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Azione C2 :Implementazione del di ti it i
LIFE 09 NAT / IT / 000160 - ARCTOS“Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico”
programma di gestione sanitaria del bestiame domestico.
a cura di Adriano Argenio
L’Aquila, 15 aprile 2013
Adriano ArgenioMedico veterinario
consulente dell’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo
Riassunto esecutivoRiassunto esecutivo2009
PATOM (Piano di Azione Nazionale per la Conservazione dell’Orso bruno marsino)Azione B3: raccogliere informazioni sulla presenza e distribuzione di patologie del bestiamedomestico (anche relative a zoonosi non espressamente indicate nel regolamento della poliziaveterinaria ma presenti nella lista OIE) in modo da verificare la presenza e localizzazione dieventuali problematiche potenzialmente dannose per l’orso e da redigere un protocollo di gestiones nit i d l b sti m d m stic n ll di p s n d ll’ ssanitaria del bestiame domestico nelle aree di presenza dell orso.
2010 Studio conoscitivo sulla presenza e distribuzione di patologie trasmissibili all’orso da parte delbestiame domestico nell’areale interregionale di presenza dell’orso bruno marsicano.Finanziato dalla Regione Abruzzo, redatto dal dott. Massimo Fenati
2011 LIFE09NAT/IT/000160 - ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’arealealpino e appenninico” - Azione A2Studio di valutazione del rischio sanitario, legato alla presenza del bestiame domestico, e deiprotocolli di monitoraggio sanitario in vigoreprotocolli di monitoraggio sanitario in vigore.Redatto dal dott. Massimo Fenati et al.
2012LIFE ARCTOS - Azione A2Linee guida per la gestione degli aspetti sanitari connessi alla tutela delle popolazioni di orsobruno marsicano.Redatto dal Tavolo Tecnico Sanitario istituito presso il Ministero della Salute
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LIFE LIFE ArctosArctos –– Azione C2Azione C2
2012LIFE09NAT/IT/000160 - ARCTOS “Conservazione dell’orso bruno: azioni coordinate per l’areale alpino e appenninico” -Azione C2 Azione C2 Proposta di un piano per la gestione degli aspetti sanitari connessi alla tutela dell’orso bruno marsicanoFinanziato dall’Ufficio Conservazione della Natura della Regione Abruzzo
2013Implementazione di un programma dimonitoraggio sanitario nell’areale di presenza dell’orso bruno marsicano
2014Individuazione di eventuali azioni sanitarie dirette a mitigare le comprovate ripercussioni sulla dinamica di popolazione per l’orso bruno marsicano
L’importanza di un programma di L’importanza di un programma di monitoraggio sanitariomonitoraggio sanitario
• La tutela della residua popolazione di orso bruno marsicano è indissolubilmente legata a unacorretta gestione sanitaria degli ecosistemi nei quali questa specie sopravvive.
• Le popolazioni relitte hanno una scarsa capacità di adattamento a variazioni ambientaliimprovvise una delle quali può essere rappresentata proprio dall’introduzione di un nuovo agenteimprovvise, una delle quali può essere rappresentata proprio dall introduzione di un nuovo agentepatogeno o dalla maggiore aggressività di patogeni già presenti.
• L’alta vulnerabilità della popolazione di orso bruno marsicano, dovuta a una scarsa variabilitàgenetica e al numero esiguo di esemplari, obbliga a mettere in atto una sorveglianza specialedella specie.
• L’applicazione di un piano di monitoraggio sanitario di tutela dell’orso bruno marsicano èinteresse non solo di chi è direttamente interessato alla tutela dell’orso bruno marsicano, ma ditutte le categorie (allevatori, cacciatori, medici veterinari) che svolgono attività nell’arealeoccupato da questa specie.
• L’orso è una c.d. “specie ombrello”, necessita di habitat vasti e articolati per poter sopravvivere,quindi le azioni di gestione sanitaria di questa specie avranno ricadute positive anche sullaconservazione delle altre specie domestiche e selvatiche che vivono nello stesso contestoambientale.
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MALATTIA PUNTEGGIOBrucellosi 5Cimurro e Morbillivirus 5P i s (CPV) 4
Le 10 patologie potenzialmente Le 10 patologie potenzialmente trasmissibili all’orso bruno marsicanotrasmissibili all’orso bruno marsicano
CRITERI• recettività• patogenicità• contagiosità
ff tt d fiParvovirus (CPV) 4Pseudorabbia 4Leptospirosi 3,5Epatite infettiva (CAV1) 3Toxoplasmosi 3Clamidiosi 2,5Febbre Q 2,5Bluetongue 2
• effetto demografico- sopravvivenza- riproduzione
• impatto sulla popolazione• esposizione
Bluetongue 2
Si tratta di:• n. 4 malattie batteriche • n. 5 virali • n. 1 parassitaria
Fenati, 2010
VALUTAZIONE DEL RISCHIOcombinando esposizione ed impatto sulla popolazione. Punteggio compreso tra 0 e 9 (ordine crescente di importanza)
Punti critici del monitoraggio Punti critici del monitoraggio sanitario effettuato fino al 2010sanitario effettuato fino al 2010
• il numero di patogeni indagati nelle specie domestiche è di molto inferiore rispetto alle specie selvatiche;
• manca o risulta insufficiente il campionamento di alcune specie “chiave” relativamente ad alcuni patogeni, ad esempio il caso della Pseudorabbia nel cinghiale, la cui ricerca è stata limitata a 4 campioni, oppure delle classiche malattie del cane (CDV, CCV, CPV o CAV 1) che non sono state campioni, oppure delle classiche malattie del cane (CDV, CCV, CPV o CAV 1) che non sono state indagate nella popolazione canina, pur essendo state segnalate nel lupo e nell’orso.
• la discontinuità temporale e la variabilità spaziale del campionamento; • in molti casi anche quando il campionamento “esplorativo” (passivo) è risultato informativo, non
si è evidenziata alcuna intensificazione nel monitoraggio negli anni successivi (es. isolamento della Brucella nel cervo e nel cinghiale nel 2005).
• mentre nelle specie domestiche le tecniche diagnostiche risultano standardizzate e sono noti i valori di sensibilità e specificità delle stesse, negli animali selvatici l’applicazione in toto di tali metodiche non garantisce lo stesso risultato in termini di affidabilità.
• l’utilizzo nella maggior parte dei casi di tecniche sierologiche limita le informazioni sanitarie gg p gdisponibili. La positività sierologica fornisce solo l’indicazione di un’avvenuta esposizione tra l’ospite ed il patogeno e risulta fortemente legata allo sviluppo, durata e specificità dell’immunità umorale acquisita dall’ospite.
• la mancanza di una banca dati centralizzata con dati univoci e coerenti ha portato alla mancata corrispondenza tra dati appartenenti presumibilmente agli stessi animali e ha creato confusione, generando inutili ripetizioni ed impedendo confronti o analisi affidabili.
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Obiettivi del programma di Obiettivi del programma di monitoraggio sanitariomonitoraggio sanitario
1. Realizzare una migliore indagine conoscitiva dell’attuale situazione sanitaria
dell’areale frequentato dall’orso bruno marsicano.
2. Istituire un sistema permanente continuo di monitoraggio sanitario delle specie
animali domestiche e selvatiche che condividono gli ecosistemi con l’orso,
necessario considerando l'elevata variabilità dei fattori epidemiologici.
Areale dell’orso bruno marsicanoAreale dell’orso bruno marsicano
AREE PROTETTE1. Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e
Molise e della sua Zona di ProtezioneEsterna
2 Parco Regionale Sirente Velino2. Parco Regionale Sirente Velino3. Parco Naturale Regionale di Monti
Simbruini4. Corridoio Riserva della Duchessa
REGIONI: Abruzzo, Lazio e Molise
3 SERVIZI VETERINARI REGIONALI
2 ISTITUTI ZOOPROFILATTICI SPERIMENTALI
6 ASL 6 ASL
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Suddivisione amministrativa Suddivisione amministrativa dell’areale dell’orso bruno marsicanodell’areale dell’orso bruno marsicanoRegione IZS Area
Protetta ASL Comuni
PRSV ASL 1 AZ SL AQDistretto ??
Acciano, Aielli, Castel di Ieri,Castlevecchio Subequo, Celano, Cerchio,Collamele, Fagnano Alto, Fontecchio,Gagliano Aterno, Goriano Sicoli, Maglianodei Marsi, Massa d‘Albe, Molina Aterno,Ocre Ovindoli Pescina Rocca di Cambio
ABRUZZO IZS Abruzzo e
Molise
Ocre, Ovindoli, Pescina, Rocca di Cambio,Rocca di Mezzo, San Demetrio né Vestini,Secinaro, Tione degli Abruzzi.
PNALM+ZPE
ASL 1 AZ SL AQDistretto Castel di Sangro
Alfedena, Barrea, Castel di Sangro,Civitella Alfedena, Opi, Pescasseroli,Roccaraso, Scontrone, Villetta Barrea
ASL 1 AZ SL AQDistretto Sulmona
Anversa degli Abruzzi, Cocullo, Scanno,Villalago
ASL 1 AZ SL AQDistretto Avezzano
Balsorano, Bisegna, Civita d'Antino,Collelongo, Gioia dei Marsi,Lecce nei Marsi, Luco dei Marsi,Ortona dei Marsi, Ortucchio,San Vincenzo Valle Roveto,Trasacco, Villavallelonga
MOLISE PNALM+ZPE ASREMDistretto Isernia
Castel San Vincenzo, Colli al Volturno,Filignano, Montenero Val Cocchiara,Pizzone, Rocchetta al Volturno, Scapoli
LAZIOIZS
Lazio e Toscana
PNALM+ZPE
AUSL FRDistretto Sora
Alvito, Campoli Appennino, Pescosolido,Picinisco, San Biagio Saracinisco,San Donato val di Comino, Settefrati
AUSL FRDistretto Cassino Vallerotonda
PR Monti Simbruini ASL RM/GFilettino, Trevi nel Lazio, CamerataNuova, Cervara di Roma, Jenne, Subiaco,Vallepietra
RR M. della Duchessa AUSL RI Borgorose
Inquadramento normativo delle 10 Inquadramento normativo delle 10 malattie e status del controllo nelle malattie e status del controllo nelle
specie domestichespecie domesticheMalattia Inquadramento normativo Controllo specificoBrucellosi controllo nei bovini (D.lgs n. 651 del 1994, successivamente modificato
dal D.lgs n. 429 del 1997) e negli ovi-caprini (DM n. 453 del 1992). SI
Cimurro e i t l i l i i l NOCimurro e Morbillivirus non esiste una legislazione nazionale NO
Parvovirus (CPV) non esiste una legislazione nazionale NOPseudorabbia piano nazionale nei suini (DM del 1 aprile 1997) SILeptospirosi D.lgs n.191/2006, non sono oggetto di specifici piani di controllo, ma di
specifiche misure di sorveglianza in funzione della situazioneepidemiologica esistente.
NO
Epatite infettiva (CAV1) non esiste una legislazione nazionale NO
Toxoplasmosi D.lgs n.191/2006, non sono oggetto di specifici piani di controllo, ma dispecifiche misure di sorveglianza in funzione della situazioneepidemiologica esistente.
NO
Cl idi i D l 191/2006 di ifi i i i di ll diClamidiosi D.lgs n.191/2006, non sono oggetto di specifici piani di controllo, ma dispecifiche misure di sorveglianza in funzione della situazioneepidemiologica esistente.
NO
Febbre Q D.lgs n.191/2006, non sono oggetto di specifici piani di controllo, ma dispecifiche misure di sorveglianza in funzione della situazioneepidemiologica esistente.
NO
Bluetongue Piano di sorveglianza sierologico annuale nei bovini nelle zone nonsoggette a restrizione SI
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Suddivisione delle 10 patologie in Suddivisione delle 10 patologie in base alle specie serbatoiobase alle specie serbatoio
MALATTIA DOMESTICI SELVATICIBrucellosi bovino, ovicaprino cervo, cinghiale
Cimurro (CDV) e Morbillivirus cane lupo, volpeP i (CPV) l lParvovirus (CPV) cane lupo, volpe
Pseudorabbia suino cinghialeLeptospirosi bovini, ovicaprini, cane, suino lupo, cinghiale, cervo, volpe
Epatite infettiva (CAV1) cane lupo, volpe
Toxoplasma gatto, bovino, ovicaprini, cane, suino
gatto selvatico, cervo, lupo, volpe
Chlamydiosi bovino, ovicaprino, cane cervo, camoscioFebbre Q ovicaprini cervo, lupoBluetongue ovino bovino cervoBluetongue ovino, bovino cervo
• L'80% delle malattie sono “veicolate” dalle specie domestiche, quindi i pericoli sanitariper l’orso bruno marsicano sono dovuti principalmente alla presenza di bovini, ovicaprinie cani che vivono in simpatria con la specie.
• Le specie animali domestiche sono anche le specie più contattabili e quindi più gestibilie monitorabili.
Procedure di attuazione del Procedure di attuazione del programma di monitoraggio sanitarioprogramma di monitoraggio sanitario
Sorveglianza attivamediante prelievo di sangue sulle specie domestiche simpatriche dell’orso,effettuata su:• bovini e ovicaprini relativamente a Toxoplasmosi Chlamydiosi e Febbre Q;bovini e ovicaprini, relativamente a Toxoplasmosi, Chlamydiosi e Febbre Q;
Sorveglianza passivaattuata mediante esame delle carcasse ritrovate o attraverso prelievi di sangueeffettuati durante catture casuali o legate ad altri progetti di ricerca, effettuatasu:• cani per CDV, CCV, CPV, CAV1, Brucellosi e Leptospirosi.• cinghiale, relativamente a Pseudorabbaia, Brucellosi e Leptospirosi;• lupo, volpe, mustelidi, relativamente a CDV, CCV, CPV, CAV1 e Leptospirosi;• cervo, capriolo e camoscio appenninico relativamente a Brucellosi, Leptospirosi,cervo, capriolo e camoscio appenninico relativamente a Brucellosi, Leptospirosi,Toxoplasmosi, Chlamydiosi, Febbre Q, Bluetongue;
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MALATTIA PUNTEGGIOBrucellosi 5Cimurro e Morbillivirus 5
Priorità del monitoraggio sanitarioPriorità del monitoraggio sanitario
CinghialiC murro e Morb ll v rus 5Parvovirus (CPV) 4Pseudorabbia 4Leptospirosi 3,5Epatite infettiva (CAV1) 3Toxoplasmosi 3Clamidiosi 2,5Febbre Q 2,5
Cani
Bestiame
Fauna selvaticaBluetongue 2
CANICANI
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Categorie dei proprietari dei caniCategorie dei proprietari dei caniCANI DEI CACCIATORI
• Possono rappresentare un veicolo di agenti patogeni nell’areale dell’orso, dato che è sempre più diffusa la tendenza a recarsi a caccia anche in altri territori e spesso anche all’estero.
• Il loro monitoraggio è molto importante, anche perché muovendosi sul territorio, sono una fondamentale sentinella per analizzare la presenza di agenti patogeni.
• Essendo cani che hanno un valore economico, sono quasi sempre vaccinati e iscritti all’anagrafe. , q p g• Si chiederà la collaborazione dei medici veterinari liberi professionisti, che hanno in cura i cani
dei cacciatori. Si chiederà loro di effettuare, se il padrone è d’accordo, un prelievo di sangue sui cani non vaccinati, chiedendo all’IZS l’analisi per CDV; CPV; CAV1, Brucellosi e Leptospirosi.
CANI DEI CERCATORI DI TARTUFI• Come nel caso dei cani dei cacciatori, anche in questo caso si tratta di cani che vengono portati
sul territorio e quindi possono essere considerati delle sentinelle sanitarie. • Anche in questo caso si chiederà la collaborazione dei medici veterinari liberi professionisti.
CANI DEI TURISTI• Le Aree Protette sono meta di turisti che si concentrano in particolari periodi dell’anno. Spesso i p p p
turisti portano con loro i cani. • E’ una categoria marginale rispetto al programma di monitoraggio sanitario soprattutto perché è
presente solo per periodi limitati e si tratta per lo più di cani vaccinati e iscritti all’anagrafe. • Si cercherà di sensibilizzare i turisti a condurre nelle Aree Protette solo cani vaccinati e a non
lasciarli liberi di vagare al di fuori delle aree consentite.
Categorie dei proprietari dei caniCategorie dei proprietari dei caniCANI DEGLI ALLEVATORI
• I cani, utilizzati per la guardiania del bestiame, spesso non vengono iscritti all’anagrafe canina (anche se è un obbligo di legge) e ancora meno sono quelli vaccinati.
• Si tratta della categoria più difficile da convincere, ma anche di quella più importante perché mentre cacciatori e cercatori di tartufi rimangono relegati all’esterno delle aree protette, gli allevatori portano il bestiame, e quindi i cani, all’interno dei parchi in zone sensibili per l’orso. M t i i d i i t i lli d i t i di t t fi ti l t it i lt t • Mentre i cani dei cacciatori e quelli dei cercatori di tartufi sono presenti sul territorio soltanto in alcuni mesi e durante questi mesi la sera vengono comunque ricondotti a casa. I cani degli allevatori sono presenti sul territorio durante tutto l’anno e vengono lasciati liberi di vagare durante tutto il giorno, in particolare la notte, quando non c’è il controllo dell’allevatore.
• Si chiederà la collaborazione degli allevatori più sensibili attraverso l’intercessione dei servizi veterinari delle ASL per effettuare il prelievo di sangue a un numero significativo di cani che vengono utilizzati per la gestione del bestiame.
CANI DEI RESIDENTI• Il problema dei cani dei residenti nei comuni delle aree protette è lo stesso di quelli degli
allevatori, spesso vengono lasciati liberi di vagare durante tutto il giorno. L sti d t d i i t i si limit ll f it di ib t t m Si t tt di • La gestione da parte dei proprietari si limita alla fornitura di cibo una tantum. Si tratta di una pratica molto pericolosa perché lascia sul territorio animali domestici non controllati.
• Anche in questo caso è indispensabile la collaborazione dei medici veterinari liberi professionisti.
CANI RANDAGI• Si chiederà ai Servizi veterinari delle ASL di aggiungere alle analisi che già vengono eseguite al momento dell’ingresso di un cane randagio nel canile, anche quelle importanti per il presente monitoraggio sanitario (es. la Brucelllosi).
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CimurroCimurro• malattia virale causata da un virus della famiglia Paramixoviridae• genere Morbillivirus, “imparentato” con morbillo umano e peste bovina• colpisce canidi, mustelidi, procionidi, ursidi• chiamata anche Canine Distemper Virus (CDV) o Maladie de Carrép ( )
• molto contagiosa per contato diretto (saliva, urina, feci), anche per via aerea• labile nell’ambiente esterno (circa 10 giorni a T° ambiente), sensibile ai disinfettanti• può colpire soggetti di ogni età, ma soprattutto cuccioli di pochi mesi che nonhanno assunto il colostro dalla madre
• periodo d’incubazione: 3-5 gg (alcuni studi sostengono anche fino a 7-8 gg)• sintomi iniziali: apatia, febbre 40°-41°, inappetenza, scolo dagli occhi e dal naso dicolorito giallastro, tosse secca, congiuntivite, vomito, diarrea, lesioni cutanee
i i ( ll t )pruriginose (ascelle e ventre)• dopo 2-3 sett: convulsioni, contratture dei muscoli facciali e dei muscoli dellezampe, cecità, giramenti in tondo, fughe errabonde.
• terapia: sintomatica, antibiotici per infezioni batteriche secondarie, fluidoterapia,anticonvulsivanti.
• vaccinazione: a 8-12 sett e poi 2 richiami a distanza di 15-20 gg. Richiamo annuale
Campagna di sensibilizzazione:Campagna di sensibilizzazione:il il cane…ilcane…il miglior amico dell’orso!miglior amico dell’orso!
• rivolta ai proprietari dei cani, in particolare cacciatori, cercatori di tartufi, turisti;
• realizzazione di una locandina, da affiggere nei luoghi pubblici e da diffondere sul web;nei luoghi pubblici e da diffondere sul web;
• collaborazione con la Federazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani
• stiamo lavorando alla realizzazione di un volantino informativo sulle patologie trasmissibili dal cane all’orso;
• organizzazione di incontri con categorie a rischio come gli allevatori e i residenti;
• vaccinazione a tappeto dei cani degli allevatori in collaborazione con i Servizi Veterinari delle ASL competenti;
• richiesta di aiuto ai medici veterinari liberi professionisti.
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CINGHIALICINGHIALI
PseudorabbiaPseudorabbia o Malattia di o Malattia di AujeszkyAujeszky
• malattia virale causata da un virus della famiglia Herpesviridae
• descritta la prima volta in Ungheria nel 1913 da Aladár Aujeszky
• ormai diffusa in tutto il mondo (tranne nei paesi islamici)m ff m ( p m )
• chiamata anche Pseudorabbia o MAD ITCH o prurito furioso
• il virus viene mantenuto dai suidi, i quali sono gli unici a poterla trasmettere ad altre specie.
• non contagia l' uomo
• può colpire numerose altre specie domestiche e selvatiche che contraggono unaforma mortale e quindi rappresentano fondi ciechi epidemiologici.
• nei suidi è contagiosa e caratterizzata da un grado di severità indirettamenteproporzionale all'età del soggetto colpito, fino a diventare subclinica negli adulti.
• la Pseudorabbia è oggetto di un piano nazionale di controllo (DM del 1 aprile 1997)nei suini perché provoca notevoli danni economici agli allevamenti.
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Epidemiologia nei Epidemiologia nei suidisuidi
La comparsa della malattia è stagionale (ottobre-aprile)
Localizzazione nervosa e polmonare
Incubazione 2-4 giorni
Il virus eliminato per circa 3 settimaneattraverso lo scolo nasale e la saliva.
L'escrezione anche attraverso il latte, la placenta , gli scoli vaginali, il seme.
Gli animali siero positivi sono potenziali diffusori della malattia.
Patogenesi nei Patogenesi nei suidisuidi
Mucosa olfattoria
SNC
via digerente
via aerogena
TonsilleFaringe
LaringeLinfonodi
Polmoni Genitali
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Sintomatologia nei Sintomatologia nei suidisuidi
NEONATIFebbre , tosse , vomito, sintomi nervosi, quali epistotono, pedalamento, maneggio ed incoordinazione.Morbiltà alta – mortalità alta
FINO A 6 MESILocalizzazione polmonare: polmonite grave e sintomi nervosi.Morbilità alta - mortalità bassa (3%)
SCROFE GRAVIDEPacisintomatici o asintomaticiLocalizzazione placentare: infezione trasmessa al feto, necroticità della placenta infertilità o nascita di soggetti deboli nati-mortalità e della placenta, infertilità o nascita di soggetti deboli, nati mortalità e aborto con riassorbimento embrionale.
VERRILocalizzazione scrotale: azoospermia.
Epidemiologia nei carnivori Epidemiologia nei carnivori
Il virus ha localizzazione neurotropa.
Malattia trasmessa attraverso l’ingestionedi frattaglie di suidi infetti.
I b i 4 6 i i
La malattia evolve rapidissimamente in encefalite acuta.
Non essendoci viremia, non si ha escrezione esterna di virus.
Incubazione: 4-6 giorni.
La morte sopravviene in 24-48 ore
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Patogenesi nei carnivori Patogenesi nei carnivori
Nervi1986 FloridaUrsus americanus
1994 Trentino
TonsilleFaringe
Linfonodi
Encefalo
1994 TrentinoUrsus arctos
1999 SpagnaU. a. isabellinusU. a. middendorffiUrsus maritimus
2011 SirenteVelinoU.a. marsicanus ??
Ingestione di carni infette.
Sintomatologia nei carnivoriSintomatologia nei carnivori
Incubazione di breve durata
Manifestazioni pruriginose su muso e nasoS i l Scialorrea
Afebbrile Anoressia
Alterazione della fonesi
Paralisi flaccida dei muscoli laringei
Indifferenza agli stimoli esterni
Prognosi infausta
Difficoltà respiratorie
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Richiesta di collaborazione Richiesta di collaborazione al mondo venatorioal mondo venatorio
• Segnalare a CFS, Guardiaparco, ASL il ritrovamento di carcasse di animali sia selvatici che domestici
• Iscrivere all’anagrafe canina e vaccinare i cani di proprietà
• Non abbandonare in natura visceri, pelle e parti non commestibili dei cinghiali
• Segnalare agli Enti preposti eventuali anomalie riscontrate durante la pulizia emanipolazione delle carcasse
• Prelevare un campione di polmone e di milza dalle carcasse dei cinghiali abbattuti
Quali campioni prelevare Quali campioni prelevare dalle carcasse di cinghialedalle carcasse di cinghiale
Cervello
Milza
Tonsille
Polmone
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Prelievo di campioniPrelievo di campionidalle carcasse di cinghialedalle carcasse di cinghiale
Corata
XX
PolmoneMilza
Modalità di conservazione Modalità di conservazione dei campionidei campioni
X entro3 giorniX
+ 4°C
g
+
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Destinatari del campioneDestinatari del campione
ASLIZS
?ASLATC
PROVINCIAPNALM
IZS Abruzzo
e Molise
Destinatari regionali del campione Destinatari regionali del campione
Molise ASLATC
PROVINCIADott. A.
Liberatore
PNALM
Ab ASL
PNALM
IZS Abruzzo e Molise
X PNALM
Abruzzo PNALMPROVINCIA
ATCX ATC Avezzano
ATC Sulmona
ATC Roveto Carseolano
ATC Subequano
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Risultati del I anno di monitoraggio Risultati del I anno di monitoraggio sanitario del cinghialesanitario del cinghiale
N. 2 incontri con ATC e cacciatori diAbruzzo e Molise per il monitoraggiosanitario dei cinghiali abbattuti daicacciatori nella ZPE del PNALM.
Raccolti 70 campioni di polmone, milza,rene e muscolo per monitorarerispettivamente Malattia di Aujesky,Brucellosi, Leptospirosi, Trichinellosi.
Il 90% dei campioni sono stati raccoltinell’Area contigua molisana del PNALM.
Proposta di collaborazione da parteroposta d collaboraz one da partedell’Ufficio Caccia della Regione Abruzzo.
A breve organizzeremo un convegno perdiscutere dei risultati del campionamentoe delle strategie da adottare.
… grazie per … grazie per l’attenzione e la l’attenzione e la collaborazione! collaborazione!
cell. 339/6691450 [email protected]