padiglione di studio ibm, renzo piano

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relazione del padiglione di studio itinerante

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Page 1: Padiglione di Studio IBM, Renzo Piano

- Progettisti: Team Renzo Piano e Hunji Ishida- Design Team: O. Di Blasi, F. Doria, G. Facioli, S. Ishida, J. B. Lacoudre, N. Okabe

Scheda

L’incarico

Concept

Analisi strutturale

Università degli Studi di Firenze - Gestione del progetto - A.a. 2010/2011 - Prof. RidolfiStudenti: Lucio Berni, Valerio Cerri, Federica Di Lieto

- Architett: P. Vincent, A. Traldi- Consulenti: Arup e Partners, Ingeniería S.p.A De Calabrese.

L’azienda IBm incarica Renzo Piano di progettare un padiglionre per l’installazione di una mostra delle tecnologie e dell’informazione, che possa viaggiare nelle città europee e quindi facile damontare e smontare.

La naturalità del progetto è di massima importanza. L’intenzione della mostra è quella di eliminare il contrasto con il contesto naturale, presentando la tecnologia come parte di esso della vita quotidiana, utilizzando un modulo facilmente traportabile da città a città.

La struttura è composta da 34 moduli ad arco divisibili a metà. ogni arco ha tre elementi principali,un giunto in alluminio, un laminato in legno ed una piramide in policarbonato. L’illuminazione, il controllo della temperatura ed il pavimento tecnico sono elementi fondamentali del padiglione.

Page 2: Padiglione di Studio IBM, Renzo Piano

L’ incarico

Concept

Nel progettare questo padiglione iterante, Piano ha tenuto fortementein considerazione il tema della NATURA. In contrasto con l’idea tradizionale di TECNOLOGIA come un qualcosa del tutto separato e alternativo agli elementi naturali, le pareti sono state studiate per essere un filtro trasparente tra interno ed esterno, tra tecnologia e natura appunto. Le pareti traslucide mettono in diretta comunicazione il mondo virtuale di cui IBM si fa portatovirtuale di cui IBM si fa portatore e il mondo organico che caratterizza le diverse location scelte per l’istalazione. Il padiglione viene infatti montato in ambienti naturali come parchi storici e argini dei fiumi, in modo da risaltare particolarmente questo rapporto. Con questa dimostrazione si vuol incoraggiare le persone a vedere la tecnologia non come un qualcosa di asettico e distante dalla realtà, ma come parte integrante della vita quotidiana. I materiali stessi scelti da Piano per la struttura e le rifiniturifiniture contribuiscono a dare l’idea della forte interazione con la natura. La stuttura è fatta di legno che forma una connessione forte con il sito. Questo esplicito riferimento ad una struttura strettamente legata alla natura , così come la scelta del sito immerso nel verde, enfatizza il concetto di “informatica amica della natura”. Altro tema forte del progetto è la sua veloce SMONTABILITA’, per velocizzare il trasferimento dell’istallazione e facilitarne al contempo il montaggio nel luogo successivo. Il concetto che si vuole esprime è psuccessivo. Il concetto che si vuole esprime è proprio quello di una manifestazione sempre in viaggio, proprio come il circo.

Università degli Studi di Firenze - Gestione del progetto - A.a. 2010/2011 - Prof. RidolfiStudenti: Lucio Berni, Valerio Cerri, Federica Di Lieto

Siamo all’inizio degli anni 80, periodo in cui la IBM è leader mondiale nel settore dell’allora crescente campo dell’informatica. La ditta prende coscienza del fatto che l'informatica è in espansione e fino ad allora la TECNOLOGIA era un qualcosa privilegio di pochi, un qualcosa di cui le persone non facevano uso nella vita di tutti i giorni. Partendo da questo concetto IBM assegna a Piano il progetto per un padiglione iterante che illustrasse nelle grandi città euillustrasse nelle grandi città europee, i benefici dell’informatica, rendendo familiare il concetto di tecnologia per tutti quelli che non ne facevano ancora uso. La mostra doveva presentare le meraviglie della nuova tecnologia, fornendone un’immagine piacevole e accessibile, lontana dall’idea asettica che si stava diffondendo nell’immaginario comune. Il padiglione doveva essere facilmente assemblabile e altrettanto smontabile per permetterne il trasporto da una città all’altra nel minor tempo possibile. Al contempo, doveva contenetempo possibile. Al contempo, doveva contenere impianti e garantire adeguate condizioni climatiche al suo interno. Renzo Piano riuscì magistralmente a superare questi problemi, progettando una struttura agile, flessibile e all’avanguardia della tecnologiav.

Page 3: Padiglione di Studio IBM, Renzo Piano

Struttura

Il padiglione itinerante di Renzo Piano per l’IBM ha lunghezza pari a 47 metri, larghezza di 12 metri e altezza di circa 7 metri. È composto da tre materiali principali: policarbonato trasparente, alluminio pressofuso e legno lamellare. La costruzione è composta da 34 unità a forma di arco che si ripetono linearmente e uniformemente per tutta la lunghezza del padiglione e individuano una struttura a volta a botte. Ognuna delle unità è costituita da 12 elementi piramidali in policarbonato traspa12 elementi piramidali in policarbonato trasparente, un materiale molto leggero ma di elevata resistenza. Questi elementi sono interconnessi internamente e esternamente da nervature di legno di faggio lamellare, sono fusi insieme per ridurre al minimo le giunzioni, e sono assemblati in fabbrica per facilitare l’assemblaggio in loco e il trasporto in camion. Tutti i materiali sono tenuti insieme con adesivi innovativi e estremamente forti. I giunti tra le forme piramidali e le nervature di legno sono in alluminio. Gli elementi in legno Gli elementi in legno resistono a trazione, mentre le piramidi trasparenti resistono a compressione rendendo visibili i reticoli e facendo in modo che non siano necessarie le traverse. Questo preserva la vista della natura. La struttura è posta direttamente sul sito senza alcun fondamento e consiste in un pavimento sopraelevato.

Suolo tecnico

La necessità del padiglione di essere trasportato, quindi smontato e rimontato velocemente, ha determinato fin dalla fase progettuale l’idea di impiegare una base flessibibile e che contenesse gli impianti, facile da montare e che permettesse un uso ottimale dello spazio sopra essa. L’intera struttura infatti si appoggia e si articola sopra essa, struttura infatti si appoggia e si articola sopra essa, all’interno della quale passano i cavi elettici e i tubi di condizionamento. In tal modo l’impiantistica viene nascosta efficacemente, con migliori risultati estetici, ma al contempo se ne garantisce la tempestiva ispezionabilità, indispensabile in una struttura del genere.

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Page 4: Padiglione di Studio IBM, Renzo Piano

Rivestimento

Illuminazione

Università degli Studi di Firenze - Gestione del progetto - A.a. 2010/2011 - Prof. RidolfiStudenti: Lucio Berni, Valerio Cerri, Federica Di Lieto

Il policarbonato, utilizzato come materiale di rivestimento, è stato scelto per la sua elevata trasparenza per consentire l'ingresso massimo di luce naturale nel padiglione. Questo riduce fortemente la domanda di luce artificiale. Pertanto, sono state installate poche fonti di luce all'interno dell'edificio, che sono di due tipologie: proiettori e luci al neon. Per illuminazione totale sono stati utilizzati i proiettori: emettono una luce brillante e le piramidi di policarbonato la riflettono sul pavimento. Questi ppolicarbonato la riflettono sul pavimento. Questi proiettori inoltre svolgono anche il compito di far brillare il padiglione durante la notte. L'altra fonte di illuminazione è il neon: queste luci sono previste solo per illuminare i computer e le altre tecnologie esposte.

Il materiale scelto per il rivestimento esterno è il policarbonato e si compone di elementi piramidali. La sua alta trasparenza permette la massima penetrazione della luce per ottenere un ambiente naturale anche all’interno. Inoltre, questo rivestimento agisce anche strutturalmente, in quanto resiste a compressione. Le piramidi di policarbonato sono attaccate tramite i vertici alla linea di interno ed esterno: i giunti del vertice della piramide la collegano alla linea estepiramide la collegano alla linea esterna, mentre la base della piramide si collega alla linea interna tramite bullonatura. La doppia pelle del rivestimento è utilizzata per il controllo della temperatura. Per le finiture interne è utilizzato il compensato per produrre facilmente componenti di grande precisione.

Page 5: Padiglione di Studio IBM, Renzo Piano

Controllo temperatura

Essendo la superficie del padiglione interamente trasparente sono stati progettati diversi mezzi per un adeguato controllo della temperatura. Prima di ogni installazione del padiglione nei diversi siti è stato eseguito uno studio di tre settimane del luogo attraverso la simulazione al computer del funzionamento della luce esterna e delle condizioni termiche tenendo di conto l’orientamento che avrà il padiglione, la posizione degli alberi e l’ombl’ombreggiatura. Questo studio ha anche determinato la posizione esatta degli elementi piramidali opachi in policarbonato. Inoltre, lo spazio tra i due strati di rivestimento è riempito di gas fotosensibile, che riduce il calore.A causa del soffitto alto, quasi 7 metri di altezza, la stratificazione del calore è stata utilizzata per ridurre al minimo il carico del sistema di aria condizionata. Il fatto che l'aria calda tende a salire permette che il calore possa essere contenuto nei controsoffitti e che possa essere evacuato attraverso il tetto, per la maggior parte per convezione.attraverso il tetto, per la maggior parte per convezione.In caso di installazione in luoghi freddi, la condensa sulle piramidi è risolta con aria calda iniettata da ugelli, identici a quelli utilizzati negli aerei. Il sistema consiste in piccoli tubi che si ramificano dal condotto principale, che giace nella direzione longitudinale del padiglione, sospeso sotto il perno centrale degli archi.

Link Ref:- www.design4decostruction.org- arquitecturamashistoria.blogspot.com/2007/11/delicias-renzo-piano-y-el-pabelln.html- ziyangpoharchitecture.blogspot.com/2009/11/ibm-pavilion.html- Renzo Piano Building Workshop, 1999, Phaidon Press LTD- Relazione di Esther Puerta Sanz, 2006- http://faculty.samfox.wustl.edu/Donnelly/Donnelly/347-F98/IBM_Pavilion/sld032.htm- http://faculty.samfox.wustl.edu/Donnelly/Donnelly/347-F98/IBM_Pavilion/sld032.htm

Documentazione Grafica

Università degli Studi di Firenze - Gestione del progetto - A.a. 2010/2011 - Prof. RidolfiStudenti: Lucio Berni, Valerio Cerri, Federica Di Lieto