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XI – DALL’ETNOGRAFIA
ALLA NETNOGRAFIA
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1. ETNOGRAFIA
Etnografia = etim.’descrizione dei popoli’;
Ethnos = popolo;Graphé = scrittura, descrizione.
Origine (antropologia):
l’etnografo si reca, per un certo periodo di tempo,a vivere con un popolo scarsamente / per nulla conosciuto; osserva, ascolta, parla con i “nativi”, etc.
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1.1. Alle origini
dell’etnografia:
B. MALINOWSKI (Argonauti
del Pacifico occidentale, 1922)
• Obiettivi cognitivi: penetrare nel modo di
pensare dei nativi � significati culturali
espliciti o nascosti a coloro che li vivono;
• Approccio: “non-standard”
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Metodo
�Assenza di contatti
con altri “bianchi”;
�Imparare la lingua;
�insediarsi nei villaggi per almeno 1 anno;
Malinowski
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immergersi
nella vita degli “indigeni”,
imparare a comportarsi come loro
È fondamentale “prendere parte alla
vita del villaggio, pensare in anticipo gli
eventi importanti o quelli festivi, prendere interesse personale ai
pettegolezzi e agli sviluppi dei piccoli
avvenimenti del villaggio, aprire gli
occhi tutte le mattine su una giornata che mi si presenta più o meno
come agli indigeni”(Malinowski 1922, 16)
NB
I diari personali di M.
(ritrovati nel 1967)
contraddicono
molti
di questi principi
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Tecniche:
• Partecipare alla vita quotidiana dei nativi (“osservazione partecipante”) � interpretazione sulla cultura dei nativi � controllo empirico
mediante domande dirette (colloqui);
• Le informazioni raccolte e i commenti di M. sono inseriti in tavole sinottiche, classificazioni, diagrammi, schemi, appunti utili per il’interpretazione.
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Impostazione positivista
• L’osservazione è più “oggettiva” dei colloqui (influenza del modello delle scienze naturali);
• sono meno “oggettive” le dichiarazioni esplicite degli interlocutori;
• L’osservazione non modifica ciò che viene osservato;
• Distinzione netta fra informazioni raccolte e loro interpretazione;
• Interpretazione: attraverso l’induzione è possibile generalizzare fino a trovare leggi che regolano la cultura (in analogia con le scienze naturali).
Malinowski
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1.2. SVILUPPO DELL’ETNOGRAFIA:
QUALCHE INDICAZIONE TECNICA
La durata della “immersione”:
Ovviamente non esistono regole fisse. Un gruppo molto distante dalla cultura dell’etnografo (p. es. studio di Paesi lontani, di sette molto chiuse, di fruitori stranieri di media, etc. ) richiede una durata maggiore e continuativa;Un gruppo più familiare (p. es. analisi famiglie-tv) richiede un’osservazione più breve, con possibilità di osservazioni intermittenti.
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Le note etnografiche
• Appunti – almeno inizialmente non strutturati – su informazioni, impressioni e intuizioni, interrogativi in sospeso, abbozzi di classificazioni, difficoltàincontrate, fraintendimenti, etc.
• Perché la memoria non disperda tutto ciò, è bene compilare quotidianamente le note;
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• Di solito è opportuno scriverle in assenza delle persone osservate;
• Procedendo verso una progressiva focalizzazionedegli obiettivi cognitivi, gli appunti possono essere riassunti in schede piùstrutturate.
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La scheda di rilevazione delle pratiche quotidiane nelle
Redazioni. Un esempio: articoli sull’immigrazione (Binotto e Martino 2004, 171)
Cultura
Economia
Dibattito
politico
Sbarchi
Terroristi
Cronaca
VALORI-
NOTIZIA
SELEZIONEFONTIORGANIZ-
ZAZIONE
SEZIONE
INCARICA-TA
TIPOLOGIA
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Integrazione fra osservazione e interviste
Spesso l’osservazione è affiancata da
interviste non-standard, utili a:
1) Aggiungere informazioni;
2) “triangolare le fonti”;
3) Avvicinarsi ulteriormente ai soggetti
osservati.
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Critiche all’osservazione etnografica
• Eccesso di distacco � l’etnografo non coglie significati, motivazioni, emozioni, rappresentazioni dei “nativi”;
Eccesso di coinvolgimento � l’etnografo smarrisce il proprio senso critico e si identifica nelle rappresentazioni offerte dai “nativi”;
• La presenza dell’etnografo influisce sulla - / disturba la comunità indagata Possibili rimedi:
1) osservazione non partecipante = dissimulata, non dichiarata; ma problema etico;
2) Molto tempo � i “nativi” si abituano alla presenza dell’etnografo.
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Problemi di ispezionabilità della base empirica:
«Nella ricerca etnografica la base empirica effettiva èl’insieme delle esperienze e delle osservazioni dell’antropologo, ma la base empirica ispezionabile èsolo un piccolo corpus di documenti e di resoconti (le note etnografiche) inevitabilmente “filtrati” dalla precomprensione teorica e dalla soggettività dell’interprete»(Ricolfi 1995, 24).
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1.3. Avvicinamento dell’etnografia e dell’antropologia culturale
all’ermeneutica
• Approccio: non-standard, esplorativo,
induttivo � il ricercatore deve cercare di
inserirsi per comprendere la cultura del gruppo � egli deve tentare di modificare i
propri pre-giudizi. v.
Ermeneutica:
‘pre-giudizi’
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• L’osservazione non “fotografa” ma “dipinge” = anche osservare èINTERPRETARE:
«Senza alcun orientamentoconcettuale non si puònemmeno riconoscere ilcampo d’indagine» (D. Silverman 2000, 113);
v.
Ermeneutica:
‘pre-giudizi’
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• I sistemi di significati studiati sono assimilabili ad un testo scritto dai “nativi” �l’antropologo è il “lettore”/interprete di questo testo.
• Poiché i significati sono giàinterpretazioni, l’antropologia è“interpretazione di interpretazioni” (C. Geertz)
v.
Ermeneutica:
interpretazione
(di testi)
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Riflessione su se stessi:• La ricerca include l’etnografo
stesso: «Certo ho avuto qualche vertigine a riconoscere anche me stesso come oggetto di analisi (…). Non è corretto in nessuna ottica scientifica ignorare il ruolo del ricercatore nella costituzione dell’oggetto della sua ricerca» (Apolito 1990, 41-2).
v. ermeneutica:
la base empirica
include anche il
ricercatore, in
dialogo con gli
interlocutori
interpretati
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2. ETNOGRAFIA SU MEDIA E PUBBLICI
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OBIETTIVI COGNITIVI
1) Potere dei testi mediali di contribuire ai significati costruiti dai loro lettori;
2) Articolazione fra i vari generi mediali e le preferenze dei diversi pubblici;
3) Contesti quotidiani, situazioni sociali delle dinamiche di consumo (es. sfera domestica, relazioni familiari);
4) Usi culturali di una vasta gamma di tecnologie della comunicazionenell’ambito domestico (tv, radio, computer, videoregistratore): significati attribuiti all’hardware + alle parole e all’immagini veicolate da qs. tecnologie.
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• La ricezione/interpretazione dei messaggi mediali è considerata come una delle varie attività inserita e ritualizzata nel “mondo della vita quotidiana”, intrecciata in maniera complessa con le altre attività che partecipano alla significazione (p. es. nell’organizzazione del tempo gerarchie di rilevanza, valori…)
(R. Silverstone 1994). Es. per le casalinghe vedere una soap opera significa disporre di uno spazio/tempo “tutto per sé” (D. Hobson 1982).
• Esplorare il mondo della vita quotidiana � analizzare il rapporto fra media e “pubblico situato” nel proprio contesto.
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le pratiche quotidiane di fruizione sono esteriorizzazioni di
significati, modelli, valori, stili di vita, comportamenti. Un esempio: la fruizione della TV
SE LE PREFERENZE DEI FAMILIARI SONO DIVERSE:
• Che cosa succede in caso di contrasti su quale programma vedere?
• Chi sceglie il programma da vedere?
• Quali sono i rapporti di potere all’interno della famiglia? Quali divisioni (p. es. di genere, di generazione…)?
(Moores 1993/1998, 20)
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Le osservazioni etnografiche sul pubblico possono considerare anche altri aspetti utili per inferire
valori, atteggiamenti, etc.:
• Vestiti
• Cibi
• Arredamento di casa
• etc.
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Esempio: Organizzazione di una redazione e prassi quotidiana nella
costruzione di una notizia:
Fonti
Selezione e riscrittura delle notizie fonti istituzionali e agenzie;
Orientamenti di un articolo interazione fra dimensione intenzionale (linea editoriale della testata, “lettore modello”…) e condotta involontaria (organizzazione redazionale, ritmi di lavoro, routine produttive, norme stilistiche consolidate, etc. economizzare risorse organizzative, finanziarie, cognitive aumentano le notizie in entrata, ma restano invariati i tempi di lavorazione;
Aspetti “comunitari”: flessibilità dei comportamenti lavorativi e nella divisione dei ruoli; rapporti gerarchici informali; qualitàdell’interazione fra persone; cultura comune che garantisce: reciprocità delle aspettative, identificazione professionale, integrazione nell’organizzazione, “clima aziendale”, etc.
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Nell’etnografia dei media:
1) Gli obiettivi cognitivi non riguardano nativi di Paesi lontani;
2) Le pratiche osservate e i colloqui riguardano testi mediali;
3) L’osservazione e la partecipazione nonsi svolge in lunghi periodi è difficile e troppo intrusivo partecipare alle attivitàdi una redazione, alla vita domestica, sfera privata della famiglia, etc.
ALCUNE DIFFERENZE CON L’ETNOGRAFIA
TRADIZIONALE
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3. NETNOGRAFIA
• Etnografia + Net = etnografia applicata alle comunità virtuali nella Rete;
• Obiettivo cognitivo: cultura di comunitàvirtuali;
a) modalità di comunicazione (testi, audio, video, audio-video);
b) interazioni sociali on line non sporadiche ma ripetute nel tempo, continue � senso di appartenenza alla comunità;
Cfr. Addeo et al., in corso di
pubblicazione
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Criteri di selezione della/e comunità
• Rilevanza rispetto all’obiettivo cognitivo;
• Comunicazioni e interazioni numerose, regolari e recenti;
• Eterogeneità dei partecipanti alla comunità;
• Informazioni ricche e dettagliate.
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Alcune caratteristiche:
• Approccio “non standard”;
• Immersione nell’ambiente virtuale ove
qs. relazioni avvengono;
• Tecniche: osservazione di solito non
intrusiva;
• Possibilità di uso combinato di più
tecniche (p. es. interviste online o in
profondità ai membri della comunità)
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Differenze con l’etnografia
• Invisibilità del ricercatore;
• Osserva atti conversazionali e non individui;
• Documentazione facilmente reperibile online;
• Possibilità di archivi;
• Richiede meno tempo e meno risorse.
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Uso congiunto/disgiunto di etnografia e netnografia
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