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Padiglione Kuchenmonument di raumlabor

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Kuchenmonumentdi Raumlabor

Luigi CalonaciKuchenmonument, Biennale di Venezia 2010.

Raumlabor un collettivo in stretta connessione nato a Berlino e formato da otto architetti specializzati che lavorano in maniera interdisciplinare su temi quali la trasformazione e il rinnovamento urbano.
Ad ogni progetto Raumlabor disegna e mette in azione team di esperti costituiti ad hoc, professionisti che mettono in collegamento il collettivo berlinese con specialisti esterni chiamati a seconda di ogni specifico processo creativo. Raumlabor lavora sulle intersezioni tra larchitettura, lurbanistica, la public art e lurban intervention. In Italia sono stati avvistati di recente con due concept di rilievo.Il primo kchenmonument, un generatore di spazio e di viaggio su quattro ruote che ha offerto, durante i giorni dapertura dellultima Biennale di Architettura, la propria struttura gonfiabile come luogo nel quale svolgere eventi, presentazioni, dibattiti e persino laboratori di sedute.

Il secondo progetto del collettivo berlinese ha rappresentato invece il cuore ecosistemico di Artissima 17.La casa delle contaminazioni, infatti, negli spazi dellOval diventata un centro culturale (per la danza, il teatro, la letteratura, il cinema e il design) costruito a misura duomo e costituito da balle di plastica, carta, pezzi di automobili, materiali da discarica e vecchi elettrodomestici utilizzati tanto come arredi quanto come allestimenti.

Una delle missioni dei Raumlabor si fonda sulla generazione di pratiche alternative allinterno della circoscrizione e della civilt urbana che deve essere alimentata dalla cooperazione e dalla auto-responsabilizzazione tra gli individui. Raumlabor ha come obiettivo quello di esplorare i residui di ideali collettivi e i modi per superare le rigide condizioni dettate dalla concorrenza di stampo economico, andando alla ricerca, sul territorio, di nuovi linguaggi, superfici, narrazioni e comunit.Uno dei loro obiettivi aprire gli spazi della comunit allimmaginazione individuale. Le persone devono riconquistare il controllo dei luoghi, delle loro narrazioni e della loro storia, riconvertendoli attraverso attivit concrete da svolgere in essi. Ogni nuova presenza, cos come ogni nuova struttura, nellarea urbana deve abituarsi a un processo di negoziazione che coinvolge e ridefinisce lidentit di abitanti dellarea cittadina. Il dialogo tra uomini ed edifici per loro devessere lineare e semplice, promuovendo progetti che attivino visioni positive sulla citt, prospettive che devono diventare act in public. Ogni nuovo spazio deve diventare confidenziale per evitare di rimanere troppo tempo in balia di leggi e di commerci territoriali. I progetti dei Raumlabor devono far ritrovare la libert della condivisione nel vivere civile, offrendo alla societ di rinforzare ciascuna identit emergente.Questo gruppo di Architetti berlinesi vogliono ascoltare i luoghi e poi provocare chi li attraversa. Non viceversa. Ogni area una metafora, larchitettura solo uno dei linguaggi possibili attraverso cui esprimerla. Essi progettano strutture temporanee ed esperienziali, ambendo a non creare distanze tra le persone, per rendere lo spazio una prospettiva raggiungibile. Il risultato la creazione di unarchitettura generata dalle medesime condizioni dello spazio che si deve comportare come uno strumento per tracciare nuove storie. Larchitettura che amalgama spazio ed esperienza deve dare lopportunit di far scoprire nuovi benefici, instillando nellimmaginazione dei suoi fruitori inedite visioni della citt.Lavorano molto simulando o evocando la consistenza di manufatti, in tutto quello che progettano. Tutto deve essere semplice, facilmente ideabile. I materiali che scelgono di utilizzare non sono particolarmente sintetici o adatti per creare effetti speciali. Molto spesso concepiscono la materia come una delle strategie chiave per attivare, negli spazi pubblici, motori di sviluppo di interi quartieri.Lavorano spesso analizzando mosse e abitudini di quelle che noi chiamiamo temporary communities. Secondo loro,queste, sono il futuro delle citt. nelle piccole comunit di persone che persiste la memoria collettiva degli eventi che creano o delle strutture che progettano. Il loro scopo cercare di portare la gente a vivere e a condividere gli spazi che ritagliano dalla normalit cittadina.In fondo, Raumlabor ha come punti focali della propria ricerca, il fondamento di nuovi principi costruttivi, differenti punti di assemblaggio tra materiali, nuove geometrie nellarredamento e un alleggerimento delle strutture protettive.Il fine portare la gente a incontrarsi e a interagire pubblicamente senza costrizioni. Il futuro deve lasciare che ciascuno di noi si riappropri di usi temporanei e di momenti vitali delle nostre esperienze, riattivando allo stesso tempo anche il tessuto urbano e le sue problematiche che ci circondano.Uno dei loro due concept che abbiamo avuto in italia il Kuchemonument, una grande bolla traslucida di circa 20m x 10m, una tensostruttura, anzi una bubbletecture come loro la definiscono, che nelle forme ricorda un enorme pallone da rugby.Questa costruzione non altro che il padiglione temporaneo progettato per la rivista Domus, all'interno della Biennale di Venezia, in cui verranno organizzati incontri, tavole rotonde e proiezioni.

I berlinesi del Raumlabor, hanno portato avanti questo tipo di struttura, rendendola mobile a tutti gli effetti; il risultato si chiama Bang Bang.

Bang Bang un furgone espandibile in entrambi i lati e verticalmente. Nei lati e nel tettino del furgone sono stati applicati del palloni traslucidi, uguali a quelli della Kuchenmonument. E' uno strumento multifunzionale, in grado di lavorare a diverse scale, con le citt e i suoi cittadini. Questo progetto vuole portare questo messaggio: l'arte come generatore di processi urbani.Bang Bang un nuovo concetto di spazio pubblico in cui possono prendere vita vari programmi per la comunit locale, come laboratori per i residenti, concerti, proiezioni di film, conferenze, convegni, riunioni di quartiere, spettacoli ecc...Il tutto pu essere tenuto in luoghi diversi, ovviamente facendo opportunr modifiche alla struttura a seconda dell'evento che dovr ospitare.