adeste 11 domenica 13 marzo 2016c

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

Voi sapete che il dovere del Conclave era

di dare un Vescovo a Roma. Sembra che i

miei fratelli Cardinali siano andati a pren-

derlo quasi alla fine del mondo … ma

siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglien-

za. La comunità diocesana di Roma ha il

suo Vescovo: grazie! E prima di tutto,

vorrei fare una preghiera per il nostro

Vescovo emerito, Benedetto XVI. Pre-

ghiamo tutti insieme per lui, perché il Si-

gnore lo benedica e la Madonna lo cu-

stodisca.

[Recita del Padre Nostro, dell’Ave Maria e del Gloria al Padre]

E adesso, incominciamo questo cammino: Vescovo e popolo. Questo cammino della

Chiesa di Roma, che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di

fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro.

Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che que-

sto cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio Cardinale

Vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella!

E adesso vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che

il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perché mi benedi-

ca: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. Facciamo in

silenzio questa preghiera di voi su di me.

[…]

Adesso darò la Benedizione a voi e a tutto il mondo, a tutti gli uomini e le donne di

buona volontà.

[Benedizione]

Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci

vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta

Roma. Buona notte e buon riposo

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

N essuno se lo aspettava e quelli che lo sapevano si contavano sulla punta delle dita. Papa Francesco è piombato a sorpresa venerdi’ pomeriggio 26 Febbraio, intorno alle 16.30, nella comunità San Carlo nei pressi di Castelgandolfo, apparte-

nente al Ceis, il Centro Italiano di Solidarietà fondato da Don Mario Picchi sul finire degli anni ’60 per prevenire e contrastare l’esclusione

sociale delle persone, con particolare attenzione alle tossicodipendenze. ... È stata quindi una folgorante sorpresa per tutto il personale e i 55 tossicodipendenti ospiti della struttu-ra vedere arrivare una macchina scura con a bordo il Santo Padre. Bergoglio, accolto dagli applausi, è voluto entrare nella vita quotidiana di queste persone che stanno lottando contro la dipendenza dalle droghe, e mostrare loro la sua vicinanza e il suo affetto. …. “Non abbiate paura” è stato uno degli inviti che il Papa ha rivolto a tutti i tossicodipendenti, alternando duri moniti contro il traffico di droga – già espressi più volte nel recente viaggio in Messico – con domande prettamente confidenziali del tipo: “Cosa cuci-nate di buono qui?”. La pizza, ad esempio, che il Pontefice ha

potuto assaggiare realizzando un desiderio da sempre confessato.

Papa FrancescoPapa FrancescoPapa FrancescoPapa Francesco si è presentato con un mazzo

di 12 rose bianche12 rose bianche12 rose bianche12 rose bianche al funeralefuneralefuneralefunerale di Miriam WolduMiriam WolduMiriam WolduMiriam Woldu,

donna di origine eritrea che lavorava alla Casa

Santa Marta, trovata morta nei giorni scorsi nel-

la sua casa nella periferia di Roma. Papa France-

sco si è raccolto in preghierapreghierapreghierapreghiera per 20 minuti pri-

ma dell'inizio della celebrazione.

“il Santo Padre si è recato nella chiesa per sostare in

preghiera di suffragio della defunta, dimostrando il

suo affetto e il suo rispetto per questa ca-

ra collaboratricecollaboratricecollaboratricecollaboratrice della Casa Santa MartaCasa Santa MartaCasa Santa MartaCasa Santa Marta. Il Papa è

rimasto in preghiera silenziosa per circa 20 minuti e

ha deposto un mazzo di 12 rose bianche”.

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

Tu tti avranno piacere di quando in quando di leg-

gere alcune delle avventure di questa novantenne durante i suoi pellegrinaggi a piedi ( dal suo li-bro)

Ancora due aneddoti tratti dal suo libro. Si nota lo spassoso umorismo usato nel rac-contare le sue peripezie: POSSIBILE? UNA FERRARI! Una sola preoccupazione nel mio cammino è quella di non perdere la Messa. La domenica solitamente viene celebrata alle ore 11 di mattina, ma già alle 9 io sono alla porta di una chiesa. È chiusa e dal cartello appeso leggo che quel giorno, solennità dell’Assunta, in nessuna chiesa sarà celebrata la Messa. Perchè verrà cele-brata nel santuario “Notre Dame de Soisy sur le Seine”. Dal luogo dove mi trovavo distava 15 km. In solo due ore di tempo era impossibile ci potes-si arrivare. Subito non mi allarmai, qualche macchina certo sarebbe passata. Invece, nel giorno festivo tutti dormono. Quel santuario era in una campagna, lontana dal traffico, la speranza di ave-re un passaggio si stava affievolendo con il tempo che inesorabilmente passava. Avevo sempre l’occhio sull’orologio. Niente di nuovo succedeva, non un trat-tore, non un camioncino. L’ansia cominciava a to-gliermi il fiato per voler camminare più veloce. Pur-troppo non ci riuscivo e ogni tanto anche inciampavo. China su me stessa volevo indurre e supplicavo il cie-lo a mandarmi un aiuto, ma lassù, nessuno mi ascolta-va. Vennero le 10 e poi le 10 e mezza e la chiesa era ancora lontana. Intorno tutto silenzio, nemmeno il gorgheggiare di un uccellino, solo il rumore del car-rello e dei miei passi. Triste fino alle lacrime conti-nuavo a camminare e a sperare oltre ogni speranza, perchè ormai l’orologio segnava meno cinque alle 11. Ero presa dallo sconforto ma non volevo rinunciare. Arriverò al fumo delle candele, mi dissi, ma voglio arrivarci, sarà il cielo a giustificarmi se perdo la Mes-sa! L’occhio fisso sull’orologio, a meno un minuto mi sfrecciò a lato una macchina, vidi solo che era rossa. Compresi che era una vettura di lusso e tra me pensai: perchè prendermi in giro? Il pensiero era ancora nella mente che ho sentito una voce chieder-mi: “Signora, le serve aiuto”? Non mi ero nemmeno accorta: quella macchina rossa era proprio davanti a me. Con le lacrime agli occhi abbracciai quel signo-re. Arrivai al Santuario nel preciso momento che usci-va la processione per l’inizio della messa. Il cielo mi aveva esaudito! La macchina rossa era una Ferrari.

CERCASI MOGLIE

Mai avrei pensato, scalcinata come sono, di interessa-re un uomo, invece è avvenuto: questo è il fatto. At-traverso una bella distesa di vigneti, proprio quelli a basso vitigno che producono l’ottima uva della quale poi si ricava lo champagne. È bello anche il solo ve-derli tutti ben distanziati, sembrano pettinati, tanto i vignaioli ne hanno cura. I francesi nella cura delle viti sono esperti. Stavo assorta nei miei pensieri, riflettevo a quanti doni ci offre la natura che il rombo di un ci-clomotore viene a distrarmi. Non mi giro nemmeno,

ma quello si accosta educatamente, mi chiede dove vado. Alla mia risposta che vado a Lourdes esce in esclamazio-ni di gioia, anch’egli è innamorato del-la Madonna e dopo vario parlare esce a dirmi che da quattro anni cerca moglie. Aveva ravvisato in me la persona adat-

ta; a Lourdes potevo andare un’altra volta. Se non vo-levo diventare sua moglie, almeno sua dipendente per la cura delle viti. Quei vigneti erano tutti suoi, essen-do io di statura piccola, gli andavo proprio bene e mi avrebbe pagato soldo su soldo. Non mi interessano proprio nulla e lo invitai ad andare per la sua strada. Infatti partì, ma dopo mezz’ora era ancora lì con la solita storia. Non riuscivo a liberarmene; andava e tornava in continuazione. Allora cambiai strada e quel Tizio non lo vidi più, ma dopo un po’ mi trovai con davanti prima un campo di patate e poi una collina, ero completamente fuori strada. Provvidenza volle che passasse l’auto del portalettere, questi comprese la mia situazione e mi portò sulla giusta strada che io avevo lasciato a causa di quel pretendente. Pensare che poverino, mi aveva anche cantato “Giovinezza, giovinezza”, a braccia aperte in mezzo alla strada. Do-veva essere proprio un mammalucco quel giovane per guardare a uno straccio di persona come sono io.

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

La celebrazione del 19 marzo ha origini an-

tichissime. La festa cristia-na di San Giuseppe, sposo di Maria e padre di Gesù, si innesta su riti di origine pa-gana, con un collegamento in primo luogo di calenda-rio: il 19 marzo è, infatti, la data alla vigilia dell’equino-zio di primavera in cui si svolgevano gli antichi riti dionisiaci di propiziazione e fertilità, i baccanali, poi vietati anche a Roma per l’eccessiva licenziosità dei costumi. Nel mese di mar-zo cadevano anche i riti di purificazione agraria. Il col-legamento a questi ultimi culti è palese nella tradizio-ne dei falò ancora oggi viva in molte regioni: si brucia-no nelle piazze residui del raccolto dell’anno prece-dente e cataste di legna come auspicio di una buo-na stagione.

La festa cattolica ha ori-gine nella Chiesa dell’Est e viene importata in Occidente e nel ca-lendario romano nel quindicesimo secolo, con la data fissata al 19 marzo. Pio IX di-chiarò San Giuseppe patrono della Chiesa uni-versale nel 1870, mentre Pio XII° stabilì che la data del 1° maggio fosse dedicata a San Giu-seppe lavoratore. Nella tradizione religiosa San Giuseppe, artigiano, falegname o carpentiere, è lo sposo della Vergine e padre putativo di Gesù. Le poche notizie che si hanno sulla sua figura 'storica' sono quelle che si desumono dai Vangeli di Luca e, soprattutto, di Matteo. Giuseppe, curiosamente, scompare dalla vita di Cristo adulto: l’ultima volta che viene citato nei Vangeli è quando ritrova Gesù dodicenne al Tempio. Gli esperti di esegesi dei testi desu-mono da questo che Giuseppe morì prima del ministero pubblico di Gesù.

Alla sua figura di patrono dei falegnami e degli artigiani viene associata anche quella di protettore dei poveri e dei derelitti, per-ché come poveri in fuga Giuseppe e Maria si videro rifiutata la richiesta di un riparo per il parto. Così, in alcune regioni del Sud, il 19 marzo di ogni anno si usava invitare i poveri al

banchetto di san Giuseppe. In questa occasione, un sa-cerdote benediva la tavola, ed i poveri erano serviti dal padrone di casa.

La tavola ricca e addobbata e il pane benedetto sugli altari delle chiese in tante forme elaborate sono i pro-tagonisti della tradizione siciliana, forte in tutte le province. Salemi, in provin-cia di Trapani, è un paese dove è ancora molto vivo il culto di San Giuseppe, as-sociato a quello del pane. Il Santo è festeggiato con al-tari decorati e pane votivo, che non si mangia, diversa-mente da quanto avviene in altre comunità. Durante la festa vera e propria i fedeli offrono un sontuoso ban-chetto ad alcuni bambini che rappresentano la Sacra famiglia. La tradizione delle tavole imbandite e dei falò è pre-sente anche nel Salento, dove al centro della Festa si ritrovano i concetti di pelle-grinaggio ed ospitalità. In

paesi come San Marzano e Faggiano la mattina del 19 marzo viene benedetto il pane in Chiesa e vengono distribuiti i pasti tradizionali a tutti gli ospiti.

A Roma la festa di San Giuseppe ha avuto sempre una notevole importanza: nella Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, al Foro, la con-fraternita dei Falegnami organizzava solenni festeggiamenti e banchetti a base di frittelle e bignè, da cui il detto romano 'San Giuseppe frittellaro'. La tradizione nell’800 è talmen-te radicata tra il popolo che viene ricordata da scrittori e poeti come il Belli e Zanazzo.

Nei paesi anglosassoni, la festa del papà ricorre la terza domenica di giugno e non ha alcuna valenza religiosa. In America, infatti, il Father's Day nasce agli inizi del Novecento co-me festività laica, confermata dai presidenti Coolidge nel 1924 e Lyndon B. Johnson nel 1966.

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

Il Castello Ghica si erge nella città di Comănești in județul Bacău. Fu la residenza estiva della famiglia Ghika. Fu costruito nel 1890 in sti-le tardo barocco e porta la firma dell’architetto Albert Galleron, co-lui che aveva progettato l’Ateneo Romeno. Dimitrie Ghica-Comănești (Iași, 31 dicem-bre 1839 – Comănești, 1923) è stato un politico ed esploratore rumeno. Biografia Nato nella nobile fami-glia fanariota Ghica, fu cospiratore risorgimentale. Docente in legge all'Università di Berlino e più volte prefetto di Bacău]. Esplorazione della Somalia Il principe Ghica fu tra i primi esploratori europei a perlustrare il Corno d'Africa ed in particolare la parte occidentale della Somalia. Imbarcatosi a Trieste assieme al figlio Nicolae, giunse nel porto di-Berbera il 22 ottobre 1895 e duran-te cinque mesi di esplorazioni rac-colse informazioni sulla flora, la fauna e le popolazioni autoctone della zona. L'esperienza del viaggio venne rac-

contata in due di-versi libri: Cinq mois au pays des Somalis, scrit-to da Nicolae Ghi-ca e pubblicato

a Ginevra nel 1897, è una sorta di diario di viaggio, a volte con brevi appunti etnografici, e contiene una descrizione della fauna locale con la denominazione comune europea, quella scientifica ed il nome locale. Il libro contiene inoltre 20 fotogra-fie, scattate dal padre, con la rap-presentazione di alcune specie bo-taniche ed una mappa della spedi-zione. O espediție română în Afri-ca, scritto da Dimitrie Ghi-ca e pubblicato nello stesso anno, ha invece un taglio più scientifico e illustra in 176 pagine con 30 fotogra-fie la flora, la fauna e le popolazioni indigene. Nel libro sono contenuti un elenco di 55 specie botani-che delle quali il principe raccolse degli esemplari e l'e-lenco completo degli animali uccisi durante le battute di caccia, 201 esemplari di 20 specie diverse. L'autore dedicò il libro a Re Carol I. Al ritorno in Europa, gli ani-mali vennero fatti imbalsama-re, mentre le piante vennero sottoposte allo studio dei più noti botanici dell'epoca, tra cui

G. Wolkens e G. Schweinfurth; og-getto di studio furono anche le mappe e le informazioni geografi-che raccolte, che vennero affidate al geografo austriaco Philipp Pauli-tsckhe. Un esemplare di ognuna delle spe-cie cacciate è raccolto presso il Muzeul Național de Istorie Natu-rală Grigore Antipa di Bucarest. È sepolto nella tomba di famiglia del cimitero di Comăneștii.

Palatul Ghika Palatul Ghika Palatul Ghika Palatul Ghika –––– ComComComComănenenenești ti ti ti

BACAUBACAUBACAUBACAU

ROMANIA, come la Scozia: Terra di Castelli

(...anche sconosciuti)

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

Pietro Adotti, partito alla fine da Artegna del 1800 per la Romania. a Craiova, in Romania, città capoluogo del distretto di Dolj. Situata nella regione storica dell'Oltenia, era già citata nella Tabula Peutingeriana, copia risalente al XII-XIII secolo della più famosa carta stradale dell'impero romano. Qui, emigrò fra 1911 e 1912 Adina Adotti. Raggiungeva Pie-

tro Adotti, già là dal 1894, e partiva da Artegna, in provincia di Udine (luogo dove una parte della famiglia sarebbe tornata ne-gli anni '20). Quella che vedete in foto è la loro abitazione in Romania ed è contenuta in un album appartenuto a Pietro e contenente le immagini di alcune delle opere edilizie da lui rea-lizzate in loco. Pietro Adotti (3 gennaio 1872, Arte-gna - 20 febbraio 1934, Artegna) è stato un ingegnere italiano, nato a Artegna, Udine. Adotti emigrato dall’ Italia e, dopo una sosta interme-dia a Bad Gastein, Salisburgo, in Au-stria, nel 1894 si stabilì nella città di Calafat in Romania. Peter sposò An-

na (1875 Artegna - 1930, Artegna), insieme al quale ha avuto tre figlie, tutti nati a Calafat: Genoveffa (1911-1989, Artegna) e gemelli Olga (29 ottobre 1915-1991 Artegna) e Irene (29 ottobre 1915-1985, Artegna). La famiglia Adotti ritornò in Ita-lia intorno al 1920. Pietro Adotti fu costruttore edile in Oltenia e durante il suo soggiorno in Romania ha spaziato da edifici ci-vili residenziali (case, palazzi) a edifici religiosi (chiese, cattedrali, tombe), scuole (scuole, scuole supe-riori), ecc . Ha lasciato una impronta indelebile sul suolo romeno.

Casa Adotti

Cattedrale Calafat

Palatul Marincu a Calfat

Ad esempio, riguardo al Palazzo Marincu a Ca-lafat, si scrive:

Le decorazioni esterne ed interne come pure la co-struzione, furono opera dell’ ingegnere italiano Pie-tro Adotti. Egli è venuto con il suo team di maestri per eseguire gli affreschi, dipinti, ferro-opere, car-penteria, lavori protrattisi per più di tre anni. Adotti fu affascinato dalla tranquilla città e con la prospetti-va di eseguire molte opere decise di stabilirsi a Ca-lafat

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

3. Ammonire i peccatori Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli”. (Luca 17,3). L’ammonimento non è facile. Si rischia di sembrare presuntuo-si e saccenti, superiori agli altri. In realtà è un atto di carità.Gesù stes-so lo chiede: “Se il tuo fratello commette una colpa, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea; e se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te co-me un pagano e un pubblicano” (Matteo 18,15-17). Il papa emerito Bene-detto XVI scrisse nella quaresima 2012 che «prestare attenzione» al fratel-lo comprende altresì la premura per il suo bene spirituale… la correzione fraterna in vista della salvezza eterna. 4. Consolare gli afflitti La quarta opera di misericordia è di consolare gli afflitti e i tribolati. Si hanno due sorta di afflizione d'anima e di corpo: tutte e due hanno biso-gno di consolazione e di conforto. Le afflizioni dell'anima, che d'ordi-nario sono le più acerbe e le più penose, sono: le tentazioni che vengo-no o per impulso di istinti o per arte del demonio; e le angustie, le aridi-tà, le tristezzze, i tedii, le desolazioni di spirito, che, talvolta e così gra-vemente, opprimono le anime specialmente più timorate e pie, per cui si sentono stimolate a far atti di diffidenza e di lamento contro Dio. Queste sono le persone più afflitte, che si devono consolare per obbligo di carità fraterna, animandole a sopportare, sempre, tutto con umiltà e paziente

rassegnazione, ad esempio di Nostro Signor Ge-sù Cristo, il quale in vicinanza della sua passio-ne, stando nell'orto degli ulivi, fu anch'Egli op-presso da timore, da tedio, da tristezze così forti, che cadde in agonia e sudò vivo sangue. Sulla croce poi, per meritare a noi la sua grazia, fu abbandonato, con suo immenso dolore, da tutti i soccorsi della divinità; ma tanto nell'uno come nell'altro caso, sopportò tutto con grandissima pazienza e umile rassegnazione alla volontà del divin Padre, che così lo voleva tormentato per nostro amore. Si devono poi, per carità cristiana, consolare quelli che sono oppressi da afflizioni temporali che riguardano il corpo. Un fallimento, per esempio, ha rovinato la posizione economica di quel vostro conoscente, oppure un furto od una grandine priva quell'altro delle sue sostanze. Noi dobbiamo consolarli, mostrando che le cose terrene non sono da mettere a confronto con le celesti e, perché si stacchino col cuore da quel-le, forse Dio ha permesso questa disgrazia. Un altro piange, perché la morte gli ha rapito uno dei suoi cari. Noi dobbiamo consolarlo, dicen-dogli ch'egli ha raggiunto quello che noi un giorno dovremo raggiungere. E' lecito piangere, ma si deve pensare che l'anima è andata a gode-re il premio che Dio le aveva preparato: ora go-de del suo Dio e noi siamo ricordati da lei. Un altro si trova aggravato da penosa e lunga infer-mità. Consoliamolo col dirgli che questa, essen-do mandata da Dio, non può che essere per il suo bene: giova alla purificazione delle colpe e a farci dei meriti per il cielo. Così andate discor-rendo di ogni altra sorte di tribolati, a cui si de-ve dare conforto.

CONTINUA

Sono sette per il corpo e sette per lo spirito,Sono sette per il corpo e sette per lo spirito,Sono sette per il corpo e sette per lo spirito,Sono sette per il corpo e sette per lo spirito, in

una simmetria quasi perfetta. E diciamo “quasi”

solo perché nella Regola san Benedetto introduce un’ottava opere di misericordia spirituale, «non

disperare mai della misericordia di Dio», che può

anche servire da sintesi. Le sette opere di misericordia corporale • Dar da mangiare agli affamati.

• Dar da bere agli assetati.

• Vestire gli ignudi.

• Alloggiare i pellegrini.

• Visitare gli infermi.

• Visitare i carcerati.

• Seppellire i morti.

Le sette opere di misericordia spirituale

• Consigliare i dubbiosi.

• Insegnare agli ignoranti.

• Ammonire i peccatori.Ammonire i peccatori.Ammonire i peccatori.Ammonire i peccatori.

• Consolare gli afflitti.Consolare gli afflitti.Consolare gli afflitti.Consolare gli afflitti.

• Perdonare le offese.

• Sopportare pazientemente le persone mole-

ste.

• Pregare Dio per i vivi e per i morti.

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

Gesù apre le porte Gesù apre le porte Gesù apre le porte Gesù apre le porte

delle nostre prigionidelle nostre prigionidelle nostre prigionidelle nostre prigioni

U na trappola ben congegnata, per

porre Gesù o contro Dio o contro

l'uomo. Gli scribi e i farisei gli con-

dussero una donna... la posero in

mezzo.

Donna senza nome, che per scribi e farisei non è una persona, è una cosa, che si prende, si porta, si conduce, si

pone di qua o di là, dove a loro va bene. Che si può mettere a morte. Una donna su cui gli uomini possono

fare la massima delle violenze, compiuta per di più dagli uomini del sacro, legittimata da un Dio terribile e

oscuro, amante non della vita ma della morte. Una donna ferita nella persona, nella sua dignità, nella sua

grandezza e inviolabilità. Contro la quale i difensori di Dio commettono un peccato più grave del peccato che

vogliono punire.

Gesù si chinò e scriveva col dito per terra... Davanti a quella donna Gesù china gli occhi a terra, come preso da

un pudore santo davanti al mistero di lei. Gli fa male vederlo calpestato in quel modo.

«Chi di voi è senza peccato getti per primo la pietra contro di lei» .Gesù butta all'aria tutto il vecchio ordina-

mento con una battuta sola, con parole taglienti e così vere che

nessuno può ribattere.

Nessuno ti ha condannata? Neanch'io ti condanno. Ecco la giu-

stizia di Dio: non quella degli uomini ma quella di Gesù, il giu-

sto che giustifica, il santo che rende giusti, venuto a portare non

la resa dei conti ma una rivoluzione radicale dei rapporti tra

Dio e uomo, e di conseguenza tra uomo e uomo. A raccontare

di una mano, di un cuore amorevole che ci prende in braccio e,

per la prima volta, ci ama per quello che siamo, perdonando

ogni errore, sciogliendo ogni ferita, ogni dolore. Più avanti

compirà qualcosa di ancor più radicale: metterà se stesso al po-

sto di quella donna, al posto di tutti i condannati, di tutti i col-

pevoli, e si lascerà uccidere da quel potere ritenuto di origine

divina, spezzando così la catena malefica là dove essa ha origi-

ne, in una terribile, terribilmente sbagliata idea di Dio.

Va e d'ora in poi non peccare più: ciò che sta dietro non importa, importa il bene possibile domani. Tante

persone vivono come in un ergastolo interiore. Schiacciate da sensi di colpa, da errori passati, e abortiscono

l'immagine divina che preme in loro per crescere e venire alla luce. Gesù apre le porte delle nostre prigioni,

smonta i patiboli su cui spesso trasciniamo noi stessi e gli altri. Sa bene che solo uomini e donne liberati e per-

donati possono dare ai fratelli libertà e perdono.

Va', muoviti da qui, vai verso il nuovo, e porta lo stesso amore, lo stesso perdono, a chiunque incontri. Il per-

dono è il solo dono che non ci farà più vittime e non farà più vittime, né fuori né dentro noi.

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

C. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo A. Amen C. La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi. A. E con il tuo spirito. C. Il Signore oggi dice anche a noi: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Riconosciamoci peccatori e chiediamo perdono a Dio dal profondo del cuore.

(Breve pausa di silenzio) C. Signore, che hai detto «Chi è senza peccato scagli la prima pietra», abbi pietà di noi. A . Signore, pietà C. Cristo, che hai detto «Neanch’io ti condanno: va’ e d’o-ra in poi non peccare più», abbi pietà di noi. A . Cristo, pietà C . Signore, che non vuoi la morte del peccatore, ma che si converta e viva, abbi pietà di noi. A . Signore, pietà C. Dio Onnipotente abbia mi-sericordia di voi, perdoni i vostri peccati e vi conduca alla vita eter-na. A. Amen.

COLLETTA C. Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso, perché possiamo vivere e agire sempre in quella carità, che spinse il tuo Figlio a dare la vita per noi. Egli è Dio... A. Amen LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal libro Del Profeta Isaia

Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fe-ce uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti: «Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò an-che nel deserto una strada, im-metterò fiumi nella steppa. Mi

glorificheranno le bestie selvati-che, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiu-mi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popo-lo che io ho plasmato per me ce-lebrerà le mie lodi» Parola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio.

SALMO RESPONSORIALE R/. Grandi cose ha fatto il Si-gnore per noi Quando il Signore ristabilì la sorte di Sion, ci sembrava di sognare. Allora la nostra bocca si riempì di sorriso, la nostra lingua di gioia. R/. Allora si diceva tra le genti: «Il Signore ha fatto grandi cose per loro». Grandi cose ha fatto il Signore per noi: eravamo pieni di gioia. R/. Ristabilisci, Signore, la no-stra sorte, come i torrenti del Ne-gheb. Chi semina nelle lacrime mieterà nella gioia. R/. Nell’andare, se ne va pian-gendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni. R/.

Seconda Lettura Dalla lettera di S.Paolo ai Filip-pesi Fratelli, ritengo che tutto sia una perdita a motivo della sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore. Per lui ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero spazzatura, per guada-gnare Cristo ed essere trovato in lui, avendo come mia giustizia non quella derivante dalla Legge, ma quella che viene dalla fede in Cristo, la giustizia che viene da Dio, basata sulla fede: perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comu-nione alle sue sofferenze, facen-domi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti. Non ho certo raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla, perché anch’io sono stato conqui-stato da Cristo Gesù. Fratelli, io non ritengo ancora di averla con-quistata. So soltanto questo: di-menticando ciò che mi sta alle

spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la mèta, al premio che Dio ci chiama a ri-cevere lassù, in Cristo Gesù. Pa-rola di Dio. A. Rendiamo grazie a Dio

Canto al Vangelo R.Lode a te o Cristo, re di eter-na gloria. Ritornate a me con tutto il cuore, dice il Signore, perché io sono misericordioso e pietoso. Lode a te o Cristo, re di eterna gloria. C. Il Signore sia con Voi A. E con il tuo spirito C. Dal vangelo secondo GIOVANNI A. Gloria a te o Signore. +In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tem-pio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a inse-gnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per ave-re motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Ge-sù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condanna-ta?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’o-ra in poi non peccare più». Parola del Signore. A. Lode a te o Cristo OMELIA (seduti) Credo in un solo Dio, Padre onnipo-tente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cri-sto, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mez-zo di lui tutte le cose sono state crea-

LITURGIA EUCARISTICA

LETTURE: Is 43,16-21 Sal 125 Fil 3,8-14 Gv 8,1-11

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

te. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito santo si è incar-nato nel seno della vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepol-to. Il terzo giorno è risuscitato, se-condo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuo-vo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apo-stolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

PREGHIERA DEI FEDELI C. Fratelli e sorelle, la Quaresi-ma è il tempo adatto per lasciarsi colmare dal timore di Dio, nella consapevolezza del limite umano e della grandezza divina. Il Signo-re ravvivi in noi questo dono del suo Spirito. Preghiamo insieme e diciamo: Donaci, Signore Gesù, il tuo Spirito 1. Per la Chiesa, perché sia nel

mondo un segno della tene-rezza di Dio per i suoi figli, soprattutto per quanti si tro-vano nella sofferenza e nella tristezza, preghiamo.

2. Per i sacerdoti che esercita-no il ministero della riconci-liazione, perché rivestiti di Cristo, il buon pastore, aiuti-no quanti sono nel peccato ad incontrare la misericor-dia di Dio Padre, preghia-mo.

3. Per i fratelli e le sorelle, fe-riti dalla vita e dalla cultura di morte, perché aprano il loro cuore alla misericordia del Padre per sperimentare la gioia del perdono e di una nuova vita, preghiamo.

4. Per noi qui presenti, perché in questo Anno Santo della Misericordia accogliamo le iniziative per un sincero cammino di conversione a livello personale, familiare e sociale, preghiamo.

C. Ascolta, Cristo Gesù, la no-stra preghiera e concedi a tutti i nostri fratelli di rinnovare la loro

vita nel tuo amore. Lo Spirito San-to ci guidi sulle strade della vita e diventi manifestazione della tua misericordia per tutti. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. A - Amen.

LlITURGIA EUCARISTICA C. Pregate, fratelli e sorelle, perché portando all’altare la gioia e la fatica di ogni giorno, ci dispo-niamo a offrire il sacrificio gradito a Dio Padre onnipotente. A. Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio a lode e gloria del suo nome, per il bene nostro e di tutta la sua santa Chiesa.

(in piedi) SULLE OFFERTE

C. Esaudisci, Signore, le nostre preghiere: tu che ci hai illuminati con gli insegnamenti della fede, trasformaci con la potenza di que-sto sacrificio. Per Cristo nostro Signore.

A. Amen. PREGHIERA EUCARISTICA

C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. In alto i nostri cuori. A. Sono rivolti al Signore. C. Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. A. È’ cosa buona e giusta. È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Nella passione redentrice del tuo Figlio tu rinnovi l'universo e doni all'uo-mo il vero senso della tua gloria; nella potenza misteriosa della croce tu giudichi il mondo e fai risplendere il potere regale di Cristo crocifisso. Per questo mi-stero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, eleviamo a te un inno di lode ed esultanti proclamiamo: Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua glo-ria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli. DOPO LA CONSACRAZIONE

C. Mistero della fede A. Annunciamo la tua morte, Si-gnore, proclamiamo la tua risurre-zione nell’attesa della tua venuta. DOPO LA PREGHIERA EUCARISTICA C. Per Cristo, con Cristo e in Cri-sto, a te Dio, Padre onnipotente, nell’unità dello Spirito Santo, ogni

onore e gloria, per tutti i secoli dei secoli. A. Amen C.A. P A D R E NO S T R O che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà ciosì in cielo come in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano e ri-metti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debi-tori e on ci indurre in tentazione ma liberaci dal male. C. Liberaci, o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni, e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo. A. Tuo è il regno, tua la po-tenza e la gloria nei secoli

R ITO DELLA PACE C. Signore Gesu’ che hai detto ai tuoi apostoli: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace” non guardare ai nostri peccati ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli A. Amen C. La pace del Signore sia sem-pre con voi. A. E con il tuo spirito. C Come figli del Dio della pace, scambiatevi un gesto di comunione fraterna. A. Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.(2 VOLTE) Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace. C. Beati gli invitati alla cena del Signore Ecco l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. A. O Signore, non sono de-gno di partecipare alla tua mensa: ma di’ soltanto una pa-rola e io sarò salvato.

DOPO LA COMUNIONE C Dio onnipotente, concedi a noi tuoi fedeli di essere sempre inseriti come membra vive nel Cristo poiché abbiamo comunica-to al suo corpo e al suo sangue. Per Cristo nostro Signore. A. Amen. C. Il Signore sia con voi. A. E con il tuo spirito. C. Vi benedica Dio onnipoten-te, Padre, Figlio e Spirito Santo. A. Amen. C. Nel nome del Signore: anda-te in pace. A. Rendiamo grazie a Dio

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*ADESTE nr. 11 / anno 5-Domenca 13 Marzo 2016

I l 16 Marzo è il World Sleep Day, la Giornata Mondiale del sonno. Obiettivo della giornata

è portare all’attenzione dell’opinione pubbli-ca mondiale problematiche alle quali non vie-ne dato il giusto peso. Di insonnia soffre quasi un italiano su 3 ed è legata soprattutto a problemi metabolici, pri-mo fra tutti l’obesità. E questa “relazione peri-colosa” può moltiplicare anche di 9 volte il rischio di malattia coronarica, quindi di infar-to. Lo ricordano gli esperti dell’Aims (Associazione italiana medicina del sonno) in occasione della giornata nazionale che si cele-brerà con lo slogan “Chi dorme sano non prende peso”. Ma quali sono le posizioni migliori per non rinunciare a un bella dormita? Il sonno è fondamentale per la salute e ci aiuta a rimanere in forma e a mantenerci al top. Ma come fare per dormire bene? E’ essenziale la giusta posizione, come spiega William Barrett,

direttore del ChiroCare in Minnesota: “la posi-zione in cui si dorme può determinare quanto bene si dorme e come ci si sentirà al risve-glio”.

B'()*+,-: Preasfantul Mantuitor (Biserica italiana), Domenica ore 11:15; Adresa: b-dul. Nicolae Balce-scu, nr. 28, sector 1, Bucureşti tel./fax: 021-314.18.57, don Roberto Po-limeni, Tel:0770953530 mail: [email protected]; [email protected]; Tel 0040 756066967. Trasmessa in diretta su www.telestartv.ro Sabato, prefestiva alle ore 18,00 a: Centrul "Don Orione", Sos. Eroilor 123-124 Voluntari.

*°* I),:: Cattedrale "vecchia" Iaşi - Adormirea Maicii Domnului Bd. Stefan cel Mare, 26, Iasi: Domenica ore 11,00 Monastero S. Luigi Orione –Iasi, Don Alessandro Lembo Tel 0749469169 Mail: [email protected]

*°* C@'A: Chiesa romano-cattolica dei Piari-sti. Strada Universitatii nr. 5, conosciuta anche come „Biserica Universitatii” din Cluj-Napoca. Don Veres Stelian, tel 0745 386527 Mail: [email protected] Domenica alle ore 12,00 *°*

A@C) I'@:): Domenica ore 11:00 nella Chie-sa di Sant'Antonio-Piata Maniu Iuliu nr. 15. Don Horvath Istvan , tel 0745 020262 *°* T:E:,F)*): Chiesa Sfanta Fecioara Maria Regi-na Timisoara II (Fabric). Str Stefan Cel Mare 19. Domenica ore 18:00. Don Janos Kapor Tel 0788 811266 Mail:[email protected]

*°*

13131313 D������� S. CrsitinaS. CrsitinaS. CrsitinaS. Crsitina

14141414 L���� S. Matilde reginaS. Matilde reginaS. Matilde reginaS. Matilde regina

15151515 M����� s. Luisa De Marillacs. Luisa De Marillacs. Luisa De Marillacs. Luisa De Marillac

16161616 M������� s. Giulianos. Giulianos. Giulianos. Giuliano

17171717 G����� s. Patrizios. Patrizios. Patrizios. Patrizio

18181818 ������ s. s. s. s. Cirillo di GerusalemmeCirillo di GerusalemmeCirillo di GerusalemmeCirillo di Gerusalemme

19191919 S����� s. Giuseppes. Giuseppes. Giuseppes. Giuseppe

I SANTI DELLA

SETTIMANA