che questadisposizione, ufficializzata nel 2003, non ha ancora trovatoda parte della politica italiana una legislazione chiara ed ef-ficace: in pratica, invece di anticipare i tempi e le proble-matiche, noi siamo costretti a inseguire normative ormai giàin vigore da cinque anni. E la questione non è di poco conto:sarà da come affronteremo la tematica che dipenderà il fu-turo dell'agricoltura lombarda e non solo".

Inoltre si teme una contrazione del settore agricolo neiprossimi anni."Il fatto è questo. Con queste premesse molti agricoltori stan-no rivedendo i loro piani, considerando anche la possibilità divendere i propri terreni, molti dei quali hanno un'alta valuta-zione di mercato. Ma del resto è comprensibile: a fronte diun'attività rischiosa e faticosa, per liberare il terreno vengonoofferte grosse somme di denaro".

Ma in questo contesto ci sono anche aspetti beneaugu-ranti, come per esempio l'apertura della scuola profes-sionale di agricoltura a Caravaggio."Sicuramente una cosa positiva, soprattutto se saprà indirizza-re la sua attività di formazione alle esigenze del mercato. In-sieme ai corsi di formazione gestiti dalla Regione, questo è ilsettore su cui bisogna investire per il futuro".

E anche la CIA ha alcuni progetti in cantiere per supe-rare queste difficoltà economiche e congiunturali?"Il nostro obiettivo è il rilancio, sia verso l'esterno che verso

l'interno. Infatti, per quanto l'immagine sia importante,crediamo che sia innanzitutto fondamentale riuscire per

noi a conquistare una posizione forte sul mercato. Per fa-re questo, già a partire da questo mese, cercheremo dicostruire gruppi d'interesse tra le aziende che operano

nello stesso ambito: con queste aggregazioni puntiamo arilanciare la competitività delle diverse agricolture berga-

masche. In secondo luogo, invece, ci concentreremo sullapromozione verso l'esterno: ovvia-

mente il nostro punto di forza saràla fiera di Bergamo, manifesta-zione che ogni anno attira l'at-tenzione di migliaia di persone".

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Moda&Business

Trussardi, il levriero corre veloceGli utili a mille: pari a 6,751 milioni, con una crescita quasi doppia(+85%) rispetto ai 3,64 milioni di euro dell'esercizio precedente

E'stato un buon anno per la griffe Trussardi. Laconcentrazione del business sulle collezionipiù redditizie e il profondo riassetto delgruppo, soprattutto dal punto di vista pro-duttivo ma anche di controllo, ha fatto sì che

gli utili quasi raddoppiassero per il marchio retto da Beatrice Trussardi. E nel suo nuovo corso, la maisondel levriero rinuncia a portare in passerella la collezionefemminile della main line e affida a Milan Vukmirovic, exstilista di Jil Sander, la nuova etichetta Trussardi 1911,per la quale è prevista una boutique monomarca a Mila-no. Il nuovo marchio Trussardi 1911, che ha debuttato conil menswear dell'inverno 2008-09, si allargherà prestoanche alla donna, rimpiazzando così la prima linea cheper ora andrà in soffitta. Si tratta ancora di un progettoche la casa bergamasca ha preferito non presentare aMilano Moda Donna, ma che vedrà la luce molto presto,visto che la società ha tutte le intenzioni di vendere il wo-menswear con etichetta 1911 già dalla primavera-estate2009. Nel business plan del gruppo c'è anche l'inaugura-zione di una prima boutique Trussardi 1911 donna, previ-sta a Milano entro Natale in via Sant'Andrea, proprio ac-canto allo spazio dedicato alla linea maschile. Quale siail ruolo della prima linea all'interno del nuovo corso diTrussardi ancora non è chiaro. Quello che è certo è che lacollezione femminile, nelle ultime stagioni in mano aGaia Trussardi, per la prima volta dal 1983 non sfilerà al-la settimana della moda. In forse anche la stessa produ-zione. Ma questa brusca interruzione con la tradizionedella griffe non sembra comunque essere la conseguenzadi un momento di empasse per la società. Il 2007, infatti,è stato un buon anno per la Trussardi Spa, che fa capo al-

la holding Finos (la presiede Marialuisa Gavazzeni, mo-glie del compianto Nicola) e che ha visto crescere di 5 mi-lioni circa il valore lordo della produzione a 31,8 milioni.In basso a destra, l'ultima riga del conto economico met-te in evidenza un utile netto pari a 6,751 milioni, con unacrescita quasi doppia (+85%) rispetto ai 3,64 milioni dieuro dell'esercizio precedente. Anche i margini osserva-no un andamento analogo: l'ebit ha messo a segno unbalzo in avanti che sfiora il 90% raggiungendo 8,3 milio-ni. In testa a tutto c'è la Finos, la holding di famiglia checontrolla il cento per cento della Trussardi, la società chegestisce la griffe e le attività inerenti. E a sua volta laTrussardi ha il controllo della TrsEvolution, nata nel 2002 dallafusione tra Sosir e Rotondi: difatto è la licenziataria dellaTrussardi e si occupa dellaproduzione e distribuzio-ne di borse, valigie, ac-cessori, abbigliamentomaschile e femminile,jeans, scarpe, lenzuola.Senza grandi cambia-menti, senza buttarsi inquelle politiche espan-sive che oggi stannofrenando parecchiconcorrenti, il Le-vriero ritorna acorrere più snel-lo e decisamen-te più veloce. Beatrice Trussardi

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Emintad, le Azioni miglioriper entrare in BorsaSpazio a una delle realtà più dinamiche nel mondo dell'advisory e dell'investment banking con sedi a Dubai, Londra e BergamoPaolo Ribolla e Luciano Di Fazio: "Abbiamo deciso di unire le nostrediversificate competenze per rendere un servizio utile a tutte le aziende italiane"

Orizzonti finanziariArticolo di Luca BilottaFoto di Giorgio Chiesa

Luciano Di Fazio e Paolo Ribolla

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Effettuare acquisizioni in Italia o all'estero, prepa-rarsi alla quotazione in Borsa, coinvolgere le forzemanageriali più attive. Sono queste le motivazioniche spingono molte imprese con le prospettive mi-gliori, a individuare in una partnership di capitale

e visione strategica lo strumento per accedere agli scenaridi sviluppo futuro. Soluzioni possibili solo attraverso partnerqualificati di settore, gli unici capaci di consigliare l'impren-ditore in una delle scelte strategiche più importanti per il fu-turo della propria attività. Ma spesso queste grandi cased'investimento risultano economicamente poco accessibilialle industrie italiane e bergamasche. Ecco la soluzione, na-ta tre anni fa, da un pool di cinque businessman e profes-sionisti con esperienze più che ventennali nel campo dellastrategia, del management, del private banking, del corpo-rate finance, del capital market e del diritto societario e tri-butario. Insieme hanno creato Emintad, società di advisoryche opera nel settore dell'investment banking: una dinamicarealtà internazionale, che vuole essere la giusta spalla pertutte le industrie che voglio costruirsi un futuro radioso estabile. "Crediamo nello spirito di gruppo - affermano all'u-nisono Paolo Ribolla e Luciano Di Fazio, soci fondatori diEmintad -, per questo abbiamo deciso di lanciarci in una si-mile avventura professionale. Abbiamo deciso di unire lenostre ventennali competenze in settori diversificati, perrendere un servizio utile a tutte le aziende italiane. Ma nonsolo, ci rivolgiamo soprattutto alle industrie bergamasche,essendo un territorio florido e avendo comunque radici divita e di lavoro in questo territorio".

Emintad: un nome esotico o acronimo dal significatoimportante?"Esotico, in un certo senso, può essere un termine azzec-cato: Emintad significa Emirates International Advisor. L'i-dea era quello di strutturare un ponte d'investimento frauna realtà economica emergente come gli Emirati Arabi el'Italia. Poi, col tempo, abbiamo allargato i nostri orizzonti.Non a caso abbiamo una sede a Dubai, una a Londra e abreve anche una a Milano. In attesa di aprire quest'ultima,

facciamo capo allo studio di commercialisti Ribolla, Fusi,Maio, Lamanna nel cuore di Bergamo in via XX Settembre".

Entriamo nel dettaglio: di cosa vi occupate precisa-mente?"Come detto, Emintad è una società di advisory che operanel settore dell'investment banking. In pratica la società as-siste la propria clientela - che si suddivide in varie catego-rie, dalle aziende ai fondi d'investimento - nell'individuazio-ne e nella realizzazione di progetti di profilo corporate nel-l'ambito della strategia e della finanza".

Quindi vi potete definire una banca d'affari?"Non esattamente. Emintad non è un istituto di credito. Ci li-mitiamo ad attività legate alla consulenza a imprenditori,aziende e governi nell'ambito del capital market (quotazioni),private equity (ingresso nel capitale di Fondi d'investimento),M&A (fusioni e acquisizioni) e advisory strategico. Non inve-stiamo in materie prime, derivati e azioni a rischio, e non sia-mo attivi nell'amministrazione di fondi d'investimento e fondipensione. Quindi nulla a che fare con le operazioni speculati-ve che hanno caratterizzato il panorama internazionale dellebanche d'affari e, più in generale, della finanza".

Operazioni, spesso azzardate, che hanno reso fragilel'economia italiana ed europea. Per non parlare di quel-la statunitense, messa ko con il caso Lehman Brothers."Il sistema finanziario internazionale è tutt'ora in una fase d'a-nalisi delle perdite già registrate, e che dovranno ancora esse-re registrate, dovute ai cosiddetti mutui "subprime". I risultatinegativi annunciati da numerosi Istituti di standing internazio-nali hanno evidenziato per la prima volta nella storia di que-st'ultimi una debolezza, dovuta a un'esposizione creditoria didifficile analisi, che ha comportato in alcuni casi una drasticariduzione del patrimonio accumulato in decenni d'attività. Leannunciate ricapitalizzazioni potranno determinare un cambia-mento importante e per certi versi storico della governance diprimari Istituti europei e americani. Si prospetta l'ingresso dinuovi azionisti provenienti dall'area del Middle e Far East come,

"La società, composta da un pool di cinque professionisti, si occupa di capital market, private equity, fusioni e acquisizioni, e advisory strategico"

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ad esempio, i Fondi Sovrani Cinesi. Ovviamente la situazio-ne è difficile, ma Emintad - non facendo parte di queste real-tà -, viaggia su canali sicuri e s'affida alle capacità di unostaff selezionato e preparato in vari settori".

A proposito, qual è il vostro management team?"E' formato - come detto - da professionalità differentiche complessivamente permettono di garantire un verovalore aggiunto ai propri clienti. I profili professionali sibasano su esperienze pregresse almeno ventennali nelcampo della strategia, del management, del private ban-king, del corporate finance, del capital market e del di-ritto societario e tributario; inoltre, Emintad annovera frai suoi partner esponenti di rilievo provenienti da impor-tanti studi legali e di commercialisti".

Possiamo fare qualche nome? "Lo staff è composto dagli ingegneri Gianluca Cedro e Lu-ciano Di Fazio, dall'avvocato Giovanni Lega, dai dottori com-mercialisti Maurizio Manzati e Paolo Ribolla, e da un priva-te banker di un importante istituto internazionale. Inoltredisponiamo di uno staff formato da analisti, investmentmanager e lead arranger".

Strano che un pool di professionisti si unisca in un'uni-ca realtà. Normalmente in Italia - e conseguentemente aBergamo - si tende a puntare sul singolo piuttosto chesulla forza di gruppo."Ritengo che Emintad, e qui parlo preminentemente da commer-cialista - afferma Paolo Ribolla -, risponda a una spesso cronicacriticità dei professionisti (commercialisti ed avvocati soprattut-

to) che tendono a non privilegiare i progetti d'aggregazioneper una presunta "tutela" del proprio cliente. In Italia, spes-so, lo studio professionale è incentrato sulla singola figuradel commercialista (o avvocato) che si avvale della colla-borazione di uno o più assistenti. Personalmente ritengoche solamente l'aggregazione di più professionisti, che por-tino in dote così più esperienze e più conoscenze, possanocreare quel valore aggiunto che aiuti veramente la piccola,media e grande azienda. In tal modo lo studio professiona-le non resterà solo l'interlocutore che "risponde" alle do-mande del cliente, ma diventerà il partner che in terminipropositivi sarà capace di proporre soluzioni allo stesso,anticipando le sue domande e le sue esigenze".

Forza di gruppo per un unico fine. Ma in cosa vi diffe-renziate rispetto alla concorrenza e quali sono i ser-vizi peculiari della vostra società?"A differenza di quello che normalmente avviene nel rappor-to fra cliente e Investment Bank, Emintad assiste la propriaclientela anche nella valutazione delle opzioni strategiche enella loro eventuale realizzazione. L'approccio è quindi più in-dustriale che finanziario: una transazione finanziaria (quota-zione, ingresso di un fondo d'investimento, dismissione di unasset) è gestita e realizzata da Emintad come conseguenzadi una valutazione preliminare di carattere strategico. Perquesto motivo non siamo presenti nel campo delle puretransazioni finanziarie speculative, che non ci interessano.Altro aspetto importante, Emintad si caratterizza con un pro-filo di costo dei propri servizi largamente inferiore a quelloche normalmente si ritrova nelle grandi case d'investimento.Infine, attraverso il nostro ufficio di Dubai, siamo in grado dimonitorare direttamente l'evoluzione di alcuni mercati adelevato tasso di crescita (Emirati Arabi e India ad esempio) el'individuazione di opportunità da sottoporre ai nostri clienti".

Dal vostro punto di vista privilegiato, quali sono leprevisioni circa lo stato attuale dell'economia italia-na ed europea in chiave industriale?

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"Da più parti emergono segnali relativi a una contrazione dei consu-mi europei, un fenomeno di dimensioni macro-economiche e ricon-ducibile a un generale rallentamento dell'economia in Italia e in Eu-ropa. Lo scossone causato dai mutui subprime, unitamente all'avviodelle procedure cosiddette di Basilea 2, ha determinato e sta deter-minando, una tendenziale minor propensione degli Istituti di Creditoad affiancare le aziende. Con evidenti ripercussioni sulle possibilitàdi sviluppo di quest'ultime. Inoltre il continuo rafforzamento dell'eu-ro nei confronti del dollaro americano crea preoccupanti rallenta-menti sull'esportazione da parte delle aziende europee. A questo siaggiunge la crescita del costo del petrolio con l'aumento effettivo deiprezzi, solo in parte evidenziata dai tassi ufficiali d'inflazione, sia perle aziende sia per le famiglie".

Visione drammatica e già conosciuta: ma che scenari siprospettano e come si può "limitarne" gli effetti?"E' particolarmente difficile valutare se gli effetti sintetizzati corri-spondano a una fase temporale di passaggio o, viceversa, rappre-sentino i segnali di una crisi strutturale con orizzonti temporali nonnecessariamente brevi. E giusto però considerare che il VecchioContinente, e l'Italia in particolare, sta attraversando una fase di ri-posizionamento, strategico e politico, rispetto ai nuovi poli di po-tere economico che si stanno via via formando. A prescindere, leaziende sane potranno comunque trarne giovamento in un oriz-zonte di medio-lungo termine, a condizione che riescano da subitoa porre le basi per una strategia di "tenuta" finalizzata alla salva-guardia dei margini, anche a fronte di possibili contrazioni dei vo-lumi. Nella fase transitoria, infatti, le industrie dovranno mantene-re il valore creato progettando, nel contempo, le strategie d'ulte-riore sviluppo. Le stesse, che si potranno avviare proprio alla lucedi una "pulizia" del mercato che la presuntacrisi avrà naturalmente determinato".

E qui s'inserisce Emintad: affiancare leaziende sane per studiare un pia-no di crescita e di salvaguardiadel capitale. Fusioni e acquisi-zioni, oppure quotazioni e in-gresso nel capitale di Fondid'investimento."Esatto. Le grandi aziende, storica-mente, si rivolgono alle grandi case diinvestimento che, per costi e per sele-zione delle operazioni, risultano spessoinaccessibili alle piccole e medie impre-se, che peraltro registrano spesso lestesse esigenze delle grandi. Emintad,invece, si rivolge anche a questa cate-goria alla quale propone soluzioni nel-l'ambito della strategia, del capitalmarket, del private equity e molto al-tro, a condizioni sostenibili anche peruna piccola e media realtà".

Bergamo può essere una piazza importante?"Come detto, l'ampia provincia rappresenta sicuramente uno deitessuti economici più interessanti in quanto permangono, incontrotendenza rispetto al panorama italiano, numerosi e stabi-li esempi di eccellenze aziendali relative a differenti settori e adifferenti dimensioni. Peraltro, riteniamo che molti degli esem-pi di eccellenza potrebbero trarre particolare giovamento attra-verso un avvicinamento al mercato dei capitali a sostegno di unsano piano di sviluppo".

A proposito di costi e di territorio bergamasco: non cre-de che la diffidenza dell'imprenditore medio della nostraprovincia, possa essere un'arma a doppio taglio? Chegaranzie si possono dare?"Molte società di consulenza più grandi richiedono una fee d'in-gresso onerosa. La nostra logica, invece, prevede che una partedei compensi su determinate operazioni sia legata al successodelle stesse. Questa è una prassi anche delle case d'investi-mento - ci mancherebbe - ma che tendono a mantenere gli ono-rari fissi (retainer) molto alti. Emintad, invece, tende a spostareil più possibile sul cosiddetta success fee anche quest'ultimi.Inoltre, laddove si evidenzino opportunità giudicate interessan-ti, Emintad valuta operazioni in ottica di merchant bank e quin-di possibilità d'investire sul cliente assistito".

Solo Pmi?"Ovviamente no. Possiamo affiancare qualsiasi tipologia d'a-zienda: dalle grandi alle piccole. Siamo poliedrici sia in terminid'obiettivi sia d'applicazione e clientela".

Abbiamo tracciato le linee generali di Emin-tad, ma prima di concludere possiamo fare

qualche esempio concreto? Qualche nomed'attuali clienti?"In generale preferiamo evitare per motivi diriservatezza. Anche in relazione al fatto che,alcuni dei nostri clienti, sono società giàquotate in Borsa. Inoltre, la conoscenza delcliente e dei progetti sui quali lo stiamo as-sistendo, potrebbero determinare la perdita

di vantaggi competitivi o l'obbligo di comuni-cazioni al mercato. Comunque sia, possiamoentrare nello specifico su alcune operazioni incorso: attualmente - per conto di varie società

- stiamo valutando importanti progetti d'acquisi-zione, l'attivazione di grandi linee di credito sulmedio-lungo periodo per il sostegno d'importan-ti piani di sviluppo e la ridefinizione dell'asset-to societario e della catena di controllo. Manon solo, anche la stesura di nuovi piani stra-tegici, l'apertura di branch in mercati emer-genti e l'accesso al mercato dei capitali comequotazioni e operazioni di private equity".

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Appuntamenti&Territorio

Nutrito carnet per la grande rassegna di divulgazione scientifica in programma dal 3 al 19 ottobre in città e non soloBen 90 appuntamenti, di cui 35 conferenze, e numerosi ospiti internazionali fra cui il Premio Nobel Peter Agre e l'atleta Oskar Pistorius

Peter Agre

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BergamoScienza,sesto anno ai confini della realtà

Ben 3 weekend di conferenze, tavole rotonde, labo-ratori interattivi, spettacoli e incontri con alcuni deimaggiori esponenti del mondo scientifico e cultura-le a livello internazionale. Sarà questo il nutrito car-net per la VI edizione di BergamoScienza, la rasse-

gna di divulgazione scientifica che si terrà dal 3 al 19 ottobre.Non si tratta di fantascienza, dopo il successo della passata edi-zione, che ha raccolto oltre 75mila presenze, Bergamo torna co-sì ad essere "capitale della scienza" aprendo gratuitamente alpubblico le sue dimore storiche, i chiostri, i palazzi, le chiese, iteatri e i musei. BergamoScienza è per tutti e in tutta la città: dalcentro storico di Città Alta all'intera Città Bassa e oltre i confinicittadini a Stezzano, Treviglio e Milano. La manifestazione pren-derà ufficialmenteil via venerdì 3 ot-tobre, inaugurazio-ne in cui sarannopremiati i vincitoridel concorso foto-grafico rivolto aglistudenti "Vederel'energia", organizzato dall'Associazione BergamoScienza. Leopere più interessanti saranno esposte per tutta la durata del-la manifestazione presso l'ex convento di San Francesco inCittà Alta. Chiuderà la serata il concerto per piano di Stefa-no Bollani al Teatro Donizetti. Sabato 4 ottobre, invece, s'i-nizierà a fare sul serio: gran galà in piazza Matteotti con "Lanotte della scienza", una serata di musica e intrattenimen-to condotta da Max Laudadio per una riflessione semi-seriasul mondo della scienza fatta da otto noti filosofi e scienziaticon la complicità degli inviati di "Striscia la Notizia". Madrinad'eccezione della serata sarà Anna Maria Barbera.

NOBEL - A spiegare i segreti della ricerca, BergamoScienza ha

chiamato negli anni i migliori ricercatori al mondo, tra cui diver-si premi Nobel: quest'anno sarà la volta di Peter Agre, Nobelper la chimica 2003, che il 12 ottobre sarà all'Auditorium del Se-minario di Città Alta per la conferenza "Una vita nella scienza".Il ciclo di conferenze si aprirà con Cesare Marchetti dell'Inter-national Institute for Applied System Analysis di Laxemburg(Austria), che parlerà di nuove tecnologie e sviluppo sostenibilenell'incontro "Tecnologie compatibili e crescita senza limitazio-ni". Chiuderà la rassegna un grande nome dello sport comeOskar Pistorius con "Protesi per vivere...e per correre!". Moltisaranno gli scienziati stranieri presenti alla manifestazione, daMark Clampin a Monty Jones, John Banville, DanielDennet, Bob Berwick, Valentina Tereshkova, Leslie Ro-

bertson e James Turrel af-fiancati da prestigiosi nomidella scienza italiana che fa-ranno gli onori di casa.

CONFERENZE - Tutte le 35conferenze in programma so-no di grande interesse e at-

tualità. I più grandi scienziati del momento affronteranno i mol-teplici temi che abbracciano il settore della scienza, compresiquelli cosiddetti "di confine". Si parlerà delle sfide che l'uomosta intraprendendo, proprio grazie alla scienza, per migliorarel'ambiente in cui vive e renderlo più compatibile. Si discuterà discienza e di coscienza. Si spazierà in diversi campi quali le neu-roscienze, l'astronomia, la fisica e la matematica, senza però di-menticarsi delle implicazioni etiche e sociali che tali sfide com-portano. Tre weekend di happening scientifico: dall'origine del-l'universo con Mark Clampin, dell'Observatory Project Scien-tist NASA all'uso della scienza per combattere fame e malattiein Africa con Monty Jones, scienziato che ha sviluppato NERI-KA (Nuovo riso per l'Africa). John Banville, scrittore e critico

I più grandi scienziati del momento affronteranno i molteplici temi che abbracciano il settore

della scienza, compresi quelli cosiddetti "di confine"

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letterario, svelerà le battaglie condotte dai più celebri scien-ziati per far valere le proprie idee. Il tema della coscienza trapsicoanalisi e neuroscienze, sarà invece affrontato da DanielDennet, uno dei filosofi della mente più noti al mondo. Siscoprono i segreti della genetica con Bob Berwick, membrodel MIT di Boston. Con Valentina Tereshkova, prima astro-nauta donna della storia, si affronterà un viaggio nello spazio,mentre si parlerà di come le tecnologie hanno trasformato lascienza delle costruzioni con Leslie Robertson, ingegnerestrutturista di alcuni dei più alti edifici al mondo, tra cui le Tor-ri gemelle. Tra i grandi scienziati italiani del momento si po-tranno incontrare Marcello Coradini, astrofisico, responsa-bile delle missioni satellitari nel Sistema solare dell'E.S.A.,Vincenzo Balzani dell'Università di Bologna che si occupadi nanomolecole e Luciano Maiani, Presidente del CNR, che

farà conoscere ai molti uno dei più grandi sperimentatori del'900, Giuseppe Occhialini.

MOSTRE E SPETTACOLI - Tra le mostre previste, da non per-dere quella di foto, modelli e disegni del Roden Crater Project.Sarà proprio l'artista statunitense James Turrell, famoso peri suoi lavori sulla percezione della luce e dello spazio, a parla-re del Roden Crater, cono vulcanico situato a Flagstaff in Arizo-na, in quello che lui stesso ha definito un monumento alla per-cezione. BergamoScienza è anche spettacoli con "La notte diKeplero", anteprima teatrale assoluta prodotta da Bergamo-Scienza per la regia di Alberto Salvi, liberamente tratto dall'o-monimo romanzo di John Banville. Per la regia di GiorgioSciumè sarà in scena anche "Nati due volte", dall'opera di Giu-seppe Pontiggia, presentato dall'Associazione In-Oltre.

SABATO 4 OTTOBREOre 11.00Palazzo dei Contratti e delle ManifestazioniBorsa MerciSala Mosaico, via Petrarca 10 - Città BassaTECNOLOGIE COMPATIBILIE CRESCITA SENZA LIMITAZIONI

Ore 16.30Palazzo dei Contratti e delle ManifestazioniBorsa MerciSala Mosaico, via Petrarca 10 - Città BassaL'ESPLORAZIONE DELLO SPAZIO PRO-FONDO: un'opportunità per la scienza,la società e l'industria

Ore 21.30Piazza Matteotti fronte Comune di Bergamo -Città BassaLA NOTTE DELLA SCIENZA

DOMENICA 5 OTTOBREOre 9.30Centro Congressi Giovanni XXIIISala Oggioni, viale Papa Giovanni 106Città BassaCOME IL CERVELLO COMUNICA:il mondo delle sinapsi

Ore 16.00Centro Congressi Giovanni XXIIISala Oggioni, viale Papa Giovanni 106Città BassaL'ORIGINE DELL'UNIVERSO:i pianeti e le altre stelle

Ore 18.00Centro Congressi Giovanni XXIIISala Oggioni, viale Papa Giovanni 106Città BassaUN VIAGGIO NELLO SPAZIO

SABATO 11 OTTOBREOre 9.30Centro Congressi Giovanni XXIIISala Oggioni, viale Papa Giovanni 106Città BassaSALUTE ED EMERGENZE NEI PAESI PO-VERI: come usare la scienza per com-battere fame e malattie in Africa

Ore 11.30Centro Congressi Giovanni XXIIISala Oggioni, viale Papa Giovanni 106Città BassaLA BELLEZZA NELL'INFINITAMENTEPICCOLO: dalle molecole alle macchinemolecolari

Ore 17.00Centro Congressi Giovanni XXIIISala Oggioni, viale Papa Giovanni 106Città BassaSEMPRE PIÙ IN ALTO: come costruire i grattacieli

DOMENICA 12 OTTOBREOre 15.00Seminario Vescovile Auditorium, via Arena 11 - Città AltaSCIENCE AND FICTION

Ore 17.00Seminario Vescovile Auditorium,via Arena 11 - Città AltaUNA VITA NELLA SCIENZA

DOMENICA 19 OTTOBREOre 10.30Centro Congressi Giovanni XXIIISala Oggioni, viale Papa Giovanni 106Città BassaPROTESI PER VIVERE… E PER CORRERE!

Appuntamenti da non perdere

Per il programma completo visitare il sito internet www.bergamoscienza.it

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TecnoWatt, la potenza è nulla senza controllo

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Tecnologia&ImpreseArticolo di Livio CasanovaFoto di Giorgio Chiesa e di Laura Pietra

Il prezzo del petrolio continua la sua alta-lena che puntualmente porta a nuovi re-cord storici e con lui il costo dell'energiasale sempre più, rendendo ormai indi-spensabile per le aziende mettere mano

al conto economico per poter fa quadrare budg-et e bilanci. Una delle voci variabili più pesan-ti e meno controllabile è diventata quella rela-tiva al consumo energetico necessario al fabbi-sogno del processo produttivo industriale. Oggipiù che mai si rende, quindi, necessario per leaziende mettere in atto processi mirati al ri-sparmio energetico. I numeri finali di qualsiasibolletta non devono essere considerati solo co-me termine di quantità, ma è fondamentale chevengano letti in termini di qualità, perché ognu-

no possa mettere in atto strategie di risparmioe piani d'azione generando benefici economicisenza perturbare gli aspetti produttivi. "Le im-prese, solitamente, anche quelle con elevaticonsumi - ci confida Franco Paccanelli,chairman di TecnoWatt - considerano la spesasostenuta per il fabbisogno energetico allastregua di un onere indistinto, secondo la mi-sura di una spesa generale. Il controllo dei con-sumi energetici rapportato al ciclo produttivo èdi fondamentale importanza per poter metterein atto un percorso d'uso razionale dell'energiae d'ottimizzazione dei consumi. Per le piccoleimprese questo piano d'analisi è molto spessodi difficile attuazione, non essendo in possessodi sufficienti risorse umane ed economiche".

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Parola a Franco Paccanelli, chairman di una delle realtà industriali più avanzate in hardware modulari espandibili e software

per rendere concrete, nelle aziende, tutte le potenzialità di risparmio energetico

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Quanto incidono sul bilancio di un'azienda, in ter-mini economici, i costi energetici attuali?"La conoscenza puntuale dei consumi energetici permet-te di monitorare il proprio fabbisogno energetico e diconseguenza valutare l'incidenza dei costi per l'energiasul proprio conto economico, ma tutto ciò è legato aduna parte invisibiledei nostri sistemi. Piùdella metà degli im-prenditori, solitamen-te, guarda l'ultima vo-ce delle bollette e laspalma sui costi ge-nerali. E' fondamenta-le indagare questaparte invisibile per fa-re un bilancio dell'in-tangibile. Quasi sem-pre ci scordiamo cheil risparmio, in questocaso energetico, è laprima forma di guadagno. Con un buon rapporto costi-efficacia, in ragione delle quote di consumi totaliascrivibile al settore produttivo, il potenziale massimodi risparmio è nell'ordine del 30%".

La vostra scelta imprenditoriale ha radici lontane, qua-li sono state le tappe essenziali che vi hanno por-

tato a scommettere, in prima persona, sulcomparto dell'energia?

"TecnoWatt, alle sue spalle, hapiù di vent'anni d'esperien-

za nell'ambito di tuttiquei campi dedi-

cati ai pro-cessi

di produzione, distribuzione e misura dell'energia. E'stato possibile qualificarci in questo settore grazie al-l'esperienza in precedenza maturata, da me e da mio pa-dre alla Magrini Galileo e alla Landis Gyr, leader mon-diale per la misura dell'energia elettrica. Negli anni '80,in ambito industriale, abbiamo assistito all'acquisizione

da parte di Schneider diMagrini, mentre suLandis Gyr ha messo lemani Siemens. Abbia-mo creduto che quellofosse il momento giu-sto per renderci auto-nomi e diventare im-prenditori di noi stessi".

Non vi siete limitatial settore dell'ener-gia elettrica. Possia-mo dire che sceglie-re di monitorare tutti

i tipi d'energia è stata un'idea geniale?"Geniale è un po' troppo, posso dire però che è statasicuramente un'idea vincente. Non ci siamo limitatiall'energia elettrica, ma abbiamo allargato le nostrecompetenze a tutte le altre forme d'energia: dall'ac-qua al gas, dal vapore all'aria compressa. In tutti que-sti ambiti abbiamo realizzato e continuiamo a realiz-zare hardware e software di gestione energetica do-ve per gestione si intende la misura, il controllo e lasupervisione delle energie prodotte e distribuite, ilpasso successivo è quello di contabilizzarle e control-larle tramite la creazione di appositi database".

Quali sono gli indici che un software deve ri-spettare per ottenere dei risultati soddisfacenti?"Voglio premettere che tutti i software sono prodotti

e sviluppati da noi, sulla base Windows di Micro-soft. Nel '92 abbiamo deciso di sviluppare i

nostri sistemi operativi in Windows anzi-ché in Dos, ciò ha garantito un'in-

terfaccia uomo-macchina piùpiacevole e, molto di più,

ci ha concesso qual-che anno di

vantaggiosu

Franco Paccanelli con il figlio Davide

La sede di Curno

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tutti i concorrenti del mercato che continuavano ad opera-re in Dos. I nostri sistemi permettono di monitorare i fab-bisogni energetici, ottimizzare i consumi e così, fornire da-ti sicuri e affidabili e facilmente fruibili che permettanoall'imprenditore di valutare l'efficienza del suo sistemaproduttivo e ottimiz-zarne i processi".

Entrando nello spe-cifico cosa compor-tano tecnicamente ivostri servizi?"Tecnicamente, possia-mo parlare di diagnosienergetica e si trattadella rilevazione dei consumi mediante l'installazione, inprossimità del misuratore d'energia, di un dispositivo ingrado di monitorare i consumi e di un software di ge-stione del fabbisogno energetico. Le perdite d'energia daimputare alla trasformazione, quantificate, rappresenta-no più di un terzo di tutta l'energia usata nell'Unione Eu-ropea. I nostri servizi non si limitano ad individuare glisprechi, ma ci permettono di ottimizzarne gli utilizzi edeventualmente migliorare gli aspetti tariffari e contrat-tuali con i fornitori d'energia. Le nostre apparecchiaturepermettono un monitoraggio globale dei consumi, volto avisualizzare e analizzare i dati dei consumi; un monito-raggio dei consumi legati ai centri di costo che permet-tono di conoscere con precisione i costi energetici perogni reparto produttivo. Inoltre c'è anche la possibilità dimonitorare consumi e il controllo carichi, per tener sottocontrollo l'impegno di potenza della rete, in modo da nonsuperare i limiti di potenza prefissati nel contratto con ildistributore. Si evitano così costi aggiuntivi".

Chi sono i referenti di questi servizi?"I nostri clienti sono le imprese. Per evitare che tutte lenormative prodotte dall'autorità adesso, e prima dall'E-nel, portassero al collasso energetico delle imprese,abbiamo sfruttato le opportunità che avevamo a dispo-sizione. Il contratto di interrompibilità ne è un esempio.Attraverso i nostri sistemi le più grandi aziende nazio-nali a livello cementifero e cartario rendono disponibilicarichi al distacco da parte di Terna. In Italia, su 3.000megawatt disponibili, noi TecnoWatt ne controlliamo1.650, più del 50% dei clienti interrompibili. A fronte diquesto le aziende possono contribuire alla gestione del-

la rete nazionale ricevendone il giusto corrispettivo".

Come rispondono le Pmi al tema del risparmioenergico?"Le disponibilità economiche delle Pmi sono molto ridot-

te rispetto a quellodelle grandi industrienazionali. Le piccolee medie imprese sonola nostra scommessacon il futuro. Il nostro"service" intende ri-spondere alle esigen-ze del piccolo impren-ditore che acquista le

apparecchiature ma è impossibilitato, per ragioni dibudget, ad investire anche in risorse umane qualificatealla lettura intelligente dei dati. L'azienda si collega di-rettamente al nostro server e può disporre sempre e intempo reale di tutti i dati necessari. I nostri pacchettiaziendali sono totalmente componibili e sono progettatiin base agli obiettivi da raggiungere".

Qual' è il segreto del vostro successo?"La ricerca. La continua e instancabile ricerca è la base perottenere qualsiasi succes-so nella vita quotidianae nelle dinamiche im-prenditoriali. Tecno-Watt è strutturata con10 operatori interni e5 collaboratori esterni.Nel personale interno, trepersone si dedicano conti-nuamente alla ricerca finalizza-ta a soluzioni da proporre sul mer-cato. In altre parole, si tratta di tro-vare e realizzare prodotti hardwa-re e software mirati. Inoltre, noisupportiamo Bergamo Scienza eper loro stiamo realizzando il loroportale telematico. Da tre anni col-laboriamo con loro perché questainiziativa ha il grande merito di ri-portare all'attenzione di tutti, lospirito e le grandi conquistedella ricerca scientifica".

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"Con un buon rapporto costi-efficacia, in ragione delle quote di consumi totali del settoreproduttivo, il risparmio dell'imprenditore è nell'ordine del 30%"

"I nostri servizi non si limitano ad individuare gli sprechi, ma ci permettono di ottimizzarne

gli utilizzi ed eventualmente migliorare gli aspettitariffari e contrattuali con i fornitori d'energia"

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Fort Fibre Ottiche,trent'anni in piena luce

Massimo Sestini e la figlia Laura aprono le porte dell’azienda che illumina le più grandi navi da crociera e i musei più prestigiosi del mondo

Un’eccellenza industriale internazionale dal 1978 ad oggi:"Siamo stati i primi in Italia, ora lavoriamo all'estero e in più settori:

illuminotecnica, trasmissione dati ed endoscopia”

In copertinaArticolo di Luca BilottaFoto di Laura Pietra

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Osservare da vicino un'opera d'arte, gustarne i con-trasti cromatici ed apprezzarne i tratti sparsi per latela: è come scoprire un mondo incantato, nasco-sto all'occhio comune. Visitare un museo costella-to di quadri è come vivere un'esperienza extrasen-

soriale, capace d'immergere il visitatore nel contesto storico de-gli artisti. Un viaggio inusuale e particolare, come partire per unacrociera nei mari cristallini dei Caraibi. Sensazioni distanti l'unadall'altra, ma accomunate da un'unica tecnologia: le fibre ottiche.Avete capito bene: crociere e musei hanno un unico filo "condut-tore" che li accomuna. Un sistema di cui si parla spesso a propo-sito di cablature e telecomunicazioni. Strumenti indispensabiliper comunicare e per trasmettere dati ad alta velocità. Ma nonsolo, l'utilizzo di una simile tecnologia è poliedrica, capace di tra-sportare e disegnare lo spazio - modulandolo - con la luce. Lo sabene Massimo Sestini, da trent'anni in questo mondo con l'a-zienda "Fort Fibre Ottiche" di Curno. Un'interessante realtà indu-striale del nostro territorio che, come detto, proprio il 6 ottobrespegnerà trenta candeline d'intenso lavoro con la Palma d'Oro di

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leader del settore. "Da trent'anni, la nostra società - commenta Se-stini, insieme alla figlia Laura - opera con successo nel campo del-le fibre ottiche e in particolar modo in quello dell'illuminotecnica,della trasmissione dati e dell'endoscopia. Un mondo particolar-mente complesso, che pochi conoscono nella sua totalità. Le fibreottiche ci circondano, fanno parte della nostra vita e del nostro la-voro in varie sfaccettature. Ma pochi sanno che dietro un quadrodi Raffaello o in una nave da crociera ci sono migliaia di fibre otti-che che rendono l'ambiente speciale".

Tecnologia al servizio dell'uomo. Un settore in ascesa, in cuisiete stati i precursori."Abbiamo iniziato nel 1978: siamo stati i primi in Italia, anche se le fi-bre ottiche stavano già prendendo piede in tutta Europa. Ho capito -prosegue Massimo Sestini - che questo sarebbe stato un settore indecisa ascesa e così ho deciso di mettermi in proprio: la classicaazienda di piccolissime dimensioni. Uno scantinato e qualche appa-recchiatura tecnica, poco lavoro e molta forza di volontà".

Eppure di strada ne avete percorsa, per la precisione tren-t'anni sul mercato."Prima d'iniziare quest'avventura avevo già avuto un'esperienzalavorativa in un'azienda di Milano che produceva endoscopi. Oc-cupandomi della parte commerciale, avevo avuto modo di tes-sere legami con varie società di settore. In particolare una fran-cese, diretta da monsieur Fort: da quell'amicizia è nata l'idea diprendere la via imprenditoriale in solitaria".

E da qui il nome Fort."Esatto, è stato un omaggio e un'esigenza visti gli esordi: lavoravamoa stretto contatto con la Francia, in pratica come una loro filiale ita-liana. Poi col tempo ci siamo specializzati in più settori: come dettodall'endoscopia industriale e medica, all'illuminotecnica. In particola-re nella progettazione e installazione d'impianti navali e museali".

Settori in cui vi siete imposti come leader internazionali."Diciamo di sì. Lavoriamo con musei, enti pubblici e gallerie d'ar-te in Italia e nel mondo. Il motivo è semplice: l'illuminazione tra-dizionale utilizza apparecchi e lampade che, avvalendosi di ener-gia elettrica, producono molto calore ed emettono raggi ultravio-letti (Uv) ed infrarossi (IR). A livello progettuale significa esserecondizionati da ingombri, pesi e volumi tali da determinare scelteobbligate. La tecnica d'illuminazione a fibre ottiche, invece, per-mette di superare e di realizzare soluzioni estetiche o funzionaliche non sempre sono attuabili con l'impiego di sistemi tradizio-nali. Garantiscono una luce fredda e priva di raggi Uv, in favore diuna buona conservazione delle opere che vengono esposte".

In che modo?"Spiegarlo è semplice: una fibra ottica è costituita da un sotti-le filo di vetro a base di silice (anche se possono teoricamen-te essere costituiti totalmente da materiale plastico), con unnucleo interno denominato "core", ricoperto da un rivestimen-to concentrico - anch'esso di vetro - trasparente alla luce ed al-la radiazione infrarossa, denominato "mantello" (cladding). Ilcore e il cladding, a loro volta, sono ricoperti da un rivesti-mento primario di materiale plastico (guaina), per la protezio-ne della fibra da abrasioni meccaniche. Collegando queste fi-bre ad un illuminatore, una struttura in cui inseriamo dellelampadine, la luce passa nel "core" delle fibre arrivando all'e-stremità finale. Il risultato è un'illuminazione fredda, senzaraggi Uv e con un minimo ingombro di spazio".

Quindi comodo da utilizzare nei musei."Esatto. Anche perché l'illuminatore può essere collocato inuna stanza separata dal punto luce finale: in un museo, adesempio, più teche possono funzionare con un unico illumi-natore, collocato distante anche vari metri dalla sala stessa.Potete immaginare l'utilità di un simile sistema".

"Fra i nostri principaliclienti c'è Fincantieri:realizziamo l'illuminazio-ne interna delle più im-portanti navi da crocieracostruite in Italia, pergruppi del calibro di Prin-cess Cruises, Carnival,Costa Crociere, Disney e Holland America Lines"

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Avete lavorato per i musei più importanti d'Italia e del mon-do. Quali gli allestimenti più importanti?"Abbiamo realizzato l'illuminazione del museo Vanvitelliano allaReggia di Caserta, di Santa Giulia a Brescia, del museo di Capodi-monte a Napoli, del museo Egizio di Torino, senza trascurare i museiCapitolini a Roma e la Triennale di Milano. Per quanto riguarda l'e-stero possiamo citare il Louvre, il museo del Traje a Madrid e il mu-seo archeologico di Beirut".

Ha citato anche il comparto navale."Realizziamo l'illuminazione interna delle navi da crociera di Fin-cantieri: dai saloni ristoranti ai corridoi, passando alle cabine. Que-sti sistemi sono stati installati a bordo delle più importanti navi dacrociera costruite negli ultimi 10 anni in Italia, tra le quali la GrandPrincess, la Sea Princess, l'Ocean Princess, la Carnival Freedom, laCarnival Liberty, la Costa Concordia e la Noordam. Navi realizzateper gruppi del calibro di Princess Cruises, Carnival, Costa Crociere,Disney e Holland America Lines".

Progettazione e realizzazione chiavi in mano?"Ovvio. Una volta individuato il perimetro a disposizione, studiamo ilsistema d'illuminazione più adatto: dall'aspetto tecnico a quello ar-chitettonico. Lavoriamo a stretto contatto con gli architetti della Fin-cantieri, per ottimizzare al meglio gli spazi e rendere il tutto grade-vole esteticamente agli ospiti. Fin dall'inizio abbiamo indirizzato lanostra esperienza verso applicazioni di tipo decorativo e funzionalee, da sempre, studiamo di volta in volta a seconda delle esigenze ri-chieste dal progetto e dal committente quali soluzioni adottare".

Il futuro nell'illuminotecnica sono le fibre ottiche?"E' un mercato ancora in espansione, anche se stiamo ampliando lagamma di prodotti con strisce elettroluminescenti e soprattutto si-stemi d'illuminazione a LED. Saranno queste le lampadine del futu-ro. Dispositivi che già troviamo nei semafori e nelle automobili d'ul-tima generazione. Fino ad ora era impossibile utilizzarli nell'illumi-nazione tradizionale, poiché si disponeva solo dei colori rosso e gial-lo. Ora, con l'invenzione del diodo blu, è possibile sommare le com-ponenti tricromiche per creare la luce bianca".

I LED, a livello di risparmio energetico, sono più vantaggiosi?"Sono cinque volte più efficaci nel trasformare la corrente elettricain luce, ma ancor di più, hanno una lunga durata: 50.000 ore o addi-rittura 100 mila in condizioni ottimali d'utilizzo. A parità di luce emes-sa, le lampade a LED consentono di risparmiare molta energia elet-trica, fino all'80% rispetto ad una normale lampada ad incande-scenza e hanno una durata 10 volte superiore alle lampade tradizio-nali (fino a 10 anni). Questo può spiegare quanto possano essere uti-li nell'arredamento e soprattutto nell'illuminazione industriale".

Quindi per magazzini, industrie e aree commerciali?"Esatto. Spazi grandi che normalmente richiederebbero unimpianto luce potente e dispendioso, sia in termini di con-sumo sia di mantenimento".

"Lavoriamo con musei, enti pubblici e gallerie d'arte in Italia e nel mondo: dai musei Capitolini a Roma al Louvre, senza dimenticare il museo archeologicodi Beirut"

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A Bergamo c'è qualche realizzazione degna di menzione?"La Fiera di Bergamo, in particolare l'insegna luminosa esterna.Oppure il centro commerciale di Curno, il soffitto dell'ala nuovacostellato da fibre ottiche. In campo artistico, invece, varie mostrein collaborazione con l'accademia Carrara".

Facciamo un passo indietro: dal 1978 siete cresciuti siacome struttura produttiva sia come staff. Nel dettaglio co-me si sviluppa il vostro business?"Acquistiamo le materie prime - le fibre ottiche o i LED - da azien-de partner, le testiamo e le assembliamo in base al progetto fina-le che vogliamo realizzare. E' un lavoro molto delicato, che si svol-ge manualmente. All'interno del nostro centro di produzione ab-biamo 40 operai che ogni giorno realizzano i fasci secondo le spe-cifiche del cliente, che verranno poi utilizzati unitamente agli il-luminatori e agli accessori anche questi di nostra produzione.Non esistono macchinari, anche di precisione, che possano svol-gere un simile lavoro: le fibre, come detto, sono delicatissime.Vanno inserite con cautela e controllate singolarmente: ogni mi-nimo difetto può interrompere il flusso di luce o di dati. Per l'in-stallazione finale, invece, procediamo o con i nostri tecnici - nelcaso di lavori di media o piccola entità -, oppure avvalendoci disocietà specializzate nella posa".

Quindi non lavorate solo con grandi gruppi industriali, marealizzate anche lavori di dimensioni più esigue."Essere un'azienda di dimensioni contenute ha un vantaggio: ave-re prezzi più concorrenziali, con una politica commerciale più ag-gressiva, e poter strutturare la produzione in due aree. Quella alargo raggio (Fincantieri o illuminotecnica d'alta scala) e di picco-la entità. Forniamo un servizio su misura anche per chi - in casa,in azienda o in giardino -, vuole realizzare un proprio impianto d'il-luminazione. Ovvio, non parliamo di piccoli appartamenti, ma vil-le o capannoni di media grandezza".

Parlavamo d'endoscopia industriale e medica."Siamo specializzati anche nella realizzazione d'impianti endosco-pici sia industriali sia medici. Sono strumenti molto particolari e diprecisione, che permettono d'arrivare in luoghi inaccessibili attra-verso un cavo di fibre ottiche alle cui estremità vengono posti unatelecamera e un monitor. Ne esistono di vari tipi e dimensioni:quelli più tecnologici sono utilizzati in campo medico, mentre ilcomparto industriale è la fetta di mercato più ampia".

Abbiamo tralasciato l'applicazione forse più conosciuta:il trasferimento dati."E' vero. In questo caso parliamo di una tecnologia oramai collau-data e utilizzata in vari settori da anni. Sia per internet - ora anchewireless - sia per le tv e le telecomunicazioni in generale. Senzadimenticare i sistemi di rete aziendali o di videosorveglianza. An-che in questo caso forniamo impianti completi, di lunghezze paria decine di chilometri, per enti pubblici e privati. Per fare qualcheesempio d'adozione di fibre ottiche possiamo citare la rete di Au-

tostrade S.p.A. (che connette insegne luminose, telecamere e Te-lepass), la rete di ENEL per uso interno di controllo della doman-da e dell'offerta d'energia, di RAI e Mediaset, o la rete GARR checollega le università italiane".

Si può definire un mercato di nicchia, il vostro, o c'è mol-ta concorrenza?"E' un mercato relativamente piccolo e che non risente della crisieconomica di questi tempi. Ultimamente, però, sono nate realtàche hanno reso ancora più competitivo il settore. Alcuni tecniciche hanno lavorato per noi si sono messi in proprio, ma possotranquillamente affermare che - in generale - c'è lavoro per tutti.Si cerca di collaborare e spesso siamo anche loro fornitori".

In che senso?"Siamo importatori ufficiali per l'Italia delle fibre ottiche Mitsubis-hi, le migliori sul mercato. Questo ci permette, stranamente, di es-sere fornitori dei nostri principali competitors italiani".

Trent'anni sono un bel traguardo, ma la voglia di conti-nuare quest'avventura presumiamo sia ancora grande:progetti per il futuro?"E' una continua sfida, che vogliamo cogliere con lo spirito che ciha sempre contraddistinto. Ho iniziato da solo, in una cantina. Oraabbiamo una sede di tre piani a Curno e tre centri di produzionecon magazzino. Da qualche anno mia figlia Laura mi affianca nel-la vita aziendale, occupandosi prevalentemente del settore dell'il-luminotecnica museale. C'è ancora molta strada da percorrere, manon ci tireremo indietro". Del resto il nome è una garanzia: Fort, for-ti nel crescere e nel credere nei propri prodotti.

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Proxima, il partner dell'aziendache cambia

Business&ManagementArticolo di Livio CasanovaFoto di Laura Pietra

Da sinistra: Daniele Bargnesi, Mirco Pegurri, Emanuele Astolfi, e Samuele Locatelli

"I nostri punti di forza? Focalizzazione delle competenze chiaveed entusiasmo nel metterle in pratica"

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Il mercato è diventato un mare in tempesta in cui l'in-tuito e la sensibilità dell'uomo e degli imprenditori, lacosiddetta - navigazione a vista - non sono più suffi-cienti a condurre al sicuro la nave delle loro imprese.La continua mutazione delle condizioni economiche e

giuridiche dei sistemi, la turbolenza finanziaria, l'internazio-nalizzazione e la globalizzazione dei mercati ha come imme-diata conseguenza la necessità d'agire con prontezza e pro-fessionalità a tali mutamenti. Incontriamo Proxima nellanuova sede di via Borfuro, per discutere di questi aspetti ealtri temi legati alla gestione d'azienda. "I mercati in cui simuovono le imprese sono in costante movimento, si tra-sformano, cresce la complessità e le aziende sono costretteinevitabilmente al cambiamento. In questo quadro forte-mente dinamico - sostengono all'unisono Emanuele Astolfie Mirco Pegurri soci fondatori, con Daniele Bargnesi e Sa-muele Locatelli, figure di riferimento di Proxima - si assistead un ampliamento della forbice che separa le due animecomplementari alla base di ogni impresa: l'imprenditorialitàe il management. La sfida a cui sono chiamate le impreseoggi nell'affrontare il cambiamento è riuscire a valorizzareentrambe le anime evitando azioni che favoriscano una adiscapito dell'altra. L'imprenditore che libera il proprio istin-to, supportato da un approccio manageriale è l'essenza diun mix virtuoso, che deve essere raggiunto in tempo e man-tenuto al passo con il cambiamento".

Che ruolo ha Proxima in questo processo?"Noi operiamo nel tessuto imprenditoriale del territoriocome partner per il miglioramento gestionale delle im-prese. Lavoriamo con gli imprenditori perché colgano nelmutamento dei mercati e nella predisposizione al cam-biamento, nuove opportunità di business. Proxima si con-figura così, come la risorsa esterna in grado di garantirela giusta spinta supplementare per il raggiungimento delmix virtuoso d'imprenditorialità e management".

Chi c'è dietro il nome Proxima?"Ci sono Emanuele Astolfi e Mirco Pegurri, soci fondato-ri, Daniele Bargnesi e Samuele Locatelli, due figure di ri-ferimento. Abbiamo la struttura di una società e la forzadi una squadra con un bagaglio formativo di ordine inge-gneristico-gestionale e diverse esperienze lavorative al-le spalle. I vari ruoli che abbiamo ricoperto ci hanno fat-to maturare in campi diversificati del management: ilcontrollo di gestione, l'organizzazione commerciale, ilbusiness planning, il supply chain management, l'otti-mizzazione della produzione, lo sviluppo del prodotto e isistemi informativi".

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La parola a Emanuele Astolfi e Mirco Pegurri, che con Daniele Bargnesi e Samuele Locatelli rappresentano

l'anima di una delle società di management consulting più dinamiche di Bergamo

Emanuele Astolfi (Socio fondatore di Proxima) Ingegne-re Gestionale laureato all'Ateneo diBergamo. Precedente esperienza lavo-rativa in multinazionale. Area di com-petenza: Controllo di Gestione-Orga-nizzazione Commerciale, Supply Chain

Mirco Pegurri (Socio fondatore di Proxima) Inge-gnere Gestionale laureato all'Ate-neo di Bergamo, dove ha successi-vamente conseguito il Dottorato(PhD) in Economia e Managementdella Tecnologia. Precedente espe-rienza lavorativa in importanti realtàmanifatturiere del territorio. Area dicompetenza: Controllo di Gestione,Business Planning

Daniele Bargnesi(Collaboratore di Proxima) Ingegne-re Gestionale laureato all'Ateneodi Bergamo. Precedente esperien-za lavorativa in società manifattu-riere di media-grande dimensionedel territorio. Area di competenza:Sviluppo Prodotto

Samuele Locatelli (Socio fondatore di Steamware, part-ner di Proxima) Ingegnere Gestiona-le laureato all'Ateneo di Bergamo.Precedente esperienza lavorativa inmultinazionale. Collaboratore stabiledell'Università degli Studi di Berga-mo - Dip. di Statistica. Area di com-petenza: Sistemi Informativi, Ottimiz-zazione della Produzione

La scheda

Staff e competenze

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Esattamente, quali sono gli strumenti che mettete adisposizione dei vostri clienti?"Sono tre le aree su cui si concentrano le nostre compe-tenze: Management, Strategy e Sistemi Informativi. Cia-scuna delle aree si distingue per approcci e pratiche diffe-renti, ma esiste un punto in comune: esse sono frutto di unlavoro pianificato,preciso ed organizza-to. La nostra espe-rienza ci ha mostratoche è l'unico modusoperandi che con-sente di ottenere ri-sultati soddisfacentie, soprattutto, ren-derli patrimonio dell'azienda. Nello specifico, l'area Ma-nagement offre alle aziende strumenti di gestione pret-tamente operativa. In altri termini, ci occupiamo di svi-luppare attività e strumenti a supporto della gestionequotidiana dell'azienda e della conoscenza delle infor-mazioni chiave. Il controllo di gestione è la "disciplinaregina" di quest'area".

In riferimento alle altre due aree, quali sono le vostrecompetenze?"Quando le aziende sono di fronte a operazioni di naturastraordinaria, noi forniamo attività analitiche in grado sisupportare strategicamente l'impresa in questa nuova si-tuazione. Lo spirito imprenditoriale, che muove e governa leaziende in queste situazioni, può essere supportato da alcu-ni strumenti che supportano le scelte con la chiarezza deinumeri:l'analisi del mercato e della concorrenza, l'a-nalisi della convenienza di un investimento e la ste-sura di business plan ad uso interno ed esterno.Con riferimento a quest'ultimo tema, la stesura diun piano industriale completo e dettagliato è fon-damentale per ottenere ad esempio un finanzia-mento da parte di un Istituto di Credito, per condi-videre con i collaboratori un piano comune, per sup-portare cessioni/acquisizioni/partnership, delocaliz-zazioni/ristrutturazioni. L'area Sistemi informativisi occupa di concretizzare nella strut-tura informatica aziendale le solu-zioni gestionali definite nell'am-bito dei nostri progetti, renden-do fruibili le informazioni ge-nerate. Progettare un siste-ma di costing di prodottonon ha molto senso senon si mettono a dis-posizione strumentievoluti di calcolo egestione dei costi".

Possiamo fare degli esempi più concreti?"La concretezza è la nostra unità di misura, è il comundenominatore dei nostri interventi, volti a supportarel'imprenditore nel delicato lavoro di prendere decisioni efare delle scelte. In queste situazioni l'imprenditore sipone delle domande, e ad alcune domande noi possiamo

dare una risposta".

Quali domande?"Possono sorgere domandein ambito operativo, adesempio: quanto costa ilmio prodotto o servizio? Daquali clienti, prodotti,agenti derivano le margina-

lità? Come posso snellire il processo per la stesura dei pre-ventivi? Come gestire al meglio l'ingegnerizzazione di unprodotto? Come eliminare i colli di bottiglia nei miei pro-cessi aziendali? Questioni in ambito strategico possonoessere: Come si colloca la mia azienda rispetto ai miei con-correnti? Mi conviene dare in outsourcing una certa faseproduttiva? Quanto mi conviene delocalizzare? Come otte-nere un finanziamento per lanciare un nuovo piano indu-striale? Esempi di domande relative ai sistemi sono: Comeposso gestire con ordine le distinte di base? Come ottene-re report chiari, sintetici e automatici?”.

E voi rispondete concretamente a tutte queste do-mande?"Tutte le nostre diverse competenze e le precedenti espe-rienze lavorative ci permettono, lavorando in squadra, di

poter dare risposte concrete alle domande chenormalmente si pongono molti imprenditori

bergamaschi e non solo. Per risponderealla domanda "quanto costa il mio prodot-to o servizio?", apparentemente semplice,

è necessario affrontare un processo artico-lato, che passa per la verifica e revisione

delle logiche di gestione delle distinte baseal fine di conoscere accuratamente i costi di-retti, come le materie prime e le lavorazioni

esterne, l'elaborazione dei costi standard dilavorazione interna, nonché l'identifica-

zione di logiche di allocazione dei co-sti indiretti; il tutto deve essere

processato e fruibile nell'am-bito dei sistemi informativi".

Siete tutti giovani tra i 30 ei 35 anni: come può una so-

cietà di management consul-ting fare a meno dei cosid-

detti "capelli bianchi"?

Mirco Pegurri

"Crediamo che la frontiera dell'impresa sia definita dall'istinto dell'imprenditore, ma quest'ultimo debba essere sostenuto in modo complementare da consolidate

basi di management"

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"L'esperienza è il bagaglio delle nostre conoscenze,maturate nel tempo. Indubbiamente i capelli bianchisono un importante biglietto da visita, ma è pur veroche 35 anni sono un'età magica, nella quale la carica el'entusiasmo danno la spinta giusta se sostenute dacompetenze e professionalità serie. Inoltre, carica edentusiasmo facilitano il lavoro di squadra, che è il no-stro tratto distintivo. Se non avessimo messo in prati-ca questi concetti non saremmo qui a parlare di Proxi-ma, perché la "selezione naturale" del mercato avreb-be già fatto il suo corso".

Proxima è nata 3 anni fa. Un battito di ali nellascala temporale di un'impresa. Quali sono i pro-getti che avete concretizzato in questo periodo?"Tre anni sono unperiodo relativa-mente breve, maper un'aziendasono già determi-nanti, sufficientia selezionare iplayer di un mer-cato delicato co-me quello del management consulting. Possiamo vanta-re più di venti progetti con una quindicina di clienti di-versi. Le dimensioni delle imprese con cui operiamo èestremamente ampia: dai 5 ai 500 milioni di euro di fat-turato, secondo diverse tipologie d'impresa: dall'indu-stria di processo, come la chimica, al tessile; dalla mec-canica di prodotto all'impiantistica per commessa, allasocietà di servizi. Abbiamo realizzato importanti proget-ti con "Itema Group" e "Radicifil SpA", accanto a questeaziende di grande dimensioni abbiamo supportato real-tà aziendali di medie dimensioni tra cui: "Persico" SpA,"LVF" SpA, "Flamma" SpA, "Martinelli Ginetto" SpA,"Alumat-Almax". I nostri comportamenti sono guidatidalla convinzione che le risorse principali dell'impresasiano gli uomini che contribuiscono alla sua vita. Pressoi nostri clienti, curiamo direttamente la formazione degliattori e la corretta implementazione delle metodologie".

Amate definirvi una società di Ingegneria gestio-nale. Perché?"Abbiamo un cuore ingegneristico gestionale, seguitoda affine formazione post universitaria (master e dot-torati), a cui hanno fatto seguito esperienze maturatesul campo in diverse imprese e in diversi ruoli, matutte approcciate con il metodo e la concretezza spe-cifici degli ingegneri. Con questo non vogliamo asso-lutamente escludere figure dal back-ground differen-te. Al contrario, riterremmo prezioso poter aggregarein futuro persone dalla formazione differente, con un

taglio professionale di natura solo economica o tut-t'altro che tecnica".

Quali sono i vostri rapporti con l'Università?"Abbiamo legami con le Facoltà d'Ingegneria delle Uni-versità di Bergamo e di Brescia, con le quali abbiamo te-nuto corsi, interventi e collaborazioni. Riteniamo siaimportante continuare a coltivarli perché c'è una sfidaancora tutta da raccogliere. Ovvero costruire il ponte traUniversità e imprese, tra operatori di formazione, com-petenze e operatori di mercato. Per la nostra formazio-ne e per l'attività che svolgiamo, ci sentiamo coinvolti inprima persona in questo processo. Punto di tangenzacon le Università e altro elemento fondamentale per leimprese del territorio, sono le associazioni di categoria.

Collaboriamo conAPI Brescia nelfornire insiemeall'Università diBrescia, corsi diformazione ge-stionale; inoltre,con la relativaSocietà di Servizi

abbiamo stipulato una convenzione per gli associati".

Utilizzando una logica temporale speculare, dovevorrebbe essere quindi Proxima fra 3 anni?"Vorremmo costituire un punto di riferimento gestionaleper le imprese, in particolar modo del territorio, e assu-mere fin da oggi quelle deci-sioni e quei comporta-menti che adottere-mo anche in futu-ro. Crediamo chela frontiera del-l'impresa sia defi-nita dall'istinto del-l'imprenditore, ma que-st'ultimo debba esseresostenuto in modo com-plementare da consoli-date basi di man-agement. Vorremmocontribuire con lanostra concretezzaalla solidità di talibasi”. Insomma, unsupporto a tuttotondo per le PMIvogliose di allarga-re e potenziare ipropri confini.

65Emanuele Astolfi

"In tre anni possiamo vantare più di venti progetti con una quindicina di clienti diversi

Le dimensioni delle imprese con cui operiamo è estremamente ampia: dai 5 ai 500 milioni

di euro di fatturato"

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Via Enrico Fermi, 10 Curno - Tel. 035 462504

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Divi&Leggende Articoli di Rossella Martinellie Gianluca Andreotti

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Erano le 23.45 del 14 settembre del 1982 quando venne dif-fusa dalla televisione la notizia della morte di Grace Kelly.Calava così il sipario su un'icona intramontabile di bellez-za, classe e fascino. A scrivere la parola “The End” sotto lafiaba dell'ex star di Hollywood, divenuta sovrana del più

piccolo principato del mondo dopo le nozze da sogno con Ranieri, unincidente d'auto, avvenuto la mattina del 13 settembre 1982. Graceera una semplicissima e dolce ragazza bene di Philadelphia. Il padre,ex manovale di origini irlandesi, quando lei nacque, il 12 novembre del1929, era già diventato un imprenditore miliardario. Fu sempre baciatadalla fortuna. E sempre riuscì a realizzarei suoi sogni, come quello di diventare at-trice, coltivato fin da bambina.

LA CARRIERA - Si iscrisse giovanis-sima all'Accademia di arte drammati-ca approdando presto a New York, do-ve debuttò in teatro a Broadway, lavo-rando contemporaneamente comemodella. Il suo esordio nel mondo delcinema avvenne nel '51, quando otten-ne una parte secondaria nel film"14esima Ora" di Henry Hataway. Finda subito si capì che per lei si prepara-va un futuro da diva: da quel momentola sua scalata al successo fu inarresta-bile. Nel '52 era già al fianco di Gary Cooper in "Mezzogiorno di Fuo-co". Ma a scoprire e valorizzare in pieno il suo talento fu un anno do-po Alfred Hitchcock, che le affidò il ruolo di protagonista in "DelittoPerfetto", e poi nella "Finestra sul Cortile" e in "Caccia al Ladro", in-teramente ambientato sulla Costa Azzurra, un luogo che avrebbe

cambiato il suo destino. In cinque anni girò qualcosa come 11 film eper lei fu subito gloria. Nel 1954 arrivò anche l'ambita statuetta del-l'Oscar come miglior attrice protagonista nella "Ragazza di Campa-gna" di George Seaton. Ma fu l'anno successivo, il 1955, a segnarela svolta più clamorosa della sua vita. Invitata al Festival di Cannes,Grace incontrò l'uomo che avrebbe sposato. Il principe Ranieri, inva-ghito di lei, chiese di poterla ricevere. Lei accettò.

L’AMORE - Fu un incontro breve ma che segnò le esistenze di en-trambi. Sul set nei panni di Alexandra per il "Cigno" ricevette decine

di lettere d'amore dal sovrano diMonaco, che a Natale la rag-giunse a Philadelphia per cono-scere la famiglia e chiedere lasua mano. L'annuncio del fidan-zamento tra i due venne dato uf-ficialmente il 5 gennaio del 1956.La rottura del contratto con laMgm era imminente. La casa diproduzione le chiese l'esclusivasulle riprese del suo matrimonioe di girare almeno un altro film:per lei fu l'ultimo, "High Society".Le sue nozze vennero fissate perla primavera e segnarono l'addiodi Grace non solo al set, ma an-

che all'America. Il 4 aprile l'attrice e la sua famiglia salparono a bor-do della Uss Constitution alla volta di Monaco, dove giunsero il 12.Ad accoglierli, i Kelly trovarono Ranieri che aveva raggiunto il trans-atlantico a bordo del suo yacht. Le sue nozze fecero epoca. E la suavita divenne per i rotocalchi storia da raccontare giorno per giorno.

Dal cinema con Alfred Hitchcock all'Oscar per il film "Ragazza di Campagna": la vita di una principessa del grande schermo,che visse la storia d'amore più bella del XX secolo con il principe Ranieri di Monaco

Sua Altezza RealeGrace Kelly

Principe RanieriDi Monaco con

Grace Kelly

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ALTEZZA SERENISSIMA - La nuova esistenza di Grace cominciòufficialmente il 18 aprile del '56 quando nella stanza del trono del pa-lazzo reale di Monaco con rito civile, come stabiliscono le leggi mo-negasche, Grace si unì a Ranieri. Il giorno suc-cessivo, la cerimonia religiosa nella chiesa diSan Nicola. Durò tre ore e venne filmata e dif-fusa in esclusiva dalla Mgm, che realizzò unospeciale tv di 31 minuti visto da tre milioni di te-lespettatori in tutto il mondo. Seicento gli invi-tati nella cattedrale. Grace era bellissima, mavisibilmente stanca nel suo splendido abito an-tico di oltre 110 metri di seta bianca e merletti,che era stato realizzato per un'ava di Ranieri125 anni prima. Il velo che le copriva il capo eratempestato da migliaia di perle. E sempre diperle erano il laccio al collo della sposa e gliorecchini. Dicono i ben informati che Grace nonserbasse un ricordo felice di quei momenti e che finalmente tornò asentirsi a proprio agio quando alle 5 della sera, divenuta ormai Al-tezza Serenissima, salì sul panfilo del marito per la luna di miele.

LA FAMIGLIA - Tornata dal viaggio di nozze la neoprincipessa nonebbe tempo di assuefarsi con calma alla nuova esistenza che l'at-tendeva. Scoprì presto infatti di essere in attesa di un figlio. I suoiamici erano lontani, non conosceva il francese e non si sentiva an-cora pronta ad affrontare i nuovi doveri di sovrana. Così, per fugareinsicurezza e noia e soddisfare il suo spirito perfezionista, diede il viaa grandi lavori di restauro nella residenza di Ranieri. La sua primabambina nacque il 23 gennaio del '57. E le fu dato il nome di Caroli-na. Per il principato fu di nuovo festa grande. Una festa che si ripetèl'anno successivo, quando il 14 marzo venne alla luce il principe Al-berto. Per Stephanie il reame dovette attendere ancora sette anni.L'ultimogenita nacque infatti il 1 febbraio del '65. Madre severa, Gra-ce cercò di educare i figli al meglio, trasmettendo loro anche la sua"americanità". Al fianco del marito negli anni più difficili per il princi-pato, che Ranieri aveva ereditato in cattiveacque finanziarie, Gracecontribuì moltissimo anumerose iniziativeinnovative sia dalpunto di vista eco-nomico che socia-le. Ma fu anche in

prima linea sul fronte della beneficenza. Presidente della Cro-ce Rossa, restaurò la tradizione del Ballo delle rose, attirandonel principato le più grandi stelle di Hollywood e i protagonisti

del jet-set internazionale.

LA FINE DI UN MITO - Il periodopiù buio di Grace Kelly da principes-sa, coincise con gli anni delle primeangosce per i figli. Carolina era bel-lissima, ma anche irrequieta e ribelle.I rotocalchi di tutto il mondo avevanocominciato a occuparsi di lei e deisuoi amori. Questo a Grace non pia-ceva, e quando la ragazza le annun-ciò che voleva sposare Philippe Junotnon battè ciglio, nella speranza forseche le nozze, che ebbero luogo nel

giugno del '78, potessero contribuire a mettere ordine nella sua vita.Così non fu. Il matrimonio naufragò presto e la girandola dei gossipriprese con più forza di prima. Anche Stephanie le cominciava a da-re pensieri. E così Grace cercò rifugio nella poesia, nell'arte e nellasua prima passione, il cinema. Con Robert Dornhelm lavorò a duefilm "The Children of Theater Street" e "Rearranged". Poi la tragedia.Il 13 settembre del 1982 la sua auto uscì fuori strada fermandosi aridosso di un dirupo. In molti sostengono che la Rover sulla quale sitrovava la principessa si capovolse proprio nel punto in cui 30anni prima Grace e Cary Grant avevano girato la piùfamosa delle scene di "Caccia al ladro". Laprincipessa venne trovata priva di co-scienza. Era già in coma quando futrasportata in ospedale, dovemorì nella notte, asoli 52 anni.

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Principe Ranieri di Monaco con la moglie Grace Kelly nel 1966

Grace Kelly attrice con Cary Grant nel Film "Caccia al Ladro" del 1954

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E'uno dei massimi esponenti della haute-joialle-rie française -quella, per intenderci, fatta deigrandi gioiellieri di Place Vendôme- eppureAlexandre Reza non ha raggiunto la fama ditanti suoi colleghi artisti del gioiello. Non-

ostante le sette vetrine che si affacciano nella splendidapiazza parigina e nonostante sia stato uno dei jewel-artistsprediletti da Grace Kelly, le sue opere d'arte scolpite nell'o-ro e impreziosite da zaffiri, rubini, perle, smeraldi, sono po-co conosciute al di fuori dei confini francesi. Alexandre Re-za è un artista con la "a" maiuscola, amante della pitturatanto da eleggerla a fonte d'ispirazione prediletta per le suepreziosità; basti pensare alla linea di celebri collier ches'ispirano a quadri del passato: come Caroline, un al-ternarsi di diamanti e zaffiri su due file, emule delgioiello indossato da Maria Luisa d'Asburgo in occa-sione delle nozze con Napoleone, raffigu-rato nell'omonimo quadro di Rouget, ola parure Madrigal, diamanti e zaffiricon taglio smeraldo montati su oro,tratti da un disegno francese del XVIIIsecolo. Sempre premier Empire le suggestioni che hannodato vita al celebre collier composto da tre fili di perle so-vrastati da un rubino birmano di 33,5 carati circondato dabrillanti, ispirato al ritratto della marescialla Lefèvre. Ma

anche le sale del Louvre dedicate all'arte antica hanno se-dotto e ispirato Reza, come dimostra la parure nata in se-guito alla visione dell'anello mesopotamico del 2500 a.c.:oro giallo e oro bianco modellati seguendo le tecniche ora-fe di granulazione etrusca. E' negli anelli, però, che il geniodi Reza raggiunge la propria quintessenza, mescolando ispi-razioni artistiche presenti e passate con atmosfere occiden-tali ed orientali in un tripudio di gemme straordinarie, pe-scate in luoghi remoti della Terra; una passione, quella perle pietre rare e preziose, che si palesa negli anelli. Dal ta-glio cabochon di zaffiri 18 carati, circondati da una ghirlan-da di diamanti montata su oro, a quelli a pera che rimanda-

no a gioielli indiani del XVIII secolo; da rubini taglio sme-raldo incastonati su un letto di brillanti, emuli dei gioiel-li dei Maharadjahs, a smeraldi a navetta dal saporeasiatico. Ma anche anelli chevalier in platino energica-mente moderni e dalle linee ardite, vere di diamanti amo' di nodo savoia, trecce di brillanti, solitari in plati-no con diamanti da 12 carati, fino ad anelli di fidanza-

mento con diamante quadrato da 5 o 3 carati suoro bianco. Armonia di colori, qualità delle pietre,bellezza e armonia dei volumi, fanno di ogni pez-zo di Alexandre Reza un piccolo capolavoro, ca-pace di trasformare ogni donna in una principes-sa moderna. Sì, proprio alla Grace Kelly…

Alexandre Reza,solo gioielli da principessa

La vita di uno dei jewel-artists prediletti da Grace Kelly, che nonostante le sette vetrine che si affacciano in Place Vendôme

non è mai riuscito a spiccare il volo fra le griffe internazionali

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L'orologio che accompagna quotidianamente igesti della nostra vita, che riecheggia con ilsuo ticchettio i battiti del nostro cuore, che re-gola i nostri impegni e detta l'alternarsi dellenostre vittorie e delle nostre emozioni non si

limita, più e solamente, a misurare lo scorrere del tempo,come potrebbe essere per la sabbia di qualsiasi clessidra,perché oggi l'orologio presenta il nostro carattere e rappre-senta il nostro gusto personale. "Tutte le prestigiose firmedella moda mondiale - testimonia Ivan Consoli, patrondella gioielleria Serafino Consoli - hanno fatto di que-st'accessorio un trend che sfugge alle regole del tempo tra-sformandolo in un oggetto del desiderio assolutamente ne-cessario per chi non sa rinunciare alla bellezza del detta-glio, alla cura dei particolari e al fascino delle griffe". La

gioielleria di Grumello del Monte propone l'esclusiva colle-zione degli orologi, firmati dalla maison Parmigiani, che sidistingue per raffinatezza estetica e per tecnica, nel rispet-to della tradizione dell'alta orologeria. Questo prestigiosomarchio svizzero, si distingue per essere una delle pochemanifatture che dell'indipendenza ha fatto il suo punto diforza e il suo carattere distintivo, completamente autono-ma, produce tutto in casa senza affidare a terzi la produzio-ne dei componenti, non segue la moda ma detta i tempi intermini di qualità. Il tempo trascorre accompagnato dallabellezza della decorazione, con un movimento che si regolasecondo un meccanismo, a volte semplice, a volte fruttod'audaci complicazioni. Perché, se per ognuno di noi, iltempo è scandito dalle nostre passioni, l'unica vera passio-ne della maison Parmgiani è il tempo.

Nuova collezione, nuovi gioielli da polso: dai cronografi Kalpagraph alla linea subacquea Pershing limited edition da 660 piedi

Alta orologeriaArticolo di Livio Casanova

Serafino Consoli & Parmigiani,il movimento ha il suo tempo

Pershing limited edition da 660 piedi

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PER LUI - Tutto questo è testimoniato dagli esemplaridella collezione - cronografi Kalpagraph - che si fan-no apprezzare per la loro immagine unica. Disponibile inpalladio 950, oro rosa 18 carati o in acciaio, è realizza-to nella forma - Kalpa - che dà il nome a tutta la seriecui appartiene, e s'ispira all'unità di misura dei cicli co-smici caratterizzato dal design della cassa. Il quadrante,dalle linee definite, sobrio al primo colpo d'occhio, nel-le tonalità ardesia o nero argentato, mette in risalto icontatori cronografici, proprio grazie al colore, s'imponeper la trasparenza cristallina del suo vetro zaffiro. Asse-condando i gusti di ciascuno, i pulsanti cronografici sidistinguono per essere assottigliati e oblunghi nel mo-dello in oro rosa 18 carati e palladio 950, oppure li ri-troviamo imponenti e arrotondati nel cronografo in ac-ciaio e giocano sull'originalità della dimensione del pul-sante che regola la marcia d'arresto. Fedele alla sua fi-losofia realizzativa, questo primo modello della collezio-ne sportiva Parmigiani Fleurier, è realizzato a mano nel-l'atelier svizzero - dal movimento interno fino al rivesti-mento esterno - e ha un meccanismo a carica automati-ca con una autonomia di 55 ore. Perfettamente ergono-mico, è proposto sia con il cinturino in pelle Hermes ocaucciù, sia con bracciale. Il cronografo Kalpagraph le-ga il suo fascino alle numerose esperienze in mongol-fiera, con un tocco originale e dal design accattivantesi distingue per la sua natura sportiva, diventando ilpartner ideale da portare con sé in ogni avventura.

PER LEI - L'orologio, vezzo tipicamente maschile, si èormai imposto al polso delle donne, sensibili al fascinodei modelli arricchiti da pietre preziose. Gioielli chescandiscono con raffinata eleganza l'alternarsi di sug-gestioni femminili, i quadranti sono impreziositi da pa-vé di gemme e da riflessi dorati. La versione femminiledella serie Kalpa, è proposta in acciaio e in oro rosa 18carati, impreziositi dai diamanti taglio brillante sullacassa e sul profilo del bracciale. Ilquadrante è realizzato con tin-te esclusive Blu Metal eMacchiato, esaltati dallalavorazione guilloché so-leil abbinata all'inten-sità dei pigmenti del-la lacca. La miriadedi diamanti tagliobrillante che for-mano i numeri12 e 6 accen-dono il qua-drante di ri-flessi che sisposano per-fettamente conle lancette lumi-nescenti, realiz-zando una mirabi-

Cronografo Kalpagraph versione femminile

Cronografo Kalpagraph palladio 73

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le armonia di fascino e seduzione. La loro perfetta er-gonomia e la leggerezza del bracciale garantisce al pol-so di qualsiasi donna un perfetto comfort.

IN BARCA - Pershing, brand del Gruppo Ferretti e ri-nomato cantiere italiano specializzato nella produzionedi yacht di lusso, dedica ad una clientela maschile efemminile la sua prima gamma di orologi sportivi sub-acquei composta da una vasta scelta di modelli e mec-canismi. La collezione nasce dalla partnership tra ilcantiere e Parmigiani Fleurier, 115 esemplari limitededition one-one-five in oro rosa 18 caratio in palladio 950, ispirato allo yacht piùgrande e prestigioso da 115 piedi, condue versioni di quadrante Avana oSilver. Il cronografo Pershing è do-tato di un movimento automaticoCalibro PF 190, indica le ore, iminuti e i secondi cronograficial centro, con un contatoredelle 12 ore e un contatoredei 30 minuti, piccoli secon-di, indicazione tachimetrica egrande data. La cassa è im-permeabile fino a 660 piedi ed èdotata di lunetta girevole. L'in-contro dei due universi non po-teva che portare ad una part-nership ispirata ai massimi valo-

ri di eccellenza. La serie non numerata - invece - è rea-lizzata interamente in acciaio, riportando agli occhi i ri-flessi argentati degli scafi degli yacht e declinandosisecondo gli stessi innovativi volumi, con il quadrante inquattro versioni: Grafite, Silver, Blu Metal e Amaranto.L'acciaio offre un incredibile gioco di contrasti graziealle anse satinate e alla carrure lucida dell'orologio.Disponibili con cinturino in caucciù o bracciale in ac-ciaio, sono impermeabili fino a 200 metri e presentanolunetta girevole e fondello con inciso uno dei modellisimbolo di Pershing. A Bergamo, Serafino Consoli è l'e-

sclusivo licenziatario del marchio Parmi-giani. La gioielleria di Grumello del

Monte offre questi orologi digrande funzionalità, capaci dimiscelare tecnologia ed esteti-ca in un insieme unico, moder-no e innovativo. E proprio perquesto, domenica 21 settem-bre scorso al Golf Club Fran-ciacorta Parmigiani e Serafi-no Consoli hanno voluto sug-

gellare l'unione e soprattuttola presentazione della nuova

collezione, con un evento sportivodi grande richiamo. Un appunta-

mento golfistico che ha coinvoltoclienti e amici per una domenica di

divertimento sul green.

Cronografo Kalpagraph black

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Crespi d'Adda,patrimonio

immateriale d'idee

Crespi d'Adda non lascia ma raddoppia. Il riconoscimento dell'U-nesco come patrimonio dell'umanità lo ha posto, da tempo, sot-to i riflettori di tutto il mondo, ma l'intenzione dell'amministrazio-ne non è solo quello di conservarlo come museo a cielo apertoma far rivivere le intenzioni del villaggio operaio. Lo testimonia il

sindaco Cristiano Esposito con la delega specifica attribuita all'assessore Va-leria Cavenaghi. "Uno dei sogni nel cassetto - afferma lo stesso assessore - èacquistare una delle 50 case operaie per poi adibirla a museo, allestendola inmodo tale che i turisti possano vedere e comprendere come si viveva negli an-ni della rivoluzione industriale". La strada intrapresa è quella di un recuperodelle idee e dei pensieri di fondo, attraverso la conoscenza degli stili di vi-ta di quel tempo. Si tratta, in altre parole, di tutelare una visione delmondo, un senso di solidarietà tra classi sociali diverse, un'etica,tutto ciò per non lasciare che muoiano la memoria storica delluogo e dei suoi abitanti, del loro lavoro, della loro vita e deivalori di un tempo, perché ogni elemento di questo villag-gio, anche i dettagli, ha una sua precisa valenza ideo-logica. L'Unesco riconosce il Patrimonio cul-turale immateriale. Chi l'ha detto che solomonumenti e musei testimoniano la culturadi un Paese. Nell'ottobre del 2003, duran-te la sua 32° sessione, l'AssembleaGenerale dell'UNESCO approvavala Convenzione per la salva-guardia del patrimonio cul-turale immateriale. Il do-cumento, rappresentauna svolta impor-

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Storia d’industraArticolo di Livio CasanovaFoto di Laura Pietra

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Tutto ebbe inizio quando due capitani d'industria illuminati - Cristoforo Crespi e il figlio Silvio -

vollero costruire sulle rive dell'Adda un villaggio ideale del lavoro

Un piccolo feudo dove il castello del padrone fosse simbolo sia dell'autorità sia della benevolenza,

verso gli operai e le loro famiglie

tante dal punto di vista politico, culturale e giuridico, e se-gna, dopo anni di riflessioni, importanti sviluppi riguar-danti la concezione stessa di patrimonio culturale. Nerosu bianco, l'organizzazione ha scritto: "S'intendono per -patrimonio culturale immateriale - le pratiche, le rappre-sentazioni, le espressioni, le conoscenze e i saperi, cosìcome gli strumenti, gli oggetti, gli artefatti e gli spazi cul-turali che sono loro associati, che le comunità, i gruppi edeventualmente gli individui riconoscono come facentiparte del loro patrimonio culturale". Nel settembre del1995, nel corso della sua XIX sessione, tenutasi a Berlinoha deliberato l'iscrizione di Crespi d'Adda, quale esempioeccezionale di borgata operaia. Esso riflette nella propriastruttura la mentalità d'industriali illuminati nei confrontidelle loro maestranze, è un"Esempio eccezionale del fe-nomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio con-servato del Sud Europa". Contrariamente a siti analoghi,la parte industriale è stata funzionante fino al 2004, leabitazioni sono tuttora utilizzate. La Lombardia, riccadi uomini e di siti. La nostra regione è in testa alla listache detiene il maggior numero di siti e punta decisa-mente sul turismo culturale. Il suo sforzo attuale è quellodi pensare una legge in grado di valorizzarne il ruolo. Duesono le nomine quasi trentennali: il parco delle incisionirupestri in Valle Camonica (1979) e il complesso milane-se di Santa Maria delle Grazie con il Cenacolo Vinciano(1980). Successivamente il riconoscimento è stato attri-buito nel 1995 a Crespi d'Adda che cerca un appeal piùmarcato per incrementare le sue 40mila presenze e aiSacri Monti di Ossuccio (Co) e Varese nel 2003. Poi c'èla recente nomina della Ferrovia Retica nei paesaggi diAlbula e Bernina e di Mantova e Sabbioneta. Questi i seisiti, in lista d'attesa c'è già il complesso archeologico diCastelserprio - Torba (Va) e il monastero di San Salvato-re e Santa Giulia a Brescia. Crespi d'Adda, un patri-monio d'idee per tutta l'umanità. Il villaggio di Crespiè davvero un luogo dove il tempo si è fermato, e offre,con la sua storia, con le sue case, la sua fabbrica e il suofiume, la possibilità di ritornare indietro nel tempo, sino a

quando la famiglia fondatrice del Villaggio - la famigliaCrespi - diede vita alla città ideale del lavoro, dove co-niugare le esigenze degli operai con quelle del padronedi fabbrica, per rimediare ai disagi causati dalla grandeindustria, "la grande industria è contraria alla naturaumana, - scriveva Silvio Crespi - al suo sviluppo fisico...La responsabilità degli imprenditori è dunque incalcola-bile, come immensa la latitudine del loro dovere, il qualeconsiste nel conciliare le necessità dell'industria colleesigenze della natura umana, in modo che i progressi del-l'una non siano mai per inceppare lo sviluppo dell'altra".Esempio mirabile di villaggio industriale, di simbiosi fragrande azienda e territorio, di scambio di energie e pre-mure fra padroni e maestranze, Crespi d'Adda, oggi, son-necchia nel tiepido pomeriggio d'autunno dal fascino im-mutato: le casette operaie ben allineate sono disposte supiù strade parallele, le recinzioni basse e tutte uguali, gliorti e i giardini ben curati, a sud c'è un gruppo di ville piùtarde, per gli impiegati e per i dirigenti. Il figlio dell'im-prenditore era convinto che "ultimata la giornata di lavo-ro, l'operaio deve rientrare con piacere sotto il suo tetto:curi dunque l'imprenditore che egli vi si trovi comodo,tranquillo e in pace; adoperi ogni mezzo per far germo-gliare nel cuore di lui l'affezione, l'amore alla casa... Chiama la propria casa ama anche la famiglia e la patria, enon sarà mai la vittima del vizio e della neghittosità".Questi sono i pensieri dei grandi imprenditori nell'epocapioneristica, al tempo stesso padroni e filantropi, ispiratia una dottrina sociale che vede intorno alla fabbrica svol-gersi con continuità la vita degli operai. E poi il teatro, lospaccio alimentare, i vigili del fuoco, il lavatoio, il corpobandistico, la colonia estiva e il corso di economia do-mestica. Tutto questo sostenuto e gestito dallo stessoSilvio Crespi, eccezionale figura d'imprenditore e capar-bio uomo politico. Ma se per Crespi d'Adda ci ha pensa-to l'Unesco ci vuole molto di più perché le idee illumina-te di Silvio Crespi non si spengano in un freddo pomerig-gio d'autunno. La speranza è che non restino lettera mor-ta, perché la polvere può depositarsi anche sulle idee.

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Nuove prese d'aria inferiori,inedite nervature sul cofanoe gruppi ottici forti di un nuo-vo sistema d'illuminazionecon indicatori di direzione a

LED. Si presenta così la nuova BMW Serie3, auto elegante sportiva e raffinata allostesso tempo, punta di diamante della casatedesca. Una nuova linea, rivisitata anchenella parte posteriore dove spicca la fana-leria che ritorna al passato con una classicaforma a 'L', tipica delle BMW di qualche an-no fa. Ma la grande novità di questa classi-

ca bavarese è senza dubbio l'avvento del si-stema di trazione integrale xDrive sul mo-dello 4 cilindri a gasolio da 177cv. La trazio-ne integrale che incide attraverso la riparti-zione variabile e intelligente della forza mo-trice tra le ruote anteriori e posteriori siasulla dinamica di guida che sulla stabilità, ècosì combinabile con ben cinque varianti dimotori: BMW 325i xDrive, 330i xDrive, 335ixDrive, 330d e soprattutto 320d xDrive.

PROVATA PER VOI - Abbiamo voluto pro-vare per voi la nuova BMW 320d xDrive, in

La novitàArticolo di Luca BilottaFoto di Laura Pietra

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BMW Serie 3 XDrive,la nuova classica

per tutti i gusti

versione Touring, fra le affascinanti stra-de di Crespi d'Adda. Una location esclusi-va per un'auto capace in questi anni di de-lineare stili e forme nuove nel mercatoeuropeo, con quel tocco di sobrietà chenon guasta mai. La versione Touring - sta-tion wagon dal design rinnovato e ricco dinovità - presenta gruppi ottici e paraurtiposteriori di nuova concezione, nella par-te frontale si distingue qualche piccolocambiamento nella fanaleria e nel fascio-ne basso (come nella versione berlina),con gli indicatori di direzione posizionati

sugli specchietti retrovisori esterni. Quat-tro gli allestimenti proposti - Eletta, Atti-va, Futura e Msport -, con ampia scelta dimotorizzazioni tra potenti propulsori turboa iniezione diretta sia benzina che diesel.Nella versione - messa a disposizione dal-la concessionaria ufficiale di Bergamo,Lario Bergauto -, si scorge il logo xDrivenon più sul portellone posteriore - vicinoalla scritta 320, tanto per intenderci -, masulla calandra laterale vicino alle ruoteanteriori. Una novità, ma certamente lasostanza non cambia.

Versioni:sempre quattro

gli allestimenti proposti

(Eletta, Attiva,

Futura e Msport),

con ampia scelta

di motorizzazioni

tra potenti propulsori

turbo a iniezione diretta

sia benzina sia diesel

Il modello più venduto della casa bavaresesi rifà il look e sbarca sul mercato

con una novità interessante: l'avvento del sistema di trazione integrale

sul modello 4 cilindri a gasolio da 177cv In anteprima per voi, abbiamo provato

la versione Touring per le vie suggestive di Crespi d'Adda

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XDRIVE - Si nota subito, anche nel tracciato poco impe-gnativo di Crespi d'Adda, che la precisione di guida el'ottimizzazione della trazione su qualunque tipo di stra-da sono "solo" due dei vantaggi offerti dall'intelligentetrazione integrale permanente xDrive BMW. Una meto-dologia di guida perfetta, che abbina ai vantaggi dina-mici della trazione posterio-re quelli derivanti dalla dis-tribuzione della potenza atutte e quattro le ruote. Il si-stema di trazione integralea controllo elettronico ripar-tisce, infatti, fra i due assi -in una frazione di secondo -le forze di trazione, convo-gliando prevalentemente lapotenza del motore all'asseche può tradurla diretta-mente e nel modo più effi-cace in una poderosa spintain avanti della vettura. La ri-partizione variabile della trazione fra l'asse anteriore equello posteriore (rapporto di 40:60) produce un notevo-le miglioramento della dinamica di marcia, dell'agilità

della vettura, della tenuta di strada e del comfort di gui-da. Una peculiarità determinante del sistema xDrive stanel fatto che anziché intervenire quando i problemi ditrazione si sono già manifestati, esso percepisce in anti-cipo la tendenza a una perdita di trazione e può quindicontrastarla preventivamente: è questo il fondamento

dell’ eccellenza tecnologicadell'xDrive nell'ambito deisistemi di trazione integra-le. Mentre, infatti, i sistemidi trazione integrale tradi-zionali agiscono solo quan-do le ruote hanno già inizia-to a slittare, l'xDrive inter-viene preventivamente, sot-traendo potenza all'assecon minore aderenza e ridi-stribuendola alle ruote chehanno maggior presa sullasuperficie stradale. L'xDrivedella BMW può assorbire

anche un brusco cambiamento di regime e di carico delmotore in modo così dolce e delicato che il conducentenon avverte nessun cambiamento di ripartizione delle

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Info:Lario BergautoVia Campagnola, 50

Tel. 035 4212211 - Bergamowww.lariobergauto.bmw.it

Trazione: il sistema di trazione integrale

a controllo elettronico ripartisce, fra i due assi -

in una frazione di secondo - le forze di trazione,

convogliando prevalentementela potenza del motore

all'asse che può tradurla direttamente e nel modo

più efficace, in una poderosaspinta in avanti della vettura

Tecnologia:la nuova Serie 3

è anche dotata del nuovo sistema di navigazione

e intrattenimento I-Drive,completamente rivisto

nella logica di funzionamentoe nell'interfaccia grafica

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forze di trazione. In curva, riduce siail sottosterzo sia il sovrasterzo, ridi-stribuendo istantaneamente e nelmodo più adatto le forze di trazionesui due assi. Se la parte posterioredella vettura tende a sbandare versol'esterno della curva (sovrasterzo) lafrizione multidisco trasmette maggio-re potenza alle ruote anteriori, con-sentendo a quelle posteriori di riac-quistare direzionalità e di stabilizzarela vettura. Ed essendo collegato alDSC il sistema xDrive BMW percepi-sce con molto anticipo il rischio disovrasterzo, e interviene prima anco-ra che il conducente abbia potutorendersi conto di quanto stava peraccadere.

QUALSIASI TRACCIATO - In condi-zione di sottosterzo la vettura puntacon l'asse anteriore verso l'esterno

della curva e in questo caso la poten-za trasmessa all'asse anteriore vienefortemente ridotta, se necessario finoal punto di convogliare l'intera poten-za alle ruote posteriori, in condizionilimite. Perciò solo quando il sovra-sterzo o sottosterzo non possono es-sere contrastati con la sola ridistribu-zione delle forze di trazione viene at-tivato anche il DSC, che intervienesui freni, e all'occorrenza viene ancheridotta la potenza erogata dal motore.Le vetture BMW dotate di xDrive so-no particolarmente agili e versatili sustrade di montagna tortuose ma velo-ci, in cui le ruote posteriori tendonofacilmente a slittare quando si acce-lera energicamente dopo una curva oun tornante: in queste situazioni l'x-Drive trasferisce istantaneamenteuna parte della forza di trazione dal-l'asse posteriore a quello anteriore,

contrastando la ten-denza allo slittamentoin accelerazione.

ALTRE CARATTERI-STICHE - La nuovaSerie 3 è anche dotatadel nuovo sistema dinavigazione e intratte-nimento I-Drive, com-pletamente rivisto nel-la logica di funziona-mento e nell'interfac-cia grafica. Tutti i mo-tori della gamma sonocomunque equipag-giati con misure diBMW EfficientDyna-mics: recupero dell'e-nergia di frenata adat-tato al singolo model-lo, funzione AutoStart/Stop, indicatoredel punto ottimale dicambiata, controllodei gruppi secondariin dipendenza del fab-bisogno e aerodinami-ca attiva attraverso ilcontrollo delle alettedi raffreddamento.

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Per tutto ottobre Subaru regala 20 mila km di carburante,

un'ottima soluzione per risolvere il caroprezzi attuale,acquistando uno dei due modelli

più innovativi sul mercato italiano82

In vetrina

Legacy e Outback,due boxer di razza

In vetrinaIn vetrina

LegacyOutback

Subaru Legacy Wagon Boxer Diesel

Subaru Legacy Wagon Boxer Diesel

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L egacy e Outback sono stati i primi mo-delli della casa Subaru ad essere equi-paggiati con il nuovissimo motore boxerdiesel. Una grande novità, ma non ulti-

ma: entro il 31 ottobre - infatti - acquistando unodei due modelli, Subaru regala addirittura20.000 km gratis da percorrere con il vostro nuo-vo gioiellino (per ulteriori informazioni visitate ilsito www.autotorino.it). Incredibile ma vero,considerando la qualità delle due auto in consi-derazione. Due modelli riconoscibili oltre che perl'orgogliosa targhetta in coda "Boxer Diesel", an-che per la presa d'aria sul cofano necessaria a

far respirare l'intercooler, piazzato sopra le duebancate del boxer come sulle Subaru Imprezache corrono il WRC. Due auto che consumanodavvero poco, per 20 mila km addirittura niente.Scherzi a parte, i consumi dichiarati per una wa-gon lunga 466 centimetri con trazione integralesono davvero interessanti: quasi 17 km/litro nelciclo combinato e più di 14 nel ciclo urbano.Viaggiando in autostrada e tenendo conto dei li-miti consentiti, i 64 litri del pieno possono esse-re sufficienti per partire da Milano e raggiunge-re Napoli. Ma vediamoli più nel dettaglio i duemodelli, soprattutto il loro propulsore.

Interni: ergonomici ed avvolgenti, gli abitacoli di entrambe le auto di casa Subaru sono perfetti. La qualità dei materiali (dalla pelle nera ai tessuti, fino alle componenti in plastica) sono di alto livello, per un'abitabilità interna davvero ottima

Motore:il risultato di tanti studi

tecnici ha portato alla luce un duemila

common rail da 150 cavalli e 350Nm

di coppia massima a 1800 giri. Provarlo

è un vero piacere, soprattutto

per la silenziosità

Subaru Outback Boxer Diesel

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MOTORE - Entrambe sono equipaggiatecon un nuovo motore boxer, il primo di Subaru in versionediesel. Il blocco ci-lindri è in allumi-nio, l'alesaggio è mi-nore di 6 millimetri ela corsa è allunga-ta di 11 millimetririspetto a un boxera benzina, con unblocco più compattoe con le due bancateche chiudono e sup-portano l'albero mo-tore per guadagnarein leggerezza e in rigidità. I vantaggi di unboxer a gasolio si vedono per l’albero mo-tore corto e più rigido nella struttura, so-luzione che consente poche vibrazioni etanti giri, una maggiore pressione neicilindri grazie alla maggiore robustezza

dell'albero, menoinerzia, peso ridot-to e l'equilibrio au-tomatico senza al-beri controrotantiper ridurre le vibra-zioni grazie ai pisto-ni contrapposti. Laturbina è a geo-metria variabileposta sotto il moto-

re, vicino ai catalizzatori per ottenere gaspiù puliti. Il risultato di tanti studi e prove èun duemila common rail da 150 cavalli e350Nm di coppia massima a 1800 giri.Provarlo è un vero piacere avvolti dal "si-lenzio". La prima impressione che si avver-te alla guida dell'atteso boxer diesel su Le-gacy e Outback è quella di guidare un’autoa benzina. Impressionante per la sua silen-ziosità nella guida cittadina, alle alte velo-cità la situazione addirittura migliora.

PRESTAZIONI - A 2000 giri (dopo la cop-pia massima a 1800) offre una buona spin-ta e gira senza rumorosità ed è silenziosopure dopo il picco di potenza a 3600 fino al-la cambiata dei 4500 giri. Oltre alla silen-ziosità i punti di forza del boxer turbo die-sel con filtro antiparticolato euro 4 da 150cavalli sono la totale assenza di vibrazioni

(il migliore della categoria) e consumi par-ticolarmente ridotti per essere un due litri a

trazione integralepermanente. In-somma, Subaruha esordito ingrande stile neimotori a gasolio:oltre ai pregi tipicidei motori diesel,questa unità è ca-pace di mitigarnedrasticamente iprincipali difetticome rumorositàe vibrazioni. La

guida è così piacevole in ogni condizio-ne: accelerazione e ripresa soddisfacen-ti, grazie al contenimento delle masse eai notevoli valori di coppia espressi.

INTERNI - Ergonomici ed avvolgenti gliabitacoli di entrambe le auto di casaSubaru, dove la qualità dei materiali(dalla pelle nera ai tessuti, fino alle com-ponenti in plastica) sono di alto livello,per un'abitabilità interna davvero otti-ma. La strumentazione poi, è chiara edimmediata; eccezionale poi l'effetto co-reografico del quadro strumenti in fasedi accensione, con le lancette illuminatedi rosso che percorrono in pochi attimi irispettivi quadranti.

SICUREZZA - Sul fronte della sicurezzapassiva la Legacy e la sua cugina Out-back dispongono della "nuova strutturadi rinforzo ad anello" della scocca, cheabbraccia e protegge l'abitacolo. L'as-sorbimento di un eventuale urto è garan-tito dalla struttura anteriore deformabilee dal motore boxer che scivola verso ilposteriore lungo il tunnel del pianale. Ilservosterzo è elettrico, i freni sono po-tenziati con dischi anteriori da 16 pollicie anche le sospensioni anteriori sonostate riviste per il maggior peso e lamaggior coppia. Nella guida anche spor-tiva la Legacy/Outback non perde nulladel suo proverbiale equilibrio in ogni si-tuazione, forte anche di un peso conte-nuto per il tipo di auto e il tipo di trazio-ne intorno ai 15 quintali.

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Sicurezza:la Legacy e la sua cugina Outback dispongonodella "nuova strutturadi rinforzo ad anello"della scocca, che abbraccia e protegge l'abitacoloIl motore, inoltre, in caso d'impattofrontale scorre verso il basso

Info:Autotorino Spa

Via Bergamo 66 - Curno (BG)Tel. 035.6228711www.autotorino.it

LegacyOutback

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M uscolosa e attraente. Nonstiamo parlando di una donnaamante del bodybuilding, netantomeno stiamo degeneran-

do. Vogliamo solamente sintetizzarvi l'es-senza di un mostro sacro dell'automobilismoamericano, provata per voi sfrecciando -sempre nel rispetto del codice della Strada -per città Alta e il centro di Bergamo. Viag-giare a bordo di una Corvette, del resto, èsempre emozionante. Pensate però il nostrosorriso quando abbiamo sfoderato dal gara-ge della concessionaria ufficiale Corvette"Auto In" i 512 cavalli ricavati da un motore

7 litri (lo stesso LS7 V8 della Z06) in grado dipartire da fermo in sesta marcia senza scom-porsi, tant'è la coppia. Già, avete capitobene: abbiamo avuto l'onore di poter guida-te la bomba sportiva "427", riproposizionedell'omonimo modello Corvette che a metàanni '60 fece breccia nei cuori degli ameri-cani amanti delle supercar. Un mostro "Limi-ted Edition", realizzato in soli 505 esemplari,proprio come la potenza massima del suopropulsore. Ben 427 modelli sono stati ven-duti negli Stati Uniti e in Canada, solamente78 dedicati al mercato d'esportazione. Altrinumeri? In Italia a possederla sono solo 6

Provata per voi in esclusiva la versione limitatadella Z06, riproposizione dell'omonimo modelloCorvette che a metà anni '60 fece breccia nei cuori degli americani amanti delle supercar Un'esclusiva di Bergamo Economia: in Italia ci sono solo 6 esemplari

Corvette, 427 modi diversiper esaltarsi

Motori:un mostro da 7.000 cc con una potenza di 512 cavalliTanta maestosa cavalleria si traduce cronometricamente in 3.9 secondi nel classico 0-100e ben 320 km/h come velocitàmassima

La prova su stradaArticolo di Luca BilottaFoto di Laura Pietra

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fortunati concessionari (o clienti), in Europa52: insomma, una grande esclusiva per i let-tori di Bergamo Economia.

UNICA - Bella, intrigante e particolarmenteesplosiva. La nuova Corvette 427 LimitedEdition, si riconosce subito dalla livrea mu-scolosa e dai cerchi cromati specifici (montagomme pari a una F1) con pinze rosse dallecaratteristiche sportive. Ispirata alla Stin-gray di metà anni '60, si distingue dai mo-delli base grazie alla carrozzeria in rossospeciale denominato "crystal red", omaggioal modello storico, con grafica nera sul lun-

go cofano a formare una "V" stretta, e loghi"427? sulla fiancata bassa. Nuovo e studiatoappositamente anche lo spoiler posteriore,mentre gli interni sono impreziositi dalla targhetta posta in basso alla consolle che mostra il numero di serie e la firma di Will Cooksey, il direttore dello stabilimento Corvette che dopo ben 15 anni di carriera èandato in pensione regalandoci questo sogno automobilistico. La versione a nostradisposizione, impreziosita con cruscotto esedili totalmente in pelle e navigatore satel-litare (compreso di lettore DvD e impiantoaudio BOSE), si è dimostrata tutt'altro che

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Numeri:un mostro "Limited

Edition", realizzato in soli505 pezzi, proprio come

la potenza massima del suo propulsore

Ben 427 modelli sono stativenduti negli Stati Uniti

e in Canada, solamente 78 dedicati

al mercato d'esportazionedi cui 52 in Europa

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rigida e poco confortevole. A discapito dell'aspetto cor-saiolo, infatti, la "427" è un'auto capace di viaggiare conclasse anche a bassi regimi, con una manovrabilità e unconfort da berlina. Incredibile? Può sembrare strano, èvero, ma seduti al volante - la posizione di guida è adat-ta anche per i più alti - si nota subito l'adattabilità ai trac-ciati cittadini. Ovvio, appena si ha un po' di spazio perschiacciare l'acceleratore ecco spuntare l'anima sportivadella Corvette: ci si sentesbattere contro il confortevolesedile e l'auto vola su di giri inpochi secondi (da 0 a 100km/h in 3.9''). Perfetta la stru-mentazione, con leva del cam-bio a sei rapporti e pulsanti dinavigazione a portata di mano.Davvero fenomenale il led cheproietta sul vetro dinanzi allapostazione di guida la velocità

oraria e i giri del motore: in questo modo non ci si dis-trae al volante, mantenendo gli occhi ben fissi sullastrada. Dulcis in fundo la sicurezza: Airbag, Asr, Abs evia discorrendo. Gli americani hanno pensato davveroa tutto, compreso il sistema d'allarme. Doppio, acusti-co e autobloccante delle portiere e del motore. Unagrande soluzione per non vedersi scippare il bolide apochi metri da casa. Quanto al bagagliaio c'è spazio

per tre valigie: per una dueposti il meglio sul mercato.

PER CHI SI ACCONTENTA -E' vero, la "427" è un'auto perpochi - anche se il prezzo di 103mila euro non è poi particolar-mente esoso -, ma per chi nonha problemi ad accontentarsic'è sempre la C6. A partire da60 mila euro, infatti, si può co-

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Info:Auto IN

Via Cesare Correnti 41/4324124 Bergamo

Tel. 035 36 36 17www.autoinonline.it

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Design:si riconosce subito

dalla livrea muscolosa e dai cerchi cromati specifici

(monta gomme pari a una F1)con pinze rosse dalle caratte-ristiche sportive. Ispirata alla

Stingray di metà anni '60, si distingue dai modelli base

grazie alla carrozzeria in rosso speciale

denominato "crystal red", con grafica nera sul lungo cofano a formare una "V"

stretta, e loghi "427” sulla fiancata bassa

Tecnologiaperfetta la strumentazione,

con leva del cambio a sei rapporti e pulsanti

di navigazione a portata di mano

Davvero fenomenale il led che proietta sul vetro

dinanzi alla postazione di guida la velocità oraria

e i giri del motore: in questo modo

non ci si distrae al volante,mantenendo gli occhi ben fissi sulla strada

munque avere un'auto che non passainosservata. Anche "accontentandosi"c'è di che appagare i sensi, e non so-lo per la potenza a disposizione. Op-pure puntare sulla Z06, che dal puntodi vista stilistico è davvero accatti-vante, grazie ad alcuni tocchi sapientiche hanno accresciuto ulteriormentela grinta della sua inconfondibile li-nea. Anche i cerchi - comunque bel-lissimi, seppur non cromati come sul-la "427" - sono di disegno specifico eaccolgono pneumatici da 275/35 ZR18all'anteriore e 320/30 ZR19 al poste-riore. Nonostante le dimensioni im-portanti della gommatura, l'impiantofrenante con le pinze di colore rosso èanche qui ben visibile, per dare un'ul-teriore tocco d'aggressività. La sporti-vità, del resto, è il tema dominanteanche nell'abitacolo, dove spiccano inuovi sedili con profilo avvolgente ri-vestiti in pelle bicolore. La regolazio-ne manuale è stata preferita a quellaelettrica per il minor peso, a confermadell'attento studio in chiave sportivariservato ad ogni minimo particolare.

MOTORE - Un motore come il pode-roso V8 denominato LS7 merita un capitolo a parte, non solo per le sue "dimensioni". E' lo stesso montato siasulla Z06 sia sulla speciale versione"427". Un 7.000 cc da 512 cavalli conuna distribuzione a 2 valvole per cilin-dro ad aste e bilancieri con punterieidrauliche. Tanta maestosa cavalleriasi traduce cronometricamente in 3.9secondi nel classico 0-100, mentre lavelocità massima (in circuito) tocca i320 km orari. Un mostro a benzina ca-pace di spingere fino a 105 km/h l'au-to solo con la prima marcia inserita.La progettazione del propulsore ame-ricano deriva dall'esperienza dellaCorvette nei campionati Endurancedove ha raccolto ottimi risultati com-presa la mitica 24 ore di Le Mans.L'otto cilindri viene definito "smallblock" per le sue dimensioni relativa-mente contenute in rapporto alla cilindrata, ottenute grazie all'ottimiz-zazione degli spazi tra i cilindri senzacompromettere comunque la fluidodi-namica del gruppo termico. Necessa-

ria la presa d'aria sulcofano: accresciuta del18%, operazione obbli-gata visto che il nuovoLS7 necessita di ben2800 litri di aria in piùal minuto. L'esperienzanelle competizioni tro-va riscontro anche nel-l'albero a gomiti in ac-ciaio forgiato, nellebielle in titanio e neipistoni stampati, cheper i meno esperti sitraduce in massimaprecisione e leggerez-za. Un motore decisa-mente più leggero eperformante rispetto aquello della CorvetteC6, un 6.200 da 437 Cv,che comunque si atte-sta lo stesso su stan-dard superiori alla con-correnza attualmentein commercio.

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Pensate all’isola Mauritius: natura incontaminata, marecristallino, sabbia bianchissima... e immaginate ora diconcedervi una vacanza, coccolati da tutti i comfort del lu-xury hotel Le Paradis, resort tra i più esclusivi delle isoledell'oceano indiano. Questo sogno è diventato realtà per iprotagonisti della finale della E20 Golf Cup, organizzatadalla Roncalli Viaggi. I fortunati, estratti fra i partecipantidelle varie gare del circuito della stagione, hanno potutogodere di una settimana di pace e divertimento nel migliorclima vacanziero, lontani dal traffico, dall'inquinamento esoprattutto dallo stressante lavoro quotidiano, insieme ad

alcuni accompagnatori. La finale della manifestazione si èsvolta sulle diciotto buche del Paradis Golf Club, ed è du-rata un'intera giornata. A conclusione della gara, vinta ri-cordiamo da Flavio Bonaita, si è tenuto un ricco e ricerca-to aperitivo sul green, a cui è seguita una cena di gala, contanto di premiazioni dei partecipanti da parte degli orga-nizzatori Ramona e Manuel Roncalli, insieme a Elisabettae Andrea Amighetti, titolari di E20, che hanno colto l'occa-sione per ringraziare gli sponsor della manifestazione, Te-sta Commerciale e Zenucchi Arredamenti e hanno dato ap-puntamento a tutti i partecipanti alla prossima stagione.

Chi, dove e perchèArticolo di Massimo PighizziniFoto di Gianluca Crotta

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E' stato un mese intenso, settembre, per la concessionaria LarioBergauto. Oltre al consueto vernissage dedicato ai più giovani -"La festa delle scuole", classico appuntamento d'apertura del-l'anno scolastico per i ragazzi di Bergamo -, la concessionaria hapresentato la nuova Serie 3 al pubblico lo scorso terzo week-end settembrino, nel corso di un porte aperte. E se sabato 6 set-

tembre la protagonista era stata la scattante e moderna MiniClubman - mostrata ai ragazzi e alle ragazze presenti alla disco-teca Fluid di Orio al Serio -, il 20 e 21 settembre allo show-roomdi Colognola è stata la nuova Serie 3 ad attirare l'attenzione: unavvenimento imperdibile, per un modello che si rinnova, mante-nendo però intatta la propria classe.

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Chi, dove e perchèArticolo di Luca BilottaFoto di Laura Pietra

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Una giornata sul green, fra buche e orologi d'alta gam-ma. Si è svolta domenica 21 settembre al Golf Club Fran-ciacorta la Coppa Serafino Consoli-Parmigiani Fleurier,che ha visto partecipare ben 39 team per un totale di 150partecipanti. Un appuntamento voluto fortemente daIvan Consoli e tutto il suo staff, svoltosi con una garasingola 18 buche Stableford, che ha visto primeggiarenella 1° Categoria Alessandro Berlucchi (41, 1° Netto)

insieme a Davide Bertoli (35, 1° Lordo); in seconda piaz-za Luciano Medolago (37, 2° Netto). Nella 2° Categoria,invece, ad imporsi è stato Giuseppe Guarino (37, 1° Net-to) con Gianluca Novellone (37, 2° Netto). Infine la 3°Categoria: Luciano Bonetti e Marilena Zani, rispettiva-mente 1° e 2° Netti con 39 e 38. Per quanto riguardanole categorie Lady e Senior, a chiudere in prima posizionesono stati Raffaella Belotti (35) e Luciano Tamini (37).

Chi, dove e perchèFoto Alvaro Maffeis e Laura Pietra

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E' stata inaugurata martedì 23 settembre, in Via San Ber-nardino 27, la prima filiale cittadina del GruppoGabetti,primo full service provider immobiliare in Italia. A fare glionori di casa Giuseppe Nardio, titolare dell'agenzia, cheha allietato i presenti con un ricco buffet realizzato all'in-terno del negozio. Un appuntamento importante per ilmondo immobiliare bergamasco, a cui hanno preso partefigure di spicco del Gruppo Gabetti, da sempre in prima

linea nella compravendita d'immobili di prestigio e indu-striali. Da segnalare l'aspetto tecnologico dell'attività,una delle prime in Italia con a disposizione un sistemad'invio dati bluetooth: i clienti e i passanti in via San Ber-nardino, volendo, possono essere contattati con un mes-saggio contenente le ultime novità immobiliari dell'agen-zia. A concludere il vernissage, un brindisi beneauguran-te per l'inizio di una fortunata avventura imprenditoriale.

GGaabbeettttii AAggeennccyy,, uunn bbrriinnddiissiiffrraa tteeccnnoollooggiiaa ee ccoorrddiiaalliittàà

Chi, dove e perchèArticolo di Luca BilottaFoto di Giorgio Chiesa

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Si è svolta al Ristorante "Il Pianone" la presenta-zione ufficiale della quarta edizione del MemorialMario Bresciani, torneo di basket che ha coinvoltole giovanili di Comark Bluorobica Bergamo, oltreche la prima squadra dell'Intertrasport Treviglio.Un appuntamento sportivo aperto - come vuole latradizione - con una cena di gala, in cui davanti aoltre cento invitati Marilena Bresciani e il maritoGianfranco Testa hanno fatto gli onori di casa. Un

torneo voluto fortemente dalla famiglia per ricor-dare un uomo e un padre, ovvero il Cavalier MarioBresciani, che ha dato tanto alla pallacanestro eallo sport in generale di Bergamo. All'evento eranopresenti amici, sponsor e autorità cittadine peruna serata all'insegna della beneficenza. L'interoincasso della manifestazione, infatti, è stato devo-luto alla ALT, Associazione Lotta alla Trombosi"Gemma di Bergamo".

MMeemmoorriiaall MMaarriioo BBrreesscciiaannii,,uunn ccaanneessttrroo ppeerr llaa lloottttaa aallllaa TTrroommbboossii

Chi, dove e perchèFoto di Laura Pietra

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Un aperitivo ad invito per celebrare la nuova collezione Dior au-tunno-inverno, che per un giorno ha monopolizzato le vetrinedella prestigiosa boutique di Tiziana Fausti sul Sentierone. E' av-venuto giovedì 18 settembre, in un'atmosfera elegante edesclusiva allo stesso tempo, quando l'importante collezione diJohn Galliano, disegnatore dell'ultima linea, è sbarcata a Ber-gamo. L'offerta, che va dagli abiti fino ad arrivare ai sandaligioiello, passando per accattivanti borsette, può appagare lefashion-victim più esigenti, che hanno potuto osservare la col-lezione e sorseggiare un bicchiere di bollicine direttamente del-le terrazze più belle di Bergamo, con vista sul famoso Teatro Do-nizetti, illuminato a luci soffuse. Il mix vincente, a metà strada

fra alta moda e cordialità, sembra far uscire allo scoperto il se-greto dei successi che in questi anni hanno accompagnato Ti-ziana Fausti; gli abiti dal canto loro, rappresentano una donnasofisticata, elegante e che non rinuncia mai alla femminilità. Iltuffo nel passato è evidente, tornano gli anni 50', con linee dol-ci esaltate questa volta dalla non trascuranza per le forme,spesso nascoste dalle grandi firme degli ultimi anni. Una nuovasfida dunque, ma anche consolidate certezze per Tiziana Fausti,che da tempo ha l'esclusiva della maison parigina per la città,per quanto riguarda il settore donna, e che da anni, precisa-mente dal 1979, detiene l'omonima boutique in Piazza Dante, di-venuta una delle più importanti multi-brand a livello nazionale.

DDiioorr ee TTiizziiaannaa FFaauussttii,,bboolllliicciinnee ppeerr llaa nnuuoovvaa ccoolllleezziioonnee

Chi, dove e perchèArticolo di Giorgio Chiesa Foto di Giorgio Chiesa

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In attesa del week end porte aperte dell'11 e 12 ottobre, è arriva-ta a Bergamo, la tappa "Scirocco Lounge Tour " in collaborazionecon Bonaldi Motori. Un appuntamento in stile Happy Hour per lapresentazione della terza generazione di "Scirocco", la coupè dimaggior successo targata Volkswagen che, nata nel 1974, con leoltre 800.000 unità vendute nelle versioni Scirocco I e II, ha tuttele carte in regola per sedurre anche le nuove generazioni. E così,lo scorso venerdì 26 settembre, è statalei la protagonista negli spazi del "BARH", locale di tendenza in città. L'iniziati-va itinerante di Volkswagen Group Italiaha attirato l'attenzione di giovani e me-no giovani, che fra un cocktail e l'altrohanno potuto ammirare in tutta la suabellezza la nuova nata tedesca. Sulle alidel vento, la "sportiva per tutti i giorni"si è presentata al pubblico orobico co-me perfetto mix di sicurezza, sportività,design e tecnologia che elegge il siste-ma di regolazione adattiva dell'assetto(DCC) e il cambio DSG a 7 marce a fioriall'occhiello. Il tutto a prezzi competitivi.La silhouette della nuova Scirocco, mi-scela di tradizione sportiva classica edesign avanguardistico, farà da corniceideale a un aperitivo che strizza l'occhioalla "potenza" del caldo vento africano.Potenza che si declina nelle due solu-zioni del "motore" rigorosamente sovra-limentato in cui la coupè viene presen-tata : TSI (Benzina - 160 CV e 200 CV) eTDI (140 CV Turbo Diesel e CommonRail) Come a confermare: brillante nel-le prestazioni, ma parsimoniosa neiconsumi (da 5,4 a 7,7 litri per 100 km). Arendere il nuovo gioiello di casa Volk-swagen attraente agli occhi degliamanti delle vetture sportive che tutta-via non dimenticano stile e sicurezza, cipensano anche altri fattori come l'am-piezza degli spazi interni, in grado di

ospitare comodamente sino a quattro persone adulte, la capien-za del bagagliaio (capacità sino a 755 litri) e l'equipaggiamento diserie di alto range: cerchi in lega da 17 pollici "Long Beach"; cli-matizzatore automatico "Climatronic"; Computer di bordo MFAPlus; sedile lato guida e lato passeggero regolabili in altezza; vo-lante, impugnatura della leva del freno a mano e pomello della le-va del cambio rivestiti in pelle; sedili sportivi; schienali dei sedili

Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

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posteriori reclinabili separatamente. Eancora: alzacristalli elettrici, ESP, assi-stente di frenata, 6 airbag, servosterzo eassetto sportivo. Se è vero che "anchel'occhio vuole la sua parte", la nuova Sci-rocco non lascia nulla di intentato e pun-ta su dettagli incisivi come il grande tet-to panoramico apribile che si estende dalmontante anteriore a quello centrale e,semplicemente premendo un pulsante, siapre a compasso fino a un'altezza di 39mm. Se poi il sole non darà tregua, ba-sterà utilizzare la tendina avvolgibileparasole, corollario indispensabile di unvetro che lascia passare solo l'8,2% deiraggi ultravioletti, il 2,8% dei raggi infra-rossi (calore) e il 6,9% della luce visibile.Primo modello della Volkswagen che nelfrontale anticipa il nuovo tema stilisticodella Casa tedesca, la nuova Sciroccocorre veloce anche grazie a innovazionidal forte impatto estetico - i proiettori so-no montati in una struttura di supporto ri-finita in colore nero lucido e i gruppi otti-ci sono collegati tra loro da una sottile ca-landra anch'essa in tinta nero lucido - etecnologico. In questa direzione si collocail nuovo sistema di regolazione adattivadell'assetto (DCC) che, oltre a regolare lataratura delle sospensioni in tempo realealle condizioni di marcia e del fondo stra-dale facendo ottenere un chiaro migliora-mento delle caratteristiche dinamiche, ea controllare il servosterzo elettromecca-nico, offre anche tre programmi: "Nor-mal", "Sport" e "Comfort".

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Passata la calda stagione ballando nell' accogliente giardino estivo del-lo Smalto, venerdì 19 settembre scorso è toccato a suo fratello mag-giore, il Capogiro, inaugurare una nuova esperienza invernale che, co-me accade da anni, lo vedrà protagonista. Uno dei locali più fashiondella bergamasca riapre i battenti, e lo fa nel classico stile che lo ha re-so celebre: classe, eleganza, belle ragazze e tanta voglia di sano diver-timento. Quattro elementi che, miscelati insieme, portano ad un cock-tail esplosivo d'immagini, musica e balli scatenati, che potranno con-solidare la sua già ottima fama. Insieme a bellissime cubiste ed esper-ti barman pronti a preparare i classici long drinks delle serate monda-ne, Capogiro decide di proporre per la stagione appena iniziata tre di-

verse serate, tutte estremamente caratterizzate, per poter soddisfareanche i clienti più esigenti. Venerdì dunque si partirà in "First class", ac-compagnati nel viaggio da una clientela adulta e chic; di sabato si pro-verranno nuove esperienze multisensoriali con la serata "Prediction To-kio"; domenica si entrerà in "Casinò" a partire dalle 20.00, con un deli-zioso "dining buffet" e musica jazz live per accompagnare un'atmosfe-ra rilassata ed accogliente. Infine, per quelli che vorranno anticipare laserata prima di spostarsi nella movida notturna, Capogiro ripropone"Secret", ristorante raffinato limitrofo alla discoteca stessa, in cui, oltreagli svariati piatti offerti dal menù, si potranno gustare i più sofisticati"after dinner" tipici degli american cocktail bar.

Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

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