bergamo economia 16

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Gennaio 2009 - anno 3 - numero Economia, attualità, costume e stile NUOVE FRONTIERE Sono già al lavoro le professioni del futuro Le specializzazioni emergenti che sconvolgeranno il 2009 INCHIESTA PROFESSIONI Commercialisti praticanti, niente in Ordine Viaggio in una terra di mezzo senza tutele e retribuzione REPORTAGE Il lusso e l'arte manuale della produzione Quando l'artigianalità è sinonimo d'eccellenza 16 Rivista mensile - Ogni primo venerdì del mese in edicola al prezzo di 4,00 euro. Poste Italiane S.p.A. Sped. in abb. post. 70% DCB Bergamo. In caso di mancato recapito restituire al mittente. Il rombo dei cinquant'anni Gli a.d. Simona Bonaldi e Gianemilio Brusa aprono le porte al 2009, anno d’oro del Gruppo, presentando la new entry Lamborghini Bergamo L'ultima stella della costellazione Bonaldi, affidata a Michele Brusa

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Bergamo Economia 16

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Page 1: Bergamo Economia 16

Gennaio 2009 - anno 3 - numeroEconomia, attualità, costume e stile

NUOVE FRONTIERESono già al lavoro le professioni del futuroLe specializzazioni emergenti che sconvolgeranno il 2009

INCHIESTA PROFESSIONICommercialisti praticanti, niente in OrdineViaggio in una terra di mezzo senza tutele e retribuzione

REPORTAGEIl lusso e l'arte manuale della produzioneQuando l'artigianalità è sinonimo d'eccellenza

16

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Il rombo dei cinquant'anniGli a.d. Simona Bonaldi e Gianemilio Brusa aprono le porte al 2009, anno d’oro del Gruppo, presentando la new entry Lamborghini BergamoL'ultima stella della costellazione Bonaldi, affidata a Michele Brusa

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Non spaventatevi, questa volta non parleremo di crisieconomica. Siamo stanchi di sentire le stesse cose,c'è voglia di cambiare soprattutto con l'avvento del-

l'anno nuovo. In questo numero di Bergamo Economia, non acaso, abbiamo deciso di preparare un carnet della speranza.Non chiudere gli occhi davanti alle difficoltà, ma analizzarle estudiarne i rimedi. Scoprire quale via di fuga abbiamo davan-ti a noi, come osservare il 2009 senza vedere il fosco presa-gio della recessione. E per farlo abbiamo utilizzato un traitd'union inusuale: l'artigianalità. Accezione idealizzata nellasua essenza, professione spesso sottovalutata a causa di unostereotipo abusato e stantio, che vuole gli artigiani chiusi inbotteghe minuscole e polverose, spesso legati a professioniin via d'estinzione. Proprio da qui siamo partiti. Dai suoi valo-ri e segreti, dal suo modo d'intendere il lavoro e il mercato.

Per risorgere dal turbinio negativo dell'ultima tranchedel 2008, dobbiamo in primis sdoganarci dalla classicavisione dell'azienda come luogo d'alienazione e sfrut-

tamento. Considerazione tipica nelle lotte di classe e nellebattaglie sindacali, sempre più frequenti nei periodi di crisi.Siamo e restiamo tutti sulla stessa barca, soprattutto intempi di difficoltà, sia dipendenti sia proprietari d'aziende.Basta ideologie à la page che riducono l'imprenditore ad unanimal economicus, stop alla lotta darwinistica per l'elimi-nazione del più debole nel mercato. Bisogna dimenticare laconsiderazione dell'eccellenza industriale con la quantitàdella produzione e non con la qualità della stessa. Torniamoal vecchio stampo, al gusto e alla gioia della manualità. Nondobbiamo storcere il naso, ridurre la figura dell'artigiano co-me colui che "si sporca le mani".

L'artigianato si smarca, nella teoria e nella prassi, dalleleggi di mercato che hanno caratterizzato gli scenarieconomici di questi anni. La sua forza sta tutta nella

centralità della persona e delle persone, maestranze e titola-ri della ditta. In questo settore sono loro che, con la creativi-tà e l'operosità, generano innovazione e sviluppo. Perché nonsono ridotte a un fattore della produzione, ma sono piuttostouna risorsa nella loro integralità, nella loro capacità creativae generativa. Questa filosofia è la versione più innovativa eriuscita di quel capitalismo familiare che ha fatto grande lanostra economia nel corso dei secoli. Queste peculiarità, chevalgono per ogni settore, sono le uniche fonti in cui il prota-gonista esprime un tratto della sua personalità, nell'assetto

stesso dell'azienda e nel processo produttivo. E' da qui chedobbiamo rinascere, trovare la forza per ricreare la nostraeconomia industriale. Fare un balzo nel passato, riadattando-ne i tratti peculiari per il futuro. Tradizione, manualità e tec-nologia: tre concetti distanti anni luce. Ma mai così uniti efondamentali, come in questo contesto economico.

L'abbiamo dimostrato concretamente in questo nume-ro d'inizio anno. L'artigianalità pura, in tutte le sueforme e sfaccettature, può raggiungere livelli impen-

sabili con tradizione e tecnologia. Può essere il vero motore- è il caso della Lamborghini Automobili - dell'economia, op-pure il cronometro dell'imprenditorialità internazionale, ciriferiamo agli orologi d'alta gamma Parmigiani Fleurier. Illusso è, nei casi più fecondi, artigianalità. Ma la manualitàsi riscontra anche nei nostri confini, con le camicie Sonrisao l'Idraulica Calza, quest'ultima da cinquant'anni sul merca-to locale. Di tutto questo abbiamo voluto parlare nell'edi-zione di gennaio. Iniziare l'anno con un sorriso di speranza,attraverso tanti piccoli ma significativi esempi, di come l'ar-tigiano - e quindi noi tutti - può fronteggiare la crisi. E nonstupitevi se, con lo scorrere delle pagine, questo concettorimbalza fra un titolo e l'altro. Potrebbe sembrare un errore,ma non lo è affatto. E' voluto.

Dobbiamo tornare alla filosofia che fare impresa a li-vello artigianale non vuole dire mancanza di creati-vità e di qualità. L'uomo è artefice delle sue fortu-

ne (o disgrazie). E' stato così per la crisi economica, pro-prio noi abbiamo costruito un castello di carta crollatoinesorabilmente con un soffio di vento. E sarà così pureper la rinascita. A forgiare il detto "homo faber fortunaesuae" sono stati i romani, intesi come popolo di grandiimprenditori ante litteram. Businessman di se stessi in unmondo a-tecnologico. Coloro che hanno fondato le basi del-la nostra civiltà, influenzando il modus operandi dell'interoMediterraneo. E sempre loro - in un modo, o nell'altro - neimomenti di bisogno possono essere l'ancora di salvezza spi-rituale. Proprio dai romani dobbiamo apprendere. Si sono,infatti, adattati nel corso del tempo, anche "copiando" i Gre-ci nelle arti e nella cultura. Da rozzi condottieri, si sono raf-finati e culturalmente elevati. Senza remore hanno ricono-sciuto i loro limiti e hanno, soprattutto, basato il loro excursus sull'umiltà e la manualità. Homo faber fortunaesuae, proprio da qui dobbiamo ripartire.

L’editoriale

L'economia è nelle nostre mani,dalla storia le tracce per ricostruirla

di Luca Bilotta, redattore responsabile

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ORGANIGRAMMA:

Presidente: Paolo AgnelliCuratori del progetto: Cristiano Agnelli e Luigi Berlusconi

Direttore: Paolo Provenzi

REDAZIONE:

Redattore Responsabile: Luca BilottaMail: [email protected]

In redazione: Carlo QuiriMail: [email protected]

Collaboratori: Livio Casanova, Giorgio ChiesaRoberto Amaglio, Massimo Pighizzini e Alice Perico

GRAFICA:

Art director: Francesco LegramantiMail: [email protected]

Impaginazione: Erika Malusardi

Fotografi: Giorgio Chiesa, Laura Pietra, Franco Pasinetti e Andrea Taffi

Website: Stefano Morleo

PUBBLICITA’:

Tel. 035 678812Mail: [email protected]

Responsabile: Antonio MilanesiMail: [email protected]

Concessionaria pubblicità nazionale:A. Manzoni & C. S.p.A., via Nervesa, 21 Milano.

Tel. 02 57494211

Concessionaria pubblicità locale: Speb S.r.l., Via San Giorgio, 6/n - 24122 Bergamo

INFO:

Società Editrice Giornale di Bergamo S.p.a.Via San Giorgio 6/n 24122 Bergamo

Capitale sociale 500.000,00 Euro

Stampatore: Castelli Bolis Poligrafiche S.r.l.24069 Cenate Sotto (Bg) - Via Alessandro Volta, 4

Tel. 035 4258528

Abbonamenti: 035 678838Costo abbonamento40 euro per 11 mesi

IL PRIMO MENSILE ECONOMICO DI BERGAMO

S O M M A

16 Agnelli: "Così muore l'economia reale ma è un suicidio anche per le banche"

Già al lavoro le professioni del futuroLe specializzazioni emergenti del 200920

NUOVE FRONTIERE

Tutti in cassa integrazioneA Bergamo 500 aziende in difficoltà10

LAVORO&CRISI

L’INDAGINE

IN COPERTINABonaldi, il rombo dei cinquant'anni76

www.bergamoeconomia.it

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Gennaio 2009

R I OOGNI PRIMO VENERDI’ DEL MESE IN EDICOLA

INCHIESTA PROFESSIONI

26 Praticanti commercialisti,niente in Ordine

Ezio Maria Reggiani: "Formazione e qualità, così si possono crescerei giovani"

RUBRICHE

104 LA PROVA SU STRADAClubman Cooper S,sportività a vele spiegate

IN ESCLUSIVAGallardo LP 560-4,un Toro di razza

BENEFICENZARenga e "2 Mondi",note celesti al Donizetti

RICORRENZACuore Autotorino, un anno di forti battiti

CHI, DOVE E PERCHE’

120 Eventi, foto e curiosità

L’INTERVISTA

32

L’INIZIATIVA

44REPORTAGE

94 Il sensuale doppio gioco dell'arteViaggio nel binomio arte-impresa

Edilcassa: “Impresa domani”,aggregarsi per il futuro

SPECIALE LUSSO

48 L'arte manuale della produzioneQuando l'artigianalitàè sinonimo d'eccellenza

ECCELLENZE

64 La 48esima edizione del "Riconoscimento del lavoro e del progresso economico”

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La regina del mutuoè finita in affitto

C elebre per i promotori che arri-vavano direttamente a domici-lio, era la via orobica per il mu-

tuo e fatturava 1 miliardo tondo tondo,arrivando poi a perdere 160 milioni nel-l'ultimo esercizio. Systema cresceva alritmo del 100 per cento all'anno, con-quistava clienti, vendeva prodotti intutt'Italia, teneva convention a Monte-carlo e commissionava spot a registidel calibro di Spike Lee. Il sistema erasemplice, quando le cartolarizzazioniandavano a ruba e tra i clienti figuraval'allora floridissima Lehman Brothers.Altri tempi… Adesso, perfino il sito in-ternet è disattivato e l'intera rete deipromotori che faceva capo alla Spa divia Camozzi (ma nell'estate la sede èfinita a Grassobbio) è finita in affittoa una controllata di Palladio Finanzia-ria, la società di private equity Venice.Affitto di ramo d'azienda, si dice, an-che se in questo caso si tratta di per-sone. L'operazione, effettuata attraver-so il veicolo Avalon, consentirà di man-tenere i livelli occupazionali (70 addet-ti, 300 agenti) e l'avviamento di Syste-ma, entrata in difficoltà nella secondametà del 2007, in seguito alla crisi deimercati finanziari e, in particolare, diquello della cartolarizzazione dei mu-

tui. Avalon è stata dotata di mezzi pa-trimoniali per circa 7 milioni, in mododa garantire le risorse per il rilancio ecogliere eventuali opportunità di ag-gregazione con altri player, con l'obiet-tivo di raggiungere la leadership nelproprio settore. Venice annovera, tragli altri, soci quali Assicurazioni Gene-rali, Banco Popolare e Veneto Banca.La società è operativa dal gennaio2007 e può contare su una dotazione dicapitale di oltre 200 milioni, di cui cir-ca 140 già investiti.

Tessile/1 - Dalla Ueuna boccata d'ossigeno

B ruxelles ha erogato 35 milioni dieuro per aiutare seimila lavora-tori italiani del settore tessile

"a trovare un nuovo lavoro" ed è Ber-gamo una delle province che benefice-rà della fetta più consistente. I fondiassegnati alla Lombardia ammontanoinfatti a 12.534.125 di euro, dopo unafuga occupazionale che in quattro anniha cancellato il 23% circa degli occu-pati: 1.816 i licenziamenti nel solo2006-07. E quattromila sono i posti a ri-schio oggi nella sola Val Seriana. AllaSardegna, in particolare alla zona diNuoro, dove si concentra la maggiorparte delle industrie tessili, sono statiassegnati 10.971.000 euro (1.044 esu-

Tessile/2- CacciaDominioni credenella ReggianiMacchine

N ella valle di lacrime del tessileche anche chi non piange. E' ilcaso di Ambrogio Caccia Domi-

nioni, presidente e amministratore dellaReggiani Macchine Spa di Grassobbio,pronto a rilevare la H.T.P. UnitexS.p.A., società con sede a Caronno Per-tusella (Varese), attraverso la controllataJaeggli Meccanotessile. L'aziendaè specializzata nella costruzione di im-pianti per preparazione, finissaggio, no-bilitazione e tintura dei tessuti per i pro-dotti realizzati e commercializzati con imarchi Mezzera, Intes, Viero e Looptex.L'accordo prevede un contratto di affittodella durata triennale, finalizzato entroil 2011 all'acquisizione irrevocabile delramo d'azienda di H.T.P. Unitex secondoun prezzo sarà correlato ai risultati chesaranno realizzati.. La Reggiani Macchi-ne, 110 dipendenti, dichiara un fattu-rato di 26 milioni ed è presente suimercati di 30 Paesi.

Notizie in breve

IN BASSOAmbrogio Caccia Dominioni, amministatoredelagato Reggiani macchine SpA

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beri). Mentre per aiutare il reinseri-mento di 1.537 lavoratori in Piemonte,Bruxelles ha stanziato 7.798.750 euro,che arriveranno soprattutto a Biella eprovincia, il distretto tessile della re-gione. Alla Toscana (1.558 esuberi)spetta invece la fetta meno consisten-te dei finanziamenti: 3.854.200 euro,da distribuire in particolare nella zonadi Prato, dove in quattro anni è dimi-nuito del 25% il numero di occupati edove il 20% delle industrie tessili hachiuso i battenti. La causa della crisidel settore, si legge nella relazionepresentata dalla Commissione, è l'au-mento delle importazioni di prodottitessili da Paesi come India, Cina, Tur-chia e Bangladesh, oltre alla delocaliz-zazione delle industrie verso Stati doveè minore il costo del lavoro.

Anche su Bergamolo spettro Madoff

D opo l'ormai lontano scivolonesulla Parmalat, li aveva schiva-ti tutti. Mine vaganti della fi-

nanza come i mutui subprime o i deri-vati tossici di Lehman Brothers, a UBIavevano fatto soltanto il solletico,tranne situazioni marginali che rappre-

sentavano una goccia nel mare miliar-dario della banca. Adesso lo scandaloMadoff rappresenta il primo grossopasso falso della gestione Auletta, de-stinato a tramutarsi in una grana da ri-solvere per il suo successore VictorMassiah. Se non altro, i prodotti frau-dolenti di Bernard Madoff sono rimastisulla schiena della società, essendo laclientela rimasta pressochè estraneaalla batosta. Ben diverso il caso delBanco Popolare, la capogruppo delCredito Bergamasco, che stima unaperdita massima relativa al proprio pa-trimonio non superiore a 8 milioni dieuro, mentre la perdita massima suifondi distribuiti alla clientela istituzio-nale e private ammonta a circa 60 mi-lioni di euro. Tra le concorrenti, Unicre-dit ha comunicato solamente l'esposi-zione diretta, mentre non intende rive-lare quella indiretta, ovvero le perditesubite dai suoi clienti. Si sa solo che unfondo di Pioneer, Primeo Select Fund,detiene quasi esclusivamente assetgestiti da Madoff e altrettanto fannodue fondi dell'austriaca Bank Medici,di cui Unicredit controlla il 25%. I fon-di in questione, Herald Usa e HeraldLuxemburg, hanno un'esposizionecomplessiva verso Madoff per 1,5 mi-liardi di euro. Sonni decisamente piùtranquilli, in fin dei conti, li possonodormire i clienti di UBI, che ha comuni-cato che le sue due società di gestionedel risparmio, UBI Pramerica e Capital-gest Alternative Investiments, hannosolo esposizioni marginali nella raccol-ta in amministrazione della clientela(0,4 milioni) e nelle gestioni "discretio-nary" di UBI Banca International Sa Lus-semburgo. Il record, almeno per il mo-mento, spetta al gruppo bancario spa-gnolo Santander, che ha annunciato diessere esposto per 2,33 miliardi di euroattraverso il suo hedge found Optimal.

Un edile su dueha lavorato in nero

N ell'edilizia, un addetto su due halavorato almeno una volta in ne-ro. E anche il vecchio fenomeno

del pullmino rimane quanto mai attuale,visto che la stragrande maggioranza degliaddetti impiega tra 1 e 2 ore per recarsi incantiere: ogni mattina, un lavoratore su tre- quasi uno su due per gli stranieri - partedalle Valli per raggiungere la città o Mila-no a bordo del furgone. Ed è sempre diffu-so anche il caporalato, canale diretto di as-sunzione per il 10% degli stranieri che rap-presentano il 40% della manodopera nelsettore. I dati sono frutto dell'inchiesta "Vi-ta da Cantiere", commissionata dalla Cislche ha scandagliato per qualche mese i la-voratori dell'edilizia nelle province di Ber-gamo, Brescia e Milano. Coordinati dalprofessor Serafino Negrelli, i delegati dicantiere della FILCA delle tre provincehanno assistito 671 operai nella compila-zione di questionari con 114 domande l'u-no, il tutto rielaborato da Serafino Negrel-li, sociologo, professore della Bicocca diMilano. Tra le particolarità provinciali, aMilano sono più numerosi gli apprendisti egli operai comuni (2 su 3 nel capoluogo),mentre a Bergamo ci sono più operai qua-lificati (1 su 4) e a Brescia gli specializzati(1 su 3). A Bergamo sono diffusi soprattut-to carpentieri e conduttori di macchine.

A SINISTRABernard Madoff

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Lavoro&CrisiArticolo di Carlo QuiriFoto di Franco Pasinetti

La crisi morde senza precedenti arrivando a toccare quattordicimila lavoratori bergamaschi: oltre 500 le aziende di ogni dimensione che ricorrono agli ammortizzatori sociali,380 sono microimprese

Tutti in cassa integrazione

Quattordicimila, uno più uno meno. La cifra dei lavo-ratori bergamaschi in cassa integrazione ha sfon-dato l'ultimo record, crescendo del 20% circa nel-l'ultimo mese fino a raggiungere aziende che sem-bravano a prova di bomba. L'ultimo grande gruppo

in ordine di tempo è la Same che, per un paio di settimane, fer-merà un migliaio di addetti. Cifre simili per la Brembo che mai,tranne un episodico accenno nei primi anni Ottanta, aveva fat-to ricorso agli ammortizzatori dalla fondazione a oggi. E i lavo-ratori iscritti nelle liste di mobilità sono il 60% in più rispetto il2007: più di un terzo provengono da PMI manifatturiere conmeno di 15 dipendenti. Nel complesso, la crisi sta mordendo550 imprese di ogni ordine e dimensione, 7 nel commercio, 5nella cartotecnica, 11 nella chimica-gomma-plastica, 23 nel le-gno, 27 tessili, 75 metalmeccaniche, oltre a 380 PMI assortiteche hanno avuto accesso alla cassa in deroga; cassa in derogache si è spinta talmente avanti, da esaurire tutti e 21 i milionia disposizione della Provincia, quando ancora mancavano tremesi alla fine dell'anno. In extremis, sfruttando i residui nonutilizzati ma già contabilizzati, ai primi di dicembre sono rien-trati un paio di milioni che hanno consentito di chiudere il 2008

A DESTRASciopero

dei lavoratoriedili

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accontentando anche le ultime microimprese in difficoltà, unasessantina soltanto quelle che hanno firmato il verbale dopol'esaurimento dei fondi. Se ogni mese le richieste fossero tan-te come le attuali, avremmo più di 700 piccole medie aziendeche, ogni anno, ricorrono alla cassa integrazione in deroga.Nell'ultima riunione del Comitato provinciale si è toccato in-fatti il record assoluto di PMI in crisi, ben 61 tra ditte artigianee microimprese industriali, per un totale di 444 addetti di cui334 da collocare in cassa. Seguendo una tradizione purtroppoconsolidata, oltre la metà delle PMI (32 unità produttive) in cri-si arriva dal comparto tessile, mentre le altre 29 sono divise tralavorazione del legno e soprattutto metalmeccaniche. In que-st'ultimo caso, si sta facendo infatti avvertire l'onda lunga delterremoto Promatech (Miro Radici) che ha centinaia di operaiin cigs: ne sta facendo le spese un po' tutto l'indotto, con ri-percussioni su terzisti e subfornitori. Nella sola metalmecca-nica, principale settore industriale bergamasco (con le costru-zioni), si è passati da 5.000 a 6.000 cassintegrati tra ottobre enovembre, più i mille proclamati a dicembre dalla Same, i 320a rotazione della Gildemeister di Brembate Sopra e così via.Ma ci sono crisi e crisi, quelle passeggere - si spera - e quelle

sacrificali, certificate anche dalla mobilità e dagli esuberi. AZogno, la Manifattura di Valle Brembana (416 dipendenti, 241esuberi) ha evitato il patatrac accedendo al quarto anno di con-tratto di solidarietà. Un marchio come quello del Linificio, giàdecano tra i titoli quotati e oggetto di citazioni letterarie (cele-bre lo straforzino sognato da Carlo Emilio Gadda per impiccaregli scocciatori) è aggrappato a sua volta agli ammortizzatori inderoga, e con lui 220 lavoratrici (112 esuberi). La Honegger diAlbino, 453 dipendenti, gioca l'ultima carta con un piano cheeviterà la chiusura passando per 240 esuberi. E l'ex Legler,campione della protoindustria passato attraverso mode, crisi,guerre per due secoli? Dei 450 operai, a Ponte ne sono rimasticirca 350, tutti in cassa straordinaria dopo l'approvazione del-la Prodi Bis; senza considerare il migliaio di addetti in Sarde-gna. Duecentocinquanta esuberi anche dal trasloco della Jabilda Capriate, aspettando il de profundis per gli ultimi 250 (era-no 550) addetti della Donora di Cortenuova, esempio da ma-nuale di una delocalizzazione evitabile. Era previsto un pianoper la reindustrializzazione dell'area, ma il progetto non haavuto ad oggi uno sviluppo significativo. La prospettiva per evi-tare i licenziamenti è la solo la CIGS in deroga.

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n° aziende lavoratori cigs aziende tessili lavoratori tessile altri set. manif. lavoratori manif.di cui

Albino

Bergamo

Clusone

Grumello del Monte

Lovere

Ponte San Pietro

Romano di Lombardia

Trescore Balneario

Treviglio

Zogno

72

51

22

45

6

26

29

15

34

29

420

292

164

189

56

201

220

117

196

149

di cui

di cui

di cui

di cui

di cui

di cui

di cui

di cui

di cui

di cui

62

28

11

29

4

12

26

9

20

11

369

182

104

127

52

121

198

100

152

86

10

23

11

16

2

14

3

6

14

18

51

110

60

62

4

80

22

17

44

63

329 2004 212 1491 117 513Totale

La tabella riguarda gli interventi di CIGS in deroga provinciale nelle aziende artigiane e industriali con meno di 15 dipendenti. Con gli stessi finanziamen-ti è stata concessa la CIGS a 14 aziende del settore tessile-abbigliamento con più di 15 dipendenti (741 lavoratori coinvolti) e la mobilità "in deroga" a 741lavoratori licenziati da piccole aziende.

Cigs in deroga - Accordi territoriali(accordo del 8 giugno '04 ed accordo del 21 marzo '05 come modificato dall'accordo del 10 luglio '06)

Analisi dell'accesso alla cigs in deroga per territorio di competenza dei Cpi provinciali

Ammortizzatori socialibruciati i fondi per le PMIUn rifinanziamento in extremis con i resti contabili ha concesso l'ultima boccata d'ossigeno fino al 31 dicembre

Babbo Natale per la piccola media impresa che, dopo duemesi all'asciutto, ha ritrovato i fondi per la cassa integra-zione in deroga alle aziende sotto i 15 dipendenti. Mecca-nismo contabile complesso, quello che ha ridato speranzaal settore, tarato in estrema sintesi sui risparmi dai prece-

denti decreti di cassa autorizzazione: risparmi che hanno riportato isoldi nelle casse della Regione, quindi della Provincia, l'ente prepostoalla gestione delle piccole crisi. L'approvazione della procedura allaLegler, per esempio, libererà risorse per la PMI. I fondi veri e propri as-segnati alla Provincia, quei 21 milioni impegnati dal 2004 a oggi, so-no invece esauriti davvero ai primi di ottobre. Ciò nonostante, da ot-tobre sono oltre 60 le microimprese che hanno sottoscritto il verbale

in Via Tasso, aggiungendosi alle 329 PMI sostenute in precedenza. Se-gno di una crisi tutt'altro che finita, pronta a risucchiare l'indotto digrandi gruppi in cassa come Brembo, Promatech, Same, Gildemeistere così via. Si tratta di una vera e propria boccata d'ossigeno, destina-ta a esaurirsi senza vedere la luce dell'anno nuovo, ma sufficiente achiudere i buchi al 31 dicembre. Va però segnalato che, con le attualiprocedure, il lavoratore non potrà contare su un'integrazione al red-dito immediata, ovvero in busta paga, ma dovrà aspettare il terminedel periodo di sospensione e la relativa autorizzazione dell'Inps pervedersi liquidate le spettanze. Questa precisazione è doverosa inquanto, trattandosi di aziende artigiane con scarse o nulle risorse fi-nanziarie su cui contare, non sempre sono in grado di sostenere l'an-

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Azienda Comune Lav.coinvolti

Situazione InterinaliDipendenti

Agrati AEE Srl

Andrew Telecomunication

Antera

Arando

Artal Italiana

Bianchi Vending

Biemmepi Sistemi Srl

Bike Machinery

Brembo (Fonderia Ghisa)

Brembo (Lavorazione dischi)

Brembo (Sett. Auto)

Brembo (Sett.Fonderie alluminio)

Carpenteria S. Antonio

Cattaneo Motta

CMP Srl

Comital

Croma Spa

Delta Moulds

Diemme

Donora

Elettromeccanica CDC Srl

Zingonia

Capriate S.G.

Presezzo

Almè

Telgate

Verdellino

Brembate Sopra

Bagnatica

Mapello

Mapello

Curno Mapello

Mapello

Zanica

Caravaggio

Torre de Roveri

Nembro

Ciserano

Presezzo

Cene

Cortenuova

Brignano Gera D'Adda

30

11

13

22

160

7

25

230

50

120

3

180

32

25

11

11

22

118

7

7

120

270

300

150

20

29

14

113

17

3

180

24

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 3.11.08 al 21.12.08

Cassa in deroga fino al 31.12.08

Cassa ordinaria per 8 settimane dal 27.10.08 al 19.12.08

Cassa ordinaria dal 13.10.08 al 6.12.08

Cassa ordinaria per 13 settimane

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 24.11.08 al 20.02.09

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 10.11.08 al 19.12.08

Dal 12.01.09 al 28.02.09

Cassa ordinaria per 5 settimane

Cassa ordinaria per una settimana

Cassa ordinaria dal 24.11.08 al 10.01.09

Cassa ordinaria per 5 settimane

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 12 gennaio 2008

Cassa ordinaria dal 17.11.08 al 28.02.09

(chiusura collettiva ferie 22.12.08 al 3.01.09)

Cassa ordinaria per 6 settimane dal 10.11.08 al 20.12.08

Cassa ordinaria per 13 settimane

Cassa ordinaria per 3 settimane orario ridotto 28 ore dal 1.12.08 al 19.12.08

Cassa ordinaria per 12 settimane dal 10.11.08 al 31.1.09

Cassa in deroga dal1.11.08 al 31.12.08

Cigs fino al 31.12.08

Cassa ordinaria per 5 settimane dal 17.11.08 al 20.12.08. Chiusura collettiva

dal 22.12.08 al 3.01.09. Cassa ord. per 8 settimane dal 5.01.09 al 28.02.09

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ticipo ai dipendenti della cassa in deroga. "La Cisl di Bergamo ritieneinoltre che la gestione degli ammortizzatori sociali in deroga debbasenza ombra di dubbio restare in capo alle parti sociali provinciali -precisa il segretario provinciale Ferdinando Piccinini - soprattutto al-la luce della positiva esperienza maturata in questi anni nella provin-cia di Bergamo, che ha permesso di tutelare un notevole numero dilavoratori dal punto di vista del sostegno al reddito, ma soprattuttoha consentito alle tantissime aziende bergamasche di far fronte a dif-ficoltà più o meno prolungate". Mirco Rota, segretario provincialedella Fiom, non nasconde la gravità della situazione: "I numeri au-mentano di settimana in settimana, delineando un quadro generalemolto grave: non vediamo alcun segnale di inversione di tendenza esiamo molto preoccupati. Sono necessarie risposte serie: alla ridu-zione immediata di una parte consistente salario, rischia di aggiun-gersi a breve la perdita del posto di lavoro. Il Governo deve risponde-re subito all'emergenza. Per le piccole imprese, soprattutto per quel-le artigiane, è necessario un intervento urgente e chiarificatore del-la Provincia di Bergamo per quanto riguarda il rifinanziamento dellacassa in deroga: tante aziende non la stanno più chiedendo proprioperché le risorse a disposizione si erano esaurite. Vengono sceltiquindi altri strumenti che penalizzano ulteriormente i lavoratori, comel'Elba". Stiamo parlando di uno strumento previdenziale straordinario,sperimentato all'inizio per la crisi tessile e poi esteso a tutta la Ber-gamasca, destinato ai lavoratori rimasti esclusi dai normali ammor-tizzatori sociali: artigiani, aziende commerciali con meno di 50 ad-

detti, piccole medie industrie sotto i 15 dipendenti. Finora la cig spe-ciale aveva assistito 1.696 lavoratori, erogando un milione di ore dicassa integrazione. Operativa di fatto dal settembre del 2004, la cas-sa in deroga per le PMI aveva assorbito in provincia poco più di 6,2milioni di euro alla data dell'ultimo aggiornamento trasmesso dal-l'Inps provinciale. A titolo indicativo, la prosecuzione per il 2009 ri-chiederebbe quindi un paio di milioni più abbondanti che scarsi, an-che alla luce della congiuntura economica poco favorevole. Nelcomplesso, i vari decreti ministeriali hanno destinato alle crisi indu-striali orobiche una somma ben maggiore, 21 milioni circa in duetranches, di cui 5 milioni destinati alle politiche attive per il lavoro,altri 4,3 milioni impiegati per la mobilità in deroga (strumento oggidesueto in quanto meno conveniente della normale indennità) e al-trettanti per imprese non proprio piccole, ma che sarebbero rimasteescluse dagli strumenti ordinari, oppure che hanno avuto accesso aifondi in ragione della particolare gravità delle crisi aziendali. Questeultime sono 14, comprendendo una parte dei dipendenti del Linificio,le lavoratrici della Trussardi di Villa d'Almè, quelle della Triumph,dell'ex Legler di Ponte San Pietro e così via. Rimangono i 6,2 milioniper le PMI, calcolando anche 1 milione di euro fuori dal perimetro,in quanto non ancora messo a rendiconto dalla contabilità dell'Inps.Durante gli ultimi quattro anni, hanno fatto ricorso alla cig in deroga284 piccole medie imprese con circa 2.100 addetti, dei quali 1.696effettivamente coinvolti dal provvedimento; da sommare altri 712 la-voratori della Trussardi, del Linificio, eccetera.

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14

Elframo

Erredi di Rottigni Bernardino

Exide

F.lli Bonaiti

First

Fonderie Mazzucconi

Fondermetal

FP Gravity

Galvaniche Duemme

Graf Italia

Indesit

Jabil

Kern

Lorenz Compassi Snc

Luxit

Mavib

MBL

Meccanica Brembana Spa

MV Montaggi

Neolt

Nuova Sitt

OBF Snc

Ocima

Off. Mecc. Gregis Srl

Omec

Omfn

Orobica Ruote

Otim Srl

Panter

Plati Elettroforniture

Promatech

Ready Line

Rinaldi Srl

Rotor Srl

SDC Sidercoil

Siac

Siderbergamo Srl

Simi

Siva

Tenaris Dalmine

TGM

Toora

Trafilerie Mazzoleni

Valbrem

Vemec

Vitre

Von Roll Italia Spa

Zambelli Srl

Bergamo

Cazzano S. Andrea

Romano Lombardia

Palazzago

Ponte Nossa/Vilminore

Ponte S. Pietro

Sotto il Monte

San Paolo D'Argon

Sotto il Monte

Bergamo

Brembate Sp.

Mapello

Bottanucco

Palosco

Presezzo

Lurano

Cene

Brembilla

S. Paolo D'Argon

Ponte San Pietro

Zingonia

Almè

Almè

Nese

Colzate

Presezzo

Chiuduno

Pedrengo

Gandino

Madone

Colzate

Brembate Sopra

Zogno

Verdellino

Mapello

Pontirolo

Mapello

Chignolo D'Isola

Bonate Sotto

Costa Volpino

Suisio

S. Paolo D'Argon

Bergamo

Lenna

Ardesio/Cerete

Solza

Ghisalba

Arcene

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7

4

Cassa ordinaria dal 6.10.08 al 19.12.08

Cassa in deroga dal 10.11.08 al 19.12.08

Cassa ordinaria per una settimana dal 27.10.08 al 1.11.08

Cassa ordinaria per 6 settimane dal 17.11.08 al 27.12.08

Cassa ordinaria per 4 settimane mese di novembre

Cassa ordinaria fino al 31.12.08

Cassa ordinaria per 7 settimane fino al 5.12.08

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 22.09.08 al 21.12.08

Cassa ordinaria per 7 settimane dal 3.11.08 al 20.12.08

Cassa ordinaria per 5 settimane articolate

Cigs fino al luglio 09 e mobilità volontaria

Cassa ordinaria per 8 settimane dal 3.11.08 fino al 31.12.08

Cassa in deroga dal 3.11.08 al 31.12.08

Cassa ordinaria per 13 settimane

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 20.10.08 al 31.01.09

(ferie collettive 22.12.08 al 06.01.09)

Cassa ordinaria fino al 13.12.08

Cassa straordinaria per un anno da 24.11.08

Cassa in Deroga dal 27.10.08 al 31.12.08

Cassa ordinaria per 8 settimane dal 27.10.08 al

Cassa ordinaria dal 15.12.08 al 20.12.08 a zero ore

Cassa in deroga fino al 31.12.08 e dal 1.12.08 al 31.12.08

Cassa ordinaria per 5 settimane dal 17.11.08 al 20.12.08

Cassa ordinaria dal 3.11.08 al 20.12.08

Cassa ordinaria per 8 settimane

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 10.11.08 al 07.02.09

Cassa ordinaria per 6 settimane dal 10.11.08 al 20.12.08

Mobilità per tutti al 30 novembre

Cigs fino al 30.05.09 mobilità

Cigs fino 9.03.09

Cassa ordinaria per 9 settimane dal 10.11.08

Cassa ordinaria dal 01.12.2008 al 31.05.2009

Cassa ordinaria dal 3.11.08 al 17.1.09

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 3.11.08 al 2.02.09

Cassa ordinaria per 8 settimane

Cassa ordinaria per 6 settimane dal 3.11.08 al 31.01.09

Cassa ordinaria per 2 settimane dal 17.11.08 al 28.11.08

Cassa ordinaria per 3 settimane dal 1.12.08 al 20.12.08

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 12.01.09

Cassa ordinaria per 10 settimane dal 13.10.08 al 19.12.08

Cigs fino al 3.2.09 e mobilità volontaria

Cassa ordinaria dal 20.10.2008 al 14.02.09

2 anni di cassa integrazione a rotazione

Cigs per 12 mesi da fine luglio 08

Cassa ordinaria per 8 settimane dal 27.10.08 al 19.12.08

Apertura procedura di mobilità

Cassa ordinaria per 13 settimane dal 13.10.08

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Azienda Comune Lav.coinvolti

Situazione InterinaliDipendenti

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L'indagine

Risultati shock da uno studio di Apindustria, per 6 associati su 10 peggiorano i rapporti creditizi

Agnelli: "Così muore l'economia reale ma è un suicidio anche per le banche"

Piccola ma solida azienda della gomma plastica, 24 dipen-denti, conti in bonis e fatturato in aumento, chiede 200.000euro per investimenti; la banca delibera l'operazione il 30giugno, con uno spread dello 0,8%; il 30 novembre, il tas-so sale all'1,75% e viene chiesta una garanzia di supporto.

Gioiellino della meccanica, 17 addetti, fatturato 2008 più 10 per cen-to, chiede 30.000 euro di fido cassa; una bazzecola; il 20 ottobre c'è

la garanzia del consorzio Confapi per il 50% della somma; l'ok dellabanca arriva il 18 dicembre, l'altro ieri; tre mesi per decidere se anti-cipare una pippata di tabacco a un cliente garantito. Inizia così Pao-lo Agnelli, presidente dell'Apindustria Bergamo e dell'Apilombarda,per spiegare quanto sia grave - gravissima - l'attuale crisi della perla piccola media industria, per gli artigiani, per le microimprese cherappresentano il cuore pulsante del Made in Italy. "Rimarranno le

DA SINISTRAPaolo Agnelli con Edoardo Ranzini

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macerie - afferma - solo alcune tra le aziende riusciranno a superarequesto momento, nè sarà una selezione per così dire virtuosa perchèi primi a rimetterci sono proprio gli imprenditori che hanno investito,per trovarsi oggi con i macchinari fermi e gli ordini a picco, oltre alconto sempre più caro da pagare. La politica del credito somiglia a unharakiri - prosegue il presidente dell'Apindustria - innalzando i tassi,le banche mettono le casse aziendali in crisi e rischiano di mandare agambe per aria fior di imprese, uccidendo una clientela che, con il suolavoro, ha arricchito tutto il sistema creditizio per anni e anni: ferma-re l'economia reale equivale a un suicidio anche per le banche".

Si parla di tassi in crescita: li può quantificare? "Mettiamo una solidissima azienda di 150 addetti, con un fatturatosuperiore a 50 milioni, che chiede un milione di affido: sei mesi fapoteva ottenere lo 0,60%, oggi lo spread minimo è l'1,20%, ma puòarrivare tranquillamente al 2,40%. Questo per il solo spread, oltre altasso di riferimento. Un pool di banche bergamasche, davanti allaCamera di Commercio, prospetta una forbice tra lo 0,80% e il 2,40%,ponendo per la fascia più favorevole condizioni talmente difficili, chenessuno o quasi riuscirà a ottenerle. Per di più, in questi tempi è fa-cilissimo il fenomeno inverso, quello della revoca del fido. C'è l'e-sempio di un nostro associato, un imprenditore chimico con 38 ad-detti e l'azienda in bonis, che ha fatto transitare sul proprio conto500.000 euro per una vendita immobiliare: la sua banca gli ha notifi-cato la revoca del fido che ammontava appunto a mezzo milione, trat-tenendo contestualmente l'intera somma. Non è una bella politica".

Un taglio alle tasse aiuterebbe il settore?"Un taglio? Per l'anno prossimo, io spero di pagare tantissimetasse: vorrebbe dire che ho guadagnato molto. Il problema èche, oggi, pochissime industrie guadagnano e molte perdono,per cui la leva fiscale avrebbe un effetto uguale a zero. Pur-troppo, le ricette anticrisi arrivano dai soliti professori che nonhanno mai messo un piede in fabbrica, oppure da politici chevivono ormai in un mondo scollegato alla realtà".

Già, ricette anticrisi: condivide l'invito di Berlusconi aspendere con ottimismo, riavviando i consumi? "Cosa spendiamo? Cosa può spendere la gente? Ormai si costrui-scono supermercati al posto delle industrie, ma ci sono davvero co-sì tanti consumatori in giro? Il problema è che l'economia reale nonsi può basare solo sul consumismo, ma deve trovare nuove radici piùsolide. L'altro problema è che nemmeno allo Stato si può chiederemolto, perchè ha poco da dare. Teoricamente, il governo Berlusconidovrebbe essere "amico" della Pmi, però ha cercato di cancellare leagevolazioni del 55% sul risparmio energetico, cioè una filiera cheva dai pannelli fotovoltaici alle coibentazioni, passando per i serra-menti e la climatizzazione. Un altro esempio di "governo amico" è neitanto sbandierati sgravi Irap, vera e propria manovra fantasma checoncede due o tremila euro, a fronte di decine di milioni di fatturato:le imprese non vogliono l'elemosina. E quei 2-3mila euro sarebbemeglio darli a qualcun altro. Oppure la detassazione degli straordi-nari: nessuno fa straordinari, parecchi viceversa sono in cassa inte-grazione. O la detassazione dei premi, quando è chiaro che la quotadi aziende che pagheranno il premio si avvicina allo zero". Entriamo

nel dettaglio di queste considerazioni. Per la stragrande maggioran-za dei piccoli imprenditori, sei su dieci con tendenza al rialzo, sul fron-te bancario è in atto un giro di vite al credito senza precedenti, unavera e propria cravatta che si stringe al collo sempre più, rischiandodi soffocare anche i forti. Se uno sparuto 2,3% dichiara un migliora-mento dei rapporti bancari, il grosso (64%) è già alle prese con uninnalzamento dello spread che oscilla tra il doppio e il triplo, nel girodi pochi mesi. Per analizzare gli effetti della crisi dei mercati finan-ziari in atto e le ripercussioni sulle PMI Apindustria Bergamo hasomministrato nelle ultime settimane un questionario alle piccole emedie industrie locali per conoscere il loro stato di salute finanziariae il rapporto con il sistema bancario del territorio. Per analizzare glieffetti della crisi dei mercati finanziari in atto e le ripercussioni sullePMI, Apindustria Bergamo ha inviato nelle ultime settimane un que-stionario alle piccole e medie industrie locali per conoscere il lorostato di salute finanziaria e il rapporto con il sistema bancario del ter-ritorio. Le aziende che hanno risposto al questionario sono state 215.Accanto a queste informazioni sono state effettuate alcune intervi-ste qualitative poi integrate, ai fini di una puntuale analisi, con i da-ti quantitativi raccolti. Per quanto riguarda la distribuzione settorialedelle imprese coinvolte, il 57% lavora nella meccanica, il 14% nellachimica, il 6% nel tessile abbigliamento, il 9% nella grafica-carta, il5% nell'edilizia-lapidei e un 9% in altri settori; il grosso (45%) ha unfatturato tra 1 e 5 milioni, il 23% tra 5 e 10 milioni, il 20% tra 10 e20 milioni e il 2% oltre i 20 milioni; un fatturato su dieci è inferioreal milione di euro. Le aziende intervistate hanno dichiarato in via pre-valente di lavorare con almeno 4 istituti di credito per lo più ubicatinella provincia, con rare eccezioni in cui per questioni di comodità lo-

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Motivi del peggioramento

Rapporto con le banche

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gistica del titolare ci sono sportelli bancari di Milano e Brescia.Le PMI collaborano maggiormente con grandi gruppi bancari(41,3%), BCC (32%) e banche popolari (22,7%). Il numero degliistituti di credito con cui le PMI collaborano cresce in relazione al-l'aumento del fatturato aziendale. Inoltre, più è elevato il fattura-to di un'impresa, maggiore è la probabilità che la collaborazionefinanziaria riguardi un istituto di credito appartenente a un gran-de gruppo. Ma il dato centrale che emerge dalla rilevazione è ilseguente: nelle ultime settimane i rapporti con le banche sonopeggiorati per 126 aziende su 215 (58,6%). Per il 39% del cam-pione il rapporto è restato invariato e per il 2,33% (5 aziende su215) il rapporto con le banche è migliorato rispetto ai mesi pre-cedenti. Tra le cause del peggioramento dei rapporti tra aziendee istituti di credito, oltre il 64% delle imprese (ovvero 81 PMI) col-loca l'aumento dello spread nei tassi di interesse, il 20% la ridu-zione degli affidamenti a breve termine, il 6% l'allungamento deitempi d'istruttoria per la concessione dei fidi a medio termine, in-fine circa il 10% indica l'allungamento dei tempi per quelli a bre-ve termine. E' stato chiesto agli intervistati se temono che gli ef-fetti della crisi possano compromettere lo sviluppo della loroazienda: 109 di loro (il 50,7% degli intervistati) ha affermato ditemere ripercussioni già nel breve periodo; per 80 gli effetti siavranno nel medio periodo; infine 26 imprenditori (12% circa sultotale) sono più ottimisti dei colleghi e hanno risposto "No" alladomanda. Agli imprenditori è stato anche chiesto se ripongonofiducia nel sistema bancario italiano. Poiché l'analisi del clima difiducia delle PMI verso le banche era già stata fatta alla fine diottobre e novembre nell'ambito di una rilevazione regionale ef-fettuata da Apilombarda (180 gli intervistati), è interessante ana-lizzare il crollo della fiducia delle PMI verso le banche. I numeridegli imprenditori intervistati nell'indagine regionale (180 PMI) e

quelli che hanno risposto nelle scorse due settimane (215 PMI)sono così vicini in valore assoluto da permettere un'analisi ditrend delle risposte. Gli imprenditori che hanno risposto Sì alladomanda "avete fiducia nel sistema bancario italiano" passanodal 64,38% di fine ottobre, al 56,16% di fine novembre al 47,95%dei giorni scorsi. Per completare l'analisi delle informazioni rac-colte, va segnalato che agli imprenditori sono state poste 2 ulti-me domande sull'introduzione della normativa di Basilea 2 e ilcalcolo del rating delle imprese da parte delle banche. E' interes-sante rilevare che per 156 imprenditori (il 72,56% del totale) Ba-silea 2 rappresenta un'ulteriore difficoltà di accesso al credito perle PMI; infine 155 imprenditori sul totale dei 215 (72% circa) han-no dichiarato di non avere mai ricevuto da parte degli istituti dicredito con cui operano comunicazione del rating attribuito allaloro azienda. Queste ultime due informazioni sono strettamenteconnesse alle recenti normative che regolano il rapporto banche-imprese. Emerge dalle risposte che una vasta maggioranza dellePMI nutre molte preoccupazioni sugli effetti dell'applicazione diquanto previsto da Basilea 2. Una normativa che contiene, trale novità, l'applicazione del tasso inerente il costo del denaroprestato sulla base del rating delle PMI clienti. Ma il rating, ov-vero il voto assegnato dalle banche sull'affidabilità delle im-prese clienti, è un giudizio ancora troppo spesso nascosto allaclientela (per il 72% delle PMI intervistate). Su questi e altri te-mi strettamente connessi al rapporto banche-imprese, le asso-ciazioni di categoria sono da tempo impegnate con progetti einiziative specifiche, a volte finanziate dalla Camera di Com-mercio. "Contribuire al miglioramento della trasparenza del rap-porto banche-imprese è un dovere - conclude Edoardo Ranzini,direttore dell'Apindustria Bergamo - reso ancor più necessarioin questi periodi di grave crisi finanziaria".

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Nuove frontiereArticolo di Livio Casanova

Industria, energia, moda, comparto alimentare, internet, finanza e no-profit: ecco i settori coinvolti in questa rivoluzione che cambierà il modo di lavorare

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Dal project developer dell'energiaal bioingegnere, dal fee only planner all' esperto di business intelligence Conosciamo le 24 specializzazioni emergenti, che sconvolgeranno il mercato nel 2009

Sono già al lavorole professioni del futuro

Senza scomodare troppo gli astri, senza gettare i dadi sul ta-volo o scervellarci sulle quartine di Nostradamus, ogni ini-zio d'anno è anche tempo di previsioni. Mentre il passato èancora troppo presente per essere remoto, cerchiamo di fa-re qualche previsione sulle professioni su cui scommettere

nel futuro prossimo. Con buona pace degli anglofobi, le professionisono declinate tutte all'inglese: energy account, brand protectionmanager, game designer. E si può continuare con fee only planner oproject developer. Queste saranno sicuramente alcune tra le attivitàche, per i prossimi mesi, nel nostro Paese terranno banco. Alcune pro-fessioni sono già molto richieste: bioingegneri, nutriceutici, attuari omediatori creditizi, ma ci saranno alcuni settori che nel 2009 cono-sceranno significativi trend di crescita. La prima professione su cuiscommettere rimane sempre l'imprenditorialità. Non si tratta, sempli-cemente di iniziare un'attività (sempre che si possa ritenere sempliceaprire un'azienda) o di avventurarsi in una carriera, ma è soprattuttola capacità di rischiare e scommettere su se stessi, professionalmen-te parlando. E' quel sottile talento nell'arte di negoziare, di comuni-care, di organizzare o di rapportarsi con gli altri. Prendiamo confiden-za con le nuove figure professionali ai quali, nel corso dell'anno, as-soceremo dei volti. Uno dei settori più caldi è, senza dubbio, quello le-gato all'energia perché offre interessanti opportunità lavorative.

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CONTRATTISTA - Nel campo delle energie rinnovabili, so-prattutto nel fotovoltaico, lavora per conto dei nuovi produt-tori che stanno entrando nel mercato e di questi cura gliaspetti legali, contrattuali e finanziari nei rapporti con le ban-che per ottenere finanziamenti, ma anche gli accordi con iclienti ai quali vendere l' energia prodotta. È una figura che sista formando sul campo, non esistono corsi universitari dedicati.

ENERGY ACCOUNT - Vende energia elettrica e gas natu-rale ad aziende grandi o piccole. Deve dialogare con glienergy manager delle imprese, con le catene della grandedistribuzione o gli imprenditori delle PMI. Per questi clienticostruisce e propone le soluzioni più vantaggiose. Figuramolto richiesta, guadagna da 40 a 150 mila euro lordi all'anno con una parte variabile tra il 10 e 20% del fisso.

ESPERTO D'IMPATTO AMBIENTALE - Ingegnere o geologo,lavora nelle società di consulenza che hanno commesse dai co-lossi dell' impiantistica. Studia le conseguenze sul terreno di gran-di infrastrutture (ad esempio centrali elettriche o raffinerie) nuoveo ammodernate. Viaggia molto e in tutto il mondo. Stipendio d' in-gresso (lordo annuo): parte da 27 mila euro per arrivare, nel girodi pochi anni, a 45 mila euro.

PROJECT DEVELOPER - Gestisce progetti e studi di fatti-bilità per le società che producono energia da fonti rinnova-bili. È un ingegnere che, dopo aver frequentato qualche ma-ster, si è specializzato. Professionalità piuttosto rara sulmercato del lavoro: porta a casa una busta paga di 50 milaeuro più i relativi bonus sugli obiettivi.

Nonostante la crisi del tessile, c'è una figura professionaleche va di moda. Eccola nel dettaglio.

BRAND PROTECTION MANAGER - Figura dell' area legale

competente in temi quali diritto di proprietà, tutela di marchi,lotta alla contraffazione internazionale. Deve anche avere ilfiuto dell' investigatore. Non è un mestiere che si fa da dietrola scrivania. Dai tribunali alle dogane, infatti ci si muove mol-to per proteggere i prodotti griffati delle maison contro i falsi.Requisiti: laurea in giurisprudenza e ottima conoscenza dellelingue. La retribuzione va da 80 a 90 mila euro lordi annui.

L'industria è quel settore che produce maggiori figure pro-fessionali.

BIOINGEGNERE - Ingegnere con competenze di chimica ebiologia, opera soprattutto nelle società che produconostrumentazioni sanitarie e attrezzature diagnostiche per sa-le operatorie. Ma lavora anche nelle aziende che progetta-no e realizzano apparecchi per il benessere.

BUSINESS INTELLIGENCE MANAGER - Utilizza complessisoftware gestionali per elaborare analisi di mercato e scenarifuturi di rischio Paese, a servizio delle scelte che toccano agliexecutive. In azienda si colloca nell'area del marketing strategi-co, deve avere competenze di economia e statistica. Figura dimiddle management, ha una retribuzione tra 50 e 70 mila euro.

GLOBAL SUPPLY CHAIN MANAGER - È il supply chainmanager che lavora in un' ottica di economia globale. Infat-ti, deve seguire il processo produttivo che può partire da Tai-wan, dove si acquista la materia prima, per passare in Ro-mania dove si produce, e arrivare fino all' Italia dove si vende.

PRODUCT INNOVATION MANAGER - Si occupa di sti-molare e governare l'introduzione di nuovi prodotti nell'a-zienda. Spesso nasce con competenze tecniche (ricercatore,progettista) poi assume sempre più una connotazione ma-nageriale per delegare la parte tecnica ad altri.

Nutriceutico

Studia nuovi prodotti all'insegna della salute. Fa un lavoro di ricerca scien-tifica e tecnologica, tiene un dialogo costante con il consumatore finale

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VALUE OFFICER SAP - Evoluzione del classico esperto Sap(software gestionale), unisce all'anima tecnologica le conoscenzedei processi aziendali più evoluti. Si tratta di solito di un ingegne-re (o di un laureato in economia) che ha una conoscenza di tutti iprocessi tecnologici dentro l'azienda. Una figura junior guadagnada 30 a 40 mila euro, una più esperta anche 180 mila euro.

Anche nel comparto alimentare ci sono impieghi che sistanno ritagliando uno spazio importante.

NUTRICEUTICO - Nelle aziende alimentari studia nuovi prodottiall'insegna della salute. Fa un lavoro di ricerca scientifica e tecno-logica, tiene un dialogo costante con il consumatore finale. Uniscele competenze del nutrizionista a quelle del farmacista, ma deveavere conoscenze tecniche, dietetiche e di microbiologia.

Lo scorrere di questo fruttifero elenco passa anche da inter-net, dove i venditori bussano ai portali on line.

BUYER ON LINE - Vende on line, ma si rifornisce off line. La nuovastrada del venditore che deve conoscere bene i prodotti da trattare: do-ve reperirli, come costruire un catalogo e fissare i prezzi, come lancia-re le offerte. E in che modo operare con poco magazzino. Ma non c' èsolo la vendita: occorre essere esperti di logistica, per organizzare unarete efficiente di distribuzione e consegna dei prodotti venduti.

GAME DESIGNER - È il regista dei giochi: non deve sol-tanto avere idee innovative, ma conoscere la meccanica e leregole che governano le partite. Il game designer, infatti, co-ordina il lavoro di altri professionisti della grafica come l'animatore e il modellatore. Non ci sono corsi all' università,ma solo qualche lezione tenuta allo Iulm di Milano. Chi haesperienza guadagna da 30 a 40 mila euro annui.

PROGRAMMISTA DI ASSISTENTI AVATAR - Si tratta di unknowledge engineer che progetta personaggi virtuali capaci di ri-spondere alle domande (le più semplici, per ora) che i clienti ri-volgono ai siti internet delle aziende. A differenza degli Usa, in Ita-lia non c' è alcun percorso accademico per entrare nel settore. Sirivelano però utili studi di semiotica e semantica. Professione benpagata: chi realizza i progetti e li gestisce, in genere da consulen-te, parte da una retribuzione attorno ai 100 mila euro l' anno.

Sono molto solide anche le figure legate ai liquidi.

ATTUARIO - Ha sempre avuto un ruolo di back office, maoggi è spesso coinvolto nello sviluppo di prodotti e nel mo-nitoraggio del processo commerciale. A livello base puòguadagnare da 35 a 45 mila euro con un bonus fino al 10%.Il responsabile del servizio ha una busta paga che va dai 50ai 100 mila euro con bonus fino al 20%.

Programmista di assistenti avatar

Si tratta di un knowledge engineer che progetta personaggivirtuali capaci di rispondere alle domande (le più semplici,per ora) che i clienti rivolgono ai siti internet delle aziende

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CONSULENTE INTERNO ALLE BANCHE - La sua missione èmigliorare l'efficienza e l'organizzazione della struttura. E svilup-pare piani strategici per prodotti, servizi, concorrenza, posiziona-mento, segmentazione del mercato e della clientela, nuovi busi-ness model. Arriva dalla consulenza e ha una retribuzione più ele-vata di altri: da 120 a 150 mila euro, oltre a un bonus del 30%.

ESPERTO DI COST EFFICIENCY - Deve massimizzare il risul-tato economico, agendo su una più attenta gestione dei costi. In-fatti l'aumento di quelli non finanziari (attività di servizio), rispettoa quelli finanziari e i processi d'aggregazione delle banche, han-no determinato l' esigenza di governare costi e redditività per li-nea di business, prodotto, segmento di clientela, unità operativa.Questo professionista lavora non per ridurre i costi, ma per mi-gliorare la loro performance: cost efficiency, dunque, e non costcutting. La busta paga si aggira tra 80 e 120 mila euro.

FEE ONLY PLANNER - Figura professionale nuova di consulen-te finanziario indipendente, nata dopo l' introduzione della Mifid,la direttiva europea sui servizi d'investimento. A differenza di altrisoggetti che operano nel settore, il planner non percepisce prov-vigioni da banche, sim o società di gestione per la vendita dei lo-ro prodotti. Viene invece remunerato solo a parcella (fee only, ap-punto) dal cliente per il servizio di consulenza prestato.

GESTORE - Esperto di asset allocation con competenze di eco-nomia, finanza e normativa fiscale. Ha il compito di far rendere lamassa di soldi che gli viene affidata, o ridurre al minimo le perdi-te. Dal punto di vista delle retribuzioni, chi ha una seniority mediaporta a casa tra 70 e 90 mila euro più bonus (da 30/50% fino al100%, quando è strettamente legato alla performance). I piùesperti guadagnano da 100 a 130 mila euro ai quali si aggiunge ilbonus. Solitamente i senior coordinano anche un team.

INSTITUTIONAL SALES DIRECTOR - Lavora in un fondo al-ternativo (hedge) e vende prodotti finanziari sofisticati alla clien-tela istituzionale (fondi pensione, casse previdenziali, banche, ge-stori patrimoniali). Bagaglio professionale: un'esperienza di alme-no quattro o cinque anni anche in settori diversi (equity o fixed in-come), buona conoscenza della clientela in un determinato mer-

cato. Ha un'età compresa tra 35 e 45 anni e può portare a casauna retribuzione da 100 mila a 1 milione di euro (in commissioni).

MEDIATORE CREDITIZIO - Ruolo sempre più importante nelrapporto tra banche o altri intermediari finanziari e i clienti finali.Perché, pur lavorando fuori dagli uffici, il mediatore è una sorta direte vendita e gestisce una massa imponente di transazioni lega-te alla commercializzazione di prodotti finanziari, dalla cessionedel quinto dello stipendio o della pensione fino alle attività dileasing. Pochi i requisiti richiesti (diploma di scuola superiore emancanza di carichi pendenti sul certificato penale) anche se mol-ti chiedono da tempo maggiori controlli.

PRIVATE BANKER - Retribuzione solitamente più alta nellebanche estere, che non prevedono patti di non concorrenza o distabilità. Le banche italiane, invece, li prevedono e li monetizzanocon bonus di 10/15 mila euro l'anno (mentre la penale in caso diviolazione del patto è pari a un'annualità di stipendio). Il totale, co-munque, non arriva allo stesso livello dei colleghi che lavoranoper banche internazionali. Chi ha una seniority media nelle realtàitaliane guadagna tra 60 e 70 mila euro (80/90 mila in quelle este-re), mentre chi ha una seniority alta porta a casa 80 o 100 mila eu-ro (100/140 mila euro nelle banche estere).

Alcune professioni trovano il loro statuto nel No-profit.

FUND KAISER - È colui che raccoglie fondi per le organizzazionino-profit. Viene dalla comunicazione o dal marketing, oppure di-rettamente dalle università, nelle quali ormai abbondano corsi emaster in questa disciplina. Guadagna 40 - 45 mila euro con cin-que anni di esperienza, da 80 a 120 se è un dirigente con più didieci anni di lavoro nel settore.

PROGRAM OFFICER - Nelle organizzazioni no-profit che fi-nanziano la ricerca scientifica, è un ricercatore con sette ootto anni di laboratorio alle spalle che valuta i progetti dasostenere economicamente. Deve però anche interloquirecon i valutatori esterni dello stesso progetto. Infatti, da luidipende la qualità della spesa sostenuta dall'associazione.Lo stipendio va da 30 a 60 mila euro.

Global supply chain manager

Deve seguire il processo produttivo che può partire da Taiwan, dove si acquista la materiaprima, per passare in Romania dove si produce e arrivare fino all' Italia dove si vende

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Inchiesta professioni Articolo di Livio Casanova

Praticanti commercialisti,niente in OrdinePer staccare dalle pareti di casa il titolo accademico in scienzeeconomiche e appendere quello di dottore commercialista, le nuove generazioni devono compiere un viaggio triennale in una terra di mezzo senza tutele e retribuzione

Di una cosa possiamo essere certi, ValentinoRossi sulla carena della sua Yamaha, d'ora inpoi, dovrà "limitarsi" a scrivere "The doctor"perché, nella riforma delle professioni intellet-tuali, l'uso dei titoli è volto a salvaguardare il

bagaglio delle competenze acquisite e il suo necessariopercorso formativo. Più garanzie, quindi, contro chi im-propriamente utilizza il titolo di "dottore commerciali-sta", di "ragioniere commercialista" ed "espertocontabile" e una diversa articolazione dell'iter formati-vo tra laurea specialistica e laurea triennale. Queste so-no le principali novità introdotte dal decreto legislativon. 139, del 28 giugno 2005, che ha previsto la costituzio-ne di un Albo unico. Il 1° gennaio 2008 ha segnato uffi-cialmente la nascita dell'Albo Unico dei Dottori Commer-cialisti e degli Esperti contabili e con esso sono stati ag-giornati i requisiti accademici necessari per consentirel'accesso all'abilitazione nelle due sezioni. L'articolo 3del stesso decreto ha vietato l'uso dei titoli professiona-li di "esperto contabile", "dottore commercialista", "ra-gioniere commercialista", nonché del termine abbrevia-to "commercialista" da parte di chi non ne abbia diritto.

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In questo servizio vi racconteremo l'iter burocratico, formativo e temporale che i giovani laureati devono compiere per intraprendere la carriera professionale

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PRATICANTATO - E fin qui il discorso non fa una piega, ma ilnodo da sciogliere è legato al periodo di tempo necessario perstaccare dalle pareti di casa il titolo accademico di dottore inscienze economiche per far posto a quello di dottore commer-cialista. Si tratta dell'iter formativo, conosciuto come pratican-tato, quella terra di mezzo che i giovani devono attraversare sevogliono intraprendere la carriera professionale. La legge attua-le stabilisce che il praticantato debba avere una durata di tre an-

ni e sia svolto con un minimo di 20 ore settimanali. Per sua na-tura non prevede alcuna forma di retribuzione. Quindi è gratui-to, salvo che il commercialista riconosca al praticante un com-penso a sua discrezione in base al lavoro svolto nello studio. Dauna parte il dottore commercialista ha l'obbligo morale di favo-rire il praticantato, mentre dall'altro il tirocinante deve svolgerele sue mansioni in modo continuo, con diligenza e riservatezza.La Cassazione è stata chiara "il rapporto d'insegnamento, il qua-

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le dà luogo alla figura giuridica dell'allievo o del praticante, co-mune a molte professioni per l'esercizio delle quali è necessa-rio, ai fini dell'iscrizione all'Albo, il compimento del prescrittoperiodo di praticantato, si distingue dal comune rapporto di la-voro e dalle altre figure speciali di tirocinio o apprendistatoperché l'oggetto del contratto è la sola prestazione del maes-tro" (N. 276/03). Non si contano e non si misurano le parolespese per approntare un disegno di legge per ridurre i tempiagli aspiranti commercialisti, qualcuno ha ventilato anche l'i-potesi di un giusto compenso per l'attività svolta all'interno del-lo studio dove ha luogo il tirocinio. In parole povere, è nella pie-na discrezionalità del commercialista decidere se il praticanteha svolto attività di rilievo o attività tali da non giustificare nes-sun compenso. Tutto questo per dar corso al tirocinio, che uffi-cialmente è volto a promuovere l'apprendimento di nozioni tec-niche ed esperienze pratiche mirate ad un pieno e consapevo-le svolgimento dell'attività.

IL PRATICANTE - Come abbiamo detto sopra, il tirocinio pro-fessionale deve essere svolto con assiduità, diligenza e riser-vatezza. Per assiduità s'intende la frequenza continua nello stu-dio. La condizione si considera rispettata se il tirocinante assi-cura una presenza presso lo studio di almeno 20 ore durante ilnormale orario di lavoro dello studio, nel rispetto delle conve-zioni universitarie. La diligenza prevede un'attenta e scrupolo-sa cura all'attività di praticantato, mentre la riservatezza racco-manda un comportamento discreto e corretto mantenendo as-soluto riserbo su notizie e informazioni acquisite durante l'atti-vità di praticantato. Il tirocinio deve essere svolto pressoun Dottore Commercialista iscritto all'Albo e, material-mente, comporta la collaborazione allo svolgimento delleattività proprie della professione. Il praticante si esercitasulle aree fondamentali della professione, seguendo lecorrette indicazioni professionali e gli insegnamenti rice-vuti anche di natura deontologica dal Dominus. Il tiroci-nante deve al Dottore Commercialista il rispetto che èproprio del discente verso l'insegnante e non deve maiassumere, anche dopo la fine del tirocinio, atteggia-menti o iniziative che possano ledere lo Studio presso ilquale ha svolto il praticantato.

IL DOTTORE COMMERCIALISTA - I Dottori Commer-cialisti che vogliono favorire l'accesso dei tirocinanti allaprofessione aprendo le porte del proprio studio, è neces-sario che siano iscritti all'Ordine almeno da 5 anni, aven-do assolto l'obbligo della formazione professionale conti-nua. Il Dominus deve istruire e preparare i tirocinanti all'e-sercizio della professione anche sotto il profilo dell'osser-vanza dei principi e delle norme deontologiche, facilitan-done l'apprendimento e la formazione professionale. Inol-tre deve consentire la partecipazione allo svolgimento del-l'attività professionale - tenuto conto delle sue capacità,della sua preparazione e della delicatezza della materia

trattata - e la partecipazione anche come uditore negli incontricon i clienti. Il Dominus deve agevolare il praticante nello svol-gere un'attività formativa la più ampia e completa possibile,prevedendo la rotazione fra le varie aree di attività dello studioappena il praticante raggiunge una preparazione sufficiente inciascuna di esse. Deve fornire nozioni, consigli e direttive al ti-rocinante in modo tale che questi svolga una propria attivitàquale mezzo per essere posto in grado di esercitare la profes-sione sotto l'aspetto tecnico e deontologico.

TERRA DI MEZZO - Dopo aver presentato la forma, veniamoalla sostanza. Due sono i nodi da sciogliere, uno legato ai com-pensi e l'altro alle mansioni dei praticanti. Se questo è l'iterprevisto dalla legge, le persone avvezze alle cose del mondo,da tempo, hanno ribattezzato questo rapporto come "gavetta"istituzionalizzata terminata la quale è possibile accedere all'e-same di Stato per esercitare la professione. Senza esseretroppo maliziosi verrebbe da pensare che le norme cheregolano il tirocinio abbiano un fine squisitamente pro-pedeutico, perché il primo principio che un'aspirantecommercialista impara, in questo caso, proprio "a suespese" è che dove non c'è retribuzione non esiste con-tribuzione. La forma è popolare, ma al contempo estre-mamente chiara: nelle attività dove non è previsto uncompenso per le prestazioni svolte non esiste nessunaforma "obbligatoria" di contribuzione e, di conseguenza,nessuna copertura previdenziale. Abbiamo accennato alcaso, non possiamo nasconderlo, che molti dottori commercia-

Durata - La durata del praticantato è di tre anni, senza interruzione sal-

vo per un tempo massimo di sei mesi per infortunio, malattia o gravidanza

Venti ore - Il praticantato prevede almeno venti ore settimanali con un

massimo di quaranta e in ogni caso almeno quattro al giorno

I controlli - Il controllo è fatto con colloqui a cadenza annuale e relazio-

ni a cadenza semestrale controllate e sottoscritte da tirocinante, professioni-

sta e Consiglio Ordine dottori commercialisti che ha il compito di controllare

Le richieste - Le richieste di tirocinio avvengono attraverso contatti

personali del tirocinante

Gli spostamenti - Nel caso in cui un tirocinante si trovasse male in un

uno studio, bisogna rivolgersi all'Ordine dei Commercialisti, esporre le proble-

matiche e il Consiglio provvederà a trovare un nuovo studio professionale

presso cui svolgere il praticantato. Comunque i mesi già svolti non vengono

perduti, l'importante è che il cambio avvenga nel tempo massimo di sei mesi

Le parole chiave

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listi riconoscano ai giovani qualche forma di compenso, perché,pur essendo il praticantato per sua natura costituzionalmentegratuito, il professionista può corrispondere una somma a rico-noscimento dell'impegno profuso proporzionato all'apporto dicollaborazione ricevuto. Ma il consiglio nazionale dei dottoricommercialisti tiene a precisare che al tirocinante non si appli-cano le norme sul contratto di lavoro per i dipendenti di studiprofessionali. Quindi colui che è tenuto a conoscere tuttii vincoli che regolano i rapporti di lavoro è, praticamen-te, senza vincoli. Non rientrano in alcun contratto di lavoro ti-tolato, non sono Co.co.co., non sono lavoratori a progetto, nonhanno un rapporto di lavoro subordinato e nemmeno autono-mo. Di conseguenza non hanno obblighi dichiarativi e onericontributivi. Ad essere contratto, quindi, può essere solo il vol-to dei praticanti. Non si può trascurare il fatto che se il tiroci-nante svolge lavori al di fuori dell'apprendimento della profes-sione ha diritto ad un risarcimento. L'eventuale sussidio eroga-to, anche se valido ai fini di un rimborso spese forfetario, siconfigura come reddito assimilato a lavoro dipendente e sog-getto alla disciplina Irpef prevista dal Tuir e conseguenti adem-pimenti tipici del sostituto d'imposta.

DOPPIO RAPPORTO - Il discorso cambia se il praticante, ipo-teticamente, accanto al percorso di tirocinio, presti anche altreattività di lavoro non rientranti nel rapporto di praticantato, perle quali diventa obbligatorio un loro inquadramento contrattua-le. Nessuna norma esclude questa possibilità; pertanto, è ipo-tizzabile che uno studio professionale, con lo stesso tirocinan-te, abbia due rapporti: il primo di puro praticantato e l'altro ditipo subordinato, parasubordinato o autonomo. In questi casi,allora, andranno applicate due differenti discipline per ciò checoncerne gli aspetti fiscali, previdenziali e assicurativi. La pri-ma sarà quella relativa al praticantato con applicazione di tut-te le considerazioni finora svolte. La seconda disciplina, invece,sarà dettata dalla natura precisa del secondo rapporto dilavoro. In questo secondo caso, è inevitabile il ricorso ditutte le condizioni per la contribuzione all'Inps (ordinaria seil rapporto è di tipo subordinato; alla gestione separata seil rapporto è una Co.co.co.; sempre alla gestione separatase la prestazione è di lavoro autonomo occasionale e direddito superiore a 5 mila euro). Dal punto di vista fiscale,parimenti, la tipologia del rapporto determinerà anche ladisciplina Irpef: ritenuta d'acconto per le prestazioni auto-nome; disciplina del lavoro dipendente per le prestazionidi tipo subordinato o di Co.co.co. Altre forme di pagamen-to possono essere racchiuse nella formula "Black andWhite". Sbrigata la questione squisitamente "venale" ri-mane l'altro nodo da sciogliere legato alle mansioni. Nonè un caso isolato che i tirocinanti finiscano per fare i se-gretari, ma l'uso promiscuo delle funzioni durante i treanni di praticantato è opportuno quando è funzionale. So-lo se il giovane acquisisce dimestichezza con le pratiched'ufficio, anche quelle più ordinarie, le finalità sono state

raggiunte, perché la mente si abituerà, fin da subito a "ra-gionare" in modo concreto e pragmatico. Questo sforzo nondeve essere svilito a una mera mano d'opera. I praticanti vi-vono nel limbo di persone che si muovono secondo il pesodelle proprie aspettative, ma devono aspettare che il tempofaccia il suo corso. Indubbiamente le attese dei giovani lau-reati per svolgere un'attività sono lunghe ma il pezzo di car-ta di per sé non basta a svolgere una professione. La primaregola - e anche quella più importante - è fare un pezzo distrada vicino a qualcuno in grado di trasmettere passione eprofessionalità. Anche se da molti è squalificato, il lavoroimpiegatizio offre, più di tutto e prima di tutto, la visione ge-nerale di ciò che accade in ufficio. Detto questo, però, nonbisogna squalificare il proprio tirocinio con un lavoro impie-gatizio fine a se stesso. A questo punto è bene chiarire ul-teriormente qual è il rapporto che le lega il professionista alpraticante. Un rapporto di mera formazione: infatti, mentreil "Dominus" si assume l'obbligo di impartire l'insegnamen-to e la formazione, il tirocinante ha interesse ad acquisireuna preparazione utile per sostenere l'esame di Stato perl'accesso alla professione. In sostanza è suo interesse im-parare la professione. La discrezionalità del professionistanon deve essere in tutti i casi una maschera a forme di abu-so lavorativo, per ovviare a questo spiacevole "equivoco"puntualmente, tornano all'ordine del giorno incontri in sedegovernativa tutte volte a diminuire gli anni di praticantato,soluzione che, però, non affronta il problema alla radice.L'ordine ha espresso parere contrario perché ritiene chetra anni siano troppo pochi per apprendere una professio-ne, inoltre tra il ministero dell'Istruzione e l'Università èallo studio un ipotesi per cui è possibile svolgere in con-comitanza con l'ultimo biennio di studi il tirocinio. Rimaneancora aperto un dubbio amletico: questo zelo è volto atutelare una professione o a salvaguardare "una casta"?

Disciplina fiscale - L'eventuale sussidio percepito dal praticante, an-

che a titolo di rimborso spese forfetario, configura reddito assimilato al lavoro

dipendente

Disciplina contributiva - Il praticantato è escluso dalla tutela con-

tributiva. La normativa attuale, infatti, non contempla ipotesi di assoggetta-

mento a tutela previdenziale dei soggetti titolari di un rapporto di praticantato

Disciplina assicurativa - Il praticantato è escluso dalla tutela assi-

curativa. La normativa attuale, infatti, non contempla ipotesi di assoggettamen-

to a tutela dal rischio di infortunio sul lavoro o malattia professionale dei sog-

getti titolari di un rapporto di praticantato

Normativa

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Inchiesta professioni - L'intervistaArticolo di Giorgio Chiesa

" Da una parte non c'è la tutela dei giovani laureati,

che sono altamente qualificati a livello teorico

Dall'altra manca l'aggiornamento del personale già operante, che invece è perfettamente

specializzato a livello pratico"

Ezio Maria Reggiani - ex presidente dell’Associazione Nazionale Ragionieri Commercialisti e Libere Professioni Economiche

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"Formazione e qualità, così si possono crescere

i giovani"

Ezio Maria Reggiani, ex presidente dell'Associazione Nazionale Ragionieri Commercialisti

e Libere Professioni Economiche: "Bisogna garantire uno stipendio minimo

e le condizioni di base per l'apprendimento, affinché un giovane possa affrontare

la sua prima esperienza sul campo, in modo sereno e motivato"

Il mondo delle libere professioni è oggi esposto alconfronto internazionale, specialmente nell'UnioneEuropea. Oggi - in Italia -, è indispensabile una lau-rea triennale per poter accedere al praticantato. Que-st'ultimo si compone di tre anni di formazione, nei

quali - il più delle volte - si svolgono ruoli di segreteria nonconformi al corso di studi da poco concluso. Se a questoaggiungiamo il fatto che l'Università pubblica è costituitaanche da un altro biennio di specializzazione, apparechiaro come il quadro prospettato sia - per usare un eu-femismo - quantomeno paradossale. I giovani d'oggiquindi - prossimi ai trent'anni - si trovano a confrontarsicon due grosse lacune. Da una parte la loro inesperienzapratica, dall'altra dovranno fare i conti con la mancanzadi tutele adeguate da parte dello Stato. Proprio su questiargomenti è intervenuto Ezio Maria Reggiani - fino apochi giorni fa presidente dell'Associazione NazionaleRagionieri Commercialisti e Libere Professioni Economi-che -, che ha sinteticamente spiegato come il ruolo dellelibere professioni sia la conseguenza del modo in cui lasocietà si è trasformata e di come sia - tutt'oggi - in con-tinuo divenire. "In un mondo sempre più estremizzato -commenta -, colpito dalla crisi finanziaria che ha coinvol-

to l'economia globale, i fari sono sempre più puntati sul-la formazione e tutela professionale in campo industria-le. Le libere professioni, invece, restano al palo, conside-rate come un settore privo di una simile necessità. Il pro-blema fondamentale consiste nel fatto che - ad oggi -, ivari Fondi destinati all'implementazione professionalepossono erogare formazione solo per i dipendenti per cuiil datore di lavoro versa lo 0,30% previsto dalla legge dal1978. Rimangono fuori i liberi professionisti, tutti i con-tratti a termine, gli stagisti e i tirocinanti".

Un aspetto trascurato dalle leggi di Stato o dalleleggi di mercato?"Entrambi. Negl'ultimi decenni, due trend hanno caratte-rizzato il mercato del lavoro: la diminuzione delle occupa-zioni industriali e la crescita dei lavori nei servizi. Questidue filoni, sono stati accompagnati da una diminuzionesecca di contratti a tempo indeterminato, con una cresci-ta esponenziale dei contratti a termine e di attività di sta-ge e tirocinio che - oltre a fornire elementi di forte preca-rietà -, hanno presentato nuove modalità di sviluppo pro-fessionale. A questi fenomeni occorre aggiungere l'au-mento della scolarità dei giovani - indotta da spinte so-

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ciali e politiche -, oltre che dalla domanda economica . Mi riferi-sco in particolare al benessere consumistico a cui la nostra so-cietà ambisce, e che condiziona le scelte delle nuove generazioni".

Attività di tirocinio e obblighi di formazione. Nel concreto?"E' un argomento molto spinoso. L'Ordine dei Commercialisti e il Con-siglio Nazionale dei ragionieri commercialisti hanno stabilito l'obbligodella formazione del singolo professionista. Tale periodo si compone di90-100 ore d'aggiornamento. Per quanto riguarda il tirocinio invece, fi-no a qualche tempo fa s'intraprendeva questa esperienza nei rispettivisettori. I ragionieri con i ragionieri e i commercialisti con i commercia-listi, pur trattandosi d'attività speculari. Nel passato venivano richiestidue anni di tirocinio prima di poter accedere al Collegio. Successiva-mente è invece stato stabilito - in previsione dell'unificazione degl'or-dini - che non fosse più sufficiente avere svolto il biennio per poter apri-re uno studio professionale, ma che fosse necessaria anche una lau-rea di primo livello, oltre ad un ulteriore anno di praticantato".

Tre anni di tirocinio e una laurea bastano per essereDottori Commercialisti?"Purtroppo non sono sufficienti. Con i titoli che ha elencato si può ac-cedere alla professione d'esperto contabile. Per essere DottoriCommercialisti serve anche una laurea specialistica. Questo - nel-l'università post riforma Moratti -, vuol dire circa 50 esami e due te-si in cinque anni, con la possibilità concreta di andare fuori corso,specialmente per gli studenti lavoratori. In altre parole? Ai giorni no-stri, ci si affaccia alla professione vera e propria, circa a 28 anni".

A questo si aggiunge la scarsa copertura statale. Qualisono le tutele dei sempre più numerosi giovani laureati?"Sono poche, o addirittura nulle. Purtroppo la tendenza allo sfrutta-mento della giovane forza lavoro che l'università - nonostante tutto -continua a sfornare, è un malcostume classico italiano. Il concetto piùincredibile viene fuori da un semplice ragionamento. Esiste un rappor-to fondamentale - nel nostro campo -, attraverso il quale si lega quoti-dianità e qualità del lavoro. In questo senso, infatti, il valore aggiuntodi uno studio commerciale viene fuori anche dalla serenità dei dipen-denti che vanno a comporlo. Anche io ho dei praticanti all'interno delmio studio, ma dove non arrivano le lacune statali, arriva la coscienzadel datore di lavoro. Garantisco uno stipendio minimo e le condizioni dibase per l'apprendimento, affinché un giovane possa affrontare la suaprima esperienza sul campo, in modo sereno e motivato".

Fornisce garanzie, senza esserne obbligato."Esattamente. E' proprio questa la mancanza più grossa. Una piccola

parola: qualità. Spero torni ad essereun tormentone. Purtroppo la lungimi-ranza di alcuni professionisti non riescea superare la barriera imposta dall'uti-le economico. Si preferisce cambiarein continuazione gli studenti sfruttati,così da riuscire ad abbattere i costi nelmodo più efficiente possibile. Quello

che non si tiene in considerazione è palese. Non esiste solo l'otti-mizzazione economica, ma anche quella dei servizi offerti al cliente".

Qualità. Non c'è l'intento di favorirla, se non attra-verso la coscienza. Come reagisce a questa realtà?"Per riuscire a mantenere alto lo standard qualitativo, l'introduzione almondo del lavoro deve avvenire lentamente e per sostituzione gene-razionale. Allo stesso tempo, le componenti che già ne fanno parte, de-vono continuare ad aggiornarsi, così da riuscire a cogliere tutte le op-portunità che i cambiamenti offrono. Il problema è quindi molteplice.Da una parte la tutela dei giovani laureati, che sono altamente qualifi-cati a livello teorico. Dall'altra l'aggiornamento del personale già ope-rante, che invece è perfettamente specializzato a livello pratico".

Investire sul personale già acquisito. Non è un con-cetto in contraddizione con l'inserimento dei giovaninel mondo del lavoro?"Assolutamente no. Un personale opportunamente formato può solofavorire i giovani che si apprestano a finire gli studi. Velocizzare l'iter delpraticantato triennale attraverso una forte componente formativa è ilsolo modo - ad oggi - per uscire dal vortice dei tempi eccessivamenteallungati. Per questo motivo sono presidente di Fondoprofessioni,un'associazione nata nel 2003 per fornire un valido supporto a tuttequelle attività che vedono nella formazione continua del proprio perso-nale un investimento, invece che un costo. Le principali professioni li-berali - medici e dentisti, architetti e ingegneri, avvocati e notai, com-mercialisti, consulenti del lavoro e altre ancora -, ricorrono ampiamen-te allo strumento formativo, se pure ancora senza sistematicità nellaprogrammazione. Riuscendo a diffondere l'idea che non siamo un "cor-sificio", ma un'opportunità per l'alta formazione, il mercato del lavoro ri-uscirà a distinguere l'idea che i vari Ordini sono nati per le professioni,mentre le associazioni - come Fondoprofessioni - per i professionisti".

Concludendo, come si sta trasformando - intorno alproblema dell'apprendimento -, il modo di vivere ilprofessionismo e diventare professionisti?"Il modus operandi deve essere il seguente. Tradurre le novità eil cambiamento in attività e servizio professionale, anziché sfrut-tamento. Alla fine arriviamo - o ritorniamo - alla definizione piùclassica della formazione. E' necessario passare da un'espe-rienza adattiva - spesso "coatta" -, ad una per l'innovazione, chealle conoscenze tecniche sappia prevedere e abbinare sensibili-tà e competenze di crescita e cambiamento evolutivo. Solo cosìsi riesce ad unire l'utile - inteso in senso puramente economico,al dilettevole in termini di tutela per le nuove generazioni".

"Per questo motivo sono presidente di Fondoprofessioni,per fornire un valido supporto a tutte quelle attività chevedono nella formazione continua del proprio personaleun investimento, invece che un costo"

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Ecco il nuovo volto dell'area sud della città, gli architetti Enrico Garbin e Mauro Piantelli: "I palazzi saranno formati da dei veri e propri "muri vegetali" sul modello di Patrik Blanc,che ha concepito il verde verticale a Madrid"

La "verde" Bergamo, svelato il progetto Cesalpinia

Urbanistica vivibileArticolo di Anna SaurgnaniFoto di Franco Pasinetti

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Primo appuntamento di un lungo viaggio per scoprire la nostra futura città: a febbraio le novità

sul Piano di governo del territorio

Un progetto eco-sostenibile, affidato a tecniciispirati dagli architetti che hanno progettato legrandi città europee. Nel nuovo volto che l'am-ministrazione comunale prevede per l'area suddi Bergamo, al di là della ferrovia, il verde è

predominante e costituisce la prima parte della riqualifi-cazione dell'intera zona. Il progetto della "Cesalpinia" èstato illustrato dall'assessore all'Urbanistica ValterGrossi, dall'assessore all'Ambiente Fausto Amorino in-sieme ai due architetti che hanno curato la progettazione:Enrico Garbin e Mauro Piantelli. "Sarà pronto fra 4 o 5

anni - ha annunciato Grossi - perché l'intervento edilizio ègià nella sua fase esecutiva. Siamo di fronte ad una gran-de riqualificazione urbanistica attraverso un programmaintegrato d'intervento". La bonifica del quartiere è stataultimata e adesso su quella fetta di terreno che confineràcon un'altra area destinata a diventare il terzo centro cit-tadino (Porta Sud) sorgeranno palazzi, parcheggi, giardinipubblici, negozi, case popolari e un centro commerciale amisura di quartiere. La novità sta nella progettazione de-gli spazi verdi che si è ispirata nientemeno che all'orto bo-tanico di Barcellona. Il verde sarà ovunque e su più livelli:

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partirà dai giardini, correrà sulle facciate dei palazzi e siestenderà persino sui tetti. Rispetto al progetto originarioche aveva suscitato non poche polemiche, la riqualifica-zione della ex area industriale Cesalpinia, a sud della fer-rovia, la superficie coperta è stata ridotta del 7 percento passando così dal 39 al 32 per cento di areacostruita. Le zone verdi, invece, sono state incre-mentate del 58 per cento grazie ad un nuovo mododi concepire il verde. I palazzi saranno formati dadei veri e propri "muri vegetali" sul modello - han-no spiegato gli architetti progettisti - di PatrikBlanc che ha concepito il verde verticale (esempice ne sono a Madrid) che trova appunto per la pri-ma volta applicazione a Bergamo su tetti e faccia-te e che si sta sperimentando soprattutto nel NordEuropa. "Le novità introdotte nel progetto origina-rio della ex Cesalpinia - ha spiegato Grossi - sonol'aumento del verde e degli spazi pubblici, ma so-prattutto l'introduzione di un sistema innovativosulla sostenibilità ambientale. Addirittura è statoreso fruibile il tetto di un centro commerciale condel verde intensivo". Fausto Amorino, assessore al-l'Ambiente si è detto soddisfatto delle soluzioniutilizzate mentre il sindaco Roberto Bruni si è pub-blicamente complimentato con i progettisti: "E' sta-to un indubbio miglioramento della situazione del-l'ex area Cesalpinia che abbiamo ereditato, credia-

mo che questo progetto possa essere d'indubbio valorearchitettonico per la città. Pone, infatti, Bergamo alla pa-ri di capitali europee in cui l'architettura e l'urbanisticaviaggiano di pari passo con l'ambiente".

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Valter Grossi: "Tutto sarà pronto fra 4 o 5 anni perché l'intervento edilizio è già nella sua fase esecutiva. Siamo di fronte ad una grande riqualificazione urbanistica attraverso un programma integrato di intervento"

Grazie alla Regione, il Comune diBergamo potrà risolvere la situa-zione del quartiere di Grumello

al Piano - duemila abitanti alle portedella città nell'area del Parco agricolo -definita dagli stessi amministratori"problematica". Qui si concentrano in-fatti case ad affitto sociale che arrivanoa coprire il 50 per cento del quartierecontro il 10 o 15% di altre zone dellacittà. A questo si aggiunge la margina-lità territoriale e un alto indice di microcriminalità: sono frequenti i furti, i van-dalismi, gli scippi. Il Comune ha pensa-to di intervenire sul quartiere attraversoun progetto in grado di migliorare la vi-vibilità degli abitanti, sotto più aspettidiversi tra loro. Un intervento differen-ziato con un'unica finalità: riqualificaresotto il punto di vista sociale l'interoquartiere. Ecco allora che si procederà

all'aumento di abitanti attraverso l'edi-lizia residenziale pubblica, che porteràprevalentemente famiglie e giovanicoppie. Verrà, inoltre, incrementato ilcommercio con i negozi di vicinato e unmercato. Tutto questo dovrebbe contri-buire a rendere più vivo il quartiere e diconseguenza più sicuro. Per i reati piùfrequenti è, invece, previsto un presidiodella polizia locale, ma s'interverrà suigiovani attraverso progetti di legalitànelle scuole e sugli anziani, vittime pre-ferite da ladri e borseggiatori, attraver-so campagne d'informazione per difen-dersi da truffe e raggiri. All'interno delquartiere ci sarà un "Punto Comune"che si occuperà dei servizi sociali e del-l'assistenza agli abitanti del quartiere.Non mancherà il verde, visto che da lìparte proprio il Parco agricolo e il teleri-scaldamento garantito da A2A.

Grumello al Piano avrà mercato e polizia locale

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L'AssociazioneArticolo di Roberto AmaglioFoto di Laura Pietra

Coldiretti:anno nuovo, vita nuovaIl presidente bergamasco Giancarlo Colombi traccia le lineeguida nazionali e locali dell'associazione: "Abbiamo intrapresoun nuovo cammino, un approccio più propositivo al mercato eal consumatore, con prodotti di qualità, genuini e tracciabili"

Non solo crisi economica internazionale e Congiunturasfavorevole di fine anno. A gravare sugli equilibri del-l'agricoltura ha contribuito anche il maltempo, che ainizio dicembre ha imperversato su tutta l'Italia, co-stringendo diverse regioni a chiedere lo stato di cala-

mità naturale. Tuttavia, nonostante queste difficoltà oggettive, ilclima in Coldiretti è tutt'altro che rigido. Lo si può intuire visitandoil sito dell'associazione, piuttosto che leggendo i periodici pubbli-cati on-line dagli addetti ai lavori. Un ottimismo non solo dettatodai numeri degli italiani e dei turisti stranieri che hanno scelto ditrascorrere il ponte dell'Immacolata negli agriturismi, ma soprat-tutto da un diverso approccio al mercato. Lo ribadisce fermamen-te anche il presidente della Coldiretti Bergamo Giancarlo Co-lombi, reduce da un meeting nazionale dell'associazione svoltosia Roma a fine 2008. "Possiamo tranquillamente parlare di un nuo-vo modo di essere - esordisce il presidente eletto lo scoromarzo -. La Coldiretti ora ha una maggiore intraprendenza,ma soprattutto un approccio più propositivo al mercato e,perché no, al consumatore. Lo stesso verso il quale ci pro-poniamo con prodotti di qualità, genuini e tracciabili".

Attraverso, ad esempio, la filiera corta?"Questa modo di affrontare il mercato non nasce dal nulla, ma faparte di un patto con i consumatori stipulato otto anni fa. Ed è que-

sta la strada che vogliamo intraprendere. Il progetto lanciato dal-la Coldiretti "Una necessità e un dovere alla nostra portata" si ri-ferisce proprio a questo. Vogliamo presentarci sul mercato crean-do una nostra forte rappresentanza. In poche parole mettendocila faccia e garantendo al consumatore un rapporto più stretto conil produttore. Questo rappresenta per noi la filiera corta".

Un metodo che vi garantirebbe anche ricavi più alti?Attualmente l'incidenza della distribuzione sul valore finale me-dio della spesa in prodotti agroalimentari è pari al 60 per cento,quella dell'industria è del 23 per cento, quella dell'agricoltura èinvece del 17 per cento. Questi dati ci segnalano che nella filie-ra dell'agroalimentare italiano persistono alcuni squilibri chesono estremamente penalizzanti per il produttore. Noi puntiamoa recuperare qualche punto percentuale di valore in più. Credia-mo che la filiera corta e la vendita diretta dei nostri prodottipresso i Farmer's Market siano opportunità da cogliere".

In questo modo non si richiede all'agricoltore unosforzo maggiore? Oltre alla produzione, infatti, biso-gna avere doti di marketing e di commercio per pro-muovere sul mercato i prodotti. Senza contare che lafiliera lunga garantisce comunque una continuità dirapporto tra produttore e grossista.

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Giancarlo Colombi

"Vede, noi non demonizziamo la filiera lunga e la grande distribu-zione. Tuttavia crediamo che se saremo capaci, anche grazie allecooperative a noi legate, di crearci quella rappresentatività sulmercato basata su qualità e genuinità, i nostri prodotti potranno ungiorno comparire anche sugli scaffali della grande distribuzione.Se i nostri prodotti hanno successo nei mercatini e nei Farmer'sMarket, perché non lo possono avere anche nei supermercati?".

In pratica creare un vostro marchio?"Più che a un marchio pensiamo a promuovere prodotti chesiano chiaramente portatori di una cultura, espressione del

territorio e della qualità tipica del Made in Italy.

Avete già avuto indicazioni positive in questo senso?"I numeri dei mercatini e dei Farmer's Market sono in crescita. Inol-tre anche la vendita di latte sfuso non pastorizzato ha dato ottimisegnali. Nella Bergamasca, infatti, ne vendiamo giornalmente 5-6mila litri, raggiungendo altrettante famiglie".

A tal riguardo, le polemiche sulla digeribilità del pro-dotto non vi preoccupano?"Ovviamente il latte è uno di quei prodotti la cui digeribilità non lo

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rende adatto a tutti, a maggior ragione se, come quello sfuso,non è pastorizzato. Tuttavia il problema è risolvibile facendolobollire. Siamo comunque pronti a spiegare chiaramente al con-sumatore come questo prodotto deve essere trattato e conser-vato, così come previsto dalle recenti disposizioni".

Se siete ottimisti per la filiera corta, tuttavia è inne-gabile che il momento sia decisivo: anche se la crisieconomica non vi sta travolgendo, la questione sul-l'utilizzo dei fitofarmaci e sulla quantità di terreni de-stinati all'agricoltura sono punti decisivi per il futurodell'agricoltura.La crisi finanziaria naturalmente ci preoccupa molto, pen-siamo però di avere carte importanti da giocare. Io credo ve-ramente che il settore agricolo possa essere un'opportunitàper il Paese. Per quanto riguarda i fitofarmaci, la normativaitaliana è molto più severa rispetto a molte altre leggi euro-pee, quindi anche in questo senso mi sento di rassicurare iconsumatori: la qualità dei nostri prodotti è totale. Altro discor-so va fatto per il PGT: le zone prettamente agricole stanno dimi-nuendo, anche per il forte incremento del residenziale. Le dis-posizioni a riguardo della distanza tra residenziale e aziendeagricole, complica molto la vita a quegli agricoltori che intendo-no aumentare la superficie del loro esercizio. Questo deriva, anostro avviso, da alcune miopi scelte politiche del passato, chenon hanno tenuto in debita considerazione il nostro settore".

Un'altra bella gatta da pelare è la normativa sui ni-trati. Una questione di cui non si parla molto ma cherischia di mettere in pericolo diverse aziende."Questo è un punto che ci preoccupa. La normativa europea del '91,se fosse recepita così come è attualmente, costringerebbe molteaziende zootecniche a ridurre del 50% i capi di bestiame. Un colpopesantissimo che stiamo cercando di scongiurare, sia chiedendo uninnalzamento dei valori di azoto di origine aziendale, sia realizzan-do impianti per l'abbattimento di azoto nei reflui zootecnici. Tutta-via, per quanto siamo consci che la politica non ci può dare le ri-sposte - soprattutto economiche - adeguate, chiediamo coerenza eattenzione da parte del Governo: citando Berlusconi, così come l'in-dustria non può sostenere in questo momento sforzi economicisproporzionati per rispettare gli accordi del protocollo di Kyoto,nemmeno l'agricoltura se ne può far carico da un giorno all'altro".

Viste queste premesse, come vede il futuro dell'agri-coltura italiana?“Meno buio di quanto si possa pensare. Ci saranno sicuramentegrandi cambiamenti ma voglio essere ottimista in quanto tanti gio-vani preparati e dinamici si stanno avvicinando al nostro settorecon idee nuove, cultura a 360° e tanta voglia di fare. Se a questoaggiungiamo che i nostri corsi di formazione incentrati non solosulle tecniche di produzione ma anche sul marketing e sulla co-municazione, stanno riscuotendo molto interesse, questo ci fa ca-pire che la figura dell'agricoltore ha un futuro lungo davanti a sé ".

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Presentato nel corso della tredicesima edizione de "L'Artigiano in Fiera 2008"a Milano, il nuovo progetto di Edilcassa Artigiana di Bergamo: un portale webin cui promuovere e incentivare la collaborazione e il confronto tra impreseedili artigiane bergamasche

L'iniziativaArticolo di Giorgio Chiesa

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Mostrare i volti degli artigiani, il loro modo dilavorare, la storia delle loro imprese e i va-lori su cui esse si fondano. Sentimenti e tra-dizioni che si stanno perdendo in nome del-la spinta omologante che investe tutti i set-

tori, da quello produttivo al più stretto comparto manifattu-riero. "L'artigiano in Fiera 2008" - tredicesima edizione te-nutasi presso il nuovo polo di Fiera Milano - ha presentato,nel mese di dicembre, un'interessante e poliedrico networkd'imprese. La selezione - effettuata dopo un'attenta analisida Edilcassa Artigiana di Bergamo - ha rispecchiato inte-gralmente i valori e le tradizioni classiche dell'artigianato.

Ad accompagnare dunque l'inaugurazione del nuovo proget-to "Impresa Domani" - nato con l'intento di promuovere e in-centivare la collaborazione e il confronto tra imprese ediliartigiane bergamasche -, nove realtà produttive che sono ri-sultate, in un campione di 150 intervistate, come le più vir-tuose e compatibili tra loro. Chizzoli Sisto, Cortinovis Oscar,Costruzioni Parsani Srl, Edil Strade Vigani Srl, Eredi di Erne-sto Mazzoleni Snc, F.lli Savoldelli Antonio e Luigi Srl, Ital-scavi Srl, Pavilombardia Srl, V.I.M. di Zucchinali Angelo & C.Snc, sono le imprese protagoniste che si sono distinte perparticolari doti d'affidabilità e lungimiranza imprenditoriale. Anche il riconoscimento simbolico consegnato per il loro im-

"Impresa domani", aggregarsi per il futuro

A SINISTRALo stand di "Impresa Domani"

inaugurato allatredicesima edizione

de "L'Artigiano in Fiera 2008" a Milano

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pegno e la loro eccellenza rispecchia questo particolaremix a metà strada fra tradizioni e spirito innovatore. Il piùclassico strumento di lavoro usato nell'edilizia - la caz-zuola - è stato reinventato dall'artista Luigi De Filippo,proprio per seguire gli intenti più profondi del nuovo pro-getto di Edilcassa. Antonio Intiglietta - presidente delComitato tecnico consultivo di Fondazione EA Fiera Inter-nazionale di Milano e Presidente di Ge.Fi. - è stato il pri-mo ospite d'onore insignito della prestigiosa creazione."Al giorno d'oggi - ha commentato - sta diventando sem-pre più importante l'unione telematica tra diverse realtàche, solo fino a qualche anno fa, sarebbero state inconci-liabili. La volontà di socializzazione imposta dalla pauradella crisi e dalla cosiddetta finanza creativa, porta mag-giori vantaggi a tutti quegli imprenditori che decidono disposare la filosofia della "rete", in tutte le sue declinazio-ni. In questo senso avere uno spirito costantementeproiettato verso il futuro - come quello di Edilcassa - nonpotrà che giovare a tutte quelle realtà imprenditoriali che- mantenendo le tradizioni - decidono di rinnovare il pro-prio know-how". Il passaggio di consegne si è dunque

esteso fuori dai confini locali bergamaschi. Un fiero edemozionato Walter Andreazza - direttore di Edilcassa -ha così proseguito la kermesse, non perdendo l'occasioneper ricordare il prestigio delle prime imprese aderenti alprogetto. "Impresa Domani - aggiunge -, finanziato nel-l'ambito della Convenzione Artigianato 2006-2010 da Re-gione Lombardia e Unioncamere, permette alle impreseeccellenti di emergere e diventare competitive attraversola collaborazione, mentre ad Edilcassa Artigiana di Berga-mo - quale soggetto attuatore - di ampliare la sua naturadi ente erogatore di prestazioni legate al contratto di la-voro, ponendosi con maggior forza, come agenzia territo-riale di sviluppo di comparto. Il minimo comune denomi-natore è prepararsi alle nuove sfide che il futuro, semprepiù incerto e in preda a pericolose oscillazioni, continua ariservare. Selezionare il prestigio imprenditoriale e averel'onore di riconoscerlo e sostenerlo, è il nostro obiettivoprimario". Grazie al supporto informatico messo a disposi-zione da Edilcassa dunque, l'impresa iscritta al nuovo por-tale www.impresadomanibg.it avrà a disposizione unaserie di servizi volti all'aggregazione con altri soggetti

IN BASSO"Il presidente di Ge.Fi. dr. Antonio Intiglietta durante il suo intervento presso lo stand di Impresa Domani"

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aderenti. Attraverso la compilazione di un semplice que-stionario in ingresso, si potrà accedere ad un'area riser-vata e personale. All'interno di quest'area le impreseiscritte troveranno informazioni dettagliate e specifichesulle gare di appalto in tutta la Lombardia. La volontà dicreare reti di collaborazione è manifestata poi dalla pos-sibilità di scegliere le imprese del proprio network di affi-nità con le quali, eventualmente, partecipare. Non si trat-ta dunque né di un consorzio, né di una "fusione a fred-do". È uno spazio per creare legami stabili con altre im-prese che condividono gli stessi intenti, politiche azien-dali ed obiettivi. È una sinergia di valori aggiunti che ogniimprenditore, nella sua individualità, sviluppa e mette incomune con gli altri. Il ruolo di Edilcassa Artigiana, inquesto senso, è molto semplice. Facilitare le relazioni, fa-vorire una moderna collaborazione e garantire la qualitàdel servizio, anche attraverso severi filtri d'ingresso pertutte quelle imprese non in regola con la contribuzione ela formazione obbligatoria. Il portale dà la possibilità d'u-sufruire - senza spese - dei servizi messi a disposizione.La costante supervisione dell'Ente aggiunge la sicurezzanecessaria che questo genere di relazioni richiede. Il me-todo sperimentato, in collaborazione con la Facoltà d'In-gegneria Gestionale dell'Università degli Studi di Berga-

mo, è frutto di diverse ricerche multidisciplinari. Nel det-taglio, si è appurato che gli imprenditori - in particolarmodo quelli artigiani -, sono più propensi all'aggregazio-ne se vengono loro proposti progetti specifici e a termine.Esigono obiettivi concreti, attraverso i quali le loro realtàimprenditoriali, lavorando fianco a fianco, non perdanopersonalità. Proprio per questo motivo Edilcassa Artigia-na ha creato una scheda d'indagine conoscitiva (disponi-bile on line), sulla base della quale si possono definire di-verse classi d'affinità. Il fine è quello di permettere l'in-staurarsi di rapporti di collaborazione guidata, volti a con-durre - con altre imprese - grandi commesse o qualsiasialtro tipo di rapporto produttivo. Il futuro riserva poi altreiniziative anche al di là dei colli bergamaschi. La parteci-pazione alla Fiera dell'Edilizia "Edil2009" a Bergamo e laricerca di nuove opportunità in mercati esteri vicini ed inforte sviluppo, fanno del progetto non solo una vetrinaper poche aziende locali, ma anche un vero e proprio mo-dello innovativo per "fare impresa". Creando network al-tamente competitivi e rimanendo al passo coi tempi e conle esigenze del mercato, "Impresa Domani" - con unosguardo costantemente proiettato verso il futuro -, dimo-stra come sia possibile conservare - senza ipocrisie - i va-lori portanti dell' "essere" impresa artigiana.

"Per iniziare quest'avventura, sono state selezionate nove realtà produttive che sono risultate, in un campione di 150 intervistate, come le più compatibili"

A SINISTRA"Le nove imprese iscritte

ad Edilcassa protagonistealla Fiera di Milano"

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Artigianato&LussoSpeciale a cura di Luca BilottaFoto di Giorgio Chiesa

"Negli ultimi vent' anni il capitalismo si èfatto guidare dalla mentalità dell'alta fi-nanza, che chiede profitti immediati enon ha una visione di lungo raggio dellaproduttività. E' stato questo il suo erro-

re. Avrebbe dovuto invece ispirarsi all'etica e alle qualitàdegli antichi artigiani: conoscenza degli strumenti, perfezio-nismo, capacità di prevedere le conseguenze del proprio la-

voro, pensiero rivolto non solo al profitto". Parole sagge, cri-tiche al sistema economico globale del sociologo statuni-tense Richard Sennett, scrittore e professore di sociologiaalla London School of Economics e alla New York University.Proprio lui, qualche giorno fa, è stato capace di rilanciarel'immagine dell' "Uomo artigiano", titolo profetico di un suosaggio edito in Italia da Feltrinelli. "Chi lavora nella finanza- ha affermato nel corso della presentazione del libro - ha di-

Il giusto valoredell'elìte artigiana

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menticato la lezione dell'artigiano, perché non è stato in gradodi utilizzare gli strumenti del suo lavoro. Per anni hanno guada-gnato un mucchio di soldi con grande facilità, senza che ci fos-se nemmeno bisogno di capire cosa stessero facendo. Si è rive-lato un errore, e osservo che le aziende che oggi si stanno sal-vando dalla crisi finanziaria, sono proprio quelle che hannomesso maggiore enfasi su quelle che io considero le virtù del-l'artigiano". E proprio da questi semplici concetti vogliamo par-tire in un piccolo, ma significativo viaggio. Dimostrare come l'ar-te manuale, spesso considerata morta o legata a produzioni me-no nobili, sia invece puro fulcro della nostra civiltà e - perché no- anche del lusso. L'artigiano, infatti, è l'essenza di molti prodotticonsiderati oggi beni rifugio, oggetti di grande prestigio e valo-re. Una vera e propria riscossa, la rinascita delle virtù del lavo-ro manuale da un ingiusto oblio. Auto, gioielli, barche, orologi eabbigliamento sartoriale. Sono tanti i settori che ruotano attor-no al concetto di "lusso", spesso sfrenato nelle forme e nei prez-zi, che celano alle loro origini la pura e viva artigianalità. In que-ste pagine abbiamo volutamente raccontato due fragli esempi più lampanti, in settori differenti fraloro. Ma accomunati dall'essere portatori sani -ovvero non con l'accezione dispregiativa, troppevolte utilizzata nel mondo comune - del termine"artigiano". Per non fare discriminazioni, abbia-mo scelto una realtà italiana - ma da tempo ac-quisita da un colosso automobilistico tedesco -, euna straniera ma dalle chiare origini italiane.Stiamo parlando di Lamborghini e Parmigiani, ri-spettivi hi-profile nel comparto automobilistico edegli orologi d'alta gamma. Abbiamo intervista-to, complici due grandi eventi realizzati proprio aBergamo, i loro principali amministratori: il presi-dente e a.d. Lamborghini, Stephan Winkel-mann, e Michel Parmigiani, fondatore e presi-

dente dell'omonima Maison svizzera di Alta Orologeria. Dueuomini che, in egual modo, credono nel lavoro e nella ma-nualità dei propri prodotti. Due manager d'estrazione profes-sionale differente, ma che condividono il legame con Berga-mo e l'affetto per i bergamaschi. Con loro scopriremo comenascono le migliori auto sportive al mondo, le più estreme edaffascinanti, rifinite a mano in ogni minimo dettaglio. Come sirealizzano vere opere d'arte meccanica in pochi millimetri dispazio, nelle casse degli orologi. Insieme rafforzeremo il con-cetto di manualità, riscopriremo quei valori che hanno condi-zionato la civiltà antica e moderna. Ma che in questi ultimidecenni sono evaporati come neve al sole, complici la finan-za creativa e la voglia di vedere "l'artigiano" non come un'ar-tista settoriale, ma come figura vetusta e oramai improponi-bile nell'industria moderna. Assurdità, lo dimostrano i nostritestimonial d'eccezione racchiusi in queste pagine. Lo dimo-strano tutte le aziende che, ogni giorno e con minuzia artigia-na, reggono l'economia del nostro paese.

Sono tanti i settori che ruotano attorno al concetto di "lusso", spesso sfrenato nelle forme e nei prezziAlle loro spalle, però, c'è sempre l'arte manuale della produzione Noi vi sveleremo due tipologie di grande prestigio, due realtà differentisettorialmente ma accomunate da un forte legame con Bergamo

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L'artigiano del tempo

E'la massima espressione della manualità, riusci-re a trasmettere il passaggio indelebile deltempo attraverso meccanismi raffinati e, alcontempo, ridotti nelle dimensioni. E' la vitadell'orologiaio inteso come artista delle ore,

l'unico capace di nobilitare piccoli ingranaggi, ogni elemen-to dell'orologio, plasmando l'estetica. Sono proprio le manisapienti dell'uomo che creano favolosi tesori rari nel rispet-to della tradizione. E Michel Parmigiani è l'erede di una

lunga e importante schiera d'artigiani del tempo. Figlio cul-turale di una tradizione orologiera fiorente come quella sviz-zera, ma più votato verso l'avanguardia e la tecnologia. Peranni monsieur Parmigiani ha restaurato pezzi d'Alta Orolo-geria per i musei e per le collezioni private più prestigiosedel mondo, tra le quali la Fondation de Famille Sandoz. Unmago del tempo, a tal punto da riuscire a restaurare la leg-gendaria Pendule Sympathique di Breguet, una pendola datavolo combinata ad un orologio da taschino risalenti al

Artigianato&LussoArticolo di Luca BilottaFoto di Giorgio Chiesa

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Michel Parmigiani, fondatore dell'omonima maison svizzera: "La manualità è il tratto distintivo

nella produzione di segnatempo di Alta Orologeria"

L'imprenditore di Fleurier, complice un evento raffinato al Bobadilla

in cui Marco Cornali ha presentato la nuova collezione della casa svizzera

ad alcuni selezionati invitati, si racconta

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1820. Gli esperti avevano sempre ritenuto che questo pezzofosse impossibile da riparare. Invece, dopo 1.600 ore di lavoro,la pendola è tornata a vivere, restituita al suo splendore origi-nale grazie alle mani di Michel Parmigiani. Un artigiano capacedi far rivivere gli attimi ai meccanismi di un'opera d'arte del tem-po, venduta in seguito ad un'asta a Ginevra per più di un milio-ne di dollari. E proprio lui, da più di dieci anni protagonista conla Maison Parmigiani Fleurier, ci guiderà in un mondo incantato.Complice un evento raffinato al Bobadilla Feeling Club - in cuiMarco Cornali, proprietario dell'omonima gioielleria di Dalmi-ne, ha presentato la nuova collezione del marchio svizzero ad al-cuni selezionati invitati -, monsieur Michel ha potuto racconta-re e raccontarsi. "La nostra professione è suggestiva. E' alimen-

tata dalla storia e dall'abilità dei nostri predecessori mastri oro-logiai, ma guarda al futuro - almeno per quanto mi riguarda - conocchio attento. Siamo artigiani del tempo, che cercano nelletecnologie attuali nuove risorse per migliorare la già perfettatecnica dei meccanismi".

Mai come nell'Alta Orologeria, la manualità e l'arteconvergono in un connubio d'intenti."La nostra professione necessita di un'alta capacita manuale,che consente di inventare, plasmare, decorare e infine assem-blare ogni singola componente del movimento. Non possiamoutilizzare la tecnologia per produrre, ma è un'ottima alleata perl'evoluzione dei prodotti. Ovvio, parliamo di un'orologeria d'alta

gamma: una produzione limitata in cui convergetutta la sapiente maestria della storia di questolavoro. Diverso, certamente, è lo spirito dell'in-dustria capace di produrre in serie. ParmigianiFleurier, ad esempio, si evolve al ritmo delle sfi-de tecnologiche che segnano il suo processocreativo. In poco più di un decennio siamo riusci-ti nell'impresa d'ideare e produrre sette nuovimovimenti meccanici interamente manufatti".

"Per noi l'artigianato significa essere riconoscibiliper l'autenticità della manifattura, che si riflettenella sua completa autonomia di produzione, con-sentendo alla Maison di realizzare tutti i suoisogni meccanici ed estetici"

Michel Parmigiani e Marco Cornali

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Tradizione e tecnologia?"Esatto, è un concetto forse difficile da capire. Noi, nella realiz-zazione dei nostri gioielli da polso, rispecchiamo fedelmente idettami tecnici e meccanici tipici di questo mondo. Ma dopo so-li dieci anni di vita ci possiamo definire una società all'avan-guardia per due fattori. In primis, la nostra realtà industriale, in-teramente verticalizzata, costituisce oggi una delle poche mani-fatture totalmente indipendente e complete dell'Alta Orologeriain Svizzera. Inoltre, l'evoluzione dei nostri ateliers, è segnata daimportanti acquisizioni industriali nel settore dell'habillage, dellameccanica e della filettatura di precisione. Innovazioni che ci per-mettono d'elevare i requisiti di raffinatezza estetica e tecnica".

Cosa significa, per voi, essere artigiani del lusso?"Non porci limiti sostanziali nel realizzare un nuovo orologio, rega-lando ai collezionisti e ai clienti finali un prodotto unico e perfettonel suo genere. In pratica essere riconoscibili per l'autenticità del-la manifattura, che si riflette nella sua completa autonomia di pro-duzione, consentendo alla Maison di realizzare tutti i suoi sogniorologieri. Tutto questo è possibile solo se lo spirito artigianale deituoi modelli, rispecchiano la tua vera filosofia. Nel corso degli an-

ni il marchio Parmigiani Fleurier ha sviluppato una forte identità, ri-conoscibile per lo stile e l'eccezionale qualità di realizzazione. L'at-tenzione ai particolari e la bellezza della decorazione di un movi-mento semplice o con grandi complicazioni, costituiscono i valorifondamentali dell'alta orologeria, e sono oggetto di massima at-tenzione anche per noi. Questo spirito ha guidato la nascita dellecollezioni Parmigiani Fleurier, proponendo orologi meccanici ele-ganti e contemporanei adatti ai diversi stili di vita odierni. Lo stiledella Maison, che rivela codici stilistici originali, è integrato in ognicreazione, dalla linea più classica a quella sportiva, dallacollezione femminile alle grandi complicazioni".

A proposito di collezioni e di lusso, voi siete famosi ancheper partnership importanti come con gli yacht Pershing."Anche qui s'evince quanto, il fatto di non avere vincoli produttivie basandoci solo sulla creatività artigianale, si possa essere liberidi creare prodotti differenti di volta in volta. Gli orologi Pershing ri-cordano i modelli dei motoryacht nel design e nei dettagli. Le cur-ve della cassa s'ispirano a quelle degli scafi, le anse affilate alleaperture laterali delle barche. Inoltre i materiali preziosi (oro rosa epalladio, oltre all'acciaio n.d.r.) la raffinatezza degli interni. Solo

Cronografo Kalphagraph palladio

Cronografo Kalphagraph black

Un’istante della serataorganizzata al Bobadilla di Dalmine

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manualmente si possono raggiungere simili livelli, far la-vorare mente e mani all'unisono per raggiungere obietti-vi impensabili anche nell'interno della cassa".

Come con Bugatti?"Esattamente, ma in questo caso siamo andati oltre all'immagina-zione: un orologio senza precedenti per potenza innovatrice. Siamoriusciti a mettere a punto un'opera in anteprima mondiale: l'unicoorologio da polso animato da un movimento trasversale. La mec-canica, realizzata interamente nei nostri laboratori, ispirandosi allatecnica automobilistica, si compone di ponti e di altri componentidisposti su un'asse verticale e non più orizzontale. Impensabile fi-no a qualche anno fa. Anzi, a dire la verità molti ci pensavano, manessuno aveva mai avuto il coraggio e la tecnica per realizzarlo".

Standard elevati e costi adeguati alla tipologia ma-nuale di produzione. L'artigianato, soprattutto nel vo-stro settore, resta e resterà comunque un mondo dinicchia, solo per chi potrà permetterselo."Ovviamente nel mondo dell'Alta Orologeria, ci rivolgiamo ad unaclientela selezionatissima e non comune. Chi ricerca prodotti diquesto genere - in primis - ne ha le disponibilità economiche, e ne-cessita quindi di una qualità al di fuori dai canoni abituali. Vuolequalcosa di diverso, che al contempo mantenga inalterato il valoree l'eccellenza nel tempo. Ma la filosofia artigiana può e deve esse-re lo spunto per risorgere nei momenti di difficoltà economica, nonsolo nei settori di lusso, ma in tutti i comparti economici".

In che senso?"Nel 1976, quando ho fondato la società Parmigiani Mesure etArt du Temps ho trovato la spinta innovatrice nelle radici dellaVal-de-Travers. Ero affascinato dall'artigianato artistico che laregione aveva sviluppato nei suoi 300 anni di storia orologiera.Il Vallon poteva essere il terreno più fertile su cui coltivare losviluppo industriale della micromeccanica di precisione, man-tenendo però inalterate le tradizioni del luogo. Questo connu-bio, a mio avviso, poteva essere la giusta base su cui far rina-scere economicamente la zona, ci credevo e ci credo ferma-mente. E, oggi, si possono osservare i primi frutti del raccolto".

La ricetta economica, quindi, è unire l'artigianatocol territorio? "L'artigiano è molto legato alle proprie origini, fa parte di unecosistema economico e produttivo in cui si riconosce e tra-smette le proprie conoscenze. In un mondo in cui pure la fi-nanza è arrivata a livelli estremi, con conseguenze catastro-fiche, si devono ritrovare i giusti valori di un tempo. Berga-mo, ad esempio, è famosa per la cultura al lavoro. Su que-sta base, unendo le peculiarità del territorio allo spirito arti-giano - come dedizione, sacrificio e manualità intesa comequalità finale del prodotto e non solo numeri -, si potrà guar-dare il futuro con più fiducia. Questo è essere artigiani, ov-vero tenere alti gli standard qualitativi e produttivi, a pre-scindere dal prodotto finale che si realizza ogni giorno".

Da oltre dieci anni, la cul-tura e l'abilità artigiana-le guidano la creatività

di Michel Parmigiani. Nato aCouvet, in Svizzera, nel 1950,cresce nella Val-de-Travers egià dall'infanzia entra in con-tatto con l'universo degli arti-giani che forgiano la ricchezzadella valle. Affascinato dal ba-gaglio delle loro conoscenze,guidato dall'intelligenza dellasua mano, Michel intraprendela formazione all'Ecole d'Horlo-gerie di Fleurier e rimarrà sem-pre legato alla tradizione oro-logiera del luogo. Nel 1976fonda la società Parmigiani

Mesure et Art du Temps e aprei suoi primi laboratori a Fleu-rier. Grazie alla sua attività direstauratore acquisisce unaperfetta conoscenza dell'orolo-geria di grande qualità e dellearti artigianali ad essa asso-ciate, contribuendo nel tempoalla rinascita del tessuto indu-striale della Val-de-Travers.Fondata nel 1996, grazie allapartecipazione attiva dellaFondation de Famille Sandoz,la Maison Parmigiani Fleuriersi sviluppa e persegue le stes-se ambizioni: concepire l'ec-cellenza nel rispetto della tra-dizione dell'Alta Orologeria.

Parmigiani Fleurier, dal 1996 un crescendo di successi

Cronografo Pershing in acciaio

con quadrante grafite

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Artigianato&LussoArticolo di Luca BilottaFoto di Franco Pasinetti

Stephan Winkelmann, a.d. e presidente Lamborghini Automobili, festeggia il ragguardevole traguardo dell'11% d'incremento delle vendite in Italia: "I nostri elementi chiave sono sempre stati la qualità e l’artigianalità della produzione"

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In un mondo sempre più esasperato, dove si ricerca la massi-ma qualità nel minor tempo possibile, ci sono realtà che spes-so raggiungono traguardi estremi. E' il caso di un marchio sto-rico nel mondo automobilistico internazionale, capace solocol nome d'idealizzare nell'uditore il roboante suono del mo-

tore. Il made in Italy per eccellenza, simbolo della massima spor-tività su strada. Ma anche espressione d'alta artigianalità italia-na nel realizzare le proprie supercar. Stiamo parlando di Lambor-ghini, capace di raggiungere nei primi dieci mesi del 2008 il rag-guardevole traguardo dell'11% d'incremento delle vendite in Ita-lia, con 206 vetture vendute rispetto alle 186 del periodo gennaio-ottobre 2007. In attesa di scoprire i risultati degli ultimi due mesidello scorso anno (si prevede una quota finale di 230 auto), s'e-vince come il programma di rafforzamento del mercato italiano -voluto fortemente dalla casa di Sant'Agata Bolognese - abbia rag-giunto il suo picco più alto proprio nel 2008. Solo in ottobre, in-fatti, la crescita è stata del 62%, con 21 bolidi consegnati controi 13 di due anni fa. A titolo d'esempio, considerando solo il primosemestre 2008, i profitti pre-imposte hanno registrato un'impen-nata fino a 35 milioni di euro, contro i 26,4 milioni dell'anno pre-cedente (+32,6%). In pratica, in un momento in cui il settore del-le quattro ruote piange miseria, con le grandi case americane inginocchio che chiedono insistentemente finanziamenti pubblici equelle europee che lamentano un crollo verticale delle vendite,c'è un motore che romba fuori dal coro. Tutto merito della Gallar-do LP 560-4 che ha registrato un boom di ordini in Italia, balzata

quest'anno dal quarto al secondo posto della classifica dei suoimercati più importanti. Tutto merito, soprattutto, di StephanWinkelmann, presidente e amministratore delegato della Casaacquisita nel 1998 dalla Audi (Gruppo Volkswagen). Nato a Berli-no, ma vissuto fra Torino e Roma per 23 anni, Winkelmann è sta-to amministratore delegato della Fiat Automobil AG Deutschlande in precedenza ha ricoperto varie funzioni nei settori vendite emarketing sempre alla Fiat sia in Italia, sia in Germania, Austria eSvizzera. E proprio lui, nel corso dell'inaugurazione del nuovoshow-room Lamborghini Bergamo del gruppo Bonaldi, ha traccia-to le linee guida del prossimo futuro. Sottolineando quanto l'arti-gianalità dell'azienda di Sant'Agata Bolognese sia un vanto e, so-prattutto, un tratto distintivo. "Lamborghini non è mai stata cosìforte. In 6 anni abbiamo decuplicato i volumi, in un'ottica d'e-spansione commerciale e di diversificazione del prodotto. Oggisono 121 i concessionari in 44 paesi nel mondo. Numero rad-doppiato in soli 4 anni (erano 65 nel 2004, n.d.r.), mentre la gam-ma prodotto attuale è la più ampia della storia dell'azienda".

La chiave del successo?"Gli elementi chiave di Lamborghini sono sempre stati la qua-lità e soprattutto l'artigianalità della produzione. Pochi model-li, ma massima attenzione ai dettagli e alla qualità. Sono sem-pre stati questi i valori distintivi dei nostri prodotti, insieme aldesign, alle prestazioni e alla grande passione che motiva lepersone che fanno di Lamborghini l'azienda che è oggi".

Il motore del lusso

A SINISTRAStephan Winkelmann

a bordo di una delle lussuose supercar

prodotte nella sede di Sant’Agata

Bolognese

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Parliamo di produzione: numeri bassi ma incassi re-cord. Risultati eccellenti con una catena produttivasimile a quelle dei tempi antichi."Acquistare una Lamborghini è pura emozione, l'espressione diun senso estetico, di uno stile di vita e della chiara volontà di di-stinguersi dagli altri guidando qualcosa di unico e al tempo stes-so molto trendy. Per ottenere questi risultati, però, serve un mo-dus operandi differente rispetto alle grandi Case automobilisti-che internazionali. Non guardiamo ai numeri di produzione, ben-sì al prodotto finale. Ci possiamo definire degli artigiani dellesupercar, perché quando una persona si siede al volante di unaGallardo vuole solo e sempre il top. Comunque sia, non direi chela nostra produzione è simile a quelle del passato. Direi piuttostoche è l'unione di tradizione e tecnologia. Queste due caratteristi-che sono alla base dei risultati ottenuti nel 2007 e 2008".

Un bel mix, ma come possono coesistere due concet-ti così distanti fra loro?"Da una parte abbiamo gli interni, i sedili e il volante totalmente ri-vestiti in pelle e cuciti a mano, realizzati con i migliori materiali pre-senti sul mercato. Dall'altra abbiamo un centro di ricerca e sviluppodegno delle più grandi Case mondiali, che s'avvale di strumentazio-ni all'avanguardia. A questo, poi, aggiungiamo una resa sempre piùefficiente del processo produttivo grazie anche a macchinari d'ulti-ma generazione. Ma tutto questo sarebbe inutile se non si fos-sero salvaguardati aspetti peculiari come lo spirito Lamborghi-ni: una caratteristica che accompagna la Casa fin dalla nascita".

Questione di mentalità?"Esatto. La storia ci ha regalato un nome e un simbolo cono-sciuti in tutto il mondo, ma non bastano per fare il definitivosalto di qualità. Servono il massimo dell'arte artigiana, acquisi-ta nel corso di tutta la storia industriale dell'azienda di Sant'A-gata. A questi vanno aggiunti la meccanica e il design del futuro".

Identikit dell'ultima nata, la Gallardo LP 560-4."Sedendosi all'interno dell'auto, si possono apprezzare le raffinatelavorazioni e i dettagli più tradizionali dell'arte automobilistica. Ma,al contempo, è un concentrato di tecnologia. E' la vettura che hacreato un nuovo punto di riferimento nell'ambito delle supersportive,grazie a un motore completamente nuovo, alla potenza aumentata

e a un software del cambio ulteriormente ottimizzato.Una vettura meno inquinante: siamo difatti riusciti a ri-durne le emissioni del 18%. Tutto questo è unito a unlook ancora più aggressivo, grazie ai nuovi proiettori e aun nuovo design del frontale a punta, in richiamo alla piùesclusiva Lamborghini di sempre: la Reventón".

Di cui avete venduto l'ultimo esemplare, fra iventi prodotti, proprio a fine 2008."E' la più esclusiva nella storia del nostro marchio, dalprezzo davvero importante (circa 1 milione di euro,n.d.r.). Anche qui il leit motiv dell'artigianalità è ai mas-simi livelli, come il concentrato di tecnologia: ciascuno

dei 20 esemplari realizzati, infatti, sono stati assemblati con al-tissimi livelli qualitativi e in modo totalmente artigianale nellestrutture di Sant'Agata Bolognese".

Lei è alla guida di Lamborghini dal 2005, com'è cam-biato il mercato?"Quello che mi sembra di vedere oggi è un mondo dell'autoche si muove a due velocità. Da una parte il segmento pre-mium dell'auto di lusso, che non soffre di particolari proble-mi e continua a mantenere un buon andamento. Dall'altraparte le Case automobilistiche mondiali che soffrono di unacrisi sistemica, da cui sarà difficile salvarsi senza feriti".

E' convinto della bontà degli aiuti di Stato?"Dipende dall'utilità degli stessi. Il problema esiste e va risolto, ma nonci si deve fermare alle apparenze: oltre ad aiutare le Case, si dovrà so-prattutto procedere ad un'attenta analisi e ristrutturazione del mercato.E' inutile sbilanciarsi, dobbiamo in primis capire gli orizzonti futuri diquesta crisi e procedere per gradi. Per fortuna noi non siamo coinvoltiin tutto questo, anzi il periodo è assolutamente roseo per Lamborghini".

Nessuna crisi, quindi, per il vostro marchio."No, assolutamente. Nel 2005 è stata messa a punto una moder-na ingegnerizzazione della gestione, che è stata un chiaro segnaledell'inizio di una nuova Era. Lamborghini vuole mantenere la lea-dership di design e innovazione, migliorare ulteriormente la quali-tà e potenziare l'immagine d'esclusività del marchio. Abbiamo pia-nificato nel lungo periodo una crescita superiore a quella del seg-mento di mercato di riferimento e ci stiamo riuscendo pienamente".

Parlavamo di rete commerciale potenziata. Ora siete sbar-cati anche a Bergamo: che obiettivi vi ponete a riguardo?"Il successo di un marchio deriva anche dalla qualità della rete divendita. Cerchiamo sempre di migliorarci e per farlo ci affidiamo aimprenditori del settore qualificati. Come la famiglia Bonaldi, nellavostra provincia sinonimo d'affidabilità e sicurezza. E' stata la fortedomanda ad indurci a creare una rete sempre più capillare nelle cit-tà più importanti del nostro Paese, a tal punto che dal 2006 a oggii dealer sono raddoppiati, e nel 2009 si aggiungeranno anche cittàcome Torino e Napoli. Siamo italiani e anche se facciamo capo adAudi, la nostra italianità non è mai stata messa in discussione".

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Ago e filola qualità si veste

Top BrandArticolo di Alice PericoFoto di Giorgio Chiesa

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In un mondo industriale in cui la produzionemanuale dell'uomo è stata via via sostitui-ta da quello delle macchine, ci sono realtàbergamasche in cui la figura dell'artigianoè stata, e sempre resterà, un punto focale

di tradizione. Non prodotti in serie, standar-dizzati e che soddisfano solo i gusti e le pre-ferenze di una clientela di massa, ma spazioalla qualità piuttosto che alla quantità, l'unio-ne della maestria artigiana con la tecnologiasettoriale, per ottenere il massimo in terminidi produzione. Poche sono ormai le impreseche riescono ad avere un rapporto diretto coni loro clienti, cercando di personalizzare i pro-dotti e adeguandoli alle specifiche richiesteindividuali, permettendo di avere così un ri-sultato finale senza compromessi. Il GruppoV&V è l'esempio di tutto questo: una realtàindustriale eccellente nel campo della cami-ceria sartoriale, seguita con modernità e tra-dizione dalla famiglia Valoti. Con un'espe-rienza trentennale alle spalle, tramandata digenerazione in generazione, la società natanel 1973 è riuscita a mantenere alto il nomenel campo della camiceria, grazie all'integra-zione tra il lavoro artigianale - punto di forza- e l'uso di moderni macchinari. "La massimaconfezione della camicia sartoriale - com-mentano all'unisono i tre titolari Luigi, Lucae Monica Valoti - viene espressa nell'ec-cellenza del nostro marchio Sonrisa e s'ispi-ra alla tradizione più rigorosa. Esperte rica-matrici esaltano le lavorazioni del passato,rendendo unico ogni capo prodotto".

Come siete riusciti a mantenere ilvostro primato nella camiceria sar-toriale made in Italy?

"Abbiamo rilevato l'azienda dai nostri pa-dri e abbiamo intrapreso nuove vie, nuovesfide, senza però trascurare i loro saggiconsigli. Abbiamo puntato soprattutto sul-la ricerca nello stile e sull'innovazione nelservizio, mantenendo come nostro puntodi forza la produzione di camicie e allar-gando gli orizzonti verso altri prodotti co-me i pantaloni. Siamo veramente fortuna-ti perché possiamo contare su un team(composto da circa 65 dipendenti, n.d.r.)molto unito e affiatato, elemento di fonda-mentale importanza per noi, essendo un'a-zienda a conduzione familiare. Speriamodi migliorare ed ampliare sempre più lanostra clientela, in modo da poter conse-gnare ai nostri figli, quando arriverà il mo-mento, un'azienda forte e produttiva, cosìcome i nostri padri hanno fatto con noi".

Quanto conta per voi la manualità el'artigianalità?"Diciamo che sono alla base dei nostri pro-dotti, il nostro cavallo di battaglia sono lecamicie su misura, che realizziamo nella se-de di Alzano Lombardo, integrando allemacchine il talentuoso lavoro manuale del-le nostre sarte, per essere poi vendute inmolte boutique italiane e nel mondo".

Una rete capillare di vendita, soprat-tutto nazionale."Forniamo i negozi più importanti d'Italia,strizzando l'occhio anche all'estero. Diciamoche siamo presenti in tutte le regioni, conuna rete potenziata soprattutto al Nord. Co-munque sia, osservando la cartina della no-stra nazione, possiamo tranquillamente so-

Ad Alzano Lombardo una delle più sofisticate e raffinate camicerie d'Italia,

la V&V da trent'anni protagonista nel tessile con un marchio di lusso come Sonrisa

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stenere di essere presenti ovunque, tranne che in Calabria".

Tecnologia e tradizione: può essere questo il binomiodel vostro successo?"Crediamo di sì. La nostra produzione, infatti, s'avvale di questedue componenti. Per avere una camicia che vesta alla perfezioneun cliente, è necessario conoscere esattamente le sue taglie. Lestesse che ci vengono fornite dagli addetti alla vendita dei molte-plici rivenditori autorizzati Sonrisa. Dopo aver attentamente rileva-to tutte le misure, queste vengono poi trasmesse in via telematicaalla nostra sede, dove - una volta elaborate - vengono reindirizza-te a dei sofisticati macchinari che, grazie ad un laser, ritagliano lastoffa riproducendo fedelmente le misure. In questo modo il mar-gine d'errore è nullo, mentre la velocità di produzione è massima".

Ed è qui che entra in gioco l'antico mestiere del sarto?"Esatto, perché quanto spiegato finora non è che l'inizio. La stof-fa ritagliata dai laser dei macchinari viene poi lavorata dalle no-stre abilissime sarte, che curano con attenzione ogni singoloparticolare. Otteniamo così un prodotto sartoriale accuratamen-te rifinito, per offrire ai nostri clienti una camicia che s'adatta alloro corpo in ogni sua singola parte".

Puro made in Italy di lusso."E' importante sottolineare che ogni prodotto Sonrisa viene confe-zionato esclusivamente in Italia, con i migliori tessuti. A questo ag-

giungiamo il confezionamento secondo i canoni tradizionali,fatti propri da Sonrisa: manica ribattuta all'inglese, fiancocucito a un ago, mosca stirata e inserita a mano, bottone inmadreperla e manica inserita a busto chiuso. La perizia e ilcontrollo continuo da parte del nostro staff conferiscono al-la camicia una qualità assoluta".

Quali sono i vostri punti di forza?"In primis avere oltre 300 varianti, in parte permanenti edin parte stagionali. Poi offrire un'ampia scelta di pregiatitessuti, in tinta unita e in fantasia, oltre che varie tipologiedi realizzazione: ad esempio colletto classico italiano osmoking, con copertura o meno del passante del papillon;doppi polsi con bottoni o da gemello plastron plissettato.Qui convergono elementi come esclusività e raffinatezza,un servizio creato per soddisfare i clienti particolarmenteesigenti, che richiedono un elevato livello di personalizza-zione dei capi che indossano".

In chiusura qual è il vostro segreto?"Semplice: la qualità, che deriva dalle mani delle nostrecollaboratrici, e la tradizione. Mentre molte case di mo-da hanno investito tanto su macchinari sempre più futu-ristici per produrre in serie, noi abbiamo scelto in primisdi puntare sul fattore umano. Non a caso, chi lavora allaV&V, si sente parte di una grande famiglia”.

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EccellenzeArticolo di Livio CasanovaFoto di Laura Pietra

"E' un'occasione - ha spiegato il presidente dell'ente camerale Sestini - per un'iniezione di fiducia, il messaggio che vogliamo trasmettere è che l'economia ripartirà, non bisogna essere troppo pessimisti"

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In tempi di mobilità è sempre il lavoro che nobilita

Con la 48esima edizione del "Riconoscimento del lavoro e del progresso economico" la Camera di Commercio di Bergamo

ha premiato l'operato di lavoratori e imprenditori che contribuiscono quotidianamente allo sviluppo economico della nostra provincia

"Il lavoro nobilita l'uomo", sempre e comunque. Questoè stato il messaggio più forte della 48esima edizionedel - Riconoscimento del lavoro e del progressoeconomico -, l'appuntamento tradizionale nel qualela Camera di Commercio di Bergamo riconosce e pre-

mia i meriti dei lavoratori bergamaschi. Domenica 21 dicembre, al-la Fiera di Bergamo, una platea di seicento persone (l'intera giuntacamerale, le autorità e i rappresentanti delle istituzioni, i parenti e ifamiliari dei lavoratori) ha applaudito le 87 persone che quest'annohanno ricevuto il premio. Un riconoscimento sentito e voluto per va-lorizzare l'operato di tutti quei lavoratori ed imprenditori che ognigiorno contribuiscono, con la loro attività, allo sviluppo economicodi Bergamo. Qualcuno ha definito, con molta efficacia, che la situa-zione attuale è frutto di una concezione del "lavoro dal fiato corto"che poggia su un'idea d'impresa di breve respiro, che ha messo insoffitta la centralità dell'uomo. Il premio della fedeltà al lavoro vanel verso opposto. E' nato e cresciuto senza mai perdere di vista

l'uomo che lavora, che grazie alla sua intraprendenza e alla sua de-terminazione contribuisce allo sviluppo aziendale. Per loro, i pre-miati, è stato un momento carico d'orgoglio che non è presunzione.Orgoglio (che vive in ciascuno di noi) per il proprio lavoro, passioneper il lavoro "ben fatto" frutto di una partecipazione e di un coinvol-gimento anche emotivo, attenzione e interesse genuino, frutto di fa-tica e di sacrifici. "Questo è un premio molto sentito dagli impren-ditori e dai lavoratori - ha spiegato Roberto Sestini, presidentedella Camera di Commercio di Bergamo - che lo vivono e lo sento-no come un riconoscimento degli sforzi fatti e, giustamente, si emo-zionano". Il riconoscimento di quest'anno si confronta con uno sce-nario delicato e particolare sia per l'economia mondiale che perBergamo. "Sono sotto gli occhi di tutti noi - ha continuato il presi-dente dell'ente camerale - le difficoltà che aziende e lavoratoristanno vivendo, questa è una crisi diversa da altre che io ho già vis-suto, ma come imprenditore ritengo che vada affrontata con fidu-cia". Uno spunto importante che lascia trasparire quanto sia fonda-

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mentale adoperarsi, imprenditori e maestranze, per un obiettivo co-mune e ben preciso. Quella di oggi è un'occasione importante - con-tinua ancora Sestini, presidente della Camera di Commercio di Ber-gamo - per un'iniezione di fiducia, il messaggio che quest'anno vo-gliamo trasmettere è che l'economia ripartirà: non bisogna esseretroppo pessimisti". Parole beneauguranti ma i termini e gli articoli digiornale di questi ultimi mesi non lasciano spazio a interpretazioni:incremento delle ore di cassa integrazione, annunci di licenziamen-ti, mobilitazioni e ricorso alla "mobilità". Prendiamo la parola "mobi-lità", con una semplice operazione matematica togliamo "una stan-ghetta" (a scuola i maestri chiamano così le gambe delle lettere) al-la "emme" e non mettiamo l'accento sulla "a" finale, tra le mani citroviamo un parola completamente nuova: nobilita, ma sempre le-gata al mondo del lavoro. Scherzidella lingua italiana o solo un giocodi parole? Niente di tutto ciò e mol-to di più, perché questo è quello chefa il lavoro. Da una parte, la sua ca-renza costringe molti lavoratori allamobilità con tutte le conseguenzedel caso, dall'altra nobilita l'uomo,creando in lui stimoli sempre nuovi,affinandone le capacità e stimolan-

do la sua creatività. Il riconoscimento camerale è destinato alle per-sone, a coloro che fanno la differenza: alla professionalità e all'inge-gno ma anche alla manualità, valori intangibili che restano nel tem-po e sopravvivono a qualsiasi tipo di crisi congiunturale o struttura-le che sia. Un modo simbolico per mettere in risalto il ruolo semprepiù centrale dell'uomo per sé e per l'impresa, per la società e il si-stema economico. Questo è lo spirito del premio che si ripete con ca-denza annuale. Istituito nel 1952, su specifica richiesta del Ministe-ro dell'Industria e del Commercio con la denominazione di - Premia-zione della fedeltà al lavoro e del progresso economico -, diventa unappuntamento annuale dal 1980 e dal 2006 si è perfezionato nellaforma e nella formula attuale. "Ora è più specializzato - ha sempreprecisato Sestini - i numeri si sono ristretti… da oltre 500 persone

premiate siamo passati a 85, aumentandola qualità della manifestazione", organizza-ta da Teamitalia, che ha curato la gestionee l'organizzazione della cerimonia di pre-miazione. Le categorie di assegnazione so-no state sette: Nuovi lavori (per questo nonsono stati dati riconoscimenti), lavoratori elavoratrici dipendenti - Anzianità e fedeltà(64 premi), lavoratori e lavoratrici dipen-denti - Curriculum particolare (6 premi), di-

DA SINISTRAVittorio Feltricon Roberto Sestini, presidente della Camera di Commercio di Bergamo

Alla Fiera Nuova sono stati consegnate 87 targhe, comprese 3 a personalità benemerite della nostra terra: il noto giornalista Vittorio Feltri, la stilista Mariuccia Mandelli - in arte Krizia - e l'imprenditore della stampa, Pietro Pozzoni

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rigente d'azienda (1 premio),coltivatori diretti (5 premi), im-prese industriali, commerciali,agricole e artigiane (7 premi) ebrevetti (2 premi per 4 perso-ne). Inoltre ci sono stati i rico-noscimenti a tre persone be-nemerite di Bergamo, berga-maschi che si sono distinti nel-la loro professione e che sonoconosciuti in Italia e nel mon-do. Per questa edizione sonostati scelti la stilista Mariuc-cia Mandelli, in arte Krizia, il giornalista Vittorio Feltri el'imprenditore Piero Pozzoni,del gruppo Pozzoni di Cisanoche si occupa di stampa e grafica editoriale. Significativo è stato ilfilmato introduttivo realizzato con le testimonianze di importanti per-sonaggi della scena socio-economica bergamasca, che ha aperto uf-ficialmente la cerimonia e ha fornito una sintesi tanto preoccupantequanto reale delle prospettive per Bergamo e provincia. Testimo-nianze dirette di Gianfranco Bonacina - Presidente "Banca di Credi-to Cooperativo" di Treviglio, Imelde e Stefano Cavalleri - Presidentee Vicepresidente "I Pinco Pallino S.p.A.", Maurizio Laini - Presidentedella Commissione di valutazione del Premio, Tullio Leggeri - Ammi-nistratore Unico "Leggeri S.p.A.", Andrea Lombardini - Amministra-tore delegato "Lombardini Holding", Miro Radici - Presidente "MiroRadici Group", Mario Ratti - Presidente "SACBO - Aeroporto di Orioal Serio", Ida Rocca - Presidente del "Comitato Imprenditoria Fem-

minile" della Camera di Commercio e Roberto Sestini - Presiden-te della Camera di Commercio di Bergamo. Nel corso della ceri-monia sono stati proiettati dei filmati realizzati con spaccati di vi-ta lavorativa di alcuni dei premiati, "un modo originale per pre-sentare e introdurre i protagonisti" - ha commentato Claudia Sar-tirani, responsabile dell'organizzazione per Teamitalia - "che ciconsente di conoscere meglio la vita di alcuni dei protagonisti diquesta edizione ". Tutto nel segno della musica. L'intervento mu-sicale dell'Ensemble del Bergamo Musical Festival "Gaetano Do-nizetti" ha aperto una giornata che molti porteranno con sé conun ricordo vivo e indelebile. Il saluto finale è stato affidato algruppo Ottoni dell'Istituto superiore di studi musicali "GaetanoDonizetti", diretto dal maestro Massimo Capelli.

DA SINISTRARoberto Sestini

con la figlia dell'imprenditore

Piero Pozzoni

Vittorio Feltri La sua carriera inizia a 19 anni, quan-do "L'Eco di Bergamo" gli assegna l'incarico di recen-sire le prime cinematografiche. Assunto poi alla "Not-

te", nel 1974 Gino Palombo lo chiama al "Corriere d'Infor-mazione" e dopo tre anno Feltri è al "Corriere della Sera".Nel 1983 diventa direttore di "Bergamo Oggi". Assume la di-rezione dell'"Europeo" nel 1989. Quando viene chiamato nel1993 a "L'indipendente", il quotidiano vendeva pochissimo elo porta a oltre centomila copie. Poi approda a "Il Giornale"e occupa per quattro anni la poltrona che è appartenuta aMontanelli, con lui ottiene il record delle vendite: oltre 240mila copie e l'utile di bilancio. Continua a curare la sua ru-brica sul settimanale "Panorama", subito inizia a collabora-re quotidianamente con "Il Foglio" di Giuliano Ferrara e conaltre testate nazionali, tra cui "Il Messaggero" e "Il Gazzetti-no". Il 1° settembre 1998 assume la direzione de "Il Borghe-se", il settimanale fondato da Leo Longanesi e dal 1° Luglio1999 è direttore del "Quotidiano Nazionale". Infine fonda ilnuovo quotidiano "Libero", che dirige dal 2000.

Mariuccia Mandelli Nel 1954 Mariuccia Man-delli, in arte Krizia, inizia la sua attività conla creazione e la produzione di gonne. Quan-

do la collezione è pronta, Mariuccia in veste d'au-trice, venditrice e indossatrice parte con due o trevaligie in giro per l'Italia per mostrarla nei negoziche le piacciono di più. Grazie alla sua lungimiran-za e alla sua libertà creativa Krizia si distingue peruna moda perfezionista e sofisticata, ma allo stes-so tempo duttile e dinamica: i tessuti grossi e volu-minosi accostati a quelli lisci e impalpabili, i mate-riali preziosi con un taglio sportivo, i colori più nuo-vi e tecnologici, ma anche quelli dolci e tradiziona-li, il pantalone e la gonna accompagnati al cardi-gan, intenso come giacca morbida o capo da pome-riggio o da sera indossabile anche sopra un abitosottoveste, solo per citare qualche abbinamento.Una moda sempre attuale che anticipa le tendenzee trae ispirazione dall'arte e dal cinema. Dai primianni '70 ogni collezione di Krizia nasce sotto il se-gno di un animale portafortuna, una consuetudineche nel tempo è diventata un rito denominato lozoo di Krizia. A capo di un'impresa da 400 milioni didollari, conta numerosissime licenze che riguarda-no profumi, scarpe, orologi, occhiali, foulards, bor-se e piccola pelletteria, cravatte, champagne e vini.

Pietro Pozzoni Raccontiamo il passato partendo dalpresente. Nel novembre del 2008 il gruppo Pozzoniacquisisce la divisione grafica della Mondatori con

circa 1500 dipendenti e stabilimenti in tutta Italia, con unfatturato aggregato 2007 di circa 600 milioni di euro. A ca-po di questo impero troviamo Pietro Pozzoni nato a CisanoBergamasco nel 1925. La sua avventura inizia nella tipo-grafia di famiglia "Tipografia F.lli Pozzoni", fondata il 20agosto 1913 a Brivio, che allora impiegava circa 30 dipen-denti. L'impulso fondamentale allo sviluppo della tipo-grafia coincide con l'introduzione in Italia, siamo negli an-ni '50, degli stampati per elaboratori, i moduli continui.Piero Pozzoni intuisce la presenza di una grande opportu-nità e sviluppa la F.lli Pozzoni aggredendo il mercato pri-ma regionale e poi nazionale. A metà degli anni '70 de-cide una politica di decentramento per prodotto e pre-senza regionale: crea infatti a Beverate di Brivio la "Elco-graph S.p.A.", per la stampa roto - offset e offset a foglio,oggi azienda leader in Europa per la stampa di cataloghie riviste, e la "Esa" nel mezzogiorno, per la stampa di pic-cole tirature di moduli continui. Una politica fatta di in-vestimenti e di acquisizioni fino ai giorni nostri, ma il fu-turo è ancora tutto da scrivere, pardon, da stampare.

Icone in chiave imprenditoriale

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Premi per lavoratrici e lavoratori dipendentidi ogni settore (industria, edilizia, artigia-nato, commercio, servizi, cooperazione epubblica amministrazione) in possesso di

particolare curriculum lavorativo, a prescinderedall'anzianità di servizio.PREMIATI - Antonella Giovanni Bardoni (Confiab -Consorzio Fidi Ass. Artigiani), Giorgio Bussolotti (Siad),Renato Mauri (Az. Ospedaliera Bolognini Seriate), Lui-sa Micheletti (Brembo), Simona Pelliccioli (Dandy Pro-jects), Gianluigi Roncalli (Brembo).

Premi per dirigenti d'azienda con anzianità interrotta di33 anni (28 se donna) nella stessa azienda, e consegui-mento alla data di emissione del bando, della qualificadi dirigente o di funzionario con mansioni direttive.PREMIATI - Enrico Rigamonti (Siad Spa) 34 anni10 mesi.

Premi per imprese industriali, commerciali, agricole eartigiane con più di 33 anni di ininterrotta e benemeri-ta attività, svolta in forma individuale o in forma di so-cietà (incluse quelle a responsabilità unipersonali,escluse le altre società di capitali).PREMIATI - Ottica Garufi Sas di Garufi Tullio &C. (Bergamo - Commercio - Commercio al dettaglio diarticoli per fotografia, cinematografia e ottica; stru-menti e attrezzature per uso scientifico) anni 67 mesi11; Elettromeccanica A. Colombo di Colombo IngLeonardo (Curnasco di Treviolo - Artigianato - Produ-zione morsetti componibili "ASI" per quadrielettrici e relativi accessori) anni 53 mesi 11;Mazzoleni Carlo (Bergamo - Commercio -Commercio al minuto di generi di salumeria)anni 42; Edilizia Artigiana di Riva Vitto-rino (Carvico - Artigianato - Lavori edili ingenere) anni 40; Ghiotti Enrico & C. snc(Cologno al Serio - Artigianato - Costruzioniin ferro e carpenteria metallica in genere)anni 35 mesi 1; La Salumeria di PulciniFranco & C. snc (Pradalunga - Commercio- Commercio al minuto di prodotti alimenta-ri e articoli per la casa) anni 33 mesi 6; Ca-rozzi Raffaella (Bergamo - Artigianato - La-vasecco) anni 33 mesi 4.

Premi per quanti abbiano, dal 1° luglio2007 al 30 giugno 2008, conseguito un

brevetto per invenzione industriale diparticolare interesse.PREMIATI - Walter Canova, Fabrizio Bo-netti e Gianpaolo Cortinovis (sistema di fis-saggio connettore elettrico al corpo pinzafreno); Bernardino Mauri (stampo e metodoper realizzare canali e fori di ventilazio-ne e di disco freno in materiale composito).

Premi per coltivatori diretti che abbianoprestato non meno di 33 anni di attività,in rapporto anche all'evoluzione del la-voro agricolo o in relazione alle nuoveesigenze del consumatore.PREMIATI - Battista Locatelli (Gorlago)50 anni 6 mesi; Mario Aldo Varinelli

(Terno d'Isola) 49 anni 3 mesi; Giambattista Maz-zoleni (Palazzago) 40 anni 6 mesi; GiambattistaBellini (Foresto Sparso 33 anni 9 mesi; CaterinaPisoni (Poscante di Zogno) 33 anni.

Premi per lavoratrici e lavoratori dipendenti con inin-terrotta anzianità di lavoro nella medesima aziendanon inferiore a 33 anni (28 se donna), con esclusionedel pubblico impiego. Sono ammessi i lavoratori deisettori edilizio e minerario (con esclusione degli addet-ti ai servizi strettamente amministrativi) con al-meno 33 anni di servizio anche presso aziende diverse.

40 anniRiccardo Pusineri (Bas - Servizi Idrici Integrati) 11 me-si; Fiorenza Urgnani (Novem Car Interior Design) Mar-cello Tarenghi (Colombo Filippetti).

39 anniVirgilio Magri (Novem Cam Interior Desing) mesi 10;Celestino Crotti (Fonderie Mario Mazzucconi) mesi 6.

38 anniLivia Donghi (Bcc - Banca della Bergamasca) mesi 5.

36 anniArrigo Noris (Minelli).

35 anniPatrizia Rossoni (Inces) 11 mesi; Pierangelo Bosio

(Scame Parre) 10 mesi; Gianfranco Pecis (Figli di Pie-tro Rodeschini) mesi 6; Angelo Bossetti (Scame Par-re) mesi 4; Oliviero Alberghetti (Lovato Electric).

34 anniGiorgio Rota (Same Deutz-Fahr Italia) mesi 10;Giovanni Suardi (Atb Servizi) mesi 9; GianpieroBertuletti (Scame Parre) mesi 8; Osvaldo Coffetti(Sab Autoservizi) mesi 8; Luigi Nava (Figli di PietroRodeschini) mesi 8; Remo Mazzoleni (FonderieMario Mazzucconi) 7 mesi, Pietro Pinetti (Siad) 6mesi; Gian Pietro Morstabilini (Scame Parre) 5mesi; Enrico Mottalini (Sab Autoservizi) 4 mesi;Battista Belotti (Camiceria Agatex) 3 mesi; Giu-seppe Nozza (Impresa TBB di Tomasoni & C) 3 me-si; Maurizio Cortinovis (Legler) 1 mese; LambertoPedroncelli (Segheria Emanuele Maffeis) 1 mese;Benedetto Spadafora (Ponte Nossa) 1 mese; An-nibale Alvino (Cartiere Paolo Pigna); Alberto Fa-giani (Neolt); Roberto Sidoni (Sab Autoservizi).

33 anniGianfranco Colombi (Atb Servizi) 11 mesi; AntonellaPagani (Elettromeccanica A. Colombo) 10 mesi; Lore-dana Bertuletti (Schneider Electric) mesi 1; ClaudiaConti (BCR Piscine) mesi 1.

32 anniCarla Cortinovis (Cotonificio Albini) mesi 2.

31 anniMarisa Aceti (Linea Sprint) mesi 9; Graziella Micheli(Istituto Palazzolo RSA"Sacro Cuore") mesi 9; Annaro-sa Rota (Neolt), mesi 9; Giovanna Martinelli (Cotonifi-cio Albini) mesi 6; Fiorella Pivellini (Schneider Electric)mesi 5; Elena Bonaita (Schneider) mesi 3.

30 anniIride Gambirasio (Prosimet spa) 11 mesi; CinziaPelis (Figli di Pietro Rodeschini) 10 mesi; Fernan-da Moro (Inces) 9 mesi; Flavia Palamini (ScameParre) 9 mesi; Bruna Carrara (Cotonificio Albini) 7mesi; Franca Esposito (Schneider Electric) 4 mesi;Annarella Palamini (Scame Parre) 4 mesi; DanielaTrebbia (RB Rotolificio Bergamasco) 4 mesi; Da-niela Agazzi (RB Rotolificio Bergamasco) 2 mesi;Carla Capitanio (Figli di Pietro Rodeschini) 1 mese.

29 mesiLaura Fagnani (Settimanale "Il Popolo cattolico")10 mesi; Oriana Rottoli (Prosimet) 10 mesi; Jolan-da Tarozzo (Figli di Pietro Rodeschini) 9 mesi; Lo-rena Palamini (Scame Parre) 8 mesi; GiuseppinaSantamaria (Schneider Electric) 8 mesi; Mariagra-zia Rozzoni (Linea Sprint) 6 mesi; Maria GraziaBuelli (Scame Parre) 2 mesi; Maria Teresa Cossa-li (Scame Parre) 2 mesi; Flavia Maffeis (MaglificioDalmine) 2 mesi; Domenica Vitali (Scame Parre).

28 mesiManuela Imberti (Scame Parre) 10 mesi; AnnaMaria Pagnoni (Figli di Pietro Rodeschini) 10 me-si; Giuliana Tagliaferri (Cartiere Paolo Pigna) 10mesi; Lucia Palamini (Scame Parre) 9 mesi.

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I premiati

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Neve&EconomiaSpeciale a cura di Livio Casanova

Viaggio nel mondo dello sci lombardo, primo appuntamento di un lungo percorso: nel prossimo numero focus dedicato esclusivamente alle località bergamasche

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"Vai direttamente sulla pista diPonte di Legno senza passareper la stazione iniziale", non èla versione invernale del gioco"Monopoli", ma è il sogno di

tutti gli sciatori. Chiudere gli occhi, inforcare gli scie salire sulle piste della Valchiavenna o sui piani diBobbio, fermarsi a mezzogiorno per pranzare e do-po una giornata intera trascorsa a sciabolare la ne-ve chiudere la giornata scendendo all'Aprica. Que-sto è un sogno e, purtroppo, è destinato a rimane-re tale perché la conformazione e la morfologia delterritorio lombardo, delle sue montagne, non per-mette il collegamento fisico tra tutte le piste da sci.Cosa rimane a coloro che, impavidi, vogliono as-

saporare due piste diverse nello stesso giorno? Re-sta l'amarezza di qualsiasi amante (della neve) tra-dito, a cui non rimane che salutare la pista, cam-biarsi d'abito, caricare le attrezzature in macchina,ridiscendere la valle per imboccarne un'altra sen-za nessuna certezza di trovare un manto nevosopronto ad accoglierlo. Gli unici slalom rimasti sa-rebbero così quelli tra le altre autovetture, tuttemosse (a passo di lumaca) verso qualche altra sta-zione sciistica. Ma quello che la natura non puòunire l'uomo può unificare. E così la regione Lom-bardia ha in serbo un progetto ambizioso per tuttigli sciatori: mettere in pista, questo è il caso di dir-lo, un finanziamento da 4 milioni di euro, per crea-re un unico comprensorio sciistico regionale grazie

La Lombardia scende in pista

con lo sky pass unico

La Regione lancia un progetto da 4 milioni di euro per creare un comprensorio sciistico unico

I numeri della proposta: 800 km di piste dislocate nell'arco di sei province,

340 impianti di risalita e oltre 1300 addetti

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ad un unico sky pass. La proposta è stata avanzata dall'Assessore re-gionale lombardo allo Sport, Pier Gianni Prosperini. Dai numeri tra-spare la portata di questo progetto: 800 km di piste dislocate nell'arcodi sei province, con 340 impianti di risalita e oltre 1300 addetti. Graziead un sistema di radiofrequenza le stazioni sciistiche saranno messe

in rete con un sistema di lettura unificato. Un unico sky pass, quindi, euna sola card - la carta regionale dei servizi - per i lombardi, mentre peri turisti stranieri e per quelli provenienti da altre regioni si utilizzerà unticket biodegradabile, usa e getta. La Regione riconoscerà agli im-piantisti un contributo del 90% per l'acquisto del software e delle ap-

Vale 80 milioni di euro il fatturato complessivo delle società di gestione delle località lombarde, cresciuto nel 2007 del 20% Nella passata stagione sono stati venduti 2.200 tra abbonamenti e stagionali, per un importo di 1 milione e 100 mila euro

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parecchiature da installare in pista. Il compito più deli-cato spetterà ad Anef Ski Lombardia, partner dell'inizia-tiva, che dovrà mettere a punto lo skipass unico tenen-do conto delle diverse tariffazioni da località a località.

In Giunta si scatena la bufera con la Lega - Alla pro-posta avanzata dall'Assessore regionale lombardo alloSport di uno skipass unico si sono mostrati contrari alcuniconsiglieri regionali della Lega. "E' un'operazione effimerae di mera immagine - questo è stato il parere dei leghistiLuciana Ruffinelli e Giosuè Frosio - in un momento incui gli operatori stanno facendo fronte proprio all'ammo-dernamento o all'innevamento pur di resistere alla temuta crisi e con-tinuare a sostenere l'economia della montagna". Quindi, a detta loro,si tratterebbe solo di un'operazione di facciata. "Per affrontare i pro-blemi del turismo invernale lombardo - continuano i due rappresen-tanti della Lega Nord - l'Assessore Prosperini sogna di creare ununico grande comprensorio regionale di 30 stazione sciistiche,con un pass costituito dalla carta regionale dei servizi. Questoproprio mentre la Valtellina non riesce a trovare gli accordi per unproprio skipass unico. Il progetto costa 4 milioni di euro che - sem-pre secondo i due consiglieri del Carroccio - dovrebbero essere di-rottati per l'acquisto del software e delle apparecchiature da in-stallare in pista". Scende il gelo, ma la critica non finisce qui."Peccato - concludono - che i 4 milioni di euro fossero stati inse-riti in bilancio dalla Lega Nord con un emendamento per la ''realiz-zazione, riqualificazione, potenziamento e ammodernamento degliimpianti di risalita, quindi per interventi assolutamente strutturali fi-nalizzati anche alla maggior sicurezza degli utenti sugli impianti".

L'idea di un comprensorio - In tutti i casi, il timore d'inizio novem-bre tra gli operatori del settore è stato palpabile, la preoccupazione èche quest'anno a "riempire" le piste ci fosse solo la recessione. So-prattutto, dopo il bilancio positivo dell'ultima stagione dove il fattura-to, che nel complesso si stima intorno agli 80 milioni di euro, è cre-sciuto del 15% in certe località, fino addirittura a toccare il tetto del30%. Ma a dispetto dei soliti pessimisti, l'inizio di stagione se non èstata una vera e propria cannonata, in tutti i casi è partito con i fiocchi,quelli scesi direttamente dal cielo. La tradizione popolare vuole che"Quando nevica sulla foglia, è un inverno che fa voglia". La versioneitaliana risente della sua accezione dialettale, ma lascia intenderechiaramente che se la prima neve è caduta a novembre, con le foglieancora sulle piante, l'inverno sarà piuttosto lungo. Per tutti gli amantidegli sport invernali significa che il manto nevoso resisterà per tuttol'inverno e difficilmente si dovrà ricorrere all'utilizzo di cannoni. Tradot-to in un linguaggio puramente economico, nel bilancio di questa sta-gione invernale non potrà entrare la voce - carenza di neve - perché ifiocchi bianchi sono scesi copiosi e abbondanti, al di sopra di ogni piùrosea aspettativa. Se vogliamo fare un confronto il pensiero scivola al-l'inverno 2006/2007, una stagione particolarmente critica proprio acausa della carenza di neve. Invece, questa stagione si è aperta sottoi migliori auspici perché i dati sulla prima parte della stagione sono lar-gamente positivi. Dal ponte dell'Immacolata, quando si sono aperti uf-

ficialmente i tornelli, tutti i timori si sono sciolti con l'andamento posi-tivo di queste settimane, proprio come neve al sole. Oltre 3 milioni diitaliani hanno trascorso le festività in montagna, accettando prezzi cheprovano a sfidare la concorrenza e la crisi, nonostante il diffuso pessi-mismo economico nazionale e con il termometro del pil sotto... zero.Per ammodernare gli impianti o migliorare lo sky area, le cinquanta so-cietà che gestiscono gli impianti di tutta la Lombardia hanno limitatogli investimenti e le località che possono vivere di rendita si contanosu una mano, le più attrezzate sono Livigno, Adamello Sky e Valchia-venna Sky area. Ma le richieste della clientela sono sempre maggiorie spaziano da piste battute e perfettamente innevate ad un bigliet-to unico valido su tutto il comprensorio, a prezzi ragionevoli. Questaè la cornice dove s'inserisce il progetto ambizioso dello sky pass uni-co. Un investimento da 4 milioni di euro per creare un unico e gran-de comprensorio sciistico che misura 800 km di piste, che abbrac-ciano sei province, con 340 impianti di risalita e oltre 1300 addetti.

I vantaggi -Con la carta regionale dei servizi, il tesserino giallo, si po-trà acquistare il giornaliero, sarà letto da un sistema di radiofre-quenza al semplice passaggio dello sciatore lombardo ai tornelli men-tre a disposizione di stranieri e turisti ci sarà un ticket biodegradabile."Triplice è la valenza - precisa Prosperini - meno scocciature e più com-fort per lo sciatore, la tracciabilità degli sky pass e delle presenze in pi-sta, innovazione organizzativa e tecnologia sugli impianti. Uniforman-do il sistema tecnologico e organizzativo i numeri degli sciatori afflui-ranno in una banca dati che sarà creata in Regione e saremo così ingrado di orientare gli interventi e rendere più efficaci le iniziative pro-mozionali. Inoltre, in un futuro ormai prossimo, con un'unica tessera sipotrà sciare, andare alle terme, visitare musei, pagare parcheggi, usu-fruire di mezzi di trasporto e altro ancora". La Regione riconoscerà agliimpiantisti un contributo del 90%, di cui la metà a fondo perduto e me-tà con tasso del 0,5% per l'acquisto del software e delle apparecchia-ture da installare in pista. Partner dell'iniziativa è Anef Sky Lombardia,il consorzio funivie che riunisce ben 30 stazioni sciistiche lombarde:Aprica, Bormio, Campodolcino, Madesimo, Caspoggio, Chiesa V.co, Li-vigno, S.Caterina V., Val di Dendro, Val Gerola, Borno, Gaver, Monte-campione, Ponte Legno/Tonale, Val Palot, Maniva, Carona, Colere,Foppolo, Lizzola, Monte Pora, Piazzatorre, Presolana, San Si-mone, Valtorta, Spiazzi di Gromo, Barzio, Alpe Paglia. L'associa-zione che ha il compito di mettere a punto lo sky pass unico, dovrà fa-re i conti con un Iceberg nel quantificare l'incidenza delle differenti ta-

1998-1999

2000-2001

2003-2004

2005-2006

2007-2008

I numeri del turismo invernale

3.840 mld. di lire

4.300 mld. di lire

2,6 mln. di euro

3,9 mln. di euro

4,8 mln. di euro

17.200 mld. di lire

19.200 mld. di lire

11,4 mln. di euro

12,3 mln. di euro

12,9 mln. di euro

Fatturato diretto Stagione invernale Giro d'affari complessivo

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riffazioni da località a località. Si tratta di una vera e propria montagnad'interessi economici legati al sistema di ripartizione delle "giornatesci" effettuate dagli sciatori che utilizzano abbonamenti e stagionali.Per la scorsa stagione ne sono stati venduti 2.200 per un importo di 1milione di euro. Ma è chiaro che lo skipass unico deve passare primadi tutto per le realtà locali. A Bergamo se ne discute da tempo, il risul-tato è stato che per la Valle Brembana, oggi, si può parlare di com-prensorio mentre per la Val Seriana e la Val di Scalve tutto è an-cora sulla carta o peggio ancora nella biro. Lo stesso discorso vale per"Ski passion" che l'assessore al turismo della Provincia di Sondrio,Maurizio del Tenno, con il cronometro alla mano, era già pronto afar partire. Ma il biglietto unico per la Valtellina e la Valchiavenna nonè stato strappato, anzi è stato congelato dopo il veto di Livigno, alleprese con un contenzioso legale tra i due maggiori operatori.

Un comprensorio d'idee -Ma per portare la gente sulla neve bisognafarla, prima di tutto, salire in montagna e mentre il progetto skipass uni-co è al vaglio della Giunta regionale, quello lombardo è diventato un ve-ro e proprio comprensorio d'idee. Passeggiando idealmente sulle mon-tagne sono molte le idee messe in pista. Per attirare la clientela, Livignooffre sciate gratis ai turisti. In Valsassina, ai Piani d'Artavaggiosi sonomossi in modo risoluto: via i sette obsoleti skilift che, dopo 30 anni d'at-tività, non erano più a norma. Al loro posto sono stati posizionati quattrotapis roulant, di lunghezza compresa tra i 95 e i 140 metri e una penden-za che arriva al 25%. Oltre ai quattro tapis roulant, che sono costati 1.000euro al metro, è stato realizzato un centro servizi, un garage ed è statoacquistato un gatto per le nevi. L'offerta di Artavaggio è sicuramente van-taggiosa: la salita in funivia (a.r.) costa per un adulto 10 euro, mentre perun bambino il costo è di 7 euro. Il giornaliero per i tapis roulant è di 5 eu-ro, mentre ai Piani di Bobbionel week end il giornaliero costa solo 29

euro. A 10 minuti dal centro di Varese e 45 da Milano troviamo Brinzio.La struttura presente è dedicata a tutti gli amanti dello sci di fondo. In unsuggestivo paesaggio troviamo percorsi da 8, 5, 3, e 2,4 chilometri doves'alternano passo pattinato a passo alternato, che grazie al contributo divolontari, dai 2 ai 5 euro permettono d'incassare 300 euro al giorno nelweek end. E' anche possibile una sgambata serale ogni mercoledì dalle18 alle 22 grazie all'impianto d'illuminazione. Ai tempi della valanga az-zurra, Caspoggio, in Valmalenco, balzò agli onori per il campione IlarioPegorari, conosciuto da tutti come "Pecos". Oggi la stazione cerca il ri-lancio puntando su una clientela di nicchia: gli appassionati di scialpini-smo. Tre giorni la settimana, gli impianti di risalita che sono in tutto sei,restano chiusi, mentre le piste di sci, 20 km, ospiteranno gratuitamentegli impavidi con ai piedi le pelli di foca. Nel fine settimana si torna alloskipass e agli ingressi tradizionali. Adamello Ski è il consorzio che l'annoscorso ha registrato il record di presenze con 308.145 skipass venduti tragiornalieri, plurigiornalieri e stagionali. Il comprensorio abbraccia le lo-calità di Ponte di Legno, Passo del Tonale, Temùe ghiacciaio Pre-sena e insieme arrivano a circa 6.000 posti letto. Da due anni il consor-zio ha rinnovato le strutture e creato un impianto all'avanguardia, con lacabinovia che collega Ponte di Legno al Tonale, la skiarea di Temù e leotto piste disegnate all'interno dei boschi del Parco dell'Adamello. Sitratta del più lungo impianto in Italia, utilizzato anche come trasporto ur-bano, per ridurre il traffico e l'inquinamento. Rimane il capitolo locale:Bergamo, la Val Brembana, la Val Seriana e la Val di Scalve. Ma questoè un pezzo ancora tutto da scrivere. Noi spegniamo il computer, infor-chiamo gli sci e andiamo ad accarezzare la neve delle nostre montagne.Ad attenderci ci sarà l'aria fine delle nostre vallate, ad attendervi inedicola, invece, il mese prossimo (a febbraio, n.d.r.) ci sarà uno spac-cato sul comprensorio unico della Valle Brembana e le prove di com-prensorio e di comprensione in Val Seriana.

Sono molte e diversificate le strategie messe in pista per la stagione invernale: da aree a misura di famiglie con bob, slittino e snowtubing, a comprensori che puntano su settori di nicchia come gli appassionati di scialpinismo

Ponte di Legno

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In copertinaArticolo di Luca BilottaFoto di Giorgio Chiesa

Era il 1959 quando il commendatore Lorenzo Bonaldidiede vita ad una delle realtà imprenditoriali più flo-ride del panorama bergamasco. A cavallo fra il de-cennio della rinascita e quello della consacrazioneeconomica italiana, ebbe così inizio un lungo viag-

gio di famiglia. Cinquant'anni senza sosta sulla strada delmercato automobilistico, l'asfalto che scorre in sella ad unaMoto Guzzi per poi cedere il passo alle quattro ruote. Nelmezzo di questo percorso tanti chilometri fra gioie e dolori,tanti modelli d'auto e tanti marchi che raccontano Bergamoe i suoi cittadini. E' la storia del Gruppo Bonaldi, un'azienda- ma soprattutto una famiglia - che col tempo è riuscita acreare un legame indissolubile, solamente pronunciando uncognome, fra la nostra città e i motori. Una trasformazionegraduale iniziata, come detto, nel 1959 con Volkswagen e ilsuo storico "Maggiolino", ma anche con Porsche e i suoi bo-lidi da pista. Un'avventura proseguita con Audi, Skoda e -l'ultima arrivata, a fine 2008 - Lamborghini. A distanza dicinquant'anni Bonaldi è divenuto un gruppo ramificato, com-posto da tre realtà unite dal nome: Bonaldi Motori S.p.a. -che si occupa dell'attività commerciale dei marchi Volkswa-gen, Audi, Skoda, Veicoli Commerciali Volkswagen e di Su-pernovaCar Outlet -, Bonaldi Tech S.p.a. - ovvero il "Centro

Il rombo dei cinquant'anniGli a.d. Simona Bonaldi e Gianemilio Brusa aprono le porte al 2009, anno d’oro del Gruppo, presentando la new entry Lamborghini BergamoL'ultima stella della costellazione Bonaldi, affidata a Michele Brusa

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"Fin da piccola ho imparato dai miei genitori,

a considerare l'azienda come parte integrante

della famigliaCome loro, ogni mattina

vado in ufficio con grinta e passione:

non è solo lavoro, è semplicemente la mia vita"

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Porsche Bergamo" - e Bonaldi S.p.a, dedita alla gestione deiservizi amministrativi e informativi del Gruppo. Un colossoda 230 dipendenti e un fatturato consolidato di 200 milionidi euro. Ma alla base è rimasta la stessa filosofia che con-traddistinse la nascita dell'attività: la passione per il propriolavoro e la famiglia. E' stato così per Lorenzo Bonaldi, lo èper sua figlia Simona. "Fin da piccola ho imparato dai mieigenitori, a considerare l'azienda come parte integrante del-la famiglia. Come loro, ogni mattina vado in ufficio con grin-ta e passione: non è solo lavoro, è semplicemente la mia vi-ta". E lo stesso vale per Gianemilio Brusa - genero del fon-datore - e per suo figlio Michele. "La nostra forza è l'unione.Proprio mio suocero ha saputo infondermi questo concettoed io, da trentacinque anni in azienda, ho saputo apprezzar-ne col tempo la validità. Ogni scelta intrapresa viene stu-diata e ponderata fra noi, in questo modo abbiamo costrui-to negli anni la solidità del Gruppo". Ora sono loro, seppurcon compiti differenti, a portare avanti il segreto di casa Bo-naldi. A discapito delle avversità della vita e del mercato,sono stati capaci in questi anni di crescere, fino a sfidarel'attuale crisi congiunturale con l'apertura di un nuovoshow-room ad Azzano San Paolo. Un vanto per la nostra pro-vincia, capace d'aggiungere una nuova stella nella propriacostellazione. "Ci crediamo molto - affermano gli ammini-stratori delegati Simona Bonaldi e Gianemilio Brusa - inquesto progetto. Sappiamo che la scelta di aprire un nuovoshow-room può stridere con l'attuale periodo economico in

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Era il 1959 quando il commendatore Lorenzo Bonaldi diede vita ad una delle realtà imprenditoriali più floride del panorama bergamasco: un Gruppo che oggi conta 230

dipendenti, cinque società e un fatturato consolidato di 200 milioni di euro

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cui si trovano l'Italia e l'Europa. Pare una decisione azzar-data, ma non è così. La nostra filosofia è sempre stata quel-la di non fare il passo più lungo della gamba, ma - al con-tempo - di prendere al volo ogni opportunità che ci si pale-sava all'orizzonte. Abbiamo scartato altre ipotesi interes-santi, che potevano incrementare i volumi del Gruppo. Que-sta possibilità, però, non potevamo rifiutarla. Fa parte di unprogetto molto più ampio, che intendiamo portare avanti neiprossimi anni. Crescere qualitativamente, nei servizi e an-che nell'offerta. Guardare verso l'alto con un marchio che,affiancato a Porsche, ci gratifica e rende onore a Bergamo".

Cinquant'anni e non mostrarli: il 2009 è un anno im-portantissimo. Un compleanno considerato comepunto d'arrivo o di partenza verso nuovi orizzonti? "Noi guardiamo sempre al futuro. Diciamo che - s'inseri-sce Simona Bonaldi - i cinquant'anni sono una fase dipassaggio della nostra vita aziendale. Aprendo lo show-room di Lamborghini, ad esempio, sapevamo - prosegueGianemilio Brusa - del periodo economico non facile. Mail nostro sguardo è andato oltre la crisi: abbiamo l'op-portunità di rivolgerci ad una fascia di mercato che coprel'Est della Lombardia e il Veneto. Non solo Bergamo, maanche Brescia, Cremona, Mantova, Verona. Bacini d'u-tenza ampi, che consentono di guardare al futuro con piùfiducia. Inoltre parliamo di un settore, quello del lusso,che risente della crisi in chiave minore".

Non era più strategico collocare la sede a Brescia, lo-gisticamente nel mezzo alle province di riferimento?"Vero, ma siamo e restiamo bergamaschi. Non volevamo allonta-nare quest'ultima "opera" dal cuore dell'azienda. Sarà una visio-ne romantica, ma riteniamo sia giusto valorizzare la provincia checi ha visti nascere e crescere. Se siamo diventati un Gruppo, è so-prattutto merito di Bergamo e dei bergamaschi".

L'accordo con Lamborghini si può definire un bel re-galo per i cinquant'anni di vita imprenditoriale."In realtà non ce lo siamo ancora fatti, come detto guardiamosempre avanti e per noi Lamborghini non è più una novità. Nonsveliamo nulla, ma nei nostri piani ci sono ulteriori sorprese. Il mi-glior regalo - afferma sorridendo Simona Bonaldi - è l'affetto diBergamo e dei suoi cittadini. E' grazie a loro, che ogni giorno si ri-volgono a noi, se siamo cresciuti in questi cinquant'anni. Ed è perquesto che abbiamo in mente qualcosa d'importante per la città".

Siete l'unica realtà nel mondo dell'auto, sia in Italia sia inEuropa, così grande e strategicamente ramificata. In moltisi chiedono come si possa raggiungere un simile risultato."Il nostro segreto, se così si può definire, è aver avuto la capacitàdi diversificare il nostro business. Ne sono un esempio la B.V.A.Leasing S.p.a., o l'esserci affacciati anche nel mondo assicurativocon Bonaldi Scudo. La continua ricerca di nuove prospettive, sem-pre legate al mondo dell'auto, ci permette di rafforzare il Gruppo- che poggia comunque le proprie basi sulla vendita di auto nuo-

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“La scelta di aprire un nuovo show-room con l'attuale periodo economico, può sembrare una decisione azzardata,ma non è così. Fa parte di un progetto molto piùampio, che intendiamoportare avanti nei prossimi anni: crescere qualitativamentenei servizi e anche nell'offerta”

ve e usate (con SupernovaCar Outlet, n.d.r.) - e nel contempod'assorbire con più facilità le scosse del mercato".

Diversificazione in primis: non avete mai pensato diguardare oltre l'orizzonte delle auto?"La Lorenzo Bonaldi S.r.l., azienda vitivinicola e immobi-liare di famiglia, ne è un esempio. In realtà, ogni giorno,ci guardiamo attorno per studiare nuovi settori, più red-ditizi e tranquilli. Ma non siamo ancora riusciti a trovareuna valida spalla a cui appoggiare il nostro core busi-ness. Forse è destino, si vede che il mondo dei motori èparte del nostro Dna".

Siete portabandiera, comunque, di realtà automobilisti-che dal grande richiamo commerciale. Ad esempio Volk-swagen e Audi sono sinonimi d'affidabilità e tecnica."Mio suocero - afferma Gianemilio Brusa -, fin dall'inizio si è le-gato a marchi tedeschi, che con il tempo hanno saputo innovar-si e migliorarsi. E' stata una scelta fortunata e lungimirante alcontempo, che ha facilitato la crescita esponenziale dell'azien-da. Ma, come insegna il mercato, il marchio non è sufficiente.Servono ben altri aspetti per reggere la concorrenza".

Ad esempio?"La cura dei servizi è fondamentale: nel nostro settore ènecessario "avvolgere" la clientela con aspetti che van-no oltre la semplice vendita. Parliamo dell'assistenza,della velocità d'azione e dell'organizzazione perfetta, ol-tre che del centro ricambi sempre operativo. A tuttoquesto, ovviamente, deve essere affiancata la cortesiadei dipendenti: un valore basilare nella società di oggi".

Siete un punto di riferimento per la provincia, basilare - peri marchi rappresentati - per molti rivenditori sul territorio.Diciamo che, Volkswagen Group Italia, a Bergamo è sino-nimo di Gruppo Bonaldi. Un bel jolly in chiave fatturato."Fin dagli albori Lorenzo Bonaldi ha creato una rete di officine au-torizzate sul territorio della provincia. Questo rapporto si è consoli-dato col tempo, fidelizzando non solo i clienti ma chi, seppur inpiazze differenti dalla città, vende e ripara auto su nostro manda-to. Questo ci permette, al giorno d'oggi, di essere presenti capil-larmente come service in tutta la Bergamasca, ma anche di realiz-zare numeri importanti. Anche questo, oltre alla diversificazione, èun punto focale della nostra storia".

Parliamo del mercato: com'è andato, in definitiva, il 2008?Previsioni per il 2009?"Possiamo ritenerci soddisfatti, abbiamo mantenuto il trend del2007, risentendo poco degli ultimi tre mesi travagliati. Quanto al-l'anno appena iniziato, sarà un periodo duro in generale. La nostrafilosofia aziendale ci consente di affrontare, con una certa tran-quillità, le attuali difficoltà del mercato. Ma prevediamo comunquedue mesi - gennaio e febbraio - dal clima rigido".

Siete sempre stati all'avanguardia anche nello sport. Ilmondo delle corse ha contagiato il Gruppo, ci sono simili-tudini fra la guida in pista e la direzione di un'azienda? "Non per essere ripetitiva - conclude Simona Bonaldi -, ma sonosempre la passione e l'adrenalina. Sono loro che ti spingono ad an-dare in ufficio tutti i giorni, a restarci fino a tarda sera, alla ricercadi nuovi obiettivi e successi. E sono le stesse che ti portano allaguida di un bolide in pista a sfidare altri piloti. Proprio come nel la-voro, quando si combatte la concorrenza sul mercato".

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E'stato l'evento clou cittadino di fine anno2008. Stiamo parlando dell'inaugurazionedel concessionario Lamborghini Bergamo,

che ha ufficialmente segnato l'inizio di una nuo-va sfida per il Gruppo Bonaldi. Un'avventura affi-data - come vuole la tradizione - alla nuova ge-nerazione di famiglia: il figlio dell'amministratoredelegato, da dieci anni in azienda, MicheleBrusa. Una scommessa vinta in partenza, fin pri-ma di aprire le porte dello show-room da circa300 metri quadrati ad Azzano San Paolo. "A di-stanza di un mese dall'apertura - afferma il diret-tore, responsabile anche di SupernovaCar Outlet- abbiamo già sottoscritto ben otto contratti. Enon stiamo parlando di ex proprietari Lamborghi-ni, ma di clienti ex novo che hanno deciso di pro-vare il brivido del motore made in Italy". Numerisignificativi, che permettono di strutturare il la-voro con più serenità in vista del break evenpoint. "Abbiamo la fortuna di rappresentare inLombardia un marchio prestigioso e dinamico,che non impone vincoli numerici ristretti di ven-dita. Questo ci consente di lavorare con più cal-

ma e maggior grinta commerciale, in previsionedi raggiungere il nostro obiettivo annuale. Qualè? Diciamo che, conquistare il 15% del mercatonazionale di questo marchio, sarebbe davvero unbel successo". La nuova concessionaria, fra l'al-tro, è una tra le prime in Italia a rispettare i nuo-vi standard qualitativi imposti dalla casa madre:"Abbiamo un sistema tecnologicamente avanza-to - continua Michele Brusa -, dal punto di vistahardware e software. In pratica il cliente puòcreare digitalmente la sua vettura in diretta. E'come andare dal sarto: insieme ai responsabilidella concessionaria, si potrà disegnare su misu-ra la propria Lamborghini". Tecnologia su strada,ma anche nello show-room (che conta sei dipen-denti, fra venditori e meccanici, al suo interno).La filosofia di vendita, però, è la stessa di qual-siasi altro punto vendita Bonaldi. "Cortesia, com-petenza e massima affidabilità sono assicurate.Per quanto riguarda il rapporto con il cliente,invece, c'è forse più attenzione ai particolari:si può, eventualmente, richiedere anche laprova su strada direttamente a casa".

Michele Brusa: "Puntiamo a conquistare il 15% del mercato nazionale Lamborghini"

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Da quando si sono scoperte le pericolosità legate al-l'utilizzo dell'amianto, l'Italia è stata la seconda na-zione europea a regolamentarne l'uso. Un primatomai messo in evidenza, che gioverebbe alla tanto bi-strattata immagine del nostro paese. Nel corso degli

anni poi, si sono susseguite varie normative, che hanno visto an-che le altre nazioni europee allinearsi al primato italiano. Nelfrattempo il mercato è completamente cambiato. Caratterizzatoda aspetti pionieristici nel decennio '70-'80, è arrivato alla com-

pleta definizione di ogni comparto nei giorni nostri. BonificheAmbientali Waste & Works S.r.l. - realtà leader degli aspettioperativi nel risanamento di siti contaminati -, è riuscita a man-tenere il passo nel corso degli anni. Anzi, a tal proposito, siproietta nel futuro, attraverso una nuova iniziativa volta alla com-pletezza delle specializzazioni. "Le normative - afferma MauroAndreini, direttore commerciale -, si sono evolute negli anni. Inpartenza, addirittura, non esisteva un testo che regolamentassei nostri interventi. Con la legge 27757/912, invece, si è dato un

giro di vite decidendo di bloccare l'uso dell'a-mianto. Con lo scorrere degli anni, infatti, leleggi in tal senso sono aumentate. Il settore ri-chiede sempre più professionalità, ma anchemaggiore attenzione burocratica e normativa.Una crescita esponenziale arrivata recente-mente alla creazione del PRAL (acronimo diPiano Regionale Amianto Lombardia, n.d.r.).Insomma, non ci troviamo più dinanzi a unmercato totalmente pionieristico. Proprio perquesto LDM Group S.r.l. ha investito in Bo-nifiche Ambientali W & W. Vogliamo che nes-sun problema sia irrisolvibile, e per farlo eranecessario unire le risorse di tre aziende concompetenze diverse, ma operanti nello stessosettore. Cramer S.r.l. - realtà impegnata da

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Mauro Andreini, direttore commerciale:"Vogliamo che nessun problema sia irrisolvibile, e per farlo era necessario unire tre competenze diverse, ma operanti nello stesso settore"

Nuove tecnologie per la tutela dell'ambiente: la mission di Bonifiche AmbientaliWaste & Works

Unioni&BusinessFoto di Laura Pietra

A DESTRAAlcune fasidi bonificaindustriale

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Il maggiore azionista di Bonifiche Ambientali W&W S.r.l., LDM Group S.r.l., ha acquisito partecipazioni di minoranza in Cramer S.r.l. - realtà impegnata daanni nella ricerca di nuove soluzioni innovative per il recupero di rifiuti a bassoimpatto locale -, e in NCE S.r.l. - società specializzata nell'ingegneria ambientale -, con particolare competenza nel risanamento di siti contaminati

Mauro Andreini

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A DESTRAUna fase di recuperodi bonificada prodottichimicidi una roggiaa Bergamo

anni nella ricerca di nuove soluzioni a basso impatto locale -,NCE S.r.l. - società specializzata nell'ingegneria applicata al-l'ambiente -, si uniscono così alla decennale esperienza operati-va del management di Bonifiche Ambientali Waste & Works".Una maturità aziendale che deriva da molteplici aspetti. In primoluogo la storia. Bonifiche Ambientali Waste & Works S.r.l. è sta-ta fondata grazie ad una ventennale professionalità nel settoreda parte dei componenti dello staff dirigenziale. Dall'altro le va-rie certificazioni di qualità ottenute nel corso di questi ultimi an-ni d'intenso lavoro. In questo senso la ISO 9001- che propone unsistema di gestione della qualità, pensato per ottimizzare i pro-cessi aziendali -, si unisce all'iscrizione nell'Albo Gestori Am-bientali in due particolari Categorie. La 9 - bonifica di siti conta-minati -, e la 10 B: bonifica da amianto friabile e compatto. Il cuo-re ecologico di Bonifiche Ambientali Waste & Works S.r.l., dun-que, non si ferma neanche dinanzi alla crisi che ha caratterizza-to - tra gli altri - anche il settore edilizio, quello forse più legatoall'implementazione ecocompatibile dei terreni. "Non abbiamorisentito - afferma l'amministratore delegato Diego Madolago-, della generale flessione del mercato. Se viaggi troppo veloce,al di sopra delle tue possibilità, il contraccolpo che deriva da unimprovviso rallentamento è più forte. Non essendo legati ai gran-di immobiliaristi finanziati dalle banche - rimasti a piedi dalla

chiusura del rubinetto della liquidità, ma piuttosto a realtà solideed esigenti, siamo riusciti a non accorgerci della loro flessione.Questione di scelte". Un settore legato alle disponibilità econo-miche del mercato. Ma anche libero, grazie all'indispensabilità dialcuni interventi che possono giovare sia alla vita dell'uomo, cheall'economia in tutto il suo complesso. "Con i grandi appalti - ag-giunge -, non abbiamo niente a che fare. Esistono nicchie, tec-nologiche e di mercato, in cui vogliamo restare. Non voglio es-sere frainteso. Continuiamo a investire sotto tutti i punti di vista.Nuove attrezzature, miglioramento della logistica aziendale e -soprattutto -, costante miglioramento delle risorse umane, ricor-rendo a giovani neolaureati intraprendenti e disponibili ad ap-prendere. Siamo in costante proiezione verso il futuro. Una di-mostrazione? L'età media del nostro staff è di 30-35 anni. Sonoinfatti convinto che la differenza la facciano sempre le persone".Bonifiche Ambientali Waste & Works S.r.l. si sta ulteriormenteevolvendo. Una piccola carrellata sui vari servizi proposti rendel'idea di come, questa realtà, sia riuscita ad adattarsi alle variesfide che il mercato è andato proponendo nel corso degl'anni.Per bonificare falde o suoli dagli agenti inquinanti, vengono in-fatti impiegate molteplici tecnologie. Trattamenti chimici, per tra-sformare i composti tossici in materiali più compatibili. Procedi-menti fisici, per separare la matrice solida o liquida contamina-

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ta. Utilizzo di fonti di calore, per distruggere lamatrice tossica. Processi biologici, sfruttandole capacità dei microrganismi naturali. Essen-do concetti incomprensibili per un non addettoai lavori, la filosofia di Bonifiche AmbientaliWaste & Works S.r.l. non si ferma al sempliceaspetto tecnico del problema. “E' come unadiagnosi medica, continua Mauro Andreini.Oggi siamo abituati a pensare che tutto il ma-teriale non compatibile sia anche inquinante.La realtà è diversa. Prendiamo il caso dell'a-mianto, di cui abbiamo avuto modo d'occupar-ci approfonditamente in questi ultimi dieci an-ni. L'amianto, materiale oggi classificato comecancerogeno, è stato utilizzato in passato perrealizzare numerosissimi manufatti (resistenzedi caldaie, tubazioni per l'acqua calda, colleper pavimenti in linoleum etc…). Occorre unocchio esperto e specifiche competenze nelsettore per valutare la necessità e la modalitàdell'eventuale intervento di bonifica. Per que-sto è così importante l'analisi preliminare delsito e/o del manufatto in questione". La deter-minazione di una realtà che vive solo della suareputazione, in un settore che ha palesato lecattive conseguenze di eventuali noncuranze. Un patrimonio chesi regge da solo, senza aiuti statali di nessun genere. Anzi, capi-ta spesso che, quando il livello politico e amministrativo si met-te in mezzo, inizino a sorgere i primi problemi. FortunatamenteBergamo e Milano sono due piazze altamente efficienti da que-sto punto di vista, ma il problema rimane. E' il tempo il vero cro-nometro ambientale che troppo spesso s'inceppa. Lo sa bene

Muriel Consonni, giovanissima - non per questo inesperta -, direttrice tecnica di Bonifiche Ambientali Waste & Works."Occupandomi di tutti gli aspetti che ci collegano ai siti conta-minati, seguo le diverse fasi progettuali degli interventi di bo-nifica. La valutazione delle criticità ambientali insistenti sullearee interessate dal procedimento ambientale, rappresenta lafase più importante per un'adeguata e puntuale verifica degli

aspetti tecnici e operativi degli interventi da realizza-re. Il Testo Unico dell'Ambiente (DLgs 152/06 e suc-cessive modifiche e integrazioni) e il Testo Unico sul-la Sicurezza (DLgs 81/08), insieme a numerose altreleggi Regionali, Decisioni e Criteri metodologici, rap-presentano la base del mio lavoro. L'iter burocratico-amministrativo è lungo e complesso. E' necessario,quindi, avere un rapporto di fiducia e collaborazionenon solo all'interno del nostro staff, ma anche con levarie istituzioni preposte alla valutazione dei nostriprogetti. E' grazie alla disponibilità e alla lungimiran-za imprenditoriale del management che è stato pos-sibile creare un ambiente responsabile, sereno, crea-tivo, in cui svolgere con efficienza e precisione que-sto lavoro". Una fusione d'intenti, lontana dai grandiaccorpamenti economici dei nostri tempi, ma carat-terizzata da tutti i valori che legano l'uomo alla natu-ra che lo circonda. Ecco il vero successo di BonificheAmbientali W & W. Unire competenza, rapidità d'in-tervento e cooperazione, avendo come obiettivo latutela del cliente e dell'ambiente.

A SINISTRASergio Medolago,

amministratore delegato

A DESTRAMuriel Consonni,direttrice tecnica

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Ricorrenze&BusinessArticolo di Giorgio Chiesa

Resistere alle varie crisi che si sono susseguite nel corsodella storia. Una sfida notevole per tutte le aziende che,nel tempo, si sono dovute confrontare con le mille sfac-cettature dell'economia. Una resistenza imprenditorialecostituita da capacità, qualità e tradizione. Semplici pa-

role delle quali spesso si è abusato, con l'intento di colmare il vuotoche separava - e separa - il lavoro manifatturiero dalla metodologiamoderna. Esistono però ancora storie aziendali che detengono, as-sieme all'esperienza decennale, il gusto per la disponibilità e l'ac-cessibilità anche in chiave tecnologica. Il segreto? Mantenere i pie-di ben ancorati al suolo, non perdendo mai di vista le esigenze delcliente. Non quelle puramente legate alle novità d'ultimo grido, maalla comodità di un pacchetto a misura d'uomo. Da questi semplicipresupposti nasce la storia di Idraulica Calza, azienda di Seriatefondata nel 1959 dalla lungimiranza imprenditoriale di LucianoCalza - padre di Roberto, Lorenzo e Luciana -, andata affermandosinel corso degli anni come punto di riferimento del settore idraulicodi tutta la Bergamasca. "Abbiamo alle spalle - afferma RobertoCalza, titolare dell'omonima realtà industriale - una storia di cin-quant'anni. L'esperienza che ne deriva ci ha portati ad una grande

differenziazione a livello di mercato. Siamo pertanto pre-senti in tutti i settori dove si realizzano impianti tecnologi-ci, spaziando dal civile al terziario e all'industriale".

Cinquant'anni di storia. Come si riesce a rimanere alpasso coi tempi?"E' molto semplice. Mezzo secolo di esperienza nel settore e la tra-dizione aziendale affiancata alla dinamicità del sapersi rinnovareogni giorno, danno quotidianamente vita e stimolo al miglioramentodella nostra società. Quello che ha fatto mio padre anni fa - quandoha fondato l'azienda - con l'iniziale attività di riparazione e di piccoleopere nel campo degli impianti sanitari, si è poi esteso a tutta la ti-pologia per la realizzazione di opere complesse di riscaldamento,condizionamento, trattamento aria, adduzione gas metano e antin-cendio. Negli ultimi anni, la forte richiesta di mercato e la sensibi-lizzazione alla tutela del patrimonio ambientale, ci hanno portato adoffrire alla nostra clientela impianti con tecnologie mirate al rispar-mio energetico, impianti solari termici, soluzioni energetiche indu-striali per il recupero di calore da processi di lavorazione, finalizzatialla riduzione dei consumi delle fonti energetiche non rinnovabili e al

DA DESTRAIl titolare Roberto Calza,con la sorella Luciana e il fratello Lorenzo

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Idraulica Calza,50 anni di esperienza e tradizione

A Seriate una delle aziende storiche dell'artigianalità bergamasca. Roberto Calza, figlio d'arte:

"Restare al passo coi tempi non significa snaturare la propria realtà. Qualità e velocità devono

viaggiare paralleli, ma la longevità si basa soprattutto sul calore offerto alla clientela"

miglioramento dell'efficienza del sistema fabbricato-impianto".

Una realtà industriale che si è evoluta senza difficoltà?"Non proprio. Esiste anche il rovescio dellamedaglia. Costruire impianti con l'attenzio-ne e la cura che poniamo, ci porta ad averecosti maggiori che mal si coniugano colmercato attuale che mira quasi esclusiva-mente alla realizzazione di opere in modoveloce ed economico sottovalutando la qua-lità e la durata nel tempo delle realizzazioni.La nostra realtà aziendale si rivolge, al con-trario, ad una clientela dove l'obbiettivo pri-mario è disporre di opere eseguite con otti-ma qualità, sia per quanto concerne i mate-riali che la posa, in quanto il fine è offrire im-pianti che soddisfano a pieno criteri di effi-cienza, tecnologicamente avanzati, co-munque con una semplicità d'uso datutti fruibile e duraturi nel tempo".

Per garantire questi obbiettivi, cosa offrite ai vostri clienti?"Abbiamo la possibilità di fornire un servizio "chiavi in mano", intesocome offerta alla clientela di tutte le prestazioni sia tecniche che

A SINISTRALo staff

di Idraulica Calzaal completo

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esecutive, rivolte al raggiungimento della massima efficienzadegli impianti. Integriamo l'offerta impiantistica termica con lafornitura di impianti elettrici - per i quali siamo qualificati se-condo la normativa vigente (settore curato da mio fratello Lo-renzo) - e per completare il pacchetto offriamo le relative assi-stenze edili occorrenti. Sempre maggiore attenzione viene poiprestata al servizio di assistenza post-vendita, al fine di garanti-re interventi di manutenzione tempestivi o programmati".

Quali strumenti utilizzare per garantire al cliente i risultati?"Più organizzazione, più formazione, più unione d'intenti. E' l'unico mo-do per riuscire a mantenere fedele e soddisfatta la clientela nel corsodegli anni e delle crisi. Maggiore attenzione si traduce - necessaria-mente - in un continuo percorso formativo sia della struttura dirigenteche del personale operativo. Disponiamo di un nostro ufficio tecnicointerno, costantemente aggiornato sulle nuove tecnologie e sui nuoviprodotti immessi sul mercato, abilitato per la progettazione e lo svi-luppo del dettaglio, oltre che per svolgere funzioni tecnico commer-ciali, ricercando la soluzione più adatta all'esigenza dei clienti. Questarisorsa interna, unita alla frequentazione da parte dei nostri dipenden-ti di specifici corsi di formazione, ci permette di avere una professio-nalità molto elevata al passo con i tempi e alle richieste del mercato.A questo proposito anch'io mi metto continuamente in gioco, per es-sere in costante aggiornamento con le varie trasformazioni che il mer-cato e il settore stanno subendo. Infatti, oltre alla frequentazione dicorsi tecnici, sono iscritto ad un corso triennale presso l' Università diBergamo - promosso dall'Associazione Artigiani di Bergamo - dellaquale sono membro del Consiglio dell'Area Impiantistica. In un piazzacosì polverizzata - o meglio, frazionata - come quella odierna, avere lagiusta visione d'insieme può darti un valore aggiunto non indifferente".

Dunque da una parte la qualità del servizio, dall'altral'immunità dalla crisi edilizia."Potrebbe anche essere letta così, ma non rispecchia la realtà. Tuttiquanti oggi ci dobbiamo confrontare con la stretta congiunturale deimercati e la mancanza di liquidità. Quindi con l'assenza d'investimen-ti in tutti i settori. Ma la nostra diversificazione attuata negli anni sul

mercato, ci permette di operare in modo ancora soddisfacente, spa-ziando dalla realizzazione di sportelli bancari, case di riposo, centricommerciali, edifici scolastici, industrie e terziario. Alla luce di quantodetto, affrontiamo il 2009 con serenità e con buone prospettive di la-voro, confidando nella ripresa del mercato".

Una crescita che ha mutato anche gli assetti internidella sua azienda?"No, abbiamo mantenuto sempre queste dimensioni nel corso deltempo. La struttura della società è costituita attualmente da circa20 persone, nella quale convergono le esperienze maturate in an-ni di attività professionale. Insieme ai miei fratelli e a diversi col-laboratori - che da anni operano per noi -, siamo cresciuti secondogli insegnamenti ricevuti da mio padre, portando il nome IdraulicaCalza ad affermarsi come punto di riferimento, anche in ambitoformativo sul territorio. Molti titolari di aziende idrauliche emersenel settore hanno mosso i primi passi nella nostra azienda. Conmolti di loro tutt'ora manteniamo rapporti di collaborazionee proficui rapporti lavorativi. Continuiamo questo percorsoformativo collaborando con Istituti Tecnici Professionali, dan-do la possibilità agli studenti di frequentare periodi di stage".

Per concludere, come avete deciso di festeggiare ilvostro cinquantesimo compleanno?"Come abbiamo sempre fatto. Restando uniti con una grande festa il17 Gennaio 2009. A tal proposito vorrei menzionare un dato: questaazienda ha pochi anni più di noi fratelli. Ciò significa che, da soli, nonsaremmo mai riusciti a mantenere alto il nome d'Idraulica Calza, fa-cendolo diventare sinonimo di tradizione e qualità. Potrebbe sembra-re una frase fatta, ma, nel corso di questi anni, abbiamo avuto la for-tuna di poter contare sull'appoggio di diverse persone che ci hannoaiutato nei momenti di difficoltà. Ci riferiamo a familiari, collabora-tori, ma anche a clienti e fornitori che ci hanno dato fiducia e si so-no dimostrati sensibili nel capire le varie fasi che l'impresa ha attra-versato. Valori rari e fondamentali, che gli impreditori predicanti laragione dell'io hanno cominciato a dimenticare. Ma che so-no fondamento della nostra storia personale e societaria".

Il garage dell’azienda

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Motori&DesignFoto di Giorgio Chiesa

Autoseriate,lo stile di casa FiatGruppo Bresciani auto rinnova lo show-room avvicinandolo ai dettami stilistici della sede di Bergamo

Un nuovo look con la stessa filosofia azien-dale, aggredendo il mercato bergamascocome vuole la tradizione di famiglia. FiatAutoseriate, una delle sei sedi del Grup-po Bresciani Auto, ha rimodernato il pro-

prio show-room secondo i dettami stilistici della casatorinese. La concessionaria, infatti, si è trasformatacon una serie di accorgimenti tutt'altro che inosser-vati, che la rendono ancora più vicina esteticamente

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alla sede principale di via Grumello 43 a Bergamo. L'allestimen-to ha così movimentato gli interni del punto vendita, rilevato nel2001 dalla famiglia Bresciani, in una lounge dalle tinte pastello,in cui il rosso e il bianco - da sempre colori del Lingotto - la fan-no da padroni. "Guardiamo sempre avanti - afferma Gianfran-co Testa, amministratore delegato del Gruppo Bresciani Autoper i marchi Fiat, Abarth e Veicoli Commerciali -, Fiat a Bergamoè cresciuta e sta crescendo a prescindere dal-l'andamento del mercato nazionale. E proprioper questo è giusto dare un segnale non solocoi numeri, ovvero le vendite, ma anche coi fat-ti, in particolare con abbellimenti estetici e didesign. Nella società di oggi l'immagine vin-cente deve essere globale, anche nel look diun'azienda come la nostra, che si basa soprat-tutto sull'aspetto commerciale e non produtti-vo". Del resto i dati sulle vendite 2008 (solo aprivati, escluse flotte aziendali e vetture a chi-lometri zero) riferiti all'area Bergamo, parlanochiaro. Il marchio torinese è stato capace dirafforzare la propria leadership in provincia conuna quota di mercato del 22,5% (+1,8%), conla nuova 500 e la Panda capaci di valere unavolta e mezza la fetta del segmento A. Fiat ti-ra, insomma, e il Gruppo Bresciani Auto ha vo-

luto festeggiare il risultato del brand con un nuovo look. "Ab-biamo deciso di ridare lustro a questa concessionaria, migliora-re l'appeal per dimostrare che il Gruppo Bresciani Auto segue iltrend della casa madre". Una filosofia che paga, considerando ilvolume di vendite ottenute in questo 2008: "Possiamo tranquil-lamente affermare - prosegue Testa - che il nostro Gruppo hachiuso l'anno con 5.500 auto nuove vedute e circa 4.000 usate.

Una lounge dalle tinte pastello in cui il rosso e il bianco, da sempre colori del Lingotto, ne fanno da padroni

Gianfranco Testaamministratoredelegatodel Gruppo Bresciani auto

L’angolo relaxall’internodel nuovo

show-roomdi Seriate

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Il tutto per un fatturato totale di circa 90 milioni di euro". Untrend che continua in positivo anche nel comparto veicoli com-merciali. In un quadro generale che vede il mercato italiano inforte calo rispetto al 2007 (-20,2% al confronto), Fiat Professio-nal - trainato dal Nuovo Fiorino Van Of The Year 2009 - ha man-

tenuto la leadership con più di 9 mila consegne e una quota del42,9%, (era del 40,7% l'anno scorso). "Sono dati importanti chesi riscontrano anche nei nostri confini bergamaschi. Da noi leaziende che compongono il tessuto imprenditoriale hanno sem-pre più necessità di mezzi e, grazie all'offerta Fiat, possiamo di-

stinguerci nei numeri. Il trendnazionale si riscontra anchenel nostro lavoro, dove la mol-teplicità dei veicoli commercia-li riesce ad accontentare tuttele richieste. C'è da sottolinea-re, inoltre, l'importanza delNuovo Fiorino: un prodotto cheha raccolto successi fin dal suolancio". E a proposito di suc-cessi, ecco Fiat Autoseriate do-ve nuovi uffici, un'area adibitaper i bambini, uno spazio per ilrelax sono reali peculiarità dapochi giorni usufruibili in viaNazionale 91. "L'immaginedel Gruppo, ma più in genera-le di casa Fiat - afferma Ma-rilena Bresciani - è più gio-

Gianfranco Testa: "A Bergamo le aziende che compongono il tessuto imprenditoriale hanno sempre necessità di mezzi e grazie all'offerta Fiat, possiamo distinguerci nei numeri"

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A DESTRALo staff meccanico

IN BASSOLo staff amministrativoe commercialeinsieme a Gianfranco Testa

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vane e accomodante. Lo dimostrano modelli come la 500 e la Panda, o la Grande Punto: prodot-ti che hanno saputo conquistare gli italiani e i bergamaschi grazie a linee sinuose e dinamicheal contempo. Auto che mescolano la storia dell'automobilismo con la freschezza degli anni 2000.Una sensazione che vogliamo ricreare nei nostri saloni, i clienti all'ingresso devono sentirsi coc-colati e appagati non solo dai modelli esposti, ma dall'insieme della concessionaria". La stessafilosofia che regna nella sede principale: "E' una scelta che abbiamo intrapreso a Bergamo e che,con il passare degli anni, allargheremo in tutte le altre sei sedi del Gruppo. Fiat Autoseriate è so-lo la prima.Vogliamo rendere il nostro nome sinonimo di professionalità e serietà, non solo neifatti ma anche nell'estetica". E così il logo Fiat brilla ancora più forte sia all'interno dello show-room sia nel centro ricambi e nell'officina adibita alle revisioni. Una struttura che conta trenta di-pendenti, di cui dieci venditori e venti meccanici. "L'assistenza è una parte fondamentale del no-stro lavoro - conclude Gianfranco Testa -, non dobbiamo solamente vendere auto, ma renderel'acquisto positivo nel tempo. Soprattutto in questi periodi difficili, chi possiede un'auto deveaverla efficiente per parecchi anni. Ecco perché il dictat è servire prima e dopo l'acquisto. Ov-viamente anche a Seriate". Dove un'atmosfera gioviale e giovanile, aggiungiamo noi, accogliei clienti per qualche ora di relax osservando le ultime nate di casa Fiat.

L’interno della concessionariaFiat Autoseriate

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Arte&EconomiaSpeciale a cura di Giorgio Chiesa

Il sensuale doppio giocodell'arte

Questione di sopravvivenza. Con questo sempliceinciso si sono dovute confrontare tutte quellerealtà produttive che hanno litigato con le mutatecondizioni finanziarie locali e internazionali delnostro secolo. Anche il mercato dell'arte non è

esente da questa mutazione, ma con un'aggravante. Il mon-do dei pittori, poeti e fotografi mantiene la distanza naturaletra valore intrinseco e nominale. In altre parole, l'opera crea-tiva non giustifica - e non giustificherà mai -, la differenza trail costo dei materiali con cui è prodotta e quello di mercato.L'arte - materia umana, che da sempre ci accompagna nelcorso della storia -, ha così trovato due vie alternative per so-

pravvivere. Non più il mecenatismo fine a se stesso. Bensìdue linee parallele che sono andate cristallizzandosi nellanostra società post-moderna, camminando però verso un uni-co obiettivo. Quello di far trionfare la creatività. Proprio aBergamo, con l'inizio del nuovo anno, è in evidenza questaduplice realtà. Da una parte il gruppo Siad ha messo a dis-posizione - all'interno della mostra "La città Visibile" -, l'ar-chivio fotografico Sestini, ricco di oltre 150.000 immaginistoriche. Dall'altra l'esperienza di Sergio Radici, "self mademan" che da cinque anni organizza "Bergamo Arte Fiera, Mo-stra Mercato di Arte Moderna e Contemporanea". Cosa ac-comuna due figure imprenditoriali di questo tipo? E' molto

Sempre più forte il legame fra cultura e impresa, creatività e soldi. Linee parallele con un unico fine: far trionfare l'idea degli attori principali, ovvero gli artisti

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semplice. La convinzione degli effetti positivi che possonoscaturire dalla relazione virtuosa tra impresa e cultura. Cosale divide? I differenti punti di vista dal quale affrontano ilparticolare binomio. Il primo è il prototipo d'azienda forte-mente produttiva, che cerca nuovi modi per poter esprimerela sua principale risorsa, quella umana. Tutto questo attra-verso l'acquisizione d'importanti opere o archivi, opportuna-mente restaurati e tenuti vivi non solo dalle disponibilità eco-nomiche di una ben avviata realtà imprenditoriale, ma anchedalla donazione delle stesse creazioni a musei e gallerie. Ilsecondo è la - ormai classica - figura "self made man", cheha trovato nel mercato dell'arte un terreno fertile per riusci-re a fare utili attraverso la scoperta, il lancio e la promozio-ne di giovani artisti o creazioni moderne entrate nel dimenti-catoio. Nella tradizione di Siad - da più di 80 anni impegna-ta nella produzione e conservazione di gas industriali -, lefondazioni hanno sempre rivestito un ruolo di primaria im-portanza. La "Quirino Sestini" e la "Bernardo Sestini" sonodue strutture fortemente intrecciate con la vita aziendale.Un'impresa, infatti, nel corso della sua esistenza, non vivesolo del suo perimetro produttivo. Al contrario interagisce, inmodalità diverse, con l'ambiente circostante. Si può dire chese la qualità di una realtà imprenditoriale si misura dallacompetenza e dall'efficienza dei suoi collaboratori e dal suc-

cesso sui mercati, il suo valore "civile" s'evidenzia nella ca-pacità di sviluppare relazioni e dialogo col territorio. In pocheparole, lavoro e sviluppo, ma anche la possibilità di far rica-dere sulla comunità una parte della ricchezza che crea. L'al-tra visione è invece quella di Sergio Radici, imprenditore im-pegnato nel cuore vero e proprio del mercato, quello che sidivide tra case d'asta e gallerie da un lato, musei e collezio-nisti dall'altro. La sua esperienza a 360 gradi della realtà incui è immerso, permette a Bergamo di potersi fregiare di unevento di grande prestigio nazionale: "Bergamo Arte Fiera".Non solo appagamento degli occhi, ma anche una concretapossibilità per poter acquistare, possedere e gustare unacreazione inimitabile. Un'occasione per potersi esprimere -non solo da parte degli artisti che espongono - è il leit motivche dovrebbe accompagnare tutto il business che ruota at-torno ad un mercato in cui l'idea è legata, e al tempo stessolibera, dal costo. Il paradosso che scaturisce dalla relazionetra valore intrinseco e valore nominale si compone anche neltitolo della kermesse. "Mostra Mercato di Arte Moderna eContemporanea" mette in luce quello che forse tutti stiamodimenticando. In un periodo in cui la globalizzazione ha esal-tato e poi distrutto la produzione in serie, riappropriaci diquella creativa può forse farci riappacificare con quello cherealmente siamo. Opere d'arte irripetibili.

In questo breve cammino vi mostreremo due filosofie d'azione differenti, capaci comunque di rendere Bergamo capitale artistica nazionale

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Non c'è nessuna fotografia e nessun filmatoche, da soli, possono descrivere una città co-me Bergamo. Ci si può provare e avvicinare,cercando la giusta convergenza tra cultura,tradizione e tecnologia. I tre attori protagoni-

sti di questo nobile intento si sono presentati con unamostra in grande stile. Ospitati dalle atmosfere del chio-stro di Sant'Agostino - dove ha sede il Museo Storico diBergamo Alta -, Fondazione Sestini, Fondazione Bergamonella Storia e Siad, hanno realizzato la multiforme espo-sizione "La città visibile". Dal 30 novembre 2008 al 20settembre 2009, sarà possibile costruirsi un itinerariopersonalizzato nel poliedrico mondo della "Bergamo nel-la storia e nel tempo", attraverso fotografie, filmati d'e-poca e realtà virtuale. Non solo una mostra fotografica,ma anche un'offerta culturale che - nelle mille e inso-spettabili risorse racchiuse nell'immagine impressionata-, trova le chiavi per "vivificare" i luoghi, i volti e le diver-

se anime di una città in perenne divenire. La risorsa prin-cipale alla quale la rassegna attinge, è l'archivio fotogra-fico Sestini, ricco di 150.000 immagini. Una preziosità do-vuta al talento di Domenico Lucchetti - alla cui memoriaè dedicata la kermesse -, di raccogliere il materiale foto-grafico e cinematografico necessario. Ma non solo. Lasensibilità della famiglia Sestini si è posta come l'anellomancante di uno dei più classici scontri moderni: quellofra cultura e mercato. Si è così riusciti a donare alla no-stra città la possibilità, non banale, di poter riflettere sulpassato. Divisa in sezioni abilmente contestualizzate al-l'interno della location, "La Città Visibile" si propone co-me un entusiasmante libro da sfogliare. Di queste emo-zioni si compongono "I volti della città", "Il piano di risa-namento per città Alta", "La funicolare", "La città in guer-ra", "I volti nella città", "Baracche e burattini", "Andiamoal cinema", "Il secondo Dopoguerra". Tutte le sezioni chevanno a comporre l'affascinante quadro proposto.

"La città visibile", Bergamo impressionata nella storia

Nel chiostro di Sant'Agostino, fino al 20 settembre 2009, in scena una mostra che ripercorre la vita della nostra cittàUn percorso fotografico e multimediale frutto del connubio fra industria e cultura, ovvero fra Siad - con la Fondazione Sestini - e Fondazione Bergamo nella Storia

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I VOLTI DELLA CITTA' - Tra le prime fotogra-fie presenti - riguardanti gli ultimi decenni del-l'Ottocento -, e le ultime - realizzate tra la finedegli anni '50 e gli inizi degli anni '60 -, tra-scorre meno di un secolo. Spazi fisici mutati,diversi abbigliamenti, automobili al posto dicarretti. Profondi cambiamenti che si possonoriassumere in un dato: nel 1901 gli abitantidella città erano poco più di 46.000, nel 1971ben 126.900.

IL PIANO DI RISANAMENTO PER CITTA'ALTA - Attraverso un plastico originale del1934, virtualmente animato da luci di proiezio-

ne e dalla voce di guide d'eccezione come Bar-tolomeo Colleoni e Gaetano Donizetti, si potràpasseggiare tra le vie di Città Alta nel suo pe-riodo di massima modernizzazione.

LA FUNICOLARE - La spaccatura con la partepiana trova, nel 1885 - con la presentazione alComune di progetti per la realizzazione di unafunicolare -, la riduzione della distanza creataa causa dello slittamento del baricentro ammi-nistrativo ed economico. I modellini funzionan-ti e le fotografie storiche offerte, porteranno ariflettere sul profondo ruolo culturale che imezzi di trasporto hanno avuto nella città.

Piazza Vittorio Veneto, Bergamo, fine anni '50

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LA CITTA' IN GUERRA - Bergamoha la rilevante fortuna di non esseremai stata bombardata pesantementené durante il primo, né durante il se-condo conflitto mondiale, mentre isuoi abitanti sono stati direttamentecoinvolti al fronte. Verranno esibitefotografie inedite di come la città havissuto i momenti bellici.

I VOLTI DELLA CITTA' - Passandoinvece a temi più leggeri, si proporràun grande tavolo interattivo sul qua-le il visitatore può virtualmente sfo-gliare album fotografici dedicati allavoro, ai volti e alla vita quotidianadella città. Dalle cerimonie pubbli-che ai cortei di protesta, dalle pro-cessioni religiose ai mercati storici.

BARACCHE E BURATTINI - Il climaconviviale e carico di tradizione locale,verrà arricchito dalla sezione folkloristi-ca, un tempo vera e propria tv dei bam-bini, che all'avvicinarsi dello spettatoresi animerà, con una divertente esibizio-ne degli amatissimi Giopì e Margì.

ANDIAMO AL CINEMA - Per i piùgrandi si tornerà, invece, sul grandeschermo, accolti da una sala proie-zioni vera e propria, allestita con ar-redi originali degli anni '50. Si potràassistere al passaggio di filmati ine-diti degli anni '20-'30, dalla primapartita dell'Atalanta nel 1928 nelnuovo stadio Brumana, all'inaugura-zione dell'autostrada.

IL SECONDO DOPOGUERRA - Infi-ne, seduto ai tavolini di un caffèd'altri tempi, si potrà respirare l'at-mosfera del Sentierone degli anni'50, ascoltando il punto di vista sullaBergamo del decennio seguente leguerre, di sportivi, giornalisti e arti-sti (Bruno Bozzetto, Pino Capellini,Giuseppe Casari, Mario Donizetti)che, grazie a proiezioni su grandischermi, appariranno e scompariran-no dalla "scena cittadina". Il giustoconnubio tra tecnologia e storia chepercorre tutte le stanze della mostra,si concretizza ancora una volta. Siade Fondazione Sestini da un lato, Fon-

dazione Bergamo nella Storia dall'al-tro, riescono quindi in un difficile in-tento. Mettere la modernità e la tec-nologia al servizio dell'arte, dellacultura, della tradizione e - soprat-tutto - dell'uomo.

IN BASSOIl tram a vapore

ideato dall’ingegnere Ferrettiper collegare città bassa

con la funicolare

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Sergio Radici

"Solo in Italia il giro d'affari è stimato in quasi mille milioni di euro, e i potenziali clienti sono addirittura quantificabili in 6 milioni e 300 mila"

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Il nuovo anno è all'insegna della cultura. Questo èciò che sembra suggerire l'offerta creativa berga-masca d'inizio 2009. In un mondo alla deriva per lacrisi economica, la fotografia e la pittura rimango-no due tra le materie umane per eccellenza, alle

quali ci si rivolge per riscoprire anche un pizzico di spi-ritualità. "Bergamo Arte Fiera, mostra Mercato d'ArteModerna e Contemporanea" rappresenta l'ennesima,importante, conferma di una città intrisa d'arte a 360gradi. Protagoniste dell'evento oltre 100 gallerie e leloro creazioni - esposte dal 9 al 12 gennaio, alla Nuo-va Fiera di Bergamo -, arricchite dalle ultime e presti-giose acquisizioni. Un percorso d'alta qualità, compo-sto anche da opere d'artisti ormai storicizzati comeGeorges Mathieu, Sebasian Matta e Mario Schifano.Divenuta un appuntamento imprescindibile per com-prendere le tendenze artistiche della produzione con-temporanea, la kermesse bergamasca si è posta - nel

corso dei vari successi ottenuti negli anni -, come lacartina tornasole ideale per comprendere le tendenzedel collezionismo e il reale polso del mercato moder-no. "L'arte - commenta Sergio Radici, organizzatoredelle cinque edizioni di Bergamo Arte Fiera -, non puòpiù essere considerata solo come una delle più impor-tanti e alte esperienze estetiche, ma anche comeun'interessante possibilità d'investimento alternativo.Niente di più lontano dalla realtà odierna, dove è dif-fusa l'idea dell'artista che svende - o addirittura rega-la - le sue opere, inconsapevole del mondo che lo cir-conda. Solo in Italia, il mercato delle opere contempo-ranee è dinamico e in continua evoluzione: il giro d'af-fari è stimato in quasi mille milioni di euro, e i poten-ziali clienti sono addirittura quantificabili in 6 milioni e300 mila. L'acquisto di un opera d'arte, può rappre-sentare a pieno titolo un investimento in quello cheviene definito bene di rifugio. L'incertezza dei mercati,

Compra l'arte (contemporanea)

e mettila da parteSergio Radici, organizzatore delle cinque edizioni

di Bergamo Arte Fiera, presenta la sua nuova kermesse, in programma a gennaio

in Fiera Nuova, tracciando le linee del mercato artistico moderno

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il crollo delle borse e la crisi del settoreimmobiliare, rendono sempre più appeti-bili forme di "sicurezza economica" inprodotti alternativi, che garantiscono - achi li possiede -, la possibilità di riven-derli, dopo anni, ad un valore quasi sem-pre superiore rispetto al prezzo a cui era-no stati acquistati".

Non è facile parlare d'investimenti inun periodo in cui i mercati sono forte-mente instabili. Quello dell'arte è unsettore che ha risentito della crisi?"Il mercato dell'arte, pur avendorisentito dell'andamento altale-nante dell'economia mondiale,ha tuttavia segnato - nei primi no-ve mesi del 2008 - un incremento- rispetto al 2007 - di alcuni puntipercentuali. Per alcuni addirittura,i rendimenti economici sono paria quelli della new economy deibei tempi andati. Non bisognapensare che gli investimenti ri-guardino solamente i grandi nomiche da decenni imperversano sul-la scena internazionale, e cherappresentano dunque una solidacertezza. Si sta puntando, in que-sto periodo, anche su artistiemergenti - di provata qualità ar-tistica -, le cui quotazioni saliran-no nel corso dei prossimi anni,con grande vantaggio per tutti co-loro i quali - adesso - deciderannodi credere e investire in loro".

Per quanto riguarda il mer-cato del collezionismo?"Il settore del collezionismo ri-mane molto soggettivo. Ai gran-di collezionisti e ai compratorioccasionali si sta affiancando -in modo quasi inaspettato -, ilpiccolo e medio collezionismo.Possiamo affermare che - a livel-li alti -, funziona e funzioneràsempre. Il piccolo e il medio va-riano al variare del mercato.Nell'insieme, vecchi e nuovi at-tori, denotano un adeguamentorapido del collezionismo italianoalle tendenze globali. Questo amonte del fatto che le proposte

delle case d'asta italiane, segnano un in-cremento deciso di lotti relativi ad opered'artisti internazionali".

Proprio parlando delle case d'asta,rimangono loro le principali regola-trici del mercato?"Sono come un barometro della situazio-ne attuale. Le case d' asta ufficialmentesi dicono soddisfatte. Nonostante quelloche succede nel mondo della finanza, lecifre di chiusura sono sempre straordina-rie, segnando spesso record assoluti per

artista. A fianco di questo, il mercato di ri-ferimento rimane, comunque, quello del-le gallerie. Chi riuscirà ad anticipare i gu-sti e a credere in un giovane artista emer-gente, riuscirà ad acquisire il valore ag-giunto per spiccare nel mercato".

Parliamo della fiera. Le novità perl'edizione 2009?"La mostra si presenta come un insieme ar-monico, senza divisioni in settori, in cui le ar-ticolazioni tematiche forniranno diverse op-portunità per confrontare le molteplici animedell'arte del Novecento e della produzioneattuale. Per una struttura altamente tecnolo-gica, com'è la Nuova Fiera di Bergamo - ingrado di fornire tutti i servizi e i supporti tec-nici adeguati ad un manifestazione efficien-te -, è stato studiato un lay-out all'insegnadella modernità. Un allestimento scevro dainterferenze di ordine formale e cromatiche,dove solo il bianco dei pannelli divisori e ilgrigio del percorso calpestabile delineanostand e corridoi, entrambi ampi. In sostanza,una scelta d'essenzialità e rigore dove a do-minare sono la luce e gli spazi, ma più di tut-to le opere esposte".

Uno spazio per ospitare anche al-cuni eventi collaterali."Esattamente. Venerdì 9 gennaio si terrà,ad esempio, la presentazione di "Rileggerel'immagine. La fotografia come deposito disenso" a cura di Luca Panaro. L'evento sipropone di compiere una riflessione origi-nale sulla fotografia italiana. Attraverso unpercorso generazionale, si prenderanno inesame quegli artisti che - dagli anni Set-tanta ad oggi - hanno utilizzato immaginipreesistenti come punto di partenza dellaloro produzione visiva. Verrà inoltre indettoil secondo "Premio Internazionale BergamoArte Contemporanea", un concorso apertoa tutte le gallerie presenti, dedicato all'e-sposizione delle opere di artisti in attività.Infine, si rinnoverà l'appuntamento annua-le dedicato ad un artista bergamasco di no-tevole rilievo culturale. Verrà infatti allesti-ta la mostra personale del pittore Rino Car-rara, che ripercorrerà tutta la sua carrieraartistica: dall'astrattismo formale degli an-ni '50 fino alla manualità artigianale delsuo nuovo linguaggio moderno".

Labirinto in rossotrapunti di cotone su tela cm.100x100 - Rino Carrara

Labirinto bianco e nero 598trapunti di cotone su tela cm.100x100 - Rino Carrara

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Motore:è equipaggiata con un quattro cilindri1,6 litri che eroga 128 kW/175 CV di potenza a 5.500 giri/minLa Mini Cooper SClubman sviluppa una coppia massima di 240 Nm, incremen-tabili a 260 Nm

Piccola e confortevole, pepata al pun-to giusto e trendy quanto basta. Unmix esplosivo che risponde al nomedi MINI Clubman Cooper "S". Ingre-dienti che t'inebriano la mente, con

la pelle del volante fra le mani e gli occhipuntati sull'asfalto. Sportività allo stato pu-ro, esaltata da una location assolutamenteromantica e indimenticabile. Le rive del lagod'Iseo come cornice e le barche a vela da co-rollario, a fare da contraltare alla purosan-gue british, ma dal cuore tutto bavarese.Questa volta abbiamo deciso di stupirvi: ba-sta paesaggi cittadini classici, canonici scor-

ci di vita quotidiana. Meglio una location ca-pace di ricreare l'eco dell'estate. E così -grazie alla complicità di MINI Lario Bergau-to - abbiamo scelto un luogo insolito per ilperiodo invernale. Ma senza dubbio d'effet-to, che resterà impresso nella memoria. Vo-levamo farci cullare dalle montagne inneva-te che sovrastano Sulzano, ascoltando i bat-titi meccanici del cuore da quattro cilindri.Osservare la natura lacustre, il riflesso dellecime nell'acqua, l'incantevole quiete dellebarche adagiate sulle rive. Un bel viaggio,vissuto intensamente con il commodoro (opresidente, scegliete voi quale termine è più

La prova su stradaArticolo di Luca BilottaFoto di Giorgio Chiesa

Giovanni Campi,presidente dello

Yacht Club Bergamo,testimonial della

giornata

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Clubman Cooper S,sportività

a vele spiegate

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Tecnica:dlo sforzo dei tecnici BMW

è stato orientato nel contenimento

di consumi ed emissioniL’auto è equipaggiata

con sistema di recuperodell'energia frenante Brake

Energy Regeneration, funzione Auto Start/Stop

e indicatore del punto ottimale di cambiata

congeniale) dello Yacht Club Bergamo,Giovanni Campi. E' stato lui il nostro capi-tano per un giorno. Un'allegra navigazioned'asfalto iniziata salpando da Bergamo,proseguita veleggiando in autostrada e at-traccando al porto dell'Associazione Nau-tica Sebina. Un'esperienza conclusa nelmigliore dei modi: un delicato pranzo a "LePalafitte Shore Club & Restaurant", sugge-stivo locale adagiato sull'acqua. Un risto-rante - ma soprattutto una discoteca - chemerita una visita, almeno una volta nellapropria vita. Entriamo, però, nel vivo diquesto reportage. Apriamo il diario di bor-

do e scopriamo la vera protagonista. A ve-le spiegate ecco a voi, in tutto il suosplendore, MINI Clubman Cooper "S".

MISURE - Cominciamo con le misure delloscafo, pardon del gioiellino MINI. Il modelloè più lungo di 24 centimetri rispetto alla ver-sione standard, con un passo che è cresciu-to di 8 centimetri. Questi sono stati sfruttatiper aumentare lo spazio per le gambe dei trepasseggeri posteriori, dal momento che laClubman è omologata per cinque personeche hanno l'accesso favorito dalla originale"Clubdoor" ad apertura controvento. Il baga-

Una singolare regata fra le curve e le barche del lago d'Iseo, in compagnia della piccola

tutto pepe di casa MINI. Un'allegra navigazioned'asfalto iniziata salpando da Bergamo,

proseguita veleggiando in autostrada e attraccando allo Shore Club & Restaurant

Le Palafitte di Sulzano

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gliaio offre una capienza di 260 litri, che diventano 930con il divanetto posteriore ribaltato, e vi si accede attra-verso la portiera a due ante verticali, reminiscenza delleversioni britanniche degli anni '70. Il design è inconfondi-bile, con le "forzature" sportive della versione Cooper "S":ad esempio frontale con presa d'aria supplementare e iterminali di scarico posti lateralmente.

INTERNI - Sotto coperta, le innovazioni del design sonopiù radicali di quelle apportate all'esterno. I comandi e le

superfici simbolizzano l'alto livello tecnico dell'auto-mobile e le sue qualità premium. I due elementi geo-metrici dominanti sono le forme circolari e le linee di-ritte. I comandi e le bocchette d'aria sono inseriti nel-la plancia suddivisa orizzontalmente in tre livelli, in cuispicca il Center Speedo. Lo strumento centrale di vi-sualizzazione e comando - ormai un'icona dell'interiordesign della MINI - non accoglie solo l'indicazioneanalogica della velocità, ma anche tutte le funzioni dientertainment e - a richiesta - di navigazione.

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MINI LARIO BERGAUTO

Via Campagnola, 50Tel. 0354212211 - Bergamo

www.lariobergauto.mini.it

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Clubman Cooper S

GUIDA - Fin dalle prime curve i sedili risultano confortevoli e la per-cezione di sportività t'invade dal primo affondo d'acceleratore. L'in-nesto delle marce è preciso e, in virtù della corsa corta della leva,ben si adatta ad una guida grintosa. Il motore ha un carattere parti-colare: fino ai 4500 giri/min è amichevole, elastico e fruibile nell'u-so urbano e in un tracciato tortuoso come il lungo lago. Sopra taleregime cambia volto e spinge forte, ma lo fa con una regolarità im-pressionante: in autostrada è il connubio di potenza e sicurezza. Ilbaricentro basso e il passo allungato la rendono stabile tra le curvee il controllo dinamico di stabilità (DSC) lavora egregiamente nellecondizioni limite. Mai troppo invasivo, permette d'esagerare senzache la macchina si scomponga.

CARATTERISTICHE - La prova è stata effettuata principalmente sustrade urbane, ma nonostante le brusche accelerazioni ed i frequentistop and go, il consumo è stato alquanto contenuto, addirittura mi-gliore di quello dichiarato dalla casa costruttrice (6,3 litri per 100 chi-lometri). Lo sforzo dei tecnici BMW è stato orientato proprio nel con-tenimento di consumi ed emissioni: la Cooper S Clubman è, infatti,equipaggiata con sistema di recupero dell'energia frenante BrakeEnergy Regeneration, funzione Auto Start/Stop e indicatore del puntoottimale di cambiata. Equipaggiata di un motore quattro cilindri 1,6 li-tri che eroga la propria potenza di 128 kW/175 CV a 5.500 giri/min.con l'aiuto di un turbocompressore Twin-Scroll e di un sistema di inie-zione diretta di benzina, la Mini Cooper S Clubman sviluppa una cop-pia massima di 240 Nm, incrementabili temporaneamente attraversola funzione di Overboost addirittura a 260 Nm (accelerazione da 0 a100 km/h in solo 7,6 secondi, velocità massima 224 km/h). L'equipag-giamento di serie comprende inoltre ABS, EBD, sistema di controllo difrenata in curva CBC (Cornering Brake Control) e il già citato Control-lo dinamico di stabilità (DSC) con assistente di partenza in salita, ol-tre ad un differenziale autobloccante.

GIUDIZIO - La percezione di navigazione, è quella di un'auto di so-stanza e dagli elevati contenuti, capace anche d'ammaliare per aspet-to e dotazioni. Certo, ci vuole personalità e voglia di distinguersi perguidarla. Insomma, è adatta a chi ama navigare a vele spiegate nellavita, ma anche nel mare (o lago) del traffico cittadino.

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Il nome sarà criptico, ma guidarla è una delizia.Questa volta, sulle nostre pagine, possiamoveramente appagare i sensi estetici e tecniciin un colpo solo. Unirli con l'ebbrezza della ve-locità, in un connubio a cui pochissimi potreb-

bero resistere. Ecco a voi, in tutto il suo splendore,la nuovissima Gallardo LP 560-4, sigla traducibilein "Longitudinale Posteriore, 560 CV, 4 ruote mo-trici permanenti". L'abbiamo provata per voi, gra-zie alla complicità del nuovo concessionario Lam-borghini Bergamo del Gruppo Bonaldi, letteral-mente volando fra le curve di San Vigilio e città Al-ta. Almeno una volta nella vita ci si deve sedere alvolante di un'auto così estrema. Il colpo d'occhio e

le soddisfazioni con i pedali sotto i piedi sono dav-vero unici. Passare inosservati è impossibile, masappiamo che - chi potrà permettersi un gioiellinodel genere - non avrà certamente problemi a farsiosservare. Anzi, il gusto della Gallardo deve esse-re assaporato in toto. Viaggiare piano in città perfar godere lo spettacolo ai passanti, pigiare l'ac-celeratore in autostrada - ovviamente con pruden-za - per goderne in pieno le doti corsaiole.

DESIGN - Ma entriamo nel vivo della nostra pro-va. A prima vista la supercar è alquanto sportiva,estrema soprattutto nel frontale dove due bocchelaterali rendono l'auto ancora più accattivante ed

La best-seller di Sant'Agata Bolognese mostra i muscoli con una versione più sportivache mai. L'abbiamo testata per voi sulle dolci curve di San Vigilio: un'apoteosi di design, lusso d'interni e musica del rombo

Gallardo LP 560-4,un Toro di razza

Motore:è sicuramente il propulsore l'elemento di spicco della meccanicadella LP 560-4Cresce la cilindrata da 4.961 a 5.204 cc, mentre la potenza massima è passata da 520 a 560 CvVelocità massima? 324 km/h di punta

In EsclusivaArticolo di Luca BilottaFoto di Laura Pietra

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eccentrica nelle linee. Proprio le nuove presed'aria e il differente scudo paracolpi frontale, inabbinamento con la diversa forma del fondopiatto e del diffusore posteriore, hanno miglio-rato del 31% l'efficienza aerodinamica com-plessiva della vettura. Cambiano anche i gruppiottici posteriori, non più estesi fino alla zona su-periore dei parafanghi e dotati di tecnologia aled, una soluzione impiegata anche per le lucidiurne dei fari bixeno anteriori, composte da 15led disposti a forma di Y rovesciata. Inediti an-che i 4 terminali di scarico cromati, così come ildesign dei cerchi in lega cattivi come il nuovomuso, ancora - come detto - più estremo.

GRINTA DA STRADA - Passando all'asfalto,basta avviare il motore per avere un'idea delle ca-ratteristiche della nuova Gallardo, molto più grin-tosa rispetto al passato già a partire dal rumore discarico. Innestata la prima marcia, si viene com-pletamente avvolti da un autentico rombo, rego-lato dai by-pass che indirizzano i gas verso i si-lenziatori o li escludono parzialmente a secondadella pressione esercitata sul pedale dell'accele-ratore. Ma lo show è solamente all'inizio: fin daiprimi chilometri s'apprezza un motore molto piùgeneroso di coppia ai bassi regimi, con una spin-ta tale da ricordare immediatamente di essere al-le prese con un 5 litri e più di cilindrata. Ai medi

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Suono:basta avviare il motore

per avere un'idea delle caratteristiche

della nuova Gallardo, molto più grintosa rispetto al passato

già a partire dal rumore di scarico. Innestata

la prima marcia, si vienecompletamente avvolti da un autentico rombo

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regimi le differenze con la precedente versione da520 Cv non sono invece così marcate, ma basta su-perare i 5.000 giri per apprezzare un allungo moltopiù incisivo, che proietta in un attimo l'ago del con-tagiri verso la zona rossa. Si viene immediatamen-te spinti contro il sedile avvolgente, restando anco-rati pure in curva allo schienale. Complice anche uncambio molto più veloce, in particolare selezionan-do il programma Corsa, la LP 560-4 accelera comesolo le migliori sportive sanno fare. Basti pensareai 3,57 secondi fatti registrare da 0-100 km/h, men-tre si saliva verso la funicolare di San Vigilio. La tra-

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Design:estrema soprattutto nel frontale

Proprio le nuove prese d'aria e il differente scudo paracolpi,

in abbinamento con la diversa forma del fondo piatto e del diffusore

posteriore, hanno migliorato del 31% l'efficienza aerodinamica

Gallardo LP 560-4

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zione integrale permanente non impone troppa attenzione nel dosaggio delgas sia in uscita di curva o sui fondi umidi o bagnati. Selezionando il control-lo di stabilità in modalità Sport, inoltre, si aumenta la sensazione - e l'effet-tiva condizione - di controllo, anche in situazioni di totale difficoltà.

MOTORE - E' sicuramente il motore l'elemento di spicco della meccanica del-la LP 560-4, che non rappresenta una semplice evoluzione del precedente V10di 5 litri, ma si sviluppa su un nuovo basamento in alluminio. L'aumento dell'a-lesaggio da 82,5 a 84,5 mm ha fatto crescere la cilindrata da 4.961 a 5.204 cc,mentre la potenza massima è passata da 520 a 560 Cv (capaci di raggiungere i324 km/h di punta), anche grazie alla migliore combustione garantita dal siste-ma d'alimentazione a iniezione diretta stratificata. Il carburante viene cosìiniettato direttamente nelle camere di scoppio attraverso gli iniettori posizio-nati lateralmente, mentre l'interazione tra il collettore di aspirazione a geome-tria variabile, il nuovo sistema di alimentazione e il rapporto di compressioneinnalzato da 11:1 a 12,5:1 genera una turbolenza che ottimizza la combustione,come sottolinea la diminuzione del 18% circa dei consumi e delle emissioni.

INTERNI - Nell'abitacolo, invece, le innovazioni sono ristrette alla grafica dellastrumentazione, agli interruttori a levetta sulla consolle, ora cromati e zigrinati eal tasto Corsa del cambio elettroattuato e-gear che sostituisce quello impiegato inprecedenza per ottimizzare la marcia sui fondi a scarsa aderenza. Invariato inveceil resto dell'abitacolo, con una posizione di guida molto bassa e distesa, che invi-ta alla guida sportiva anche grazie al volante a tre razze in posizione verticale edall'imbottitura spessa della corona. Oltre che per l'indiscussa qualità degli as-semblaggi e dei pellami utilizzati, la plancia s'apprezza per la disposizione razio-nale dei comandi principali. Da sottolineare che - oltre ai sedili, al volante e allaparte superiore della plancia - anche le zone più difficili da raggiungere come an-goli del cruscotto e sotto la leva del freno di stazionamento, sono tutte rivestite inpelle e cucite a mano. Particolare il tasto per inserire la retromarcia collocato a si-nistra del piantone dello sterzo, mentre i comandi degli alzacristalli elettrici sonosulla consolle, a fianco di quelli di luci, disattivazione del controllo di stabilità eapertura dello sportello del carburante. Risulta "minimal" il vano portaoggetti, mavedendo la tipologia dell'auto non si può di certo immaginare un'abitabilità da Suv.

POLIEDRICA - In definitiva sono poche le parole capaci di descrivere in totola nuova Gallardo LP 560-4. Forse il concetto più azzeccato è "estrema polie-dricità". L'ultima evoluzione della supercar del Toro, infatti, nasce con l'obiet-tivo di fornire sensazioni molto intense nella guida, ma abbinate a una serie dicaratteristiche che la rendono ancora più sfruttabile su strada e nell'impiegoquotidiano. Le sospensioni sono state così riviste per assicurare un miglioreconfort sui fondi sconnessi, il motore è ancora più pronto e reattivo ai bassi re-gimi di rotazione, mentre l'abitacolo non rinuncia ai più sofisticati gadget elet-tronici dell'ultima generazione, compresa la telecamera per facilitare la retro-marcia fornita a richiesta (come l'esemplare di questo servizio, n.d.r.). In que-st'ottica la nuova nata traccia un sensibile salto di qualità rispetto al passato.Rende - in pratica - accessibile all'uso stradale, l'inaccessibilità dell'essenzacorsaiola. Quanto alle possibili personalizzazioni, giusto per chiudere in bel-lezza, c'è poco da dire. Sarebbe più facile elencare ciò che non ha - come i sen-sori posteriori di parcheggio -, piuttosto ciò che si può avere a bordo della LP560-4 fra sistemi di serie ed optional. Lamborghini, infatti, non lascia mai nul-la al caso e volendo, si possono realizzare varianti tecniche e d'allestimento"su misura". Proprio come un abito, cucito sulla propria "estrema" pelle.

Lamborghini Bergamo

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Renga e "2 Mondi",note celesti al Donizetti

L'atmosfera intrigante ed ele-gante del teatro "Gaetano Do-nizetti" è stata la giusta corni-ce di un evento capace d'atti-rare una platea tanto variega-

ta, quanto numerosa. Sono state queste lebasi del concerto di Francesco Renga e dei"2 Mondi" dello scorso 4 dicembre, unospettacolo degno dei protagonisti saliti sulpalcoscenico cittadino. Una serata volutafortemente dal dottor Giuseppe Locatelli,fondatore dell'Associazione Casa Eleonora

Onlus e primario di chirurgia pediatrica aBergamo. Lo stesso che, in compagnia dellatestimonial Cristina Parodi e del condutto-re Max Pavan, fra una nota e l'altra haspiegato quali erano i fini d'un appuntamen-to così suggestivo e importante per la nostracittà. "L'intento - afferma - è raccogliere fon-di per la nostra associazione, che regala unsorriso ai bambini degenti agli Ospedali Ri-uniti di Bergamo. L'idea del concerto è nataun anno fa, da una nostra volontaria. Il pro-getto ci è subito piaciuto e ne abbiamo capi-

to le reali potenzialità. Un inno alla speranzae alla solidarietà, un evento arricchito grazieall'apporto organizzativo dell'agenzia LTSSrl Partner di Alberto Lanfranchi e aglisponsor, capaci di coinvolgere pure un'arti-sta del calibro di Francesco Renga. Per noi èmolto importante una simile iniziativa. Bastaguardare i numeri per capire quanto possacostare il mantenimento di una casa acco-glienza. Ad esempio nel giro di poco più di 2anni abbiamo ospitato tante famiglie: solonel 2007 ne sono state accolte 35, nei primi

Beneficenza&SpettacoloFoto di Laura Pietra

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Tutto esaurito per l'elegante e coinvolgente concerto di Casa Eleonora, appuntamento che ha visto protagonisti sul palco l'ex cantante dei Timoria e la tribute band bergamasca a Lucio Battisti

11 mesi del 2008, addirittura 40". Un pro-getto che prende sempre più corpo e che,con il passare dei giorni, aiuta molte perso-ne già in difficoltà. "Quello che mi ha colpitomaggiormente dell'iniziativa - conclude Cri-stina Parodi - è la voglia di regalare un sorri-so ai bambini in attesa di un intervento o indegenza. Non solo con un supporto concre-

to nel rendere il soggiorno bergamasco me-no drammatico, ma soprattutto curando l'a-spetto psicologico dei piccoli, con il calore diuna casa sempre più simile al luogo in cui,quotidianamente, i pazienti abitano. Ovverola propria casa". Come detto, è stato proprioil gruppo bergamasco "2 Mondi" di Massi-mo Numa ad aprire letteralmente le danze.

Complice il repertorio dell'indimenticato Lu-cio Battisti, le cover più significative hannocarpito l'attenzione dei presenti con un ritmoincalzante e coinvolgente. "Mi ritorni inmente", "Un'avventura", "Non è Francesca"e "Pensieri e Parole" si sono susseguite sen-za sosta, scatenando la platea gremita, tra-sformatasi per l'occasione in una divertente

La serata

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sala da ballo. Special guestdell'amarcord battistiano è sta-

to Roby Matano, voce e leader de"I Campioni", gruppo anni Sessanta in cui

mosse i primi passi da chitarrista proprio Lu-cio Battisti. Insieme ai "2 Mondi" è così statoproposto uno dei brani forse meno noti dellacarriera di Lucio, ma certamente una chiccaper i palati fini della musica italiana: la primacanzone da solista di Battisti, scritta a duemani con Roby Matano. Un applauso finaleha regalato il giusto tributo alla band, com-posta da Massimo Numa (voce & chitarraacustica), Federico "Chicco" Piazzoli (chi-tarra elettrica & voce), Nicola Leonesio (ta-stiere & cori), Andrea Vass (tastiere & cori),Stefano Forcella (basso) e Piero Carrara

(batteria & cori). Un team assolutamente dilivello, capace con dinamia musicale di ricor-dare nel migliore dei modi un grande artistanel decennale della sua scomparsa. L'appun-tamento più atteso, però, è arrivato dopo le22: l'approdo sul palcoscenico del "Donizetti"di Francesco Renga. Il suo concerto, ulti-mo di una lunga tournée, fin dalle prime bat-tute ha viaggiato rapido sui binari degli ultimidischi. Tante le hit famose proposte, come adesempio "Cambio direzione", "Ci sarai", "Me-ravigliosa" e "Tracce di te". Ad aprire lo showsul palco, allestito con tratti minimal e tecno-logici - pregevoli, inoltre, i giochi di luce - lavoce di Ambra Angiolini, la compagna delcantante. E' lei a recitare alcuni passi del pri-mo libro scritto da Renga: "Come mi viene -

vite di ferro e cartone". Parole e musica ca-paci di coinvolgere gli spettatori, già emo-zionati dalla presenza scenica dell'ex-can-tante dei Timoria. Una vocalità che coniugaistinto e studio, portata al suo massimo ful-gore dal personal trainer della voce MaurizioZappatini. Proprio il maestro bergamasco,presente in sala, è stato ringraziato pubbli-camente da Renga nel corso dello show. Achiudere una grande serata è stata la ver-sione con chitarra acustica di "Angelo", tri-pudio finale di un appuntamento che ha toc-cato i cuori dei bergamaschi. “Gli stessi che,con il tutto esaurito dello spettacolo, hannopotuto prendere parte ad un’opera di bene-ficienza e donare ai piccoli ospiti di CasaEleonora un abbraccio più grande”

La serata

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Spettacolo&MotoriFoto di Laura Pietra

Cuore Autotorino, un anno di forti battiti

Ipiù attenti ricorderanno ungrande cuore blu, simbolo dellaserata inaugurale che ha attira-to migliaia di persone e coin-volto moltissimi ospiti. Un

evento indimenticabile tra luci,danze ed emozioni in musica. Era il30 novembre 2007, il giorno in cuiil Gruppo Autotorino ha fatto il suoesordio a Bergamo, supportato

dalla calda voce di Mario Biondi egli High Five Quintet. Un anno do-po, il 2 dicembre scorso, quel cuo-re è tornato a brillare ancora piùforte. L'occasione? Il primo com-pleanno dello showroom di Curno.Quasi duemila battiti - pardon per-sone - hanno assiepato il saloneche, per l'occasione, era coloratoda mille luci soffuse, capaci d'atti-

rare l'attenzione e creare la giustaatmosfera. A distanza di 365 giorniil risultato è stato identico. Unsuccesso voluto e ricercato, inizia-to con le magie di Molding Magiced esploso con lo show di un altroospite memorabile. Anziché MarioBiondi, questa volta a rendere l'e-vento indimenticabile ci ha pensa-to un altro cantante: Vasco Rossi.

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Lo show-room di Curno ha festeggiato il primo compleanno con un altro grande evento. Ospiti illustri

Vasco Rossi e l'omonimo Valentino Rossi tutti impersonati dal comico trasformista Dario Ballantini di "Striscia la Notizia"

La serata

O meglio Valentino Rossi. Non sia-mo impazziti, abbiamo solamenteelencato alcuni personaggi storicidi Dario Ballantini, vero mattato-re del compleanno di Autotorino. A

Curno, infatti, si è esibito propriolui sul palco allestito nell'avveniri-stica location del Gruppo, che con-ta anche altre concessionarie aSondrio, Como e Lecco. Diretta-

mente da "Striscia la Notizia", ilcomico trasformista ha dato il me-glio di sé dialogando con gli ospitipresenti, attraverso gags esilaranti.Perle irreali, simili a quelle - in

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questo caso reali -, incastonatenei gioielli esposti dalla Gioielle-ria Rota Fumagalli al piano inferio-re. Un'atmosfera assolutamente ir-ripetibile, resa ancora più artisticagrazie a Mazzoleni Art Gallery -che ha esposto alcuni quadri, tracui quelli di Dario Ballantini - e piùgustosa grazie alle prelibatezzedell'azienda Agrituristica "La Fiori-da" (è possibile visionare tutte lefoto della serata sul sitowww.blog.autotorino.it). Un annodi passione e di motori, un annocaratterizzato da una sola parola:stupire. Il Gruppo Autotorino l'ha

sempre fatto, fin dalle radici. Enon in senso figurato, ma reale deltermine. "Avevo 22 anni quando èiniziata questa grande avventura -ha commentato Plinio Vanini,presidente del Gruppo Autotorino -. Da quel giorno il Gruppo è cre-sciuto passo dopo passo. Non misono mai mancati orgoglio, follia evoglia di vincere questa sfida, an-che se all'inizio non m'intendevomolto di auto. Da allora siamo cre-sciuti e, come già ripetuto il giornodell'inaugurazione un anno fa, Cur-no è l'ennesima sintesi della pas-sione e del desiderio che ci spinge

ogni giorno a dare del nostro me-glio. Da più di quarant'anni offria-mo massima attenzione ai nostriclienti. Del resto non vogliamovendere un semplice prodotto, maoffrire agli automobilisti emozionicon garanzia e qualità". Come?Semplice, attraverso scelte fuoridall'ordinario collettivo. Non mos-se azzardate, bensì lungimiranti.L'esempio? Il salone delle meravi-glie di Curno, dall'architettura edal design hi-tech progettato dal-l'architetto Davide Gelati. Tra ac-ciaio, luci e trasparenze si celanootto marchi di fama internazionale.

La serata

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"Compiere un anno è solo il primodi un lungo cammino - ha aggiuntoil responsabile della filiale, Pierangelo Manzoni -. Ci siamotolti molte soddisfazioni, ma l'o-biettivo è quello di proseguire diquesto passo affermandoci semprepiù sul mercato bergamasco.Quando è stata aperta questa filia-le, sapevamo che Bergamo era unagrande, ma altrettanto difficile,piazza. A distanza di un anno pos-siamo comunque ritenerci soddi-sfatti, grazie soprattutto allo staffche mi affianca ogni giorno e a tut-ti i bergamaschi che hanno creduto

in noi. Una sfida portata avanti conla consueta capacità del Gruppo disaper conciliare l'offerta di diversecase automobilistiche, spesso mol-to diverse fra loro (ben 8 marchi:Chrysler, Jeep, Dodge, Mitsubishi,SSangyong, Subaru, Kia, Hyundain.d.r.). Da sempre, infatti, l' azien-da crede nella possibilità di offrirela scelta fra più marchi ufficiali divetture con la forza del prodottoufficiale, a tutto vantaggio dellaclientela. E noi abbiamo fatto pro-pria questa filosofia, adattandolaalla città in cui operiamo". Compli-ce il classico e beneaugurante ta-

glio della torta, con la scritta "Gra-zie Bergamo" e un cuore con "1" alcentro, la serata è proseguita nelsegno della Dea bendata, conun'estrazione di ricchi premi. Quat-tro fortunati partecipanti, infatti,si sono portati a casa due weekendper due persone - offerti dall'a-zienda Agrituristica "La Fiorida" edall'agenzia Giramondo -, una col-lana di perle della Gioielleria RotaFumagalli e un quadro di Dario Bal-lantini by Mazzoleni Art Gallery. Ilgiusto tripudio per un'altra seratache - come quella d'esordio - faràcertamente parlare di sé.

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Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

EEddiillccaassssaa aa MMiillaannoo,,aarrttiiggiiaannii vveerrssoo iill ffuuttuurrooUn ritrovo d'artigiani di qualità. L'evento che si è tenu-to al nuovo polo di Fiera Milano lo scorso 2 dicembre,in occasione della tredicesima edizione de "l’Artigianoin Fiera 2008", ha visto - nell'interno dello stand "Edil-cassa" - una serie di riconoscimenti all'insegna del pre-stigio. Sullo sfondo del progetto "Impresa Domani", so-no nove le imprese selezionate che hanno ricevuto l'o-pera creativa di Luigi De Filippo: Chizzoli Sisto, Corti-novis Oscar, Costruzioni Parsani Srl, Edil Strade Vigani

Srl, Eredi di Ernesto Mazzoleni Snc, F.lli Savoldelli An-tonio e Luigi Srl, Italscavi Srl, Pavilombardia Srl, V.I.M.di Zucchinali Angelo & C. Snc. Il sipario si è alzato conle parole di un altro importante ospite: il presidente delComitato tecnico consultivo di Fondazione EA Fiera In-ternazionale di Milano e presidente di Ge.Fi., AntonioIntiglietta. Per l'occasione - oltre ad aver ricevuto unospeciale riconoscimento "ad honorem" - ha speso paro-le di elogio per il neonato progetto.

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Chi, dove e perchèFoto di Laura Pietra

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LLoonnggoo SSttyyllee,,vviiaaggggiioo ppeerrcceettttiivvoo ffrraa ii sseennssiiNel raffinato show room Longo Style il connubio tra idue sensi percettivi - vista e gusto - ha fatto da sfondoad un evento capace di unire la tradizione del bello al-l'accessibilità del moderno, in tutte le sue forme e ac-cezioni. Il tutto si è realizzato la scorsa domenica 30 no-vembre grazie a Dario Longo - proprietario dell'omonimogruppo - e ai prelibati manicaretti dello chef di Kitche-naid ospite dell'evento. A rendere ancora più inebriante

l'atmosfera sono stati i vini selezionati appositamentedall'azienda vinicola Tallarini, cullati dal sound puro de-gli impianti hi-fi e tv del marchio danese Bang&Olufsen.Pier Maggi - responsabile di Longo Style - ha così mo-strato le ultime novità per eleganti regali natalizi, esi-bendo all’interno dello show room le migliori marchepresenti sul mercato, da sempre espressione del ricer-cato stile che contraddistingue il mondo di Longo Group.

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Una pre-inaugurazione per presentare un sogno. L'exGrand Hotel di Zingonia ha mostrato ad una selezionatadelegazione le proprie bellezze architettoniche in unevento capace di ridare lustro a una struttura che, finoa sedici anni fa, era un esempio di lusso e ospitalità.Stiamo parlando del nuovissimo Palace Hotel, che atrentasette anni dalla sua inaugurazione con il nomeGrand Hotel di Zingonia, ritorna a splendere grazie aGiambattista Begnini e ai suoi figli Mirco e Gianluca.L'imprenditore bergamasco, infatti, lo scorso dicembreha voluto presentare il suo nuovo gioiello in Corso Euro-

pa dopo un'attenta e massiccia ristrutturazione. Amici,parenti, imprenditori ed istituzioni della zona hanno co-sì potuto osservare non solo l'esterno della struttura,bensì tutto l'albergo in ogni sua parte. Un tour - conclu-so con una buonissima cena nella sala ristorante - par-tito dalle 109 camere, comprese alcune suite, fino alcentro congressi e al centro benessere. La vera inaugu-razione, però, avverrà questo mese grazie anche a BestWestern - maggiore catena alberghiera a livello mon-diale con oltre 4.200 hotel in 80 paesi nel mondo - cheprenderà in gestione la struttura.

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Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

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Mercoledì 26 novembre, al ristorante Simposium di città Al-ta, ha avuto luogo la prima serata conviviale del Leo Club Ber-gamo Host per l'anno sociale 2008/2009, alla presenza dellapresidente Chiara Fenili, del tecnico informatico distrettualeRomano Panzeri, dell'Officer distrettuale e membro del M. E.R. L. Mario Stocchi e di altri graditi ospiti, quali Ugo Fabbrica,istruttore cinofilo moderno e operatore di Pet-Therapy e Mar-zia Morgantini, psicologa laureata in scienze dell'educazionecon indirizzo psichiatrico. La tematica della serata è stata laPet-Therapy, ovvero terapia per mezzo di un animale, termineconiato dallo psichiatra americano Boris Levinson negli anniCinquanta. Ugo Fabbrica, insieme a Marzia Morgantini, han-

no illustrato agli ospiti presenti in cosa consista in concreto laterapia con l'animale, come si attua e, soprattutto, a quali ri-sultati porta su bambini, anziani, ammalati e detenuti. Grazieanche a due meravigliosi esemplari di cani operatori di Pet-Therapy, il Labrador "Life" e il Cane Corso "Runa", si è potutocapire in concreto quanto gli animali siano d'aiuto nella so-cializzazione tra le persone, aumentando l'autostima e, fun-gendo da calmante. Un tipo di terapia innovativa che permet-te la diminuzione di ansie, paure e diffidenze, spesso alla ba-se dei rapporti interpersonali delle persone più in difficoltà.Un sistema applicabile nelle scuole, negli ospedali, nelle ca-se di riposo e, soprattutto, nei penitenziari minorili.

PPeett TThheerraappyy ee LLeeoo HHoosstt,,iill ssoorrrriissoo cchhee rreeggaallaa uunn ccaannee

Chi, dove e perchèArticolo di Alessandra StocchiFoto di Andrea Taffi

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Si è conclusa con una cena all'insegna dell'acco-glienza e della qualità allo Steak Restaurant, la ta-vola rotonda sul tema "Nuovi poteri dei Sindaci esicurezza urbana". Il dibattito ha avuto tra i princi-pali interlocutori, anche i Sindaci che hanno sotto-scritto la "Carta di Parma": Fiorenza Brioni (Manto-va), Massimo Cacciari (Venezia), Piercarlo Fabbio(Alessandria), Flavio Tosi (Verona), Pietro Vignali(Parma) e il vice sindaco di Milano con delega allaSicurezza, Riccardo De Corato. A moderare l'incon-tro è stato il giornalista Maurizio Belpietro, diret-

tore di "Panorama", mentre a concludere il Con-gresso ci ha pensato l' On. Aldo Brancher, Sottose-gretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministricon delega alle riforme per il federalismo. Signifi-cativa è stata la presenza delle delegazioni stra-niere di polizia locale provenienti da Austria, Bel-gio, Bulgaria, Francia, Germania, Grecia, Polonia,Stati Uniti e Svizzera. Le stesse che hanno potutoapprezzare la carne alla griglia e lo squisito Pro-secco Cartizze di Steak, luogo ideale per chiudereuna giornata all'insegna della sicurezza.

Chi, dove e perchèFoto di Andrea Taffi

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L'immancabile charme del Bobadilla ha fatto da cornice a uno de-gli appuntamenti più attesi dai velisti bergamaschi. Il galà dellavela, voluto e creato dallo Yacht Club Bergamo del commodoroGiovanni Campi - nonché presentatore della serata -, ha letteral-mente travolto i partecipanti in un'onda musicale caratterizzatadalla fresca brezza invernale e dalla verve di personaggi del cali-bro di Roby Facchinetti. Proprio il tastierista e cantante dei Pooh,ospite d'eccezione, ha allietato i presenti con un piccolo ma in-tenso intermezzo musicale fra il buffet e l'inizio delle danze a suondi musica anni '70 e '80. Momento clou del vernissage, l'estrazio-

ne di vari premi in una grande lotteria "velistica". Grazie agli spon-sor della serata - in primis Lario Bergauto, che ha messo a dispo-sizione vari gadget BMW Oracle Racing e alcuni corsi di guida si-cura su pista -, sono stati assegnati viaggi, capi d'abbigliamentoe cellulari grazie anche a Ryanair, Yes Zee e Vodafone. A rendereancor più magico l'appuntamento, inoltre, ci hanno pensato le ul-time nate di casa BMW e MINI, esposte all'esterno del locale diDalmine (la nuova Serie 7 e la Clubman), oltre ai gioielli da polsoFranck Muller messi per l'occasione in esposizione da GioiellerieTorelli di Treviglio e Romano di Lombardia.

Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

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YYaacchhtt CClluubb BBeerrggaammoo ee LLaarriioo BBeerrggaauuttoo,, vveennttoo iinn ppooppppaa aall WWiinntteerr PPaarrttyy

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Lo Sci Club Ubi Banca Goggi 1953 ha festeggiato l'inaugu-razione della sua 55° stagione agonistica nell'incantevolecornice del Chiostro di Santa Marta, ospitando una molti-tudine di atleti che nel corso degli anni hanno fatto partedello storico sodalizio bergamasco, tra i quali si distingue ilpresidente onorario Gustav Thoeni. Madrina dell'evento èstata la campionessa olimpionica di scherma Giovanna Tril-lini, che ha presenziato alla festa accanto alle numerosesquadre di sciatori del celebre sci club e ai responsabili deimain sponsor Ubi Banca e Banca Popolare di Bergamo. L'e-vento si è tenuto mercoledì 3 dicembre scorso, e ha richia-

mato l'interesse di molti sportivi, anche giovani, vista laparticolare attenzione che da sempre lo sci club ripone ver-so la promozione dello sci. Nel 2008 la federazione inter-nazionale ha assegnato allo sci club - presieduto dall' Ing.Gherardo Noris - il prestigioso premio internazionale "Chil-dren Back to Snow", premio che ne riconosce non solo l'ec-cellente attività agonistica, ma soprattutto la validità deiprogetti mirati a diffondere la pratica dello sci tra i più pic-coli e nel seguirne la crescita formativa. A rendere l'eventoancora più accogliente, un gradito buffet ai presenti e unacena sociale del club per i rituali auguri natalizi.

SSccii CClluubb UUbbii BBaannccaa GGooggggiinneell cchhiioossttrroo ddii SSaannttaa MMaarrttaa

Chi, dove e perchèArticolo di Alice PericoFoto di Ag Studio Fotografico

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Una cornice di classe - quella del Concept Restaurantdella Saps (Associazione per lo studio di materiali eforme degli strumenti di cottura) di Lallio, all'internodell'industria Pentole Agnelli -, e un pool di professio-nisti competenti per parlare di giornalismo e sport. So-no state queste le componenti della conviviale del Pa-nathlon International Club di Bergamo a fine novembrescorso. A fare gli onori di casa l'imprenditore ed edito-re Baldassare Agnelli che, insieme al presidente Mau-rizio Gamba, hanno introdotto gli ospiti della serata. Asedersi al tavolo dei relatori, infatti, sono stati il noto

giornalista sportivo David Messina, il vicedirettore del"Giorno" Marco Mangiarotti, il direttore del "Giornaledi Bergamo" Paolo Provenzi e il direttore del nostromensile "Bergamo Economia" Luca Bilotta. Il convivio èstato occasione di riflessione e confronto su un temadi difficile interpretazione, ovvero le differenze fragiornalismo positivo e quello diseducativo che, pur-troppo, è oramai diffuso fra i media sportivi italiani. Laserata, iniziata con un aperitivo al Museo della Pento-la, è proseguita grazie anche ad un delicato e preliba-to menù dello chef Chicco Coria.

PPaannaatthhlloonn aallllaa SSaappss,,lluuccii aacccceessee ssuull ggiioorrnnaalliissmmoo

Chi, dove e perchèFoto di Laura Pietra

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Un anno di divertimento ed allegria, un anno in com-pagnia di Bergamo Party. E' stata una Festa del Segnoparticolare quella vissuta il 2 dicembre scorso al Bo-badilla di Dalmine. A chiudere il 2008 con l'immanca-bile appuntamento del martedì sera sponsorizzato daMINI Lario Bergauto, infatti, ci hanno pensato Alber-to Giambarini, Massimo Basile, Alberto Lucchini, Ja-copo Argenta e tutto lo staff del portale sempre aper-to non solo sulla Bergamo festante e modaiola, ma

anche sulla cultura e sulla vivacità enogastronomicalocale. Una serata vissuta in modo esplosivo - frachampagne e il consueto taglio della torta di com-pleanno - per ricordare la nascita di una nuova lented'ingrandimento sul costume e la società cittadina.Un progetto web dal taglio tipicamente imprendito-riale giovane e giovanile, ma fruibile per tutti quelliche il divertimento lo amano e lo assaporano, ovvia-mente con classe e senza eccedere.

BBeerrggaammoo PPaarrttyy,,uunnaa ccaannddeelliinnaa aall ssuucccceessssoo

Chi, dove e perchèFoto di Andrea Taffi

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Una serata dedicata ai più giovani, firmata MINI e AirohHelmets. Alla discoteca Fluid di Orio al Serio, infatti, loscorso 7 dicembre hanno fatto capolino alla "Festa delleScuole", per il ponte dell'Immacolata, due realtà impren-ditoriali importanti nel panorama bergamasco. Lario Ber-gauto ha esposto - addobbata per l'occasione - l'ultimanata MINI Clubman, in compagnia dei colorati caschi Ai-roh Helmets. Proprio l'azienda di Almenno San Bartolo-

meo, famosa nel mondo per gli elmetti da cross, ha vo-luto suggellare il binomio con le nuove generazioni sem-pre più attente alla sicurezza e al design. Le sue ultimecreazioni, infatti, hanno addobbato la pista da ballo, in-serite in teche trasparenti e colorate da luci avvolgenti.A rendere ancora più suggestivo il binomio, sono state lamusica e l'organizzazione della serata. Le stesse che daanni allietano le notti dei giovani studenti di Bergamo.

Chi, dove e perchèFoto di Giorgio Chiesa

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