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1 Famiglia REOVIRIDAE Generalità Principali generi • Orthoreovirus: responsabili di infezioni asintomatiche o paucisintomatiche in mammiferi e volatili (artrite virale del pollo) • Rotavirus: responsabili di enteriti neonatali nel vitello e altre specie animali • Orbivirus: Febbre catarrale degli ovini(Blue Tongue), Peste equina – Virus di forma sferica di 60- 80nm di diametro Privi di envelope – Capside a doppio strato a simmetria icosaedrica Genoma a RNA lineare bicatenario costituito da 10-11 segmenti diversi per volume e sequenze nucleotidiche

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Famiglia REOVIRIDAEGeneralità Principali generi

• Orthoreovirus: responsabili di infezioni asintomatiche o paucisintomatiche

in mammiferi e volatili (artrite virale del pollo)• Rotavirus: responsabili di enteriti neonatali nel vitello e altre specie animali

• Orbivirus: Febbre catarrale degli ovini(Blue Tongue), Peste equina

– Virus di forma sferica di 60-80nm di diametro– Privi di envelope – Capside a doppio strato a simmetria icosaedrica– Genoma a RNA lineare bicatenario costituito da

10-11 segmenti diversi per volume e sequenze

nucleotidiche– Presenti da 2 a 10 proteine strutturali

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Replicazione

Ingresso del virus per endocitosi

Produzione di RNA+ (sia messaggero che progenie) dall’RNA genomico(-)

Incapsidimento e duplicazione dell'RNA

SvestimentoAttivazione della polimerasi

Assemblaggio e liberazione del virus per lisi cellulare

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ROTAVIRUS

Responsabili di infezioni localizzate all'intestino

Si riscontrano in soggetti giovani privi di immunità passiva

Vitelli, suinetti, agnelli, conigli, puledri, bambini

La mortalità varia in relazione alle infezioni batteriche secondarie

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Eziologia Sono presenti 5 gruppi

sierologici (A-E)Particelle virali di 80nm

Doppio strato capsidico

32 capsomeri disposti a raggiera

RNA bicatenario segmentato (11)

Costituiti da 2 antigeni principali

gruppo specifico (interno)

tipo specifico (caratteristico di

ogni specie animale)

Spettro d'ospite in vivoMolte specie di mammiferi ed

uccelli

Spettro d’ospite in vitroLinea continua MA-104

ECP: lisi cellulare, inclusi eosinofili paranucleari

La tripsina favorisce la replicazionemodifica la conformazione delle proteine superficiali virioniche e/o del recettore cellulare

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• Trasmissione indiretta tramite utensili, mangimi, attrezzi contaminati

• Il virus è particolarmente resistente a variazioni di pH

• Il risanamento degli ambienti è problematico

Epidemiologia

Malattia a ciclo oro-fecale

Fonti di contagioAnimali in fase sintomatica o in convalescenza (a lungo escretori)

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Porta d’ingresso del virus: via orale Replicazione nelle cellule apicali dei villi intestinali (lisi)

sostituzione con cellule cuboidi poco differenziate

Ciò determina

difetti nel trasporto di Ca++ e K+

mancata digestione di disaccaridi

(disponibili per processi fermentativi da

parte di germi opportunisti)

Patogenesi

aumento della pressione osmotica richiamo di liquidi diarrea

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• Diarrea liquida di colore variabile in funzione della dieta (bianco-grigiastra,

giallastra, verdastra).

• Scadente stato di nutrizione e disidratazione

• Remissione dei sintomi in 7gg

• Enterite catarrale acuta

• Linfoadenomegalia meseraica e ipertrofia delle placche del Peyer

• Necrosi apicale dei villi e lieve iperplasia delle cripte

• Diagnosi differenziale con• Coronavirus: villo intestinale interessato in tutta la lunghezza e notevole iperplasia

delle cripte;

• Parvovirus: aplasia delle cripte

Sintomi e lesioni

Periodo di incubazione: 1-4 giorni in vitelli e suinetti e 1-3 giorni in agnelli e puledri

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Profilassi igienico-sanitaria• Disinfezioni periodiche• Elevato standard igienico

Profilassi immunizzante• Vaccinazione nell’ultimo terzo di gestazione

• Buon livello di IgA nel colostro• Sperimentato un vaccino da somministrare per via orale a vitelli di un

giorno sprovvisti di immunità passiva• l’antigene vaccinale compete a livello recettoriale

• Enteriti neonatali ad eziologia multifattoriale• clinicamente sono di difficile interpretazione

• Esami di laboratorio• ME, isolamento su linee permissive) e identificazione con IF ed ELISA

• La sierologica è utile per indagini retrospettive

Diagnosi e profilassi

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Segnalata per la prima volta in Sud Africa (nel 1652) in

seguito all’introduzione di pecore Merinos

probabilmente era già endemica tra i ruminanti selvatici

scientificamente descritta a fine 18º-inizio 19º sec.

FEBBRE CATARRALE DEGLI OVINI (BLUE TONGUE )

Malattia infettiva acuta non contagiosa dei ruminanti domestici (in

particolare gli ovini) e selvatici

Trasmessa quasi esclusivamente da culicoidi (Culicoides spp.)

Nel bovino è segnalata la trasmissione attraverso il seme

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Caratterizzata da:

flogosi, cianosi, emorragie ed ulcerazioni delle mucose (naso e bocca)

edema di testa e collo, coronite, laminite, alterazioni alla muscolatura

malformazioni fetali (infezione nei primi stadi di gravidanza)

Il termine "blue tongue" deriva dalla colorazione bluastra della lingua (cianosi)

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Eziologia Genere Orbivirus

• Blue Tongue• Peste equina• Malattia emorragica del cervo• Malattia da zecche del Colorado• Ibaraki

Importanti in M. veterinaria Blue Tongue

Si conoscono 25 sierotipi

Non danno immunità crociata

Problema nell’allestimento di

vaccini

Il genere è costituito da ~90 virus a trasmissione vettoriale

L’RNA segmentato favorisce sia nell’ospite vertebrato che nel vettore biologico

un’alta frequenza di riassortimento genetico

Sono frequenti le infezioni multiple da diversi sierotipi in uno stesso focolaio

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Spettro d'ospite in vitroIsolamento su embrione di pollo (via endovenosa)

Colture primarie di agnello e in linea continua (Vero, HeLa, BHK21)

CPE: rigonfiamento cellulare dopo 48-72 ore

Spettro d’ospite in vivoLe razze europee di ovini sono le più sensibili

Capre e bovini hanno infezione pauci-sintomatica

Negli erbivori selvatici l’infezione risulta asintomatica

• Replica nelle ghiandole salivari dei Culicoides (vettore biologico)

• Molto stabile nel sangue

• Sensibile a pH <6,5 e >10

• Persiste più di un mese a 4°C nelle carni se l'acidificazione è maggiore di pH6

• Rapidamente inattivato da disinfettanti acidi, basici e a base di cloro.

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• Originaria dell’Africa meridionale

• Presente in passato nel sud Europa (penisola iberica, Cipro, Grecia,

Israele)

• Attualmente è segnalata in America, Pakistan, India, Australia

settentrionale (aree tropicali e subtropicali idonee alla

sopravvivenza del vettore), Italia

• Recentemente la BT è esplosa in forma epidemica in Sardegna ed

ha interessato successivamente alcune regioni dell’Italia

meridionale e centrale

Epidemiologia

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• Le regioni colpite rientrano nella fascia climatica a rischio tra 40-

42°N e 35°S

– Variazioni climatiche (global warming) potrebbero ampliare in futuro tale

fascia

• La trasmissione è condizionata dalla presenza e dall'ecologia dei

vettori biologici

– densità, sopravvivenza, stagionalità, preferenza di ospiti, permissività alla

replicazione virale

• Importante è il trasporto passivo di Culicoides infetti, anche a

grandi distanze, da parte di venti prevalenti e/o correnti

ascensionali

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I vettori appartengono al gen. Culicoides– C. imicola in Africa e Medio-Oriente;– C. variipennis, C. insignis in Nord-USA– C. pallidipennis nel Mediterraneo;– C. fulvus e C.wadai in Australia; – C. brevitarsis, in Australasia

Presenti e abbondanti nel periodo estivo-autunnale

Hanno attività notturna e vivono in ambienti umidi dove si riproducono

(acque fangose con materiale organico)

La trasmissione transovarica del virus non

sembra verificarsi

Il virus replica a livello delle ghiandole salivari dei Culicoides, che rimangono

infettanti per tutta la vita

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Di minor importanza sono i vettori non biologici (es.

tabanidi) e il contagio diretto (secreti ed escreti poco

infettanti, via iatrogena, scarsa recettività a vie diverse

dalla inoculazione)

I periodi interepidemici sembrano essere

legati alla presenza del virus in altre specie

Nel bovino la viremia è piuttosto lunga

e potrebbe consentire la persistenza del

virus nella stagione fredda

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Importante la trasmissione della BT con il liquido

seminale di tori viremici, che possono infettare le

vacche durante la monta naturale oppure l’I.A

Trascurabile il rischio di trasmissione con

l’embriotransfer

se l’animale non è in fase viremica e/o se gli

embrioni vengono lavati adeguatamente, il rischio

è da ritenersi nullo

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Inoculazione con la puntura di culicoidi

Tropismo endoteliale selettivo del virus per alcuni distretti

Replicazione nei linfonodi regionali

Porta d’ingresso

Diffusione per via linfoematogena (associato ad eritrociti e leucociti) alle cellule del SRE

Patogenesi

• Coagulazione intra-vasale,

• Stasi ematica

• Essudazione (edema)

• Ipossia e cianosi (bluetongue=lingua blu)

• Emorragie

Processi necrotici e rigenerativi a carico degli endoteli

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Il virus supera la barriera placentare e determina

malformazioni fetali

Il virus non si ritrova negli escreti e secreti

degli animali infetti

Fa eccezione il bovino nel quale è segnalata la trasmissione attraverso il seme)

L’infezione transplacentare non è importante per il mantenimento del virus

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• Manifestazioni cliniche variabili– Differenze tra le diverse specie di ruminanti e nell’ambito delle diverse razze

• Il decorso della malattia negli ovini varia da iperacuto a cronico• Morte in 7-14 giorni dalla comparsa dei sintomi (mortalità 2-30%, max. 50%)• Febbre elevata (41-42°C), anoressia, scolo congiuntivale e nasale sieroso-

mucopurulento o emorragico, con formazione di croste attorno alle narici

Sintomi e lesioni

Periodo di incubazione ~7gg

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• Iperemia ed edema di musello, guance, labbra, palpebre, regione intermandibolare

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• Iperemia ed edema della mucosa orale, lingua (cianosi), erosioni, emorragie ed ulcere del cavo orale con accumulo di materiale necrotico sul margine linguale e

sulla mucosa gengivale (odore fetido)

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• Processi infiammatori del cercine coronario e degenerativi a carico dei muscoli

scheletrici (debolezza, prostrazione, torcicollo) striature emorragiche

• Le lesioni podali sono più frequenti agli arti posteriori

• Per il dolore l'animale ha difficoltà nella deambulazione e cerca di camminare sulle

ginocchia

• La coronite, se grave, esita nella rottura dello zoccolo

• Le emorragie rimangono visibili per 2 o 3 settimane

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• Emorragie cutanee in caso di abrasioni o piccoli traumi

• Iperemia ed esantema cutaneo peggiorati dall’esposizione degli animali alla luce

solare diretta (UV)

• Perdita del pelo che si spezza a livello del follicolo (il vello viene perso in 3-6 sett.)

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• Nel bovino si riscontra una forma pauci- o asintomatica

• Rialzo febbrile transitorio, lieve tachipnea

• Lacrimazione e salivazione

• La patogenesi è simil-anafilattica (IgE mediata) con rapido

accumulo di IgE seguita da ipersensilità e rilascio di mediatori

(istamina, prostaglandine, etc.)

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• Lesioni variabili in relazione alla gravità della forma clinica

• Quadri congestizio-emorragici (lesioni vascolari), edematosi, cianotici a

carico delle mucose gastrointestinali

• Versamenti e petecchie alle sierose

• Emorragie della tunica media della arteria polmonare (patognomonico)

• Necrosi del muscolo papillare del ventricolo sinistro

• Edema del canale delle ganasce, emorragie del cercine coronario,

ulcerazioni

• Nelle forme subacute si riscontrano processi degenerativi ai muscoli scheletrici

(effetto citopatico diretto del virus)

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Mucosa iperemica con

depositi di fibrina

Grave congestione della

mucosa

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Banda edematosa ed iperemica al cercine coronarico

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Emorragie multiple intramurali dell’arteria polmonare (aperta)

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Emorragie a livello dei pilastri del rumine

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Emorragie diffuse, edema e congestione della mucosa dell’abomaso

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Clinico-epidemiologica

stagione, bassa sensibilità del bovino, sintomi respiratori ed enterici, feti

abortiti malformati, flogosi del cavo orale, edema

Diagnosi

Laboratorio

• Materiale patologico: sangue (virus associato a leucociti e eritrociti), milza,

linfonodi, midollo osseo

• Isolamento: embrione di pollo, prova biologica su pecora (inoculazione

sottocutanea o intradermica)

• Identificazione: SN (inibizione o riduzione delle placche su cellule BHK-21),

IF, FdC

• Sierologia: FdC e AGID

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• IGENICO SANITARIA Varia in relazione all’area d’insorgenza del focolaio

– Aree endemiche• Interventi finalizzati a limitare l’incidenza della malattia ed i danni economici

– Controllo delle popolazioni dei vettori » Insetticidi, larvicidi, sterilizzazione dei maschi per irradiazione» Creazione di vettori geneticamente modificati (minor sensibilità al virus)

– Riduzione dei contatti tra vettori e animali bersaglio » Bonifica del territorio habitat del vettore» Evitare zone a pascolo favorevoli al vettore (a bassa altitudine e umide)» Utilizzare pascoli stagionali in zone montane/collinari» Ricoverare gli animali in stalle chiuse durante la notte» Trattare con repellenti gli animali al pascolo in zone a rischio» Consentire promiscuità di pascolo fra ovini e bovini (il vettore, C. imicola,

predilige la specie bovina che è meno sensibile all’infezione)

– Aree indenni (interventi mirati all’eradicazione)– Vietato importare animali recettivi da stati in cui è presente l’infezione

Profilassi

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• IMMUNIZZANTE

• si possono utilizzare vaccini attenuati, mono e polivalenti

• I vaccini attenuati sono efficaci, specialmente quando è coinvolto un

solo sierotipo

• L’immunità è strettamente omologa diretta verso il sierotipo vaccinale

• Le preparazioni polivalenti sono soggette a concorrenza antigenica

(interferenza dei diversi sierotipi) con esclusione parziale o totale

• I ceppi attenuati danno viremia persistente e possono infettare il

vettore biologico e riacquistare eventualmente una certa virulenza;

sono inoltre abortigeni o teratogeni se somministrati nella prima metà

della gravidanza

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• L’Italia è stata interessata in modo drammatico dalla malattia

• La BT apparteneva alle cosiddette “malattie esotiche” ad elevato rischio

di introduzione

• Il virus circolava nel bacino del Mediterraneo (Medio Oriente,

Turchia)

• L’applicazione delle misure previste dalla legislazione internazionale

(abbattimento dei soggetti infetti, sospetti infetti e sospetti di

contaminazione) avrebbe provocato lo sterminio della popolazione ovina

in Sardegna

• Si è proceduto quindi all’utilizzo sistematico della vaccinazione

attraverso l’impiego di un vaccino monovalente attenuato

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PESTE EQUINA (AFRICAN HORSE SICKNESS)

Malattia infettiva dei solipedi trasmessa da insetti

ematofagi (gen.Culicoides), caratterizzata da febbre,

edema polmonare e sottocutaneo, emorragie degli

organi interni a decorso acuto o subacuto

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Eziologia

Virus di 55nm di diametro, capside a simmetria icosaedrica, costituito da 32

capsomeri e circondato da un secondo strato esterno di derivazione cellulare

RNA segmentato (10) bicatenario

Virus emoagglutinante

Suddiviso in 9 sierotipi

non danno immunità crociata

Stabile a -70°C e a pH compreso fra 6 e 10

Spettro d’ospite in vitro

uova embrionate e colture cellulari (Vero,

BHK21)

CPE: grossi inclusi perinucleari

Spettro d’ospite in vivo

equini, in particolare i cavalli

Non sembrano esserci diff. di razza

Mulo e asino relativamente resistenti

Solipedi selvatici infezione sub-clinica

La sola altra specie in cui la malattia si

manifesti clinicamente e con esiti anche

mortali è il cane

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EpidemiologiaLa malattia è tipica del continente africano

è diffusa anche in Medio oriente ed in altre

aree a clima caldo umido, idonee alla

sopravvivenza del vettore biologico

Casi di peste equina si sono verificati in Spagna in

seguito all’importazione di zebre dalla Namibia

(1987, sierotipo 4) e a Cipro per diffusione eolica

del vettore (1988-1989, sierotipo 4).

I sierotipi 1e 8 sono comunemente responsabili della malattia in Africa e sono i più patogeni (mortalità fino 90%)I sierotipi 3, 4 e 9 sono stati riscontrati al di fuori del

continente africano (per es. medio Oriente)Il sierotipo 9 causa fino al 70% di mortalità

Viene riportata cross-neutralizzazione tra sierotipo 1 e 2, 3 e 7, 5 e 8, 6 e 9

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La trasmissione è di tipo indiretto (vettori) ed è influenzata da fattori climatici

stagionali e geografici

I lunghi periodi interepidemici fanno ipotizzare l’esistenza di animali serbatoio

(domestici e selvatici)

Elevata positività sierologica riscontrata in pecore, capre, cammelli, zebre, elefanti

il cane è meno importante poiché non condivide gli stessi vettori dell'equino

In corso di focolai, in aree endemiche, possono essere presenti più sierotipi ma

normalmente uno solo domina durante una particolare stagione, seguito poi da

un altro nella stagione successiva

sono ipotizzate varianti nell’ambito di ogni sierotipo, generate probabilmente dal passaggio in specie differenti (serbatoi o vettori) o dalla pressione immunitaria

conseguente a vaccinazione con preparazioni polivalenti

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• Vettori biologici

• Sono rappresentati da ditteri ematofagi Culicoides

• alcuni A.A. ritengono coinvolte nella trasmissione

anche zanzare Anopheles, Culex, Aedes

• In alcune zecche (Rhipicephalus, Hyalomma) il virus

può replicarsi ed incrementare il suo titolo nei vari

stadi, senza propagarsi però per via transovarica

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Porta d’ingresso del virusinoculato con la puntura del vettore

Raggiungimento degli organi bersaglio (polmone e organi linfoidi)

Tropismo endoteliale in diversi distretti

Il danno agli endoteli determina aumento della permeabilità vasale, con comparsa di edema

polmonare, della testa, collo, spalle

Viremia

Replicazione nei linfonodi regionali

Patogenesi

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• A seconda del ceppo virale, della virulenza e della carica infettante, il periodo di incubazione e i segni clinici della malattia possono variare

• Forma iperacuta o polmonare• Periodo di incubazione di 2-5 giorni• Febbre (41°C), anoressia• Grave difficoltà respiratoria• Emissione di abbondante liquido schiumoso • Morte per asfissia in circa il 90% dei casi

Sintomi e lesioni

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• Forma subacuta o cardiaca

• Periodo d’ncubazione di 5-14 giorni

• Febbre intermittente per 5-7 giorni, seguita da edemi circoscritti alle fosse

sopraorbitarie e alle palpebre

• Se l’edema diffonde a tutta la testa, questa assume l’aspetto di “testa di ippopotamo”

• Nei casi più gravi l’edema diffonde al tronco interessando il torace e l'addome

• Disturbi cardiaci che accompagnano l’edema portano a morte l’animale (mortalità

50%) entro 4-8 giorni dall’inizio della febbre

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• Forma mista od acuta

– Concomitanza di lesioni polmonari, edemi sottocutanei e

insufficienza cardiaca terminale

– Forma più diffusa

– diagnosi difficile a livello clinico

– Conferma a livello autoptico

– Mortalità (70%) 3-6 giorni dopo l’accesso febbrile

• Forma febbrile o abortiva

• Tipica dei soggetti parzialmente immuni o appartenenti a specie

meno sensibili (asini, capre, zebre)

• Si manifesta con febbre, anoressia, dispnea lieve

• Guarigione pressoché costante

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• Forma polmonare

• Edema polmonare

• Idrotorace sieroemorragico

• Petecchie ed infiltrati

sierogelatinosi sottopleurici

• Emorragie endo ed epicardiche

• Congestione della mucosa gastrica

• Il polmone si presenta disteso ed

anelastico, con bordi arrotondati

(simile ad una spugna imbevuta d'

acqua)

• Lesioni

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• Forma cardiaca

• Infiltrazione sierogelatinosa del sottocute, del connettivo e del tessuto

adiposo di testa e collo

• Edema retroorbitale e della congiuntiva palpebrale

• Idropericardio ed emorragie miocardiche e spleniche

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• Diagnosi clinico-epidemiologica

– Stagionalità della malattia (per es., in Sud Africa, i focolai si “azzerano” in

concomitanza con la stagione fredda (in presenza di brina al suolo)

– Alta morbilità e mortalità tipica degli equini

– Febbre e difficoltà respiratorie

• Diagnosi differenziale

– Anemia infettiva

• si manifesta con edemi declivi, che costituiscono una sintomatologia ricorrente

– Arterite equina con conseguente aborto

– Influenza, caratterizzata da bassa mortalità

– Carbonchio ematico con la comparsa di emorragie e splenomegalia

Diagnosi

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DIAGNOSI DI LABORATORIO

• Campioni di sangue prelevato in fase febbrile

• Isolamento su colture cellulari permissive

• Identificazione mediante SN

• Sierologia: FdC, IFI, AGID, ELISA

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Profilassi

• IGENICO-SANITARIA– Divieto di importazione di animali recettivi, provenienti da stati in cui è

presente l’infezione– Obbligo di quarantena per animali esotici recettivi destinati agli zoo – In caso di positività abbattimento dei soggetti infetti, sospetti infetti e i

sospetti di contaminazione– Vaccinazioni di emergenza, in seguito a tipizzazione, con vaccini

monovalenti inattivati• l'impiego di vaccini attenuati risulta essere troppo pericoloso in luoghi indenni in

cui gli animali risultano essere più sensibili

– Accurate disinfezioni, con l'istituzione altresì di zone di protezione del raggio

di 100 Km, e di sorveglianza del raggio di 50 Km– In paesi a rischio è necessario compiere costantemente dei monitoraggi

sierologici – Controllo dei vettori con le stesse strategie di lotta proposte per BT

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• IMMUNIZZANTE

• Controllo della malattia in aree endemiche e/o regioni dove si manifesta

annualmente con la vaccinazione

• In Sud Africa, viene realizzato un protocollo vaccinale che prevede una

vaccinazione in settembre (qualche tempo prima del picco massimo di attività

dei vettori e quindi della comparsa della malattia) utilizzando un vaccino

attenuato quadrivalente (con sierotipi 1, 3, 4 e 5) seguito da un altro, sempre

quadrivalente (sierotipi 2, 6, 7 e 8) a circa 3 settimane di distanza dal primo

• La vaccinazione con preparazioni mono o polivalenti di stipiti attenuati può

provocare effetti collaterali (a livello neurologico)

• In ogni caso gli animali vaccinati vanno tenuti a riposo per circa 3 settimane

dopo la vaccinazione

• Va tenuto presente il pericolo di possibili ri-virulentazioni od interferenze nei

vaccini polivalenti