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PAOLO VIDALI

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PAOLO VIDALI

SCHEMA • Einstein: biografia di uno scienziato • Teoria dei paradigmi di Kuhn • Il paradigma classico • Un esperimento: l’interferometro di Michelson • Un’ipotesi: Lorentz • La Relatività ristretta • Concetti in moto relativo • La Relatività generale • Conferme della relatività • Parentesi epistemologica: il falsificazionismo di Popper e la

relatività • Il sistema di pensiero prodotto dalla relatività • Relatività o relativismo?

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1905 ANNUS MIRABILIS 1905 sei articoli • Su un punto di vista euristico circa la generazione e la

trasformazione della luce, che spiegava l'effetto fotoelettrico in base alla composizione della radiazione elettromagnetica di quanti discreti di energia (poi denominati fotoni), secondo il concetto di quanto che era stato ipotizzato nel 1900 da Max Planck. Questo studio gli sarebbe valso il Premio Nobel per la fisica per il 1921, contribuendo allo sviluppo della meccanica quantistica.

• Nuova determinazione delle dimensioni molecolari, tesi di dottorato sui fondamenti della teoria atomica

• Sul moto di particelle in sospensione in un fluido in quiete come previsto dalla teoria cinetica del calore, sul moto browniano.

• Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento una prima memoria, in data 30 giugno, dove espone per la prima volta la relatività ristretta.

• L’inerzia di un corpo dipende dal suo contenuto di energia? un'altra memoria sulla relatività ristretta, dove appare la formula E=mc².

• Sulla teoria del moto browniano, pubblicato il 19 dicembre.

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Albert Einstein Ulm, 14 marzo 1879 Princeton, 18 aprile 1955

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LO SCIENZIATO E L’UOMO 1907 Elabora il principio di equivalenza, base della relatività generale 1915 Conferenza su Equazioni del campo gravitazionale 1916

I fondamenti della teoria della relatività generale Emissione e assorbimento di radiazione secondo la teoria dei quanti Sulla teoria quantistica della radiazione

Diede contributi fondamentali a:

Teoria molecolare del calore Effetto fotoelettrico, da cui nasce l’altrofisica fisica quantistica relatività, ristretta e generale onde gravitazionali il principio del laser il GPS

Nel 1921 ricevette il premio Nobel per la fisica «...per i contributi alla fisica teorica, in particolare

per la scoperta della legge dell'effetto fotoelettrico» Fu un pacifista convinto, nel 1913 si rifiutò di firmare un manifesto per la guerra degli scienziati

tedeschi, sostenitore della non-violenza, ammiratore di Gandhi, avverso ai test nucleari e alle politiche di riarmo.

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TEORIA DEI PARADIGMI Il fisico e storico della scienza americano Thomas Kuhn, con il

suo The Structure of Scientific Revolution (19621 -19702) inaugura un largo dibattito sul rapporto tra scienza e storia

Per Kuhn la scienza è il terreno di scontro tra grandi sistemi di riferimento concettuale chiamati “paradigmi”, che forniscono nozioni, procedure, problemi, tecniche, valori accettati da una comunità di scienziati e riprodotti al proprio interno.

Il paradigma è costituito dalle nozioni di base con cui si articola una scienza.

Esso consiste in una visione del mondo, storicamente determinata e condivisa da una comunità di scienziati, in grado di:

• fissare la lista dei problemi verso cui indirizzare la ricerca • fornire le tecniche e le strategie di base per la soluzione di

tali problemi (o rompicapi, come li chiama Kuhn), • determinare le procedure di verifica sperimentale, • impostare la formazione dei futuri scienziati.

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TEORIA DEI PARADIGMI • La scienza “normale” è la fase dell’attività scientifica che mira a

risolvere anomalie, cioè difficoltà emerse nell’esercizio della ricerca scientifica interna al paradigma vigente utilizzando gli strumenti messi a disposizione dal paradigma.

• Se tentativi di questo tipo falliscono, anzi si amplificano le difficoltà a risolvere il problema con gli strumenti messi a disposizione dal paradigma, può accadere che si passi a una fase “straordinaria” della ricerca, in cui si arriva a ipotizzare delle modifiche al paradigma.

• in questa fase nascono discussioni e rotture tra sostenitori di diverse teorie, alcune interne al paradigma, altre esterne, e da questo travaglio può emergere un corpus teorico che si candida a diventare un nuovo paradigma.

• E’ accaduto così nel passaggio dalla fisica aristotelica a quella galileiana, dal sistema tolemaico a quello copernicano, dalla teoria del flogisto alla chimica di Lavoisier, dalla fisica classica a quella moderna.

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IL PARADIGMA NEWTONIANO

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• Il principio di inerzia (prima legge di Newton), afferma che un corpo permane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che non intervenga una forza esterna a modificare tale stato.

• I. Il tempo assoluto, vero, matematico, in sé e per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, scorre uniformemente, e con altro nome è chiamato durata; quello relativo, apparente e volgare, è una misura (accurata oppure approssimativa) sensibile ed esterna della durata per mezzo del moto, che comunemente viene impiegata al posto del vero tempo: tali sono l’ora, il giorno, il mese, l’anno.

• II. Lo spazio assoluto, per sua natura senza relazione ad alcunché di esterno, rimane sempre uguale ed immobile; lo spazio relativo è una dimensione mobile o misura dello spazio assoluto, che i nostri sensi definiscono in relazione alla sua posizione rispetto ai corpi, ed è comunemente preso come lo spazio immobile; cosí la dimensione di uno spazio sotterraneo o aereo o celeste viene determinata dalla sua posizione rispetto alla terra. …

• III. Il luogo è la parte dello spazio occupata dal corpo, e in relazione allo spazio può essere assoluto o relativo. [...]

• IV. Il moto assoluto è la traslazione del corpo da un luogo assoluto in un luogo assoluto, il relativo da un luogo relativo in un luogo relativo. [...]

Newton I., Principi matematici della filosofia naturale, Scolio (16871, 17132), TR. IT. UTET, Torino, 1965, pagg. 104-108, 110

L’ESPERIMENTO DI MICHELSON • Luce corpuscolo (Newton) o onda (Huygens),

onda elettromagnetica da Maxwell nel XIX sec.

• Roemer nel 1675 arrivò a stabilire una velocità di 227326 km/s. La misura della velocità della luce nel vuoto è di circa 300.000 Km/s (299792 km/s ).

• Ma se è un’onda deve esistere un mezzo elastico che la trasmette: l’etere

• L’interferometro di Michelson, sviluppato a partire dal 1881, cercava di stabilire quanto nella velocità della luce il movimento terrestre nel senso del vento d’etere o trasversalmente ad esso.

• L’esperimento permetteva di misurare la differenza con un’approssimazione di mezza lunghezza d’onda della luce (circa 400 nm (un nanometro 10-9 metri (cioè un miliardesimo di metro).

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L’ipotesi lorentz • Non si trovò traccia di interferenza,

neanche ripetendo l'esperimento a distanza di tempo e di luogo (dal 1881 al 1930)

• Due ipotesi ad hoc (Lorentz, Fitzgerald e Poincarè): – la contrazione dei corpi rigidi

– il rallentamento degli orologi quando si muovono attraverso l’etere.

• Per Lorentz il vento d’etere doveva produrre un accorciamento dei corpi lungo la direzione del vento, secondo il fattore indicato.

• Per lui si trattava di un’ipotesi ad hoc, senza reale contenuto fisico (Pais 182-3)

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LA RELATIVITÀ RISTRETTA Einstein a 16 anni si chiedeva • “Chi inseguisse un’onda luminosa

con una velocità pari a quella della luce, si imbatterebbe in un campo oscillante, indipendente dal tempo. Tuttavia sembra che non esista nulla del genere. Questo fu il primo esperimento ideale della mia gioventù che avesse a che fare con la teoria della relatività ristretta”

• “Dopo dieci anni di riflessione un siffatto principio (la relatività ristretta) risultò da questo paradosso nel quale mi ero imbattuto all’età di 16 anni”

• (Autobiografia scientifica, p. 34)

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DUE PENSIERI INCOMPATIBILI • «Secondo le regole di connessione del tempo

e delle coordinate spaziali degli eventi, usate nella fisica classica quando si passa da un sistema inerziale a un altro, le due ipotesi, 1) costanza della velocità della luce, 2) indipendenza delle leggi … dalla scelta del sistema inerziale (…),

sono fra loro incompatibili (anche se entrambe, prese separatamente, si basano sull’esperienza).

• L’idea fondamentale su cui poggia la teoria della relatività particolare è questa:

• le ipotesi 1) e 2) diventano compatibili solo se si postulano relazioni di nuovo tipo (le «trasformazioni di Lorentz») per la conversione delle coordinate e dei tempi degli eventi» (Note autobiografiche p. 30).

• La prima di queste nuove relazioni è la velocità della luce come limite.

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C COME LIMITE

• La velocità, il rapporto tra spazio percorso e il tempo impiegato a percorrerlo,non pone nessun vincolo effettivo tra spazio e tempo.

• Spazio e tempo sono due grandezze indipendenti tra loro. Questa è la visione di Newton che va benissimo per un mondo alla portata dell’uomo e delle sue azioni quotidiane.

• Se invece impongo un valore fisso alla massima velocità raggiungibile, creo un legame indissolubile tra spazio e tempo

• Non posso cambiare lo spazio quanto voglio e fare lo stesso con il tempo. Potrei, infatti, trovare un valore superiore alla velocità della luce.

• La costanza della velocità della luce impone quindi che, fissato uno spazio (o un tempo), il tempo (o lo spazio) debba variare in modo da non superare quel valore.

• Per velocità prossime a c, una variazione dello spazio obbliga a far variare il tempo e viceversa. Ed ecco nascere le relazioni della dilatazione dei tempi e dell’accorciamento dello spazio e tutte le deformazioni susseguenti.

• (Zappalà, http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2015/04/08/le-basi-della-relativita-

ristretta-o-speciale/)

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LA CRITICA ALLA SIMULTANEITÀ

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• Consideriamo due lampadine L1 ed L2 situate ad una certa distanza l'una dall'altra lungo una linea ferroviaria.

• Supponiamo che esse siano equidistanti da un operatore O, il quale può accenderle contemporaneamente

• Immaginiamo che sulla linea transiti un treno su cui viaggia un osservatore O' e che l’osservatore O a terra accenda le lampade nell'istante in cui O' passa davanti ad O.

• Entrambi gli osservatori O e O' registrano gli istanti in cui vedono accendersi le due luci. • O riceverà la luce emessa dalle due lampadine nello stesso istante, simultaneamente. • O' invece riceverà prima la luce proveniente da L2 e poi quella proveniente da L1, perché

il treno (che si muove ad alta velocità) si sposta verso L2 di un certo tratto nell'intervallo di tempo finito che la luce impiega per raggiungerlo.

• O' conclude quindi che l'accensione delle due lampadine non avviene simultaneamente.

LA CRITICA ALLA SIMULTANEITÀ

• Un non meno importante corollario di questa assunzione è la fine del concetto di simultaneità.

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Due eventi simultanei per un osservatore

possono non essere tali per un altro.

Simultaneamente, prima, dopo … assumono significati diversi a seconda del sistema di riferimento usato.

IL PARADOSSO DEI GEMELLI

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• Sulla terra vi sono due gemelli, uno parte per un viaggio interstellare di andata e ritorno a velocità paragonabili a c , mentre l'altro rimane ad aspettarlo sulla terra.

• La teoria prevede che, al ritorno sulla terra, il gemello "viaggiatore" sia invecchiato molto meno di quello "terrestre".

IL TEMPO RALLENTA?

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• “Per chi viaggia più velocemente il tempo rallenta!”. Questa frase comporterebbe immediatamente la soluzione “apparente” del paradosso dei gemelli. Infatti: se vado più veloce invecchio di meno…

• No, stiamo commettendo una serie di terribili errori! Innanzitutto, per chi viaggia velocemente il tempo NON rallenta assolutamente, il suo orologio gira sempre allo stesso modo. E’, invece, esatto dire che il suo orologio gira più lentamente quando viene visto da un osservatore in quiete rispetto a lui. La differenza dei tempi ha senso solo se si confrontano tempi che scorrono in diversi sistemi di riferimento, ma che sono osservati da un solo sistema di riferimento. L’orologio di un certo sistema di riferimento A gira in modo diverso per ogni altro sistema che si muova rispetto a lui. Esistono quindi infiniti movimenti del suo orologio quanto sono infiniti i sistemi di riferimento che si muovono di moto rettilineo uniforme rispetto a lui.”

• Zappalà http://www.infinitoteatrodelcosmo.it/2015/02/17/la-relativita-speciale-disegnata-da-minkowski-9-definiamo-lo-spaziotempo/

DILATAZIONE DEI TEMPI CONTRAZIONE DELLE LUNGHEZZE

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La contrazione delle lunghezze a 260.000 km/s il volume di una palla da tennis si riduce della metà, a 300.000 Km/s diventa 0.

CONCETTI IN MOTO RELATIVO Per velocità prossime a c i nostri concetti cambiano,

la nostra esperienza diventa inservibile.

Moto e quiete • La distinzione tra quiete e moto rettilineo uniforme diventa

insignificante. Non sappiamo chi si muove e chi sta fermo. Ma questo era stato compreso già da Leibniz.

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Gli oggetti non si muovono né hanno una velocità, ma cambiano le loro distanze relative

CONCETTI IN MOTO RELATIVO Spazio e tempo • Il tempo scorre diversamente a seconda del sistema di riferimento usato. • Se due osservatori sono in moto relativo, ogni oggetto solidale con uno di

essi appare all’altro contratto nel senso del moto. L’entità della contrazione dipende dalla velocità relativa.

• Ciò che si contrae non è la distanza in sé, ma le nostre osservazioni relative.

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Abbiamo “metabolizzato “ il mutamento prospettico

Se due osservatori sono in moto relativo, ogni oggetto solidale con uno di essi appare all’altro dilatato nel tempo. L’entità della dilatazione dipende dalla velocità relativa.

CONCETTI IN MOTO RELATIVO

Velocità

• Se vi è in gioco una velocità significativamente paragonabile a c, le velocità non si sommano, come invece accade nella fisica classica e nell’esperienza quotidiana.

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CONCETTI IN MOTO RELATIVO Simultaneità • Si pensava la simultaneità come una proprietà, invece è una

operazione (Bridgman)

Osservatore • Non esiste un’oggettività che non sia interna a un sistema di

riferimento, quindi a un osservatore che in esso prende le misure. Non si po’ più parlare di una realtà data indipendentemente dal sistema di riferimento entro la quale è descritta.

Riferimento • Non c’è nessun motivo per preferire un sistema di riferimento a un

altro. Ma per questo lo si deve dichiarare. Solo così le relazioni tra gli eventi (cioè le leggi della fisica) sono invarianti.

• Ma questo significa che l’invarianza delle leggi è tutta l’oggettività che abbiamo. Non ne esiste altra.

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LA RELATIVITÀ GENERALE

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La relatività ristretta è tale perché circoscritta a sistemi di riferimento inerziali. Ma cosa accade se entrano in gioco le forze, le accelerazioni, la gravità?

LA RELATIVITÀ GENERALE Newton: Che la gravità possa essere innata, inerente e essenziale alla materia, così che un corpo possa agire su un altro a distanza e attraverso un vuoto, senza la mediazione di qualcosa grazie a cui e attraverso cui l’azione e la forza possano essere trasportate dall’uno all’altro, ebbene, tutto ciò è per me un’assurdità così grande, che io non credo che un uomo il quale abbia in materia filosofica una capacità di pensare in maniera reale, possa mai cadere in essa. La gravità deve essere causata da un agente che agisca sempre secondo certe leggi; e ho lasciato alla considerazione dei miei lettori il problema se quell’agente è materiale o immateriale.” I. Newton, III lettera a Richard Bentley (1692-93)

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LA RELATIVITÀ GENERALE «Che la teoria della relatività particolare fosse solo il primo

passo di uno sviluppo necessario, mi divenne perfettamente chiaro solo durante i tentativi fatti per rappresentare la gravitazione nell’ambito di questa teoria. […] Allora mi venne in mente questo: l’uguaglianza della massa inerte e di quella pesante, cioè l’indipendenza dell’accelerazione gravitazionale dalla natura di ciò che cade, può essere espressa come segue: in un campo gravitazionale (di piccola estensione spaziale) tutto accade come in uno spazio libero da gravitazione, purché vi si introduca, al posto di un “sistema inerziale”, un sistema di riferimento

accelerato rispetto a un sistema inerziale»

(Einstein, Note autobiografiche, p. 34).”

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IL PRINCIPIO DI EQUIVALENZA

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Formulato nel 1907 venne definito da Einstein “il pensiero più felice della mia vita”:

“Un sistema immerso in un campo gravitazionale

è indistinguibile

da un sistema di riferimento non inerziale accelerato.”

Se mi = mg l'osservatore non può in alcun modo capire se l'accelerazione che sente sia dovuta ad un campo

gravitazionale o ad un’accelerazione.

LA RELATIVITÀ GENERALE

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Lo spazio non è un contenitore di eventi, ma l’ambiente che modifica la realtà e ne viene modificato. Sulle linee in esso descrivibili si muovono corpi ed energie La gravità è una deformazione dello spazio-tempo. La struttura stessa dello spazio-tempo determina le traiettorie descritte da un corpo.

LA RELATIVITÀ GENERALE “Lo spazio non è più qualcosa di diverso dalla materia. E’ una delle componenti del mondo, è un’entità reale che ondula, si flette, s’incurva, si storce. Noi non siamo contenuti in un’immensa scaffalatura rigida: siamo immersi in un gigantesco mollusco flessibile (la metafora è di Einstein). Il Sole piega lo spazio intorno a sé e la Terra non gli gira intorno perché tirata da una miseriosa forza a distanza, ma perché sta correndo dritta in uno spazio che si inclina.. Come una pallina in un imbuto. Non ci sono forze misteriose generate dal centro dell’imbuto, è la natura curva delle pareti che fa ruotare la pallina.” Rovelli Carlo, La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle cose, Cortina editore, Milano 2014, p. 73 La materia dice allo spazio come curvarsi. Lo spazio dice alla materia come muoversi (A. Wheeler)

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CONFERME DELLA RELATIVITA’ Relatività ristretta e muoni I muoni, particelle prodotte dalla collisione tra raggi cosmici e molecole dell’atmosfera, hanno velocità altissima (99,92% di quella della luce). Essi si formano ad un’altezza di 15-20 km da terra. La loro vita media è di 2 milionesimi di secondo d=vt=300.000 Km/s x 0,000002 s= 0,6 Km Prodotti a 15 Km di altezza, dovrebbero scomparire a 14 Km di altezza, al massimo, invece li si ritrova al livello del mare. Il loro tempo si dilata, secondo le formule di Lorentz e la teoria della relatività ristretta. Negli acceleratori di particelle (CERN) si è riusciti ad accelerare particelle fino a 285.000 Km/s. A tale velocità la massa delle particelle risultava il triplo della loro massa in quiete.

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CONFERME DELLA RELATIVITA’

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La precessione dell’orbita di Mercurio Il fenomeno è previsto dalla teoria della gravitazione universale di Isaac Newton, ma Le Verrier nel 1859 scoprì che questo pianeta avanza più velocemente di quello che prevede la teoria stesso

Nel 1919 Albert Einstein usò la relatività generale per spiegare la precessione del perielio dei pianeti anche in assenza di interazione tra di essi, riscontrata solo in Mercurio perché è il pianeta più veloce del sistema solare. L’entità di questa precessione per Mercurio corrispondeva allo scarto osservato.

CONFERME DELLA RELATIVITA’

L’ esperimento di Eddington Il 29 maggio del 1919 le predizioni della relatività generale furono confermate dalle misurazioni dell'astrofisico Arthur Eddington a Principe, un’isola africana nel Golfo di Guinea.

Durante un'eclissi solare riuscì a verificare che la luce emanata da una stella era deviata dalla gravità del Sole.

Le osservazioni ebbero luogo il 29 maggio del 1919 a Sobral, in Brasile, e nell'isola di Príncipe, nello Stato di São Tomé e Príncipe.

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CONFERME DELLA RELATIVITA’ Redshift gravitazionale • La luce che si origina da una sorgente in

un intenso campo gravitazionale, non appena entra in una regione in cui l'intensità del campo gravitazionale è inferiore, mostra una lunghezza d'onda superiore a quella originaria, il che determina uno spostamento della radiazione verso la parte rossa dello spettro elettromagnetico.

• La rilevazione dello spostamento verso il rosso delle righe spettrali emessa da una sorgente in un campo gravitazionale risalgono al 1959 con l’esperimento dei fisici statunitensi Robert Pound e Glen Rebka. 32

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CONFERME DELLA RELATIVITA’ Le onde gravitazionali • Il 14 settembre 2015 (comunicata l’11 febbraio del

2016) si è rilevata un’onda gravitazionale prodotta dalla collisione di due buchi neri molto massivi a 1,3 miliardi di anni luce (rilevate da interferometro LIGO in USA e EGO-VIRGO a Cascina (Pisa)).

• Un evento che coinvolge masse così grandi (62 volte il Sole) genera un’onda trasversale che modifica lo spazio-tempo.

• Queste onde erano state previste dalla relatività generale ma solo 100 anni dopo ne è stata confermata l'esistenza.

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POPPER E LA RELATIVITÀ • […] Riscontrai che i miei amici, ammiratori di Marx, Freud e Adler, erano colpiti da

alcuni elementi comuni a queste teorie e soprattutto dal loro apparente potere esplicativo. Esse sembravano in grado di spiegare praticamente tutto ciò che accadeva nei campi cui si riferivano. Lo studio di una qualunque di esse sembrava avere l'effetto di una conversione o rivelazione intellettuale, che consentiva di levare gli occhi su una nuova verità, preclusa ai non iniziati. Una volta dischiusi in questo modo gli occhi, si scorgevano ovunque delle conferme: il mondo pullulava di verifiche della teoria. Qualunque cosa accadesse, la confermava sempre. […]

• Gli analisti freudiani sottolineavano che le loro teorie erano costantemente verificate dalle loro «osservazioni cliniche». […]

• Ciascuna osservazione era stata interpretata alla luce della «esperienza precedente», essendo contemporaneamente considerata come ulteriore conferma. Conferma di che cosa, mi domandavo? Non certo più che del fatto che un caso poteva essere interpretato alla luce della teoria. […]

• Nel caso della teoria di Einstein, la situazione era notevolmente differente. Si prenda un esempio tipico - la previsione einsteiniana, confermata proprio allora dai risultati della spedizione di Eddington. La teoria einsteiniana della gravitazione aveva portato alla conclusione che la luce doveva essere attratta dai corpi pesanti come il Sole, nello stesso modo in cui erano attratti i corpi materiali. …[…] Ora la cosa che impressiona in un caso di questo genere è il rischio implicito in una previsione di questo genere.

• Popper, Congetture e confutazioni, 1963, pp. 61-66

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LA RIVOLUZIONE DELLA RELATIVITA’

• Rivoluzione nei concetti (da RR)

• Moto e quiete

• Spazio e tempo

• Velocità

• Simultaneità

• Osservatore

• Riferimento

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LA RIVOLUZIONE DELLA RELATIVITA’

Unificazioni • Si annulla la distinzione tra quiete e moto, tra spazio e

tempo, massa e energia, tra ente e sfondo per generare concetti integrati.

• Si unificano massa inerziale e massa gravitazionale • La relatività unifica ottica e dinamica. • La fisica determina la geometria dell’universo, la

geometria determina la fisica. • Mach e il principio di connessione: la massa di ogni

corpo dipende dall’esistenza di tutti gli altri corpi dell’universo.

• “L'inerzia di ogni sistema è il risultato dell'interazione del sistema stesso con il resto dell'universo. In altre parole, ogni particella presente nel cosmo ha influenza su ogni altra particella.” 36

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LA RIVOLUZIONE DELLA RELATIVITA’

L’osservatore e il sistema

• Il ruolo dell’osservatore diventa centrale.

• E’ il moto o la lunghezza rilevata da un osservatore rispetto ad un altro quello che conta.

• L’osservatore non è mai solo ma interagisce con altri sistemi di riferimento, quindi con altri osservatori.

• E’ l’osservatore in sistema a determinare la descrizione degli eventi e a confrontarla con quella di altri osservatori.

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LA RIVOLUZIONE DELLA RELATIVITA’

l’informazione come nuovo criterio per stabilire le coordinante della nostra realtà.

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LA RIVOLUZIONE DELLA RELATIVITA’ H= LOG2 N

H (informazione) è la misura dell’incertezza che si ha nel ricevere un messaggio.

L’informazione ingloba l’osservatore (il sistema di riferimento) nella realtà che descrive.

L’informazione parla di un mondo che non è fatto di cose (energia, masse, particelle, campi…) ma di segnali.

Se non ci fossero messaggi, che cosa esisterebbe?

Anche per questo c è una velocità limite. Non esiste segnale che viaggi più veloce di c.

Un mondo concepito dal punto di vita dell’informazione è costituito di relazioni

Non sono le cose che entrano in relazione, ma le relazioni determinano l’essere delle cose

Gli enti emergono in rapporto al quadro di relazioni che li rendono possibili

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RELATIVITÀ O RELATIVISMO? • "Non esistono fatti, ma solo interpretazioni" scriveva

Nietzsche. I fatti non ci dicono nulla di preciso perché conta solo il modo di intenderli. Ogni nostra osservazione, anche la più asettica, è carica di teoria e per questo legata ad un generale modo di vedere la realtà. Siamo sempre entro un paradigma. Se apparteniamo a paradigmi diversi, la stessa cosa appare diversamente e quindi diventa inutile giudicare o criticare visioni del mondo diverse dalla nostra.

• Questa concezione deriva da alcune riflessioni epistemologiche novecentesche (Kuhn e soprattutto Feyerabend) ma si è consolidata in rapporto al problema del confronto tra culture.

• Come scrive Jervis "i relativisti tendono a valorizzare tutte le convinzioni soggettive e le credenze perché non esiste un'unità di misura esterna alle credenze stesse, atta a valutarne la fondatezza" (Contro il relativismo, 2005, p. 35).

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RELATIVITÀ O RELATIVISMO? • Avere interpretazioni anziché dati bruti non significa che

tutto è possibile. Prova ne sia la pratica scientifica: pur se attraversa fasi di discussione, con vistose differenze di posizione, essa finisce sempre per trovare nel tempo un accordo condiviso.

• E' in grado, cioè, di dar ragione delle differenze che la attraversano, il che rappresenta la principale ricchezza della scienza.

• Einstein ha cambiato il lessico e quindi anche lo schema mentale entro cui comprendere la realtà fisica.

• Cambiare vocabolario, come scrive Kuhn, è una vera rivoluzione.

• Ma con la relatività si ridefinisce la stessa lista dei problemi oggetto di interesse scientifico

• E cambiare agenda dei problemi, come scrive Rorty, significa cambiare il modo di pensare.

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www.paolovidali.it

BIBLIOGRAFIA MINIMA • Castelli Andrea, Le interpretazioni filosofiche della teoria della relatività, in

APhEx, Portale italiano di filosofia analitica, Giornale di filosofia Network, n.12, giugno 2015.

• Ciurleo Salvatore, La teoria della relatività, D’Anna editore, Firenze 1973. • Einstein A., Autobiografia scientifica, Boringhieri, Torino 1979. • Einstein A., Note autobiografiche (1949), in P.A. Schilpp (a cura di), Albert

Einstein scienziato e filosofo, Boringhieri, Torino 1958, pp. 3-49. • Fisher Kurt, Relatività per tutti. Come e perché lo spazio-tempo è curvo

(2013), Dedalo, Bari 2016 • Gleich J.(2012), L’informazione. Una teoria. Una teoria. Un diluvio,

Feltrinelli, Milano 2012 • Pais Abraham, ‘Sottile è il Signore’. L vita e la scienza di Albert Einstein,

(1982), Bollati Boringhieri, Torino 1986. • Regge Tullio, Peruzzi Giulio, Spazio, tempo e universo. Passato, presente e

futuro della teoria della relatività, UTET, Torino 2003. • Rovelli Carlo, La realtà non è come ci appare. La struttura elementare delle

cose, Cortina editore, Milano 2014.

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