wild lettuce - lactuca virosa

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wild lettuce lactucarium latex opium lactucin sesquiterpenes lactone hypnotic botany toxicology poisoning narcotic drugs

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LATVCA SALVATICA.

Uillstoria

~®u([1 ~®I IVOCI e enigmiinsoub

La lattuga, selvatica e da orto, ha una lunga storia nella fitoterapiamediterranea ed europea come medicina dagli effetti simil-oppiacei,analgesici e anafrodisiaci. Esiste una storica ambivalenza d'opinioneriguardo le sue proprietà, afrodisiache in Egitto e anafrodisiache inEuropa, legata alla presenza dell'alcaloide midriatico, che potrebbespiegare, oltre alla riconosciuta componente allucinogena di elevatedosi lattucario le differenze d'opinione sulle proprietà afrodisiache

La lattuga, sia selvatica che quella daorto, ha una lunga storia nella fito-terapia mediterranea ed europea, con

risvolti curiosi per ciò che riguarda le sueantiche origini e che conserva qualcheimportante enigma, non ancora risoltoper causa di un frettoloso disinteresse aopera della farmacopea moderna.

Le attenzioni nei confronti dell'amaralattuga selvatica come pianta medicinalerisalgono ai tempi più arcaici della cul-tura egizia e furono i medesimi Egizianiche da questa crearono per selezione lapiù tenera e appetibile lattuga da orto.

Le più comuni specie mediterranee dilattuga selvatica sono Lactuca serrio/a L.e L. virosa L., mentre la lattuga alimen-tare è L. sativa L. (famiglia delle Compo-sitae). In fitoterapia la specie più nota eapprezzata per le sue virtù terapeuticheè L. virosa, ma, come evidenziato in al-tra sede (Festi & Samorini 2004), la suafama come la lattuga farmacologicamen-te più potente è dovuta a una frequente,antica e moderna, confusione di questaspecie con L. serrio/a. Quest'ultima èmolto più comune di L. virosa e possiedele medesime potenzialità farmacologi-che. La confusione fra le due specie è unluogo comune, se non fra i botanici, fra

archeobotanici, etnobotanici, fitoterapi-sti e tossicologi.

Per esempio, tutti gli egittologi edetnobotanici che si sono occupati del-l'enigma della "lattuga di Min" hannointerpretato la specie di lattuga selva-tica associata al culto di questa divinitàegiziana come L. virosa, senza tener con-to del fatto che questa specie non è mai

esistita nella flora egiziana, mentre eraed è tuttora presente L. serrio/a.

Min è una delle più antiche divinitàegizie e l'unica palesemente itifallica.Nell'iconografia questo dio è frequen-temente raffigurato con delle piantedi lattuga ed è proprio cibandosi dellelattughe offerte dagli uomini che Minacquisisce il suo pronunciato priapismo.Questa insolita associazione fra unadivinità itifallica e la lattuga ha rap-presentato un enigma per l'Egittologia,di cui ho recentemente suggerito unasoluzione in seguito a osservazioni et-nobotaniche e farmacologiche sul genereLactuca (Samorini 2003-04).

Tale associazione appare ancor piùenigmatica se si considera che la lattugaè generalmente conosciuta come piantadalle virtù anafrodisiache, mentre nelculto di Min possiede valenze opposte.A differenza di quanto ritenuto nelleculture europee, in Egitto è tuttoradiffusa la credenza nelle proprietà fer-tilizzanti e afrodisiache della lattugaselvatica e coltivata: "chi mangia tantalattuga come insalata avrà una prolenumerosa" (Keimer 1924: 143); un datoetnografico in contraddizione con il casoriportato dal famoso botanico Linneo, di ~

Ue piante e ~U9m91 Lattuga e Lattucario

~ un Inglese che desiderava avere figli ea cui fu consigliato dal suo medico che"l'unico modo di aver bambini era quellodi fermare l'assunzione di lattuga, di cuiabusava" (Scotti 1872).

Se l'Africa sembra essere l'area prefe-renziale della credenza nelle proprietàafrodisiache delle lattughe - per esem-pio, anche L. tinctociliata Johnst èusata come stimolante sessuale in Africacentrale (Neuwi'nger 2000: 293) - vi èda tener conto che la credenza nelle pro-prietà anafrodisiache della lattuganon è forse distribuita in manieraomogenea nelle culture europee. Lotestimonierebbe il caso delle rimedell'opera tedesca Palatinato, dove lalattuga assume valenze afrodisiache(De Cleene & Lejeune 2003, II: 88).Ciò significherebbe che la credenzanelle sue proprietà anafrodisiachein Europa sia un luogo comune tra-scinatosi per secoli, mentre credenzepiù radicate a livello territoriale po-trebbero essere state caratterizzateda una maggiore differenziazioned'opi nione.

Del resto, il problema delle con-traddizioni riguardo le credenzenelle proprietà afrodisiache o ana-frodisiache di determinati prodottivegetali e animali - problema cheesula dagli obiettivi del presente ar-ticolo - trova la sua soluzione nelladipendenza culturale del medesimoconcetto di "afrodisiaco" (Ratsch &MLiller-Ebeling 2003). Di ciò è testi-monianza diretta l'oppio, dai noti ef-fetti narcotico-sedativi, consideratostimolante o deprimente sessuale aseconda dei contesti culturali etnicio individuali.

• Il mito delle proprietàsimil-oppiacee della lattugaNelle culture greca e romana e nel corsodi tutto il Medioevo europeo le lattughe- sia le varietà coltivate che le specieselvatiche - furono considerate dotatedi proprietà simil-oppiacee e anafrodi-siache. Dioscoride (Mat.med., II, 125)riportava che "il seme [di lattuga do-mestica] bevuto caccia le immaginazionilibidinose del sonno, et prohibisce l'usodi Venere". Plinio identificava una varietàdi lattuga chiamata astytis C'a" privativacon la radice di styo, "sono in erezione",con valore quindi come anafrodisiaco),e talvolta eunuchion, "perché smorzamoltissimo l'impulso sessuale" (Pli-nio, Hist.Nat., XIX, 126-7). Matthioli(Mat.med., CXXV :276-8) riportava che

dell'applicazione sulle tempie di questirimedi (Camporesi 1981: 71). Ci trovia-mo quindi di fronte alle radici storiche,egizie, dell'usanza di addormentarei bambini con succo di lattuga. Unaconsiderazione aggiuntiva del medesimopapiro riportava che il pianto del bam-bino era considerato un segno negativoin quanto manifestazione di possessionedemoniaca (Aufrère 1986: 6); ciò fasorgere il dubbio che tale pratica nonavesse originalmente il semplice scopo

di tranquillizzare l'infante, così dapermettere alla madre di svolgerele sue faccende (come registrato peresempio in provincia di Taranto, cfr.Grassano 1999), bensì che potesseavere valenze purificatrici ed esor-ciste.

È forse per via delle sue proprietàsoporifere che la lattuga ha acquisitosin dall'antichità una valenza fune-bre, come pianta associata al mondodell'eterno sonno, alla medesimaguisa del papavero da oppio. Ancoraoggi in alcune regioni della Calabriaè rimasta l)!sanza, nel giorno deimorti, di ~ngiare lattuga e di berevino presso le tombe dei parenti de-funti, dove entrambi questi alimentihanno valenza di "cibo dei morti".A Cosenza, nel giorno dei morti sipreparano le "insalate dei morti" ela lattuga vi rientra come ingredienteprincipale (Lombardi-Satriani & Meli-grana 1996: 76 e 142).

Tuttavia, come si vedrà di seguito,la similitudine degli effetti della lat-tuga con quelli dell'oppio parrebbeessere stato un luogo comune trasci-natosi in Europa per secoli, addirit-

Affresco dal tempio egiziano di Abu Simbel.lI faraone Ramesse tura per millenni, considerabile quasiIl dona al dio Min-Amon, raffigurato in forma itifallica, alcune ""t" E l dfoglie dilattuga (da Zecchi, 2005, p.199l un ml o '. .non a?pena a.. mo erna

farmacologla dlmostro non ventlero que-sto mito, la lattuga fu immediatamenteabbandonata, in maniera forse troppofrettolosa, poiché è un genere di pian-te dalle proprietà medicinali comunqueinteressanti e perché tale disinteressenon ha chiarito un enigma di caratterebiochimico d'importanza considerevole.

le facoltà della lattuga "sono alquantosimili a quelle del papavero: ed imperòsono alcuni, che ne meschiano il suolatte con il meconio, che si fa de' i pa-paveri". Celso (De med., II,32) riportavache "conciliano il sonno il papavero, lalattuga, e specialmente quella dell'estateil cui stelo è già pieno di latte". AncheGaleno (De temp., III; De alim., II) eOribasio (Synop., II,12) attribuivano allattice di lattuga proprietà analoghe aquelle dell'oppio.

Castore Durante (Herb.nov., p. 230),seguendo autori precedenti, ri portavache "i l succo [di lattuga] provoca i lsonno applicato alle tempie". Sorpren-dentemente, anche in un papiro egizianola "lattuga amara" (cioè quella selvatica)è usata in sostituzione del papavero peraddormentare il bambino, sulle cui tem-pie veniva spalmato il suo succo (Aufrère1986: 6). Ancora nel XX secolo, nell'Ita-lia meridionale, nei casi di insonnia eirrequietezza dei bambini, veniva datoloro un succhiotto di pezza imbevuto disucco di papavero (papagna), oppure diun decotto di lattuga (Iattuchiedde) (cf.es. Guerci 1990: 261; Santeramo 1931:35). Scipione Mercuri, che scriveva agliinizi del 1600, sottolineava l'efficacia

• Il lattucarioTagliando i fusti fioriferi delle lattughefuoriesce un lattice bianco che, raccoltoe lasciato asciugare, produce una sostan-za bruna resinosa, chiamata lattucario. Ilsuo odore ricorda quello dell'oppio eanche la similitudine di questo datoorganolettico ha contribuito al mitodell'affinità farmacologica fra lattuga eoppio. Oltre allattucario, sin dalla medi-

cina classica è nota un'altra preparazione- il tridace -, che è un estratto ottenutodalla spremitura del fusto fresco dellelattughe e che è notevolmente inferiorein potenza farmacologica al lattucario(Malenfant 1861).

Nel corso dell'Ottocento il lattucarioera usato in terapia come sostitutodell'oppio e si sviluppò una piccola indu-stria in Francia e in Germania per la suaproduzione (Anselmi, 1884; Aubergier1893; Harlan 1986). I medici del XVIIIsecolo chiamavano le lattughe selvaticheLactuca sylvestris major opii odore e illattucario lactuca opium (Coxe, 1799).Le preparazioni a base di lattuga più uti-lizzate nelle farmacopee, oltre alla drogasecca, sono gli estratti fluido, molle esecco: questi vengono preparati da L.virosa o L. serriola essiccata, mentre è in-dicato l'estratto acquoso secco ottenutodalla pianta fresca di L. sativa. L'attivitàterapeutica della lattuga, sia in sé sia informa di estratto, è comunque considera-ta piuttosto blanda. Più attivo è illattu-cario, che si ricava (o meglio, si ricavava,dato che a partire dalla seconda metà del1900 la sua produzione si è praticamen-te estinta) tagliando il fusto fioriferodella pianta poco sotto l'infiorescenza;il lattice viene raccolto a mano o construmenti di metallo non appena risultaleggermente ispessito. Il procedimentosi può ripetere fino a 5-6 volte al giorno,tagliando di volta in volta un tratto difusto lungo pochi millimetri, sufficientiper togliere l'estremità cicatrizzata efar fuoriuscire nuovamente il succo. Intal modo una singola pianta può esseresfruttata per alcune settimane. Il latticeviene quindi essiccato a bassa tempera-tura fino a completa evaporazione del-l'acqua ivi contenuta (da 100 g di succosi ricavano circa 10 g di lattucario) eall'ottenimento di quella che è la suaforma com merciale: piccole masserelledi diversa forma e peso, compresse cir-

colari o forme angolari irregolari (lacri-me), esternamente da bruno-grigiastrea rosso-brune, internamente brune obianco-giallastre, con frattura d'aspettocereo, di sapore amaro. Un tempo eraanche commercializzato in polvere gros-solana. Illattucario risulta ammorbiditoattraverso il riscaldamento; insolubile inacqua fredda, circa metà diventa solubilein acqua bollente; è parzialmente solubi-le in acqua ed etere.

Diversi autori riportano che il periodomigliore per la raccolta del lattucario èquando la pianta sta per fiorire, o quandoè in fiore. Ma osservazioni personali nelcorso di un paio di annate e di attenteraccolte del lattucario da L. serriola,contraddirebbero tale asserzione, inquanto all'epoca della fioritura il latticedi questa specie fuoriesce dai tagli delfusto in maniera irrisoria. Appare piùpropizio, invece, il periodo precedentelo sviluppo del fiore, quando, dal fustofiorifero in corso di sviluppo, per circaun mese il lattice fuoriesce copioso daitagli operati giornalmente sui medesimifusti. Le piante del secondo anno produ-cono quantità minori di lattice dal fustodivenuto oramai duro, quasi legnoso.

Sono state descritte tre pri nci paliforme di lattucario, corrispondenti allearee geografiche di maggior produzionenel XIX secolo e -nei primi decenni delXX: il Lattucario germanico (Lactucariumgermanicum), prodotto soprattutto nellaTuringia, presso Norimberga, nella Valledella Mosella, a partire da L. virosa e L.serriola (raramente L. quercina); il Lat-tucario inglese (Lactucarium anglicum)preparato soprattutto in Scozia da L.sativa; il Lattucario francese (Lactuca-Raccolta dellattucario da L. serrio/a

Il lattice bianco imbrunisce all'aria per dare unasostanza resinosa amara: i1lattucario

rium gallicum) prodotto, soprattutto perl'uso nazionale, utilizzando come speciedi partenza per lo più L. quercina subsp_chaixii (= L. altissima) (Aubergier 1842).Con il nome di Lactucarium gallicum pa-risiense era un tempo commercializzatoanche il tridace, che lattucario non è,essendo ottenuto per pressione deifusti defogliati di lattuga e successiva

~azione a secco del liquido risultante(Malefant 1861). Nel Nuovo Mondo e par-ticolarmente negli Stati Uniti, il lattu-cario è stato prodotto anche con specieindigene, nello specifico L. canadensis, L.floridana e L. pulchella.

Riguardo l'efficacia relativa dei lattu-cari di diversa provenienza, gli autorisono discordi: per alcuni, soprattuttoitaliani e tedeschi, il più attivo eraquello germanico, mentre gli americanisembravano apprezzare quello inglese.In assenza di uno stretto controllo sullacostanza della qualità, tali valutazionihanno valore puramente speculativo. ~

Ue piante e ~ Lattuga e Lattucario

~ • Proprietà terapeutichedella lattuga e del lattucarioNella medicina tradizionale mediterraneala lattuga è impiegata, oltre che comesedativo e analgesico, come galattogeno(es. La Sorsa 1941), allevia i dolori inte-stinali e in applicazione topica è usatonelle contusioni e sulle lussazioni; crudeo cotte, le foglie come cataplasmi nelleinfiammazioni e la risipola (Coltro 1983:175).Nella fitoterapia moderna lattuga e lat-tucario sono ritenute dotate di proprietàrinfrescanti, depurative, eupeptiche,rimineralizzanti, analgesiche, sedative,ipnotiche, bechiche, lassative, attivatoridel drenaggio epatico, e sono indicatinei casi di eretismo nervoso e priapismo,palpitazioni, spasmi viscerali, gastralgie,insonnie, bronchite, pertosse, asma,diabete, mestruazioni dolorose (Valnet1982: 240).

Soprattutto nella prima metà del 1900,vi sono state numerose ricerche, anche acarattere sperimentale, per verificare leproprietà terapeutiche del lattucario (edella lattuga), precedentemente suppor-tate per lo più da informazioni aneddoti-che. In particolare, i farmacologi si sonointeressati all'attività "simil-oppioide",sulla base della riconosciuta minortossicità del lattucario, dell'assenza dieffetti collaterali (stipsi e disturbi va-somotori) e quindi per quanto concernel'efficacia e l'innocuità dell'impiego pe-diatrico. Blumenthal (Med.Klin., 1929:1897) garantisce che dosi di 5-100 mgdi lattucario sono efficaci per calmare latosse, mentre per un effetto analgesico ènecessario utilizzarne almeno 300 mg.

Gromek et al. (1992) hanno dimostratoche il succo liofilizzato proveniente dallaradice di piante annuali di L. virosa ridu-ce l'attività locomotoria spontanea neltopo a dosi di 2 mgjkg e ha un chiaroeffetto analgesico a 15 mgjkg. Anche isemi di L. sativa hanno evidenziato pro-prietà analgesiche e antinfiammatorie(Sayyah et al. 2004).

Lattucina e lattucopicrina - i principa-li principi attivi delle lattughe - hannomostrato proprietà antimalariche, unfatto che concorda con l'uso di estrattiacquosi della radice di Cichon"um inty-bus L. nella medicina popolare afgananella cura di questa malattia infettiva(la radice di cicoria selvatica contienei medesimi principi attivi delle Lactuca;cf. Bischoff et al. 2004).

Di un certo interesse è una recentericerca di Funke et al. (2002): essi hannoesaminato l'attività dell'estratto di lat-

tucario nell'inibizione dell'encefalinasi(NEP), enzima che spezza la metionin-o leuci n-encefali na in corrispondenzadel legame Gly-Phe. È stata verificataun'evidente azione inibitrice dose-di-pendente, con una maggior potenza dellattucario preparato da piante annualirispetto a quelle biennali. Non è statainvece osservata alcuna azione direttasui recettori oppioidi. Tali dati sembranodunque indicare che l'attività analgesicadel lattucario si esprime non già, comegli oppioidi, attraverso l'azione direttasui recettori endorfinici, quanto piut-tosto con il potenzia mento dei legantiendogeni, attraverso l'inibizione dei loroprocessi catabolici.

Nel comprensorio di Roma illattucarioè stato proposto e sperimentato comecoadiuvante nella terapia di disassue-fazione dagli oppiacei, come sostitutodel Valium per contrastare l'insonnia nelcorso delle somministrazioni a scalaredella morfina (Testi et al. 1981).

• L:enigma dell'alcaloidemidriaticoElevate dosi di lattucario e di lattugaselvatica provocano una visione distur-bata, con difficoltà di messa a fuoco epercezione distorta della forma degli og-getti. Ciò non sarà sfuggito agli antichiosservatori ed è forse da questo fenome-no che originò la credenza riportata daEliano (De nat.anim., II, 43) e da Plinio(H.N., XX, 60) che i falchi, quando la lorovista si annebbia, per curarsi estraggonoil lattice dalla lattuga selvatica e se lospalmano sugli occhi.

Nell'antichità classica e medievale illattucario era ritenuto avere proprietàcurative sugli occhi, in quanto "eliminale macchie e i veli degli occhi" (Dioscori-de, M.m., II, 25) e "unito a latte umanoguarisce tutte le affezioni degli occhi•• 0 e soprattutto gli offuscamenti dellavista. Contro le lacrimazioni lo si applicaanche sugli occhi, con un impacco dilana" (Plinio, H.N., XX, 61-2). In un altro

passo (XX, 67) Plinio specificava che "illattice unito a latte umano, è indicatocome il medicamento più efficace perottenere una vista nitida, purché se nefacciano per tempo applicazioni sugli oc-chi e sulla testa; è inoltre efficace nelleaffezioni provocate agli occhi dal fred-do". Anche Matthioli (Comm.mat.med.,CXXV, 277), secoli più tardi, riportavache il lattucario "leva via i fiocchi e lenuvolette degli occhi".

L'associazione fra lattuga e disturbivisivi aveva anche una valenza opposta,in quanto si riteneva che quest'insalata,se mangiata troppo di frequente comecibo, nuocesse alla vista, rendendolameno chiara (Dioscoride, M.m., II, 125;Plinio, H.N., XX, 68). L'ambivalenza diquesta antica associazione potrebbe ori-ginare da simbolismi formatisi attorno airiconosciuti effetti sulla vista di quantitàsignificative di lattucario.

Un'incontestabile differenza d'effettofra lattuga e papavero da oppio consistenella notevole dilatazione della pupilla(midriasi) osservabile con dosaggi anchebassi di lattucario, a confronto con ilrestringimento pupillare caratteristicodegli oppiacei.

La biochimica della lattuga e del lat-tucario non è del tutto chiarita (per unarassegna cf. Festi & Samorini 2004). Iprincipali composti responsabili deglieffetti sedativi e analgesici parrebberoessere dei lattoni sesquiterpenici: lattu-cina e lattupicrina. Nel lattice fresco di

Particolare delle coste spinose delle foglie di L. serriola

L. virosa sono state determinate quan-tità di questi composti sino allo 0,9%,mentre nel lattucario la concentrazioneraggiunge l'8-9% (Mahmoud et al. 1986;Schenk et al. 1939).

Nei periodi a cavallo fra la fine dell'800e l'inizio del '900, alcuni studiosi affer-marono di aver isolato anche un alcaloi-de tropanico simile alla iosciamina. Ilcontenuto era stimato nello 0,2% per lalattuga da orto fresca (Dymond 1892).Questo tipo di alcaloide è presente nelleSolanaceae allucinogene, quali giusquia-mo, mandragora, datura.

La presenza di alcaloidi tropanici nellalattuga fu in seguito a più riprese nega-ta e affermata - più su basi speculativeche sperimentali - e a tutt'oggi non siconoscono ulteriori ricerche chimiche inproposito. Nel 1976 Marquardt et al. ri-scontrarono in L. virosa la presenza di N-metilfenetilamina. Alcuni autori (Huanget al. 1982; Spadari et al. 2003) hannoresponsabilizzato questo alcaloide diuna parte delle proprietà psicoattivedelle lattughe; tuttavia, l'attento studiodi Shulgin & Shulgin (1992) sui derivatidella fenetilamina non ha dimostrato ef-fetti psicoattivi di questo alcaloide e sideve fare attenzione nel non considerarepsicoattivo qualunque derivato fenetila-minico (alla cui classe appartengono leamfetamine e gli empatogeni del tipoMDMA o "exstasy"). Come hanno dimo-strato gli Shulgin, la sola aggiunta diun gruppo metilico alla molecola della

fenetilamina non è sufficiente per do-tarla di proprietà psicoattive. Del resto,è sufficiente osservare la presenza dellaN-metilfenetilamina a concentrazioniben più elevate che nella lattuga in altritipi di verdure e di frutta, per dubitaredi suoi effetti psicoattivi o anche solosignificativamente sim paticomi metici:nel rafano fresco questo alcaloide èpresente in concentrazioni del 6.6 ppm,nel ravanello del 5.4, spinaci 2.4, cavolo3.7, buccia di mela 1.3, sedano 0.5; nellalattuga e nella rapa rossa fresche la con-centrazione è dello 0.4 ppm (Marquardtet al., 1976). E se la N-metilfenetilaminanon può essere responsabile dell'effettomidriatico della lattuga, non possono es-serlo nemmeno i lattoni sesquiterpenici,dato che altri vegetali che li contengono- per esempio Cichorium intybus - non

.5QlliLOoti come agenti midriatici.Il rimando agli effetti tropanici, più

che a quelli oppiacei, della lattuga è diantica data. Il medico italiano Menicucciscriveva nel lontano 1837: "La proprietànarcotica della Lactuca virosa è tantoforte da emulare per poco quella dell'op-pio, avendo ancora il suo succo, lo stessoodore, lo stesso sapore; ma agisce peròsul cervello a guisa degli estratti di Giu-squiamo, e di altre piante della famigliadei Solani: ed è per ciò che L. virosa ècollocata nella schiera dei controsti mo-lanti" (:32-3).

L'associazione fra lattuga e solanaceenon è espressa unicamente dalla proba-bile presenza nel genere Lactuca di unalcaloide midriatico di tipo tropanico.Sin dai tempi di Dioscoride le foglie dimandragora erano paragonate nel loroaspetto a quelle della lattuga. Per que-sto motivo la mandragora era chiamataanche tridace (tridakias), dal greco tridas(=lattuga) (Koemoth 1994: 156). Il pa-ragone fra lattuga e solanacee potrebbeessere stato esteso o fatto derivare dallaconstatazione che entrambe sono piantepsicoattive e dalla probabile parzialecomunanza di principi attivi.

Una caratteristica nota degli alcaloiditropanici è un potente effetto midriati-co. La loro presenza nella lattuga nonsarebbe quindi in contraddizione con iriportati effetti dellattucario di allargarele pupille e, a larghe dosi, di disturbarela visione; anzi lo spiegherebbe, cosìcome spiegherebbe gli stati fortementeallucinatori e deliranti registrati nei casidi intossicazione accidentale (es. Boe1876), difficilmente attribuibili ai latto-ni sesquiterpenici.

Resta il fatto che la presunta presenza •.

-Ue piaptee ruowol Lattuga e Lattucario

~ di un aLcaLoide midriatico neLLe Lattugheè passata i n maniera acritica i n Lettera-tura e appare strano, se non preoccupan-te, iL generaLe disinteresse neL chiarireun dubbio di notevoLe portata sotto iprofiLi farmacoLogico e tossicoLogico neiconfronti di una così importante piantaaLimentare quaLe è La Lattuga; in quanto,è deL tutto probabiLe che, se questo aLca-Loide midriatico risuLtasse reaLmente pre-sente nelle Lattughe seLvatiche, sarebbepresente, seppure in minori quantità,anche in L. sativa e nelle sue varietàorticoLe.

• Proprietà psicoattivedella lattugaIn Europa gLi effetti della Lattuga par-rebbero essere stati impropriamente pa-ragonati a queLLi deLL'oppio. La Lattuga esoprattutto iL Lattucario ricavato daL suoLattice manifestano effetti soLo parziaL-mente simiLi a quelli deLL'oppio e in certiquantitativi (dosaggi che potremmo de-finire "terapeutici"), mentre, a dosaggipiù eLevati, sembrano subentrare dellecomponenti stimoLanti e aLLucinatorie.

Una componente psicoattiva non op-piacea, bensì stimoLante e aLLucinogenadegLi effetti deL Lattucario è riscontratain casi di intossicazione accidentaLeacuta registrati dalla Letteratura medicaneL corso degLi uLtimi due secoLi (cfr. Boe1877; Spadari et al. 2003).

La presenza deLL'aLcaLoide tropanico,congiuntamente a Lattucina e Lattupicri-na, potrebbe spiegare La diversità d'ef-fetto a seconda della dose di Lattucarioassunta: aLLe dosi "terapeutiche" (fino a1 g di Lattucario da specie seLvatiche)prevaLgono gLi effetti sedativo-anaLgesicidovuti a Lattucina e Lattupicrina. A dosisuperiori (2-3 g) prevarrebbe L'effettostimoLante e aLLucinogeno deLL'aLcaLoidemidriatico (Festi & Samorini 2004).

In base a questi dati, è possibiLe for-muLare un'ipotesi che spieghi La diversi-tà di credenze suLLa Lattuga partendo dauna differenza farmacoLogica: mentre inEuropa erano d'uso comune Le "dosi tera-peutiche", fra gLi antichi Egiziani eranooriginaLmente in uso, neLL'ambito deicuLti reLigiosi, quantità più eLevate, chepotremmo chiamare "dosi egizie", daLLeproprietà stimoLanti e aLLucinogene. Ledifferenti interpretazioni cuLturaLi feceroiL resto: i dosaggi egizi comportavanoesperienze psichiche - interpretate reLi-giosamente - e fisiche, da cui L'itifaLLismodi Min; mentre in Europa, essendo notisoLo gLi effetti anaLgesici e "simiL-oppia-cei" deLLa Lattuga, si affermò La credenza

neLLe sue proprietà anafrodisiache.Come già riportato, L'addomesticamen-

to deLLe specie seLvatiche di Lattuga, chediede forma aLLacomune insaLata, si deveagLi Egiziani (Lindquist 1960); La LattugacoLtivata sarebbe derivata per seLezionedirettamente da L. serrioLa. (Whitaker1969: 263). GLi antichi Egiziani rivoLserouna particoLare attenzione aLLe amareLattughe seLvatiche, che coLtivarono e dacui ottennero per seLezione La più tenerae appetitosa Lattuga da orto (L. sativa).DaLL'Egitto, La Lattuga da orto si diffuse Struttura chimica della lattucinain seguito fra Le cuLture deL Mediterraneoe, più tardi, di tutto iL mondo. Si trattò normaLi. La durata è stata di 5-6 ore. Dadi un'acquisizione agricoLa di fondamen- 1,3 a 2,0 g gLi effetti sono durati 7-8 oretaLe importanza per La dieta e L'economia e caratterizzati da Lieve aumento deLLaaLimentare degLi Egiziani e non sorprende puLsazione (soprattutto nella fase ini-iL fatto che questa pianta sia stata messa ziaLe deLL'esperienza), stimoLazione men-sotto tuteLa di una divinità. Tuttav~'a, aLe, con veLocizzazione deL pensiero eosservando Le proprietà psicoattive de moLtipLicazione degLi eventi associativi.genere Lactuca - proprietà Largame e L'effetto più appariscente è stata una di-ignorate dagLi studiosi che si sono occu- storsione visiva di tipo "fantasioso" e Lapati deLLa "Lattuga di Min" - appare chia- difficoLtà di messa a fuoco degLi oggetti;ro che questa divinità non era sempLice- quest'uLtimo fenomeno persisteva aLtre 5mente un dio tuteLare di un'importante ore daL termine degLi effetti generaLi deLpianta da orto e che iL suo rapporto con Lattucario. È difficiLe paragonare questiiL vegetaLe era più intimo di quanto sino- effetti a quelli deLL'oppio. Quantità dira riconosciuto. La soLuzione deLL'enig- 0,3-0,5 g hanno mostrato costantemen-ma deLLa "Lattuga di Min" risiede neL te una marcata attività anaLgesica, ed èriconoscimento di questa specie come forse questa L'unica reaLe componentepianta psicoattiva e potenziaLmente vi- simiL-oppiacea deL Lattucario.sionaria, caratterizzata quindi daL vaLoresacramentaLe generaLmente ascrivibiLe aquesto tipo di vegetaLi (Samorini 1995).VegetaLi e bevande inebrianti sono carat-terizzati da specifiche mitoLogie, sistemiinterpretativi e cuLturaLi, ben studiatidaLL'etnografia e daLL'etnobotanica dellepiante psicoattive (Furst 1981).

Le proprietà psicoattive della Lattugaspiegherebbero tra L'aLtro iL significatodi aLcuni nomi popoLari francesi dati aLLaLattuga, quaLi "erba dei saggi" ed "erbadei fiLosofi" (VaLnet 1982: 239).

In margine a queste considerazioni,accenno ai risuLtati di aLcune sperimen-tazioni eseguite negLi anni 2003 e 2004da un uomo di 52 anni, un muratoreboLognese, che ha cercato neL Lattucariouna fonte naturaLe anaLgesica per i suoidoLori reumatici cronici. GLi esperimentisono stati eseguiti con Lattucario rica-vato da piante seLvatiche di L. serrioLache crescevano nei dintorni di BoLogna.La midriasi si è presentata a partire daingestioni di quantità di 0,3 g di Lattuca-rio secco. Sino a 0,8-1,0 g ha percepitoeffetti psicoattivi non forti, di naturasedativa per iL fisico e con una bLandacomponente stimoLante a Livello psichi-co, con battito cardiaco e respirazione

• Aspetti tossicologiciIn dosi superanti quelle terapeutiche iLLattucario può dar Luogo a effetti inde-siderati quaLi vomito, vertigini, cefaLea,stipsi o diarrea. Lo stesso si può dire deL-Le Lattughe seLvatiche: in taL caso, aL difuori deLL'ambito fitoterapeutico, si sonoregistrate intossicazioni dovute a con-sumazione aLimentare di L. serrioLa o L.virosa aL posto di Lattuga coLtivata. Piùdi recente, sono stati segnaLati bLandiavveLenamenti dovuti ad assunzione diLattughe per scopi "psicoattivo-Ludici".Spadari et aL. (2003) segnaLano iL casodi un giovane che, dopo aver ingerito unestratto secco di Lactuca (secondo gLiautori si tratta di L. virosa, ma - su baseecoLogico-coroLogica - vi è da sospettarepiuttosto che si sia trattato di L. serrioLa)ha esperito effetti anaLgesici ed euforiz-zanti, oLtre che disturbi della percezione.MuLLins & Horowitz (1998) riportano untripLice caso di iniezione voLontaria in-travenosa d'estratto acquoso di Lattugavirosa, a cui seguì una sindrome febbriLecon nausee, doLori addominaLi, cefaLea,Leucocitosi e aumento delle transami-nasi; in questo caso La sindrome è stataricondotta, più che a tossicità diretta

della pianta, alla mancanza di condizioniasettiche. Bellakhdar et al. (1990) hannoriportato in Marocco un caso di intossi-cazione mortale con L. virosa, dopo inge-stione della pianta, che era stata confusacon Sonchus oleraceus L.

Le lattughe possono ingenerare, percontatto, dermatosi allergiche o irrita-zioni (Paulsen et al. 1998).

A dosi molto elevate si può verifica-

re una grave intossicazione, che può,se non contrastata, portare alla morteper paralisi cardiaca. I sintomi sono:aumento della salivazione, difficoltà dideglutizione, nausea e vomito, tachicar-dia, tachipnea, midriasi, vertigini, sonnodisturbato, atassia, esagerazione dei ri-flessi, diarrea, aumento della secrezioneurinaria, tosse spasmodica, respirazionedifficoltosa e tensione del torace, su-

dorazione calda o fredda, eccitazionegenerale con movimenti involontari,disturbi della visione, abbassamentodella pressione sanguigna (Bellakhdar etal., 1990; Millaspaugh 1892; Negri 1979;Roth et al. 1984). In tal caso l'i nterventodi primo soccorso prevede stimolazionedel vomito, la somministrazione di car-bone attivo e di solfato di sodio (Roth et01.1984). •

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